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Di Marcello D'Acquarica (del 15/02/2012 @ 23:56:33, in I Beni Culturali, linkato 3379 volte)
I Beni culturali di Noha resistono all’accanimento di indifferenza da parte dei “legittimi” proprietari e degli enti competenti (Soprintendenza della Provincia e relativi addetti ai lavori del Comune di Galatina, che non sono essenze virtuali ma reali funzionari e dipendenti dello Stato).
Per dargli un'altra possibilità di vita e di respiro, sempre nella speranza che i suddetti ir- responsabili abbiano un rigurgito di coscienza, abbiamo pensato di pubblicare mensilmente ogni capitolo del Catalogo mettendolo a disposizione di tutti: studenti, ricercatori e chiunque volesse utilizzare le informazioni ai fini cognitivi e culturali.

 

Marcello D’Acquarica

 

 

icon Indice
icon 1. NOHA
icon 2. ARCHITETTURA RELIGIOSA
icon3. ARCHITETTURA CIVILE
icon4. ARREDO URBANO E DEL TERRITORIO
icon5. ARCHITETTURA MILITARE
icon6. ARCHITETTURA RURALE
icon7. ARCHITETTURA RUPESTRE
icon8. ARCHITETTURA FUNERARIA
icon9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
10. AREA ARCHEOLOGICA
11. BENI culturali E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
13. AREA NATURALISTICA
14. BENI culturali LIBRARI

 
Di Albino Campa (del 03/10/2011 @ 23:54:14, in I Beni Culturali, linkato 2802 volte)
I Beni culturali di Noha in spv (stato vegetativo permanente) resistono all’accanimento di indifferenza da parte dei “legittimi” proprietari e degli enti competenti (Soprintendenza della Provincia e relativi addetti ai lavori del Comune di Galatina, che non sono essenze virtuali ma reali funzionari e dipendenti dello Stato).
Per dargli un'altra possibilità di vita e di respiro, sempre nella speranza che i suddetti ir- responsabili abbiano un rigurgito di coscienza, abbiamo pensato di pubblicare mensilmente ogni capitolo del Catalogo mettendolo a disposizione di tutti: studenti, ricercatori e chiunque volesse utilizzare le informazioni ai fini cognitivi e culturali.

 

Marcello D’Acquarica

 

 

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11. BENI culturali E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
13. AREA NATURALISTICA
14. BENI culturali LIBRARI

 
Di Antonio Mellone (del 25/12/2015 @ 23:45:37, in Presepe Vivente, linkato 3065 volte)

State per compiere un viaggio nel tempo e nello spazio.

Il presepe quest’anno è allestito all’interno del Parco del palazzo baronale di Noha che tutti chiamano Castello.

Per godere appieno della visita, vi consigliamo vivamente di soffermarvi sui dettagli, tutti autentici, che potrete apprezzare in ogni angolo del percorso, frutto di una capillare attività di ricerca storica su luoghi, mestieri, profumi e sapori, e di una scuola e un lavoro di attenzione ai particolari che dura mesi.

Tutto questo fa del presepe di pietre e di gente di Noha un museo/teatro dove anche il visitatore può interagire con personaggi e interpreti del copione, diventando a sua volta attore-protagonista della scena.

In questo presepe non noterete sforzo di arte drammatica, non affaticamento da troppa recitazione: in quanto il pastore ha davvero il suo gregge di pecore e di capre portate al pascolo ogni giorno; il contadino vanga e rivanga le zolle ed attende il frutto dalla terra anche al di là del presepe vivente; il fornaio è fornaio vero che produce il pane quotidiano; e così la sarta, il ciabattino, il maniscalco, lo scultore, il fabbro…

Anche gli angeli, forse, lo sono oltre il Castello ed oltre le feste.

Lungo il tragitto si ha modo di ammirare alcuni tra i beni culturali più antichi e importanti di Noha.

A metà del cammino s’incontra l’originalissima vasca ellittica di fine ‘800 in perfetto stile Liberty, coeva e probabilmente disegnata e costruita dalle stesse maestranze che si occuparono della misteriosa Casa Rossa (la casa delle meraviglie nohana che ricorda la Casa Pedrera di Barcellona, opera di Gaudì) della quale, proprio all’ingresso del presepe, ma dall’altra parte della strada, al di là del muro di cinta, potete osservare il primo piano con tetto spiovente.

Di fronte alla vasca ovoidale, la costruzione che ospita il palazzo di Erode è la Castelluccia del parco, a forma di torre, eretta nei primi anni dell’900 del secolo scorso. Ospita ancora un impianto idraulico ed elettrico tecnologicamente molto interessante, con marmi, isolanti in ceramica, interruttori a leva ed altri sistemi di trasmissione dell’elettricità.

Continuando nel viaggio, incontrerete il bene culturale più antico e interessante di Noha, bello da mozzare il fiato: la straordinaria torre del XIV secolo (1300) con il suo ponte levatoio, collegato a rampa con arco a sesto acuto.

Dall’aspetto severo, militaresco, tremendo, la torre medievale di Noha era capace di generare, specie nei giorni di tempesta, timore nel viaggiatore che vi si avvicinasse. Ma più forte era la paura di saccheggi, uccisioni e rapimenti da parte dei filibustieri di ogni risma.

Fra’ Leandro Alberti in un’opera del 1525 dal titolo: “Descrittione di tutta l’Italia” definisce questo maniero come “il fortissimo castello di Noja [Noha] posto in forte loco”.

La torre di avvistamento e difesa, intorno alla quale si organizzò il castello, la corte, e il resto del piccolo centro, raggiunge i dieci metri d’altezza. La costruzione è coronata da una raffinata serie di archetti e beccatelli che ne sottolineano il parapetto alla sommità.

Più avanti, prima di giungere nell’osteria, dove potete degustare i prodotti del campo e delle fattorie locali, si osserva uno scorcio delle cantine del Castello, con le enormi botti in legno nelle quali si invecchiava il Brandy Galluccio, prodotto a Noha nello stabilimento omonimo, a due passi dal parco, e imbottigliato a Martina Franca.

Avvisiamo i visitatori che è possibile chiedere agli addetti al presepe informazioni sulle diverse tipologie di bestiame e le svariate razze di volatili presenti nel presepe; e, volendo, ai pastori di accarezzare gli agnellini in tutta sicurezza.

Dopo la doverosa sosta all’interno delle rugose mura della grotta della natività, proseguendo sul sentiero tracciato, all’uscita dal parco, avrete modo di apprezzare il gruppo scultoreo e monumentale delle casiceddhre, ubicate sulla sommità dei forni del Castello, che tante leggende hanno suscitato nel popolo salentino.

Vi ringraziamo per la visita alla nostra Bet Lèhem, che significa, appunto, casa del pane. E a proposito di pane, all’uscita, oltre alle altre specialità, vi aspettano le fragranti pucce con le olive appena sfornate.

Questo e molto altro si scopre viaggiando in questo luogo incredibile custodito nel cuore di Noha.

*

Signore e signori, grazie per la vostra generosità. Le vostre libere offerte e, ovviamente, il passaparola ai vostri parenti e amici, ci daranno la forza di continuare a realizzare anche in futuro rappresentazioni popolari, non solo natalizie, come questa. E, oltretutto, di recuperare e valorizzare i beni culturali del nostro Salento.

Auguri a tutti voi di buone feste. E arrivederci al prossimo appuntamento.

Antonio Mellone – per l’Ass. Presepe vivente di Noha

 
Di Redazione (del 29/07/2021 @ 23:44:20, in NoiAmbiente, linkato 1312 volte)

Da un paio di anni circa, sulle mura esterne dell’ex-stabilimento del Brandy Galluccio, l’antica Distilleria di Noha appartenente ancora agli eredi della famiglia che dopo alterne vicissitudini aveva acquistato il feudo dai baroni De Noha, sono stati affissi dei cartelli indicanti la proprietà privata.

Suona alquanto strano questo messaggio in cui il diritto di proprietà ha superato millenni di storia di soprusi e angherie. Un’inutile frase che manca di tatto nei confronti della dignità e dell’onestà dei cittadini che rispettano la legge. Ci è sembrato invece che voglia ricordare ai passanti l'inviolabilità di quelle mura. Abbiamo avuto la sensazione dell'ennesima sferzata al rispetto del Bene Comune, della barriera che non deve essere manco avvicinata.

Che bisogno c'era di ricordare ai cittadini di Noha e dintorni che quelle mura sono proprietà privata?

Noi crediamo che a qualcuno, forse, è venuto in mente di rimarcarne il concetto per prepararci all'ennesima prevaricazione nei confronti della nostra storia locale, in particolar modo delle tombe messapiche, e non ultimo della distilleria (esempio tipico di archeologia industriale). Ne abbiamo parlato e scritto qui e altrove, i ritrovamenti sono stati perfino immortalati in libri e gli oggetti ritrovati archiviati al Museo di Galatina.

Non è la prima volta che siti archeologici vengano presi di mira dalla speculazione edilizia, che cerca di trasformare in superflui appartamenti o in zone artigianali o in centri commerciali tutto quel che le capiti a tiro, a condizione che abbia un certo rilievo storico, sociale o paesaggistico.   

Non abbiamo pretese di alcun tipo su quelle mura, ma ci aspettiamo che la proprietà o chi ne gestisce lo stato di degrado - perché questo è - rispetti, se non il buon senso, almeno le leggi che impongono la salvaguardia delle tombe messapiche presenti al disotto di quelle mura, con i vincoli attribuiti dalla Soprintendenza e consegnati all’Amministrazione Comunale di Galatina quale garante dei Beni Archeologici. E se ne avanza pure l’anima di quell’antica fabbrica di brandy.

In questi giorni, gli addetti ai lavori incaricati alla pulizia delle strade, hanno tagliato l'erba. Purtroppo ora si vede meglio l'unica cosa che invece era più urgente rimuovere: la spazzatura di questo secol superbo e sciocco.

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali Odv

 
Di Redazione (del 28/08/2013 @ 23:42:04, in Eventi, linkato 3558 volte)

"Pubblichiamo l'intervento di Marcello D'Acquarica di domenica 25 Agosto 2013 in occasione del 6° Motoraduno Moto Guzzi, Miero e Pizzica svoltosi a Noha"

Oggi è una giornata di festa. Approfitto di questa occasione per riflettere insieme su ciò che consideriamo bene comune.

Se è chiaro il significato di questi due presupposti: “Insieme” e “bene comune”

possiamo considerare questo momento costruttivo. Altrimenti vuol dire che non siamo né insieme né in grado di intendere il significato di bene comune.

In questo momento  mi viene in mente il film “I 100 passi” di Marco Tullio Giordana con Lo Cascio.

Cento passi è una breve distanza. E noi vogliamo contare i cento passi. Cento passi sono lo spazio che ci separa da certe volontà politiche. Sono la distanza che ci separa dal concetto di bene comune, dal rispetto per l’ambiente, da mentalità truffaldine in nome di alti valori.

Cento passi. Dovremmo tutti fare 100 passi, insieme, anche in moto.

Facciamoli insieme questi cento passi: noi cittadini, la Pubblica Amministrazione, la Chiesa, e in questo momento anche voi ospiti di Noha. Facciamoli per vedere che cosa ci circonda cominciando da qui.

Alle mie spalle abbiamo la chiesa madre di San Michele Arcangelo, che mostra sul frontone in alto l’elegante stemma di Noha: tre torri che sorvegliano sul mare tempestoso il pericolo portato da due velieri di pirati. All’interno della chiesa si trovano esposte delle tele seicentesche e altari barocchi, che ci raccontano della sua storia.

Poi voltando le spalle abbiamo, svettante nella nostra pubblica piazza, l’orologio pubblico più fermo del mondo: è rotto da più di un decennio. E mai nessuno ha pensato di compiere i 100 passi per ripararlo. Noi intanto ci consoliamo pensando che segni l’ora esatta due volte al giorno.

Sotto le vostre ruote, cari amici motociclisti, sempre a cento passi c’è un frantoio  jpogeo, unico nel Salento, e forse al mondo, per la sua architettura. A cosa serve? A essere adoperato abusivamente come sito per discariche private? Probabile.

Verso la fine di via Castello, a cento passi da qui, potete ammirare le cosiddette “casiceddhre” in miniatura. Dovrete però prestare attenzione ed utilizzare il casco (anche se siete a piedi). C’è il rischio che vi becchiate qualche pietra storica in testa.

Basterebbe poco, giusto 100 passi, per sistemarle una buona volta e per creare quella bellezza in grado di salvarci tutti insieme.

La torre medievale ed il ponte levatoio con il suo stupendo arco a sesto acuto, che sono riprodotte sulle miniature in terracotta offerte da Daniela Sindaco, appartengono al complesso del palazzo baronale. Anche questo si trova a meno di cento passi da qui. Tutto abbandonato nella più totale trascuratezza, come se il comune non esistesse affatto, come se i beni culturali “non ci dessero da mangiare”.

A 100 passi dal palazzo baronale c’è la casa rossa di Noha, un gioiello d’art nouveau, in stile liberty, più o meno come la casa pedreira di Gaudì che si trova a Barcellona (in Spagna) e che certamente alcuni di voi avranno già visitato. La nostra casa rossa di Noha, non solo reclama il restauro - schiaffeggiata com’è dagli anni e dall’incuria dei privati – è pure circondata e nascosta da una muraglia di rara bruttezza.

Sempre a poco più di cento passi da qui potrete ammirare l’antica masseria Colabaldi e i resti messapici, la trozza (un pozzo profondissimo che dava da bere ai nohani), il calvario, le vecchie scuole elementari ristrutturate (ma purtroppo non funzionanti al 100% per via di un allaccio all’energia elettrica, diciamo così, poco funzionale) e non da meno il nostro singolare centro storico di via Osanna e piazzetta Trisciolo.

Ecco, tutte queste testimonianze storico culturali vorrei farvi conoscere e ammirare, ma ahimè, non manca solo il tempo, manca purtroppo la decenza.

Quindi, cari amici, noi ci auguriamo, anche con l’aiuto delle istituzioni qui presenti (se presenti), che nel prossimo futuro saremo in grado (noi ed i ns beni culturali) di accogliere voi e tutti i visitatori di Noha in maniera un po’ più decorosa.

Vi auguro di compiere tutti quanti 100 passi, in avanti.

Grazie per l’attenzione.
 

NOI SIAMO PER IL FOTOVOLTAICO RAGIONATO, PER L’AUTOPRODUZIONE DI ENERGIA SUI TETTI DELLE NOSTRE CASE  E PER UN VERO RISPARMIO DEI COSTI DELL’ENERGIA!

IL FOTOVOLTAICO E’ NATO PER DIFENDERE IL TERRITORIO NON PER DISTRUGGERLO, COME INVECE STANNO FACENDO NELLA NOSTRA CAMPAGNA.

NOHA dovrà sorbirsi un impianto di circa 200 HA, diviso in 15 lotti, UN IMPIANTO ENORME

che porterà un impoverimento del nostro territorio

E’ stata svenduta la “TERRA” di Noha, l’unica vera fonte di ricchezza per la popolazione.

COSA LASCEREMO AI NOSTRI FIGLI? Cosa mostreremo ai turisti?

I nostri padri con tanto sacrificio ci hanno tramandato fertili terre, uliveti secolari, beni culturali, vigneti,  prelibatezza di prodotti, ed ora le grosse multinazionali trasformeranno tutto ciò in distese enormi di pannelli argentati!

ECCO 10 MOTIVI PER RESPINGERE L’ INVASIONE DELLA SPECULAZIONE DEL FOTOVOLTAICO AGRICOLO CHE STA PER CIRCONDARE NOHA:

 

1)      Gli incentivi statali che incassano le società del fotovoltaico li paghiamo noi sulle bollette bimestrali della luce, senza avere alcuna riduzione dei costi dell’energia;

 

2)      Nessuno ha il coraggio di dichiarare che estensioni così grandi e concentrate non sono dannose per la salute umana.

 

3)      I cavi che accumulano e trasportano l’energia accumulata dai pannelli vengono interrati lungo strade e sentieri che i cittadini hanno la necessità di percorrere e sono la fonte di campi magnetici;

 

4)      Grandi estensioni concentrate di pannelli di silicio sovvertono il microclima, disturbano la fauna e le migrazioni.

 

5)       I costi per lo smaltimento dei materiali scaduti (gli impianti si esauriscono dopo 10-15 anni) e per il ripristino della terra sono altissimi, molto ma molto superiore all’introito economico ricavato dagli affitti.

 

6)      Per impedire alla vegetazione di crescere avvelenano la terra inquinando le falde acquifere, l’acqua che è il nostro bene più prezioso insieme alla terra ed all’aria!

 

7)      Grandi estensioni di pannelli di silicio concentrate in una stessa area desertificano (TIPO DESERTO DEL SHARA) le campagne un tempo rigogliose;

 

8)      Le grandi estensioni di campi di fotovoltaico impoveriscono economicamente il territorio in quanto sottraggono terra all’agricoltura;

 

9)      Non danno diretti posti di lavoro, ma accrescono il precariato;

 

10)   I miseri benefici che ne derivano alle amministrazioni non sono minimamente comparabili con il sacrificio che subisce la terra e la popolazione.

 

Il Comitato

 
Di Redazione (del 25/05/2017 @ 23:32:56, in Comunicato Stampa, linkato 1728 volte)

Al commissario Prefettizio dott. Guido Aprea

Al sub Commissario dott. V. A. Calignano

Al Comandante della Polizia Municipale, dott. A. Orefice

Città di Galatina

E p. C. Al Prefetto  di Lecce, dott. Claudio Palomba

Galatina li, 25 maggio 2017                                                                                    

OGGETTO: richiesta di riduzione delle quattro ore di apertura mattutina della ztl, riduzione dei pass con relativo controllo degli stessi e sostegno alle iniziali disposizioni amministrative di salvaguardia del Centro Antico adottate dal Commissario prefettizio dott. Guido Aprea.

Illustrissimo Commissario,

i firmatari della presente comunicazione, Comitato di Quartiere del Centro Storico (composto da residenti, operatori commerciali, professionisti e responsabili di associazioni), Sostenitori dell’azione del Comitato (cittadini, operatori culturali, esponenti culturali galatinesi ed associazioni quali la locale Proloco, la locale Associazione Club Unesco, Italia Nostra sez. Sud Salento, Archeo club Galatina, l’Osservatorio Tecnico Galatinese, l’Associazione City Telling, ecc. ,

intendono confermare il proprio fermo consenso all’azione  di salvaguardia e valorizzazione del tutto condivisibile messa in atto inizialmente dal Commissario prefettizio dott. Guido Aprea, in quanto primo atto per un percorso di civiltà, di sostenibilità ed il primo passo per la valorizzazione del Borgo Antico e dell’intera Città. Tuttavia proponiamo di ridurre di almeno due o tre ore la fascia oraria di libero accesso, prevista nella mattinata. Le attuali quattro ore previste dalle ore 8 alle ore 12, nelle ore di maggior affluenza del traffico pedonale costituito da residenti, da visitatori e turisti, singoli o in grandi comitive, quali coloro che si recano nei negozi, al Comune, a visitare palazzi, Chiese, la Basilica e le gallerie, sono in contrasto con l’alto carico di macchine che transitano in particolar modo su Via Umberto I, Via Vittorio Emanuele, Via Garibaldi e Piazza San Pietro, le vie principali del traffico pedonale, sia durante la fascia oraria libera, sia durante le altre ore della giornata (troppi pass rilasciati?).

Questa fascia oraria ampia e centrale nella mattinata, l’alto numero dei pass rilasciati, stanno creando seri disagi sia ai residenti, sia agli operatori, ma in particolar modo ai visitatori e turisti, in questo periodo di maggior affluenza. La velocità del transito delle auto in particolare in Via Umberto I e via Robertini e i relativi ingorghi che si creano tra comitive, pedoni, tra auto, furgoncini, e camion mettono in serio pericolo la sicurezza dei pedoni, dei bambini e dei diversamente abili. La prima settimana di chiusura è stata un’ esperienza meravigliosa e c’è stata una risposta positiva generale nella maggior parte della popolazione, ad eccezione solo di alcuni operatori che , forse per paura, ancora non riescono a comprendere la portata di questo epocale cambiamento migliorativo, che porterà frutti sia a livello economico che a livello socio-culturale a tutti, nessuno escluso. Ma confidiamo che quanto prima anche loro possano vederne i benefici, infatti risulta imprescindibile contribuire a far acquisire a tutti i galatinesi una visione ampia e orgogliosamente rivendicabile della portata del Centro Antico, che come tale va sottratto a visioni di parte e riconosciuto come Polo attrattivo per flussi turistici nazionali ed internazionali e attività connesse.

Se vediamo le tendenze degli altri comuni della Provincia di Lecce, per non andare a vedere anche nel resto d’Italia e della Comunità Europea,  molti Comuni hanno intrapreso con successo questo percorso: Otranto, Lecce, Gallipoli, Maglie, Poggiardo, Martano, Corigliano, Nardò, ecc. ed ora sembra che anche la vicina Galatone e Copertino vogliano procedere per la ztl. Si tratta di un processo di sviluppo urbanistico sostenibile delle città che vede l’individuo e la comunità al primo posto (e non l’auto). Solo una ferma decisione di chiusura, una regolamentazione seria degli accessi (a tale proposito si richiede un controllo più accurato nel rilascio dei pass soprattutto in funzione del numero limitato dei posti auto, che dovrebbero essere destinati in primis ai residenti, molti dei quali anziani, o famiglie con bambini) può portare ad un piano serio di riqualificazione dell’intero Centro Antico, Centro Nuovo, e dell’intera cittadina.

Con ossequi.

FIRMATO

Le suddette Associazioni, tramite i loro Presidenti

(Club Unesco, Archeoclub, Osservatorio Tecnico Galatinese, Proloco, Associazione City Telling, Italia Nostra sez. Sud Salento e Comitato di Quartiere).

 
Di Marcello D'Acquarica (del 16/06/2012 @ 23:31:20, in I Beni Culturali, linkato 2690 volte)
I Beni culturali di Noha resistono all’accanimento di indifferenza da parte dei “legittimi” proprietari e degli enti competenti (Soprintendenza della Provincia e relativi addetti ai lavori del Comune di Galatina, che non sono essenze virtuali ma reali funzionari e dipendenti dello Stato).
Per dargli un'altra possibilità di vita e di respiro, sempre nella speranza che i suddetti ir- responsabili abbiano un rigurgito di coscienza, abbiamo pensato di pubblicare mensilmente ogni capitolo del Catalogo mettendolo a disposizione di tutti: studenti, ricercatori e chiunque volesse utilizzare le informazioni ai fini cognitivi e culturali.

 

Marcello D’Acquarica

 

 

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Di Redazione (del 25/08/2021 @ 23:31:19, in Comunicato Stampa, linkato 635 volte)

Noi di NoiAmbiente e Beni culturali Odv di Noha e Galatina, parteciperemo perché riteniamo doveroso restituire dignità alla nostra Terra che pochi o tanti incivili, non importa quanti, stanno oltraggiando spregiandola con i loro rifiuti. 
Facendolo tutti insieme saremo più forti e torneremo ad essere abitanti di una terra senza malattie e bellissima.

Come vi avevamo promesso è imminente il prossimo clean up estivo organizzato dal CAS! Segnatevi la data e partecipiamo in massa, il Salento ecologista ed ambientalista vuole dare speranza e far sentire che non ci daremo mai per vinti.
Questo evento è diverso dagli altri, speciale, perchè dedicato al carissimo Francesco Cino, promotore del nostro coordinamento e fondatore dell'associazione Amanti della Natura - Punta del Macolone - Parco Naturale di Ugento.
Il 29 agosto siamo chiamati a svolgere un'ardua impresa, che siamo sicuri andrà nel migliore dei modi.
Un'impresa perchè la riserva naturale WWF delle Cesine è bellissima, importantissima dal punto di vista naturalistico e della biodiversità di flora e fauna, marina e terrestre, ma complicata per la logistica, però stiamo lavorando duro per ottimizzare il tutto.
Abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile!

Nei prossimo giorni e poi in Loco verranno date informazioni più dettagliate, il fervore è tanto, le zone da pulire sono estese, ma non ci fermerà nessuno, perchè come diceva il nostro caro, saremo
TUTTI INSIEME PER IL BENE COMUNE

 CAS - Coordinamento Ambientale Salento

 
Di Fabrizio Vincenti (del 02/02/2013 @ 23:28:57, in Lettere, linkato 3525 volte)

All’alba delle elezioni politiche, Noha si barderà per la festa. Certamente qualcuno verrà a chiederci il voto dicendoci: “Io sono meglio degli altri”. Così si da inizio al dilemma: “Chi voterò questa volta?”. Stranamente poi, chi se lo chiede, ha già provato a votare prima per uno schieramento, poi  per un altro, con la speranza che i due non sono la medesima cosa e che dunque o l’uno o l’altro è la scelta giusta. Poi però ci si accorge che, il giorno dopo aver votato o per l’uno o per l’altro, chiunque vada a governare, le cose non cambiano. Ed è qui che il mistero si fa più fitto: a cosa è servito votare? Sicuramente a far prendere vitalizi agli uni piuttosto che agli altri. Che senso hanno quei tremila voti di Noha se nulla cambia? Io non ricordo differenze eclatanti tra i vari governi. Noha , come il resto d’Italia, vive le stesse difficoltà di sempre. Noha vota per i motivi qui di seguito riportati: creare occupazione per giovani e donne; diminuire la pressione fiscale e incrementare il benessere delle famiglie; formulare delle agevolazioni per i meno abbienti e per chi è affetto da malattie; salvaguardare la natura e il territorio, la salute e l’istruzione; incrementare la ricerca e lo sviluppo; tagliare sprechi nella pubblica amministrazione e fondi per le spese militari; incrementare il turismo orientando attenzione e sforzi verso beni artistici e culturali; eliminare quanto più possibile la burocrazia facendo risparmiare tempo e denaro, impiegandoli per altre risorse; eliminare finanziamenti pubblici a chi non ha requisiti e a chi non se li merita; estirpare la criminalità e le mafie dal tessuto sociale recuperando fior di miliardi di euro da investire in risorse umane; facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro riducendo al minimo il fenomeno del precariato e agevolando le assunzioni a tempo indeterminato; diminuire le trattenute in busta paga per rilanciare l’economia reale; legiferare in materia di speculazione economica evitando di salvare con i nostri sacrifici le banche dissennate; cancellare il gioco d’azzardo e aumentare il prelievo fiscale ai grandi patrimoni, non solo immobiliari; dichiarare guerra aperta al carovita; ridurre al minimo l’inquinamento atmosferico; individuare una legge veramente efficace contro la corruzione; ridurre al minimo le spese per la politica e i partiti; mettere un tetto massimo etico e decente per gli stipendi dei dirigenti pubblici; ridare la dignità ai pensionati; etc…! Insomma, tutto questo è lo scopo per cui votiamo. Alla gente di Noha, alle nostre famiglie, a piazza San Michele, alla Trozza, alla masseria Colabaldi, alle case Rosse, ad ogni singolo cittadino nohano serve questo. E invece? E invece si parla di premio di maggioranza, di spred che interessa più gli investimenti delle banche che i nostri, di nozze gay, di bipolarismo, di europeismo, di redditometro… A proposito di redditometro: cosa interessa a Noha il redditometro? Hanno impostato una campagna elettorale sul redditometro, un programmino di scuola materna dove si gioca con il colore verde o rosso! Vi prego, cara gente di Noha, apriamo la mente. Con tutti i problemi che ci sono, vogliono concentrare la nostra attenzione sulle sciocchezze! Il redditometro! Quando andremo a votare, cari nohani, andiamoci in massa, ma il giorno dopo vietiamo a questi quattro politicanti di smontare le loro “impalcature comiziali” perché, dopo che abbiamo messo la nostra “ics”, su quei palchetti improvvisati di piazza San Michele, dobbiamo salirci tutti noi per controllare che il nostro voto serva a quello per cui siamo andati a votare. In fondo è questa la politica che è come la libertà, quella che Gaber definiva “PARTECIPAZIONE” non solo al voto ma anche e soprattutto dopo il voto.

Fabrizio Vincenti
 

L’estate galatinese di “A Cuore Scalzo” sarà ricca di manifestazioni culturali, artistiche, letterarie, musicali e teatrali, che si svolgeranno nel pieno rispetto dei protocolli sanitari e della normativa anti – covid. C’è una novità importante: l’Amministrazione Comunale ha fortemente voluto la realizzazione di un progetto culturale con un’elevata valenza artistica ed attrattiva che coinvolga l’intero territorio comunale, finalizzato alla promozione del patrimonio culturale materiale e immateriale ed in grado di incidere sulla crescita culturale della comunità, dell’immagine della Città di Galatina e del suo territorio. In particolare, la finalità progettuale volge alla realizzazione di un Festival di Fotografia e di Arte Contemporanea, che ha come tema principale “Il Corpo come luogo oggetto nella storia dell'arte e simbolo di un'evoluzione di pensiero, di espressione, di sentimento, di spazio politico, sociale, economico e di genere” e, in particolare, il Corpo della donna, in ragione del forte legame tra la Città di Galatina e le donne, a partire dal Tarantismo, fenomeno culturale che rappresenta parte dell'identità culturale del territorio, sino alle metamorfosi che il corpo ha subìto nel corso della storia. Il progetto, dal titolo In Trance, è ideato e curato da Alessia Rollo con il partenariato dell’associazione 34° Fuso e il coinvolgimento di associazioni del territorio, privati, giovani e tutto coloro che vogliono dare il loro contributo ad un progetto culturale fortemente identitario. Nelle prossime settimane saranno svelati maggiori dettagli a riguardo.

“A Cuore Scalzo” ritorna a ri-vivere, nella sua Città e nel territorio intero, ritorna ad abbracciare i suoi cittadini e ad accogliere i turisti e a stuzzicare il loro interesse e la voglia di essere a Galatina. “A cuore scalzo” significa ancora una volta libertà, purificazione, viaggio. Significa non avere barriere, significa essere, semplicemente essere.

“Dare l’avvio alla terza edizione di “A Cuore Scalzo” rappresenta una ripartenza – afferma il Sindaco Marcello P. Amante - un segno di speranza dopo due anni di emergenza che ci vede, ancora adesso, in affanno ma desiderosi di riprendere in mano la nostra vita. Sin dall’avvio della nostra amministrazione abbiamo creduto nella cultura come motore per la ripartenza della Città di Galatina. E “A Cuore Scalzo” ci conferma che deve necessariamente essere così: ritrovarci nelle piazze e nei luoghi dove l’anima si nutre attraverso un libro, uno spettacolo teatro, un’opera d’arte, una semplice chiacchierata dopo un concerto musicale”.

“L’emozione di quest’anno è unica – afferma Cristina Dettù, Assessore alla Cultura - : rispetto al primo anno, quello di sperimentazione, e al secondo di conferma, oggi “A Cuore Scalzo” compie un salto coraggioso. E non solo perché lo fa in condizioni emergenziali ma anche perché punta su un progetto culturale nuovo per la Città. E l’emozione accompagna la convinzione che il festival, centrale nella nostra estate, sia punto di attrazione per artisti, appassionati, curatori ma soprattutto sia fucina di sapere, curiosità, conoscenza, educazione per tutti coloro che sapranno apprezzare l’arte tra i vicoli di una Città che è l’arte stessa”.  

Si invita a seguire i canali social facebook e instagram per rimane aggiornati.

Ufficio stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 09/05/2014 @ 23:22:29, in Comunicato Stampa, linkato 2033 volte)

Gli eventi promossi dall'Organismo di Formazione Programma Svilluppo c/o Via Scalfo, 5 Galatina (LE) nel mese di maggio:

12/05/2014 ore 17.30: convegno #sischool2014 “La percezione dello stress e la quotidianità lavorativa”;

21/05/2014 ore 15.00: Corso di formazione/aggiornamento personale alimentarista;

25/05/2014 all’interno della manifestazione "Galatina in Fiore", c/o la ns sede, apriremo le ns aule ospitando eventi musicali, culturali, letterari, formativi e degustazioni di prodotti enogastronomici;

29/05/2014 ore 15.00: Convegno “Prodotti agro-alimentari: etichetta e comunicazione verso il reg. (ue) n. 1169/2011”.

 
Di Redazione (del 24/06/2013 @ 23:18:38, in Comunicato Stampa, linkato 2988 volte)
Dopo il successo della prima edizione 2012, l'Ass. Galatina Arte Storia Cultura ripropone, con la collaborazione della Coop. Imago, il Patrocinio del Comune di Galatina, della Bibliomediateca Pietro Siciliani e del Museo civico P. Cavoti, il laboratorio artistico ludico-didattico MaestrARTE e i tesori di Galatina. Il laboratorio è ideato per promuovere, tra i più giovani, la conoscenza della Storia e della Cultura locale e, garantendo il giusto divertimento, accrescere il senso di cittadinanza e appartenenza alla città, attraverso la riscoperta e valorizzazione del patrimonio civico artistico e culturale. I "piccoli archeologi" saranno chiamati a riscoprire la propria città e a confrontarsi con l'arte, attraverso diverse tecniche, al fine di dar voce all'artista che hanno dentro. La nuova edizione prevedere l'introduzione, accanto alle tecniche già proposte (cartapesta, pittura, argilla, ecc...), giochi culturali appositamente ideati con funzione ludico-didattica e tantissime novità, tra le quali: visite guidate a misura di bambino, pizzica salentina e un viaggio tra gli antichi giochi del Salento.

La seconda edizione, forte della precedente esperienza è stata ampliata e gli ideatori e responsabili del progetto Daniela Bardoscia, Silvia Cipolla, Francesco Luceri saranno coadiuvati in questa nuova avventura da due new entry, Isabella Indraccolo e Romina Giulia Mele (guida turistica accreditata dalla Regione Puglia), responsabile delle visite guidate.
Il laboratorio è rivolto ad un'utenza di età compresa tra i 5 e i 12 anni e ha avuto inizio lo scorso 17 giugno. Le attività si svolgono dal lunedì al venerdì (dalle ore 9.00 alle ore 13.00), presso il Palazzo della Cultura, in P.zza Alighieri, n. 51, (tra museo P. Cavoti e biblioteca P. Siciliani), e continueranno, secondo un ricco calendario didattico prestabilito, per tutta l'estate, fino al 7 settembre. Le iscrizioni possono avvenire per singolo incontro (entro il raggiungimento del limite dei posti previsti) sino ad un massimo di 25 bambini.


Per info e prenotazioni:
3206932342; 3297669635; 3881197170;
soulkitchen.galatina@gmail.com.
Facebook: soul.kitchen.galatina
Sitoweb: https://sites.google.com/site/soulkitchengalatina

 
Di Albino Campa (del 22/12/2011 @ 23:15:56, in I Beni Culturali, linkato 3002 volte)
I Beni culturali di Noha in spv (stato vegetativo permanente) resistono all’accanimento di indifferenza da parte dei “legittimi” proprietari e degli enti competenti (Soprintendenza della Provincia e relativi addetti ai lavori del Comune di Galatina, che non sono essenze virtuali ma reali funzionari e dipendenti dello Stato).
Per dargli un'altra possibilità di vita e di respiro, sempre nella speranza che i suddetti ir- responsabili abbiano un rigurgito di coscienza, abbiamo pensato di pubblicare mensilmente ogni capitolo del Catalogo mettendolo a disposizione di tutti: studenti, ricercatori e chiunque volesse utilizzare le informazioni ai fini cognitivi e culturali.

 

Marcello D’Acquarica

 

 

icon Indice
icon 1. NOHA
icon 2. ARCHITETTURA RELIGIOSA
icon3. ARCHITETTURA CIVILE
icon4. ARREDO URBANO E DEL TERRITORIO
icon5. ARCHITETTURA MILITARE
icon6. ARCHITETTURA RURALE
icon7. ARCHITETTURA RUPESTRE
8. ARCHITETTURA FUNERARIA
9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
10. AREA ARCHEOLOGICA
11. BENI culturali E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
13. AREA NATURALISTICA
14. BENI culturali LIBRARI

 
Di Marcello D'Acquarica (del 22/09/2020 @ 23:15:27, in I Beni Culturali, linkato 2357 volte)

Rispetto almeno per i morti

La necropoli messapica di Noha ricoperta da rifiuti non è un grande esempio di educazione civica.

Che il Covid 19 abbia rallentato molte attività è vero. Ma che il rispetto per questi nobili testimoni della nostra storia abbia una considerazione minore di zero non è una novità.

Anche se lo abbiamo già detto decine di volte, con articoli, immagini, segnalazioni, disegni, ecc., non ci stancheremo mai di chiederlo: il rispetto.

In questo luogo esiste una vera necropoli messapica, e presso la sede del nostro rispettabile Comune, è conservata anche una comunicazione della Soprintendenza dei Beni culturali della Provincia di Lecce, che chiede appunto il rispetto dell’area su cui insiste l’antica necropoli. 

Rispetto almeno per i morti

Anche se, evidentemente, ai nostri amministratori, sia politici che non, non è quasi mai interessata la nostra storia, basta vedere in che stato sono anche gli altri Beni culturali, tutti in balia del tempo e della nostra indolenza.

Non servono altre parole per ricordare a chi amministra questo territorio, che il rispetto non si mette al fondo della lista delle priorità, e che l’educazione e la civiltà si possono pretendere soltanto dando per primi l’esempio.

Senza la giusta considerazione nei confronti di questi beni non possiamo pensare di essere dei buoni tutori per le future generazioni, è come andare ad un’elegante cerimonia vestiti di tutto punto e non essersi lavati nemmeno la faccia.

Rispetto almeno per i morti

Rispetto almeno per i morti

 

Marcello D’Acquarica

 
Di Antonio Mellone (del 05/08/2021 @ 23:14:57, in Fetta di Mellone, linkato 1058 volte)

Pensavo a quanto sia improprio chiamare “Prima” (come quella della Scala di Milano - di cui francamente ho sempre apprezzato le contestazioni e detestato la mondanità dei lupi in platea travestiti da visoni, quando non in marsina) il concerto inaugurale di una rassegna organistica.

Elucubrazioni da preludio le mie (nel senso etimologico di prae – prima e ludus gioco), formulate mentre in auto percorrevo i circa 45 chilometri che separano Noha da Salve, nella cui chiesa madre, assiso all’Olgiati-Mauro del 1628, il M° Antonio Rizzato ridava fiato alle canne facendo avvicendare, in concorrenza tra loro, i secoli distesi sui suoi spartiti musicali.

Ne avrei percorsi il doppio, di chilometri, pur di non perdermi l’esibizione del Rizzato che conosco ormai da un decennio (lavoravo in quel di Lequile, terra sua, quando lo conobbi), noto ormai ovunque per il rigore dei suoi studi, la disciplina, direi pure l’intransigenza e il bisogno di perfezione in tutte le sue esecuzioni - improvvisazioni incluse.

Non sarei mancato comunque il 24 luglio scorso al taglio del nastro della settima stagione artistica del Festival Organistico del Salento, non soltanto per gratificare gli sforzi degli incrollabili organizzatori, ma proprio per la mia direi quasi innata passione nei confronti di uno strumento che può riservarti mille sorprese, e parimenti per la responsabilità che avverto nel mio essere salentino: certi beni culturali locali come gli organi a canne (antichi e moderni) si salvano solo attraverso la coscienza, risultato del processo di partecipazione di un popolo.   

Mo’ non è che io mi stia profondendo in grandi salamelecchi nei confronti di un Festival Organistico per via del fatto che Francesco Scarcella, il maestro direttore, è un amico mio, tanto che nel 2020, una settimana prima che il mondo si fermasse a causa di un virus, tenne nel duomo del mio paese un concerto che resterà negli annali della storia patria nohana: ne parlo invece perché chiunque si degnasse di ascoltare l’organo a certi livelli, come quelli di codesto concorso musicale, non potrà che riceverne giovamento intellettuale e direi anche sensoriale e fisico (a proposito di benessere e di anticorpi contro ogni patologia in forma epidemica).

Pensavo (per ritornare al tema introduttivo) che ogni concerto d’organo è una Prima.

Mi spiego meglio. Sapete, ogni organo a canne è un pezzo unico. Nel mondo non esistono due organi a canne identici: al più simili, ma mai uguali tra loro. Sono strumenti fabbricati da artisti più che da artigiani, e di industriale hanno ben poco: progettati uno per uno, tengono conto dell’ambiente nel quale vengono poi assemblati (a terra o in alto, incassati su di un balcone in navata o in controfacciata, o nel presbiterio, oppure nella cavea di in un auditorium o incastonati chissà dove a teatro). Ergo il suono di un organo a canne varia sempre. Non solo in funzione della macchina stessa, della sua potenza, del numero di canne, dei timbri, dei materiali, delle dimensioni e delle forme, cambia anche in base all’aula, alla sua acustica, al suo grado di insonorizzazione, e risente della numerosità dei presenti, e financo del loro abbigliamento. Il suono si aggiusta in rapporto alla pressione atmosferica, alla temperatura, al tasso di umidità, ed è condizionato dalle trasmissioni, dalla fisionomia della cassa armonica, e da mille altre variabili. Ed è diverso ovviamente a seconda dell’autore dei segni sui pentagrammi e dell’organista interprete, anch’essi nel novero dei numeri primi.

Ecco perché la Prima di un concerto non può che essere anche l’Ultima. Avete presente il primo bacio dato a una ragazza (o a chi volete voi)? Agognato, sospirato, forse strategicamente procurato. Sapete già sin dall’inizio che quel primo bacio (che ricorderete a lungo) non si ripeterà mai più, e non ce ne sarà un altro simile a quello, perché dopo averlo dato diventerà il vostro ultimo primo bacio.

Cos’è mai un concerto d’organo a canne? – vi chiederete.

Un musicografo (rosa) tra le parole piano e forte.

Antonio Mellone

P.S. L’immagine che mi ritrae alle prese con il Continiello di Noha del 1971 sostituisce la consueta vignetta satirica.

 
Di Redazione (del 25/08/2021 @ 23:12:30, in Comunicato Stampa, linkato 712 volte)

A Galatina (LE) l’impianto del colosso Colacem produce dagli anni Cinquanta diverse tipologie di cemento. Gli impatti sul territorio sono rilevanti. Cinque organizzazioni, e diversi Comuni, hanno ricorso al Tar regionale per chiedere l’annullamento del rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla Provincia. La sentenza, decisiva, è prevista per ottobre

Il cementificio Colacem di Galatina © Atlante dei conflitti ambientali

In Salento non si ferma la battaglia delle associazioni ambientaliste contro il cementificio di Galatina del colosso Colacem Spa, che in Puglia produce diverse tipologie di cemento dagli anni Cinquanta. Ad agosto cinque organizzazioni -CittadinanzAttiva Puglia, Coordinamento Civico Ambiente e Salute, Italia Nostra, Forum Amici del Territorio Ets, Noi Ambiente e Beni culturali- hanno deciso di costituirsi nel procedimento pendente presso il Tar di Lecce, ad adiuvandum al Comune di Soleto (LE), relativo alla richiesta di annullare la determinazione provinciale per il rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), rilasciata al cementificio nel 2018 con scadenza nel 2030.

Si tratta dell’ultimo passaggio di una mobilitazione che dal 2017 vede gruppi di cittadini e organizzazioni territoriali denunciare le conseguenze causate dall’impianto sulla salute e sull’ambiente, documentate da ricerche e studi scientifici nazionali ed europei. Nel 2012 l’Agenzia europea dell’ambiente inseriva Colacem Galatina tra le industrie a maggiore impatto ambientale e sanitario, a causa delle sue emissioni, posizionandola al 586esimo posto su scala europea. Secondo l’istituto, erano emesse 584mila tonnellate di ossido di carbonio annue e 2.420 tonnellate di ossidi di azoto con un costo dei danni ambientali e sanitari calcolato tra 37 e 67 milioni di euro. Nel 2019 “Protos”, uno studio coordinato dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa e condotto dalla Asl di Lecce per indagare sui fattori di rischio per tumore polmonare in Salento, ha confermato l’esistenza di un cluster tra i 16 Comuni dell’area intorno al sito Colacem: qui, come era già stato indicato in una ricerca pubblicata nel 2014 dall’Istituto superiore di sanità, è stato registrato un sensibile eccesso di incidenza per tumori polmonari rispetto ai casi attesi.

I prossimi mesi saranno cruciali. “La sentenza del Tar di Lecce, prevista per ottobre, è attesa da tre anni. Il percorso è iniziato nel 2018 quando i Comuni di Galatina e Soleto (in adiuvandum a Corigliano d’Otranto, Aradeo, Martano, Cutrofiano e Sogliano Cavour) hanno fatto ricorso al tribunale per chiedere l’annullamento dell’Aia, considerata insufficiente per tutelare i cittadini”, spiega ad Altreconomia una portavoce del Coordinamento Civico Ambiente e Salute a nome delle realtà coinvolte. Il tribunale deciderà se rinnovare o meno l’autorizzazione.

A pesare sulla decisione del Tar saranno i risultati contenuti nelle oltre cento pagine di una consulenza tecnica, richiesta nel 2018 proprio dal tribunale al fine di verificare se le disposizioni della Provincia fossero state idonee a tutelare l’ambiente e la salute e se fossero state rispettate da Colacem. Realizzata durante più di un anno di ricerca dai periti Mauro Sanna, Nazzareno Santilli e Lucia Bisceglia e consegnata lo scorso maggio, “ha evidenziato profonde carenze strutturali e una situazione preoccupante”, prosegue la portavoce. In particolare, si legge nel documento, l’autorizzazione rilasciata dalla Provincia non avrebbe previsto alcuna limitazione né alcun particolare vincolo per l’impiego di petcoke (un residuo solido prodotto dalla raffinazione del petrolio, ndr) in alternativa al carbon fossile. Sono anzi considerati equivalenti.

Inoltre la perizia sottolinea i limiti sulle emissioni e sul loro monitoraggio, considerato discontinuo. Secondo i tecnici, la Provincia non avrebbe considerato che nel forno dell’impianto di Galatina non finisce solo il carbone ma che “è effettuato un recupero di materia di rifiuti per mezzo del loro trattamento termico”. Ma questo dovrebbe cambiare la normativa di riferimento: se fosse applicata correttamente, i limiti alle emissioni di ossidi di zolfo dovrebbero essere pari a 50 mentre quelli previsti nell’autorizzazioni sono il quadruplo; quelli di carbonio organico totale dovrebbero essere pari a 10 ma il limite è di 80.

Intanto nel marzo 2021 Colacem ha proposto una istanza di riesame per rivedere l’autorizzazione già rilasciata dalla Provincia. Si tratta, secondo le associazioni, di un tentativo di arrivare a un accordo che faccia cessare la materia del contendere superando, con un nuovo provvedimento Aia, l’eventuale giudizio negativo del tribunale che metterebbe a rischio il futuro dello stabilimento. Al riguardo si esprimerà la Conferenza di servizi il prossimo settembre. “La sentenza del Tar avrà una rilevanza nazionale”, prosegue la portavoce del Coordinamento Civico Ambiente e Salute. “La nostra organizzazione si è occupata anche degli impatti che Colacem produce sugli altri territori dove è attiva a Gubbio (Perugia) e a Sesto Campano (Isernia). Secondo il ‘Rapporto sostenibilità 2019’ dell’azienda, si prevede di bruciare CSS (combustibile solido secondario) nel forno di Galatina. Un aspetto che ci preoccupa ulteriormente”, conclude.

Ma gli impatti di Colacem non sarebbero riconducibili solo al contestato mancato controllo sulle emissioni. “La produzione di cemento penalizza le attività agricole e altera il paesaggio. Bisogna ricordare che è legata alle cave da cui è estratta la materia prima. Si aggiunge che i mezzi pesanti trasportano il cemento fino ai porti di Otranto e Gallipoli perché il prodotto è destinato principalmente all’esportazione”, spiega Marcello Sicli di Italia Nostra Salento. “Il Salento è già colpito da un ingente numero di cave dismesse e Colacem concorre in modo rilevante al consumo di suolo. Per intervenire con efficacia bisogna considerare il ciclo di produzione nella sua interezza”.

 Marta Facchini

 
Di Redazione (del 03/10/2021 @ 23:10:19, in NoiAmbiente, linkato 869 volte)

Bella giornata non c’è che dire, tenendo conto che eravamo a due passi da casa, anzi si può dire che stavamo proprio dentro la nostra bellissima Noha, in mezzo a ville e giardini.

A parte la bruttissima sorpresa iniziale, e cioè un sacchetto di rifiuti sparpagliati quasi davanti ai nostri cartelli (uno schiaffo alla civiltà) e i cestini traboccanti degli avanzi delle abbuffate fatte in villa probabilmente la sera prima, il resto è filato tutto liscio, senza olio ma con tanta spazzatura già avvinghiata nell’erba.

Sono stati allietanti perfino gli sguardi curiosi e quasi meravigliati dei tanti nostri concittadini che hanno fatto passerella in auto e in carrozze trainate dai cavalli, insomma quasi una festa.

Abbiamo lottato non poco con colate di plastiche stracotte che hanno fatto radice nel terreno, e quindi recuperato una trentina di sacchi stracolmi di bottiglie di vetro, di plastica, di metalli e di indifferenziata varia.

Non è mancata la pausa di metà mattinata servita di caffè caldo bollente e una tornata di pasticciotti alla crema offerti dalla nostra socia di NoiAmbiente e amica Loredana Tundo, che ha anche partecipato alla manifestazione.

E infine ci ha allietato la mattinata il piccolo Luca, che non ha fato altro che leggerci un sacco di barzellette divertenti, giusto per sdrammatizzare lo schifo che stavamo cercando di contrastare.

Ma la brutta sorpresa l’abbiamo trovata alla fine del percorso. Praticamente una montagna di rifiuti di tipo domestico: scarpe, valigie, giochi, materassi, e tanta altra roba sgomberata da qualche sprovveduto, tutte cose che avevamo denunciato alla P. A. e protocollato il 18 di agosto del 2020, e sollecitato durante il corso dell’anno 2021. Niente da fare, tutto andato in fumo, aggiunto quindi altro veleno nell’aria, nell’acqua e nella terra. Qualcuno, è evidente, ha voluto incendiare solo quel tratto di bordo strada dov’erano i rifiuti segnalati. Questa volta abbiamo perso la corsa. La giornata iniziata, diciamo bene, è finita così: allibiti davanti a tanta ignoranza e cattiveria. Siamo arrivati davvero troppo tardi, e la colpa è nostra.

Questa la denuncia fatta il 18 agosto del 2020:

Questo ciò che rimasto nell’erba bruciata:

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali Odv

 

La decisione di lasciare l’incarico tecnico fiduciario di Assessore ai Lavori Pubblici, Sport e Politiche giovanili, assegnatomi tre anni e mezzo fa, trae origine da motivazioni di natura professionale e personale.

Un nuovo impegno professionale sopraggiunto e a cui non posso sottrarmi, mi terrà fortemente impegnato nei prossimi mesi. Per questo motivo è diventato sempre più complicato riuscire a conciliare, impegni professionali e privati con l’azione amministrativa efficace e continuativa che i settori di mia competenza meritano.

Fin dall’inizio del mio mandato è stata una mia prerogativa quella di seguire giornalmente gli uffici di cui mi sono occupato perché ritengo che il lavoro di squadra sia fondamentale per raggiungere i risultati sperati. Ho cercato sempre di esprimere grandi energie ed entusiasmo nel ruolo assegnatomi anche in virtù delle mie competenze professionali e in quest’ottica ho lavorato affiancando e sostenendo gli addetti ai tre settori. E’ stato per me un onore servire la comunità nella quale vivo.

Dei tanti impegni presi per Galatina alcuni sono stati portati a termine, altri sono stati ben avviati o sono state poste le basi per il loro avvio, pertanto, non essendo più le mie competenze tecniche strettamente necessarie, ritengo corretto lasciare l’incarico affidatomi. Sono certo che il nuovo assessore saprà e potrà lavorare in continuità con quanto fatto finora. Rimango comunque a disposizione fornendo la mia esperienza per portare a termine gli obiettivi che questa amministrazione può raggiungere. Ciò che fino adesso abbiamo fatto o quello che avremmo potuto fare lo rimetto al giudizio altrui.

Colgo l’occasione per rinnovare la stima nei confronti del Sindaco Cosimo Montagna, ringraziarlo per avermi dato l’opportunità di vivere un’esperienza molto impegnativa ma edificante e costruttiva e che mi ha permesso di venire a contatto con tantissime realtà e persone interessanti, con i loro problemi, aspirazioni e aspettative. Ho incontrato, ascoltato e collaborato con molte delle associazioni del territorio, grandi risorse per la nostra città.

Nel corso di questo periodo ho apprezzato le qualità del sindaco Montagna: l’impegno, la dedizione, la pazienza, la forza  per rappresentare un’intera comunità, e, in particolar modo, la professionalità e la dedizione che l’hanno portato più volte a sacrificare tempo e attenzione alla sua carriera, ma soprattutto alla sua famiglia, per il bene comune.

Un ringraziamento anche a tutti i consiglieri di minoranza e di maggioranza e gli assessori che mi hanno sostenuto nell’espletamento del ruolo politico – amministrativo. Mi lega a loro un sentimento di stima e amicizia.

L’attività di Giunta è stata sempre un lavoro di squadra portato avanti in un clima di grande disponibilità, collaborazione e trasparenza nel rigoroso rispetto della legalità e dell’interesse della comunità.

Ringrazio anche i dipendenti comunali e l’ufficio della Polizia Municipale, tutti secondo le loro competenze e disponibilità, mi hanno sempre coaudivato e consigliato al meglio. Un grazie particolare a tutta la struttura dei Lavori Pubblici, con loro ho condiviso strategie e visioni operative per fare il meglio. Il loro lavoro è una vera risorsa per Galatina. Il lavoro amministrativo per essere efficace deve sempre essere svolto in sinergia tra tutte le componenti amministrative e politiche della comunità.

In ultimo, ma non per ultimo, ringrazio tutto il Partito Democratico che mi ha sempre incoraggiato e stimolato alla risoluzione condivisa dei problemi.

Fare politica è un’esperienza faticosa ma entusiasmante, occorre lavorare per favorire la partecipazione di tutti i cittadini alla vita e alle scelte della comunità.

 

Di seguito riporto i più significativi interventi effettuati e lo stato di definizione degli stessi da giugno 2012 a gennaio 2016:

 

Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. I lotto funzionale

Importo progetto I lotto funzionale: 1.300.000,00 euro

Regione Puglia: 800.000,00 euro

Comune Galatina: 500.000,00 euro

LAVORI COMPLETATI al 100%

Inaugurazione Teatro effettuata il 28 novembre 2015.

Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. II lotto funzionale

Adeguamento funzionale torre scenica e utilizzo completo dei palchi.

Importo progetto II lotto funzionale: 800.000,00 euro

Regione Puglia: 800.000,00 euro

Lavori da appaltare e realizzare entro 2016.

Adeguamento e miglioramento rete fognatura bianca Rione Italia

Importo progetto: 700,000,00 euro

Finanziamento: Regione Puglia

LAVORI COMPLETATI al 100%

Scuole. Tutti gli istituti comprensivi. Poli 1, Polo 2, Polo 3

Interventi di manutenzione straordinaria scuole Galatina e frazioni

Importo totale progetti: 500.000,00 euro

Finanziamento: Comune di Galatina e Ministero

LAVORI COMPLETATI al 100%

Riqualificazione ed efficientamento Scuola Noha e aree adiacenti.

Importo progetto: 400.000,00 euro

Finanziamento: Regione Puglia. Importo da restituire in 10 anni senza interessi.

LAVORI COMPLETATI al 100%

Progetto di messa in sicurezza e rifacimento via Bianchini.

Primo di tre interventi previsti ognuno di 250.000,00 euro.

Importo progetto: 250.000 euro

Finanziamento: Regione Puglia (49%) e Comune di Galatina (51%)

LAVORI COMPLETATI al 100%

Progetto di pavimentazione stradale e pubblica illuminazione.

Importo progetto: 300.000,00 euro

Finanziamento: Comune di Galatina

LAVORI COMPLETATI al 95%

Progetto di riqualificazione Corso Porta Luce.

Rifacimento e riqualificazione di Corso Porta Luce, Sostituzione Illuminazione pubblica con Pali Artistici, Realizzazione Pista ciclabile, Rifacimento tappetino stradale, Nuovo rondò incontro via d’Enghien.

Importo progetto: 250.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

PROGETTO COMPLETATO AL 70%. I lavori riprenderanno nelle prossime settimane.

Progetto di riqualificazione via principessa Iolanda, via Caforo angolo piazza Alighieri, via Giuseppina del Ponte.

Importo progetto: 250.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

PROGETTO COMPLETATO AL 90%.

I lavori riprenderanno  nelle prossime settimane.

Progetto riqualificazione Ex convento Santa Chiara.

Importo progetto: 1.000.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

Procedura d’appalto dei lavori in corso.

Progetto di Riqualificazione basolato centro storico.

Importo progetto:  500.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

Gara effettuata e aggiudicata

Inizio lavori: I lavori inizieranno nelle prossime settimane.

Centro Polivalente viale don Bosco

Finanziamento: PIRU

Struttura inaugurata e utilizzata.

Palestra via Montinari

Finanziamento: PIRU

In attesa di essere concessa in uso.

Asilo Nido viale don Bosco

Finanziamento: PIRU

Lavori completati

Tra qualche settimana l’asilo di via Pavia si trasferirà al nuovo asilo di viale don Bosco.

Trasferimento Uffici Comunali presso l’ex Tribunale.

E’ stato svolto un grande lavoro di squadra per individuate le somme necessarie attraverso la devoluzione dei mutui e rendere possibile l’adeguamento degli ambienti dell’ex tribunale al fine di ospitare molti uffici comunali in un’unica struttura.

E’ previsto che entro il 2016 verranno trasferiti gli uffici LLPP, Urbanistica, Vigili Urbani, Suap e Ufficio anagrafe all’ex tribunale con un risparmio sulla spesa pubblica e un miglioramento del servizio per tutti i cittadini.

 

Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore SPORT:

Utilizzo delle palestre scolastiche comunali

E’ stato difficile coordinare e definire il calendario dell’utilizzo delle palestre scolastiche comunali, ma ogni anno con l’impegno e la volontà di tutte le società sportive si è definito il calendario di utilizzo  degli spazi sociali per lo sport.

Festa dello Sport 2014

La festa dello Sport “Sport Day 2014” ha visto la partecipazione di tante società sportive e di tanti ragazzi delle scuole degli istituti comprensivi. E’ stata una tre giorni di sport e partecipazione nello scenario della villetta San Francesco.

Festa dello Sport 2015

Festa dello Sport organizzata in collaborazione con SALENTIADI, le olimpiadi del Salento. Bellissimo evento sportivo interamente organizzato presso il complesso sportivo del Palazzetto dello Sport.

Green Olympic Games

Progetto che oltre a sensibilizzare sulla corretta separazione dei rifiuti per un ambiente migliore ha promosso i valori dello sport tra i più giovani.

Struttura Sportiva di Noha

La struttura sportiva di Noha ha ricominciato a vivere grazie all’impegno di alcune società sportive che l’hanno riaperta e ora quotidianamente è al servizio dei cittadini.

Patrocinio e contributi economici a varie iniziative sportive

E’ stato un piacere e un onore patrocinare numerosissime iniziative sportive tenutesi in questi anni. Un grazie va a tutte le numerosissime società sportive che iniettano energia positiva nel tessuto sociale alimentando lo spirito sportivo dei galatinesi.

 

Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore POLITICHE GIOVANILI:

Chiostro d’Estate. Estate 2012

Concerti, presentazioni di libri, convegni, spettacoli teatrali e musicali nella cornice del Chiostro dei Domenicani, scenario  suggestivo ed entusiasmante. Una serie di artisti e iniziative differenti, da Cesko degli Après la Classe al cantante folk milanese Andrea Labanca, passando per serate jazz, convegni, proiezioni di film d'epoca, dj set di artisti locali e il suggestivo concerto di Mino De Santis.

Festa della musica. Giugno 2013

Musica, cultura e arte. Queste le parole chiave della prima edizione a Galatina della Festa Europea della Musica. Dal 21 al 23 giugno 2012 sono stati tre giorni di musica tra rock, pop, hip-hop e musica popolare, presentazione di libri e una mostra di fumetti a cura di Lupiae Comix. Il tutto è stato realizzato all'interno del Chiostro del Palazzo della Cultura di Galatina e in piazza Galluccio. Tra i vari gruppi presenti alla manifestazione, I TOROMECCANICA e la GIOVANE ORCHESTRA DEL SALENTO, diretta da Claudio Prima. E’ stata notevole la presenza di giovani musicisti come i PLUG IN, CAMDEN TRIO, DYING PURPLE, T.GARAGE, SOOP & NINTAI e l’ORCHESTRA SPARAGNINA.

Ciclofficina sociale presso Mercato Coperto

Grazie alla collaborazione di alcune associazioni è nata all’interno del mercato coperto la CiclOfficina Sociale, spazio di socialità, incontro e condivisione. Un luogo dove promuovere la mobilità lenta e sostenibile, il riuso, il riciclo e la partecipazione attiva.

Mercato S…coperto,

Manifestazione realizzata all’interno dell’ex sede del Mercato Coperto in via Principessa Iolanda. Proposta rivolta al mondo giovanile della città che ha bisogno di spazi destinati alla socializzazione. L’iniziativa ha coinvolto le associazioni culturali della Città. L’iniziativa ha avuto lo scopo di rivitalizzare uno spazio di proprietà comunale in disuso, situato al centro della città e che già in passato è stato luogo deputato ad iniziative di partecipazione giovanile .All’interno dell’ex mercato coperto si sono svolti incontri d’autore, musica ed happening di discussione scientifica divulgativa.

Servizio civile nazionale

In tre anni più di venti ragazzi hanno lavorato presso il Comune di Galatina sviluppando progetti nei settori delle Politiche giovanili, Biblioteca Comunale, Museo e Ambiente. Il servizio civile è una iniziativa fondata sui principi della solidarietà sociale e vede i giovani i primi promotori del processo di partecipazione, in grado di trasformare una società in cui il cittadino è solo colui che riceve un freddo ed astratto servizio ad una società in cui tutti hanno la possibilità di essere attivi e socialmente utili.

Rassegna Giovanile NOTE A MARGINE

Note a Margine è stata una Rassegna “periferica” che ha avuto l’obiettivo di coinvolgere ed includere le Periferie della città come luoghi di riferimento alternativi e vitali, da un punto di vista non solo urbanistico ma soprattutto umano e sociale. Luoghi che spesso ispirano forme d'arte e   movimenti  sociali  rappresentanti  di un vero e proprio sottobosco multiculturale e multietnico,  un workinprogress costante e perpetuo, un laboratorio continuo. Spazi inespressi e inascoltati  da recuperare e trasformare, da aiutare ad emergere.
Con l'aiuto dell'associazionismo giovanile è stato scelto di selezionare alcuni “interlocutori d'eccezione” che grazie ai loro contributi hanno potuto affrontare il tema della periferia in luoghi prettamente periferici  attraverso dei  personali  approcci che spaziano dal  mondo della musica a  quello del cinema, dal  teatro alla letteratura, al cibo ai graffiti, dall’hip hop alla street art. La ciliegina sulla torta è stata l’opera regalata alla Città di diversi artisti di graffiti che hanno abbellito, con la loro arte, il muro della scuola di via Ugo Lisi.

Galatina, 22 gennaio 2016

Andrea Coccioli

 
Di Antonio Mellone (del 05/12/2018 @ 23:04:12, in NohaBlog, linkato 2424 volte)

A Noha c’è un bel gruppetto di ragazzi che sta facendo la rivoluzione.

Si tratta del collettivo di Levèra, il centro culturale ubicato in via Bellini, che da un annetto a questa parte sta provando, riuscendovi finalmente, a infrangere l’ancestrale pax locale - intesa purtroppo come penuria di impulsi intellettuali diretti a un elettroencefalogramma per troppo tempo parallelo a (se non proprio coincidente con) l’asse delle X.

Giuro, non pensavo arrivasse a fare di un luogo sufficientemente decentrato, come quello nohano, un epicentro di onde ideali così lunghe da reindirizzare i segnali che pervengono ai nostri sensi (tra cui immagini e suoni) dall’amigdala (sede delle emozioni - soprattutto della paura) al cervello neocorticale (luogo della ragione, del discernimento, e quindi della critica).

Sì, servono più strumenti (inclusa la frequenza di un circolo culturale come questo) per liberarsi dal giogo opprimente del caporalato politico, emanciparsi dal tifo nei confronti dei burattinai di turno, sciogliere il cappio della sempreverde servitù neo-conformista, e superare una buona volta l’analfabetismo funzionale sopra e sotto i palchi dei comizi.     

Senza nulla togliere alle altre benemerite associazioni del territorio, di circoli Arci come il Levèra di Noha non ve n’è (scusate il pleonasmo) di uguali in tutta la Puglia quanto a numerosità e soprattutto qualità delle iniziative culturali. Levèra - che con licenza poetica potrebbe anche essere letta come parola tronca (dunque come voce del verbo) - non è nata per provocare un terremoto, ma per provare a innescare un bradisismo positivo, un spinta costante verso l’alto, sì da permettere alla nostra Terra di godere possibilmente di più ampie vedute, e magari di più chiari orizzonti.    

Levèra ha dato il La a una rivoluzione gentile che passa dalla stagione teatrale (il cartellone 2018/2019 è di tutto rispetto) alla presentazione di libri, dalle lezioni di recupero impartite da insegnanti volontari ai concerti dal vivo (abbiamo avuto artisti già in tournée mondiali), dal cinema (anche con la presenza di registi e attori protagonisti dei film) ai laboratori di scrittura creativa (ne ho usufruito anch’io: voi mi direte: invano), dalla ginnastica posturale ai corsi di danza, dai convegni/dibattiti sui temi di più stringente attualità ai percorsi esperienziali di musicoterapia e arti integrate, alle installazioni artistiche, ai workshop con studenti di ogni ordine e grado…

Il circolo è già frequentato da tanta bella gente, ma c’è un altro po’ di spazio per chiunque abbia ancora voglia di partecipare alle iniziative culturali nohane a chilometri e a spese zero (partecipazione fisica, dico, non tramite un like).

La cultura (ormai è scientificamente dimostrato) è l’investimento che stacca i dividendi più alti.

‘Na parola mo’ a farlo capire a chi, per denigrarti, arriva perfino a darti del colto.

Antonio Mellone

 

P.S. A proposito di investimenti in cultura, consiglio il recente svelto libretto della mia prof. di Economia Aziendale Paola Dubini: “Con la cultura non si mangia - Falso” (Idòla/Laterza, Bari-Roma, 2018).

 
Di Albino Campa (del 01/07/2011 @ 23:03:01, in I Beni Culturali, linkato 2709 volte)
I Beni culturali di Noha in spv (stato vegetativo permanente) resistono all’accanimento di indifferenza da parte dei “legittimi” proprietari e degli enti competenti (Soprintendenza della Provincia e relativi addetti ai lavori del Comune di Galatina, che non sono essenze virtuali ma reali funzionari e dipendenti dello Stato).
Per dargli un'altra possibilità di vita e di respiro, sempre nella speranza che i suddetti ir- responsabili abbiano un rigurgito di coscienza, abbiamo pensato di pubblicare mensilmente ogni capitolo del Catalogo mettendolo a disposizione di tutti: studenti, ricercatori e chiunque volesse utilizzare le informazioni ai fini cognitivi e culturali.

 

Marcello D’Acquarica

 

 

icon Indice
icon 1. NOHA
icon 2. ARCHITETTURA RELIGIOSA
3. ARCHITETTURA CIVILE
4. ARREDO URBANO E DEL TERRITORIO
5. ARCHITETTURA MILITARE
6. ARCHITETTURA RURALE
7. ARCHITETTURA RUPESTRE

8. ARCHITETTURA FUNERARIA
9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
10. AREA ARCHEOLOGICA
11. BENI culturali E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
13. AREA NATURALISTICA
14. BENI culturali LIBRARI

 
Di Redazione (del 12/08/2021 @ 23:02:36, in Comunicato Stampa, linkato 689 volte)

Dopo il successo di Sauris in Friuli (in allegato uno stralcio dell'articolo de Il Sole 24ore visionabile integralmente al seguente link  https://www.ilsole24ore.com/art/sauris-rinasce-il-cashback-AEVGgyb?refresh_ce=1) e l'attesa per l'appuntamento in Costa Smeralda Sardegna a settembre, partono i preparativi per l'evento che si terrà a Galatina dal 18 al 20 marzo 2022.

Il progetto, partito ufficialmente a maggio, dopo un primo quadrimestre di incontri nel territorio, entra nella sua fase di sviluppo. E l’impegno ha premiato Galatina, che è stata scelta come Borgo del Cashback, tra i primi in assoluto, ed ospiterà in primavera un evento alla quale parteciperanno famiglie e professionisti da tutta Italia, che avranno l’opportunità di conoscere la Città, degustare le sue squisitezze (il pasticciotto in primis) e vivere delle esperienze nelle aziende convenzionate.

“Sarà un’occasione importante – afferma Antonio Torretti, referente del progetto Tutti insieme x Galatina – per far conoscere la nostra Città in un periodo che solitamente non vede la presenza di molti turisti. Uno strumento di marketing reale per valorizzare le bellezze architettoniche, gastronomiche e culturali di Galatina, per invogliare le centinaia di persone presenti a decidere di scegliere come meta per le proprie vacanze la nostra città.

Abbiamo già coinvolto diverse attività e presentato l’evento nel mese di giugno a Bologna, avendo già le prime prenotazioni. Naturalmente, l’invito a mangiare un pasticciotto nella Città che ne ha visto la nascita, è stato uno dei momenti più apprezzati”

Anche per questa ragione, pur essendo in estate, sarà dato supporto a quanti lo chiederanno, saranno distribuite card in alcuni punti della Città e saranno forniti e/o spiegati gli strumenti per ottenere i vantaggi per ogni acquisto.

Oltre alle somme accantonate per Tutti insieme x Galatina, infatti, ogni possessore di card riceverà una % di cashback (ritorno di denaro) per ogni acquisto e degli shopping points (punti con valore economico) da spendere nelle attività cittadine. Per vedere l'elenco delle attività aderenti ad oggi scaricare la app MYWORLD oppure visitare il sito istituzionale. WEB: www.tuttinsiemexgalatina.it EMAIL: info@tuttinsiemexgalatina.it TEL: 3295443270

Per richiedere gratuitamente la card cliccare sul seguente link e compilare con i propri dati:

https://www.cashbackworld.com/registration/partner/8052552

Antonio Torretti

Valorizzare l’economia locale

«La rete di imprese locali che abbiamo creato nell'antico borgo di Sauris ha l’obiettivo di coinvolgere l’intera comunità e sostenere lo sviluppo, anche turistico, del territorio – dichiara Michela Mosconi, amministratrice delegata di myWorld Italia –. Il turismo è uno dei settori più provati dalla pandemia, ma giocherà un ruolo di prima linea per trainare questa ripresa». Gli aderenti che decidono di registrarsi in myWorld non devono sostenere alcun costo e i vantaggi che ricevono consistono in cashback e shopping points (punti speciali che possono essere utilizzati per accedere a offerte speciali delle Pmi Partner). Si riceve il cashback semplicemente scaricando l’app gratuita e creando un profilo con i propri dati. L’idea della direzione di myWorld è quella di estendere questo format in tutte le regioni italiane per dare una spinta propulsiva all’economia locale e valorizzare il territorio sia in termini di visibilità turistica sia in termini di risparmio sulle spese effettuate non solo nelle giornate di festa, ma tutto l’anno. Attualmente sono quattro i borghi che si sono candidati per la prosecuzione del progetto e si trovano in Puglia, Piemonte, Liguria e Sardegna. MyWorld è una multinazionale presente in 55 Paesi (ultima entrata la Russia), con oltre 150mila aziende partner e 15 milioni di clienti, che offre programmi e soluzioni di promozione e fidelizzazione clienti in tutto il mondo.

 
Di Albino Campa (del 07/07/2011 @ 23:01:46, in RadioInOndAzioni, linkato 3912 volte)

Eccovi di seguito un articolo a firma di Antonio Mellone sulla nostra 'RadioInOndAzioni' apparso sull'ultimo numero de "il Titano", supplemento economico de "il Galatino", n. 12 del 24 giugno 2012. Insomma W Interet Libero, W la libertà!

Il Titano La Puglia passerà al digitale terrestre entro la fine del corrente anno o al massimo entro il primo semestre del 2012. Questa bella notizia apprendiamo leggendo il calendario del passaggio al digitale. Tradotto in parole semplici vuol dire che per poter guardare i programmi della televisione saremo costretti – come hanno fatto o faranno anche in altre regioni – a riempire le nostre case di alcune scatole chiamate “decoder” da collegare in qualche modo all’apparecchio televisivo. Senza questo decoder le nostre televisioni (a meno che non siano acquistate in tempi recenti con il marchingegno incorporato) diventerebbero un semplice soprammobile.

Fonti più che attendibili ci informano che il digitale terrestre di fatto è un digitale sottoterrestre (o extraterrestre: cioè roba dell’altro mondo), in quanto si tratta di un vero e proprio ferrovecchio, una tecnologia obsoleta morta e sepolta ma temporaneamente risuscitata dall’endemico italico conflitto d’interessi che sembra avere quale obiettivo precipuo quello di far fare i soldi a chi i soldi li ha già: in questo caso i proprietari (più ricchi) delle vecchie reti televisive. Il tutto a discapito dell’innovazione vera, della democrazia e della libertà d’informazione.

Per fortuna la realtà supera l’immaginazione al potere, e il futuro prima o poi arriva. Per fortuna, cioè, a prescindere dalle scelte politiche sceme, c’è una realtà che non vuol perder tempo, che va per conto suo, e soprattutto contro l’archeozoico vento sinistro degli insipienti e gli ottusi. E questa realtà è un mondo in fermento, ricco di idee e di persone libere, pronte a cavalcare le punte più avanzate della comunicazione non allineata attraverso l’utilizzo di una tecnologia che non potrà più essere fermata, tanto meno da un decreto ministeriale.

C’è una tecnologia che invece sta crescendo a ritmi esponenziali (almeno in altre parti del mondo non tanto distanti dal patrio Jurassic Park), ed è la connessione ad Internet.

In rete si possono vedere già da oggi, anzi da ieri l’altro, centinaia di canali televisivi: a condizione che la linea arrivi, che sia veloce e che abbia un costo ragionevole. L’Italia purtroppo sembra relegata ad uno degli ultimi posti quanto a connettività (a momenti la Libia ha più connettività di noi), visto che le suddette tre condizioni necessarie non sono pienamente realizzate, e questo per precise scelte strategico-politiche volte a trasformarci tutti in pecore mute da tosare in tranquillità e possibilmente con il sottofondo della voce del padrone.

Mentre in altre parti del mondo si studiano “ponti unici di comunicazioni”, come sta cercando di fare Microsoft con l’integrazione in Skype di molte piattaforme (MSN, Lync, Hotmail, Outlook, Exchange…), in Italia stiamo perdendo terreno, tempo e denaro con il digitale terrestre e con i decoder. Ma tant’è.

Per fortuna la realtà supera l’immaginazione al potere, e il futuro prima o poi arriva. Per fortuna, cioè, a prescindere dalle scelte politiche sceme, c’è una realtà che non vuol perder tempo, che va per conto suo, e soprattutto contro l’archeozoico vento sinistro degli insipienti e gli ottusi. E questa realtà è un mondo in fermento, ricco di idee e di persone libere, pronte a cavalcare le punte più avanzate della comunicazione non allineata attraverso l’utilizzo di una tecnologia che non potrà più essere fermata, tanto meno da un decreto ministeriale.

Queste persone non bisogna rintracciarle a “Chi l’ha visto?”, né dall’altra parte del globo, ma vivono e operano accanto a noi. Per accorgersene basta aprire gli occhi e magari connettersi in rete.

Uno dei protagonisti della locale rivoluzione cultural-tecnologica in corso è il mite ma determinato nostro concittadino Tommaso Moscara. Il quale, non pago dell’esperienza non semplice di aver dato i natali e linfa continua al cliccatissimo sito www.galatina2000.it, luogo ormai topico di incontro e di dibattito della Galatines’ community, s’è messo in testa anche di “fare la radio”: la neonataRadioIndOndAzioni(d’ora in poi Radioinondazioni).

Radioinondazioni non è una radio come le altre tradizionali che trasmettono con le frequenze in FM. Radioinondazioni – ascoltabile su Galatina2000.it e su Noha.it e sicuramente su altri siti sui quali è stata “importata” – è una web-radio, cioè  una radio on-line che permette agli utenti di tutto il mondo di collegarsi per ascoltare in streaming musica e pensieri trasmessi dal computer di un altro.

Moscara ha pensato bene che fosse ora di inondarci di novità a partire da Galatina, la bella addormentata nel Salento, e ha dato vita ad una radio che non è un juke-box senz’anima e a basso costo (i veri costi di una web radio sono il tempo da dedicarle, la determinazione, e la voglia di mettersi in gioco) ma un cuore vivo e pulsante, un collettore dinamico di arte dei suoni e informazioni, un marchingegno che ricorda il tempo rivoluzionario di trenta e passa anni fa, quello delle radio libere (di cui Tommaso sembra aver sempre avuto il pallino).

La prima web radio di Galatina, dunque, è un microcosmo che sta interessando una crescente fetta di pubblico giovanile (giovani di tutte le età, s’intende) grazie anche a quell’aggregatore di ascolti e moltiplicatore di social network che è Facebook, acceleratore di particelle di questa bellissima neorealtà. Sono questi i passi che porteranno anche in Italia il fenomeno che da tempo si registra negli Stati Uniti: cioè il sorpasso degli ascolti delle radio “solo web” su quelli delle radio in FM.

In un futuro non tanto lontano non ci si collegherà alla web radio soltanto stando seduti a tavolino con il computer (e internet) acceso, ma anche in mobilità, tramite I-Phone e altri apparecchi da casa, in auto, e persino in spiaggia, anche senza il bisogno di accendere il computer.

Nella neonata Radioinondazioni s’è voluto addirittura strafare con le novità. Ci sono dei programmi originali ed in diretta come il “Tutti pazzi per la radio” in cui la creatività di alcuni ragazzi straordinari di Galatina si manifesta in forme finora considerate inedite; ci sono programmi culturali di approfondimento sui libri, come quello condotto da Michele Stursi addirittura da Pisa (per una web radio lo studio è il mondo, nel senso che si può avere un ospite “in studio” anche a mille e passa chilometri di distanza); c’è ancora il programma “il Lunedì” condotto da Francesca dalla bella voce e soprattutto dalla dizione finalmente non marcatamente paesana, anzi attenta all’ortoepia, cioè alla corretta pronuncia delle singole parole, e dei suoni della lingua, ma anche alla forma e alla terminologia.

Sì, ci sia consentita questa breve digressione: la radio è una palestra per gli speaker e fare una radio glocal come questa che ha l’ambizione di travalicare gli angusti “confini provinciali” significa anche migliorarsi prestando attenzione all’accento, alla dizione ed alla cadenza, che nei limiti del possibile dovrebbero essere senza pesanti o meschine inflessioni (benché il nostro salentino non presenti intonazioni enormemente difformi da quelle della lingua nazionale). E finanche a Galatina s’inizia ad abbandonare il “carzilarghismo” per prestare finalmente attenzione alla rotondità del linguaggio studiato e connaturale insieme e alla ricerca di una cadenza che non stanchi e che non aberri dalla caratteristica modulazione della lingua italiana. Punto.

Non si può, infine, non citare “Quello che le donne non dicono”, il programma con la musica che si crea addirittura dal vivo. È la trasmissione-spettacolo condotta per due ore di seguito ogni venerdì a partire dalle 19.30 dalla pittrice Paola Rizzo, in diretta dal suo studio d’arte ubicato in Piazza Castello a Noha (e ritrasmessa in replica in altre giornate ed orari). Qui, di volta in volta, viene invitata una band emergente per live acustici in studio, come ad esempio i Rino’s Garden, gli Indi-Ka, i Muffx, gli Adria, i Camden, Gigi Cinto, i Ghigni Five, i Toromeccanica,  gli Shotgun, i Jack in the head, e tanti altri ancora. È incredibile la grinta e l’alto livello professionale di questi giovani gruppi dalla firma per lo più anglofona: il che la dice lunga sull’orientamento culturale prevalente.

Radioinondazioni è una radio giovane, alle prime armi, ma con tanta voglia di crescere e di trasmettere musica e programmi, anche di nicchia. Non avendo l’assillo dello share, infatti, su Radioinondazioni si potrebbe perfino parlare di filosofia o di matematica o di diritto o di beni culturali o di educazione civica, insomma di materie che – solo ad evocarle – potrebbero provocare l’urticaria da allergia alla massa dei grande-fratello-dipendenti.

Radioinondazioni ha molta strada da percorrere e, a detta del suo fondatore e dei suoi amici collaboratori, c’è ancora tanto da fare e migliorare, per esempio nella puntualità dell’inizio dei programmi o nell’organizzazione o nella pianificazione del palinsesto o in dettagli tecnici che talvolta hanno fatto registrare fastidiosi fruscii in cuffia soprattutto nel corso di qualche concerto dal vivo… Ma, a pensarci bene, questi sono lussi che Tommaso Moscara può permettersi. Questo coraggioso pioniere, infatti, ha il torto ed il merito di aver fatto la prima web radio nella storia di Galatina.

 
Antonio Mellone
 
Di Redazione (del 15/04/2015 @ 23:01:02, in Comunicato Stampa, linkato 2154 volte)

Cento anni fa da Galatina, come dal resto d’Italia si partì per la guerra, la “grande guerra” che si immaginava in realtà breve e che fu una carneficina dalle dimensioni mondiali. A salutarli in partenza per il capoluogo in treno, il 25 maggio del 1915, il Sindaco della città Vito Vallone e parenti, amici e curiosi. E tra i milioni di esseri umani, militari e civili, che trovarono la morte 615.000 furono gli Italiani e 325 i Galatinesi. Arida e fredda contabilità da cui però occorre ripartire per ricostruire la memoria della comunità che guardando al passato costruisce, insieme, un futuro di speranza. Ecco perché si è voluto cento anni dopo “partire per la pace” con una delegazione dei giovani che frequentano gli Istituti di Galatina.

Questo lo spirito con cui la città di Galatina, nell’ambito delle celebrazioni internazionali per il centenario della Prima Guerra Mondiale, ha voluto fortemente sostenere e promuovere, quale momento di riflessione storica sull’evento, la partecipazione degli  studenti degli Istituti che hanno inteso aderire: il Liceo Scientifico “A. Vallone”, il Liceo Classico, Artistico e delle Scienze Umane  “P. Colonna” e l’Istituto “Falcone e Borsellino” di Galatina, insieme ad una delegazione comunale, al Meeting della Pace che si terrà a Udine e Gorizia il 17 e 18 aprile prossimi a cento anni dalla prima Guerra Mondiale.

Il Meeting di Pace nelle trincee della Grande Guerra è promosso dal Coordinamento nazionale degli Enti Locali per la Pace e i diritti Umani con sede a Perugia, unitamente ad altri Enti ed Organismi nazionali e dalla Regione Friuli Venezia Giulia.

Il Comune di Galatina – Assessorato alla Cultura -  dando seguito al protocollo sottoscritto  nell’autunno scorso relativo al progetto didattico – scientifico triennale “Cento anni fa … la grande Guerra”, ideato e proposto dal Centro di Studi e Relazioni Atlantico Mediterranee (CESRAM) presidente la Prof.ssa Giuliana Iurlano, con Intercultura Onlus, insieme ad altri Soggetti come l’Università del Salento, la Prefettura, la Provincia, l’Ufficio scolastico territoriale di Lecce, il Comune di Lecce, il Centro di Documentazione Storica sulla Grande Guerra (Comune di San Polo di Piave) CEDOS, Archivi di Stato e Archivi Privati, Museo Castromediano, progetto inserito nell’ambito delle Manifestazioni Nazionali per il centenario della nascita dell’Associazione Internazionale AFS (American Field of Service-Intercultura) con il Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, della Provincia Autonoma di Trento, Comuni di Trento e Rovereto, del Comitato per il Centenario della Prima Guerra Mondiale (istituito dal Governo italiano il 3 novembre 2013), ha voluto garantire la propria presenza ad Udine per educare i giovani cittadini a riflettere e sviluppare una coscienza critica nella lettura degli avvenimenti storici.

Esperienza di vita che si rende possibile grazie anche alla sponsorizzazione della ditta Tundo Vincenzo Autoservizi che ha messo a disposizione un pullman GT e ad un contributo della Banca Popolare Pugliese.

“Protagonisti – come spiega l’assessore Vantaggiato - saranno i giovani che si incontreranno da tutta Italia nelle trincee della prima guerra mondiale per dare voce alla pace, contro tutte le guerre, la violenza e il terrorismo. In collaborazione con le scuole e gli operatori culturali interessati si è inteso sviluppare il tema delle barbarie della guerra con riferimento alle stragi passate e presenti e al recupero delle storie dei nostri Caduti”.

Il programma prevede, tra i momenti più significativi, i Laboratori di Pace e la marcia per la Pace nella città di Udine il 17, ed i Laboratori di Pace, dialogo e fraternità a Gorizia sulle trincee della prima guerra mondiale la mattina del 18.

Il Raduno per la partenza a cui è invitata tutta la cittadinanza oltre alle Associazioni cittadine già coinvolte nel progetto pluriennale, avverrà giovedì 16 alle ore 8.30 presso il Monumento dei caduti in Piazza Alighieri, il Sindaco Cosimo Montagna saluterà i partecipanti che partiranno al fronte della prima guerra per questa importante “missione per la pace”.

Comune di Galatina
 
Di Fabrizio Vincenti (del 08/11/2012 @ 23:01:01, in NohaBlog, linkato 3176 volte)

Qualche giorno fa ho assistito alla presentazione di un libro edito dal gruppo Mondadori che raccoglie tutti gli scritti di Eugenio Scalfari, con la partecipazione di Paolo Mieli, all’interno del Cinema Teatro di Lecce. Quando è stata comunicata la notizia della condanna di Berlusconi a quattro anni di reclusione, la platea si è scatenata in un fragoroso applauso, seguito dalla voce dei due intervenuti, Scalfari e Mieli, i quali sostenevano che fosse finita un’era. E come non credere loro! Poi Scalfari, nel suo excursus sulla storia d’Italia, ha detto che la politica italiana è come un fiume carsico che a volte scorre sotto terra e a volte riaffiora per cogliere ogni scintilla di populismo. Ma la cosa che più mi ha convinto è stata l’affermazione che l’Italia non è mai esistita - l’Italia come Stato si intende - poiché i cittadini non hanno mai sentito lo Stato come proprio. Neanche i più grandi geni italiani, i più illustri letterati e artisti sono mai stati dei veri nazionalisti/patriottici, condizionati soprattutto dalla nostra atipica storia. L’italiano è sempre stato individualista poiché non ha mai  incarnato un senso di collettività. Lo Stato non esiste, e se mai dovesse esserci, sarebbe nostro nemico. Se queste sono le premesse individuate da uno dei più grandi giornalisti di sempre, di cui riconosco l’importanza e l’influenza, allora non ci rimane altro che fare i bagagli e scappare quanto più lontano possibile. Ora il problema si fa molto serio. Se l’Italia non esiste per gli Italiani, qual’é la prerogativa per una corretta politica sociale? Nessuna. Conclusione non attribuibile al pensiero di Scalfari bensì al mio: la politica in Italia la si fa per se stessi, privi del senso più nobile e comune attribuibile alla stessa Politica e cioè il benessere della collettività. Se le premesse sono queste, e sono pessime, e le conclusioni sono altrettanto scontate ed evidentemente deleterie, a cosa serve ormai elencare i possibili rimedi se gli stessi non si auspicano per abitudini acquisite di clientelismo, corruzione e interessi di economie e mafie? Se bastasse cambiare soltanto i politici la soluzione sembrerebbe possibile. Ma così non è. Non basta sostituire le persone mantenendo uguali le premesse e supportando le medesime conclusioni. Il cambiamento avviene alla radice poiché, somministrando continuamente il concime sbagliato, la pianta finirà col seccare del tutto. E da troppi anni ormai si inietta nel sociale sempre la stessa dose di veleno che, a furia di assuefarsi,  ha reso il disgusto saporito al palato. Poniamo la questione in altri termini: è come ci vogliono far credere e che cioè ad un tratto, per opera di un ignoto Houdini, i soldi sono scomparsi nel nulla, volatilizzati, o quella ricchezza, la stessa quantità che c’è sempre stata, è sempre mal distribuita? Non c’è storia, è vera la seconda; traduco: ingiustizia economica e sociale. Ma in fondo la democrazia è bella poiché ognuno può dire la propria; peccato però che qualcuno si è dimenticato che oltre a poter dire qualsiasi cosa in democrazia, si potrebbe e si dovrebbe anche provare a passare dalla contemplatio all’actio poiché siamo pieni di bravissimi oratori e di pessimi faccendieri. Continuo a sperare però che i giovani e i loro strumenti salveranno questo nostro Paese e questo nostro mondo, rimembrando quella frase di quel qualcuno che si faceva legare alla sedia pur di perseguire il suo obiettivo, pronunciando come un mantra sempre la stessa frase: “Volli, sempre volli, fortissimamente volli” (V. A.). Fortunatamente qualcuno più attendibile di noi altri, che sosteniamo questo, disse che sarà la perseveranza a salvare questo nostro mondo. E se a Noha la vecchia scuola elementare è chiusa per l’assenza di una cabina elettrica, le nuove case sono addossate a beni storico – culturali di inestimabile valore, tutte le strade sono impraticabili, le rotonde non illuminate e addobbate per Natale con erbacce alte due metri, marciapiedi inesistenti e iniziative culturali scarse o poco frequentate, presepi viventi sospesi senza apparente motivo, noi vogliamo continuare a perseverare. Forse qualcuno ci dirà che le priorità sono altre, senza specificare come al solito quali siano. Qualcun altro dirà che le casse dei comuni sono vuote anche se, all’improvviso, salta sempre fuori qualche forziere nascosto nella stiva per la gioia di pochissimi. Io, nonostante tutto questo, voglio continuare a credere e persevererò fino alla fine.

Fabrizio Vincenti

 
Di Antonio Mellone (del 01/02/2013 @ 23:00:00, in L'Osservatore Nohano, linkato 3752 volte)

Vorrei ritornare un attimo (pensavate di svignarvela?) sul lavoro di catalogazione, valorizzazione e conservazione del bene culturale che ci saltò in mente di appellare con - diciamo così - l’epiteto di Osservatore Nohano, onde evitare la perifrasi “arma di distinzione di massa” o ben più mordaci circonlocuzioni; lavoro, dicevamo, anzi sfacchinata promossa, portata a termine e fattaci recapitare da tre eroi meneghini che rispondono ai nomi di Fabio, Laura e Luca, noti ormai lippis et tonsoribus.  
Mi son chiesto le ragioni dell’affetto di questi amici, che probabilmente facevano parte dei nostri venticinque affezionati lettori. E ho pensato che evidentemente l’Osservatore Nohano (nonostante le sajette su di esso invocate giorno e notte da qualche ottuso da riporto) ha sempre avuto un certo valore. E si tratta di un valore-opportunità (cioè la possibilità per le persone di usufruire in futuro di un bene conservato in memoria), di un valore-esistenza (che è il valore che i beni culturali hanno anche per coloro che non ne usufruiscono direttamente, in ragione semplicemente della loro esistenza, appunto), di un valore-eredità (il valore che il nostro lavoro “pseudo-giornalistico” ha in quanto testimonianza per le generazioni future), di un valore-prestigio (in considerazione del prestigio che l’Osservatore Nohano arreca alla nostra piccola patria, e dell’orgoglio e del sentimento di identità culturale che contribuisce a formare) ed, infine, di un valore-educativo (cioè di sviluppo di creatività e di gusto estetico, che oltre ad essere a beneficio del singolo risulta essere a vantaggio per l’intera nostra comunità).
L’Osservatore Nohano dunque non poteva finire così, come qualcuno sperava cantandone a squarciagola il de profundis. Non poteva esser vero, infatti, quanto venuto fuori dalle elucubrazioni dello scienziato di turno, secondo cui il nostro giornalino “non era più seguito da nessuno” (sì, come no).  
Questo dono molto gradito ci fa comprendere che forse l’O.N. è ancora vivo e vegeto in mezzo a noi, pur non sotto le specie della carta e dell’inchiostro (inchiostro antipatico), e, soprattutto senza la costrizione della rilegatura, della stampa, della data e del formato. C’è un’onda lunga, un solco che quel mensile nohano ha tracciato in terra di Noha, un’incisione di tale profondità da far sentire ancor oggi il sussulto delle sue fenditure. Ed è una lama che sta ancora arando e dissodando, ed è come se l’aratura non fosse mai terminata.    
Il regalo del trio Fabio-Laura-Luca è la dimostrazione del fatto che L’Osservatore Nohano è uno spettro che ancora s’aggira per Noha, ma anche altrove. E’ un’opera, questo dono natalizio, una scultura fabbricata a dispetto del detrattore di turno che non ha colto appieno che questo giornalino forse ha fatto bene anche a lui, rintuzzandone certe uscite fuori luogo e fuori senso, contribuendo addirittura alla sua crescita – del detrattore, dico - magari in maniera meno sussiegosa o spocchiosa di quanto forse non sarebbe stato senza Osservatore Nohano
Abbiamo appena festeggiato il primo anniversario dell’“assenza” del nostro mensile on-line-ma-anche-cartaceo. Sappiano i nostri 25 followers che nel corso di quest’ultimo anno P. Francesco D’Acquarica continua a rinfacciarmi il fatto che l’Osservatore si sarebbe dovuto prolungare per almeno altri quattro anni, così da raggiungere il numero perfetto, che ovviamente per noi è NOVE (e continua a dirmi che nonostante tutto, lui, il padre spirituale del giornalino, continuerà a ricercare e a scrivere); che l’Antonella Marrocco, che non naviga tanto in Internet e quindi non riesce a seguire gli scritti non sfregati sulla carta, ogni volta che l’incontro mi fa: “allora ricominciamo?”; che la Martina, che parla ormai milanese, quando le dico che il piatto piange, mi riferisce che senza quella scadenza mensile fissa è come se si perdesse in mille fronzoli, e quindi non riesce più a compilare in maniera sistematica le sue schede storiche e tecniche e il dizionario dei modi di dire nohano; che Michele Sturzi, che sembra scomparso dalla circolazione (ribadisco: “sembra”), continua a pubblicare altrove i suoi ghirigori di parole e non smette di riempire Linkedin con i suoi articoli scientifici tutti rigorosamente in inglese (ora ce ne aspettiamo uno about Noha); che Marcello D’Acquarica non sapendo più dove pubblicare le sue vignette sataniche (Gesù, Giuseppe e Maria!), si mette a scrivere libri in men che non si dica; che don Donato non passa domenica senza rammentarmi il fatto che non fare più l’Osservatore è (stato) davvero un bel peccato di omissione (difficilmente perdonabile); che Fabrizio Vincenti sentendosi libero da ogni impegno è addirittura convolato a nozze con la sua bella Romina; che la Paola Rizzo, tra un ritratto ed un quadro d’ulivi e l’altro, adesso s’è messa a fare “due chiacchiere con…” mezzo mondo su Face-book, e dice “quello che le donne non dicono” addirittura alla radio; che da quando non ci siamo noi gli affari della tipografia AGM dell’Antonio Congedo anziché ridursi (come paventavamo) sono aumentati in barba alla crisi economica; che sant’Albino (martire), mentre prima era sotto stress soltanto una volta al mese, oggi è sotto tortura almeno una volta a settimana, con tutte le idee che senza tregua ci frullano nel cervelletto.
Ah dimenticavo: tra i nostri 25 supporters  c’è anche la Maria Rosaria che non riesce a farsene una ragione, e s’è sognata il fatto che io avrei detto che a giugno 2013 L’Osservatore Nohano ritornerà (ritornerebbe) di nuovo in edicola in formato cartaceo.
Mi sa che la ribattezziamo Maya Rosaria.

Antonio Mellone

P.S. In un ipotetico editoriale (ipotetica di terzo tipo) di un eventuale numero dell’Osservatore del mese di febbraio 2013 si sarebbe parlato della speranza che almeno stavolta i nohani non si mettano a votare in massa per i soliti cani e soprattutto per i soliti porci.  

 
Di Redazione (del 19/07/2019 @ 22:59:34, in Comunicato Stampa, linkato 1075 volte)

I comuni della provincia di Lecce non si sono lasciati scappare l'occasione: hanno rispettato tutte le regole, potendo godere così dei 6 milioni stanziati in favore di questo territorio nella manovra economica.
A darne notizia per primo è Leonardo Donno, portavoce alla Camera dei deputati del M5S e membro della Commissione Bilancio.
«Il nostro Governo - spiega -  ha dimostrato ancora una volta come l'attenzione per i territori ed il sostegno ai sindaci siano assolute priorità. I Comuni in provincia di Lecce, dal canto loro, si sono attenuti alle regole imposte e hanno tutti rispettato i termini ultimi di presentazione dei progetti ed avvio lavori. Così facendo di quei sei milioni non è andato perduto neanche un euro». 
Un passo indietro. Nell'ambito della Manovra economica il Governo ha attivato un fondo da 400 milioni di euro destinato ai piccoli comuni, quelli al di sotto dei 20 mila abitanti. Di questi circa 6 milioni sono stati destinati ai comuni della provincia di Lecce.
«Si tratta di fondi da utilizzare per realizzare piccole opere in settori vitali come l'edilizia pubblica, la manutenzione e la sicurezza del territorio - spiega ancora Donno -  la manutenzione delle strade, la prevenzione del rischio sismico e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali. I lavori di cui sopra dovevano essere avviati entro il 15 maggio( poi prorogati con lo Sblocca Cantieri al 10 Luglio) . E così è stato. Tutti i Comuni, nessuno escluso, hanno avviato i cantieri entro e non oltre la scadenza imposta». 
Più nel dettaglio (e come si evince dalla tabella in allegato)  in Legge di Bilancio è stato introdotto  un contributo di 40 mila euro per i comuni fino a 2 mila abitanti, di 50 mila euro per quelli fino a 5 mila abitanti, di 70 mila euro per i comuni fino a 10 mila abitanti e di 100 mila euro per quelli fino a 20 mila abitanti. Con il contributo bisogna coprire il 100% dell'importo delle opere. Nessun cantiere deve restare in stand by.
«Questi maggiori investimenti locali -continua Donno- si vanno ad aggiungere ad 1 miliardo di euro di maggiori fondi, derivanti dallo sblocco degli avanzi di amministrazione per i comuni virtuosi. Non solo. Con la norma Fraccaro,  contenuta nel Decreto Crescita, il Governo ha stanziato in favore di tutti i Comuni d'Italia, 500 milioni di euro per opere di efficientamento energetico e sviluppo sostenibile. Di questi  21 milioni saranno destinati alla Puglia. Più nel dettaglio 6.750.000 euro saranno destinati al comune di Lecce e a quelli della provincia. Sono previste soglie contributive che vanno dai 50mila euro per i comuni con popolazione fino a 5mila abitanti ai 250mila euro erogati in favore dei comuni oltre i 250mila abitanti. Le risorse - prosegue il deputato - finanzieranno opere per promuovere il risparmio energetico negli edifici pubblici e per consentire l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Inoltre i Comuni potranno utilizzare i fondi anche per la messa in sicurezza delle scuole. Infine, si potranno finanziare progetti per la mobilità sostenibile e per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Le opere, in quest'ultimo caso, dovranno essere avviate dai Comuni entro il 15 ottobre 2019, pena la perdita del beneficio economico. Considerando il comportamento virtuoso dimostrato dal territorio, siamo fiduciosi che anche questo finanziamento sia captato dalle amministrazioni nella sua totalità. 
Ce la stiamo mettendo tutta per dare ossigeno agli enti territoriali massacrati fino ad oggi dal Patto di Stabilità interno -chiosa il deputato - e dal principio del Pareggio di Bilancio. Per la Puglia è per la mia Provincia, si tratta di un’occasione preziosa, una grandissima opportunità per avviare quel grande piano di messa in sicurezza del territorio che i Comuni e le Province, da soli, non sono in grado di sostenere».

Grazie e buon lavoro

Leonardo Donno

 
Di Redazione (del 16/06/2019 @ 22:59:30, in Comunicato Stampa, linkato 796 volte)

In un’ottica di valorizzazione e migliore fruibilità del centro storico con riferimento  anche agli eventi programmati con la rassegna estiva “ A cuore scalzo” e quindi per consentire ai cittadini ed ai turisti una migliore fruibilità degli spazi urbani orientata anche alla sicurezza, con la Delibera di Giunta n.

143 del 10.06.2019 sono state istituite tre aree pedonali e in particolare:

  • corso Garibaldi – tratto compreso tra piazza San Pietro e via Del Balzo;
  • via Cavoti – tratto da via Pietro Siciliani a piazza San Pietro;
  • via Vittorio Emanuele II – tratto da via Lillo a piazza San Pietro;

Le aree perdonali saranno istituite dalle ore 19.00 alle ore 07.00 del giorno successivo a partire dal 15.06.2019 e sino al 30.09.2019 come previsto dall’Ordinanza n. 45 del 13.06.2019 a firma del Comandante della Polizia Locale Domenico Angelelli.

“Le aree pedonali cosi come realizzate rappresentano un’idea di miglioramento del centro storico in tema di fruibilità e vivibilità dei luoghi in un’ ottica di sviluppo dell’ area antica della Città immaginata tale nel progetto esecutivo denominato “CULTURA IN-CENTRO; PERCORSI TURISTICO-culturali NEL CENTRO STORICO DI GALATINA; INTERVENTI PER LE ATTIVITÀ DI PROMOZIONE E DI INFRASTRUTTURAZIONE TURISTICA”, approvato con la Delibera di Giunta n. 22 del 24.01.2019 che prevede tra le altre anche la pedonalizzazione di parte di piazza San Pietro, parte di corso Garibaldi e tutta la via Vittorio Emanuele II.

Vogliamo anche contemperare i diversi interessi in campo, favorendo da un lato lo sviluppo economico delle attività commerciali, artigianali e dei pubblici esercizi  che  ricadono  nelle  aree  interessate,  tutelando  dall’altro  lato  la sicurezza dei flussi di circolazione stradale e pedonale. Puntiamo ad avere un centro storico sempre più attraente e sicuro con spazi urbani vivi e animati – dichiara l’Assessore alla Polizia Locale – Nicola Mauro.”

L’ASSESSORE ALLA POLIZIA LOCALE
F.to Sig. Nicola MAURO

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 04/01/2014 @ 22:59:02, in Presepe Vivente, linkato 2831 volte)

Sempre affascinante ritrovarsi in un posto così suggestivo. Dal 1593 questo luogo divenne “la masseria Colabaldi” perché un ricco commerciante toscano, il sig. Baldi Nicola  che viveva a Galatina, rimase anche lui affascinato da questa altura e dall’attiguo convento e chiesa di Santu Totaru che già esistevano, ancora prima dell'anno mille.  Chiesa e convento, devastati dai Turchi che saccheggiarono tutto il Salento, furono messi in vendita dalla chiesa di Noha che ne era la proprietaria, sicuramente fino al 1452. Furono così comprati  dal Signor Baldi che costruì la masseria.
Questa sera sono qui davanti a questo portale cinquecentesco. Dietro di me una folla enorme, tutta ordinata e paziente, al freddo, attende il suo turno per la visita al Presepe Vivente di Noha, quarta edizione.
Che ci sarà mai di straordinario che attira qui tanta gente?
Io sono accompagnato per la visita in questo spazio di fiabe dove per incanto la masseria è ritornata palpitante di vita. Il percorso comprende una visita all’interno dei locali che un tempo furono abitati anche da mia nonna, la mamma di mio papà, la nonna Nunziata o se vi piace la Sig.ra Annunziata Bianco che nel 1885 sposò mio nonno,  Francesco D’Acquarica.
In alcuni locali sono perfettamente ricostruiti gli ambienti domestici delle famiglie dell’antica Noha. Eccomi ora davanti al forno dove gusto la fragranza delle “pucce” appena sfornate: le memorie olfattive dell’infanzia si mescolano con le emozioni per le cose genuine. Ora mi incammino dentro l’abitazione ed eccomi come se una bacchetta magica mi avesse portato indietro nel tempo. Entrando, in un angolo scorgo una ragazzina che si esibisce  con il mortaio, lu stompu,  per pestare il frumento. Poi c'è lu scarparu che ancora aggiusta scarpe, più avanti una donna lavora ccu lu talaru, visito una cucina completamente attrezzata, lu cconza limbi, e in una stanza donne che lavorano e filano la lana come ai tempi di mia nonna. Più in là visito lu seggiaru che sta impagliando le sedie.
Ora la visita continua all’esterno. Persone e animali domestici ripropongono le scene delle famiglie di un tempo. Incontro oggetti, tradizioni rurali e artigianali del  nostro territorio, gli strumenti del lavoro contadino, le ceramiche, le terrecotte e  c’è anche chi crea personaggi con  la cartapesta.
Mi trovo davanti all’imboccatura di una cisterna. Sicuramente l’avrete notato anche voi. I solchi scavati  dalle catene dei secchi armeggiati qui per secoli, mi incantano. Mi fermo e immagino la fatica dei ragazzini delle famiglie che abitavano in masseria: qui venivano ad attingere acqua. Penso alla fatica e anche al rischio e al pericolo. Infatti nei registri antichi di Noha avevo letto che nel maggio 1736 alle ore 22 in circa che per noi significa verso le 17,  Giovanni Domenico passò disgraziatamente all'al­tra vita tirando acqua nella cisterna del Colabaldi, e spezzata la fune precipitò dentro, d'età sua d'anni sei in circa. Sì, avete letto bene, di anni sei. Che tristezza. Così è terminata la vita del nostro piccolo Giovanni Domenico: una disgrazia che oggi non riusciamo a capire.
Mi è piaciuta la ricostruzione della “throzza”. Mi auguro che l’esperienza continui. L’anno scorso vidi la ricostruzione della torre, quest’anno la “throzza”, un altr’anno forse vedrò la “casa rossa” , poi il Calvario, chissà… insomma è cosa ottima riproporre all’attenzione dei visitatori i nostri beni culturali, tanto ignorati, trascurati e poco apprezzati.
La mia visita ogni anno si conclude dove c’è la scena della santa Natività. Ogni anno provo le stesse emozioni. Gesù nasce di nuovo in questo luogo, stalla per gli animali per 420 anni, e prima ancora luogo sacro (la chiesetta di Santu Totaru) per più di sette secoli. Avete notato il pavimento? È ancora quello della chiesetta. E la struttura architettonica? È quella di una chiesetta bizantina. Forse voi non vi siete accorti perché non avete guardato in alto nel buio, ma nella volta a botte si apre un quadrato che dà luce all'interno: è il residuo del lucernario delle antiche chiese greche. Infine mi fermo ancora un attimo ad ammirare il portale dell’entrata del convento. Intravedo sulla parete  le impronte ormai cancellate degli affreschi di un santo monaco. Chissà quanti frati hanno vissuto qui, e quanti massari hanno faticato per noi.
Congratula­zioni per l'iniziativa e complimenti per il re­cupero di così tante e importanti memorie.
Grazie organizzatori del presepio vivente Natale 2013.
Grazie gente di Noha per la vostra partecipazione e collaborazione serena e sorridente.
Posso immaginare e capisco la fatica che ci sta dietro per realizzare una cosa così: iniziativa da variare perché non appaia ripetitiva, ma sicuramente da mantenere.

P. Francesco D’ Acquarica

 
Di Albino Campa (del 05/01/2011 @ 22:58:20, in Comunicato Stampa, linkato 3766 volte)
Come da programma, la sera del 2 Gennaio del 2011 a Noha, nella stupenda sala settecentesca adiacente al bar Settebello, appartenente al complesso del Palazzo Plantera (ex masseria Congedo – cfr. D’Acquarica Marcello, “I beni culturali di Noha”, Edizioni Panico, 2009), si è svolta la serata indetta da “I Dialoghi di Noha” sul tema:  Ma in che paese viviamo?
Nonostante l’evento abbia avuto corso in concomitanza di molte altre manifestazioni svoltesi sia a Noha che a Galatina, compresa la penultima serata di apertura dello stupendo Presepe vivente della Masseria Colabaldi, non è mancato l’afflusso degli invitati, i quali sono rimasti tutti entusiasti dell’iniziativa de L’Osservatore Nohano. In particolar modo è stato lodevole il ringraziamento del professore Egidio Zacheo, ospite principale della serata, il quale ha manifestato il desiderio di essere nuovamente invitato ai nostri prossimi progetti culturali.
Oltre al confortevole e spettacolare ambito della sala, coadiuvato da un ottimo impianto di audio-video, il programma ha tenuto alta l’attenzione di tutti gli invitati per via dei contenuti dell’argomento trattato e per l’ausilio dei tre video proiettati.
 
Lo staff del sito www.noha.it ed i soci de L’Osservatore Nohano ringraziano in modo particolare il nostro concittadino sig. Salvatore Coluccia, per aver concesso l’utilizzo della magnifica sala finemente ristrutturata e valorizzata in ogni suo dettaglio architettonico.

(guarda la photogallery della serata)

 
Di Redazione (del 03/12/2018 @ 22:57:35, in Comunicato Stampa, linkato 1010 volte)

PREMESSO CHE:

-La rassegna “A cuore scalzo” organizzata dall’amministrazione comunale ha raccolto e programmato eventi musicali, culturali e di intrattenimento nei mesi estivi;

-Diversi enti, associazioni, organizzazioni e soggetti privati hanno beneficiato di contributi economici per la realizzazione di determinati eventi all’interno di questa rassegna;

-Tra queste organizzazioni figura anche Archeoclub, specializzata nello studio e nella tutela del patrimonio archeologico, che ha beneficiato di un contributo economico di 5.000 €;

-Sulla base della rendicontazione delle spese della rassegna a cuore scalzo, dei 5.000 € ottenuti da Archeoclub 2.440 € sono stati giustificati come spesa per il piano di comunicazione;

 

CONSIDERATO CHE

-Sempre dalla lettura della rendicontazione delle spese emerge che la comunicazione della rassegna tramite giornali, video promozionali, totem e altri vettori pubblicitari sia stata gestita con fondi a parte, diversi dai 2.440 € giustificati per il piano di comunicazione;

tanto premesso si interroga IL SINDACO

-Per sapere chi ha gestito i 2.440 € inerenti la realizzazione del piano di comunicazione;

-Per sapere a che tipo di comunicazione e per quale attività sono stati destinati nello specifico i 2.440 €;

-Per sapere se la spesa di 2.440 € è giustificata dal tipo di attività effettuata o dalle capacità professionali del soggetto che l’ha posta in essere;

-Per sapere per quale motivo o ragione la gestione della comunicazione è stata affidata proprio ad Archeoclub, che sottolineiamo è un’associazione specializzata nello studio e nella tutela del patrimonio archeologico e che quindi poco o nulla ha a che vedere con la comunicazione ed il marketing.

 

Giuseppe Spoti

Partito Socialista Italiano

 
Di Albino Campa (del 22/05/2012 @ 22:56:14, in I Beni Culturali, linkato 2848 volte)
I Beni culturali di Noha resistono all’accanimento di indifferenza da parte dei “legittimi” proprietari e degli enti competenti (Soprintendenza della Provincia e relativi addetti ai lavori del Comune di Galatina, che non sono essenze virtuali ma reali funzionari e dipendenti dello Stato).
Per dargli un'altra possibilità di vita e di respiro, sempre nella speranza che i suddetti ir- responsabili abbiano un rigurgito di coscienza, abbiamo pensato di pubblicare mensilmente ogni capitolo del Catalogo mettendolo a disposizione di tutti: studenti, ricercatori e chiunque volesse utilizzare le informazioni ai fini cognitivi e culturali.

 

Marcello D’Acquarica

 

 

icon Indice
icon 1. NOHA
icon 2. ARCHITETTURA RELIGIOSA
icon3. ARCHITETTURA CIVILE
icon4. ARREDO URBANO E DEL TERRITORIO
icon5. ARCHITETTURA MILITARE
icon6. ARCHITETTURA RURALE
icon7. ARCHITETTURA RUPESTRE
icon8. ARCHITETTURA FUNERARIA
icon9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
icon10. AREA ARCHEOLOGICA
icon11. BENI culturali E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
13. AREA NATURALISTICA
14. BENI culturali LIBRARI

 
Di Redazione (del 11/09/2017 @ 22:53:51, in NoiAmbiente, linkato 1484 volte)

Abbiamo volutamente concentrato questo convegno all'abitato di Noha, perché siamo convinti che prima di preoccuparci dello stato di civiltà degli altri paesi, abbiamo il dovere di preoccuparci del nostro.

Sabato 16 settembre alle ore 19:00 piazza S Michele Noha.

Tutti sono invitati a partecipare.

FareAmbiente Lavoratorio Galatina-Noha

 

 

 

 

Tre giorni per festeggiare la Festa Europea della Musica. Tra i protagonisti i Toromeccanica, la Giovane Orchestra Salentina di Claudio Prima e il rock, pop e hip-hop di tante giovani band emergenti. Un evento patrocinato da Regione Puglia e Puglia Sound. Protagonista anche la lettura con i fumetti di “Calleo e i Gatti di Venezia” a cura di Lupiae Comix e POST di Paolo Paticchio.

Musica, cultura e arte. Saranno queste le parole chiave della prima edizione a Galatina della Festa Europea della Musica. Dal 21 al 23 giugno tre giorni di musica tra rock, pop, hip-hop e musica popolare, inoltre la presentazione di libri e una mostra di fumetti a cura di Lupiae Comix, realizzati all'interno del Chiostro del Palazzo della Cultura di Galatina. Tra i vari gruppi presenti alla manifestazione, spiccano I TOROMECCANICA e la GIOVANE ORCHESTRA DEL SALENTO, diretta da Claudio Prima, notevole la presenza di giovani musicisti come i PLUG IN, CAMDEN TRIO, DYING PURPLE, T.GARAGE, SOOP & NINTAI e l’ORCHESTRA SPARAGNINA , gruppi emergenti nel panorama musicale salentino.

La Festa della Musica, nata in Francia nel 1982, ha mosso i primi passi verso uno sviluppo più organico nel 1985 in occasione dell’anno europeo della Musica. Dal 1995, è stato fissato una data ufficiale per l’evento, il 21 giugno. In ogni paese europeo vengono organizzate numerose attività che esaltano il ruolo della musica e cercano di favorire gli incontri tra musicisti provenienti da tutta l’Europa.

L’evento galatinese è organizzato dall’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Galatina in collaborazione con l’associazione Galatina2000, proponente dell’iniziativa, con l’apporto dei Laboratori Urbani P.Art e l'Associazione Futura Città. La voglia di realizzare la Festa della Musica anche a Galatina, nasce da un esperimento avviato dall’associazione Galatina2000 durante il periodo invernale: ossia MusicalBox Live Cover, un format web trasmesso quindicinalmente attraverso la piattaforma internet della webtv Inondazioni.it dove, dai locali dei Laboratori Urbani P.Art, giovani cover band si sono esibite in diretta streaming.

Sede principale della Festa della Musica sarà il chiostro del Palazzo della Cultura di Galatina dove si svolgeranno una serie di attività culturali che hanno lo scopo di coinvolgere in momenti di socializzazione soprattutto i più giovani. Durante le prime due giornate, attraverso la magia dei libri e dei fumetti, si attenderà il buio della notte per accendere la musica. Venerdì 21 giugno, protagonista sarà il rock e il pop dei PLUG IN, CAMDEN TRIO, DYING PURPLE e T.GARAGE. Mentre sabato 22 giugno sarà il turno del gruppo musicale del Liceo A.Vallone di Galatina, i Safe Crash, con la chicca finale dei TOROMECCANICA, vincitori di Puglia Sound e premio della critica al Concerto del Primo Maggio 2013 di Roma, per continuare fino a tarda notte con Sugar Dj, deejay ufficiale di Fashion Holidays by Ditutto.it.

Domenica 23 giugno invece la manifestazione avrà una doppia sede, il Palazzo della Cultura dove inizialmente sarà l’hip-hop a fare da padrone, con i RAIN WORDS, gruppo musicale dell’Istituto Tecnico “M.Laporta” di Galatina, concludendo con il concerto dei SOOP & NINTAI e il dj set finale di Dj Giorgio Rude, uno dei deejay più amati nel genere reggae-hip hop. Mentre seconda location sarà Piazza Galluccio, a illuminarla sarà per prima l’esibizione dell’ORCHESTRA SPARAGNINA ed infine della GIOVANE ORCHESTRA DEL SALENTO, diretta da Claudio Prima.

Info:

Associazione Galatina2000

redazione@galatina2000.it
 
Assessorato Politiche Giovanili
c/o Palazzo della Cultura – Galatina
0836 564097

prg.giovani@comune.galatina.le.it

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I lavori per l'allargamento della strada statale 16, la Maglie-Otranto, sono partiti. Da oggi sulla strada all'altezza di Giudignano le ruspe del gruppo Palumbo sono al lavoro.
Sui social network i cittadini ed i gruppi ambientalisti gridano allo scempio ambientale e "postano" sulla bacheche messaggi di allarme.


Ecco che cosa si legge sulla pagina facebook del Forum Ambiente & Salute:
"Proprio in queste ore si è dato inizio al massacro del bellissimo territorio di Giurdignano capitale europea del megalitismo preistorico.
Poderosi buldozer e abominevoli ruspe stanno scempiando la preziosa Terra d'Otranto per mortificarla con la costruzione di una malsana e faraonica strada tanto dannosa quanto inutile ai cittadini e fortemente ispirata da mire speculative !!!
Si fa appello a magistratura ed inquirenti per fermare questo ennesimo catastrofico scempio a danno di importantissimi patrimoni pubblici che, a quanto è dato sapere, si sta perpetrando disattendendo le puntuali prescrizioni di ben 2 Ministeri (Ambiente e Beni culturali), e in assenza di una valutazione per una più che necessaria accortezza a tutela paesaggistica e storico-archeologica
".

I lavori in corso sono quelli relativi all'appalto da 55 milioni di euro, un progetto fermo da tre anni. Proprio questo blocco ha messo in difficoltà i 300 operai della società del gruppo Palumbo, che ha vinto la gara per l'allargamento, oggi in cassa integrazione ed a rischio mobilità.
Il dubbio sollevato è però sull'effettiva necessità di tale allargamento che riguarda un tratto brevissimo di strada, appena 12 kilometri. Da allargare per andare più veloci.
Ma la zona è molto ricca dal punto di vista ambientale ed archeologico.
Solo nell'aprile scorso è stata scoperta una cripta paleocristiana; le testimonianze megalitiche e preistoriche sono tante.
La questione non è semplice. A complicarla ulteriormente la necessità di espiantare ben 8mila ulivi secolari. Negli scorsi mesi è partita on line una petizione per adottarli in quanto solo 1.500 era stata avanzata ufficiale richiesta di adozione da parte dei Comuni limitrofi. Ma anche in questo caso le mancanze o la carenza di notizie ha confuso le carte in tavola. Perché il reimpianto degli 8mila ulivi è un obbligo dell'Anas, che deve farlo a sue spese, così come indicato dal Ministero nella prescrizione contenuta nel decreto di Via del progetto.

fonte: iltaccoditalia

 
Di Albino Campa (del 13/09/2011 @ 22:48:49, in Eventi, linkato 3696 volte)

Giovedì 29 Settembre in occasione della festa patronale di Noha onoriamo l'Arcangelo San Michele e scopriamo i " Gioielli" artistici e culturali di Noha.

Ore 16:00 Percorso turistico culturale guidato dalla Dott.ssa Angela Beccarrisi che ci illustrerà tratti di storia, origini e rivalutazione dei beni artistici di Noha, partendo dalla Chiesa Madre.

Ore 19:00 Solenne Celebrazione Eucaristica presso la Chiesa di San Michele presieduta dal Parroco Rev.mo Sac.Francesco Coluccia con la partecipazione dei genitori e dei ragazzi della Comunità Parrocchiale, a conclusione dell'itinerario artistico, come segno di unità e vitalità tra le culture incontrare e i beni ammirati.

La S.V. è invitata a partecipare

fonte: Gruppo Mimi'

 
Di Albino Campa (del 13/02/2012 @ 22:46:47, in Comunicato Stampa, linkato 4306 volte)

Si concluderà domenica 19 febbraio Oblivium, la Mostra d’Arte Contemporanea di Claudio Scardino, curata da Francesco Luceri e Daniela Bardoscia e realizzata in collaborazione con l’Università popolare “Aldo Vallone” e il Museo d’Arte “P. Cavoti” con i patrocini del Comune di Galatina, della Provincia di Lecce e dell’Assessore al Mediterraneo, Cultura e Turismo della Regione Puglia. Il percorso artistico ha visto protagonista, nelle sale del museo galatinese, la più recente delle performance artistiche della cosiddetta “arte partecipata” di Scardino, scultore, artista multimediale e pittore, che, formatosi nei più floridi centri artistico-culturali italiani, avvezzo a prestigiose partecipazioni a eventi d’arte nazionali e internazionali, ha conquistato con la sua scultura Athena il pubblico statunitense e con Diana ed Enrico VIII (entrambi esposti per Oblivium) l’internazionale MoMM (Museum of Modern Media). “Finding ways to define reality and be in reality is the big question of our time” scrive l’artista e scrittrice australiana Marlene Sarroff, “Throughout his career there has been no limits to his invention, combining art with life, he looks for the most appropriate situations and then dives into the reality to be completely soaked in it”. Conclude il suo intervento scrivendo “This is where Claudio Scardino performances, really become a magical tool”. Gli “strumenti magici” di cui parla Sarroff, sono ancora per pochi giorni a vostra disposizione. L’Oblio è iniziato l’1 febbraio e, ancora per questa settimana, è possibile intraprendere un percorso catartico, tra i volti e i colori dell’artista leccese. I visitatori potranno ancora essere protagonisti − costretti “a consegnare nelle sapienti mani dello sculture quel pezzo di noi stessi che nasconde un embrione d'artista smarrito e confuso”, come scrive la curatrice − con l’Action Painting, intitolata “Opera Continua”, ultimo invito rivolto dallo Scardino ai visitatori, al grido bellico latino “Pugna!” (Combatti!): chi lo vorrà, armato di colori a cera (forniti in loco), potrà divenire guerriero dell’arte condivisa scardiniana. Varcando la sottile linea rossa che simboleggia il mitologico fiume Lete, corso d’acqua di purificazione e dispensatore di dimenticanza, si attraversa l’oblio dei tempi, per ascoltare, attraverso la visione di Scardino, gli echi del passato, dei miti greci e latini, in un recupero di alcuni frammenti della nostra identità multiculturale. Con il sovrano inglese, poi, molto apprezzato dai visitatori, si ritorna alla modernità e si approda alla seconda parte di Oblivium, nel vorticoso affacciarsi dei ricordi, che riguardano l’esperienza dell’artista. Per concludere degnamente il percorso, sarà esposta per il week-end un’opera scultorea, inedita, di Scardino. Verrà, inoltre, predisposta una installazione audio dell’artista, accompagnamento auditivo verso l’oblio. Chiuderà la mostra un programma speciale: a partire dalle 18.30, spettacolo di letture sceniche, sapientemente interpretate da Michela Maria Zanon (artista) e Gianluca Conte (poeta) dell’Associazione culturale “Eterarte”; a seguire, un’esibizione musicale degli alunni della Scuola Secondaria “G. Pascoli”. Al termine, lo Scardino proporrà la realizzazione di una scultura in azione, che intersecherà con la creazione artistica teatralità e danza. Oblivium batterà il suo crepuscolo con uno spettacolo di danza, classica e contemporanea, a cura della “Europe Dance School” di Nadia Fiorella Martina, che empirà di vita e poesia le statiche sale del Museo “P. Cavoti”. I visitatori lasceranno questo trasognante viaggio nell’arte, musica e poesia con un rinfresco e una degustazione della simposiaca bevanda, gentilmente offerta dalle Cantine Santi Dimitri.
I curatori colgono l’occasione per ringraziare tutti i convenuti e per lanciare un messaggio: «È possibile far rivivere la nostra città, aprendosi a nuove e giovani forme di cultura. Oblivium, evento eccezionale per tutta la Puglia, è stata allestita senza un solo Euro pubblico. Certamente, se avessimo potuto contare su qualche finanziamento, l’evento sarebbe stato ancora più prestigioso. Ciò nonostante, è stato un successo. Ci auguriamo, per il futuro, che le amministrazioni appoggino le forze che si stanno costituendo per una rinascita culturale del territorio, che finiscano gli oscuri tempi dei finanziamenti clientelari, per permettere al nostro territorio, ricchissimo di potenzialità storico-culturali inespresse, una crescita moderna e florida. Oblivium è il nostro messaggio: è possibile far vivere Galatina, il Museo “Cavoti” e la Cultura. Esistono persone disposte a mettere a disposizione di tutti la loro passione e la loro esperienza. La Cultura è la vera crescita».

Museo civico d’Arte “P. Cavoti”
Piazza Alighieri Alighieri, n. 51,
Galatina (LE), 73013
Tel. 0836/567568
e-mail: info@museocavoti.it
Per info: daniela.bardoscia@alice.it; tel. 3297669635, 3881197170

 
Di Marcello D'Acquarica (del 15/01/2013 @ 22:46:09, in NohaBlog, linkato 3960 volte)

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.  
(Articolo 21 della Costituzione Italiana, comma 1)

 
Così la Costituzione italiana sancisce la libertà di manifestazione del pensiero, che si esplica attraverso la libertà di stampa e la libertà di parola. La libertà di espressione è cardine essenziale di ogni democrazia, riconosciuta anche dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo del 1948:
“Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”.
Abbiamo fatto passi da gigante quanto ad alfabetizzazione, tecnologia e scienza ma quanto ad emancipazione non possiamo dire di aver fatto altrettanto. E’ di questi tempi l’ultima novità in campo giornalistico che riguarda proprio la libertà d’opinione. Non che il cosiddetto caso “Sallusti” sia il caposaldo di quel diritto (anzi questo caso non ha nulla a che vedere con la libertà di opinione: qui si è trattato di una diffamazione bella e buona, e con dolo), ma sicuramente ha rimesso in discussione i confini di quel principio. La libertà d’espressione è un diritto inalienabile, la cui limitazione ne segna la progressiva instabilità, di contro la rinuncia spontanea all’esercizio di tale diritto fa retrocedere l’uomo al rango di bestia. Nel tempo, ed in alcuni paesi in maniera particolare, la scarsa capacità di confronto, e quindi  di scambi culturali, hanno contribuito non poco all’atrofia sociale. C’è un passo nel racconto di Carlo Levi “Cristo si è fermato ad Eboli” (Giulio Einaudi ed. S.p.A., Torino, 1945), che recita così: “il vero nemico della gente comune, quello che impedisce ogni libertà e ogni possibilità di esistenza civile è la piccola borghesia dei paesi con tutte le sue varianti, specie, contro specie, composta sommariamente dal podestà, dal farmacista, dal medico, dall’avvocato e dal prelato”. Lo scrittore si riferisce ovviamente a luoghi e tempi ben precisi, come la Basilicata degli anni ’30 del secolo scorso; luoghi che non si discostano di molto dal nostro paese per tradizioni e cultura. Ma l’eco di questa forma distonica del pensiero, soprattutto nei piccoli centri urbani,  nonostante siano trascorsi più di ottant’anni non si è ancora dissolta del tutto, da un lato per il senso di onnipotenza di chi presume l’inconfutabilità del proprio convincimento dall’altra per un’atavica forma di soggezione a prescindere.  Se senti con l’orecchio giusto, e riesci a immedesimarti in chi non ha quello che tu invece hai, la tua visone della vita si apre nell’essenza del messaggio più eccellente.
Che senso può avere dire di essere disposti all’ascolto delle richieste, dei dubbi, o dei bisogni dell’altro se pretendiamo che l’altro, appunto, debba essere limitato nella sua libertà di espressione?
La comunicazione deve essere interattiva, altrimenti si riduce ad un monologo. E' in un certo senso come la rana quando fa la regina dello stagno, a rispondergli possono esserci solo altre rane, o al massimo un rospo.
L’atto di pronunciare un'opinione, non è mai un crimine, lo è invece minacciare, tacciare, reprimere la libertà a chiunque di esprimersi. Pensare o mettere in discussione liberamente una corrente di pensiero, un’idea politica o religiosa, senza far calunnia ad alcuno, è crescita culturale. Se Gesù ci ha lasciato il comandamento di amare il prossimo e difendere la vita e per questo dico che dagli altari bisognerebbe condannare e scomunicare chi inquina la terra e uccide la vita, esprimo semplicemente la mia opinione che può essere discussa ma mai colpevolizzata. Se una persona non può esprimersi, non può neppure protestare contro ciò che succede.
Da qualche parte ho letto una frase che mi ha fatto accapponare la pelle: “Non dissentire è un buon metodo per restare al sicuro”.
"Non giudicate e non sarete giudicati" (Luca 6,37), può sembrare contemporaneamente il motto di un santo (non giudicare) o di un permaloso (non essere giudicato). Peccato che, se interpretata a rigor di logica, la frase evangelica non sia una condanna del giudizio. Infatti, perché mai essere giudicati deve essere considerato negativo? Una persona intelligente giudica e accetta il giudizio altrui.
Il diritto d’opinione e quello di condizionare la libertà, sono due atteggiamenti che se non gestiti democraticamente portano come risultato l’inciviltà. Ultimamente si è fatto un gran parlare di mafia, anche a Noha. Di recente anche in occasione dell’inaugurazione della scuola elementare di Noha. E anche per voce di Salvatore Borsellino, benemerito rappresentante della cultura antimafia.
Si è detto e ridetto che la mafia attecchisce dove viene a mancare lo Stato. Si rende quindi sussidiaria alla legge che naturalmente interpreta ed impone secondo i propri loschi obiettivi.
Lo Stato non è un ente astratto, ma la nostra stessa capacità di pretendere il dialogo, di autocritica e di partecipazione alle scelte sociali.
Ecco quindi a cosa serve la salvaguardia del diritto d’opinione. Serve a non tornare al tempo del medioevo, del caporalato, o ancor peggio, della dittatura.

Marcello D’Acquarica

 
Di Redazione (del 26/03/2014 @ 22:45:26, in Comunicato Stampa, linkato 2561 volte)

Giovedì 27 marzo 2014 dalle ore 17 alle ore 19:30 Museo Civico Pietro Cavoti, “Galatina de ‘na fiata”, personaggi locali, scioglilingua, proverbi, e curiosità sulla toponomastica di Galatina a cura di  Piero Vinsper in collaborazione con il Circolo Cittadino Athena.
Anche per l'anno 2014, con la seconda edizione, si è rinnovato l'appuntamento
"Vivi i luoghi della Cultura 7 giorni su 7", promosso dall'Assessorato al Polo Biblio – Museale del Comune di Galatina. L’associazione Città Nostra,che ha aderito a questa edizione, ha organizzato questo laboratorio sperimentale di “oralità” iniziato il 20 febbraio con appuntamenti che si sono tenuti a cadenza infrasettimanale rivolti a bambini a giovani e ad adulti ogni giovedì dalle 17:00 alle 19:30 e che si concluderà giovedì 27 marzo 2014. Un esperimento ben riuscito, condotto in modalità familiare, nato con l’intento di svolgere azione di animazione territoriale e di agevolare il dialogo intergenerazionale (piccoli, giovani, adulti) e di rinnovare i vecchi racconti (“li cunti de ‘na fiata”). Nel primo incontro di giovedì 20 febbraio sono state indicate le modalità per partecipare al concorso che invita i cittadini ad esprimere la loro creatività, cimentandosi in un testo letterario (saggio, racconto, poesia, articolo giornalistico) avente come tema ispiratore la città di Galatina nei suoi aspetti culturali, storici e sociali. Si poteva partecipare al concorso fino al 20 marzo. Il 27 marzo, in occasione dell’ultimo incontro, saranno premiati i vincitori.

 

Info: e-mail: associazionecittanostra@live.it, cell.331/1800400

 
Di Redazione (del 24/01/2014 @ 22:44:30, in Comunicato Stampa, linkato 2727 volte)

Lunedì 27 gennaio, con apertura alle h.18,00, tutta la cittadinanza è invitata a Palazzo della Cultura per partecipare alla manifestazione a cura degli studenti delle Scuole Superiori di Galatina che con la guida dell’Assessorato alle Politiche culturali e il supporto dell’Assessorato alle Politiche Giovanili, in collaborazione con i dirigenti, i docenti e rappresentanti d’Istituto, hanno elaborato e condiviso, su idea progettuale del dott. Marcello Costantini, attività che sviluppano tra immagini, parole e musica, tematiche legate alle barbarie odierne.

Una iniziativa congiunta, che vuole andare oltre l’aspetto meramente commemorativo della Memoria dell’Olocausto e del Ricordo delle Vittime delle Foibe.
Per questo è stato tracciato un percorso di ATTRAVERSAMENTO del Palazzo della Cultura con ingresso da via Alighieri e, attraverso Biblioteca e Museo, uscita in via Cafaro dalla scalinata d’accesso al primo piano del Museo, come metafora del passaggio tra la BARBARIE PASSATA e le BARBARIE ODIERNE.

Quattro i temi proposti: SHOAH a cura del Liceo Scientifico, FEMMINICIDIO a cura del Liceo Classico, Artistico, Scienze Umane, MAFIA a cura dell’Istituto Tecnico, EMIGRAZIONE/IMMIGRAZIONE a cura dell’ I.I.S.S. Falcone e Borsellino.

Ciascuna scuola ha realizzato sull’argomento prescelto un video di 6/8 minuti. La proiezione avverrà all’interno della sala “C. Contaldo” e sarà accompagnata dalla presentazione degli stessi studenti, tra reading di testi ed esecuzioni di brani musicali, e dalle testimonianze straordinarie di Massimo Albanese, Veronica Valente, Brizio Montinaro, Said Jafari.

Nell’ occasione assisteremo alla proiezione in prima del video realizzato dagli studenti dell’I.I.S.S. “P.Colonna” vincitore della XII edizione del concorso nazionale “I giovani ricordano la Shoah”.

Luci e colori diversi metteranno in risalto le immagini che i ragazzi hanno selezionato e che accompagneranno i visitatori dall’accesso al Palazzo della Cultura, attraverso il Chiostro,la Biblioteca “P. Siciliani”che per la circostanza ha realizzato una mostra documentaria con libri e video sui temi, e il Museo “P.Cavoti”,dove attraverso i monitor appositamente istallati viene ripetuta la visione dei filmati prodotti.

Questo progetto è la dimostrazione che le attenzioni rivolte dall’ Amministrazione ai giovani sono ben riposte e che i giovani sono aperti a relazionarsi con gli adulti, mutuando le rispettive esperienze.

Il parere, raccolto dall’Ass. alle Politiche Giovanili, ing. Andrea Coccioli, conferma che la società deve puntare sui giovani. Per dirla con Rosa Luxembourg, giovani o barbarie.

La manifestazione, nella varietà dei linguaggi sarà vissuta come possibilità di presa in carico della memoria della barbarie passata (siamo tutti chiamati ad assumerci la fatica della conoscenza!) e come crescita di consapevolezza perchè tutto è ripetibile ed il rischio che la barbarie si ripresenti è reale, e perché le barbarie odierne sono tante e solo la conoscenza e la cultura condivise possono insieme costituire un’efficace resistenza per la costruzione di una società più giusta.

Queste considerazioni,espresse dalla prof.ssa Daniela Vantaggiato,Assessore alle Politiche culturali, hanno animato l’impegno di tutti coloro che hanno collaborato per la buona riuscita della manifestazione, che nella serata si concluderà con l’intervento del Sindaco dott. Cosimo Montagna.

(Comunicato del Servizio Cultura e Comunicazione)

https://www.facebook.com/giorno.dellamemoria.5

 
Di Albino Campa (del 23/01/2012 @ 22:40:51, in I Beni Culturali, linkato 3173 volte)
I Beni culturali di Noha resistono all’accanimento di indifferenza da parte dei “legittimi” proprietari e degli enti competenti (Soprintendenza della Provincia e relativi addetti ai lavori del Comune di Galatina, che non sono essenze virtuali ma reali funzionari e dipendenti dello Stato).
Per dargli un'altra possibilità di vita e di respiro, sempre nella speranza che i suddetti ir- responsabili abbiano un rigurgito di coscienza, abbiamo pensato di pubblicare mensilmente ogni capitolo del Catalogo mettendolo a disposizione di tutti: studenti, ricercatori e chiunque volesse utilizzare le informazioni ai fini cognitivi e culturali.

 

Marcello D’Acquarica

 

 

icon Indice
icon 1. NOHA
icon 2. ARCHITETTURA RELIGIOSA
icon3. ARCHITETTURA CIVILE
icon4. ARREDO URBANO E DEL TERRITORIO
icon5. ARCHITETTURA MILITARE
icon6. ARCHITETTURA RURALE
icon7. ARCHITETTURA RUPESTRE
icon8. ARCHITETTURA FUNERARIA
9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
10. AREA ARCHEOLOGICA
11. BENI culturali E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
13. AREA NATURALISTICA
14. BENI culturali LIBRARI

 
Di Marcello D'Acquarica (del 28/11/2012 @ 22:40:29, in Circonvallazione, linkato 3501 volte)

Circonvallazione è il nome che comunemente si dà ad un sistema viario che organizza la circolazione dei veicoli attorno al nucleo abitativo di una città.
(Definizione proveniente da Wikipedia, l'enciclopedia libera).

Quindi “attorno” e non dentro il nucleo abitativo.
E’ il caso di dire che quando non si sa più che pesci prendere si rischia di fare un bel guazzabuglio d’ogni cosa. Perfino in urbanistica. Quando mi trovo a Noha, posto in cui amo trascorrere il mio tempo libero, uso molto la bicicletta. Stupendo mezzo di locomozione: silenzioso, produttore di zero emissioni, economicissimo, elargitore di libertà, praticamente diventa la protesi quasi naturale delle mie gambe. Per questo mi ritengo fortunato. Per svariate ragioni, sono portato a gironzolare in bicicletta (se non addirittura a piedi) per le vie di Galatina e lo trovo un valido modo per alleggerire l’intasamento del centro della nostra città. Se devo andare in zona nord-est, e cioè dalla piazza centrale fino a tutta via Soleto, percorro la via di Noha, cosiddetta “via curve curve”. Qui sono costretto a maledire il genio di una così irrazionale stortura con curve che sembrano tornanti, come se dovessi arrampicarmi chissà su quale montagna. Eppure sono trascorsi all’incirca sessant’anni da quando venne asfaltata. E’ il caso di dire che le scempiaggini, una volta deliberate restano per sempre. Pensando alla questione in oggetto, è il caso di dire che errare è umano ma perseverare è diabolico. Se invece devo recarmi nella zona di Galatina che è a sud-ovest, e cioè nell’area che va dalla piazza centrale all’ospedale, passo per il viale Dalla Chiesa. Percorrerlo in bicicletta è a rischio di suicidio. Perché?  Perché pur essendo la carreggiata abbastanza larga ma sconquassata come da un bombardamento appena subito, ti ritrovo costretto o ad evitare le buche oppure le auto che fra l’altro sfrecciano come bolidi. Il marciapiede è ridotto ad un nastro rialzato interrotto continuamente dagli alberi (che meritavano un altro posto) come un rosario per le Ave Marie.  Anche quest’opera una volta fatta, tal quale è rimasta da all’incirca una trentina d’anni.
Che c’entra tutto questo con la pseudo-tangenziale o bellissimo viale urbano che dir si voglia, e che è decantato ottimisticamente dall’ing. Andrea Coccioli nella presentazione di fine ottobre al Palazzo Comunale? Un conto è discutere di un progetto quando si ha la possibilità di correggerlo, un altro è dire che il progetto viene da lontano, per dire innocentemente che è colpa di chi c’era prima. Oppure che è  un progetto della Provincia (Ma come? La provincia ci viene a fare le strade provinciali in pieno centro comunale?) o, ancora peggio, che oramai è già stato appaltato. Come dire:  il dado è tratto o chi ha avuto ha avuto ecc.
L’area impegnata dal I° lotto di questo strano progetto (strano perché tutti parlano di tangenziale, mentre sembra semplicemente ciò che resta di una vasta area urbanizzata negli ultimi 25 anni e mai terminata), è di fatto un labirinto, con strade chiuse o impercorribili che costringono sovente i cittadini a preferire la già super intasata via Gallipoli. Che la zona fosse da definire non v’è dubbio. Visto che non possiamo considerarla una tangenziale, quale senso razionale ha tagliare con una diagonale un’area già urbanizzata mediante un tracciato ortogonale, ordinato e di facile fruizione? Infatti “tagliando” in diagonale, oltre a spaccare in due un quartiere,  si vanno a creare delle orribili tangenti a palazzi, scuole, giardini e quant’altro pensato a suo tempo nella stessa ortogonalità viaria con cui è progettata la maggior parte di Galatina ad esclusione del centro storico. Il dubbio che una superstrada così anomala porterebbe molti utenti ad infrangere le regole del codice della strada, per evitare inutili giri viziosi, viene spontaneo ad un invitato alla presentazione pubblica, ma la riposta pronta e risolutiva di un tecnico della Provincia presente è perentoria: sarà lui ad essere punito, non certo chi ne ha creato l’occasione.
Che dire? Mi verrebbe voglia di gridare: basta autostrade nei centri urbani dove vivono intere famiglie. Basta errori con i soldi pubblici. Basta nuove strade dove ce ne sono a bizzeffe. Basta palazzi. Basta cemento a spese della terra. Occorre rivalutare e razionalizzare gli spazi già turlupinati  e trasandati. E’ di oggi la notizia riportata su Il Fatto Quotidiano, che i cinesi, per riprendersi la terra da coltivare stanno togliendo i loro morti dalle tombe, e noi invece la terra la facciamo diventare tutta un cimitero.  Non ho parole. Davanti al genio impositore nessuna democrazia potrà mai risultare civile.
Se questa della “circonvallazione” è l’occasione (seppur involontaria) per rivalutare dei Beni culturali dimenticati, come per esempio la preziosissima e conosciuta ai pochi, quercia vallonea di San Sebastiano di ben 280 anni di vita, oppure il gelso del 1750, o i resti di siti storici o piante selvatiche e spontanee di specie rara, è anche l’occasione per offrire al mondo il meglio della nostra cultura, che non sono certo chilometri e chilometri di asfalto a gogò che portano ovunque ma di fatto in nessun luogo.

Marcello D’Acquarica

 
Di Antonio Mellone (del 19/11/2015 @ 22:38:33, in Necrologi, linkato 3041 volte)

Oggi, 19 novembre 2015, mentre spuntava l’aurora, è venuta a mancare all’età di 93 anni la prof.ssa Mimì Piscopo, la prima laureata in “Lettere classiche” della nostra cittadina.

Vorrei ricordarla con le stesse parole di un articolo che vergai in suo onore sei anni fa (cfr. “L’Osservatore Nohano”  - n. 8, anno III, del 9 dicembre 2009).

*

<< Sono di fronte agli occhi color cielo quando è bello di una nohana purosangue: Mimì Piscopo, la mia professoressa di Italiano della mitica “I G” dell’Istituto Tecnico Commerciale “M. Laporta” di Galatina. Le chiedo alcune informazioni sul suo conto per una rubrica che tengo saltuariamente sul mio giornale, una rubrica dal titolo Curriculum Vitae.

Riesco a prendere appunti interessantissimi, ma il rischio è che anziché un articolo qui salti fuori un vero e proprio ponderoso volume. Perché le notizie e le curiosità (che sono come le ciliegie: una tira l’altra) sono interessanti e affascinanti, e riguardano non soltanto un’autentica gloria della scuola del XX secolo, ma anche la storia tutta e l’evoluzione (chiamiamola pure così) del contesto ambientale salentino, quello che ci fece da culla, e che ancora oggi funge da cornice alla nostra vita.

Ma ci provo ugualmente, tentando di lavorare con la lima più che con la penna, e cercando di non perdermi in mille fronzoli. Mi trovo di fronte – dicevo – ad una ragazza di 87 primavere, una Donna che senza indugio ti dice “sono nata il 16 luglio del 1922”, e subito mi viene da pensare che una vera Signora non si fa alcun problema nel rivelare la sua età.

Mimì frequenta a Noha la scuola elementare come molti suoi coetanei. Terminato il ciclo della scuola primaria, sfidando la tradizione che voleva che le donne rimanessero in casa a fare la calza, Mimì decide di sostenere l’esame di ammissione. “Solo coloro che superavano questo esame potevano frequentare la scuola media”.

L’ingresso nella scuola media quindi non era automatico, ma era una prima conquista per chi voleva proseguire negli studi. E’ inutile dire che andavano avanti solo coloro che si sentivano portati, che sovente coincidevano con i figli del censo e del privilegio, mentre gli altri venivano avviati verso un’attività agricola o artigianale, allu mesciu o alla mescia. La maggior parte dei ragazzi dunque si fermava di fatto all’esame di licenza elementare (ed una buona percentuale di essi non ci arrivava punto). “Quanti sacrifici per frequentare la scuola media e poi quarto e quinto ginnasio, e successivamente il liceo classico fuori paese. Erano tempi in cui la gente era costretta a stringere la cinghia. La fame faceva sentire i crampi allo stomaco. Si razionava il pane, addirittura! Il mio povero papà a volte rinunciava alla sua razione per non farla mancare a noi.. Il più delle volte andavamo a Galatina a piedi. Qualche volta alle sei in punto passava una corriera di studenti provenienti da diverse cittadine del Salento. Ci si conosceva un po’ tutti e, prima dell’inizio delle lezioni, si stava insieme a chiacchierare piacevolmente nell’atrio della scuola. A volte, quando pioveva, e quando era possibile, mi accompagnava il mio povero papà, con il suo biroccio trainato da un cavallo”. Qui si capisce benissimo quanto Mimì Piscopo sia dunque un’antesignana dell’emancipazione femminile nohana e salentina: “Non era facile soprattutto per una donna continuare negli studi. Andare a Galatina era come tradire una tradizione. Ma mio padre per fortuna era di più ampie vedute ”.

Ha un sogno, questa Donna, e a costo di sacrifici, di rinunce e di rottura di schemi arcaici, lo realizza. Questo è uno degli insegnamenti più importanti della professoressa di Noha: quando si crede nelle proprie possibilità e si lotta con determinazione ed impegno, non ci sono risorse finanziarie scarse o barriere culturali impossibili da abbattere.

Il “Pietro Colonna” di Galatina, e soprattutto la serietà ed il rigore degli studi che vi si conducevano, lasceranno nell’animo e nella formazione della studentessa Piscopo Cosima un’impronta incancellabile. E certamente – come evinco dalle sue parole – sentimenti profondi di nostalgia, di rimpianto ed anche di commozione. E’ come se, mentre ti parla, sentisse nell’angolo della sua memoria suonare ancora la campanella del “Colonna” incastrata a ridosso di un pilastro quadrato dell’antico chiostro domenicano, quell’aggeggio sonoro che scandiva l’inizio e la fine delle lezioni col tocco squillante dell’Idea che non muore.

La maturità arriva nel 1944. “E ormai volevo andare avanti. Mi consigliavano di prendere Farmacia. Ma io ero contraria all’idea, perché le farmaciste – così dicevo – mi sembravano delle bottegaie (soprattutto per gli orari di lavoro). Decisi di prendere Lettere con indirizzo classico, perché mi piacevano molto il greco ed il latino. E mi iscrissi all’università di Bari, dove avevo un punto d’appoggio presso il collegio Regina Elena”. Già dai tempi dell’università, Mimì evidenzia la sua passione. “Leggere, studiare, insegnare erano la mia passione”, tanto che corre spesso in soccorso alle esigenze di molti studenti amici e di molti colleghi in difficoltà, studiando e ripetendo insieme a loro, dando loro una mano nel superamento degli esami nelle materie più difficili.

In quel tempo i testi classici ed i distici erano per lei a portata di mano e di memoria; dalle sue scarpe, ad ogni passo, sembravano entrare ed uscire aoristi e ablativi assoluti. “Era difficile superare l’esame di latino. Sentivo che molti studenti l’avevano provato molte volte prima di superarlo… Io sostenni lo scritto un anno in anticipo, ancor prima che mi si consentisse di presentarlo. E ricordo il terribile prof. Vantaggiato che mi chiamò – io incredula – per sostenere l’esame orale, che superai subito e brillantemente. Ma non mi esaltavo mai. Questa è la mia indole: tra l’altro ero anche molto timida”.

Cosimina Piscopo si laurea nell’anno accademico 1948-49 discutendo una tesi (scritta a macchina) dal titolo: “La classe rurale in Terra d’Otranto nei primi sessant’anni del sec. XIX”, relatore il chiarissimo prof. G. Masi [tesi trascritta a cura di Marcello D’Acquarica e pubblicata su Noha.it nel luglio 2010].

Rientrata a Noha, inizia sin da subito a dare lezioni private di lettere, latino e greco, come del resto aveva sempre fatto quando era possibile durante la guerra. “Ma non mi pagavano mica!”. Nel 1954 diventa finalmente – come noi studenti l’abbiamo sempre chiamata – “La Piscopo”, sottintendendo “la professoressa” o, come i giovani d’oggi usano dire, la Prof.

Inizia dunque in quell’anno la sua carriera di insegnante di Lettere all’Istituto Tecnico Commerciale di Galatina “che non era ancora statale ma parificato. Tra l’altro io, insegnante, sembravo allora una ragazzina al confronto dei miei studenti”.

Dopo questa esperienza iniziale intraprende un lungo tour in diversi istituti che qui posso soltanto citare di sfuggita, avvistandoli dall’alto come in un ideale volo d’aquila.
Insegna così al Professionale Statale e poi al Professionale Femminile di Galatina. Successivamente a Maglie di nuovo presso un Istituto Tecnico Commerciale, con alcune ore presso il Magistrale di Galatina. Dopo “non ricordo precisamente l’anno” entra nei ruoli della scuola media ed insegna Italiano, Storia e Geografia ad Aradeo e poi finalmente a Noha alla “Giovanni XXIII” dove viene nominata anche vice-preside.

Ma dopo due anni decide di ritornare alle scuole superiori: sicché ritorna all’Istituto Tecnico Commerciale (nel 1981-82, quando chi scrive frequentava la famosa I G) e contemporaneamente al Professionale Femminile dove ricopre la cattedra di Storia. E poi ancora da Galatina a Gallipoli, alla volta dell’Istituto Nautico, con alcune ore settimanali a Carmiano presso un altro Istituto Professionale…“Amavo il mio lavoro. Ero molto scrupolosa. Andavo al lavoro anche con la febbre. E mi volevano bene. Ricordo che quando morì il mio povero papà (insegnavo al Professionale) il preside e tutti i ragazzi vennero al corteo funebre. Questo mi fu di grande conforto.

Raccontare qui la vita a scuola della docente Piscopo sarebbe impossibile: dovremmo indugiare in numerosi, singolari, piacevoli, interessanti particolari, come la preparazione delle lezioni, le spiegazioni, le interrogazioni, i consigli di istituto, gli incontri scuola-famiglia, i compiti in classe corretti a casa (a volte anche con l’ausilio della sorella Laura, che leggeva tutti gli elaborati degli studenti per filo e per segno), i problemi dei ragazzi che trovavano in lei una istitutrice, sì, ma anche una sorella, una madre e a tratti un’amica alla quale confidare i propri dubbi esistenziali. “Ci fu un periodo drammatico, anni terribili, quando a scuola entrò la droga. In un anno in una classe fummo costretti a respingere addirittura 14 studenti. Quanti incontri tra professori e genitori. Alcuni venivano a trovarmi perfino a casa chiedendo consiglio, sostegno, incoraggiamento. Erano problemi delicati: non si poteva far finta di nulla. […] Quante storie e quanti viaggi di istruzione al seguito dei miei studenti. Ovunque in Italia, nelle città d’arte, in montagna… Ricordo anche un viaggio bellissimo a Parigi. E quante esperienze: pensa che una volta andammo a finire persino in discoteca! Tuttora incontro in giro dei miei studenti che mi chiedono: si ricorda di me? Io confesso di ricordarmi dei più bravi. E dei più diavoli.

Chiudo questo curriculum vitae et studiorum su una persona di valore di Noha, non senza aver detto che Mimì Piscopo è stata nominata anche “Giudice Popolare”, incarico che ha esercitato per un certo periodo di tempo nel foro di Lecce. “Il Giudice Popolare è chi, con fascia tricolore, affianca i giudici nelle Corti d’Assise e nelle Corti d’Assise d’Appello, assistendoli nelle udienze e partecipando alle decisioni contenute nelle sentenze”. La scelta di un così delicato compito di magistratura penale (nelle Corti d’Assise si trattano infatti processi penali per i crimini più gravi previsti nel codice) ricadde su Mimì sicuramente per le sue doti di equilibrio, e soprattutto per la sua irreprensibile condotta morale. Anche quest’ultimo incarico è parte sostanziale di un brillante curriculum vitae.

Concludo questo scritto dicendo che a volte noi altri cerchiamo lontano (o peggio ancora in televisione) le persone di valore e degne di lode, ignorando i tesori a noi più vicini, benché umili ed al riparo dalle luci dei riflettori alimentati con l’energia dell’ottusità e dell’insipienza.

Sarebbe saggio se invece ci accorgessimo di chi, pur in atteggiamento di ritrosia, evitando la pompa magna, vive accanto a noi ed ha ancora molto da dare ed insegnare.

Con questi colpi di scalpello mi auguro di essere riuscito ad abbozzare un seppur grossolano profilo “della Piscopo”, alla quale vorrei indirizzare un grazie di cuore per tutto quello che ha fatto per i ragazzi suoi discenti (incluso il sottoscritto) e per il lustro che con il suo studio, il suo lavoro ed i suoi incarichi ha dato alla nostra cittadina.

Infine vorrei chiederle di essere indulgente con me ancora una volta, nel caso in cui nel corso di questo articolo (o di altri) dovessi aver seminato a destra o a manca qualche strafalcione, o, peggio ancora, qualche errore di sintassi o di grammatica che, come usava ripetere la Prof, “è sempre in agguato”>>.

*

Addio professoressa Piscopo, addio Mimì, e buon vento.

Con te se ne va una brava insegnante, una grande Donna, una pagina gloriosa della Storia di Noha.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 18/07/2019 @ 22:34:39, in Comunicato Stampa, linkato 1169 volte)

I progetti del Servizio Civile "Monitor 7018" e "In reading 2018" presentati dal Comune di Galatina si sono classificati, rispettivamente, al terzo posto con 76 punti e al sesto posto con 73 punti nella graduatoria regionale, sui 200 progetti accettati, pubblicata con A.D. n. 70 del 16/07/2019 della Regione Puglia. I due progetti impegneranno 8 ragazzi/e in attività del settore ambientale e culturale.

"Si tratta di un brillante risultato che premia un lavoro di squadra coordinato dall'assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Galatina che consentirà di dare continuità ad una programmazione finalizzata al coinvolgimento delle giovani generazioni in attività socio/culturali e ambientali" ha commentato la Vicesindaco e assessore alle Politiche Giovanili Maria Giaccari.

Ufficio Stampa - Marcello Amante

 

Martedì 27 luglio alle 19 dal Museo Pietro Cavoti di Galatina parte l’inaugurazione della sezione outdoor di InTrance, festival di fotografia e arte contemporanea, curato da Alessia Rollo. La prima edizione della manifestazione, inserita all’interno della rassegna estiva e culturale “A Cuore Scalzo”, proporrà in spazi urbani, palazzi storici e corti del comune salentino, fino al 31 agosto, una mostra diffusa di opere di artisti italiani e internazionali - Ornella Mazzola, Federico Estol, Alejandra Carles-Tolra, Giulia Frigieri, Myrto Papadopoulos, Roberto Tondopó, Gloria Oyarzabal - che si aggiungono a quelle di Rossella Piccinni, Yolanda Domínguez e Rubén H. Bermúdez già in esposizione nella Gigi Rigliaco Gallery. Durante l’inaugurazione, coordinata dall’amministrazione comunale, il pubblico potrà seguire il percorso espositivo per scoprire insieme alla curatrice le opere in mostra e per apprezzare, con alcune guide turistiche, i luoghi d’interesse del festival tra cui Palazzo Orsini, Palazzo Gorgoni, Piazza Dante Alighieri e l’Ex Complesso Monastico delle Clarisse. Qui la serata si concluderà intorno alle 21 con le selezioni musicali del duo Underspreche, in collaborazione con “FeelM”, residenza artistica promossa dal Sei Festival di Coolclub, in sinergia con la sede leccese del Centro Sperimentale di Cinematografia e il DAMS dell’Università del Salento, che fino al 31 luglio sarà ospitata dal Castello Volante di Corigliano D’Otranto. Fino al 15 settembre, inoltre, “In Trance Lab - Il Mio corpo…!”, proporrà una serie di attività culturali e incontri partecipati promossa dall’Associazione 34° Fuso che prenderà il via venerdì 30 luglio alle 21 in Piazza San Pietro con “Il corpo tra immagini antiche e tabù contemporanei”. Dopo un tour guidato nella mostra che partirà sempre dalla Piazza alle 19:30 e si diramerà attraverso vari punti d’interesse della città, i partecipanti potranno degustare diverse tipologie di birre artigianali - grazie al format “Dopolavoro con l’archeologo”, finanziato dalla Regione Puglia nel Programma straordinario in materia di cultura e spettacolo per l’anno 2020 - partecipando alla conversazione tra Flavia Frisone, docente di Storia Greca e Presidente del Corso di Laurea Triennale in Beni culturali dell’Università del Salento e l’influencer Denise D’Angelilli - Due dita nel cuore, moderata dalla giornalista e scrittrice Loredana De Vitis.

Partendo dalla storia della città di Galatina legata al fenomeno del tarantismo, di corpi posseduti non solo dal morso della taranta, ma anche dallo sguardo degli antropologi ed etnografi negli anni ’50, InTrance vede proprio nel corpo il leit motiv di questa prima edizione del festival per sviluppare un percorso che lo libera da pregiudizi e stereotipi geografici, sociali, sessuali. Il corpo è un luogo, oggetto nella storia dell’arte e simbolo di un’evoluzione di pensiero, spazio politico, sociale, economico e di genere. Non è un contenitore passivo e le sue azioni non sono solo segni che richiamano l’attenzione su forme astratte, anzi, è soggetto alla nascita e alla decadenza e acquisisce specifiche abilità e capacità oltre a manchevolezze e debolezze. Il corpo non è un’entità statica, immobile, al contrario cresce e si sviluppa relazionandosi con l’ambiente in molteplici forme.

«Galatina ha potenzialità enormi e sta finalmente vivendo un tempo di maturità culturale e di coraggio tali da generare InTrance, un festival di fotografia e arte contemporanea per scoprire il cuore di Galatina e le sue radici», spiega Cristina Dettù, assessora alla cultura di Galatina. «Artisti internazionali e ospiti da ogni parte d'Italia e del mondo saranno presenti nella nostra città. Si tratta di un progetto che fa tremare le gambe, un progetto ambizioso per cui tutta Galatina investe non solo in termini culturali e turistici, ma anche sociali, economici e di sviluppo del territorio».

InTrance propone un festival di fotografia di artisti contemporanei che lavorano sul tema del corpo come luogo di espressione di forme di pensiero, questioni di genere, identità personale e collettive della società contemporanea attraverso differenti approcci fotografici che spaziano dalla fotografia documentaria, al reportage, alla messa in scena e con diverse cifre stilistiche che passano dalle immagini di archivio, al fanzine, alla fotografia di presa diretta fino alla performance. Fino all’8 agosto la Gigi Rigliaco Gallery ospita Rossella Piccinno | Bride’s journey and funeral; Yolanda Domínguez| Little black dress, Poses; Rubén H. Bermúdez | Y tu porquè eres negro?. Fino al 31 agosto, invece, saranno allestite le opere di Ornella Mazzola (Corte di Palazzo Orsini), Federico Estol (Corte Palazzo Gorgoni), Alejandra Carles-Tolra e Giulia Frigieri (Piazza Dante Alighieri), Myrto Papadopoulos, Roberto Tondopó, Gloria Oyarzabal (Ex Complesso Monastico delle Clarisse). Il Museo Civico “Pietro Cavoti”, inoltre, sarà anche residenza d’artista con Claudia Mollese.

Dal 30 luglio, come detto, prenderà il vai anche “In Trance Lab - Il Mio corpo…!”, attività culturali e laboratoriali a cura dell’Associazione 34° Fuso con l’obiettivo di avviare un processo di partecipazione attraverso il coinvolgimento diretto dei cittadini e delle associazioni locali nelle diverse azioni del festival. Oggi gli operatori culturali hanno una responsabilità sociale ben precisa che consiste nel sostenere l’educazione alla bellezza e il protagonismo civico per contribuire allo sviluppo di una società più equa. Attuare politiche partecipative, inclusive e sostenibili, significa riconoscere un “valore” culturale, sociale, economico che va oltre quello già inestimabile che il patrimonio possiede. Per questo motivo la rassegna prevede il coinvolgimento attivo delle realtà locali, ognuna delle quali è stata chiamata a co-progettare un percorso educativo finalizzato alla costruzione di un racconto corale e multidisciplinare sul tema del corpo.L’incontro di apertura si pone al contempo quale momento di divulgazione del patrimonio archeologico identitario e di riflessione sui temi del contemporaneo connessi al ruolo della donna a partire dai reperti più emblematici delle collezioni archeologiche salentine, in un ambiente del tutto informale e degustando una birra artigianale a km0. L’appuntamento rientra nel progetto “Dopolavoro con l’archeologo” finanziato dalla Regione Puglia nel Programma straordinario in materia di cultura e spettacolo per l’anno 2020 e vede la collaborazione tra 34° Fuso e i musei archeologici coinvolti nelle attività (Museo Diffuso di Cavallino dell’Università del Salento, Museo Archeologico Sigismondo Castromediano, USA - Museo Archeologico dell’Università Salento, Area Archeologica di Roca Vecchia/Melendugno, Parco dei Guerrieri e Museo di Vaste, Museo Civico Pietro Cavoti di Galatina, Museo del Mare Antico e il Museo della Preistoria di Nardò). Altri partner coinvolti nell’iniziativa sono The Monuments People APS, M(u)ovimenti, La Capagrossa Coworking, Cooperativa Sociale Orient-Occident; Aps Terre Archeorete del Mediterraneo, Associazione Culturale Articolo 9.

InTrance Lab proseguirà con “Il mio corpo suona!”, laboratorio per bambini sulla musica del corpo a cura di Giovani Realtà Aps e condotto da Ettore Romano ed Elisa Romano (6-20-23-27-30 Agosto e 5 Settembre); “Il mio corpo parla!”, laboratorio di storytelling a cura di Maira Marzioni (5/7 agosto); “Il mio corpo canta!”, laboratorio di canto polifonico ideato e diretto da Rachele Andrioli per donne che amano cantare (16-17-22 agosto), “Il mio corpo accoglie” a cura di 34° Fuso Aps e Arci (6-7-10 settembre) e “Il mio corpo si racconta” a cura di Agribimbi - Adalgisa Romano (10 settembre). Tutte le attività sono gratuite. Info e prenotazioni info@34fuso.it - 3271631656
 

Per tutti i dettagli del festival www.intrancefestival.it

Ufficio stampa 34° Fuso
Società Cooperativa Coolclub
Piazza Giorgio Baglivi 10, Lecce
 

"La Basilica di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina ed i Monumenti Orsiniani a Soleto, incontro tra Oriente ed Occidente, riflessione per l'Europa di domani"

La manifestazione avrà inizio Sabato 1 Aprile 2017 alle ore 10.00 presso il Teatro Tartaro di Galatina con la Proiezione dei documentari sui Monumenti Orsiniani di Galatina e Soleto: "La legenda Aurea di Galatina " prodotto da RAI STORIA , e "Santo Stefano a Soleto" prodotto da IN-Cul.Tu.Re , cofinanziato dal MIUR e con la collaborazione del MIBACT, per le Scuole Secondarie del Distretto di Galatina, con il commento dello Storico dell'Arte Luigi Manni e delle curatrici di IN-Cul.Tu.Re Paola Durante e Sofia Giammaruco.

Sempre Sabato 1° Aprile alle ore 18.00 si proseguirà presso il Teatro Tartaro con una Tavola Rotonda sulla "Basilica di Santa Caterina di Galatina” ed in particolare sul suo ciclo di Affreschi; interverranno gli Storici dell’Arte Prof.ssa Maria Stella Calò Mariani, Emerita dell'Università di Bari; Dott.ssa Antonella Cucciniello, Direttrice dei Musei del Palazzo Reale di Napoli; Prof.ssa Anna Trono, Docente di Economia Politica presso il Dipartimento di Beni culturali dell'Università del Salento; Dott.ssa Eugenia Vantaggiato, Segretario Regionale MIBACT per la Puglia; Arch. Maria Piccarreta, Soprintendente Belle Arti e Paesaggio per le province di Lecce, Brindisi e Taranto.

La Tavola Rotonda sarà coordinata dal Prof. Rosario Coluccia, Ordinario di Linguistica Italiana e Accademico della Crusca.

Anche quest'anno, nella giornata di Domenica 2 Aprile, avrà luogo il Corteo Storico di Maria d'Enghien, che percorrerà le vie del Centro Storico al mattino a Soleto, e nel pomeriggio-sera a Galatina.

Nelle giornate di Sabato 1° Aprile nel pomeriggio, e per tutta la giornata di Domenica 2 Aprile, si terranno visite guidate nei luoghi Orsiniani con l'assistenza di esperte guide turistiche; si inizierà da Palazzo Orsini, attuale Palazzo di Città, per passare poi alla Basilica di Santa Caterina con il Suo Chiostro ed il Museo; analogamente a Soleto si terranno visite guidate alla Guglia degli Orsini ed alla Chiesa di Santo Stefano.

Sempre nelle giornate di Sabato e Domenica i Ristoratori del centro Storico di Galatina e di Soleto proporranno agli Avventori ed ai Turisti un Menu con i piatti tipici della tradizione Medievale del Salento, con la consulenza dei Ricercatori e dei Docenti dell'Istituto Alberghiero "A.Moro" di Santa Cesarea Terme; analogamente Docenti ed Alunni dell'Istituto Alberghiero di Santa Cesarea offriranno al Pubblico una dimostrazione dei principali piatti medievali. 

 

L’iniziativa rientra nel calendario di appuntamenti frutto della collaborazione tra il Museo, la Coop. Imago e l'associazione 34°Fuso nell’ambito del progetto MuseoWebLab, vincitore di Principi Attivi 2012.

Il Museo Civico P. Cavoti, situato nel suggestivo Ex Convento dei P.P. Domenicani oggi Palazzo della Cultura, racconta la storia della Città di Galatina. 
A cominciare dalle opere di Martinez del XX Sec. indietro nel tempo fino alla lastra con iscrizione messapica, i vari oggetti formano un panorama nel quale l’opera artistica diventa testimonianza del gusto, delle scelte estetiche e culturali degli autori ma anche del contesto storico di cui è frutto.

Vi aspettiamo muniti di smartphone, tablet, videocamere, fotocamere e tanta voglia di condividere l’esperienza. Con i vostri post, selfies, tweets, video potrete dare libero sfogo alla vostra partecipazione e far rivivere le collezioni.
Gli hashtag da utilizzare sono #invasionecavoti, #museoweblab #invasionidigitali e #Lecce2019.

Con l'invasione del Museo P. Cavoti, aderiamo al programma delle #invasionidigitali di #Lecce2019 per REINVENTARE EUTOPIA.

PROGRAMMA DELL’INVASIONE
h.18.00
Ritrovo presso il Museo e inizio visita guidata

Seguire il percorso museale del Museo Cavoti è come effettuare un viaggio nel passato, alla scoperta della storia della città di Galatina e dell’intero Salento:

Si parte dalla prima sala dedicata agli artisti del XX Secolo ed in particolare a Gaetano Martinez, scultore autodidatta e voce viva e consapevole del dibattito artistico del Novecento italiano, che come scriveva il critico Cozzani “si è provato a scolpire per lo stesso intimo mistero per cui Giotto sulle rocce di Colle disegnava i montoni del suo branco”.
Nella seconda e terza sala si possono ammirare le opere del Fondo Cavoti (XIX sec.) che rendono omaggio al patriota, storico e artista galatinese Pietro Cavoti. La collezione è principalmente composta da bozzetti, disegni e acquerelli che illustrano vari momenti di vita dell’autore e i suoi interessi: si spazia dalle caricature, ai ritratti e ai costumi a lui contemporanei, passando attraverso l’architettura.
La quarta e la quinta sala sono invece dedicate rispettivamente alla scultura antica del XVIII - XVII secolo e ad affreschi, documenti antichi e reperti archeologici del XV secolo.

Chi siamo? 34esimo Fuso è un’associazione che riunisce giovani professionisti del patrimonio culturale, dell’economia e della comunicazione. Questo mix di competenze trasversali permette loro di sperimentare e progettare nuove forme di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale e paesaggistico, delle arti e della creatività.

Cos'è Museoweblab? Museoweblab è un progetto vincitore del bando "Principi Attivi 2012" il cui obiettivo è quello di sperimentare approcci e strategie innovative per la valorizzazione e promozione di piccole e medie realtà museali, attraverso l’uso del web 2.0 e l’adozione della sua filosofia partecipativa.


p.s. Dimenticavo. Io vi racconterò la vera storia di Carlo Mauro, Avvocato e Politico Galatinese dei primi anni del '900. 

Ci sarà da divertirsi. Vi aspetto.
 
Di Marcello D'Acquarica (del 13/11/2012 @ 22:26:48, in I Beni Culturali, linkato 5240 volte)

Noha, 13 Novembre 2012

LETTERA APERTA A:

-Gentilissimo signor Sindaco del Comune di Galatina, Dottor Cosimo Montagna.
-Assessore con delega alle Politiche sociali, alla Cultura e polo biblio-museale, al Diritto allo studio   e servizi scolastici, Prof.ssa Daniela Vantaggiato.

Oggetto:
Istanza riguardante l’attuazione di un  procedimento amministrativo al fine di apporre un vincolo giuridico (finalizzato al loro recupero) dei Beni culturali di Noha.

Gentilissimo Signor Sindaco e Assessore, con la presente, mi faccio carico di riassumere in breve i vari sforzi profusi dai nohani al fine di tutelare e valorizzare i Beni culturali di Noha:

  • Il 12 agosto 2008, su richiesta dei soci del Circolo Culturale Tre Torri di Noha, l’Arch. Giovanni Giangreco, funzionario della Soprintendenza ai Beni culturali della Provincia di Lecce, accetta l’invito di venire a Noha per prendere atto della volontà popolare, volta ad intraprendere la procedura di vincolo su alcuni beni culturali della cittadina, così come previsto dal Codice dei Beni culturali. L’Arch. Giangreco suggerisce la necessità di preparare delle schede tecniche comprendenti i principali dati identificativi dei beni in oggetto. Schede che vengono predisposte e rilegate nel catalogo “I Beni culturali di Noha” a cura del sottoscritto, e stampato a colori per i tipi dell’Editore Panico di Galatina.
  • Il 2 settembre 2009, i soci del Circolo Culturale Tre Torri di Noha, invitano il Commissario Prefettizio di Galatina, dott.ssa  Rosa Maria Simone alla presentazione di questo libro.
  • Il 26 Settembre 2009, in occasione della Festa dei Lettori organizzata, tra gli altri, anche dai “Presidi del Libro” di Noha e dalla “Biblioteca Giona”, viene presentato al pubblico il Catalogo dei Beni culturali di Noha (nel quale sono contenute le schede tecniche dei Beni Gulturali, così come suggerito dall’Arch. Giangreco). Alla manifestazione, che ha luogo nell’atrio del Palazzo Baronale di Noha (e nella quale si esibiscono vari artisti), interviene un folto pubblico. Tra gli interventi s’annoverano anche quelli dell’Assessore Regionale alla Qualità del Territorio, dott.ssa Angela Barbanente  e quello dell’Arch. Giovanni Giangreco stesso.
  • In data 11 gennaio 2010 viene sollecitato un intervento per il recupero tempestivo del bene culturale da tutti conosciuto come “Le Casiceddhre”, sito in Noha (tutt’oggi in totale stato di abbandono e di decadenza), alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e paesaggistici delle Province di Lecce, Brindisi e Taranto, alla diretta attenzione del Responsabile Arch.  Maria Costanza Pierdominici.
  • In data 22 gennaio 2010, mediante lettera Raccomandata A.R., le Associazioni di Noha:  “Circolo Cittadino Juventus”, “Fidas di Noha”,  “Circolo Culturale Tre Torri” e “L’Osservatore Nohano”,  inviano copia del Catalogo dei Beni culturali di Noha (più copie furono consegnate in anteprima all’Arch. Giancreco) chiedendo l’intervento della Soprintendenza, nella persona del responsabile di settore Arch. Maria Costanza Pierdominici.
  • In data 30 Giugno 2010, i cittadini delle seguenti Associazioni: “Circolo Cittadino Juventus”, “Fidas di Noha”,  “Circolo Culturale Tre Torri”, “Parrucchieri Mimì” e “L’Osservatore Nohano”, chiedono all’Amministrazione Comunale di Galatina, ed in modo particolare al Sindaco Dott. Giancarlo Coluccia, di sollecitare la richiesta d’intervento della Soprintendenza della Provincia di Lecce (richiesta già inoltrata dalle suddette associazioni, come detto, con lettera Raccomandata A.R in data  il 22 Gennaio 2010 al responsabile di settore Arch. Maria Costanza Pierdominici).
  • In data 29 settembre 2011, in occasione della Festa Padronale di San Michele Arcangelo, le Associazioni di cui sopra, nonché numerosi esponenti dell’Artigianato nohano, effettuano una petizione popolare in cui vengono raccolte 1471 firme di cittadini per corroborare le istanze rivolte alla Soprintendenza (e rimaste senza esito). Le firme verranno depositate e protocollate presso il Comune di Galatina in data 16 Novembre 2011. Copia delle petizione popolare viene spedita con lettera Raccomandata A.R. a: Presidente della Provincia di Lecce Dott. Antonio Gabellone; Presidente della Regione Puglia Dott. Nichi Vendola; Dirigente per i Beni culturali e  Paesaggistici Dott.ssa Isabella Lapi;
  • Verso la fine del mese di Aprile 2012, si presenta a Noha l’Arch. Carmelo Di Fonzo, in qualità di funzionario della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Province di Lecce, Brindisi e Taranto, senza essere accompagnato da nessun altro esponente della Pubblica Amministrazione (per esempio del Comune di Galatina). L’Architetto Di Fonzo, coadiuvato dall'arch. Adriano Margiotta (volenteroso cittadino galatinese che avrebbe preparato successivamente, sempre su richiesta dell’Arch. Di Fonzo, la seconda tornata di schede), dopo aver effettuato sommariamente un sopralluogo nelle adiacenze di alcuni Beni culturali nohani (osservando chissà cosa e a debita distanza) e tralasciandone la maggior parte, avrebbe richiesto a dei privati cittadini (probabilmente beccati per caso in mezzo alla strada), una ulteriore raccolta di schede dei Beni culturali di Noha (affinché si procedesse al famigerato vincolo).
  • Verso la metà del mese di Luglio 2012, i cittadini privati  menzionati prima, avrebbero inviato  finalmente all’attenzione dell’Arch. Di Fonzo  alcune copie delle schede dei beni in oggetto, come richiesto.
  • In mancanza di alcuna reazione da parte della Soprintendenza e dietro iniziativa del sottoscritto, nel mese di Ottobre appena trascorso, contatto telefonicamente l’Arch. Di Fonzo. Nel corso del colloquio, l’Architetto mi riferisce che il materiale a sua disposizione è incompleto e sollecita ulteriori dati mancanti necessari per la procedura del vincolo. Su mio suggerimento si impegna di analizzare con maggiore attenzione  il Catalogo dei Beni culturali di Noha, di cui mi dice di averne copia.

A questo punto mi chiedo e Vi chiedo, se è giusto che un dipendente dello Stato (o comunque in possesso di incarico) non si faccia vivo (come forse suo dovere), ed attenda invece che sia un privato cittadino, come il sottoscritto, a sollecitare una risposta, qualunque essa sia.
Non pensate che anche i Beni culturali di Noha abbiano un minimo di dignità e dunque, anch’essi, una specie di diritto di cittadinanza? Non trovate deprimente lo scempio infinito cui questi beni vengono sottoposti, prima dai privati proprietari e poi dal pubblico (che dovrebbe limitare un po’ l’ignavia del privato, così come previsto dalla Legge)?
Vi ritengo, gentile Sindaco e Assessore, persone degne di fiducia e attente agli impegni di cui Vi siete fatti carico. Per questo Vi chiedo di incontrarci al più presto, affinché possa meglio spiegarVi lo stato dell’arte del lungo processo che porterà (porterebbe) al vincolo di salvaguardia sui suddetti beni culturali. Sono certo che un Vostro intervento nei confronti della Sovrintendenza accelererà, anzi sbloccherà l’iter che sembra essersi inceppato per chissà quali strampalati marchingegni. Ogni giorno trascorso senza un nostro intervento equivale ad un colpo di piccone alla bellezza, all’arte e dunque al benessere di tutta la collettività.

Distinti saluti

Marcello D’Acquarica

 
Di Antonio Mellone (del 28/11/2013 @ 22:26:06, in NohaBlog, linkato 2749 volte)

Tanto per dirne un’altra, c’è il nostro sindaco (vieni avanti Mimino!) che vuol vederci chiaro, su ‘sta storia delle diossine e dell’aria inquinata che sta riempiendo di tumori gli apparati respiratori, e non solo quelli, della popolazione di Galatina e dintorni. E sembra fare pure la voce grossa, mica bruscolini.

Mi par di vederlo e di sentirlo, mentre con risolutezza detta (o scrive o fa scrivere per inviare) al “giornalista” del quotidiano della famiglia Caltagirone il comunicato sulla necessità di una “rilevazione puntuale attraverso una serie di centraline per il monitoraggio ambientale” sparpagliate sul territorio, per analizzare la qualità dell’aria del suo comune. 

Dunque, se ho ben capito, la panacea dei mali diventerebbe la rilevazione dei fumi e la raccolta dei dati dell’aria che respiriamo. Non la rimozione delle loro cause, note anche ai bambini dell’asilo. Assolutamente no. Insomma il solito guardare al dito che indica la luna.

Ti verrebbe da chiedergli così ex-abrupto (sapendo che non ti risponderà mai): scusami tanto, signor sindaco, ma secondo te e gli scienziati della tua corte un nuovo mega-parco commerciale di appena 26 ettari quadrati da piazzare in mezzo alla campagna di Collemeto migliora o peggiora la qualità dell’aria comunale? Oppure per avere una risposta dovremmo prima impiantare un bel po’ di centraline di monitoraggio anche in contrada Cascioni?

*

Dicono che me la prendo troppo; che la mia è una forma di accanimento terapeutico nei confronti dei malati di “cementite” acuta irreversibile; che è inutile riempire paginate intere di Noha.it e Nohaweb con invettive che non troveranno mai risposta; che “uso” l’Albino ed il suo sito per i miei scopi personali, e altre amenità del genere.

E quali sarebbero questi miei “scopi personali”? Ah sì, i miei interessi privati come la qualità della vita, dell’aria, del territorio, e poi ancora la salvaguardia della bellezza, dell’arte, dei beni culturali. Mi chiedo, perché mai questi luminari a loro volta non usino anzi non “sfruttino” Noha.it per dire la loro (magari sui loro scopi personali), o per aprire un dibattito argomentato e a più voci su questo o quel tema, senza il bisogno di nascondersi dietro le solite minchiate. Temo proprio per mancanza di argomenti, altrimenti non avrebbe senso il detto rem tene, verba sequentur

Invece no, meglio blaterare sotto coperta, spettegolando come tante comari.

Molti (per fortuna non tutti), a cominciare dai nostri ineffabili politici sembrano pronti a classificare il sottoscritto non per quello che scrive, ma per il suo grado di “amicizia” a questa o quella forza politica. Per quanto mi riguarda confermo di non essere amico né vero né falso di nessuno. Quando qualcuno sostiene le mie battaglie, lo sostengo a mia volta; quando qualcuno fa o dice fesserie, lo combatto. Semplice.

Ci sono un sacco di persone che per indole e formazione non hanno commercio d’amorosi sensi con la libertà del pensiero e dell’informazione, e non possono nemmeno lontanamente immaginare che esista invece un cittadino libero, senza padroni né partiti presi, che giudica di volta in volta gli esponenti politici e le loro scelte elogiandoli quando dicono o fanno qualcosa di buono e criticandoli nel caso contrario.

Essendo intruppati ed irreggimentati, questi signori intruppano ed irreggimentano anche gli altri. E non si accorgono che, continuando ad attribuirmi referenti di qua e di là, di sopra e di sotto, non fanno che evidenziare – se ce ne fosse ancora il bisogno - la mia relativa indipendenza (stavo per dire assoluta, anche se il concetto di assoluto non funziona con gli esseri umani).

Cerco, nei limiti delle mie possibilità di stimolare la riflessione, di avere un’occhiata oltre, di non salire sul carro del consenso generale misurato dall’applausometro e dalle ondate di saliva, e di non cavalcare mai le aperture, neppure quelle più promettenti, di chi sta al potere. Insomma denuncio non rinuncio (come purtroppo non fanno molti concittadini spalmati sui loro comodi divani).

Essere di pungolo, però, non significa negare l’evidenza, fare il bastian contrario ad ogni costo, contrastare ogni novità. Significa invece praticare la profezia, con la consapevolezza della difficoltà di farlo hic et nunc.

Questa roba ovviamente, molti la capiranno con il tempo, forse quando sarà troppo tardi (molti altri, invece, mai). Ma non bisogna darsi per vinti.

C’è bisogno di santa pazienza e di tempo, dunque, anche per far digerire questi semplici concetti, e per provare a debellare l’ottusità imperante. Soprattutto quando questa si presenta in giacca e cravatta, e talvolta con tanto di fascia tricolore.

Antonio Mellone

 
Di Albino Campa (del 22/08/2010 @ 22:25:50, in No alla Discarica, linkato 3653 volte)

Eccovi di seguito un articolo di Raimondo Rodia che ci riguarda da vicino, tratto da galatina.blogolandia

Continua ancora la distruzione dell’ambiente e delle campagne galatinesi, dispiace che quello che Antonio Mellone chiama il ” sacco di Noha ” stia avvenendo proprio con un sindaco originario di Noha, eletto dalla frazione con grande giubilo. Tra nuovo comparti artigianali, commerciali e di edilizia civile, riempiremo di cemento le campagne, il resto saranno campi di silicio con il mega fotovoltaico e le pale dell’eolico, come torri di Babele che si stagliano nel cielo del Salento. A questo aggiungiamo nuove fonti di stravolgimento del nostro ambiente, preservato dai nostri antenati e che noi in capo ad un paio di generazioni rischiamo di cancellare definitivamente. Ma torniamo ai nuovi accadimenti e sentiamo le parole di Antonio Mellone. ” Non finiremo mai. Siamo assediati. Ci stanno mettendo nel sacco ancora una volta. Stanno preparando ” il sacco di Noha “. Ebbene non ci crederete ma a Noha abbiamo un’altra emergenza (oltre al fotovoltaico selvaggio in svariati ettari di campagna nohana, oltre all’imminente Comparto 4 e le oltre 50 villette schierate come un plotone d’esecuzione, oltre a tutto il resto). Avete visto il video di Dino Valente su galatina.it a proposito della cava De Pascalis ? Sembra uno spot pubblicitario. L’intervistatore si rammarica pure della burocrazia e dei suoi lacci e lacciuoli, anzichè chiedere regole lacci e lacciuoli anche per il suo bene e la sua salute. Lo sapete che cosa verrà conferito in quella cava, a due passi dall’antica masseria Colabaldi, sito archeologico importantissimo? Di tutto, di più. Leggete l’elenco. Ma andate oltre: dietro quell’elenco c’è un altro elenco invisibile e innominabile, tra l’altro, facilmente immaginabile. Anche se non ce lo dicono ci saranno materiali pericolosi insieme a tutto il resto.Scommettiamo? Pensate che qualche eternit, o qualche altro materiale viscoso “ben chiuso” in qualche bidone, o qualche altra roba da sversare non ci sarà in mezzo alle altre schifezze che verranno portate qui da noi da tutto il Salento ? Suvvia, non cadiamo dalle nuvole da qui a qualche anno con le solite lacrime da coccodrillo. Cerchiamo di anticipare i tempi. E per favore andatevi a vedere il film “Gomorra” (proprio nelle scene delle cave dismesse), se proprio non riuscite a leggere l’omonimo libro di Roberto Saviano. Sappiamo come vanno le cose in Italia e soprattutto qui, nel nostro Sud. Conosciamo bene il senso di responsabilità e la correttezza di molti imprenditori.
E poi perchè tra la roba conferita deve esserci il vetro e la plastica? Non sono, questi ultimi, materiali da riciclare? Andatevi a vedere l’elenco delle cose conferibili (conferibili, ovviamente, a pagamento).
Credono lor signori che noi siamo così fessi da non capire che dietro questa n-esima “scelta ecologica” non ci sia un piano diabolico? Che potrebbe essere questo: guadagnarci ovviamente nell’immediato (i conferimenti da parte delle ditte di tutto il Salento è a pagamento, un tot. di euro a tonnellata). Ma guadagnarci anche e soprattutto nel futuro. Come ? Semplice. Una volta riempita la cava (non ci vorrà mica un secolo, basterebbe un decennio ma anche meno di conferimenti, con la fame di discariche che c’è ) si farà diventare edificabile quella “nuova area”, tra Noha e Galatina. Altro comparto, altra villettopoli. Altro giro altro vincitore, e molti perdenti: noi. Mentre altrove le cave dismesse diventano centri culturali (tipo Le Cave del Duca a Cavallino, sede di concerti e di convegni, o l’area Verdalia a Villa Convento, area di freelosophy, eccetera eccetera), qui da noi diventano l’immondezzaio del Salento. A due passi dalla povera Masseria Colabaldi. Non c’è rispetto nè della storia nè del futuro. Siamo schiavi del presente purtroppo. Manco i barbari permetterebbero certi scempi. Ma noi sì. Bisogna allora avvisare tutti i nohani, ma anche i galatinesi della 167, quelli che abitano nell’intorno della parrocchia di San Rocco, del fatto che anche loro ne sono coinvolti: ne va anche della loro salute. Bisogna far presto. Bisogna far girare queste mail, magari arricchendole con nuove notizie e nuove informazioni. Bisogna far svegliare i nostri rappresentanti (ma dove sono con i loro cervelli in fuga) cercando di far capire loro che con certe scelte e certe decisioni (prese all’oscuro e senza informare preventivamente i cittadini) stiamo andando con gioia verso il disastro. Stavolta annunciato.” Tutto giusto quello che scrive Antonio Mellone nel virgolettato, l’unica cosa da rimproverargli e che questa non è solo la battaglia della gente di Noha e della 167 di Galatina. Questa deve essere la battaglia di ogni cittadino del Salento, che vuole la sua terra ricca e salubre.

Raimondo Rodia

 
Di Redazione (del 03/08/2020 @ 22:25:00, in Comunicato Stampa, linkato 1218 volte)

Nella giornata di domenica 02 agosto, in collaborazione con l’Associazione “NOI Ambiente e Beni culturali” e con l'amico Giancarlo Ballarino abbiamo provveduto ad una pulizia e igienizzazione straordinaria e particolarmente incisiva delle aree giochi di piazzetta “G. Fedele”, “Pietro Antonio Colazzo” di Galatina e “Madonna delle Grazie” di Noha.

Questo per rispondere in maniera perentoria e decisa alle raccomandazioni del Ministero della Salute che ha emanato precise misure di informazione e prevenzione in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19.

Nonostante l’aiuto della stagione favorevole, con l’estate che ci porta a vivere meno in spazi chiusi, i focolai che negli ultimi giorni hanno interessato diversi paesi stanno ad indicare che il virus SARS-CoV-2 è, purtroppo, ancora presente e che se ogni caso non viene tempestivamente arginato l’infezione rischia di tornare ad accelerare.

Gli ambienti frequentati dai bambini devono necessariamente essere particolarmente attenzionati.

Proprio per questo nei prossimi giorni provvederemo a distribuire alle famiglie che frequenteranno le suddette aree giochi prodotti per la disinfezione e detersione delle mani. L'iniziativa “TappiAmo Galatina - raccolta eco-solidale tappi di plastica” è promossa, nell’ambito delle proprie iniziative statutarie volte al miglioramento delle condizioni sociali e culturali degli abitanti di Galatina, dall'Associazione “Virtus Basket Galatina” con sede a Galatina, in collaborazione con la ditta “ECOM SERVIZI AMBIENTALI” di Galatina.

 

 
Di Redazione (del 24/02/2016 @ 22:24:27, in Comunicato Stampa, linkato 1952 volte)

Il Teatro è amicizia, amore, buonumore, diversi sostantivi per comunicare e promuovere la stagione di prosa 2016 che andrà in scena nel rinnovato Teatro Storico Cavallino Bianco, organizzata dalla Città di Galatina in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese (TPP) e con il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT) e della Regione Puglia - Assessorato all’Industria turistica e culturale.

Accade solo a teatro che le emozioni prendano forma” - afferma Daniela Vantaggiato,  Assessore alla cultura della Città di Galatina - “a teatro, perimetro magico delle azioni e dei sentimenti che, come qualcuno ha scritto in questi giorni, appartiene a noi e a chi ci ha preceduti #ilcavallinoèanchemio vorrei dicessero tutti i Galatinesi nel momento in cui andranno a fare l’abbonamento per la Stagione, sì il Cavallino è un luogo, è luogo dell’umanità e dell’anima dei Galatinesi come di tutti coloro che da sempre fanno teatro calcando il palcoscenico o sedendo in platea! Poco importa!”. Accadrà anche al Teatro Cavallino Bianco ed amicizia, amore e buonumore prenderanno vita, diventeranno protagonisti di questa stagione 2016, dove per cinque serate, si aprirà il sipario alle ore 21:00. Dal 26 febbraio al 21 aprile 2016, il palco ospiterà spettacoli di prosa e non solo.

26 febbraio 2016 CANTO… ANCHE SE SONO STONATO con la partecipazione di STONATO BAND & SWING OUT DANCERS. Coreografie Elena Capriati. Stonato Band: Davide Saccomanno - pianoforte, Antonio Di Lorenzo - batteria, Davide Penta - basso, Mino Lacirignola - tromba, Fabrizio Scarafile - sax. Swing Out Dancers: Tiziana Loconsole, Luisa Losito. Regia SAVINO ZABA.

#aggiungiunabbonamentoateatro

Il servizio di vendita degli abbonamenti e dei biglietti è disponibile presso l’Ufficio IAT (via Vittorio Emanuele II, 35 – Torre dell’Orologio) tutti i giorni dalle 09:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 19:00

Il botteghino del Teatro Cavallino Bianco sarà aperto solo il giorno degli spettacoli dalle ore 19:00

 
Di Maria Rosaria Paglialonga (del 13/03/2014 @ 22:23:49, in NohaBlog, linkato 2730 volte)

L'altro giorno avevo mandato una mail ad Antonio per alcuni chiarimenti su quello che sta succendo intorno a noi, a Noha e a Galatina in particolare (a proposito dei nostri beni culturali che stanno andando in rovina, sulla storia del mega-impianto di finto compostaggio che vorrebbero impiantare non so dove, e per sapere se qualcuno si fosse degnato di rispondere, magari in privato, a qualcuna delle sue lettere aperte).

 
Stranamente ha tardato a rispondemi. Son venuta a sapere, dopo, che s'era preso un giorno di pausa per ritornare nella sua Putignano e partecipare così ad una delle ultime sfilate dei mastodontici carri allegorici, che, come noto, in quella città della murgia barese, vantano una tradizione plurisecolare. 
"Vedi?" - gli rispondevo - "anche andare a Putignano senza dar conto agli altri è un lusso che non può permettersi facilmente chi invece è sposato". 
Ho continuato pregandolo di non ribattermi dicendo che volere è potere perchè non è proprio così.
  
Sposarsi e avere una famiglia spesso ti porta a dover dare  priorità a tante altre faccende. Sul matrimonio e su tutto quello che concerne il giorno del sì ci sarebbe tanto da dire, però una cosa è certa: in questi ultimi venti/trenta anni il matrimonio sembra aver perso molto del suo valore reale. 
Oggi sposarsi non sembra essere più sinonimo di amare, di donare, di sacrificare, di sperare, di costruire, di programmare, di rinunciare, di procreare. Oggi il matrimonio in molti casi è una fiction, un giorno da vivere sotto i riflettori. 
Si incomincia a festeggiare già alcuni giorni prima con l'addio al celibato (che poi che ha di celibato visto che oggi gli ziti dormono, mangiano, partono, tornano, fanno di tutto e di più insieme), lui con i suoi amici, che organizzano la serata a base di alcool (manco se dovesse affrontare chissà quale grande prova, come i guerrieri di alcune tribù), e lei che si traveste da coniglietta e insieme alle sue più intime amiche trascorre la serata in un locale prescelto intenta, tra una pizza e l'altra, a scartare pacchettini dal contenuto talvolta osè, ad ascoltare barzellette non riferibili, fino alla conclusione della serata che termina con il taglio della torta rigorosamente OGM (cioè a forma di organo genitale maschile). 
Poi arriva finalmente la vigilia del matrimonio e lo sposo insieme a tutti i parenti va a suonargliela alla sposa, la serenata. Ma perchè non aspettare l'indomani e farlo in privato? Non l'ho ancora capito. Ed è qui che ognuno dà sfogo alla commozione. Il futuro sposo arriva con tanto di fascio di rose rosse cantando l'ultima canzone dei Modà, la sposa, che è in camicia da notte con tanto di bigodini in testa, si affaccia dalla sua camera da letto meravigliata, come se una cosa del genere non se la aspettasse neanche per sogno. Poi arrivano i soliti giochini innocenti per bambini deficienti, il rinfresco (come se i soldi che si spenderanno da lì a poco per la grande abbuffata  non sono già abbastanza) e, a conclusione della serata, i soliti fuochi d'artificio.
 
Ho risparmiato al mio povero interlocutore tutti i dettagli relativi alla giornata del matrimonio, giusto per non togliergli quel minimo di sorpresa se mai dovesse un giorno decidersi al gran passo.
Morale della favola? Oggi dopo un mese marito e moglie incominciano a litigare (non aspettano neanche il settimo anno come succedeva ai miei tempi), e il più delle volte si separano con la scusante che non erano fatti l'uno per l'altro.
E vissero felici e con tanti debiti.

Maria Rosaria Paglialonga

 
Di Antonio Mellone (del 10/10/2013 @ 22:23:08, in NohaBlog, linkato 3217 volte)

Le chicche contenute nella famosa Convenzione siglata tra il Comune di Galatina e la Pantacom , quella che ha dato il via libera al Mega-porco commerciale in contrada Cascioni, non finiscono mai di stupire per la loro numerosità e per la loro ridicolaggine. 

Scorrendone il papiro vergato dagli Attila dei nostri giorni troviamo un’altra cosa strepitosa. Che è questa.
Aprite bene le orecchie, turandovi al contempo il naso: la Fantacom dovrà costruire, oltre a tutto il resto, anche “uno spazio urbano di 150 + 150 mq con servizi, in zona centrale dell’area commerciale integrata destinato ad ufficio artigianato e turismo del comune di Galatina per la promozione del proprio territorio e per la pubblicizzazione dei prodotti locali [sic!]”. E’ scritto proprio così, questa roba non me la sono inventata io.
Questo, signore e signori, è il topolino partorito dalla Montagna: una cir-Convenzione d’incapace deliberata quasi all’unanimità da un consiglio funerale nel corso di un infausto pomeriggio di fine estate 2013.
*
All’interno del Mega-porco avremo, dunque, oltre a tutto il resto (come il “parco urbano” di cinque ettari mattonati), anche un ufficio artigianato e soprattutto turismo. Non lo trovate strabiliante? Di più, sublime?
Immagino già sin d’ora la fila di turisti al box-office artigian-turistico in cerca di un luogo ameno del Salento dove magari fare la spesa per aumentare il nostro Pil (non vedono l’ora, i nostri ospiti).
Non avendone mai visitato uno in vita loro, andranno in cerca di questo misterioso luogo chiamato centro commerciale, come in una sorta di caccia al tesoro, alla ricerca spasmodica di offerte promozionali, parcheggi enormi meglio se a pagamento, parchetto “urbano” [sic!] di 5 ettari incorporato, dove far divertire un po’ anche la prole (povere creature “educate” fin dalla più tenera età all’interno di un ecomostro degno del peggior Jurassic Park, con tanto di fast-food, hamburger, patatine, hot dog e Coca-Cola: il massimo insomma per la salute del corpo e della mente dei protagonisti del nostro futuro).
*
I turisti provenienti da Milano, Torino, Bologna o altrove non vanno mica in cerca delle peculiarità del nostro territorio, della campagna, della natura, del mare incontaminato, della genuinità dei nostri prodotti, dei beni culturali, della cucina casalinga, delle relazioni umane, della nostra storia…
No, signora mia, troppo traumatico: i villeggianti di ogni dove verranno sempre più numerosi in Puglia, e nel Salento in particolare, senza dubbio per godere dei mega-impianti di fotovoltaico in mezzo ai campi, per ammirare le pale eoliche conficcate come una corona di spine nel semicerchio dell’orizzonte rurale, per usufruire dell’aerosol-terapia grazie ai fumi di scarico delle ciminiere o degli inceneritori a chilometri zero (eventualmente made in Colacem), per percorrere le strade a quattro follie che porteranno migliaia di auto a tuffarsi direttamente nel mare di Santa Maria di Leuca (de finibus terrae), per farsi un tour nelle aree artigianali e industriali della provincia possibilmente enormi, abbandonate e piene di discariche a cielo aperto, per trascorrere come sardine in scatola le vacanze nei villaggi turistici prefabbricati direttamente sulle scogliere a picco sul mare (come quello che hanno intenzione di costruire nell’ormai ex-porto Selvaggio), per ammirare i comparti di villette a schiera tutte uguali costruite nelle periferie senza fine delle nostre città. Ma soprattutto per andare a finire a Collemeto, dove troveranno un nuovo megacentro commerciale di 26 ettari pronto ad attenderli a casse aperte.
uiQuQQui, come da tradizione, turisti e autoctoni potranno riempire il loro carrello di una miriade di cose inutili.
Poi, una volta rimpatriati, magari dopo interminabili file, tanta benzina dissipata e tanto tempo sprecato, potranno finalmente dire che si sono divertiti.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 04/12/2015 @ 22:22:45, in Presepe Vivente, linkato 3122 volte)

I trafiletti da inviare a “quiSalento” devono essere concettosi, stringati, lapidari; contenere alcune informazioni essenziali, incuriosire il lettore, indurlo a visitare i luoghi e partecipare alle manifestazioni. Ormai lo so bene per averne scritti e spediti a decine, se non a centinaia, nel corso dei quasi quindici anni di vita di questa bella rivista: brani, articoli, reportage, servizi sul conto di Noha e dintorni, a proposito di eventi, beni culturali, libri, feste patronali, concerti, sfilate, presepi viventi e fiere dei cavalli.

Quest’anno, nel vergare il passo sul prossimo venturo presepe vivente nohano, non son mica riuscito a fermarmi alle solite dieci quindici righe d’ordinanza, tanto che ho dovuto inviare a Marcello Tarricone e alla Cinzia (che è dolcissima e non so come faccia a sopportarmi) una mail che non finiva più. Sì, mi son fatto prendere la mano, sicché temo che i miei amici della redazione dovranno lavorare non poco di lima e forbici per far quadrare i conti dell’impaginazione.

Ma credo di esserne scusato.

Infatti, come fai a non dire che il presepe vivente di questa edizione avverrà in un luogo incredibile nel cuore della cittadina di Noha, un palcoscenico unico al mondo, un piccolo mondo antico che nessuno pensava di poter rivedere, anzi rivivere, chiuso com’è stato fino a ieri da un alto muro di cinta per abbondanti quattro o più decenni?

Come fai a non raccontare dei ragazzi-eroi di questo presepe che sono riusciti finalmente ad espugnare la fortezza, il castello, la torre medievale e il suo ponte levatoio, risvegliando i fantasmi del passato aggrappati alle volte dei secoli?

Non è la prima volta che questi prodi guerrieri rianimano i beni culturali del mio paese, là dove il vento sinistro degli insipienti e degli ottusi ha sempre lavorato per occultarli, denigrarli, seppellirli, anestetizzando le coscienze e la loro voglia di esistenza in vita. E così fu per la Masseria Colabaldi, per le Casiceddhre, per la Casa Rossa finalmente tornate al centro dell’attenzione. E’ inutile dire che la prossima e più ardimentosa sfida sarà il frantoio ipogeo: e nessuno pensi di metterci una pietra sopra.

Ma ritornando al punto. Come si fa a non scrivere che quest'anno il presepe vivo e itinerante di Noha ha fatto cadere i muri di Berlino del mio paese, spalancato porte sante, realizzato un miracolo di Natale, dando ossigeno al parco del Castello, soffocato da rovi e da amnesie umane, considerato come un vuoto a perdere, un cimitero di rovine e ruderi, un reticolo di crepe e rughe fino a ieri?

Finalmente dopo troppo oblio, ripulita da sterpaglie e dai mille segni del suo metodico abbandono, ritorna a svettare orgogliosa più che mai la Torre medievale di Noha (XIV secolo), accompagnata dal suo inseparabile Ponte Levatoio. Torre e Ponte diventano i nostri Romeo e Giulietta, Tristano e Isotta, Paolo e Francesca, con l’augurio che stavolta non si tratti di una tragedia, ma di una Storia di Noha a lieto fine. Basterebbe questo archeo-gruppo scultoreo di beni culturali antichi di rara bellezza per giustificare la visita al presepe vivente 2015.

Il resto dei “fori imperiali” salentini ubicati nel parco del maniero nohano è tutto un susseguirsi di scorci spettacolari (e autentici), come per esempio le cantine con le enormi botti di rovere dove s'invecchiava il Brandy Galluccio, prodotto a Noha e imbottigliato a Martina Franca, fusti manutenuti da esperti maestri bottai gallipolini; la monumentale piscina ovale in stile Liberty, perfetta e aggraziata, ubicata al centro di quest’oasi di verde; la “castelluccia”, vale a dire la torre dell'acquedotto con un bellissimo impianto elettrico dei primi del ‘900, con marmi e pezzi in ceramica utilizzati a mo’ di isolante, e un sistema idraulico di pompe e canali irrigui collegati al pozzo ricco di acqua dolce. Tutto diventa materia da ammirare e studiare, oggetto di osservazione e dibattito, come avviene in un’escursione o in un viaggio didattico.

Al presepe di Noha non mancheranno poi i destrieri (come potrebbero nella “Città dei cavalli”?), ma anche un'infinità di altri animali da masseria, onde il presepe di Noha è rinomato nel Salento per il suo peculiare, nostrano ma anche esotico zoo.

In questa novella agorà, poi, si potranno degustare le pucce con le olive (che verranno prodotte in diretta nei forni allestiti all'interno del presepe) ed altre specialità culinarie nohane: dalla pasta fatta in casa alle pittule calde calde, dai panini farciti ai dolci natalizi prodotti dalle nohane, e ci si potrà scaldare con un bicchiere di vin brulé, rifocillarsi con i formaggi, i latticini, le olive sotto-sale, i pomodori secchi, i peperoncini piccanti, gli schiattuni de cicora, le noci locali e le altre leccornie da campo e da fattoria rigorosamente Noha-Dop, offerte nelle osterie del presepe.

Ultima chiosa. A Noha non esistono i mestieri “di una volta”, ma “di questa volta”: occupazioni, attività, professioni che fortunatamente continuano ad essere esercitati da un gran numero di artigiani-artisti locali, che vanno dallo scalpellino della pietra leccese al falegname, dal produttore di piatti e pignatte di terracotta alla ricamatrice al tombolo, dal maniscalco al calzolaio, dal contadino al pastore, dal casaro al sellaio, dalla ricamatrice al seggiolaio...

Nel presepe vivente di Noha non esistono comparse, ma solo protagonisti: i quali, per indole e formazione, non recitano mai una parte imparata a memoria, ma semplicemente vissuta tutti i giorni dell'anno. Inclusi, a questo punto, anche quelli delle feste comandate.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 31/01/2017 @ 22:22:22, in NohaBlog, linkato 2000 volte)

Che ingenuo che sono. Pensavo che il capitolo del mega-porco (come fai, signora mia, ad appellarlo mega-parco commerciale) e dunque della violenza che si vuol perpetrare con altro cemento nell’amena campagna di Collemeto fosse archiviato una volta per tutte.

Mi sbagliavo di grosso. Pare che navigatori sotterranei conto terzi, con tanto di attendenti di complemento, stiano ancora brigando per riportare all’ordine del giorno questa “opportunità anticrisi”.   

Da qui a qualche tempo temo che si sarà costretti ancora una volta a sentirne parlare enfatizzando - di un centro commerciale - le magnifiche sorti e progressive in termini di “volano” e “ricadute” per l’occupazione di chi di speranza vive e dunque per definizione disperato muore.

Anzi il centro commerciale  (un centro in periferia: vai a capire certe elucubrazioni) diventerà un must dei programmi elettorali della solita solfa di “novelli” “politici” (virgolette a novelli e a politici), i quali stan facendo di tutto per far finire Galatina in una discarica a chilometro zero. E, viste le teste mosse in continua annuenza, con molte probabilità di vittoria.

Ma santo cielo, come si fa a far capire che, come già ampiamente documentato, la Pantacom srl è la società a responsabilità limitatissima, oltretutto inattiva, che - secondo la lettura dei dati di bilancio che si evincono da una recente visura camerale, sostanzialmente identica a quella di un paio d’anni fa - dal punto di vista finanziario, patrimoniale e commerciale ha lo stesso valore del due di picche con briscola a denari, ergo assolutamente non in grado di dare al Comune di Galatina uno straccio di garanzia (lemma ignoto, quest’ultimo, alle parti in causa) sui suoi megagalattici business-plan, redatti, pare, con i piedi.

Come arcinoto anche agli svampiti di professione, la Pantacom è una società della galassia Perrone, la famiglia del sindaco più amato dai suoi sudditi leccesi (contenti loro) e presumibilmente anche da molti galatinesi, inclusi molti personaggi politici di chiara fama (e, vista la stazza di certi candidati a sindaco, anche di chiara fame) che s’accingono ad occupare o a rioccupare lo storico palazzo Orsini - edificio che sarebbe ormai il caso di ribattezzare più opportunamente “Del Balzo”. Del balzo in avanti, s’intende. Nella cava.

Il tutto con la benedizione “urbi et orbi” del Quotidiano locale sul quale ‘sine ira et studio’ (e soprattutto ‘sine studio’) si è usi leggere veri capolavori di letteratura horror altrimenti detti comunicati-stampa, prontamente pubblicati dalla redazione, evidentemente in mancanza d’altro e soprattutto di giornalisti. Degli ultimi recenti pezzi sulla Pantacom vi racconterò la prossima volta.

*

In questa povera città né sindaci né commissari riescono a proferire un NO secco ed incontrovertibile alle sirene d’Ulisse. Non ce la fanno proprio. E’ più forte di loro. Voglio sperare solo per mancanza di coraggio e soprattutto di basi culturali fondate sul sacrosanto principio dello “STOP AL CONSUMO DEL TERRITORIO”, e non per servilismo o peggio ancora per cointeressenza in questa colossale speculazione fondiaria e immobiliare che, se non fosse pericolosa, anzi tragica, somiglierebbe tanto ad una buffonata.

Povera Galatina, un tempo città d’arte, con la benedizione dei tuoi abitanti belli-addormentati-sul-divano, ti stai vieppiù trasformando giorno dopo giorno in una città del cemento e delle chiacchiere da bar sport.

All’interno delle tue mura si continua ancora oggi a blaterare di contrada Cascioni, di padroni, di circonvallazioni, di capannoni, di milioni. I soliti paroloni cogli ‘oni’.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 19/09/2014 @ 22:21:40, in NohaBlog, linkato 2220 volte)

Vi ho già detto che nei giorni scorsi un cervello in Congedo assiso in consiglio regionale se n’è uscito con la grande nefandezza di un altro porto turistico idruntino nuovo di zecca. Ci mancava giusto questo ennesimo intervento dell’uomo per il completamento del secondo sacco di Otranto dopo quello del 1480 per mano dei turchi.

La Grande Opera dello sbancamento di un po’ di chilometri di scogliera inizierà così, con qualche chilo di dinamite, giusto qualche migliaio di camionate di cemento per la creazione di una bella piattaforma grande quanto un paio di stadi di calcio, l’asfalto di una strada a quattro corsie in grado di collegare il morto turistico alla nascente S.S. 275, rotonde qua e là quanto bastano, un po’ di villette a schiera da vendere a peso d’oro (che non guasta mai), un bel centrone commerciale stile Pantacom (benedetto ormai dal Patto del lazzarone PD-PDL-PRC), qualche frasetta sulla “scarsa significatività” della flora e della fauna interessata (con tanto di firma del professorone universitario di turno prezzolato a suon di mazzette e visibilità), paginate intere del “Quotidiano di Lecce” inneggianti al nuovo investimento, l’irrisione alle paranoie di quei quattro ambientalisti fissati e sfigati: ed ecco bell’e pronto un faraonico mega-porco turistico in grado di fungere da “volano per lo sviluppo” e di creare “ricadute occupazionali” a bizzeffe. Non è fantastico?

*

E poi, per finire, perché non innaffiare il tutto stappando una bella bottiglia di petrolio adriatico? Massì, visto che trivelleranno pozzi petroliferi in Croazia, Montenegro ed Albania, sarebbe d’uopo impiantare anche un paio di piattaforme a chilometri zero nelle acque territoriali di nostra pertinenza (sicché anche noi avremo così tanto petrolio che riusciremo a soddisfare le esigenze nazionali per ben due mesi). Tanto c’è lo “Sblocca Italia” a dar manforte al tutto, in barba ad ogni eventuale parere contrario e soprattutto grazie al silenzio-assenso da parte delle povere Sovrintendenze ai beni architettonici e culturali, deputate, appunto, al silenzio.

In effetti ad Otranto mancavano giusto le grandi navi per l’inchino (vuoi mettere la soddisfazione?), ed un nuovo panorama: in quattro e quattro otto si passerà dai monti dell’Albania alle montagne russe, costituite da tralicci, piloni, trivelle, sonde, e tante belle Costa Concordia.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 02/12/2012 @ 22:20:46, in NohaBlog, linkato 3344 volte)

Nonostante qualche titubanza iniziale, e qualche maldestra operazione matematica di sottrazione, anche quest’anno il presepe vivente presso la Masseria Colabaldi di Noha verrà allestito dagli stessi ragazzi che ebbero per primi l’idea e la voglia di far rivivere, seppur per qualche giorno, uno dei beni culturali nohani da decenni in balia di sterpaglie e menefreghismo.
Il “gruppo Masseria Colabaldi”, già da tempo al lavoro per la terza edizione del più bel presepe vivente (anzi presepe vivo) di Puglia vorrebbe render noto ai cittadini che la masseria è aperta a tutti coloro che vorranno aderire alla manifestazione sia nelle vesti dei figuranti che in quelle di collaboratori del disegno, dell’organizzazione, e della realizzazione del presepe nohano.
Sarebbe bella una partecipazione corale di tutti gli esponenti della nostra società civile, senza alcuna esclusione o distinzione “di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” [art. 3 Cost.].
Vangelo e Costituzione, come dice don Andrea Gallo, dovrebbero essere le nostre due bussole. Anzi le nostre due stelle comete. 

Antonio Mellone

P.s. S’era sparsa una voce in giro secondo la quale alcuni uomini di buona volontà avrebbero voluto allestire un presepe presso la casa rossa. Secondo il nostro modesto parere – già altre volte ribadito – sarebbe stupendo, meraviglioso, inedito, un motivo di attrazione particolare in più per Noha. E poi in quei dintorni sembra esserci già tutto l’occorrente. Perfino il palazzo di Erode.

 
Di Antonio Mellone (del 27/01/2024 @ 22:20:41, in NohaBlog, linkato 283 volte)

Nossignore, nel titolo di questo pezzo non c’è alcun refuso tipografico. La sostituzione di consonante ad “autonomia” che ha poi prodotto “autotomia” (la quale, come noto, è la capacità di alcuni animali di auto-mutilarsi - ma almeno loro lo fanno per scopi di sopravvivenza) è puramente causale, ed è riferita all’ennesimo siluro lanciato fresco fresco ai danni di quella che fu la nostra Carta Costituzionale, questa volta sotto forma di DDL (disegno di legge) che per caso porta il nome dell’odontoiatra bergamasco divenuto inopinatamente - e purtuttavia per la terza fiata nel corso del presente XXI secolo - ministro della Repubblica: a questo giro addirittura “Per gli Affari Regionali e le Autonomie”.

Del noto giureconsulto si ricordano, in ordine sparso, il suo primo matrimonio in rito celtico (immagino con la benedizione di Odino e i brindisi a sidro al posto dello spumante); una legge elettorale poi bocciata in più parti dalla Consulta e guarda un po’ definita Porcellum, chissà quanto in suo onore; la brillante uscita su una ex-ministra di colore (“Quando vedo le immagini della Kyenge non posso non pensare, anche se non dico che lo sia, alle sembianze di un orango” [sic]), per dire dell’apertura mentale del personaggio; il famoso lanciafiamme per “incenerire 375 mila leggi inutili” allorché ricopriva il ruolo di ministro “Per la Semplificazione”, a proposito di Numeri Immaginari e di sortite folkloristiche; e numerose ulteriori varie ed eventuali.

Ma stavolta il problema principale non è mica il soggetto, ma l’oggetto. E a onor del vero v’è da aggiungere il fatto che ogni “riforma” che ne abbia rimaneggiato il testo in vigore dal 1948 si è comportata di fatto da proiettile esplosivo in grado di annientarne uno o più principi fondamentali, dico sempre della Costituzione: inclusa per esempio la modifica del suo titolo V avvenuta nel 2001 per le mani – o per i piedi – della sedicente sinistra ovvero diversamente destra allora al governo, poi sigillata dal 64% circa di Sì al referendum costituzionale, al quale, per la cronaca, partecipò più o meno il 34% degli aventi diritto al voto. Non so perché a tal proposito mi viene in mente la monaca di Monza del Manzoni con i suoi ripetuti Sì, e il successivo inesorabile “la sventurata rispose” (ovviamente ancora una volta di Sì), per dire quanto forse sia ormai complicatissimo innescare la retromarcia, e quanto, paradosso per paradosso, sia purtroppo vera l’asserzione secondo la quale chi ora è contro l’Autonomia Differenziata è contro la Costituzione.

È quel “novello” titolo V dunque la vera fonte del diritto del suddetto DDL dedicato all’Autonomia Differenziata, istituto giuridico del tutto ignoto dal punto di vista teorico alla stragrande maggioranza degli italiani e ai loro rappresentanti: i quali tuttavia presto recupereranno lezioni ed esami, imparandone a menadito gli effetti dal punto di vista empirico, vale a dire sulla propria pelle. E non parlo tanto delle continue espropriazioni di ogni genere subite dal meridione del Paese (che notoriamente partono da lontano, come minimo dai tempi della cosiddetta Unità d’Italia, e che continueranno d’ora in poi a ritmi più serrati grazie al minestrone in cottura, sicché i diritti reali dei cittadini varieranno in funzione della residenza anagrafica), quanto piuttosto della mortificazione del ruolo del Parlamento e quindi del dibattito politico, e soprattutto dell’impossibilità pratica di gestire le ventitré materie, e le centinaia di sottocategorie oggetto della prevista “contrattazione tra centro e periferia”: temi che vanno dai rapporti internazionali con l’Unione Europea al commercio con l’estero, dalla tutela e sicurezza del lavoro al governo del territorio, dalla produzione di energia alla salvaguardia della salute, dalla valorizzazione dei beni culturali all’alimentazione, dal sistema tributario all’organizzazione della giustizia di pace, dalle norme per l’istruzione alla tutela dell’ambiente e dei beni culturali. Il tutto “a invarianza di bilancio”, vale a dire a saldo zero: che tradotto in soldoni significa senza spendere una lira in più rispetto a prima.

Immaginiamo già sin d’ora la gioia delle regioni più povere pronte, come neoliberismo comanda, alla concorrenza con le regioni che han gettiti fiscali tre/quattro volte superiori, e che dunque per rendere “attrattivi e competitivi” i rispettivi territori, o semplicemente per poter racimolare qualche euro in più per la loro stessa (temporanea) sopravvivenza, consentiranno trivelle, pale eoliche e campi di fotovoltaico in terra in mare e in cielo, accoglieranno a braccia aperte le scorie nucleari di vicini e lontani, creeranno Zes (cioè paradisi fiscali) in favore di cani e porci d’oltre confine (regionale). in compenso aumenteranno le tasse agli indigeni, ridurranno a zero le superstiti tutele ai lavoratori locali in uno con l’introduzione delle gabbie salariali, chiuderanno ospedali appellandosi al loro “riordino” e allungheranno le già chilometriche liste d’attesa, sdemanializzeranno quel che resta dei beni pubblici un tempo inalienabili e imprescrittibili, e inviteranno a nozze i novelli colonizzatori da ogni dove.

Quanto ai Lep (livelli essenziali delle prestazioni) e, specie nel campo sanitario, ai Lea (livelli essenziali di assistenza), tranquilli: è tutto studiato a tavolino per l’ottima riuscita della suddetta Autotomia. Ma non specifichiamo di cosa.

[Articolo apparso su: il Galatino, anno LVII, n.2, 26 gennaio 2024]

Antonio Mellone

 

Incontro con Antonio Mellone, fondatore de L’Osservatore Nohano

Come è stato il 2011 per la nostra Galatina e qual è la tua speranza per 2012?

Queste le domande fatte al collega Antonio Mellone, direttore de L’Osservatore Nohano.

<L’Osservatore Nohano, la rivista on-line del sito www.noha.it, di cui sono stato editorialista nonché uno dei fondatori (ma non “il direttore”: figura che non è mai esistita per questo periodico atipico e un po’ clandestino) ha cessato di esistere lo scorso 9 gennaio 2012, dopo un lustro di nove uscite mensili puntuali come un orologio svizzero.

Abbiamo deciso di smettere per scelta strategica, pensando che L’Osservatore Nohano avrebbe forse dato più fastidio da morto che da vivo. Ciò detto, ribadisco il fatto che il sito noha.it continua ad essere vivo e vegeto e ricco di contenuti. Anche attraverso questo sito (il discorso vale anche per gli stupendi ed utilissimi siti di Galatina, che consulto ogni giorno) si può riuscire a scorgere nella vita quotidiana locale molti elementi di generalità ed universalità.

Dunque, caro professore Contaldo, qui non parlo che in veste di direttore di me stesso, o - il che è lo stesso - di cittadino. Dovremmo capire una buona volta, cioè, che la vera autorità locale non è il sindaco, o il parroco, o il vescovo, o il direttore della posta o della banca, o l’onorevole di turno, o il direttore di un giornale, o il capo di un partito, o un consigliere comunale o regionale, eccetera eccetera; la massima autorità dovrebbe tornare ad essere il Cittadino (scritto finalmente con la maiuscola) dal quale tutte le (ormai ex) autorità summenzionate dovrebbero sentirsi i dipendenti. Concetto scontato soltanto a parole; un po’ meno nei fatti.

Non c’è unto dal Signore che tenga, né un leader al quale affidare il futuro e noi stessi. La parola leader, si badi bene, è un insulto per il popolo. Non dovremmo aver bisogno di leader o di eroi! Guai seri sarebbero per quel popolo che si affidasse al leader, che poi inevitabilmente si trasforma in padrino locale, anzi in caporale locale. E noi non abbiamo bisogno di caporali, ma di Uomini!

Ognuno è responsabile di se stesso e verso la società. Basta con il velo sugli occhi, con la deferenza, con il servilismo sciocco, con le nebbie dell’incenso, col timore reverenziale, con il belato caprino o ovino, con la paura della verità.        

Ma, caro professore, veniamo al dunque, alle risposte, cioè, alla sua domanda sul nuovo anno, sul nuovo che avanza (sperando di non imbatterci nel vecchio che è avanzato). Per questioni di spazio mi limito a guardare avanti più che fare un bilancio dell’anno testé passato, evidenziando cosa mi aspetto e cosa auspico per me e per gli altri concittadini.

Galatina, la più bella terra del mondo, sta attraversando ormai da un decennio una stagnazione politica terribile, che si riflette ovviamente nel campo sociale ed economico. E’ dunque giusto e pio che il Cittadino apra finalmente gli occhi, si svegli dal torpore, diventi parte attiva delle scelte politiche, e, smettendo di essere allergico al nuovo, faccia finalmente piazza pulita - attraverso una X apposta sulla scheda elettorale - di faccendieri, miopi arrivisti, millantatori, navigatori sotterranei conto terzi, malati di logorrea, protagonisti di batracomiomachie e zuffe da pollaio. Qui non si richiede quella corbelleria meglio conosciuta come “ricambio generazionale” (in quanto si può essere giovani a ottant’anni e rincoglioniti a venti), ma, magari, una discontinuità di volti e soprattutto un ricambio di vocabolario. Abbiamo bisogno di una nuova grammatica dello stare insieme, e un nuovo linguaggio che aborra, ad esempio, lemmi della serie: “apparentamento”, “ricaduta elettorale”, “visibilità”, “personalismo”, “vertice di maggioranza”, “poltrona”, “appoggio esterno”, e soprattutto quel luogo comune triviale, anzi quello slogan volgare che è la “politica del fare”…

Detto questo, aggiungo anche che non basterebbero uno o più politici virtuosi per il riscatto di Galatina, Noha, Collemeto e Santa Barbara. Infatti non sempre succede che un uomo pubblico virtuoso riesca a rendere virtuosa la propria città; ma è certo invece che una città virtuosa sa esprimere sempre uomini politici virtuosi. E i cittadini virtuosi sono quelli che si chiedono cosa possono fare per la comunità e non cosa la comunità possa fare per loro.

Dunque bisogna capire che le parole sono importanti, ed è arrivato il momento di impadronircene. Non si capisce perché ultimamente gli arroganti sono diventati intraprendenti; i buffoni, simpatici; i delinquenti, furbi che sanno stare al mondo; i cinici, intelligenti; né si comprende, per contro, perché gli onesti sono diventati fessi; i coraggiosi, visionari; e gli intransigenti, noiosi moralisti.

Serve un nuovo linguaggio comunitario (e laico) che parli finalmente di tutela del territorio, di risparmio energetico, di micro-generazione di energia, di valorizzazione dei beni culturali, di recupero e riciclo delle risorse, di sviluppo sostenibile e quindi anche di decrescita felice, di ristrutturazione del patrimonio edilizio piuttosto che di cementificazione…

A Galatina serve più aria pura e meno CDR, più libri e meno televisione, più conflitti e meno interessi, più centro antico e meno centri commerciali, più passeggio pedonale e meno auto, più incontri pubblici e meno isolamenti casalinghi, più autoregolamentazione e meno divieti (una cittadinanza culturalmente evoluta, ad esempio, non va in giro nel centro storico - ma anche in periferia - in automobile, quando invece può benissimo andare a piedi o al più in bicicletta, e senza il bisogno di vincoli o proibizioni).

Questo auspico per il nuovo anno. Non so se questo sia chiedere troppo.

Va bene, allora, se concludo dicendo che illudersi è pericoloso, mentre sperare obbligatorio?>>

Virgilio Contaldo

 
Di Redazione (del 31/05/2015 @ 22:19:20, in Necrologi, linkato 7014 volte)

L’ultima volta è stata a metà aprile di quest’anno, eravamo a casa di Marcello a festeggiare insieme ad altri amici il sessantesimo genetliaco del padrone di casa (compagno di classe di Roberto).

“Ehi, Roberto comu sciamu?”. “Tocca dicimu sempre boni, Antonio” - mentre mi stringeva forte, come al solito, la sua mano.

Ma sapevamo entrambi che era molto duro resistere contro quel male che sembra non voglia più risparmiare nessuna famiglia di Noha, anzi salentina. Eppure era incredibile l’energia che Roberto metteva in ogni cosa, nonostante tutto.

Io, a dire il vero, ho sperato fino in fondo e fino all’ultimo che ce la facesse: ero, come dire, fiducioso più che nelle cure degli oncologi nel coraggio, nella forza d’animo di quest’uomo e nei “metodi naturali” adottati con determinazione.

Sì, perché Roberto aveva una sua teoria sulla cura del male: “Devi essere più forte tu. Nun hai fare cu te cumanda iddhru. E poi devi mangiare molta verdura, i legumi e gli altri cibi naturali, devi stare sempre in movimento”. E questa, a ben vedere, non è mica una politica strampalata: è risaputo, infatti, che il sistema immunitario risente eccome dell’amore per la vita, e si comporta di conseguenza.

Io penso che se Roberto non avesse lottato così strenuamente, non avesse continuato a coltivare il suo orto, a dare una mano a Pietro in quella che è sempre stata la sua autocarrozzeria, e se non avesse avuto voglia di girare senza sosta alla scoperta delle piccole cose di cui meravigliarsi ancora, di godere delle amicizie, dell’amore di Lucia e dei suoi ragazzi, di partecipare alle manifestazioni organizzate da “I dialoghi di Noha” (l’ultima delle quali al centro Polifunzionale di piazza Menotti non più tardi di giovedì 8 gennaio 2015 avente per tema, guarda un po’, “Le radici del nostro benessere o malessere”, raccontandoci, con la sua presenza, la sua storia) probabilmente ci saremmo dovuti salutare qualche anno fa. Ma ci saremmo persi i suoi insegnamenti, anzi le ultime “lezioni” impartiteci da quest’uomo dalla cattedra più importante che esiste: l’esperienza.

*

I ricordi ora si accavallano, si rincorrono, s’intrecciano, e io in questo momento non ho la lucidità di descriverli con ordine in queste righe. Ma come si fa a non ricordare qui il suo entusiasmo da bambino mentre con l’aiuto del suo Gianpiero issa con orgoglio il pesante menhir di Noha scoperto da P. Francesco D’Acquarica nel terreno di Santu Totaru? E come non ringraziare Roberto per aver collaborato con Marcello “prestandogli” la sua officina, oltre che la sua consulenza e le sue mani esperte, per la pulizia e la messa a nuovo del marchingegno dell’orologio della torre pubblica di Noha (ora conservato presso le scuole di via degli Astronauti)? E come dimenticare la sua partecipazione attiva alla giornata ecologica di domenica 23 novembre 2014, lui in prima fila in contrada Scorpio insieme agli altri volontari armati di sacchi e di buona volontà pronti a ripulire i bordi delle strade dai rifiuti abbandonati dalla stupidità umana?  

Questo era Roberto, una miscela di passione e generosità, attenzione e delicatezza per il suo paese: un vero monumento umano, un novello menhir di Noha.  

*

Pensavo che bel paese è Noha che, nonostante tutto, non si sa bene da dove né come, riesce ancora a partorire degli angeli laici, anzi dei Serafini come il nostro beneamato Roberto.

*

Dai Roberto, appena arrivi in paradiso organizza un bel convegno, così gli altri ti guardano e imparano come si fa: lì sicuramente saranno più attenti di noi ai beni culturali e alla tutela di madre natura (ché quaggiù, su queste cose, spesso facciamo orecchio da mercante).

Però, per favore, insisti anche con noi. E continua ad insegnarci, anche da lassù, che non importa essere vincenti, ma invincibili. Come lo sei sempre stato tu.

Antonio Mellone

 * *

Condoglianze da parte della redazione di questo sito a Lucia, Gianpiero e Graziana, agli altri parenti, agli amici e alla comunità tutta di Noha.

Noha.it
 
Di Marcello D'Acquarica (del 01/03/2013 @ 22:17:45, in I Beni Culturali, linkato 3129 volte)

La telenovela dei famigerati Beni culturali di Noha continua. Mi sembra una di quegli sceneggiati a puntate degni della nostra televisione, così ancor oggi incredibilmente seguita (v. don Matteo). Per giunta gratis, senza cioè l’incombenza canonica di alcuna tassa da pagare per i servizi.

Ci mancherebbe che ci chiedessero di pagare pure il canone, visto che i servizi li vediamo solo nel senso deleterio dell’espressione (“ci hanno fatto proprio un bel servizio”). Di fatto ogni volta che noi abbiamo indirizzato delle domande in merito ci è stato risposto: “Adesso tocca a voi!”

Così, come un fulmine a ciel sereno, è giunta al Circolo Culturale Tre Torri di Noha, da parte della Soprintendenza della Regione e della Provincia (non sia mai che qualcosa ci pervenga dal Comune di Galatina) la risposta alle tante domande che ci siamo fatti e che abbiamo rivolto a lor signori\e nei tempi dei tempi.

Di recente, nel mese di dicembre 2012, su questo stesso sito, abbiamo condiviso una lettera aperta indirizzata al Sindaco e all’Assessore alla cultura in cui si elencavano, punto per punto, le innumerevoli richieste inerenti i nostri beni culturali e rivolte all’attenzione della Soprintendenza.

Chissà a quale delle domande della lettera aperta hanno pensato di rispondere i mandatari della missiva recapitataci (e che di seguito alleghiamo)? Ma non è questo il punto, l’importante è che lo abbiano fatto. La cosa più sconvolgente è che la risposta sembra priva di senso logico per almeno due ragioni.

Nella lettera identificata con il n. di protocollo 000417, e che alleghiamo di seguito, leggiamo infatti:

Si riscontra la nota in oggetto e si rappresenta che la Regione, nei passati cicli di programmazione è stata fortemente impegnata in una azione di supporto e sostegno delle amministrazioni locali per il recupero, la conservazione, la riqualificazione e la fruizione del ricco e qualificato patrimonio culturale diffuso nel territorio. Sia attraverso lo strumento degli Accordi di programma quadro (delibere Cipe 142/99; 17/03; 20/04; 35/05; 3/06), per quanto riguarda la programmazione di Fondi FAS, che per il tramite delle varie azioni del PPA dell’Asse IV, linea 4.2.1. del PO FESR 2007-2013, sono state erogate risorse a beneficio di complessi monumentali di pregio, teatri storici, aree archeologiche, musei e biblioteche.

La parte evidenziata (a noi così giunta), sembra quasi voler sottolineare il fatto che, essendo già state erogate le risorse, qualcuno se ne guardi bene di richiederne delle altre. Come d’altronde viene specificato chiaramente tre righe dopo nella lettera stessa.

Ora ci viene spontanea la domanda: “Come e da chi sono state erogate e consumate le risorse di cui si parla in questa lettera?”.

Secondo punto o dubbio. Nella letterina di Natale pervenutaci si parla di “stato di avanzamento della progettazione che consenta di valutare il programma di fruibilità pubblica del bene”.

Di cosa parlano? Esiste, dunque (a nostra insaputa) una progettazione di fruibilità dei nostri beni in cui qualcuno s’è impegnato? E per quale ragione, se così fosse, i cittadini di Noha ne sono tenuti all’oscuro?

Non ci sembra di aver mai chiesto soldi o progetti ai Dirigenti firmatari del protocollo Regionale, dott. Mauro Paolo Bruno e Avv. Silvia Pellegrini, ma semplicemente un vincolo giuridico affinché quei beni siano salvaguardati da qualsiasi atto vandalico o eventuali progetti pseudo-legali. Inoltre, visto che la suddetta comunicazione protocollata (per la quale si sono scomodati i Dirigenti sunnominati e il Presidente della Provincia di Lecce), è stata inviata all’attenzione del Signor Sindaco del Comune di Galatina, di  cui siamo riconosciuta periferia, saremo degni questa volta di un Suo interessamento? Oppure la puntata si chiuderà con l’ennesima calata del sipario sul mistero dei Beni culturali di Noha?

Marcello D’Acquarica

iconLettera

 

Il GAL Valle della Cupa srl, nell’ambito del PSR 2014-2020 Misura 19 "Sostegno allo sviluppo locale LEADER" Sottomisura 19.2 " Sostegno all'esecuzione nell'ambito degli interventi della strategia" ha pubblicato il BANDO Azione 2 - Creazione e sviluppo di impresa per rafforzare l’offerta di servizi di turismo esperienziale, accoglienza ed ospitalità Intervento 2.2 - Pacchetto multimisura per l’avvio di nuove pmi extra agricole

(BURP n. 78 del 11 Luglio 2019)

SOGGETTI BENEFICIARI

Microimprese e piccole imprese, persone fisiche che avviano nuove attività extra-agricole, nelle aree rurali, presentando un progetto di diversificazione, nell’ambito dei servizi turistici, attività artigianali e attività agroalimentari.

ATTIVITÀ FINANZIABILI

Investimenti a sostegno di processi di qualificazione delle aziende non agricole per favorire la creazione di nuovi servizi turistici a supporto dello sviluppo del turismo esperienziale.

Le imprese dovranno far riferimento ai seguenti comparti:

1. Servizi turistici: guide turistiche, noleggio di attrezzature sportive e ricreative, noleggio biciclette, noleggio di altre attrezzature sportive e ricreative, altri servizi di prenotazione e altre attività di assistenza turistica non svolte dalle agenzie di viaggio, attività delle guide e degli accompagnatori turistici, attività creative, artistiche e di intrattenimento, attività di biblioteche, archivi, musei ed altre attività culturali, altre attività di intrattenimento e divertimento non altrove classificate, attività di organizzazioni che perseguono fini culturali, ricreativi e la coltivazione di hobby, ecc;

2. Attività artigianali: terracotta, legno, ferro battuto, pietra leccese, ricami, cuoio ed eventuali altre attività artigianali della Vdc che realizzino un prodotto finito;

3. Attività agroalimentari: trasformazione e commercializzazione prodotti tipici.

TIPOLOGIA DEGLI INVESTIMENTI E COSTI AMMISSIBILI

Per l’avviamento: Non sono previsti costi ammissibili.

Per lo sviluppo aziendale:

• Ristrutturazione ed ammodernamento di beni immobili necessari per lo svolgimento delle attività anche in termini di accessibilità ai diversamente abili;

• Modesti ampliamenti, nell’ambito di opere di ammodernamento o ristrutturazione dei fabbricati, necessari esclusivamente per gli adeguamenti tecnologici e igienico-sanitari, di volumi tecnici e per l’eliminazione delle barriere architettoniche;

• Sistemazione delle aree esterne che interessano l’attività;

• Acquisto di arredi e di attrezzature per lo svolgimento di attività;

• Acquisto o sviluppo di programmi informatici e acquisizione di brevetti, licenze, diritti d’autore, marchi commerciali;

• Spese generali ammissibili fino ad un massimo del 12% dell’investimento.

TIPOLOGIA ED ENTITÀ DEL SOSTEGNO PUBBLICO

Il pacchetto, oltre a finanziare aiuti all’avviamento di nuove attività, comprende l’aiuto in conto capitale nei limiti di seguito stabiliti:

a. Per l’avviamento: l’aiuto sarà corrisposto nella forma di un premio di € 10.666,67 per le PMI extra agricole. L’aliquota di sostegno è pari al 100%;

b. Per lo sviluppo aziendale:

Il sostegno sarà concesso nella forma di contributo in conto capitale pari al 50% della spesa ammessa al beneficio. E’ previsto l’investimento minimo di Euro 30.000,00. La spesa massima ammissibile per ciascun intervento è pari a Euro 42.000,00.

CONDIZIONI DI AMMISSIBILITÀ

Tra le altre, la presentazione di un piano aziendale contenente elementi minimi, come specificato nel bando ed il raggiungimento del punteggio minimo di 30 punti, così come previsto dai criteri di selezione.

LOCALIZZAZIONE INTERVENTI

Esclusivamente nell’area territoriale di competenza del GAL VALLE DELLA CUPA S.R.L. (Comuni di Arnesano, Cavallino, Lequile, Lizzanello, Monteroni di Lecce, Novoli, San Cesario di Lecce, San Donato di Lecce, Galatina, San Pietro in Lama, Squinzano, Surbo, Trepuzzi).

RISORSE FINANZIARIE MESSE A DISPOSIZIONE

Spesa Pubblica totale: Euro 760.000,00

Scadenza per il rilascio della domanda di sostegno sul portale SIAN: ore 23.59 del 23 Settembre 2019. Scadenza per l’invio della documentazione: ore 23.59 del 24 Settembre 2019 (fa fede il timbro apposto sul plico dall’Ufficio Postale o dal Corriere accettante)

“Attraverso il sostegno offerto dall’ Intervento 2.2 del Bando AZIONE 2 del GAL VALLE DELLA CUPA viene offerta una reale possibilità di sviluppo di piccole attività commerciali nell’abito dell’artigianato e dei servizi turistici - afferma l’Assessore alle attività produttive Nico Mauro - Si attivano così concrete possibilità di sviluppo economico del territorio e per questo è necessario darne il giusto rilievo e mettere a conoscenza, soprattutto i giovani, di questa opportunità di finanziamento”.

 In allegato si pubblica il bando integrale.

E' possibile scaricare l'Elenco Regionale dei prezzi delle opere pubbliche - Anno 2019 al seguente link:

http://www.regione.puglia.it/elenco-prezzi-2019

https://www.valledellacupa.it

 
Di Marcello D'Acquarica (del 04/02/2013 @ 22:16:12, in NohaBlog, linkato 3424 volte)

Leggendo il titolo di questo pezzo, una persona normale si chiederebbe immediatamente: “Contro a favore di chi o che cosa?”
Ho come l’impressione che la sindrome del fare (di cui solitamente si ammalano i nostri pseudo-politici in tempi di elezioni) stia dividendo le candide anime dei nostri indefessi servitori.
Mi chiedo cosa ci voglia a capire che un progetto, per il solo fatto d’essere tale, porta sicuramente lavoro. E per favore, non stiamo tanto a guardare a chi lo porta, questo lavoro. Se a nostri paesani o forestieri, o addirittura di un’altra nazione. Lo porta, punto.
Perché rifiutarsi a prescindere, quasi per puntiglio, di avallare l’intenzione di essere a favore di questo benedetto mega-parco, anche se poi non sappiamo nemmeno cosa ci costruiranno dentro. Magari scopriremo che si tratta della Florida Salentina, della terra promessa, o della fortuna dei galatinesi. In fondo che saranno mai venti o trenta ettari ricoperti di capannoni, di cemento e di catrame, al posto del terreno destinato all’agricoltura, e forse a degli ulivi rinsecchiti (che costa più tenerli che tagliarli). L’olio? Nei supermercati lo vendono già imbottigliato a meno della metà del costo che dovrebbero sostenere i nostri sfortunati contadini per produrlo. Se poi proprio tutto dovesse andare a monte (dei fiaschi di Siena) faremo come fecero millenni addietro i nostri avi che per ripulire la terra da cui cavare il necessario per vivere: raccolsero a mano, una per una i miliardi di pietroline che la riempivano. Certo loro non avevano le talpe o le ruspe, e c’hanno impiegato millenni, noi no. Con la moderna tecnologia, il nostro piccolissimo mega-parco Cascioni, lo trituriamo in un batter d’occhio. La fresa meccanica, comunemente detta “talpa” che stanno adoperando per il tunnel del traforo in Va di Susa, riesce a frantumare in media dai 10 ai 20 metri di roccia al giorno.
Dico io, se proprio il mega-parco dovesse rivelarsi un fallimento, che sarà mai il costo della frantumazione di qualche tonnellata di cemento (magari pure di scarsa qualità). Tanto andrebbe sempre bene per costruire altri mega-parchi. In fondo “ce lo chiede l’Europa”. E poi fare e disfare non è tutto un lavorare?
Certo che se però ci facessero vedere il fantomatico mega-parco in qualche modo sarebbe meglio. Così, giusto per vedere se ci piace. Che so io, per esempio un modellino simulante forme e materiali, un disegno tridimensionale, oppure delle immagini ricavate da quei fantastici programmi 3D di cui fanno uso gli studi di architettura.
Vuoi che una società forte ricca e potente come la nostra Pantacom non sia in grado di farci apprezzare questo fantomatico progetto? E poi, leggendo certe interviste senza filtri ti viene da chiederti: come? Anche il Comune di Nardò comprerebbe a scatola chiusa? O forse da qualche parte nella scatola c’era un foro da cui si poteva percepire che “meravigliosa opera è il mega-parco”?
Su dai Signor Sindaco, a volte bisogna turarsi il naso (e pure occhi e orecchie) e firmare, “per il bene di Galatina”, “per le ricadute sull’occupazione”, “per il turismo” (infatti i turisti verranno a frotte qui da noi: non vedono l’ora di farsi 2000 chilometri per vedere il nostro stupendo mega-parco nuovo di zecca), “per il futuro dei nostri figli” (che non vedono l’ora di fare i cassieri, o gli scaricatori di pezzi per i comodini Ikea), “per il progresso”, “per la crescita” (delle menzogne), per questo e per quell’altro. “Firma, caro Sindaco! Dopo parleremo dei contenuti”, ha esordito così un consigliere comunale davanti al gran rifiuto.
E poi vuoi mettere? Finalmente i galatinesi avranno un posto dove passare le serate d’inverno, quando in casa ci si annoia a guardare sempre le solite televendite Raiset, anche perché scaldare casa costa sempre di più. Meglio andare tutti insieme al calduccio nei nuovi capannoni del mega-parco, come fanno quelli delle città emancipate. Tanto qui di contenitori culturali, se ne parla da tempo ma di fatto non se ne vedono (oppure si restaurano, come quello della vecchia scuola elementare di Noha e poi si chiudono subito, non sia mai che qualche attività culturale risvegli le coscienze sopite dalle scemenze). Finalmente le nostre passeggiate avranno una meta a corto raggio. A chilometri tendenti a zero. Collemeto è ad un fischio, ad un tiro di schioppo, ad uno sputo. 
Con le sempre più frequenti offerte sui prezzi della benzina ci potranno andare proprio tutti. Sarà un po’ come andare a fare una bella scampagnata, fuori dal caos del traffico cittadino.
Insomma basta con queste quattro vetrine stra-consumate della piazza, del centro, di via Roma, di corso Porta Luce, e dei comuni limitrofi. Tutti al mega-parco Cascioni, in fila indiana, oppure senza alcun ordine, a caso, come le pecore. Tutti a comprare chincaglierie low-cost, che al primo giro di danza finiranno dritte dritte nei rifiuti. Tanto poi ci sarà l’inceneritore Colacem a ridurre tutto in fumo.  
Ma al nostro consigliere comunale, probabilmente i contenuti dei progetti non interessano, punto. Tra l’altro, ha una memoria talmente labile che non ricorda nemmeno più chi fossero i suoi compagni di scuola. Chissà cosa ricorderà delle materie studiate.

Caro Sindaco non fare il permaloso e non ti offendere se dicono che sei una brava persona, firma e poche ciance. Ma prima di firmare: Pensa …Pensa…Contro chi sotterra la coscienza nel cemento…[tratto dal testo della canzone “Pensa” di Maurizio Moro].

Marcello D’Acquarica

 
Di Antonio Mellone (del 23/03/2017 @ 22:14:14, in NohaBlog, linkato 3373 volte)

Non c’è niente da fare. Qui dalle nostre parti sembra dominare ancora indisturbato il pensiero unico del consenso di massa.

Perdurano graniticamente (e chissà per quanto tempo ancora) il volemose bene, i tarallucci e vino, le pacche sulle spalle, i finti amiconi, la solidarietà di specie (più che di genere), il partito unico della nazione, l’eterna Trattativa, e dunque frotte di censori (che non sanno nemmeno di esserlo).

Conciliaboli di perbenisti, genie di “borghesi” radical chic, gruppetti di maître à penser, squadre di spacciatori di catene per schiavi novelli, circoli di raddrizzatori di elettroencefalogrammi, staff di incravattati dei dì di festa, clan di amici degli amici, cerchie di intellettuali neo-conformisti, élite con la puzza sotto il naso, ordini di giornalisti da riporto, associazioni culturali foraggiate da pOLITICI e un’accozzaglia indefinita di allegre comari: tutti morbosamente suscettibili, pronti a scandalizzarsi, a stracciarsi le vesti, a sentirsi offesi in prima persona se osi scrivere quello che pensi, utilizzando talvolta più che le biro le penne all’arrabbiata.

Prediligono il disarmo del dissenso al dissenso disarmante. Deplorano la contestazione, l’alterità, la critica, la possibilità di pensare, di programmare e sognare eventuali futuri alternativi. Favoriscono più o meno inconsapevolmente la comunicazione tautologica (e alienata), quella in cui tutti pensano e dicono le stesse cose.   

Eh, sì, i tuoi toni sono troppo lapidari, accesi, aggressivi, sagaci e mordaci per i loro gusti raffinati. Loro non si sbottonano mai, per prudenza. Per definizione.

Pazienza se poi in privato sull’argomento, sul fatto o sul tizio di cui ti capita di raccontare le gesta eroiche ti confidino indicibili, inaudite, che dico, oscene “mazze e corne”. Ma in pubblico, no. In pubblico devi essere politically correct, assertivo,  allineato e possibilmente coperto.

Certi toni, signora mia, è preferibile ammorbidirli. Meglio i semitoni, il bemolle più che il diesis, i guanti di velluto più che la cartavetro, il fioretto più che il machete, la quiete più che la tempesta. E soprattutto MO-DE-RA-ZIO-NE.  

Nessuno, tra codesti moderati-in-pubblico/estremisti-in-privato, che si chieda se le cose che dici o scrivi siano vere o false. Niente. Quel che conta è il tono. Pazienza se la casa sta bruciando, l’importante è aver spento la luce del tinello.

Temo che a Galatina e dintorni si sia ormai regrediti a un punto tale che la gente debba addirittura essere rieducata alla libertà del pensiero, di cui la satira (questa sconosciuta) con il suo potere a volte dissacrante è uno degli strumenti didattici più efficaci.

Non ricordo più dove ho letto che l’obiettivo della satira è esprimere un punto di vista in modo divertente. Divertente per chi la fa, s’intende. Ogni risata dell’autore contiene una piccola verità umana (che spesso fa male). Se poi gli altri ridono, tanto di guadagnato, ma non è un criterio per giudicare la satira. Certo, mica la satira può piacere a tutti: i suoi bersagli o gli amici dei bersagli, ad esempio, non ridono affatto.

E poi non è che la satira debba per forza far ridere, perché a volte deve far piangere. Anzi talvolta la satira più riuscita, la più tagliente e corrosiva, è quella che fa scoppiare di rabbia (per la verità soprattutto i bacchettoni), mentre il disagio che aumenta è solo quello dei parrucconi.

Nell’attesa di accettare, anzi di auspicare un po’ più di satira in questo piattume cosmico continuiamo pure a farci del male: applaudendo al neo-feudalesimo atrofizzante, inneggiando agli anestetici sociali contro il dolore da vita vuota, auspicando l’assopimento dei neurociti, minacciando le teste pensanti, sopprimendo la disobbedienza civile, emarginando i ribelli, i resistenti, gli oppositori, e lottando contro tutto ciò che potrebbe mettere in discussione la nostra omologante schiavitù.

*

Qui da noi la casa brucia, la nave affonda, il comune fallisce, il debito avanza, il cemento straripa, l’asfalto corre, la Tap penetra, la stampa disinforma, il popolo dorme, gli attivisti scarseggiano, la Colacem affumica, il cancro dilaga, la gente muore, i poliziotti caricano, la Sarparea incombe, il fotovoltaico devasta, la mafia tratta, la politica latita, le multinazionali occupano, gli ulivi soffrono, l’ambiente detona, il profitto campa e la Costituzione crepa.

In tutto questo l’intellighénzia del pasticciotto (che di questi problemi non ha mai detto mezza parola, probabilmente perché non ne sa nulla o perché più o meno consapevolmente corresponsabile e fautrice) continua invece a parlare di toni, di stile e del solito PD (Pistolotto Domenicale).  

Io ho un dubbio atroce, il solito, su chi sia esattamente il soggetto che, mentre indichi la luna, guarda il dito (tra l’altro quello sbagliato).

Sì, signora mia, faccio sempre confusione tra lo stolto e lo stronzo.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 29/08/2021 @ 22:13:54, in NoiAmbiente, linkato 841 volte)

Anche questa volta, noi i soliti "quattro sognatori" di "NoiAmbiente e Beni culturali di Noha e Galatina, siamo riusciti a offrire la nostra fatidica seppur piccola goccia che compone l'oceano. Quell'oceano buono che si contrappone con forza a quell'altro fatto di indifferenza e di maltrattamenti alla Natura.

Abbiamo preso parte ad un evento straordinario che vede contrapporsi sempre più questi due mondi: il primo, il prodotto dei vizi dell'uomo che con i suoi rifiuti tenta di soffocare questo paradiso, in questo caso la riserva delle Cesine, un luogo fantastico, e il secondo, tantissime persone soprattutto giovani, che con la loro semplice generosità riescono a fare tutti insieme cose inimmaginabili.
In queste  occasioni di operatività ci si trova insieme a tanti amici e amiche e si prova quella grande emozione di unione, di forza e del sentirsi meno soli, che dà conforto e fa ben sperare.

Purtroppo davanti a certe orribili scene di rifiuti imbrigliati nella vegetazione e fra gli scogli lambiti dalle onde marine, come quelli visti oggi, si oscura il cuore.

Oggi, 29 agosto sulla spiaggia delle Cesine, un velo di tristezza (ma anche di speranza) calava davanti alla vista di quelle mani e di quei giovani volti che imperterriti non volevano mollare la presa di plastiche che solo a sfiorarle spesso si sbriciolano in mille pezzettini.

Ve lo diciamo sinceramente: forza ragazzi, forza Daniele S. e Daniele T., forza Chiara, Valentina, Giorgio, Clara, forza tutti voi ragazzi e ragazze del CAS, con la vostra partecipazione ci avete fatto capire che siete oltre la barriera dell’indifferenza e che è necessario agire.

Francesco Cino con il suo dire insistente ha seminato bene: “Tutti insieme per il bene comune”

 

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali Odv

 

Venerdì 25 giugno alle 19 (ingresso gratuito con prenotazione su Eventbrite) l'Ex Complesso Monastico delle Clarisse di Santa Chiara in Piazzetta Galluccio a Galatina ospiterà l’evento di condivisione dei contenuti emersi e dei tratti più significativi della maratona partecipativa "Cavallino Bianco: il futuro è adesso". Dal 24 maggio al 4 giugno si sono tenuti, infatti, nove laboratori online, coordinati dall'esperto di metodi e processi partecipativi Fedele Congedo, architetto senior dell'associazione Mecenate 90, per costruire insieme traiettorie condivise per il futuro del "Cavallino Bianco" di Galatina. Con la conclusione dei lavori che hanno interessato lo storico Teatro, il Comune di Galatina intende restituirlo alla pubblica fruizione, identificando le prospettive del piano di valorizzazione con i portatori di interessi, pubblici e privati. Per questo, è stato realizzato uno specifico percorso partecipativo, con il supporto di Mecenate 90, un’associazione che in Italia svolge attività di consulenza e di assistenza tecnica agli Enti pubblici nei settori della valorizzazione e gestione dei beni culturali, dello sviluppo locale e della pianificazione strategica.

Il sindaco Marcello Amante, l'assessora alla Cultura e alla Pubblica istruzione Cristina Dettù, il segretario generale di Mecenate 90 Ledo Prato (in collegamento) e il coordinatore delle attività partecipative Fedele Congedo presenteranno al pubblico i risultati del percorso che ha coinvolto la comunità educante dei sei Istituti scolastici e la comunità creativa di Galatina con oltre 900 contribuiti apportati attraverso la piattaforma. I laboratori online hanno registrato quasi 200 accessi da profili unifici e hanno ospitato 18 testimoni dal mondo del teatro e della cultura, locale e nazionale ( Cesare Liaci, Gabriele Polimeno, Carlo Infante, Alessandro Santoro, Linda Eroli, Alessandro Rossi, Antonio Rollo, Susan George, Fabio Tolledi, Alessio Di Clemente, Ylenia Politano, Marco Martinelli, Pietro Valenti, Gabriele Rampino, Maurizio Braucci, Luca Scalzullo, Valentino Ligorio, Carmen Ines Tarantino), tutti disponibili sul canale youtube del percorso partecipativo. La lavagna digitale di facilitazione visuale, cresciuta in tempo reale e accessibile a tutti sin dal primo incontro, è il report completo del percorso. Nel cruscotto di navigazione, tutti i contenuti emersi, i dati e i link attivati. È consigliata la consultazione mediante pc desktop, al link https://bit.ly/ilfuturoadesso. L'ingresso all'incontro è gratuito con prenotazione tramite piattaforma Eventbrite. Ulteriori info sul sito www.comune.galatina.le.it.

Gruppo Telegram Comunità Cavallino Bianco
https://bit.ly/comunitacavallino

Ufficio Stampa
Società Cooperativa Coolclub
Piazza Giorgio Baglivi 10, Lecce
 

 
Di Antonio Mellone (del 29/04/2012 @ 22:11:49, in NohaBlog, linkato 3613 volte)

Giuro che questo è l’ultimo pezzo della mia, chiamiamola così, trilogia pre-elettorale. Mi spiace tediare il lettore (quell’uno che sarà) per la terza volta su di un tema fritto e rifritto; tuttavia talora non si può prescindere da certe elucubrazioni per puntualizzare l’ovvio.
Se mi fosse concesso, passerei subito prima o subito dopo i clerici vagantes - che in questi giorni come tanti commessi viaggiatori stanno passando “a benedire” le nostre case, a promettere mari o monti (Mario Monti?), a distribuire i santini su cui è effigiata la loro immagine ed il loro motto (che parla), e finalmente ad implorare la nostra croce sul simbolo del loro partito e sul loro nome prima di imbucare nell’urna la scheda elettorale – dicevo: passerei io, porta a porta, cercando di convincere i miei concittadini non tanto a chi dare il voto, quanto a chi NON darlo. 
E lo farei usando più o meno queste parole: “Caro concittadino, non votare gli arrivisti, i faccendieri, i profittatori, i navigatori sotterranei conto terzi, i marpioni vecchi ed i marpioni “giovani e concreti”, i soliti noti che si presentano come esponenti del nuovo che avanza, mentre di fatto sono il vecchio che è avanzato. Non votare chi per opportunismo cambia facilmente casacca, chi passa da destra a sinistra, e viceversa (Franza o Spagna purché se magna). Non votare gli inguardabili, gli inaudibili, gli intoccabili, i leccapiedi, i baciapile e i baciamadonne, gli improvvisati salvatori della nostra piccola patria, i politicanti dell’ultima ora, i politicanti incalliti, quelli che ti fanno ancora credere che gli asini volano. Non votare il “trota” locale, il bifolco locale, il pirla locale, né chi è appoggiato dai mafiosi locali. Non sprecare il tuo voto a vantaggio di chi vorrebbe fare della politica la sua professione (e magari campare comodamente a tue spese); non buttar via il tuo voto in favore di chi pensa agli affaracci suoi e a quelli della sua famiglia. Non votare chi ti vede come un suddito, una pecora da tosare, un mulo da soma da sfruttare per i suoi porci comodi. Non votare gli assassini della democrazia, chi ha della politica un’idea burocratica e definisce “antipolitica” i politici veri, i soggetti della polis che invece fanno proposte politiche serie. Forse la vera antipolitica oggi è quella tradizionale, bacchettona, parruccona, paludata a nuovo ma impregnata di naftalina, pronta a scagliare anatemi contro la ragione e la passione.   
Per favore, caro elettore, non andarti a mettere nei Casini, con la scusa del centro, del moderatismo (sarebbero questi i moderati?), e dei “valori della famiglia”: come fai ancora a fidarti di chi fa i risciacqui e i gargarismi con l’acqua santa, di chi usa la religione come un vestito buono per tutte le stagioni, di chi è ancora attaccato alla sottana dei preti in nome del perbenismo e di chissà quali “valori non negoziabili”, quando poi si dimostra che il vero valore per questi formigonini, ciellini, opusdeini, in una parola “casini”, è  quello del potere e del denaro? Come fai a votare chi è appoggiato dai vari Miccichè (che vergogna!), chi è dell’UDC (unione dei condannati), chi finge di essere di centro quando di fatto è fascista nei secoli dei secoli amen? Non dare ancora (se pur l’avessi già fatto) il tuo suffragio ad un partito che nel corso di questi anni ha portato l’Italia nel baratro economico, finanziario, sociale, culturale e politico: sì, il partito dell’amore (a pagamento), il partito del “nuovo miracolo italiano”, il partito del “meno tasse per tutti”, il partito de “la crisi è alle nostre spalle”, il partito della quarantina di leggi porcata o leggi-vergogna, quello personale del bifolco di Arcore, il papi delle cene eleganti, del bunga-bunga, anzi del burlesque, l’amico del barbaro leghista, e delle prescrizioni brevi.
Non votare chi non ha sale in zucca, e vuole avvelenarti con il CDR (combustibile derivante da rifiuti), con gli inceneritori (che, per prenderti in giro, ribattezza come “termovalorizzatori”). Non sprecare il tuo voto dandolo a chi non ti merita, a chi s’infischia del territorio che vuole martoriare ancora con il cemento, con i pannelli fotovoltaici, con i centri commerciali, con le cave trasformate in discariche di rifiuti di ogni tipo, con i nuovi comparti artigianali o commerciali o per “civili” abitazioni, “in nome della crescita”. Non votare chi deride il lavoro di tanti concittadini, che pur non appartenendo ai partiti politici ed in nome della democrazia partecipativa lottano per la salvaguardia dei beni comuni, delle risorse pubbliche, della campagna, della natura, dei beni culturali (il cui scempio si compie sotto i nostri occhi proprio mentre ci si professa – o ci si atteggia a - tutori, difensori, paladini di questi beni culturali).   
Non votare chi vuole uccidere il tuo futuro e quello dei tuoi figli in nome del “progresso”, del profitto, del capitale, del denaro, dei suoi interessi di bottega…
E’ vero che alla fin fine le persone da votare si conterebbero sulle dita di una mano. E sarebbero da ricercare con la lanterna, anzi come si fa con un ago nel pagliaio.
Ma un popolo virtuoso sa e deve scegliere secondo coscienza. Se ne ha ancora una.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 20/01/2021 @ 22:10:54, in Comunicato Stampa, linkato 894 volte)

L’antica chiesetta Santa Lucia (da non confondere con l’attuale di via Roma, i cui lavori ebbero inizio nel 1922), situata all’inizio della strada per Noha, è uno dei tanti beni comunali che attendono una nuova vita.

Il luogo di culto, molto venerato nel passato, è una testimonianza delle nostre tradizioni religiose, architettoniche e culturali; una volta recuperata, assieme alle tante opere presenti a Galatina (non solo la Basilica di Santa Caterina D’Alessandria), diverrà una nuova occasione per incrementare il turismo religioso, che, in questi anni (anche nell’ultimo colpito dalla pandemia), ha avuto un notevole incremento.    

Una storia ultracentenaria non può andare perduta. Sorta, come tramandato, in sostituzione di un’edicola votiva, che segnalava il luogo dove la strada Reale si incrociava con la Lecce - Leuca, denominata il “cammino di S. Pietro”. Poco distante venne, infatti, rinvenuta la pietra dove si sedette l’Apostolo, in cammino dalla Terra Santa a Roma, e nel lontano 1665 traslocata nella Chiesa Matrice, ammirata e venerata da centinaia di pellegrini.. 

In più occasioni, le Amministrazioni che si sono alternate alla guida di Palazzo Orsini, si sono impegnate a trovare i finanziamenti per il restauro.

Il primo intervento è datato 1993. L’allora sindaco, il  prof. Zeffirino Rizzelli, aveva inserito nel programma elettorale e nella sua dichiarazione programmatica, la necessità dell’acquisto, sino ad allora di proprietà privata; un decreto sindacale, nello stesso anno, dichiarò la struttura patrimonio artistico. Promessa che non ebbe seguito per l’interruzione anticipata del suo mandato.

Nel 2000 si completò l’acquisizione al patrimonio comunale, il proprietario la cedette al prezzo simbolico di mille lire, il sindaco di allora era Giuseppe Garrisi.

Il 2019 sembrava segnare una svolta, e l’avvio della fase di progettazione e restauro sembrava imminente, e in poco tempo la chiesetta resa fruibile alla comunità. L’avvio dei lavori fu reso possibile grazie ad un finanziamento di 25.000 euro della Sovrintendenza provinciale. Un primo intervento aveva permesso l’espianto di un albero di fico, cresciuto rigoglioso sul tetto. Per dimostrare che si faceva sul serio, e che ambizione dichiarata della Giunta Amante era quella di lavorare con sollecitudine per conservare il copioso patrimonio culturale, la struttura fu ingabbiata con robusti tubi innocenti, il tetto protetto da una solida copertura. Anche in questa occasione, le aspettative sono andate deluse: a circa due anni tutto è rimasto immutato, non le infiltrazioni, l’umidità e l’erbacce, peggiorando così lo stato di abbandono.

Una domanda, infine, è legittima: il finanziamento di 25.000 euro è stato già speso per la messa in posa dei tubi e della copertura e il pagamento di due anni del loro affitto?

PARTITO DEMOCRATICO

CIRCOLO DI GALATINA

 
Di Redazione (del 03/04/2019 @ 22:08:44, in Comunicato Stampa, linkato 1368 volte)

Luisa Sello, flautista friulana scelta dal Ministero dei Beni culturali per rappresentare la musica italiana in tutto il mondo, il 4 aprile sarà la protagonista del secondo appuntamento della XX Stagione Concertistica Internazionale de “I Concerti del Chiostro”.

Lo  scorso  28  marzo,  l’affiatato  Duo  Pollice  ha  inaugurato  la  rassegna  con  un  concerto  per

pianoforte a quattro mani. I due musicisti sono stati accolti nella splendida chiesa della Madonna delle Grazie da uno straripante e caloroso pubblico che per quasi due ore ha goduto delle note di Mozart, Beethoven, Verdi, Rossini e Puccini.

Siamo molto felici di ospitare nel nostro paese questa rassegna musicale internazionale diretta dal M° Luigi Fracasso - afferma il sindaco di Soleto, Graziano Vantaggiato I Concerti del Chiostro sono vera Cultura e il mio augurio è che diventino un appuntamento itinerante in  più comuni della Provincia e non solo”.

[**]

Luisa Sello, definita dal New York Concert Review 2016 un’artista dall’avvincente passione e spontanea cantabilità, con tecnica brillante e grande charme, ci accoglierà insieme al suo flauto con il  programma “Quadri di colore”, tre sentimenti legati alla musica e a temi della vita: Arte, Amore e Gioia. Saranno eseguite musiche di J. S. Bach, W. A. Mozart, A. Vivaldi, G. Verdi e G. Rossini.

Appuntamento a giovedì 4 aprile alle ore 20 presso il Santuario Madonna delle Grazie di Soleto.

Come ogni concerto, anche questo sarà preceduto da una visita guidata nel Comune di Soleto a

cura dell’Associazione “Amici del Presepe” previa prenotazione.

 

Infoline: 3292198852

I Concerti del Chiostro – Associazione Musicale – via del Ciclamino 32, Galatina

Libreria Viva Athena – Via Liguria 73/5, Galatina 0836.566088

 

Pagina Fb: www.facebook.com/IConcertidelChiostro/
Email: iconcertidelchiostro2019@gmail.com

Gloria Romano

Ufficio stampa

 

 

Luisa Sello, flauto

Quadri di colore

 

 

LUISA SELLO Artista eclettica ed innovativa, flautista del panorama internazionale con una intensa attività solistica in Europa, Estremo Oriente, Stati Uniti e Sud America, è ospite di orchestre quali i Wiener Symphoniker, la Salzburger Kammerorchester, la Miami Great Symphony Orchestra, I Virtuosi Italiani.

Un’artista unica, una ‘musicista dall’eccezionale versatilità e dal carisma ammaliante, che riesce ad arrivare dentro l’anima di chi la ascolta, lasciando un’emozione difficile da dimenticare’. (Altromolise, Il Mattino di Bolzano, ABC Madrid, General Anzeiger Bonn, Messaggero Veneto).

Il suo repertorio abbraccia diverse epoche e forme d’arte, in un percorso da lei ideato

come esecutrice, autrice e regista, riscontrando consensi unanimi per ‘classe, eleganza, presenza, talento,

emozione’.

Ha lavorato con l'Orchestra del Teatro Alla Scala di Milano sotto la direzione di Riccardo Muti ed ha suonato accanto ad Alirio Diaz, Trevor Pinnock, Edgar Guggeis, il Nuovo Quartetto Italiano, lo Jess Trio Wien. Ambasciatrice della musica italiana nel mondo, è tra gli artisti sostenuti dai Ministeri degli Affari Esteri e delle Attività culturali .

Ideatrice di spettacoli estremamente originali e nuovi, propone repertori classici e programmi riscoperti dal

gesto, in un personale percorso aperto a diverse forme d'arte, e da lei generato come interprete musicale, autrice di testi e regista .

Docente  al  Conservatorio  di  Trieste  e  Professore  ospite  all'Università  di  Vienna  e  di  Graz,  viene regolarmente invitata presso Istituzioni Accademiche in Giappone, Cina, Argentina, USA, Russia, Austria, Germania, Spagna, Estonia .

Laureata in Lingue per la Comunicazione Internazionale ed in Letterature Moderne, ha pubblicato saggi

comparativi tra letteratura e musica ed ha vinto diversi premi letterari         di poesia.

Incide per 'Stradivarius', una delle eccellenze discografiche europee, e per la Beijjing Honhchen Millennium

& Art,in Cina .

Luisa Sello ha studiato a Parigi con Raymond Guiot, primo flauto dell'Operà, ed è stata una delle allieve predilette di Severino Gazzelloni che di lei ha scritto ‘qualità di primissimo ordine: tecnica e suono di ottimo livello, unite ad una magnifica sensibilità interpretativa‘.

Dopo il successo del 'Pierrot Solaire' vincitore del premio Speciale Start Cup 2008, e 'Canto per la vita' commissionato per il Premio Unesco 2008, sta ora lavorando sui progetti 'Bach, musica eterna' e 'Quadri di colore'.

 

Pubblichiamo la lettere inviata il 18 marzo 2021 all'Amministrazione Comunale e della quale si attende ancora una seria valutazione del problema.

Il pericolo di crollo calcinacci o di parti sporgenti dal profilo della facciata di tutta la struttura in oggetto è tutt’altro che improbabile.
Abbiamo segnalato più volte ai tecnici comunali intervenuti per dei controlli, la necessità di un risanamento della struttura nel suo insieme, comprendendo quindi anche gli interni che mancano delle funzioni basilari, con l’obiettivo di ripristinare l’agibilità, ma forse si sta sottovalutando il problema dal punto di vista “sicurezza” pubblica.
Sul lato destro della torre dell’orologio, per chi lo osserva dalla piazza, è evidente a occhio nudo lo stacco dal muro del cornicione verticale in tutta la sua lunghezza, non è altrettanto visibile lo stato di aderenza delle altre parti intorno all’aquila, tantomeno si può dire dei massi calpestabili della balconata. Oltretutto il 18 giugno del 2013 si staccava improvvisamente un pezzo simile del balcone al primo piano della casa attigua, arrecando gravi danni ad una automobile in sosta, e per fortuna non a persone. La fortuna finora ci ha assistiti ma forse non è il caso di continuare così.

http://www.noha.it/noha/articolo.asp?articolo=1039

Crediamo non ci sia più tempo per attendere progetti dedicati e finanziamenti relativi che non arrivano mai, la salvaguardia della sicurezza per chiunque si trovi a transitare nell’ambito adiacente alla struttura va ben oltre all’aspetto indecoroso di un Bene Storico e Culturale, va perfino oltre alla assurda assenza di un meccanismo che faccia funzionare l’orologio, il risanamento conservativo e/o di ristrutturazione edilizia è già di per sè un progetto.

Chiediamo all’Aministrazione Comunale che intervenga al più presto possibile sullo stato pericolo che incombe su tutto il tratto prospiciente alla struttura pubblica, restituendo all’area la sicurezza dovuta.

Download PDF.

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali odv; Noha e Galatina

 

 

Sarà presentato ufficialmente il prossimo 29 giugno alle 18.30 presso la Lega navale di Gallipoli il progetto Tourism for all realizzato dall’associazione Portatori sani di sorrisi  odv. Si tratta di un progetto integrato di turismo accessibile finalizzato a far vivere una vacanza spensierata a coloro che hanno delle difficoltà motorie e sensoriali, ma soprattutto a creare delle relazioni che consentiranno di vivere meglio anche dopo la vacanza.

Tourism for all comprende Felicetta portami al mare, Dinamiko Beach, Dinamiko Village e Access City. Si tratta di quattro progetti distinti ma connessi, accomunati dall’obiettivo di realizzare le migliori condizioni per far vivere dei giorni di spensieratezza agli ospiti ed ai loro familiari, ma anche di far riflettere sul concetto che le barriere si possono superare più facilmente senza i limiti mentali che ci si pone.

Felicetta portami al mare, è l’ultimo progetto di turismo sociale accessibile, la cui presentazione ufficiale è prevista il 29 giugno presso il porto mercantile – Banchina Foranea presso la Lega Navale di Gallipoli. Si tratta di un’imbarcazione completamente attrezzata anche per persone con disabilità che consentirà a tutti di vivere un’esperienza positiva in mare. Il progetto, però, non punta soltanto all’eliminazione delle barriere fisiche delle barche tradizionali, ma soprattutto a creare momenti di incontro, aprendo a delle nuove opportunità di divertimento e sport.

“Felicetta” è la prima imbarcazione accessibile, presente in tutta la costa nel nostro Salento e sarà ormeggiata nei vari porti. È dotata di rampa per consentire l’accesso a chi ha difficoltà motorie e sensoriali, dando l’opportunità di vivere il mare senza barriere e di capire a tutti che a volte " i limiti più ingombranti sono nella testa e che sono superabili”.

Con Felicetta – afferma il presidente dell’associazione Pierangelo Muci - offriremo finalmente la possibilità di trascorrere una giornata in libertà a chi ogni giorno vive tante difficoltà per poi affrontare con più energia le sfide quotidiane. Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica sui concetti della “progettazione per tutti” e sull’importanza dell’abbattimento delle barriere architettoniche, non solo urbane. Vogliamo consentire la socializzazione, creando momenti comuni tra chi ha determinate necessità e chi invece ha la possibilità di soddisfarle. Non si possono sottovalutare gli enormi benefici dell’acqua sul benessere psicofisico di ogni persona, soprattutto per chi ha una disabilità motoria. Sono tantissimi gli studi che ormai confermano che il più grande farmaco gratuito è il MARE”.

Dinamiko Beach, si concretizza con la gestione di un lido in località Sant’Isidoro, riservando un’area demaniale destinata alla balneazione, alla possibilità di far vivere il mare a tutti. La postazione, oltre ad essere dotata di sedie Job e Tuareg per l’accesso al mare in libertà, è fornita di ombrelloni provvisti di sdraio e lettino posti lungo la passerella a ridosso del bagnasciuga. La gestione è curata dai volontari con diligenza, gioia, sorrisi e tanto amore che garantiscono, nel periodo estivo, l’apertura giornaliera dalle ore 9 alle ore 19. Gli utenti possono prenotare gratuitamente l’ombrellone attraverso il sito internet ed eventualmente il taxi sociale se non hanno la possibilità di raggiungere la spiaggia in autonomia.

DinamiKo Village nasce con l’obbiettivo di regalare sette giorni di relax e puro divertimento a tutte quelle famiglie vulnerabili che hanno vissuto una lungodegenza o che vivono una situazione di disabilità in casa, per far riscoprire loro la serenità perduta. Famiglie che spesso non possono neanche permettersi una vacanza e che arrivano da noi tramite una rete di associazioni dislocate in tutta Italia che collaborano con la nostra struttura.

Questo villaggio è il luogo ideale dove la famiglia può mettere da parte ansie e problemi per condividere un programma fatto di emozioni senza fiato! Si trova in una zona centrale del Salento immerso nel verde a pochi chilometri dalla costa.

I nostri ospiti, attraverso il servizio di Taxi sociale, se ne hanno bisogno, o muniti dei mezzi propri, frequentano le meravigliose spiagge salentine, sono impegnati in visite guidate alla scoperta del nostro territorio e la sera tornando al villaggio sono immersi in un’atmosfera magica di giochi, musica, buon cibo e condivisione di esperienze e di emozioni tra gli stessi ospiti e i nostri instancabili volontari.

Quando la malattia irrompe nelle case tutti gli equilibri si sfaldano e i problemi economici sono tra i primi a farsi sentire, il poter fare una vacanza tutti insieme si trasforma in un miraggio. 

Access City è, infine, un tour alla scoperta delle più belle città del territorio salentino che gli ospiti possono fare accompagnati dai volontari dell’associazione. Un giro tra bellezze culturali e paesaggistiche, una visita nei borghi antichi, sempre vissuto con inclusione e interazione, attraverso il supporto di guide turistiche del luogo che faranno conoscere i monumenti, le tradizioni, l’arte e la cultura del Salento.

Noi ci scontriamo quotidianamente con le tante difficoltà legate al mondo della disabilità - conclude Muci - e spesso sul territorio manca proprio la cultura degli spazi e dei luoghi accessibili davvero a tutti.

Siamo vicini a migliaia di famiglie che si rivolgono al nostro centro ascolto per problematiche diverse e spesso affrontiamo momenti di tristezza o disagio, ma vivere la disabilità non è solo questo.

Siamo convinti che dare l'opportunità a tutti di trascorrere momenti di gioia e armonia sia un dovere civile e morale che per chi ha la possibilità di fare per gli altri. Un semplice sorriso ed un particolare sguardo ricevuto sono in grado di riempire il cuore, di far dimenticare i problemi della vita quotidiana, offrendo un momento non solo di svago, ma anche e soprattutto di profonda riflessione morale”.

L'associazione

“Portatori sani di sorrisi ODV” è un'Associazione senza scopo di lucro che nasce nel 2013 da un gruppo di volontari. Essa opera per il perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, svolgendo principalmente in favore di terzi, le attività di interesse generale di cui all'art. 5 comma 1 del Codice del Terzo Settore.

L´Associazione si occupa di inclusione sociale, di abbattimento di barriere architettoniche, di diritti dei minori e di uguaglianza del genere umano da circa 9 anni.

Uno dei punti cardine della nostra Associazione è l'inclusione sociale di tutti e i progetti posti in essere dai nostri membri vanno ad intervenire dove purtroppo ancora oggi nella società si trovano barriere architettoniche sia fisiche che mentali. Siamo in prima linea per difendere i diritti della persona, dei minori, dei migranti e soprattutto di chi vive in condizioni di disagio, di malattia, di disabilità, dove spesso tali diritti vengono posti a margine o completamente calpestati.

Siamo un gruppo di volontari “clown” uniti da un fine comune: mettersi in gioco, donare sé stessi, con la convinzione che a far del bene, si riceve sempre del bene.

I “Portatori sani di sorrisi ” rappresentano l’emblema dell’allegria, quella pura! Quell’allegria che scaturisce dalla semplicità dei gesti e delle azioni, quell’allegria impagabile e spontanea che trova riscontro ogni giorno nei milioni di sorrisi donati e ricambiati dagli sguardi dei bambini e degli adulti pieni di gioia e di riconoscenza.

La nostra associazione è presente assiduamente nei diversi reparti degli ospedali salentini, si occupa dei bisogni primari delle famiglie, di mobilità sociale, di umanizzazione dei reparti pediatrici, di supporto alla malattia nelle cure lontano da casa, di turismo sociale accessibile e di progetti racchiusi nel nostro Villaggio sociale, il “Dinamiko Village”.

Recentemente l’associazione è stata selezionata tra 14 mila associazioni italiane per far parte del progetto “il gusto unico di donare”, nata dalla sinergia tra Coppa del nonno e 1 Caffè onlus, fondata dall’attore Luca Argentero.

 

Intervista al presidente e volontario Pierangelo Muci: https://youtu.be/kpM39aXxEgY 

Presentazione Dinamiko Village: https://youtu.be/Sa99gpxMh-g

Pagina Facebook: https://www.facebook.com/search/top?q=portatorisanidisorrisi

Sito web: https://www.portatorisanidisorrisi.it/

Antonio Torretti

 
Di Albino Campa (del 26/08/2011 @ 22:03:39, in Eventi, linkato 2547 volte)

Una grande partecipazione per la visita guidata di Noha organizzata da RaiRo Servizi Turistici e svoltasi venerdì scorso.
Oltre un centinaio si sono presentati all'appuntamento e molti di loro provenivano da fuori Noha, si e trascorso un bel pomeriggio alla scoperta dei Beni culturali.

 
Di Redazione (del 30/05/2017 @ 22:01:58, in Comunicato Stampa, linkato 1952 volte)

Prosegue l’attività di promozione e potenziamento del Servizio Civile Nazionale del progetto #youthgalatina2015.

I volontari, contattando due Istituti Secondari di II grado, Liceo Classico “P. Colonna” e Liceo Artistico “G. Toma”, di Galatina, hanno organizzato degli incontri presso le sedi scolastiche distribuendo agli alunni un questionario funzionale alla conoscenza e all’analisi dei vari bisogni e delle varie attività socio-culturali che vorrebbero sul territorio (azione 5 denominata azione sociale del relativo progetto).

L’utilizzo di strumenti di comunicazione di massa rende ancora più efficace e puntuale l’operato dei due volontari mediante l’utilizzo della pagina internet (pagina facebook: infogiovani youthgalatina) e del blog (prggiovanigalatina.blogspot.com) e il continuo aggiornamento a cadenza settimanale della bacheca informativa, con annunci sulle offerte di lavoro e le iniziative messe in campo dai vari istituti pubblici e aziende private.

Costante impegno è dato alle attività dello sportello informativo dello S.P.I.O.L., Servizio di Informazione, Orientamento e Accompagnamento al Lavoro dell’Ambito Territoriale Sociale di Galatina, gestito da ASP  “Istituto Immacolata” di Galatina supportando e affiancando i giovani sulle modalità di compilazione e aggiornamento dei vari curricula, garantendo loro un continuo supporto e coinvolgendo anche i nuclei più disagiati e più bisognosi di aiuto socio-economico; il tutto in un preciso quadro di miglioramento delle relazioni con i cittadini e di potenziamento della pubblica amministrazione nei servizi da quest’ultima promossi.

 

In questi giorni, abbiamo avuto modo di apprendere tramite i canali social ufficiali dell’Amministrazione Amante, di come sia in atto un piano di riqualificazione e restauro della Torre Civica di Via Vittorio Emanuele II e della messa in funzione dell’annesso orologio, da anni fermo e – ahinoi – vittima della continua corrosione da parte degli agenti atmosferici. Il Comunicato stampa evidenzia come i locali dell’antica Torre galatinese, presto diverranno sede di un Infopoint per i turisti alla ricerca di cose belle da poter visitare in quel di Galatina (e ce ne sono davvero a iosa!). Il punto di maggiore interesse da parte del lettore, il quale non sa precisamente se interpretarlo come un augurio o un mero “riepirsi il pugno di mosche”, trova senso nella frase “L’attenzione e la volontà di fare le cose nel migliore dei modi è evidente […]” (ndr.), allorchè il lettore stesso cerca di riflettere a lungo, traendone le proprie e personali conclusioni. Lungi da noi essere in disaccordo sulla fruibilità della Torre Civica galatinese, del restauro dell’Orologio e di tutto ciò che di più bello può esserci nella Città; saremmo infatti felici, allorquando avessimo la possibilità di sperimentare (magari è la volta buona!) che questa Amministrazione stia lavorando argutamente alle tante e incresciose situazioni che la stessa è chiamata a risolvere, ma come sempre finiamo a riempirci la bocca di belle parole gettando fumo negli occhi dei cittadini che, ormai inermi e privi di speranza si affidano alla sorte, sperando che questa sia la volta buona.

Ma veniamo al dunque: apprezzando ovviamente lo sforzo del Sindaco, dell’Assessore ai LL.PP. e dei Consiglieri tutti, nell’adempiere a una delle promesse fatte alla città in piena campagna elettorale, ci dispiace ricordare agli stessi che il Comune di Galatina comprende anche tre frazioni tra cui Noha, che vanta anch’essa una Antica Torre dell’Orologio esposta al degrado, in completo stato di abbandono e con un orologio fermo da ormai diversi decenni, vittima di questa Amministrazione che evidentemente pone le frazioni e i suoi beni culturali in secondo piano. E ad onor del vero, per onestà intellettuale e sottolineando il fatto che il Partito Democratico di Noha non cerca il primato su argomenti che già di per sé da diversi anni sarebbero dovuti essere risolti, ci pare ovvio evidenziare che già molto prima di noi diverse associazioni del luogo o singoli cittadini, hanno tentato in tutti i modi di risolvere l’annoso problema, ponendo la questione all’attenzione del Sig. Sindaco a mezzo di propagande giornaliste e raccolta firme; la stessa attenzione però che non è mai arrivata, continuando così ad avere un bene prezioso abbandonato e se stesso. Solo un evento ci pare di ricordare: era il 10 maggio 2018 quando l’Assessore Tundo organizzò, agli albori del suo mandato, un’Assemblea cittadina, promettendo a tutti che sarebbe stata riqualificata la Torre dell’Orologio di Noha, auspicando – dulcis in fundo - anche un restauro della famosa Trozza. Da allora sono passati esattamente tre anni. Tre anni di silenzio, tre anni di abbandono, tre e molti altri anni di dimenticanza di quelli che sono tesori da saper custodire e valorizzare. Non sarebbe ora di mettere la parola fine a questo continuo stato di abbandono? Noha chiede l’attenzione che merita!

Il Segretario PD - Noha

Michele Scalese

 
Di Marcello D'Acquarica (del 06/11/2013 @ 22:00:01, in NohaBlog, linkato 3323 volte)

Cari politici di Noha, di Noha sì. Perché un conto è dire di Noha e un altro è dire di S. Barbara, di Collemeto o di Galatina. “Cari”, lo dicevo nel senso economico, non nel senso di “prediletti”. Per cui volendo adoperare un contrario del termine “cari” dovrei dire “economici” se non addirittura “sgraditi”, o forse sarebbe più consono l’aggettivo sostantivo “miserabili”, per il servizio non reso, ovviamente, non certo per il Vostro status socio-economico che è di rispettabilissimo livello.

Vorrei fare il punto della situazione a proposito della politica nohana.

“Politica”, cioè l'occuparsi del bene pubblico per il bene di tutti, è un concetto arcinoto dalle Vostre eccellenze, e stra-inflazionato durante le Vostre mirabolanti promesse di buona politica in tempi di elezioni.  Ora, premesso questo, vorrei analizzare lo stato di degrado in cui versano i nostri beni culturali. Qui conviene ricordare che per “bene culturale” s’intende non solo il palazzo, la cattedrale o il mobile d’epoca, bensì tutto ciò che è decoro comune. Sognando come me un paese pari al senso civico che meriterebbe Noha, appunto, potreste per esempio meravigliarvi imbattendovi nella rotonda che precede il viale di eucalipti di via Aradeo, il tratto dove incombe anche l’assenza di una indispensabile pista ciclo-pedonale. Tre evidenti piaghe che evidenziano l’alto grado di trascuratezza politica nei confronti delle persone e della natura. La rotonda, dove perfino zzanguni e cicore creste si rifiutano di nascere, è una evidente isola sperimentale di bruttezza dove le Vostre Eccellenze hanno infatti vomitato il peggiore dei servizi al cittadino.

Il viale di eucalipti nemmeno possiamo più considerarlo tale essendo solo un ricordo nella memoria di pochi, e nei quattro esemplari sopravvissuti, e che gridano pietà.

Volendo evitare la vista degli ulivi stecchiti perché trapiantati in pieno Agosto (per far da siepe – parola di ex-sindaco - ai 40 e passa ettari di pannelli fotovoltaici di contrada Roncella), siamo costretti a entrare in Noha percorrendo la rambla, cioè la via curve-curve, o la “via nova” che di nuovo ha solo il sole che tramonta ogni giorno insieme all’altra pista ciclo pedonale che tutti sognano.

Quindi non abbiamo alternative. Per giungere a Noha evitando le brutture citate, e tappandosi le narici per la puzza di fogna, non ci resta che via Collepasso. Inutile tentativo di pista per pseudo-piloti indefessi che puntualmente si trovano costretti ad atterrare davanti all’altrettanto inutile incrocio rotonda-semaforizzata, triste esempio di cretin’ingegneria urbanistica multitasking. Provare per credere.

Forse Dio consolerà gli ingegneri che l’hanno partorita, la via e la fogna, ma noi no.

Bene, forse ce l’abbiamo fatta. A fare cosa? Direte. A entrare sani e salvi nell’unico paese al mondo dove i Beni culturali si manutengono da soli. Fino a quando non ce la fanno. Le casiceddhre però sono ormai agli sgoccioli, la casa rossa non si capisce a che punto sia, la torre con ponte levatoio del XIV sec. ubicata nel parco degli aranci si sta sfarinando, il frantoio ipogeo e l’antichissimo sito messapico-romano della Masseria Colabaldi da rintracciare a “Chi l’ha visto?”, la pubblica piazza, più che il salotto sembra il cesso del paese.

Qui non ci sono altri commenti che possano rendere merito all’illogica manomissione architettonica delle opere esistenti, pubbliche e private. Praticamente il primo che si sveglia al mattino può issare un qualsivoglia manico di scopa addobbato con lampadine multicolore in perenne clima natalizio, o il proprio scettro goliardico a sua immagine e somiglianza. Questo accade da qualche tempo nella piazza San Michele di Noha. Così gridano vendetta le ali dell’aquila senza tempo (in quanto l’orologio è fermo), perenne monito della Vostra, anzi nostra ignavia. Gridano pietà le zoccole (specie evoluta di pantegana autoctona) che s’affacciano dal palazzo baronale per invadere le case dei pazienti concittadini. Chiedono aiuto perfino le zecche (autoctone al pari delle zoccole), che accorse numerose perché richiamate dal forte odore cadaverico di eau de fogne estivo, rischiano a loro volta di perire sotto il degrado in cui versano case e torri.

Ora, visto tutto il Vostro impegno e l’attenzione costante ai nostri beni culturali, in null’altro possiamo sperare se non nel miracolo di San Gabriele dell’Addolorata, che, seppur adagiato nel riposo eterno di un’urna, rimane l’unica nostra speranza per una politica più simile alla faccia che alla facciata. 

Marcello D’Acquarica
 
Di Albino Campa (del 25/03/2013 @ 22:00:00, in I Beni Culturali, linkato 3876 volte)

L’altro giorno m’è arrivato per posta da parte della Fidas di Noha - tra i cui soci s’annovera ormai da qualche decennio anche il sottoscritto - l’invito graditissimo a partecipare alla festa del trentennale del gemellaggio tra l’associazione dei donatori di sangue Fidas di Vicenza e quella Leccese.

Il calendario dell’iniziativa, che verrà pubblicato anche su questo sito, è ricco di eventi, incontri, momenti formativi e conviviali, donazioni del sangue presso la nostra Casa del donatore di Noha (una delle più attrezzate, accoglienti e confortevoli d’Italia), ed, infine, visite guidate nei centri storici di Galatina, di Gallipoli, e, non ultimo, quello di Noha.

Che bello - ho pensato – trecento amici vicentini verranno nel Salento e addirittura a  Noha per godere della nostra ospitalità, del nostro ambiente, delle nostre ricchezze storiche, artistiche, culturali, eno-gastronomiche…

E mentre riflettevo su tutto questo già mi prefiguravo il gruppo di turisti vicentini che passavano dal loro centro storico (che ho più volte visitato tempo addietro) ricco, pulito, intonso (come se il Palladio vivesse ancora), ben illuminato, chiuso al traffico, al nostro, ancor bello, a misura d’uomo, particolare nella sua morfologia e nel suo mistero.

*   *   *

I nostri compagni di avventura potrebbero incominciare il percorso turistico nohano con la visita alla nostra piazza San Michele, il salotto buono, quello sul quale si sporgono da un lato la maestosa facciata della nostra chiesa madre (sul cui fastigio scolpito a tutto tondo in pietra leccese campeggia l’antico stemma di Noha con le tre torri e i due velieri, sormontato dalla corona baronale e abbracciato quasi dai due rami rispettivamente di arancio e di alloro) e dall’altro, di fronte, come se da tempo immemorabile dialogassero del più e del meno, la torre dell’orologio del 1861 (o quel che ne rimane). Potremmo raccontar loro che purtroppo l’orologio è fermo da un quindicennio se non di più, che le campane sono mute, che i loro battagli o martelli sembrano svaniti nel nulla, che però il meccanismo interno dell’antico cronometro a corda è esposto nell’atrio delle scuole di Noha. Arrampicandoci sugli specchi potremmo pure raccontar loro la palla megagalattica secondo cui la torre e il balcone civico verranno restaurate “quanto prima” secondo le intenzioni dell’amministrazione comunale. E che s’è anche pensato di chiudere finalmente al traffico il nostro centro storico, liberandolo una buona volta da auto in transito, parcheggiate, o spesso fermate a casaccio. Mica possiamo dir loro tutto, ma proprio tutto, come per esempio il fatto che i nostri rappresentanti politici, inclusi gli attuali, non ci sentano da un orecchio, e dunque preferiscano costruire circonvallazioni interne e discutere di nuove aree mercatali da cementificare in quattro e quatto otto, ma anche di comparti e di centri commerciali food e non food da far nascere in mezzo alla campagna di Collemeto, sempre in nome delle “ricadute sull’occupazione e lo sviluppo”, il ritornello buono per ogni occasione, ripetuto a mo’ di un salmo responsoriale un po’ da tutti i pecoroni di destra e manca.

Ma ci converrebbe tirare innanzi, senza indugiare più di tanto su certi argomenti: i nostri amici vicentini potrebbero accorgersi del nostro imbarazzo e magari smascherare così su due piedi le nostre magagne comunali.

Potremmo poi condurli in via Pigno per far loro ammirare il nostro orgoglio, la torre medievale nohana - che rispetto a quella di Pisa ha solo il decuplo del rischio crollo - con quel grazioso motivo di archetti e beccatelli quale corona alla sommità, con il ponte levatoio, con le catene tiranti, e con il passaggio segreto. Tutta roba che però i nostri ospiti potranno solo immaginare, senza poter vedere né toccare, perché la torre, il ponte, la vasca ed il passaggio, che stanno in piedi da oltre settecento anni quasi per quotidiano miracolo, sono – oltre che privati - nascosti dietro un alto muro di cinta, il muro di Berlino di Noha mai abbattuto però (arricchito ultimamente anche da un murales policromo). Continuando nella nostra pantomima potremmo insistere nel dire ai vicentini che siamo certi che nei prossimi settecento anni qualcosa si muoverà. Ma non diciamo loro cosa, se la torre, il ponte, il muro dei Galluccio, o finalmente qualche neurone nohano.

* * *

Sconsolati appena un po’ potremmo proseguire oltre, portandoli di fronte al palazzo baronale, anzi, forzando un po’ la mano, addirittura prima nell’atrio e poi nel cortile o piazza d’armi del castello. Il che è il massimo che si riuscirebbe ad ammirare di quest’altro bene culturale nostrano: da quando sono state sfrattate le gentili signore che vivevano al piano nobile del palazzo sembra che se la siano svignata anche i fantasmi del passato aggrappati alle sue chianche oltre che alle volte dei secoli, lasciando il posto alle tarme, all’umidità, alle muffe, e a qualche altro verme solitario o in colonia.

Ma poi, lasciandoci alle spalle cotanto oltraggio (e sottacendo accuratamente il fatto che sotto i loro piedi si cela un grande antico frantoio ipogeo visitabile soltanto dagli speleologi coraggiosi, mica dai turisti) potremmo riuscire a riveder le stelle o le stalle conducendoli nei pressi delle famose casiceddhre e raccontare loro la storia dello sciacuddhri. Però, ahimè, anche qui, i nostri poveri viaggiatori, pur a bocca aperta, dovrebbero rimanere a debita distanza da questa meraviglia per il pericolo di caduta massi in testa. Anche qui i nostri amici avrebbero a che fare con rovine e stupidità: ultimamente anche il campanile è crollato, ridotto ad una piccola torre mozza, una montagna spaccata, un rudere, uno sgorbio, mentre il resto delle casiceddhre, ridotte a poco più che macerie allo stato puro, sembrano quelle stesse che ancor oggi si contemplano nel centro storico de L’Aquila, “ricostruito” dal governo del cavaliere mascarato. Soltanto che qui a Noha non c’è stato il terremoto, ma probabilmente qualcosa di peggio.

Poi chiuso questo capitolo, li indirizzeremo da lì ad una cinquantina di metri verso la “casa rossa” (magari nel frattempo li avremo bendati ben bene, come al gioco della mosca cieca, per non fargli scorgere il sito archeo-industriale scoperchiato e diruto del Brandy Galluccio).

Eh già, eh sì, la leggendaria casa rossa, la casa pedreira nohana che sembra disegnata e fatta costruire dall’architetto spagnolo Antoni Gaudì, ricca di cunti e storie, e destinata a diventare poco più o poco meno che la dependance di un paio di casini (in minuscolo, e non nel senso volgare del termine).  Ma forse sarebbe meglio stendere un velo pietoso anche su quest’altra roba che non sapremmo più come definire. Meglio non nominarla invano facendo finta di nulla? Come se non esistesse? Forse sì. Se sapessero e vedessero in che stato versa l’interno e l’intorno di quello che un tempo era uno splendore gli amici vicentini potrebbero risponderci con degli insulti se non con degli improperi espressi con altrettante sonore pernacchie.

*   *   * 

Non so se sarebbe il caso di andare oltre conducendo il gruppo dei malcapitati nei pressi della masseria Colabaldi ancora una volta messa in vendita dagli acchiappagonzi con tanto di comparto approvato da chissà quale illuminata maggioranza di consiglieri comunali per la costruzione di una ottantina di villette a schiera acquistabili con comode rate cinquantennali. Ma forse no, meglio lasciar perdere anche qui e cambiare itinerario, meglio accompagnare i donatori (di pazienza) nella nostra amena splendida fertile multicolori campagna nohana, per esempio verso lu Runceddhra.

Ma a pensarci bene purtroppo anche là ad attenderci non ci sarebbero che scempio e tristezza, come quei quaranta e passa ettari di impianto fotovoltaico, inutili o di certo non utili alla popolazione o al comune (come invece tanti allocchi - inclusi i nostri rappresentanti politici - credevano dapprincipio o temo credano ancora).

No, no, come non detto, meglio ritornare alla casa del donatore, senza nemmeno dirgli che quell’edificio color rosa antico adiacente è il vecchio cinema paradiso di Noha, il nostro “Cinema dei fiori”, ormai in balia di funghi, muschi e licheni.

Però, se non per rifarci, almeno per darci un tono, potremmo dire che abbiamo oltretutto anche un centro sociale nuovo di zecca, con tanto di funzionalissima sala convegni, come quella della vecchia scuola elementare di piazza Ciro Menotti ristrutturata un paio di anni fa ed inaugurata in pompa magna il primo dicembre scorso. Il fatto che sia ancora chiusa al traffico dei pensieri e delle opere è una quisquilia: manca ancora l’elettricità come Dio comanda, anzi come comanda la legge. Embè? Cosa vuoi che sia. Inezie, dettagli. Prima o poi l’Enel allaccerà ‘sto benedetto cavo e tutto potrà partire secondo i programmi. Quali, non si sa ancora. Ma i nostri rappresentanti “disponibilissimi e preparatissimi” ci hanno assicurato: “tutto secondo i programmi”. Punto.

*   *   *

Forse sarebbe meglio abbassare la cresta e l’enfasi sulle nostre meraviglie: rischieremmo che i nostri ospiti, gli amici donatori di sangue venuti dal nord, turisti per caso o loro malgrado, affranti di fronte a tanta bellezza spriculata, esprimendosi in vicentino stretto, rivolgano a noi queste semplici ma significative parole a mo’ di giusto guiderdone per la nostra responsabilità - fosse anche solo quella di esserci voltati più volte dall’altra parte: “Nohani, cu pozzati buttare lu sangu!”.

Antonio Mellone
 
Di Redazione (del 22/11/2017 @ 21:57:24, in Comunicato Stampa, linkato 1948 volte)

Dal 20 al 26 Novembre le associazioni culturali “Archeoclub Terra D’Arneo”, "La Fornace", "Fare Ambiente-Laboratorio di Galatina", "Giovani Galatinesi Gi.Ga” , con il patrocinio del Comune di Galatina, vi danno appuntamento per celebrare insieme la Giornata contro la Violenza sulle Donne. Un momento importante di riflessione collettiva su un tema che ci presenta quasi quotidianamente i suoi tristi numeri: nel 2017 l’agghiacciante media di una vittima ogni tre giorni, 120 donne uccise nel 2016, 7 milioni di donne che, secondo dati Istat, hanno subito almeno una volta violenze e abusi.

“La violenza di genere rappresenta uno degli ostacoli più meschini tra il nostro paese e la civiltà” afferma il Presidente di Gi.Ga Edoardo Mauro ”una situazione piena di viltà e gravi silenzi di cui (e lo dico da uomo) mi vergogno tantissimo. Come associazione giovanile ci siamo sempre mossi con grande attenzione sul tema, consapevoli del fatto che una corretta testimonianza all’ interno del mondo giovanile possa essere fondamentale per abbattere stereotipi e preconcetti. Solo con una giusta educazione collettiva si può combattere questa assurda piaga sociale: ecco spiegato il perché di questi momenti, per esserci non solo come singoli ma soprattutto come comunità”

È chiara sugli intenti di questa manifestazione Simona Ingrosso della Fornace “In comune con le associazioni ideatrici ci siamo ritrovati uniti in un'unica idea e obiettivo, parlare e far parlare della violenza sulle donne. Il messaggio che vogliano lanciare è "Noi ci siamo" per denunciare lo STOP alla violenza sulle donne. Le installazioni fisse comunicano e sensibilizzano: oggi la donna riveste ruoli importanti, ma nelle sue mura ritorna ad essere amica, compagna, moglie, figlia, madre e nonna e lì escono le sue fragilità, la sua bellezza. Il nostro scopo è rivolgersi non solo alla cittadinanza ma anche a tutti coloro che vogliono accogliere questa nostra posizione: ecco spiegata la scelta di luoghi come il centro storico, giornalmente passeggiato da turisti che possano testimoniare come Galatina sia attenta a queste tematiche. La biblioteca comunale è luogo incontro dei più giovani perché dobbiamo partire da loro se vogliamo che false verità vengano screditate con una giusta cultura sul tema”

Presente anche Maria Antonietta Martignanò, Presidente dell’Associazione Archeoclub Terra D’Arneo “L’Associazione Culturale Archeoclub Terra D’Arneo, in occasione del mese dedicato contro la violenza sulle donne, propone “SCATENIAMOCI”, un evento che vede la nascita di alcune istallazioni volte a sensibilizzare sul tema della violenza di genere in altrettanti luoghi del Comune di Galatina, frazioni comprese. Abbiamo pensato alla parola scateniamoci perché volevamo avesse più significati, tutti positivi. Scateniamoci nel senso letterale: togliamo le catene con coraggio! Coraggio di parlarne, coraggio di denunciare, coraggio di metterci la faccia. Scateniamoci con frasi, pensieri, aforismi sulle donne e contro la violenza sulle stesse. Presso il Palazzo Gorgoni e presso la Biblioteca ci saranno degli spazi per scrivere, lasciare il vostro pensiero, il vostro no!”

Particolarmente rilevante sarà la giornata del 25, dove SCATENIAMOCI prevedrà l'occupazione delle piazze di Galatina, Noha e Collemeto. Siete tutti invitati a partecipare con la testa, con il cuore, con un fiore!

(Si ringraziano la Fioreria Andrea Cafaro, CentroColore Ferramenta, Arte Rustica Santoro, Libreria Fabula e i singoli cittadini che, donando le loro scarpe, hanno contribuito alla realizzazione delle installazioni)

-"Archeoclub Terra D’Arneo”;
-"La Fornace";
-"Fare Ambiente-Laboratorio di Galatina";
-"Giovani Galatinesi-Gi.Ga"

 
Di Raimondo Rodia (del 04/03/2014 @ 21:56:09, in NohaBlog, linkato 2817 volte)

Il tema della grande bellezza della nostra Italia si deve concretizzare in fatti veri, abbiamo un paese splendido anche nei borghi più dimenticati ed è questa bellezza che apprezzano i turisti che ci vengono a trovare. Dobbiamo difendere con le unghie e con i denti la nostra cultura, le nostre tradizioni, l’arte, i paesaggi. Oggi vi racconto come, anche una frazione della nostra Galatina, può offrire tesori, ma anche soffrire l’ignoranza ed il qualunquismo di una classe politica e sociale che impone il brutto al bello, ecco dobbiamo riappropriarci della bellezza, come filo conduttore della nostra esistenza, lo dobbiamo a noi ed ai nostri figli. A Noha, prima comune, poi frazione di Galatina, vi sono alcune masserie fra cui la celebre ” Colabaldi” che andrebbero riscoperte, rivalutate, bene il presepe vivente, ma non si possono accendere i fari sulla struttura solo pochi giorni all’anno. Struttura che ha visto la presenza di una chiesa di rito greco, una torre di avvistamento medio-evale, un monastero basiliano ed infine dal 1595 la masseria del mercante di pellame fiorentino Nicola Bardi. Nei dintorni un probabile menhir, ridotto a sedile, con tanto di scritta esegetica e dedicatoria in caratteri greci dedicata a ” Giovanna “, i resti di una pavimentazione in mattoncini di terracotta di una domus romana, attaccati chissà perchè con dell’ottimo cemento sul muro accanto al menhir. I resti dei tanti ritrovamenti fatti nella zona, monete di varia epoca e resti di portate domestiche ( piatti, orci ed altro vasellame ), il giardino di delizia del castello, oggi casa baronale, con la torre trecentesca con ponte levatoio in pietra. La casa Rossa chiusa ed abbandonata, un gioiello di arte Liberty che farebbe a gara con la ” casa di pietra ” di Gaudì a Barcellona, invece che esaltare e proteggere il bene, i nuovi proprietari hanno preferito un orribile e moderno fabbricato accanto. Le cosidette ” casiceddhe ” una sorta di piccolo villaggio in scala, opera della maestria di Cosimo Mariano, che fine farà oggi ? Il suo delicato equilibrio resisterà agli artifici del nuovo proprietario ? Le varie edicole votive, le masseria, la vora, il palazzo ducale, le tombe messapiche ritrovate e ricoperte da villette a schiera, la tomba del gran visir non fruibile, l’elenco sarebbe ancora lungo e non voglio tediarvi. Ma rispettare il monumento della cosidetta ” Trozza ” un pozzo inesauribile, fonte di acqua, come indica la scritta in latino, fatta apporre da Orazio Congedo, da scritte ed imbrattature e abbandono. Come non indignarsi poi della situazione dell’orologio pubblico in piazza, fermo da tempo immemorabile e lasciato nell’incuria totale. Vi dicevo che l’elenco non finirebbe, ma voglio accendere un ragionamento sul vecchio cinema Fiori, sul doppio frantoio ipogeo di Corte Marangi non fruibile. Ma sono anche contenitori culturali come la vecchia scuola media, che dopo ben 1 milione e trecentomila euro di spesa, non è agibile per un allaccio alla rete elettrica non a norma con il progetto, dopo essere stato inaugurato in questi anni per ben due volte. Ma anche l’impianto sportivo con palestra inagibile, campi di calcio e calcetto ed il campo da tennis che bastava solo di una piccola, normale, manutenzione ( vedi verniciatura del campo ) per essere fruibile di giorno, perchè di sera ahimè i pali dell’illuminazione son caduti in campo….

Raimondo Rodia

 
Di Antonio Mellone (del 10/04/2018 @ 21:54:24, in NohaBlog, linkato 1648 volte)

Stamattina al bar m’è andato il caffè di traverso.

E stavo pure rischiando un aneurisma cerebrale per il superamento dei picchi di guardia della pressione arteriosa. Mica per il caffè (oltretutto decaffeinato), ma perché m’è venuta la felice idea di dare un’occhiata al Diciamo Giornale più letto in loco, vale a dire il Quotidiano [non il Fatto, quell’altro: lo strafatto, ndr.].

Perché?

Date un’occhiata, per favore, alle pagine 2 e 3 del giornale datato 9 aprile 2018, e ditemi voi se non sono tutte da incorniciare.

Si parte con l’Economia - probabilmente studiata su Millionaire (o forse nel Billionaire) - con un bel titolone: “I lacci della burocrazia frenano gli investimenti «Più facile in Russia»”.

L’autore piagnucola su quanto sia “faticoso programmare investimenti sul territorio” [poverini, come sudano, e soprattutto come s’offrono, ndr.], e sul fatto che questo benedetto “sviluppo” e questa sacra “riqualificazione del territorio” sono costretti a scontrarsi contro il “‘muro in cemento’ della burocrazia” [mica con quell’altro meno metaforico, cioè con il muro di calcestruzzo, nossignore, ndr.].

E, mamma mia,  ma quanto tempo si perde per creare “strutture turistico ricettive extra-lusso” visto che stiamo qui ad interrogarci “ancora sull’impatto ambientale delle stesse”. Meglio dunque dare subito il via alle Opere che farne fare una Via.

Be’, in effetti non si capisce come mai, nonostante lo “Sblocca-Italia”, in Puglia ci siano delle riserve naturali non ancora trasformate in “eco-resort”, foreste di ulivi secolari non ancora destinati a “villaggi all-exclusive”, porti selvaggi non ancora corretti in “porti turistici”, e torri antiche non ancora convertite in “case-vacanze”.

Il “giornalista” continua a parlarci di “riqualificazione” [quando sento questo lemma avverto subito puzza di fregatura: il solito malpensante, ndr.], riqualificazione, dicevo, di “una fortezza che risale al 1450, nella marina tra Savelletri e Torre Canne” per “realizzare […] un centro per avvenimenti sociali, culturali e matrimoni”.

E certo, il matrimonio di lusso prima di tutto. Poi – ma solo se rimarrà qualcosa del banchetto nuziale – tutto il resto, come la storia, gli studi, la ricerca, l’arte, l’intangibilità del patrimonio culturale, e dunque l’articolo 9 della Costituzione.

Nell’altra pagina, un altro Diciamo Articolo dal titolo: “Da Colaninno a Briatore: voglia di Puglia, e poi la fuga” [per fuga s’intenderà la sfiga del Twiga, ndr.], con tanto di riporto del Pensiero Unico Briatoregno, tipo: “Nel Salento siete indietro di 30 anni”, e poi ancora: “Vi servono alberghi a picco sul mare”, e altre delizie del genere.

Non manca il doveroso riferimento al progetto dell’“Oasi Sarparea” di Mrs Daighton, la lady di ferro (e cemento) inglese che s’è messa in testa, anch’ella, di farci sviluppare come si deve, e con decine, che dico, centinaia di nuovi posti di lavoro. A completare la grande opera, e a far schizzare il Pil locale, mancherebbe soltanto un novello centro commerciale, un bel gasdotto nuovo di zecca, e l’eradicazione di un po’ di ulivi (ma solo qualche decina di migliaia, tra sani e curabili) con la scusa dell’emergenza Xylella.

Sapete da dove son nate queste due interessantissime pagine di Economia & soprattutto Commercio quotidiano [roba da 110, lode, e calcio in culo accademico, ndr.]? Dal racconto della storia di un magnate [che sarà probabilmente voce del verbo, ndr.], uno “tra i 300 più ricchi della Svizzera”, desideroso di ballare in Puglia, un uomo di 73 anni dall’occhio vispo e una bella $ sbarrata incisa nell’iride: il signor René de Picciotto. Un nome che è tutto un programma.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 30/04/2022 @ 21:45:22, in Comunicato Stampa, linkato 890 volte)

Il giorno 26 aprile a.c., a Noha in via G. Galilei e via Bellini, all’interno della nuova recinzione metallica che separa le vie dalla zona in corso di urbanizzazione, alle ore 9,30 circa si ripeteva lo stesso evento accaduto lo scorso anno, e da noi segnalato al Protocollo come da copia in calce. La ditta incaricata per il diserbo dell’area in oggetto, senza alcun preavviso, poneva dei cartelli sulla recinzione con su scritto “ZONA AVVELENATA”. Si accingeva quindi a irrorare l’area con il prodotto diserbante senza curarsi delle persone che abitano nella via. Abbiamo chiesto l’intervento dei vigili urbani i quali prontamente sono intervenuti e, preso atto del mancato prevviso e della nostra segnalazione indicante l’art. 177 delRegolamento di igiene del Comune di Galatina, hanno eseguito la sospensione del diserbo. Chiediamo se il Regolamento di igiene indicato nel nostro documento è ancora vigente, e se il Vs. Ufficio ritiene idoneo al diserbo in quella area (in centro all’abitato) il prodotto che l’operatore si accingeva a irrorare e registrato dai vigili sul loro verbale. In attesa di un Vostro gentile riscontro porgiamo i nostri più cordiali saluti

 

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Il Direttivo dell’Associazione NoiAmbiente e Beni culturali
di Noha e Galatina

 
Di Antonio Mellone (del 21/08/2021 @ 21:41:54, in Fetta di Mellone, linkato 2883 volte)

Ci ho dovuto riflettere alquanto prima di tagliare quest’n-esima fetta: infatti, nelle migliori scuole di giornalismo (che io non ho frequentato, ma so come va il mondo avendo fatto il militare a Cuneo, vabbè a Milano) dicono che la notizia non sia il cane che morde l’uomo, ma il contrario. Ergo questo pezzo sarebbe (stato) totalmente inutile in un contesto diverso, o per meglio dire normale.

È che però, nelle mie ricerche sull’archeologia nohana, non mi sembra di essermi mai imbattuto in una cerimonia solenne di tal fatta: pertanto, salvo sviste o omissioni, trovandomi nel campo, appunto, delle notizie, essendo questo avvenimento il primo nel suo genere, mi accingo a lasciare su questa pergamena (elettronica) quelle impressioni che, pur con i miei illimitati limiti, ho la presunzione di pensare contribuiscano a fare la Storia del mio paese, scritta finalmente in maiuscolo e d’ora in poi mai più di serie Zeta.

Ebbene, senza tirarla troppo per le lunghe, il primo di agosto scorso due ragazzi si sono uniti civilmente ovvero – preferisco questa seconda formula -  sono convolati a nozze: si tratta di Jerry Misciali di Noha e di Antonio Antonazzo di Parabita. Non me ne vorranno, gli sposi, se per questo passaggio utilizzo alcune immagini pescate dai loro profili social, quindi già pubbliche, e nemmeno gli autori delle rispettive foto, nei confronti dei quali mi dichiaro sin d’ora disponibile a citarne il nome quale giusto guiderdone al loro copyright.    

Nel titolo parlavo di fichi. Ma ci terrei a precisare che non v’è alcun riferimento alla botanica, dunque alle Moracee nelle centinaia delle loro varietà e ai relativi frutti eduli, freschi o essiccati; e men che meno al modo di dire “Fare le nozze coi fichi secchi”, pare coniato nel 1896 in occasione del matrimonio tra Vittorio Emanuele di Savoia e la principessa Elena del Montenegro per indicare le non proprio prosperose finanze dell’augusta consorte. Oltretutto, per la cronaca, i fichi di certe geografie rientrano nella categoria dei presidi slow food, vere e proprie eccellenze gastronomiche, e sembra ne fossero stati offerti in abbondanza, insieme ad altre leccornie s’intende, persino nel “rinfresco” reale seguito allo sposalizio di William e Kate.

Invece questa volta mi riferisco al concetto più popolare (magari gergale) di fico, allorché in maniera icastica vogliamo far riferimento a qualcosa o a qualcuno che risponda agli attributi di piacevole, accattivante, originale, sollecitandone al contempo approvazione, compiacimento e complimenti.

Sì, esclusivamente in questi termini dico che si è trattato di nozze coi fichi, a partire dagli sposi: ma non solo in quanto belli, eleganti, radiosi, manco un pelo delle loro barbe fuori posto (ma quanto si somigliano ‘sti carusi), e giacché pure ironici, e imbranati quanto basta come accade a quasi tutti i coniugi del pianeta nel giorno degli sponsali, ma soprattutto perché hanno saputo tener duro facendo comprendere a chiunque che non esiste una parte “sbagliata” della storia, e che spesso certe barriere architettoniche mentali (se non proprio culturali o addirittura intellettuali) son fatte di perbenismi puritani e adattamenti conformisti, quando non di ipocrisie apocalittiche. La verità, che brilla della sua stessa perspicuità, o è di carne o è ideologia di bassa lega: e sarebbe il caso che il potere ne prendesse atto una buona volta.

Non posso concludere queste note senza un cenno a quanto fichi siano (stati) i genitori dei coniugi, non tanto nell’aver superato brillantemente il groppo emotivo della giornata epocale, quanto per l’orgoglio e la dignità dimostrati nel rimanere accanto ai loro “bambini” in ogni attimo di questa bella realtà. Ma fichi, di più, fichissimi sono anche gli altri parenti (a partire dai più anziani, straordinariamente moderni e laici, per finire ai giovanissimi, testimoni e si spera protagonisti di cieli nuovi e terra nuova), e il resto degli invitati, senza tralasciare, in questa era di cibernetica, gli amici diciamo in Dad (incluso il sottoscritto), che non hanno lesinato sui like all’indirizzo dell’avvenimento, di chi l’ha pensato, voluto e raccomodato.

Sono certo che d’ora in poi “tracce” di unioni civili di tal natura saranno rinvenibili ovunque, oltre che negli archivi dello stato civile di ogni comune, anche nei registri parrocchiali locali e globali, in quelli delle moschee, delle sinagoghe, dei santuari shintoisti, insomma negli elenchi conservati nei templi di ogni religione.

Per di più, se Dio è amore non può non benedire legami sacri (e fichi) come quello di Jerry e Antonio.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 12/02/2015 @ 21:39:01, in Comunicato Stampa, linkato 2765 volte)

Galatina "ombelico del Salento", così chiamata in quanto posta esattamente al centro del territorio salentino.

Rappresenta uno dei principali poli turistici del territorio grazie alla ricchezza ed all’originalità del proprio patrimonio storico, culturale ed enogastronomico.

I gioielli artistici di Galatina sono custoditi principalmente all’interno della cinta muraria del XVI secolo, dove palazzi nobiliari, corti e vicoli, rendono suggestiva la visita e l’ammirazione del barocco galatinese.

Autentico fiore all’occhiello è la francescana basilica di Santa Caterina d’Alessandria del XIV secolo situata nell’antica Piazzetta Orsini, come anche la centrale chiesa matrice dei Santi patroni Pietro e Paolo che impone la sua facciata barocca sull’omonima piazza nel cuore del centro antico.

La vastità e l’imponenza del patrimonio architettonico espresso, ha portato alla conquista da parte di Galatina del titolo di “Città d’arte”, che ha spinto l'amministrazione comunale ad investire sulla creazione di alcuni brand turistici che focalizzano l’attenzione proprio sulle potenzialità espresse della città.

In questo senso è giunta già alla quinta edizione la manifestazione “Le Corti a Mezzanotte”, che rappresenta uno dei principali brand turistici su cui Galatina ha deciso di puntare, anche alla luce dei risultati.

Nata nel 2011, “Le Corti a Mezzanotte” è una manifestazione che si tiene all’interno della splendida cornice del centro storico di Galatina, nell’arco di una serata, generalmente nell’ultima settimana di Agosto (VI edizione 21 agosto 2015).

Durante questa serata oltre agli antichi palazzi barocchi, il borgo apre a tutti i visitatori le sue principali corti, che sono valorizzate ed arricchite da esposizioni pittoriche, da spazi musicali e da percorsi enogastronomici, che contribuiscono

a far assaporare in tutte le sue forme il barocco galatinese. (www.lecortiamezzanotte.it)

Non a caso Galatina oltre al marchio di “Città d’arte” possiede anche il marchio di “Città del vino”, in virtù dell’antica e sempre attuale produzione di vino locale, portato avanti negli anni da importanti cantine vinicole che contribuiscono ad esportare il nome di Galatina a livello nazionale ed internazionale.

Ecco perché nasce, il festival “Barocco wine music” attivando un sistema di promozione ed avvicinamento alla cultura del vino con oltre 200 etichette regionali.

Barocco wine music, manifestazione organizzata nel mese di Ottobre (edizione 2015 10 ottobre), rappresenta da questo punto di vista il secondo brand turistico sul quale l'amministrazione comunale ha investito, in linea con la tradizione e con i marchi posseduti dalla città. (www.baroccowinemusic.it)

Molte le tradizioni culinarie e sopratutto dolciarie del territorio: africano, mustacciolo, sibilla, mafalda e il famoso pasticciotto, una grande tradizione che esplode già nel 1745 nella bottega pasticciera della famiglia Ascalone con questo dolce tipico composto da pasta frolla farcita di crema pasticcera e cotto in forno.

Così da una grande tradizione dolciaria ma anche enogastronomica nasce "Dolce Città Nostra" che si presta alla sua seconda edizione dopo il grande consenso ottenuto.

La manifestazione si terrà domenica 12 aprile 2015 in occasione della giornata

"La Penisola del Tesoro" del Touring Club che ha scelto, insieme ad altri otto comuni italiani, anche Galatina dove saranno presenti circa 900 associati.

La Penisola del Tesoro 2015 è un’iniziativa importante del Tci che da 16 anni porta i soci a scoprire i beni culturali meno noti prendendo come punto di riferimento, il patrimonio negato, per valorizzare un patrimonio fondamentale per il futuro del Paese.

“Galatina investe anche nei nuovi sistemi di comunicazione on-line per dare servizio alla città stessa ma soprattutto – come rimarcano il sindaco Cosimo Montagna e l’assessore al Turismo Alberto Russi - per incentivare i turisti a fruire e muoversi liberi nel grande patrimonio architettonico. Già da due anni Galatina ha investito nella guida virtuale con i codici qr diffusi tramite paletta sui maggiori monumenti del centro storico che permettono al turista di avere tutte le informazioni utili senza nessuna guida.

Aderisce quest'anno al progetto dell’Associazione culturale AMiCA (Audio Musei a Cielo Aperto), che ha il principale obiettivo di promuovere il patrimonio culturale attraverso lo sviluppo di progetti e strumenti innovativi”.

Strumenti che si fondono con la creazione dell’APP GalatinaAmica, disponibile in italiano e inglese per IOS e Android che presenta 6 sezioni principali: Monumenti (contenente le schede dei beni esaminati con foto, descrizioni, ubicazione nonché la relativa traccia sonora), Categorie (in cui sono presenti alcuni selezionati consigli per l’utenza), Itinerari (sezione in cui sono presenti i percorsi per fruire di tutti i beni analizzati), Mappa (contenente i punti di interesse) e Downloads (sezione contenente l’elenco delle audioguide disponibili sul proprio dispositivo e quindi fruibili in OFFLINE). Lo strumento realizzato è una proposta per una visita multimediale della città, un cicerone interattivo che grazie alla funzione Realtà Aumentata porterà il visitatore a scoprire ciò che ha intorno. (www.arteamica.com)

 
Di Marcello D'Acquarica (del 21/04/2019 @ 21:38:54, in NohaBlog, linkato 1501 volte)

Be'... Non ci credevo più nemmeno io. A forza di vedere in giro alberi capitozzati e altri tutti secchi, con al massimo qualche rara parvenza di fogliame, pensavo che solo un miracolo potrebbe salvare i nostri ulivi. Dopo aver visto gli alberi di Michele, invece, mi si è riaperta la speranza.

Il mio cuore ha sentito come il chiudersi improvviso di un taglio che perdeva, perdeva appunto, la speranza.
E pensare che Michele non è un contadino, di mestiere fa tutt'altro. Eppure il suo giardino sembra la vetrina di un gioielliere, i suoi ulivi sono tutti in fiore, tutti. Nonostante il suo campo sia circondato da terreni trascurati e ulivi malandati. Cosa fa per mantenerli così? Semplicemente li tratta con la poltiglia bordolese, una potatura arieggiata che ha fatto lui stesso e infine, dice Michele, con le piante ci parla, le tratta come fossero delle persone care.

Osservavo il confronto tra i due uliveti, sono perfettamente uno di fronte all’altro ai lati della strada, in via Aradeo, esattamente nei pressi del viale che porta all’antica Masseria della Contessa, osservavo dicevo, l’incredibile condizione dell’uliveto dirimpetto a quello di Michele, è stato ghigliottinato barbaramente, e lasciato soffocare dal sottobosco di erbe spontanee, mentre le piante di fronte, quelle del nostro amico, sono l’esatto opposto, con un carico di fiori inimmaginabile.

Con questo non voglio dire che basta fare semplicemente come fa Michele e tutti gli ulivi del Salento guariranno o risorgeranno. Certamente in giro lo scenario degli ulivi secchi e tagliati come dei crocefissi nudi, è reale e raccapricciante. Non entro nel merito del come ha avuto inizio questa storia, tanto se ne è parlato ovunque e in abbondanza, quello che non è ragionevole è invece il fatto che stiamo tutti cadendo nella trappola dell’”ormai non c’è più niente da fare, seccheranno tutti”. Così concludono i tanti contadini e non, scoraggiati da questa situazione. Invece bisognerebbe prenderci cura di ciò che abbiamo, e sono tanti gli uliveti come quello di Michele. Ci stiamo affannando per impiantare nuove cultivar spacciate per essere resistenti, con promesse favolose, ma che nessuno garantisce, anzi è già risaputo che bisognano di un intensivo uso di fitofarmaci e di risorse idriche, due condizioni, l’ambiente e le risorse idriche, già fortemente compromessi.

Tutto il contrario dei nostri ulivi che hanno vissuto con eccellenza per secoli su terreni spesso pietrosi e secchi.

E la cosa ancor più orripilante, è che il governo di un Paese come l’Italia, in grado di armare eserciti potenti, come massima espressione della sua onniscienza, attraverso il “Decreto legge Emergenze  07-03-2019”, e precisamente negli articoli 6 ed 8, Obbliga (in barba al diritto della salute dei cittadini dettato dalla Costituzione) 2 trattamenti chimici su tutto il territorio con insetticidi a maggio e giugno e Obbliga (sempre in barba al divieto assoluto di deroga sulla salvaguardia dei beni culturali dettato dalla Costituzione) l’estirpazione di piante secolari ospiti nei 100metri attorno a piante infette.

Grazie Michele, per la speranza, speriamo che sia più contagiosa di questa fantomatica Xylella.

Decreto Emergenze: una coalizione di oltre 200 scienziati, medici, giuristi, economisti, agricoltori, giornalisti, organizzazioni della società civile contro art. 6 e 8 | ISDE Italia @MIUI| 

https://www.isde.it/decreto-emergenze-una-coalizione-di-oltre-200-scienziati-medici-giuristi-economisti-agricoltori-giornalisti-organizzazioni-della-societa-civile-contro-art-6-e-8/

Marcello D’Acquarica

 
Di Redazione (del 18/01/2018 @ 21:38:39, in Comunicato Stampa, linkato 1624 volte)

Il Comune di Galatina e il Dipartimento di Beni culturali dell'Università del Salento stipulano un accordo al fine di collaborare nell'organizzazione e nella realizzazione di progetti nel campo dei Beni culturali ed in materia di sviluppo coordinato ed integrato delle attività di ricerca scientifica, di conservazione, recupero e valorizzazione del patrimonio locale e non.

Galatina è stata individuata dall'Università del Salento come sede di svolgimento di attività anche di interesse della Facoltà del DAMS - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, in ragione della rilevanza del proprio patrimonio culturale.

“È un onore per tutta la Città accogliere l'arte e la scienza dell'Università del Salento all'interno del nostro palazzo della Cultura. Per il Comune di Galatina la cultura rappresenta un'importante opportunità strategica per la valorizzazione e lo sviluppo culturale, sociale ed economico dell'intero territorio" dice il Sindaco Amante. "Tra l'altro, in coerenza con gli obiettivi programmatici di mandato, l'amministrazione ha avviato sin da subito azioni rivolte a rendere la cultura il motore da cui far rinascere l'economia e l'orgoglio della Città."

Allo stesso modo l'Assessore alla Cultura Dettù afferma che "la partecipazione degli studenti iscritti al DAMS rappresenta per la Città un'importante occasione di crescita culturale e di coinvolgimento di giovani, esperti, operatori del settore docente e portatori di interesse, che potranno rappresentare per tutto il territorio galatinese una preziosa risorsa. L'accordo con l'Università del Salento si arricchisce anche della rinascita a Galatina della <Notte della Cultura> che coinvolgerà tutte le associazioni del settore, a dimostrazione dell'investimento credibile che l'amministrazione sta facendo sulla madre-cultura."

Ufficio stampa Marcello Amante

 

L’Amministrazione Comunale di Galatina, guidata dal sindaco Marcello Amante, sposa il progetto di rigenerazione ambientale denominato “Il Bosco di Athene”, proposto dall’Associazione Salento Km0. L’associazione, che negli anni ha sviluppato come sua missione principale quella di tutelare, promuovere e valorizzare il patrimonio ambientale e culturale del nostro territorio, intende agire soprattutto attraverso eventi, laboratori, mostre, pubblicazioni, incontri, progetti e prodotti, in sinergia con le Istituzioni, tra cui appunto il Comune.

Nello specifico il progetto “Il Bosco di Athene” ha l’importante e ambizioso obiettivo di rigenerazione ambientale e valorizzazione delle aree verdi ed extraurbane per rispondere alla crisi ecologica in corso, fortemente compromesse dal disseccamento rapido degli olivi, diventati nel giro di pochi anni distese di alberi secchi, facili bersagli di incendi e speculazioni edilizie. In particolare si intende convertire un’area attualmente sottoutilizzata e degradata in un bosco di comunità, incrementandone il valore ambientale e sociale attraverso laboratori permanenti di pratiche agro ecologiche e di sperimentazione.

Per realizzare il progetto l’Amministrazione, partner attivo dell’Associazione Km0, si occuperà della realizzazione di una mappatura dei terreni demaniali per replicare il progetto e ampliarne le ricadute; darà il via all’autorizzazione a campagne di piantumazione in terreni di proprietà comunale da individuare con apposita ricognizione; consentirà la concessione in comodato d’uso di terreni demaniali senza alcun onere per l’Ente; realizzerà la bonifica dei terreni dai rifiuti presenti; garantirà il supporto organizzativo attraverso gli uffici competenti; garantirà il supporto comunicativo per l’iniziativa presso gli organi di stampa e per informare la comunità.

Il “Bosco di Athene” nasce – dichiara Casaluci, presidente dell’associazione Salento KmO - dalla collaborazione dell’Associazione Salento Km0 con un gruppo di cittadini e professionisti galatinesi con l’intento di rigenerare e valorizzare la cinta rurale di Galatina, ricca di beni ambientali e culturali sotto-utilizzati e oggi fortemente colpita dal disseccamento degli olivi. Vogliamo realizzare un progetto incentrato sulla riforestazione di terreni pubblici e privati abbandonati, nel nostro comune così povero di spazi naturalistici dove godere del contatto con la natura. Vogliamo creare un “bosco di comunità”, realizzare attività e laboratori permanenti di pratiche ecologiche e di sperimentazione di produzioni sostenibili. Siamo soddisfatti del supporto manifestato dall’Amministrazione sin dal primo momento per un progetto così importante per la comunità, formalizzatosi nella deliberazione di un partenariato attivo, certi che sia solo il primo passo verso la costruzione di un percorso collettivo di interesse comune».

Ufficio stampa Marcello Amante
sindaco di Galatina 

 
Di Redazione (del 05/12/2017 @ 21:37:33, in Comunicato Stampa, linkato 1853 volte)

Si è svolta domenica scorsa a Noha la cerimonia di consegna delle chiavi all'Associazione “Abilmente insieme onlus” del Centro Aperto Polivalente per Minori di piazza Menotti.

 L'iniziativa segue di alcuni giorni l'approvazione, da parte dell'amministrazione comunale, del progetto “Abilmente insieme”, proposto dall'Associazione per favorire l'inserimento di ragazzi con disabilità in attività didattiche ed educative, sportive e tempo libero e per la sensibilizzazione dell'intera comunità sulle problematiche inerenti la disabilità.

Per la realizzazione di tale progetto, l'Associazione “Abilmente insieme onlus”, utilizzerà in comodato gratuito fino al 31 dicembre 2020 il piano terra dell'immobile di piazza Menotti nella frazione di Noha.

L'affidamento comprende l'uso e la manutenzione del giardino, con utenze a carico dell'Associazione, al fine di assicurare la continuità dell'attività già avviata in favore degli utenti in situazioni di svantaggio. Il Centro potrà organizzare attività sportve, ricreative, culturali, momenti di informazione, laboratori ludico-espressivi ed artistici, vacanze invernali ed estive.

“L'amministrazione comunale intende favorire le attività delle associazioni realmente operative sul territorio e prestare la massima attenzione nei confronti di chi si impegna quotidianamente in attività sociali a favore delle fasce più deboli – dice l'assessore alle Politiche Sociali, Antonio Palumbo, presente alla cerimonia di domenica scorsa – l'affidamento in comodato gratuito dell'immobile di piazza Menotti a Noha rientra nell'impegno già avviato fin dal nostro insediamento alla valorizzazione ed al razionale utilizzo degli immobili di proprietà comunale. Siamo convinti che i responsabili dell'Associazione Abilmente Insieme onlus sapranno utilizzare al meglio la struttura realizzando iniziative di forte valenza sociale a favore delle fasce deboli ed in particolare dei ragazzi e ragazze con disabilità”.

Ufficio Stampa Comune Galatina

 

 
Di Redazione (del 20/11/2014 @ 21:37:28, in Presepe Vivente, linkato 2771 volte)

Anche quest'anno ci sarà a Noha il presepe vivente nei seguenti giorni: 25, 26 e 28 dicembre 2014 e l'1, il 4 e il 6 gennaio 2015.

Dall'antica masseria Colabaldi il presepe trasloca nel centro storico di Noha.

La natività avverrà all'interno di in uno dei beni culturali più belli e suggestivi del Salento, un luogo mitico, unico al mondo.

Dove? Rimanete sintonizzati con Noha.it: lo scopriremo insieme strada facendo.

La redazione di Noha.it

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 25/01/2016 @ 21:35:55, in Affresco misterioso, linkato 3217 volte)

Bello! Vedo che in occasione del presepe vivente, con l’obiettivo di far conoscere meglio i beni culturali di Noha, ogni volta si scopre qualcosa di nuovo e di importante.

L’anno scorso, (Natale 2014), mi accorsi che faceva bella mostra di sé, appoggiata per terra all’ingresso della “Casa Rossa” messa lì apposta, ma forse non notata, un’antica pietra circolare che sicuramente fu un coperchio delle fosse granarie che a Noha erano scavate nella roccia in località cisterneddhra, risalenti probabilmente al tempo dei monaci basiliani, il che vuole dire prima dell’anno mille.

Quest’anno (Natale 2015) abbiamo avuto la gioiosa sorpresa di vedere un affresco sull’antico muro del Castello. Veramente anche nella Masseria Colabaldi mi aspettavo di vedere qualche icona bizantina nel conventino dei basiliani o nella chiesetta di Santu Totaru. Forse il degrado ha avuto la meglio e tutto è scomparso.

L’affresco di quest’anno è una testimonianza in più che conferma l’antichità della nostra cittadina. Senza voler entrare nel merito del valore artistico, dell’autore e di quando è stato fatto (per il momento si può fare solo ipotesi), volevo presentarvi le mie considerazioni.

E’ risaputo che i baroni dal secolo XI e seguenti ci tenevano a costruire il loro Castello. Sappiamo anche per certo che il nostro primo Barone fu Pietro De Noha che nel 1270 mise il centro della baronia (molto estesa)  del suo casato a Noha. Pietro De Noha morì nel 1308 e gli successe il figlio primogenito Guglielmo. Ma Pietro De Noha non è sorto come un fungo, la sua casata già esisteva. Per cui troviamo nel secolo XII Nicolò De Noha, uno dei 12 capitani che condussero in Lecce i principi normanni, al quale, siccome agli altri, donarono nobili feudi (cf. Archivio mutatoriano: studi e ricerche in servigio della nuova edizione de “Rerum italicarum scriptores” di L. Muratori, Edizioni 11-15 pg.695). E sappiamo anche che Nicolò De Noha era figlio del celebre Cavaliere di Malta Goffredo De Noha.

Non so se sia in piedi alcun legittimo Rampollo della nobilissima Famiglia di Noha, denominati di tal forma per la Signoria di quel Castello sito nel fertilissimo Territorio Leccese, ove son stati anche Signori di Padulano, di Francavilla, e di Cavallino, e altre Terre nella medesima Provincia, reputati nobilissimi nella Città di Lecce, havendosi memoria posseder tal Dominio sin dall’anno 1253, e nel Registro del Re Carlo Primo dell’anno 1268 ritrovai Guglielmo de Noha con il titolo di Miles comparire avanti il detto Re, come altri Baroni della Provincia, e ben se ritrovano altri honori in detta Famiglia, come si scorge da’ Reali Registri. (Testimonianza di don Giuseppe Reccho “Notizie di famiglie nobili ed illustri della città e Regno di Napoli” stampata a Napoli nel 1717).

Nel 1268 dunque Guglielmo De Noha con il titolo di “Miles” compare avanti il detto Rè, come altri baroni della provincia e havendosi memoria posseder tal Dominio sin dall’anno 1253.           

Il termine miles, nel linguaggio delle fonti medievali, si riferisce al combattente a cavallo o cavaliere. Il miles fa parte di un ceto sociale, con l’investitura cavalleresca da parte del Re. Allo status di miles erano connessi privilegi fiscali, ereditari, giudiziari. E ad un certo punto chi apparteneva alla stato di miles era considerato parte della nobiltà.

Ebbene tutto questo per dimostrare che la nobile famiglia De Noha apparteneva a questo ceto dei Miles (combattenti a cavallo). Ecco allora perché l’affresco che abbiamo visto ci riporta una scena di cavalleria. I De Noha amavano l’arte cavalleresca e niente di strano che nel loro Castello abbiano fatto affrescare le pareti del giardino con scene di cavalieri a cavallo.

Già sappiamo che quando nel 1700 il Castello fu ristrutturato e divenne una masseria, quel muro fu ricoperto di intonaco: così l’affresco è arrivato fino a noi per quel tanto che si può ancora vedere, ma è un tesoro prezioso da salvare e custodire.

P. Francesco D’Acquarica

 
Di Mariano Lino (del 01/02/2018 @ 21:34:35, in Comunicato Stampa, linkato 1459 volte)

Cerimonia di intitolazione del circolo PD di Noha al compianto segretario prematuramente scomparso "Giovanni De Benedetto" prevista per le 11,30 di domenica 4 febbraio in p.zza San Michele a Noha.

Alla suddetta parteciperanno la V.M. On.Teresa Bellanova, il cons.reg. Sergio Blasi, il segr.prov. Ippazio Morciano e il presidente Stefano Minerba.

Sono invitali il Sindaco di Galatina Marcello Amante, la giunta comunale, la cittadinanza e le associazioni culturali di Noha.

Lino Mariano

 

 

 
Di Andrea Coccioli (del 26/05/2014 @ 21:32:19, in Comunicato Stampa, linkato 2409 volte)

QUANDO IL “BENE COMUNE”   diventa obiettivo condiviso dalle Istituzioni, dal libero Associazionismo e dagli operatori economici locali, quando la progettualità e la progettazione diventano strategie di lavoro; quando la collaborazione è aperta e sincera e rifugge dai rancori, dai risentimenti di parte e dai particolarismi, possono realizzarsi evenbti importanti e iniziative, se non storiche, memorabili. E’ il caso  di Sport Day 2014!
Il 10, l’ 11 e il 18 maggio a Galatina si è festeggiato lo sport in tutte le sue migliori espressioni.
Si è scelto di utilizzare piazza san Francesco per mettere in mostra le società sportive che fanno sport a Galatina: Tennis, Ping Pong, Danza, Ginnastica ritmica, Basket, Volley, Scherma, Corsa.
Anche  gli Istituti scolastici comprensivi hanno partecipato all’iniziativa coinvolgendo i ragazzi il sabato mattina. E’ sempre bello ed educativo far partecipare i ragazzi alle iniziative sportive perché lo sport unisce, definisce gli ambiti del rispetto e delle regole comportamentali.
L’idea, poi, di unire lo sport e la cultura ha reso possibile la collaborazione con l’associazione CittàNostra e le guide turistiche che hanno accompagnato i ragazzi alla conoscenza delle bellezze architettoniche e storiche della nostra Galatina. Né secondari sono stati gli interventi di animazione dei “Portatori sani di sorrisi” e di “Magic Clown”.
Domenica 18 maggio SPORT Day ha visto la sua massima espressione presso la struttura sportiva del palazzetto dello sport “Panico” dove circa 600 atleti provenienti da ogni luogo della Puglia, accompagnati da almeno altrettanti genitori, dirigenti e allenatori, si sono incontrati per gareggiare nelle specialità di minibasket, minivolley, calcio e scherma. La grande e importante collaborazione del Centro Sportivo Italiano di Terra d’Otranto, che quest’anno festeggia il 50 esimo della sua fondazione a Galatina, ha fatto la differenza. Dirigenti ed operatori allenati da tempo al servizio per gli altri, hanno reso possibile avvalorare , anche attraverso una Rassegna fotografica e un pubblico dibattito, il diritto allo sport di tutti e per tutti.
Il Centro Sportivo Italiano, concluderà a livello nazionale la celebrazione del 70 ° della sua fondazione il 7 giugno in Piazza S. Pietro con l’incontro storico e straordinario con Papa Francesco.
SPORT Day 2014, che ha visto il coinvolgimento attivo di tante realtà sportive di Galatina, è stato un successo per numero di partecipanti, per simpatie realizzate, per l’entusiasmo serpeggiante tra gli atleti ed il pubblico.
Ancora una volta è stato dimostrato che la sinergia tra le istituzioni pubbliche, società sportive, enti di promozione sportiva e associazioni culturali e di volontariato , operatori economici è di fondamentale importanza sia per la realizzazione di manifestazioni ed eventi di largo interesse pubblico sia per rinverdire la centralità di Galatina nel Salento.
L’Assessorato allo sport e tutta l’Amministrazione comunale che hanno voluto fortemente Sport Day 2014, visti l’ottima riuscita della iniziativa e l’alto indice di gradimento, si propongono la riedizione l’anno prossimo.

Andrea Coccioli

   
   
   

 
Di Antonio Mellone (del 28/10/2013 @ 21:30:00, in I Beni Culturali, linkato 3704 volte)

Se diamo uno sguardo ai beni culturali di Noha, e se dimostriamo appena un pizzico di sensibilità nei confronti del nostro patrimonio storico-artistico, non possiamo evitare di chiederci perché mai la sublime eredità che ci è stata consegnata dalla storia è costretta a fare l’ingloriosa fine che è sotto gli occhi di tutti (inclusi i ciechi, gli orbi ed i bendati).

Ebbene sì, ormai lo sanno anche le pietre che stiamo dando il colpo di grazia alla memoria dei nostri padri, alla bellezza della nostra terra, all’opera di chi ha costruito capolavori, innalzato cupole, issato menhir, eretto torri medievali di avvistamento e difesa nonché torri civiche con campanile ed orologio, incavato frantoi ipogei, miniaturizzato casiceddhre in pietra leccese, edificato pietra su pietra la stupenda casa rossa, fabbricato masserie antichissime, scavato trozze con tanto di puteali scolpiti in pethra aurea, architettato il palazzo baronale ed il suo bellissimo giardino d’aranci, realizzato la distilleria del Brandy Galluccio, e così via.
Ora per favore non mi si venga a dire con la prosopopea emblematica di chi non ha mai capito un cavolo né di diritto né di economia che “il privato è più efficiente del pubblico”. Ai giuristi de noantri ed agli economisti per caso vorrei sommessamente dire che a Noha c’è la lampante dimostrazione dell’esatto contrario.
Oddio, non è che qui il pubblico brilli per particolari virtù (anche perché a Noha il pubblico forse non è mai esistito, e se anche fosse – ipotetica del terzo tipo – lo sarebbe ancora una volta per sbaglio. Per averne un esempio basta osservare con quali efficienza-efficacia-economicità questo pubblico ha fatto ristrutturare la vecchia scuola elementare di Noha dissipando 1.300.000 euro – bruscolini - e scordandosi al contempo di pensare all’allaccio all’energia elettrica come dovuto, onde, ad oggi, nella suddetta struttura, non è possibile far funzionare nell’ordine: impianto fotovoltaico, ascensore, apparato di condizionamento dell’aria, varie ed eventuali. Ma questa è un’altra storia).   
Dicevo dei privati. Ebbene sì, la maggioranza assoluta dei beni culturali nohani è in mano ai privati. I quali – forse ingrati, e in tutt’altre faccende affaccendati come con molte probabilità sono e saranno sempre stati - tutto hanno in mente di fare men che di prendersi cura dell’oro che hanno per le mani.

Non è un mistero doloroso il fatto che la torre con ponte levatoio, sì, quella medievale vecchia di sette secoli, si mantenga in piedi ormai quasi per quotidiano miracolo (ed i miracoli, si sa, non si ripetono all’infinito); che il palazzo baronale, meglio noto come il castello, ormai senza più anima viva al suo interno dopo la dipartita degli ultimi inquilini, stia andando incontro al suo inesorabile accartocciamento post-muffa; che il frantoio ipogeo ridotto a poco più che una cloaca a cielo chiuso verrà a breve attraversato da un bel canalone della fognatura bianca (una in più o una in meno, cosa cambia); che l’orologio svettante nella pubblica piazza è da quasi un decennio il più fermo del mondo in assoluto (roba da guiness dei primati: dove per primati stavolta bisogna intendere le scimmie); che le casiceddhre che ormai in tanti vengono a vedere anche da fuori paese (invece chi del posto dovrebbe appena alzare lo sguardo sembra affetto o da cataratta cronica o da cefalea letargica, nonostante la possibilità di accedere a prezzo di costo a numerosi antidoti farmacologici) si sta sfarinando per colpa del cancro della pietra leccese (e soprattutto per colpa di quello culturale che distrugge i residui neuroni degli umanoidi nostrani), mentre il grazioso campanile in miniatura è già venuto a mancare all’affetto dei suoi cari appena qualche mese addietro; che l’affascinante misteriosa casa rossa, la casa pedreira nohana, ha finalmente un motivo di attrazione in più dato alla luce di recente da una betoniera trovatasi per caso nelle sue immediate adiacenze: una neonata altèra casa bianca presidenziale.

Antonio Mellone

 
Di Andrea Coccioli (del 28/01/2019 @ 21:29:52, in Comunicato Stampa, linkato 1083 volte)

Non proteggiamo le persone, i bambini, le donne e gli uomini che scappano dalle atrocità della Libia, di un’Africa che in alcune zone è un vero e proprio incubo. La gente scappa per trovare una vita migliore per sé e per i propri figli.

E noi che facciamo? Non li facciamo sbarcare. Li facciamo stare in mare in balia delle onde, ad aspettare cosa?

Loro non capiscono perchè. Si chiedono perchè l’Europa non li vuole, Dobbiamo subito farli sbarcare, rifocillare, dare assistenza medica, umanitaria e poi chiedere con forza a tutti i paesi che formano questo favoloso continente di accogliere i migranti. Questo dobbiamo fare. Giocare a fare gli sceriffi del Mediterraneo non ci fa onore come uomini e come popolo italiano. Da sempre l’Italia è stato un crocevia di popoli, di esperienza multiculturali. In questo periodo storico i nostri figli e i figli dei nostri figli dovrebbero ricordarci come gli italiani che hanno salvato migliaia di persone, ci dovrebbero riconoscere come quelli che hanno dato un accesso al grande continente europeo, a tante persone che bussano alle nostre porte. Bussano sempre più forte e non smetteranno perché l’Africa non è un altro continente, ma è un pezzo del nostro pianeta che ora grida aiuto. E noi abbiamo il dovere umano di aiutarli, di renderci disponibili a rispondere ed amplificare la loro voce nelle stanze della politica europea, nelle città europee, nelle piazze europee. Lo dobbiamo ai nostri fratelli africani. Ogni uomo, ogni bambino africano, ogni donna africana che bussa alle nostre porte è un’iniezione di energia per il nostro popolo, per la nostra Italia,  per la nostra comunità europea. Ogni giovane uomo, donna, bambino africano fa parte del nostro futuro. Fanno parte della nostra vita. Fanno parte del nostro futuro. Un gran bel futuro di integrazione, solidarietà e pace. La forza del futuro di una nazione passa dalla forza delle persone che abitano il suo territorio, dalla forza delle persone che vi lavorano, che vi crescono i propri figli e che vi invecchiano. C’è una grande energia che viene dall’Africa e che potrebbe essere una preziosa risorsa per la nostra nazione, e noi li respingiamo. Tutto questo mi sembra una follia, una grande aberrazione nazionale. Ma cosa stiamo aspettando a gridare la nostra contrarietà alle azioni di questo governo che grida PORTI CHIUSI. Stiamo stroncando il futuro dei nostri fratelli africani e il nostro. Siamo complici di una serie di decisioni disumane che i nostri figli e i figli dei nostri figli non ci perdoneranno.

Andrea Coccioli

Segretario Circolo PD Galatina

 

Si è svolta oggi a Palazzo Adorno a Lecce la pre conferenza stampa digitale, organizzata dalla rivista di turismo e cultura del Mediterrano, Spiagge, diretta da Carmen Mancarella, in collegamento con giornalisti e tour operator per annunciare la partecipazione della città di Galatina alla prossima edizione della Borsa Internazionale del Turismo dal 12 al 14 febbraio 2023 a Milano.

La conferenza stampa, in presenza per i media locali ed in digitale in collegamento con giornalisti e tour operator nazionali e internazionali, ha permesso di presentare l’offerta turistica accompagnata da una campagna di comunicazione a largo raggio su siti specializzati in moda, eventi e turismo per valorizzare la partecipazione del Comune alla Bit di Milano.

È previsto un secondo appuntamento in fiera a Milano il 13 febbraio con una conferenza nell’area stampa dello stand della Regione Puglia durante la quale la città presenterà le bellezze architettoniche, l’orgoglio della cultura e tradizioni, le esperienze e la bontà dei prodotti locali, per una Galatina e un Salento oltre i luoghi comuni e da vivere oltre l’alta stagione. 

Galatina si presenta in fiera con una nuova immagine e nuove proposte innovative ma sempre legate alla tradizione e al territorio che ha tutte le potenzialità per attrarre quanti non vedono nell’esperienza di viaggio in Salento solo il mare, ma un insieme di relazioni più profonde ed autentiche con chi vive quotidianamente questi luoghi.

“La nostra presenza come città in una fiera di un contesto internazionale,” - sostiene l’Assessore al turismo e alle attività produttive Maria Grazia Anselmi presente alla Conferenza, “è la dimostrazione tangibile della consapevolezza che rappresenta questo settore per l’economia di Galatina. Abbiamo già gettato le basi per una programmazione di medio e lungo periodo, al fine di poter far conoscere la città e non solo, ad un pubblico nazionale ed internazionale e attento alla cultura locale e a quello che si va sempre più affermando come slow-tourism. Galatina è una città ricca di bellezza, ne abbiamo piena consapevolezza, ora è giunto il tempo di far conoscere quanto possiamo offrire. Dalle bellezze architettoniche, gemme preziose capaci di essere attrattive tutto l’anno per le diverse tipologie di viaggiatori come la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, al fenomeno del tarantismo, nato a Galatina e che attraverso la musica si è affermato sulla scena mondiale, fino ad arrivare all’innovazione applicata ai beni culturali e alla loro conservazione attraverso una mappatura digitale dei monumenti della città per raccontare e preservarne la storia.

Da questa fiera, inizierà il nuovo corso per Galatina e per quanti la metteranno come destinazione per il loro prossimo viaggio,” - conclude l’Assessore.

Fabio Vergine Sindaco 
Ufficio Stampa 

 
Di Marcello D'Acquarica (del 11/12/2013 @ 21:27:19, in NohaBlog, linkato 3292 volte)

In principio fu il re dei colori. Avvenne quando l’uomo primitivo perse il pelo e scoprì il fuoco. Poi scoprì l’arte e dipinse la sua caverna con il nero dei tizzoni e il rosso della terra. Da lì in poi divenne il colore per antonomasia. Fu scelto dagli incoronati e dagli stessi incoronanti. Col passare del tempo, divenne il colore di molti stemmi di città e di bandiere, del Corsaro Rosso e delle favole, dei garibaldini e delle toghe, degli abiti di vescovi e cardinali e degli addobbi natalizi, delle lotte degli operai e dei cortei della sinistra, per finire nel tifo sfegatato di molte maglie di serie A. Una simbologia contraddittoria, certo, ma a tutto c’è una ragione. Di sicuro il rosso è stato ed è ancora la tinta per eccellenza. Con l’aumentare del prestigio del rosso, soprattutto porpora, nacque una vera e propria malattia, la porporomania. Insomma il rosso con il tempo è divenuto una specie di status symbol, e quindi esclusiva di porporati e potenti. Solo con l’avvento delle rivoluzioni liberiste è passato in uso anche nelle categorie sociali più modeste. E quindi noi nohani, il colore rosso ce lo portiamo dentro ovunque si vada perché è legato all’immagine della nostra terra e alla bellezza della natura che essa stessa genera con i suoi colori e frutti. Terra che ha dato da vivere per secoli a tante famiglie e che invece da qualche tempo stiamo maltrattando ricoprendola di pattume, spacciato a volte per tecnologico, da piattaforme di cemento e da nastri chilometrici di bitume. Nel lasso di tempo di pochissime generazioni abbiamo sepolto più terra che miliardi di uomini in migliaia anni. Fino a poco tempo addietro (i nohani della mia generazione ne sono testimoni), le cappelle di S. Antonio, della Madonna di Costantinopoli e del Buon Consiglio, segnavano il limite dell’area urbanizzata di Noha. Superandole si era in aperta campagna. Il che voleva dire estensione di verde e terra rossa, tracciati di carrarecce e profumi di fiori. Oggi quel limite non esiste più. E’ fuso in egual modo ai medesimi dei paesi limitrofi. Un unicum indefinito di case, strade e mega-porcate di vario genere. Così mentre obbediamo all’incitazione del progresso, la terra si ammala, e noi dietro ad essa. In compenso i nostri figli continuano ad emigrare per cercare altrove ciò che potremmo avere in casa. Un’altra storia questa, ma sempre tinta di rosso, rosso- rabbia. Gli unici beni che ci restano e che per fortuna non possono essere de localizzati, come si usa fare di questi tempi con il lavoro, sono appunto la terra e i nostri beni culturali.

Come le emissioni di gas nocivi devono essere ridotte oggi e non domani, così anche la copertura eccessiva della terra deve essere fermata oggi e non quando il suo recupero sarà irreversibile. Se non decidiamo al più presto che il trend di avanzamento di questa tragedia deve finire, ci vuol poco a immaginare quale rosso vedranno i nostri nipoti guardandosi intorno. Non certo il rosso di vergogna che dovrebbe bruciare sulle facce degli attuali responsabili di questa tragedia, che siamo noi tutti, nessuno escluso, bensì il rosso della loro (dei nostri nipoti) stessa collera per aver ereditato (non certo meritato) un disastro senza pari.

Forse l’unica memoria prestigiosa del rosso che resterà, anche se sbiadito (perché a quanto pare non frega niente a nessuno, politici compresi), è quello della torre dell’orologio, dei sotterranei del castello adiacenti all’ipogeo, della casa rossa, dell’ex cinema dei fiori, degli affreschi nascosti sotto la calce delle colonne della chiesa matrice realizzati da Cosimo Presta, pittore nonché stuccatore della chiesa madre e di una prestigiosa casa privata di Noha, di ciò che resta delle casette che forse qualcuno aspetta che vadano in frantumi per costruirci al loro posto due piani di appartamenti. Forse possono essere salvati solo più da un miracolo del nostro San Michele Arcangelo, come avvenne nella notte del 20 Marzo del 1740, evento miracoloso riportato nel libro della storia di Noha (“Noha, storia, arte e leggenda” di P. Francesco D’Acquarica e Antonio Mellone, Milano, Infolito Group Editore, 2006), allorquando il nostro San Michele fermò l’uragano con un semplice cenno del suo mantello rosso.

Ecco, questo è quanto chiedo come regalo per il Natale in arrivo: la salvezza dei nostri unici beni culturali che, ahimè, gridano vendetta, compresa la terra che ancora si oppone alle colate delle nostre mega-porcate.
E perché no, aggiungo anche la preghiera per una valanga di rosso che si riversi sulle facce di certi pseudo-elargitori di politica, che hanno perso il pelo, sì, ma non il vizio di fingersi sordi, accecati come sono dall’ignoranza, dagli imbrogli e dalla mancanza di rispetto per Dio. Barcollanti senza mèta, se non la fame di una banale onnipotenza.

Marcello D’Acquarica
 
Di Redazione (del 04/03/2014 @ 21:26:32, in Comunicato Stampa, linkato 3415 volte)

Venerdì 7 marzo, alle ore 19:00 nella sala del Cinema Teatro  Tartaro di Galatina, si inaugura IDENTITA’ IN DIALOGO #PATRIASENZAPADRI, rassegna culturale della Città di Galatina, con il patrocinio della Regione Puglia, Assessorato al Mediterraneo Cultura e Turismo, Apulia Film Commission e Lecce 2019, in collaborazione con gli Istituti Superiori di Galatina, le Associazioni Intervalla Insaniae e Inondazioni e con il coordinamento del Servizio Cultura e Comunicazione del Comune.

Ospiti di questo primo incontro Antonella Gaeta, Presidente di Apulia Film Commission e Francesco Miccichè, regista del documentario Lino Miccichè, mio padre. Una visione del mondo.

Con il grande Lino Miccichè, intellettuale italiano, che fu critico e storico del cinema, editorialista ed organizzatore di eventi culturali, Gaeta intratterrà un dialogo ideale su “Il Cinema: prospettiva di lettura e di cambiamento del nostro Paese”, attraverso la voce del figlio, conosciuto dal grande pubblico per aver diretto numerose serie televisive e documentari pluripremiati.

L’iniziativa, che proseguirà con altri due importanti appuntamenti, si svolge nell’ambito del progetto Identità in dialogo-Prospettive Meridiane, giunto alla III edizione, promosso dall’Amministrazione del Sindaco Montagna, a cura dell’Assessorato alle Politiche culturali diretto da Daniela Vantaggiato, su tematiche di carattere storico-filosofico, politico-sociale e antropologico con particolare attenzione alle prospettive del territorio.

L’obiettivo è aprire il dibattito sul ruolo sociale del padre nel passaggio generazionale, del padre portatore della storia e della cultura, elementi fondanti  della struttura dei figli, e contestualmente sviluppare l’interesse, la conoscenza e la comunicazione sui Padri della Città di Galatina.

Per questo sono state invitate ad intervenire  personalità di spicco che offriranno dal proprio osservatorio spunti sulla visione del mondo che transita da padre in figlio.

Successivamente, nelle specifiche attività di ricerca per la divulgazione della biografia e dell’ opera dei Padri Galatinesi saranno in particolare coinvolti gli Istituti Scolastici e le Associazioni che ne portano il nome.

Si registra già in questa prima fase del progetto la partecipazione attiva di docenti, genitori e studenti che, sensibilizzati dai dirigenti d’istituto, presenteranno le loro performance in tutti gli incontri in programma.

Mio padre aveva chiaramente in testa una ‘visione del mondo ’ che ha tentato di migliorare proprio in virtù di quel suo punto di vista. Le domande poste dalla sua generazione, in fondo, non sono molto diverse dalle nostre. La questione è che le loro risposte, per quanto molto chiare, alla fine, non sono state sufficienti a cambiarlo. E le nostre?

Su questo punto di domanda posto da Francesco Miccichè si apriranno momenti di riflessione con i giovani nella diversità di linguaggi, tra immagini, parole e musica.

Nell’occasione al regista verrà consegnata la  targa ricordo del Premio Marcello Romano per il Cinema-Città di Galatina-2014. Il Premio, istituito nel 2009  dal Comune in partenariato con l’ex Istituto d’Arte  ora Liceo Artistico Statale “P. Colonna”, è dedicato alla memoria del galatinese Marcello Romano, cultore di cinematografia, il quale fin da giovane nutrì grande passione per il cinema, approfondendo in particolare lo studio del cinema d’autore. 

Lunedì, 17 marzo alle ore 19:00, nella sala del Tartaro, ospite della rassegna sarà Massimo Ciancimino, autore di “Don Vito”, racconto di una vicenda umana dove il rapporto difficile con il padre padrone si intreccia con oltre  trent’anni di storia italiana vissuta dall’interno.

Il libro, scritto insieme al giornalista Francesco La Licata, già autore di libri su mafia e politica, è uscito nell'aprile 2010 e ha fatto molto discutere, suscitando anche le attenzioni delle Procure di Palermo e Caltanissetta che ne hanno acquisito copia nelle inchieste sulla presunta trattativa.

Molteplici le critiche associate al nome dell’ultimogenito dell’ex Sindaco di Palermo che ha accettato di venire a Galatina per testimoniare  la propria esperienza di figlio su un modello di padre stigmatizzato dalla famiglia e dalla comunità.

Un incontro che si presenta carico di interesse anche per la  conduzione affidata alla giornalista e scrittrice tedesca Petra Reski. Conosciuta e apprezzata per il suo lavoro giornalistico iniziato per la rivista Stern, deve la sua notorietà nel nostro Paese per la sua produzione letteraria “di denuncia” sulla criminalità organizzata.

La prima parte del progetto si concluderà sabato 22 marzo alle ore 19:00 a Palazzo della Cultura nella sala “C.Contaldo” in occasione della prima presentazione di “Luigi Mariano: la materia e il colore” a cura di Paolo Maria Mariano e di Giovanna Rotondi Terminiello. Il volume è un omaggio della Città alla figura dell’artista galatinese che nel  viaggiare con le sue opere per l’Italia in un percorso sempre più ricco,tra realtà e visione, approda all’originalità assoluta delle sue xilopitture. Le belle immagini, che arricchiscono la pubblicazione, esprimono le scelte di vita che hanno accompagnato il maestro che rivive nella ricostruzione del figlio Paolo Maria, docente universitario, degno erede di scienza arte e cultura, e dei ricordi di Giovanna Rotondi Terminiello, emerito Soprintendente dei Beni Artistici e Storici della Liguria, del sodalizio urbinate del nostro con il padre professor Pasquale Rotondi, storico dell’arte al quale l’Italia deve la salvezza durante la guerra di incommensurabili capolavori artistici.

Con queste premesse, illuminanti sono le riflessioni del grande psicanalista Massimo Recalcati contenute nel libro-intervista “Patria senza Padri” sugli errori del mito dell’autogenerazione che permea la civiltà ipermoderna, dell’essere genitori di se stessi, nella convinzione che non ci può essere autentico cambiamento se non attraverso la conoscenza delle generazioni che ci hanno preceduto.

Un impegno che l’ Amministrazione Comunale di Galatina assume per un’azione efficace volta a offrire prospettive per il nostro territorio chiamando tutti ad esprimere la propria visione. 

(comunicato del Servizio Cultura e Comunicazione Città di Galatina)

 

Di seguito inoltriamo la risposta dell'assessore con delega alle associazioni, Nico Mauro, all’interrogazione a firma dei consiglieri comunali di minoranza sul recente dibattito in merito alla richiesta di utilizzo di locali di proprietà comunale in uso esclusivo da parte del Circolo Athena.

"Il problema della allocazione delle Associazioni operanti sul territorio presso locali di proprietà comunale non è recente ed ha fatto sentire i suoi effetti proprio in questi ultimi anni.

Ci sono due ragioni essenziali. La prima è che proprio questa Amministrazione Comunale ha favorito la collaborazione con le Associazioni determinando un effetto virtuoso di responsabilizzazione rispetto al ruolo propulsivo per la crescita della Città.

L’altra ragione è da porsi nella contingenza economica assolutamente sfavorevole che vede penalizzata l’attività delle diverse associazioni che hanno difficoltà a reperire fondi anche da sostenitori commerciali.

In questa Città l’impegno fondamentale di ognuna di esse si basa su progetti di natura sociale verso l’accoglienza e l’assistenza di persone con inabilità motorie o cognitive, piuttosto che verso attività di supporto all’infanzia soprattutto ospedalizzata. Altre associazioni provvedono ad educare all’arte musicale come ancora altre si occupano di promuovere una forma tradizionale di cultura, fatta di cura della parola espressa in tutte le sua forme.

Concorderemo tutti che l’aggregazione ricreativa vera e propria, fatta per esempio di incontri in cui il tempo trascorre tra qualche partita a carte piuttosto che a biliardo, o con l’organizzazione di scuole di bridge, non si possa ritenere di interesse sociale in senso allargato né essere presupposto per avviare “attività di pensiero”.

Le attività delle diverse Associazioni hanno livelli di percezione differenti nell’opinione pubblica a seconda della tendenza di ognuno o della particolare attenzione verso uno specifico argomento. 𝐈𝐧 𝐧𝐞𝐬𝐬𝐮𝐧 𝐜𝐚𝐬𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐨̀ 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐀𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐂𝐨𝐦𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐚 𝐝𝐞𝐭𝐞𝐫𝐦𝐢𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐞 𝐝𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐞, 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐜𝐚𝐥𝐚 𝐝𝐢 𝐦𝐞𝐫𝐢𝐭𝐢.

Questa Amministrazione ha trovato diversi locali comunali già occupati da Associazioni del territorio e tra queste per esempio l’Associazione Arma Carabinieri, l'Associazione Polizia di Stato, Proloco, l'Associazione Città del vino oltre le storiche Combattenti e reduci e Società Operaia nonché i locali assegnati alla Protezione Civile e per la gestione dell’Infopoint Comunale.

Per alcune associazioni è in corso una ricognizione per valutare se l’attività risponda ancora alle ragione per cui a suo tempo furono assegnati i locali.

Approfitto di questa circostanza per dire che non 𝐞̀ 𝐩𝐫𝐞𝐯𝐢𝐬𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧𝐨 𝐬𝐩𝐨𝐬𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢 𝐝𝐢 𝐏𝐨𝐥𝐢𝐳𝐢𝐚 𝐋𝐨𝐜𝐚𝐥𝐞 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐥’𝐞𝐱 𝐭𝐫𝐢𝐛𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞.

𝐈 𝐛𝐞𝐧𝐢 𝐢𝐦𝐦𝐨𝐛𝐢𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐬𝐭𝐢𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐚𝐬𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐯𝐞𝐫𝐫𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐚𝐬𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐭𝐢 𝐭𝐫𝐚𝐦𝐢𝐭𝐞 𝐛𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐚𝐥𝐞.

Ad associazioni che ne hanno fatto richiesta, come per esempio l’Università Popolare “Aldo Vallone”, è stata concessa l’opportunità di svolgere, in locali disponibili tra il polo Biblio-Museale e l’ex monastero delle Clarisse, le iniziative maturate in seno al proprio consiglio direttivo, opportunamente calendarizzate, o altre manifestazioni di interesse pubblico che necessitino di idonei luoghi per essere proposte. 𝐍𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐪𝐮𝐞 𝐢𝐧 𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧 𝐦𝐨𝐝𝐨 𝐚𝐬𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐭𝐨 𝐥’𝐮𝐬𝐨 𝐞𝐬𝐜𝐥𝐮𝐬𝐢𝐯𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐥𝐨𝐜𝐚𝐥𝐢 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐢𝐧 𝐝𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐢𝐦𝐦𝐨𝐛𝐢𝐥𝐢.

A fronte di particolari proposte l’Amministrazione concede il Patrocinio anche condividendo alcuni dei costi pertinenti non potendo, per regolamento comunale e per vincoli nella procedura di pre-dissesto, erogare dei contribuiti.

L’impegno di questa Amministrazione a sostenere le attività prettamente culturali del circolo Athena è stato espresso dall’Assessore Cristina Dettù in diverse circostanze ed è qui ribadito nella misura in cui, come altri, 𝐢𝐥 𝐂𝐢𝐫𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐀𝐭𝐡𝐞𝐧𝐚 𝐡𝐚 𝐥𝐚 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐮𝐬𝐮𝐟𝐫𝐮𝐢𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐬𝐩𝐚𝐳𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐮𝐧𝐚𝐥𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐧𝐢𝐳𝐢𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐞𝐬𝐬𝐞 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐨 𝐞 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐚̀ 𝐮𝐭𝐢𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐨𝐜𝐚𝐥𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐝𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐌𝐮𝐬𝐞𝐨 𝐂𝐢𝐯𝐢𝐜𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐠𝐫𝐚𝐦𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭𝐚̀ 𝐜𝐮𝐥𝐭𝐮𝐫𝐚𝐥𝐞.

La continuità operativa del Circolo potrà non essere in linea con le consuetudini associative ma non è imputabile certo a questa Amministrazione Comunale una significativa riduzione del numero dei soci benemeriti che hanno permesso nel corso degli anni di sostenere una parte dei costi di gestione di tutte le attività.

I traguardi culturali sono l’esito dell’azione di una Comunità intera sia per l’opera di gruppi organizzati di persone che di singoli individui. Nulla può fermarne lo slancio.

E’ miope e strumentale non cogliere l’attivismo di molte Associazioni che si sono prodigate in iniziative di spessore e richiamo con al loro fianco l’Amministrazione Comunale, dando lustro a tutta la Città.

Attendiamo fiduciosi che anche dal circolo Athena possano giungere proposte progettuali di grande respiro da condividere ed accompagnare.

Quanto dobbiamo “al vecchio sgabuzzino” di Via Cavoti, un piccolo cenacolo in cui straordinari intellettuali galatinesi si ritrovavano per discutere e raccontare e contribuire, nella umiltà che li contraddistingueva, a fare la storia culturale di Galatina?

Il 𝐂𝐢𝐫𝐜𝐨𝐥𝐨 𝐀𝐭𝐡𝐞𝐧𝐚 non scomparirà certo per la provvisoria assenza di una sede stabile e non mancherà in futuro di riaffermare la propria valenza culturale sullo slancio di un nuovo assetto organizzativo."

Nico Mauro

Assessore alle attività associative

 
Di Redazione (del 25/07/2021 @ 21:25:17, in NoiAmbiente, linkato 948 volte)

Cosi spiega Wikipedia (il dizionario in rete) il detto citato nel titolo:

“Non importa quale sia il risultato, basta che ce ne sia uno. Insomma, non si conosce la destinazione verso cui si sta andando in seguito a  determinate scelte”.

Il fatto:

Dal DL - semplificazioni che l’attuale governo Draghi sta proponendo, spunta il via libera all'incenerimento di CSS (Combustibile Solido Secondario). L’argomento riguarda soprattutto la classificazione di questo genere di rifiuti, definiti come combustibile ottenuto dalla componente secca (plastica, carta, fibre tessili, ecc.) dei rifiuti non pericolosi, sia urbani sia speciali, tramite appositi trattamenti di separazione da altri materiali non combustibili, come vetro, metalli e inerti.

Entrare o non entrare nel merito scientifico della materia chimico/batteriologica o del diritto, onde non basterebbero tre tesi di laurea e almeno un decennio di ricerche istituzionali e non, semplicemente c’è da preoccuparsi moltissimo.

La verità è che non se ne può più dei rifiuti, siamo diventati consumatori voraci e produttori industrializzati. Basta vedere quanti se ne espongono ogni giorno davanti alle nostre case per la raccolta differenziata, e quanti fuoriescono dai processi produttivi di aziende, centri commerciali e ospedali, per non aggiungere le famigerate discariche abusive, piccole e grandi.

La seconda verità è che gli addetti ai lavori, non sanno più dove metterli questi benedetti rifiuti e nessuno vuole più avere discariche o siti di stoccaggio dietro l’angolo.

Quindi si sta decidendo che in fondo va bene bruciarli tutti negli altiforni. Così, oltre a liberare l’ambiente dai rifiuti, aiutiamo gli imprenditori (quelli delle “ricadute occupazionali”) ad aumentare gli utili.

Peccato che a rimetterci saremo tutti, a partire dalle fasce più deboli della popolazione, come bambini, anziani e ammalati.

Di fatto, la varietà dei materiali (mercurio, piombo, cadmio, arsenico, cromo, ecc. ecc.) che compongono tali rifiuti è talmente vasta che gestirne le emissioni mediante filtri al fine di evitare l’avvelenamento del nostro habitat costerebbe più degli utili previsti, ammesso che possano essercene, immaginando l’impegno e la buona fede degli utilizzatori di tale combustibile.

Quindi con il DL Semplificazioni, basterà una semplice autorizzazione comunale e qualsiasi rifiuto denominato CSS potrà finire tranquillamente nei forni degli opifici, nel nostro caso anche nei cementifici a chilometro zero, alla faccia della recentissima denuncia pubblicata da Asl Provincia, mediante l’aggiornamento del rapporto sulla Salute della provincia di Lecce RePol 2020, in cui si dichiara che l’area compresa fra Lecce e Maglie (16 comuni, compresa Galatina) è un “Cluster con la più alta percentuale di tumori ai polmoni”.

E pure alla faccia del neonato appello della Consulta della Provincia di Lecce verso il Governo centrale con il quale si vorrebbe chiedere che il Salento venga classificato come "area ad alto rischio ambientale".

Semplificazioni verso il disastro.

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali odv; Noha e Galatina

 
Di Redazione (del 12/02/2014 @ 21:23:35, in Comunicato Stampa, linkato 2502 volte)

Continua a Galatina, il ciclo di incontri di approfondimento sui diversi aspetti storici, culturali ed artistici della Basilica di Santa Caterina d'Alessandria.

 “MARIA D’ENGHIEN: Contessa, Regina, Committente”, questo il titolo del secondo incontro che si terrà, venerdì 14 febbraio alle ore 18.30, presso la Sala di Cultura Francescana, con l’intervento del Dr. Mario Cazzato, Architetto e Storiografo salentino, nonché Autore di numerose pubblicazioni, in particolare quelle sulla Basilica di Santa Caterina e sulla Famiglia degli Orsini del Balzo; presenta la Dott.ssa Angela Beccarisi, Storica dell’Arte.

Contessa, Principessa, Regina, Guerriera, Mecenate, Amministratrice, Maria d’Enghien rappresenta, tra le donne dell’Italia meridionale di fine Trecento, prima metà del Quattrocento, una donna di governo, esperta nell’arte della politica e della diplomazia, in definitiva un modello femminile di straordinaria attualità.

L’evento ideato e promosso dal Club UNESCO di Galatina, in collaborazione con la libreria Fiordilibro, l’Associazione Culturale Il Mandorlo e la Comunità Francescana di Santa Caterina d’Alessandria, ha il Patrocinio del Comune di Galatina, e vuole essere un primo passo nel complesso iter, necessario per ottenere il riconoscimento UNESCO del complesso di Santa Caterina d’Alessandria come Monumento di Pace e Bene Materiale dell'UNESCO.

Sala della Cultura Francescana, piazzetta Orsini – info 3396845616

 
Di Redazione (del 31/03/2015 @ 21:22:35, in Comunicato Stampa, linkato 1955 volte)

Ci dispiace leggere polemiche risposte da tecnico comunale a discredito dello Osservatorio, là dove i nostri interventi erano e sono finalizzati a migliorare le opere in corso nell'interesse della collettività.
Pur comprendendo la condizione di frustrazione e di stress in cui operano i tecnici comunali, non possiamo più nascondere una realtà che è sotto gli occhi di tutti.
Questa volta lo diciamo a chiare lettere.
I tecnici comunali col diploma di geometra non hanno le competenze ed i titoli per progettare e dirigere certi lavori.
Lo sancisce la Corte Europea e lo conferma il Consiglio di Stato Italiano.
Per cui siamo in presenza di progettazione e direzione dei lavori illegittime.
Da questo errore alla fonte nascono e ne derivano a cascata tutti gli altri.
La Soprintendenza, per chi è del mestiere lo sa benissimo, va interpellata prima della approvazione di un progetto e non quando le frittate sono fatte.
È un obbligo di legge al quale non ci si può sottrarre e desta stupore quando l'inadempienza è commessa da una Pubblica Amministrazione che dovrebbe dare il buon esempio.
Per i tecnici comunali che vengono retribuiti con compensi aggiuntivi, i lavori e le opere in argomento sono "opere minori", quelle appunto che i geometri potrebbero progettare e dirigere.
Ma per noi e per la legge non è così.
Intervenire in zona A1 di massimo interesse storico, sotto le mura della città antica, affianco alla porta storica, noi non la consideriamo opera minore.
Così pure quando si provvede alla sistemazione dello spazio esterno del più grande complesso monumentale che c'è in città quale e' la struttura del Palazzo della Cultura e Chiesa annessa, non possiamo considerarle opere minori.
Tanto meno gli interventi nei locali di Palazzo Orsini, coevi, se non antecedenti alla Basilica, possono essere considerati opere minori.
La dicotomia di visione da cui nascono poi tutti gli errori e le osservazioni è tutta qua'.
Noi dell'Osservatorio abbiamo come obbiettivo primario la tutela e la salvaguardia del patrimonio artistico architettonico della città e, quindi, è nostro dovere intervenire per consigliare, suggerire e correggere eventuali errori.
A quanto innanzi bisogna aggiungere che in questi casi in cui il committente è il Comune, il progettista è il Comune, il soggetto appaltante è il Comune, buona regola di trasparenza vorrebbe che almeno la direzione dei lavori fosse affidata a terzi.
Ciò detto, l'Osservatorio Tecnico Galatinese, per motivi sia di opportunità e ancor più di legittimità,

CHIEDE

al sig. Sindaco Dott. Cosimo Montagna di voler provvedere a revocare l'incarico di direzione dei lavori ai tecnici comunali che seguono i cantieri in corso nei locali di Palazzo Orsini, in corso porta Luce e nell'area esterna ex Convitto Colonna e di volerinteressare la Soprintendenza ai Beni culturali affinché sovrintenda a detti lavori.

Distinti saluti Galatina,
31/03/2015
Osservatorio Tecnico Galatinese

 

E chi scende da qui? Ci misi giorni di fatica e bestemmie a salire, tra cadaveri maleodoranti e rocce e grida di morte, ci misi l’orrore stampato negli occhi e il coraggio, tutto questo ci misi, tanto che adesso non scendo! Resto quassù. Che poi, se anche scendo, nessuno mi può riconoscere, che la faccia me la fece saltare un mortaio e la voce fu graffiata da schegge. E il mio nome sparì dalla testa quando fu il grande scoppio. Lo scoppio che tutti ammazzò qui all’intorno. Tranne me che, però, non so più chi sono. A volte mi paio uno, a volte un altro... Io sono uno, nessuno e tutti quelli saltati per aria, morti a fuoco, alla baionetta, asfissiati di gas e ghiacciati di freddo. Che tutti me li sento addosso e mi credo nei loro pensieri. Certo, delle volte penserò di sicuro coi miei veri sentimenti, ma non so quando. Perché io mi ignoro. Sono ignoto persino a me stesso, figurati al mondo! Ma io, il mondo, lo aspetto qui sopra, in trincea – tutto lo aspetto – che il mondo tutto è coinvolto. E questa è l’unica cosa che ricordo: che sono in guerra, una guerra enorme, mondiale addirittura e io – io che non so più chi sono, da dove vengo e chi mi ha messo al mondo; io sconosciuto anche alla sola madre che mi resta, la Madre Patria – io, per essa, la patria, giurai di morirmene, proprio come le altre 90.000 tonnellate di muscoli e ossa, morte prima di me. Io non scendo!

Mario Perrotta, racconta la Grande Guerra e lo fa come lui sa fare: dopo un’attenta ricerca e concentrandosi sulle piccole storie, per gettare altra luce sulla grande Storia. Su una pagina scelta perché è il racconto del primo, vero momento di unità nazionale. MILITE IGNOTO - quindici diciotto, è un’altra grande prova per l’attore salentino, Premio Ubu 2015: lui in scena è il soldato ignoto di una guerra in cui, gradatamente anche il nemico diventa ignoto. Nelle trincee di sangue e fango veneti e sardi, piemontesi e siciliani, pugliesi e lombardi si sono conosciuti e ritrovati vicini per la prima volta, accumunati dalla paura e dallo spaesamento per quell’evento più grande di loro. Racconta tutto il soldato Perrotta, con la consueta e straordinaria intensità, e lo fa in una lingua d’invenzione nata dal mescolamento di tutti i dialetti italiani.

Lo spettacolo è il 12 marzo 2016 nel rinnovato Teatro Cavallino Bianco per la stagione di prosa 2016 organizzata dalla Città di Galatina in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese (TPP) e con il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT) e della Regione Puglia - Assessorato all’Industria turistica e culturale.

Orario della rappresentazione:

porta ore 20:30 / sipario ore 21:00

 

Prezzo del biglietto:

1 settore – intero 20,00€ / ridotto 18,00€

2 settore – intero 18,00€ / ridotto 15,00€

 
Di Antonio Mellone (del 06/05/2017 @ 21:20:39, in NohaBlog, linkato 2869 volte)

In effetti questa storia del “voto Tizio perché è una brava persona” provoca anche a me una forma di evirazione per forza di gravità: ovvero, come potrebbe più prosaicamente dirsi, mi fa cascare le palle.

Nel mese di aprile su galatina.it Lorenzo Candido, un ragazzo di Galatina ora studente di Giurisprudenza in quel di Roma, con una lettera aperta di alto profilo chiedeva alla comunità tutta un pizzico “di passione incondizionata verso la Politica”.

Così continuava Lorenzo nella sua missiva: “Abbiamo bisogno di dire che la nostra città va difesa ad ogni costo. La nostra città deve essere protetta da ogni abuso, da ogni sberla, anche da quella più velata. Abbiamo bisogno di urlare che lo stupro di questa terra è un crimine. Abbiamo il dovere di combattere la mentalità, fin troppo radicata, del culto della persona. […] Bisogna guardarsi allo specchio e dire: sì, la mafia esiste e ora la distruggiamo”. E infine: “Galatina deve vedere, deve sentire, deve parlare. L’omertà e la passività declinate in ogni ambito ammaccano la democrazia”. Insomma, un vero e proprio programma politico.

Uno pensava (sperava) di poter leggere con la medesima evidenza sullo stesso sito una valanga di lettere in risposta ai temi trattati dal Lorenzo, un dibattito pubblico di un livello finalmente un po’ più elevato rispetto a quello dei calzini corti, e soprattutto degli interventi importanti da parte di “qualcuno che si candida” piuttosto che di qualcuno “che è stato candidato”. 

Invece, niente. A Galatina non c’è proprio trippa per gatti (solo truppe di fatti, anzi di strafatti riempiliste).

Sicché ci siam dovuti accontentare di un paio di contributi un po’ così: tipo quello della Roberta Forte, che è partita bene per perdersi subito dopo nel traffico del centro storico di Galatina, il quale, secondo lei, sarebbe da chiudere sì, ma a dosi omeopatiche [cosa c’entra il centro, Roberta: Lorenzo aveva chiesto ben altro, ndr.]; e quello di tal Claudio Bello, che elenca i motivi per cui ha l’Amante, e cioè: 1) perché “non ha simboli di partito alle spalle” [huahahahaha: per la cronaca, il Tipo ha avuto alle spalle qualche fiamma più o meno tricolore, ndr.]; 2) perché sostanzialmente è una “brava persona” (e ridaje); 3) per “non vedere sempre le stesse facce” (come se Amante fosse nuovo di zecca e non un usato sicuro), e soprattutto – ipse dixit - quelle “facce che nelle precedenti tornate elettorali se le son dette, senza mezzi termini, offendendosi vicendevolmente e gridando al pubblico (anche social ma non solo) il proprio disappunto nei confronti dell’antagonista politico”. Ma che film ha visto, Bello? Quando mai se le son dette di santa ragione? Forse quando hanno fatto le peggiori porcate tutti insieme appassionatamente, maggioranza e finta opposizione, come nel caso del mega-porco commerciale di Collemeto? Il problema di Galatina non è affatto l’antagonismo – magari ce ne fosse un po’ – ma il consociativismo, il volemose bene, la Trattativa, il partito trasversale, i tarallucci & vino, la mano che lava l’altra, i finti amiconi, e la cosiddetta mo-de-ra-zio-ne.

Lorenzo avrebbe voluto leggere qualcosa di diverso, di nuovo, magari non necessariamente di inedito, ma non queste coglionate, fritte e rifritte, calzanti con gli argomenti trattati come la Nutella sui cavoli stufati a merenda.      

Sono certo che Lorenzo Candido (ma, per la verità, anche il sottoscritto) avrebbe voluto sentire da qualche concittadino che a Galatina finalmente la Politica dice una volta per tutte “Stop al consumo del territorio comunale” (nel senso che è giunto il tempo di pensare alla razionalizzazione degli spazi già edificati, al recupero delle aree dismesse, e al risparmio di ogni metro anzi di ogni centimetro quadrato di terreno agricolo).

Che d’ora in poi si punterà all’efficientamento energetico, alla riduzione dei consumi per esempio della pubblica illuminazione (pensate, ci è arrivato persino Coccioli) e che si impedirà una buona volta che il paesaggio comunale venga devastato in nome della produzione di energia mascherata come pulita (ergo, divieto assoluto a nuove pale eoliche di massa, al fotovoltaico in mezzo alla campagna e alla produzione di biogas da mega-centrali di compostaggio “ana[l]erobico”).

Che la Politica darà per prima l’esempio di un nuovo stile di vita incentrato sulla mobilità sostenibile, sul bike-sharing, sul pedibus, sul trasporto pubblico integrato, sull’autobus a chiamata eventualmente, e soprattutto sull’utilizzo dei mezzi di locomozione comunale francescana, cioè i piedi (che oggi, a Galatina, sembrano invece tutti affetti da calli, alluci valghi, acidi urici, fasciti plantari, metatarsalgia, occhi di pesce e neuroma di Morton, sicché si arriva ad utilizzare l’auto finanche per un giro di villa).

Che verranno incoraggiate le attività di allevamento domestico degli animali (certamente non negli appartamenti dei “grattacieli” cittadini), caratteristica del nostro piccolo mondo antico. Che si continuerà con la raccolta differenziata porta a porta, portandola a percentuali di eccellenza, promuovendo la strategia dei rifiuti zero e, al contempo, anche il compostaggio domestico. Che si cercherà con le buone ma anche con le cattive di combattere la ludopatia (tragedia che sta portando alla rovina famiglie intere).

Che considereremo i ragazzi migranti come una risorsa preziosa del territorio, prima di tutto culturale, da conoscere meglio e integrare nella comunità, anche ai fini di un reciproco arricchimento. Che, per esempio, si incentiverà sempre più la popolazione a scelte quotidiane sobrie e sostenibili. Che si disincentiverà invece la grossa industria del commercio (il mega-porco, per dire, dovrebbe essere bandito dai confini comunali soprattutto grazie alla domanda, voglio dire alle scelte consapevoli dei consumatori) anche al fine di favorire il piccolo commercio (meglio se equo, solidale e di qualità).

Che ci sarà tolleranza zero - pena la chiusura immediata e la richiesta di risarcimento danni - nei confronti delle aziende che inquineranno l’aria, l’acqua e il suolo comunali (nonostante le loro generose offerte di sponsorizzazione). Che verrà incoraggiato in agricoltura lo scambio dei semi tra i cittadini, e che verrà impedito l’utilizzo di diserbanti e pesticidi chimico-industriali in tutto il territorio galatinese (finora qui s’è bandita invece l’agricoltura e tutti i suoi prodotti, “dalle cicorie alle patate di Galatina” che, nonostante la denominazione, debbono ormai essere prodotte fuori dai confini municipali).

Che si impegna nel restauro paesaggistico e dei beni culturali nel principio del dove erano e come erano, facendo tesoro degli elementi tipici del mosaico del “Genius loci”. E che si cercherà in tutti i modi di debellare la mafia in me, prima che la mafia in sé (sì, qui da noi, soprattutto nei metodi – anche nella richiesta telefonica di una firma per la convalida delle proprie liste elettorali – spesso ci si comporta, più o meno a propria insaputa, secondo il manuale del perfetto mafioso).

Ecco. Cose del genere, avrebbe voluto leggere Lorenzo (ma anche lo scrivente) in risposta alla sua missiva, non le minchiate di cui stanno riempiendo manifesti, social-network, e il nostro ruzzolante binomio anatomico meno oblungo e più sferico, onde la libido per queste elezioni risulta in forte calo.

Lorenzo, studia, ‘manisciate’ e torna a casa. Così da Candido potrai diventare pure candidato.

Il tuo primo voto sarà il mio.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 25/01/2022 @ 21:19:51, in Comunicato Stampa, linkato 577 volte)

«Dunque, dove eravamo rimasti?», avrebbe detto un illustre italiano… In realtà ci siamo sempre  stati in questi anni,  sicuramente facendo più politica «di strada» che «di palazzo»: come  sempre  d’altronde… come   ci  hanno   insegnato  i  nostri  padri,   come  ci sprona a fare il nostro cuore…

Tuttavia siamo nuovamente qui, con qualche anno in più e sicuramente con qualche cicatrice di troppo, per riprendere un impegno politico non più solo privato… ma più propriamente collettivo, intimamente sociale.

E per far questo, ci siam presi la briga  di attualizzare il nostro manifesto di valori e, pur  conservandone le radici, di riscrivere la nostra idea  di città passando anche da una rivisitazione del nostro simbolo: quasi a volerlo assurgere ad icona del nostro progetto politico.

Galatina Altra è stata ed è un movimento civico spontaneo: un moto dell’animo prima ancora della ragione; un moto che nasce dall’idea di voler rappresentare un’ulteriore, diversa visione di città: un’organizzazione pluralista al servizio della città-tutta, anche delle periferie territoriali. Una realtà in cui, ogni punto di vista, ha voce e ragion d’essere se funzionale al benessere sociale e ambientale del territorio in cui viviamo.

Galatina,  quindi, come  motore e volano di crescita di tutto il territorio salentino, quasi a divenirne «centro  di gravità permanente»: un sole che splende  per mettere in luce tutte le nostre ricchezze artistico-culturali, la nostra produzione artigianale, la nostra vocazione agro-alimentare ed enogastronomica, il nostro impulso  commerciale, la nostra sensibilità sociale  verso  gli «invisibili» e gli «ultimi», la nostra empatica predisposizione ad accogliere sia chi viene a visitare il nostro territorio, sia chi poi, nonostante tutto, ci resta, imparandolo ad amare.

Da qui la scelta di un simbolo che, col suo mix cromatico, riprendesse quel ventaglio di colori in grado di ricordare la nostra terra. Il giallo  caldo  del sole salentino, che sfuma verso l’arancione, opportunamente raffigurato su una rosa dei venti a sedici raggi  uguali, quasi a voler  usare il vento salentino per  rappresentare le  «correnti» di  pensiero che  nel  nostro gruppo hanno  ed  avranno sempre  tutte lo stesso valore; il rosso della passione, del sacrificio, del lavoro: un rosso che tende sui toni del porpora come il colore  della terra che lavora la nostra gente ; e poi c’è il verde  della nostra vegetazione, delle colture che ornano i nostri paesaggi. Tutto questo per dare una cornice alla parola «altra»,  scritta col  tratto  volutamente calligrafico per  indicare un  diverso punto di  vista che  si aggiunge, tuttavia, agli altri, in maniera caratterizzante, quasi a voler  intendere la firma di chi «c’ha sempre messo la faccia».

Infine, lo slogan  «Verde è Lavoro», sintesi della  nostra essenza  politica e della  ragion d’essere  di questo rinnovato impegno sociale: slogan con cui ci introduciamo al concetto di «verde» come dinamo dello sviluppo economico e, quindi, del lavoro:  perché   la  valorizzazione dell’ambiente,  la riqualificazione urbana, la transizione ecologica nonché  l’impiego sostenibile della nostra terra diventino motore per la crescita del tessuto economico e occupazionale del Salento.

Ufficio Stampa
Galatina Altra

 
Di Redazione (del 19/02/2014 @ 21:17:48, in Comunicato Stampa, linkato 2266 volte)

GALATINA – Museo Civivo "PIETRO CAVOTI"  (presso Palazzo della Cultura ex Convitto Colonna).
Si tratta di 6 incontri settimanali, rivolti a bambini, a giovani e ad adulti, e si terranno ogni giovedì dalle 17:00 alle 19:30 con inizio il 20 febbraio e fine il 27 marzo 2014. Lo scopo di questo laboratorio è quello di coniugare scrittura ed oralità e, partendo proprio dal racconto, di agevolare il dialogo intergenerazionale (piccoli, giovani, adulti) e di R-innovare i vecchi racconti (“li cunti de na fiata”). Scrivere, Ascoltare e Raccontare Storie, nei luoghi della cultura ed in questo caso del Museo per rendere quest’ultimo un luogo più vivo e vicino alla gente. Nel primo incontro di giovedì 20 febbraio verranno indicate le modalità per partecipare al concorso che invita i cittadini ad esprimere la loro creatività, cimentandosi in un testo letterario (saggio, racconto, poesia, articolo giornalistico) avente come tema ispiratore la città di Galatina nei suoi aspetti culturali, storici e sociali. Si potrà partecipare al concorso dal 20 febbraio fino al 21 marzo.

INFO: 331/1800400; 380.3082069 e-mail: associazionecittanostra@live.it

NOTE: Anche per l'anno 2014, con la seconda edizione, si è rinnovato l'appuntamento "Vivi i luoghi della Cultura 7 giorni su 7", promosso dall'Assessorato al Polo Biblio – Museale del Comune di Galatina. L'iniziativa, realizzata in collaborazione con le associazioni culturali Scenastudio, Teste di legno, In-possibile, Associazione Città Nostra e Coop.va Imago che hanno accolto l'invito dell'assessore Daniela Vantaggiato, è nata dalla volontà e da una visione accogliente e socializzante dei luoghi del sapere e della conoscenza. L'inaugurazione della II edizione si è tenuta domenica 19 gennaio 2014 presso il Palazzo della Cultura (ex-convitto Colonna) con l'evento HAPPY ARTS, ed in questa occasione le Associazioni hanno promosso i loro laboratori attraverso performance, animazioni, video ed installazioni.
I laboratori, già iniziati, sono rivolti oltre che a ragazzi di varie fasce di età, anche ad adulti, e spaziano in vari ambiti e con modalità espressive diverse.

 
Di Antonio Mellone (del 10/09/2015 @ 21:15:37, in NohaBlog, linkato 2578 volte)

Continuiamo con queste note (invero un po’lunghe, ma a puntate) a commento dell’enciclica di papa Francesco, la prima nella storia della chiesa scritta e presentata in italiano (o comunque non in latino), e forse proprio per questo negletta dalla gran massa degli italiani impegnati ad applaudire (come, per esempio, i ciellini a Rimini) ogni tribuno - specie se della compagine governativa - pronto a vendere speranze manco fossero pentole antiaderenti.

*

Alcuni progetti, non supportati da un’analisi accurata, possono intaccare profondamente la qualità della vita di un luogo per questioni molto diverse tra loro, come ad esempio, un inquinamento acustico non previsto, la riduzione dell’ampiezza visuale, la perdita di valori culturali, gli effetti dell’uso dell’energia nucleare. La cultura consumistica che dà priorità al breve termine e all’interesse privato, può favorire pratiche troppo rapide o consentire l’occultamento dell’informazione” (tratto dal punto 184, pagg. 152 – 153, “Laudato sì’” di papa Francesco, Ancora, Milano, 2015; la sottolineatura è nostra).

Sembrano parole scritte dal Forum Ambiente & Salute, o dai Sognatori Resistenti, o da Ivano Gioffreda, o da Marcello D’Acquarica, o dall’Anita Rossetti, o da Tonino Baldari & Co. Invece – chi l’avrebbe mai detto – si tratta delle parole di un papa, vergate nero su bianco, su di una circolare inviata urbi et orbi (speriamo non troppi orbi).

Assunti che abbiamo espresso infinite volte allorché abbiamo avuto a che fare con il mega-porco Pantacom, il fotovoltaico selvaggio in mezzo alla campagna, la S.S. 275 che vogliono far giungere fino a Santa Maria de finibus terrae (ormai nomen omen), la statale 8,  il gasdotto Tap, la Xylella vantaggiosa (ai soliti noti), il porto turistico di Otranto, le grandi navi nella laguna di San Marco, e, ultimamente, le trivellazioni in mare, magari a poche miglia dalla battigia: in una parola contro la mafia.

Sì, non c’è niente da fare: là dove si devasta l’ambiente, si deturpa il paesaggio, si mortificano i beni culturali, lì c’è mafia. La mafia non è (più) quella della lupara e della coppola (oddio, qualche pirla così conciato c’è ancora in giro, eccome, anche da noi, e non solo a Palermo o a Roma). La mafia più pericolosa è invece quella del sacco di Palermo (come di Galatina, del Salento, dell’Adriatico…), quella dello scempio ambientale presentato come “sviluppo”, “ricadute occupazionali” e “progresso” (sì, signora mia, saccheggiano anche il vocabolario della lingua italiana, e chiamano “progresso” la barbarie: la solita Itaglia alla cazzo-di-cane). Ma perché la mafia esista e prosperi c’è bisogno di quella zona grigia che è la trattativa stato-mafia: senza trattativa, infatti, non c’è mafia, la quale sta alla trattativa come l’automobile alla benzina: sicché l’una diventa il bene complementare dell’altra, come la scarpa destra e la scarpa sinistra.

 “In ogni discussione riguardante un’iniziativa imprenditoriale si dovrebbe porre una serie di domande per poter discernere se porterà ad un vero sviluppo integrale: Per quale scopo? Per quale motivo? Dove? Quando? In che modo? A chi è diretto? Quali sono i rischi? A quale costo? Chi paga le spese e come lo farà?” (punto 185, pag. 153, ibidem). Qui invece chi pone delle domande è il solito disfattista, un “ecologista” (come se il lemma fosse una bestemmia), uno poco pragmatico, e soprattutto un rompicoglioni, un gufo per giunta “rosicone”. Come se la situazione politica, sociale e culturale che stiamo drammaticamente vivendo non fosse frutto appunto di una carenza di democrazia, a sua volta derivante dalla scomparsa del senso critico, che invece è cultura, senso civico tout court.

L’ambiente è uno di quei beni che i meccanismi del mercato non sono in grado di difendere o di promuovere adeguatamente. Ancora una volta, conviene evitare una concezione magica del mercato, che tende a pensare che i problemi si risolvano solo con la crescita dei profitti delle imprese o degli individui. E’ realistico aspettarsi che chi è ossessionato dalla massimizzazione dei profitti si fermi a pensare agli effetti ambientali che lascerà alle prossime generazioni? [See, campa cavallo, ndr.] All’interno dello schema della rendita non c’è posto per pensare ai ritmi della natura, ai suoi tempi di degradazione e di rigenerazione, e alla complessità degli ecosistemi che possono essere gravemente alterati dall’intervento umano” (tratto dal punto 191, pagg. 156 -157, ibidem – la sottolineatura è nostra). Più chiaro di così si muore.

*

Quando si pongono tali questioni, alcuni reagiscono accusando gli altri di pretendere di fermare irrazionalmente il progresso e lo sviluppo umano. Ma dobbiamo convincerci che rallentare un determinato ritmo di produzione e di consumo può dare luogo a un’altra modalità di progresso e di sviluppo. […] Si tratta di aprire la strada a opportunità differenti, che non implicano di fermare la creatività umana e il suo sogno di progresso, ma piuttosto di incanalare tale energia in modo nuovo” (tratto dal punto 191, pag. 157, ibidem). Ritorna il concetto della decrescita felice, di un altro paradigma, di un’altra economia, a cui fa più volte esplicito riferimento questo papa “qui sibi nomen imposuit Franciscum” (e modestamente anche chi scrive).

*

Arrivederci al prossimo e ultimo appuntamento con la “Laudato sì”. Oggi e sempre sia laudato.

[continua] 

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 17/03/2014 @ 21:15:00, in Comunicato Stampa, linkato 3149 volte)
E’ aperto il sipario sulla Stagione di Prosa che l’Amministrazione Comunale di Galatina, dopo un lunghissima interruzione, ha voluto fortemente far rivivere con un ciclo di cinque  spettacoli di qualità che porterà al Teatro Tartaro, sin dal 20 marzo e fino al 3 maggio 2014,  interpreti di prestigio tra cui Giobbe Covatta e Michele Placido.

In collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese, sotto l’egida del Ministero per i Beni, le Attività culturali e Turismo, e della Regione Puglia, Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo, la Rassegna è rivolta non solo al pubblico affezionato, che ha accolto la notizia con grande entusiasmo, bensì a tutti i cittadini e in particolare agli educatori e ai giovani. L’Amministrazione Comunale tutta, consapevole dell’impegno di energie e delle risorse investite in un momento di generale difficoltà, ha inteso assumere un atteggiamento di non rinuncia, riproponendo la “Stagione Teatrale” che a partire dal 1988 e fino alle soglie del 2000 aveva portato in scena al CavallinoBianco indimenticabili opere.

Giovedì 20 marzo,Una serata veramente orribile” per inaugurare con Carmela Vincenti,attrice brillante e versatile, incontri con il pubblico che si presentano, tra comicità, ironia e satira,occasione di divertimento e  improvvisazione, affidata alla bravura di attrici e attori che si sono già cimentati  in avventure sceniche difficili su ben altri gloriosi palcoscenici, con grande apprezzamento di critica e di pubblico.

Capa tosta, passionale e generosa, con questi aggettivi si definisce la Vincenti, cresciuta da Mirabella e stimata da Banfi,già conosciuta dal pubblico di Galatina in una esilarante serata della scorsa estate. Intriganti la raffinata esistenza di “nostra signora del crudo”,le feste anni ’60, la vita e le confessioni di una donna che ci racconta il vero nudo e crudo, in Una serata veramente orribile, nel senso buono, cioè assai forte.

Gli altri protagonisti, tutti meridionali, sono Ippolito Chiarello e Egidia Bruno che, appena dopo il recital “6°(sei gradi)” di Giobbe Covatta, con “Oggi Sposi” lui, e con “La mascula” lei,ci regaleranno straordinari momenti, narrando di temi e di stereotipi con stile, passione e riguardo alla saggezza popolare ma fuori da schemi ordinari. Il 3 maggio,Serata d’onore” (poesia e musica),appuntamento esclusivo  con Michele Placido per chiudere un cartellone che ha puntato sulla qualità dell’offerta culturale.

Giobbe Covatta, comico, attore e scrittore di grande successo, deve la sua fama nazionale a Maurizio Costanzo Show, doveinizia la sua carriera fortunata anche nel campo dell’editoria, a partire dal primo libro Parola di Giobbe. Nel 2010 porta in teatro Trenta, uno spettacolo dedicato ai 30 articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani. A marzo 2011, in coppia con Enzo Iacchetti a teatro con “Niente progetti per il futuro" una commedia con ben 87 repliche nei teatri di tutta Italia. A gennaio 2012, debutta in 6° (sei gradi). Anche in questo caso il numero ha un forte significato simbolico: rappresenta l’aumento in gradi centigradi della temperatura del nostro pianeta. Covatta, in  “6°(sei gradi)” ,attore-autore del testo insieme a Paola Catella, si è divertito a immaginare le stravaganti invenzioni scientifiche, ma anche sociali e politiche, che l’umanità metterà a punto in futuro per far fronte all’emergenza ambientale.Per tutti giovedì 27 marzo un’occasione per sorridere degli “scherzi”  del grande comicosul tema della sostenibilità del Pianeta e delle sue popolazioni.

Ippolito Chiarello è unartista eclettico che, spaziando dal teatro al cinema e alla musica,si è cimentato principalmente come attore ma ha praticato anche la strada della regia e della formazione anche in ambito di disagio sociale. Ha lavorato per circa dieci anni con la Compagnia Koreja di Lecce e con altre compagnie pugliesi. Al cinema come attore ha partecipato, tra gli altri, ai film "Italian Sud-Est”, “Galantuomini" e "Fine pena mai”.
Con la sua Compagnia, Nasca Teatri di Terra, ha prodotto, scritto e interpreta da dieci anni con successo lo spettacolo "Oggi Sposi”.

 “Oggi Sposi” inreplica a Galatina venerdì 11 aprile è uno spettacolo “leggero”, tra il serio e il comico, un alternarsi ubriacante di sollecitazioni al riso e all’emozione, secondo i canoni del teatro comico musicale. Attraverso la musica, la letteratura, l’improvvisazione e le massime della saggezza popolare l’attore scava “pericolosamente” nei meandri del “rapporto di coppia” raccontando anche  della sua stessa vita, con gli amori finiti e quelli mai iniziati.

Egidia Bruno è un altro volto noto a Galatina. Attrice dal dicembre 1990, la sua attività artistica è caratterizzata dalla trasversalità,dal teatro di prosa tradizionale, a quello di narrazione, a quello per ragazzi, dalla televisione al cinema, dalla radio al cabaret. Tutto questo la porta a essere coautrice dei suoi testi: “Io volevo andare in America e invece so' finita in India”, “Non sopporto le rose blu”, sviluppando la corda a lei più congeniale, quella dell'ironia. Dopo il successo di “La mascula” nel 2007 scrive e interpreta lo spettacolo “ANTIGONE 2000 d.C. ‘Na tragggedia!!”. La svolta, quindi, con “ W l'Italia.it... Noi non sapevamo", monologo "serio" sulla “questione meridionale”, rappresentato il 23 novembre 2012 a Galatina nell’ambito della Rassegna Culturale Identità in Dialogo _ guardare la Storia dal Sud, e con il quale vince il premio internazionale "Teatro dell'Inclusione - Teresa Pomodoro" 2012 .

Torna martedì 29 aprile con  “La Mascula scritto e diretto con Enzo Jannacci, per raccontare di un pallone calciato da gambe femminili nel Meridione d'Italia. Si racconta la storia di Rosalbadetta la mascula a cui piace giocare a pallone. La storia di un modo di essere, inconsapevole della sua purezza, e forse per questo ancora più libero. La storia di una libertà che non ha bisogno di provocare.

Michele Placido, attore tra i più carismatici e apprezzati degli ultimi vent'anni, vanta una lunga carriera cinematografica e teatrale, oltre ad una positiva esperienza come autore e regista. In tutti i ruoli interpretati emerge sempre uno spiccato interesse per le problematiche sociali, affrontate con grande sensibilità e coraggio.

L’appuntamento esclusivo a Galatina sabato 3 maggio conSerata d’onore” è un omaggio al teatro. Passeggiando nella sua vita tra teatro e cinema, Placido farà rivivere magicamente le più classiche poesie d’amore. Alla poesia si alternerà la canzone, lasciando il posto per l'umorismo e le risate.

All’insegna di Il teatro è azione! lacampagna abbonamentiè stataaperta con la presentazione della Rassegna nella conferenza stampa a Palazzo Orsini mercoledì 12 marzo scorso.

È già quindi possibile acquistare la tessera e i biglietti presso il botteghino del Teatro Tartaro ( Corso Principe di Piemonte,n.19 - tel.0836 568653) che sarà aperto dal martedì alla domenica dalle h.19:00 alle h. 22:00.

(comunicato del Servizio Cultura e Comunicazione Città di Galatina)

 
Di Redazione (del 09/04/2019 @ 21:12:27, in Comunicato Stampa, linkato 1178 volte)

Dopo aver ottenuto il riconoscimento di "Città che legge", Galatina si impegna a sottoscrivere il "Patto locale per la lettura". 
Obiettivo principale è quello di avviare azioni condivise e orientate all'incremento e alla diffusione della lettura sul nostro territorio, coinvolgendo tutti i soggetti interessati. L'Amministrazione Comunale avrà il compito di incentivare le adesioni al “Patto locale per la lettura” e a sostenere tutte le azioni e i programmi ad esso coordinati. 
Possono aderire al “Patto della lettura della Città di Galatina” gli Istituti d’Istruzione di ogni ordine e grado, le Scuole dell’Infanzia pubbliche e private, gli Istituti, Enti, Associazioni culturali e di volontariato, le Ludoteche, gli Editori, i Librai, i liberi professionisti - quali educatori, psicologi, giornalisti, ecc. – i soggetti del Terzo Settore, gli autori e lettori organizzati in gruppi e/o Associazioni, i cittadini, che dimostrino di aderire ai principi del  Patto e che svolgano o vogliano  svolgere attività  di promozione  della lettura coerenti con le finalità nello stesso riportate.    
Tutti i firmatari del Patto devono avere a cuore alcuni principi cardine: la conoscenza è un bene  comune,  il libro e la lettura sono strumenti insostituibili di accesso alla conoscenza e la  promozione degli stessi crea una rete territoriale  delle  professionalità  più  direttamente  coinvolte, rappresentando il fine  comune delle Istituzioni pubbliche,  della società  civile  e del mercato.
“Il Patto per la lettura – dice l’Assessore al Polo Bibliomuseale Cristina Dettù - si innesta nel solco di una serie di politiche culturali che questa Amministrazione persegue sin dal primo giorno, in linea con la programmazione strategica della Regione Puglia. Dopo aver ottenuto il finanziamento di 2 milioni di euro per la Community Library (i cui lavori partiranno nei prossimi mesi), l’azione di promozione della lettura e delle spazi della biblioteca “Siciliani” rappresenta un punto imprescindibile della politica culturale dell’Amministrazione Amante. E tanto deve essere per una Città come Galatina, ricca di storia, cultura e tradizione. A ciò si aggiunge un fermento culturale che coinvolge le fasce più giovani della popolazione: ne è prova la presenza importante di piccoli, giovani studenti e famiglie all’interno della biblioteca “Siciliani”. Ciò è motivo di orgoglio per tutta la Città, oltre che un servizio essenziale”. 

Per aderire basta scaricare e leggere il regolamento:

https://www.comune.galatina.le.it/amministrazione/attivita/avvisi-pubblici/item/avviso-pubblico-per-acquisizione-di-manifestazione-di-interesse-a-sottoscrivere-il-patto-per-la-lettura-della-citta-di-galatina-scadenza-presentazione-domanda-di-adesione-il-30-aprile-2019

Ufficio Stampa Amante

 
Di Antonio Mellone (del 28/01/2018 @ 21:12:22, in Comunicato Stampa, linkato 1819 volte)

Non so più quanti messaggi-fotocopia ho ricevuto nei giorni scorsi tra telefonate, mail, sms su Whatsapp, Messenger e Face-book in cui mi si raccomandava di non perdermi assolutamente “Meraviglie – La penisola dei tesori”, trasmissione di Alberto Angela andata in onda il 24 gennaio scorso alle 21.25 su Rai Uno. Sì, perché tra l’altro si sarebbe parlato anche della Basilica di Santa Caterina in Galatina (della quale, nei dispacci di cui sopra, risaltava la foto di un bello scorcio). 

Confesso che non vedevo Rai Uno dal secolo scorso: sto molto attento a evitare come la peste i canali renzusconiani (quasi tutti), inclusi quelli delle reti Mediaset e molti altri non dichiaratamente tali, ma manieristi dei primi nella forma e nella sostanza. Me ne guardo bene, dicevo, sicché utilizzo il telecomando con oculatezza, quasi con cautela, onde evitare che con la digitazione di certi tasti contribuisca anch’io, benché per isbaglio, all’audience di certi programmi, e correlativamente alla fortuna economico-politica delle due note sciagure governative - maestro e allievo, con codazzo di accoliti vecchi e nuovi - che di ventennio in ventennio stanno provando (riuscendovi benissimo) a distruggere quel che di buono resta del nostro Paese. Ma lasciamo ora da parte l’Unno del Signore e il sodale Renzichenecco, e veniamo a noi.

Insomma, mi son fatto violenza e ho visto il suddetto “Meraviglie”.

Ma, detto fuori dai denti, che delusione. E quanta differenza tra il vecchio “Quark - viaggi nel mondo della scienza” (da imberbe ragazzino non me ne perdevo manco uno) condotto da Piero Angela, il padre di Alberto, e la trasmissione dell’altra sera. Il primo, pur sempre divulgativo, ben fatto, con approfondimenti scientifici e talvolta con “servizi di nicchia” (ricordo tutta una puntata su quell’incredibile macchina musicale che è l’organo a canne, per dire: un tema non proprio da folle oceaniche); il secondo, con belle immagini, certamente, ma dallo spessore culturale di una velina (in tutte le accezioni, intendo, inclusa la carta). Insomma una specie di accozzaglia, un blob di icone per turisti inebetiti, pronti a correre al primo Mc Donald’s di un centro commerciale dopo aver visitato (sbuffando) opere sublimi e, si spera, sempiterne a prescindere dai servizietti di Rai & Co (e dunque dai turisti stessi). 

Credo che sia accaduta la medesima storia per gli altri siti trattati (si fa per dire) nel medesimo minestrone, tipo i Trulli di Alberobello, Castel del Monte, o le ville del Palladio della “Repubblica di Venezia”; e temo che abbia funzionato il medesimo tam-tam social, promosso da chissà chi, forse dallo stesso ufficio marketing della tv Diciamo Di Stato, a solo beneficio dell’Auditel. Cosa non si fa per i numeri, per il budget e per i soldi maledetti e subito: la solita quantità che ammazza la qualità.    

Eppure la nostra Basilica (sarò un campanilista al quadrato) meriterebbe di più che una semplice comparsata in uno spottone pubblicitario (la pubblicità, si sa, non dice tutto, anzi sovente non dice proprio nulla).  

Da un conduttore come Alberto Angela, così bravo (lo riconosco), mi sarei aspettato una puntata affatto diversa: avrei cioè voluto sentire (o risentire) storia e leggende della nascita della basilica dedicata, si badi bene, non a Santa Caterina da Siena, ma a Santa Caterina d’Alessandria, la protettrice dei filosofi (fattore sintomatico, questo, poiché tutta la forza ispiratrice, nella concretizzazione architettonica prima, e in quella pittorica poi, sintetizza l’anselmiamo “credo ut intelligam” – di cui mi parlava il mio compianto amico, il prof. mons. Antonio Antonaci - inteso anche nelle sue ripercussioni sociali e culturali in quel periodo di transizione tra l’età di mezzo e l’evo moderno).

Avrei voluto sentir parlare - e non di corsa, cioè in meno di cinque minuti - della rivoluzione anche linguistica del Santo Francesco e dei suoi seguaci francescani (specialmente degli spirituali separatisi dai conventuali, storici e attuali custodi del complesso monumentale galatinese), e poi ancora di Dante Alighieri, dei nove cicli pittorici cateriniani, e delle diverse scuole artistiche (dalla senese, alla veneziana, alla napoletana, e non ultimo alla locale) che hanno contribuito alla varietà decorativa degli affreschi di questa pinacoteca incredibile.     

Ma forse in fondo meglio così. Meglio la discrezione e un altro po’ di riserbo su questi luoghi ancora così autentici e lontani dal sovraffollamento del turismo di massa.

Scusatemi, ma io son quasi geloso al pensiero che un giorno, com'è inevitabile che sia, queste Meraviglie saranno di tanti.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 03/10/2015 @ 21:07:42, in Fetta di Mellone, linkato 8775 volte)

Caro sindaco Mimino Montagna,

anche se non sembra….. sono la sottoscritta tua delegata per la frazione di Noha. Premetto subito che… devo evitare di mettere tutti questi…..puntini di sospensione sennò quel saputello nonché…. rompicoglioni di Antonio Mellone mi prende per il….. LOCULO da qui all’eternità!!!!!!!

Non mi è facile, proverò in tutti i modi a ridurli ai minimi termini, questi puntini, anzi ai Mimini termini, hahahahahaha.

Tu sai che io quando mi ci metto faccio le cose con il cuore (anche se il Mellons’ di cui sopra, quando gli prudono le mani, scrive che utilizzo un altro organo posto un po’ più in basso, e che inizia sempre con CU. Ma, sai, lui è fatto così, non è cattivo: è solo che ha il brutto vizio di canzonare il POTERE: e io, modestamente, può). E poi, detto tra noi, quella che lui pensa sia satira (che a me non piace, anzi non mi fa per niente ridere) altro non è che…….tutta pubblicità per me. Tiè!!!!

*

Stavolta cercherò di essere, come dire, alquanto stitica, evitando di produrre le….. sette cartelle (cliniche) dell’altra volta. Come, non ti ricordi più? Dai, quelle di autodifesa dalle accuse (INFONDATE!!!!) da parte della direttrice della scuola di Noha per via della transumanza di due sedie volanti da un plesso ad un complesso scolastico. Non le avessi mai scritte quelle pagine: ancora mi stanno prendendo in giro per via del fatto che, stanca morta com’ero, non mi andò manco di rileggere e quindi correggere qualche piccolissimo, invisibile, IRRILEVANTE….. strafalcione scritto in fretta e furia. A dirla tutta….. pensavo che non leggesse nessuno quella roba lì, tranne te ovviamente (che, come noto, sei di bocca buona, tanto è vero che te ne uscisti con una baggianata delle tue, ché ancora la gente sta ridendo). Poi capitarono nelle mani del nostro amico che si crede uno scrittore (quando non è nemmeno uno scrivente), e…. apriti cielo!!!!

*

Ma bando alle chianche, e veniamo a noi, anzi a Noha. Caro Mimino, voglio dirti sempre in premessa che finché scrive Antonio Mellone non ce ne può fregar de meno: è da anni che scrive (non letto e non ascoltato da nessuno) e figurati poi se noi altri facciamo finta di dargli retta: ma manco per l’anticamera del cervelletto. Ma se si mettono a scriverti lettere aperte anche i ragazzi delle scuole medie siamo fritti, finiti, cassati.

*

Oh, Mimino, ma che figura mi fai fare?????

Mi dice l’uccellino che ci sono in palio da parte della regione Puglia ben 17.000.000 di euro (DICO: DI-CI-AS-SE-TT-EM-IL-IO-NI-DI-EU-RO) per raddrizzare i BENI culturali e noi non presentiamo nemmeno un progetto uno per la mia Noha????

E’ vero che potrebbe esserti sfuggito, ma santo cielo, per Noha, nonostante i libri, i convegni, le istanze e gli articoli sui beni culturali, non possiamo non avere uno straccio di disegno da farci finanziare!!!! Dai, sindaco mio, com’è possibile? Non dirmi che per Noha non c’è uno sputo di progetto da presentare, sennò m’incavolo come una iena.

E’ vero anche che è da un bel po’ che non ti fai vivo a Noha.

L’altra sera, per dire, dopo tanti anni di assenza, sei apparso nel centro della frazione per la nostra festa patronale come il Risorto doveva essere apparso a San Tommaso: un sacco di  nohani, infatti, non credevano ai propri occhi, e come l’Apostolo incredulo volevano metterti le dita da qualche parte (per esempio negli occhi) per potersene convincere. Però almeno l’altra sera, per una sera, mi hai evitato l’onere di girarmi la processione, come in genere sono costretta a fare, da sola e con tanto di fascia tricolore (UNA FATICACCIA CHE NON TI DICO!!!!).

Te lo chiedo per favore, ogni tanto, e non solo ogni dimissioni di papa, fatti un giro in questa novella Pompei salentina dove tutti i beni culturali comunali, come per esempio la torre dell’orologio ubicata in piazza (non sullu Piezzu!!!!!!!), stanno in piedi tienime ca mo’ casciu.

Caro Mimino, riusciamo magari PRIMA delle prossime elezioni non dico a fare o dire qualcosa di sinistra, seeee, ma almeno qualcosa di meno sinistrato rispetto a quello che abbiamo fatto finora, o meglio non fatto?? Sennò il piccolo scrivano nohano mi combina a dick-dick [che non è il famoso complesso degli anni ’70 – quelli, come ben sai, erano i Dik-Dik - ma il soprannome di una storica famiglia di macellai di Noha, che in italiano suonerebbe più o meno così: “pene-pene”, vabbè te lo dico in indialetto così ci intendiamo meglio: “pica-pica”].

Io vorrei una volta, una soltanto, rispondere NON ad Antonio Mellone [che detto tra noi non è NESSUNO: infatti mi sono ripromessa di non rispondere MAI PIU’ AI SUOI ARTICOLI: SE VUOLE MI FA UN’INTERVISTA con i controcazzi, sennò andasse al diavolo, lui e tutti quelli che gli mettono mi piace su feisbuk!!!!!], ma alla popolazione tutta E CON I FATTI. Perché  DANIELA SINDACO RISPONDE CON I FATTI E NON CON LE CHIACCHIERE. E non voglio che nessuno un domani mi possa dire: DA QUALE PURPU VIENE LA PREDICA.

Io sto dando tutta me stessa per Noha, sto addirittura trascurando il mio lavoro (E LA MIA DICHIARAZIONE DEI REDDITI LO CERTIFICA DAL PRIMO FINO ALL’ULTIMO CENTESIMO), sto cercando di portare in alto il nome del mio paese, organizzo da non so più quanti anni i moto-raduni di agosto (vabbè fanno tutto loro, ma io ci metto la faccia), sono presente ad ogni funerale con tanto di manifesto che sembra più grande il mio nome che quello del morto, sto facendo un sacco di altre belle iniziative che per la verità non mi ricordo manco più quali siano, e qual’è il risultato? (cara prof. Daniela Vantaggiato, hai visto che ce l’ho messo l’apostrofo e come sono migliorata da quando vengo a ripetizione da te?) E – dicevo - qual’è il risultato? Quello di essere presa in giro perché a Noha non stiamo facendo nulla? No, Mimino Montagna, a queste condizioni io non ci sto.

Io sono pronta a votarti in Consiglio tutte le schifezze della tua giunta (tipo il Mega-porco commerciale o l’Area Mercatale, e altri scempi simili), però non voglio passare alla storia di Noha solo per un paio di sedie da asporto come le pizze.

A proposito di “Buona Scuola”, nel complesso scolastico di Noha abbiamo un’aula con tante postazioni-computer bellissima, ma (INCREDIBBILE MA VERO) senza linea Internet, e dunque di fatto inutilizzabile da circa un paio d’anni. Come mai? A Noha è vietato connettersi? Non è che quando si parla di BANDA LARGA qui bisogna sempre intendere le solite Bande note alla cronaca nera? Non dirmi, ti prego, che la legge di cui sopra, anche per Noha, si è trasformata nel decretino della “Buona Sòla”?

*

Non voglio dire niente altro per l’amor di Dio sull’allaccio Enel del centro Polivalente. Dico solo che non c’è la faccio più!!!!! Ma lo sai che l’altro giorno – robba de pacci, Mimino – ‘stu benedetto centro si è trovato al buio mentre noi altri eravamo all’oscuro di tutto.

Tra l’altro la sfiga ha voluto che proprio all’indomani ci fosse la Festa dei Lettori (dove doveva partecipare anche ‘stu rompipalle di Antonio Mellone, che invece di chiamarmi al telefono per avvisarmi, si è messo a scrivere il solito articolo sarcastico e così tutti o quasi hanno saputo della cosa…..). 

Insomma, Mimino mio, hanno portato via puru dhru stozzu de “contatore di cantiere” che permetteva almeno di accendere le lampadine dei cessi di ‘sto cavolo di centro-periferico (ma, tranquillo, non sufficiente per far funzionare ascensore, aria condizionata, riscaldamento e fotovoltaico). Del resto non saprei più da dove partire e soprattutto dove arrivare con questa via-crucis-tragicomica, con questa telenovela nohan-messicana. Vedi, per favore te lo chiedo, di dare una voce tu a Mr. Coccioli, il nostro assessore ai lavori pubici, affinché in qualche modo ci illumini di incenso.

Su dai, Mimino, (anzi sudai, e molto!) diamoci una mossa e facciamo meno mosse. Ad oggi, mentre ti scrivo, sempre se non sbaglio (ma è difficile che io sbaglio!!!!), l’unica luce che c’è è quella diurna del pozzo luce.

*

Ancora una cosa. Si spendono dei SOLDI PUBBLICI, pare  26.000 euro per l’estate galatinese e altri 16.000 euro per la festa patronale di san Pietro. Va bene tutto, ma perché questo Bancomat (che sarebbe il Comune) funziona solo…… per certe aree geografiche, tipo la capitale galatinese, e non per altre (come Noha, i cui abitanti comunque – SALVO I SOLITI CASI DI EVASIONE FISCALE - pagano le tasse con le stesse percentuali)? Perché, per dire, per la festa di San Pietro, come mi dicono, sono stati stanziati 2.000 euro in più, espropriati paro paro dalla festa di San Michele Arcangelo, sicché il contributo per San Pietro è passato da 14.000 a 16.000 mentre quello per San Michele da 4.000 a 2.000? Al paese mio si dice: quandu lu poveru dè allu riccu lu diavulu sotto li piedi de san Micheli si la ride. E mo’ che cosa possiamo inventarci per buttare un altro po’ di fumo negli occhi dei nohani, soprattutto di quelli – e sono tanti grazie a Dio - che si bevono di tutto e di più, e quindi imperterriti continuano a votarci?  

*

Giorni fa, nella seconda fetta di Mellone 2015 (secondo il detto nohano: QUANDU RRIVA LA FICA LU MALONE VE E SE ‘MPICA - e speriamo cu rriva ‘mprima ‘sta benedetta fica), il suddetto Mellone mi ha inviato una lettera (veramente l’ha indirizzata anche agli altri tre moschettieri delegati di Noha, anzi tre mosche – ma figurati se quelli prendono carta e penna e si mettono a rispondere, ma io, Daniela Sindaco sottoscritta, ho una dignità da difendere, mentre loro, cioè gli amici LULO, ANPE, e GICO, non hanno le palle per ribattere - ma come quelle che dico io). Ebbene, dicevo, di loro non m’importa nulla, ma io la risposta vorrei darla, come detto sopra, NON con le lettere (che poi mi vengono come vengono) ma CON I FATTI CONCRETI.

Caro Mimino, penso di essere stata chiara e circoncisa come sempre. Ti dico solo, in conclusione, che se non vi darete una mossa lì a Palazzo Orsini, la sottoscritta Daniela Sindaco sarà costretta a trasformarsi in quattro e quattro otto in una ostinata e implacabile DANIELLA FASTIDIOSA.

E sappi che per estirparla non c’è sega che tenga.

Cordialmente tua e sottoscritta,

avv. Daniela Sindaco

 

In seguito ad alcune segnalazioni di cittadini residenti e vista l’importanza del percorso che insiste in un’area densamente popolata come quella delle vie Tito Lucrezio, C. Colombo e Quinto Ennio, abbiamo inviato all’Ufficio del Protocollo una comunicazione urgente per la messa in sicurezza della rotonda in questione e per l’assenza assoluta di segnaletica stradale.

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Il Direttivo:

NoiAmbiente e Beni culturali

Noha e Galatina

 
Di Antonio Mellone (del 08/10/2014 @ 21:05:24, in NohaBlog, linkato 3646 volte)

Ho trascorso quasi tutta la serata del 29 settembre scorso, solennità di San Michele Arcangelo, in piazza, a Noha, nei pressi del tavolino allestito dagli osservatori nohani e dagli altri amici per la raccolta delle firme da inviare al FAI (Fondo Ambiente Italia) al fine di far inserire nel catalogo dei beni culturali, degni almeno di un ricordo, le nostre Casiceddhre in miniatura, architettate dallo scultore Cosimo Mariano all’inizio del secolo XX e lasciate marcire nel degrado e nell’abbandono dai contemporanei del XXI.

Insieme a Marcello, Angela, Maria Rosaria, Marco, l’agguerritissima Patrizia, l’Albino, e qualcun altro (che gentilmente ci ha sostituiti giusto il tempo di una passeggiata sul corso illuminato dai festoni ed una puntatina ai panini con la porchetta arrosto) in poche ore e senza tanto clamore s’è raggiunto un totale di circa 240 firme autografe spontaneamente (e in qualche caso spintaneamente) apposte su quei fogli volanti da spedire alla Fondazione. Altre 150 firme sono state raccolte nei tre o quattro giorni successivi. Un buon risultato, non c’è che dire.

*

Ma oltre all’obiettivo primario (cioè l’invio al FAI delle firme), ne avevamo un secondo non meno importante: quello di ritornare ancora una volta a parlare a nohani e forestieri di salvaguardia dei nostri tesori, che sembra siano stati definitivamente archiviati nel dimenticatoio un po’ da tutti (vista la mattanza senza fine del nostro, come dire, tessuto storico).  

Ma non crediate sia mai stato facile parlare (o scrivere) di beni culturali. C’è stato un tempo in cui uno dei capobanda di un votatissimo partito politico nazionale, e purtroppo anche locale, tra le altre inarrivabili locuzioni, proferì la famosa solennissima minchiata per cui con la cultura non si mangia (e qui è d’uopo che vi risparmi gli altri motti suoi, e quelli di qualche suo compare di merende nostrano).

*

Vi confesso che nel corso della serata, nel parlare del più e del meno con avventori e passanti dalla nostra postazione, il mio umore ha più volte repentinamente oscillato tra il tiepido ottimismo ed il pessimismo leopardiano, quello cosmico. Sì, ne ho dovute sentire di tutti i colori, ma così tante che la fantasmagoria di luci caleidoscopiche installate dalla premiata ditta Cesario De Cagna per la festa patronale nohana era nulla al confronto. Io davvero non so come fare a far comprendere alle persone il fatto che, per dirne una, l'occupazione non nasce dalle grandi opere, ma da politiche che stimolano appunto la cultura, il piccolo commercio, magari equo e solidale (e non invece i mega-porci comodi solo a chi ha come unica fantasia quella delle colate di cemento), l'artigianato, l’agricoltura, e infine ma non meno importante anche il locale patrimonio artistico, storico, musicale, creativo.

Ho cercato di spiegare ai passanti, en passant, che non importa il pregio, la rarità o l’antichità dei singoli oggetti del nostro (o dell’altrui) patrimonio: quello che può renderli degni di essere tutelati dalla Repubblica (o in subordine dal FAI) può essere anche la relazione spirituale e culturale che li unisce alla vita locale.

Una delle amenità che m’è toccato di sentire (e che comunque non mi suona per niente nuova: segno che c’è ancora qualche scienziato che diabolicamente persevera in questa genialata) è la “proposta” nata non so più quando né da chi (forse, a ragion veduta, ne ho rimosso nome ed esistenza) del trasloco delle casiceddhre dalla loro abituale ubicazione alla volta, magari, di un museo o di qualche non ben definito particolare piedistallo, come se le nostre opere d’arte fossero dei normali ancorché costosi soprammobili. E’ un po’ come se il cervello di una persona potesse essere prelevato e spostato altrove da qualche redivivo dottor Frankenstein junior (oddio, a proposito di fuga di cervelli, anche Noha non sembra immune dal fenomeno: il problema vero è invece quando il corpo rimane qui).

E tu hai voglia a spiegare che finanche anche il filosofo, archeologo nonché critico d’arte Quatremere de Quincy già nel 1796 osservava acutamente che “perfino un quadro di Raffaello, se fuori contesto, non dice nulla, perché non è una reliquia, come un frammento della Croce, che possa comunicare le virtù legate all’insieme”.

Questa regola, si badi bene, non vale solo per i capolavori supremi, ma per qualsiasi opera d’arte.  

*

Ma quando si riuscirà una buona volta a far capire che il nostro patrimonio culturale non è una collezione di icone ma un deposito di memoria culturale? Quando ritorneranno in mezzo a noi i suddetti cervelli in fuga? Temo che qui ci sarà da attendere ancora per molto (visti anche gli ultimi sviluppi e le prove evidenti del fatto che non solo non si sappia scrivere ma nemmeno leggere).    

Altre piccole chicche della serata (roba da spezzare le gambe, ovvero gambizzare) e, quando non espressamente qui e là proferite, sicuramente pensate e inviate al nostro indirizzo sono a titolo esemplificativo le seguenti: “Ma fatevi i fatti vostri”, “Non ve ne incaricate”, “Pensate alle cose serie”, “Lasciate perdere”, “Ma chi ve lo fa fare”, “Certo che avete tempo da perdere”, “Non avete mai concluso niente”, “Attaccate l'asino dove vuole il padrone”, “Tanto queste firme non servono a nulla”, “Passata la festa gabbato il santo”, e infine: “Non credo che con la raccolta di firme per le casiceddhre risolvi i problemi della gente”.

Mo’ ditemi voi se questa non è l’ennesima sparatoria a Noha. Di cazzate a raffica.

Antonio Mellone

 

Il Comune di Galatina ha ottenuto il finanziamento di un programma d’intervento con le risorse del Programma operativo nazionale “Iniziativa Occupazione Giovani”, che attua il programma Garanzia Giovani in Italia. Il programma, redatto dal dottor Giampaolo Bernardi, è articolato in due progetti, per un totale di trenta operatori volontari del Servizio civile universale, di cui dodici da impiegare presso le sedi comunali di Galatina. Il programma finanziato è stato redatto nel rispetto delle novità introdotte dal nuovo sistema di Servizio civile; il progetto ha visto il Comune di Galatina tra i primi protagonisti in Regione, nella veste di capofila insieme ai Comuni di Cutrofiano, Martano, Melpignano, Sogliano Cavour e Vernole, della complessa ed articolata procedura di iscrizione al nuovo Albo di SCU, conclusasi a marzo 2020 e propedeutica alla presentazione dei programmi d’intervento.

“Il finanziamento del nuovo programma – dichiara l'assessore alle Politiche giovanili, Maria Rosaria Giaccari - oltre a confermare il protagonismo del Comune di Galatina nell’ambito del Servizio civile, consente di dare continuità ai due progetti ormai giunti all’ottava edizione e di consolidare il percorso di tutela, valorizzazione, promozione e fruibilità delle attività e dei beni culturali del territorio, nonché delle attività ambientali che contribuiscono a costruire una città inclusiva, sicura, duratura e sostenibile. Obiettivi perseguiti dall’amministrazione comunale che, ancora una volta, conferma l’attenzione rivolta ai giovani e al territorio.”

Nelle prossime settimane sarà pubblicato il Bando 2020 per la selezione degli operatori volontari da impiegare nei programmi e nei progetti appena finanziati, al quale potranno accedere i giovani tra i 18 e i 29 anni che siano in possesso dei requisiti richiesti. A seguito della pubblicazione del Bando, tutte le informazioni saranno rese note con apposito avviso sul sito istituzionale del Comune di Galatina.

Ufficio stampa Marcello Amante

sindaco di Galatina (LE)

 
Di Redazione (del 04/12/2017 @ 21:03:28, in Comunicato Stampa, linkato 1339 volte)

Nell'ambito della strategia SMART IN Puglia, Galatina è tra i primi Comuni della Regione ad aggiudicarsi un sostegno finanziario per l'elaborazione di progettazione di qualità, assicurando così la presenza di giovani professionisti al di sotto dei 35 anni nelle procedure di affidamento delle progettazioni.

L'Amministrazione comunale si dimostra in piena linea con la politica regionale in materia di valorizzazione dei beni culturali, sostenuta fortemente dall'Assessore di riferimento, Loredana Capone.

Inoltre, ciò dimostra il costante e attento lavoro di tutta l'Amministrazione, pronta nel partecipare a bandi "a sportello" come questo, a seguito di opportuna valutazione, e nello stesso tempo capace di pensare in grande, con progetti a lungo termine.

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Albino Campa (del 17/03/2014 @ 21:02:47, in Comunicato Stampa, linkato 2637 volte)

“La storia del Salento e della Puglia è stata pure storia dell’Islam. Storia di Arabi, Berberi, Andalusi e Turchi che muovevano pervasi da Allah, anche da Allah: anche allora era tutta una questione di grossi interessi internazionali, che spesso celavano nel pretesto religioso finalità eminentemente politiche ed economiche: far legna in selve boscose, far schiavi in contrade popolose, far razzia in province facoltose…… Non mancarono le occasioni di odorarsi, azzannarsi o leccarsi, fra due società e altrettante fedi. E comunque di confrontarsi, con le armi e con la cultura che ciascuna si portava dietro, nel baule della propria civiltà………..Nel gioco d’equilibrio fra musulmani e cristiani, la lente d’ingrandimento ha mostrato una Puglia che ha assorbito non poco dalla civiltà araba, sul piano culturale, storico-artistico, toponomastico e onomastico” (Prof.Vito Bianchi).

5° Incontro per la Serie “Dialogoi Sto Monastiri”, Notizie storiche e culturali intorno alla Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, Giovedì 20 Marzo 2014 alle ore 18,30 presso la Sala di cultura Francescana della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria in Piazzetta Orsini, con l’intervento del Prof.Vito Bianchi, Docente di Archeologia presso l’Università degli Studi di Bari, Studioso di Relazioni culturali e religiose fra l’Europa, il Mediterraneo e l’Oriente, Archeologo specialista ed Autore di numerose Pubblicazioni con tipi di De Agostini-Rizzoli, Mondadori, Laterza, Capone, nonché Autore e Conduttore di programmi culturali per Radio Due e Radio Tre Rai.

Dopo i saluti di Frà Rocco Cagnazzo, parroco della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Galatina Prof.ssa Daniela Vantaggiato, introdurrà i lavori il Presidente del Club UNESCO di Galatina Salvatore Coluccia.

L’evento ideato e promosso dal Club UNESCO di Galatina, in collaborazione con la libreria Fiordilibro, l’Associazione Culturale Il Mandorlo e la Comunità Francescana di Santa Caterina d’Alessandria, ha il Patrocinio del Comune di Galatina, e vuole essere un primo passo del complesso iter necessario per ottenere il riconoscimento UNESCO del complesso di Santa Caterina d’Alessandria come Monumento di Pace e Bene Materiale dell'UNESCO.

Sala della Cultura Francescana, piazzetta Orsini – info 3396845616

 

Di seguito le due interrogazioni:

 

 

Oggetto:  operatività del Centro di Salute Mentale - Centro Diurno

 

PREMESSO CHE: 

 

-Con la nota ASL dell’11 Ottobre 2019 era stata stabilita la sospensione temporanea delle attività presso l’attuale sede del Centro di salute Mentale – Centro Diurno sito in via P. Siciliani n.8 e lo spostamento del personale sanitario e degli operatori presso il Centro di Salute Mentale di Nardò;


- La stessa nota stabiliva inoltre che gli operatori esperti  assegnati presso il Centro Diurno di Galatina avrebbero svolto la propria attività presso il Centro Diurno di Nardò e/o Lecce;


-La ragione di questo provvedimento risiede nelle perizie effettuate dai vigili del Fuoco che, in una propria nota richiamata dalla stessa ASL, hanno stabilito come la struttura sita in Via Siciliani n.8 risulti priva di autorizzazione antincendio oltre a presentare condizioni non accettabili dal punto di vista della sicurezza, in particolare per quel che riguarda i percorsi di uscita dal primo piano;


-Con una successiva nota ASL del 16 Ottobre 2019 è stato definito il trasferimento temporaneo del CSM presso la sede di Via Roma, ubicata al piano terra della palazzina uffici del P.O. Santa Caterina Novella;


-La palazzina ed i locali dell’Ospedale Santa Caterina Novella che ospitano attualmente il CSM non sono idonei allo svolgimento delle prestazioni necessarie al tipo di assistenza richiesta;


-Questa soluzione tampone dà solo l’illusione di aver risolto il problema e le precarie condizioni in cui si opera non scongiurano del tutto il rischio di un trasferimento definitivo del CSM nella città di Nardò;


-Il Centro Diurno a tutt’oggi è senza sede provocando un continuo spostamento sul territorio da parte degli operatori che sono in attesa di un sede temporanea;

 

CONSIDERATO CHE

-La sospensione delle attività del CSM di Galatina con conseguente spostamento delle funzioni a quello di Nardò, metterebbe in ginocchio ed umilierebbe ulteriormente la nostra città oltre a negare servizi e assistenza a particolari categorie di pazienti;


-Il CSM di Galatina serve un bacino di utenza di circa 4.000 utenti ed offre, tra le altre cose, visite psichiatriche con ingresso diretto e senza alcun onere relativo al ticket da pagare, rinnovo patenti di guida, idoneità psichica per concorsi, psicoterapia individuale  e/o di coppia,  idoneità psichica per adozioni internazionali, certificazioni per invalidità;


-Il CSM è anche sede di un Centro Diurno dove circa 20 pazienti frequentano tutti i giorni dalle ore 9.00 alle ore 12.30, attività come laboratori di arte, musica, sport con il supporto e l’assistenza di operatori sanitari del settore

tanto premesso si interroga IL SINDACO

-Per sapere se e quali provvedimenti concreti intenderà adottare per evitare di perdere il CSM a vantaggio di Nardò.

 

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Oggetto: riqualificazione Palazzo della Cultura

 

PREMESSO CHE:  

- Il progetto di riqualificazione ed innovazione della Biblioteca presentato dal comune di Galatina è stato finanziato dalla Regione Puglia, nell’ambito dell’Asse VI del POR Puglia 2014/2020 Azione 6.7, con un importo di 2 milioni di euro;

- Oltre ai lavori di ristrutturazione, funzionalizzazione e fornitura di attrezzature speciali, il finanziamento prevedeva anche la realizzazione di interventi di tutela finalizzati alla catalogazione e digitalizzazione del patrimonio librario della biblioteca e l’avvio di servizi socio-culturali;

- Qualche giorno fa sono iniziati i lavori presso il Palazzo della Cultura;

- Con  determina dirigenziale, nell’ambito della digitalizzazione del patrimonio librario, attraverso incarico diretto, il comune di Galatina ha inteso avvalersi del supporto professionale di un esperto esterno in materia con le competenze professionali specialistiche, riconoscendogli, per la progettazione esecutiva, 13.500 euro oltre IVA, corrispondenti ad un totale di 30 giorni lavorativi;

professionali specialistiche, riconoscendogli, per la progettazione esecutiva, 13.500 euro oltre IVA, corrispondenti ad un totale di 30 giorni lavorativi;

 

CONSIDERATO CHE

- Sin dai tempi della campagna elettorale questa maggioranza ha sempre sostenuto di voler governare la città seguendo i principi della legalità e della trasparenza;

 

tanto premesso si interroga IL SINDACO

 

- Per conoscere le mansioni dettagliate che l'operatore economico incaricato dovrà svolgere a giustificazione dell'importo giornaliero;

- Per sapere secondo quale metodo si è determinato il tempo necessario a svolgere le mansioni affidate;

- Per sapere se, il nostro Ente è dotato di Albo fornitori di servizi tecnici per affidamenti "sottosoglia";

- per conoscere, inoltre,  se la procedura di individuazione dell'operatore economico prescelto è stata eseguita in forma telematica cosi come previsto dalla legge a far data da gennaio 2019 oppure, se così non fosse,  in quale altro modo.

 

Giuseppe Spoti

Partito Socialista Italiano

 
Di Antonio Mellone (del 09/09/2014 @ 21:00:00, in NohaBlog, linkato 2695 volte)

Ma davvero pensavate che la commissione nazionale VIA (Vidimazione Imbratto Ambientale) del “ministero dell’ambiente” (scritto ormai con le virgolette) titubasse per più di due nanosecondi nel rilasciare il suo nullaosta definitivo alla multinazionale svizzera del TAP (la quale potrà ora liberamente otturare i buchi dei salentini, se ve ne fossero ancora di stappati)? 

Ma davvero supponevate che un premier più berlusconiano di Silvio desse retta “a quei quattro comitatini” (strano non abbia aggiunto anche: “oltranzisti e ciechi oppositori al progresso e alla modernità”) che si battono ancora oggi per la terra, l’aria, l’acqua, i beni culturali e l’economia sostenibile? Orsù, miei cari, sveglia.

*

“Il Tap si farà”, hanno annunciato trionfalmente il capo del governo e soprattutto il suo gabinetto, mentre l’organo incompetente, il cosiddetto ministro dell’ambiente Luca Galletti (noi, invece, polli), è pronto a firmare il decretino “sbocca Italia” propedeutico all’autorizzazione unica per la fase successiva di inizio lavori: stadio terminale, questo, che verrà gestito dal sinistro dello Sviluppo Economico, sig.ra Federica Guidi, figlia di Guidalberto, un nome una garanzia, vicepresidente di Confindustria, e già che si trova presidente de “Il Sòla 24 Ore”.  

Il nostro presidente del fondiglio, dopo aver incontrato il 14 luglio scorso in forma riservatissima Ilham Aliyev, dittatore dell’Azerbaijan (deve essere una prerogativa dei nostri primi ministri il debole per i presidenti-dittatori, una forma di ammirazione, di più, emulazione: peccato per quella rompiscatole della nostra Carta Costituzionale, che finalmente parlamentari prostituenti, con le ultime riforme autoritarie senza precedenti , anzi con precedenti penali, stanno provvedendo a trasformare in fretta e furia in un lungo, resistente e morbido rotolo a due veli, ndr.), dicevo, il presidente nostrano ha annunciato in uno dei suoi infiniti tweet che non vede l’ora di recarsi nella capitale azera, Baku, per la firma del via libera definitivo al TAP, un’opera che, tra i lobbisti d’eccezione, annovera finanche Tony Blair (sì, quello dei bombardamenti all’Iraq per “esportare la democrazia”).

Come ormai sanno pure le pietre (ma molti belli addormentati nel mostro non ancora) il TAP non avrà alcuna “ricaduta occupazionale”, semmai una caduta verticale e irreversibile; darà il colpo di grazia al mare ed al nostro territorio oltretutto con l’ecomostro della centrale di depressurizzazione (la quale, tra cinquant’anni, quando avrà esaurito il suo compito verrà abbandonata in loco così com’è); non è fonte di energia alternativa e men che meno pulita, tutt’altro; sarà costosissimo e il prezzo lo pagheremo noi, e non solo in bolletta; è antidemocratico, inutile, violento (sebbene magnager e prenditori del TAP sembrino pronti ad accorrere al capezzale di feste patronali, giornali, riviste, eventi, restauri, eccetera, cercando di rianimarli con sponsorizzazioni da quattro soldi, ma di fatto anestetizzando grandi e piccoli - riuscendovi in molti casi).

Ma signori miei, cosa volete da me? Questo è il vangelo secondo Matteo, che tanti proseliti va annoverando; questo il frutto dei vari decreti “allocca o sciocca Italia”, e purtroppo mai “sbrocca Italia”: la quale, infatti, non sbrocca mica, cioè non va mai in escandescenze quando viene violentata; anzi sembra addirittura godere con quel cospicuo 40,8% di applausi incorporati.

*

Ora, secondo voi, con tutto questo, a cosa starà pensando il nostro sindaco Montagna? Vabbè, scherzavo.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 05/04/2016 @ 20:59:37, in Comunicato Stampa, linkato 1980 volte)

Il 07 aprile 2016 il palcoscenico del rinnovato Teatro Cavallino Bianco di Galatina, si fa ‘cattedra’ ed accoglie i giornalisti Ernesto Assante e Gino Castaldo per una delle loro fortunatissime LEZIONI DI ROCK, un format che i due portano avanti già da tempo per raccontare importanti pagine di storia della musica.

Nel 1969 i Beatles tornavano in studio per l’ultima volta, per registrare quello che in molti considerano il loro capolavoro assoluto, “Abbey Road”. La band era già virtualmente finita, le liti tra i quattro erano arrivate al punto di rottura, eppure la bellezza, la ricchezza, la complessità, l’emozione di Abbey Road mostrano una band al suo assoluto apice creativo. I due giornalisti di Repubblica e Radio Capital, vi accompagneranno nel cuore di Londra, per attraversare insieme quelle strisce pedonali che sono diventate un monumento per ogni appassionato del rock.

LEZIONI DI ROCK - The Beatles: Abbey Road, è inserito nel programma della stagione di prosa 2016 organizzata dalla Città di Galatina in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese (TPP) e con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (MiBACT) e della Regione Puglia - Assessorato all’Industria Turistica e Culturale.

Prezzo del biglietto per lo spettacolo: 10,00€

Orario della rappresentazione: porta ore 20:30 / sipario ore 21:00

Vendita dei biglietti: Il servizio di vendita degli abbonamenti e dei biglietti è disponibile presso l’Ufficio IAT (via Vittorio Emanuele II, 35 – Torre dell’Orologio) tutti i giorni dalle 09:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 19:00. Il botteghino del Teatro Cavallino Bianco sarà aperto solo il giorno degli spettacoli dalle ore 19:00. Per informazioni: tel. 0836.569984 – cell. 392.9331521 – iat.galatina@gmail.com

 
Di Albino Campa (del 30/03/2012 @ 20:59:08, in Finibus Terrae, linkato 3321 volte)

Di seguito il primo video della trasmissione ” Finibus Terrae “, che si occupa della valorizzazione e promozione degli aspetti culturali di Terra d’Otranto. Come cultore del Salento non potevo mancare di dare una mano all’amico Giulio Cesare De Giorgi, cameraman, ideatore del format, nonchè, in questa prima puntata dedicata a Galatina, anche nelle vesti di conduttore ed intervistatore della collega Angela Beccarisi, come sempre spigliata e puntuale nel promuovere e la sua e nostra città. La prossima puntata del format andrà in onda sempre sul Web e si occuperà di Sternatia uno dei piccoli centri della Grecìa Salentina, non mancate, noi saremo presenti, per riportarvi fedelmente attraverso Tele Galatina la visione di uno spaccato autentico e vivo del tacco d’Italia.
Raimondo Rodia

 
Di Redazione (del 14/09/2021 @ 20:55:35, in Comunicato Stampa, linkato 1230 volte)

Si è svolta il 06.09.2021 la prevista Conferenza di Servizi sul procedimento di riesame AIA ai sensi del D.Lgs. 29-octies del D.Lgs. 152/06. Presenti i rappresentanti della Provincia, dei Comuni di Galatina, Soleto, Sogliano C., Cutrofiano, Martano, Zollino, Arpa e Asl, SISPED (Società Italiana di Sanità Pubblica e Digitale), delle Associazioni ambientaliste Italia Nostra (Valeria Passeri), ISDE (Sergio Mangia), AIRSA (Elena Pitotti), Noi Ambiente e Beni culturali (Antonio De Giorgi), Coordinamento Civico Ambiente e Salute (Alessandra Caragiuli), Forum Amici del Territorio (Elisabetta Parisi), della controparte Colacem. Le Associazioni hanno ribadito la mancanza attuale di garanzie per  la salute collettiva, sulla base delle carenze evidenziate dalla perizia CTU dinanzi al Tar di Lecce e riprese nelle proprie osservazioni. Tale carenza è  evidente se si pensa che:

  •  i limiti di legge non garantiscono di per sé l’assenza di danni alla salute;
  • per alcuni tipi di inquinanti, come le diossine, non esistono limiti di concentrazione al di sotto dei quali non si hanno conseguenze per la salute; ogni dose è un’overdose;
  • per alcuni parametri inquinanti, come le polveri sottili PM10 e PM2.5, non sono neppure previsti i monitoraggi nell’autorizzazione Colacem;
  • i rilevamenti della centralina di monitoraggio pubblica di Galatina evidenziano il superamento costante dei limiti di qualità dell’aria previsti da OMS per PM10, PM2.5 e ozono.

Un’altra grave carenza rilevata dalle associazioni ambientaliste è la difformità dell’AIA rilasciata dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali (DGR n. 1023 del 19.05.2015), rifiuti che Colacem è autorizzata a impiegare nella produzione del cemento nella notevole quantità di oltre 400.000 tonnellate/anno. In particolare si lamenta la mancata applicazione della prescrizione - il chè comporterebbe la non validità dell’atto autorizzativo - di indicare nella domanda di rinnovo i codici CER dei rifiuti speciali trattati con le relative quantità; una norma importante e tutt’altro che formale, che mira a rendere tracciabili i rifiuti speciali in tutto il loro ciclo di vita, controllarne i flussi e prevenire traffici non consentiti. Su questo punto, che pende come una spada di Damocle sulla stessa AIA del 2018, Provincia e Arpa si sono riservate di effettuare delle verifiche.

Rimane intanto aperto il procedimento davanti al Tar di Lecce, promosso dai Comuni di Galatina e Soleto con l’intervento ad adiuvandum di alcune associazioni, per l’annullamento della citata AIA provinciale, per cui si attende la prossima udienza del 6 ottobre.

Le Associazioni hanno nuovamente contestato la procedura di riesame in corso, in quanto elusiva del parallelo procedimento al Tar, che temono venga inficiato da un accordo al ribasso tra Provincia, Comuni e Colacem, avendo tra l’altro notizie di trattative in corso per la definizione concordata del contenzioso.

Le prossime scadenze sono il 21 settembre per la presentazione delle integrazioni richieste a Colacem e agli Enti competenti e il 28-29 settembre per la prossima Conferenza di Servizi, che dovrebbe essere quella finale.

La Provincia tramite l’Avv. Arnò, Dirigente Settore Ambiente, ha manifestato la volontà di pervenire quanto prima a una nuova autorizzazione, qualora Colacem accetti un abbassamento dei limiti emissivi in conformità alla CTU citata, o in caso contrario a un diniego. Le Associazioni dal canto loro chiedono provvedimenti incisivi e immediati, e continueranno a tenere alta l’attenzione sulla vicenda affinchè sia adeguatamente tutelata la salute delle popolazioni interessate.

Il Gruppo di Lavoro Colacem

 
Di Russo Piero Luigi (del 25/03/2018 @ 20:53:03, in Comunicato Stampa, linkato 1526 volte)

Grazie all’Amministrazione comunale ed a “TappiAmo Galatina” anche nella nostra città i bambini con disabilità potranno avere uguale accesso alle attività ludiche, ricreative e di tempo libero nei parchi pubblici.

La Regione Puglia ha istituito infatti nel proprio bilancio un Fondo denominato “Fondo per la piena accessibilità del parco giochi ai bambini disabili” e nell’ambito di detto Fondo ha creato un capitolo finalizzato al finanziamento per la redazione di progetti e la realizzazione di lavori per la piena accessibilità ai parchi giochi comunali dei bambini disabili.

Il Comune di Galatina ha partecipato al bando con un progetto, redatto a tal fine, per attrezzare di detti giochi piazzetta “G. Fedele” a Galatina ed i giardini “Madonna delle Grazie” a Noha. Il progetto prevede un costo complessivo di 9.200 euro, dei quali il 95% in carico alla Regione ed il restante 5% cofinanziato dal Comune di Galatina. Proprio di questo 5% (circa 460€) si è fatto completamente carico l’Associazione “Virtus Basket Galatina” con sede a Galatina che, in collaborazione con la ditta “ECOM SERVIZI AMBIENTALI s.r.l.” di Galatina, nell’ambito delle proprie iniziative statutarie volte al miglioramento delle condizioni  sociali e culturali degli abitanti di Galatina, ha promosso una iniziativa denominata “TappiAmo Galatina”.

Scopo di questa iniziativa è proprio la raccolta dei tappi di plastica e prodotti in PE in genere.

Due sono gli obiettivi che si prefigge l’iniziativa:

• Obiettivo Ecologico – Educativo: la raccolta tappi è un mezzo che contribuisce ad educare al problema del riciclaggio e della corretta raccolta differenziata;

• Obiettivo Solidale: la nostra iniziativa, totalmente senza scopo di lucro, consentirà di realizzare, con un piccolissimo gesto, varie iniziative di solidarietà; i tappi usati vengono infatti pagati in denaro contante dalle aziende specializzate, ed i proventi finiscono, appunto, in attività assistenziali e di beneficenza.

Giusto per avere una idea dell’eccezionale lavoro svolto dai volontari e dai tanti amici che hanno partecipato alla raccolta basti pensare che un singolo tappo pesa circa 2 grammi e, quindi, per farne un kg ne servono 500. Il valore di un kg della nostra preziosa plastica vale circa 18/20 centesimi di euro. Per arrivare alla cifra di 500€ occorrono all’incirca 2 tonnellate e mezzo di tappi che equivalgono ad oltre un milione e trecentomila pezzi…

Siamo fieri ed orgogliosi di aver portato a termine questo primo prestigioso progetto grazie all’impegno di tante persone di buon cuore e l’aiuto di Sponsor.

Grazie all’Amministrazione comunale, a “TappiAmo Galatina” ed alla “ECOM SERVIZI AMBIENTALI s.r.l.” non ci saranno più distinzioni e barriere per il gioco dei nostri bambini.

Naturalmente questo è solo il primo obiettivo; altri e più importanti ci attendono. Abbiamo pertanto bisogno di tutti voi per continuare la raccolta…

Contattateci:

Sandro Argentieri: 333-4368532;

Piero Luigi Russo: 349-8471729.

 
Di Albino Campa (del 25/01/2012 @ 20:52:31, in Comunicato Stampa, linkato 3942 volte)

«Le radici rivolte al cielo, come braccia tese a catturare le vibrazioni e gli echi immortali del tempo, dell'arte, dell'umanità, con i suoi miti, i suoi eroi, le sue divinità. È questa la chiave di lettura dell'opera di Claudio Scardino che, con la sua arte, dà voce a questi influssi, di cui si fa recettore e strumento. Le sue performance, simposio d’arte, divengono un corridoio di specchi, prepotenti, insormontabili per i convenuti alla sua fucina d’anime e ci costringono a vedere, a prestargli attenzione, a scovare nella nostra inviolata intimità e a consegnare nelle sapienti mani dello sculture quel pezzo di noi stessi che nasconde un embrione d'artista smarrito e confuso. L’arte “partecipata” di Scardino conduce con feroce prepotenza a prendere distanza dalla quotidianità e a divenire un frammento del Tutto». Con queste parole Daniela Bardoscia presenta la Mostra d’Arte Contemporanea Oblivium di Claudio Scardino. I curatori della Mostra, che avrà luogo dal Primo al 19 febbraio 2012, sono Daniela Bardoscia e Francesco Luceri, rispettivamente scrittrice e studioso di filosofia e storia locale, entrambi attivi per la promozione socio-culturale nel territorio. L’evento, organizzato in collaborazione con l’Università Popolare “Aldo Vallone” e il Museo “P. Cavoti”, patrocinato dal Comune di Galatina, dalla Provincia di Lecce e dalla Regione Puglia, Assessorato del Mediterraneo, cultura e turismo, proporrà una situazione nuova e unica nell’intero territorio pugliese. Direttamente dal caffè storico “Giubbe Rosse” di Firenze, sarà presentata nelle sale del Museo Civico d’Arte l’attività artistica innovativa di Claudio Scardino, artista dell’Avanguardia storica, scultore, artista multimediale e pittore. Forse poco conosciuto nel nostro territorio, in barba al fatto che Scardino sia proprio del capoluogo leccese, riscuote grande successo nel resto d’Italia e, soprattutto, all’estero. Fresco di riconoscimenti da parte del Museum of Modern Media, come della partecipazione alla Boston Biennal, porterà la sua arte nella sede istituzionale artistica per eccellenza del Comune galatinese. Mercoledì 01 febbraio, alle ore 18.00, interverrà presso il Museo, nella sala concessa in uso all’Università popolare con una inedita audio-istallazione e un’action painting che coinvolgerà nella realizzazione di una scultura nuova, i soci dell’Università e tutti coloro che ne prenderanno parte. L’artista guiderà così il pubblico nella riscoperta della classicità, adattandola al sentire moderno del nuovo millennio, spingendo gli spettatori a comprendere sino in fondo il personaggio proposto e ad agire in sua vece, attraverso una tecnica di sperimentazione e ricerca artistica, atta ad avvicinare lo spettatore all’Arte stessa. Alle ore 19.00 circa, a conclusine della sua azione d’arte, Claudio Scardino, alla presenza del Vice Prefetto Vicario Dr.ssa Matilde Pirrera, inaugurerà la mostra d’arte temporanea Oblivium. Al termine della cerimonia inaugurativa, accompagnerà i convenuti, nella degustazione del rinfresco inaugurale, uno spettacolo di musica e poesia, a cura del Trio Colore, che si esibirà per le ore 20.00 in un programma che condurrà gli spettatori in un viaggio musicale e poetico dal Barocco al Contemporaneo. Componenti del trio sono: Simone Fracasso (Violino), Francesco Napolitano (Chitarra) e Triscia Franco (Voce recitante).
L’artista, per la durata della Mostra, sarà disponibile ad incontrare il pubblico, ogni venerdì, a partire dalle ore 18.00. Nei sabati successivi (4, 11 e 18 febbraio) Scardino terrà delle azioni performative e di poesia, alla conclusione delle quali si esibiranno artisti musicali. Il tutto si concluderà domenica 19 febbraio, con un programma di varia natura che coinvolgerà altre istituzioni del territorio e vari operatori culturali e artisti salentini.
La cittadinanza tutta è invitata a una partecipazione numerosa e attiva.


Museo civico d’Arte “P. Cavoti” Pizza Alighieri Alighieri, n. 51, Galatina (LE), 73013 Tel. 0836/567568 e-mail: info@museocavoti.it
Per info: daniela.bardoscia@alice.it; tel. 3297669635, 3881197170

 
Di Redazione (del 02/03/2014 @ 20:49:20, in NohaBlog, linkato 2498 volte)

Una storia millenaria custodita da una roccia friabile e porosa come il tufo, un passato doloroso svelato “come le linee d'una mano” (Italo Calvino, “Le città invisibili”) e un paesaggio unico disegnato dall'altopiano della Murgia e dal lento scorrere della Gravina. Qui, a Matera, dal primo marzo 2014 sarà aperto al pubblico il primo Bene del FAI in Basilicata inaugurato questa mattina, Casa Noha, entrata a far parte di una rete di 50 splendidi luoghi tutelati e aperti al pubblico in tutta Italia.

 

Memorie nel tufo

Donata alla Fondazione dalle famiglie Fodale e Latorre nel 2004 perché fosse testimonianza della storia della città e luogo di pubblica utilità, Casa Noha rinasce grazie a un accurato intervento conservativo volto più che ad aggiungere a togliere materia, riscoprendo i vari strati di tufo che compongono le pareti del bene. I cinque vani nel cuore dei Sassi, dal 1993 dichiarati dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità, sono parte di un Palazzo risalente al XVI secolo e rappresentano oggi un nuovo cancello d'ingresso per visitare Matera.

 

Viaggio straordinario nella storia di Matera

Grazie a Fondazione Telecom Italia Casa Noha diventa un soggetto narrante capace di offrire una chiave di lettura per la comprensione della città. Per la prima volta, infatti, il FAI sceglie di mettere al centro non un suo bene ma il contesto che lo circonda attraverso un inedito percorso multimediale che avvolge il visitatore in un'esperienza immersiva unica: il racconto filmato Sassi invisibili. Viaggio straordinario nella storia di Matera, ideato da Giovanni Carrada e proiettato sulle pareti di sasso dell'abitazione, offre, infatti, al visitatore, grazie a immagini, storie, suoni e riferimenti incrociati, la prima ricostruzione completa della storia della città. Il ricco intreccio di tante esistenze continuerà a rendere vive le stanze di Casa Noha e le sue pareti di pietra continueranno a rievocare i racconti lontani di cui sono custodi. Una narrazione appassionante valorizzata dall'accurato lavoro di un team di venti specialisti, con il coordinamento scientifico di Rosalba Demetrio, che si è confrontato con la complessità del territorio da diverse prospettive: dall'architettura alla storia dell'arte, dall'archeologia alla storia del cinema. Un materiale documentario inedito e di grande valore scientifico il cui obiettivo principale non è la semplice promozione turistica ma far riaffiorare la memoria di una città quasi imprigionata nel tufo in cui è scavata.

 

Un'App per vedere l'invisibile

Un viaggio nel passato che continua per i vicoli della città grazie all'App Matera invisibile. Sulle tracce di una città straordinaria, a cura di Antonio Nicoletti, scaricabile gratuitamente e disponibile per iOS e Android. Cinque gli itinerari narrativi proposti che attraverso testimonianze d'autore svelano il cuore nascosto di Matera descrivendola attraverso i cinque elementi che la costituiscono: l'acqua, la pietra, la luce, il tempo e lo spirito.

 

In punta di piedi

“Si difende ciò che si ama e si ama ciò che si conosce”: questo il principio guida che da sempre ha ispirato l'operato del FAI che attraverso Casa Noha intende favorire un turismo consapevole e rispettoso della delicatezza e della fragilità di questa città unica, che non trasformi Matera in una ‘città-presepe' ma che sia disposto ad adeguarsi alle esigenze del territorio dedicando tempo e attenzione alla scoperta della sua lunga e frastagliata storia.

Il FAI rivolge un grazie particolare a Fondazione Telecom Italia per aver sostenuto e finanziato il progetto culturale di Casa Noha, selezionato tra i 300 pervenuti nell'ambito del bando “Beni culturali Invisibili” (2011). Si ringraziano inoltre Italcementi e “I 200 del FAI” per l'importante contributo al restauro di Casa Noha. Un sentito ringraziamento a Lella Costa e Fabrizio Gifuni per aver collaborato gratuitamente alla realizzazione del progetto “I Sassi invisibili. Viaggio straordinario nella storia di Matera”.

 
Di Redazione (del 23/12/2021 @ 20:44:54, in Comunicato Stampa, linkato 626 volte)

Un anno fa, il 23 dicembre, l’antivigilia di Natale 2020, ci lasciava Giorgio Lo Bue. Una brutta notizia che, pur essendo nell’aria, speravamo arrivasse il più tardi possibile. Invece era arrivata!

Un  incidente stradale, che da subito non sembrava grave (Accaduto tre anni prima, nei pressi del Cinema Teatro Cavallino bianco - quando si dice il destino! - , che lui tanto amava e per il quale aveva lottato con grande pervicacia per la sua riapertura), ha segnato gli ultimi anni della sua vita: nello scontro sbatteva la testa sul tettuccio della macchina, riportando quella che sembrava una lieve ecchimosi, che, con il tempo, ha intaccato lentamente parti importanti dei tessuti del cuoio capelluto. Da allora Giorgio non è stato più lo stesso, assistito con grande amore dalla moglie Francesca e da quanti gli sono stati vicini, si è consumato lentamente sino alla sua morte a soli 73 anni. 

Come ho scritto un anno fa, Giorgio a Galatina era un immigrato. Nato in Sicilia, a San Giovanni Gemini, provincia di Agrigento (il padre carabiniere, la madre casalinga), aveva trascorso i primissimi anni della vita a Stornarella, in provincia di Foggia, nella Piana del Tavoliere delle Puglie, a 10 anni, nell’estate del 1957, a seguito del padre, con tutta la famiglia – tre sorelle e un fratello -, trasferito presso la locale Caserma dei Carabinieri, giungeva a Galatina, divenuto il suo comune di adozione.   

Ho descritto gli anni della sua vita sino agli anni ‘70, quelli segnati dalla frequenza delle scuole elementari e dell’Avviamento Professionale, di chierichetto presso l’Oratorio, poi Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria”,  nel Rione Italia, dove ha sempre abitato – Via Soleto e Via Vercelli -, “le tirate sino a sera, prima della messa vespertina, su lli cozzi del campo di calcio”, dei  giochi antichi, dello scambio di calciatori, della lettura e collezione di giornaletti, delle manie per le novità e il rito natalizio di allestimento del Presepe, gli amori di gioventù, il nostro girovagare per l’Italia in autostop nel 1968. Per finire, la partenza, quasi contemporanea, al servizio di leva, lui a Udine, io a Bologna.

Voglio ora ricordarlo per il suo grande amore per Galatina. Amore che lui ha sempre testimoniato attraverso il suo modo di essere, di esprimersi, di operare, di raccontare; nel suo impegno politico e sociale a favore dei concittadini adottivi; il suo incessante scavare, alla ricerca degli usi e dei costumi, delle tradizioni, sempre più spesso, estese all’intero Salento. E nei suoi numerosi scritti sulla stampa locale, nei suoi  interventi da uomo politico, nelle sue opere, questa passione è sempre presente. Ha collaborato con “Il Galatino”, il pluridecennale periodico quindicinale, e al “Filo di Aracne”, il trimestrale del Circolo Athena. Promotore di giornalini studenteschi, di pagine autogestite dai suoi alunni sui quotidiani regionali, puntuali i suoi servizi sulle varie attività artistiche, culturali, religiose, di costume, a cui ha legato buona parte degli ultimi anni.

Questi aspetti della vita cittadina erano gli argomenti preferiti nelle lezioni che teneva ai suoi studenti. Per oltre quarantadue ha svolto la professione di insegnante. Grazie alle sue abilitazioni in Materie Tecniche, in Storia dell’Arte, ha svolto la sua attività prima nella Scuola Media, poi presso il Professionale per l’Industria e l’Artigianato di Viale Don Bosco, per approdare, dopo aver conseguito la Laurea In Materie Letterarie, all’Istituto Tecnico Commerciale “Michele Laporta” nel Campus Studentesco, in Viale Don Tonno Bello, dal 1999 al 1 settembre 2010, data del suo pensionamento. “Come faceva lui lezione, come sollecitava la classe a seguire con attenzione gli argomenti illustrati, non lo faceva nessun professore. Anche quelli che potevano sembrare ostici, come la persecuzione degli ebrei e i campi di stermino nazisti – aveva accompagnato i suoi studenti a visitare  Auschwitz  e Birkenau – venivano presentati con grande semplicità e competenza.”, lo ricordano così ancora oggi lei sue studentesse e i suoi studenti. Tantissimi i loro commossi commenti nell’apprendere la sua scomparsa e sotto il necrologio pubblicato su Facebook. La classe non era un guscio vuoto da riempire con nozioni e numeri, ma attraverso il racconto ragionato dei fatti del passato mirava a prepararli alla via futura. Più che un professore era il fratello maggiore, un amico, e tante immagini confidenziali lo stanno ad attestare.      

Anche nell’attività letteraria questo spirito umanistico non è mai venuto meno, avendo per finalità,  come annota il vocabolario della Lingua Italiana Treccani, “la conoscenza dell’uomo, del suo pensiero, della sua attività spirituale e del suo comportamento attraverso i tempi”. Teso a individuare una strada da percorrere per creare un futuro migliore.

La sua esperienze politica, di Consigliere comunale (dall’11.06.2001 al 05.01.2006 e dal 28.07.2007 al 12.08.2009) e di Presidente del Consiglio Comunale (dal 06.05.2006 al 27.07.2007, Sindaco Sandra Antonica), è stata segnata dal suo impegno quotidiano a servizio della città, di operare per un reale cambiamento,  al fine di renderla migliore e più vivibile. Sempre pronto ad ascoltare la gente, sempre disponibile a raccogliere le sue esigenze, nella soluzione dei problemi della comunità.

Tra le tante iniziative, scorrendo le pagine dei quotidiani cartacei e del web o la rassegna stampa pubblicata in occasione delle campagne elettorali, voglio ricordare la battaglia per rendere sicure le strade del Rione Italia, spesso allagate anche dopo una pioggerella, e, soprattutto,  quella più impegnativa di pubblico acquisto della struttura del Cavallino Bianco, la sua ristrutturazione e la sua riapertura. Grazie lui se il Cavallino Bianco, nello scorso mese di novembre, è stato riconsegnato alla Città: una nuova vita, che ci auguriamo, e lui se lo sarebbe augurato, possa continuare senza ulteriori soste.

Anche nella sua esperienza sindacale, prima nella Cisl Scuola quando era in servizio, poi, da pensionato, nella Camera del Lavoro CGIL di Via Caracciolo a Galatina, dal 2011 al 2017, la sua disponibilità non  è venuta mai meno: sempre pronto ad ascoltare la gente, a dare risposte ai tanti problemi posti da pensionati, giovani, donne, lavoratori, personale della scuola, in cui era esperto. Ancora oggi, in tanti lo ricordano con nostalgia, simpatia e riconoscenza.

La sua attività letteraria spaziava in più campi, in particolare nelle nostre tradizioni, alla scoperta di come eravamo, per tramandare il nostro modo di essere e di operare. Tra le tante voglio ricordare.

  1. Lo spettacolo a Galatina (1500 – 1993): Autori, concerti, feste padronali, festività, veglioni, teatro e cinema. (Arti Grafiche Guido, Aradeo 2004). Temi trattati nella sua tesi di Laurea in Materie Letterarie.
  2.  Michele Laporta, filologo galatinese (Tipografia F.lli Amato, Cutrofiano, 2004), un ritratto dettagliato del nostro illustre concittadino a cui è intitolato l’Istituto Tecnico Commerciale.
  3. Rione Italia, Cuore Immacolato di Maria (Edit Santoro, Galatina, 2004). Il Rione Italia e la sua parrocchia, il rione in cui Giorgio ha trascorso tutta la sua vita, sin da quando svolgeva la funzione di chierichetto nel vecchio Oratorio.
  4. Padre Giovanni Campanella, un messaggio per i giovani (Grafiche Panico, Galatina, 2006). Un esempio di spirito giovanile, nonostante l’età, del missionario del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere). Si deve alla sua instancabile attività la realizzazione della Chiesa parrocchiale, e pertinenze, del “Cuore Immacolato di Maria” del Rione Italia, come l’abbiamo ereditata.       
  5. Galatina, Teatri e Cinema (Impaginazione e stampa dell’autore, Edit Santoro Galatina, aprile 2012). Si tratta dell’approfondimento di storia già affrontata, frutto di una ulteriore ricerca, ricca di illustrazioni e di commenti che impreziosiscono l’opera.
  6. Giochi antichi, anni 50, Galatina e Salento (Edit Santoro 2014). Descritto e illustrato con 53 giochi e 230 immagini. Come giocavano noi ragazzi negli anni cinquanta e sessanta, i più praticati: “mazza e mazzarieddhru”, “tuddhri”, “zzaccarresta”, “cavaddhru barone”. 
  7. L’Istituto Tecnico Commerciale “Michele Laporta” 1999 – 2010 (Edit Santoro, Galatina, 2017). L’esperienza diretta degli undici anni di insegnamento. Dedicato agli alunni e a tutto il personale dell’Istituto di Viale Don Tonino Bello. 

Questo l’uomo e lo studioso Giorgio Lo Bue.

Ninì De Prezzo

(Gli ultimi due volumi si possono acquistare consultando la pagina www.galatinastoria, dove altresì si possono ricavare ulteriori notizie. Consultazione presso la nostra Biblioteca “Pietro Siciliani”.)

 
Di Redazione (del 09/02/2021 @ 20:43:41, in Comunicato Stampa, linkato 858 volte)

Aldilà del fatto che il mondo sarebbe più bello se non ci fossero, ma i confini, solitamente, sono la parte più più sorvegliata, difesa e curata di una proprietà.

A Noha invece, non si capisce bene il perché, non abbiamo trovato un senso, una risposta logica per porre rimedio al dramma. Ebbene, c’è un tratto di terreno al limite con il Comune di Cutrofiano, e di lì a poco anche con quello di Aradeo, trasformato sistematicamente in discarica abusiva, da molti anni.

Qui è ovvio che quel che manca è il rispetto: prima di tutto nei confronti di se stessi.

Adesso non stiamo qui a parlare del quoziente intellettivo dei responsabili finali di certe scenografie da film dell’horror, non serve, ed è del tutto inutile se non si risale alle cause di una situazione entropica ormai irreversibile, da ricercarsi sicuramente in un sistema produttivo pensato per lasciare nelle tasche di pochi fortune monetarie, e nel resto del mondo un enorme immondezzaio. Che poi uno pensa al fatto che già quella strada, per come è stata realizzata, chiusa ai veicoli, e senza alcuna meta è già di per sè un insulto alla Terra.

Dalla causa primigenia parrebbero quindi scaturire i seguenti tre punti:

  • chi considera il mondo circostante come una pattumiera (purché distante qualche decina di metri da casa sua);
  • l’amministrazione pubblica con i suoi tecnici e politici nominati che dovrebbero provvedere al controllo del territorio, confini compresi, e alla salvaguardia della salute pubblica;
  • i cittadini (in questo caso di Noha), vicini e lontani.

I primi, di questa trilogia, occorrerebbe beccarli in fragrante, altrimenti non se ne fa niente; i secondi dovrebbero fare in modo che il suddetto confine non infanghi il buon nome di Noha, un borgo per fortuna ancora bello (e salvabile); i terzi? Bè, i terzi dovrebbero indignarsi un po’ di più e pretendere di non vivere in un immondezzaio.

Conclusione: data la competenza provinciale del tratto della SP in questione, dopo aver per ben due volte protocollato una segnalazione alla Provincia stessa, e visto che sono ormai trascorsi due anni senza alcun riscontro se non quello estremo del taglio delle canne, per ovvie ragioni, abbiamo provato a richiedere l’intervendo all’Assessore dell’ambiente e gestione rifiuti, pubblica istruzione e cultura, Avv. Cristina Dettù. Speriamo in un provvedimento fattivo con l’iclusione di azioni preventive, come per esempio la video sorveglianza e/o l’uso di fototrappole, sistema che ultimamente sta dando i suoi frutti, dove applicate.

Non crediamo nei miracoli, ma nell’impegno delle persone e nel senso di responsabilità. E chissà che, magari, le prossime immagini a corredo dei nostri comuinicati saranno il risultato di ben altri scatti: gli scatti di dignità.     

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 24/10/2015 @ 20:43:16, in Presepe Vivente, linkato 2761 volte)

Stupenda, bellissima, gioiosa notizia quella di poter finalmente allestire il “Presepe Vivente” (sesta edizione) nel giardino del Castello di Noha: luogo magico, incantato, da favola. Che ci sarà mai al di là di quel muro, così alto oltre il quale non si può vedere nulla?

Tutti potremo osservare, ammirare qualcosa dei nostri “beni culturali”, quello che i nostri antenati hanno creato e consegnato alla storia cittadina, quello che si è salvato dall’invasione dell’asfalto e del cemento armato dei nostri tempi:  “il parco degli aranci”, “la torre con il ponte levatoio”, quello che resta del “Castello” della nobile famiglia dei Baroni De Noha che fin dal 1200 qui avevano creato il centro della loro Baronia.

L’anno scorso abbiamo ammirato il presepe vivente nella “Casa Rossa”; qualche anno fa, nelle edizioni presso la Masseria Colabaldi, abbiamo osservato da vicino quell’altro gioiello storico, con le varie parti della Masseria, luogo del cuore, nel cui giardino erano state ricostruite dai ragazzi del presepe, una volta la Throzza e un’altra l’antica torre di Noha. Quest’anno, invece, avremo il privilegio di vedere da vicino, in tutto il suo splendore, uno tra i più belli ed antichi beni culturali di Noha, con tutto lo spazio che il Castello ha conservato per noi.

Fino a non molti anni fa, quello spazio era enorme e andava da Via Pigno fino a ridosso della Casa Rossa dove c’erano le tombe Messapiche. Ora il grande “parco degli aranci” è attraversato dalla continuazione di Via Donatello per facilitare il traffico che sfocia sulla Via di Collepasso. Durante la guerra 1939-45 lì sorse anche una attività industriale, la SALPA (Società Anonima Lavorazione Prodotti Agricoli), per iniziativa della famiglia Galluccio e vi si  lavoravano le mele cotogne, prima, e poi i pomodori, dando lavoro ad un centinaio di operai.

Nel giardino retrostante il Castello ci sono stato per la prima volta 40 anni fa, quando non conoscevo nulla dell’antichità di Noha. Ci andavo per constatare l’esistenza “de lu thrabuccu” che non ho trovato. Mi accompagnò il custode addetto in quel tempo e, mentre osservavo ogni cosa, immaginavo di vedere il Barone Pirro con il suo figlioletto Guglielmo passeggiare nel giardino, o la Baronessa Solemna con la figlia Isabella camminare per i viali, quando d’estate andavano alla Casa Rossa per un po’ di frescura.

Rimasi affascinato dalla Torre. Appartiene all’epoca dell’architettura federiciana. Federico II (1194-1250) figlio di Enrico VI di Svevia, si è caratterizzato per la sua volontà pianificatoria di difesa e di rappresentanza del potere imperiale nel meridione d'Italia. Caratteristica comune dei castelli di epoca federiciana era l'impianto geometrico regolare, tipici nel periodo che oscilla tra il 1235 e il 1245, utile a garantire difesa e controllo del territorio.

La torre di Noha rientra in questo contesto: è situata nel giardino retrostante il "Palazzo baronale". Tuttora presenta tutti i requisiti della torre di avvistamento e di difesa. Con il prospetto principale rivolto verso Nord, quindi verso l'antica strada, la famosa “Strada Reale di Puglia”, s'innalza su due piani a pianta quadrangolare di metri 7 x 5 e raggiunge circa 10 metri di altezza. Una scala risolta in un'unica rampa lievemente incurvata verso Est, è poggiata su un'arcata a sesto acuto ed è munita di ponte levatoio. Il piano di legno ribaltabile è stato sostituito da una lastra metallica, che certamente impediva in caso di pericolo l'accesso al vano, posto al piano superiore. Realizzata con conci di tufo sistemati per corsi orizzontali abbastanza regolari, la costruzione è coronata da un elegante motivo ad archetti tipici dell’architettura federiciana.

Situata a circa 80 metri sul livello del mare, permetteva forse un collegamento a vista con altre torri poste nel territorio circostante e realizzava il posto ideale di osservazione di un lungo tratto di strada. La torre era a ridosso del Castello che era a pianta quadrangolare e dotato di bastioni sui quattro angoli. Teniamo conto che il luogo dove si trova oggi, quello che resta del Palazzo Baronale, era un punto di avvistamento lungo la via per Ugento. Perciò era logico far sorgere una struttura difensiva di quel tipo in quei tempi calamitosi.

Pensate all’esistenza del frantoio ipogeo, lu thrappitu, sotterrato davanti al Castello, alle casiceddhre che stanno per crollare, pensate alla vita che si è svolta in questo luogo quando il tutto divenne la “Masseria del Castello”: padroni succedutisi ai baroni, contadini che lavoravano per i signori benestanti, eventi belli e a volte anche drammatici accaduti nei secoli. Un esempio per tutti lo leggiamo nei registri parrocchiali, quelli dell’Arciprete Don Nicolantonio Soli (1662-1727) che, primo a compilare quelle carte,  ci ha lasciato così la sua testimonianza:

Adì 19 Aprile 1711 - Domenico d'Anna marito di ...    di S. Pietro Ingalatina,  giardiniero nel giardino dietro il castello di Nohe fu trovato ammazzato seu ucciso de fatto con una archibugiata datali al petto ad hore cinque, in sei di notte, et non havendo ricevuto nessuno sacr. però havendo il biglietto del Precetto Pascale adempito nella sua chiesa di questo presente anno et ancora la licenza di Mons. Vicario di Nardò di poterli dare l'ecclesiastica sepoltura questa qui infilata e poi à d. giorno fu sepelito dentro questa mia parrocchiale chiesa di Nohe.

*

Complimenti ai responsabili e collaboratori che ogni anno ci fanno la lieta sorpresa di un Presepe Vivente impostato sulla conoscenza dei nostri beni culturali. Grazie perché con le vostre iniziative ci fate rivivere il Natale cristiano, quello inventato da San Francesco d’Assisi, quello che fa pensare alla storia della nostra salvezza, quello che ci aiuta a vivere ancora in un clima di fraternità natalizia.

Il mio sogno è che presto, prima che per me sia troppo tardi, possa vedere il parco degli aranci aperto al pubblico tutto l’anno, dove la gente di Noha possa andare a trascorrere il tempo libero, a studiare la nostra storia, a godere della frescura e dell’aria buona (da sempre apprezzata come aria salubre di Noha). Mi auguro che anche il frantoio ipogeo, ora sigillato, possa un giorno rivedere la luce; mi auguro che diventi visitabile da parte di tutti, come molti altri frantoi ipogei della provincia. So che ci vuole del tempo, ma con il tempo si crea anche la coscienza delle cose belle. Quando nel 1972 feci le prime ricerche, nessuno conosceva quello che la nostra cittadina nascondeva della sua storia. Ora finalmente molti sanno, e il presepe vivente di ogni anno ne è la prova. A Natale ci sarò anch’io.

P. Francesco D’Acquarica

 
Di Redazione (del 03/01/2022 @ 20:39:19, in Comunicato Stampa, linkato 590 volte)

Vi sono iniziative che molto spesso vengono poco pubblicizzate, con lo scopo di limitare la partecipazione o perché le sue finalità sono lontane dai propri orientamenti politici, sociali e culturali, e le stesse modalità e i termini di adesione al progetto la sanno lunga. II “Treno della Memoria” è una di queste: iniziativa organizzata ogni anno dall’omonima associazione in Polonia, nei luoghi dove si consumò l’immane genocidio di milioni di ebrei e di diversi (comunisti, rom, gay, disabili, ecc.). Un’associazione culturale nata nel 2005, e che in  questi 15 anni di attività ha coinvolto oltre 60.000 giovani, e non solo. Il percorso educativo prosegue lungo tutta la durata del viaggio e nei mesi successivi al rientro in Italia, in cui vengono proposte, organizzate e realizzate attività di riproposizione dell’esperienza vissuta rivolta alla comunità.

Come si legge nel programma proposto dagli organizzatori: “Il Treno della Memoria” è innanzitutto un percorso educativo e culturale. Da sempre un'esperienza collettiva unica, un viaggio “zaino in spalle”. Non è una semplice gita scolastica, bensì un circuito di cittadinanza attiva in cui i/le giovani partecipanti, negli anni, diventano prima animatori e animatrici e poi, alle volte, organizzatori ed organizzatrici; in una catena di trasmissione dell'impegno. È un progetto di educazione informale e “alla pari” che sviluppa una strategia educativa volta ad attivare un processo naturale di trasmissione orizzontale di conoscenze, esperienze ed emozioni svolto in un’ottica di cooperazione, rispetto reciproco e solidarietà.” Dopo questo viaggio, dopo avere impresso nella memoria le drammatiche immagini dell’eliminazione sistematica di milioni di esseri umani, dopo avere visitato i campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau, come si può leggere nelle testimonianze di tante ragazze e ragazzi, nulla è più come prima.

Il viaggio si svolge in treno, per la durata di circa due giorni, con destinazione Cracovia, e prosegue, nei giorni successivi, con visite guidate della stessa Città, del Ghetto ebraico, del Museo della Fabbrica di Schindler e dei Campi di sterminio di Auschwitz e di Birkenau, per complessivi 9 giorni.

Anche il comune di Galatina ad aderito ad uno dei viaggi organizzati per il 2022. Con avviso pubblico del 29.12.2021 ha stabilito le modalità di partecipazione, riservate soltanto a tre concorrenti: un numero così esiguo, che poteva essere incrementato e che non avrebbe certamente comportato gravi danni alle casse del Comune, se si pensa che la somma che varrà impiegata è di 600 euro, quale contributo messo a disposizione (200 euro per partecipante).

Ma tant’è. Questi i requisiti: il viaggio è riservato a giovani di età compresa tra i 18 ed i 30 anni, residenti a Galatina, disponibili a progettare, realizzare e presentare al Comune un reportage sull'esperienza vissuta; il costo complessivo è di € 380,00, di cui € 200,00 a carico del Comune e € 180,00 a carico dei selezionati, da versare direttamente all’Associazione; le ulteriori modalità possono essere recuperate, scaricando dalla pagina web del  Comune di  Galatina l’avviso; la domanda va presentata al Servizio Protocollo entro lunedì 10 gennaio 2022: con consegna a mano all’Ufficio Protocollo Generale del Comune o attraverso la  trasmissione a mezzo posta elettronica certificata, all’indirizzo, protocollo@cert.comune.galatina.le.it.

Galatina 02 gennaio 2022

Ninì De Prezzo

 

La DENOMINAZIONE COMUNALE è un riconoscimento che i Comuni attribuiscono a quei prodotti ritenuti “tipici”, o legati storicamente al luogo di produzione, con l’obiettivo di censire e valorizzare i prodotti agroalimentari e le tradizioni legate alla storia ed alla cultura del territorio, così da promuoverle e garantirne la sopravvivenza.

L’approvazione del Regolamento e l’istituzione della DE.CO Galatina permette a tutti gli imprenditori artigiani, anche riuniti in Associazione, di richiedere all’Amministrazione Comunale l'iscrizione dei propri prodotti in uno specifico registro.

Una apposita commissione di valutazione, che potrà definire singoli disciplinari di produzione, valuterà le richieste ed approverà l’iscrizione nel registro comunale.

Sarà possibile quindi, in collaborazione con l’Amministrazione, attivare delle campagne di promozione dei prodotti tipici, come per

esempio quelli relativi all’arte dolciaria, nonché di prodotti della terra, di cui Galatina vanta eccellenze riconosciute, anche associati a specifici piatti della cucina di tradizione.

Potranno richiedere l’iscrizione nell’apposito registro anche manifestazioni culturali e di tradizione, realizzate in via continuativa per almeno tre anni.

L’istituzione della DE.CO è una ulteriore opportunità di marketing offerta al territorio e crea anche uno strumento di relazione tra le imprese artigiane, con l'obiettivo comune di valorizzare i singoli

prodotti e le Attività Commerciali.

Il regolamento approvato prevede anche che, all’interno della

Biblioteca Comunale, sia istituito uno spazio documentale dove vengano raccolte e catalogate tutte le pubblicazioni afferenti alla cultura agroalimentare locale.

Nico Mauro

Assessore alle Attività Produttive

 
Di Redazione (del 29/10/2015 @ 20:37:58, in Comunicato Stampa, linkato 2064 volte)

Sabato 31 ottobre, a partire dalle ore 9:30,  il Campus scolastico di Galatina ospiterà la Festa cittadina dei lettori. Un appuntamento formativo d’eccezione per piccoli e grandi lettori che,  per il terzo anno consecutivo, l’Assessorato alla Cultura promuove nell’ultima settimana di ottobre, in continuità con la proposta dell’Associazione dei Presidi del libro di Noha-Galatina e la collaborazione della Biblioteca comunale Pietro Siciliani.

Le scuole, vere protagoniste dell’evento, animeranno il luogo della festa con  tante attività culturali  dedicate  alla   Parola sacra:… Concon, tema proposto dal locale  Presidio nell’ambito dell’11. edizione della festa nazionale dei lettori che si tiene a fine settembre.

In calendario sono presenti reading, incontri e  performance varie. Per l’occasione un pullman della ditta Tundo si trasformerà in uno spazio laboratoriale. Non mancheranno alcune  iniziative per  onorare la ricorrenza dei 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri.

Nel corso della manifestazione  si esibiranno il coro diretto da Anna Arces del progetto “Musicaingioco.net” e Luca Congedo e Fabrizio Forte in una performance ritmico- musicale.

Alle ore 10:00, presso l’auditorium del Liceo scientifico Antonio Vallone, l’Assessore alla Cultura Daniela Vantaggiato e gli studenti incontreranno  lo scrittore  Fabio Genovesi, vincitore del Premio Strega Giovani 2015 con "Chi manda le onde", grazie alla collaborazione con la libreria Idrusa di Alessano. Precederà l’incontro un concerto a cura dei docenti di strumento della scuola media “G. Pascoli”.

La terza edizione della festa cittadina dei lettori si avvale, altresì, dei contributi  della Protezione Civile, della Pro-loco e dei Volontari del Servizio Civile Nazionale – Progetto Reading 2014.  Il servizio navetta per il trasporto dei piccoli lettori  è garantito dagli scuolabus comunali.

Ufficio Stampa del Comune di Galatina

 

Il progetto è condotto nella responsabilità del CTO (Chief Technology Officer) Ing. Stefano Ciccotti tramite il laboratorio nuove tecnologie 8K - responsabile Domenico Lascala. 

Le riprese porteranno una ricaduta in termini di know-how e gestione interna creando prodotti che verranno utilizzati ad esempio sul canale satellitare, in streaming e negli altri canali tradizionali RAI.

L'iniziativa realizzata in collaborazione con la consociata di San Marino RTV e l'Aeronautica Militare permette di lavorare sul binario della eccellenza tecnica e culturale:  la scuola di volo, la tecnologia RAI e le bellezze artistiche culturali di Galatina.

La presenza dell'Aeroporto "Fortunato Cesari", con l'attività della scuola volo del "61^ Stormo"  - sintesi di eccellenza tecnica di livello mondiale, permette un confronto di altissimo livello  con la tecnologia della televisione italiana e possibilità di ripresa straordinarie, a cui si associa la bellezza del patrimonio storico architettonico della Città. Oltre che riprese al ciclo pittorico della Basilica di Santa Caterina ed alla sua splendida facciata, anche altri luoghi e scorci della Città hanno avuto la dovuta attenzione.

Al Sindaco Marcello Amante ed al Colonnello Alberto Surace, Comandante del 61^Stormo,  è stato chiesto di raccontare Il sistema di relazione tra la comunità dell'aeroporto e Galatina, a ribadire il legame storico che lega l'Arma Aeronautica alla Città.

Non abbiamo alcuna data di programmazione del lavoro che si sta compiendo in questi giorni, e daremo opportuna comunicazione sulla stessa, ma in ogni caso la messa in onda dovrà necessariamente adattarsi agli standard tecnologi correnti, in attesa che il sistema 8k sia fruibile.

E' importante per la Città aver rafforzato una collaborazione di così alto profilo con l'obiettivo preciso di valorizzare il territorio.  La disponibilità, l'accoglienza e la bellezza che Galatina offre, se messe "a sistema", sono uniche per chiunque.

Nico Mauro

 
Di Michele Scalese (del 05/03/2018 @ 20:37:29, in Comunicato Stampa, linkato 1747 volte)

“È possibile rendere il giovane capace di scegliere, e prepararlo ad essere un conquistatore della libertà: educare alla rottura significa allora soltanto educare a effettuare le scelte, non fornire le scelte già fatte.”
 

Con queste parole Giuseppe Lazzati(1909 – 1986), educava il giovane – ma anche l’adulto del tempo (non di meno lo avrebbe fatto anche per gli uomini dei nostri giorni, che antepongono il benessere del proprio Io e la moralità personale, al senso di appartenenza ad una comunità sociale caratterizzata da regole per il benessere collettivo e la costruzione di legami), a compiere scelte finalizzate alla cura, alla tutela e al graduale processo di costruzione del bene comune. Lazzati conosceva bene il territorio tanto da scegliere in prima persona di partecipare all’opera di ricostruzione della vita civile nel Paese del secondo dopoguerra.

A riguardo è proprio uno dei lavori di questo grande politico e intellettuale del Novecento, militante in Azione Cattolica, a dare il titolo al XXXVIIIo Convegno Bachelet tenutosi a Roma il 9 e 10 Febbraio presso la Domus Mariae, al quale ho avuto l’onore di partecipare come membro d’èquipe diocesana del Settore Giovani di AC e come giovane tra i giovani che vive quotidianamente il territorio e nel territorio, un giovane che vuole essere il protagonista delle dinamiche dei suoi spazi per la cura del bene comune. Con me avevo Sabrina Esposito, Incaricata Regionale del Settore Giovani per la Puglia ed insieme abbiamo affrontato questa bella esperienza di formazione.

Il Convegno “Azione Cattolica e azione politica. (cfr. G. Lazzati, Cronache Sociali – Art.20) Centocinquant’anni di impegno per il Paese” è stato promosso dalla Presidenza Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana e dall’Istituto “Vittorio Bachelet” in collaborazione con l’Istituto Paolo VI. Giunto ormai alla trentottesima edizione, quest’anno si colloca all’interno delle iniziative a ricordo dei 150 anni dalla nascita dell’Azione Cattolica Italiana.

Diversi autorevoli relatori si sono susseguiti nell’arco di questi due giorni, a cominciare da Matteo Truffelli – Presidente dell’Azione Cattolica Italiana, Paolo Trionfini – Direttore dell’Istituto Paolo VI, Marta Margotti – Università di Torino, Raffaele Cananzi – Presidente dell’Istituto Scientifico dell’Isacem, Gian Candido De Martin – Presidente del Consiglio Scientifico dell’Istituto Vittorio Bachelet, Giuseppe Elia - Presidente nazionale del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale, Paolo Nepi – Università “Roma Tre”, Marco Ivaldo – Università “Federico II”, Beatrice Draghetti - Presidente dell’Ente di formazione “Fondazione Opera Madonna del Lavoro”, che dell’AC ne hanno delineato una consecutio temporale a partire dal non expedit, con cui Pio IX considerava inaccettabile per i cattolici italiani partecipare alle elezioni politiche del Regno d'Italia, al postfascismo; dal Concilio Ecumenico Vaticano II all’avvento della Democrazia Cristiana, fino ad arrivare alla partecipazione cattolica dei nostri giorni. Una storia dunque che si pone lungo un continuum di centocinquant’anni, resa gloriosa dall’attivismo di uomini e donne che con il loro instancabile lavoro si sono spesi per l’Italia, si sono impegnati nel sociale portando come vessillo lo stile di AC nel territorio. Siamo stati resi partecipi delle scelte culturali e pedagogiche della nostra Associazione nel panorama di crescita democratica. Scelte che si sviluppano nel percorso di partecipazione dei laici propostoci da Papa Francesco nella politica del servizio – “fate politica con la P maiuscola”. Una politica che aveva e che deve necessariamente avere a cuore la vita delle persone, una bella politica che risponde alle domande poste dal contesto storico in cui opera attraverso la ricerca continua di dialogo[1], una politica simbiotica al servizio di carità incarnata nella fede, che spinge all’azione concreta sancita dall’Apostolicam Actuositatem che, riconoscendo l'importanza del laicato all'interno della Chiesa, tratta la vocazione dei laici come adempimento alla missione di evangelizzazione. È possibile allora costituire una nuova azione politica costruendo dei processi di cambiamento. Ciò che vorremmo trasmettere è la possibilità di dare il nostro contributo formando alla passione per il bene comune con la consapevolezza che il credente deve sentirsi responsabile del luogo in cui vive, cogliendo a pieno la realtà del tempo fatta di bisogni ma principalmente di risorse. Abbiamo bisogno di persone che creino alleanze, che siano capaci di mettere insieme il tessuto sociale con generosa passione. Ciò mi richiama alla mente il pensiero aristotelico dell’uomo inteso come “animale sociale” che tende a costituirsi e ad esprimere il proprio essere in una società partecipativa. Abbiamo bisogno di buoni cittadini che formulino proposte buone per la vita del Paese, che mirino a due specifiche priorità: l’integrazione dei poveri e la costruzione della Pace[2]. Abbiamo bisogno infine di compiere delle scelte di fondo mirate, di starci dentro…con coraggio!

Michele Scalese
Presidente Parrocchiale A.C.I.
Membro d’équipe diocesana del Settore Giovani AC

 

 

[1] Matteo Truffelli, relazione “Una politica con la P maiuscola”.

[2] Ibidem

 
Di Antonio Mellone (del 28/03/2014 @ 20:28:35, in NohaBlog, linkato 2993 volte)

Ho letto con interesse l’intervento di Lino Mariano pubblicato qualche giorno fa su questo sito dal titolo: “Un solo comune ed una sola giunta”. E devo dire che stavolta sono d’accordo con lui.

Non fosse altro che per il fatto che questi concetti, più o meno, li avevo più volte già espressi anch’io sull’Osservatore Nohano.

Per esempio, sull’O.N. n. 2, anno V, 9 marzo 2011, in occasione della recensione del libro dal titolo “Governare la dimensione metropolitana” (Franco Angeli, Milano, 2011), scritto dalla nohana Carmen Mariano (che tra l’altro ha vergato un commento circostanziato alle note di Lino), ribadivo infatti quanto segue: “[…] In questo libro, a pensarci bene, si parla anche (e soprattutto) di Salento, pur non essendovi, quest’ultimo, espressamente menzionato (ma un libro serve anche a questo).

In maniera indiretta, cioè, ci viene suggerito che è giunto il momento di porre termine alla lotta campanilistica portata avanti dal centinaio di comuni leccesi con l’acqua alla gola (e non solo dal punto di vista della finanza pubblica ma anche delle idee); così come è davvero senza senso quell’altra grandissima corbelleria che è la proposta dell’istituzione della “Regione Salento”, la stupidaggine del secolo, cioè la creazione dell’n-esima sovrastruttura (che pagheremmo sempre noi cittadini) sbandierata da quattro disperati con voglia di protagonismo permanente effettivo e molto probabilmente con velleità (o brama) di stipendi da consigliere-regionale-a-due-passi-da-casa.

L’idea innovativa sarebbe invece la nascita di un governo metropolitano salentino, attraverso quella scelta obbligata che è l’associazionismo intercomunale, il quale dovrebbe andare a braccetto con il riordino territoriale. Le strade da percorrere sono le convenzioni o i consorzi tra comuni. Ma meglio sarebbe raggiungere un grado di maturità più alto e pensare addirittura alla forma più radicale (e forse più efficiente) di legame: l’Unione dei Comuni.

Queste scelte strategiche porterebbero finalmente ad una riduzione del numero dei comuni del Salento. Noha – lo diciamo per inciso – ha già dato in questo senso, ed è a tutti gli effetti un’antesignana di questa strategia, attuata già a partire dal 1811, epoca della fusione con il comune di Galatina: fusione che però non ha funzionato alla perfezione a causa di una classe politica nohana “subalterna” da molti punti di vista (ma dagli errori - che si chiamano lezioni – bisognerebbe pur imparare qualcosa).

Ma ritorniamo al Salento, ché le divagazioni potrebbero portarci fuori dal seminato. Con le fusioni tra comuni, dicevamo, non si avrebbero più cento sindaci (anzi cento sindaci disperati), cento consigli comunali, cento presidenti del consiglio, cento segretari comunali, cento assessori all’urbanistica, ed altri cento alle politiche giovanili ed altrettanti alla cultura, e poi altri cento geometri/ingegneri comunali, insomma cento per cento di tutto di più. Con l’integrazione vera si otterrebbero: pianificazione territoriale metropolitana, reti di infrastrutture e di servizi non frammentati, piani di traffico intercomunali, tutela e valorizzazione dell’ambiente, interventi di difesa del suolo in maniera strutturata, raccolta e distribuzione delle acque, protezione civile, sicurezza e finalmente valorizzazione dei beni storici, artistici e culturali, il tutto in maniera organica e sulla scorta non del ghiribizzo dell’assessore comunale di turno ma sulla base di progetti seri e di interesse generale […]. Chiedo venia per la lunga autocitazione.

*

Ma dopo il commento “tecnico” e molto pertinente di Carmen Mariano, ho letto di seguito anche un altro appunto icastico nonché caustico di Michele D’Acquarica che suona così: “Per un popolo che prende a sassate un pullman per un rigore negato e vende il suo voto per un pieno di carburante, tutto è (im)possibile.

Come non convenire anche con Michele.

*

Anzi, se è per questo, io rincarerei un po’ la dose, aggiungendo che tutto è (im)possibile per un popolo che non batte ciglio se gli cementificano 26 ettari di terreno per costruire l’ennesimo centro commerciale con la favola delle “ricadute”, dello “sviluppo” e di altre simil-minchiate; tutto è (im)possibile per un popolo lobotomizzato che non muove un muscolo facciale se si sperperano soldi pubblici (circa 1.300.000 euro) per la ristrutturazione di una vecchia scuola elementare che poi, poveretta, non può funzionare a dovere in quanto non si sa quale ingegnere ha scordato di pensare a priori e non invece a posteriori (a posteriori, in tutti i sensi) ad una cabina di collegamento con la rete elettrica; tutto è (im)possibile per un popolo che sta morendo di cancro ma che non riesce a capirne la causa - da ricercare invece nell’avvelenamento sistematico e cosciente di aria, acqua, terra con il ricatto di quattro posti di lavoro, portato avanti, questo avvelenamento, da imprenditori arricchiti ma pur sempre con le pezze al culo; tutto è (im)possibile per un popolo che ti considera “profeta di sventura” quando cerchi di spiegare che no, il fotovoltaico non è proprio un buon affare per tutti ma per i soliti quattro furbetti (stavolta nemmeno italiani) che non solo sfruttano il nostro territorio uccidendolo con milioni di pannelli in mezzo alla campagna, ma che si beccano pure la polpa di succulenti incentivi pagati in bolletta dai soliti polli (cioè noi stessi medesimi); tutto è (im)possibile per un popolo che non ribatte con argomentazioni serie ed approfondite ai cosiddetti progetti per il mega-impianto di compostaggio (che compostaggio non è: ci hanno derubato anche del vocabolario) in nome della chiusura trionfalistica del ciclo dei rifiuti e del risparmio delle tasse sulla spazzatura (campa cavallo); tutto è (im)possibile per un popolo che sta mandando in rovina la sua storia ed i suoi beni culturali…  

*

Ma questo intervento di Lino Mariano mi fa ben sperare nel ritorno ad un dibattito franco e serio su questi e su molti altri temi che - auguriamoci tutti - inizino ad interessare sempre più il nostro popolo. Un popolo che finalmente la smetta di far rima con ridicolo.

Antonio Mellone
 
Di Redazione (del 25/07/2019 @ 20:27:35, in Comunicato Stampa, linkato 1152 volte)

« “PerChiCrea” , l’iniziativa promossa dal MIBAC (Ministero Beni e Attività culturali) e gestita da SIAE raccoglie ottimi risultati anche in Puglia » .

Così in una nota i portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera Leonardo Donno e Michele Nitti. L’iniziativa destina il 10% dei compensi per ‘copia privata’ a supporto della creatività e della promozione culturale dei giovani.

« La novità assoluta fortemente voluta dal Governo -spiegano- è stata la decisione di destinare il 50% delle risorse , circa 6 milioni di euro , ad attività di promozione culturale nelle scuole. I progetti ammessi al finanziamento in tutta Italia sono 238, ben 23 nella Puglia dove arrivano 573mila euro. Un ottimo risultato per aiutare e sostenere i nostri ragazzi a sviluppare i loro talenti e le loro competenze » .

Ecco i gli istituti scolastici finanziati in Puglia:

  • Per il settore “Arti visive, performative e multimediali”: Marconi-Hack di Bari e Don Tonino Bello di Tricase.

  • Per il settore “Cinema”: Moro-Falcone di Adelfia,Ciardo-Pellegrino di Lecce, Cosmai di Bisceglie, Japigia 1-Verga di Bari, Veglie Polo 1, Michele Dell’Aquila di San Ferdinando di Puglia, Salvemini di Fasano
  • Per il settore “Danza”: Ciardo-Pellegrino di Lecce, Catalano-Moscati di Foggia, Palmieri di Lecce
  • Per il settore “Libro e Lettura”: Vito De Blasi di Gagliano del Capo
  • Per il settore “Musica”: Istituto Comprensivo di Matino, Bodini di Monteroni di Lecce, Moro-Falcone di Adelfia, Magistrato Giovanni Falcone di Copertino, Polo 3 di Galatina, Stampacchia diTricase, Verdi-Cafaro di Andria, Antonazzo di Corsano
  • Per il settore “Teatro”: Cassandro-Fermi-Nervi di Barletta, Amedeo d’Aosta di Bari.

M5S

 

 

Tre giornate programmate dalla Città di Galatina, Assessorato alla Cultura, con il contributo della Regione Puglia, Assessorato Mediterraneo, Cultura e Turismo, e la collaborazione del Club UNESCO di Galatina, ricche di appuntamenti per promuovere interesse, studio e ricerca intorno all’unicità della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria e del suo ciclo di affreschi.

Il 21, 22 e 23 novembre la Chiesa - per vastità dei suoi cicli pittorici seconda solo alla Basilica di San Francesco d’Assisi - e i suoi affreschi, che da tempo attirano l’attenzione di importanti critici e storici dell’arte, saranno al centro di una serie di azioni il cui obiettivo fondante, nelle intenzioni del Comune di Galatina e del locale Club UNESCO, è promuoverne non solo la conoscenza presso il più vasto pubblico, ma soprattutto promuoverne lo studio, primo passo del complesso iter necessario per ottenere il riconoscimento internazionale UNESCO e la sua iscrizione nella Lista dei Siti Patrimonio dell'Umanità. Non solo, le iniziative previste – mostra, installazione virtuale, lectio magistralis e ricostruzioni storiche – intendono agire a sostegno della prossima creazione di un Centro Studi sulla Basilica di Santa Caterina d'Alessandria presso il Polo Biblio-Museale Comunale.

La manifestazione avrà inizio venerdì 21 novembre alle ore 18:00 con una tavola rotonda presso la Sala “Celestino Contaldo” del Palazzo della Cultura in Piazza Dante Alighieri. L’incontro avrà come oggetto lo studio della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, simbolo della forte presenza della famiglia Orsini nel nostro territorio. Al dibattito, moderato dall'Assessore alla Cultura del Comune di Galatina Prof.ssa Daniela Vantaggiato, partecipano i Proff. Giancarlo Vallone, Benedetto Vetere e Loris Sturlese dell’Università del Salento e il Dr Antonio Cassiano direttore emerito del Museo Provinciale di Lecce . L’appuntamento, che registra la presenza di un’ospite d’onore, la Prof.ssa Maria Paola Azzario, Presidente della FICLU (Federazione Nazionale dei Centri UNESCO) e Membro della Commissione Nazionale UNESCO del Ministero degli Esteri, rappresenta una tappa del progetto di valorizzazione di S. Caterina, elaborato dal Comune di Galatina e sostenuto dalla Regione Puglia, che si è avviato negli ultimi mesi con la collaborazione di altri studiosi, della stessa Basilica e del Club UNESCO di Galatina.Alle ore 20:00 sempre all’interno del Palazzo della Cultura verrà inaugurata "Di cieli e di mondi: tra Medioevo e Rinascimento in Terra d'Otranto", mostra di documenti e libri rari a cura del dott. Luca Carbone, in collaborazione con le dott.sse Beatrice Chezzi ed Elisa Moro e con la partecipazione delle cooperative "Libermedia" e "Le pagine". La mostra si articola su più livelli: come in un viaggio nel tempo, i volumi esposti, incunaboli e cinquecentine di uno dei più ricchi e preziosi repertori di Puglia, si propongono di riesplorare i territori di studio e d'interesse che sono maturati in lunghi secoli, nel Salento ed a Galatina in particolare, grazie alla confluenza di molteplici influenze: ebraiche, greco-bizantine, arabe e latine; da qui anche il titolo della mostra che rimanda alla molteplicità di visioni del cosmo e dell'uomo, che si sono confrontate, scontrate, amalgamate tra medioevo e rinascimento. All'esposizione dei volumi si affiancheranno, grazie alla collaborazione dello spin-off dell'Università del Salento AVR-MED (Augmented Virtual Reality for Medicine), due postazioni in cui viene utilizzato un prototipo sperimentale per sfogliare i volumi pregiati, e digitalizzati, senza usare supporti fisici. Sempre grazie a questa applicazione verranno per la prima volta offerti alla consultazione di un più vasto pubblico anche quaderni e registri dove lo studioso Pietro Cavoti ha raccolto relazioni, corrispondenze, mappature e disegni concernenti la Basilica di Santa Caterina. E poi ancora alcune delle pergamene originali di età orsiniana custodite dal Museo Cavoti, e per la consultazione, uno scaffale degli studi orsiniani e cateriniani sinora prodotti, disponibili nei Fondi della Biblioteca Siciliani, il tutto accompagnato da materiali illustrativi e didascalici; la mostra sarà visitabile fino al 6 dicembre.La seconda giornata del weekend Orsiniano, sabato 22 novembre, si aprirà con Philippe Daverio, insigne storico dell’arte, il quale a partire dalle 17:30 sarà a disposizione nella Sala del Sindaco a Palazzo Orsini per un incontro con giornalisti (è richiesto l’accreditamento), studenti ed addetti ai lavori. A seguire, alle 19:00, il Prof. Daverio terrà all’interno della Basilica, una Lectio Magistralis sulla Basilica di S.Caterina d'Alessandria a Galatina, “una meta leggendaria".

 A seguire, sempre all'interno della chiesa, si potrà fruire dell'installazione "Virtual Reality Experience" conla visita allo spazio Dune Cube del consorzio CETMA di Brindisi, per fare una singolare esperienza della Basilica e dei suoi affreschi; grazie alla collaborazione sinergica tra ingegneri, architetti, informatici, modellatori 3D e professionalità accademiche, come storici ed archeologi, il dispositivo Dune Cube permetterà di fare una esperienza di realtà virtuale in ambito culturale,  grazie a scenari e soggetti 3D ad alto impatto visivo e scientificamente validati.

Il weekend si conclude domenica 23 novembre con i festeggiamenti civili e religiosi: in Piazzetta Orsini, nelle Corti e nelle vie del Centro Storico i cantastorie di “Raccontami Sherazade” reciteranno racconti ed aneddoti del ‘300 e ‘400 galatinese; saranno inoltre disponibili visite guidate presso la Basilica.La manifestazione è patrocinata dal Ministero dei Beni culturali , dalla Federazione  Nazionale dei Centri UNESCO (FICLU), e dalla Federazione Europea dei Clubs e Centri UNESCO (FEACU), ed è stata organizzata in collaborazione con l'Università degli Studi del Salento, l'Accademia Belle Arti di Lecce, la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, il Club UNESCO di  Galatina,  la Sezione di Storia Patria di Galatina,  iI Centro di Studi Orsiniani,  il Centro Studi Salentini.

Info

Club UNESCO Galatina

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Segreteria cell.348.2746393

Ufficio Stampa cell. 338.83221161

 
Di Redazione (del 06/12/2021 @ 20:23:05, in Comunicato Stampa, linkato 1020 volte)

Le festività natalizie di quest’anno saranno in gran parte dedicate ai bambini.

Per prima cosa, inizieremo con l’accensione dell’albero, martedì 7 dicembre alle ore 17:00, in compagnia della ZAGOR STREET BAND.

Le luminarie nel centro storico hanno un tema conduttore. Nel giugno 2021 la Compagnia degli Exsultanti, supportata anche dalla Regione Puglia, ha candidato 33 rosoni di Puglia quale patrimonio dell’Unesco. L’Amministrazione Comunale ha preso spunto da questa proposta per condividere con la ditta LUMINO SRL, un progetto unico e del tutto originale che riproduce in maniera stilizzata, su materiale plastico i rosoni delle Chiese e Cattedrali di cinque città Pugliesi: Otranto, Ostuni, Trani, Ruvo di Puglia ed ovviamente Galatina, con la Basilica di Santa Caterina.

La VIA DEI ROSONI si snoda tra Via Vittorio Emanuele e via Umberto I ed un modo diverso per tenere lo sguardo alto ed attento sulle nostre caratteristiche bellezze.

Il nostro albero di Natale, proposto da LUMIWORKS srl, si caratterizza per la sua originalità. Con i suoi quindici metri di altezza e quasi sette di diametro, si impone su piazza San Pietro contribuendo a darne una diversa immagine a seconda del punto di osservazione. È un albero che invita alla gioia con i suoi colori e la sua luminosità.

In fondo a Via Umberto I è stata collocata una originale struttura che richiama la tradizionale cassa armonica. La particolare cupola trasparente illuminata sarà il tetto sotto cui chiunque potrà esibire le proprie qualità musicali o canore. Ma sarà anche uno spazio aperto alle letture pubbliche, alla recitazione e ad ogni forma di espressione artistica.

Una proiezione luminosa a tema natalizio sarà effettuata sulla facciata di PORTA LUCE. Sarà un modo per valorizzare una delle porte antiche di accesso alla Città ma anche un segno di accoglienza per cittadini e visitatori.

Ci sarà anche all’interno di Palazzo Gorgoni, in Via Umberto I, una proiezione luminosa a tema Natalizio.

Il calendario completo delle manifestazioni sarà il seguente:

VILLAGGIO DI BABBO NATALE

All'interno dell'ex convento delle Clarisse, il Villaggio sarà un progetto sociale ed inclusivo creato dall'associazione C.S.CI asd, in collaborazione con ABILMENTE INSIEME, POLVERE DI STELLE, FALLA PER ME aps, LAICI COMBONIANI onlus, Missionari Comboniani ed i bambini del Centro Socio Educativo Diurno di Galatina.

La condivisione del lavoro tra le diverse associazione e la particolare attenzione ai temi sociali rendono il Villaggio di Babbo Natale un’esperienza del tutto innovativa.

Nei giorni 11-12-18-19-22-25-26 dicembre e 1-2-6- gennaio 2022, nelle ore 10:00-13:00 e 16:00 - 22:00 si succederanno:

LABORATORI (attività con gli Elfi di Babbo Natale):

  • Laboratori di riciclo artistico natalizio
  • Disegnando il Natale: Concorso EcoNatale; Natale inclusivo e sociale
  • “Caro Babbo Natale ti scrivo…”, preparazione letterina a Babbo Natale
  • “Natale in tutti i sensi”, musical dei bambini e dei ragazzi del DogWinterCamp 2021
  • Piccole mani in pasta, tradizioni gastronomiche salentine
  • Giochi e Attività Natalizie

EVENTI FOLKLORISTICI:

  • Babbo Natale incontra i bambini di Galatina
  • Visita alla Casa di Babbo Natale realizzata in collaborazione con i ragazzi del Centro Socio Educativo Diurno “Santa Chiara”
  • Visita alla Fabbrica dei Regali e alla casa degli Elfi e delle Fate
  • La Befana vien di notte… incontro con la Befana il 6 gennaio
  • Babbi Natale in bici… percorso folkloristico per le vie di Galatina
  • C’era una volta Natale, parata dei personaggi della Disney
  • Mille e una fiaba, lettura animata di fiabe

EVENTI culturali:

  • Cineforum Natalizio: rassegna di film natalizi per bambini e famiglie
  • Natale in musica, performance di gruppi musicali
  • Natale con la pizzica
  • Visite guidate al Chiostro di Santa Chiara e alla Chiesa di San Luigi in collaborazione con InfoPoint e Proloco.
  • Istallazioni luminose nel giardino del Chiostro
  • Magie del Natale, Performance di artisti di strada
  • Mille e una fiaba, lettura animata di fiabe natalizie
  • Concorso Natale inclusivo e sociale, Concorso per il miglior Presepe ecologico, inclusivo e sociale

EVENTI SOCIALI:

  • Natale Inclusivo, Mercatino dei lavori artistici realizzati dai ragazzi di Abilmente Insieme
  • Mercatino Natalizio della Solidarietà, raccolta fondi per famiglie povere di Galatina organizzato dall’associazione CSCI Galatina
  • Mercatino Natalizio Ecosolidale per le Missioni, raccolta fondi per le Missioni organizzato dai Missionari Comboniani e da Laici Missionari Comboniani Onlus
  • Fai la differenza… e Intrecci di solidarietà Progetti di solidarietà a cura dell’Associazione C.S.C.I. Galatina

 

Ancora, per i bambini ci saranno:

a cura della Associazione TERRA DEI PICCOLI ETS dal 23 dicembre al 5 gennaio 2022 Laboratori Natalizi per bambini, presso le Gallerie Tartaro ed il giorno 22 dicembre, in Chiesa madre, un concerto gospel.

 

  • La COMPAGNIA TESTE DI LEGNO proporrà il giorno 22 dicembre in piazzetta Galluccio i GIOCHI MEDIOEVALI, ed il 17 dicembre in via Principe di Piemonte  lo spettacolo di burattini ALICE NEL PAESE DI POSEIDONIA ed il giorno 2 gennaio 2022 in piazza Cesari lo spettacolo di burattini IL MONDO DI OZ.
  • Il giorno 17 dicembre a cura della Associazione World DIEGO EVENTI tra Corso Principe di Piemonte e Piazza Alighieri ci sarà il MAGIC CHRISTMAS spettacolo di mascotte, burattini, trampolieri, gonfiabili, bolle e vario intrattenimento.
  • L’associazione BALLA PER ME il giorno 22 dicembre presso piazza Cesari proporrà uno spettacolo di animazione per bambini con trucca bimbi, giochi interattivi, pupazzi di neve, elfi parlanti e tanto altro.
  • Ancora artisti di strada il 26 dicembre a Collemeto, a cura del CIRCUS KALUS SHOW che proporranno “THE CHRISTMAS PARK”, LA POSTAZIONE DI Babbo Natale e l’intrattenimento di Flavio Leo e Riccardo D’Ostuni.
  • La rassegna NOTE BATTENTI quest'anno si svolgerà nelle chiese del territorio, per ragioni di spazio e per andare incontro alle comunità parrocchiali ed avrà la direzione artistica della Associazione GIOVANI REALTA’

 

Il calendario sarà il seguente:

  • 12 DICEMBRE - CHIESA DI SAN SEBASTIANO

CONCERTO DEL QUINTETTO LUPIAE

  • 19 DICEMBRE - CHIESA CUORE IMMACOLATO DI MARIA

CONCERTO DEL QUARTETTO DISSONANZE

  • 25 DICEMBRE - CHIESA DEI SS. PIETRO E PAOLO

CONCERTO DI NATALE a cura di GIOVANI REALTA’ – APS

  • 26 DICEMBRE - BASILICA DI SANTA CATERINA DI ALESSANDRIA

CONCERTO DEL DUO ANGELA COSI E VALENTINA MARRA

  • 1 GENNAIO - CHIESA DEI SS. PIETRO E PAOLO

CONCERTO REDI HASA ED EMANUELE COLUCCIA

  • 2 GENNAIO - CHIESA SANTA MARIA DI COSTANTINOPOLI – COLLEMETO

CONCERTO a cura di GIOVANI REALTA’ – APS

  • 6 GENNAIO - CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO – NOHA

CONCERTO TRE NIÑOS

 

MERCATINO DI NATALE

Nei giorni 4-5-7-8-11-12-18-19-22-23- dicembre si terrà in piazza San Pietro il mercatino di Natale, a cura dall'Associazione DICIOTTESIMOMERIDOANO APS con esposizione di prodotti dell'artigianato salentino.

GUSTOSE SERATE

A cura dell'Infopoint di Galatina, con APS TERRE A SUD DEL TEMPO nei giorni 27 dicembre e 2 gennaio 2022 si terranno due "serate gustose".  Itinerari serali alla scoperta del centro storico con visite guidate e degustazione finale in una location a sorpresa.

 

Altri eventi potranno aggiungersi nel corso delle festività.

Potrete seguire sulla pagina fb NATALE IN TUTTI I SENSI E MARCELLO AMANTE SINDACO CON IL POLO CIVICO

Impegniamoci a vivere con le consuete accortezze questi giorni intensi.

 

Nico Mauro

Assessore al turismo

 
Di Redazione (del 20/09/2021 @ 20:20:47, in NoiAmbiente, linkato 878 volte)

Senza un regolamento che disciplini la restituzione dei contenitori e di tutta la plastica adoperata in agricoltura (tubazioni e raccorderia, cassette per piantine e per il prodotto, teli di pacciamatura neri e trasparenti, archetti, ecc. ) la situazione è la seguente:

Le discariche abusive nel nostro Salento non son censibili perché sono davvero troppe. Soprattutto quelle della plastica derivate dalle attività agricole. Ad ogni contadino salentino che si reca ad acquistare le plastiche per la pacciamatura e per l'irrigazione, purtroppo non mi pare che venga richiesto l’obbligo del vuoto a rendere. Dove vanno a finire tutte queste tonnellate di plastica vendute ad ogni cambio di stagione/coltura? Ci risulta che in buona parte stiano archiviate ai bordi dei campi. Stanno lì in attesa di essere smaltite, ma spesso capita che gli incendi risolvono il problema, con gravi danni per l’Ambiente. L'abusivismo e l'inquinamento sono figli dello stesso parto in questo nostro paese. Laddove i nostri padri ammucchiavano le pietre per farli diventare dei muretti a secco, oggi si sovrappongono montagne di rifiuti di ogni genere.

Viviamo in una terra che brulica di migliaia di fuocherelli nauseabondi. Se vivi sul posto le tue ghiandole olfattive si abituano e non lo senti più l'odoraccio di aria acida. Se, come capita a chi esce ed entra dalla provincia magari per ragioni lavorative, vai e vieni dalla zona ogni settimana, al ritorno qull’odore sgradevolissimo ti accoglie sempre, nonostante il Salento sia la terra dei venti. Ti entra in circolo nel sangue, ci fai l'abitudine e non lo senti più. Ma i suoi veleni viaggiano dentro di te, e più respiri, più mangi e più ridi, e più ti uccide. Pare che non lo facciano apposta. Alcuni credono di fare “pulizia”, così si dice. Non sanno il danno che procurano. Forse richiedere il ritiro delle plastiche usate per lo smaltimento legale, ha un costo. E forse bruciandoli risparmiano, per aumentare i loro utili, che siano alti o bassi, poco importa. Lo fanno, punto. I mesi di giugno e luglio sono un vero inferno. Durante il resto dell'anno bruciano le plastiche insieme alle ramaglie delle potature e degli sfalci. È un continuo. E insieme alla plastica e alle pietre dei muretti a secco bruciano e si sfalda anche l'amianto, vecchie coperture di ethernet, altro materiale che tutti temono e lo smaltiscono così, sbriciolandolo nella terra.

I nostri figli laureati se ne vanno da questa terra abitata dalla sfortuna e chi resta non ragiona in favore della bellezza e produce degenerazione.

Purtroppo questo malcostume non si risolverà con la formazione culturale di gente che non vuole capire, quindi è necessario che le istituzioni creino un freno ponendo il mercato dei materiali pericolosi sotto il controllo della legge.

Chiediamo che sia normato con il cosiddetto “vuoto a rendere” l’acquisto di quei materiali che dopo l’uso sono considerati “RIFIUTI ALTAMENTI PERICOLOSI”.

 

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali Odv

(fonte:rifiutizeroumbria.blogspot.com)

 
Di Antonio Mellone (del 20/11/2018 @ 20:19:13, in NohaBlog, linkato 1358 volte)

A me duole il cuore ogni volta che osservo lo stato in cui versano le nostre Casiceddhre in miniatura, architettate ed eseguite in pietra leccese dallo scultore Cosimo Mariano all’inizio del secolo XX e lasciate marcire nel degrado e nell’abbandono dai noi altri contemporanei del XXI.

Certo, ora ci sarà chi si permetterà di fare dell’ironia spicciola sui beni culturali nohani, chi dirà che non sono assolutamente paragonabili alle opere di Leonardo da Vinci, che ci sono “ben altre” priorità e che, magari, la cultura non si mangia [in effetti per mangiarla bisognerebbe prima masticarla, ndr.].

Per quanto ovvio, del tutto inutile sarà spiegargli il fatto che non importa il pregio, la rarità o l’antichità dei singoli oggetti di un patrimonio artistico, bensì il contesto, la relazione spirituale e culturale che li unisce alla vita locale.

Vorrei appena ricordare che questo piccolo complesso monumentale è scenografia di romanzi (come “Il Mangialibri” di Michele Stursi, ma anche “Lento all’ira” di Alessandro Romano), contesto di innumerevoli racconti (alcuni contenuti in altri volumi, tipo “Salento da Favola”, edito da quiSalento), argomento di cataloghi d’arte e libri di storia, servizi giornalistici, trasmissioni televisive, ricerche da parte di studenti di ogni ordine e grado scolastico, e finanche tema di interi capitoli di tesi di laurea in conservazione dei beni culturali. Oltretutto le Casiceddhre sono anche un “Luogo del Cuore” del FAI, ancor oggi ammirato da decine di viaggiatori, e da quei nohani che hanno occhi per guardare il bello nei tesori a loro più vicini.

Non so se abbiate mai notato il fatto che quando capita un disastro (un’alluvione, un terremoto, eccetera) le persone che hanno perso tutto spesso esprimono anche l’angoscia per la distruzione del patrimonio storico e artistico, emblema della loro identità. 

Bene. Un popolo colto è quello che, difendendo le sue ricchezze artistiche, contribuisce a rendere l’ambiente in cui vive più prezioso e civile; mai invece sarà quello che, con la lacrimuccia di coccodrillo (chiagn’e fotte, anzi se ne strafotte), farà finta di riconoscerne presenza, forza e rilevanza solo quando ne verrà privato.

Non so se esista già un progetto di recupero delle Casiceddhre di Noha. In mancanza di notizie in merito, proporrei un incontro monotematico (data e luogo da definire) cui possano partecipare: proprietà, associazioni locali, esperti in materia di restauro, maestranze, storici, istituzioni, cittadini liberi e pensanti, e chiunque voglia contribuire alla ricerca di una strategia comune volta alla tutela della Pompei nohana.

Astenersi perditempo e analfabeti funzionali.

Antonio Mellone

 

L’immobile, sito nel Comune di Galatina, Frazione di Noha, tra Via Bellini e Via Nievo, confiscato alla criminalità organizzata, è stato restituito alla città e ai galatinesi ed affidato ad un’associazione che ne farà un centro per lo sviluppo di attività sociali, solidali e culturali.

Il Comune di Galatina è risultato beneficiario del finanziamento P.O.N. Sicurezza per lo Sviluppo, Obiettivo Convergenza 2007 – 2013 per aver presentato il progetto denominato “Turismo responsabile ed impresa sociale”, finalizzato al recupero dell’immobile ed alla ricollocazione dello stesso nel circuito produttivo legale. L’immobile, dunque, è stato reso idoneo, tramite ristrutturazione terminata nel giugno del 2013, per diventare una sede che punti a sviluppare attività imprenditoriali nell’ambito del sociale, e di altre attività sensibili come la cultura e l’ambiente.

Dopo una prima gara per l’aggiudicazione dell’immobile, voluta dalla Direzione Lavori Pubblici nel periodo in cui Galatina era guidata dal Commissario Prefettizio, andata deserta nel giugno 2017, è giunta la richiesta di gestione da parte dell’Associazione di Promozione sociale, Circolo Levera, in partenariato con Arci Comitato Territorio Provinciale, con un progetto della durata di 5 anni.

Il Circolo Levera, che non persegue fini di lucro, si propone di gestire gli spazi nel pieno rispetto della destinazione già stabilita dal progetto PON Sicurezza presentato nel 2009, mediante la realizzazione di iniziative destinate a “soggetti svantaggiati”. I rappresentanti legale dell’Associazione hanno presentato in data 2 ottobre i contenuti del progetto all’Amministrazione comunale, alla presenza dell’Associazione Libera Terra che ha in gestione dal 2009 un altro terreno confiscato e che intende collaborare con Levere e Arci mediante apposito protocollo d’intesa da sottoscrivere con l’Amministrazione stessa.

Marcello Amante, sindaco di Galatina, dichiara: “Il principio di legalità è un riferimento costante che sta guidando la nostra Amministrazione nel rispetto della cosa pubblica, dei cittadini, delle libertà di tutti."

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 02/09/2020 @ 20:16:10, in Lettere al direttore, linkato 1274 volte)

Gentilissimo Direttore,
ho letto con molta attenzione la lettera che, attraverso il suo giornale, il Direttivo di NoiAmbiente mi ha indirizzato qualche giorno fa. Lettera che, al di là dei contenuti, appare dai toni pacati ed educati, e piena di spunti interessanti. Inoltre è piena di riferimenti storici e culturali che hanno reso la lettura ancora più piacevole.

Vorrei iniziare ringraziando il Direttivo per le belle parole espresse nei miei confronti quando dice che il sindaco “non poteva fare scelta migliore” quando come assessore ai Lavori Pubblici ha scelto me. E’ un complimento troppo grande, che non credo di meritare. Quello su cui sono sicura è, invece, l’impegno, la passione e la dedizione che metto giornalmente a svolgere questo delicato e difficile ruolo.
Mi permetto, poi, di dissentire quando il Diretto scrive “la nostra è una storia di periferia e a quanto pare non degna di attenzione da parte delle amministrazioni galatinesi”. Dissento perché i fatti dicono che non è così. La nostra amministrazione ha per le frazioni e per le periferie di Galatina un occhio particolare, da sempre. Due assessori, io e Cristina Dettù, provengono dalle frazioni che sono al centro della nostra azione amministrativa. Cito tre finanziamenti importanti per dare riscontro alle mie parole: messa a norma di tutte le scuole (e quindi anche Poli di Noha e Collemeto), campo sportivo di Noha, e palestra scolastica di Collemeto. Tre finanziamenti importantissimi intercettati che serviranno alle frazioni, ai nostri ragazzi e alla cittadinanza tutta. Inoltre, è di queste ore la notizia della realizzazione immediata di alcuni tronchi di acqua e fognatura presso le frazioni e la contrada Guidano.
Sono d’accordo con ciò che si segnala nella lettera e cioè i “quattro anni di resistente e intenso lavoro di questa amministrazione per uscire dal tunnel del grande debito comunale”, e aggiungo che questa cosa, seppur spiacevole, non va mai dimenticata, perché con il pre-dissesto bisogna fare i conti tutti i giorni.
Veniamo alle segnalazioni. Partiamo dalla pista pedonale. La strada sulla quale dovrebbe sorgere è provinciale, quindi non di competenza del nostro Comune. Il mio impegno, già da domani mattina, è quello di rivolgermi alla Provincia per verificare se ci sono le condizioni per iniziare a pensare a un progetto.
Per quanto riguarda Via Dalla Chiesa, vi informo che già in più di un’occasione abbiamo valutato l’opportunità di candidarci per un progetto per un pista ciclabile. Tecnici e uffici comunali sono al lavoro per intercettare anche finanziamenti compatibili. È importante creare le condizioni per la de-impermeabilizzazione del suolo e la prevenzione per quanto riguarda il rischio idrogeologico.
Il discorso eucalipti. Vorrei sottolineare come in ogni luogo dove sono stati abbattuti degli alberi, stiamo cercando di reimpiantare degli altri per sostituirli. Gli ultimi interventi sono più di cento le piantumazioni (Via Armando Diaz, Corso Principe di Piemonte, Via Foggia e Via Torino).
Capitolo dissuasori. Vi informo che su via Collepasso è già stato dato il via per l’installazione di uno che sarà di immediata realizzazione. Per quanto riguarda le altre vie che mi vengono segnalate, ne prendo atto e mi impegno a studiare la situazione.
Infine, vorrei invitare l’associazione NoiAmbiente e ovviamente lei direttore ad un incontro da tenere al più presto per continuare a scambiarci idee, suggerimenti e segnalazioni con la cordialità di cui sopra.

Loredana Tundo

 

Il progetto di un team di archeologi, ricercatori e guide turistiche abilitate dalla Regione Puglia, riuniti nella società coopertiva "Polisviluppo", mira alla mappatura completa dei luoghi di Puglia che rivendicano la cosiddetta “Tradizione Petrina”, ovvero il presunto passaggio di San Pietro in terra italica alla metà circa del I secolo, con il relativo patrimonio culturale ad essa collegabile (chiese, siti archeologici, monumenti, bellezze naturalistiche, ecc..).

Il progetto permetterà, attraverso specifici itinerari turistici e culturali, la conoscenza e la valorizzazione di un insieme di territori legati al viaggio apostolico di San Pietro che, come riporta un’iscrizione latina posta sul Santuario di Santa Maria di Leuca, giunse sulle sponde Salentine nel 43d.C.

Per questo, Galatina non può che porsi come luogo eletto per ragioni storiche e di tradizione.

Risale al 1188 il primo documento storico relativo a Galatina, menzionato non a caso come casale Sancti Petri in Galatina. Sulla scia della tradizione petrina in questo luogo, infatti, sostò il pescatore di Cafarnao reduce del viaggio da Antiochia verso Roma, dove tra il 64 e il 67 subì il martirio per crocefissione.

"San Pietro in Galatina" figura anche in una delle quaranta carte geografiche affrescate sulle pareti di una galleria dedicata, all'interno dei Musei Vaticani.  Le carte raffigurano le regioni italiane e i possedimenti della Chiesa all’epoca di papa Gregorio XIII e furono dipinte tra il 1580 e il 1585, sulla base di cartoni di Ignazio Danti, famoso geografo del tempo.

Fu l’arcivescovo di Otranto, Gabriele Adarso de Santander (1657-1674), residente nel castello galatinese dei Castriota per timore delle incursioni turche, ad alimentare la devozione verso il santo, facendo collocare all’interno della chiesa matrice, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, un masso rinvenuto in contrada San Vito e utilizzato da Pietro, secondo la leggenda,  per riposare le stanche membra dopo aver predicato la buona novella. Il culto si radicò fino a tal punto che solo dopo l’Unità d’Italia la città mutò il nome e, pur rimanendo sotto l’ala protettiva del vicario di Cristo in terra, venne denominata solo ed esclusivamente Galatina.

Le chiavi pontificie presenti nello stemma di Galatina testimoniano la scelta di questa città, da parte dei Papi, quale centro propulsore di latinità nel Salento proprio nell'intento di contrastare la presenza di cultura greca e il rito religioso bizantino. Le chiavi furono concesse per insegna dal Pontefice Urbano VI che, tenuto prigioniero a Nocera, fu liberato dai Galatinesi guidati da Raimondello Orsini del Balzo.

“San Pietro in Galatina” era uno dei feudi che costituivano la Contea di Soleto, per cui, fino ad un certo periodo, i feudatari Conti di Soleto furono anche utili Signori di “San Pietro in Galatina” fino a quando, poi, questo centro prese il sopravvento sugli altri.

Le "Mappe Petrine", che saranno il prodotto finale di questa prima fase progettuale, collegheranno tra di loro diversi territori della Puglia, dal Gargano fino al Capo di Leuca  favorendo un turismo lento e sostenibile, sia di natura religiosa che di interesse storico-culturale.

Sarà quindi un’ulteriore occasione per fruire delle risorse materiali ed immateriali della Città facendo crescere, con un progetto sempre più organizzato, le ragioni di interesse verso Galatina, oltre ciò per cui è comunemente apprezzata.

Nico Mauro

Assessore al turismo

 
Di Redazione (del 05/09/2023 @ 20:12:31, in Necrologi, linkato 1979 volte)

Tonia era un peperino: piccoletta, spiritosa, la battuta sempre pronta, il saluto spontaneo e cordiale. E generosa: sapeva tirarti su anche quando aveva la testa piena di pensieri. 

Fu lettrice attenta de L'Osservatore Nohano (che, prima fra tutti, ritirava direttamente dalla sede della redazione, vale a dire la bottega d'arte della Paola Rizzo, sua nipote), e partecipe delle iniziative sociali e culturali di Noha.it. 

Ci ha lasciati troppo presto, non aveva che 71 anni, e ci mancherà tanto. 

Ci stringiamo affettuosamente intorno al marito, Giuseppe Contaldo, ai figli, Federica, Chiara e Carmine, e a tutti gli altri parenti e amici. 

Noha.it

 

In questo e nel prossimo fine settimana sono in programma passeggiate guidate nel territorio di Noha alla scoperta non solo dei siti e dei luoghi di interesse storico ed artistico ma anche delle peculiarità agricole e produttive che lo caratterizzano.

Di seguito il programma completo:

 

Noha – Sabato 10 Giugno 17.30

Dalla terra alla tavola. Scoprire le radici del territorio attraverso i prodotti agricoli.

Passeggiata agricola narrativa dalla Chiesetta Madonna di Costantinopoli (via Collepasso) fino all’azienda agricola Bramato per scoprire insieme a Francesco Bramato le curiosità, le caratteristiche di coltivazione ed alcune idee insolite sull’utilizzo di piante, ortaggi e frutta.

Punto di ritrovo Chiesa della Madonna di Costantinopoli(via Collepasso).

CURIOSITA’. Nel corso della passeggiata si scoprirà il singolare labirinto botanico.

 

Noha – Sabato 17 Giugno 18.30

Inaspettato fuoriporta. Noha tra archeologia rurale a industriale.

Passeggiata informale con il divulgatore Marcello D’Acquarica per scoprire attraverso i siti di Masseria Colabaldi, Casa Rossa, Torre Medievale, l’ex fabbrica di Brandy Galluccio, le iconiche Casiceddhre , la Chiesa Matrice e altri che verranno svelati durante il percorso, la storia e lo sviluppo della frazione di Noha.

CURIOSITA’. Nel corso della passeggiata si farà sosta all’interno del giardino dove era custodito il primo quadro elettrico del nucleo urbano di Noha.

Punto di ritrovo Masseria Colabaldi – Via Carlo Alberto Dalla Chiesa

 

A cura di Noi Ambiente e Beni culturali – E’ gradita la prenotazione: noiambiente9@gmail.com

Siete tutti invitati a partecipare a queste incredibili passeggiate esperienziali immersi nell’unicità di Noha.​

 
Di Redazione (del 23/04/2018 @ 20:07:11, in NohaBlog, linkato 1527 volte)

“Con l'espressione Sindrome di Stoccolma si intende un particolare stato di dipendenza psicologica e/o affettiva che si manifesta in alcuni casi in vittime di episodi di violenza fisica, verbale o psicologica.”

Cosi si legge sul vocabolario della rete, Wikipedia.

Oggi non abbiamo più dubbi, abbiamo superato il limite assoluto dell’ignoranza, basta chiederlo alla rete e la rete risponde. Peccato che la realtà sia ben altra cosa. Possiamo dire di essere più cafoni di quei poveri nostri avi che vissero nel medioevo, e per motivi risaputi, erano analfabeti e ignoranti, ma amavano coltivare il senso del rispetto e della dignità.

Protagonisti e fautori ditale della sindrome sono necessariamente quelli che generano la violenza e le vittime che la subiscono.

Tentando una schematizzazione, potremmo individuare la sequenza degli stati emotivi di un ostaggio come segue:

  1. Incredulità;
  2. Illusione di ottenere presto la liberazione;
  3. Delusione per la mancata, immediata, liberazione da parte dell'autorità;
  4. Impegno in lavoro fisico o mentale;
  5. Rassegna del proprio passato.

Alla prima fase (1. Incredulità) corrisponde la condizione dello scenario che ci si presenta davanti agli  occhi in ogni momento delle nostre giornate. Anche in momenti importanti quali potrebbero essere, per esempio, un giorno di festa, quello di matrimonio, o della laurea, o di una ricorrenza storico sociale, o di una passeggiata con ospiti che vengono a trovarci da lontano, ecc. Per cui davanti ai nostri occhi si spiaccicano visioni dure: mura dirute, sterpaglie, marciapiedi divelti, alberi bruciati, deiezioni di animali, auto ammucchiate davanti agli ingressi dei negozi, gente che ti entra in casa senza chiederti il permesso, vuoto assoluto educativo, rifiuti disseminati ovunque, bottiglie vuote di bevande consumate e buttate per strada, monumenti rotti e scarabocchiati, discariche concentrate abusivamente, per non parlare di fumi pestilenziali di plastiche bruciate o di veleni che non vediamo, ma che stanno nell’acqua e nella terra.

A questo punto, su Wikipedia leggiamo:  

“L'ostaggio reagisce come può all'estremo stato di stress cui è sottoposto, una delle prime reazioni, rifugio psicologico primitivo, ma emotivamente efficace, è la negazione”.

Per sopravvivere la mente reagisce tentando di negare quanto sta avvenendo, pensando così che le mura divelte sono storia e cultura, che i rifiuti sono l’esternazione di un profondo stato primitivo dei suoi amati fratelli e paesani (che in questo caso però diventano i suoi stessi sequestratori), che i marciapiedi divelti siano una specie di Novel - Arte, che insomma se in estate il Salento diventa terra ambita da milioni di turisti, in fondo saranno tutte cose belle e piacevoli, comprese discariche, deiezioni e maleducazione compresa.

Superata la fase della negazione, e che quindi ci rendiamo conto della realtà, al secondo punto, scatta la molla della ribellione morale per tanto degrado e vilipendio (2: Illusione di ottenere presto la liberazione).

Che si fa? Per questo nascono miriadi di associazioni, circoli culturali, veri e propri eserciti di volontariato che si disperano  per cercare di arginare la violenza di cui  al primo punto, chiedendo e offrendo aiuto all’Autorità. Non proprio tutti, alcuni si rassegnano subito e ritornano nella negazione di prima, assopiti in gloria sotto al vessillo del loro stesso circolo – che resta comunque culturale o colturale, tanto il risultato rimane invariato.

La certezza di una salvezza “garantita” dall'Autorità, aiuta l'ostaggio nella propria difesa mentale, ma più passa il tempo senza che accada nulla (e questo sta accadendo da anni soprattutto a Galatina e frazioni, viste le inutili segnalazioni, richieste protocollate, e sostegno di tanti pseudo politici per nulla). In casi simili (3. Delusione per la mancata, immediata, liberazione da parte dell'Autorità), è facile perdere la cognizione del trascorrere dei minuti e delle ore e dei decenni, l'ostaggio tende inconsciamente a rinnegare l'autorità costituita che è diventata per lui, di fatto, un’incognita. Logica conseguenza è l'inizio del processo di immedesimazione, o di “identificazione”, con gli autori stessi della violenza. E qui La sindrome del nohano salentino è certificata.

(4. Impegno in lavoro fisico o mentale). Dalle nostre parti la fase del  punto 4 si dissolve nell’aria in men che non si dica, sarà per via del vento o del sottosuolo carsico, in cui tutto va a disperdersi.

Il timore di una conclusione tragica ci suggerisce l’ultima chance: o organizzare una bella festa, giusto per stordire l’eventuale neurone ancora integro, dell’ostaggio rompicoglioni che c’è in noi, oppure fingere che tutto ciò sia il nostro standard di benessere in cui amiamo crogiolarci.                 (5. Rassegna del proprio passato).

E quindi, a proposito del vettore della fatidica xylella fastidiosa che a detta di qualche benpensante sta seccando i nostri ulivi secolari, possiamo concludere che noi siamo molto peggio.

C.D. Fareambiente Laboratorio di Galatina-NOHA

 

 
Di Redazione (del 22/01/2024 @ 20:04:55, in Comunicato Stampa, linkato 228 volte)

I pochi alberi in città, Galatina e frazioni, continuano ad essere presi di mira da “improvvisi” progetti di risanamento. Termine che presuppone l’esistenza di una malattia. 

Sette associazioni del territorio hanno rivolto all’Amministrazione Comunale un appello affinché si proceda con ben altre azioni e, attraverso dati certificati e reperibili in rete, sono state evidenziate le condizioni sanitarie e ambientali che affliggono il nostro territorio.

Si tratta dell’inquinamento atmosferico e dei continui sforamenti delle polveri sottili, dati rilasciati dalle centraline ARPA posizionate sul territorio di Galatina.

Auspichiamo nel dibattito democratico di questa o di qualsiasi altra Amministrazione, verso i cittadini, nello specifico, verso le­­ associazioni che hanno sottoscritto l’appello.

Segue appello protocollato dalle seguenti Associazioni:

Coordinamento Civico Ambiente e Salute - della provincia di Lecce

NoiAmbiente e Beni culturali - di Noha e Galatina

Natural-Mente No Rifiuti - di Collemeto

Galatone Bene Comune

Isde – sez. prov. di Lecce

Nuova Messapia – di Soleto

Forum Ambiente e Salute – di Lecce

 

 
Di Redazione (del 08/04/2022 @ 20:04:50, in Comunicato Stampa, linkato 495 volte)

Domenica 10 aprile, alle ore 11:30, si terrà presso la BIT di Milano (Borsa Internazionale del Turismo), nell’area “Conferenze e Incontri” della Regione Puglia, la presentazione di Galatina Città d'arte-Galatina Città del pasticciotto.

La cornice della più grande fiera nazionale sul turismo sarà anche l'occasione per presentare il progetto DESTINAZIONE CENTRO SALENTO.
In collaborazione con Artis Puglia Sviluppo - Consorzio pubblico privato vigilato dal Ministero per lo Sviluppo Economico con il quale il Comune di Galatina ha un accordo di partenariato - l'Assessorato al turismo ha condiviso un programma di sviluppo turistico e marketing strategico attraverso la proposta di creazione di un’area vasta che metta in rete interessi, proposte, risorse ed attività.

Galatina si pone al centro di un territorio che può e deve generare economia attraverso il turismo ed i servizi integrati al territorio, anche sfruttando le innumerevoli possibilità attrattive presenti.
L'occasione dei prossimi fondi nell'ambito del PNRR trova Galatina candidata quale Istituzione motore di una iniziativa utile a tutta l'area del centro Salento.

La giunta Comunale ha, infatti, deliberato l'approvazione di un piano di interesse strategico denominato DESTINAZIONE CENTRO SALENTO che ha proprio l'ambizione di porsi in interlocuzione con i Comuni del Gal Valle della Cupa nonché di un'area più vasta intorno al territorio di Galatina, per creare una rete e strutturare un progetto di attrattività turistica.

L’analisi parte dall’incremento del flusso turistico degli ultimi anni ed evidenzia le necessità in termini di servizi e le potenzialità delle risorse ma soprattutto indica il bisogno di una correlazione con altri Comuni limitrofi al fine di permettere soggiorni più lunghi e una destagionalizzazione della presenza turistica che porti ad una maggiore economia indotta.

L'obiettivo di questa iniziativa, che guarda al futuro del turismo e dello sviluppo economico, è che Comuni piccoli, seppur ricchi di attrattori storico culturali e della tradizione, possano rafforzare la propria visibilità e fare sinergia con il territorio contribuendo a rafforzare la DESTINAZIONE CENTRO SALENTO.

La conferenza stampa sarà tenuta da:
Nico Mauro, Assessore al Turismo
Prof.ssa Giuseppina Antonaci, Presidente di ARTIS Puglia Sviluppo
dott.ssa Paola Puzzovio fondatrice di TEGin Puglia, esperta di turismo enogastronomico

 

Nei mesi di giugno, luglio, settembre e ottobre i volontari del Servizio Civile Universale del progetto “Monitor 6017” del Comune di Galatina avvieranno un’iniziativa ambientale sui rifiuti e sulla loro corretta gestione. Tale iniziativa verrà svolta attraverso la “comunicazione a caldo”, ovvero mediante comunicazione diretta alle utenze tramite contatti “porta a porta”.

La comunicazione ambientale permetterà, in questo modo, di costruire le basi per una corretta gestione dei rifiuti e tutela del territorio, raggiungendo diversi livelli sociali e culturali e favorendo il cambiamento di cattive abitudini ormai consolidate.

A partire dal 19 giugno, nei mesi di giugno e luglio, nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì, dalle ore 9.30 alle ore 11.30, i volontari svolgeranno l’attività di comunicazione sui rifiuti e sulla loro gestione nelle frazioni di Noha, Collemeto e S. Barbara.

L’attività di “comunicazione a caldo” sarà sospesa nel mese di agosto, per poi riprendere nei mesi di settembre ed ottobre, sul territorio di Galatina, previa comunicazione.

I volontari daranno il via anche ad una campagna di monitoraggio e controllo dei rifiuti su tutto il territorio comunale di Galatina e frazioni, che prevede di perfezionare la conoscenza del territorio attraverso l’aggiornamento dei siti interessati dal fenomeno dell’abbandono dei rifiuti.

I volontari procederanno ad una caratterizzazione del rifiuto attraverso sopralluoghi in loco, allo scopo di risalire all’eventuale categoria di soggetto produttore.

La presente azione fornirà una serie di dati utili all’amministrazione comunale, poiché consentirà di rendere nota la situazione locale, nonché di svolgere azioni finalizzate alla bonifica.

Con lo scopo di coinvolgere attivamente la cittadinanza, è di seguito indicato l’indirizzo mail per le segnalazioni dei siti di abbandono dei rifiuti sul territorio comunale, complete, se possibile, di foto e di una breve descrizione del rifiuto. Il contributo di tutti è fondamentale per la buona riuscita dell’attività di monitoraggio.

INDIRIZZO SEGNALAZIONI: comunedigalatinascn@gmail.com.

I volontari del Progetto "Monitor 6017"

 
Di Redazione (del 25/09/2020 @ 19:58:16, in NoiAmbiente, linkato 1210 volte)

Non vogliamo certamente togliere il lavoro agli operatori ecologici dell’azienda municipalizzata, ce ne guardiamo bene, bensì noi, soci di NoiAmbiente e Beni culturali di Noha, con questa goccia nell’oceano, azione di puro volontariato senza alcun secondo fine (a qualcuno sappiamo che può non sembrare vero),  con questa ennesima quanto assurda bonifica contro l’inciviltà, raccogliendo il vetro sparso ai bordi di Via Dalla Chiesa e nel tratto della via di Noha (via curve curve) quasi angolo via Giotto, abbiamo semplicemente voluto evidenziare il danno ambientale che qualcuno continua a perpetrare indisturbato, tanto né vigili ambientali comunali, né fotocamere (ahimè… sogni di gloria politichese), né la loro stessa coscienza, riescono a frenare.

Il vetro se gettato nell’ambiente, rappresenta un pericolo per ben oltre 400 anni.

Per la produzione di altre bottiglie di vetro si consumano materie prime soprattutto sabbie silicee e di carbonato di calcio, estratti da nuove e deturpanti cave, tutto a svantaggio dell’ambiente e del territorio, quella casa comune grazie a cui viviamo noi stessi.

Inoltre il riciclo del vetro ci permette di risparmiare tonnellate di combustibile che deve essere consumato per la produzione, ed equivale a fumi di combustione che inquinano l’aria, la terra e l’acqua, ovviamente sempre contro la nostra salute. Quindi, con il recupero del vetro, si riduce l’emissione di CO2, il gas che provoca l’effetto serra e che sta desertificando il pianeta. Salento compreso. Caso mai, sempre quel qualcuno, pensasse di stare su Marte o su chissà quale pianeta.

La cosa davvero assurda e che ci preoccupa, lo notavamo mentre i nostri occhi seguivano le mani in mezzo alla cenere degli ultimi incendi e ai nuovi virgulti d’erba spontanea, sono le parti incombuste di oggetti semicarbonizzati, i più disparati che mister qualcuno, continua a gettare per le strade come se fosse la cosa più normale di questo mondo.

Ci teniamo a evidenziare che ci hanno accompagnato in questa lezione di civiltà due baldi giovani: Francesco Luperto e Stefano Ancora. A loro, e di conseguenza alle loro famiglie, vanno i nostri ringraziamenti per la speranza che ci hanno trasmesso con la loro liberissima scelta.

E il tutto davanti ad uno scenario meraviglioso che non finisce mai di sbalordire per la sua bellezza.

 

Il Direttivo

 
Di Redazione (del 27/07/2022 @ 19:54:16, in Comunicato Stampa, linkato 394 volte)

Cutrisiku e Cutropoli sono il frutto di un’idea lanciata dalla Drogheria dell’Ignoto, piccola bottega di prodotti biologici, locali e tanto altro, attenta alle dinamiche ambientali, sociali e culturali del territorio.

Realizzati sulla falsa riga dei più famosi giochi da tavola, la loro caratteristica è di essere stati riscritti in chiave locale: è così che nel Cutrisiku gli stati diventano contrade, e nel Cutropoli strade e parchi generici prendono il nome delle vie e monumenti realmente esistenti nella cittadina di Cutrofiano. Grazie all’impegno e lavoro di un gruppo di giovanissimi cutrofianesi, la partecipazione della Pro Loco di Cutrofiano e la benedizione di alcune attività locali, ogni particolare è stato curato per dare al gioco un sapore più folcloristico e territoriale.

Si partirà il 7 agosto. I mega tabelloni saranno presenti all’interno della 50° Mostra Mercato della Ceramica di Cutrofiano (contenitore di cultura ed eccellenze), presso lo stand della Drogheria. Si organizzeranno tutti i giorni, fino alla chiusura della mostra che avverrà il 20 agosto, due turni di gioco: uno dalle 18.30 alle 21.00, l’altro dalle 21.30 alle 24.00. È già possibile iscriversi contattando i numeri 339 7531 709 oppure 349 3366 083 o presso la Drogheria dell’Ignoto in via Milite Ignoto

25, Cutrofiano. Il costo di partecipazione è di 15€ a persona ed include una bevanda fresca a scelta

e qualche stuzzichino, più la coppa per il vincitore. Dopo la mostra sarà organizzato il torneo dei vincitori, che potranno accedere al super premio.

Ma cos’ha di realmente speciale l’idea? Dietro a quello che è semplicemente un intrattenimento ludico si cela uno scopo ben preciso: far conoscere la cittadina di Cutrofiano nella sua storia, nella sua conformazione geografica, nelle sue peculiarità non solo ai locali (soprattutto i più giovani) ma anche ai turisti (in particolare per l’aspetto storico-culturale). Perché, ad esempio, le contrade hanno quei nomi? Quanti sanno che Cutrofiano, uno dei feudi più grandi della provincia, è attraversato da importanti canali? Quali sono le principali strade del paese e quali le tradizioni?

Non meno importante è il ruolo formativo che hanno i giochi da tavola: attraverso il gioco, i più piccoli apprendono cosa sia il problem solving, la strategia, il pensiero critico e creativo, la socializzazione e il divertimento, imparano cioè ad essere artefici e responsabili delle proprie azioni, a poter quindi gestire il gioco, essendo protagonisti di numerose scelte; i giocatori più grandi e gli appassionati si concedono l’opportunità di mettere alla prova o di scoprire le proprie abilità, tengono allenata memoria e capacità cognitiva e riducono lo stress.

Infine l’importanza sociale: non è un caso che i giochi da tavola siano tornati in auge con la pandemia. Passare del tempo di qualità con famigliari, amici o perfetti sconosciuti, vivere un’avventura diversa, allontanarsi, seppure temporaneamente dal computer, telefono, tablet e da qualsiasi altro dispositivo elettronico per concentrarsi sulla strategia e sulle mosse degli avversari, fanno dei giochi da tavola un perfetto stratagemma per stare bene insieme e “coltivare empatia”!

È proprio per questo che la Drogheria dell’Ignoto, con il supporto della Pro Loco di Cutrofiano, proporrà periodicamente piccoli tornei nelle scuole o presso vari enti. Intanto, partecipare alla prima uscita, è un piacere che vi consigliamo di non lasciarvi sfuggire nel contesto magico della mostra, in un ambiente tranquillo e spensierato. Vi aspettiamo dal 7 al 20 agosto: ricordatevi di prenotare.

 Marco Forte

 
Di Redazione (del 07/10/2019 @ 19:51:06, in NoiAmbiente, linkato 1379 volte)

“Puliamo il mondo” è un’iniziativa ambientale che viene da lontano, nasce nel 1993 in Australia e in men che non si dica, si espande in tutto il mondo, compresa l’Italia, dove viene promossa per la prima volta nel 1994 da Legambiente. Così ogni anno, verso la fine di settembre, si mobilitano in tutto il mondo, milioni di volontari che si impegnano a valorizzare e ripulire il proprio territorio.

Quest’anno, l’Amministrazione di Galatina, nella persona dell’Assessora Cristina Dettù, ha voluto concentrare l’attenzione sulle due frazioni principali: Noha e Collemeto.

Per Noha, in quanto Associazione ambientalista, l’Amministrazione Comunale ha pensato bene di coinvolgere noi di Fareambiente, Laboratorio di Galatina – Noha. Non ce lo siamo fatto dire due volte, ed eccoci quindi a scuola con i bambini della classe V "A", guidata amabilmente dalla maestra Romilda Malorgio.

Fatta una breve presentazione in classe fra noi di Faremabiente e i bambini e bambine della fantastica classe V “A”, abbiamo condiviso tutti insieme l’importanza della salvaguardia del proprio territorio. Dopo aver distribuito agli allievi una copia della piantina di Noha con in evidenza i nostri Neni culturali, e donato a tutti un buono gelato da consumarsi presso la pasticceria Dulcis di Noha, ci siamo spostati con calma e nella più completa sicurezza, presso i giardini “Madonna delle Grazie”, ovviamente armati di guanti, pettorine e cappellini, e organizzati in gruppi per tipologia di rifiuti da differenziare.

Qui abbiamo trascorso il tempo necessario per ripulire in modo differenziato i giardini dai rifiuti di uso quotidiano che, purtroppo, nonostante i nuovi cestini installati di recente, continuano ad esserci.

La gioia e l’entusiasmo espressi da tutti i bambini è stata davvero sorprendente. Entusiasti di rendersi utili per il bene comune. In pratica sapevano già riconoscere la tipologia di rifiuti e la loro destinazione nella raccolta differenziata. E’ stata tanta la passione con cui hanno collaborato che se li avessimo lasciati fare avrebbero ripulito tutto il circondario. Quindi gli alunni della classe V “A”, a nostro giudizio, sono già degli esperti ambientalisti e meritano la lode per la materia in questione.

Al rientro in classe, con l’assistenza della maestra Romilda Malorgio e della referente, Igini Alessandra, e con la presenza partecipata delle assessore Loredana Tundo e Cristina Dettù, abbiamo condiviso la visione di un bellissimo video fruibile in rete, dal titolo “L’uomo distrugge la terra”.  Anche in questa circostanza gli allievi della Classe V “A”, si sono dimostrati molto attenti e ottimi intenditori dell’argomento “Puliamo il Mondo” che, sarebbe meglio, aggiungiamo noi di Faremabiente, cominciassimo tutti ad evitare di sporcarlo.

 

Puliamo il Mondo. Classe V A Noha 05.10.2019 Puliamo il Mondo. Classe V A Noha 05.10.2019
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Il Direttivo di Fareambiente Laboratorio di Galatina – Noha

 
Di Albino Campa (del 27/06/2017 @ 19:44:35, in Comunicato Stampa, linkato 2036 volte)

Il  28, 29 e 30 giugno prossimi si svolgeranno a Galatina le festività dei Santi Pietro e Paolo. Il programma dei festeggiamenti, curato dal  Comitato cittadino sotto la preziosa guida di Mons. Aldo Santoro della “Parrocchia SS. Pietro e Paolo Apostoli” e in stretta collaborazione con il Comune, prevede per il 28 alle ore 20,00 la processione religiosa in onore dei Santi, che attraverserà le vie della città accompagnata dalle Bande di Taviano e di Noha.

Dopo la solenne cerimonia, alle ore 22,00, in pazza San Pietro gli intervenuti ai festeggiamenti potranno assistere al concerto del gruppo di musica popolare “La Taricata” proveniente dalla Provincia di Brindisi. Tale concerto sarà l’ultimo in ordine cronologico della “Rassegna dei suoni di Puglia” ideata, realizzata ed offerta da Regione Puglia, Teatro Pubblico Pugliese e Puglia Sounds in collaborazione con il Comune di Galatina; rassegna che ha visto esibirsi nelle meravigliose piazze di Galatina gruppi musicali provenienti dalle  Province pugliesi.

Nella stessa giornata del 28 giugno, a cura del Club per l’Unesco di Galatina, si svolgerà alle ore 19,00 presso Palazzo Tanza (Corso Umberto I) la “Rievocazione del rituale terapeutico del Tarantismo nel momento della terapia domiciliare”. Alle ore 23,30 Piazza San Pietro vedrà l’arrivo dei carretti con le tarantate e a seguire il raduno spontaneo di tamburellisti e suonatori con la formazione delle cosiddette “Ronde” lungo le vie del centro antico.

Giovedì 29 giugno vedrà alle ore 09,30 l’arrivo a piazza San Pietro dei carri con le tarantate e alle ore 10,00 presso la Cappella di San Paolo la “Rievocazione storica dell’antico rito del tarantismo” con la partecipazione di Simona Indraccolo e i Kardiamundi.

Nello stesso giorno alle ore 21,30 in Piazza San Pietro si potrà assistere al concerto-spettacolo offerto dal Comitato festa in collaborazione con il Comune e il Club per l’Unesco. Il concerto spettacolo o a Galatina, a chiusura della festa patronale, è il risultato del lavoro comune di PauLAB, un laboratorio di ricerca e produzione artistica sul patrimonio immateriale salentino, coordinato da Andrea Carlino, e dell'Orchestra Popolare di Puglia, ideata e condotta da Claudio Prima e Giuseppe De Trizio.

L'orchestra, promossa dalle Associazioni culturali Manigold e Radicanto, riunisce per la prima volta in un ensemble inedito, musicisti provenienti da tutta la Puglia, per la produzione di un originale repertorio che mescola brani tradizionali a nuove composizioni, nell'idea di una tradizione in un continuo movimento.

Tra i protagonisti della serata il coreografo francese di origine siciliana Alexandre Roccoli e la sua compagnia ASTE, il cui lavoro nasce da un'indagine accurata sui gesti e i rituali perduti, in particolare sul tarantismo; il musicista franco-tunisino Amine Metani che suonerà le musiche della compositrice Deena Abdelwahed, esponente di punta della musica elettronica ispirata alla tradizione nord-africana; i ricercatori e gli artisti di PauLAB.

L'evento conclude idealmente la Rassegna Suoni di Puglia, ospitata all'interno del più vasto programma di GalatinArte, promossa dal Comune di Galatina e dalle associazioni culturali Manigold e Radicanto e sostenuta dalla Regione Puglia, dal Teatro Pubblico Pugliese e da Puglia Sounds. A suggellare questa serata inabituale che intreccia tradizione e contemporaneità, ci saranno le voci di Maria Mazzotta e di Raiz. Tutto questo per celebrare con un linguaggio nuovo il ricordo del dramma del tarantismo, dei suoi riti e delle intercessioni miracolose 'de Santu Paulu'

PauLAB nasce da un progetto di “Avamposti dell’Immateriale” con la collaborazione della Fondazione Lac o Le Mon, di Treccani Cultura, della Compagnie Aste de Lyon, de l’Institut Histoire Humanites dell’Università di Ginevra in collaborazione con il Comune di Galatina, Club per l’Unesco, World Music Academy e Comune di San Vito dei Normanni.

Durante l’intera giornata di venerdì 30 giugno si esibiranno in Piazza San Pietro la Banda di San Giorgio Jonico e la Grande Orchestra del Salento a cura del Comitato per la festa a cui si deve il merito, grazie all’instancabile attività posta in essere dai suoi aderenti, di farsi carico della complessa organizzazione della festa che sarà anche quest’anno illuminata dalle tradizionali luminarie, tipiche del territorio salentino.

Alle ore 21,00 presso Piazzetta Galluccio si svolgerà, a cura del Club per l’Unesco, il “Convegno scenico sul tarantismo” per la regia e con la presenza di Toni Candeloro.

Tra gli eventi collaterali, si segnala la mostra dal 22 giugno al 2 luglio presso il museo civico P. Cavoti “il Veleno della devozione: opere e documenti sul tarantismo dal ‘500 al ‘900”.

 

"La lista civica  IO AMO GALATINA farà parte del progetto civico proposto dal candidato sindaco Fabio Vergine" , così comunica Elena Esposito coordinatrice della lista.

"Ringrazio le donne e gli uomini che hanno  scelto di candidarsi con IO AMO GALATINA rendendo pubblica la loro volontà di allargare e potenziare ancora di più l'intera coalizione che fa riferimento al candidato Sindaco Fabio Vergine. Ciò che ci spinge a partecipare alla competizione elettorale è dovuto al fatto che Fabio, coraggiosamente, sta proponendo ai cittadini di Galatina un nuovo modello di amministrazione di prossimità.

Prefiggersi la realizzazione di ambiziosi e precisi obbiettivi oggi è possibile grazie alle ingenti risorse finanziarie messe a disposizione dell'Italia attraverso i fondi europei del Next Generation EU tramite lo strumento generale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Per volgere a vantaggio della comunità Galatinese questa irripetibile opportunità è necessaria una azione energica e decisa che deve necessariamente portare al raggiungimento di nuovi assetti organizzativi territoriali, per cerchi concentrici sempi più ampi,relazionandosi ed includendo preventivamente amministratori territoriali a vari livelli.

Tutto questo è presentato da Fabio Vergine ai cittadini di Galatina senza infingimenti, senza opacità, nella massima trasparenza, con il solo proposito di portare Galatina ad essere uno dei comuni capofila di una nuova dimensione territoriale. Per noi di  IO AMO GALATINA la strada dell'apertura e dell'inclusione è quella che un amministratore pubblico deve fare intraprendere alla propria comunità, rifuggendo e anzi contrastando le resistenze di coloro che credono che l'isolamento e la marginalizzazione siano le forme amministrative da adottare.

Sia chiaro: IO AMO GALATINA all'interno della coalizione farà la sua parte rappresentando i valori culturali di un  centro sinistra progressita e moderno , proponendo un programma fitto, frutto di percorsi di partecipazione che coinvolgano tutti i cittadini che verranno da noi sollecitati a declinare i loro bisogni,ma anche cammineremo ascoltando chi ha da proporre soluzioni per rendere Galatina una città sempre più attrattiva, moderna e funzionale.

Galatina Spazio Aperto

 
Di Redazione (del 21/11/2016 @ 19:42:18, in Comunicato Stampa, linkato 2077 volte)

«Ascoltate ragazzi, penso che dovreste sapere la verità secondo me: questa missione non è mai stata designata al successo. Se fossero sinceri ce lo direbbero. Ci direbbero che con tutta la gente che muore, chissenefrega dell’arte. Ma sbagliano. Perché è per questo che noi combattiamo, per la nostra cultura, e per il nostro stile di vita. Puoi sterminare una generazione di persone, radere al suolo le loro case, troveranno una via di ritorno. Ma se distruggi i loro conseguimenti, e la loro storia, è come se non fossero mai esistite, solo ceneri, che galleggiano. Quello che vuole Hitler, ed è la sola cosa che non possiamo permettergli.»

(George Clooney, Monuments Men)

 

Li chiamavano “Monuments Men”. Erano soldati, tanto coraggiosi quanto improbabili. Un esiguo platone di topi di biblioteca, colti e appassionati, arruolati all’esercito alleato durante il secondo conflitto mondiale e spediti nell’Europa in fiamme con una missione precisa: salvare i capolavori dell’arte.

 

L’iniziativa “The Monuments People” nasce, traendo spunto da questa storia – se pur diversa e con attori/protagonisti diversi –, dalla volontà di un gruppo di Guide Turistiche Abilitate - Regione Puglia di voler dare un contributo attivo alla tutela del Patrimonio Culturale del centro Italia colpito/segnato dal terremoto del 24 agosto 2016 e che a tutt’ora provoca danni nel territorio, non ultime le scosse del 30 ottobre 2016.

Le guide, in veste di soldati arruolati alla cultura, promuovono un grande evento con una varietà di tour guidati per il mese di dicembre 2016. Sul sito www.themonumetspeople.it o su Facebook è possibile consultare gli itinerari culturali o l’apertura straordinaria dei monumenti dislocati sul nostro territorio dal Gargano al Salento. La quota versata dai partecipanti all’iniziativa, verrà devoluta al restauro delle opere del Museo Civico “Cola Filotesio” di Amatrice.

Andrea Panico

 

Ventuno alberi storici saranno abbattuti nel centro di Galatina, nell’ambito del progetto di restyling dei giardini pubblici della cittadina di Piazza Dante Alighieri. Un piano ereditato dalla precedente amministrazione e al quale la nuova giunta sta dando corso. Ma comitati, cittadini, ambientalisti e un gruppo di medici non ci stanno: scrivono al sindaco Fabio Vergine. Rivendicano quei filtri “green” a tutela dei polmoni, in una zona gravemente compromessa dal punto di vista sanitario a causa della presenza di stabilimenti industriali ad alto impatto ambientale. I dossier degli ultimi anni, compreso il report Puglia Salute 2023, collocano infatti l’area del Galatinese in cima alle classifiche per l’incidenza di neoplasie polmonari e tumori in genere. E non solo.

La cittadina è costretta a confrontarsi anche con un altro dato: i suoi abitanti hanno a disposizione un coefficiente di verde pro-capite pari a meno di 2,80 metri quadrati, a fronte del minimo dei 9 metri quadrati disposto invece da un decreto ministeriale del 1968 (dati comparabili sul sito dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). La questione, intanto, è stata sollevata in Consiglio, nei giorni scorsi, dall’esponente della minoranza Antonio Antonaci, che riveste anche il ruolo di presidente della Commissione Sanità, incaricato da questa stessa amministrazione. Ma è stata poi rilanciata in un documento inviato lo scorso 19 gennaio al primo cittadino, a firma di diverse organizzazioni: Coordinamento civico ambiente e salute della provincia di Lecce; Noi Ambiente e beni culturali di Noha e Galatina; Natural-Mente No rifiuti  di Collemeto; Galatone Bene Comune; Isde sezione provincia di Lecce; Forum ambiente e salute e Nuova Messapia di Soleto.

(La nostra redazione ha contattato in mattinata l'Ufficio stampa del sindaco. Ma, per via di impegni, non ha rilasciato dichiarazioni).

La posizione di medici e ambientalisti
“Ricordiamo che Galatina soffre di eccesso di cementificazione da decenni, i cui effetti sono purtroppo ben visibili nello stato di salute della popolazione. Più volte, abbiamo segnalato agli organi preposti gli sforamenti della centralina Arpa (l’Agenzia regionale di protezione ambientale) di Galatina nelle rilevazioni di Pm10, Pm2.5, e il superamento costante della concentrazione limite di ozono. Dalle centraline Arpa (il link al sito Arpa) posizionate sul territorio di Galatina risultano sforamenti importanti: è risaputo che le polveri fini e ultrafini sono le più pericolose e penetranti negli organismi viventi, tanto da superare anche le barriere cellulari”, scrivono gli ambientalisti tra i quali sono presenti anche ingegneri ambientali, biologi, medici e giuristi.


Questi ribadiscono l’importanza della presenza degli alberi fondamentali non soltanto nell’assorbimento della Co2, ma anche come filtro per le vie respiratorie della comunità. Un albero di grandi dimensioni può arrivare a produrre ossigeno per almeno quattro cittadini, cosa che non può garantire un giovane arbusto. I nuovi esemplari, sottolineano i firmatari della lettera, ci impiegherebbero almeno 50 anni per svolgere la propria funzione, lasciando scoperta un’intera generazione futura.

“Pur riconoscendo il ruolo chiave e fondamentale di determinate competenze (agronomiche e forestali), occorre un coinvolgimento fattivo di altri punti di vista, soprattutto quelli di derivazione epidemiologica, urbanistica, ingegneria strutturale, così come una piena partecipazione delle associazioni ambientaliste e della cittadinanza”, concludono gli ambientalisti, chiedendo al sindaco Vergine un incontro pubblico alla presenza di tutte le parti coinvolte, per condividere l'amministrazione di un progetto straordinario che ha a che vedere con la salute  pubblica.

 Valentina Murrieri
(fonte: lecceprima)

 
Di Redazione (del 02/02/2022 @ 19:39:36, in Comunicato Stampa, linkato 550 volte)

I tempi stringono le prossime elezioni amministrative sono alle porte ma il dibattito politico stenta a decollare.

PNRR di qua' PNRR di la', ma di grazia per fare cosa? Per andare dove?

Premetto che non intendiamo candidarci con nessuno ma siamo fortemente motivati ad esercitare il nostro diritto di voto e coltiviamo la speranza di vedere finalmente la politica  con la P maiuscola protagonista in città.

Avendo quindi le mani libere diremo quello che pensiamo senza esitazione alcuna, convinti e sinceri nel solo ed unico interesse a favore di Galatina e dei nostri concittadini.

Bene iniziamo partendo dall'interesse principe di ogni comunità la Salute.

A noi fa specie che ci si strappi le vesti per il declassamento del Santa Caterina Novella e non si abbia nessuna voglia di capire perché in città l'incidenza delle neoplasie è drammatica.

Come dire si piange per il disagio nel doversi spostare per curare ma non perché si muore.

Il nostro sindaco affronterebbe subito il problema con puntuali analisi, controlli e verifiche  a tappeto sul territorio da effettuare con soggetti terzi autonomi e indipendenti.

Dopodiché interventi di bonifica e mitigazione delle criticità a spron battuto per riportare i valori nella norma.

Responsabile della salute pubblica o lo si è per davvero o non lo si è.

A braccetto con la salute ci va indissolubilmente il territorio e l'ambiente. Su questi argomenti la scelta è una sola. O si fanno gli interessi degli speculatori che arricchiscono pochi a danno di tutti o viceversa.

Parliamo ad esempio di pannelli solari. Se si installano sulle abitazioni, sugli edifici pubblici, nelle aree degradate e dismesse a beneficio di tutti è un conto, se si installano sui terreni agricoli di prima scelta è un'altra storia.

E vogliamo parlare del megagalattico piano regolatore dei ventuno comparti ( pochi nati, ma mai ultimati) in previsione di una città che poteva crescere  a volontà e che invece sconta una decrescita infelice sino a meno di 27.000 unità ?

Grazie signori speculatori voi e chi ve lo ha permesso, avete svalutato un patrimonio immobiliare dell' intera città del 30, 50, 70, per cento rispetto al valore di altri comuni del Salento che un tempo ci guardavano con invidia ed ammirazione.

Ecco il nostro sindaco ideale saprebbe correggere queste aberrazioni nominando ad esempio un assessore all' urbanistica di scuola "Barbanente" o per i più anziani " Cervellati". Un assessore qualificato, un accademico del settore, di animo ambientalista lontano da Galatina e dagli interessi di parte. Un bravo medico del territorio che sapesse curare le tante ferite aperte dando valore e dignità al patrimonio esistente.

A seguire trattiamo il tema Cultura .

Se chi ci vuole amministrare ha consapevolezza e amore per Galatina non può prescindere dal pensare ad un assessore al ramo di portata nazionale, un personaggio pubblico del valore e della notorietà di Sgarbi o Bonito Oliva o altri di tale livello perché la città lo merita . Basta manuali cencelli e scelte che mortificano….servono personalità di respiro internazionale per aspirare ad avere riconosciuti e promossi  i tanti tesori culturali presenti a Galatina.

E restando in tema di Cultura ma in questo caso della Legalità è urgente pensare alla guida della Polizia Urbana di una autorità indiscussa di alto profilo alla stregua dell' indimenticabile Commissario Capuano .

Un Alto dirigente in pensione degli organi dello stato, un Prefetto, un Procuratore, un Commissario di Polizia, comunque una persona terza competente, autorevole, indipendente che sappia contrastare una deriva ed un degrado sociale sempre più preoccupante.

Il responsabile all'annona insieme al Sindaco devono avere doti di pazienza,moderazione, equilibrio, capacità di ascolto per  smorzare i mille conflitti presenti in una comunità fortemente provata. Dio ci liberi e ci scanzi dai sobillatori soprattutto se si annidano nelle istituzioni !

Pazienza a questo punto se i restanti assessori verranno scelti seguendo le liturgie  consuete della politica. Una sola condizione . Gli assessori non devono essere afflitti da "fragilità" personali di alcun genere perché è inevitabile che diversamente il tutto si rifletterebbe in una imbarazzante debolezza del ruolo e delle funzioni ricoperte .

Vorremmo vedere persone serene libere e indipendenti impegnarsi al meglio per Galatina . Vorremmo che avessero chiaro la teoria della "finestra rotta" perché trascuratezza, sciatteria, indolenza non sono compatibili con buona amministrazione. A tal proposito vorremmo un assessore al centro storico che capisse il perché atti vandalici, deturpazione dei luoghi, comportamenti antisociali sono pericolosamente cresciuti nel centro antico . E giacche' ci siamo lo vorremmo vedere accompagnare un disabile in carrozzella tra strade, corti e uffici inaccessibili. E poi bellissimo sarebbe se l'assessore insieme al sindaco facessero un giretto a bordo di un automezzo dei vigili del fuoco. Potrebbero sincerarsi di persona sull'accessibilità o meno dei veicoli tra le già strette stradine del centro invase da parcheggio selvaggio, ponteggi, fioriere, tavoli ed altro .

Saremmo proprio contenti di scoprire che gli stupidi siamo noi che non sanno guidare un'utilitaria .

È così strano sognare una città più vivibile, con maggiore decoro urbano, con maggiore rispetto dei luoghi e delle persone, che aspira ad una migliore qualità della vita che ha a cuore il bene comune?

E per finire il nostro sindaco lui o lei che sarà, vorrei vederlo camminare spesso in città a testa alta, consapevole del grande onore di rappresentare la nostra città, vorrei vederlo salutare per primo chiunque incontra, cordiale, rispettoso e rispettato, vorrei innanzitutto vederlo sorridere!

A questo Sindaco daremo il nostro voto.

Auguri Galatina incrociamo le dita ….

PS  Dimenticavo : nei primi 10 giorni caro futuro sindaco può prometterci di attivare la Palestra di via Montinari e trovare un utilizzo per il pulmino di mezzo giorno in famiglia? Grazie

 

Associazione culturale

Galatina, Storia Arte Cultura

Dante De Ronzi

 
Di Redazione (del 21/03/2023 @ 19:38:55, in Comunicato Stampa, linkato 215 volte)

Con le partenze di questi giorni, entra nel vivo il Progetto europeo di mobilità ERASMUS+ “Improving your teaching skills”, realizzato dall’I.I.S.S. “Laporta/Falcone-Borsellino” di Galatina in rete con altri Istituti Scolastici del Salento.

Le attività sono state avviate a luglio 2022 con la formazione all’estero del Dirigente Scolastico Prof. Andrea Valerini, svolta presso Alpha School of English di Malta, e proseguono con altre importanti tappe.

Domenica 19 marzo 2023, due distinti gruppi della scuola sono, infatti, partiti per altrettante destinazioni: nel dettaglio, due docenti hanno raggiunto Barcellona per frequentare un corso presso la European Academy of Creativity; mentre, un docente, un assistente amministrativo e un assistente tecnico sono volati nuovamente a Malta.

Questo primo step del progetto, riservato al personale scolastico, si concluderà con il viaggio a Dublino dal prossimo 26 marzo per altri quattro docenti, che si formeranno sui temi dell’interculturalità presso la Europass Teacher Academy.

Insomma, un sogno che diventa realtà, una Scuola che vuole crescere e acquisire una dimensione europea, da tradurre in un’offerta formativa tecnica e professionale di qualità, a servizio degli studenti, della Città di Galatina e di tutto il territorio.

I.I.S.S. "Laporta/Falcone-Borsellino" - Galatina

 

 
Di Andrea Coccioli (del 02/08/2016 @ 19:38:36, in Comunicato Stampa, linkato 2892 volte)

Sig. Russo Piero Luigi,

dalla sua invettiva emerge che io sia al centro di quasi tutta l’attività amministrativa svolta, secondo Lei, con poca attenzione in questi quattro anni. Al di là delle sue opinioni personali nelle quali evidentemente non mi riconosco, ritengo di poterle rispondere per le questioni di mia competenza.

Credo che i cittadini abbiano elementi per valutare serenamente l’operato dell’Amministrazione Montagna e dei miei tre anni e mezzo di impegno amministrativo. Da parte mia, Le posso dire che ho vissuto e vivo felicemente la vita sociale di Galatina uscendo per le strade, frequentando le piazze, le attività commerciali, incontrando persone, salutando e parlando con tutti i quali mi hanno onorato della loro stima, amicizia, conoscenza. E sono tantissimi, fortunatamente. Sig. Russo Piero Luigi, la mia serenità d’animo, la mia voglia di continuare a fare, a tessere relazioni, a dialogare con tutti e impegnarmi per migliorare la nostra comunità non si fermerà certo davanti alla sua rabbia e invettiva contro la mia persona. Può star certo.

Vivo a Galatina, e io e mia moglie abbiamo scelto di far crescere i nostri figli a Galatina e le posso assicurare che farò di tutto perchè loro possano amare e rispettare questa Città. Lo farò, come ho sempre fatto in vita mia, impegnandomi nel sociale, in politica e cercando di dare esempi positivi.

Ma andiamo in ordine.

Risponderò punto punto alle sue critiche quando di mia stretta competenza. Ad alcune delle sue considerazioni tra l’altro , in questi anni di amministrazione Montagna, è stata data già risposta attraverso risposte alle interrogazioni consiliari oppure attraverso note scritte pubblicate sulle varie testate giornalistiche, ma certamente, repetita iuvant.

La ‘Lampada senza luce” di Gaetano Martinez. Si è provveduto a ristrutturare l’intero vano pompe, sono stati sistemati tutti gli impianti idrici e l’impianto elettrico mettendo nelle condizioni l’impresa di effettuare anche manutenzione continuativa per un anno. L’importo era comprensivo di IVA e manutenzione per un anno. Si è fatta regolare gara d’appalto, come sempre con trasparenza e  rispettando la legge. Ora la fontana funziona. Piuttosto dovremmo prenderci un po’ tutti cura di quel bene prezioso che ci ha lasciato Gaetano Martinez, rispettando e facendo rispettare semplici norme di convivenza civile come evitare di buttare nella vasca cicche, cartacce o altro ancora. Sarebbe altrettanto importante punire chi non rispetta i beni pubblici.

Rup per questioni di carattere economico-finanziario. La professionista in questione è stata incaricata con regolare procedura messa in atto dalla dirigente dott.ssa Rita Taraschi, persona sempre scrupolosa e attenta alla corretta applicazione delle norme. Il lavoro della professionista in questione è finalizzato a reperire risorse finanziarie a disposizione dell’ente. Si è reso  necessario procedere con una ricognizione delle disponibilità residue a valere sui mutui già concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti le cui opere sono state concluse. Lavoro mai svolto in precedenza, molto meticoloso ed espletato con grande impegno.

In particolare tale procedura consiste nel richiedere alla Cassa Depositi e Prestiti le erogazioni a saldo per quei mutui che presentano una disponibilità residua pari o inferiore a 5.000,00 € o nel caso di importi residui pari al 5% del mutuo a suo tempo concesso.

Il lavoro di ricognizione, che è stato espletato per il 50%,  ha portato i seguenti esiti:

somme per le quali è possibile richiedere l’erogazione a saldo: € 76.957,35;

somme che possono essere destinate alla riduzione del prestito originario ovvero ad un diverso utilizzo, nuovi investimenti senza incrementare il debito: € 247.684,69

Questa ultima somma è stata destinata alla riorganizzazione degli ambienti del tribunale per ospitare uffici amministrativi del Comune tra i quali Ufficio LLPP, Urbanistica, Vigili Urbani, Anagrafe e Ufficio Commercio. La nuova organizzazione degli uffici all’ex tribunale porterà indiscutibili vantaggi all’utenza in quanto  un unico luogo ospiterà più uffici e servizi a disposizione anche di utenza con difficoltà motorie. Purtroppo, attualmente, pochissimi uffici sono accessibili ai diversamente abili.

Palestra di via Montinari. Abbiamo inaugurato la palestra perchè i lavori conclusi dovevano subito portare al suo immediato utilizzo. Non si è ancora utilizzata per due motivi. Primo le società sportive di pallavolo e basket ritengono vada prima migliorato il terreno di gioco con altra superficie idonea. Due, serve maggiore collaborazione di tutti per dare seguito alle volontà politiche di un completo utilizzo delle strutture pubbliche. Non va bene che una struttura pubblica rimanga chiusa per molto tempo. L’autocritica è necessaria.

Centro Polivalente di Viale Don Bosco. La struttura è agibile, sono stati terminati i lavori appaltati e viene regolarmente utilizzata da chi ne fa richiesta. Sono stati già organizzati corsi di teatro, spettacoli di vario genere, feste, concerti e conferenze.

La struttura è stata intitolata a Pierantonio Colazzo per volere dell’Amministrazione Coluccia.

Asilo di viale Don Bosco. Abbiamo ereditato duemila problemi, quindi testa bassa e pedalare. E’ stato compiuto un grande sforzo organizzativo per risollevare il cantiere e aprire l’asilo. Ora l’asilo funziona.

Corso Porta Luce e pista ciclabile. Corso Porta Luce è parte del finanziamento PIRU-Piano Integrato Riqualificazione Urbana. E’ stato migliorato il progetto anche con la realizzazione di una pista ciclabile. Prima dell’amministrazione Montagna, Galatina aveva zero Km di piste ciclabili. Ora, grazie alla realizzazione della tangenziale sud-ovest e al miglioramento di Corso Porta Luce, possiede circa 2,5 km. E’ chiaro che ci deve essere la volontà dei cittadini e della politica per continuare a tracciare piste ciclabili se vogliamo rendere Galatina più ecosostenibile e favorire una mobilità dolce e più rispettosa dell’ambiente. La realizzazione di un ulteriore piccolo tratto di pista ciclabile tra angolo Corso d’Enghen- Corso Porta Luce passando da via Ugo Lisi - Ex Tribunale (in prossimità degli Uffici Pubblici), permetterebbe di collegare la tangenziale a tutto il Centro Storico, già zona a traffico limitato. Personalmente mi rallegro quando vedo le persone pedalare in sicurezza nella Città.

Utenze e canoni per telefonia e reti di trasmissione. C’era da fare una piccola rivoluzione. Ci stavamo provando ma non abbiamo finito il lavoro iniziato. Non conosco i dati dei primi sei mesi del 2016. Non ci sono stato. Mi sono dimesso a gennaio. Posso solo dirle che non ho mai utilizzato una scheda telefonica del comune, anche se assegnatami. Ho sempre e solo utilizzato una scheda telefonica con traffico dati pagata personalmente. Il mio numero privato era ed è anche pubblico e segnalato, sin dal 2012, sul mio profilo del sito istituzionale del Comune di Galatina.

Concerto del 27 agosto 2015 in piazza Falcone e Borsellino. Grazie alla sinergia tra diverse associazioni ad agosto del 2015 è stata organizzata una bella rassegna di arte, e cultura giovanile. Tra le diverse associazioni che hanno contribuito alla organizzazione degli eventi, c’è stata la partecipazione dell’Associazione Guerriglia Culturale che ha anche curato l’organizzazione del concerto in piazza Falcone e Borsellino. A un certo punto della serata per pochissimi minuti e prima di essere allontanato dal palco, uno dei componenti di uno dei gruppi rap che si sono esibiti ha urlato al microfono frasi irrispettose e volgari. Sia io, sia  i componenti dell’associazione giovanile Guerriglia Culturale, abbiamo preso nettamente le distanze dal ragazzo maleducato che ha offeso i presenti al concerto.

Sig. Russo Piero Luigi, nelle amministrazioni pubbliche succedono tante cose. C’è chi è bravo ad intercettare fondi pubblici, chi a programmare interventi di pubblica utilità, chi a progettare.  Poi bisogna realizzare gli interventi. Spesso in un unico mandato amministrativo non si riescono ad evadere tutte le fasi di un’idea. Noi abbiamo finito lavori iniziati da altri, certamente, ma abbiamo anche adeguato progetti poco completi, poi li abbiamo appaltati e  li abbiamo terminati. Abbiamo utilizzato le risorse del PIRU e del PIRP (Amministrazione Antonica), abbiamo appaltato e realizzato lavori, abbiamo recuperato fondi pubblici per evitare gli allagamenti nel rione Italia, abbiamo recuperato fondi pubblici per dare nuova vita allo storico Teatro Cavallino Bianco e altro ancora. Non è semplice, l’Italia è un paese che sta cercando la strada della semplificazione. Le complicazioni amministrative impongono l’acquisizione di pareri di molti enti pubblici ognuno con le sue peculiarità, le sue esigenze. Tanta burocrazia inutile frena il fare e la strada per arrivare a risultato è sempre più in salita. In tutto questo è stato fatto tanto. Perciò, giusto perché ripetere aiuta, Le allego le cose fatte perché è sempre meglio essere ricordati per le cose fatte anziché per le cose dette. Inoltre mi piace ricordare, anche a me stesso, che “Tra il dire e il fare, c’è di mezzo il ….FARE”.

Di seguito riporto i più significativi interventi effettuati e lo stato di definizione degli stessi da giugno 2012 a luglio 2016:

Lavori Pubblici

 

Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. I lotto funzionale

Importo progetto I lotto funzionale: 1.300.000,00 euro

Regione Puglia: 800.000,00 euro

Comune Galatina: 500.000,00 euro

Lavori completati

Inaugurazione Teatro effettuata il 28 novembre 2015.

 

Adeguamento e miglioramento rete fognatura bianca Rione Italia

Importo progetto: 700,000,00 euro

Finanziamento: Regione Puglia

Lavori completati

 

Scuole. Tutti gli istituti comprensivi. Poli 1, Polo 2, Polo 3

Interventi di manutenzione straordinaria scuole Galatina e frazioni

Importo totale progetti: 500.000,00 euro

Finanziamento: Comune di Galatina e Ministero

Lavori completati

 

Riqualificazione ed efficientamento Scuola Noha e aree adiacenti.

Importo progetto: 400.000,00 euro

Finanziamento: Regione Puglia. Importo da restituire in 10 anni senza interessi.

Lavori completati

 

Progetto di messa in sicurezza e rifacimento via Bianchini.

Primo di tre interventi previsti ognuno di 250.000,00 euro.

Importo progetto: 250.000 euro

Finanziamento: Regione Puglia (49%) e Comune di Galatina (51%)

Lavori completati

 

Progetto di pavimentazione stradale e pubblica illuminazione.

Importo progetto: 300.000,00 euro

Finanziamento: Comune di Galatina

Lavori completati

 

Progetto di riqualificazione Corso Porta Luce.

Rifacimento e riqualificazione di Corso Porta Luce, Sostituzione Illuminazione pubblica con Pali Artistici, Realizzazione Pista ciclabile, Rifacimento tappetino stradale, Nuovo rondò incontro via d’Enghien.

Importo progetto: 250.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

Lavori completati

 

Progetto di riqualificazione via principessa Iolanda, via Caforo angolo piazza Alighieri, via Giuseppina del Ponte.

Importo progetto: 250.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

Lavori completati

 

Centro Polivalente viale don Bosco

Finanziamento: PIRU

Struttura inaugurata e utilizzata.

 

Asilo Nido viale don Bosco

Finanziamento: PIRU

Lavori completati

L’asilo è utilizzato e perfettamente funzionante.

 

Palestra via Montinari

Finanziamento: PIRU

In attesa di essere concessa in uso.

 

Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. II lotto funzionale

Adeguamento funzionale torre scenica e utilizzo completo dei palchi.

Importo progetto II lotto funzionale: 800.000,00 euro

Regione Puglia: 800.000,00 euro

Lavori da appaltare. Procedure di Gara d’appalto avviate.

 

Progetto riqualificazione Ex convento Santa Chiara.

Importo progetto: 1.000.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

Lavori in corso.

 

Progetto di Riqualificazione basolato centro storico.

Importo progetto:  500.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

Gara effettuata e aggiudicata

Lavori in corso.

 

Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore SPORT:

Utilizzo delle palestre scolastiche comunali

E’ stato difficile coordinare e definire il calendario dell’utilizzo delle palestre scolastiche comunali, ma ogni anno con l’impegno e la volontà di tutte le società sportive si è definito il calendario di utilizzo  degli spazi sociali per lo sport.

 

Festa dello Sport 2014

La festa dello Sport “Sport Day 2014” ha visto la partecipazione di tante società sportive e di tanti ragazzi delle scuole degli istituti comprensivi. E’ stata una tre giorni di sport e partecipazione nello scenario della villetta San Francesco.

 

Festa dello Sport 2015

Festa dello Sport organizzata in collaborazione con SALENTIADI, le olimpiadi del Salento. Bellissimo evento sportivo interamente organizzato presso il complesso sportivo del Palazzetto dello Sport.

 

Green Olympic Games

Progetto che oltre a sensibilizzare sulla corretta separazione dei rifiuti per un ambiente migliore ha promosso i valori dello sport tra i più giovani.

 

Struttura Sportiva di Noha

La struttura sportiva di Noha ha ricominciato a vivere grazie all’impegno di alcune società sportive che l’hanno riaperta e ora quotidianamente è al servizio dei cittadini.

 

Patrocinio e contributi economici a varie iniziative sportive

E’ stato un piacere e un onore patrocinare numerosissime iniziative sportive tenutesi in questi anni. Un grazie va a tutte le numerosissime società sportive che iniettano energia positiva nel tessuto sociale alimentando lo spirito sportivo dei galatinesi.

 

Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore POLITICHE GIOVANILI:

Chiostro d’Estate. Estate 2012

Concerti, presentazioni di libri, convegni, spettacoli teatrali e musicali nella cornice del Chiostro dei Domenicani, scenario  suggestivo ed entusiasmante. Una serie di artisti e iniziative differenti, da Cesko degli Après la Classe al cantante folk milanese Andrea Labanca, passando per serate jazz, convegni, proiezioni di film d'epoca, dj set di artisti locali e il suggestivo concerto di Mino De Santis.

 

Festa della musica. Giugno 2013

Musica, cultura e arte. Queste le parole chiave della prima edizione a Galatina della Festa Europea della Musica. Dal 21 al 23 giugno 2012 sono stati tre giorni di musica tra rock, pop, hip-hop e musica popolare, presentazione di libri e una mostra di fumetti a cura di Lupiae Comix. Il tutto è stato realizzato all'interno del Chiostro del Palazzo della Cultura di Galatina e in piazza Galluccio. Tra i vari gruppi presenti alla manifestazione, I TOROMECCANICA e la GIOVANE ORCHESTRA DEL SALENTO, diretta da Claudio Prima. E’ stata notevole la presenza di giovani musicisti come i PLUG IN, CAMDEN TRIO, DYING PURPLE, T.GARAGE, SOOP & NINTAI e l’ORCHESTRA SPARAGNINA.

 

Ciclofficina sociale presso Mercato Coperto

Grazie alla collaborazione di alcune associazioni è nata all’interno del mercato coperto la CiclOfficina Sociale, spazio di socialità, incontro e condivisione. Un luogo dove promuovere la mobilità lenta e sostenibile, il riuso, il riciclo e la partecipazione attiva.

 

Mercato S…coperto,

Manifestazione realizzata all’interno dell’ex sede del Mercato Coperto in via Principessa Iolanda. Proposta rivolta al mondo giovanile della città che ha bisogno di spazi destinati alla socializzazione. L’iniziativa ha coinvolto le associazioni culturali della Città. L’iniziativa ha avuto lo scopo di rivitalizzare uno spazio di proprietà comunale in disuso, situato al centro della città e che già in passato è stato luogo deputato ad iniziative di partecipazione giovanile .All’interno dell’ex mercato coperto si sono svolti incontri d’autore, musica ed happening di discussione scientifica divulgativa.

 

Servizio civile nazionale

In tre anni più di venti ragazzi hanno lavorato presso il Comune di Galatina sviluppando progetti nei settori delle Politiche giovanili, Biblioteca Comunale, Museo e Ambiente. Il servizio civile è una iniziativa fondata sui principi della solidarietà sociale e vede i giovani i primi promotori del processo di partecipazione, in grado di trasformare una società in cui il cittadino è solo colui che riceve un freddo ed astratto servizio ad una società in cui tutti hanno la possibilità di essere attivi e socialmente utili.

 

Rassegna Giovanile NOTE A MARGINE

Note a Margine è stata una Rassegna “periferica” che ha avuto l’obiettivo di coinvolgere ed includere le Periferie della città come luoghi di riferimento alternativi e vitali, da un punto di vista non solo urbanistico ma soprattutto umano e sociale. Luoghi che spesso ispirano forme d'arte e   movimenti  sociali  rappresentanti  di un vero e proprio sottobosco multiculturale e multietnico,  un workinprogress costante e perpetuo, un laboratorio continuo. Spazi inespressi e inascoltati  da recuperare e trasformare, da aiutare ad emergere.

Con l'aiuto dell'associazionismo giovanile è stato scelto di selezionare alcuni “interlocutori d'eccezione” che grazie ai loro contributi hanno potuto affrontare il tema della periferia in luoghi prettamente periferici  attraverso dei  personali  approcci che spaziano dal  mondo della musica a quello del cinema, dal  teatro alla letteratura, al cibo ai graffiti, dall’hip hop alla street art. La ciliegina sulla torta è stata l’opera regalata alla Città di diversi artisti di graffiti che hanno abbellito, con la loro arte, il muro della scuola di via Ugo Lisi.

 

Cordiali saluti

Andrea Coccioli

 

Nell'ambito delle attività socio-culturali della parrocchia di Noha, martedì 14 gennaio 2020 alle ore 19.30, avrà luogo un interessante convegno dal titolo: Giovani e sostanze legali e illegali.

Si parlerà di alcolismo, tabagismo, doping, ludopatia, aree strategiche d'affari delle mafie che purtroppo non conoscono periodi di crisi.

Interverranno la dott.ssa Paola Lanzilotti, psicologa e psicoterapeuta della Comunità Airone di Trepuzzi (Le) e la dott.ssa Federica Giannaccari, criminologa.

Il meeting è aperto a tutti, genitori e figli, docenti e discenti, associazioni religiose e laiche, istituzioni e cittadinanza attiva.

La redazione

 

Manuel e Marco partono per un viaggio in Turchia dove vivranno un’esperienza ben oltre la semplice vacanza lontana dalle rispettive mogli. S’imbatteranno infatti in un mondo completamente diverso da quello Occidentale, dove avranno modo di entrare in contatto con una Istanbul segreta, sconosciuta alla maggior parte dei turisti, con le sue contraddizioni, con la sua cultura e la sua storia. 
In un precipitarsi degli eventi, Manuel si troverà coinvolto in una storia che affonda le sue radici nel fondamentalismo islamico: scoprirà infatti che Fatima, una giovane ragazza conosciuta in un locale che è una sorta di limes, di confine tra ciò che è la vita di tutti i giorni e quella sotterranea, lontana dagli occhi della gente, è stata reclutata per compiere un attacco kamikaze.
Con l’aiuto di Ermes, enigmatica e ambigua figura che si presenta come un importante uomo d’affari tedesco, e Viola, una ex fiamma di Manuel, riuscirà a sottrarla al suo destino di morte.

Carlo Sindaco. Nato vicino Varese, da oltre vent’anni vive in un paesino in provincia di Lecce. Impiegato, è sposato con Annalisa con cui ha avuto un bimbo di sei mesi. Ha pubblicato una raccolta di poesie - scritte in età giovanile - sul portale di UniLibro dal titolo “Liquidi in Eccesso”, e un breve racconto titolato “Risvegli”, inserito in una raccolta edita da Letteratura Horror.it. Carlo coltiva numerosi interessi: dalla Letteratura alla Filosofia, dalla Scienza al Gaming competitivo, dal Calcio giocato al Design Industriale, Sociologia della comunicazione, Informatica ed elettronica, musica, cinema e attività culturali in genere.

Arci Levèra Noha

 
Di Redazione (del 27/11/2021 @ 19:33:12, in NoiAmbiente, linkato 1193 volte)

Galatina, uno dei Comuni con maggiore estensione territoriale nella provincia di Lecce. E tante strade da gestire. Ci sono più strade che utenti che le percorrano. E molte di queste, soprattutto nelle campagne, sono in “balia” della natura che, armata di radici e di piante spontanee, prova a riprendersi quanto a suo tempo le fu strappato di mano. Ma ben venga la natura vista la desertificazione che si sta producendo intorno a noi, se non dietro nostra incitazione, sul nostro silenzio-assenso, prodotto non secondario dell’incoscienza (di classe).

Sembra che il problema più grande dunque sia la manutenzione delle strade (il che richiede un impegno di spesa che il Comune evidentemente non può permettersi di sostenere); ma il problema principale è la soverchiante presenza di rifiuti. Sdegno, amarezza, profondo rammarico e grande delusione, crediamo siano i sentimenti di molti concittadini che ogni giorno sono costretti a subire questo spettacolo.

Ogni giorno nuovi involucri dai colori e dalle forme più disparate appaiono ai bordi delle carreggiate, tutte, provinciali, comunali e campestri. Possiamo dire con certezza che non vi sono strade esenti da questi trattamenti. Tutte, o quasi, soffrono del medesimo virus.

Ogni giorno una parte di questi rifiuti viene spiaccicata dalle ruote degli automezzi in corsa, un’altra fagocitata dai rovi, un’altra ancora dagli aratri che operano nei campi limitrofi; molta resta incenerita nel corso degli incendi “purificatori”. Capita perfino di assistere a voli pindarici di sacchetti lanciati dai finestrini delle auto in corsa: sarà un nuovo sport olimpionico.

Di certo non è che i campioni del lancio rinsavirebbero con lo spauracchio delle multe, o con altre forme di repressione. La lotta continua insomma è impari e a noi non rimane altro da fare che documentare e denunciare i fatti, chiedere ancora una volta all’amministrazione comunale di provare a tamponare gli effetti del fenomeno con la pulizia periodica dei siti, e di questo passo prepararci a dover vivere come porci.

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali Odv - di Noha e Galatina

 
Di Redazione (del 09/10/2015 @ 19:33:08, in Comunicato Stampa, linkato 1837 volte)

La Commissione Comunale per le Pari Opportunità di Galatina organizza il prossimo 11 ottobre alle ore 18.00 al Palazzo della Cultura, una tavola rotonda sul tema del sessismo, con l'obiettivo di mettere in evidenza le profonde contraddizioni che condizionano e segnano la nostra società. E proprio attraverso il linguaggio, dimora dell'essere e potente motore di cambiamento, che si trasmettono diversità e diseguaglianze sociali, contribuendo al rafforzamento e alla costruzione di vecchi e nuovi stereotipi culturali.

"Le parole in genere: linguaggi e comportamenti sessisti", sarà questo il tema dell'incontro di domenica, un momento di riflessione per cercare di offrire gli strumenti necessari a riconoscere e contrastare questo fenomeno spesso molto subdolo , affinché le forme di comunicazione e i comportamenti siano rispettosi delle differenze di genere.
Al termine delle relazioni si aprirà un dibattito con i partecipanti all'evento. Introducono:

Fara Bandello, Presidente della Commissione Comunale per le Pari Opportunità di Galatina; Daniela Vantaggiato, Assessora alla Cultura e ai Servizi Sociali. Interverranno alla tavola rotonda:

Loredana De Vitis, dottoressa in Filosofia, giornalista e autrice, ideatrice del progetto internazionale "Io sono bellissima" contro gli stereotipi della bellezza femminile: " Lo scandalo di parlare al femminile"; Rossella Maggio, docente nella scuola superiore, scrittrice: " La parola, la scrittura, l'azione nell'ambito dei linguaggi e comportamenti sessisti";

Claudia Piccinno: dottoressa in Lingue e Letteratura Straniere, docente nella scuola primaria, poetessa: "Il sessismo sui banchi di scuola, stereotipi di genere nella letteratura dell'infanzia"; Evelina Nico: associazione Guerriglia Culturale, studentessa in Sociologia all'Università del Salento: “Quelle che non studiamo”;

Daniela Natale: dottoressa in Comunicazione, redattrice de “Il Galatino” e “Inondazioni.it”: “Le parole dei media: come si alimenta la cultura sessista”.

Modera Roberto De Mitry, Presidente Arcigay Salento "La terra di Oz"

Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.

 
Di Redazione (del 28/03/2023 @ 19:31:56, in NoiAmbiente, linkato 404 volte)

Le associazioni “Coordinamento Civico Ambiente e Salute della prov. di Lecce”, “Natural-mente NO RIFIUTI – Collemeto di Galatina”, “NoiAmbiente e Beni culturali di Noha e Galatina”, “Medici per l’Ambiente-ISDE ItaliaForum Amici del Territorio ETS”, “Nuova Messapia”, “Forum Ambiente e Salute”, “Associazione Bianca Guidetti Serra”, “Associazione Adotta Dog”, “Organizzazione di Volontariato Mobius Circle- ODV”, “CAS Coordinamento Ambientale Salento”, “Salento km0 APS” scrivono al responsabile della task force regionale per l’occupazione Leo Caroli “per esprimere parere contrario alla proposta di destinazione dell’impianto Minermix Galatina aduna ulteriore industria insalubre”.

Si parla di un’azienda di calce e derivati che ha sedi a Galatina e a Fasano (Br), il cui principale committente è l’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia.

Appena un mese e mezzo fa l’azienda è stata sotto i riflettori per il rischio licenziamenti paventato nell’ultimo periodo. Ad inizio febbraio si è tenuto un incontro proprio con la Task force regionale, a Bari, in cui l’azienda ha annunciato l’impegno di sospendere i licenziamenti (sono 59 i dipendenti) ed avviare la procedura di richiesta della cassa integrazione straordinaria per cessazione di attività. La proprietà ha confermato la scelta di carattere industriale di interrompere l’attività, dichiarandosi disponibile a valutare percorsi che conducano alla cessione.

Veniamo dunque alla lettera di cui sopra.

La lettera

“Gentilissimo dott. Leo Caroliin risposta alle recenti preoccupazioni espresse dalla popolazione galatinese a seguito diun possibile impianto di trattamento rifiuti speciali e non a Santa Barbara e dellesegnalazioni di emissioni anomale presso il cementificio Colacem, rimbalza su alcunepagine social la proposta avanzata dalla task force regionale, istituita per il salvataggio delcalcificio Minermix, di chiamare a raccolta altri cementieri o comunque produttori di rischioper la salute.Questa proposta, come forse lei saprà, si inserisce in un quadro territoriale molto delicato.Le autorità sanitarie e gli enti locali che siedono al tavolo provinciale V.I.S. (ValutazioneImpatto Sanitario) per valutare – secondo quanto riporta ASL Lecce – i danni e l’impattosanitario e ambientale con riferimento alle potenziali ricadute cumulative di tutte le attivitàproduttive presenti nell’area industriale, in particolare del cementificio Colacem Galatina,non possono ignorare che l’area Galatina/Soleto e comuni limitrofi, come confermatodall’Istituto Superiore di Sanità, dai rapporti Ambiente e Salute RePOL, dallo studioPROTOS, dai dati LILT e dell’OER Puglia, è un cluster che registra dati epidemiologiciallarmanti, in particolare per neoplasie polmonari, per l’esposizione ambientale come quellederivanti dalle emissioni di grandi camini industriali. Come riportato nei giorni scorsinell’ultimo Rapporto di Puglia Salute in tutta la Provincia di Lecce, in particolare nel Distrettodi Galatina, la fotografia dell’incidenza delle neoplasie è in peggioramento.Nell’area galatinese, la più industrializzata e malsana della provincia di Lecce, con lamaggiore concentrazione di grossi impianti industriali insalubri IPPC, il quadro sanitario eambientale non è stato sufficientemente rappresentato nei lavori della task force regionaleimpegnata nella vertenza Minermix.Lo stabilimento della Minermix Srl, attivo dal 1990, è adibito alla produzione, macinazione emiscelazione di ossido di calcio, calce idrata, premiscelati di minerali, grassello e malte peredilizia. È inserito nella ASI Galatina Soleto a poche centinaia di metri dall’area densamenteurbanizzata, insieme ad altri opifici di trattamenti rifiuti e comunque fortemente nocivi.Come Associazioni, abbiamo preso parte alla CDS del mese di marzo 2022, e in quellaoccasione abbiamo preso atto che la stessa Dr.ssa Teresa Alemanno, presente inconferenza di servizi per il riesame A.I.A. per il Dipartimento di Prevenzione ASL Lecce, puressendo stata molto concisa, ha evidenziato chiaramente la questione “area sensibile”,in riferimento all’area cluster tumore polmonare del Distretto di Galatina, chiedendoquindi ad ARPA se avessero loro effettuato delle verifiche sulle emissioni, con chiaroriferimento al potenziale apporto di ulteriori danni all’ambiente.Occorre ricordare che a Galatina insiste un cementificio Colacem attivo sin dalla fine deglianni ‘50, uno degli impianti più grandi d’Europa. Le ricordiamo che i cementifici sonocompresi nell’elenco delle industrie a maggior impatto ambientale in EUROPA, comeindustrie insalubri di Seconda Classe, cioè di impianti che devono osservare speciali cautelenei confronti del vicinato. L’insostenibilità ambientale è legata non solo alle emissioni diparticolato, di PCB (prodotto clorato simil diossina), metalli pesanti, (Mercurio, piombo,cadmio, cromo esavalente), tutte sostanze gravemente nocive per la salute, cancerogeneed interferenti endocrine, ma anche alla portata di consumo di acqua e suolo.Nel 2017 Colacem Galatina ha prodotto complessivamente 2.658.578 t di Clinker,2.883.528t di cemento, ha consumato 244 litri di acqua per ciascuna delle 309.900tonnellate di cemento prodotto, ovvero 75,6 milioni di litri di acqua. Il consumo è abnormeper un territorio già fortemente penalizzato dalla sua stessa conformità naturale, dove lospessore medio del sottosuolo riferito al livello del mare è di circa 60 metri, con scarsacapacità di filtraggio delle acque pluviali per via della sua condizione carsica, e con unafalda esigua che presenta forti infiltrazioni inquinanti.Le concentrazioni contaminanti e il correlato rischio mortalità mostrano un trend inpeggioramento, secondo quanto indicato in uno studio realizzato nel 2014 dall’istituto diScienze dell’Atmosfera e del Clima ISAC – CNR in collaborazione con l’Istituto di FisiologiaClinica del CNR attraverso una valutazione preliminare nei comuni di Sogliano Cavour,Galatina, Cutrofiano, Corigliano d’Otranto e Soleto.Gli impegni dichiarati anche da alcuni rappresentati politici locali pare che siano finalizzatinel voler salvare i 20 posti di Galatina, e forse anche i 39 di Fasano, con il rischio però diritrovarci un nuovo opificio maggiormente inquinante, chiamando a raccolta altri cementierio comunque opifici produttori di rischio.Inoltre, va tenuto conto dei riferimenti legislativi alla salute della popolazione e all’integrità

dell’ambiente esterno descritti nel d.lgs. n. 81/2008, N.81, sono norme che fanno esplicitoriferimento alla “salute della popolazione” e all’“ambiente esterno”.Da un lato, l’art. 2, comma 1, lett. n), definisce proprio il concetto di “prevenzione” comequel «complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità dellavoro, l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispettodella salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno».Dall’altro, l’art. 18, comma 1, lett. q), impone al datore di lavoro e al dirigente l’obbligo di«prendere appropriati provvedimenti per evitare che le misure tecniche adottate possanocausare rischi per la salute della popolazione o deteriorare l’ambiente esternoverificando periodicamente la perdurante assenza di rischio» (la violazione di taleobbligo è sanzionata dall’art. 55, comma 5, lett. c), d.lgs. n. 81/2008 con l’arresto da due aquattro mesi o con l’ammenda da 1.474,21 a 6.388,23 euro).Il Dispositivo dell’art. 452 bis Codice Penale, reato di inquinamento ambientale,determina quanto segue:• È punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro100.000 chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramentosignificativi e misurabili:1. 1) delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o delsottosuolo;2. 2) di un ecosistema, della biodiversità, anche agraria, della flora o della fauna.Quando l’inquinamento è prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolopaesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in dannodi specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata.Dalle norme, si evince come esse siano essenzialmente dirette ad evitare la possibile“esternalizzazione” dei rischi cui sono sottoposti i lavoratori nel contesto produttivo,obbligando l’impresa ad adottare tutti quei provvedimenti necessari affinché lapredisposizione delle misure di salute e sicurezza dei lavoratori non determini unriversamento all’esterno delle nocività presenti nell’ambiente di lavoro, pregiudicando lasalute della popolazione e l’integrità dell’ambiente [15].E’ vero che i galatinesi hanno bisogno di posti di lavoro, il lavoro è nel diritto costituzionale,per tutti, anche di chi va a cercarlo altrove. È vero che è necessario fare il possibile persalvare quei pochi posti esistenti, ma è altrettanto vero che il diritto alla salute èsacrosanto e altrettanto costituzionale, e va individuata una strada occupazionaleperseguibile, che tenga conto dell’intera cittadinanza.Come ben sappiamo tutti, a Galatina non c’è famiglia che non abbia un lutto a causa delcancro, o una patologia che tende a degenerare in tumore. Lo si dice dappertutto:nelle Cds aziendali, nelle Asl, nello studio Protos, nei recentissimi dati LILT, che vede laprovincia di Lecce seconda solo al Piemonte e alla Liguria in numero di morti per tumori, allapari con la Lombardia. Che il quadro sanitario di Galatina sia aggravato con un aumentoulteriore di tumori è anche denunciato nel Registro dei Tumori 2021 appena pubblicato, coni dati di incidenza che vanno dal 2013 al 2017.Lo stesso principio di precauzione consiglia di non rischiare la salute di giovani famiglie chemettono al mondo bambini, la parte più fragile della società, costruendo abitazioni a ridosso diuna zona industriale insalubre, come invece si sta facendo ancora oggi a Galatina, insistendonell’errore fatto negli anni ’70 del secolo scorso, o ri-attivando impianti insalubri, che andrebberoriconvertiti in green.Siamo convinti che quando si tratta di risolvere problemi di straordinaria importanza, come quellodi 30 o 100 posti di lavoro da tutelare, oppure il pericolo per la salute di 140.000 cittadini inermi,non lo debbano decidere solo alcuni rappresentanti della politica. Quando la questione èstraordinaria, si porta ad un tavolo di concertazione con tutte le forze sociali presenti sul territorio,anche con le nostre associazioni impegnate nella tutela dell’ambiente e della salute nei diversiprocedimenti autorizzativi.Certe responsabilità non devono pesare sulla coscienza o presunzione di nessuno, ne va deldiritto, ne va della democrazia, ne va dello stato di civiltà di una comunità, ne va del futuro deinostri figli.Basta fingere che il primato della più alta mortalità per tumori non esista, Galatina e la provinciadi Lecce sono sul podio. Non aspettiamo che il dolore delle persone che vedono morireprematuramente figli e parenti, diventi rabbia, o peggio ancora rassegnazione a doverbarattare il posto di lavoro con la perdita di salute propria, dei propri familiari o deiloro concittadini, rischiamo lo sfascio sociale.Auspichiamo l’impegno dei rappresentanti istituzionali, che si adoperano per il coinvolgimento dinuovi produttori di rischio, a non aprire le porte ad un altro opificio insalubre, di investire sullariconversione di Minermix in chiave green e di riflettere su quale soluzione possa portare ad unosviluppo sostenibile della nostra città”.

Fonte:  Il Gallo

 
Di Redazione (del 02/02/2024 @ 19:30:45, in Comunicato Stampa, linkato 961 volte)

CARNEVALE SOCIALE DI NOHA - Domenica 4 Febbraio 2024 alle ore 15:30

Il Carnevale Sociale sta per arrivare, come molti di voi sapranno, per questa prima edizione accenderemo i riflettori su un tema molto speciale: "Contro tutte le guerre". È il momento di unire le forze per celebrare la pace, l'armonia e la solidarietà!
 

Ore 15.00 - Raduno in Largo Michelangelo
Iniziamo tutti insieme a prepararci per l'avventura mascherata!
 

Ore 15.30 - Inizio sfilata con i gruppi mascgherati, scuole e associazioni di Galatina e il Carro allegorico a Tema Harry Potter del collettivo @novetrequarti2024
Una sfilata unica e colorata a favore della pace e dell'unità!
 

Ore 17.00 - Inizio esibizioni dei partecipanti
Lasciatevi sorprendere dalle performances straordinarie dei partecipanti, portando un messaggio di amore e fratellanza.
Gruppi Mascherati:

  • Abilmente Insieme;
  • Agribimbi;
  • Asilo S.Michele;
  • Furia Nohana;
  • Giorè;
  • Il Cielo è di tutti;
  • Istituti Comprensivi di Galatina;
  • Legambiente;
  • Levèra;
  • Liceo Colonna;
  • Liceo Vallone;
  • Noi Ambiente e Beni culturali;
  • Virtus Basket;

Ore 18.00 - Musica Live con Zigo e I Carosello Live&Cabaret
La giornata raggiungerà l'apice con la musica coinvolgente e lo spettacolo live, celebrando la gioia di vivere in armonia.

Non mancate a questa festa straordinaria che unisce divertimento, creatività e impegno sociale. 
Preparate i vostri costumi a tema "Contro tutte le guerre", portate l'entusiasmo e unitevi a noi per un Carnevale indimenticabile!
 

novetrequarti2024

 
Di Redazione (del 28/05/2021 @ 19:29:42, in NoiAmbiente, linkato 1288 volte)

Vogliamo ringraziare l’Amministrazione Comunale di Galatina, e in modo specifico l’Assessore ai lavori pubblici, Loredana Tundo, per aver accolto la nostra richiesta di sostituzione dei cartelli di segnalazione agli ingressi di Noha, oramai arrugginiti e quasi del tutto illeggibili. C’è mancato poco che si realizzasse la malsana idea che vagheggiava nella testa di qualche personaggio politico nostrano che confondeva gli accorpamenti amministrativi per una migliore sinergia economica  con l’eliminazione dei nomi delle frazioni. Capitava quando si chiedeva maggiore attenzione ai Beni culturali di Noha. Insomma è stato come aggrapparsi ad un salvagente bucato. Senza considerare invece il fatto che l’identità va salvaguardata e difesa, proprio in nome della diversità e della storia di ogni popolo, sia esso di 100, 1000 o di milioni di abitanti. L’identità soprattutto se affonda le sue radici nella storia, proprio come quella di Noha, è un valore.

E a proposito del nome di Noha, cogliamo l’occasione per una rapida carrellata dei suoi momenti storici, in tre macro momenti: 1192; 1550; 1804 per finire ai nostri giorni.

 

CONCLIUSIONE: nei documenti citati di seguito e nelle mappe antiche, Noha è sempre chiamata con i seguenti nomi: Noe, Nohe, Noia e a volte Novae; Soltanto dal 1811 in poi, allorquando fu pubblicata la nuova circoscrizione territoriale che divise la provincia di Lecce in Comuni, Circondari e Distretti, il Comune di Galatina considerò Noha come sua frazione, da questo momento il suo nome comparirà sempre come è oggi, NOHA.

Non si capisce bene il motivo per cui si sia voluto cambiare il nome senza sceglierlo dalla sua antica storia, ma non ha molta importanza, per nostra fortuna la storia non la si può cancellare. Ciò che è importante è continuare difendere la propria identità, fa parte anche del nostro bagaglio personale. Dimenticare vuol dire perdere la memoria e se non si ha memoria ci si perde facilmente in tutto.

 

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1192 - Jacopo Antonio Ferrari, celebre letterato, storico dei territori italiani nato a Lecce il 24 luglio 1507, in Apologia paradossica, Lecce, pagg.412-413, e più precisamente a proposito della concessione delle Baronie che avvenne nel 1192 (da “NOHA LA SUA STORIA” di Padre F. D’Acquarica, imc; Arti Grafiche Marino- Le; 18 marzo 2021). Scrive così:

Tancredi, volendo che quel più fortemente combattessero alle guerre che egli avea da fare, combattendo ancora per la difensione delle loro baronie, onde:

Al Cavaliere Simbiasi donò Morciano e Salve

Al Caval. Buonsecolo donò Racale e Felline

Al Caval. Incrini, Curigliano e Castrignano

Al Caval. Panevino, S.Pietro e Cutrofiano allora casali

Al Caval. Guarino, Surano ed Acquarica

Al Caval. Chiaromonte, Sternatia allora casale e Zullino

Al Caval. Goti, Vaste e Muro

Al Caval. Falconi, il casale di Galatola e Fulcignano

Al Caval. De Persona, Matino e Seclì

Al Caval. Montefusco, Aradeo e Bagnolo

Al Caval. Monteroni, Taurisano e Specchia

Al Caval. Lettere, Melpignano

Al Caval. DE NOHA, NOJA e Giordignano (è Nicola De Noha)

Al Caval. Capace, Barbarano e Brungo ora feudo disabitato in Muro

Al Caval. Maresciallo, Carpignano e Cursi

Al Caval. Securo, Cursano e Presicce

Al Caval.Lubello, Maglie e Sanarica

Al Caval.Fuggetto, Casarano e Taviano

Al Caval. Anibaldo, Minervino e Morciano

Al Caval.Remanno, Galignano e Martano.

Dal documento riportato siamo dunque informati che nel 1192  esisteva la Baronia di Noia dei Signori De Noha.

 

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Nell’opera “Descrittione di tutta Italia “ scritta nel 1550 da Fra Leandri Alberti, un frate fiorentino, dell'Ordine domenicano,  vicario del convento romano di Santa Sabina e inquisitore di Bologna probabilmente dal 1550 al 1551 o al 1552, alle pagine 196 e 197, ci descrive quello che vede percorrendo il Salento da Otranto verso Gallipoli, e nel tratto in cui si avvicina a Noha, scrive:

Come dinanzi ho detto, si veggono assai ville, e contrade molto habitate dai Greci, in questo paese che si ritrova fra Otranto e Corliano, che è tutto dilettevole e producevole di saporiti frutti. Più oltre Corliano, 5 miglia, appare il nobile Castello di S, Pietro in Gallatina, posto fra e grandi selve di olivi. H ala Signoria di questo Castello Ferrando della Nobile famiglia de ii Castriota, che quivi vennero dall’Albania, fuggendo davanti ai Turchi. Egli è questo Signore molto humano e generoso, quindi parrtendosi e camminando un miglio appare Soleto, molto antico luogo, circa il piccolo colle che riguarda a mezzo giorno, posto, Soletum da Plinio nominato, del quale yiene la signoria il Duca di S. Pietro in Galatina. Non meno è pieno il paese di questo Castello di Olivi di quello di S. Pietro in Galatina sopra nominato. Dopo tre miglia ritrovasi Sternatia, da Otranto discosto tredici miglia, fra questo luogo e Otranto da ogni lato vedensi Ville Contrade e  Castella, tra i quali vi è Scuriano discosto dal bastardo otto miglia, e da cui appare il fortissimo castello di Noia posto in forte luogo.

 

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Lorenzo Giustiniani, docente di critica d'arte all'università partenopea, nella redazione del suo Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, opera monumentale del 1804,  di Noha scrive:

NOE, NOHE, NOJA, come trovasi diversamente presso gli autori, e nelle carte de’ bassi tempi, è una terra in Otranto, in diocesi di Nardò, distante da Lecce miglia 15, e 7 da Nardò. Vedesi edificata in un’altura ove respirasi aria mediocre e si vuole di molta antichità ed abitata da Greci. Il suo territorio è fertile in grano e in vino. In oggi trovasi abitata da circa 500 individui tutti addetti alla sola agricoltura. Or questa terra del Ducato di Puglia era di qualche riguardo nei tempi dei Normanni, infeudata all’uso Longobardo, e colla contribuzione di 4 militi. In oggi è unita al Ducato di Sanpietro in Galatina della famiglia Spinola.

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali odv; Noha e Galatina

 
Di Redazione (del 15/12/2021 @ 19:28:42, in NoiAmbiente, linkato 723 volte)

Gentile Direttore, o caro Don Francesco (che preferiamo), oggi osservando per caso i giornali esposti in un'edicola della nostra cittadina, ci è "caduto l'occhio" sull'editoriale dc "Il Galatino" n. 18, del 5 c.m. e siamo rimasti sorpresi e nel contempo contenti. Sorpresi perché proprio stamattina, parlando fra noi soci del direttivo di NoiAmbiente, dei gravi problemi che sempre più spesso uccidono, nel senso vero della parola, molti nostri concittadini, si diceva così: "non leggiamo mai su nessuna testata giornalistica galatinese notizie che riguardano l'alta percentuale di inquinamento che grava stilla popolazione e di quante sorgenti e produttori di inquinanti ci circondano.
Questa de "Il Galatino", quindi è la sorpresa. Dobbiamo quindi dirti grazie, caro Don Francesco, pur trattandosi di una bruttissima questione. Ma è inutile nascondere la testa sotto la sabbia e fingere che vada tutto bene. La verità soprattutto se "brucia" va denunciata con forza. Contenti, invece, lo siamo perché finalmente un giornale galatinese importante per la sua storia e la sua ricchezza culturale, ha il coraggio di denunciare. Hai fatto bene a ricordare il primato attuale di Galatina: altissimo tasso di mortalità per tumori.
È vero, il Santo Padre non perde occasione per gridare al mondo che così come stiamo vivendo non va bene. È anche vero che l'umanità vive tutta sotto uno stesso ciclo c il cambiamento climatico coinvolge l'intero pianeta. Ma è anche vero che il ciclo dei nostri 16 comuni (Galatina, Galatone, Maglie, Soleto, Sternatia, Zollino, Corigliano d'Otranto, Cutrofiano, Soleto, Cursi, Neviano, Collepasso, Scclì, Melpignano, Castrignano dei Greci, Sogliano Cavour), quelli indicati come Cluster per la percentuale più alta del tumore ai polmoni, ci crollerà addosso prima del resto. Crediamo che sia inutile fingere di non sapere, ma soprattutto insistere nel non ritenerlo prioritario. Prioritario su tutto, perfino sul lavoro, a che serve avere il lavoro se poi ti uccide e fa ammalare i tuoi stessi figli? Prioritario quindi è vivere in un ambiente salubre. Per prima cosa conviene  essere tutti d'accordo su questo punto, e gridarlo da un unico altare: salvaguardiamo il nostro Salento. Sia il progetto Protos, che il registro dei tumori della ASL provincia di Lecce, sia il progetto Minore promosso e realizzato da LILT (Lega Italiana contro la Lotta ai Tumori), che lo Studio I.MP.AIR, inerente ai danni precoci al DNA dei bambini di Galatina portato avanti dall'Università del Salento, tutti stanno gridando sempre più forte che il nostro territorio è avvelenato dalle emissioni di metalli tossici prodotti dagli opifici (e i Comuni di Galatina, Soleto e Sogliano sono circondati da attività insalubri) che bruciano ancora carbone e ora perfino rifiuti, che mangiamo plastica triturata negli alimenti, come succede ai pesci senza esserlo, pesci.
Infine un ultimo appello lo rivolgiamo a te Don Francesco che hai dato voce a questo dramma: solo uniti saremo più forti.

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali 

 

Cari Amici di "Noi Ambiente e beni culturali", condivido con voi le preoccupazioni esposte. Dobbiamo aiutare la nostra terra a recuperare la sua vitalità se vogliamo vivere. L'aria sana e i prodotti della nostra terra sono la cura migliore perla nostra salute e la garanzia per il nostro futuro. É necessario pertanto: coraggio, retta intenzione e verità. Uniti per la vita. Le scelte da compiere sono chiare e inequivocabili, occorre solo perseguirle. Non più parole, ma fatti. Quasi in ogni famiglia o nella parentela c'è una persona che soffre e con lei soffriamo anche noi. Non possiamo essere indifferenti. Non scartiamo mai chi è inchiodato ad un letto o legato ad una flebo. Ascoltiamo il loro grido, condividiamo le loro lacrime e daremo sapore ai nostri giorni. Fermiamoci e ripartiamo bene. Si può, si deve. È importante per tutti noi. Ora o mai più. Grazie amici. Un abbraccio. Non stancatevi di osare per il bene di tutti. 

Don Francesco Coluccia 

 

 

Venerdì 24 novembre sarà una giornata speciale perché lo scrittore, doppiatore, coach e scout letterario Leonardo Patrignani farà tappa a Galatina per il tour di presentazione del suo ultimo thriller, "La Cattedrale di Sabbia".

Per tutti coloro che avranno il piacere di farsi trasportare in un futuro possibile, sospeso tra realtà virtuali immersive, memoria e inganno, l'appuntamento è alle 19:00 allo Chalet delle Rose, insieme a Leonardo, alla bravissima scrittrice Elisabetta Liguori, moderatrice dell'incontro, e alla impeccabile supervisione della Libreria Fabula.

Sempre venerdì, ma durante la mattinata, Leonardo Patrignani farà tappa nelle scuole, per un utilissimo workshop di due ore di scrittura creativa, dal titolo: "Il viaggio dell'Eroe spiegato a ragazzi e ragazze". Prima nella scuola secondaria di primo grado "Giovanni XXIII" di Galatina, e poi in quella di Taviano, Leonardo Patrignani svelerà il dietro le quinte della costruzione delle storie.

Dalla struttura narrativa agli archetipi, passando attraverso esempi presi dal mito, dall'epica, fino ad arrivare alle storie di oggi che i ragazzi conoscono e amano (Harry Potter, Avengers, film Pixar etc). Per scoprire che si è tutti piccoli sceneggiatori quando si scrive un tema in classe, si racconta un episodio agli amici, si parla delle vacanze appena finite. E che ci sono regole valide sin dai tempi di Aristotele, e un'impalcatura invisibile dietro la costruzione di qualsiasi storia, che sia un film, un romanzo, un fumetto.

Indubbiamente l'ennesima conferma dell'attenzione che la Dirigente Rosanna Lagna con la coordinatrice Prof.ssa Paglialonga e tutto il team di insegnanti riservano al tema dell'importanza dello storytelling per i ragazzi e le ragazze.

Uno speciale ringraziamento va ovviamente ai preziosissimi partner che hanno reso possibili queste iniziative culturali: il Gruppo Gaetani, lo Studio odontoiatrico della dott.ssa Sandra Antonica, il ristorante Terra di Lecce e il ristorante pizzeria Zona Franca di Galatina.

A venerdì!

 Marco De Matteis

 
Di Redazione (del 30/08/2020 @ 19:26:11, in NoiAmbiente, linkato 1508 volte)

Gentilissimo Assessore Loredana Tundo,

entriamo nello specifico senza perderci nei lunghi meandri del degrado che regna da decenni dentro e fuori Noha. Ci rivolgiamo all'Assessore ai lavori pubblici e all'urbanistica, ruolo che il Sindaco, come egli stesso ha dichiarato in varie occasioni pubbliche, ha voluto riservare ad una persona di NOHA.

Non poteva certo fare scelta migliore.
Lasciamo per ora da parte la storia di quei benedetti Beni culturali di Noha, che, come molti in questo periodo, sembra siano andati in ferie, nonostante in passato, e per secoli, non abbiano mai fatto un turno di riposo, dando lustro, identità e peculiarità alla nostra comunità nohana, o per meglio dire di Noe, Noje o Nove, come si usava scrivere su tutte le  carte fino agli inizi del secolo scorso.

Sono trascorsi 50 anni da quando P. Francesco D'Acquarica, pubblicò il primo libro sulla storia di Noha sbatacchiandoci sotto il naso la nostra civiltà, l’arte e quindi la storia e le storie: delle tre torri, delle tombe messapiche e dei loro menhir, del castello con case di corte e casiceddhre annesse, del frantoio ipogeo, delle chiese, dei cimiteri sottostanti le chiese stesse e dei palazzi, della torre dell’orologio, della trozza, delle masserie, eccetera.

Ma la nostra, forse, è una storia di periferia e a quanto pare non degna di attenzione da parte delle amministrazioni galatinesi.

Con questa lettera aperta, intendiamo invece evidenziare il senso di disagio, per dire la verità il senso rasenta la vergogna, e la vergogna ha a che fare con la bellezza, in quanto è determinata dalla percezione della violazione delle norme (cfr. Gianrico, Carofiglio, La manomissione delle parole, Rizzoli, Milano, 2010, pag. 65), dicevamo quindi, il senso di disagio che si prova quando si entra o si  esce da Noha percorrendo via Aradeo. Non è che venendo da Galatina o da Collepasso (gli altri due ingressi principali) la cosa sia meno imbarazzante, ma se non altro non hanno l'onore di aprire l'accesso verso il nostro camposanto.

Ecco. Andare al camposanto è un po' come dire: " meglio chiudere gli occhi per non vedere".

Correva l'anno 1951, e magari testimoni ancora viventi lo possono confermare, la via Aradeo era ancora da asfaltare e finalmente, dopo ben 25 anni di progetti, verifiche e carte per costruire il camposanto, il progetto venne realizzato e con esso il sontuoso viale di eucalipti che ha donato ossigeno e dignità per quasi settant’anni sia a chi andava via da Noha, sia a chi vi entrava.

Lo diciamo da anni che quel tratto di strada è in uno stato indecoroso sia dal punto di vista dell’immagine che della sicurezza. La risposta alle nostre richieste è sempre stata la stessa: le idee non mancano.

Finalmente, dopo ormai quattro anni di resistente e intenso lavoro di questa amministrazione, per uscire dal tunnel del “grande debito” comunale, si sentono annunci di progetti che valgono addirittura milioni di euro e che quindi, grazie all’impegno di tutto l’organico amministrativo,  pare debbano scivolare su Galatina, e noi speriamo un po' anche su Noha, magari cominciando a salvare questa ultima sporca dozzina di eroi che hanno visto e aiutato a crescere almeno tre generazioni. In fondo la pista pedonale, seppur striminzita, è già tracciata, e i primi 5 metri ci sono già, si tratta solo di completare gli ultimi 495.

Ci chiediamo come abbiano potuto fare i nostri genitori e nonni nel 1951, dopo appena sei anni dalla fine della seconda guerra mondiale, tempi di sacrifici, di miseria e di emigrazione, come abbiano potuto realizzare un’opera così grande, il Camposanto ed un viale lungo circa 700 metri di maestosi eucaliptus, e oggi, che invece strombazziamo ricchezza e benessere a destra e manca, siamo soltanto capaci di creare deserti.

In conclusione chiediamo:

  • Che venga portata a termine la pista pedonale su via Aradeo;
  • Che siano salvati gli eroi esistenti e piantati quelli distrutti per costruire il nulla;
  • Che vengano ripristinati i viali alberati di via Castello e via Collepasso;
  • Che sia realizzata una pista ciclopedonale su via Dalla Chiesa;
  • Che vengano messi dei dissuasori per limitare la velocità degli autoveicoli su via Aradeo, via Collepasso e via Dalla Chiesa.

 

Gli alberi sono la salvezza della Terra.

Certi di una sua risposta e interessamento concreto alle questioni in oggetto, porgiamo i nostri più Cordiali saluti

Il Direttivo di NoiAmbiente

 
Di Redazione (del 16/05/2019 @ 19:25:40, in Comunicato Stampa, linkato 975 volte)

“Il Maggio dei Libri” è la campagna nazionale promossa dal Centro per il Libro e la Lettura del Ministero per i Beni e le Attività culturali e del Turismo, e persegue l'obiettivo di promuovere il valore sociale della lettura come elemento di crescita personale, culturale e civile. La Biblioteca “Pietro Siciliani”  anche quest’anno aderisce al progetto.

 “Se voglio divertirmi leggo”  è lo slogan dell’edizione 2019,  con questo motto giocoso  la biblioteca ha programmato attività pensate soprattutto per i bambini e le loro famiglie; incontri informativi per conoscere i benefici della lettura sin dalla più tenera età rivolto agli adulti; la presentazione della famosa graphic novel “Nostra Madre Renata Fonte” di Ilaria Ferramosca; attività di promozione alla lettura per le scuole dell’infanzia e le scuole primarie;  la finale di “Lettori in gioco” , il progetto realizzato con la scuola secondaria dei primo grado del Terzo Polo di Galatina;

Questo il programma

Martedì 7 .Biblioviaggiando: visita guidata, lettura animata e laboratorio creativo per gli alunni delle scuole dell’infanzia. Ore 10:00-12:00

Giovedì 9. Com’è Bella l’amicizia: incontro con gli alunni della classe prima della scuola primaria dell’Ist. com. Primo  Polo. Visita guidata, lettura animata e laboratorio. Ore 10:00-12:00

Sabato 11. Storie col Ciuccio: Incontri informativi sui benefici della lettura per la prima infanzia, esempi di lettura dialogica, esposizione di libri che stimolano le emozioni e la mente del bambino più di altri. Ore 17:00. Incontro per genitori e bambini dai 0 ai 3 anni.  Su prenotazione

 Martedì 14. Biblioviaggiando: visita guidata, lettura animata e laboratorio creativo per gli alunni delle scuole dell’infanzia. Ore 10:00-12:00.

 Mercoledì 15. Secondo incontro conoscitivo per i potenziali Lettori Volontari per bambini da 0 ai 6 anni. Dalle ore 16:00. Incontro curato dalla dott.ssa Giovanna Rosato referente AIB-Puglia sez. Biblioteche Ragazzi e Nati per leggere. È gradita prenotazione

Giovedì 16.Com’è Bella l’amicizia: incontro con gli alunni delle classi  della scuola primaria dell’Ist. com. Primo  Polo.  Visita guidata, lettura animata e laboratorio. Ore 10:30-12:00

Martedì 21. Biblioviaggiando: visita guidata, lettura animata e laboratorio creativo per gli alunni delle scuole dell’infanzia. Ore 10:30-12:00.

Venerdì 24. Presentazione del  graphic novel  Nostra Madre  Renata Fonte di Ilaria Ferramosca.  Esposizione degli otto elaborati vincitori del Library’s Talent con i vincitori come ospiti. Dalle ore 17:30 alle ore 19:00. Incontro gratuito aperto a tutti.

 Sabato 25. Storie col Ciuccio:Incontri informativi sui benefici della lettura per la prima infanzia, esempi di lettura dialogica, esposizione di libri che stimolano le emozioni e la mente del bambino più di altri. Ore 17:00. Incontro per genitori e bambini dai 0 ai 3 anni. Su prenotazione

 Martedì 28. Biblioviaggiando: visita guidata, lettura animata e laboratorio creativo per gli alunni delle scuole dell’infanzia. Ore 10:30-12:00

Giovedì 30. Lettori in Gioco: finale del gioco pensato e realizzato per le classi seconde della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Terzo Polo di Galatina. Sfida tra le classi in biblioteca, premiazione vincitori. 

Martedì 4 giugno.  Com’è Bella l’amicizia: incontro con gli alunni della classe prima della scuola primaria Ist. Comp. Terzo Polo . Visita guidata, lettura animata e laboratorio. Ore 10:00-12:30

Gli incontri sono gratuiti e aperti a tutti tranne quelli indicati diversamente. Per info e prenotazioni scrivere a chiedialbibliotecario@comune.galatina.le.it  o  telefonare allo 0836-565340

Ufficio Stampa Amante

 
Di Marcello D'Acquarica (del 25/03/2014 @ 19:24:50, in NohaBlog, linkato 3690 volte)

Ieri, come capita ogni tanto, mi ha chiamato al telefono l’amico Antonio Mellone per dirmi che dalle terrazze della casa comunale di Noha hanno portato via una camionata di terra.

Bene! Concludo. Allora questo dimostra che scrivere e denunciare lo stato del degrado che regna sovrano sui beni culturali di Noha a volte serve a qualcosa.

A questo punto, per evitare che al prossimo sforzo debbano intervenire con intere carovane di autotreni per portare via le macerie dei restanti beni culturali di Noha come, dico a caso, la torre medievale, le casette, la casa rossa, la torre dell’orologio, il calvario che si appresta a sprofondare negli abissi della terra, la masseria Colabaldi, il frantoio ipogeo e tutto il centro storico di Noha, incoraggiato anche dal mastodontico sforzo dell’Amministrazione Comunale, rivolgo l’ennesima lettera aperta agli addetti ai lavori:

  • Signor Sindaco, dottor Cosimo Montagna, dov’è finita la documentazione che in occasione della festa di San Michele Arcangelo dello scorso anno, e precisamente nell’omonima piazza, in presenza del nostro “consigliere delegato”, consigliera avv. Daniela Sindaco, disse che avrebbe fatto vagliare dai suoi tecnici?
    (http://www.noha.it/NOHA/articolo.asp?articolo=868)
  • Assessore alla cultura, dottoressa e professoressa Daniela Vantaggiato, che fine hanno fatto i suoi buoni propositi riguardo sempre ai beni culturali di Noha, dietro mio invito a leggere la lettera aperta rimasta appunto aperta, in occasione di una sua visita al Presepe Vivente del Natale 2012 a Noha?
    (http://www.noha.it/NOHA/articolo.asp?articolo=868)
  • Assessore ai LL.PP, Sport e Politiche giovanili, ingegnere Andrea Coccioli, rispondere alle lettere richiede meno impegno che partecipare in una sede di partito, dove il dialogo rischia di diventare un monologo e le decisioni conseguenti, semmai ce ne fossero, un perseverare dell’errore. Non trova?
    (http://www.noha.it/noha/articolo.asp?articolo=1283)
  • Consigliere dottor Gian Carlo Coluccia, Sindaco al tempo della lettera allegata, perché non c’è mai una risposta alle nostre domande, compresa la lettera di sollecito per la Soprintendenza consegnatole a domicilio?
    (http://www.noha.it/noha/articolo.asp?articolo=225)
  • Avvocato Roberta Forte, che fine ha fatto l’impegno promesso nel febbraio del 2008 durante una serata “consiliare” nella sede del Circolo Culturale Tre torri di Noha, in presenza dell’avvocato Daniela Sindaco e dell’allora Sindaco Dottoressa Sandra Antonica? Problemi di memoria corta? O semplice disinteresse per la cultura?
    (http://www.noha.it/NOHA/photogallery.asp?dir=Serata_Consiliare_2008)

Non rispondere a domande democraticamente rivolte è un cattivo segnale che lancia messaggi diseducativi, non solo nei confronti del sottoscritto, ma all’intera cittadinanza.

Perché mai nessuno di voi si è degnato non dico di tentare di salvare il salvabile dei nostri beni culturali, ma semplicemente di formulare una risposta, magari banale, magari anche negativa in merito? Non trovate che una risposta alle domande formulate dai cittadini siano un segnale forte, magari in grado di farci ricredere su quell’assioma che vede Noha (ma anche Galatina) solo come una terra di conquista in tempi di elezioni politiche?

Marcello D’Acquarica
 
Di Redazione (del 12/05/2020 @ 19:23:45, in Comunicato Stampa, linkato 1094 volte)

La Città di Galatina e il Patto locale per la lettura aderiscono all'iniziativa de "Il Maggio dei Libri" che quest'anno ha come tema istituzionale "Se leggo scopro".
"Abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo un periodo storico che ha cambiato radicalmente le nostre abitudini" ha dichiarato Cristina Dettù, Assessore alla Cultura della Città di Galatina. "Dal lavoro alla scuola, dal tempo libero alle relazioni interpersonali. Eppure c'è una costante che anche in un periodo di emergenza non è mai mancata: la lettura. In attesa di riaprire la nostra tanta amata Biblioteca comunale "P. Siciliani", come sempre partecipiamo all'iniziativa de Il Maggio dei Libri, promossa dal Cepell, e che quest'anno si sviluppa in via digitale. Galatina, città che legge, non può mancare a questo importante appuntamento affinché sia un ulteriore strumento di diffusione della lettura e dei suoi benefici culturali e sociali in grado di creare legami tra racconti, storie, luoghi, paesaggi e persone."
L'obiettivo è quello di realizzare un video in cui raccontiamo cosa si scopre leggendo un libro. Tutti sono i protagonisti: il Patto Locale per la lettura di Galatina e poi anche ogni singolo cittadino, scuole, associazioni, ospedali, case di riposo, centri di riabilitazione, centri anziani, chiunque!
Raccontateci cosa avete scoperto leggendo un libro e inviateci i materiali che ritenete significativi: foto, locandine, testi e resoconti, profili social da seguire, rispettando le seguenti linee guida:
Foto: massimo 4, a fuoco, senza minori ripresi in primo piano (salvo contestuale invio di liberatoria per la pubblicazione, tenendo presente che tale liberatoria non è necessaria per foto che ritraggono un pubblico ampio ed eterogeneo di età), eventualmente corredate di didascalia con luogo, data e titolo evento se prive di testo a corredo. Si può pensare anche ad una foto con uno sfondo significativo (ad es: scorcio dalla finestra del Comune, centro storico o un altro bel panorama rappresentativo del vostro territorio; gonfalone del Comune, ingresso o interni - luminosi - della Biblioteca Comunale);Testi a corredo delle foto: massimo 500 caratteri spazi inclusi, con specifica di luogo, data e titolo dell’evento raccontato.Il materiale potrà essere inviato alla mail: pattoperlalettura@gmail.com entro domenica 24 maggio. Avremo così modo di raccogliere tutto il materiale, provvedere al montaggio del video e celebrare Il Maggio dei libri della nostra Città.

Ufficio stampa Marcello Amante

sindaco di Galatina (LE)

 
Di Redazione (del 25/05/2023 @ 19:22:13, in NoiAmbiente, linkato 465 volte)

Lunedì, come Associazione NoiAmbiente e Beni culturali, abbiamo avuto il piacere di incontrare tre classi dell’Istituto Comprensivo Polo 2 Scuola Primaria di Noha, esattamente due quarte ed una quinta, in tutto poco meno di una cinquantina di alunni che ci hanno davvero sorpreso per la loro disciplina e per la vivace partecipazione ai temi in questione.

Incontrandoli in due gruppi separati, per ragioni organizzative, abbiamo constatato un livello di preparazione omogeno e certamente di alta qualità.

L’esercitazione si è svolta in questo modo: con l’ausilio di figure in cartone già ritagliate per l’occasione i bambini hanno avuto modo di “compilare” due planisferi partendo dalla condizione del pianeta terra priva di tutto, e inserendo successivamente i continenti e i relativi esseri viventi, animali e vegetali di pertinenza, e naturalmente una vasta rappresentanza di rifiuti con annessi alberi secchi, pesci aggrovigliati nelle plastiche e ciminiere fumanti.

Siamo rimasti sorpresi dalla loro rapidità nel sapere individuare le parti predisposte per formare le due condizioni rappresentative della terra: una con la vita illustrata con giochi per bimbi, alberi, animali e habitat in piena salute, ed una seconda terra ingolfata da rifiuti, incendi, veleni e alberi eradicati.

Il dialogo che è seguito, accompagnato da due simpaticissimi filmati, è stato molto interessante, per il loro ascolto ma soprattutto per la loro espressa convinzione di essere pronti a far cambiare direzione al destino del nostro pianeta, partendo esattamente da Noha. Magari fosse così: purtroppo molte catastrofi partono dall’alto e non dal basso, nascono dalla voglia di profitto e dall’assenza di regole (ovvero da norme fatte a uso e consumo dei potentati economici), dal considerare i beni comuni come cosa privata.

Ci siamo salutati con l’impegno da parte di ognuno di continuare a studiare sempre più approfonditamente, non fosse altro che per legittima difesa, di provare a individuare le cause dei disastri e quindi la loro cura effettiva senza dar retta ai soliti palliativi, di evitare come la peste bubbonica privati e aziende dedite al greenwashing, che fingono cioè di essere a favore della salute ambientale, e sicuramente a consolidare sempre di più il senso civico di ognuno, quello della cura e del rispetto del proprio piccolo mondo, come può essere Noha.

Siamo grati alle maestre che ci hanno offerto questa opportunità, ma soprattutto agli uomini e alle donne del futuro che ci hanno dato ascolto con curiosità, gioia e fiducia.

Nel corso dei due incontri, tutti gli alunni, maestre comprese, hanno mostrato molto interesse verso le immagini dei beni culturali di Noha: siamo certi che saranno in mani migliori rispetto alle – diciamo - attuali.

Sarà per noi un grande piacere accompagnare i piccoli Indiana Jones nohani in un auspicabile  tour conoscitivo.

Grazie molte, Quarta “A”, Quarta “B” e Quinta “A” del Polo 2 Scuola  Primaria di Noha!

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali di Noha e Galatina

 
Di Redazione (del 03/01/2019 @ 19:21:35, in Comunicato Stampa, linkato 1176 volte)

Nel Museo Pietro Cavoti uno spazio è dedicato all’Artoteca, all’arte in prestito, alle opere d’arte che, così come avviene per i libri custoditi in biblioteca, sono prestate per essere poi restituite.  Artoteca è un nuovo servizio che si avvia presso il Museo, proposto dalla società Libermedia che gestisce il Polo Bibliomuseale di Galatina.

Con il titolo Sollecitazioni, alla presenza del sindaco Marcello Amante e dell’assessore alla cultura Cristina Dettù, il 5 gennaio 2019 sarà inaugurata la prima raccolta di opere degli artisti                                                                    DARIO AGRIMI - VITTORIO BALSEBRE - MIRELLA BENTIVOGLIO - TOMASO BINGA - EVA CARIDI

MICHELE DE LUCA - ANTONIO DEL DONNO - MARCO DEL VECCHIO - LILIANA EBALGINELLI - VITTORIO FAVA - GIOVANNI FONTANA - ENZO MIGLIETTA - LAMBERTO PIGNOTTI - VITANTONIO RUSSO - ALBA SAVOI - RITA TONDO - FERNANDO TROSO.

La propensione di prestare le opere esposte in un museo nasce nei paesi del nord Europa negli anni Sessanta e successivamente nell’Italia settentrionale e centrale. Questo servizio museale viene ora offerto anche ai cittadini galatinesi che apprezzano l’arte figurativa tanto da richiederne il prestito per fruirne privatamente, comodamente nella propria abitazione o nel luogo di lavoro.

Un’opera va ammirata, contemplata, vista e rivista per poterne approfondire i particolari, il contenuto, il messaggio che comunica, non sempre percepibile ad un primo ed unico sguardo, più o meno breve, durante una visita in una galleria o in un museo. Ne sono convinti i collezionisti che pur di avere questa possibilità acquistano un’opera per fruirne in continuità, ammirandone l’atmosfera e i dettagli pittorici, osservandoli nell’insieme o singolarmente.

La raccolta Sollecitazioni, a cura di Salvatore Luperto e Anna Panareo, costituita da opere d’arte contemporanea (provenienti dagli autori, dai collezionisti, dai galleristi) ha lo scopo di spronare il visitatore a porsi interrogativi, a dialogare idealmente con il pensiero dell’autore e a riflettere sul suo messaggio. Sono opere eterogenee che appartengono a categorie pittoriche della seconda metà del Novecento e dei primi decenni del Duemila. Alcune sono di autori noti a livello nazionale appartenenti a tendenze di importanti fenomeni culturali internazionali.

Sollecitazioni è una mostra aperta, mobile alla quale si possono aggiungere in tempi diversi opere che il museo riterrà significative e rispondenti ai prefissati criteri della direzione artistica del museo.

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 16/06/2023 @ 19:21:23, in Comunicato Stampa, linkato 375 volte)

Noha – Sabato 17 Giugno 18.30

Inaspettato fuoriporta. Noha tra archeologia rurale a industriale.

Passeggiata informale con il divulgatore Marcello D’Acquarica per scoprire attraverso i siti di Masseria Colabaldi, Casa Rossa, Torre Medievale, l’ex fabbrica di Brandy Galluccio, le iconiche Casiceddhre , la Chiesa Matrice e altri che verranno svelati durante il percorso, la storia e lo sviluppo della frazione di Noha.

CURIOSITA’. Nel corso della passeggiata si farà sosta all’interno del giardino dove era custodito il primo quadro elettrico del nucleo urbano di Noha.

 

Punto di ritrovo Masseria Colabaldi – Via Carlo Alberto Dalla Chiesa

 

A cura di Noi Ambiente e Beni culturali 

Siete tutti invitati a partecipare a queste incredibili passeggiate esperienziali immersi nell’unicità di Noha.​

 
Di Antonio Mellone (del 13/03/2016 @ 19:15:53, in La Via Crucis vivente , linkato 4624 volte)

Quanto lavoro per realizzare le attrezzature, gli elmi con le criniere, gli scudi e le loriche per i legionari romani, i calzari (rigorosamente in cuoio e spago) per tutti gli attori, dal primo fino all’ultimo comparse comprese. E poi ancora i mantelli per i soldati, la tunica color porpora di Gesù Cristo “priva di cuciture”, quella che i soldati si disputarono tirandola a sorte, e poi il vestito di Ponzio Pilato, la cappa magna del sommo sacerdote Caifa, il vestiario del Cireneo, della Madonna e dell’apostolo Giovanni, della Veronica e delle altre pie donne, il tutto foggiato dalle sarte locali; e addirittura una biga ex-novo “a due attacchi” per altrettanti cavalli costruita ad hoc per la via Crucis vivente di Noha; per non parlare della croce in legno altissima (e pesantissima) caricata in spalla al Protagonista Principale della sacra rappresentazione.

Attrezzature, costumi di scena, impianti scenografici erano tutti rigorosamente manufatti (un tempo non c’erano negozi fisici e tantomeno cataloghi on-line di costumi teatrali adatti alla bisogna: e se anche fosse, a Noha da sempre si preferisce l’arte all’industria).

Così, dopo mesi di lavoro, allestimenti, studi della sceneggiatura, prove tecniche e di recitazione, le piazze e le strade di Noha si trasformavano in un palcoscenico per il più grande spettacolo corale interpretato da attori dilettanti, giovani e meno giovani, in una serie di scene dialogate tratte fedelmente dai brani del Vangelo, quelli che narrano le ultime ore del Cristo. Per inciso diciamo che gli attori di questo teatro popolare a cielo aperto erano così “dilettanti” che nelle varie tappe della via dolorosa non era infrequente che qualcuno di questi - immedesimato talmente nella sua parte - scoppiasse in lacrime per davvero (così come, del resto, il copione prevedeva). 

La rappresentazione si svolgeva in maniera itinerante per tutta la cittadina, mentre il pubblico presente fungeva da sfondo, da cornice alle scene che si susseguivano: dall’ingresso di Gesù in Gerusalemme all’ultima cena, dall’orto degli ulivi all’arresto, dal processo alla condanna a morte, dalla flagellazione al percorso fino al Golgota, con le famose tre cadute e gli incontri con i vari personaggi.

L’acme del dramma si raggiungeva con la crocifissione e la successiva deposizione. Che strazio sentire quei colpi di martello amplificati dall’altoparlante, e che commozione vedere le tre croci, ciascuna con il suo fardello umano, innalzarsi lentamente da terra grazie ad un sistema di funi e carrucole per essere finalmente infisse al suolo. Lì, di fronte al Calvario di Noha, il silenzio era interrotto soltanto dal dolore straziante di Maria, e dalle ultime emozionanti frasi del Nazareno: “Donna, ecco tuo figlio… Figlio, ecco tua madre”, e poi dall’urlo angoscioso dell’Unigenito: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato”, e ancora il tragico: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”, e infine il mesto: “Tutto è compiuto”.

Non era infrequente vedere molti spettatori del pubblico asciugarsi le lacrime per la commozione. Chi scrive, da piccolo imberbe osservatore nohano - ora nelle vesti di chierichetto, ora in quelle di narratore (nell’ultima edizione) – registrava tutto nella sua mente per poterlo raccontare un giorno. Un giorno come questo.

*****

Finalmente (se ne parlava da tempo), dopo oltre un quarto di secolo di assenza, la Passione vivente ritorna a Noha grazie all’associazione dei ragazzi del Presepe “Masseria Colabaldi” in collaborazione con la Parrocchia di “San Michele Arcangelo”. La straordinarietà di questa edizione, oltre a tutto il resto, è legata anche al fatto che si ha la fortuna di usufruire dell’incredibile naturale scenografia degli spazi del “Parco del Castello” (i “fori imperiali nohani”) che ospiteranno le prime scene della Via Crucis vivente 2016: dalla Gerusalemme dell’ultima cena al Getsemani, dal palazzo di Pilato alla colonna dell’“Ecce Homo”, e via di seguito. Il resto si snoderà tra le strade e le piazze di Noha, fino alla Resurrezione. Sarà un percorso di arte, riflessione e di grande spiritualità.

Peccato, non parteciparvi.

Il leitmotiv scelto dal parroco don Francesco Coluccia per questa rievocazione sono i piedi del viandante. Tema molto bello e stimolante, che avremo modo di meditare Domenica delle Palme, 20 marzo 2016,  in notturna, a partire da piazza San Michele, con inizio alle ore 19.00.

In caso di pioggia la manifestazione verrà rinviata al martedì successivo, 22 marzo 2016, stesso orario.

Riproponiamo qui di seguito, a mo’ di conclusione di queste note e di anteprima laica alla manifestazione religiosa di domenica prossima (no, non è un ossimoro), l’elogio dei piedi di Erri De Luca, lo scrittore non credente affascinato dalla Bibbia.

 

Elogio dei piedi (di Erri De Luca)

Perché reggono l’intero peso.

Perché sanno tenersi su appoggi e appigli minimi.

Perché sanno correre sugli scogli e neanche i cavalli lo sanno fare.

Perché portano via.

Perché sono la parte più prigioniera di un corpo incarcerato. E chi esce dopo molti anni deve imparare di nuovo a camminare in linea retta.

Perché sanno saltare, e non è colpa loro se più in alto nello scheletro non ci sono ali.

Perché sanno piantarsi nel mezzo delle strade come muli e fare una siepe davanti al cancello di una fabbrica.

Perché sanno giocare con la palla e sanno nuotare.

Perché per qualche popolo pratico erano unità di misura.

Perché quelli di donna facevano friggere i versi di Pushkin.

Perché gli antichi li amavano e per prima cura di ospitalità li lavavano al viandante.

Perché sanno pregare dondolandosi davanti a un muro o ripiegati indietro da un inginocchiatoio.

Perché mai capirò come fanno a correre contando su un appoggio solo.

Perché sono allegri e sanno ballare il meraviglioso tango, il croccante tip-tap, la ruffiana tarantella.

Perché non sanno accusare e non impugnano armi.

Perché sono stati crocefissi.

Perché anche quando si vorrebbe assestarli nel sedere di qualcuno, viene scrupolo che il bersaglio non meriti l’appoggio.

Perché, come le capre, amano il sale.

Perché non hanno fretta di nascere, però poi quando arriva il punto di morire scalciano in nome del corpo contro la morte.

 

Antonio Mellone

 

p.s. 1

Ringrazio lo studio fotografico Pignatelli, per la riproduzione di alcune fotografie a corredo di questo pezzo. Grazie anche a Michele Vito Martella, per le altre foto che m’ha fatto pervenire tramite Whatsapp e per avermi raccontato alcuni particolari di un paio di Passioni viventi (in una delle quali egli vestì i panni del Protagonista Principale).

p.s. 2

Chiedo ai partecipanti alle Passioni viventi di allora (qualcuna superò i 110 figuranti) di raccontarci la loro esperienza, i nomi dei personaggi e dei loro interpreti, gli organizzatori, e, se possibile, d’inviarci le eventuali foto a loro disposizione sulla storia e le immagini di quegli eventi memorabili. E’ un modo come un altro per conoscere meglio le radici culturali della nostra terra, e per arricchire l’archivio di questo sito, sempre aperto e a disposizione dello studioso e del ricercatore di oggi e di domani. Un tempo non c’erano macchinette fotografiche digitali e soprattutto gli smartphone odierni con cui immortalare le immagini di ogni secondo della nostra e dell’altrui vita: bisognava essere dotati piuttosto di buone sinapsi più che di megabyte sulle periferiche.  

p.s.3

Eccovi (salvo errori ed omissioni, ovviamente) i nomi degli attori che, in ordine cronologico, hanno interpretato, a partire dal 1977 il Cristo nelle Passioni viventi nohane: Gianni Guido (1977 e 1978), Michele Vito Martella (1979), Bruno Scrimieri (1980), Marcello jr. Maccagnano (primi anni ’80), Fernando Notaro (metà degli anni ’80).  

*

Chiedo venia per gli eventuali refusi. Del resto non si può descrivere appieno una passione: la si può solo vivere.

Mel

 

 
Di Redazione (del 18/02/2021 @ 19:14:22, in NoiAmbiente, linkato 856 volte)

Finora si sono fatte solo tante parole, e con la scusa del "green economy" e dell'energia da fonti rinnovabili, si è solo consumato tanto territorio in impianti fotovoltaici su terreni fertili, di contro continuiamo a inquinare l'aria facendo il deserto di alberi e  bruciando combustibile da fossile, così come si fa per esempio nella più grande centrale elettrica a carbone: la centrale termoelettrica "Federico II" di Cerano.

 

Lettera aperta al Ministero per la Transizione ecologica
Galatina, 15 febbraio 2021

DI INQUINAMENTO SI MUORE

ULTIME SU: EX ILVA; PROGETTO MINORE; TERRA DEI FUOCHI; RePOL 2020

Signor Ministro Roberto Cingolani

Parliamo del Salento, che Lei conosce bene, e quindi sa che è un lembo di terra lungo appena 100 chilometri e largo circa 50. Vi sono però concentrati talmente tanti opifici da ottenere il primato di una delle zone con il più alto tasso di inquinamento. Un paradosso incredibile: poco lavoro e tanto inquinamento.

Lo scrivono da tempo scienziati e ambientalisti, lo hanno dichiarato apertamente su “RePol 2020” (Rete per la Prevenzione Oncologica Leccese ) i Medici e Veterinari del Dipartimento di Prevenzione della ASL di Lecce, i tecnici del servizio ambiente della Provincia di Lecce, i tecnici della Prevenzione dell’ASL di Lecce, i tecnici di ARPA Puglia, Ordinari e Associati  dell’Università del Salento, i ricercatori di Unisalento e CNR -(2); notizia di questi ultimi giorni, sul caso “Terra dei Fuochi”,  lo hanno dichiarato in una intesa anche l’Istituto Superiore della Sanità e la Procura di Napoli: “di inquinamento si muore”. (1)

E ancora, ultimissima, pare non siano sufficienti le migliaia di morti per cancro compresi i bambini, a causa dell’acciaieria più inquinante d’Europa, se non addirittura del mondo: l’Ex Ilva di Taranto, per cui il Tar ordina lo stop agli impianti: "Pericolo urgente per la salute dei cittadini". (3)

Ci chiediamo che cosa stiamo attendendo ancora per invertire la rotta nella gestione dell’economia locale che non tiene conto in forma prioritaria di cosa succede dopo:

  • le concessioni di urbanizzazione senza un vero piano regolatore del verde;
  • il mancato rispetto delle norme che riguardano il consumo di territorio (di drammatica attualità le centinaia di ettari di impianti fotovoltaici di Galatina e dintorni, con la scusa dell’”energia green”);
  • i rinnovi A.I.A. di tutte le aziende private che evidentemente consumano acqua terra e aria e forse, quest’aria, la “arricchiscono” di ben altro;
  • l’utilizzo esagerato di pesticidi, erbicidi e fitofarmaci in genere, che stanno avvelenando la residua falda acquifera, già reduce di mille contaminazioni.

Evidentemente, a far cambiare rotta alle scelte che vanno contro la salute dei cittadini, non sono sufficienti nemmeno i “sospetti” resi pubblici dal Progetto Minore, in un nuovo incontro con la Regione condotto da Asl, Arpa, Cnr e Università, in cui si evince che i dati sul tumore alla vescica, e la sua alta mortalità, potenzialmente incrociano quelli relativi all'inquinamento della falda.

E inoltre, così riporta l’articolo pubblicato su LeccePrima, nella sezione Salute del 11 febbraio 2021 (vedi link (4) : “I dati sulla mortalità in provincia di Lecce sono tra i più elevati d’Italia. E a ciò si aggiungano i casi di Seu (Sindrome uremico emolitica) legati alla salubrità dell'acqua e che mietono vittime nel Salento”.


Il Covid ha dimostrato quanto sia fondamentale la prevenzione - ha aggiunto il direttore del dipartimento di Prevenzione della Asl di Lecce, Alberto Fedele: “lì dove questa è venuta meno nel tempo, si sono riscontrate importanti falle e minore resistenza ai fattori patogeni ambientali e virali come il Covid -19”.

Signor Ministro Roberto Cingolani, siamo preoccupati perché alle parole accorate in merito alla salvaguardia dell’Ambiente seguono spesso discariche abusive, tagli indiscriminati di alberi e incapacità a gestire il disseccamento di migliaia di ettari di ulivi, consumo di suolo, controlli soltanto di nome, e autorizzazioni a devastazioni e scempi su vasta e su piccola scala “a norma di legge”.

Non ci facciamo molte illusioni sul cambiamento di rotta auspicato, ma crediamo nel risveglio delle coscienze.

Cordiali saluti

 

  1. (1) Di rifiuti si muore. Ecco i dati e la mappa di rischio che lo provano (avvenire.it)
  2. (2) https://issuu.com/forumambientesalute/docs/report_ambiente_salute_in_provincia_di_lecce_2020
  3. (3) Ex Ilva di Taranto, il Tar ordina lo stop agli impianti: "Pericolo urgente per la salute dei cittadini" - la Repubblica
  4. (4) https://www.lecceprima.it/salute/occhi-puntati-salute-falda-acquifera-nuovi-passi-progetto-minore.html

 

Il Direttivo di: 

NoiAmbiente e Beni culturali odv  diNoha e Galatina

 
Di Fabrizio Vincenti (del 02/11/2016 @ 19:13:10, in NohaBlog, linkato 1613 volte)

Si vota. Raramente, in questi ultimi tempi, succede di consultare anche i cittadini. Il problema sta nel fatto che i cittadini non hanno una grande possibilità di scelta. Possono dire «sì», oppure «no».

La politica, che malvolentieri ascolta il Vangelo, questa volta, però, sembra l’abbia preso alla lettera: «Sia il vostro parlare, “sì, sì”, “no, no”, il di più viene dal maligno» (Mt 5,37). Dunque, se uno voterà , sarà accusato di voler distruggere la costituzione più bella del mondo (anche se non so chi abbia pensato una cosa del genere della Costituzione, poiché fondare la Repubblica Italiana sul lavoro mi sembra già una cosa abbastanza squallida). Se uno voterà no, sarà additato come colui che non vuole mai cambiare nulla, il nostalgico cattivo che è la rovina del futuro. Forse sarà per questo che la gente non andrà a votare poiché, più che o no, qualcuno potrebbe aver qualcosa in più da dire. Ma questo non interessa a nessuno e, dunque, quello che direte in più, lo considereranno opera del Maligno.

Ciò che proprio non riesco a tacere, è l’immobilità di questo Paese in cui si pensa che un o un no riguardo a una legge possa determinare il futuro della nostra vita, la salvezza delle nostre anime. E se cercherete di informarvi su che cosa sia più giusto fare ascoltando un confronto politico, assisterete soltanto a un dibattito degli egoismi, dove un o un no servono solo a promuovere o bocciare la carriera di qualcuno. Del nostro futuro poco importa. Anche questa volta, dunque, prevedo che vincerà la paura di essere veramente liberi e chi voterà, lo farà non pensando al proprio futuro o a quello dei propri figli, ma sperando che la croce fatta sul o sul no, ci disturbi il meno possibile. Chi vota, invece, dovrebbe sapere che un futuro migliore non potrà mai spuntare se non dopo uno sconvolgimento della situazione, un rovesciamento totale dello status quo (e questo, state pur certi, non accade votando nessuna delle due opzioni). Cercare di capire se sia meglio il o il no è impossibile, poiché coloro che propongono le due opzioni sono la parodia di loro stessi. Così, invece di ragionare sui temi delle riforme, si assiste a quella che io chiamo “la battaglia delle mazze” in cui le armi sono l’incapacità di comprendonio da una parte e la mancanza di connessione con la realtà dall’altra.

La cosa che più mi preoccupa è che chi legifera in questo Paese soffre di una malattia terribile che causa la rimozione totale della memoria, sicché ciò che è stato detto ieri, oggi non vale più. Di conseguenza, ciò che è detto oggi, non varrà già da domani. Chi cancella la memoria del passato, non sa su che cosa sta costruendo, non sa dove sono le fondamenta, non capisce nulla delle più elementari nozioni di edilizia. È per questo che a pochi giorni dal voto io non so ancora cosa votare, poiché ho di fronte a me menti non coraggiose.

Se uno reputa il Senato inutile, non ne riduce i membri, ma lo abolisce del tutto. E se dice di farlo per risparmiare i compensi dei senatori, non vota poi no a una legge che prevede il taglio dei loro stipendi. Se uno vuole favorire le nascite, non regala semplicemente ottocento euro alle donne al settimo mese di gravidanza e poi se ne dimentica per tutto il resto della loro vita. Se uno vuole incrementare le nascite, garantirà la retribuzione per le donne per tutto il periodo di maternità, garantirà asili nido gratuiti alle famiglie meno abbienti, accompagnerà la crescita dei figli con dei sussidi economici, si occuperà della salute delle mamme e dei loro bambini. Ottocento euro non aumenteranno mai le nascite in un Paese.

Se uno dice di occuparsi dei giovani, non regalerà mai a un diciottenne cinquecento euro, per poi dimenticarsene per tutto il resto della sua vita. Chi crede veramente nei giovani, investe sulla formazione e la ricerca, inserisce i ragazzi in un serio progetto lavorativo, garantisce agli inoccupati continua assistenza per la ricerca di un’occupazione, forma nuove professionalità, attira le menti più ingegnose, non inventa e incoraggia il voucher. Cinquecento euro a un diciottenne servono solo a fargli comprare un nuovo smartfhone, e nulla più. Se uno dice di occuparsi dei pensionati, non dà loro la quattordicesima che corrisponde a centocinquanta euro l’anno e basta, ma garantisce loro una pensione mensile dignitosa, assicura cure, medicinali e assistenza gratuita agli anziani, costruisce un apparato che si occupi di quelli lasciati o rimasti soli.

Così, travolti dalla velocità con cui vengono fatte inutili promesse, non siamo più in grado di ricordare quante volte siamo stati raggirati. E se mi chiedessero «tu, in quale epoca vivi?», io veramente non saprei che cosa rispondere, in questo tempo in cui anche i cristiani sono diventati scortesi, mentre gli atei scontrosi lo sono sempre stati. Persa la possibilità di andare oltre un o un no, ci ritroviamo smarriti in un universo psicotico, dove le reazioni incontrollate della maggior parte sono sempre più spesso imprevedibili e dannose. È per questo che sovente mi assale un desiderio folle di fuggire (e credo che ciò avvenga anche per la gran parte di voi), di lasciare tutto e andar via. Scappare non sempre è un gesto da codardi, poiché chi lascia le proprie certezze, chi si distacca dalle proprie intime sicurezze, dimostra a volte più coraggio e tenacia di chi, chinata la testa, subisce violenza psichica e morale che, insieme, distruggono la dignità della persona libera.

E quando la terra trema, riportandoci alla realtà dalla quale, a causa dell’inconcludente telenovela politica, ci discostiamo, prendiamo per vere le chiacchere degli stupidi che dicono che la natura uccide. Provate a dire a voi stessi che la terra uccide, l’acqua uccide, il sole uccide, il vento uccide. Non vi reputereste ridicoli ignoranti? Sono le folli idee degli uomini che vogliono dichiarare guerra alla forza della natura che uccidono. Non può essere la terra a uccidere. È sotto il cemento che moriamo, non tra le zolle di terra. Ci continuano a dire, però, che ricostruiranno tutto, mentre le mafie e i signori del cemento si strusciano le mani in vista di miliardari proventi. Non sarebbe ora di cominciare a costruire in modo diverso case più leggere, con materiali ecosostenibili e meno costosi, più rispettosi della natura che ci circonda? Le risorse risparmiate servirebbero a mettere in sicurezza tutti quegli edifici storico-culturali e artistici che tali devono rimanere e che fanno del nostro Paese il più bello del mondo. È così che si costruisce il futuro, pensando alla sicurezza e salvaguardando la bellezza, e a questo un o un no non sono sufficienti. Chi vuole cambiare qualcosa deve prima ascoltare. I più grandi uomini della storia, prima di fare qualcosa di meraviglioso, hanno per lungo tempo ascoltato. Non possiamo considerare gli altri nemici poiché gli altri sono lo strumento mediante il quale conosciamo noi stessi. Noi ci conosciamo guardando, ascoltando e interagendo con gli altri. È attraverso l’altro che io so chi sono e come sono fatto.

Il motivo per cui non ho fiducia in questo sistema di pensiero di cui la politica odierna sembra abbuffarsene, è che le persone vengono considerate dati. Noi, per chi ci governa e per chi lucra sulla nostra vita, siamo dati. Spesso sentiamo questa espressione «i dati dicono…». I dati siamo noi! Provate ad andare in banca e a chiedere un mutuo: vorranno sapere il tuo stipendio netto, quanti siete in famiglia, se possiedi una casa di proprietà, se hai redditi diversi, se hai in famiglia componenti disabili, com’è la tua salute, se hai qualcuno che ti fa da garante. In realtà non vogliono sapere nulla di chi sei, ma stanno semplicemente raccogliendo dati che saranno poi elaborati da un computer per darti una sola risposta tra due: o no. Che tu sia una persona cattiva o buona, onesta o meno, di sani principi o no, non importa a nessuno. Ma vada così per una banca. Quando, però, è lo Stato a vedere te come un cumulo di dati, la situazione è irreversibile. I sintomi di questo pericolo sono già presenti: è il tempo in cui i buoni sono più cattivi dei cattivi. Guardatevi intorno.

Ecco ritornare la questione dell’epoca che non sapevo decifrare. È il periodo in cui si va alla ricerca dei nemici poiché, non essendo facile capire che il nemico più grande potrebbe essere l’epoca stessa in cui viviamo, vediamo nemici dovunque, dimenticandoci che, prima ancora dell’epoca presente, il pericolo maggiore siamo sempre noi stessi. Il male, infatti, è in noi e ciò che accade tutt’intorno è conseguenza di questo. Questa la mia paura più forte: essere circondato sempre più da gente annoiata, fino ad annoiarmi io stesso. Il problema sta nel fatto che dalla noia non è nato mai qualcosa di veramente bello. Anche se gli ultimi tempi sembrano frizzantini, a me sembra solo fumo da palcoscenico, poiché nei camerini e dietro le quinte, c’è veramente poco d’interessante, ed è questo che entrerà tra un po’ in scena. È il teatro dove l’assurdo prende vita e dove si finisce per applaudire le più macabre apparizioni. Non mi meraviglio, perciò, se qualcuno continua a ridere e inchinarsi davanti a chi, sulla poppa di una nave fantasma, sembra che abbia scoperto una nuova america.

Il male, comunque, rimane male, ma non va mai personificato e non può essere un o un no a debellarlo. Ho letto che gli adoratori del demonio hanno aperto un tempio a Salem, nella contea di Essex, sulla baia del Massachusetts. Anche loro vogliono essere riconosciuti e legittimati come ogni altra religione. Se questo vi meraviglia, allora voi non vivete nella mia stessa epoca. Sapete, infatti, che il demonio è definito l’ingannatore. E voi vi meravigliate di questo se noi da anni, in Italia, come in tante altre parti del mondo, adoriamo chi tutti i giorni ci inganna? Siamo già in un grande tempio, dove tutto è inganno e noi siamo solo dei pii fedeli.

Se qualcuno non ha ancora deciso se votare o no, non troverà certamente nella mia riflessione una risposta, perché io stesso non saprei cosa votare (non per ignoranza, poiché ho letto la proposta di modifica della legge costituzionale), né intendo darvi un suggerimento di voto. Votate semplicemente da persone libere ciò che sembra nuocere meno a voi e al futuro meraviglioso di cui godranno i nostri figli. Vi spiego perché. Se fosse vostra madre o vostro padre a chiedervi qualcosa, di certo voi sapreste cosa rispondere. Ma se voi aveste la certezza di dialogare con il demonio, con colui o coloro che ingannano per professione, il voto che avete già pensato sarebbe ancora lo stesso?

Fabrizio Vincenti

 
Di Marcello D'Acquarica (del 28/11/2016 @ 19:12:55, in NohaBlog, linkato 2966 volte)

Con immensa gioia condivido con voi tutti, l’ennesima testimonianza dell’amore che provano le persone  quando sono lontane dalla propria terra e dal proprio paese, in questo caso il nostro, che risponde al fantastico nome di Noha.

Fiorela e Fulvia D’Acquarica, che vivono in Brasile, sono figlie di Mario D’Acquarica, a sua volta figlio di Michele D’Acquarica, il pittore di Noha. Mio zio.

Mario emigra in Brasile il 27 maggio del 1954. Abbiamo trovato la targa esposta al “Museo del mare” di Genova, dove sono esposti i dati di tanti emigranti italiani del secolo scorso. Al suo arrivo in Brasile, svolge diverse attività. Fa anche il vetrinista in un grande magazzino, poi attore e scenografo per alcune reti televisive, fra queste ricordiamo la rete televisiva Tupi, la rete Globo TV, la rete Excelsior. Ha lavorato anche per molti anni, e fino alla sua morte, per la serie brasiliana molto famosa - Sesame Street, nel SBT (Brazilian Television System) dove ha ricevuto il trofeo ufficiale dell'anno. Mario quindi è a tutti gli effetti un artista: buon sangue non mente. Abbiamo alcune piccole opere della sua arte, fra cui un meraviglioso ritratto in grafite della moglie, Neyde Marques, realizzato nel 1955 (vedi foto). Le figlie di Mario, Fulvia e Fiorela, sentono molta nostalgia per il paese di origine della loro famiglia. Sovente mi chiedono informazioni sulle loro origini. Perciò a inizio anno, chiedo una copia del libro della Storia di Noha (“Noha, storia, arte e leggenda” di P. Francesco D’Acquarica e Antonio Mellone - Infolito Group, 2016) ad Antonio Mellone e mi decido di spedire in Brasile sia la copia del libro che il “Catalogo dei Beni culturali di Noha” (di Marcello D’Acquarica, Ed. Panico, 2008).

Così, dopo alcuni mesi di attesa a causa di un errore nella compilazione dei dati per la spedizione, finalmente il pacco con i due libri giunge a destinazione. Fiorela e Fulvia leggono con interesse e ci inviano le loro considerazioni.

Di seguito la loro lettera di ringraziamento di Fiorela e Fulvia:

Con grande piacere ed emozione profonda, abbiamo finito di leggere questo libro meraviglioso che si riferisce all'amata città di NOHA, e che abbiamo avuto l'opportunità di incontrare passando attraverso l'Italia meridionale nel 2006.
Anche Fiorela, farà prossimamente un viaggio nella terra in cui è nato il nostro caro nonno che purtroppo non abbiamo conosciuto e che ha vissuto, ha prodotto e ha lasciato un enorme patrimonio culturale per NOHA, e ovviamente, in onore del nome della nostra famiglia: artisti nati.

Il libro evidenzia la ricchezza con profondi dettagli sia del patrimonio storico che sulle varie curiosità. Abbiamo osservato con gioia che la nostra famiglia D'Acquarica ha lasciato e lascia un segno che ha avuto inizio con il nostro caro nonno Michele D'Acquarica, passando attraverso cugini e per ultimo a Marcello D'Acquarica che è stato estremamente gentile ad inviarci i due libri grazie ai quali siamo riuscite a capire un po’ di più di questa bella cittadina.

La scrittura, le illustrazioni e la presentazione delle copertine sono di una tale sensibilità che ci hanno fatto ricordare la splendida giornata, quando con i cugini Padre Francesco D'Acquarica e Giuseppe, andammo a vedere la casa dove nostro nonno è nato, le belle opere come per esempio il Calvario di Noha, gli affreschi e le altre opere a Cutrofiano. E’ piacevole e gratificante sapere che siamo parte di una famiglia che ha contribuito e contribuisce a sensibilizzare le persone nei riguardi del patrimonio storico che nessuno potrà mai portarci via. Grazie ai libri, nonostante l’usura dovuta agli anni, l’incuria e i danni vandalici, ci sarà sempre qualcuno che si ricorderà per tutto il tempo che i beni culturali di NOHA appartengono a tutti.

Fulvia e Fiorela D'Acquarica – Brasile

*****

Originale in lingua portoghese:

Agradecemos este carinho, primo Marcello D'Acquarica, que por meio deste livro, perpetue a história de NOHA e seus bens culturais. terminei de ler seu livro I Beeni culturali di NOHA, belissimo. anche mi sorela fiorela ha letto. Deixamos nossos comentários:

com grande satisfação e profunda emoção, terminamos de ler este belo livro onde relata de forma surpreendente a querida cidade de NOHA, que eu tive a oportunidade de conhecer de passagem pelo sul da Itália em 2006. 
Minha irmã Fiorela de certeza e num futuro próximo, também pisará em terras donde nasceu nosso querido avô (infelizmente não o conhecemos), que viveu, produziu e deixou um legado cultural enorme para NOHA e obviamente, para o segmento do bom nome de nossa família, artistas natos. O livro nos mostra riquezas de profundos detalhes tanto sobre o patrimônio histórico quanto curiosidades diversas. Pudemos observar com alegria, que nossa família D'Acquarica marcou e segue marcando presença começando com nosso querido avô Michele D'Acquarica, passando por vários primos e chegando em Marcello D'Acquarica que foi extremamente gentil e solicito ao enviar-nos este exemplar para que pudessemos entender um pouco mais desta bela cidade.

A escrita, a ilustração, a encadernação e a apresentaçao da capa sáo de uma sensibilidade tamanha que me fez voltar ao maravilhoso dia em que aí estive, com o primo Padre Francesco D'Acquarica e primo Giuseppe, que me levou a conhecer a casa onde nasceu nosso avô, ás belissimas obras como o Calvário, os afrescos entre outras. Que táo agradável e gratificante saber que fazemos parte de uma família que contribuiu e contribui sensibilizando a todos nohanos e náo só, que o patrimônio histórico é um legado que apensar dos anos se passarem, ninguém jamais poderá tirar-nos; mesmo que o tempo o desgaste, o danifique, haverá sempre alguém que o fará lembrar a todo instante que NOHA faz parte de todos.

Fulvia e Fiorela D'Acquarica – Brasil

 
Di Redazione (del 22/09/2021 @ 19:12:24, in Comunicato Stampa, linkato 602 volte)

Dopo la sosta obbligata a causa del maltempo, tornano i Concerti del Chiostro. La XXI edizione della stagione concertistica, diretta dal Maestro Luigi Fracasso e finanziata dalla Regione Puglia, torna a Galatina giovedì 23 settembre 2021, alle ore 21, all’interno della sacra cornice della Chiesa SS. Pietro e Paolo.

A partire dalle ore 21, si esibirà il duo formato da Luisa Sello (flauto) e Bruno Canino (pianoforte).
Essendo due tra i talenti più noti della musica classica, Sello e Canino vantano numerose esibizioni e successi sia in Italia, che all’estero.

Luisa Sello, flautista del panorama internazionale, nel 2016, viene definita dal New York Concert Review artista dalla “avvincente passione e spontanea cantabilità, con tecnica brillante, eccellente controllo del fiato, suono generoso e grande charme”.
La sua attività è anche riconosciuta dal Ministero dei Beni culturali, oltre che da numerosi Paesi in tutto il mondo.

Nel suo curriculum, spiccano le collaborazioni con Riccardo Muti, Alirio Diaz, Trevor Pinnock, Edgar Guggeis e tanti altri ancora.

Bruno Canino è riconosciuto come uno dei massimi pianisti dei nostri tempi. Apprende l’arte del pianoforte a Napoli, con Vincenzo Vitale. Cresce dal punto di vista della composizione con Bruno Bettinelli. Nella sua lunga carriera, ricopre il ruolo di docente di pianoforte al conservatorio di Milano e alla Hochschule di Berna.
Attualmente, è docente di musica da camera con pianoforte presso la Scuola di Fiesole e alla Escuela Reina Sofia di Madrid.
Tra il 1999 ed il 2002, ricopre la carica di direttore musicale della Biennale di Venezia.

Il direttore artistico de I Concerti del Chiostro, il Maestro Luigi Fracasso, motiva la scelta su questo duo: “Siamo felici di poter ospitare Bruno Canino e Luisa Sello. Entrambi hanno il pregio di saper comunicare delle emozioni difficili da dimenticare. Sono sicuro che sarà una serata ricca di emozione e di fascino. Voglio ringraziare Don Lucio per l’ospitalità che ci ha offerto all’interno della Chiesa Madre di Galatina. Un luogo di culto, che merita grande rispetto”.

L’ingresso al concerto è gratuito ed è riservato ai possessori di Green Pass o di un tampone negativo effettuato con un massimo di 48 ore dall’inizio dell’evento.

Intanto, procedono spedite le prenotazioni per il concerto di Danilo Rea, previsto per il 27 settembre a Soleto, presso Largo Osanna. Per Rea, si tratterà dell’unico evento con ingresso a titolo gratuito in Puglia.

Alessio Prastano

 

Il progetto è rivolto agli alunni delle scuole secondarie di primo grado del Comune di Galatina, e si propone di sviluppare una delle otto competenze chiave, nello specifico “la comunicazione nella madrelingua”, ovvero la capacità di esprimere e interpretare concetti, pensieri, sentimenti, fatti e opinioni in forma sia orale che scritta (comprensione orale, espressione orale, comprensione scritta ed espressione scritta) e di interagire adeguatamente e in modo creativo, sul piano linguistico in un’intera gamma di contesti culturali e sociali.

L’azione si articola in due momenti: nel primo è prevista, con la collaborazione dei docenti referenti, l’individuazione del libro da leggere. Nel secondo momento i ragazzi elaboreranno “la pagina che non c’è”, una conclusione differente da quella del testo.

Reinventare la storia permetterà ai ragazzi di essere piccoli scrittori, sviluppando le competenze della comunicazione nella madrelingua.

Il 25 maggio 2019 presso la Sala Celestino Contaldo del palazzo della Cultura a Galatina, i Volontari e le Volontarie del Servizio Civile Nazionale di Galatina, ed una Giuria composta da alcuni Docenti della Scuola insieme al presidente del Club per l’UNESCO di Galatina, premieranno “la pagina che non c’è” giudicata più meritevole.

Club per l'UNESCO di Galatina

 
Di Redazione (del 23/10/2021 @ 19:10:30, in Comunicato Stampa, linkato 794 volte)

Dopo numerosi e opportuni lavori di ristrutturazione e un processo partecipato di sensibilizzazione della cittadinanza che ha coinvolto associazioni, istituzioni, scuole e operatori del settore, torna agibile il prestigioso Teatro Cavallino Bianco di Galatina (Le) con la cerimonia inaugurale che si terrà sabato 13 novembre alle ore 10.30 (prenotazione obbligatoria) e un ricco e qualificato programma di spettacoli sostenuto da Ministero della Cultura, Regione Puglia e Città di Galatina col sindaco Marcello Amante.

Si riparte con la consapevolezza del teatro come bene pubblico, come bene comune, risorsa importante per il riscatto culturale, sociale ed economico di una città depositaria di un patrimonio culturale invidiabile (Galatina è culla del tarantismo, città ricca di beni culturali come la Basilica di Santa Caterina, di eccellenze enogastronomiche).

Anche il programma degli spettacoli impaginato dall’associazione OTSE (Associazione Theatrikès Salento Ellada) diretta da Pietro Valenti, già direttore di Emilia Romagna Teatro, nell’ambito di un progetto speciale finanziato dal Ministero della Cultura, in partnership col Comune di Galatina, Regione Puglia e AMA-Accademia Mediterranea dell’Attore di Lecce, diretta da Franco Ungaro, è coerente con una visione di teatro pubblico di prossimità, vicino ai bisogni della comunità e dei più giovani e al profilo che il Cavallino Bianco ha sempre avuto come ‘Teatro di tutti’.

Un progetto che coinvolgerà gli studenti degli Istituti scolastici Superiori in attività di alternanza scuola-lavoro, attività laboratoriali e incontri con gli artisti ospiti.

L’intenso e articolato programma propone in esclusiva regionale e nazionale spettacoli di alto profilo artistico con la presenza di riconosciuti protagonisti della scena culturale e teatrale, come Marco Baliani, attore, drammaturgo, regista teatrale e scrittore tra gli inventori del teatro di narrazione, che propone una sua versione del Rigoletto di Verdi, lo stesso titolo con cui nel 1949 venne aperto il Cavallino Bianco. Baliani sarà in scena sabato 13 novembre alle ore 21.

Seguiranno gli appuntamenti con: Virgilio Sieni, danzatore e coreografo, inventore di una gestualità rituale, poetica ed evocativa col suo omaggio a Dante Alighieri (16 novembre); la compagnia di operette di Corrado Abbati con Sul bel Danubio blu (17 novembre); Daniel Pennac, noto al grande pubblico per i suoi romanzi di straordinario successo che hanno per protagonisti Benjamin Malaussène, la sua squinternata famiglia e il quartiere parigino di Belleville (19 novembre); Gabriele Lavia, una delle colonne portanti del teatro italiano, che al Cavallino Bianco porterà il suo recital su Leopardi (20 novembre); Nicoletta Manni, originaria di Santa Barbara di Galatina, dal 2014 prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano che si esibirà insieme a Timofej Andrijasenko e al Maestro Luigi Fracasso (21 novembre); Mariangela Gualtieri, tra le più apprezzate poetesse italiane (25 novembre); Gino Castaldo, con le sue Lezioni di rock e gli omaggi a David Bowie e Franco Battiato (26 novembre )

Di rilevante impatto e riconoscibilità artistica saranno la nuova creazione di Fredy Franzutti, Haribaírg, con le allieve e gli allevi delle scuole di danza di Galatina, Ballet studio e Oistros balletto (23 novembre); lo spettacolo di Roberto Piumini, Mattia e il nonno, con Ippolito Chiarello e la regia di Tonio De Nitto (28 novembre); gli spettacoli rivolti alle famiglie e ai ragazzi Biancaneve, la vera storia con la regia di Michelangelo Campanale e la produzione del Crest di Taranto (14 novembre); l’attore e scrittore Fausto Romano, originario di Galatina e proiettato sulla scena internazionale col suo lavoro L’eterno riso (30 novembre)

 

Programma

IL FUTURO È ADESSO

13 novembre ore 10.30

Cerimonia inaugurale del Cavallino Bianco di Galatina

Nel corso della cerimonia si esibirà il corpo bandistico “San Gabriele dell’Addolorata” di Noha- Galatina diretta dal m° Loredana Calò

13 novembre ore 21

RIGOLETTO: LA NOTTE DELLA MALEDIZIONE

Marco Baliani con

Giampaolo Bandini chitarra

Cesare Chiacchiaretta fisarmonica

Musiche di Giuseppe Verdi, Nino Rota, Cesare Chiacchiaretta

Produzione Società dei Concerti di Parma

In collaborazione con Teatro Regio di Parma

Rigoletto è un monologo, quindi per farlo c’è bisogno di un personaggio in carne e ossa, spirito e materia. Poter rivestire per una volta la pelle di un altro e starci dentro dall’inizio alla fine: è una gioia particolare per me che in scena da narratore non ho mai la possibilità di calarmi interamente nelle braghe di chicchessia, sempre devo stare vigile a controllare e dirigere l’intero svolgersi della vicenda. La proposta fattami dal Teatro Regio di Parma di occuparmi, a mio modo, di una “rilettura” di un’opera di Verdi, la potevo facilmente risolvere con un bel reading, lettura più musica e via così. Mi son detto però  che era l’occasione buona per osare un personaggio e incarnarlo, dopo tanto tempo, tornare a mettere mano a tutte le cose che ho imparato strada facendo sul mestiere antico dell’attore e provare a costruirci sopra un testo scritto, un bel canovaccio su cui giorno dopo giorno, provando, creare un dire per niente letterario, ma concreto, materico. Compreso il trucco in faccia e il costume preso in prestito nei depositi del teatro Regio, appartenuti ai tanti Rigoletti passati da quelle parti.  Poi c’è stata la mia passione per gli esseri del circo, ma quei circhi piccoli, non eclatanti, non amo i “soleil” circensi fatti di effetti speciali e artisti al limite della robotica per la bellezza scultorea e bravura millimetrica del corpo. No, preferisco la rozzezza faticosa ma meravigliosa di quei circhi dove chi strappa i biglietti te lo ritrovi dopo vestito da pagliaccio e il trapezista sa anche fare giocolerie, esseri nomadi, zingarescamente affamati di vita, mi prende uno struggimento totale quando varco quei tendoni, a percepire la fatica quotidiana di un vivere precario ma impeccabile. Volevo fare un omaggio alle cadute, alle sospensioni, alle mancanze di appoggi.

Marco Baliani

 

14 novembre ore 17.30

Testo, regia, scene e luci Michelangelo Campanale

con Catia Caramia, Maria Pascale, Luigi Tagliente

costumi Maria Pascale

assistente alla regia Serena Tondo

 tecnici di scena Walter Mirabile e Roberto Cupertino

produzione Crest, vincitore Eolo Award 2018 e premio Padova 2017 – Amici di Emanuele Luzzati.

L’ultimo dei sette nani diventa testimone dell’arrivo di una bambina coraggiosa, che preferisce la protezione del bosco sconosciuto allo sguardo, conosciuto ma cupo, di sua madre. Una madre che diventa matrigna, perché bruciata dall’invidia per la bellezza di una figlia che la vita chiama naturalmente a fiorire. Nel bosco Biancaneve aspetta come le pietre preziose che, pazienti, restano nel fondo delle miniere, fino a quando un giorno saranno portate alla luce e potranno risplendere di luce propria ai raggi del sole.

Tutti i bambini conoscono già questa fiaba, lo spettacolo del Crest li vuole portare per mano “dietro le quinte” della storia, lì dove prendono forma e vita i personaggi, i loro sentimenti e le loro azioni, talvolta buoni e talvolta cattivi, quasi mai sempre buoni o sempre cattivi. Proprio come uno spettacolo: un po’ comico, un po’ emozionante; o come la vita che impariamo ad affrontare: un po’ dolce, un po’ irritante, un po’ divertente, un po’ inquietante, un po’.

Con questo lavoro continua il progetto che il Crest condivide con l’immaginario di Michelangelo Campanale – ricordiamo “La storia di Hansel e Gretel” (2009) e “Sposa sirena” (2012) – per raccontare ai ragazzi storie che riescano ad emozionarli davvero, senza edulcoranti e senza bugie, ma solo con grande rispetto della loro capacità di comprendere ed elaborare pensieri e opinioni in autonomia, semplicemente sulla strada della crescita.

16 novembre ore 21

PARADISO

Regia, coreografia e spazio  Virgilio Sieni
musica originale Paolo Damiani
interpreti Jari Boldrini, Nicola Cisternino, Maurizio Giunti, Andrea Palumbo, Giulio Petrucci

costumi Silvia Salvaggio
luci Virgilio Sieni e Marco Cassini
allestimento Daniele Ferro
produzione Comune di Firenze, Dante 2021 comitato nazionale per le celebrazioni dei 700 anni in collaborazione con fondazione teatro Amilcare Ponchielli – Cremona

Il Paradiso di Dante ricompone il corpo secondo una lontananza che è propria dell’aura, un luogo definito dal movimento, da ciò che è mutevole. Un viaggio che si conclude nello spazio senza tempo della felicità.

Dante non è un flâneur, viaggiatore della notte alla ricerca di se stesso nelle pieghe infernali della città; né un wanderer, viandante immerso negli abissi della malinconia e letteralmente risucchiato dai paesaggi emozionali; né un passeggiatore scanzonato, come ci indica divinamente Petrarca, cioè un camminatore che tiene lontani i pensieri invadenti e si sospende nell’ “errabondare tra le valli”. È un cammino dall’umano al divino, dal tempo all’eterno. Lo spettacolo è la costruzione di un giardino e non riporta la parola della Divina Commedia, non cerca di tradurre il testo in movimento ma si pone sulla soglia di una sospensione, cerca di raccogliere la tenuità del contatto e il gesto primordiale, liberatorio e vertiginoso dell’amore. Danza dialettale che si forma per vicinanze e tattilità.

Nella prima parte la coreografia è costruita per endecasillabi di movimenti dove i versi della danza ritrovano il risuonare della rima da una terzina all’altra. Questo continuo manipolare, accarezzare e pressare lo spazio invisibile intorno ai corpi edifica un continuum di terzine sillabiche del gesto: una maniera umile per porsi nei confronti della loro magnificenza geometrica, matematica e cosmica. Allo stesso tempo il gesto scaturisce da una ricerca sullo spazio tattile e sull’aura della persona.

Nella seconda parte tutto avviene cercando nel respiro delle piante la misura per costruire un giardino quale traccia e memoria dei gesti che lo hanno appena attraversato. La coreografia è costruita portando, sollevando e depositando le piante nello spazio. Le piante, la cosa alta, restituiscono il vero senso della danza, la lingua penultima: dialettale e popolare, in grado di mettere in dialogo le persone secondo declinazioni astratte, simboliche, inventate e immediatamente inscritte nella memoria.

 

17 novembre ore 21

SUL BEL DANUBIO BLU

Compagnia Corrado Abbati

musiche di Johann Strauss

coreografie Giada Bardelli
direzione musicale Marco Fiorini

Poco più di 150 anni fa Johann Strauss figlio scriveva quello che sarebbe diventato il manifesto di un'intera epoca: Sul bel Danubio blu. Più che un semplice valzer, il simbolo di un mito che ancora oggi vive e si rinnova generazione dopo generazione: chi non lo conosce? Chi non lo canticchia? Un'espressione di buonumore, di voglia di vivere, di fare festa. Ecco dunque uno spettacolo pieno di gioia e di buon umore: caratteristiche tipiche di una delle più importanti espressioni di quell’epoca: l’operetta!

Una “rivista” dove il ritmo della narrazione e l’armonia degli spunti melodici unisono e fondono, in una sequenza di allegri e spensierati episodi, gli stilemi delle espressioni teatrali tipiche dell’epoca: dalla commedia all’operetta, dalla musica da ballo all’opera. Uno spettacolo pieno di leggerezza e seduzione dove, ballando un vorticoso valzer, può succedere di innamorarsi, perché questa è musica che scioglie i cuori e scalda l’anima.

Buon divertimento! Corrado Abbati

Le musiche di Strauss, Lehar, Kalmann, Abraham, sono i cardini di questo spettacolo in quanto non si tratta di una serie di arie come in un concerto, ma di una vera e propria drammaturgia in forma scenica dove la coppia lirica, quella comica, gli assieme e le coreografie si integrano in vere e proprie e scene tratte da “Il pipistrello”, “La vedova allegra”, “La principessa della czarda”, “Ballo al Savoy”, solo per citarne alcune. Ne nasce quindi uno spettacolo pieno di ritmo e praticamente privo di quei tempi morti che si trovano spesso nei libretti di ogni lavoro teatrale.

 

19 novembre ore 10

COMPAGNIEMIA MOUVEMENT INTERNAZIONAL ARTISTIQUE

DANIEL PENNAC

Incontro con le Scuole

 

19 novembre ore 21

DAL SOGNO ALLA SCENA

Un incontro teatrale

di e con Daniel Pennac

e con  Pako Loffredo e Demi Licata

mise en espace Clara Bauer

musiche Alice Loup

Produzione Compagniemia – Mouvement International Artistique

Un incontro « teatrale » che nasce dal desiderio di raccontare e condividere con il pubblico il lavoro creativo di Compagniemia con Daniel Pennac, un montaggio che mette in evidenza alcuni passaggi dei suoi ultimi adattamenti teatrali uniti nella magia della scena, che disegneranno l'universo narrativo e onirico dell'autore .

"Che ci faccio qui? Che ci sto a fare dietro le quinte di questo teatro, dietro a questa porta che sta per aprirsi sul palcoscenico? Io! Su un palcoscenico! Che mi ha preso? Io che non ho mai voluto fare l'attore! Tra poco la porta si aprirà e io mi precipiterò in scena. Perché? Perché io? In che cosa ti sei andato a cacciare? Che cosa hai nella testa?"
Daniel Pennac, in scena con alcuni suoi compagni di viaggio di CompagnieMia,  Pako Ioffredo e Demi Licata,  con le musiche di Alice Loup e la mise en espace di Clara Bauer, entrerà dal vivo fra le pieghe dei suoi libri e dei suoi ultimi spettacoli, incontrando il pubblico in quella linea di confine fra interpretazione e narrazione, lettura e recitazione.  La piuma di Pennac gioca con la poesia della scena.

E che il piacere e lo humour ci guidino!

Incontro in lingua italiana ed in lingua francese tradotta dal vivo in italiano

 

20 novembre ore 21

LEOPARDI

di e con Gabriele Lavia

produzione Effimera srl –

L’attore non legge né interpreta le poesie di Giacomo Leopardi, ma riversa sul pubblico, in un modo assolutamente personale nella forma e nella sostanza, le più intense liriche dei Canti e non solo, da “A Silvia” a “L’Infinito”, dal “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” a “Il sabato del villaggio” e a “La sera del dì di festa”.

I versi leopardiani ripetono che l’amore, l’intimità rubata e immaginata fatta di attese e ricordo, i sogni senza sonno, le nobili aspirazioni dell’animo, le speranze che riscaldano lo spirito umano e che a volte svaniscono di fronte alla realtà, sono tutti elementi che rendono faticosa e impegnativa la vita, ma straordinariamente degna di essere vissuta.

È un viaggio nella profondità dell’animo umano, un nuovo omaggio al poeta, a quella sua nuova voglia di sondare la parola e il suono in un momento della sua esistenza che si tramutò in esaltante creatività artistica.

«Le poesie di Leopardi sono talmente belle e profonde che basta pronunciarne il suono, non ci vuole altro – spiega Gabriele Lavia -. Da ragazzo volli impararle a memoria, per averle sempre con me. Da quel momento non ho mai smesso di dirle. Per me dire Leopardi a una platea significa vivere una straordinaria ed estenuante esperienza. Anche se per tutto il tempo dello spettacolo rimango praticamente immobile, ripercorrere quei versi e quel pensiero equivale per me a fare una maratona restando fermo sul posto».

 

23 novembre ore 21

Haribaírg

performance di danza in una parte

Coreografia di Fredy Franzutti

Con Allieve e Allievi Scuole di danza: A.S.D. BALLET STUDIO / OISTROS BALLETTO

La restituzione alla comunità del contenitore che ospita il flusso della trasmissione culturale tra arte e pubblico è opportunità per elaborare il luogo come “Haribaírg” nel significato gotico che sta alla radice di “Albergo”. Ospitare, Accogliere, Custodire, Contenere sono sinonimi che possono descrivere un “luogo ricettivo” e un’attività teatrale virtuosa. L’ispirazione viene dal nome del Teatro dedicato all’operetta di Ralph Benatzky “Al Cavallino Bianco” che si svolge appunto in un albergo in Baviera. La narrazione non è nel testo dell’operetta, che viene solo citata nelle atmosfere e nei personaggi, ma nel concetto allontanante di un’operetta Bavarese calata nella società, tradizioni e storia della cittadina di Galatina. Le immagini del mito di Atena, Santa Caterina, il Barocco, i riti pagani di Pietro e Paolo, la vita rurale e il Salento vengono ospitate e sovrapposte nella condizione surreale dell’albergo bavarese creando la situazione onirica e straniante come il nome del Teatro che appare senza connessione con il tessuto sociale e culturale della cittadina. Il ponte fantasioso tra Salento e Baviera, che sembrano, e sono, due estremi distanti di una parabola stilistica ed emotiva, si accorcia e trova sintesi nella figura di Carlo V d’Asburgo. La presenza dell’imperatore che governa dai paesi bassi al sud Italia, che appare nel finale della performance, offre coerenza al progetto come messaggio di unità. Non solo casualmente, anche nel finale dell’operetta, “Al cavallino Bianco”, appare un Re: deus ex machina e risolutore delle incoerenze del testo. Fredy Franzutti

 

25 novembre ore 21

IL QUOTIDIANO INNAMORAMENTO

rito sonoro di e con Mariangela Gualtieri

con la guida di Cesare Ronconi

Produzione Teatro Valdoca  con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Cesena

Il quotidiano innamoramento dà voce ai versi di Quando non morivo, recente silloge einaudiana di Mariangela Gualtieri, li intreccia ad altri del passato e compone tutto in una partitura ritmica ben orchestrata, con un aggancio, in questa occasione, al tema della memoria. Tutto muove dalla certezza che la poesia attui la massima efficacia nell’oralità, da bocca a orecchio, in un rito in cui anche l’ascolto del pubblico può essere ispirato, quanto la scrittura e quanto il proferire della voce.

Mariangela Gualtieri è nata a Cesena, in Romagna. Si è laureata in architettura allo IUAV di Venezia. Nel 1983 ha fondato, insieme al regista Cesare Ronconi, il Teatro Valdoca, di cui è drammaturga. Fin dall’inizio ha curato la consegna orale della poesia, dedicando piena attenzione all’apparato di amplificazione della voce e al sodalizio fra verso poetico e musica dal vivo.

Fra i testi pubblicati: Antenata (Crocetti ed.,1992 e 2020), Fuoco Centrale (Einaudi, 2003), Senza polvere senza peso (Einaudi, 2006), Sermone ai cuccioli della mia specie (L’arboreto Editore, 2006), Paesaggio con fratello rotto (libro e DVD, Luca Sossella Editore, 2007), Bestia di gioia (Einaudi, 2010), Caino, (Einaudi, 2011), Sermone ai cuccioli della mia specie con CD audio (Valdoca ed., 2012), A Seneghe. Mariangela Gualtieri/Guido Guidi (Perda Sonadora Imprentas, 2012), Le giovani parole (Einaudi, 2015), Voci di tenebra azzurra (Stampa 2009 ed., 2016), Beast of joy. Selected poems (Chelsea Editions, New York, 2018), coautrice – con Cesare Ronconi e Lorella Barlaam - dell’Album dei Giuramenti/Tavole dei Giuramenti (Quodlibet, 2019) di Teatro Valdoca, Quando non morivo (Einaudi, 2019), Paesaggio con fratello rotto (Einaudi, 2021).

 

26 novembre ore 10 per le Scuole

LEZIONI DI ROCK con Gino Castaldo

Ascoltare la musica, vedere la musica, raccontare la musica. Gino Castaldo, critico musicale del quotidiano “La Repubblica”, in Lezioni di Rock indaga temi e personaggi della storia del rock, ricostruendo storie, raccontando dischi, curiosità, aneddoti e testi, per guidare il pubblico nell’ascolto di opere che fanno parte della storia della musica ma anche della vita di noi tutti. Due ore di lezione ricche di canzoni memorabili e storie indimenticabili.

David Bowie L’8 gennaio 2016, giorno del sessantanovesimo compleanno, è uscito Blackstar, considerato il suo “canto del cigno”. Due giorni dopo, nella notte del 10 gennaio, David Bowie si è spento nel suo appartamento di New York. Anche la sua morte può essere considerata un’opera d’arte.

Musicista, cantautore, attore, produttore discografico, artista completo e intellettuale complesso, ha attraversato cinque decenni di evoluzione culturale, in particolare della musica rock, lasciandosi periodicamente dietro le spalle i più diversi stili con i quali si è cimentato, le più diverse immagini che ha incarnato.

Dal folk acustico all’elettronica, dal glam rock, al soul, dal cinema al video, dal palco alla scrittura, ha influenzato il pensiero, i gusti, le mode di varie generazioni del “secolo breve”.

 

26 novembre ore 21

LEZIONI DI ROCK Con Gino Castaldo

Franco Battiato Un colosso della cultura italiana, un intellettuale che ha usato ogni mezzo possibile per promuovere arte e bellezza, un artista che con incredibile originalità ha realizzato opere che, senza alcun dubbio resteranno nel tempo, pittore, regista, scrittore, compositore, direttore d’orchestra, cantante, autore, divo pop, e tanto altro. Ed è stato poeta, nel senso pieno del termine, perché con le parole ci ha fatto vedere cose che non avremmo visto altrimenti, provare emozioni fortissime, ci ha fatto scoprire e conoscere cose che non conoscevamo, è stato “maestro” in grado di insegnare e mostrare. E saranno proprio le sue parole a mancarci di più, quelle de “La cura” o di “Povera patria”, parole, dure e dolci, mescolate alle sue melodie, in grado di farci vedere la nostra misera vita quotidiana da altezze inarrivabili, ci mancherà la sua visione, mistica e misteriosa, e il suo saperci portare in ogni  momento in ogni luogo del mondo.

 

28 novembre ore 17.30

MATTIA E IL NONNO

di Roberto Piumini dal romanzo omonimo pubblicato da Einaudi Ragazzi

con Ippolito Chiarello

adattamento e regia Tonio De Nitto

musiche originali Paolo Coletta

Costume Lapi Lou

Luci Davide Arsenio

Tecnico Matteo Santese

Organizzazione Francesca D’Ippolito

coproduzione  Factory compagnia transadriatica , Fondazione Sipario Toscana  in collaborazione con Nasca Teatri di Terra

Mattia e il nonno è un piccolo capolavoro scritto da Roberto Piumini, uno degli autori italiani più apprezzati della letteratura per l’infanzia.

In una lunga e inaspettata passeggiata, che ha la dimensione forse di un sogno, nonno e nipote si preparano al distacco, a guardare il mondo, a scoprire luoghi misteriosi agli occhi di un bambino, costellati di incontri magici e piccole avventure pescate tra i ricordi per scoprire, alla fine, che non basta desiderare per ottenere qualcosa, ma bisogna provare e soprattutto non smettere mai di cercare.

In questo delicato passaggio di consegne il nonno insegna a Mattia, giocando con lui, a capire le regole che governano l’animo umano e come si può fare a rimanere vivi nel cuore di chi si ama.

Una tenerezza infinita è alla base di questo straordinario racconto scritto con dolcezza e grande onirismo. Un lavoro che ci insegna con gli occhi innocenti di un bambino e la saggezza di un nonno a vivere la perdita come trasformazione e a comprendere il ciclo della vita.

Domenica 21 novembre ore 21

Nicoletta Manni – Timofej Andrijasenko

Passo a due da “Il Corsaro”

Musiche: Adolphe Adam Coreografie: Marius Petipa

Passo a due da “Caravaggio”

Musiche: Bruno Moretti Coreografie: Mauro Bigonzetti

Passo a due da “Luminus”

Musiche: Max Ritter Coreografie: Andras Lucaks

Maestro Luigi Fracasso

L. v BEETHOVEN Sonata in Do diesis min. op. 27 n. 2 min 17
 Adagio sostenuto
 Allegretto
 Presto agitato

F. CHOPIN Notturno in Fa min. op. 55 n. 1
 Polacca in La bemolle magg. op. 53

Nicoletta Manni, nome di punta della compagnia del Teatro alla Scala è nata e cresciuta a Santa Barbara di Galatina (Lecce, Italia).

Ha ricevuto la sua formazione iniziale presso la scuola di ballo di sua madre, a 13 anni è ammessa al 4° corso presso la Scuola di ballo del Teatro alla Scala. Nel 2009, dopo essersi diplomata all'età di 17 anni, ha ricevuto un contratto presso lo Staatsballett di Berlino sotto la direzione di Vladimir Malakhov, dove è rimasta per tre stagioni, prendendo parte in tutte le produzioni classiche e contemporanee.  Sotto l'invito di Makhar Vaziev, è tornata in Italia, nella compagnia del Teatro alla Scala, debuttando con Myrtha(Giselle) e Odette/Odile nel Lago dei cigni di Rudolf Nureyev. Un anno dopo, all'età di 22 anni, è stata promossa Prima Ballerina del Teatro alla Scala. Da allora ha ballato tutti i ruoli principali, accanto a etoile e ospiti internazionali, interpretando molte nuove creazioni, oltre ai numerosi capolavori del repertorio classico.

Timofej Andrijasenko nato a Riga, in Lettonia, nel novembre 1994, dove inizia i suoi studi di balletto alla National State Academy. Nel 2009, all'età di 14 anni, ha partecipato al Concorso Internazionale di Danza "Città di Spoleto", vincendo una borsa di studio; questo premio gli consente di frequentare il Russian Ballet College di Genova diretto da Irina Kashkova, dove si diploma nel giugno 2013.  Da novembre 2014, su invito di Makhar Vaziev, entra a far parte del corpo di ballo del Teatro alla Scala e nel 2018 viene promosso Primo Ballerino. è nel cast dei marinai russi in The Nutcracker di Nacho Duato ed è tra i principali interpreti di Cello Suites di Heinz Spoerli.

Luigi Fracasso, pianista italiano, di  Galatina (Le) ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio di Musica di Stato “T. Schipa” di Lecce, conseguendo con il massimo dei voti il Diploma di Pianoforte. Aldo Ciccolini ha scritto: “… Luigi Fracasso è un musicista vero, agguerritissimo, con idee sane sulla nostra arte e con un vivo senso della logica strumentale.”. È direttore artistico dei concerti del chiostro.

30 novembre 2021 – ore 21

L’eterno riso

di e con Fausto Romano

musiche, eseguite dal vivo, di Eva Parmenter

Produzione FAUST

I pomeriggi d’estate, in un afoso Salento, il chierichetto Faustino, di otto anni, si reca con padre Luigi a “prendere i morti” da casa per far loro il funerale. È un bambino acuto, attento e analizza il tutto con estrema curiosità cogliendo le diverse contraddizioni del rito e i lati colorati della più grande recita della vita, dove ognuno vuol togliere al morto la parte del protagonista. Incontriamo allora il becchino Rafele, che per fare il suo lavoro deve vestirsi obbligatoriamente di nero e tagliarsi i capelli; la ventriloqua Maria che colleziona presenze in chiesa; Gianni, che si è costruito da solo la propria bara finendoci dentro con una donna; il “cane degli inferi”, presente a ogni corteo funebre; la banda musicale che accelera il passo e il ritmo dei brani per tornarsene presto a casa... E ancora, il numero di manifesti mortuari perché “più manifesti ci sono, più il morto è importante”; gli strani oggetti contenenti nelle bare; le divertenti frasi di congedo e i pericolosissimi elogi funebri tenuti dagli amici del “fu”.

Fausto Romano, con la sua usuale leggerezza e intelligente vena umoristica, ci trasporta in un paesino del Salento degli anni novanta nel quale ognuno di noi potrà ritrovarsi e scoprire che la morte, alla fine, è uno spettacolo per tutti.

 

 

info: 3881814359 / 3201542153

mail: officinetse.com

www.otse.it

 

Prevendita online dal 28 ottobre su: www.diyticket.it

Prevendita presso la biglietteria del teatro Cavallino Bianco

Via Giuseppe Grassi, n.13 – GALATINA (Le) dal giorno 26 ottobre

dal lunedì al venerdì dalle ore 16.30 alle ore 19.30

sabato dalle 10 alle 13

 

Prenotazione tramite centralino telefonico:

la prenotazione del biglietto e quindi del posto a sedere può essere effettuata anche

chiamando i seguenti numeri telefonici 388.1814359 / 320.1542153 a condizione che il biglietto venga poi ritirato in botteghino entro 24 ore dalla prenotazione, altrimenti la stessa viene considerata annullata.

 
Di Antonio Mellone (del 01/04/2019 @ 19:09:16, in Eventi, linkato 1339 volte)

Alcuni esponenti della Diciamo Opposizione di Galatina le stanno provando tutte per convincere gli elettori superstiti a votare di tutto men che le sigle che li rappresentano. Un altro piccolo sforzo e l’obiettivo di far durare l’attuale maggioranza di palazzo Orsini un’altra decina d’anni abbondante sarà raggiunto in volata. Ottima strategia per le europee. Rallegramenti vivissimi a tutti.

La scorsa settimana, la suddetta Diciamo Opposizione se n’è uscita con la storia delle “erbacce” [che detto tra noi non esistono: quella roba lì si chiama Natura, ndr.], le quali pare che ci stiano invadendo come gli alieni in Indipendence Day; mentre non più tardi di qualche giorno fa le prefiche “oppositrici” piagnucolavano in coro, ma senza alcun cenno alla musica contrappuntistica dunque all’unisono, a proposito della prematura dipartita de “I Concerti del Chiostro” dal campanile di Galatina a quello di Soleto.

Nei loro comunicati stampa - indistinguibili uno dall’altro se non dalla firma - i novelli paladini della cultura musicale non lesinavano lacrime d’inchiostro per spiegare a noi altri profani che peccato è “perdere” questa piccola grande rassegna.

Per fortuna di tutti, “I Concerti del Chiostro” non hanno traslocato alla volta del Festival dei Due mondi di Spoleto (e vivaddio nemmeno al festival dell’altro mondo), ma semplicemente a Soleto nel santuario della Madonna delle Grazie, cioè a 4,2 km di distanza, vale a dire a 6 minuti di automobile partendo dal centro di Galatina (cfr. Via Michelin). Un tragitto che, volendo, tutti (inclusi gli stilanti comunicati) potrebbero percorrere in bici o addirittura a piedi se codesti mezzi di locomozione “francescana” non fossero troppo rivoluzionari o addirittura eretici per certe papille gustative ovvero ghiandole salivari tutte pregne di “volani per lo sviluppo” e di “ricadute occupazionali” (locuzioni ovviamente mai disgiunte fra loro, come i famosi beni complementari che si studiavano in Economia, tipo la scarpa destra e la sinistra, l’automobile e la benzina, e che suonano bene per un mega-porco commerciale come per un quartetto d’archi).

Ma il vero problema non è tanto il fatto che l’attuale amministrazione comunale di Galatina ce la stia mettendo tutta per esser degna di cotanta opposizione (del resto ogni maggioranza ha l’opposizione che si merita), quanto i tagli alla Cultura a ogni livello causati dai cosiddetti vincoli di bilancio.

Chissà se i Caifa nostrani, pronti a strapparsi le vesti per l’eliminazione degli eventi culturali locali, riuscendo a fare due più due abbiano mai alzato ciglio contro l’impostura di certe “grandi opere” (tipo Tav, Mose, Ponte sullo Stretto, autostrade inutili…) che grande e piccola stampa, prona ai partiti a loro volta prostrati ai costruttori, continua a presentarci come la panacea di tutti i mali e del Pil che non vuol saperne di crescere, nascondendoci invece quanto quei soldi buttati nel cesso potrebbero servire a ripianare i tagli alla Ricerca, alla Scuola, all’Università e dunque alla Cultura (inclusi dunque i concerti).

*  

Permettetemi ora di puntualizzare l’ovvio (sapete com’è, c’è sempre il rischio concreto che gli analfabeti funzionali si mettano a leggere questo articolo capendo come al solito fischi per melodie flautistiche). Ebbene, il festival de “I Concerti del Chiostro” è una rassegna musicale di alto livello, e consiglio a tutti (inclusi i piagnucolanti estensori dei suddetti comunicati stampa - chissà fino a quanto assidui frequentatori della manifestazione) di seguirne le sue serate, fossero, queste, pure in capo al mondo.

Ve lo dice il sottoscritto, girovago per concerti del genere in Italia e all’estero (specialmente quelli d’organo: sublimi i salentini, organizzati ultimamente dal M° Francesco Scarcella e dai suoi bravi collaboratori).

Parola di melomane. Anzi mellomane.

 

Antonio Mellone 

 

Si terrà venerdì 13 ottobre 2022, presso Palazzo Orsini in Via Umberto I n.40 nella sala del Sindaco, alle ore 11:00, la Conferenza Stampa per la presentazione della Cerimonia di Sottoscrizione del Patto di Amicizia tra la Città di Galatina e la Città di Assisi, che avrà luogo il 14 ottobre alle ore 18:30 presso la Basilica di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina. Evento di portata storica per Galatina che sottolinea o meglio traccia un solco di profonda connessione tra le due comunità.

Il Patto di Amicizia è il risultato di un impegno di promozione e cooperazione tra le due Città attraverso la condivisione dei valori spirituali, la valorizzazione del patrimonio culturale e storico, lo sviluppo turistico non solo di carattere religioso, seppur catena portante che lega le due Città, attraverso azioni comuni condivise.

 Il Patto di Amicizia costituisce atto formale di reciprocità tra realtà territoriali nazionali che, grazie alle loro caratteristiche comuni o affini, desiderano istituzionalizzare un rapporto basato su valori culturali, storico-artistici, religiosi, sociali ed economici condivisi, nonché sull'azione comune per la pace e la tutela dei diritti umani.

Le Città di Galatina e Assisi condividono legami storici, artistici e spirituali profondi, con un'importante e consolidata presenza francescana che sottolineano la comune vocazione culturale e la condivisione dei valori intrinseci che il Santo patrono d’Italia ha predicato. Il ciclo pittorico della Basilica di Galatina, semplice, esplicito diretto, sembra fare da prefazione alla magnificenza giottesca di Assisi, capolavoro assoluto di espressione cristiana di grande potenza visiva. Patrimonio dell’umanità

Il Patto di Amicizia rappresenta un impegno a promuovere la cooperazione e a realizzare "pratiche" positive, tra cui la condivisione delle eccellenze dei rispettivi territori, la connessione tra le culture e le tradizioni locali, e la valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale. Inoltre, si propone di favorire l'interscambio tra le due città, tra giovani e meno giovani, studiosi e interessati, al fine di migliorare e incoraggiare la reciproca conoscenza e la scoperta dei valori condivisi.

Durante la significativa cerimonia, sarà consegnato inoltre il prestigioso "Premio Beniamino De Maria" per il biennio 2019/2020 al Professore Sergio Fusetti, originario di Galatina ma da anni residente ed attivo ad Assisi. Al Professor Fusetti, si deve la direzione del restauro dopo il devastante territorio che ferì l’Umbria e il mondo intero nel 1997. Sua la mano e la direzione sul ciclo pittorico della cappella degli Scrovegni a Padova, Città del Vaticano, l’Aquila, Perugia. Il premio Città di Galatina a Fusetti, legato alla cerimonia del patto di amicizia sono momenti storici che non possono essere disgiunti o disconnessi. È la storia stessa che li prevede: alla Città di Galatina l’obbligo di renderli “una storia da raccontare”.

La cerimonia segna l'inizio di una nuova e promettente fase di scambio tra la Città di Galatina e Assisi, fondata su un patto morale di amicizia, condivisione e profonda consapevolezza delle loro radici storiche, culturali e spirituali comuni.​

 Segreteria Sindaco

 

Venerdì 21 maggio 2021 alle ore 12:00, in modalità digitale al link https://zoom.us/j/93731437308?pwd=SUlXckIwVDNuM0ZzSlpkWHFxOHNrUT09

si terrà la conferenza stampa di presentazione della maratona partecipativa “Cavallino Bianco, il futuro è ora”, 9 laboratori online che si terranno dal 24 maggio al 4 giugno, dalle 19.00 alle 21.00, per costruire insieme traiettorie condivise per il futuro del Teatro Cavallino Bianco.

Con la conclusione dei lavori che hanno interessato il Teatro “Cavallino Bianco”, il Comune di Galatina intende restituirlo alla pubblica fruizione, identificando le prospettive del piano di valorizzazione con i portatori di interessi, pubblici e privati. Il processo partecipativo è guidato da Mecenate 90, Associazione che in Italia svolge attività di assistenza tecnica agli Enti pubblici nei settori della valorizzazione e gestione dei beni culturali, dello sviluppo locale e della pianificazione strategica a base culturale.

Per consolidare la comunità educante e individuare il ruolo possibile del Teatro nella formazione delle giovani generazioni, i sei Istituti scolastici della Città hanno aderito all’iniziativa convocando docenti, rappresentanti di famiglie e di studenti dei propri Consigli.   

Si avvia ora la fase di pieno coinvolgimento e adesione alle attività. Le comunità scolastiche, le associazioni, gli operatori della cultura, della creatività e dello spettacolo, i professionisti, gli esperti, sono invitati a ragionare insieme sui presupposti di cooperazione per la riapertura del Teatro, immaginato come hub culturale, a partire dalle esperienze e dalle competenze vissute, per raccogliere ed elaborare elementi di indirizzo come mattoni costruttivi del futuro prossimo.

Sin d’ora è possibile iscriversi all’incontro preliminare online di preparazione alla maratona programmato per venerdì 21 maggio alle 17.45:

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-cavallino-bianco-comunita-creativa-verso-il-laboratorio-partecipativo-154883788581

Con la conferenza stampa si aprono le iscrizioni alla maratona vera e propria, al link https://forms.gle/13SpRg9RdmDt6fPx6

Compilando e inviando il form si ottengono tutti i link di accesso ai laboratori. In questo modo ogni partecipante può liberamente perfezionare la propria iscrizione a una o a più tappe.

Per far crescere da subito i contenuti di discussione sono previsti 2 moduli digitali immediatamente accessibili a tutti, uno per le comunità scolastiche (https://forms.gle/6imkX5PLX21DEi2X7), uno per tutti gli altri partecipanti (https://forms.gle/5jwMYDzF5FTXVV198). Verrà così alimentata una grande lavagna digitale comune pubblicata online, che crescerà con l’avanzare delle risposte e della maratona.

Sin d’ora è possibile iscriversi all’incontro preliminare online di preparazione alla maratona partecipativa, che verrà attuato venerdì 21 maggio alle 17.45:

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-cavallino-bianco-comunita-creativa-verso-il-laboratorio-partecipativo-154883788581

A presentare il percorso partecipativo saranno:

  • Marcello Amante, Sindaco di Galatina
  • Cristina Dettù, Assessore alla Cultura e alla Pubblica istruzione
  • Ledo Prato – Segretario Generale Associazione Mecenate 90
  • Fedele Congedo – Architetto Senior di Mecenate 90 - Coordinatore delle attività partecipative

Galatina, 18 maggio 2021

 

Ufficio Stampa

Società Cooperativa Coolclub

Piazza Giorgio Baglivi 10, Lecce

 
Di Redazione (del 05/02/2021 @ 19:06:05, in Comunicato Stampa, linkato 523 volte)

Per il  Partito Democratico di Galatina, il 2021 si è aperto con la nomina a ruolo di commissario di Circolo,  del Dr. Andrea Russo, già componente della Segreteria Provinciale.

La nomina è avvenuta nel rispetto ed in ottemperanza di quanto previsto dallo Statuto del Partito, che tra le altre cose prescrive l’obbligo di nomina commissariale nel caso di dimissioni del Segretario eletto dal Congresso. L’attività del Circolo procederà quindi nell’ ottica della continuità e dell’impegno con l’attività fin qui svolta.

Il Dr. Andrea Russo, nella sua gestione amministrativa e politica, sarà affiancato dai componenti dell’attuale segreteria, fino a quando non verrà svolto il nuovo Congresso (da tenersi non appena le norme di sicurezza per la pandemia lo permetteranno), e che porterà alla nomina del nuovo gruppo dirigente e del nuovo Segretario.  

Da parte del Circolo PD di Galatina, si conferma l’attenzione critica al territorio, svolta sino ad ora,  e a tutte le sue problematiche sociali, culturali ed economiche, nell’interesse dei cittadini.

PARTITO DEMOCRATICO

CIRCOLO DI GALATINA

 

Il Museo civico “Pietro Cavoti” di Galatina in occasione del bicentenario della nascita di Pietro Cavoti (28.12.1819) celebra la figura e le opere del suo illustre cittadino con una pubblicazione ed una mostra. Si tratta di un evento molto importante per la Città di Galatina, madre di celebri artisti le cui opere sono conservate nei suoi luoghi di cultura. “E' necessario partire dalla conoscenza della propria storia e, quindi, anche dei propri artisti per apprezzare il patrimonio culturale di Galatina – è quanto afferma il Sindaco Marcello Amante - attuare una strategia in grado di arricchire l'identità artistica della Città capace di stringere relazioni proficue con altre enti regionali e nazionali”. E per l’occasione l’Assessore Dettù afferma che “è come aprire un cassetto chiuso da anni e scoprire un tesoro dimenticato: è la sensazione che si prova nel sentire parlare di Pietro Cavoti mentre si osservano le sue opere tra colori, forme e immagini quasi perfette”.

I taccuini di Pietro Cavoti sono i protagonisti dell’omonima mostra, a cura di Salvatore Luperto e Anna Panareo e del cahier Pietro Cavoti: i taccuini, le pagine di cronaca del tempo di Antonio Giuseppe Lupo, quest’ultimo dà il via ad una collana di “quaderni” del Polo Bibliomuseale di Galatina che metteranno in luce le eccellenze artistiche e culturali del Museo civico.

Venerdì 13 dicembre, ore 18.00, nel Museo Cavoti di Galatina, il sindaco Marcello Amante, l’assessore alla Cultura Cristina Dettù, il Direttore del polo biblio-museale di Lecce Luigi De Luca e l’Amministratore di Libermedia, gestore del Polo biblio-museale di Galatina, Monica Albano, con il loro saluto introdurranno l’iniziativa culturale e gli interventi di Salvatore Luperto, Antonio Lupo, Regina Poso, e Anna Panareo sull’eclettico intellettuale-artista Pietro Cavoti.

I taccuini di viaggio, ricchi di appunti, schizzi, acquerelli, sono una riserva misteriosa e sconfinata di “ricchezze” culturali. Un “Pozzo di San Patrizio” da cui attingere dati e informazioni che riguardano personaggi illustri e molteplici contenuti storico-culturali del territorio salentino e nazionale. Veri antesignani del libro d’artista, piccole agende d’artista pertinenti alla definizione dei noti libri d’artista del secondo Novecento, formulata da Germano Celant: “…del libro mantengono forma e struttura, ma che nella sovranità delle intenzioni dell’artista sono opera d’arte”.

Ufficio Stampa - Marcello Amante

 
Di Redazione (del 11/04/2019 @ 19:04:34, in Comunicato Stampa, linkato 974 volte)

In data 25 marzo 2019 sono stati avviati 2 Progetti di Servizio Civile Universale. I progetti promossi dall’Amministrazione Comunale sono i seguenti: “IN READING 2017” – Settore Patrimonio Artistico e Culturale- “Cura e conservazione biblioteche”, che intende promuovere una stagione di attenzione al valore culturale. In tal senso, il progetto è caratterizzato primariamente da azioni di qualità relative all’ideazione e somministrazione di iniziative volte ad incentivare la frequentazione della biblioteca da parte della cittadinanza, promuovendo la diffusione della cultura dell’accoglienza ed il rispetto delle diversità culturalie favorendo l’integrazione degli immigrati presenti sul territorio. Progetto MONITOR 6017 - “Prevenzione e monitoraggio inquinamento dell’aria”, il cui obiettivo principale è il potenziamento della sensibilità ambientale in tutta la comunità, con particolare attenzione alle fasce più giovani, volto alla tutela e alla salvaguardia del territorio, mirando a correggere le cattive abitudini adottate nella vita quotidiana che si riflettono pericolosamente sull’ambiente che ci circonda. La durata di entrambi i progetti è di dodici mesi e, pertanto, i ragazzi presteranno il loro servizio sino al 24 marzo 2020. La continuità di tali progettualità offre l’opportunità ai volontari di vivere un’importante esperienza formativa e garantisce la presenza costante di giovani a beneficio della cittadinanza.

Galatina, 04/04/2019

I volontari del Servizio Civile Universale del Comune di Galatina

 
Di Redazione (del 04/05/2021 @ 19:04:20, in NoiAmbiente, linkato 1136 volte)

Abbiamo fatto un conto approssimativo, tanto per avere un’idea di quanti ettari di verde ci sono stati sottratti dagli impianti fotovoltaici galatinesi, quelli che hanno infranto il “REGOLAMENTO COMUNALE RECANTE NORME PER LA REALIZZAZIONE DI IMPIANTI FOTOVOLTAICI NEL TERRITORIO DI GALATINA REVISIONE X-2010”, fruibile in rete:

https://www.comune.galatina.le.it/documenti/delibere_consiglio/REGOLAMENTOPIANOENERGETICO.pdf

Il suddetto regolamento prevede che gli impianti in aperta campagna siano protetti da recinzioni “leggere” e che queste siano a loro volta coperte visivamente da essenze arboree, quindi obbliga i costruttrori di impianti fotovoltaici a predisporre sostanzialmente delle siepi (vere) intorno all’area occupata dai pannelli per tutto il perimetro.

Abbiamo cercato un campo fotovoltaico dappertutto intorno a Galatina, non se ne trova nemmeno uno che abbia una essenza arborea intorno, che non sia qualche filo d’erba spontaneo. Più che essenza avranno capito assenza? Insomma fatta la legge trovato l’inganno.

Contando gli impianti esistenti su Galatina e i 100 ettari su Noha, considerando una media di 750 metri lineari di perimetro per ogni impianto (si può fare semplicemente con le opzioni di Google, non ci vuole mica la bacchetta magica), si direbbe che siano stati oltre 32 i chilometri di essenza arborea “sfilati” al patrimonio arboreo di Galatina e frazioni. Se teniamo conto che la città di Galatina si sviluppa su una superfice rettangolare con all’incirca 2500 metri lineari per 1500, ai relativi lati, immaginando di mettere 15 file di piante (una ogni cento metri) lunghe 2500 metri lineari cadauna, avremmo un bosco grande quanto tutta la superficie urbana. Un bosco perso grazie al mancato rispetto della legge.

In tempi come quelli che stiamo vivendo, di emergenza climatica e di lotta contro l’inquinamento (Covid e Xylella compresi), è necessario cambiare stile di pensiero nei confronti delle piante. Dobbiamo renderci conto che sono l’unica strada concreta per tentare quantomeno di ridurre i danni all’ambiente e salvaguardare quindi il futuro, che non è solo nostro.

Quindi, quanto facciano bene le piante lo dice la scienza e lo dicono anche i nostri polmoni. E purtroppo lo dice anche il rapporto di salute della provincia di Lecce, RePol 2020, in cui Galatina risulta in testa alla classifica, insieme ad altri 15 comuni limitrofi, con il più alto tasso di tumori ai polmoni.

In conclusione chiediamo a questa Amministrazione, e ovviamente alle future, di tutelare al meglio la salute del nostro Ambiente, facendo rispettare legge e regolamenti ove previsto a suon di multe, e chiedendo il ripristino immediato del parco di essenze arboree mancante all’appello.

 

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali

 

SCHEDA TECNICA

Casella di testo: SCHEDA TECNICA

Nella mappa sopra, sono rappresentati tutti gli impianti fotovoltaici presenti e in richiesta di allestimento sul territorio comunale di Galatina. I quattro indicati con i numeri: 1; 2; 3 e 4 sono stati presi a campione come dimostrazione (vedi foto) che nessun impianto è in regola, in quanto sprovvisto di recinzione arborea come previsto dal Regolamento Comunale citato.

Nell’immagine sotto un esempio di rilevamento dei metri lineari effettuato con google maps del perimetro di un impianto (nello specifico quello di Contrada Roncella a Noha). Avendoli misurati tutti con questo metodo, ovviamente molto indicativo, risulterebbero ben km 32,500. Una fila di alberi da Galatina fino a Punta della Palacia sull’Adriatico

.

Volendo distribuire equamente i 32 chilometri e mezzo di essenze arboree, concentrati nell’abitato di Galatina, giusto per capire il polmone di verde che è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari, e soprattutto ai nostri polmoni, abbiamo immaginato di mettere 15 filari di piante lunghi km 2,5 alla distanza di circa 100 metri l’una dall’altra: ebbene, risulterebbe coperta dal verde tutta la superficie urbana del nostro Comune. Con il deserto che avanza nelle nostre campagne, ci manca proprio

.

 

Di seguito la segnalazione protocollata il 13 aprile 2021:

Download PDF.

 
Di Albino Campa (del 15/06/2006 @ 19:02:23, in Libro di Noha, linkato 5153 volte)

Buonasera a tutti. E grazie per essere insieme a noi.

 

*   *  *

 Ora prima di dire altre cose o che qualcuno, in seguito al mio intervento, caschi dal sonno, fatemi capire: fino a questo momento ne è valsa la pena? Siete contenti?

 Fatevi sentire!

 

*   *   *

 Non posso che partire con un ringraziamento. Se questa sera siamo qui lo dobbiamo all’editore, Infolito Group di Milano, ma soprattutto a Michele Tarantino, di Noha.

 “Caro e illustre amico, permettetemi di mettere il vostro nome all’inizio di questo libro e ancora prima della dedica; perché a voi soprattutto ne devo la pubblicazione. Passando per la vostra magnifica perorazione, la mia opera ha acquistato ai miei stessi occhi quasi un’autorità imprevista. Accettate quindi l’omaggio della mia gratitudine, che, per quanto grande, non sarà mai all’altezza della vostra eloquenza e della vostra dedizione”. Con queste parole, il 12 aprile 1857 a Parigi, Gustave Flaubert ringraziava Monsieur Marie-Antoine-Jules Sénard, per la pubblicazione del suo splendido “Madame Bovary”.  

Credo che queste parole calzino bene – non saprei trovarne di migliori – per esprimere la nostra gratitudine a Michele per il nostro: “Noha. Storia, arte, leggenda”. Che non sarà un “Madame Bovary”. Ma insomma!

 

*   *   *

 Allora prima che qualcuno si abbandoni, come dicevo, nelle braccia di Morfeo, vi dico un paio di cose. Ed ho pensato di incominciare… dando i numeri. Siamo di fronte ad un libro di 455 pagine; 3.773 paragrafi (per paragrafo intendiamo un periodo, una frase in cui abbiamo messo un punto e siamo andati a capo. Cioè non solo quando si mette il punto. Ma quando si mette il punto e si va a capo.).

Abbiamo scritto 14.518 righe (senza contare le didascalie alle foto che scritte di seguito assommano a ben 12 pagine fitte di espressioni); 124.318 parole.

 Se non ci credete, provate a contare!

 Perché vi ho dato questi numeri? Per raccontarvi della mole del lavoro che abbiamo svolto. Ma soprattutto per dirvi che, paradossalmente, di fatto, non abbiamo scritto niente. Come diremo: c’è molto altro ancora da studiare e scrivere.  

 

*   *   *

 Ma andiamo, più o meno, per ordine.

Qualcuno di voi mi ha chiesto: ma quando hai scritto?

La risposta deve necessariamente seguire un ragionamento.

Sappiamo che in un anno (non bisestile) ci sono 8.760 ore. In media, ogni giorno: 8 ore di sonno, 1 ora e mezza tra sera e mattina: pigiama, sveglia, barba, doccia, notizie ecc. ecc., sono 3.468. Rimangono 5.292 ore.

Dieci ore di lavoro al giorno (sono direttore di una filiale di banca con dieci persone; ed un direttore non lavora meno di quelle ore al giorno, escluso il sabato e la domenica, ovviamente); e sono 2700 ore.

Ed in questo computo non calcolo le ore per gli eventuali (numerosi) corsi di aggiornamento o quelli non residenziali o cosiddetti manageriali altrove in Italia: Bari, Napoli, Milano…. Rimangono 2.582 ore.

Vado in palestra due volte la settimana (e si vede!) per un totale di 3 ore e mezza a settimana: sono 189 ore.

Per gli spostamenti da casa al lavoro e da Putignano a Noha (e viceversa) impiego circa 5 ore la settimana:  dunque 270 ore all’anno. Sottraendo anche queste ne rimangono 2.133.

Scrivo almeno una volta al mese su “il Galatino” (e non considero gli articoli saltuari inviati alle altre riviste). Per trovare l’argomento, documentarmi, stendere una prima bozza dell’articolo, rileggerlo, correggerlo, limarlo, inviarlo alla redazione: impiego a dir poco tre ore a settimana. Dunque altre 162 ore.

L’anno scorso ho seguito dei ragazzi di scuola superiore impartendo lezioni di matematica, ed un laureando e due laureande, rispettivamente in Economia e in Beni culturali nelle loro tesi di laurea (correzione bozze, ricerche bibliografiche, ecc. ecc.): circa quattro ore a settimana. Altre 216 ore. Rimangono 1.785 ore.

Poi ci sono i giornali e soprattutto i libri. E Internet: almeno un’ora e mezza al giorno. Fa 547 ore.

Non rinuncio mai, ogni settimana, a cinema, o teatro, o concerti, o spettacoli, feste, passeggiate al mare, incontri con amici e amiche, scambi sociali, incontri galanti, la pizzeria, la santa messa domenicale, la caffetteria, la libreria, il pub; e poi ancora shopping, convegni, presentazioni di libri, viaggi,… che assorbono oltre 16 ore (in media) la settimana: sono 864 ore.

Rimangono 374 ore, (cioè un po’ più di 1 ora al giorno) da dedicare ai pasti, alla televisione, e, in qualità di invitato, a cerimonie, come battesimi, cresime, matrimoni,  ecc. ecc.

SIGNORE E SIGNORI: QUESTO LIBRO S’E’ SCRITTO DA SOLO!!!

 

*   *   *

 Dunque il libro, come per magia, s’è scritto da solo.

Vi dico, tra l’altro, che la redazione del testo è forse la cosa più semplice da fare. O almeno per me così è stato.

Il problema inizia con l’Art Designer (cioè con il compositore delle pagine del libro), soprattutto se questo compositore si trova a Genova, come la signora Gabriella Zanobini Ravazzolo (che salutiamo con un battimani). Che è splendida, ma che non conosce Noha.

Per comporre un libro ricco di foto bisogna indicare dove vanno inserite le foto.

Ma non basta. Bisogna dire a chi non conosce Noha ad esempio che la foto del palazzo baronale deve avere un certo formato, quella di una casa anonima di un formato più piccolo; quella della torre va inserita in un certo contesto, mentre quella di una processione, o quella di una cassetta di pomodori, in un altro. Insomma un lavoro incredibile.

Se poi ti si impalla, cioè si inchioda il computer (abbiamo lavorato molto con le e-mail) perché la definizione delle foto assorbe e rallenta il lavoro; o se in qualche caso, come è successo, dopo aver scritto un brano o una frase, ti chiama qualcuno al telefonino, ti dimentichi di salvare, devi rifare il lavoro, ecc… potrete capire il livello di disperazione.

Se a tutto questo aggiungete una madre che ogni tanto ti dice: ancora con questo libro!?. Ma quando sarà pronto!? Mi pare ca sta vu la pijati a passatiempu!!! Potrete subito capire!!!  

 

*   *   *  

E non voglio parlarvi del lavoro per “sposare” i due scritti, per trovare un linguaggio omogeneo e semplice, per la cernita delle fotografie, per la loro ubicazione nel testo, per far combaciare le didascalie (dopo averle preventivamente pensate e scritte), per le note a piè pagina che  - non capivo perché – si sfasavano, per l’ordine delle foto inserite in ben sei CD con l’ordine tipico di un pazzesco marasma, che definire coacervo confuso è dire poco.  

 

*   *   *

 A proposito di fotografie. Le fotografie oltre 460 sono parte essenziale del testo: per favore, però… se comprate il libro non limitatevi a guardare le fotografie riportate nel testo. Non limitatevi  a leggere le didascalie delle foto. Leggetelo, andate un po’ oltre le foto, potreste trovare cose incredibilmente interessanti o divertenti o affascinanti o curiose o intriganti o misteriose.

Tra l’altro il libro lo potete leggere anche a salti. Non è necessario seguire per forza la sequenza dei capitoli.

A proposito di cose carine vi vorrei raccontare l’aneddoto del telefono: lo trovate a pag. 336. E’ l’accadimento del telefono avvenuto tempo fa nel bar di Ninetto (che ci ha lasciato nel mese di novembre dello scorso anno).

Il telefono a muro color beige, è l’ultima cosa di cui vorremmo scrivere in questa sorta di nostalgiche “disiecta membra” sui bar di Noha.

Con il disco con i buchi per comporre i numeri, il telefono attaccato al muro, sulla sinistra dell’ingresso del bar, non era in una cabina: sicché di fatto era pubblico non solo il telefono ma anche la telefonata. Tutti gli astanti potevano quindi ascoltare per filo e per segno tutte le conversazioni  telefoniche (la privacy era ancora un vocabolo sconosciuto); anzi nel corso di una telefonata i presenti interrompevano le loro chiacchierate, facevano addirittura silenzio “per non disturbare chi telefonava” (e per cogliere meglio il succo della comunicazione). 

A questo proposito, ecco l’aneddoto (tutto vero!) di “Fernando – oggetti sacri”.

 Fernando di Noha, ora in pensione anche lui, era commerciante di oggetti sacri. Non avendo in casa un telefono, (così come accadeva per la quasi totalità degli abitanti di Noha), pensò bene di lasciare ai clienti quale recapito quello del bar di Ninetto (sempre su autorizzazione del barista, s’intende); recapito telefonico che aveva fatto riprodurre anche su materiale pubblicitario come potevano essere i calendari o bigliettini da visita.

Un bel dì squilla il telefono, come tante volte era successo. Risponde Ninetto, come al solito, con il suo vocione squillante: “Prontooo?!!”.

E dall’altra parte una voce titubante fa : “Pronto?...  Parlo con Cacciapaglia Fernando?... Il rappresentante di oggetti sacri?” (Era un sacerdote che necessitava di alcuni “prodotti” trattati dal Fernando).

E Ninetto, preso alla sprovvista, e onde evitare di fornire una dettagliata lunga spiegazione, in un attimo decide: taglia corto e risponde: “Nooo!! Eeeeh…sono sua moglie! Dica!!”!    

Vedete? Con questo libro ci si può anche divertire.

Il nostro libro ha tante pagine, tanti paragrafi, tante parole, tante fotografie…

Ma vi volevo dire che non abbiamo scritto chissà quanto.

Anzi diciamo meglio: chissà quante cose o persone o accadimenti sono rimasti nella nostra penna (o nei tasti dei nostri computer). Oserei dire che, dunque, non abbiamo scritto proprio nulla!

Nella conclusione, infatti, invitiamo le nuove generazioni a continuare a scoprire, a studiare, a riscrivere, a ripensare magari, a confutare (anche!) gli stessi argomenti o i temi che nel libro s’è trattato soltanto superficialmente o che non s’è trattato affatto.

Ben vengano, allora, tutti quanti vogliano scrivere saggi, libri, trattati, articoli sulla Storia di Noha, vogliano scattare nuove foto o girarne documentari; in queste pagine, e soprattutto altrove, c’è materiale a sufficienza per la ricerca di una risposta ai mille “perché”. Ciò che è già stato scritto non è mai bastevole, mai commisurato all’assoluto bisogno di conoscenza.

Se dopo di noi qualcun altro vorrà scrivere sulla Storia, l’Arte e le Leggende di Noha con più penetrazione, tanto meglio: il nostro intervento ha il torto ed il merito di essere stato fatto prima.

 

*   *   *

Adesso consigli per gli acquisti. Del libro.

Il libro costa 30 euro. L’editore non riesce nemmeno a coprirne i costi. Avete visto la veste tipografica: magnifica e accattivante.

Pensate 30 euro per la storia, l’arte e la leggenda della nostra cittadina.

Adesso, pur non utilizzandone i toni, faccio un po’ la Vanna Marchi della situazione. Signori: quanto un CD di Eros Ramazzotti! Quanto due pizze e due birre! Quanto una cravatta (no: la cravatta costa di più, a meno che non sia di Andrews-Tie): una maglietta non di marca. Quanto un taglio ed una messa in piega. Quanto manco un pieno di benzina.

Trenta euro.

Spesso ci si adopera a misurare i costi della cultura. Senza avere idea però di quanto costi l’ignoranza. Sappiate comunque che i costi della cultura sono sempre infinitamente più bassi dei costi che può generare l’ignoranza.

L’emarginazione non è un fatto solo economico.

Indifeso, emarginato, ultimo, non è tanto chi non ha soldi (anche!); ma soprattutto chi non riesce a far propria la ricchezza della comunicazione con gli altri: cioè la cultura.

 

*   *   *

 Voi sapete che prima di essere uno scrivente di fatti locali io sono un economista.

 

Ora vi spiego perché dal punto di vista economico l’acquisto di questo libro è un affare. Anzi un investimento.

Vi spiego però prima che cosa è un investimento. Anzi un buon investimento. E poi, per essere completo, vi spiego anche che cosa è invece un finanziamento (che è una cosa speculare dell’investimento).

Semplificando al massimo diciamo che un investimento non è una semplice uscita monetaria: cioè un costo.  Un investimento è un’uscita monetaria che comporterà degli introiti. Saremo di fronte ad un buon investimento se gli introiti, i benefici, immediati e differiti, superano il sacrificio di quella spesa.

Dunque un investimento è un’uscita monetaria cui seguono delle entrate. E l’investimento è tanto più buono quanto più la somma di queste entrate supera la somma delle uscite.

Mentre un finanziamento è un’entrata monetaria, dunque un debito, che prima o poi dovrò rimborsare in una sola botta o a rate. Quando una banca mi concede un finanziamento, ho un introito di soldi che poi restituirò in una unica soluzione o spalmandoli nel tempo.

Ho la presunzione di dire che il nostro libro è un buon investimento poiché il suo valore supera di gran lunga la sua spesa per acquistarlo.

Il valore del libro è sia intrinseco e sia estrinseco.

Intrinseco è il suo contenuto: le foto a colori, la ricerca, gli scritti, i documenti, la stampa, l’eccellente carta, l’inchiostro, la copertina rigida ricoperta di pregiata tela color rosso-cardinale, la sovra-copertina, l’eleganza del testo, e il lavoro, le ore impiegate per scriverlo di cui vi ho parlato, il trasporto, l’opera dell’ingegno, il diritto d’autore…

Il valore di mercato o estrinseco deriva invece dal fatto che questo bene, essendo a tiratura limitata, è, di fatto, una risorsa scarsa. Forse non riusciremmo a dare un libro per ogni famiglia.

Tra due, tre, quattro anni. Anzi, diciamo, tra dieci anni, il libro sarà una risorsa ancora più scarsa.

Il libro tra dieci anni non circolerà quasi più. Sarà un bene raro, da mercato secondario di intenditori. E per questo alcuni sarebbero disponibili a pagare cifre molto più alte dei 30 euro di oggi (sempre che 30 euro tra dieci anni varranno quanto i 30 euro di oggi). Vi invito dunque a guardare lontano, a volare alto.

Questo discorso, fidatevi, funziona indipendentemente dal contenuto del libro.

C’è gente che sarebbe disponibile, su una sorta di mercato secondario, a sborsare parecchie decine di euro anche se quel determinato libro, ben fatto, difficile da reperire sul mercato, dovesse parlare… di cucuzze. Questo libro come potrete notare non parla di cucuzze. O meglio non parla solo di cucuzze (ci sono pure quelle!)…

 

*   *   *

 

Noi (ma questo tutti gli scrittori) abbiamo bisogno dello sguardo dei lettori, di voi, della vostra attenzione.

 

*   *   *

 

A cosa serve il nostro libro?

 

Ma ovviamente cambiare il mondo!!!

 

 Diceva Plinio il Vecchio (citato da Plinio il Giovane in una lettera): “Non c’è libro tanto brutto che in qualche sua parte non possa giovare”.

 

Ogni autore che aggiunge qualcosa a quanto è già stato scritto supera un limite, magari spiega qualcosa che prima non era chiaro, ci dà una visione diversa del mondo. Anche se questo mondo è piccolo e si chiama Noha.

 

Possiamo dire che la novità di questa opera sta nel farci vedere il mondo, il nostro piccolo mondo, in modo diverso, sotto un’altra luce. E sarò contento se, quando lo leggerete, mi fermerete per strada e mi confermerete questo. 

 

Ma sarò contento anche se mi criticate (o come si dice qua, mi malangate).

 

*   *   *

 

Io mi auguro, anzi vi auguro, che prendendo in mano il nostro libro voi possiate sentire suoni, annusare odori, gustare sapori. Vi auguro di compiere un viaggio nel tempo. Mi auguro e vi auguro che sentiate il desiderio di andare avanti, nella lettura e nella ricerca.

 

Mi auguro che il nostro libro stimoli la vostra fantasia.

 

Se mi fosse consentito vi augurerei che la lettura di questo (ma anche qualsiasi altra lettura) diventasse per voi come una sorta di sostanza stupefacente: una droga che però che accelera l’intelligenza, la fortifica, non la comprime.

 

Chi non ha questo privilegio si rifugia nelle droghe “normali” che servono a dimenticare l’infelicità dell’esistenza (nei confronti di queste persone è opportuno praticare il giudizio moderato della comprensione…).  

 

Come per umana consolazione fu scritta la “Divina Commedia” di Dante, così il nostro libro è stato scritto perché rinasca un antico orgoglio, il legittimo orgoglio per le nostre radici: quello di essere cittadini di Noha, questo lembo di terra che in passato era importante nel Salento e che ancora può essere conosciuto non come territorio di mafia, ma finalmente come centro di solidarietà, di cultura e libertà!!!

 

*   *   *

 

Il nostro libro serve. Un libro di storia serve. Sempre.  

 

Si dice che la Storia è maestra della vita. E’ vero.

 

Però ci tengo a dire che il nostro futuro non è mai determinato dal nostro passato.

 

Il passato illumina il presente, ma non lo determina.

 

Ci si rivolge alla Storia non per sapere cosa dobbiamo fare oggi o domani. (Quello lo dobbiamo decidere noi). Ma per sapere in quale situazione ci muoviamo; per avere consapevolezza da dove veniamo e dove possiamo andare, se esiste una possibilità di farlo.

 

Ecco perché è importante la storia.

 

La storia ci aiuta a vedere meglio, magari più nitido, un accadimento. Ma non può dirci quello che dobbiamo fare.

 

La storia ci dice da dove veniamo. Non dove vogliamo andare!

 

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Infine i libri allungano la vita.  

 

“Un uomo che legge ne vale due”: questa non è mia: è una citazione di Valentino Bompiani (fondatore di quella casa editrice).

 

Con questo intendo dire che la nostra ricchezza rispetto all’analfabeta (o di chi, analfabeta, non legge) è questa: colui il quale non legge, si limita a vivere solo la sua vita, mentre noi, grazie alla lettura, ne viviamo moltissime.

 

Cioè la lettura e la memoria ci permettono di conoscere le esperienze e le vite degli altri, ci fa andare alle radici. Sovente la lettura di un libro (specialmente quella di un classico) ci dice non solo come si pensava in un tempo lontano, ma ci fa anche capire perché oggi pensiamo ancora in quel modo…

 

Ecco perchè i libri allungano la vita. Ma sono anche una forma di assicurazione contro l’Alzheimer, per il semplice fatto che la lettura tiene in attività, diciamo, tiene allegro il cervello (il quale è come le gambe: le quali necessitano di alcune ore di allenamento sportivo, o comunque di movimento, ogni giorno).

 

*   *   *

 

Una casa senza libri, poi, è come un corpo senza anima. I libri ci affascinano; ci parlano, ci danno dei consigli…

 

Ogni lettore, quando legge, legge se stesso.

 

L’opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che egli offre al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in se stesso. Anche se gli scrittori si chiamano Antonio Mellone, e Francesco D’Acquarica, (mi assolva padre!).

 

*   *   *

 

Un giorno un amico mi chiese se la lettura del mio libro (il don Paolo, qualcuno di voi ricorderà quel mio libercolo del 2003) gli sarebbe servita per una certa ricerca che stava facendo sul novecento. Gli ho detto che gli sarebbe servita anche se poi avesse fatto il venditore ambulante di materassi a molle!

 

Ecco l’utilità di un libro: che poi è il succo di tutto ciò che vi ho raccontato questa sera.

 

*   *   *

 

Ringraziandovi ancora una volta per la pazienza con la quale mi avete ascoltato,  ringrazio ancora gli ospiti, Giuliana Coppola e Nicola Toma (splendidi!) che mi hanno onorato della loro presenza; Paola Congedo ed il marito maestro cantautore-chitarrista Walter Faraone, grazie per la vostra performance; Emanuele Vincenti (che ha letto e riletto le bozze del libro); Giuseppe Rizzo ed Antonio Salamina (che hanno sorvolato Noha con l’aereo da turismo ed hanno scattato splendide foto dall’alto, qui presentate per la prima volta in assoluto); grazie al geometra Michele Maiorano per lo stradario, il “tutto-città” di Noha; grazie al prof. Zeffirino Rizzelli (che ha scritto la presentazione del lavoro), a Don Francesco Coluccia (padrone di casa), a don Donato Mellone (che ci ha concesso di consultare l’archivio parrocchiale nel tempo), a Bruna e Dora Mellone (per aver letto le bozze del testo), a Matteo Mellone (da Milano con furore!), a Paola Rizzo maestra d’arte (per i disegni del libro e per la mostra di questa sera dei suoi tre bellissimi ragazzi: Angelo Cisotta, Veronica Gianturco, Francesca Lupo), a Michele Tarantino e sua moglie Rossana D’Acquarica, venuti apposta da Milano per questa serata, oltre che per il loro determinante contributo per la stampa del nostro libro; saluto tutti i miei amici ed amiche che ho invitato a partecipare a questa presentazione quasi per forza (alcuni per l’occasione provenienti da Bari, Brindisi e Taranto); ringrazio Daniele, Michele e Rinaldo Pignatelli (dello studio fotografico Mirelfoto per le foto e le riprese ed i cortometraggi qui presentati, come vedo, con grande successo); ringrazio Telerama, “La Gazzetta del Mezzogiorno”, “il Galatino”, “Il nuovo Quotidiano di Lecce”, e “Quisalento”; grazie a Gigi Russo e Radio Reporter, ringraziamenti anche a Radio Orizzonti Activity; sono grato a Gianni Miri ed alla sua auto che, opportunamente “microfonata”, per le strade di Noha ci ha annunciato, con un bel sottofondo di Bob Marley, questo straordinario evento storico; grazie ad Albino Campa, webmaster, per aver in anteprima pubblicato la notizia dell’avenimento di oggi e la copertina del libro sul suo blog Noha.it (e mi auguro che quanto prima ritorni a funzionare il suo sito www.noha.it, il portale con l’h, che arricchiremo con tante foto, sito attualmente in “riparazione”); grazie a Piera Sturzi, per l’omaggio floreale alle gentili signore, a Sasà ed il suo B. & B. “Per le vie” (ed anche per l’ottimo pranzo offertomi proprio oggi, nella sala ristorante della struttura, in occasione dell’inaugurazione, appunto,  del secondo Bed and Breakfast di Noha; il primo è “Mimì”); saluto tutti i miei amici ed amiche (vedo là in fondo anche i miei amici di Galatina e Lecce e Gallipoli, oltre che quelli di Noha); grazie a Enzo Turi per l’esilarante fuori programma (che di fatto era in programma: l’abbiamo provato e riprovato: bravissimo!); grazie ai miei amici di Milano che mi hanno ospitato nella città meneghina e sopportato nel corso della redazione delle pagine di questo libro; grazie a tutti coloro che hanno preparato questa sala per l’occasione; grazie al bar Settebello che ha offerto il buffet che seguirà da qui a qualche minuto (a proposito siete invitati: paste di mandorla e prosecco ce n’è per tutti). E grazie anche a tutti quelli che ho dimenticato.

 

*   *   *

 

E visto che ha funzionato quella volta, vorrei concludere, con le stesse parole con cui presentavo il mio libro del 2003, il “don Paolo”, sempre in questa sala convegni, parole prese in prestito e parafrasate da Alessandro Manzoni: quelle con le quali don Lisander conclude il suo romanzo “I Promessi Sposi”:  se la storia, diciamo, se il nostro libro e se questa serata  non v’è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l’ha scritta (e presentata). Ma se invece fossi riuscito ad annoiarvi, credetemi non l’ho fatto apposta!

 

Grazie.

 
Di Marcello D'Acquarica (del 22/11/2020 @ 19:02:05, in NohaBlog, linkato 1259 volte)

Mi verrebbe quasi voglia di fidarmi degli addetti ai lavori che si occupano dei beni comuni, tipo l’aria, l’acqua e la terra, e quindi di lasciar perdere tutto quello che mi passa per la mente e che vedo in giro. In fondo, penso, come si usa dire: “andrà tutto bene”. Così chiudo i pensieri per una frazione di secondo. Ma poi certe immagini mi ritornano davanti con prepotenza, e con esse le parole dette, insieme a tutti quei dati e a quelle tabelle che ho letto nel Report dei tumori nella nostra provincia aggiornato al 2020.

E allora non posso fare finta di niente. Le immagini sono anche quelle degli impianti di pannelli fotovoltaici tra le Contrade Roncella e Scorpio che, ora che hanno perso i ripari (ulivi martiri) dietro cui parevano nascondersi, manifestano tutta la loro sfacciataggine. Non ci sono parole, gli alberi d’ulivo, quelli scampati agli incendi, rimangono lì come testimoni muti della (voluta?) mancanza di cure. Invece la distesa infinita di pannelli luccicanti come l’oro sembra non fare una piega.

Inutile farvi leggere per l’ennesima volta la sfilza di controindicazioni che generano le devastazioni della campagna: desertificazione del suolo, impoverimenti della biodiversità, scarsa generazione di ossigeno nell’aria, danni idrogeologici, cambiamenti microclimatici, ecc.

Tant’è che si sono studiate norme altamente specifiche che dovrebbero tutelare tutto il sistema ambientale, paesaggistico ed economico. Si tratterebbe soltanto di farle rispettare se non avessero purtroppo la stessa efficacia delle grida di manzoniana memoria .

Nonostante l’impegno – eravamo quattro gatti spelacchiati - non riuscimmo a evitare i danni del 2010 (quelle devastazioni sono sotto gli occhi di tutti, tranne dei ciechi), ma pensavamo che questo maledetto discorso si fosse chiuso definitivamente là, con i danni a noi e i milioni di euro alle società a responsabilità limitata, che oltretutto sono pure di fuori regione, se non spagnole (prima) e tedesche (poi).

Nel 2010, forse presi dalla smania degli incentivi elargiti dallo Stato (cioè da noi stessi, altro che energia gratuita) e dai baratti per la sistemazione di un canile, l’allora amministrazione comunale non fiatò nemmeno per denunciare l’invasione degli alieni, sicché Noha subì un tremendo taglio di parco naturale (zona Roncella e Scorpio),  e fu risparmiata chissà per quale miracolo da un altro impianto di pannelli di vetro, ferro e silicio, proprio dirimpetto alle case del nascente (e per fortuna poi morto nella culla) comparto 4, quello che prevedeva a nord di Noha una cosa come una ottantina di villette a schiera.

Ma tranquilli, i comparti non muoiono mai del tutto, e i progetti di impianti fotovoltaici neanche.

Ed eccolo qui, a poche decine di metri dalla Masseria Colabaldi, dunque a ridosso delle case della 167 di via Lago di Garda, a due passi dalla Chiesa di San Rocco: dieci ettari di ferraglia che chiamano “parco”, pronti a sovrastare la collinetta da Via Dalla Chiesa a via delle Tre Masserie. Chissà questa volta chi parerà il sacco a questi novelli “investitori”, chissà quale conferenza dei servizi, quale legge o regolamento, quale dirigente-impiegato-funzionario-burocrate.

Il fotovoltaico è cosa buona e giusta, ma non in mezzo alle campagne, di cui dovremmo ormai tutelare ogni centimetro quadrato di terreno (chissà quando riusciremo a capire quanto la terra valga più dell’oro, più di un conto in banca con tanti zeri), ma sulle parti ormai morte dei territori, cioè quelle già cementificate o asfaltate,  quelle dei tetti delle costruzioni civili o dei capannoni artigianali e industriali, quelle dei parcheggi, e quelle delle cave dismesse e, perché no, dei cimiteri. Prima che si ripeta una nuova Roncella, i cittadini dovrebbero poter partecipare a decisioni così impattanti: in fondo siamo né più e né meno che un grande condominio e le decisioni straordinarie, quelle che riguardano la salute di “tutti”, dovrebbero essere condivise con “tutti”. Così almeno se si scegliesse di farne un’ecatombe saremmo “tutti” più o meno direttamente responsabili. L’ Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Marcello Amante, in accordo con la Sovrintendenza dei Beni culturali della Provincia di Lecce e Taranto, con delibera n. 223 del 16 ottobre scorso, ha già bocciato mediante notifica di svariate incongruenze ambientali e normative altri tre progetti in zona Collemeto, per un totale di circa 21 ettari di suolo vergine. Ma questo non ci lascia mica tranquilli per il futuro. Ci sarebbe bisogno, crediamo, di più informazione preventiva, più partecipazione, ma soprattutto di più buon senso.

Marcello D’Acquarica

 

Un incredibile ponte legherà la Puglia a New York grazie alla campagna promozionale “Puglia, Unexpected Italy” (Puglia, l’Italia che non ti aspetti) promossa da Pugliapromozione sul “The New York Times”, sia quotidiano, sia magazine.
Fino al 22 maggio si susseguiranno 28 foto d’autore dall’indiscussa bellezza. La prima immortalerà lo splendore degli affreschi della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria di Galatina.
“Questa notizia ci riempie di orgoglio – afferma il sindaco di Galatina, Marcello Amante – perché è un ulteriore prestigioso tassello che si aggiunge al fitto puzzle di azioni, progetti e idee che abbiamo messo in atto per far conoscere Galatina oltre confine. Le emozioni che la nostra Città sa suscitare sono sempre più forti e capaci di incuriosire anche oltreoceano. Per questo ho lavorato con la mia squadra fin dal primo giorno: per portare Galatina al centro della promozione turistica regionale. I risultati ci danno ragione e sapere che il New York Times considera la Puglia una meta che sa sorprendere e Galatina uno scrigno di bellezza, ci fa continuare su questa strada. La nostra città trova un posto d’onore nel cuore di chiunque entri in contatto con i suoi tesori artistici, storici ed enogastronomici”.
Di ritorno dalla Bit di Milano, la nota fiera di promozione turistica, dove Galatina Città d’Arte e Città del Pasticciotto ha raccontato il suo valore, anche l’assessore al turismo per Galatina Nico Mauro sottolinea la soddisfazione per i traguardi raggiunti.
“Galatina è ormai inserita tra le destinazioni di interesse nazionale ed internazionale che qualificano l'offerta turistica pugliese – spiega - Nel 2019 la rivista Forbes inserì Galatina (con Dozza e San Gusmè) tra le tre mete italiane meritevoli di essere visitate e oggi sul New York Times siamo ambasciatori di bellezza e cultura per la Regione Puglia. Stiamo raccogliendo i frutti di un’azione tesa al riconoscimento delle nostre identità culturali e delle nostre bellezze storico artistiche. Non è un caso se sono anche aumentati i cittadini americani che hanno deciso di acquistare degli immobili in Città. Oltre trenta abitazioni, solo a ospiti americani, sono state vendute negli ultimi due anni e non mancano acquisti anche di cittadini europei e sudamericani. Continuiamo a progettare il futuro turistico di Galatina con una attività ed uno slancio che la pandemia ha rallentato ma che rimangono definiti”.

Ufficio stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 08/10/2023 @ 19:02:05, in NoiAmbiente, linkato 870 volte)

A proposito di bellezza, oggi ci siamo ritrovati con la Nostra Terra, sotto un cielo  azzurro e splendido e l'abbiamo amata, la Nostra Terra. Amata e ringraziata per la vita che ci dona. Tant'è che se fosse per cemento e catrame di cui ci circondano e ci circondiamo, non potremmo essere così come siamo: vivi.

A pregare con noi nostra Madre Terra c'erano:

Paola che ha portato con sé Chiara, l'altra Paola che invece ha portato con sé la piccola Mia, poi sempre a pregare con noi, c'erano ancora Lucia, Gabriella, Tamara, Stefania e Paolo, Federico, Albino, Angela, Giovanna, Angelo, Fernando e Maria Rosaria, Pierluigi, il delegato della nostra Noha e l'instancabile Loredana, a cui assicuriamo il posto fisso, se lo merita proprio il contratto a tempo indeterminato perché riesce sempre a ristorare le nostre GG Ecologiche con dolci e caffè al momento giusto.

Infine dobbiamo dire, che insieme a noi, a pregare Nostra Madre Terra, c'era un docile cagnolino anche lui (o forse era una lei)  ci ha tenuto compagnia durante la pausa caffè, meritandosi cosi oltre alla nostra amicizia, un pezzetto di dolce. 

Abbiamo fatto del nostro meglio per togliere dalla nostra Amata Terra un po' di sporcizia, che non se la merita proprio e nel mentre abbiamo sentito il suo silenzioso ringraziamento sibilato dal vento di tramontana. Ora cari amici e concittadini, facciamo a voi la preghiera di smettere di insudiciare Nostra Madre Terra. Per il Suo bene ma soprattutto per il bene dei vostri stessi figli. Almeno a loro non si può non voler bene. 

Abbiamo rimosso 18 sacchi di rifiuti, di cui 13 colmi di bottiglie di vetro. All'incirca 1300 bottiglie quasi tutte adoperate per contenere birra.

Purtroppo la plastica è rimasta bruciata nel terreno con gli ultimi falò, impregnandolo così di veleni. 

Altri piccoli ingombranti sistemati nei tre mucchi raccolti, sono per lo più i resti di metallo che i vari incendi non hanno potuto sciogliere.

Vi ricordiamo cari concittadini che l' azienda incaricata dal Comune passa a prelevare i rifiuti di ogni genere, ogni giorno, per tutto l'anno feste comprese, davanti alla nostra porta di casa. 

 Il Direttivo di Noiambiente e Beni culturali di Noha e Galatina

 
Di Redazione (del 23/10/2017 @ 19:01:53, in Comunicato Stampa, linkato 1486 volte)

“GALATINA NON MERITA UNA POLITICA DI INTRALLAZZI". Questo il titolo, bellissimo, di un manifesto di qualche mese fa apparso durante la campagna elettorale; era il manifesto del Polo Civico per Marcello Amante Sindaco.
Non vogliamo sempre criticare a prescindere, ma quando i cittadini vengono presi in giro, allora è bene informare e lasciare a loro le considerazioni.
Su questo manifesto ne avevano per tutti: Socialisti, Destra, Sinistra, per il Partito Democratico.
Si sono presentati come il cambiamento,come il nuovo che avanza, approfittando della voglia dei cittadini galatinesi di voltare pagina una volta per tutte, stanchi delle chiacchiere e della solita politica.
Poi però è arrivato il ballottaggio e con quello la grande voglia di vincere, infischiandosene degli ideali e cercando sostegno da chiunque (pur di vincere appunto).
Anche con noi ci hanno provato, ma abbiamo lasciato libera scelta ai cittadini, ai nostri elettori, perché gli ideali, quelli veri, non si svendono: vincere sì, ma non a tutti i costi!
Quando è stata resa nota la giunta, è apparso lampante l'accordo con il Partito Democratico.
Pur di vincere, quindi, patto di ferro con chi questa città l'ha violentata, umiliata; con quello stesso partito che ha fatto danni ovunque, che ha rovinato l'Italia!
Apriamo una piccola parentesi sul Partito Democratico: È STATO CONCESSO (non sappiamo da chi) IL PALAZZO DELLA CULTURA (di tutti) PER MANIFESTAZIONI POLITICHE DI POCHI!!
(Vedi evento 22 Ottobre del PD).
La deliberazione di giunta numero 21/2017 riporta infatti testuali parole: “...prevedendo inoltre la disponibilità ad ospitare eventi culturali organizzati dall’ Ente o da altre associazioni o da altri soggetti pubblici/privati patrocinati dal Comune di Galatina”.
Ora, a meno che il PD non abbia avuto il patrocinio del Comune di Galatina(ovviamente impossibile) attendiamo chiarimenti.
Ritornando al polo civico: oggi abbiamo avuto l'ennesima dimostrazione del palese accordo con il PD locale. Un consigliere di maggioranza del gruppo “Andare Oltre”, condividendo su Facebook il post del neo segretario cittadino del PD, scrive testualmente:
“ Credo che #galatina abbia bisogno di un #pd autorevole e capace di dialogare, seppur nel rispetto dei ruoli, con l'#amministrazione in carica; sono certo che non mancheranno momenti di #confronto, magari accesi ma costruttivi. #inboccaallupo a Andrea Coccioli e agli amici che sono nella segreteria cittadina. #buonlavoro #aloro e #anoi”.
Quindi Galatina avrebbe ancora bisogno del PD??
Dichiarazioni che alimentano molti dubbi...tutto questo buonismo, questa accondiscendenza, ci lascia basiti. D'altronde è innegabile il feeling soprattutto del PARTITO “Andare Oltre" con il PD, con Emiliano, le cui gesta sono sotto gli occhi di tutti.
Dobbiamo constatare ,a questo punto, che non c’è nessun cambiamento; è la solita politica fatta di interessi, di poltrone, di ambiguità, di poca trasparenza…
Gli ideali sono stati messi da parte per vincere a tutti i costi le elezioni comunali...ora, si avvicinano le politiche…
In campagna elettorale hanno più volte ricordato dai palchi di avere le mani libere, di non avere condizionamenti da Bari o da Roma...beh a noi non sembra affatto!
Facciamo un appello agli altri consiglieri di maggioranza: possibile che accettiate senza battere ciglio questo palese schieramento con il Partito Democratico??
Siete succubi di questa “onda" che di cristallino ha poco o niente? Anche voi accettate silenziosamente di essere servi del progetto del PD locale e nazionale e di AndareOltre con il suo capo Pippi Mellone??
Uno scatto d'orgoglio, una presa di posizione, se è vero che siete “civici", dimostratelo prendendo le distanze da questi atteggiamenti, fate sentire la vostra voce e date risposte agli elettori che vi hanno dato fiducia!
Vi ricordiamo che “Andare Oltre” ha espressamente dichiarato che loro “NON SONO E NON SARANNO MAI UNA LISTA CIVICA"...quindi qualcosa, anzi, più di qualcosa non torna...
Noi siamo sempre quelli, sempre dalla parte dei cittadini, i nostri principi e le nostre idee non li svendiamo per una poltrona.
La COERENZA non dev’essere barattata con la CONVENIENZA!
Lasciamo a voi cittadini le considerazioni, ma come al solito, abbiamo il dovere di informarvi.

#RevolutionGalatina #Movimento5StelleGalatina

 

Il Ministero della Cultura finanzia il progetto speciale per le attività teatrali "Meno/Restare" presentato dall'associazione “OTSE -Officine Thetrikés Salento Ellàda” che coinvolge la Città di Galatina con il teatro comunale Cavallino Bianco e anche il Comune di Melpignano. 

 
Dopo il grande successo del progetto speciale ZOI-Domani finanziato dal FUS per l'annualità 2021 e che ha visto un ricco calendario di spettacoli nel teatro Cavallino Bianco a partire dalla sua inaugurazione, l'Amministrazione Amante ha accolto la richiesta di partenariato da parte dell'associazione del Presidente Pietro Valenti, per la candidatura di un nuovo progetto al Bando FUS per l'annualità 2022.

L'adesione al progetto auspicava ad un’ulteriore rilevante occasione per la valorizzazione culturale della Città e, in generale, per potenziarne la fruizione ed accrescerne l'attrattività, in termini culturali turistici, economici e sociali. E il Ministero ha suggellato in maniera importante questo rapporto.

"Il teatro a Galatina è ritornato finalmente a vivere. E questo rappresenta un beneficio pieno per la Città, in termini culturali prima e poi anche economici e sociali", poche le parole del Sindaco Marcello Amante ma piene di soddisfazione ed entusiasmo per il futuro del Cavallino Bianco. 

"Il partenariato con l'associazione OTSE è frutto di un'attenta valutazione da parte dell'amministrazione comunale quanto soprattutto all'esigenza primaria di rispettare i risultati emersi dal processo partecipativo in cui gli attori principali sono stati i nostri cittadini che chiedevano un teatro di comunità e del territorio, e non semplici spot pubblicitari senza nulla lasciare alla Città", così il vicesindaco Cristina Dettù.

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Si inaugura a Galatina, venerdì 24 gennaio alle ore 18.30, presso la Sala di Cultura Francescana,  il ciclo di  incontri di approfondimento sui diversi aspetti storici, culturali ed artistici della Basilica di Santa Caterina d'Alessandria che, per il fatto di possedere il più grande ciclo pittorico del XV secolo, rappresenta un "Unicum" nel panorama artistico dell’Italia Meridionale.
"FRATER IOSEPH A GRAVINA REFORMATUS PINGEBAT", (Il Quadriportico di Santa Caterina d'Alessandria negli affreschi del XVII secolo), il titolo del primo incontro, in cui Andrea Panico, giovane e talentuoso laureato in Beni culturali presso l’Università del Salento, porterà all’attenzione del Pubblico, i nuovi studi condotti sui dipinti del chiostro seicentesco, realizzati appunto sul finire del XVII secolo  da fra’ Giuseppe da Gravina.
Una lettura affascinante e complessa della scuola pittorica francescana del XVII secolo; dialoga con lo Studioso, il Prof. Massimiliano Cesari, cultore della materia presso la cattedra di “Fenomelogia degli stili” dell’Università del Salento; dopo i saluti di Fra’ Rocco Cagnazzo, Parroco della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria e dell’Assessore alla Cultura del Comune di Galatina Prof.ssa Daniela Vantaggiato, introduce i lavori il Presidente del Club UNESCO di Galatina Salvatore Coluccia;  coordina  gli interventi la Dott.ssa Angela Beccarisi.
 L’evento ideato e promosso dal Club UNESCO di Galatina, in collaborazione con la libreria Fiordilibro, l’Associazione Culturale Il Mandorlo e la Comunità Francescana di Santa Caterina d’Alessandria, ha il Patrocinio del Comune di Galatina, e vuole essere un primo passo del complesso iter necessario per ottenere il riconoscimento UNESCO del complesso di Santa Caterina d’Alessandria come Monumento di Pace e Bene Materiale dell'UNESCO.

Sala della Cultura Francescana, piazzetta Orsini – info 3396845616

 
Di Redazione (del 05/09/2017 @ 18:58:37, in Comunicato Stampa, linkato 1610 volte)

“La giraffa senza gamba” il nuovo film breve del regista salentino Fausto Romano è pronto per il grande schermo alla 74esima Mostra del Cinema di Venezia.

In concorso per il Premio Migrarti 2017, il film sarà proiettato l’8 settembre alle ore 11.30 nella Sala Casinò del Lido di Venezia. Prodotto da Vincenzo D’Arpe per Maxman Coop, “La giraffa senza gamba” si è aggiudicato il finanziamento del Mibact, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, vincendo il bando MigrArti 2017, con l’obiettivo di coinvolgere le comunità di immigrati in Italia, prestando particolare interesse ai giovani di seconda generazione che fanno ormai parte integrante del nostro Paese.

Il cortometraggio girato nel mese di giugno a Galatina, città natale del regista, narra la storia di Salvatore Principe (interpretato da Pietro Ciciriello), un burbero e misantropo avvocato in pensione che vive in un sontuoso appartamento dove passa le sue giornate comprando online rari francobolli. Quando una famiglia senegalese si trasferisce nell’appartamento di fronte al suo, l’avvocato si barrica in casa per timore dei nuovi vicini. Ma la piccola Fatima (Hana Mangistu Kebede), una delle figlie dei Dembaba', vuole a tutti i costi farlo entrare nel suo “regno a colori”. L’avvocato bloccherà sul nascere ogni suo tentativo, fino a quando non avrà un buon motivo per farsi amica la bambina…

“Una delle prime versioni della sceneggiatura ambientava la storia a Roma – afferma il produttore Vincenzo D’Arpe – successivamente abbiamo deciso di “girare” nella nostra terra, infatti sia io che il regista siamo di origini salentine. Il tema ben si adattava ad una regione che é da sempre terra di immigrazione e accoglienza”.

La sceneggiatura è scritta dallo stesso Romano, la fotografia è firmata da Francesco Di Pierro, mentre il commento musicale è del contrabbassista Marco Bardoscia, entrambe eccellenze salentine.   

 

Pagina facebook del film:  www.facebook.com/laGiraffasenzagamba

Gloria Romano

cell: 3343260456

e-mail: glo.romano92@gmail.com

 

 
Di Marcello D'Acquarica (del 16/11/2023 @ 18:56:41, in NoiAmbiente, linkato 512 volte)

Le zone circoscritte in colore verde nell’immagine rappresentano i parchi (anche nel senso di “contenuti”) di Galatina

Premesso che per sopperire alla desertificazione in corso, non solo delle campagne ma anche dell’abitato, non basterebbero miliardi di feste dell’albero. Una città senza boschi è una città senza polmoni, o comunque malata. Nel seguente collegamento si possono riscontrare i dati del RTP relativi al periodo 2013-2017  del DSS di Galatina  (sanita.puglia.it)

Parliamo quindi di Galatina in quanto “Città Vivibile e Verde”.

Nei sei numeri della storia urbanistica di Galatina e frazioni, pubblicati su Il Galatino di questi ultimi mesi, a proposito di “città vivibile” ne scrive l’Arch. Rosario Scrimieri.   Si tratta di uno scrigno di informazioni di un grande valore storico.

Da questa raccolta precisa si capisce per quale ragione Galatina si ritrova ad essere oggi una città sofferente dal punto di vista urbano e ambientale.

In una nota delle varie controversie per adottare un PUG (Piani Urbanistico Generale), scrive così l’architetto nel primo numero de Il Galatino:

 ..”potenti” cittadini che miravano a salvaguardare soprattutto i loro personali interessi, chiedendo estensioni di edificabilità ai loro terreni e l’aumento delle cubature, si favorì l’edificazione dei cosiddetti “Grattacieli” che trasformarono la città in un disastroso scenario urbano, inquieta e confusa”.

E poi ancora:

“Così diversi da quelli edifici precedenti con le loro facciate e cortili, dai palazzi storici e strutture religiose campanili compresi, pregnanti di armonia e bellezza offuscata dal nuovo stile che della bellezza ha ben altra considerazione. La figurabilità del passato, che identificava Galatina in una città rilassante, si trasforma in pochi anni in una identità moderna,  inquieta e confusa.

E così che dalla specifica disamina si evince il percorso rocambolesco con cui Galatina partorisce un PUG, “rigonfio” di cubature utili ai pochi e dannosi ai molti. A partire dagli anni 1967/68 (con il tentativo dell’ingegnere Saverio Congedo, degli anni 1971/’73; e poi con l’affidamento all’Arch. Raffaele Panella, sospeso ancora per il Programma di Fabbricazione con relativo Regolamento dell’architetto Carlo Martines) arriviamo fino agli anni ’90 con il progetto dell’ingegnere Luigi Cervellati, integrato e modificato sempre a favore di maggiori cubature dall’ingegnere Claudio Conversano con cui Galatina vede finalmente l’approvazione del Piano Urbanistico Generale con delibera n.62 del 6 /12/ 2005.

A parte le infinite vicissitudini “tribali” fra i vari contendenti il metro cubo da “strappare” per definire un Piano Urbano Generale decente in circa 40 anni di tempo e di soldi spesi, è chiaro che il risultato della “Città stratificata” non può essere degno di quell’altra cosiddetta “Città d’Arte”.

Piantare un albero o due all’anno è soltanto un segnale promosso da un’associazione ambientalista come la nostra, ma non la soluzione del problema: chi dovesse pensare che questa sia la panacea di tutti i mali ambientali o è un illuso o in mala fede.

Contando le villette e/o parchi pubblici ibridi, misti cioè con verde e mattoni, presenti a Galatina, e cioè: Falcone e Borsellino; Bersaglieri; San Francesco; villa Comunale; Parco di via Calatafimi; Stazione e Giovanni Fedele, secondo un calcolo approssimativo a Galatina vi sono meno di 2,80 mq di verde pubblico pro capite (mentre il Decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444 impone ai comuni un minimo di 9 mq pro capite). Il Verde urbano.pdf — Qualità dell'ambiente urbano (isprambiente.it)

Ma non occorrono decreti o normative per capire che la proporzione fra verde pubblico e area cementata è contro natura. La stessa cosa, ovviamente, vale per le frazioni di Noha, Collemeto e Santa Barbara.

Se alla fame di terra da ricoprire di cemento e asfalto (con connesse autorizzazioni trionfalistiche da parte degli uffici preposti) si aggiunge anche il fatto che i cosiddetti “parchi cittadini” (tipo quello della Stazione) sembrano abbandonati a se stessi, mentre su alcuni viali (tipo viale don Bosco) la scure si è abbattuta su alberi sanissimi, mentre su altri viali sta senza dubbio per abbattersi ancora inesorabile, il quadro è chiaro o quasi.

Qui serve una svolta fatta prima di tutto di un linguaggio nuovo (nuovo dico, non tutto chiacchiere e marketing buono per i followers), e quindi di una Politica finalmente attenta più all’uomo che al suo fatturato. La vita è “natura” e l’inquinamento è malattia, e questo è un dato di fatto. Se non facciamo qualcosa per lasciare ai posteri spazi sani e reversibili, il futuro di Galatina e frazioni resterà quello di un borgo bloccato nel cemento senza servizi pubblici primari. Come scrive lo stesso Arch. Rosario Scrimieri nella sua relazione: “basta con le espansioni residenziali a catena ma… Qualità e non più quantità”.

Marcello D’Acquarica

Presidente di NoiAmbiente e Beni culturali di Noha e Galatina

 

 

È di questi giorni un Avviso Pubblico per l’individuazione di un esperto tematico, il quale avrà il compito di supporto delle strutture comunali del settore delle attività culturali, spettacolo, turismo e marketing territoriale. Inoltre dovrà coadiuvare l’attività amministrativa nella ricerca e partecipazione a bandi al fine di ottenere risorse utili alle casse comunali.

La notizia mi lascia perplessa perché fino a prova contraria è il ruolo a cui sono chiamati gli assessori, che percepiscono un compenso, e i consiglieri che a tutti gli effetti fanno parte dell’Amministrazione Comunale. In più, da qualche settimana, a Galatina vi è uno staff personale del sindaco, composto da tre persone, tutte stipendiate, le quali hanno competenze di marketing e cultura. Allora, mi chiedo, perché questa nuova spesa per le casse comunali? Perché andare ad elargire ancora incarichi all’esterno? Forse perché dall’interno non sono stati capaci di lavorare bene in questi due anni?  Si lamentano sempre che richiamiamo alla memoria la storia dell’Amministrazione Amante, ma ci preme sottolineare che la nostra amministrazione ha reperito, senza aiuti esterni, numerosissimi finanziamenti comunitari o regionali da cui sono partiti lavori che sono sotto gli occhi di tutti.

Mi chiedo ancora dove sono gli assessori competenti? Dov’è l’assessore ai Lavori Pubblici? Cos’ha prodotto? E l’assessore che ha il compito di badare all’Attuazione del Programma, chiamato proprio perché in quanto ex parlamentare conosceva bene i sistemi dei bandi, che fine ha fatto? Cos’ha prodotto per Galatina?

Ecco queste domande mi sorgono leggendo questo avviso e vorrei avere chiarimenti al più presto, perché i cittadini sono stanchi di spese inutili e vorrebbero che i nostri rappresentanti facessero quello per cui sono pagati. In questo senso, devo fare un plauso ai consiglieri con delega, che, pur senza incassare lo stipendio di assessore, si sono dimostrati più attivi dei loro colleghi di maggioranza.

 

Loredana Tundo

Consigliere comunale Con

 
Di Redazione (del 18/05/2021 @ 18:53:59, in Comunicato Stampa, linkato 939 volte)

Le associazioni: CittadinanzAttiva Puglia, Italia Nostra sez. sud Salento, Coordinamento Civico Ambiente e Salute, Forum Amici del Territorio di Cutrofiano, NoiAmbiente e Beni culturali di Galatina, diffidano il Servizio Tutela e Valorizzazione Ambiente della Provincia di Lecce, dal procedere all’esame del progetto della nuova istanza di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), per l’impianto di produzione clinker (cemento) sito in Galatina (LE) di Colacem S.p.A., perché si rileva una illegittimità procedimentale, per il fatto che una nuova procedura di riesame dell’AIA non può sostituire la precedente autorizzazione già approvata, per giunta senza migliorie sotto l’aspetto della tutela ambientale.

I Fatti.

Il cementificio di Galatina del colosso Colacem S.p.A., per poter produrre il cemento, ha bisogno dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), un provvedimento che mira a verificare la compatibilità ambientale dello stabilimento.

Per tale motivo, alla scadenza decennale dell’AIA rilasciata dalla Regione Puglia con la Determinazione Dirigenziale n. 42 del 29.07.2009, la ditta ha chiesto il rinnovo del provvedimento presso il Servizio Tutela e Valorizzazione Ambiente della Provincia di Lecce, ente delegato al rilascio dell’autorizzazione.

Dopo un lungo iter, che ha visto contrapporsi le necessità economiche e produttive del colosso industriale, con le istanze di maggior tutela ambientale e sanitaria dei Comuni interessati, insieme a diverse associazioni di Cittadini, il Dirigente Provinciale di Settore ha autorizzato il rinnovo dell’AIA con atto di Determinazione di settore n. 71 del 22.02.2018, iscritto al n.282 del Protocollo Generale, e successive integrazioni.

A questo punto, i Comuni di Galatina e Soleto, in adiuvandum con i Comuni di Corigliano d’Otranto, Aradeo, Martano, Cutrofiano, Sogliano Cavour, ritenuto il provvedimento AIA insufficiente, ai fini della tutela dell’ambiente e della salute dei Cittadini hanno proposto ricorso disgiuntamente dinnanzi al Tribunale Amministrativo Regionale della Puglia, contro Colacem S.p.A, per l’annullamento della determinazione della Provincia di Lecce, di rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale al cementificio di Galatina e di ogni altro atto consequenziale.

In risposta, nonostante l’atteso giudizio del TAR ad Ottobre, la ditta con nota prot. n. 13731 del 30/03/2021 ha proposto istanza di riesame per rivedere integralmente l’Autorizzazione Integrata Ambientale già rilasciata dalla Provincia di Lecce.

Un maldestro tentativo della società di costituire ad arte una sorta di doppio binario, al fine di superare con il nuovo procedimento AIA l’eventuale giudizio negativo del TAR, che metterebbe in seria difficoltà il futuro dello stabilimento di Galatina.

La Provincia di Lecce, da canto suo, anziché dichiarare improcedibile l’istanza di Colacem, ha dato corso ad un giudizio di riesame parallelo, chiaramente finalizzato ad eludere l’esito del giudizio innanzi al TAR e la pesante relazione della consulenza tecnica d’ufficio incaricata dal collegio giudicante.

I timori di Colacem, di un probabile giudizio sfavorevole del TAR e il tentativo di trovare strada alternativa seppur illegittima, si possono dedurre leggendo le criticità rilevate nella relazione della consulenza tecnica d’ufficio incaricata dal collegio giudicante, specie nella mancanza di trasparenza e certezza nei controlli e nella composizione chimico-merceologica dei rifiuti utilizzati unitamente per produrre il cemento. Le carenze riguarderebbero anche: emissioni, rifiuti, scarichi, privi di dati tecnici e trasmessi su diverse basi temporali rispetto ai limiti stabiliti, sforamenti dei limiti di concentrazione degli inquinanti, assenza di dati sulla potenza termica dell’impianto, di prescrizioni delle materie prime impiegate e sulla quantità e qualità dei rifiuti, senza alcun vincolo all’impiego di pet-coke in alternativa al carbone fossile essendo essi clamorosamente ed erroneamente considerati equivalenti.

Le associazioni

 
Di Marcello D'Acquarica (del 29/10/2023 @ 18:53:29, in NohaBlog, linkato 545 volte)

Ve lo ricordate il Menhir di Noha?

Quell’antichissimo monolite che apparteneva al cosiddetto “Convento di Santu Totaru”?

Quello su cui Padre Francesco D’Acquarica, scoprì per primo l’incisione di un nome - - in un dialetto greco antico?

Bene, grazie al nobile gesto di donazione alla comunità da parte dell’attuale proprietario, come associazione NoiAmbiente e Beni culturali, e insieme ad altri amici che ne condividono l’idea, abbiamo deciso di chiedere l’autorizzazione alle autorità per posizionarlo in un luogo pubblico dove tutti potranno godere del suo fascino.

Di seguito il collegamento internet che porta alla scheda tecnica con i dati storici.

Il mistero di Erthyanna di Noha

Così abbiamo dato inizio alla procedura (lunga e accidentata) per realizzare questo sogno.

Questa mattina, all’alba, grazie all'aiuto dei potenti mezzi meccanici messi a disposizione dai nostri amici e concittadini Pantaleo, Michele e Totò, abbiamo trasferito il monolite di Santutotaru dalla sua casa nativa, dov'è rimasto per quasi duemila anni, al cortile dell'anagrafe di Noha. Sede provvisoria, dove un archeologo accreditato per la Soprintendenza dovrà redigere una relazione, e magari svelarci se non tutti qualche suo segreto.
Spostandolo dal basso del pendio del campo dove è nato, fin sopra il piano del viale Dalla Chiesa, la luce del sole che sorgeva in quel momento, lo illuminava gradualmente mettendone in risalto le forme tondeggianti, quasi a volergli dare vita, mostrando le sembianze di un corpo umano.

La spolverata, necessaria per la sua “prima uscita” in pubblico, ne ha esaltato l'effetto, e CI è venuto spontaneo accarezzarlo. Sembrava facesse di tutto per alleggerire il suo peso; docile e sereno si lasciava fasciare dalla imbracatura per essere issato al braccio della gru, per poi essere caricato sul cassone del camion del nostro amico Michele.

Durante i pochi minuti di sospensione in aria, con qualche oscillante dondolio, il nostro monolite si è adagiato finalmente sul piano, e in quel momento abbiamo tirato tutti un sospiro di sollievo, anche lui, il nostro caro menhir, ha sospirato.

Anche perché stare appesi ad una gru non c'è da stare tanto tranquilli, può accadere di tutto, si sa.

Ora è sistemato, al sicuro nel retro dell'anagrafe, speriamo provvisoria e il meno tempo possibile, per essere poi esposto in un luogo pubblico, affinché possa godere per i millenni futuri, della  compagnia e del rispetto di tutti, piccoli e grandi, alunni e insegnanti, sindaci e consiglieri, e cittadini di tutto il mondo.
Gianni e lo zio Antonio “buonanima”, sono contenti  per questa opportunità di cui loro stessi sono protagonisti importanti. Un dono non ha scadenze, resta per sempre.
Per ora lo affidiamo alla protezione del nostro San Michele Arcangelo che, dall’alto della sua nicchia, lo protegge dagli assalti del maligno che si serve, come noto, delle armi portentose dell’insipienza, dell’ottusità, della sciatteria e dello snobismo. 

 Marcello D’Acquarica

 
Di Marcello D'Acquarica (del 09/12/2020 @ 18:53:16, in NohaBlog, linkato 1421 volte)

Correva l’anno 1848, Noha era molto più piccola rispetto a oggi, praticamente un insieme di case, corti, palazzi (pochi), luoghi di culto, eccetera chiusi in un quadrilatero:  il lato Nord rappresentato da via Benevento e il complesso di case e cantine del Palazzo Baronale, il lato Ovest da via Catania con pochissime costruzioni civili e artigianali, e scavalcando via Aradeo, il lato Sud da Via Principe Umberto, Trozza compresa, e via Nazario Sauro, per chiudere il quadrilatero con il lato Est di via Collepasso che va a ricongiungersi con largo Castello, in cui insisteva l’ingombro di ciò che fu il glorioso Mastio menzionato da Fra’ Leandri Alberto. Non esisteva ancora via Carso e via Donatello “moriva” a ridosso delle mura dell’aranceto del Palazzo Baronale.

A dire il vero, via Donatello, che allora si chiamava “via Cisternella”, non moriva affatto, bensì proseguiva svoltando accanto alla misteriosa Casa Rossa, nel vico che oggi si chiude contro l’ingresso della villa cosiddetta “dell’Arciprete Greco”, per proseguire ancora davanti al muro che guarda a ovest dello Stabilimento Brandy Galluccio, fino a congiungersi con l’imbocco di via Collepasso.

La Masseria Colabaldi, oggi praticamente dirimpettaia delle case di via Tito Lucrezio, appariva lontana mille miglia dal centro del paese. Galatina ancora di più, un altro mondo.

Veniamo quindi alla nostra via Donatello, proseguimento di via Dalla Chiesa. Nessuna delle mappe descrive nel dettaglio il complesso dello stabilimento del Brandy, sia quella del 1948 che le mappe di Google. Quello che non si nota è il fabbricato perimetrale scollegato dal vero e proprio opificio, e cioè i piccoli locali adibiti alle attività amministrative che praticamente fanno da margine alla via di Noha attuale, quella cosiddetta “curve curve” e che a quel tempo si chiamava via Santa Lucia, in nome della omonima chiesetta, posta all’uscita di Galatina, oggi sulla grattugia del tempo.

I piccoli fabbricati amministrativi che fanno parte del Brandy Galluccio sono importanti per noi, perché praticamente sono stati costruiti direttamente sopra la necropoli messapica di cui tanto si è parlato, da essere state perfino oggetto di interesse della Soprintendenza dei Beni culturali, che ha posto i suoi sigilli di tutela.

L’area interessata dai ritrovamenti di tombe messapiche si ritrova in una zona molto rocciosa, con banchi di pietra carsica che ne favorivano l’uso per le sepolture. Il fatto che i piccoli fabbricati dello stabilimento siano stati costruiti sopra le sepolture ha impedito che venissero profanate e fatte scomparire per sempre (insomma non tutti i mali vengono per nuocere).

Forse sarebbe il caso di chiedere che il tratto di via Donatello, quello che va da via Cisternella a via Castello prenda il nome di  VIA DEI SEPOLCRI MESSAPICI.

Non so se attesa l’attenzione ai beni culturali di Noha sia meglio appellarla via dei Sepolcri Messapici o via dei Sepolcri imbiancati.

Marcello D’Acquarica

 
Di Redazione (del 20/04/2017 @ 18:53:15, in Comunicato Stampa, linkato 1881 volte)

Il progetto è rivolto agli alunni delle scuole secondarie di primo grado del Comune di Galatina, e si propone di sviluppare una delle otto competenze chiave, nello specifico “la comunicazione nella madrelingua”, ovvero la capacità di esprimere e interpretare concetti, pensieri, sentimenti, fatti e opinioni in forma sia orale che scritta (comprensione orale, espressione orale, comprensione scritta ed espressione scritta) e di interagire adeguatamente e in modo creativo, sul piano linguistico in un’intera gamma di contesti culturali e sociali.

L’azione si articola in due momenti: nel primo è prevista, con la collaborazione dei docenti referenti, l’individuazione del libro da leggere. Nel secondo momento i ragazzi elaboreranno “la pagina che non c’è”, una conclusione differente da quella del testo.

Reinventare la storia permetterà ai ragazzi di essere piccoli scrittori, sviluppando le competenze della comunicazione nella madrelingua.

 Il 23 Aprile 2017 - in concomitanza con la Celebrazione della Giornata Mondiale del libro e del diritto d’autore UNESCO - presso la Biblioteca Comunale “P. Siciliani” alle ore 10.00, le volontarie del Servizio Civile Nazionale di Galatina, ed una giuria composta da alcuni Docenti della Scuola e dal Presidente del Club per l'UNESCO di Galatina,  dott. Salvatore Coluccia,  premieranno  “La pagina che non c’è” giudicata più meritevole; gli elaborati premiati saranno poi pubblicati su alcuni  giornali on-line, mediapartner dell'iniziativa. L'evento è inoltre registrato nell'Edizione 2017 del "Maggio dei Libri".

 
Di Redazione (del 10/11/2021 @ 18:52:58, in Comunicato Stampa, linkato 649 volte)

SABATO 13 NOVEMBRE

Alle ore 10.30 la Cerimonia inaugurale

Alle ore 20.45 lo spettacolo in esclusiva regionale

RIGOLETTO, LA NOTTE DELLA MALEDIZIONE con MARCO BALIANI

 

Per il Teatro Cavallino Bianco e per l’intera comunità di Galatina entrerà e rimarrà a lungo nella memoria collettiva la giornata di sabato 13 novembre, quando si riapriranno al pubblico le porte dello storico Teatro Cavallino Bianco, dopo 20 anni di lavori di ristrutturazione e ammodernamento. La riapertura è stata preceduta anche da un processo partecipativo della cittadinanza, a cura dell’associazione Mecenate90, che ha coinvolto associazioni, istituzioni, scuole e operatori del settore.

 

LA CERIMONIA

Il canonico taglio del nastro, accompagnato dalle note del Corpo Bandistico “San Gabriele dell’Addolorata” diretta dal Maestro Loredana Calò, avverrà alle ore 10.30 con la presenza del Sindaco di Galatina Marcello Amante, del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, degli Assessori Regionali Massimo BrayAlessandro Delli Noci e del Presidente del Consiglio regionale Loredana Capone, oltre a una numerosa partecipazione di Sindaci dell’intera Regione, delle associazioni culturali, dei cittadini e  delle istituzioni scolastiche del territorio  (prenotazione obbligatoria e green pass).

 

IL PROGRAMMA

Le porte del teatro rimarranno aperte per tutto il mese di novembre ospitando un ricco e qualificato programma di spettacoli che porterà a Galatina artisti noti al grande pubblico,  da Daniel Pennac a Gabriele Lavia, da Gino Castaldo a Nicoletta Manni- Timofej Andrijasenko, da Luigi Fracasso a Virgilio Sieni, da Michelangelo Campanale a Ippolito Chiarello, da Mariangela Gualtieri a Fredy Franzutti e Corrado Abbati.

Il programma è sostenuto da Ministero della Cultura, Regione Puglia e Città di Galatina e curato dall’associazione OTSE (Associazione Theatrikès Salento Ellada) diretta da Pietro Valenti, già direttore di Emilia Romagna Teatro, nell’ambito di un progetto speciale finanziato dal Ministero della Cultura, in partnership con AMA-Accademia Mediterranea dell’Attore di Lecce, diretta da Franco Ungaro.

È possibile scaricare il programma a questo link

 

LO SPETTACOLO: RIGOLETTO COME NEL 1949

L’intenso e articolato programma di spettacoli si aprirà con lo stesso titolo con cui nel 1949 venne aperto il Cavallino Bianco: in scena sabato 13 novembre alle ore 20,45 arriva a Galatina Marco Baliani, attore, drammaturgo, regista teatrale e scrittore tra gli inventori del teatro di narrazione, che propone una sua versione teatral-musicale del Rigoletto di Verdi.

Marco Baliani ha riscritto la vicenda del celebre buffone di Verdi, trasportandola in un circo novecentesco di secondo ordine. Il protagonista è un ex trapezista che gli anni e un grave incidente di scena, nel quale è morta la moglie, hanno ridotto a esibirsi come clown.

La nostalgia per la donna amata, la gelosa premura nei confronti della figlia, la sete di vendetta contro chi minaccia la sua purezza: i sentimenti di Rigoletto, che la musica di Verdi ha reso immortali, rivivono nell’animo e nella storia di un clown che si esibisce in un piccolo teatro di periferia.

Davanti allo specchio, mentre trasforma col trucco il suo viso, si prepara per una serata speciale, quella in cui si consumerà la sua vendetta, sotto gli occhi di tutti. Emerge il tormento che devasta il protagonista nella sua auto-confessione, e la gelosia accecante che dal privato arriva a impadronirsi della finzione scenica. Pensieri, rancori, ricordi si susseguono in un monologo accompagnato, interrotto e per certi versi ostacolato da una musica sempre presente.

 

L’ingresso alla cerimonia inaugurale di sabato 13 alle ore 10.30 è gratuito, con prenotazione e green pass.

Per lo spettacolo Rigoletto: biglietto: intero 20€; ridotto 10€ per under25 e over65 e soci Arci; ridotto 5€ per studenti UniSalento e Accademia di Belle Arti.

 

Per info e prenotazioni: 3881814359 / 3201542153

mail: officinetse.com

www.otse.it

www.accademiaama.it

Prevendita online www.diyticket.it

 
Di Admin (del 14/05/2009 @ 18:52:12, in Libro di Noha, linkato 5611 volte)


Abbiamo il piacere e l’onore d’informare tutti i nostri lettori che grazie all’instancabile lavoro del nostro amico e collaboratore Marcello D’Acquarica, il patrimonio librario di Noha si è arricchito di un nuovo bellissimo volume. Si tratta de I beni culturali di Noha, (Panìco Editore, Galatina, 2009), in una stupenda ed elegante edizione tutta a colori che riporta in maniera analitica e dettagliata le schede di quei monumenti nohani dei quali tutti noi dovremmo diventare studiosi diligenti e custodi gelosi.
Questo libro - che all’inizio sembrava una pazzia - è un progetto, un’idea partita subito dopo la nascita del nostro periodico on-line, e portata avanti da Marcello come un viaggio, un’avventura incredibile nella quale spendere tempo, energie, scienza e passione. I beni culturali di Noha sono finalmente fissati per sempre in questo libro, che, ormai, come l’Arte ed i Monumenti, sopravviverà a noi altri.
In questo tomo la nostra cittadina è vista dall’autore come un giardino d’infanzia (quello che più perdi dallo sguardo e più  ti cresce dentro), come un luogo del cuore i cui beni culturali sono da trattare come si fa con i bambini quanto a premura e tenerezza......
(tratto dell'OSSERVATORE NOHANO n°4 Anno III)

Si puo richiedere una copia direttamente da Noha.it inserendo un commento al seguente articolo, oppure presso lo studio d'Arte di Paola Rizzo

 
Di Antonio Mellone (del 01/08/2015 @ 18:50:54, in NohaBlog, linkato 2061 volte)

Quando nel nostro piccolo, da perfetti sconosciuti quali eravamo (e siamo), anche dalle pagine del fu “Osservatore Nohano”, scrivevamo gli stessi concetti affermati oggi con più determinazione (e magari efficacia) anche da papa Francesco venivamo additati da pulpiti più o meno autorevoli quali “profeti di sventura”, “disfattisti”, “eretici”, “radicali”, “fautori del no”, e, non ultimo, “comunisti” (scanza-e-libera-Signore).

Ebbene sì, l’enciclica “Laudato sì’” è una sorta di Manifesto contro il pensiero unico liberista [allora come oggi, purtroppo, al governo del nostro paese: la differenza sta soltanto nell’anagrafe: ma non si sa bene chi sia più rincitrullito, se il maestro pregiudicato o l’allievo-bullo da affidare – questi sì - ai servizi sociali, ove questi riuscissero a sopravvivere. Ma forse è molto più probabile che i rincitrulliti siano gl’italiani, sudditi per vocazione, ndr].

In questo scritto papale, di scorrevolissima lettura, dicevamo, si sottolinea la necessità non solo di correggere ma cambiare le abitudini e gli stili di vita, i valori di fondo della società consumistica. Il diritto alla proprietà privata, per il papa, non è né assoluto né intoccabile (ne conveniamo, eccome: cfr. anche il nostro editoriale “Proprietà privata”, su L’Osservatore Nohano, n. 8, anno II, del 9 novembre 2008), mentre la decrescita del mondo ricco a vantaggio di quello più povero è una necessità improrogabile ed urgente (cfr., tra gli altri, il nostro “Decrescita felice?”, il Titano, anno XLV, n. 12, giugno 2012).

Mentre i perbenisti benpensanti di Noha, Galatina e del resto d’Italia, appiattiti sul renzismo di maniera, pensano che i comitati spontanei di cittadini per la salvaguardia dei beni culturali, della campagna, del mare, dell’aria, della legalità, non valgano una cippa (“questi quattro comitatini”, così parlò Zarathustra, cioè l’impiastro twittatore), Francesco, al contrario, scrive determinato: “Meritano una gratitudine speciale quanti lottano con vigore per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri del mondo” (tratto dal punto 13, pag. 17, “Laudato sì’”, ed. Ancora, Milano, 2015 – la sottolineatura è nostra), e poi ancora: “Il movimento ecologico mondiale ha già percorso ha già percorso un lungo e ricco cammino, e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito una presa di coscienza. Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche” (tratto dal punto 14, pag. 18, ibidem, la sottolineatura è nostra). Ben detto, papa Francesco. Ti dispiacerebbe ribadirlo anche ai tuoi confratelli vescovi e preti?

Anche noi, nel nostro piccolo, parlammo di indifferenza (cfr. tra gli altri il nostro “Contro l’indifferenza”, su L’Osservatore Nohano, n. 7, anno II, 9 ottobre 2008), ma figurarsi se gli indifferenti nostrani mossero mai un muscolo del viso in segno di approvazione (non-sia-mai-la-Madonna):più facile sarebbe stato che un cammello passasse per la cruna di un ago disperso nel pagliaio che qualche neurone di certi atei devoti, obnubilato da anni di incensi e salamelecchi, fosse mosso alla riscossa ovvero al risveglio dal sonno della ragione.

[continua]                                                          

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 11/10/2021 @ 18:49:48, in Comunicato Stampa, linkato 583 volte)

Siamo alla vigilia del Congresso del nostro partito, che sarà chiamato a rinnovare, a tutti i livelli, i propri organismi dirigenti nell’ottica di una nuova proposta politica.

Anche a Galatina saremo chiamati a cogliere questa sfida. Forse ancor più nella nostra città si avverte l’esigenza di costruire un progetto politico-amministrativo all’altezza della storia e delle aspettative della sua comunità. 

Questo, sicuramente, risulta essere un compito arduo e difficile: un dato incontrovertibile è che Galatina ha perso negli anni la sua centralità, sia dal punto di politico-amministrativo, che da quello economico e culturale.

L’indiscutibile crisi economica e sanitaria causata dalla pandemia da COVID-19, ha reso ancora più evidente la necessità di una politica forte e autorevole. Ancor più se si pensa che oggi, con un piede fuori dalla pandemia, siamo chiamati a cogliere l’opportunità derivante dall’enorme mole di risorse messe in campo dal governo e dalle istituzione europee.

Inoltre, la pandemia ha palesato quanto sia importante la sanità di prossimità. Lo straordinario e coraggioso lavoro di tutto il personale sanitario del Santa Caterina Novella non solo ci ha reso orgogliosi, ma rafforza il nostro convincimento sull’importanza di un presidio ospedaliero per la città e per tutto il comprensorio. Si deve ripartire dai servizi essenziali, ma non solo.

Il piano nazionale di ripresa e resilienza noto come PNRR, apre possibilità fino a ieri inaspettate. Queste risorse sono destinate a progettare e realizzare un modello di sviluppo completamente diverso dal passato, che inciderà profondamente sul destino nostro e delle future generazioni. Il treno sta passando e Galatina ha il dovere di salirci. 

 In questo tempi, non possiamo permetterci amministratori inadeguati e impreparati a cogliere questa enorme sfida. Se perdurasse l’assenza di visione di questi ultimi anni, evidenziata dall’incapacità di produrre progetti, intercettare finanziamenti, alzare la qualità dei servizi, costruire relazioni fuori e dentro la città, ci farebbe perdere il treno.

È giunto il momento di porre fine a questo periodo asfittico e lo faremo mettendo in campo la forza delle nostre idee, attraverso la capacità di donne e di uomini in grado di leggere la realtà e trasformarla.

Per noi è fondamentale ripartire dalla transizione ecologica che dovrà permeare tutti gli aspetti amministrativi, consapevoli che i cambiamenti climatici sono la più grande emergenza che il mondo deve affrontare. In particolare, una città come la nostra, caratterizzata da insediamentI industriali importanti ed invasivi, ha il dovere di ripensare se stessa in questa ottica, coniugando l’innovazione tecnologica e la capacità produttiva, componendo i legittimi interessi privati all’interesse pubblico, garantendo la salute dei figli ed il lavoro dei padri.

Galatina è una città stupenda, abbiamo la fortuna di vivere nella bellezza, potremmo e dovremmo crescere con il turismo, incentivare l’impresa privata, ma oggi la nostra offerta turistica é approssimativa e improvvisata, in assenza di una conduzione pubblica che spesso rende inaccessibili molti dei nostri tesori storici e culturali. Il turismo è oggi per noi una risorsa irrinunciabile, che abbiamo il dovere di gestire con competenza e professionalità, senza indebolire la qualità della vita del centro storico; fino ad oggi lo sviluppo turistico è stato delegato ai singoli operatori del settore, tra l’altro ignorati dai più alti rappresentanti della città.

Abbiamo bisogno di un’amministrazione che sappia riconoscere e affrontare le problematiche della città senza girare la testa da un’altra parte: ne sia un esempio la crisi del commercio cittadino. La politica, quella buona, si distingue dall’improvvisazione per la sua naturale capacità di comporre gli interessi legittimi di tutti, non certo dall’attitudine al nascondere la polvere sotto il tappeto. Perché, il silenzio assordante in politica, é caratteristica propria dei manovratori e non degli amministratori.

Intere aree, spazi pubblici, Rioni della nostra città, vanno ripensati e riprogettati. Fondamentale sarà farlo in maniera partecipata e credibile per accedere a tutte le opportunità offerte dalle risorse messe in campo per la rigenerazione.

Una su tutte la Fiera, orami simbolo di inettitudine amministrativa, riguardo alla quale si è stati capaci, di fatto, solo di partorirne la prospettiva dello smantellamento, incapaci di immaginare le potenzialità economiche di una infrastruttura come questa. Eppure in un progetto organico di riqualificazione che partisse dal ponte, dal foro Boario, fino ad arrivare fino alla zona artigianale-commerciale, passando per il Quartiere Fieristico, si sarebbe potuto affrontare la questione in maniera sostanzialmente e strutturalmente diversa.

E come se non bastasse abbandono delle Frazioni, incuria degli spazi pubblici, Villa comunale, traffico, degrado urbano, cimitero, stadio comunale, arterie stradali interne e di  collegamento con gli altri centri, Cavallino Bianco, tutte inadeguatezze abbondantemente denunciate.

Ci rendiamo conto, ancora di più oggi, che nell’elaborare un piano di resilienza per Galatina, di dover affrontare problemi datati come se la città fosse completamente ferma ed avesse, ad un tratto, spesso di essere ambiziosa.

Possiamo affermare senza possibilità di essere smentiti che le uniche risorse ministeriali e regionali investite in città sono quelle da noi intercettate negli anni in cui abbiamo amministrato: NULLA DOPO.

Noi continuiamo a credere nella politica e nella centralità della nostra città rispetto all’intero territorio provinciale. Siamo pronti.

Siamo consapevoli che serva una prospettiva di largo respiro, non cadremo nell‘errore di pensare di essere autosufficienti. Vogliamo e dobbiamo agire insieme alle forze migliori della città, come già aveva detto in un suo intervento l’onorevole Leonardo Donno del Movimento 5 Stelle, abbiamo bisogno dar vita ad un “PATTO PER GALATINA”. Senza personalismi,  senza rinunciare alle proprie identità ideali e culturali, dialogheremo con chi vorrà assumersi la responsabilità di far ripartire la città alla sola prospettiva del bene comune: UNIRE, PROGETTARE, REALIZZARE.

 

PARTITO DEMOCRATICO

CIRCOLI DI GALATINA E NOHA

 
Di Redazione (del 01/02/2021 @ 18:49:05, in Comunicato Stampa, linkato 763 volte)

La risposta della Giunta Municipale di Galatina alla richiesta di una sede per il  Circolo Athena ha lasciato sconcertati e delusi il Presidente, i dirigenti e i soci del sodalizio galatinese.

Che dire? Poteva andare diversamente? I comportamenti, i modi e i contenuti (di certo concordati con il Sindaco e l’Assessora alla Cultura), la nota affidata alla stampa, non indirizzata agli interessati, non lasciano dubbi: siamo tornati ai nostalgici anni del “Ventennio”, al fare spicciolo e sbrigativo del burocratese podestarile. Stazionano negli occhi le immagini scandalose della sceneggiata messa in onda, circa quattro anni fa, allorquando, per osannare la vittoria elettorale, un manipolo di gagliardi eroi occupò la stanza sindacale di Palazzo Orsini, a mani tese e al grido “Eia eia! Alala!”.  

Un Ministro diceva che “Con la Cultura non si mangia”, è più produttivo giocare a carte, inseguire palle che rotolano sul tappeto verde, organizzare tornei di tressette e di scopa, piuttosto  che correre dietro iniziative che appesantiscono la mente e fiaccano il corpo.

Il Circolo, commentando la nota, elenca le numerose iniziative promosse in 54 anni di attività, ma che, valutando bene, sono del tutto prive di valore sociale, artistico e culturale.

Il “Premio Letterario Athena? Un inutile certame letterario tra persone che non hanno null’altro da fare nella vita.

I “Quadernetti di Athena”? Trattatelli che portano alla perdizione, meglio “Libro e moschetto”.

Il “Filo di Aracne”? Una palestra per intellettuali con il complesso della doppia personalità.

I 1.500 libri della biblioteca, a disposizione di chi li chiede? Sarebbe opportuno farne un bel falò per scaldarsi in questi tre “Giorni della Merla”.

I viaggi culturali? Un’inutile perdita di tempo; per arricchire il corpo e la mente, riscopriamo i “Campi Dux”, la “Bella Abissinia”, “Tripoli mio dolce amor”.    

Il dottore, lo hanno ricordato, ha partecipato ai primi anni ’90, al vacuo concorso letterario con un’opera in versi, apprezzata dalla giuria. Il dubbio è legittimo! Si è trattato di farina del proprio sacco o la scopiazzatura di un testo prodotto da nulla facenti?.   

Per finire, mi sovviene una riflessione di un compagno, ora novantenne, e devo convenire che ha ragione da vendere: “Cce bboj cu ffaci, suntu fascisti, an’capu tenanu sulu fricciu. Cce tti sspetti?”.  Eia eia! Alala!        

Ninì De Prezzo

 
Di Antonio Mellone (del 27/01/2017 @ 18:47:37, in Presepe Vivente, linkato 2226 volte)

Anche il presepe vivente di quest’anno, giunto alla sua settima edizione, a detta di molti, è stato straordinario. E bellissimo.

Il gruppo dei ragazzi denominato “Presepe vivente Masseria Colabaldi” è evidentemente attrezzato per migliorarsi di presepe in presepe, anzi di miracolo in miracolo.

Sì, perché è un vero e proprio miracolo natalizio quello di superare se stessi; valicare un ostacolo e subito dopo trovarne ancora un altro (non sia mai di percorrere una strada larga e in discesa, nossignore: sempre stretta, impervia e possibilmente in salita); creare una comitiva di amici che ancor oggi scommettono su dialogo, solidarietà reciproca, condivisione, convivialità (e ci mancherebbe), e soprattutto gratuità, schiettezza, stima vicendevole, e accoglienza (quest’anno, per dire, il presepe di Noha è diventato oltretutto multicolore, multietnico e, perché no, anche multi-religioso, vale a dire ecumenico, con i due nuovi amici nonché attori provenienti rispettivamente dal Senegal e dal Ghana, uno di lingua francese e uno di lingua inglese).

Il presepe vivente di Noha diventa così sempre più terreno comune, cemento sociale, sfida comunitaria, forza popolare, passione di un gruppo di folli innamorati dell’arte (arte povera, purtuttavia ricchissima), e sedotti dalla cultura e dalla Storia locale, frazione nobile della più ampia Storia globale.

*

Giuseppe Cisotta l’altra sera mi diceva: “Per favore, scrivi un articolo per ringraziare tutti?”.
Certo, Giuseppe, lo scrivo, eccome.

Ma non posso mettermi qui a elencare tutti quelli che vorresti nominare tu, uno per uno, sennò davvero arriveremmo fino al Natale del 2017. E poi, con la memoria che mi ritrovo, rischierei di lasciarne qualcuno per strada, e sarebbe un bel peccato.

Allora, sì, ringraziamo chi si è speso per mesi, sfidando freddo, gelo e quest’anno anche la neve, e con orari incredibili che talvolta e per qualcuno sono coincisi con quelli della sveglia mattutina; ringraziamo chi ha pensato e realizzato un set perfetto per un teatro natalizio tra i più graziosi del Salento.

La gratitudine va dunque a tutto lo staff (senza tralasciare ovviamente i familiari – pazientissimi - dei componenti di questo benedetto staff), e poi certamente ai superlativi  attori, ai tecnici, ai vigilanti, a chi ha provveduto al bestiame per lo zoo del presepe, a chi lo ha curato giorno e notte, a chi si è occupato della comunicazione (dai manifesti, ai comunicati-stampa, ai video e alle fotografie), a chi ha dato una mano in termini di idee, risorse, contributi, e, non ultimo, anche di critiche (in effetti, che gusto ci sarebbe a fare cose meravigliose senza manco una disapprovazione o una censura).

Un grande ringraziamento va anche a tutti i visitatori provenienti da ogni landa italiana ed estera: congratulazioni per averci scelto.

Bisogna ringraziare infine anche quel pezzo di Storia patria che è la scenografia naturale di questa Rinascita nohana: il parco del Castello e il suo boschetto che profuma di zagare, la fontana ellittica, l’affresco di Albino, le cantine del brandy, e l’angolo più romantico e grazioso del mondo: quello della torre medievale con il suo dirimpettaio ponte levatoio: i due incantevoli rugosi beni culturali di Noha che, sfidando i manrovesci del tempo e le amnesie umane, sembrano voler resistere imperterriti ancora per un altro po’.

Giusto il tempo d’insegnarci, se possibile, a diventare una comunità migliore.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 30/11/2020 @ 18:46:23, in NohaBlog, linkato 970 volte)

Ce l’abbiamo fatta. Si anche quest’anno, siamo riusciti a ufficializzare per l’ennesima volta il nostro grido di allarme, quello per il Creato, sempre più degradato. Lo abbiamo fatto piantando due nuovi alberi al Giardino della Madonna delle Grazie. Due piante che si vanno ad aggiungere ad altre tre già messe a dimora nei giorni scorsi da qualche nostro concittadino sensibile alla causa.

Poca cosa, viene da dire, ed è vero se facciamo il confronto con la desertificazione in corso, cinque piante non fanno nemmeno la fatidica goccia nell’oceano. Considerando ciò il rischio di scivolare nell’amarezza prevale facilmente sul buon umore.

Viene a mancare perfino la voglia di dirlo, tanto che queste nostre buone intenzioni, quelle di continuare a ripetere a destra e manca che gli alberi ci danno l’ossigeno, che non sono loro a disturbare il nostro cammino, che sia un marciapiede, una strada asfaltata, una casa o qualsivoglia altro nostro alibi insostenibile, che loro, gli alberi, sono molto più importanti del 5G, dei comparti di abitazioni a schiera a scapito di tante abitazioni vuote, delle decine e decine di ettari di impianti fotovoltaici, che con la scusa del fabbisogno di energia verde, stanno (loro) desertificando le nostre campagne come fosse ( e lo è) un’altra pandemia. E non ci stanchiamo mai di dire che le risorse di questa Terra non sono infinite e che a doversene preoccupare dobbiamo esserlo tutti, dal primo all’ultimo: amministratori pubblici, politici, padri e madri, e nessun’altro escluso.

Non si capisce più quale sia la retorica, se le giornate scandite dal calendario delle celebrazioni per ricordare i più importanti valori della nostra civiltà (?), oppure questa incredibile mania distruttiva cavalcata dai tanti in nome di una crescita che non fa altro che mostrare falle e fallimenti.

E niente, mentre noi, sempre i soliti quattro gatti, continuiamo a ripetere la nostra “oratoria” di allarme, speriamo che nel frattempo la famigerata luce in fondo al tunnel, non sia un treno in corsa, del tipo quello che stiamo sopportando con fatica, ma il risveglio di chi ha il dovere di amministrare bene questa nostra splendida Terra.

 

Il Direttivo di NoiAmbiente

e Beni culturali di Noha e Galatina

 

Ospiti in città. Nella mattinata di mercoledì 25 ottobre, un folto gruppo composto da 19 buyers internazionali, in rappresentanza di alcuni fra i più noti operatori turistici, provenienti da Germania, Israele, Sudafrica, Sud Corea, Azerbaijan, Thailandia, Austria, Russia, Georgia, Stati Uniti, Canada, Cina ed Argentina, ha visitato Galatina.

Una vetrina internazionale che l’Assessorato al Turismo del Comune di Galatina, aderendo al programma regionale di Pugliapromozione “Buy Puglia - Meeting & Travel Experience”, ha fortemente voluto.

Il gruppo è stato affidato ad una competente guida, messa a disposizione dall’associazione Città Nostra, gestore Infopoint e puntale organizzatrice dell’evento, che, in lingua inglese, ha illustrato la storia e le tradizioni della nostra Città e ha condotto i suoi interessati ospiti presso un tour avvolgente tra le bellezze del centro antico, lasciando come ultima tappa l’incantevole Basilica di Santa Caterina d’Alessandria.

Apprezzate le bellezze cittadine, artistiche e architettoniche, si è voluto dare valore all’accoglienza con una degustazione di pregiati vini delle Cantine Fiorentino accompagnati da stuzzicanti aperitivi e rustici locali. Dopo un Light-Lunch nei caratteristici locali del ristorante Anima&Cuore, l’incontro si è concluso con il saluto, nella casa comunale, del Sindaco Marcello Amante e dell’assessore al turismo Nico Mauro, addolcito da un laboratorio tenuto dal maestro pasticciere Luigi Derniolo, titolare dell’Eros Bar, con degustazione del pasticciotto galatinese e dell’africano.

Obiettivo di questa Amministrazione è promuovere la conoscenza e l’attrattività del territorio nelle sue componenti artistiche e architettoniche ma anche naturali, paesaggistiche, culturali ed enogastronomiche valorizzandone le eccellenze e puntando allo sviluppo di un turismo sostenibile.

Si ringraziano, pertanto, per la preziosa collaborazione, le attività commerciali interessate.

È quanto mai vitale investire sul futuro. 

#WeAreinPuglia  #WeAreinGalatina

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 21/10/2017 @ 18:44:09, in Comunicato Stampa, linkato 1231 volte)

“DAI SEMI AL CIBO",  racconti e foto di Biodiversità locale a Galatina e di erbe spontanee del Salento. È la prima tappa del viaggio di SalentoKm0 tra le micro-comunitá agroculturali a Galatina, in collaborazione con La Bottega di Candida, attiva nel Movimento per il Risveglio del Centro (luoghi e comunità). L'incontro di comunità vede protagonisti della serata Francesca Casaluci e Tommaso Faggiano di SalentoKm0 che parleranno delle colture locali e delle loro attività per il recupero delle biodiversità e di un'agricoltura sostenibile, il fotografo Fernando Bevilacqua che con i suoi scatti da gustosofo ci aiuta, insieme all'agroecologo Nello Baldari a riconoscere ed assaporare le erbe spontanee del Salento. L'iniziativa si svolge sabato 28 ottobre presso i locali  della antica Società Operaia di Mutuo Soccorso, in Via Umberto I n. 34 nel Centro antico di Galatina, accanto al Palazzo Comunale, con inizio alle ore 18:30 e chiusura alle ore 20:00. Nel corso della serata verrà presentato un percorso di comunità.

INFO: pagina facebook La Bottega di Candida. Cell. 380 3082069.

 
Di Redazione (del 20/01/2015 @ 18:43:40, in Un'altra chiesa, linkato 2658 volte)

Discorso di Papa  Francesco di lunedì 22 dicembre 2014 davanti alla curia nella Sala Clementina

Cari fratelli,

Al termine dell’Avvento ci incontriamo per i tradizionali saluti. Tra qualche giorno avremo la gioia di celebrare il Natale del Signore; l’evento di Dio che si fa uomo per salvare gli uomini; la manifestazione dell’amore di Dio che non si limita a darci qualcosa o a inviarci qualche messaggio o taluni messaggeri ma dona a noi sé stesso; il mistero di Dio che prende su di sé la nostra condizione umana e i nostri peccati per rivelarci la sua Vita divina, la sua grazia immensa e il suo perdono gratuito. E’ l’appuntamento con Dio che nasce nella povertà della grotta di Betlemme per insegnarci la potenza dell’umiltà. Infatti, il Natale è anche la festa della luce che non viene accolta dalla gente “eletta” ma dalla gente povera e semplice che aspettava la salvezza del Signore.

Innanzitutto, vorrei augurare a tutti voi - collaboratori, fratelli e sorelle, Rappresentanti pontifici sparsi per il mondo - e a tutti i vostri cari un santo Natale e un felice Anno Nuovo. Desidero ringraziarvi cordialmente, per il vostro impegno quotidiano al servizio della Santa Sede, della Chiesa Cattolica, delle Chiese particolari e del Successore di Pietro.

Essendo noi persone e non numeri o soltanto denominazioni, ricordo in maniera particolare coloro che, durante questo anno, hanno terminato il loro servizio per raggiunti limiti di età o per aver assunto altri ruoli oppure perché sono stati chiamati alla Casa del Padre. Anche a tutti loro e ai loro famigliari va il mio pensiero e gratitudine.

Desidero insieme a voi elevare al Signore un vivo e sentito ringraziamento per l’anno che ci sta lasciando, per gli eventi vissuti e per tutto il bene che Egli ha voluto generosamente compiere attraverso il servizio della Santa Sede, chiedendogli umilmente perdono per le mancanze commesse “in pensieri, parole, opere e omissioni”.

E partendo proprio da questa richiesta di perdono, vorrei che questo nostro incontro e le riflessioni che condividerò con voi diventassero, per tutti noi, un sostegno e uno stimolo a un vero esame di coscienza per preparare il nostro cuore al Santo Natale.

Pensando a questo nostro incontro mi è venuta in mente l’immagine della Chiesa come il Corpo mistico di Gesù Cristo. È un’espressione che, come ebbe a spiegare il Papa Pio XII, «scaturisce e quasi germoglia da ciò che viene frequentemente esposto nella Sacra Scrittura e nei Santi Padri». Al riguardo san Paolo scrisse: «Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo» (1 Cor 12,12).

In questo senso il Concilio Vaticano II ci ricorda che «nella struttura del corpo mistico di Cristo vige una diversità di membri e di uffici. Uno è lo Spirito, il quale per l'utilità della Chiesa distribuisce la varietà dei suoi doni con magnificenza proporzionata alla sua ricchezza e alle necessità dei ministeri (cfr. 1 Cor 12,1-11)». Perciò «Cristo e la Chiesa formano il “Cristo totale” - Christus totus -. La Chiesa è una con Cristo».

E’ bello pensare alla Curia Romana come a un piccolo modello della Chiesa, cioè come a un “corpo” che cerca seriamente e quotidianamente di essere più vivo, più sano, più armonioso e più unito in sé stesso e con Cristo.

In realtà, la Curia Romana è un corpo complesso, composto da tanti Dicasteri, Consigli, Uffici, Tribunali, Commissioni e da numerosi elementi che non hanno tutti il medesimo compito, ma sono coordinati per un funzionamento efficace, edificante, disciplinato ed esemplare, nonostante le diversità culturali, linguistiche e nazionali dei suoi membri.

Comunque, essendo la Curia un corpo dinamico, essa non può vivere senza nutrirsi e senza curarsi. Difatti, la Curia - come la Chiesa - non può vivere senza avere un rapporto vitale, personale, autentico e saldo con Cristo. Un membro della Curia che non si alimenta quotidianamente con quel Cibo diventerà un burocrate (un formalista, un funzionalista, un mero impiegato): un tralcio che si secca e pian piano muore e viene gettato lontano. La preghiera quotidiana, la partecipazione assidua ai Sacramenti, in modo particolare all’Eucaristia e alla riconciliazione, il contatto quotidiano con la parola di Dio e la spiritualità tradotta in carità vissuta sono l’alimento vitale per ciascuno di noi. Che sia chiaro a tutti noi che senza di Lui non potremo fare nulla (cfr Gv 15, 8).

Di conseguenza, il rapporto vivo con Dio alimenta e rafforza anche la comunione con gli altri, cioè tanto più siamo intimamente congiunti a Dio tanto più siamo uniti tra di noi perché lo Spirito di Dio unisce e lo spirito del maligno divide.

La Curia è chiamata a migliorarsi, a migliorarsi sempre e a crescere in comunione, santità e sapienza per realizzare pienamente la sua missione. Eppure essa, come ogni corpo, come ogni corpo umano, è esposta anche alle malattie, al malfunzionamento, all’infermità. E qui vorrei menzionare alcune di queste probabili malattie, malattie curiali. Sono malattie più abituali nella nostra vita di Curia. Sono malattie e tentazioni che indeboliscono il nostro servizio al Signore. Credo che ci aiuterà il “catalogo” delle malattie - sulla strada dei Padri del deserto, che facevano quei cataloghi - di cui parliamo oggi: ci aiuterà a prepararci al Sacramento della Riconciliazione, che sarà un bel passo di tutti noi per prepararci al Natale.

1. La malattia del sentirsi “immortale”, “immune” o addirittura “indispensabile” trascurando i necessari e abituali controlli. Una Curia che non si  autocritica, che non si aggiorna, che non cerca di migliorarsi è un corpo infermo. Un’ordinaria visita ai cimiteri ci potrebbe aiutare a vedere i nomi di tante persone, delle quale alcuni forse pensavano di essere immortali, immuni e indispensabili! È la malattia del ricco stolto del Vangelo che pensava di vivere eternamente (cfr Lc 12, 13-21) e anche di coloro che si trasformano in padroni e si sentono superiori a tutti e non al servizio di tutti. Essa deriva spesso dalla patologia del potere, dal “complesso degli Eletti”, dal narcisismo che guarda appassionatamente la propria immagine e non vede l’immagine di Dio impressa sul volto degli altri, specialmente dei più deboli e bisognosi. L’antidoto a questa epidemia è la grazia di sentirci peccatori e di dire con tutto il cuore: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare» (Lc 17, 10).

2. Un’altra: La malattia del “martalismo” (che viene da Marta), dell’eccessiva operosità: ossia di coloro che si immergono nel lavoro, trascurando, inevitabilmente, “la parte migliore”: il sedersi sotto i piedi di Gesù (cfr Lc 10,38-42). Per questo Gesù ha chiamato i suoi discepoli a “riposarsi un po’” (cfr  Mc 6,31) perché trascurare il necessario riposo porta allo stress e all’agitazione. Il tempo del riposo, per chi ha portato a termine la propria missione, è necessario, doveroso e va vissuto seriamente: nel trascorrere un po’ di tempo con i famigliari e nel rispettare le ferie come momenti di ricarica spirituale e fisica; occorre imparare ciò che insegna il Qoèlet che «c’è un tempo per ogni cosa» (3,1-15).

3. C’è anche la malattia dell’“impietrimento” mentale e spirituale: ossia di coloro che posseggono un cuore di pietra e un “duro collo” (At 7,51-60); di coloro che, strada facendo, perdono la serenità interiore, la vivacità e l’audacia e si nascondono sotto le carte diventando “macchine di pratiche” e non “uomini di Dio” (cfr Eb 3,12). È pericoloso perdere la sensibilità umana necessaria per farci piangere con coloro che piangono e gioire con coloro che gioiscono! È la malattia di coloro che perdono “i sentimenti di Gesù” (cfr Fil 2,5-11) perché il loro cuore, con il passare del tempo, si indurisce e diventa incapace di amare incondizionatamente il Padre e il prossimo (cfr Mt 22,34-40). Essere cristiano, infatti, significa «avere gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù» (Fil 2,5), sentimenti di umiltà e di donazione, di distacco e di generosità[9].

4. La malattia dell’eccessiva pianificazione e del funzionalismo. Quando l'apostolo pianifica tutto minuziosamente e crede che facendo una perfetta pianificazione le cose effettivamente progrediscano, diventando così un contabile o un commercialista. Preparare tutto bene è necessario, ma senza mai cadere nella tentazione di voler rinchiudere e pilotare la libertà dello Spirito Santo, che rimane sempre più grande, più generosa di ogni umana pianificazione (cfr Gv 3,8). Si cade in questa malattia perché «è sempre più facile e comodo adagiarsi nelle proprie posizioni statiche e immutate. In realtà, la Chiesa si mostra fedele allo Spirito Santo nella misura in cui non ha la pretesa di regolarlo e di addomesticarlo… - addomesticare lo Spirito Santo! - … Egli è freschezza, fantasia, novità».

5. La malattia del cattivo coordinamento. Quando i membri perdono la comunione tra di loro e il corpo smarrisce la sua armoniosa funzionalità e la sua temperanza, diventando un’orchestra che produce chiasso, perché le sue membra non collaborano e non vivono lo spirito di comunione e di squadra. Quando il piede dice al braccio: “non ho bisogno di te”, o la mano alla testa: “comando io”, causando così disagio e scandalo.

6. C’è anche la malattia dell’“alzheimer spirituale”: ossia la dimenticanza della “storia della salvezza”, della storia personale con il Signore, del «primo amore» (Ap 2,4). Si tratta di un declino progressivo delle facoltà spirituali che in un più o meno lungo intervallo di tempo causa gravi  handicap alla persona facendola diventare incapace di svolgere alcuna attività autonoma, vivendo uno stato di assoluta dipendenza dalle sue vedute spesso immaginarie. Lo vediamo in coloro che hanno perso la memoria del loro incontro con il Signore; in coloro che non fanno il senso deuteronomico della vita; in coloro che dipendono completamente dal loro presente, dalle loro passioni, capricci e manie; in coloro che costruiscono intorno a sé dei muri e delle abitudini diventando, sempre di più, schiavi degli idoli che hanno scolpito con le loro stesse mani.

7. La malattia della rivalità e della vanagloria. Quando l’apparenza, i colori delle vesti e le insegne di onorificenza diventano l’obiettivo primario della vita, dimenticando le parole di San Paolo: «Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri» (Fil 2,1-4). È la malattia che ci porta a essere uomini e donne falsi e a vivere un falso “misticismo” e un falso “quietismo”. Lo stesso San Paolo li definisce «nemici della Croce di Cristo» perché «si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra» (Fil 3,19).

8. La malattia della schizofrenia esistenziale. E’ la malattia di coloro che vivono una doppia vita, frutto dell’ipocrisia tipica del mediocre e del progressivo vuoto spirituale che lauree o titoli accademici non possono colmare. Una malattia che colpisce spesso coloro che, abbandonando il sevizio pastorale, si limitano alle faccende burocratiche, perdendo così il contatto con la realtà, con le persone concrete. Creano così un loro mondo parallelo, dove mettono da parte tutto ciò che insegnano severamente agli altri e iniziano a vivere una vita nascosta e sovente dissoluta. La conversione è alquanto urgente e indispensabile per questa gravissima malattia (cfr  Lc 15,11-32).

9. La malattia delle chiacchiere, delle mormorazioni e dei pettegolezzi. Di questa malattia ho già parlato tante volte ma mai abbastanza. E’ una malattia grave, che inizia semplicemente, magari solo per fare due chiacchiere e si impadronisce della persona facendola diventare “seminatrice di zizzania” (come satana), e in tanti casi “omicida a sangue freddo” della fama dei propri colleghi e confratelli. È la malattia delle persone vigliacche che non avendo il coraggio di parlare direttamente parlano dietro le spalle. San Paolo ci ammonisce: «Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri» (Fil 2,14-18). Fratelli, guardiamoci dal terrorismo delle chiacchiere!

10. La malattia di divinizzare i capi: è la malattia di coloro che corteggiano i Superiori, sperando di ottenere la loro benevolenza. Sono vittime del carrierismo e dell’opportunismo, onorano le persone e non Dio (cfr Mt 23,8-12). Sono persone che vivono il servizio pensando unicamente a ciò che devono ottenere e non a quello che devono dare. Persone meschine, infelici e ispirate solo dal proprio fatale egoismo (cfr Gal 5,16-25). Questa malattia potrebbe colpire anche i Superiori quando corteggiano alcuni loro collaboratori per ottenere la loro sottomissione, lealtà e dipendenza psicologica, ma il risultato finale è una vera complicità.

11. La malattia dell’indifferenza verso gli altri. Quando ognuno pensa solo a sé stesso e perde la sincerità e il calore dei rapporti umani. Quando il più esperto non mette la sua conoscenza al servizio dei colleghi meno esperti. Quando si viene a conoscenza di qualcosa e la si tiene per sé invece di condividerla positivamente con gli altri. Quando, per gelosia o per scaltrezza, si prova gioia nel vedere l’altro cadere invece di rialzarlo e incoraggiarlo.

12. La malattia della faccia funerea. Ossia delle persone burbere e arcigne, le quali ritengono che per essere seri occorra dipingere il volto di malinconia, di severità e trattare gli altri – soprattutto quelli ritenuti inferiori – con rigidità, durezza e arroganza. In realtà, la severità teatrale e il pessimismo sterile sono spesso sintomi di paura e di insicurezza di sé. L’apostolo deve sforzarsi di essere una persona cortese, serena, entusiasta e allegra che trasmette gioia ovunque si trova. Un cuore pieno di Dio è un cuore felice che irradia e contagia con la gioia tutti coloro che sono intorno a sé: lo si vede subito! Non perdiamo dunque quello spirito gioioso, pieno di humor, e persino autoironico, che ci rende persone amabili, anche nelle situazioni difficili. Quanto bene ci fa una buona dose di sano umorismo! Ci farà molto bene recitare spesso la preghiera di san Thomas More: io la prego tutti i giorni, mi fa bene.

13. La malattia dell’accumulare: quando l’apostolo cerca di colmare un vuoto esistenziale nel suo cuore accumulando beni materiali, non per necessità, ma solo per sentirsi al sicuro. In realtà, nulla di materiale potremo portare con noi perché “il sudario non ha tasche” e tutti i nostri tesori terreni - anche se sono regali - non potranno mai riempire quel vuoto, anzi lo renderanno sempre più esigente e più profondo. A queste persone il Signore ripete: «Tu dici: sono ricco, mi sono arricchito, non ho bisogno di nulla. Ma non sai di essere un infelice, un miserabile, un povero, cieco e nudo ... Sii dunque zelante e convertiti» (Ap 3,17-19). L’accumulo appesantisce solamente e rallenta il cammino inesorabilmente! E penso a un aneddoto: un tempo, i gesuiti spagnoli descrivevano la Compagnia di Gesù come la “cavalleria leggera della Chiesa”. Ricordo il trasloco di un giovane gesuita che, mentre caricava su di un camion i suoi tanti averi: bagagli, libri, oggetti e regali, si sentì dire, con un saggio sorriso, da un vecchio gesuita che lo stava ad osservare: questa sarebbe la “cavalleria leggera della Chiesa?”. I nostri traslochi sono un segno di questa malattia.

14. La malattia dei circoli chiusi, dove l’appartenenza al gruppetto diventa più forte di quella al Corpo e, in alcune situazioni, a Cristo stesso. Anche questa malattia inizia sempre da buone intenzioni ma con il passare del tempo schiavizza i membri diventando un cancro che minaccia l’armonia del Corpo e causa tanto male – scandali – specialmente ai nostri fratelli più piccoli. L’autodistruzione o il “fuoco amico” dei commilitoni è il pericolo più subdolo. È il male che colpisce dal di dentro; e, come dice Cristo, «ogni regno diviso in se stesso va in rovina» (Lc 11,17).

15. E l’ultima: la malattia del profitto mondano, degli esibizionismi, quando l’apostolo trasforma il suo servizio in potere, e il suo potere in merce per ottenere profitti mondani o più poteri. È la malattia delle persone che cercano insaziabilmente di moltiplicare poteri e per tale scopo sono capaci di calunniare, di diffamare e di screditare gli altri, perfino sui giornali e sulle riviste. Naturalmente per esibirsi e dimostrarsi più capaci degli altri. Anche questa malattia fa molto male al Corpo perché porta le persone a giustificare l’uso di qualsiasi mezzo pur di raggiungere tale scopo, spesso in nome della giustizia e della trasparenza! E qui mi viene in mente il ricordo di un sacerdote che chiamava i giornalisti per raccontare loro - e inventare - delle cose private e riservate dei suoi confratelli e parrocchiani. Per lui contava solo vedersi sulle prime pagine, perché così si sentiva “potente e avvincente”, causando tanto male agli altri e alla Chiesa. Poverino!

Fratelli, tali malattie e tali tentazioni sono naturalmente un pericolo per ogni cristiano e per ogni curia, comunità, congregazione, parrocchia, movimento ecclesiale, e possono colpire sia a livello individuale sia comunitario.

Occorre chiarire che è solo lo Spirito Santo - l’anima del Corpo Mistico di Cristo, come afferma il Credo Niceno-Costantinopolitano: «Credo... nello Spirito Santo, Signore e vivificatore» - a guarire ogni infermità. È lo Spirito Santo che sostiene ogni sincero sforzo di purificazione e ogni buona volontà di conversione. È Lui a farci capire che ogni membro partecipa alla santificazione del corpo e al suo indebolimento. È Lui il promotore dell’armonia[18]: “Ipse harmonia est”, dice san Basilio. Sant’Agostino ci dice: «Finché una parte aderisce al corpo, la sua guarigione non è disperata; ciò che invece fu reciso, non può né curarsi né guarirsi».

La guarigione è anche frutto della consapevolezza della malattia e della decisione personale e comunitaria di curarsi sopportando pazientemente e con perseveranza la cura.

Dunque, siamo chiamati - in questo tempo di Natale e per tutto il tempo del nostro servizio e della nostra esistenza - a vivere «secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l'energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità» (Ef 4,15-16).

 

Cari fratelli!

Una volta ho letto che i sacerdoti sono come gli aerei: fanno notizia solo quando cadono, ma ce ne sono tanti che volano. Molti criticano e pochi pregano per loro. È una frase molto simpatica ma anche molto vera, perché delinea l’importanza e la delicatezza del nostro servizio sacerdotale e quanto male potrebbe causare un solo sacerdote che “cade” a tutto il corpo della Chiesa.

Dunque, per non cadere in questi giorni in cui ci prepariamo alla Confessione, chiediamo alla Vergine Maria, Madre di Dio e Madre della Chiesa, di sanare le ferite del peccato che ognuno di noi porta nel suo cuore e di sostenere la Chiesa e la Curia affinché siano sane e risanatrici; sante e santificatrici, a gloria del suo Figlio e per la salvezza nostra e del mondo intero. Chiediamo a Lei di farci amare la Chiesa come l’ha amata Cristo, suo figlio e nostro Signore, e di avere il coraggio di riconoscerci peccatori e bisognosi della sua Misericordia e di non aver paura di abbandonare la nostra mano tra le sue mani materne.

Tanti auguri di un santo Natale a tutti voi, alle vostre famiglie e ai vostri collaboratori. E, per favore, non dimenticate di pregare per me! Grazie di cuore!

+ Francesco

 
Di Redazione (del 22/06/2019 @ 18:42:35, in Comunicato Stampa, linkato 1290 volte)

La Rete Ambiente e Salute del Salento, su proposta di cittadini attivi di Galatina, organizza per domenica 23 giugno ore 9,00 una passeggiata di riflessione paesologica presso l'area d'interesse storico-paesaggistico denominata “li Grutti” a Galatina.

La passeggiata vedrà coinvolte alcune realtà associative del Salento e saranno presenti esperti di paesaggio, storia patria, territorio ed etnobotanica che brevemente illustreranno alcune peculiarità che caratterizzano i luoghi visitati.
L'obiettivo è quello di recuperare, aumentando ed approfondendo, la conoscenza dei luoghi per riscoprire un sito anticchissimo, pare, teatro del primo insediamento che diede origine alla fondazione della città di Galatina. Un luogo poco conosciuto, ma estremamente importante per la comunità di Galatina e per il Salento, ad oggi ancora inspiegabilmente lasciato nell'oblio e nell'abbandono.

L'evento si propone di richiamare l'attenzione di tutta la comunità salentina, di appassionati ed esperti, giornalisti e di amministratori pubblici nei confronti di un'area di alto pregio paesaggistico, culturale, etnobotanico ed archeologico dove sono tutt'ora presenti importanti e numerosi elementi architettonici, masserie e chiesette, ed ambienti ipogei scavati nei banchi di roccia affiorante. Tali luoghi abitati da comunità religiose, presumibilmente di epoca basiliana, e dedicati in epoche successive a luogo di culto mariano, erano meta, fino a qualche tempo addietro, di pellegrinaggio e vedevano svolgersi partecipate processioni di devoti con cerimonie religiose fortemente sentite dai fedeli.

La presenza di numerose e misteriose vestigia arcaiche dimostra come la storia dei luoghi affondi le sue radici, a detta di studiosi ed esperti, fino a giungere alla civiltà messapica. Ma i luoghi naturali e rurali, caratterizzati da banchi di roccia affiorante, rimasti immutati nei secoli purtroppo oggi sono messi in pericolo di mutamento radicale da un avanzamento d'espansione edilizia che mette a repentaglio il paesaggio, la sua storia e la sua conservazione.

Non ultimo proprio la naturalità e ruralità del sito rappresenta non solo un prezioso scrigno di biodiversita`floro-faunistica ma soprattutto un irrununciabile polmone verde per tutta la città di Galatina che, se non ben custodito, si rischia di andare per sempre perduto.

Pertanto si inviata chiunque voglia riscoprire questi luoghi, conoscere e dare il proprio contributo alla passeggiata e alla riflessione aperta a prendere parte a tale iniziativa.

Raduno e percorso

La passeggiata avrà inizio alle 9,00 dal piazzale d'ingresso della ex-Fiera del Salento via Ippolito De Maria per proseguire su via Europa fino all'incrocio di via Trapani.

Proseguendo da santa Maria de' li Grutti, fino a Masseria San Giuseppe.

 

Maggiori info sul sito:

Luoghi del Cuore FAI

https://www.fondoambiente.it/luoghi/santa-maria-dei-grotti?ld

https://massimonegro.wordpress.com/2012/12/13/galatina-un-appello-per-lantica-s-maria-dei-grotti/
https://massimonegro.wordpress.com/2013/04/25/galatina-la-dimenticata-cripta-basiliana-in-contrada-tabelle-tabelluccio/

Sul sito del Comune di Galatina Chiesa e cripta della madonna della grotta
 https://www.comune.galatina.le.it/vivere-il-comune/territorio/da-visitare/item/chiesa-e-cripta-della-madonna-della-grotta-o-della-grottella
 https://www.comune.galatina.le.it/vivere-il-comune/territorio/da-visitare/item/cripte-basiliane

Ministero dei Beni culturali Primo censimento
 http://iccdold.beniculturali.it/medioevopugliese/index.php?it/82/catalogo-iccd/48/galatina-cripta-di-s-maria-della-grotta

Vestigia messapiche a Galatina

https://www.salentoacolory.it/galatina-messapica/

 
Di Antonio Mellone (del 12/10/2012 @ 18:42:04, in Ex edificio scolastico, linkato 3411 volte)

Mentre qualche rappresentante politico nostrano, incontrandoci per caso alla festa patronale di San Michele (di ritorno dalla titanica fatica di fungere – qui la u potrebbe essere sostituita dalla i - da orante e compunto codazzo della sacra statua portata in processione), ci riferisce verbalmente (tanto verba volant) che “mai e poi mai” lascerà qualcosa di scritto in merito allo scandalo del deserto che avanza inesorabile intorno alla vecchia scuola elementare di Noha, qualcun un altro dal “fronte opposto” – virgolette obbligatorie – sta dimostrando ancora una volta una prontezza di riflessi degna di una mummia, tanto che, se proprio volessimo rintracciarne il fantasma o ascoltarne finanche un pensierino da seconda elementare, probabilmente potremmo esser costretti ad organizzare una seduta spiritica.
Quell’unico lettore, che per caso si fosse connesso al nostro sito (compiendo un gesto altamente rivoluzionario, come quello di sottrarre del tempo a facebook), dovrebbe sapere che abbiamo ormai perso la voce  per urlare nella solita desolata landa nohan-galatinese il fatto che è un vero peccato che la vecchia scuola elementare di Noha non possa essere rimessa in funzione, magari come centro socio-educativo, dopo tutti “i lavori effettuati a regola d’arte”, perchè manca l’allaccio all’energia elettrica. Pare che, pur potendo, l’azienda energetica non voglia effettuare questo benedetto innesto alla rete, in quanto sarebbe necessaria prima la costruzione in mattoni e cemento di una cabina elettrica.
Noi, a questo punto, crediamo che i nostri rappresentanti politici ed i burocrati comunali di complemento - pur rischiando un ictus da sforzo - dovrebbero spendersi un po’ di più di quanto non abbiano saputo fare fino ad oggi per fare in modo che quella spesa di unmilionetrecentomilaeuro non fosse presa e buttata direttamente nella spazzatura (ma ogni giorno che passa - senza che alcuno osi alzare paglia – in effetti quei soldi rischiano di essere stati spesi invano). E sarebbe pure ora che lo facessero senza il bisogno di questi petulanti articoli (ché poi magari qualcuno con la coda di paglia s’offende pure), o della solita raccolta di firme, delle strigliate, dei video di denuncia, delle rivendicazioni locali, della satira graffiante, delle suppliche da parte dell’“antipolitica” (vocabolo buono ormai per tutte le stagioni). Altrimenti che senso avrebbe il voto, anzi il suffragio dei cittadini? Quello del suffragio pe’ l’anima de li morti
Invece, siamo ancora qui a scrivere che della promessa lista degli arredamenti, che quei signori preparatissimi e attenti alle istanze dei cittadini avrebbero dovuto inviare al sito di Noha, non si intravede nemmeno l’ombra; che ci sembra che siamo ancora una volta di fronte a gente pronta a svignarsela di fronte all’incipiente degrado nonostante il vento sia cambiato (in effetti oggi sembra spirare da scirocco, e gli acciacchi della politica iniziano a sentirsi tutti quanti); che a questi signori (ma anche a molti nohani, come al solito ignari di tutto) sembra non importi proprio una beneamata mazza di tutta questa storia, e tanto meno di render conto ai propri cittadini delle loro opere e soprattutto delle loro omissioni; che nell’ultima intervista al Sindaco effettuata recentemente dall’ottimo Tommaso Mascara di galatina2000, nel corso di una trentina di  minuti conversazione su “programmi e cantieri aperti”, la parola “Noha” è apparsa solo di striscio, ma per altro, mentre l’espressione “vecchia scuola elementare di Noha”, risulta non pervenuta nemmeno per sbaglio. Come se uno scandalo come quello che da mesi andiamo denunciando su questo sito non fosse per nulla rilevante. Anzi, come se fosse un’inezia, una quisquilia, un’invenzione, ancora una volta, di quei rompiscatole degli “antipolitici”.
In compenso il nostro sindaco ha parlato, tra l’altro, di ristrutturazioni e creazioni di nuovi “contenitori culturali”. Però a Galatina, s’intende: non c’eravamo accorti – che sbadati che siamo - che Noha, Collemeto e Santa Barbara sono da un bel pezzo frazioni di un altro comune.
Orbene, signore e signori: uno di questi nuovi “contenitori” potrebbe essere, tanto per cambiare, il Cavallino Bianco (e te pareva!).
Speriamo che almeno per quest’altra opera, prima di ogni altra architettura, anzi prima ancora dei cessi, le menti pronte a stilare avveniristici progetti di restauro, ristrutturazione o riconversione pensino almeno a quell’altro contenitore fondamentale - a quanto pare necessario ma pur sempre non sufficiente - chiamato in gergo tecnico “cabina elettrica”. Non sia mai che si fosse costretti anche in questo caso a ripiegare su di un allaccio di serie B, cioè un collegamento abborracciato di 10 kwh, anziché dei 50 necessari a far funzionare una struttura pubblica come Dio comanda.    

Antonio Mellone

P.S. Gli articoli su questo tema crediamo che (purtroppo) dovranno continuare a comparire su questo sito ancora per un bel po’. E saranno a puntate anche questi ghirigori di parole, alla stessa stregua di un novello romanzo d’appendice (o d’appendicite, di genere horror).
In effetti abbiamo ancora qualcosina da dire in merito allo stato di fatto e di diritto dell’opera, in merito al concetto di “antipolitica”, e alle iniziative che abbiamo in mente di porre in essere.
Ovviamente saremo costretti a vergare le nostre considerazioni a buon mercato anche sulle ultimissime minchiate che ci è toccato di sentire. Ma questo nelle prossime puntate.

 
Di Redazione (del 25/11/2020 @ 18:41:34, in Comunicato Stampa, linkato 1350 volte)

Il conseguimento della “grid parity” nella produzione di energia elettrica con la tecnologia fotovoltaica, che rende gli investimenti convenienti anche in assenza di incentivi specifici, insieme alla sostanziale rinuncia degli organi centrali e periferici dello Stato a svolgere il loro compito istituzionale di salvaguardia del bene comune, sta scatenando nel Salento una seconda ondata di progetti di impianti fotovoltaici di grande taglia in aree agricole.

Si tratta di operazioni puramente speculative, non rispondenti ad esigenze di coperture dei consumi, avendo la Puglia un esubero rispetto ai suoi fabbisogni di circa l’80%, rispondenti esclusivamente agli interessi degli investitori, che talvolta nascondono – come hanno rivelato inchieste giornalistiche e procedimenti giudiziari - operazioni di riciclaggio di denaro di dubbia provenienza.

Nel Salento questo deleterio fenomeno sta assumendo le proporzioni di un vero e proprio assalto distruttivo al territorio rurale, con proposte di generatori per   centinaia di ettari.    

  Le peculiarità salentine agevolano questo approccio neo-colonialistico di sfruttamento del territorio: l’andamento generalmente pianeggiante del terreno, le  favorevoli condizioni meteo-climatiche, la drammatica criticità causata dai fenomeni di disseccamenti dell’olivo (Co.Di.R.O.), il conseguente   crollo   del   prezzo   di  mercato   dei terreni agricoli e del reddito da agricoltura. In questo contesto già preoccupante, è poi clamorosamente e colpevolmente mancata una strategia di rigenerazione agri-ecologica del territorio, che consentisse un’uscita dalla crisi.

Il rischio di uno stravolgimento pesante ed irreversibile nel breve-medio periodo delle peculiarità culturali, paesaggistiche, ambientali  e socio-economiche del nostro  territorio è quanto mai attuale e drammatico, con una situazione già oggi fuori controllo e  che potrebbe diventare presto dilagante.

Molte delle valutazioni qui esposte possono essere trasferite con i dovuti distinguo ai mega-impianti eolici.

Un intervento di governo del fenomeno è quanto mai necessario ed urgente per varie ragioni:

  • la sottrazione di suolo agricolo, in un’area che su questo tema conta già dei tristi primati, rischia di stravolgere la stessa fisionomia di un territorio vocato, pur con criticità ed incertezze, all’agricoltura e alla ricettività turistica;
  • occorre prevenire il degrado del terreno agricolo derivante dall’ombreggiamento delle superfici, dal presumibile ricorso ad erbicidi per il controllo della vegetazione, dall’alterazione delle caratteristiche microclimatiche e pedologiche del suolo, con effetti di lunga durata, pesanti pur se in larga parte ancora inesplorati, sulla fertilità del suolo;
  • le misure di tutela del territorio oggi operanti - se si fa eccezione per il Piano Paesaggistico Regionale (PPTR), che vieta esplicitamente impianti energetici in zone agricole tranne che in ex cave o zone degradate - appaiono generalmente inadeguate; i regolamenti approvati da vari comuni e dalla Provincia appaiono similmente inefficaci, a fronte di specifiche disposizioni nazionali di legge (art. 12, comma 7, D.Lgs. 387/2003) che consentono esplicitamente l’insediamento di tali impianti in zone agricole.

Occorre sfruttare tuttavia al meglio le disposizioni (art. 7 D.Lgs. 387/2003 citato) che tutelano le “tradizioni agroalimentari di qualità”, così come il “patrimonio culturale e del paesaggio rurale. In ciò soccorrono le prescrizioni piuttosto stringenti del Piano Paesaggistico Regionale, che tra l’altro introducono l’obbligo di concentrare le attività produttive in APPEA (Aree Produttive Paesaggisticamente ed Ecologicamente Attrezzate). Ma possono anche risultare utili quei fattori legati ad una effettiva qualità agroalimentare o paesaggistica del contesto: produzioni biologiche o biodinamiche, consorzi di tutela, marchi di qualità DOC; DOP;  IGT e altri. Sotto tale profilo si noti come il Piano Paesaggistico pugliese (PPTR), pur non essendo propriamente un Piano Energetico, fornisce tuttora, in assenza di altri strumenti più efficaci, i vincoli più stringenti in merito agli insediamenti energetici. Vedasi in proposito le Linee Guida 4.4, parte prima, “Linee guida sulla progettazione e localizzazione di impianti di energia rinnovabile” e parte seconda “Componenti di paesaggio e impianti di energie rinnovabili” con Tavole allegate, come quella relativa alle “Aree sensibili per impianti di media e grande taglia” per gli impianti eolici e quella delle “Discariche e cave abbandonate e con decreto scaduto” per il fotovoltaico, che forniscono indicazioni preziose per la localizzazione degli impianti in aree meno delicate e con minimi impatti ambientali.

È   comunque   indispensabile   ed   urgente   una   forte   azione   di pressione politica da parte delle istituzioni locali (Regioni, Provincie, Comuni) sul Parlamento   e   sul   Governo   nazionali   per   l’abrogazione   delle penalizzanti  sciagurate disposizioni   di   legge.   Le   istituzioni   locali   sono   quelle   più   immediatamente   a contatto con i cittadini, con i loro reali bisogni ed interessi, e possono e devono intervenire prima di altri per difendere tali interessi. 

La difesa più efficace tuttavia, per quanto generalmente sottovalutata più o meno consapevolmente dai decisori politici, resta il completamento del quadro di pianificazione energetica locale. Tale tutela risulta tanto più valida in quanto manca un Piano Energetico Nazionale, mentre il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR), ormai inefficace ed a maglie troppo larghe, è soggetto da tempo ad una estenuante  revisione.

In tal senso si riporta l’art. 31 del D.Lgs n. 112/98, che recita:

31. Conferimento di funzioni agli enti locali

1. Sono attribuite agli enti locali, in conformità a quanto disposto dalle norme sul principio di adeguatezza, le funzioni amministrative in materia di controllo sul risparmio energetico e l'uso razionale dell'energia e le altre funzioni che siano previste dalla legislazione regionale.

2. Sono attribuite in particolare alle province, nell'ambito delle linee di indirizzo e di coordinamento previste dai piani energetici regionali, le seguenti funzioni:

a) la redazione e l'adozione dei programmi di intervento per la promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico;

b) l'autorizzazione alla installazione ed all'esercizio degli impianti di produzione di energia”.

Scaturisce da qui la proposta, da perseguire con fermezza, di riprendere ed aggiornare con urgenza, alla luce del PEAR approvato e del suo aggiornamento, il “Programma di intervento per la promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico”, approvato con Deliberazione di Consiglio Provinciale di Lecce n. 36 del 23.04.2004. Detto Programma potrà raccogliere e aggiornare le stime sulla potenza fotovoltaica potenzialmente installabile sulle coperture esistenti (residenziali, industriali, commerciali, del terziario ecc.), in grado secondo qualificati dati preliminari di coprire ampiamente il fabbisogno elettrico dell’intera Provincia senza intaccare nuovo suolo agricolo.

Anche i Comuni con una popolazione superiore a 50.000 abitanti (come Lecce) sono obbligati a approvare un Piano Energetico Comunale, da integrare nel Piano Regolatore Generale (art. 5 Legge n. 10/91).

Gli strumenti indicati sono fondamentali per dare indicazioni di dettaglio degli interventi insediativi, tuttora vaghe e limitate per esclusione dalle “aree non idonee” nel quadro normativo attuale, ma che lasciano piena discrezione al proponente di individuare il sito di installazione.

Una corretta pianificazione saprà inoltre indicare le potenzialità degli impianti da collocare sulle coperture di edifici esistenti, potenzialità questa sistematicamente trascurata e sottovalutata.

Il completamento di un corretto quadro di pianificazione energetica  locale (regionale, provinciale e comunale) rappresenta un significativo indice della volontà politica di contrastare il fenomeno in atto, piuttosto che limitarsi a generici proclami di facciata, o affidarsi alle pastoie del procedimento amministrativo, o nella migliore delle ipotesi a “regolamenti” locali, armi spuntate rispetto alle sovraordinate norme nazionali.

Un nuovo quadro di programmazione non può tuttavia prescindere dalla considerazione della taglia, della finalità, delle modalità installative, dell’impianto proposto. In tal senso occorre distinguere, ad esempio, i grandi impianti in pura cessione alla rete, con fini marcatamente speculativi, dalle piccole installazioni al servizio di utenze locali, su coperture esistenti, il cui iter procedurale dovrebbe essere al contrario agevolato e snellito.

È necessario   uscire   dalla   logica   della   produzione   di   energia   elettrica   come   merce soggetta alle sole leggi del libero mercato: l’energia elettrica è da considerare un “bene comune” alla stessa stregua dell’acqua e  dell’aria, da produrre non per intenti speculativi, ma per soddisfare ben precise esigenze di copertura dei consumi.

 

Sono necessari atti d’indirizzo, norme e incentivi a livello nazionale e locale per passare con decisione ad un nuovo modello energetico decentrato, con impianti di piccole-medie dimensioni ubicati su coperture esistenti o in zone residuali, collegati   in   rete,   con   l’obiettivo dell’autonomia energetica delle comunità locali, svincolate così da monopòli e caste energetiche.

​Occorre poi ricordare che le fonti energetiche più pulite e convenienti restano il risparmio, l’efficienza e l’uso appropriato dell’energia. 

 

Lecce, 24 novembre 2020

RETE AMBIENTE E SALUTE SALENTO

 
Di Marcello D'Acquarica (del 11/01/2018 @ 18:40:05, in NoiAmbiente, linkato 1727 volte)

Per inaugurare il nuovo anno  in continuità con la nostra attività di volontariato per Ambiente e Beni culturali, abbiamo pensato di  presenziare con le nostre iniziative al Presepe vivente di Noha. E grazie all’Associazione del Presepe Vivente e al suo Presidente, Giuseppe Cisotta, tutto ciò è stato possibile.

Come già dichiarato fin dalla nascita del nostro  Laboratorio, noi di FareAmbiente vogliamo contrastare e denunciare il malcostume che dilaga nel nostro territorio (malcostume che si manifesta per esempio con gli incendi e le infinite discariche abusive di rifiuti) e, in sintonia con il nostro Statuto, vogliamo anche contribuire alla bellezza di Noha e dintorni mediante la valorizzazione dei Beni culturali locali che (ricordiamo sempre a chiunque ce lo chieda) sono unici al mondo per le loro stesse peculiarità. Fino qui niente di nuovo, potrebbe dire qualcuno.

Quello che non avevamo previsto e nemmeno immaginato è stata l’attenzione che molti ospiti del Presepe ha rivolto verso la nostra presenza al Presepe Vivente di Noha, ospiti davvero speciali: i bambini.

Abbiamo scoperto una  gioia inaspettata negli occhi di tutti i bambini che hanno transitato davanti alla nostra postazione. Certo, anche gli adulti si sono mostrati interessati al nostro messaggio, ma i bambini si sono gettati anima e corpo sul nostro operato. Edoardo, Giacomo, Gabriele, Veronica, Sele, Jacopo, Miriam, ecc. ognuno ha inciso il suo nome sulla propria opera. Tanto che per qualche genitore è stato davvero faticoso allontanarsi dalla nostra postazione per proseguire nella visita del Presepe. Sono stati davvero in tanti a chiederci dove abbiamo il laboratorio e quando avrebbero potuto mandarvi  i loro piccoli. Insomma abbiamo capito che l’idea del laboratorio culturale per la lavorazione dell’argilla aperto ai piccoli, è molto attesa. Vedremo come fare per realizzare questa bellissima iniziativa.

E’ vero che i bambini sono attratti dal “gioco” con l’argilla, è vero che la loro felicità è stata quella di creare liberamente delle  opere di fantasia  quali alberi, coniglietti, cuffie, orologi,  case o cuori. E’ nella loro natura contrastare le regole e le imposizioni del mondo degli adulti. Ma quello che ci ha sorpresi è stato l’interesse a cimentarsi insieme a noi nel riprodurre i Beni culturali di Noha. Ecco, questa è l’ennesima testimonianza, semmai ce ne fosse ancora la necessità, che i bambini ci guardano, osservano quello che facciamo. E crescono, formando la loro personalità tramite il nostro esempio. E quindi se cerchiamo di salvaguardare l’ambiente e i beni culturali, loro ci imitano. Ci imitano, ahimè anche nel male. E certi risultati si vedono.

Forse dovremmo cercare di riscoprire la bellezza che sta nella loro semplicità,  nella campagna pulita e nei Beni culturali curati: tutte cose che possono aiutarci a non apparire come un paese fatto solo di case e strade,  copia incolla, tutte uguali, senza alcuna bellezza particolare.

Con la loro passione bambini ci hanno insegnato che con la creatività anche noi possiamo liberare il gusto represso (evidentemente) per il bello. Quel gusto che fa la differenza e dà risalto e lustro alla nostra identità, individuale e collettiva.

Marcello D’Acquarica

 

Dopo il tavolo presso il Dipartimento ambiente della Regione Puglia di venerdì, Anna Grazia Maraschio si è impegnata a prendere in carico, ai fini di una valutazione, tutta la documentazione prodotta sulla vicenda del rinnovo dell’Aia al cementificio galatinese

Dopo il tavolo sulla vicenda del cementificio Colacem, presso il Dipartimento ambiente della Regione Puglia di venerdì mattina, due sono le novità salienti: l’assessora Anna Grazia Maraschio ha garantito l’impegno all’analisi di alcuni temi da esaminare, “per capire quali possano essere i margini di intervento e di contributo da parte della Regione”. Al contempo, in quella stessa giornata, le associazioni ambientaliste del territorio e il Comitato civico ambiente e salute hanno presentato diffida nei confronti della Provincia di Lecce. Hanno sottoscritto l’atto formale inviandolo, oltre che all’ente di Palazzo dei Celestini (al Settore Ambiente ed energia, e Servizio tutela e valorizzazione ambiente), anche alla Procura contabile regionale (l’organo inquirente della Corte dei conti, ndr) e ai carabinieri del Noe leccese, il Nucleo operativo ed ecologico.

I referenti di CittadinanzAttiva Puglia, del Coordinamento civico Ambiente e Salute, della sezione Italia Nostra su Salento, di NoiAmbiente e beni culturali e del Forum Amici del territorio hanno firmato la diffida dal procedere all’istruttoria dell’istanza di riesame Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale relativa all’impianto industriale Colacem e sulla quale si discuterà in sede di Conferenza dei servizi a partire dal prossimo 4 giugno. I firmatari della diffida dichiarano il riesame richiesto dalla ditta delle autorizzazioni, considerato “palesemente illegittimo”.

Per le associazioni e il comitato instaurare un procedimento amministrativo non sarebbe altro che un “maldestro tentativo di costituire ad arte una sorta di giudizio parallelo extra moenia, e prevenire in questo modo la decisione del Tar con un nuovo provvedimento autorizzativo (di rinnovo Aia) che, depositato in quel giudizio, ne determinerebbe la cessazione della materia del contendere. Come se la Provincia, anziché attendere l’esito della consulenza tecnica d’ufficio davanti al tar, tentasse un riesame anticipato dall’Aia, fuori dal giudizio”.

Nell’atto di diffida, peraltro, i firmatari evidenziano alcuni passaggi della Ctu dai quali si evincerebbe un “difetto di trasparenza e certezza nei controlli e nella composizione chimico-merceologica dei rifiuti utilizzati assieme al pet-coke”. Chiedono che i monitoraggi vengano eseguiti senza condizionamenti esterni e che il gestore dell’impianto ne resti dunque fuori. E si appellano inoltre alla Regione per un intervento, affinché inserisca il Distretto di Galatina come area a rischio ambientale. Intanto, sull’argomento, la Regione è intervenuta nella mattinata di venerdì scorso, nel tanto atteso tavolo istituzionale di un confronto già avviato a partire damarzo scorso. I sindaci del circondario galatinese e del Coordinamento civico Ambiente e salute della provincia hanno incontrato anche il direttore del Dipartimento Ambiente regionale Paolo Garofoli.

“Credo che la giornata di oggi (venerdì, ndr) – ha dichiarato l’assessora regionale all’Ambiente, Anna Grazia Maraschio – sia particolarmente significativa e confermi l’utilità dell’ascolto come metodo. Anche per questo ringrazio chi, come i sindaci e le associazioni, vive il territorio e può avviare approfondimenti importanti per la collettività. A noi il dovere di accogliere queste istanze e di esaminare temi così delicati e complessi. Rinnovo il pieno impegno ad approfondire questa vicenda, che ha bisogno di essere approcciata con grande serietà. L’attenzione mia e della Regione Puglia rimarrà altissima al fine di poter garantire la massima tutela dell'ambiente coniugata con lo sviluppo del nostro territorio", ha dichiarato l'assessora.

“Grazie al confronto odierno – ha dichiarato Garofoli – abbiamo aggiornato una scaletta di temi da esaminare anche per capire quali possano essere i margini di intervento e di contributo da parte della Regione. Impegnandoci ad approfondire tutti i documenti a disposizione sul tema, analizzeremo le problematiche emerse, anche di concerto con Arpa, con la finalità di garantire un opportuno e accurato monitoraggio", ha concluso.

Valentina Murrieri
(Fonte: Lecceprima)

 
Di Redazione (del 12/06/2022 @ 18:38:53, in NoiAmbiente, linkato 556 volte)

Le vore sono in pratica un accesso naturale che porta direttamente verso il bene più prezioso: l'acqua. E qui da noi, nel Salento, l'acqua scarseggia e quella che c'è è a rischio di non potabilità per tante ragioni, dovute soprattutto alle attività dell’uomo.
Per esempio, la Vora Bosco, dopo il primo tratto di cunicoli tortuosi di circa trenta metri precipita per i restanti 40 m.  a capofitto fino al fondo, dove soggiace la nostra preziosissima acqua, benedetta da tutti nei secoli dei secoli.
A proposito di vore nostrane, abbiamo chiesto e protocollato presso il Comune di Galatina, in questi ultimi (5) anni la richiesta di messa in sicurezza  della Vora Bosco, in contrada San Vito e la bonifica della Vora di Noha che si trova all'imbocco della via che porta a Sirgole.
Bonificare serve, oltre a restituire dignità ai cittadini, ad arginare lo sversamento continuo in falda del percolato prodotto dai rifiuti ammassati.
Mettere in sicurezza serve a  impedire atti vandalici, sempre più frequenti e scarsamente controllati, ma soprattutto vuol dire  impedire l'accesso delle acque di dilavamento delle strade (e di certe campagne). Le acque di dilavamento, non solo quelle aziendali ma anche piovane, non fanno altro che, appunto, lavare le superfici dai più svariati inquinanti che il progresso del consumismo ci porta a spargere ovunque, compresi olii e polveri derivanti dall'uso spasmodico degli autoveicoli.
Queste acque quindi andrebbero convogliate in appositi impianti di pretrattamento e bonificate, prima di essere rilasciate in falda.

Non certo convogliarle nelle vore, che invece vanno messe in sicurezza sotto tutti gli aspetti.

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali
di Noha e Galatina

 
Di Redazione (del 08/02/2021 @ 18:38:44, in Comunicato Stampa, linkato 602 volte)

I nostri Bambini sono la categoria che probabilmente più ha sofferto le ristrettezze dettate da questa pandemia; con grande spirito di responsabilità e sacrificio, hanno, infatti, rispettato e rispettano le regole restando per settimane chiusi in casa, non infrequentemente costretti a vivere in spazi stretti, ambienti piccoli e affollati; sono pertanto loro i primi ad avere il diritto di ri-conquistare i loro spazi…

Perché un paese non è fatto solo di adulti, ma di bambini che saranno i cittadini del domani.

Noi di “TappiAmo Galatina - raccolta eco-solidale tappi di plastica” in collaborazione con “ECOM SERVIZI AMBIENTALI” abbiamo deciso di ripulire l'intero muro che insiste sull'Area verde "Questore Giovanni Palatucci" in via Pavia a Galatina e destinarlo ai bambini delle scuole dell'infanzia e delle primarie che, in collaborazione con i rispettivi educatori, lo potranno utilizzare come "bacheca pubblica" per i loro progetti. Un modo per far avvicinare i più piccoli all’arte, alla pittura e alla bellezza artistica e per far volare in alto la loro fantasia.

L'iniziativa “TappiAmo Galatina - raccolta eco-solidale tappi di plastica” è promossa, nell’ambito delle proprie iniziative statutarie volte al miglioramento delle condizioni sociali e culturali degli abitanti di Galatina, dall'Associazione “Virtus Basket Galatina” con sede a Galatina, in collaborazione con la ditta “ECOM SERVIZI AMBIENTALI”.

 

Contattateci:

Sandro Argentieri: 333-4368532 (anche Wathsapp);

Piero Luigi Russo: 349-8471729 (anche Wathsapp).

Ora più che mai abbiamo bisogno dei vostri tappi

 
Di Redazione (del 22/03/2021 @ 18:38:08, in NoiAmbiente, linkato 1361 volte)

Un colpo al cerchio e uno alla Colabaldi, si fa per dire ovviamente, ma di fatto il colpo lo stiamo dando su noi stessi. Tutti resteremo penalizzati da certi comportamenti, tollerati purtroppo con il silenzio. Come sia possibile che vengano demolite delle mura così grandi, in pieno centro abitato, in un posto che più in vista di così non si può e nessuno si allarma? Contribuisce certamente questa sfortunata situazione di emergenza generata dal Covid-19.  Ma il fatto resta ugualmente molto grave.

La masseria Colabaldi è un Bene Culturale di Noha, della sua storia si è scritto e parlato ovunque. Lo sanno anche le pietre che è stata edificata sul punto più alto della serra che domina la valle dell’Asso, e che molto probabilmente la parte più antica risale a duemila anni addietro. Insomma è lì da secoli, ha superato quasi indenne, terremoti, uragani, guerre e relativi bombardamenti, la spagnola e se vogliamo perfino le tremende mine della cava adiacente che facevano vibrare i vetri delle case di Noha. Chi ha memoria e coscienza queste cose le sa.

I fatti: pare che qualcuno (probabilmente vandali) abbia deciso di cambiare corso al destino della nostra antca Masseria Colabaldi, non con restauri o rivalutazioni ovviamente, ma a colpi di violenza, una violenza inspiegabile, talmente possente da buttare giù le mura secolari. Per adesso pare che abbiano cominciato a buttare giù i parapetti ed i cornicioni di alcuni pezzi del perimetro delle terrazze, ma se nessuno interverrà potrebbero continuare fino a raderla al suolo completamente, anche se sembra una cosa assurda, in mancanza di interventi e in presenza di una ambigua tolleranza, tutto è possibile. Che dire, una comunità savia conosce bene l’importanza di certi valori, sa bene che a identificarci al cospetto del mondo non sono certo i megaimpianti fotovoltaici, le nuove borgate di villini bi o tri familiari copia incolla, le strade senza alberi, tantomeno il “business” del deserto che cementifica la campagna. Quindi la comunità sa.  Il nostro è un appello al senso di responsabilità di tutti, dal Primo fino all’ultimo cittadino, dalle istituzioni pubbliche tutte, nessuna esclusa, alla proprietà e quindi alla responsabilità di chi è “educatore” degli autori di questi atti vandalici. Se così possono ancora definirsi.

 


IL DIRETTIVO di
NOI AMBIENTE E BENI culturali Odv
Noha e GALATINA

 
Di Michele Stursi (del 03/03/2015 @ 18:35:05, in NohaBlog, linkato 1816 volte)

Leggo lentamente. Lo so, me lo dice mia moglie, me lo dicono in tanti: “Michele sei troppo lento, dai su andiamo, io ho letto, poi ti spiego”.
Non ce la faccio a leggere per strada un cartello pubblicitario (mi incuriosisce tutto ciò che è scritto in piccolo in fondo a destra o di lato), non riesco a carpire cosa ha scritto il mendicante su un cartone per chiedere l’elemosina (dietro gli errori di ortografia si aprono voragini di disperazione), non mi è per nulla facile decifrare i titoli di coda alla fine di un film (impossibile perché scorrono sullo schermo come minuscoli razzi interrotti dalla gente che scappa dal cinema e ti scavalca borbottando).
Ho letto sempre molto lentamente, mi sono sempre preso i miei tempi. E fin quando si è trattato di leggere un libro non ho mai incontrato alcun problema. Da un po’ di tempo però, da quando mi sono trasferito a Milano, ho realizzato che questa mia lentezza può essere molto, molto svantaggiosa o controproducente.
Ad esempio non riesco a stare al passo con l’informazione. Credetemi, ci ho provato, ma non riesco a leggere tutti i giorni un quotidiano (parlo della carta stampata ovviamente), un’ottantina di pagine zeppe di informazioni di ogni sorta, tra le più disparate: si va dalla politica allo sport, dagli esteri allo spettacolo, dalle pagine di economia a quelle culturali. Ora, qualcuno obietterà che su ottanta pagine, una trentina sono occupate da spazi pubblicitari. E che non bisogna leggerlo tutto il giornale, basta sfogliarlo! Ecco, a me questo non va proprio giù: l’idea di comprare il giornale per poi cestinarlo senza averlo letto tutto non riesco a farla mia. È come ordinare sul mare un piatto di pasta alla marinara e mangiare solo i frutti di mare, come andare ad un concerto e tapparsi le orecchie un brano sì e uno no, come andare al cinema e vedere il film con una benda su un occhio. Se compro il giornale è perché voglio leggerlo, e perché non mi si deve dare anche la possibilità di leggerlo tutto?
Non ci riesco, ma non mollo perché credo nell’informazione (il mio problema è l’informazione quotidiana!). È molto scoraggiante e la maggior parte delle volte finisce che compro il giornale la domenica per leggerlo durante la settimana o che i giornali rimangono intonsi e si accumulano vergini sul mio comodino, per poi finire nella raccolta della carta a fine settimana oppure sugli armadi per trattenere la polvere. Stamattina ho comprato il giornale, l’ho sfogliato, mi sono demoralizzato e ho deciso di scrivere queste righe. Sono le quattro del pomeriggio, oramai il giorno inizia a piegarsi su se stesso e a lasciare il posto all’inizio di un’altra settimana. Indovinate ancora una volta che fine farà il mio quotidiano?

Michele Stursi

 

Egregio Dott. Roberto Casaluci,

rivolgo a Lei, in qualità di Presidente dell’Unione dei comuni della Grecia Salentina, i miei complimenti ed il mio sostegno per la candidatura a capitale Europea della cultura 2021 dei comuni che rappresenta.

Se la storia, la cultura e la tradizione dei comuni salentini di origine ellenofona  rappresentano un importante patrimonio per il nostro territorio, è altrettanto necessario che questo patrimonio venga valorizzato e rilanciato in prospettiva europea.

Altrettanto apprezzabile è da parte Sua che il progetto di cui la Grecia Salentina è promotrice  venga allargato al comune di Taranto, viste e considerate le radici storiche e culturali che legano il capoluogo ionico ai comuni salentini di fondazioni ed origine greca.

Radici comuni a molte città del Grande Salento che condividono con l’ente che Lei rappresenta diverse iniziative culturali ed anche folkloristiche. La più conosciuta è sicuramente la “Notte della Taranta” che in un contesto di musica, suoni, balli e tradizioni punta a valorizzare il mito della “taranta”.

La condivisione di radici, culture e tradizioni ha portato questo evento, che inizialmente era circoscritto ai soli comuni della Grecia Salentina, ad essere allargato a tutte quelle altre realtà che per ragioni storiche hanno contribuito e contribuiscono a diffondere questa tradizione in Italia e nel mondo.

Tra queste città figura sicuramente Galatina, membro del circuito della Notte della Taranta e culla del mito del tarantismo. E’ a Galatina infatti che i pizzicati si recavano per bere l’acqua del pozzo di San Paolo e guarire dando vita, con i loro spasmi, con i loro lamenti, canti e balli a quella sindrome culturale oggetto ancora oggi di numerosi studi.

Per questa ragione molti cittadini ritengono che l’apporto di Galatina all’interno della Grecia Salentina ed in particolare nella candidatura di quest’ultima a capitale Europea della cultura 2021 possa essere fondamentale e possa dare una consistenza maggiore alla proposta culturale.

Non sappiamo se l’Amministrazione comunale galatinese(che legge per conoscenza) si sia attivata per offrire il proprio sostegno ed il proprio contributo alla causa. Tuttavia qualora ciò non fosse ancora avvenuto, invitiamo il Sindaco Marcello Amante a costruire, dove possibile, una qualche forma di dialogo e collaborazione con la Vostra organizzazione in modo da mettere a disposizione il nostro patrimonio artistico, storico e culturale, rafforzando ulteriormente un progetto valido e importante come quello di cui la Grecia Salentina si è fatta promotrice.

In questi anni Galatina ha perso troppi treni per inerzia, incapacità e logiche politiche suicida. Adesso però è ora di cambiare rotta e non solo a parole.

 Peppino Spoti

 Consigliere comunale – Partito Socialista Italiano sez. Galatina

 
Di Redazione (del 06/08/2020 @ 18:29:50, in Comunicato Stampa, linkato 943 volte)

Martedì 11 agosto Alle ore 20:00 Presso l’ex Convento delle Clarisse, piazza Galluccio a Galatina

𝑻𝒂𝒓𝒂𝒏𝒕𝒐𝒍𝒊𝒔𝒎𝒐, 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒂𝒏𝒛𝒆 𝒆𝒅 𝒆𝒔𝒊𝒕𝒊 di Roberto Lupo

Attraverso uno stimolante dibattito critico, la collana Cahier nasce dalla volontà di far conoscere le varie raccolte di oggetti d’arte e documenti custoditi presso il Museo Pietro Cavoti.

Dopo il primo pamphlet della collana Cahier, dedicato alla valorizzazione dei taccuini di Cavoti, 𝑻𝒂𝒓𝒂𝒏𝒕𝒐𝒍𝒊𝒔𝒎𝒐, 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒍𝒊𝒄𝒂𝒏𝒛𝒆 𝒆𝒅 𝒆𝒔𝒊𝒕𝒊, prende in esame invece uno degli argomenti più stimolanti e attuali nel panorama culturale salentino: il tarantismo che vede la città di Galatina perno centrale della tradizione sociale, culturale ed antropologica del fenomeno.

L’autore, 𝗥𝗼𝗯𝗲𝗿𝘁𝗼 𝗟𝘂𝗽𝗼, dirigente medico, analizza questo argomento focalizzando l’attenzione sulle interpretazioni medico-culturali elaborate dai medici e studiosi nei diversi secoli: da Giorgio Baglivi, a Giovanni Jervis, a Ernesto De Martino. 
«Questo saggio», sottolinea Salvatore Luperto, direttore artistico del Museo , «pone in evidenza precipue dinamiche ambientali, culturali e posizioni medico-scientifiche correlate a deduzioni di natura folkloristica sino a giungere agli esiti attuali con implicazioni interpretative di carattere psicoanalitico, neuro-psichiatrico e sociale-mediatico».

L’introduzione del saggio è curata da 𝗘𝘂𝗴𝗲𝗻𝗶𝗼 𝗜𝗺𝗯𝗿𝗶𝗮𝗻𝗶, professore di Antropologia Culturale presso Università del Salento, e in appendice si può ammirare una selezione di foto inedite di Giovanni Valentini che documentano suggestive scene di tarantate agli inizi degli anni Settanta, ritratte in prossimità della Cappella di San Paolo.

Il Cahier n. 2 sarà presentato 𝐦𝐚𝐫𝐭𝐞𝐝𝐢̀ 𝟏𝟏 𝐚𝐠𝐨𝐬𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐨𝐫𝐞 𝟐𝟎.𝟎𝟎 presso l’ex Convento delle Clarisse, piazza Galluccio a Galatina, alla presenza del sindaco 𝗠𝗮𝗿𝗰𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗔𝗺𝗮𝗻𝘁𝗲 e dell’Assessore alla Cultura Cristina Dettù, dopo una breve introduzione di Salvatore Luperto e l'intervento di Eugenio Imbriani, seguirà la presentazione del lavoro attraverso le parole dell'autore, Roberto Lupo.

Informazioni e prenotazioni allo 0836 561568 durante gli orari di apertura del Museo.

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 03/12/2015 @ 18:29:38, in Comunicato Stampa, linkato 2616 volte)

Dal 8 dicembre 2015 al 6 gennaio 2016 vieni a scoprire l’incanto degli affreschi della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina ma non solo. Qui tra ricchi portali e chiese barocche si mescolano i ricami più dolci ed eleganti del rococò. Da piazza San Pietro con il monumentale fronte della Chiesa Matrice a vicoli improvvisi con chiese piccole e grandi, conventi, cappelle. E ancora, immergetevi nei suoni affascinanti della Grecìa Salentina, l’unione dei comuni nei quali gli anziani ancora parlano il griko, dialetto dalla fortissima influenza greca: il viaggio prosegue così a Carpignano Salentino, Corigliano d’Otranto, Martano, Martignano, Soleto e Sternatia.

Ti aspettano tante attività in un itinerario tra beni culturali, piccoli borghi, artigianato e tradizioni. Con il programma Christmas 2015 | HOME OF... GALATINA promosso dall’ufficio IAT Galatina, con il Patrocinio del Comune di Galatina, il Natale si arricchisce di un nuovo affascinante racconto di una comunità  che  ha  la  cultura  dell’accoglienza,  così  radicata  da  far  provare  agli  “ospiti” emozioni uniche, il piacere della scoperta e del viaggio insieme con la sensazione di sentirsi a casa.

08 dicembre 2015

Galatina - h 16.00

“Welcome to | Benvenuti a Galatina”

Visita guidata alla scoperta della città di Galatina + degustazione Prodotti Tipici, presso Palazzo

Baffa | Dimora Storica

Dal 12 al 20 dicembre 2015

Galatina - h 16.00

“Treasures of | Tesori di Galatina”

Visita guidata alla scoperta della città di Galatina e...

12 e 20 - Chiesa della SS. Trinità + degustazione Pasticciotto

13 e 19 - Chiesa della Madonna del Carmine + degustazione DonnaOleria | olio extra vergine di oliva, presso Ristorante Corte del Fuoco

Dal 26 dicembre 2015 al 06 gennaio 2016

Salento - h 10.00 e/o h 16.00

“Riti e tradizioni della Grecìa Salentina”

Visita guidata alla scoperta della Grecìa Salentina

26 - Corigliano d’Otranto

27 - Sternatia

28 - Carpignano Salentino

30 - Martano

02 - Soleto

06 - Martignano

26 dicembre 2015 e 06 gennaio 2016

Galatina - h 16.00

“Christmas Carol | Canto di Natale”

Visita guidata a misura di bambino + sorpresa

 

Info, costi e prenotazioni: Ufficio IAT, c/o Torre dell’Orologio, Via V. Emanuele II n.35, Galatina

T. 0836 569984 - 392 9331521 – E: iat.galatina@gmail.com

For All: le visite guidate sono fruibili anche da persone con disabilità, grazie a un servizio dedicato alle esigenze specifiche, tra cui interpreti LIS, su richiesta.

Prenotazione obbligatoria:  scegli  la  tua  attività e  prenota  almeno 5  giorni prima della  data prescelta.

 

Nel 204 a.C. Catone il Censore, si caratterizzò per il rigore morale che lo portava a stigmatizzare comportamenti dispendiosi e di corruzione di ogni genere scagliandosi violentemente contro i politici e contro tutti coloro che rivestivano cariche pubbliche.

La storia però ha tramandato una duplice personalità di Catone il Censore: quella di un personaggio moralista e censore severo dei costumi, ma anche intollerante delle altrui vanità ed ambizioni, e molto vanitoso egli stesso.

Pensavamo a questo personaggio storico nel leggere articoli, comunicati e post di chi, oggi, da ex Amministratore, attuale consigliere di minoranza, continua a dare lezioni di buone pratiche e di corretta amministrazione a chi è stato chiamato a succedere nel suo ruolo di Amministratore della Cosa Pubblica.

Pensavamo alla duplice personalità della novella Catone.

E quindi, saremo sicuramente neofiti della politica rispetto a chi ci ha preceduto, e probabilmente anche idealisti nel pensare che la Città si possa amministrare con il concorso di tutte le forze politiche, sociali, culturali ed economiche le quali formano il sostrato vero su cui si fonda la Comunità, ma certamente non potremo accettare lezioni da chi, novella Catone, ritiene di potersi scagliare contro persone e Forze Politiche democraticamente scelte per il Governo della Città per il solo principio di affermarsi nell’agone politico a discapito di cittadini e istituzioni.

E proprio in funzione della duplice personalità della novella Catone va rammentato quanto risposto alla interrogazione di costei in merito alla mancata apertura e messa a disposizione della comunità di Collemeto della Palestra adiacente la Scuola Media della Frazione.

La ricostruzione dettagliata e rigorosa degli atti amministrativi ha consentito di accertare che in questo momento, la struttura non può essere consegnata all’istituto scolastico ed alla comunità di Collemeto in quanto priva del certificato di agibilità che deve essere preceduto dal “certificato di collaudo statico” con allegato il certificato di conformità, a tutt’oggi non pervenuto dagli uffici della Provincia di Lecce.

Tuttavia, la lettura degli atti ha consentito anche di leggere che il 5.5.2022, cioè all’avvio della scorsa campagna elettorale per il rinnovo dell’Amministrazione Comunale, l’allora R.U.P. emetteva Disposizione di Servizio con la richiesta di “Presa in consegna anticipata” dell’opera sostenendo che “… l’Amministrazione comunale, al solo fine della presentazione formale dell’opera realizzata alla cittadinanza anche in virtù delle imminenti elezioni amministrative fissate alla data del 12 giugno, ha legittimamente manifestato la volontà e necessità di occupare temporaneamente la suddetta opera prima che intervenga l’emissione del certificato di collaudo provvisorio”.

Così facendo, evidentemente, sollevando l'Impresa appaltatrice, da qualsiasi responsabilità per danni a persone o cose che dovessero verificarsi durante l'uso dell'opera oggetto della consegna provvisoria.

E quindi viene da chiedere alla novella Catone: come ha potuto l’Assessore ai Lavori Pubblici della passata Amministrazione, oggi, da Consigliere Comunale di minoranza ostentatamente difensore di regole e disciplina istituzionale, aver concepito di utilizzare una struttura non collaudata, al solo fine della presentazione formale dell’opera realizzata alla cittadinanza anche in virtù delle imminenti elezioni amministrative fissate alla data del 12 giugno 2022, senza alcun parere dei Vigili Del Fuoco e soprattutto, da come scritto, sul presupposto che l'Impresa appaltatrice, in caso di accettazione di consegna anticipata, viene sollevata da qualsiasi responsabilità per danni a persone o cose che dovessero verificarsi durante l'uso dell'opera oggetto della consegna provvisoria?

Siamo certi di una sostituzione di persona perché non può essere la stessa persona che ora siede nei banchi dell’opposizione. La consigliera Tundo del 2023 sarebbe un severo censore dell’assessore Tundo del 2022 e porrebbe degli immancabili interrogativi accusatori come: “Nel malaugurato caso di incidenti a persone o cose, chi ne avrebbe risposto? È eticamente lecito inaugurare una struttura non utilizzabile a soli fini elettorali?”

E’ evidente quindi che in questa ottica vanno lette le iniziative della novella Catone come quelle del vero Catone il Censore: battaglie apparentemente culturali e civiche ma che assumono la connotazione di un vero e proprio strumento di lotta politica alla quale ci sottraiamo avendo quale unico modello quello della rappresentazione democratica e quale unico fine quello del bene comune.

Carmine Perrone
Assessore ai lavori pubblici del comune di Galatina

 
Di Redazione (del 26/10/2017 @ 18:26:36, in Comunicato Stampa, linkato 1434 volte)

“DAI SEMI AL CIBO",  racconti e foto di Biodiversità locale a Galatina e di erbe spontanee del Salento. È la prima tappa del viaggio di SalentoKm0 tra le micro-comunitá agroculturali a Galatina, in collaborazione con La Bottega di Candida, attiva nel Movimento per il Risveglio del Centro (luoghi e comunità). L'incontro di comunità vede protagonisti della serata Francesca Casaluci e Tommaso Faggiano di SalentoKm0 che parleranno delle colture locali e delle loro attività per il recupero delle biodiversità e di un'agricoltura sostenibile, il fotografo Fernando Bevilacqua che con i suoi scatti da gustosofo ci aiuta, insieme all'agroecologo Nello Baldari a riconoscere ed assaporare le erbe spontanee del Salento. Nel corso dell’incontro previsto il saluto del dr. Angelo Licci e del Prof. Bruno Brigo, un medico veronese che pratica ed insegna omeopatia, fitoembrioterapia, fitoterapia e oliogoterapia arrivato a Galatina per tenere un corso di formazione per medici e personale sanitario la domenica del 29 ottobre proprio nel centro storico presso l’Hotel Baldi.  L'iniziativa Dai Semi al Cibo si svolge sabato 28 ottobre presso i locali  della antica Società Operaia di Mutuo Soccorso, in Via Umberto I n. 34 nel Centro antico di Galatina, accanto al Palazzo Comunale, con inizio alle ore 18:30 e chiusura alle ore 20:00. Nel corso della serata verrà presentato un percorso di comunità da parte dell’Associazione km0.

INFO: pagina facebook La Bottega di Candida.

Cell. 380 3082069

 
Di Antonio Mellone (del 11/02/2024 @ 18:22:39, in NohaBlog, linkato 791 volte)

Siccome tutto sono men che un tipo politicamente corretto (ergo non è da me fare sviolinate), volevo trovare un difetto uno al Carnevale Sociale di Noha celebrato domenica scorsa. Che so io: il capello di una parrucca fuori posto, una barba finta che non sembrasse vera, un costume dai colori malamente abbinati, il principale carro carnascialesco ingrippato, una coreografia priva di sincronismo, i cavalli nohan-murgesi imbizzarriti, qualche brano musicale stonato, una pubblicità insulsa e dozzinale, un tempo molesto pronto a colpire con freddo acqua e vento febbraiuoli un’organizzazione viepiù abborracciata, un paese apatico allo stato terminale, scarsa partecipazione di pubblico intra et extra moenia, o finanche un tema di fondo acefalo, dico privo di senso compiuto.

Questa volta mi è andata male: niente di tutto questo. Anzi: colori azzeccatissimi manco fossero stati scelti da un armocromista di lungo corso; nemmeno un refolo di vento o una nuvoletta nel cielo di Noha (così bello quando è bello); non un carro in cartapesta incartapecorito o un mappamondo fuori scala. A questo s’aggiunga la colonna sonora scelta con gusto, una partecipazione da parte di cittadini e sponsor che non si vedeva dai tempi di Pappagone, il treno di Harry Potter in perfetto orario in partenza dal binario NOVE (Noha) e 3/4, gli inediti messaggi di invito alla festa  da parte di Nandu Popu, Sabina Blasi e di Tekemaya (e quelli successivi di saluto proiettati su grande schermo da parte di altri amici della comunità nohana), la sicurezza della kermesse in ottime mani di responsabili, vigili urbani e Protezione Civile, e quella decina abbondante di gruppi mascherati esteticamente curati e culturalmente motivati che vanno dai bambini della scuola dell’infanzia San Michele Arcangelo di Noha a quei “ciucci longhi” di Levéra; dagli atleti della Virtus Basket agli studenti dei licei classico e scientifico di Galatina che oltretutto si sono “sfidati a singolar tenzone” sul palcoscenico di via della Pace con musica dal vivo, canti e performance teatrali interessanti e di rilevante spessore educativo (altro che la ribalta dell’Ariston a tratti impregnato di banalità, pubblicità occulte, messaggi dozzinali per masse lobotomizzate, e altre carnevalate del genere horror); dagli splendidi ragazzi di Abilmente Insieme e dei loro encomiabili accompagnatori agli esponenti di Legambiente e di Noi Ambiente e Beni culturali travestiti da “Masci Sostenibili”; dagli Agribimbi agli altri bimbi degli Istituti Comprensivi di Galatina e Noha che, accompagnati dai loro insegnanti, pure loro in maschera, han dato il massimo con i loro balli di gruppo a soggetto studiato approfonditamente a Nohagwarts School; dagli Zorro della Furia Nohana che hanno aperto la sfilata con un elegantissimo cavallo nero del locale Centro Ippico Sant’Eligio (immagino si chiamasse Tornado, il purosangue, come il destriero di don Diego della Vega) ai vocalist arcobaleno di Gioré che han cantato in coro e a cappella in un intervallo di tempo senza tempo in cui tutto sembrava essersi fermato per l’ascolto, in religiosissimo silenzio, dei motivi preparati per l’occasione.

Ora, siccome “Il cielo è di tutti” non son mancate altre comitive di cui in questo momento mi sfugge la sigla, ma protagoniste al pari degli altri dell’eccentrico veglione all’aperto sparpagliato per strade, piazze, giardini e parchi pubblici nohani, oltre a numerosi altri singolari performer, tipo un’imperdibile Ferragni travestita da Sindaco (con la differenza che questa volta i pandori, più che sponsorizzarli, il personaggio se li era mangiati tutti), un cabarettista scafato, mattatore dello spettacolo collettivo, un fotografo travestito da Antonio Mellone e l’Albino Campa truccato da Nohaweb.  

A proposito di Sindaco, salvo errori e omissioni, sembra che il nostro primo cittadino si fosse volatilizzato nel nulla, eclissato, scomparso dalla circolazione, roba da interpello senza indugio di “Chi l’ha visto?”.  Eppure s’è provato a rintracciarlo nel gruppo dei clown e in quello dei venditori di pentole, ma niente da fare: avranno prevalso sicuramente le sue proverbiali ritrosia e discrezione.

Infine il tema della Pace scelto dagli organizzatori. Non penso proprio si trattasse dell’ecumenica Pace Nel Mondo stile Miss Italia o di quella tipica degli scemi di guerra che, insieme ai giornali al servizio delle macro-direttive a tavolino, usano stilare ignominiose liste di proscrizione di “conniventi con il nemico”, ma quella di chi scende in piazza chiedendo l’impegno diretto di tutti per i cessate il fuoco immediati e l’avvio degli armistizi, invoca la riduzione delle spese militari e quindi lo stop all’invio di armi a destra e a manca, pretende l’apertura dei canali per gli aiuti umanitari e il blocco immediato dell’“esportazione della democrazia” a suon di bombe sui popoli inermi da parte del “moralmente superiore Occidente”.

Il tutto egregiamente sintetizzato, tra gli altri, dai due striscioni presentati dai liceali in corteo: il primo con impresso l’ormai obliato l’art. 11 della Costituzione Italiana, l’altro con una mordace citazione dell’intramontabile Bertolt Brecht: “Generale, l’uomo fa di tutto. Ma ha un difetto: può pensare”.  

Organizzatori e partecipanti tutti, nessun difetto: bravi.

E non meritate 9 e  ¾, ma stavolta dieci e lode.

Antonio Mellone

 

“Galatina non ha bisogno dei M5S e del loro populismo distruttivo”.

Questo è un estratto della risposta ufficiale del Sig. Coccioli (segretario del Partito Democratico di Galatina) in seguito al nostro comunicato del 23/10/2017. Ci teniamo a precisare al Sig. Coccioli quanto segue:

NOI LE CARTE LE LEGGIAMO E BENE PURE!!! (la ripetizione di “LE”, prima come articolo e poi come pronome, è volontaria)

Bollenti Spiriti è il programma della Regione Puglia per le Politiche Giovanili, cioè un insieme di interventi e di azioni dedicate ai giovani pugliesi e a chi lavora con e per loro.

Nel mese di Agosto 2011 fu pubblicato dal Comune di Galatina il Bando di gara per l'appalto del servizio per la gestione del laboratorio nell'ambito del progetto Bollenti Spiriti di cui alleghiamo il link per chi volesse avere tutte le informazioni necessarie (anche per il Sig. Coccioli).

http://www.comune.galatina.le.it/atti/bandi-di-gara-e-contratti/item/bando-di-gara-per-l-appalto-del-servizio-per-la-gestione-del-laboratorio-nell-ambito-del-progetto-bollenti-spiriti

 

La premessa del Capitolato Speciale d’Appalto stabilisce che:

“Il progetto “GIOVANI E…” ha previsto il recupero funzionale dei locali del Palazzo della Cultura di Galatina e la fornitura e posa in opera di attrezzature per l’allestimento di sala teatro di posa, sala regia e produzione audio, sala prove e ripresa e relativo ufficio di segreteria, nonché attrezzature per manifestazioni all’aperto (palco – sedie e service) con la finalità generale di creare un ambiente (inteso non solo come luogo fisico, ma emotivo e sociale) che favorisca l’incontro, la socializzazione, la crescita evolutiva nel senso dell’autodeterminazione e della responsabilità da parte dei giovani e destinati prioritariamente alla promozione della imprenditorialità dei giovani residenti nel Comune di Galatina.”

L’art. 1 del Capitolato Speciale d’Appalto aggiunge che:

ART. 1 – OGGETTO DELL’AFFIDAMENTO

Forma oggetto della concessione la gestione del complesso di beni immobili e mobili denominati ubicati:

COMUNE SEDE

Galatina Palazzo della Cultura – Via Cafaro

L’immobile individuato nella planimetria (Allegato A) e le attrezzature, (Allegato B), sono destinati all’attività prevista dal Progetto :”Giovani E…”, attività riportate nel piano economico-gestionale, (Allegato C), e solo in subordine ad altre manifestazioni o usi purché compatibili con la programmazione dell’attività e con la destinazione d’uso dell’immobile.

Il soggetto gestore successivamente denominato Concessionario è tenuto a garantire l’uso dei locali destinati a:

- Sala teatro di posa,

- Sala regia e produzione audio;

- Sala prove e ripresa;

- Sala conferenze ed attività varie “Celestino Contaldo”;

- Segreteria;

- Piazzale esterno adiacente;

e la loro utilizzazione secondo la programmazione e negli orari stabiliti, ai soggetti aderenti al Protocollo di Rete Locale Bollenti Spiriti applicando le tariffe che saranno proposte ed annualmente approvate dal Comune di Galatina in seguito denominato Soggetto Attuatore.

Vogliamo puntare l’attenzione sull’uso dell’immobile che, dalla lettura di quanto sopra, ha una destinazione ben definita cioè l’immobile e le attrezzature sono destinati all’attività del progetto e solo in subordine ad altre manifestazioni o usi purché compatibili con la programmazione dell’attività e con la destinazione d’uso dell’immobile.

La deliberazione di Giunta Comunale n. 21 del 10 agosto 2017 sottolinea in maniera ancora più marcata il concetto su esposto in quanto stabilisce diAccogliere, al fine di evitare interruzioni nella realizzazione dei progetti in essere e nelle more dell’espletamento della procedura di gara volta all’individuazione del nuovo soggetto per la concessione del servizio di gestione del Laboratorio nell’ambito del Progetto Bollenti Spiriti, la richiesta dell’Associazione Art & Ars Gallery di Galatina concedendo alla stessa Associazione la prosecuzione delle attività dei LABORATORI URBANI PART sino al 31.12.2017 nel rispetto delle condizioni sinora applicate prevedendo, inoltre, la disponibilità ad ospitare eventi culturali organizzati dall’Ente o da altre associazioni o da altri soggetti pubblici/privati patrocinati dall’Ente

Pertanto, vorremmo capire dal Sig. Coccioli COME il CONGRESSO PD possa inquadrarsi nelle finalità proprie del progetto Bollenti Spiriti ripetendo quando detto sopra (REPETITA IUVANT) e cioè che l’immobile e le attrezzature sono destinati all’attività del progetto e solo in subordine ad altre manifestazioni o usi purché compatibili con la programmazione dell’attività e con la destinazione d’uso dell’immobile.

Alla luce di quanto sopra invitiamo il Sig. Coccioli, segretario del Partito Democratico di Galatina, a chiedere scusa in primis a TUTTI i cittadini, poi al Movimento 5 Stelle di Galatina ai suoi attivisti e ai suoi elettori che meritano RISPETTO. In secondo luogo, lo invitiamo a rendere pubblica l’autorizzazione ricevuta per l’utilizzo della sala “Celestino Contaldo”.

Inoltre, sarebbe utile capire la maggioranza come valuta la vicenda.

Le regole ci sono e TUTTI devono rispettarle: i 5 Stelle, i cittadini, e sembrerà strano (solo al Sig. Coccioli) persino il Partito Democratico.

Dalla parte dei cittadini, SEMPRE!

#RevolutionGalatina #Movimento5StelleGalatina

 
Di Redazione (del 16/03/2016 @ 18:10:58, in Comunicato Stampa, linkato 1958 volte)

Il 18 marzo 2016 andrà in scena, nel rinnovato Teatro Cavallino Bianco per la stagione di prosa 2016 organizzata dalla Città di Galatina in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese (TPP) e con il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo (MiBACT) e della Regione Puglia - Assessorato all’Industria Turistica e Culturale, “l’ape regina dei geni”. Questo è l’appellativo di Misia Sert, la prima talent scout della storia. A lei è dedicato lo spettacolo IO SONO MISIA.

Dopo il successo di “Malamore”, Premio Flaiano, Lucrezia Lante della Rovere continua a dare vita a profili di donne straordinarie che hanno costruito la cultura del ‘900. Con la sensibile regia di Francesco Zecca e un testo inedito del poeta Vittorio Cielo, rivela al pubblico italiano l’incredibile storia e la fascinosa personalità di Misia Sert. Straordinaria mecenate – a lei dobbiamo la scoperta, fra gli altri, di Cocò Chanel – il cui salotto parigino era frequentato da Pablo Picasso, Paul Morand, Claude-Achille Debussy, fu ritratta da Pierre-Auguste Renoir e da Henri de Toulouse-Lautrec, ispirò Jean Cocteau e fu definita da Marcel Proust “un monumento di storia, collocata nell’asse del gusto francese come l’obelisco di Luxor nell’asse degli Champs Elysées”.

Prezzo del biglietto:

1 settore – intero 20,00€ / ridotto 18,00€

2 settore – intero 18,00€ / ridotto 15,00€

Orario della rappresentazione:

porta ore 20:30 / sipario ore 21:00

Vendita dei biglietti:

Il servizio di vendita degli abbonamenti e dei biglietti è disponibile presso l’Ufficio IAT (via Vittorio Emanuele II, 35 – Torre dell’Orologio) tutti i giorni dalle 09:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 19:00. Il botteghino del Teatro Cavallino Bianco sarà aperto solo il giorno degli spettacoli dalle ore 19:00. Per informazioni: tel. 0836.569984 – cell. 392.9331521 – iat.galatina@gmail.com

 
Di Marcello D'Acquarica (del 28/02/2012 @ 18:10:09, in S.Maria della Porta, linkato 3774 volte)

Ho visitato per la prima volta il sito di S. Maria della Porta, grazie a Raimondo Rodia, instancabile divulgatore delle nostre meraviglie storico\artistiche. Difatti il sito è poco visibile al passeggero soprattutto a causa dell’attraversamento della SP371 che ha occluso il passaggio di una antica carrareccia di comunicazione. Questo è un esempio di pegno che paghiamo per il famigerato “progresso”.

La descrizione del nostro amico Massimo Negro e relativa documentazione fotografica rende merito a questo stupendo gioiello d’Arte sacra. Vorrei aggiungere però qualche dettaglio.

Raimondo Rodia in un suo comunicato del 3 Ottobre del 2008 pubblicato sia sul sito “Blogolandia” che sul sito Noha.it (sezione “Categorie News” sul menù laterale), scrive di “S. Maria della Porta e l’acchiatura…”, ma il “dettaglio” importante a cui mi riferivo prima è quanto Raimondo riporta nel suo comunicato di cui allego uno stralcio:

Le nozze tra Adriana De Noha e Girolamo Montenegro mutarono l’intestazione feudale a nome dei Montenegro. Dopo un breve possesso di Orazio Guarini, che aveva acquistato Pisanello nel 1606, il territorio entrò a far parte della vastissima baronia degli Spinola con Galatina , Soleto, Noha, ecc.

Da un documento presente nell’archivio di stato del notaio Emilio Arlotta del 22 Luglio 1906, registrato al n° 93 del repertorio generale ed al n°610 dello speciale, relativo alla domanda di separazione di Noha dal comune di Galatina, risulta che Noha ebbe autonomia comunale fino al 1811, quando venne fagocitata dalla potente Galatina. Dal documento si evince anche che Pisanello, suffeudo di Noha sin dal 1200 fino all’epoca catastale, ha gli stessi diritti del feudo di Noha a cui era legato. Infatti molti documenti del casale di Pisanello sono legati alle vicende del feudo di Noha.

I successivi dettagli riportati sono molto interessanti e chi volesse può andare a leggerli nei siti riportati.

Che i suffeudi di Pisano e Pisanello fossero sotto la giurisdizione della Baronia dei De Noha è riportato ampiamente sui libri di Noha, quali per esempio le due edizioni del 1971 e 1982 della “Storia di Noha” di P. Francesco D’Acquarica; “NOHA, storia, arte, leggenda” di Antonio Mellone e P. Francesco D’Acquarica, a cura di Antonio Mellone, Editore Infolito Group, Galatina, 2006; “I Beni culturali di Noha”, di M. D’Acquarica, editore Panico, Galatina 2010; e da molti altri testi storici che non cito per ragioni di spazio.

Il fatto che Noha fosse al centro delle vicende territoriali sia di Pisanello che dei relativi beni culturali come S. Maria della Porta,  la pietra su cui riposò S. Pietro, oppure la stele messapica oggi depositata nel museo di Galatina, vuol dire che a Noha va riconosciuta una virtù d’essenza, in quanto comunità che esiste e resiste da lustri nonostante le altalenanti vicende storiche, in cui si sa, scrivono il finale i cosiddetti “vincitori”.

Qui non si vuol fare un discorso fra perdenti e vincitori, sarebbe oltre che anacronistico anche fuori luogo, né di parte, anche perché io stesso potrei essere tacciato di “conflitto di interessi” in quanto inflessibile sostenitore del valore di Noha (checché si blateri da certi altari carismatici) ma la storia è storia soprattutto se documentata ed i meriti di Noha vanno rispettati.

 Marcello D’Acquarica
 

Per il settimo anno consecutivo la Biblioteca comunale Pietro Siciliani di Galatina aderisce a Il Maggio dei Libri,  la campagna nazionale di promozione della lettura organizzata dal Centro per il libro e la lettura (CEPELL) del Ministero per i Beni e le Attività culturali e del Turismo in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, diventata ormai un appuntamento abituale e diffuso in tutta Italia.

L’edizione di quest’anno è la prima a svolgersi con il marchio di Città che legge, il riconoscimento assegnato dal Centro per il Libro e la Lettura, d'intesa con l'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), alle località, tra cui Galatina, che hanno promosso sul territorio con regolarità attività di diffusione della lettura.

Di seguito il programma delle iniziative che si terranno presso la sede della biblioteca comunale P. Siciliani – Palazzo della Cultura Z. Rizzelli:

Mercoledì 10, 17 e 24  maggio VISITE GUIDATE E ATTIVITA’ LABORATORIALI per  gli alunni del Polo 1 di Galatina  a cura delle volontarie del Servizio civile nazionale – In Reading 2015;

Venerdì 12, mercoledì 17 e venerdì 26 dalle ore 15:30 alle ore 17:00  

TI PRESENTO UNO SCRITTORE. LETTURE E ATTIVITA’ LABORATORIALI PER BAMBINI DAI 4 AI 7 ANNI. Verranno letti storie e racconti dei più importanti autori italiani per ragazzi: Emanuela Bussolati, Bruno Tognolini, Gianni Rodari, Italo Calvino.

È gradita la prenotazione.

Venerdì 19 maggio  alle ore 19:00

LA RIFORMA PROTESTANTE 500 ANNI DOPO. Mostra di libri antichi e moderni, che trattano della Riforma e di alcuni suoi protagonisti.  In occasione dell'inaugurazione la dottoressa Rossella Schirone, Docente di ecumenismo presso l’ISSR di Lecce della Facoltà Teologica Pugliese, illustrerà cosa è stata la Riforma, cosa ha significato nei secoli e cosa rappresenta oggi.  La mostra è visitabile fino al 18 giugno.

Giovedì 25  maggio alle ore 10:30

LA RISCOSSA DELLE GRAPHIC NOVEL. DUE AUTORI RACCONTANO.  Gli studenti delle classi IIª dell’IISS "Falcone e Borsellino" e del Liceo Artistico "P. Colonna" di Galatina  incontreranno Ilaria Ferramosca e Mauro Gulma, sceneggiatrice e disegnatore della graphic novel “Sulla Collina” edita dalla casa editrice Tunuè.

Per informazioni:

Tel. 0836-565340,

e-mail:bibliotecasiciliani@comune.galatina.le.it   chiedialbibliotecario@comune.galatina.le.it

Facebook: www.facebook.com/Biblioteca.Siciliani.Galatina

 

Con riferimento al finanziamento di € 500.000,00 ottenuto da questa Amministrazione per la realizzazione dell’intervento in oggetto, con i fondi del contributo finanziario a valere sul Programma operativo interregionale “Attrattori culturali, naturali e turismo (FESR) 2007-2013 (di seguito POIn o Programma), Asse I , Linea di intervento 1.1 per l’importo provvisorio di € 475.000,00, e a valere sul piano di azione coesione (di seguito PAC o Piano) – “Valorizzazione delle aree di attrazione culturale”, Linea I ex Del. CIPE n. 113/2013, per l’importo provvisorio di € 25.000,00 si comunica che lavori di ristrutturazione e riqualificazione (Opere Immobili) del Museo Civico P. cavoti sono stati consegnati in data 29.05.2014 alla ditta A.T.I. Manutenzioni SRL (Capogruppo) – Molfetta/Sistec SRL (Mandante) – Molfetta.

In seguito a sopralluogo effettuato, l’arch. Di Fonzo della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di LE-BR-TA ha richiesto alcune modifiche progettuali, e contenute nelle prescrizioni trasmesse con nota del 04.10.2013 prot. n. 20130034887. Tali modifiche sono state inserite tra le migliorie da richiedere alle ditte partecipanti ciò ovviamente per garantire all’Amministrazione Comunale il rispetto dei tempi previsti dalla Regione Puglia.

L’arch. Antonella Perrone, in qualità di progettista e direttore dei lavori, ha stabilito un confronto con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di LE-BR-TA per meglio definire con l’arch. Carmelo Di Fonzo (funzionario soprintendenza) i contenuti nelle modifiche-prescrizioni da effettuate.

Pertanto, accertato che a causa dell’impossibilità a proseguire i lavori in quanto si è in attesa della conferma formale di assenso da parte della Sopraintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di LE-BR-TA sugli aspetti relativi al progetto migliorativo con il conseguente parere di competenza, il Direttore dei Lavori e Coordinatore della Sicurezza ordinava in data 28.07.2014 la sospensione dei lavori di cui in oggetto.

Cosimo Montagna – Sindaco di Galatina
Andrea Coccioli – Assessore Lavori Pubblici
 
Di Daniela Sindaco (del 24/10/2017 @ 18:05:23, in Comunicato Stampa, linkato 1432 volte)

Domenica 22 Ottobre si è svolto il Congresso PD del Circolo di Galatina presso il Palazzo della Cultura, ebbene si, c’è chi può e c’è chi non può permettersi l’uso ( improprio) del Palazzo della Cultura nonostante la concessione “dovrebbe” essere effettuata solo per eventi culturali organizzati dal Comune o da altre associazioni patrocinati. Ricordiamo a tutti i cittadini che in passato a Noha presso il Centro Polivalente ( immobile comunale), per un evento simile, hanno addirittura messo i sigilli!

Ma siamo andati ancora “OLTRE”! perché c’è da aggiungere il fatto che anche il Sindaco concede (facendo anche lui un uso improprio degli immobili comunali) solo ad ALCUNE associazioni “amiche all’attuale amministrazione comunale” l’utilizzo degli impianti Sportivi e Centri Polivalenti! Vedasi la questione dell’utilizzo degli Impianti Sportivi a Noha!Si perché solo dopo mesi e mesi di innumerevoli richieste, alla DPM NOHA Calcio viene data una risposta del tutto non“veritiera” ed esaustiva, ma non demordiamo! Siamo da circa 20 giorni in attesa di ricevere un appuntamento con il Sindaco, che a dire del suo Segretario Comunale “ è molto impegnato”, e perché questa questione non è urgente?

In Campagna elettorale si sbandierava tanto il concetto di …. LEGALITA’…. Dov’è la disponibilità del Sindaco nell’affrontare una questione tanto urgente come l’utilizzo a tutti i cittadini degli impianti Sportivi a Noha?

Nell’occasione porgiamo i nostri migliori auguri al neo nominato Andrea Coccioli e ci chediamo : ora come farà il ragioniere dell’ospedale Luigi Lagna a farsene una ragione della sua nomina? visto che l’ha voluto fortemente far fuori da assessore nella giunta comunale Montagna, forse perché sperava di poter prendere il suo posto?

Speriamo che per il futuro si possa lavorare insieme all’Ing. Andrea Coccioli, anche in un’ottica di correttezza che in particola in passato si è sempre mantenuta, sperando che non viva di influenza esterna ed altrui che ha da sempre condizionato e logorato i rapporti interni del PD.

Pertanto restiamo in attesa di avere L’ONORE di avere un incontro con il SINDACO AMANTE per la questione dell’utilizzo degli impianti sportivi di Noha, in caso contrario saremo costretti a segnale la vicenda alla magistratura e perché no anche a Striscia la Notizia.

Bene Galatina…..ANDIAMO OLTRE! E si! Oltre ogni limite….

Daniela Sindaco
Presidente e Portavoce di Articolo UNO MDP Galatina-Noha

 
Di Albino Campa (del 26/04/2012 @ 18:00:42, in Comunicato Stampa, linkato 2892 volte)

Venerdì 27 aprile alle ore 20.15 presso il Comitato elettorale di Piazza Alighieri a Galatina, la presentazione di "30 azioni in 180 giorni", i 30 punti programmatici che corrispondono alle azioni che si intraprenderanno nei primi 180 giorni di governo. Si tratta di piccoli ma rilevanti interventi che danno il senso di come si intenderà amministrare la città. Iniziative GIOVANI perchè tengono conto delle nuove esigenze e domande della società moderna, e CONCRETE perchè puntano a risolvere alcune delle problematiche emerse dal confronto con la gente. Si parte dal primo punto "In contatto sempre" (con il quale il Sindaco e la sua squadra si impegnano ad attivare strumenti e reti per mantenere sempre attivo il contatto con i cittadini), passando per "Stop alle telefonate" (azione che si ripropone, data la crisi e la necessità di un taglio netto dei costi della macchina amministrativa, di non far gravare sulle tasche dei cittadini i costi della telefonia mobile nell'ambito della pubblica amministrazione), e per "Nel centro antico si naviga" (con la quale la tecnologia sposerà l'arte e la storia, attraverso la copertura con sistema wireless per il collegamento ad internet nel cuore della città), fino all'ultimo punto "La diversità unisce e arricchisce", che prevede la programmazione di gemellaggi e scambi cultuali con altre realtà italiane, europee e mondali. E poi tanti altri punti, riguardanti i lavori pubblici, le attività culturali e di intrattenimento, gli aiuti alle famiglie, etc..., che verranno illustrati nel corso della serata.

Sabato 28 Aprile alle ore 18,00 presso il comitato elettorale del candidato sindaco Giancarlo Coluccia interverrà il vice presidente nazionale di Futuro e Libertà On. Italo Bocchino.

 

 

 

 

Sabato 28 Aprile  alle ore 20.00 presso lo Chalet delle Rose in Galatina l'alleanza di liste civiche ed il candidato Sindaco Carlo Carmine Gervasi, nell'amibito delle manifestazioni elettorali un incontro dibattito sul tema: "MOBILITA' SOSTENIBILE: RIFLESSIONI PER UNA PROGETTUALITA' CONDIVISA"

 

 

 

 

 
Di Marcello D'Acquarica (del 10/07/2014 @ 17:55:57, in NohaBlog, linkato 3202 volte)

Sembra tutto inutile. Scriviamo, parliamo, denunciamo e insistiamo nel cercare di evidenziare le malefatte e i malfattori, ecc. e poi che cambia? Niente! O comunque poco più di niente.

Per non affliggerci più del dovuto, forse, ci converrebbe vivere con i paraocchi come si fa con i cavalli. Oppure farsi iniettare una buona dose di farmaco intorpidente, fino allo schiacciamento totale di quei quattro neuroni che si ostinano a schizzare fuori da quell’atavico conformismo che è poi la causa di questo niente.

Da noi, il detto riportato nel romanzo di Tomasi di Lampedusa: “tutto cambia affinché nulla cambi”,  andrebbe rivisto forse così: “nulla cambi affinché tutto peggiori”.

Infatti, dopo tutte le lamentele pre-elettorali, ad amministrare il bene comune vengono nominati sempre i soliti arcinoti. Tutte bravissime persone, per carità, ma visti i risultati, se non venisse eletto nessuno, probabilmente, tutto resterebbe come prima con il grande vantaggio che non si sommerebbero altri danni.

Che novità ci sono? -starete pensando voi.

Appunto, nessuna: le tangenziali a Galatina, tagliano invece di tangere; le piste ciclabili (e soprattutto le biciclette) restano solo chimere; i marciapiedi sono solo sul vocabolario; si aggirano fantasmi di nuovi mostri tipo il mega-sito per il compostaggio di 30.000 tonnellate annue “sennò perdiamo i finanziamenti”; non c’è nessuno che voglia benedire la terra; si condannano i peccati di sesso (e mancu tutti) ma non quelli contro la legalità; con il caldo e lo scirocco l’aria torna a puzzare di carne morta come la scorsa stagione; l’orologio è morto e tra poco sarà anche sepolto (e senza l’onore delle campane a morto – che fa pure rima); il parco degli aranci è praticamente una nuova 167 per pantegane; la casa baronale cade a pezzi, così come si sta sbriciolando sotto la grattugia dell’inerzia l’annessa torre medievale con relativo ponte a sesto acuto; la masseria Colabaldi è posta in vendita al peggior offerente; le casiceddhre attendono qualche firma perché rientrino nel progetto FAI (Fondo Ambiente Italia), anche se ciò che servirebbe veramente sarebbe il fatto che quella parola “FAI” fosse voce del verbo fare; l’ipogeo sta diventando un calvario, ed il calvario un ipogeo; la casa rossa - subito dopo le camionate di cemento per il grande massetto intorno alla casa bianca - è probabile che con le venture piogge monsoniche diventi una palafitta; la vecchia scuola elementare di Noha ristrutturata, nonostante i proclami e le promesse dell’assessore Coccioli, continua ad avere un “allaccio da cantiere” di 10 kw e non di 50 e presto resterà nuovamente inutilizzata come l’altro catafalco di via Bellini angolo via Ippolito Nievo; le statistiche dicono che nel triangolo dei prodotti DOP (Lecce, Galatina, Maglie) la percentuale di malattie tumorali supera di gran lunga la media delle zone più industrializzate d’Italia. E per giunta senza avere le industrie, che di solito sono le principali indiziate per l’inquinamento ambientale. Come dire: curnuti e mazziati.

Fino a qualche tempo fa, quando le persone mi vedevano arrivare, mi salutavano così: “bè… osce ssi rrivatu? E quandu te ne vai?”, o comunque i soliti convenevoli per una buona accoglienza.

Adesso nemmeno apro bocca che da più parti suonano lugubri annunci di concittadini colpiti da malattie gravissime. Credo che sia ora di accantonare un po’ la parola “speranza”, quella cioè armata di buone intenzioni, di togliersi i paraocchi, di smetterla di pensare che accada solo agli altri o che le cause siano ignote.

Forse è giunto il momento di fare tutti qualcosa, smettendo per esempio di delegare ai soliti falsi “non vedenti” la politica nostrana.

Cosa fare? A questo proposito mi sono venute in mente delle parole ascoltate in circostanze diverse e da persone molto distanti fra loro, geograficamente e culturalmente. Ricordo per esempio che, in occasione della Festa dei Lettori del settembre 2008, e più precisamente riguardo alla salvaguardia dei nostri beni culturali, il Soprintendente della provincia di Lecce, dottor Giovanni Giangreco, a cui avevamo affidato tutte le nostre speranze, concluse dicendo a tutti i presenti nell’atrio del palazzo baronale, che a quel punto, la salvaguardia dei nostri beni dipendeva dai nohani (e non dalla Soprintendenza) e che tutti ci saremmo dovuti tirare su le maniche.

Lì per lì restai deluso, mi sembrò quasi un tradimento. Gira e sbota, pensai, ti fanno promesse e poi tocca sempre a nnui!

Poi ebbi l’occasione di ascoltare l’intervista fatta da un giornalista a Carmine Schiavone, ex boss del Clan dei Casalesi e pentito della Camorra, il quale esordì dicendo che se non fosse stato per la ribellione del popolo, della terra dei fuochi, non se ne sarebbe mai parlato così tanto. E il problema non sarebbe mai venuto fuori.

E di recente, giusto per toglierci ogni dubbio, la stessa cosa ha annunciato Papa Francesco a proposito di cambiamento della Chiesa, dove il Santo Padre diceva appunto che se non è la gente a volerlo fortemente, la Chiesa non cambierà mai

( e quindi, aggiungo io, nemmeno lo stato devoto).

E poi leggi di inchini di madonne ai boss, e soprattutto di sponsorizzazioni di feste patronali da parte del TAP, l’ennesimo scempio dedicato alla mafia, e ti cadono un’altra volta le braccia, e  pure il resto.

Marcello D’Acquarica

 
Di Redazione (del 10/01/2021 @ 17:46:59, in Comunicato Stampa, linkato 698 volte)

Il Partito Democratico condivide e sostiene l’appello lanciato dal Presidente  del Circolo Athena, prof. Rino Duma. Una condivisione non formale, perché siamo convinti che, con la cessazione delle sue attività, andrebbe cancellata una pagina importante della cultura galatinese.

Le istituzioni pubbliche, in  prima persona il sindaco, Marcello Amante, a cui da tempo è stato sollecitato un intervento, aderiscano a questa richiesta, convocando le parti per ricercare una soluzione adeguata. A partire dalla richiesta più  impellente, quella di avere una nuova sede in comodato d’uso, da individuare tra i tanti immobili non utilizzati, di proprietà del comune.    

L’attività cinquantennale del Circolo non può andare perduta, non solo perché rappresenta un luogo di incontro e di socializzazione, ma soprattutto per l’attività culturale sviluppata in tutti questi anni, conosciuta non solo nel ristretto ambito cittadino e provinciale, ma in tante altre parti del nostro Paese. 

Il premio letterario Athena, la cui prima edizione risale al 1986, e che ha visto tra i giudici qualificati rappresentanti del mondo culturale, Zeffirino Rizzelli, Donato Moro, Aldo Vallone, Ennio Bonea, Donato Valli, Paola Calabro, Lucio Romano e don Salvatore Bello, riscuote grande successo con la partecipazione di concorrenti provenienti da ogni parte d’Italia. Così come l’impegno editoriale con la bella rivista “Il Filo di Aracne”, periodico bimestrale con diffusione gratuita (un principio a cui si è attenuti anche in momenti di difficoltà economiche), di cui pochi esempi si possono annoverare nella nostra provincia, ogni numero, il primo è del 2006, rappresenta uno spaccato delle tradizioni storiche, culturali, sociali di Galatina e del Salento.

Tutto questo non può cessare! Sosteniamo l’iniziativa “AmoAthena”, invitiamo quanti vogliono aderire, telefonando al 328 – 6774482 o scrivendo la propria solidarietà sul sito Facebook della rivista “Il filo di Aracne”. 

PARTITO DEMOCRATICO

CIRCOLO DI GALATINA

 
Di Antonio Mellone (del 22/01/2017 @ 17:45:22, in NohaBlog, linkato 2839 volte)

Capisco: la Masseria Colabaldi di Noha è in mano ai privati.

Capisco che chi a suo tempo ne è diventato il proprietario tutto aveva in mente men che conservare, tutelare e valorizzare questo antichissimo bene culturale del mio paese. Come noto a tutti, aveva invece in progetto l’affarone del secolo con la costruzione nelle sue immediate adiacenze di una ottantina di villette a schiera. O meglio: schierate. Come un plotone di esecuzione. Poi, per fortuna, non se ne fece niente per mancanza di acquirenti autolesionisti.

Capisco che Noha non è (per fortuna) una città per turisti in colonna, con una guida con bandierina in mano. Capisco che affidare il patrimonio storico e artistico ai privati è dimostrazione lampante di inefficienza, spreco, trascuratezza, insomma, stupidità di una nazione. E di una frazione.

Per questo basta dare un’occhiata anche allo stato delle ‘Casiceddhre’ in pietra leccese: stato che tra poco passerà da solido a liquido, anzi gassoso, aeriforme, visto il loro abbandono. [E pensare che il loro proprietario è stato amministratore pubblico, e s’accinge a ritornare ad esserlo nelle prossime elezioni: evidentemente per meriti sul campo, avendo già dimostrato di avere a cuore i beni pubblici come fossero privati. E viceversa, ndr.].

Capisco che per la sciatteria dei nostri “politici” i beni culturali nohani non sono mai stati all’ordine del giorno, nonostante il Codice di codesti Beni attesti chiaramente quanto la storia culturale aveva già affermato da tempo. E cioè che non importa il pregio, la rarità o l’antichità dei singoli oggetti: ciò che può renderli degni di essere tutelati dallo Stato può essere anche la relazione spirituale e culturale che li unisce alla vita locale.

Insomma capisco tutto.

Ma qui non sto chiedendo alla proprietà della Masseria Colabaldi di investirci dei soldi per la sua salvaguardia (e sarebbe forse l’unico investimento realmente produttivo: le colate di cemento invece da tempo non sono più un affare, bensì la causa principale del fallimento di tante imprese edili). Non sto chiedendo di provvedere immediatamente al restauro, al recupero e magari finalmente all’apertura al pubblico dell’intrigante costruzione ubicata sull’acropoli di Noha (troppa grazia sant’Antonio).

Qui sto semplicemente chiedendo che la proprietà dimostri ogni tanto, mica sempre, di meritare di avere per le mani una ricchezza non immediatamente esprimibile in termini economico-finanziari. Anzi pure.

Chiedo che insomma il solito padrone delle ferriere dia un’occhiata all’ingresso della Masseria, proprio al portale principale, dove campeggia un enorme ramo secco di Pino domestico (Pinus pinea) che, caduto da mesi, oltre che rappresentare un pericolo serio (di incendio, di caduta sull’edificio, di inciampo, eccetera), occlude la vista all’eventuale viaggiatore che volesse ammirare le vestigia del glorioso passato del paese, e magari fotografarle a futura memoria.

Purtroppo, di questo passo, l’unico modo per tramandare alle future generazioni la storia dei nostri monumenti sarà quello di fermarne la sagoma in un flash.

Come quelle di certi selfie. 

Antonio Mellone    

 
Di Raimondo Rodia (del 20/12/2017 @ 17:25:32, in Comunicato Stampa, linkato 1194 volte)

Quest'anno il Santo Natale arriva con qualche giorno di anticipo a Cutrofiano, una nutrita serie di manifestazioni organizzate dalle associazioni culturali locali con la collaborazione ed il contributo dell'Amministrazione Comunale, in particolare del Sindaco Oriele Rolli e dell'Assessore con delega alla Cultura Lillino Masciullo, contribuiranno a creare il magico ambiente natalizio nel centro di Cutrofiano con tante iniziative. Appuntamento imprescindibile quello del pomeriggio a partire dalle ore 16.00 fino a tarda sera di giovedi 21 dicembre 2017. La Via del Natale un incredibile ambientazione natalizia in collaborazione con Circolo Ayni, Quelli che il Presepe, Fahre e l'animazione curata dall'associazione Peter Pan. Inoltre ci sarà l'Albero dei Desideri organizzato da alunni, insegnanti e genitori della scuola dell'infanzia Collodi in piazza Cavallotti che come un novello albero dei denari di Pinocchio, raccoglierà desideri in cambio di una piccola moneta, un usanza inglese oggi trapiantata alle nostre latitudini. Il Presepe vivente dei Bambini organizzato dalla scuola primaria Maselli alle ore 17.30 presso le scuderie palazzo Filomarini e nel resto del centro storico. Mostra Presepe artistico con personaggi ed ambientazioni in terracotta organizzato dalla primaria Don Milani presso l'ex mercato coperto. Tutto questo per accendere la festa del Natale con l'albero, che era in origine un simbolo pagano legato al culto delle foreste attraverso offerte con cui si adornavano e decoravano gli alberi in modo da propiziare la buona sorte. Il classico presepe un invenzione di San Francesco che dal 1223 allieta le case e le strade nel periodo dell'Avvento. Non mancheranno i buoni sapori in piazza Cavalotti. Un giovedi incredibile da non perdere. Cutrofiano vi aspetta con le sue bellezze.

 

Raimondo Rodia 

responsabile comunicazione circolo Ayni

 

Causa le previste condizioni atmosferiche sfavorevoli per la giornata di domani, venerdì 23 marzo 2018, il Sindaco, sentito l’Assessore alla Cultura e il Comando di Polizia Municipale, comunica che il corteo previsto per la mattinata (ore 09:30) è rinviato a data da destinarsi mentre viene confermata la cerimonia di inaugurazione dell’immobile confiscato alla mafia, sito in via Bellini a Noha, con inizio previsto alle ore 18:30.

 

Inizierà formalmente il prossimo 23 Marzo 2018 la nuova vita dell’immobile di via Bellini in Noha di Galatina confiscato alla criminalità organizzata locale nel 2001 e oggi affidato dall’Amministrazione Amante al circolo Arci Levèra affinché nasca un centro per lo sviluppo di attività sociali, solidali e culturali.

Il Comune di Galatina intende intitolare l’immobile alla figura di Antonio Montinaro, poliziotto nato a Calimera, capo della scorta di Giovanni Falcone e ucciso nella strage di Capaci del 1992.

“L’intitolazione vuole essere un riconoscimento a tutti quegli eroi silenziosi che hanno pagato con la vita il fatto di essere accanto, nell’espletamento del proprio dovere, a figure di primo piano nella lotta alla mafia - dice il Sindaco Marcello Amante - Un ricordo che vuole essere anche d’esempio e da modello per tutti quei ragazzi che nonostante le mille difficoltà continuano a compiere il loro dovere da semplici cittadini.”

La dedica ha un alto valore simbolico, anche perché il fratello di Antonio, l’architetto Brizio Montinaro, ha curato il progetto di ristrutturazione insieme a Francesco Capone, ambedue collaboratori di Libera. Grazie a questo progetto, donato all’amministrazione comunale galatinese è stato possibile avviare l’iter burocratico per il finanziamento dei lavori che lo hanno portato ad essere, oggi, una struttura che ben si presta ad essere un centro di aggregazione polifunzionale e incubatore di attività a scopi sociali.

“Abbiamo sin da subito condiviso la scelta dell’amministrazione comunale di Galatina di dedicare l’immobile ad Antonio, perché vogliamo sia ricordato e conosciuto come un grande simbolo della lotta alla mafia in nome del bene comune – commenta la Presidente di Levèra Flavia Luna De Matteis - ma soprattutto perché sia un esempio ed uno stimolo all'impegno di cambiamento, in un momento in cui la passiva accettazione dell'esistente rappresenta un grave pericolo.”

L’inaugurazione giunge nell’ambito delle celebrazioni previste per la “Giornata in ricordo delle vittime delle mafie” che il Comune intende onorare anche con un altro importante evento: un corteo che si svolgerà nella mattinata del 23, a cui parteciperanno tutti gli istituti scolastici e le associazioni di Galatina e che avrà inizio alle ore 9.30 in P.zza Orsini e arrivo in P.zza Alighieri dove ci sarà un breve intervento da parte delle autorità e degli studenti.

La serata sarà completata dalla musica live di Claudio Prima e Rachele Andrioli, i Drawing sound (gruppo musicale del Liceo Scientifico A. Vallone di Galatina), e dei "Feel Rock & Play" con il loro inconfondibile stile rock.

“Levèra” vuol dire levare, sollevare, sostenere, soffio di vento. Il nuovo circolo Arci ha scelto questo nome proprio perché si augura che un vento forte si alzi e soffi dalle periferie, che porti con sé la possibilità di una rinascita, che sostenga progetti di inclusione sociale, che spazzi via il velo della diffidenza e lasci spazio al sentimento di fiducia. Fiducia nelle relazioni, nella condivisione, nelle Persone e in ciò che di buono sempre sanno pensare, esprimere, creare.

Ufficio stampa Marcello Amante

 

Con l’estate ritorna puntuale l’appuntamento con Puglia Open Days, il più vasto e articolato progetto di promozione e valorizzazione dell’offerta turistica territoriale voluto dall’Assessorato Regionale al Turismo e attuato da Pugliapromozione, in collaborazione con il MIBACT, la Conferenza Episcopale Pugliese, l’ANCI Puglia, l’UNPLI Puglia.

Dal 5 luglio al 27 settembre, ogni sabato puoi scoprire gratuitamente dalle 20:00 alle 23:00 il fascino dei beni culturali e la bellezza dei centri storici in compagnia di guide esperte.

Aperti circa 250 luoghi d’arte e cultura in oltre cento Comuni, con visite guidate in 70 centri storici, 56 basiliche, cattedrali, chiese, santuari, 2 abbazie, 1 sinagoga, 27 castelli, 19 dimore storiche, 14 siti ipogei, 46 musei, 5 ecomusei, 12 aree archeologiche, 3 teatri storici. Accanto ai luoghi simbolo anche i tesori meno noti, lontani dai tradizionali circuiti turistici. Sono i piccoli Comuni delle reti dei “Borghi più belli d’Italia”, dei “Borghi autentici d’Italia”, dei “Gioielli d’Italia”, dei “Borghi accoglienti” certificati con la Bandiera arancione del Touring club, le marine delle “Bandiere Blu” e delle “Cinque Vele”. Da segnalare anche le visite guidate per bambini – Puglia Open Days for Kids – i luoghi della Puglia si raccontano attraverso laboratori e visite guidate pensati appositamente per i più piccoli. E itinerari agli ospiti con esigenze speciali – Puglia Open Days for All – il patrimonio culturale della Puglia è sempre più accessibile a tutti. Le visite guidate sono fruibili anche da personale con disabilità, grazie a un servizio dedicato alle esigenze specifiche, tra cui interpreti LIS, su richiesta.

Galatina propone ai suoi visitatori l’apertura straordinaria dalle 20:00 alle 23:00 della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria. Monumento in stile romanico-gotico, con cinque navate completamente affrescate, tant’è che per la vastità dei cicli pittorici di scuola giottesca, è seconda solo alla Basilica di San Francesco ad Assisi.

La cartoguida (IT-EN) è lo strumento per percorrere in lungo e largo la regione, tracciando il proprio itinerario. Può essere ritirata presso la rete degli uffici d’informazione turistica della Rete Regionale IAT, dove si possono ricevere dettagli sulle attività ed è possibile prenotare alcuni servizi. Inoltre, aggiornamenti sempre disponibili sul sito internet www.viaggiareinpuglia.ite dai profili sui principali social networks. Infine, è possibile raccontare la propria esperienza in Puglia con immagini, video e post da condividere con #PugliaOpenDays.

Per maggiori informazioni:

IAT Informazione e Accoglienza Turistica - IAT Tourist Office

GALATINA, Torre dell’Orologio - Via V. Emanuele II, 35

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Di Antonio Mellone (del 02/01/2016 @ 17:11:18, in NohaBlog, linkato 4697 volte)

Il danno alla Trozza. 01.01.2015La mamma dei coglioni è sempre incinta.

La mattina di capodanno, quando ho aperto face-book (sì, nonostante non venga bene di profilo, ne ho uno anch’io), mi son cadute le braccia.

Una delle risposte ad un mio messaggio testuale di auguri e brindisi urbi et orbi (pare che in gergo si chiamino post), riportava la foto del puteale della Trozza - uno dei beni culturali più emblematici di Noha - semidistrutto da ignoti, probabilmente con l’ausilio di qualche ordigno in maniera edulcorata definito petardo, accompagnata da un caustico commento didascalico vergato dalla mia amica Maria Rosaria Paglialonga, che suona più o meno così: “Brindo ai vandali che hanno accolto il 2016 nel migliore dei modi e secondo le loro buone abitudini. Auguri!”.

La mia amica m’ha confidato successivamente che alla visione di quello scempio inaudito, la sua pressione arteriosa era arrivata a 200 millimetri di colonna di mercurio, e che ha impiegato una notte insonne per riuscire a riportare per iscritto le sue prime impressioni nella maniera meno triviale possibile, utilizzando cioè l’eufemismo “vandali” per definire la natura mentulomorfa del cranio degli autori del crimine perpetrato al nostro monumento [per ottenere il significato di mentulomorfo, basta tradurre dal latino il lemma “mentula”, ndr.].

Le ho successivamente risposto che si farebbe un torto ai vandali, e che era il caso di utilizzare l’epiteto più appropriato al caso: coglioni.

Ma la prima a denunciare il misfatto e a pubblicare su Nohaweb l’agghiacciante spettacolo del crollo del grosso pezzo di pietra leccese scolpita dai nostri avi è stata la Lory Calò, anch’ella incavolata nera e mordace quanto basta: “Brindo alle telecamere sulla Trozza, al suo imminente restauro e alla recinzione tutto intorno. Ah, anche ai vigili e alle forze dell'ordine che si faranno vedere spesso. Auguri.”.

In effetti, ultimamente a Noha il controllo del territorio è diventato un optional, se è vero come è vero che le bombe fatte esplodere durante queste feste natalizie un po’ ovunque e da chiunque (anche minorenni, a detta di qualcuno) farebbero impallidire, quanto al fragore, quelle dei recenti bombardamenti in Siria. In effetti, c’è da chiedersi chi acquista questi ordigni e soprattutto chi li commercializza. E inoltre come mai, visto che la storia si ripete da anni, non s’è vista in giro un’auto una delle forze dell’ordine, se non altro per prevenzione o a mo’, diciamo così, di dissuasore mobile.

Ho risposto alla Lory che, come al solito, ha ragione, ma che in fondo non mi piace tanto l’idea delle telecamere ovunque: “[] Le vere telecamere dovremmo essere noi cittadini. In una Comunità degna di questo lemma non dovrebbero esserci dei presidi tecnologici di tal fatta che di fatto limitano la nostra libertà: la vera tutela dei nostri beni culturali non dovrebbe, cioè, essere delegata a marchingegni/personaggi esogeni, tipo un monitor, le forze dell'ordine, e men che meno i cosiddetti politici (in tutt'altre faccende affaccendati […]), ma alla Cultura. Bisogna continuare a lottare in tal senso. E tu lo fai benissimo, per esempio insegnando la Musica. Vuoi sapere quale condanna infliggerei ai suddetti coglioni responsabili (minorenni o maggiorenni, non importa, sempre coglioni sono)? La condanna consisterebbe nel seguire ogni giorno, per almeno due ore di fila, delle lezioni di Storia dell'Arte, a partire dalle prime civiltà, passando per l'arte in Mesopotamia, in Egitto, in Grecia (l'arte ellenistica: tutta, dalla A alla Z), l'arte classica, e poi l'etrusca, la romana, la bizantina, e poi ancora, il romanico, il gotico, il barocco, il rococò, fino all'arte moderna (realismo, impressionismo, simbolismo, liberty), fino alle transavanguardie, fino all'arte informale e alla video art dei giorni nostri. I corsi, ovviamente, li terrei io. Sarebbe, penso, un giusto guiderdone alla natura mentulomorfa (vedi sopra il significato, ndr.) delle loro teste.” Chissà che in tal modo questi pirla non lascino finalmente in pace la Trozza, e gli altri beni culturali, liberandoci da scritte (oltretutto sgrammaticate), graffiti, pedate, buchi e altre porcherie peggiori di queste.

Ma ecco pronta la risposta di Maria Rosaria: “Eh no, caro Antonio Mellone, condannare gli autori di questo scempio ad almeno dieci ore di tue lezioni (con interrogazioni) di Storia dell'Arte, dalla preistoria ai nostri giorni, sarebbe per loro un onore troppo grande che, a mio avviso, non meritano. Mandiamoli a spalare letame meglio, almeno stanno con un loro pari (la merda) ca tantu ci nasce tundu nu pote murire quatratu.

Ovviamente sono lusingato per le parole di Maria Rosaria (alla quale forse sfugge la spietatezza di certe mie interrogazioni, per dire, sulla sintesi epesegetica delle opere di certi autori), ma da qualche parte bisognerebbe pur incominciare.

Aggiungo che a codeste lezioni e alle relative interrogazioni farei partecipare anche gli eventuali genitori della suddetta prole illetterata e cogliona, responsabili quanto meno per non aver vigilato (culpa in vigilando: colpa per non aver vigilato).

*

Un ultima chiosa in merito alle reazioni dei politici nostrani (e per nostrani intendo i nostri quattro consiglieri comunali di Noha - ché quelli di Galatina non conoscono non dico i nostri beni culturali, ma nemmeno dove è ubicata Noha).

Ebbene, salvo errori, non si registra da parte dei magnifici quattro nessun commento su Nohaweb (troppa grazia Sant’Antonio), nessun comunicato-stampa (né su Noha.it, né sui tanto cari siti di Galatina), nessuna reazione, nessuna denuncia, nessuna esecrazione del gravissimo atto consumato ai danni della Trozza, men che meno sui loro rispettivi profili face-book. Per dire, su quello di Giancarlo Coluccia della cosiddetta opposizione appare la pubblicità di una commedia in vernacolo; mentre sulla bacheca di Antonio Pepe appare una poesia, chiamiamola così, sul nuovo anno “postata” da chissà chi.

Per quanto riguarda i due consiglieri di maggioranza, vediamo un po’: sul profilo di Luigi Longo abbiamo in primo piano l’immagine di una porta con un cartello con evidente errore di ortografia (e con una pletora di “mi piace” – sic!), mentre il messaggio del giorno prima riporta un’altra foto con dei fuochi pirotecnici (mi auguro non si tratti di quelli che probabilmente hanno distrutto la Trozza).

Dulcis in fundo, sul profilo del politico più di peso della nostra cittadina, vale a dire Daniela Sindaco, c’è una bella foto di Topolino e Minnie (per fortuna senza alcun “mi piace”, mentre scrivo queste note).

*

Purtroppo, di tutto questo degrado i veri responsabili siamo noi cittadini.

E la nostra colpa è duplice: culpa in vigilando (come detto sopra) e culpa in eligendo (colpa nella scelta, nell’elezione di questi personaggi in cerca di bastonatore).

Antonio Mellone

 

Il danno alla Trozza. 01.01.2015 Il danno alla Trozza. 01.01.2015
Il danno alla Trozza. 01.01.2015 Il danno alla Trozza. 01.01.2015
Il danno alla Trozza. 01.01.2015 Il danno alla Trozza. 01.01.2015
Il danno alla Trozza. 01.01.2015 Il danno alla Trozza. 01.01.2015
Il danno alla Trozza. 01.01.2015 Il danno alla Trozza. 01.01.2015
Il danno alla Trozza. 01.01.2015

 

 
Di Attivisti 5 Stelle Galatina (del 17/09/2016 @ 17:08:26, in Comunicato Stampa, linkato 2251 volte)

Ci siamo ancora una volta riuniti sotto l'albero di quercia posto sulla collina di S. Sebastiano a pochi passi dal nosocomio di Galatina. Questa volta insieme a tanti cittadini ed attivisti 5 Stelle era con noi il consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, Cristian Casili. Il nostro intento, è quello di proporre un area a parco intorno alla quercia denominandola “Parco della Quercia Vallonea”. Approfittando di questa fase di stallo del cantiere della tangenziale, abbiamo progettato con la partecipazione dei cittadini, un area a verde intorno alla quercia e ora protocolleremo il tutto alla Provincia di Lecce. La tangenziale ovest, oltre ad aver minacciato il monumentale albero, si è bloccata per gravi errori progettuali, vedi antenna telefonica lungo il percorso, condotta dell’acquedotto e cavo Enel, criticità che in fase progettuale sono state delle sviste clamorose. Ora, l’obbiettivo che ci poniamo, è far si che la variante sia una ricucitura urbana, un luogo di riflessione e un punto di partenza ciclabile verso le campagne fuori Galatina. Cristian Casili, ha già preso a cuore il progetto, perché come ha detto nel suo intervento, bisogna difendere, combattere per il nostro territorio e per la sua identità unica. Questa iniziativa, va nella direzione del nostro programma, STOP al consumo del suolo. Lo grideremo forte, la nostra città ha bisogno di più spazi verdi e meno cemento. La quercia vallonea, un esemplare isolato di circa 290 anni, rappresenta per noi una sentinella, una spia del territorio e del suo affannarsi a riempire le nostre terre di cemento ed asfalto. Il paesaggio rappresenta il territorio, ne è la sua identità, derivante appunto dall'azione di fattori naturali, umani e dalle loro interrelazioni. La tutela del paesaggio è volta a riconoscere, salvaguardare nonché recuperare i valori culturali di un popolo, la valorizzazione stessa del paesaggio promuove lo sviluppo della cultura.  Dopo la presentazione del progetto,  tutti insieme ci siamo spostati presso la masseria Latronica per un assaggio delle delizie locali Made in Galatina, per promuovere e valorizzare i nostri prodotti a km0. Noi per Galatina ci siamo. Pronti a difendere il nostro territorio, la nostra cultura, la nostra storia e le tradizioni. #revolutiongalatina #attivisti5stellegalatina #madeingalatina #parcodellaquerciavallonea

ATTIVISTI 5 STELLE GALATINA

 
Di Redazione (del 12/05/2018 @ 17:05:21, in Comunicato Stampa, linkato 1213 volte)

Organizzato da Libreria Fiordilibro e Note d'Arte passeggiate storico-artistiche. In collaborazione con Pro Loco Galatina e Salumeria di Turno.

Il secondo appuntamento del Tour d’Autore è dedicato ai Cammini di pellegrinaggio ed alle tracce lasciate dai pellegrini e viandanti nella città e nel territorio di Galatina.

La pratica del pellegrinaggio ha origini remote, ma è con l’avvento del Cristianesimo che si diffonde soprattutto a partire dal viaggio fatto da Elena madre dell’imperatore Costantino a Gerusalemme nel 330 d.C. Da allora il pellegrinaggio si è trasformato diventando da cristiano a  penitenziale e poi devozionale e  taumaturgico,  da singolo a collettivo. I percorsi di pellegrinaggio si sono trasformati in via di commercio e comunicazione, determinando profonde  trasformazioni socio-culturali e contribuendo  in qualche modo a determinare l’unità culturale occidentale europea.

Nella prima parte del Tour d’Autore , Angela Beccarisi ci condurrà alla scoperta dei Cammini che hanno attraversato la città di Galatina ed il suo territorio  disseminandolo di tracce. Il programma prevede partenza da Piazzetta Toma a Galatina alle ore 16,30 per raggiungere la medievale Cripta di Sant’Anna, si proseguirà verso il casale di Pisanello sviluppatosi probabilmente anche in funzione di un’importante asse viario che scendeva verso il Capo di Leuca. Intorno al sito, sono state costruite storie fantasiose fatte di tesori, di “acchiature”, di passaggi e di soste famose, come quella di San Pietro, che, provenendo dall’Oriente in questi luoghi avrebbe sostato per riposarsi. L’itinerario si snoda per 6 chilometri terminando in piazza San Pietro con il monumentale fronte della Chiesa Matrice. Per info 328.3890283.

Nella seconda parte, capiremo meglio la segnaletica marrone  che da qualche giorno si trova in città  e indica le diverse “ Vie”o percorsi di pellegrinaggio. Alle ore 19,00 presso la sala di Palazzo De Maria in Corte Taddeo,39, nel centro storico  di Galatina, verrà presentata la Guida ” Via Francigena nel Salento" Segui la Freccia Gialla a cura di Fabio Mitrotti.

 La guida “Via Francigena del Salento” nasce dalla volontà di consentire a chiunque di camminare in libertà, seguendo le Frecce Gialle che, da Brindisi permettono di arrivare ad Otranto secondo l’antica Via Traiana Calabra adattata al contesto territoriale attuale, evitando di percorrere Strade Statali e Provinciali, e di giungere al Santuario di Santa Maria di Leuca mediante l’adattamento della Via Sallentina che univa Otranto a Leuca. Gli interventi saranno a cura di Fabio Mitrotti Geografo, Giorgia Santoro Dirett. Artistico del Festival Il Cammino Celeste, Luigi del Prete Dirett. De «Le Comunità Ospitanti degli Itinerari delle vie Francigene della Puglia Meridionale», introduce: Angela Beccarisi Guida Turistica.

Emilia Frassanito

 
Di Redazione (del 17/09/2023 @ 17:01:29, in Comunicato Stampa, linkato 261 volte)

Nuovo appuntamento organizzato dall’Associazione Città Nostra, nell’ambito del progetto "We are: siamo il paesaggio che viviamo. Puglia Capitale Sociale 3.0".

Dopo aver affrontato insieme a Sara Cavagnero il tema della moda sostenibile, questa volta saremo parte attiva di un processo di tintura naturale, con il workshop organizzato nei giorni di venerdì 22 dalle 15:00 alle ore 18:30 e sabato 23 settembre dalle 10:30 alle 13:00.

Cosa si intende quando si parla di colorazione naturale e di stampa Shibori? In che modo le legature sul tessuto possono influire nella stampa a riserva e come si realizza un tino ad immersione per la tintura naturale? L'evento, Workshop di tintura e upcycling di una t-shirt, ci porterà a prendere confidenza ed utilizzare materiali quali tessuti, pigmenti e altri ausiliari di tintura. Durante le due giornate di workshop verremo introdotti alla metodologia di tintura con indaco naturale. Karen Modeo, fondatrice del brand Oak Studio, ci mostrerà come realizzare una stampa Shibori su una t-shirt in nostro possesso per darle nuova vita.

Karen Modeo è una stilista e colorista tessile si è formata allo IED in Fashion Design. Nasce con lei a Bogotà e coltiva in Italia, Paese in cui è cresciuta, una spontanea attrazione verso i segreti della creatività tessile e una sensibilità verso approcci di produzione meno impattanti. Successivamente durante un periodo all’estero inizia un percorso legato alla sostenibilità che poi si concretizza in Oak Studio, di cui è fondatrice. Attualmente vive e lavora a Bari, luogo che le permette di dedicarsi al suo brand e alle attività del Collettivo Rén.

Brand sostenibile e artigianale, Oak Studio si ispira ai paesaggi del Mediterraneo e ai valori culturali della Puglia. Realizzati in loco, tutti i capi sono il risultato di una produzione make-to-order su misura, mettendo al centro unicità e bellezza di ogni corpo, ma anche responsabilità etica e ambientale.

L’ingresso è gratuito previa prenotazione, per la quale si deve contattare il 334 6291335 - Andrea Cesari

Città Nostra Aps 

 
Alla luce della vicenda dell’impianto richiesto da Entosal srl, considerato che la stessa amministrazione, con l’inserimento all’ordine del giorno del Consiglio Comunale di domani, ha di fatto delegittimato il Presidente della Commissione Sanità, non coinvolgendolo nel processo di partecipazione ed escludendolo totalmente dal confronto e dibattito, riteniamo opportuno non essere presenti oggi nella commissione convocata dal Dott. Antonio Antonaci, nominato Presidente della Commissione Sanità solo e soltanto in virtù del pagamento di una cambiale politica firmata ormai 7 mesi fa, il primo giorno dell’insediamento dell’amministrazione Vergine. 
Riteniamo il Consiglio Comunale quale unico luogo deputato alla trattazione di argomenti così importanti per la Città, tanto da aver richiesto un consiglio monotematico aperto soprattutto alle Associazioni, le stesse che vengono udite oggi in una Commissione ristretta e non deliberante. Tutto ciò non è stato preso in considerazione dall’amministrazione! Ci riserviamo inoltre di fare altre valutazioni in futuro anche alla luce delle false e tendenziose dichiarazioni del Dott. Antonaci, a mezzo facebook. Chiarisca lo stesso, piuttosto, alla Città come mai essendo a conoscenza della vicenda Entosal srl dal 2/1/23 (l’Associazione Noi Ambiente e Beni culturali di Noha e Galatina protocolla nota sul tema il 31.12.2022) convoca la commissione ben 25 giorni dopo. Delle due l’una o non si è reso conto della gravità del problema segnalatogli da una solerte associazione, o si è reso complice del più lungo silenzio e della più grave perdita di tempo mai perpetrata da una qualsivoglia pubblica amministrazione su un tema, quello ambientale, che dovrebbe essere invece il primo a cui dedicare tempo e lavoro. Ma tant’è! Se si calcola che la conferenza dei servizi del 12/12/2022 a cui l’amministrazione ha scelto di non partecipare, destina 90 giorni per la produzione  di ulteriore documentazione da parte di Entosal per le gravi violazioni segnalate da ARPA, le nostre preoccupazioni aumentano. Perché dunque caro il nostro presidente, convocare una non meglio specificata audizione (l’ordine del giorno è del16/1, cioè dopo la nota dei consiglieri di minoranza e ancora dopo l’articolo di una nota testata giornalistica web) a quasi 45 giorni dalla conferenza dei servizi? La verità è servita. Delle blaterazioni di chicchessia ne facciamo volentieri a meno. Perché le chiacchiere sempre e per sempre stanno a zero. Ed i fatti di questa vicenda parlano da soli. Chiarisca il Sindaco come mai il presidente della commissione ammette (e citiamo ancora il post di Antonaci su facebook) che l’Associazione per prima ha sollecitato le istituzioni pubbliche. Dunque, signor sindaco di Galatina, è vero che non ne sapevate nulla? È per questo che non si è andati in conferenza dei servizi? Ci auguriamo che il dottore Antonaci abbia pubblicato una notizia falsa perché altrimenti sarebbe gravissimo. In ogni caso dovrebbe smentire. Perché possiamo tollerare un presidente egotico ma un Sindaco distratto sui temi ambientali di certo NO.
 
I consiglieri comunali
 
Marcello Amante
Anna Antonica
Sandra Antonica
Emanuele Mariano
Loredana Tundo
 
Di Redazione (del 26/05/2018 @ 16:50:54, in Comunicato Stampa, linkato 1530 volte)

L’atmosfera di festa, con i colori, l’artigianato, le curiosità, con i profumi dei fiori ravviva la regalità della città, scritta nella sua storia e nei suoi monumenti, ridando luce alla bellezza della cultura umanistica e rinascimentale che ebbe qui una fiorente culla.
La manifestazione è organizzata dalla Proloco, con il patrocinio dell’Assessorato Turismo e Centro Storico e Assessorato alla Cultura,con il supporto dell’Assessorato alle attività produttive, al Turismo e Marketing territoriali, vede la sinergia con altre realtà associative ed imprenditoriali, con scuole, artisti, operatori culturali.
Quest’anno, all’interno della manifestazione è previsto un percorso architettonico-culturale alla scoperta dei tesori inediti della città con “Galatina inedita”, che prevede il ritrovo presso il Palazzo della Cultura alle ore 10:00 e vari contributi.
Si può visionare il programma completo sulla brochure o collegarsi alla pagina facebook della Proloco, tenendo conto che gli orari della manifestazione vanno dalle ore 9:30 alle 12:30 e dalle 17:30 alle 22:30.

La cittadinanza tutta, visitatori e turisti, sono invitati a gustare questa splendida atmosfera. Vi aspettiamo.

Pro Loco Galatina

 

 
Di Marcello D'Acquarica (del 21/09/2019 @ 16:46:04, in I Beni Culturali, linkato 1835 volte)

Giornata di sole e l’ora giusta per notare come una nuova luce possa cambiare l’immutabile scenario del muro di cinta di ciò che resta dello Stabilimento Brandy Galluccio, sull’ultima curva all’ingresso di Noha. Oggi, ore 12,00, con il taglio dell’erba appena eseguito, un bellissimo cespuglio di fiori si erge solenne sui resti del monte calcareo che regge le mura degli uffici del vecchio complesso.

Sono bocche di leone, dice Maria Rosaria, cresciute in un piccolissimo strato di terra dove non crescerebbe nemmeno l’erba.

Uno spettacolo che mi colpisce all’istante, e un attimo dopo sono davanti a questo altare rinnovato che si erge con imponenza, quasi a voler chiedere rispetto per questo luogo di preghiera perenne scelto duemila anni fa dai nostri antenati. Sì, sembra proprio un altare.

Approfitto del ciglio della strada ripulito e della luminosità abbagliante per osservare lentamente, come già fatto decine di volte, quel tratto di muro costruito agli inizi del secolo scorso, senza scavi, poggiando semplicemente le pietre di fondamenta sul monte calcareo e quindi sugli antichi e numerosi sepolcri messapici. Non sappiamo se chi ha costruito quel muro sapeva della presenza dei sepolcri, ma hanno fatto bene a non distruggerli, come purtroppo è stato fatto durante i lavori di ristrutturazione della via di Noha, una volta denominata via S. Lucia. (L’Osservatore Nohano -  07 gennaio 2008 - n°10 Anno I)

In questa favorevole condizione, altre tombe risaltano alla vista, ne ho contate almeno dieci. Sono tracce di colori, di incisioni e forme quasi inconfondibili. E questo soltanto sul profilo tagliato per tracciare la strada. Possiamo immaginare come tutto quel tratto di promontorio sia stato una vera e propria necropoli dei nostri antenati di circa duemila anni fa.

Dieci tombe, dieci persone, non ci è dato di sapere se uomini o donne, se soldati o sacerdoti, se bambini e vecchi. Pochi sono i resti venuti alla luce e, come sappiamo, almeno quelli ritrovati negli anni ’50 dello scorso secolo sono andati persi. Persi nel nulla di questa epoca che non rispetta la vita, tantomeno la storia.

A che serve continuare a dire che i beni culturali di Noha sono i testimoni di una bellissima storia, la nostra. Se poi tutto viene lasciato andare nel degrado più assoluto, se non addirittura distrutto come sta accadendo allo stesso testimone di archeologia industriale tutta ancora da scoprire. Il nuovo cartello indicante la proprietà privata, sembra quasi voler imporre a tutti la sua arroganza.

Così funziona nel nostro paese da un bel po’ di decenni.

No, non può bastare che la Soprintendenza abbia posto un vincolo di rispetto per questi sepolcri, altari, guglie, camini, e mura ancora “vivi”. Sono beni che ci implorano solo un po’ di rispetto e, se possibile, un pizzico di riverenza: come si deve a chi ha superato le barriere del tempo, ma non ancora quelle della stupida tracotanza di chi calpesta perfino la bellezza gratuita.

Su questa parte di roccia affiorante, si possono notare le parti concave, tracce di due sepolcri attigui,  tinte dello stesso colore delle altre tombe messapiche.

Queste sono le tracce delle due tombe messapiche riportate nelle tre edizioni del libro “La storia di Noha” di P. Francesco D’Acquarica, scoperte durante i lavori di sistemazione della via di Noha negli anni ’50 del secolo scorso.

 

Marcello D’Acquarica

 

Dall’idea di alcuni professionisti di Galatina, grazie alla collaborazione tra il circuito Cashback World Italia e l’ente di formazione Kairos Italia, si concretizza un progetto che ha come obiettivo quello di costruire qualcosa di tangibile per la Città.

TUTTI INSIEME X GALATINA è un progetto molto attuale, che tiene conto del valore degli acquisti della comunità cittadina, incentivare le aziende del territorio, investire nella formazione specialistica e costruire iniziative a sostegno della propria città.

In che modo? Più semplice a farsi che non a dirsi: l’obiettivo è proprio quello di costruire un modello virtuoso che abbia ricadute sulla città stessa.

Non si tratta solo dello strumento economico del Cashback, ma anche l’integrazione con il portale piattaforma sociale di Galatina e l’ente di formazione Kairos Italia, che sostiene alcuni percorsi di formazione interessanti per gli imprenditori cittadini.

Ecco alcuni dei vantaggi che gli imprenditori galatinesi avranno dal progetto:

1) Formazione specialistica, erogata con forti agevolazioni, utilizzando anche misure pubbliche nazionali e regionali (come ad esempio il bando Pass Imprese della regione Puglia), rivolta a gruppi specifici di operatori economici: Strutture Ricettive, Ristorazione, Commercio, Professionisti.

2) Creazione del sistema Galatina, che possa essere presentato con tutte le sue eccellenze ad un circuito internazionale di 52 paesi e che consente la vendita dei prodotti/servizi a milioni di consumatori.

3) Ritorno economico per tutti i consumatori in percentuale sugli acquisti fatti nelle attività convenzionate nel circuito Cashback My World. Tale ritorno è composto da denaro che sarà accreditato sul conto corrente del consumatore, senza condizioni né limiti (ed anche in aggiunta al cashback di stato).

4) Card di fidelizzazione brandizzata con il logo TUTTI INSIEME X GALATINA, valida sia nelle attività cittadine, che in quelle salentine, oltre che nel resto d’Italia e negli altri Paesi del mondo dove è presente.

5) Progetti di pubblica utilità, di solidarietà e incubatori di imprese, realizzati esclusivamente attraverso un bonus generato dagli acquisti effettuati negli esercizi convenzionati. Tale bonus sarà riconosciuto automaticamente ad ogni acquisto effettuato in ognuna delle attività del circuito, non solo quelle galatinesi.

Ecco alcuni dei corsi che saranno fruibili dal mese di marzo, in modalità FAD sincrona o asincrona: Local Marketing: Accogliere ed Emozionare il Cliente; Scienza e Cultura del Cibo: Promuovere il Territorio e le sue Eccellenze; Turismo enogastronomico: analisi, pianificazione e management; Agevolazioni per le imprese – Manifatturiero, Commercio e Servizi; Agevolazioni per le imprese turistiche. Il complesso periodo storico che stiamo vivendo può essere anche visto come un’opportunità per formarsi, in vista di una ripresa della normalità così tanto auspicata, soprattutto perché vi si potrà accedere con importanti misure di sostegno.

È la prima volta che una comunità lavora assieme per creare un circolo virtuoso tra cittadini e operatori economici. TUTTI INSIEME X GALATINA è il primo caso in Italia di un progetto di fidelizzazione commerciale locale messo a punto con la collaborazione di tutte le componenti sociali: professionisti cittadini, mondo politico, rappresentanze istituzionali, e con l’ausilio dei due partner progettuali, l’ente formativo Kairos Italia e l’azienda My World Italia. Sicuramente avremo altre componenti che vorranno dare il proprio contributo che è sempre ben accetto. Intendiamo relazionarci anche con l’amministrazione comunale e valutare una sinergia con il DUC. Seguirà a breve un ciclo di incontri settimanali con gli imprenditori locali.

TUTTI INSIEME X GALATINA non è solo un insieme di esercizi commerciali, attività ristorative ed operatori commerciali che condividono una politica comune di sviluppo per la promozione del territorio, ma rappresenta un’opportunità per valorizzare e salvaguardare le potenzialità commerciali e culturali della Città di Galatina offrendo anche qualcosa di tangibile alla comunità, che possa esser sfruttata dalla comunità stessa.

Lo start-up ufficiale del progetto ci sarà al termine di tutte le riunioni di presentazione, dopo l’adesione degli imprenditori locali. Si invitano tutti i soggetti interessati a voler richiedere informazioni oppure far parte del gruppo promotore.

Per informazioni si possono visitare le pagine social del progetto oppure inviare una email a info@tuttinsiemexgalatina.it Galatina, lì 16 gennaio 2021

Firmatari Antonio Torretti
Paola Carrozzini
Francesco Colaci

 

E’ argomento di questi giorni in città l’intervento programmato dall’Amministrazione per il restauro e la messa in funzione dello storico orologio in un contesto generale di restauro e riqualificazione della Torre Civica in via Vittorio Emanuele II i cui lavori, finanziati interamente dal GAL senza nessun aggravio sulle casse comunali, sono giunti a conclusione e i locali si apprestato ad ospitare l’Ufficio di Informazione Turistica.

L’attenzione e la volontà di fare le cose nel migliore di modi è evidente; l’amministrazione del Sindaco Marcello Amante ha incaricato il Dirigente ai LLPP, Arch. Nicola Miglietta, di curare il progetto e la direzione dei lavori in perfetto accordo e sintonia con la Sovrintendenza per i beni culturali di Lecce.

Se i lavori di ristrutturazione dell’immobile sono stati affidati alla ditta Nicolì SpA, specializzata nel settore con un’esperienza a valenza internazionale (peraltro in città ha curato il restauro della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria), l’intervento sull’orologio posizionato nella parte alta della torre è stato affidato ad un’azienda altrettanto specializzata, Bellucchi Echi e Luci Srl, che da sempre interviene e recupera in tutta Italia orologi dalla particolare valenza storica.

Comprendiamo alcune preoccupazioni di chi ben comprende l’unicità del nostro orologio e ne teme una potenziale snaturalizzazione che potrebbe svilire il suo valore “storico” ma possiamo senza alcun dubbio rassicurare costoro: non è prevista nessuna manomissione del meccanismo, non lo volevamo e non lo avremmo permesso. All’ingranaggio, che ripetiamo non sarà modificato, sarà integrato un sistema di carica automatica che permetterà all’orologio di segnare ininterrottamente le sue ore senza la necessità di un intervento umano quotidiano. Abbiamo chiesto peraltro alla ditta del Cav. Bellucchi la possibilità di poter disinserire tale sistema automatico per poter riassaporare il sapore dell’antica carica manuale in qualsiasi momento lo si voglia.

La struttura meccanica con i suoi pregiati “ingranaggi e meccanismi” è a tutt’oggi nella sua naturale allocazione e non è previsto nessun spostamento in altro luogo. Ogni intervento sarà effettuato in loco e pertanto l’orologio non abbandonerà mai la sede della Torre Civica.

Discorso a parte va fatto per il quadrante in cristallo, anch’esso di valenza storica ma che risulta essere rotto in tre parti (e le foto allegate lo evidenziano) e, pur intervenendo con un’azione conservativa di restauro, i tecnici e la Sovrintendenza considerano potenzialmente pericoloso il suo posizionamento nella sede originaria. La scelta dell’Amministrazione, che non può disattendere tali indicazioni, è quella di sostituire il quadrante con altro nuovo, sempre in cristallo, dando indicazioni affinché il quadrante storico sia, una volta messo in sicurezza, posizionato ed esposto nel locali della medesima Torre Civica.

Nessun allarmismo quindi, l’Amministrazione è ben consapevole dell’importanza, della necessarietà e della delicatezza di questo intervento di restauro e meccanizzazione, da aver impiegato le sue migliori energie e competenze per intervenire laddove ci avevano provato in molti negli ultimi decenni. Infatti, una delibera di giunta del lontano 1981 che dava indicazioni in tal senso è agli atti del Comune con la firma del Sindaco Beniamino De Maria, ma riteniamo di poter affermare che questa volta l’orologio della Torre Civica di Galatina tornerà a scandire il tempo per i galatinesi, grazie al pragmatismo e alla concretezza dei fatti del Sindaco Marcello Amante e di questa amministrazione.

Vito Albano Tundo

Pierantonio De Matteis

 
Di Antonio Mellone (del 21/10/2018 @ 16:34:48, in NohaBlog, linkato 1625 volte)

Ci sono settimane in cui la congiunzione astrale (ovviamente non ci credo) ti permette di riuscire a far tutto: oltre al resto, leggere un libro, andare al cinema, frequentare un teatro e scrivere un pezzo per i tuoi quattro lettori tendenti a uno.  

La scorsa settimana, per esempio, non solo ho partecipato al sublime spettacolo teatrale su Giulio Cesare Vanini: “Il più bello e il più maligno spirito”, a cura della compagnia Alibi presso Levèra di Noha (lasciatemelo dire: uno tra i circoli culturali più attivi del Salento, che dico, di Puglia) e visto al cinema il mirabile remake “A star is born”, con Bradley Cooper e Lady GaGa, ma ho letto d’un fiato anche tre libri.

Certo, non sto parlando di tre dei sette ponderosi tomi della Recherche di Proust, per quelli ci avrei impiegato un po’ di più, ma di tre volumi meno inabbordabili ancora caldi di torchio, come “Il giro dell’oca” di Erri De Luca (di questo autore non riesco proprio ad attendere le edizioni economiche, questa volta di Feltrinelli), “So che un giorno tornerai” di Luca Bianchini (chiedo venia, ma come diceva quello semel in anno…), ma soprattutto “Il patto sporco” con Nino Di Matteo a cura di Saverio Lodato (Chiarelettere).

Vorrei soffermarmi un attimo su quest’ultimo scorrevolissimo trattato, di cui consiglio vivamente la lettura. Come qualcuno di voi sa, benché giornali e tv abbiano dato la notizia un po’ sottotono, il 20 aprile 2018 la Corte d’assise di Palermo ha pronunciato una sentenza di condanna (in primo grado) alla fine del lungo processo sulla Trattativa. Nonostante anni di delegittimazioni, silenzi, depistaggi, derisioni, intimidazioni e mistificazioni contro Nino Di Matteo e gli altri inquirenti da parte di tanti buoni a nulla ma capaci di tutto, inclusi politici, istituzioni, giornalisti e (addirittura) magistrati, si è giunti finalmente a un primo importante verdetto giudiziario, con il quale, motivate in 5.252 pagine, si infliggono pene a mafiosi ma anche a uomini dello Stato. Ora spero che una buona volta si riesca a capire il fatto che gli esponenti delle istituzioni non erano accusati per il fatto di aver “trattato” (nessuno infatti era imputato per questo), ma per il reato di “minaccia a corpo politico dello Stato”: insomma i mafiosi, di aver minacciato quei governi, eseguendo stragi (a Roma, Milano e Firenze, e prima ancora a Capaci e a Palermo) e consumando minacce accompagnate da richieste e papelli volti a influenzare le decisioni degli organi dello Stato; gli uomini delle istituzioni, per il medesimo reato ma a titolo di concorso.

Non è stata ancora scritta la parola Fine a questa storia tremenda: si è solo usciti da un pantano insidiosissimo, e il cammino è ancora lungo. Ma nell’attesa della verità definitiva, mi sia permesso di sentirmi un pizzico orgoglioso per aver partecipato insieme ad altri alla manifestazione del 14 novembre 2015 in piazza Santi Apostoli a Roma al fine di rompere il muro di omertà e vigliaccherie intorno alla figura del magistrato Nino di Matteo; come sono altrettanto orgoglioso per la dedica vergata da Salvatore Borsellino sul libro “Paolo Borsellino e l’agenda rossa”, donatomi dallo stesso fratello di Paolo circa un anno fa. Anche questo, perché no, mi sprona ad andare avanti e a non smettere di scrivere parole, benché contrarie o critiche o addirittura satiriche contro ogni forma di bullismo ecologico, politico o di qualsiasi altro genere.

*

La cultura è importante (e, come canta Mino De Santis, “è pesante”). Se tralasci i libri e il teatro e il cinema, e passi il fine settimana magari al centro commerciale o alle solite “mangiate”, rischi di fare la fine di certe sciagure definite Politici che pensano che un volume sia solo l’effetto dei decibel, parlano a vanvera anche di argomenti che non conoscono, e si esprimono come si esprimono. Perfino nei comunicati-stampa (scripta manent) che giornalisti dotati di grande sense of humour, e giustamente spietati, si divertono a pubblicare “verbatim” (parola per parola) sui propri blog, senza dunque correggerne gli smodati e tuttavia esilaranti strafalcioni.

Qualcun altro, poveretto, non coglie ancora il fatto drammatico che continuare a esibire il potere perduto è come cercare di mettersi le mani in tasca non sapendo, come il re della fiaba, di essere completamente nudo.

Dicono che sono molto chiaro nelle mie esposizioni e che, nonostante tutto, non mi do mai per vinto.

Ebbene sì, lo riconosco: mi spiego ma non mi spezzo.

Antonio Mellone  

 
Di Redazione (del 21/09/2019 @ 16:34:13, in Comunicato Stampa, linkato 884 volte)

L’Associazione “Virtus Basket Galatina” con sede a Galatina in via Bradano, 27, in collaborazione con la ditta “ECOM SERVIZI AMBIENTALI” di Galatina, nell’ambito delle proprie iniziative statutarie volte al miglioramento delle condizioni sociali e culturali degli abitanti di Galatina, promuove una iniziativa denominata “Virtus Day”, giunta alla II^ edizione.

START, domenica 22 settembre 2019, alle 18.00 presso Piazzetta "Prof. Carrozzini", via Calatafimi a Galatina.

Tantissime saranno le sorprese che allieteranno i ragazzi presenti:

  • Grande novità di questa II^ edizione, sarà l’area “Street Basket”: si potrà praticamente entrare a contatto con il mondo della palla a spicchi grazie a istruttori e cestisti.
  • La giornata nasce dalla forte volontà delle Associazioni organizzatrici di confrontarsi con le realtà associative e non solo, presenti sul territorio. Un rafforzato dialogo quello instaurato con le realtà sportive che di fatto ha portato alla concertazione e alla realizzazione dell'evento che vedrà una intera strada diventare una vera e propria palestra a cielo aperto. Tutti in campo e in piazza per rilanciare l’importanza dell’attività fisica come momento di socialità e per la promozione di stili di vita più sani;
  • Spettacoli HIP HOP e BREAK DANCE;
  • "Protagonisti del Web", rubrica radiofonica a cura di Inondazioni.it;
  • Ci immergeremo, inoltre, in sonorità che spaziano tra il #Funk, il #Rock e il #Soul con un gruppo musicale di giovanissimi che nasce dalla passione per la musica e che ha già prodotto diversi inediti: Young Lust;
  • Verrà allestito, inoltre, un gazebo informativo TappiAmo Galatina - raccolta eco-solidale tappi di plastica; potrete pertanto, nell'occasione, consegnare i vostri tappi e ricevere tutte le informazioni che desiderate riguardo gli obiettivi passati, presenti e futuri che verranno realizzati grazie ai vostri TAPPI. Con l'occasione vi aggiorneremo sullo stato avanzamento lavori della nuova area giochi su Piazzetta "Prof. Carrozzini" - via Calatafimi – Galatina.

Praticamente mancate solo voi…

VIRTUS BASKET GALATINA

 

Domenica mattina, e cioè domani, tempo permettendo, è stato organizzato un giro cognitivo sui beni culturali di Noha, saranno ospiti e quindi fruitori dell'evento, un club di appassionati della lambretta: New Club Salento.
L'appuntamento è alle ore nove, nei pressi delle casiceddhre.
Siamo lieti che i Beni culturali di Noha richiamino ancora  l'attenzione di "forestieri".
P.S.: l'organizzatore ci ha confidato queste parole: "vogliamo vedere le casette di Noha". 

Redazione

 
Di Marcello D'Acquarica (del 30/04/2017 @ 16:13:59, in NohaBlog, linkato 2186 volte)

Martedì 25 aprile, giorno della Liberazione, Loredana Tundo, Direttore provinciale dell’Acli, vice presidente del neo nato laboratorio locale di FareAmbiente Laboratorio di Galatina e segretaria dell’Associazione calcistica di Noha, madre responsabile, sennonché amica carissima, mi ha invitato a fare da “mentore” per parlare dei Beni culturali di Noha, durante la passeggiata organizzata in onore della nostra squadra di calcio. Non me lo sono fatto dire due volte. Guai a chiedermi di esprimere la mia opinione su NOHA (vi ricordo che abbiamo già appurato che il suo vero nome è Nove). Non mi ferma più nessuno. Molto probabilmente ho anche annoiato gli sfortunati partecipanti alla manifestazione che spesso mi hanno dovuto “strappare” via la voce, visto che non avevo nemmeno un microfono. Quello di parlare tanto su Noha e della sua bellezza è un difetto che proprio non riesco a correggere. Non me ne vogliamo gli ospiti che erano presenti alla manifestazione.

Quindi otre alle tante notizie che ho menzionato durante il percorso, ho fatto notare ai presenti, fra cui anche alcuni cittadini galatinesi che ci hanno onorato della loro presenza, che un “possidente” di Noha, vissuto al tempo della costruzione dell’Ospedale e della Basilica di Santa Caterina Novella, ha contribuito al progetto della medesima Basilica di S. Caterina con la donazione di vari terreni di sua proprietà.

Così riporta Pietro Congedo nel libro “Chiesa, convento e ospedale “S. Caterina” di Galatina, nella storia del Meridione d’Italia”.  [S.l. : s.n.], stampa 2006 (Aradeo: Guido)

“Nel 1390 la costruzione della nuova casa di cura orsiniana non era stata ancora ultimata, come si evince dall’atto notarile del 28 settembre, relativo alla donazione di vari terreni effettuata da Giovanni Ciranoia di Noia (Noha)  a favore di …Frà Nicola da Nardò, Guardiano Procuratore della Chiesa e spedale da farsi nuovo di S. Caterina di Galatina (v. M. Montinari, o.c., doc. n. 13 p. VIII).”

In conclusione, siamo orgogliosi di poter affermare, che anche Noha ha contribuito alla realizzazione di quella grande opera artistica orsiniana che è la Basilica di S. Caterina Novella, uno dei più insigni monumenti dell'arte romanica pugliese e gotica in Puglia, già classificata monumento nazionale di I categoria nel 1870.

P.S.: Nella Basilica sono conservati anche i 19 schienali del coro ligneo e dipinti da P. Matteo di Noha  (Noha 1704 + Nardò 1728)  P.Matthaeus a Noha Reform. Pingebat A.D. 1721.

Vedi: L’OSSERVATORE NOHANO 09 novembre 2008 - n°8 Anno II - su Noha.it

Marcello D’Acquarica

 
Di Redazione (del 19/02/2023 @ 16:12:34, in Comunicato Stampa, linkato 368 volte)

I volontari del Servizio Civile Universale progetto “In Reading 2020”, in collaborazione con la Biblioteca “P. Siciliani”, saranno impegnati nel 2. appuntamento del Circolo dei Lettori  “Leggere in circolo”.

L’evento vedrà come protagonista il nuovo romanzo del giornalista galatinese Marco De Matteis, “Quattro anni in fumo” edito da Capponi di Ascoli Piceno.

            De Matteis nasce a Galatina nel marzo del 1983, si laurea in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Lecce. A Galatina, risiede e lavora come giornalista pubblicista, istruttore di tennis e padel presso il Circolo Tennis Galatina e collaboratore presso Fabula, la libreria di famiglia. È redattore per il giornale online «PugliaIn», con il quale collabora dal 2018, seguendo eventi sportivi, culturali e di approfondimento nella provincia.

Dopo aver pubblicato “Il piano inclinato”, racconto scritto e ambientato nel primo lockdown, e aver partecipato a “Ti ho trovato fra le pagine”, antologia di racconti scritti da 15 librai di tutta Italia, De Matteis torna in libreria con un romanzo ambientato a Lecce, a due passi da Santa Croce, tra i vicoli del centro storico infuocati dal caldo salentino.

            I personaggi del romanzo sono diversi e la loro vita si intreccia con le vicende di Naxos, azienda accusata di inquinare il territorio salentino, tra lo sdegno nell'opinione pubblica locale. Massimo gestisce l’albergo di famiglia; Eva è un avvocato sempre presente in TV e assumerà la difesa dell’azienda nel primo processo in cui i dirigenti verranno accusati di danno ambientale; Paolo è uno dei fondatori di Aria Pulita, un movimento ambientalista che raccoglie tanti leccesi in un’unica battaglia contro l’inquinamento; Ginevra, la compagna di Paolo, è una giovane poliziotta impegnata in prima linea durante i momenti caldi del processo e le relative manifestazioni; ed infine Erina, una ragazza albanese che collabora da poco con Massimo nel suo albergo.

Le vicende, narrate con un doppio salto temporale, si snodano tra la vita privata dei protagonisti e quella pubblica delle dinamiche processuali e le relative ricadute sull’opinione pubblica e sulle reazioni dei cittadini.

            L’incontro, in cui si approfondirà il romanzo alla presenza dell’autore che dialogherà con il giornalista del Quotidiano di Puglia Alessio Quarta e che vedrà la lettura di alcuni passi del libro a cura di Simona Ingrosso, si terrà sabato 25 febbraio alle ore 17:30 presso la Biblioteca “P. Siciliani”. La partecipazione è aperta, anche se, per motivi organizzativi, è gradita la prenotazione al numero 0836/561568.

Gli OV del Servizio Civile Universale

del Comune di Galatina

 

Parliamo di libri questo pomeriggio di fine estate, in questo cortile, luogo del cuore, purtroppo semidiruto, graffiato dall’ira del tempo e dall’abbandono degli uomini. E lo facciamo quasi sottovoce (anche se con il microfono), con delicatezza, come si conviene, per non svegliare i fantasmi del passato, aggrappati alle volte dei secoli.
In questo luogo, appena cinque secoli fa, si sentiva ancora rumore di armi e di guerrieri, di cavalli e cavalieri, di vincitori e vinti.
Al di là di questo muro, tra alberi di aranci, una torre si regge ancora, da settecento e passa anni, come per quotidiano miracolo: è la torre medioevale di Noha, XIV secolo, 1300. Quelle pietre antiche e belle urlano ancora, ci implorano, richiedono il nostro intervento, un “restauro”, il quale sempre dovrebbe rispettare e storia e arte.
Da quella torre, addossata al castello, riecheggiano ancora le voci lontane di famiglie illustri nella vita politica del mezzogiorno d’Italia. Qui abitarono i De Noha, famiglia nobile e illustre che certamente ha avuto commercio con i Castriota Scanderbeg e gli Orsini del Balzo, signori di San Pietro in Galatina (città fortificata chiusa dentro le sue possenti mura), ma anche con Roberto il Guiscardo e forse con il grande Federico II, l’imperatore Puer Apuliae, che nel Salento era di casa. 
Da Noha passava una strada importante, un’arteria che da Lecce portava ad Ugento, un’autostrada, diremmo oggi, che s’incrociava con le altre che conducevano ad Otranto sull’Adriatico o a Gallipoli, sullo Ionio.
Da qui passarono pellegrini diretti a Santa Maria di Leuca e truppe di crociati pronti ad imbarcarsi per la terra santa, alla conquista del Santo Sepolcro…
*
Ma la storia noi stiamo continuando a scriverla; voi potete continuare a scriverla, e non solo nelle pagine di un libro. Solo se diamo corso (come stiamo credendo di fare) ad un nuovo Rinascimento ed ad un nuovo Umanesimo di Noha, daremo una svolta alla nostra vita e alla nostra storia. E alla nostra civiltà. 
*    *    *
Noi ci troviamo dunque in un “praesidium”, un presidio. E Noha era un presidio.
E sapete anche che Noha è, da non molto tempo, invero, “Presidio del libro”.
Ma cosa è un presidio?
Sfogliando un dizionario d’italiano (che dovremmo sempre avere a portata di mano, pronto per la consultazione) al lemma o parola “presidio” troviamo questi significati: 1) presidio = complesso di truppe poste a guardia o a difesa di una località, di un’opera fortificata, di un caposaldo; luogo dove queste truppe risiedono (per esempio si dice “truppe del presidio”);
2) presidio = occupazione di un luogo pubblico a fini di controllo e sorveglianza o anche solo di propaganda (per esempio “presidio sindacale nella piazza”); 
3) presidio = circoscrizione territoriale sottoposta a un’unica autorità militare;
4) presidio = complesso delle strutture tecnico-terapeutiche preposte in un dato territorio all’espletamento del servizio sanitario nazionale (presidi ospedalieri);
5) presidio = difesa, protezione, tutela (essere il presidio delle istituzioni democratiche);
6) presidio = sostanze medicamentose (presidi terapeutici) oppure presidi medici e chirurgici….
Vedete quanti significati può avere la parola “presidio”!
Penso che per il concetto di “Presidio del libro”, tutte queste definizioni, più o meno, calzino bene.
E’ un luogo. E la biblioteca Giona è il cuore di questo presidio.
Ci sono le truppe.
Ma le truppe siamo noi e  le armi sono i libri; i carri armati sono gli scaffali che li contengono.
Le altre armi, invece, quelle da fuoco, le lasciamo agli illetterati, ai vandali, ai mafiosi, a chi non è trasparente, a chi non ha idee, a chi non ama il bello.
Presidio del libro è anche sostanza medicamentosa, terapeutica, contro i mali della società.
Il presidio del libro riuscirà a sovvertire, a sconfiggere quell’altro presidio: il “presidio della mafia”? 
Forse si: se questi libri li apriamo, li sfogliamo. Li annusiamo, anche, e li leggiamo, li prendiamo in prestito, li consigliamo agli altri, li doniamo. Ne incontriamo gli autori, ne parliamo a scuola, in piazza, dal parrucchiere, dall’estetista, al supermercato, al bar, al circolo, fra amici.
Tutti i luoghi sono opportuni per parlare di libri: a volte basta solo un cenno, non c’è bisogno di una conferenza in una sala convegni per parlare di letteratura, di poesia, di storia, di leggenda, di arte...
Ecco allora che “Presidio del libro” diventa “difesa”, “protezione”, “tutela”, “crescita”, rispetto della persona, dei luoghi, dei beni culturali, di Noha tutta. Solo chi legge difende i monumenti, la piazza, la torre, questo castello, la masseria, la casa rossa, la trozza, la vora, il frantoio ipogeo, le casette dei nani… Ma anche i giardini, le terrazze, la campagna, i colori delle case di Noha (che stanno sempre più perdendo il loro colore bianco brillante, quello della calce, per diventare d’arlecchino multicolore, a volte troppo appariscente…). Chi legge difende la civiltà, la democrazia, l’etica, la libertà del pensiero e del giudizio e finanche della critica (costruttiva), e tutela il bello che è integrità, luminosità e proporzione.     
Guardate che la biblioteca o la libreria (che non dovrebbe mai mancare in ogni casa: meglio se questa libreria è ricca, e piena di libri e non contenga solo un’enciclopedia a fascicoli che ti danno in regalo con l’acquisto dei detersivi o con la raccolta dei punti al distributore di benzina); dicevo, la libreria non è solo un deposito o una raccolta di libri. Ma uno strumento di conoscenza ed in certi casi di lavoro.
*
E’ vero: esistono così tanti libri, che spesso non si sa da dove incominciare.
Se soltanto volessimo leggere i “classici”, cioè i libri, diciamo, fondamentali per l’uomo di buona cultura, volendone leggere, ad esempio, uno ogni settimana (che è una ragionevole media), non ci basterebbero 250 anni. Dovremmo vivere almeno 250 anni, per leggere ininterrottamente i libri diciamo più importanti o indispensabili.
Se a questi volessimo aggiungere le collane della Harmony, o i libri di Harry Potter, o quelli degli scrittori minori o locali (come siamo noi), o gli altri che leggiamo per diletto o divertimento, (tutti ottimi! Ma non classici) necessiteremmo almeno del doppio di questi anni, vista permettendo!
Dunque: nessuno può aver letto o leggere tutto (neanche le opere più importanti).
E questo però ci consola.  
Intanto perché possiamo partire a piacere da dove vogliamo.
Ed un altro fatto che ci rassicura è che spesso i libri parlano di altri libri: cioè con la lettura di un libro a volte riusciamo a entrare in altri libri (anche senza aver mai visto questi altri libri): i libri infatti sovente, tra un riferimento e l’altro, si parlano tra loro.
I libri sono come i nostri amici che ci riferiscono come stanno gli altri nostri amici, che magari non vediamo da tempo.
*
Sentite.
Spesso si parla del dovere di leggere.
No! 
Leggere non è un dovere: è un diritto!
Inoltre il lettore ha altri diritti (come dice Daniel Pennac, nel suo libro intitolato Come un romanzo, Feltrinelli, 6 Euro):  e  questi diritti sono i seguenti: primo il diritto di non leggere (ciò che ci impongono); poi, il diritto di saltare le pagine; poi abbiamo il diritto di non finire un libro; il diritto di rileggere (non preoccupatevi: si può essere colti sia avendo letto quindici libri che quindici volte lo stesso libro. Si deve preoccupare invece chi i libri non li legge mai!); il diritto di leggere qualsiasi cosa; c’è poi il diritto di leggere ovunque (non solo a casa, ma al mare, sull’autobus, in villetta, ovunque); il diritto di spizzicare (si da uno sguardo, si legge la bandella della copertina, si apre a caso una pagina, si legge come comincia o come finisce: insomma pian piano un libro si può assorbire anche a “spizzichi e mozzichi”. Chi ce lo impedisce?); ancora il diritto di leggere a voce alta; infine il diritto di tacere: cioè nessuno è autorizzato a chiederci conto di questa lettura, che è e rimane una cosa intima, esclusivamente nostra.

Leggendo, ragazzi, vedrete, poi, che riuscirete a descrivere qualcuno o qualcosa, utilizzando quelle stesse parole del libro: vi viene quasi automatico. Vi accorgerete di essere stati chiari e non banali; non avrete più il problema di cadere nei silenzi tra una parola e l’altra. Quei silenzi orrendi e imbarazzanti. Come il silenzio nel corso di certe  interrogazioni.
E non abuserete dei “cioè”; vi sentirete soddisfatti di questo, ma soprattutto imparerete a sognare, a volare alto, e difficilmente sarete malinconici.
*
Il nostro scritto prima ancora di iniziare a vivere nel libro, o su un giornale o su una rivista, si può già assaporare nelle parole della gente, con i suoi racconti, le sue esperienze: sentimenti, che lo scrittore ha raccolto e animato.
Ecco lo scrittore cerca di colorare il mondo. Noi abbiamo cercato di dare calore e colore alla nostra storia, alla nostra arte, alle nostre leggende.
P. Francesco D’Acquarica, che ha scritto con me le pagine di questo tomo (è come se avessimo eseguito una suonata a quattro mani e quattro piedi ad un organo a canne) ha compiuto un lavoro lungo decenni, s’è consumato gli occhi, per leggere, interpretare e ritrascrivere i documenti dell’archivio parrocchiale di Noha o quello vescovile di Nardò e numerosi altri documenti. E ha fatto rivivere la storia della gente ed i suoi pensieri (se leggiamo i proverbi che abbiamo posto in appendice, ad esempio, capiremo subito).
Ha risvegliato, ha ridato voce e fiato e vita e colorito ai nostri avi, ai nostri bisnonni, gli antenati. Per questo non finiremo mai di ringraziarlo.
Però il miglior modo di ringraziare uno scrittore è leggerlo.
E’ sfogliare il nostro libro, che abbiamo scritto con tanta passione. Leggerlo, consultarlo, criticarlo (anche), ma prima di tutto studiarlo.
*
Vedete: Noha dopo il nostro libro: “Noha. Storia, arte, leggenda” non è più quella di prima. Anzi quanta più gente legge il nostro libro, tanto di più migliorerà la nostra Noha. Potremmo anche dire che oggi Noha è un po’ migliore, rispetto a ieri. Non dobbiamo aver paura di pensarlo e dirlo.
E sarebbe proprio la città ideale se tutti leggessimo quel libro, fossimo curiosi, ci conoscessimo di più.
Saremmo più gentili. Meno sospettosi. E anche più accoglienti.
*
Abbiamo bisogno a Noha di scrittori, di gente che può cambiare il mondo. Ma prima di tutto abbiamo bisogno di lettori. I lettori sono i primi che possono cambiare il mondo. Se con la lettura si riesce a svagarsi, divertirsi, sognare, imparare a riflettere, allora si capisce meglio il mondo, e non si da retta alle futili mode o tecnologie o alle corbellerie. Ma è così che si cambia il mondo! 
Con la lettura miglioriamo il nostro stile di vita, il nostro equilibrio morale ed anche economico. Non a caso chi legge è anche più ricco, e gode di un più alto tenore di vita.
E, il più delle volte, è anche un po’ più affascinante (o almeno così qualcuna mi dice, lusingandomi)…
*
Democrazia e libri sono sempre andati storicamente a braccetto.
Le librerie e le biblioteche nei paesi liberi sono veri e propri presìdi di democrazia e civiltà. La libreria o la biblioteca è uno spazio amico. Giona è dunque una nostra amica. E certe amicizie vanno frequentate. 
In libreria o in biblioteca c’è la sostanza più potente di tutte: la parola scritta. Tutte le altre sono chiacchiere, parole al vento.
Nella vita di ogni uomo c’è un pugno di libri che lo trasformano radicalmente. Entra in un libro una persona e ne esce un’altra, che vede se stessa ed il mondo in maniera completamente diversa e farà cose diverse.
Un maglione, un’auto, una moto possono rappresentare un uomo ma mai cambiarlo come invece può fare un buon libro.
*
Il libro è un regalo. Un regalo che potete fare innanzitutto a voi stessi ma anche agli altri. E’ un regalo che si può “scartare”, aprire diverse volte e non soltanto una volta sola. E ogni volta la pagina di un libro può riservarci una gradita sorpresa.
Il libro è un capitale, un investimento che produce interessi incalcolabili.
E non c’è libro che costi troppo!
*
Qualcuno mi dirà alla fine di tutta questa pappardella: e il tempo per leggere? Dove lo trovo?
Certamente non abbiamo mai tempo! Presi come siamo dalla diuturna frenesia.
Ma su questo tema del tempo chiudo prendendo in prestito, guarda un po’, le parole di un libro.
E’ quello già citato di Daniel Pennac, il quale a pag. 99, di Come un romanzo, (Feltrinelli, ed. 2005), così si esprime:
<<…Si, ma a quale dei miei impegni rubare quest’ora di lettura quotidiana? Agli amici? Alla Tivù? Agli spostamenti? Alle serate in famiglia? Ai compiti?
Dove trovare il tempo per leggere?
Grave problema.
Che non esiste.
Nel momento in cui mi pongo il problema del tempo per leggere, vuol dire che quel che manca è la voglia. Poiché, a ben vedere, nessuno ha mai tempo per leggere. Né i piccoli, né gli adolescenti, né i grandi. La vita è un perenne ostacolo alla lettura.
“Leggere? Vorrei tanto, ma il lavoro, i bambini, la casa, non ho più tempo…”
“Come la invidio, lei, che ha tempo per leggere!”
E perché questa donna, che lavora, fa la spesa, si occupa dei bambini, guida la macchina, ama tre uomini, frequenta il dentista, trasloca la settimana prossima, trova tempo per leggere e quel casto scapolo che vive di rendita, no?
Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. (Come il tempo per scrivere, d’altronde, o il tempo per amare.)
Rubato a cosa?
Diciamo al dovere di vivere.
……..
Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.
Se dovessimo considerare l’amore tenendo conto dei nostri impegni, chi si arrischierebbe? Chi ha tempo di essere innamorato? Eppure, si è mai visto un innamorato non avere tempo per amare?
Non ho mai avuto tempo di leggere, eppure nulla, mai, ha potuto impedirmi di finire un romanzo che mi piaceva.
La lettura non ha niente a che fare con l’organizzazione del tempo sociale. La lettura è, come l’amore, un modo di essere.
La questione non è di sapere se ho o non ho tempo per leggere (tempo che nessuno, d’altronde, mi darà), ma se mi concedo o no la gioia di essere lettore>>.

Grazie.


ANTONIO MELLONE
 
Di Redazione (del 28/10/2017 @ 16:08:39, in Comunicato Stampa, linkato 1302 volte)

Il modo di ragionare dei nostri ragazzi è cambiato: sono più esigenti, in quanto ricercano sempre ciò che non possono avere, ma al tempo stesso hanno perso tutti gli stimoli ad informarsi ed essere partecipi della quotidianità cittadina. Oggi, i nostri giovani si sentono isolati, non considerati e desiderosi di fuggire altrove, che sia al nord dell’Italia o all’estero, sperando di ottenere un consenso ben diverso da ciò che gli è stato riservato negli ultimi anni.

Grazie all’efficace supporto dell’Assessore alle Politiche giovanili Maria Rosaria Giaccari, intendiamo ridare ai ragazzi quel ruolo di protagonisti all’interno dell’Amministrazione Comunale. È per questo motivo che nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale è stata approvata quella che sarà la più grande assemblea dei ragazzi: la Consulta dei giovani.

Mi sento di dare il giusto merito a questa Maggioranza, dimostratasi aperta verso le critiche – in questo caso costruttive – provenienti dai banchi della Minoranza. Apportando alcune modifiche, lo Statuto è stato approvato all’unanimità.

Quest’episodio smonta tutte quelle dicerie secondo cui l’Amministrazione Comunale non è disposta ad ascoltare le proposte altrui.

Faranno parte della Consulta i ragazzi compresi nella fascia d’età tra i 14 ed i 30 anni: si tratta di una scelta fatta per includere non solo coloro che hanno già compiuto la maggiore età, essendo già approdati nel mondo degli adulti, ma anche per rendere partecipi gli adolescenti, ossia gli studenti che si approcciano agli istituti superiori di secondo grado e di conseguenza cominciano a costruire nella propria mente una prima idea di Città.

Avranno il pieno diritto di partecipare gli Universitari, o quei giovani appartenenti ad associazioni culturali, ludico – sportive, giovanili, o tesserati di movimenti politici, con l’intento di favorire un dibattito quanto più trasversale possibile.

Mediante la Consulta, il fine delle politiche giovanili di questa Amministrazione è duplice: da un lato favorire il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, rendendo i giovani sempre più autonomi; dall’altro, quest’organo è un chiaro strumento di inclusione sociale, attraverso lo sviluppo della cittadinanza attiva, coinvolgendo quella fascia giovanile caduta nella sfiducia e nell’anonimato, anche a causa di una classe politica che non ha saputo dar loro voce.

Intendiamo creare una Istituzione forte. Una Consulta in grado di valorizzare i nostri giovani, non farli più sentire dei disagiati ed emarginati all’interno dello spazio pubblico, bensì coinvolti in un processo di crescita pari a quello dell’intera Città di Galatina. 

 

Alessio Prastano

CONSIGLIERE COMUNALE

Gruppo: Andare Oltre

 
Di Albino Campa (del 29/06/2009 @ 16:04:09, in NohaBlog, linkato 3969 volte)

Su "Il Titano" di quest'anno 2009 a pag. 45 troviamo l'articolo di Antonio Mellone che recensisce il libro "I beni culturali di Noha" di Marcello D'Acquarica. Ve lo riproponiamo di seguito. Il libro, che verrà presentato con una grande festa nel mese di settembre è disponibile presso la bottega d'arte di Paola Rizzo.

 

“I beni culturali di Noha” di Marcello D’Acquarica

E’ da poco venuto alla luce dai torchi del bravo editore galatinese Panìco un libro dal titolo “I beni culturali di Noha”, il cui autore è Marcello D’Acquarica, un nohano che come tanti altri ha come domicilio un avverbio di luogo: fuori.
Marcello D’Acquarica infatti si guadagna il giorno a Rivoli, alle porte di Torino; ma appena può con moglie e figli torna a Noha, il borgo che gli ha dato i natali e che si è afferrato alla sua infanzia, quasi come gli ami si conficcano nella carne.
I beni culturali sono quei beni materiali ed immateriali che hanno qualcosa da insegnarci e che dovrebbero essere a disposizione di tutti. Al di là dei banali luoghi comuni che lo snob di turno possa formulare, Noha è ricca di beni culturali: ne ha molti di più di quanti non possano essere inclusi in un libro come questo di 135 pagine; anzi ne ha molti di più di quanti non si possa immaginare. E sono belli; alcuni originalissimi, e unici al mondo.  
I beni culturali non hanno un valore puramente filosofico e teorico, ma si riflettono in tutte le trasformazioni ed il progresso di un popolo, il quale quanto più sa valutare e conservare il suo patrimonio d’arte, tanto più si sente spinto a rendere l’ambiente in cui abita più prezioso e civile. Il monumento non è soltanto una testimonianza del passato ma vive nel presente, svolge la propria missione sociale e rappresenta uno sprone a meglio operare per il bene della comunità. I beni culturali di fatto sono anche una latente energia che può trasformarsi in crescita e sviluppo valutabile pure in termini di ricchezza economica. 
Questo libro rivoluzionario, fatto di parole ed immagini colorate, spinge a guardare Noha sotto nuova luce: che finalmente non sarà più quella della solita cronaca nera, della malavita, della mafia capace soltanto di tranciare gli alberi d’ulivo che lo Stato le confisca, ma quella della libertà, quella degli uomini dal cuore forte che non si piegheranno mai di fronte alla stupidità ed alla violenza dei talebani di turno.
Il libro dell’indomito Marcello D’Acquarica dedicato alle bibbie di pietra del nostro paese cerca di mettere al sicuro ciò che la trascuratezza minaccia continuamente di annientare attraverso omicidi colposi o premeditati della memoria: serve a foderare di carta i nostri beni culturali che sovente sfuggono dal nostro cervello per una distrazione che diventa distruzione, bombardamento, atto di terrorismo.
Il libro sui beni culturali di Noha è un congelatore, una cella frigorifera nella quale immagazzinare parole ed immagini per l’avvenire; parole e immagini che radicano un’appartenenza, una dignità, un’identità e spronano il lettore a non andare mai in pensione epistemologica.
L’obiettivo di questo libro-lotta allora non è quello di addobbare Noha a museo di storia fulminata, né quello di fermare il tempo intorno ai suoi pezzi di antiquariato, ma quello di farci comprendere che esiste una nuova grammatica dello stare insieme, e che l’investimento in cultura è forse quello che paga le cedole di interessi più alti, nonostante il capitalismo in buona salute tratti oggi la nostra società a merci in faccia e ci spinga a credere che l’unico metro dello sviluppo sia il PIL del cemento e dell’asfalto.
Questo libro non è già di per sé un restauro di beni culturali, che a Noha hanno calli, rughe ed osteoporosi, ma un pagamento di ticket, anzi una ricetta medica, quella rizzetta rossa preliminare, necessaria perché all’ASL (o alla Soprintendenza) ti facciano le analisi, i raggi, o le visite specialistiche. Questo libro spalanca le finestre per rinfrescare l’aria intorno ai beni culturali nohani: che sono pazienti, nel senso di degenti, infermi con bisogno di flebo ricostituenti o di ancor più invasive operazioni chirurgiche.  
“I beni culturali di Noha” di Marcello D’Acquarica non serve solo da contenitore, da ricettacolo, ma anche da grandangolo attraverso il quale, con occhio libero da cataratta, tutto osservare e raccontare, e molto forse anche decidere.

Antonio Mellone

 
Di Albino Campa (del 01/10/2011 @ 16:00:00, in Eventi, linkato 3193 volte)

Continua anche oggi Valorizziamo i nostri gioielli, la raccolta firme promossa dal Gruppo Mimì e sostenuta dal circolo le Tre Torri per sottoporre a tutela i beni storico-artistici di Noha. Sono diverse le evidenze architettoniche ancora poco conosciute nella cittadina di Noha: dalla torre duecentesca che conserva la struttura del ponte levatoio, liberata dalla fitta vegetazione che ne copriva interamente il prospetto, le casiceddhre di Cosimo Marra sul terrazzo del castello, i labirinti dei frantoi ipogei che gravitano nel sottosuolo di piazza S. Michele, oggi oggetto di attenzione da parte dell’amministrazione comunale di Galatina affinché possano essere aperti al pubblico. E poi la ricca masseria Colabaldi situata nel punto più alto di Noha, illuminata da una splendida luce autunnale del pomeriggio. Grazie agli Amici del presepe di Noha sarà possibile rivivere gli arredi e le atmosfere di un tipica masseria di fine XIX secolo e visitarla nella giornata di domenica 2 ottobre magari accompagnando i figli a far conoscere la civiltà contadina salentina, ormai scomparsa. Resta ancora chiusa alla curiosità del grande pubblico, l’architettura eclettica e bizzarra della casa Rossa, con le sue grotte artificiali e il bellissimo aranceto e ci auguriamo che queste giornate servano a smuovere gli attuali proprietari per un’apertura straordinaria del sito.
Tanto e ancora di più racconta questa cittadina nel cuore del Salento, grazie all’amore e agli studi di un gruppo di idealisti ottimisti che sono gli amici dell’Osservatore Nohano che da qualche anno a questa parte stimolano l’opinione pubblica con le loro ricerche ed i loro dibattiti. Padre Francesco d’Acquarica, il fratello Marcello, l’artista Paola Rizzo, Antonio Mellone e tutti coloro che si sono affiancati a questa volontà comune di far emergere dall’oblìo del tempo, tesori di storia locale.
Mi piace chiudere con le belle parole pronunciate ieri da Marcello d’Acquarica in occasione della presentazione del libro di P. Francesco d’Acquarica, Curiosità sugli arcipreti e persone di chiesa di Noha, -“ chi non conosce non può amare”- ha esordito nel suo discorso, stimolando la conoscenza sulla città di Noha, si cerca di far rinascere l’amore verso il proprio territorio e la propria identità. Mi auguro che si al’inizio di qualcosa di bello.
Per questo serve anche la tua firma : in via del Pigno a Noha, anche stasera esprimi l’amore che è in te.

Angela Beccarisi

fonte:galatina2000.it

 
Di Antonio Mellone (del 26/06/2014 @ 15:57:17, in NohaBlog, linkato 4921 volte)

La mia amica Maria Rosaria sa come provocarmi. Stavolta, non bazzicando io su face-book (vengo male di profilo), mi manda un sms in cui mi riferisce che la festa dei Santi Pietro e Paolo di Galatina è stata sponsorizzata nientepopodimenoche dal TAP (Trans Adriatic Pipeline).

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Ho capito subito che non si trattava di un macabro scherzo ma della pura verità. Anche perché, lungi dal credere che i signori del TAP fossero consacrati ai due nostri santi apostoli, sapevo da tempo che esistono dei personaggi negli staff di codeste organizzazioni che hanno il compito di convincere popolazioni, associazioni, confraternite, confesercenti, comitati-feste, congreghe, pescatori e via di seguito circa la bontà delle loro “grandi opere”. Ne sono un esempio lampante, tanto per fare dei nomi, il MOSE, l’EXPO 2015, il MUOS, LE-DISTESE-DI-PANNELLI-FOTOVOLTAICI-IN-MEZZO-AI-CAMPI, il MEGA-IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO (targato Roberta), il MEGAPORCO PANTACOM,  il TAV, la SS 275 (la strada statale a quattro follie verso S. Maria di Leuca).
Ma, come noto, agiscono così anche altri gigli di campo come l’ILVA di Taranto (la famosa fabbrica di tubi in acciaio e cancro), e, tanto per non andare troppo lontano, la COLACEM.
Sì, nella stragrande maggioranza dei casi per edulcorare la pillola o indorare la supposta si cerca di trasmettere un rassicurante senso di compatibilità e armonia ambientale (è più o meno come pubblicizzare le sigarette che fanno bene alla salute dei polmoni); si blatera di “ricadute occupazionali” e di “volano per lo sviluppo” (tanto per arricchire il lessico); si promette il solito risparmio sulla bolletta energetica (gli allocchi che credono agli asini che volano sono ancora un’infinità); e, ciliegina sulla cacca, si certa di realizzare, come dire, una sorta di captatio benevolentiae attraverso la sponsorizzazione di eventi sportivi, associazioni culturali, concorsi a premi, borse di studio, tornei, motoraduni, sfilate, restauro di altari e, novità dell’ultim’ora, feste patronali.

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Per gli atei-devoti che frequentano le pie novene e che non lo sapessero ancora, diciamo che il TAP è un gasdotto, anzi una joint venture internazionale che ha intenzione di perforare il suolo in profondità, di tagliarlo per mare e per terra per centinaia di chilometri solo “perché ce lo chiede l’Europa”.
Questo gasdotto (opera privata definita con un certo sense of humour di pubblica utilità) dopo aver attraversato l’Adriatico, dovrebbe sbarcare nel Salento, più o meno nei pressi delle belle spiagge di Melendugno (sennò che gusto ci sarebbe nel trasformare la Puglia in una servitù di passaggio e in una terra di inutile accumulazione di fonti energetiche senza il colpo di grazia agli ultimi baluardi della grande bellezza).
Ma non è solo questo. TAP, infatti, è per forza anche sinonimo di inquinamento, compreso quello dei mezzi che lavoreranno per anni per la realizzazione dell’opera, nonché quello connesso alle inevitabili perdite di gas, nei mari, nel sottosuolo e nell’aria.
Nel mare, per dire, si prospetta un cantiere caratterizzato dalla presenza di navi di supporto e di svariate escavatrici meccaniche, che come dei lombrichi scaveranno davanti per espellere detriti dal didietro. Ovviamente la roccia impermeabile dei fondali non è della consistenza della margarina. Ergo queste trivelle orizzontali necessiteranno tra gli altri anche di lubrificanti costituiti da olii emulsionati e altre schifezze la cui composizione spesso è coperta da segreto industriale. Tutto materiale che ovviamente andrà a finire nei fondali marini, nei pesci, in noi.
Per non parlare del fatto che, una volta approdato nel Salento, il TAP avrà bisogno di una centrale di pressurizzazione che, oltre ad occupare un’altra area, parrebbe di 12 ettari (e te pareva), rilascerà non olezzo di profumo Chanel n. 5 o altra acqua di colonia ma esalazioni ed altre emissioni appestanti dappertutto, e con tanto di colonna sonora (altrimenti detta inquinamento acustico); senza citare il resto dei danni alla flora, alla fauna e a ciò che rimane della povera catena bio-alimentare.
Dulcis in fundo? Sembra che anche i TAP-dirigenti candidamente ammettano che una struttura del genere abbia una durata media di 50 anni, al termine dei quali verrebbe chiuso il rubinetto e abbandonato tutto in loco, e buonanotte ai suonatori (della pizzica di San Paolo).

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Ma a quanto pare l’inquinamento del TAP non sembra essere solo ambientale, evidentemente è anche sociale, culturale, intellettuale, mentale. Basta leggere le risposte date al telefono a Raimondo Rodia da parte di un esponente del comitato festa patronale di Galatina - secondo cui non sarebbe importante la provenienza dei 30 denari ma il loro utilizzo - per averne la prova inconfutabile. Come si fa a proferire una scemenza del genere e soprattutto in nome di quale etica rimane il più classico dei misteri dolorosi.

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Ma poi mi chiedo ancora se non sarebbe più “cristiano” che a finanziare la festa di un santo patrono fosse la comunità tutta, autotassandosi come fanno altrove senza il bisogno di presentarsi al cospetto dei marpioni di turno con il cappello in mano.
E’ davvero così difficile che i 30.000 galatinesi si mettano una mano sulla coscienza e l’altra in tasca per tirar fuori due euro (dico 2 euro) pro-capite per racimolare una cifra più che sufficiente per dar vita a dei festeggiamenti decorosissimi e soprattutto “partecipati” (in tutti i sensi)?
Se davvero così fosse (o non fosse) significherebbe che il popolo di Galatina ha ceduto se stesso, la sua vita, il suo territorio a chi crede che tutto possa essere comprato, dandosi così alla più abietta forma di prostituzione. E allora meglio sarebbe, per uno scatto di dignità, boicottare questa benedetta festa patronale.

***

Mi sarei aspettato che il mio sindaco, sul tema, avesse proferito più o meno queste parole: “Cari concittadini, per sentirci comunità non abbiamo bisogno di imbonitori, ma di determinazione e fantasia al fine di preservare la nostra storia, la nostra terra, la nostra serietà. Diciamo una buona volta un secco no a chi ci vuole come un popolo ubbidiente e cieco, rassegnato, fatalista e prezzolato che non s’accorge – o non gliene importa niente – se gli sottrarranno terra e democrazia. Riscattiamoci dal morso di questa nuova tarantola, rappresentata da un capitalismo di rapina che privatizza gli utili e socializza le perdite, credendo poi di darci il contentino sotto forma di sponsorizzazione”.
Ma per sentire un discorso di questo tenore da parte di Mimino nostro ci vorrebbero due miracoli: uno di San Pietro ed un altro di San Paolo. In contemporanea.

Antonio Mellone

 

Visto che la prima (cioè l’ennesima) lettera indirizzata all’assessore Andrea Coccioli il 24 luglio scorso non ha avuto esito alcuno (capirai che novità, sicché la luce in fondo al tunnel del centro polifunzionale di Noha la vedremo con il binocolo), proviamo ad indirizzare alla nostra carissima delegata dal sindaco, al secolo avv. Daniela Sindaco, queste domandine semplici semplici. Ma, giacché ci siamo, vorremmo che sul tema battessero un colpo (non apoplettico, per carità di Dio) anche gli altri politici nohani, vale a dire: Antonio Pepe, Giancarlo Coluccia e Luigi Longo, tutti esponenti, insieme alla collega di cui sopra, del partito unico PD-NCD-RC (Pancia Dilatata, Non C’è Dubbio , Riposo Cerca).  

*

Cari D-A-G-L, lo sapevate che, salvo errori od omissioni, sarebbero a disposizione dei comuni pugliesi 17.000.000 di euro per la ristrutturazione, il restauro e la riqualificazione del patrimonio architettonico e artistico del comune? Che questi fondi pare siano stati messi a disposizione dall’assessorato all’Industria turistica e culturale della Regione Puglia (e non, per dire, del Friuli Venezia Giulia)?

L’uccellino, cioè Internet (basterebbe bazzicarvi un poco, lasciando perdere ogni tanto le baggianate di FB, specie quelle sgrammaticate e oziose) ci ha rivelato che c’è un avviso pubblico, dunque  senza segreto di Stato, rientrante nell’accordo di programma quadro (Aqp) “Beni e Attività culturali”, FSC Fondo di Sviluppo e Coesione 2007/2013, sottoscritto dalla Regione Puglia, dal Mibact e dal Mise il 13 novembre 2013, ratificato con delibera di Giunta regionale n. 2165 del 19 novembre 2013 (pubblicato sul Burp n. 158 del 3 dicembre 2013) e successivamente modificato con procedura scritta, avviata il 18 dicembre 2014 e conclusa l’8 gennaio 2015 (Dgr n. 461 del 17 marzo 2015).

Ebbene, lo sapevate che potrebbero (o, ahimè, avrebbero potuto) presentare le istanze di finanziamento gli Enti pubblici locali territoriali come i Comuni, singoli o associati, le Province, le Città metropolitane della Regione Puglia?

Cari D-A-G-L, volevo chiedervi, da semplice cittadino stanco della solita fuffa, se per caso aveste pensato e magari presentato (o sollecitato la presentazione di) un qualche progetto di “restauro, riqualificazione e valorizzazione” di qualche bene  culturale di Noha, come per esempio la torre dell’orologio, svettante nella pubblica piazza (non si sa bene per quanto tempo ancora viste le sue condizioni statiche).

Se sì, perché non ce l’avete detto? E se no, perché no?

Ah dimenticavo: lo sapevate (ma sì che lo sapevate) che le domande dovrebbero essere inoltrate, pena esclusione, unicamente via Pec all’indirizzo beni culturali.regione@pec.rupar.puglia.it, a partire dal 1° settembre 2015 e fino alle ore 24 del 15 settembre 2015?

Dai, ditemi che ce l’abbiamo fatta.

Bene: ora avanti con la solita bufala. Di cui si sente già, lontano un miglio, un olezzo di stalla.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 05/02/2017 @ 15:42:28, in NohaBlog, linkato 2243 volte)

Non c’è popolo al mondo più sonnacchioso, rassegnato, smemorato, in una parola, ‘vavusu’ del galatinese. Con le dovute eccezioni, s’intende. Che confermano la regola.

Gli si può fare di tutto: come per esempio liberare definitivamente il suo territorio dagli alberi residui (quercia vallonea inclusa) per farne una circonvallazione senza senso più che a doppio senso; affumicarlo con gl’inebrianti miasmi delle ciminiere di un cementificio o di una fabbrica di calce; uccidere i suoi beni culturali, come il suo  stupendo centro storico, con il traffico diuturno di auto di ogni cilindrata grazie all’alibi dei negozi “che altrimenti chiuderebbero”; buttar via i soldi delle sue tasse in opere cosiddette pubbliche, inutili, costose e spesso dannose (come un hangar-palestra inservibile, un auditorium inaudito, un centro polivalente senza energia elettrica, e via elencando);  devastare la sua periferia con una miriade di comparti edilizi di frontiera, quando del già costruito non si contano le volumetrie invendute, inutilizzate, abbandonate; riempire i suoi campi e, quando non bastano, anche le piazzole di sosta delle strade dei suoi suburbi con rifiuti di ogni colore, taglia, puzza e pericolo; fargli credere che certe aziende (tipo Tap, e altri gigli di camposanto) sponsorizzino la sua festa patronale o altre “iniziative culturali” per magnanimità o mecenatismo e non invece per la loro coda di paglia lunga fino alla via di Soleto; indurlo all’esultanza quando i politicanti locali se ne escono con qualcuna delle loro, tipo una novella area mercatale che consista in altri ettari di terreno da coprire con una bella coltre cemento vibrato; prenderlo per il culo con la scusa del “volano dello sviluppo” e delle “ricadute occupazionali” (ricadute una dietro l’altra) derivanti dall’ennesimo centro commerciale di una ventina di ettari da impiantare nella campagna di Collemeto; eccetera, eccetera.

A proposito di quest’ultimo centro commerciale, il 13 gennaio scorso, la solita penna ad inchiostro linfatico (siamo ormai nel campo delle ghiandole salivari), sul consueto quotidiano (il minuscolo non è casuale ma causale) scioglieva inni e canti al divino e eucaristico progetto Pantacomico, che pare abbia avuto un ulteriore OK da parte del dirigente (o digerente, vista la bocca buona e lo stomaco forte), funzionario addetto a non so cosa, tale Antonio Orefice, che tomo tomo, cacchio cacchio, immagino con l’assenso anche del commissario prefettizio Guido Aprea (o forse Guido in Apnea), con un assenso nel silenzio generale, ha cambiato nome alla città: da Galatina a Sodomina.

In un trafiletto-colpo-di-grazia, il gazzettante di corvée si presta a illustrarci tutti i punti per i quali il mega-porco commerciale è di “pubblica utilità”, anzi una figata vera e propria. Tipo: “la salvaguardia della rete commerciale della città” [come, non è dato sapere, ndr.]; “la cessione al comune di un’area di 300 metri quadrati da destinare alla promozione dei prodotti locali” [come per dire il pasticciotto di Galatina, e altre leccornie loro. Secondo me la salma del povero Andrea Ascalone, per risparmiargli ulteriore pena, l’avranno sepolta già rivoltata, ndr.]; per non parlare poi della “creazione di impianti sportivi e per il tempo libero” [da trascorrere ovviamente al centro commerciale, e dove sennò, ndr.]; e ancora “un impianto ludico-ricreativo per bambini di 10.000 metri quadri” [povere creature. Poi si lamentano se a 20 anni i figli ammazzano i genitori, ndr.] e infine – mi voglio rovinare - “il parco pubblico che sarà attrezzato, completato e ceduto al patrimonio comunale” [così i galatinesi non faranno più le loro passeggiate ecologico-romantiche con decine di giri in macchina intorno alla villa, con tanto di braccio fuori dal finestrino, ma direttamente in questo novello parco: sarà certamente più cool, anzi paracool, ndr.].          

Mi sa tanto che di questo passo, tra un copia-incolla, un taglia-e-cuci, un mangia-e-bevi, un servo encomio e un codardo oltraggio, l’unica superstite rubrica del Quotidiano in grado di mantenere un sufficiente livello di autentica scientificità rimarrà quella dell’oroscopo.

*

Ora. Capisco che a Galatina la democrazia faccia ribrezzo, se non addirittura schifo, e che la maggioranza dei notabili locali con il codazzo degli accoliti preferisca il “quieta non movere”, un podestà ad un sindaco democraticamente eletto, la presa in giro alla verità. Ma santo cielo, è mai possibile che nessun elettroencefalogramma abbia dato un minimo segnale di movimento, o che nessuno abbia fiatato o alzato ciglio o storto il muso o mosso un dito all’annuncio di questo capolavoro di alta oreficeria (Orefice), ulteriore passo verso il Golgota di una città già provata da anni di malapolitica, scemenze inenarrabili e consociativismo da picchi himalaiani? Sì, evidentemente è possibile.

Oh, Galatina, per favore, smetti di farti del male una buona volta: lascia in edicola ‘sto cazzo di giornale, spegni la televisione e mettiti a leggere finalmente un libro.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 07/03/2015 @ 15:36:00, in Comunicato Stampa, linkato 2282 volte)

Un pomeriggio di ascolto e riflessione è il secondo appuntamento con Mille e una Donna, progetto condiviso da due associazioni salentine molto attive sul territorio, SoniBoni Officine culturali e Dna donna, per un percorso che valorizzi la parità di genere.

E' importante parlare di "Giornata" della donna perché non si tratta di una festa, non ricordiamo un evento felice per le donne. Tuttavia si ritiene importante incontrarsi, tra donne e uomini, per ricordare la forza, la bellezza e le vittorie delle donne, senza dimenticare che ancora oggi, come in passato, troviamo atteggiamenti discriminatori verso le donne, disparità di trattamento sul lavoro e nella vita sociale.

L'appuntamento presso gli spazi colorati di Dna donna è previsto per le 19h00, aprendo la serata con un momento di discussione e dibattito rispetto alle mille sfaccettature delle donne. Dopo la presentazione del centro Dna donna e Soniboni si aprirà il Cerchio delle donne dove alcune letture, esperienze, riflessioni saranno l'inizio di un dibattito aperto e sincero, senza filtri e convenzioni, per confrontarsi con la realtà quotidiana, individuando anche strade, spazi, percorsi condivisi, per trovare soluzioni concrete.

A cornice del dibattito a cui parteciperanno con alcune letture e testimonianze Angela Leucci, Ada Metafune, Chiara D'Ostuni, Pamela Maglie, Leila Carlyle, Enza Miceli, Stefania Cosi, Marisa Stivala sarà presente dalle 19.00 un angolo photoshooting, a cura della fotografa Lavinia Urso, dove ognuno potrà farsi fotografare scegliendo una frase importante di alcune donne che hanno fatto la nostra storia e che potranno essere scelte tra quelle messe a disposizione.

Valeria Puzzovio, illustratrice, ci regalerà un bel momento di live painting realizzando un lavoro a tema, insieme ad un'esposizione dei suoi ultimi lavori. Proiezioni di genere verranno trasmesse durante tutta la serata che si chiuderà con un momento condiviso dall'aperitivo musicale, momento di social food e buona musica, per concludere la serata in semplicità ed allegria.

Per informazioni - DNAdonna Ass. di volontariato per il contrasto alla violenza sulle donne - SONIBONI Officine culturali Ass. di promozione sociale - Tel. 329.81.20.306 (Segreteria Dna donna) - Tel. 339.44.92.300 (Segreteria Dna donna)

 
Di Marcello D'Acquarica (del 13/09/2020 @ 15:32:24, in NohaBlog, linkato 894 volte)

In questi ultimi mesi di "vita permanente a Noha" ho compreso meglio un paio di cose che ritengo importanti. Parliamo di cultura, di educazione civica, ma soprattutto di beni culturali e, ahimè, di sporcizia. In una parola sola: degrado.

Credo che se Galatina non avesse la basilica di Santa Caterina, forse non sarebbe un Comune fuori dal comune, sarebbe come tanti altri, tipo: Seclì, Collepasso, Andrano, ecc. Tutti bellissimi centri del Salento, senza nulla togliere, ma vogliamo mettere la  cultura e la storia grandiosa che riguarda Galatina? Si preferisce invece tenere viva l'attenzione sulla mondanità giornaliera, quella ardente della passione consumistica, frivola e qualunquista. Per cui tolta la Basilica (che sta rischiando, anch’essa, di diventare merce di scambio), conviene chiudere gli occhi già solo entrando in città provenendo da Lecce: il passaggio a livello è sempre lo stesso da almeno settant'anni. Evito volutamente di entrare nel merito di un’eventuale ulteriore devastazione cui si è pure fatto cenno di recente, a proposito di improbabili sottopassaggi. Per non parlare, poi, di quell'altro fantasioso progetto (speriamo abortito) di un mega parcheggio sotterraneo nelle adiacenze di corso porta Luce. Cose dell'altro mondo, si direbbe, se non che l’altro mondo sembra essere proprio questo.

Anche entrando da sud, e cioè dalla via di Noha, c'è da mettersi le mani nei residui capelli. Eppure sbattiamo il naso davanti ad un complesso scolastico che dovrebbe educare migliaia di ragazzi. Invece cosa vedono i nostri figli? Nuovi comparti edilizi e spazzatura (posto che esista una differenza tra i due concetti). L'estate scorsa, ottemperando al loro impegno, i ragazzi del progetto Monitor 7018 del servizio civile, hanno rimosso, sparsa nell'erba un bel po’ di monnezza del tipo casalingo, dall’area adibita a parcheggio per l’intero complesso scolastico. D'altronde l’area non è mica una zona PIP.

Quando piove un po’, e questo accade ormai da decenni, la via di Noha, a ridosso del complesso scolastico, diventa un mare, e a questo mare, con un sostrato di asfalto e cemento, noi altri non facciamo altro che aggiungere copiose lacrime di coccodrillo.

E vogliamo parlare dell’area Nachi? Incendio propedeutico al cantiere: fra i soliti rifiuti bruciati ci stava anche un palo di cemento e amianto che con l'incendio si è sfarinato e ha brillato le sue ceneri al vento per almeno due settimane. Naturalmente certe polveri sottili non devono chiedere il permesso per finire dritte dritte nei polmoni degli esseri viventi. Alla faccia delle famose normative che costringono alla messa in sicurezza dei cantieri.

A voi pare che s’indigni qualcuno (salvo le solite eccezioni)? A me sembra che tutto taccia. Oggi pare che non ci faccia più caso nessuno. Sta diventando normalità la bruttezza. L’eccezione è diventata la regola.

Dei beni culturali, manco a parlarne. Men che meno dei beni culturali di Noha.  D'altronde se la magnificenza di Galatina con i monumenti e i suoi illustri personaggi, al di là di qualche cittadino (che ancora esercita il ben dell’intelletto), dorme di fatto il sonno della ragione, come possiamo sperare che venga ricordata e custodita la storia millenaria di una piccola frazione con le sue (modeste per carità) testimonianze?  E non mi riferisco alle famose (spero non tristemente) Casiceddhre che si stanno viepiù riducendo in farina di pietra leccese, visto la sostanziale continuità di “attenzione” tra la vecchia e la nuova proprietà, ma anche per esempio ai ritrovamenti delle tombe messapiche che sembrano spariti perfino dal museo civico di Galatina, dov’erano posti, diciamo così, al sicuro.

E di fra' Matteo da Noha che dipinse gli schienali del chiostro di Santa Caterina si parla mai?  E di Giovanni Ciranoia, un possidente di “Noia” che donò i suoi terreni per costruirci sopra la basilica orsiniana, qualcuno fa mai menzione nei suoi tour? Pure l'idea di dire che “Noha non esiste” (dichiarazione pubblica di un assessore delle ultime amministrazioni), che è dunque una periferia di Galatina, è diseducativo, nonché poco rispettoso della nostra identità storica. Se non si conosce non si ama. E  difatti i risultati si vedono.

Insomma, il degrado prima ancora che materiale è soprattutto mentale.

Marcello D’Acquarica

 
Di Antonio Mellone (del 31/12/2014 @ 15:20:00, in Presepe Vivente, linkato 2288 volte)

L’altra sera mi chiama Gianni De Ronzi, invero un po’ risentito, no, che dico, risentito è troppo, diciamo un po’ amareggiato: “Ma tu cosa pensi dei miei cento passi? Non hai ancora detto nulla. Perché non parli”.

Glielo dico ora con queste righe, forse perché vado meglio negli scritti che all’orale (o comunque – diciamo così - meno peggio).

*

I cento passi rievocano la distanza che c’è o c’era tra la villa del boss Tano Badalamenti e la casa di Peppino Impastato, figlio di un mafioso, ma giornalista antimafia, assassinato il 9 maggio 1978, indovinate da chi.

Peppino Impastato nel film dal titolo “I cento passi” (appunto) di Marco Tullio Giordana così urla la sua rabbia: “Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!”.

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Sì, “prima di non accorgerci più di niente” abbiamo bisogno di fermarci, riflettere sui cento passi, dei nostri cento passi, e decidere di andare avanti percorrendoli, oppure di bloccarci, ritornare sui nostri passi, fare marcia indietro, o percorrerne altri cento in tutt’altra direzione.  

Cento passi è una distanza da mantenere, ampliare o colmare. Mi piace mantenere o ampliare certi intervalli; vorrei colmarne molti di più, compiendo i miei cento passi persino in salita, in strade strette, impervie, accidentate.   

I pellegrini del presepe di Noha hanno percorso con lentezza i cento passi per raggiungere la grotta della Ri-Nascita, ammirato volti impressi su fogli ed attaccati su di un muro (anch’esso da abbattere prima o poi), ricalcato orme bianche sull’asfalto, atteso il proprio turno al vento di tramontana.

Cento passi alla ricerca di un Dio-Salvatore, spero non un Dio vincente ma un Bambino dalla parte dei vinti; non un sommo sacerdote ma un pargolo adagiato nei bassifondi del mondo. Un Dio che ha il volto di una ragazza mai baciata o quello di un giovane senza amore; un Dio disoccupato, precario, a scadenza, uno schiavo moderno senza diritti, uno sventurato vittima del disinteresse (o interesse) degli altri, un emigrante considerato “clandestino” da una legge barbara, una prostituta sfruttata dai papponi di basso o alto bordo, un omosessuale discriminato dai perbenisti di facciata, un disabile senza assistenza, un morto sul lavoro sacrificato al profitto, un malato di cancro per via dei nostri disastri ambientali, uno studente senza sussidio, un ricercatore senza fondi, uno scioperante per il proprio contratto. Cento passi per questo Dio e per il riscatto di molti.

Conviene compiere cento passi giorno dopo giorno per scippare ai poteri costituiti dei pezzi di verità, per alimentare uno spirito critico sempre vigile, per avere il coraggio di indignarsi e dire quel che si pensa, per non respingere sogni e utopia in grado di cambiare il mondo, per metterci la faccia (come hanno fatto i protagonisti del presepe vivente di Noha). Cento passi si percorrono per la difesa del paesaggio, per il consumo frugale, per la crescita zero in fatto di sviluppo edilizio, per la tutela dei nostri beni culturali. Cento passi per incontrarsi, dar corso alla rivoluzione della sobrietà e della saggezza, non cessare mai di imparare dalle sconfitte, aver voglia di credere che si possa sempre ricominciare, garantire che nessun vantaggio venga da una prepotenza. Ancora cento passi per essere stecca nel coro belante, non smettere di combattere, e credere che la parola lotta sia voce del verbo amare.

Questi sono i miei cento passi. Spero che qualcun altro abbia voglia di percorrerli insieme a me.  

Auguri, e altri cento passi ad ognuno di voi.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 01/01/2022 @ 15:18:43, in NoiAmbiente, linkato 609 volte)

Parafrasando Giacomo Leopardi in una sua famosa frase, ci viene da pensare: Siamo storditi dai rifiuti che produciamo.
Senza questa abbondanza di rifiuti, non ci sarebbe bisogno di tante discariche, non ci sarebbe il CSS da bruciare, il percolato che intossica terra e acqua, emissioni che bruciano i polmoni, roghi abusivi e inceneritori ufficiali. Se ci fossero meno rifiuti la Natura ci benedirebbe. Ma aldilà di ogni "io credo che..." c'è la realtà, o verità che dir (non) si voglia.
Quanto (NON) sia prioritario il problema "inquinamento", lo si vede a partire dalle piccole cose:

Queste sono solo un piccolissimo esempio del degrado che regna dentro e fuori le nostre bellissime Galatina e frazioni. Senza contare delle centinaia di migliaia di buste e bustoni sparsi lungo i bordi delle strade, che puntualmente vengono macerati dal tempo e rinnovati da ignobili individui.
Poi ci sono le grandi “cose” che se pur impegnate nel sacrosanto diritto di garantire occupazione e nel rispetto di norme  tirate allo stremo (quindi, per  decine e decine di anni sempre al massimo con inquinamento e profitto e con alto rischio salute) lasciano, obtorto collo, ingenti tracce preoccupanti nell'aria, nel suolo e nell'acqua.
Dell'acqua, questo miracolo della Vita, non ne parliamo. Quella emunta dai pozzi artesiani della nostra zona, pare che vada bene solo per innaffiare i campi. Non potabile, così dicono da ben oltre un decennio buona parte dei laboratori di analisi, sempre di zona.
Resta infine il cibo che ingeriamo, ma quello ovviamente è coltivato nel sistema e con il sistema (industrializzato) serve a salvare capra e cavoli. Dove i cavoli, amari, sono sempre degli inermi cittadini.
E i medici, i poveri medici, che devono dire? Fanno la conta di quanti e di quali tumori uccidono i loro pazienti, spesso prematuramente, e con maggiore virulenza di nuove patologie, ora pure endemiche. E lo denunciano perfino su PROTOS 2020, sul progetto Minore promosso e realizzato da LILT  (Lega Italiana contro la Lotta ai Tumori), sugli Studi IMP.AIR, inerente ai danni precoci al DNA dei bambini di Galatina portato avanti dall’Università del Salento. Ma a quanto pare, i notiziari del tutto e del di più, compresa la maggior parte dei media galatinesi, preferiscono trattare altro, forse parlarne porta male e quindi avanti con il “tutto va bene”.

Resta quindi il dolore per chi incappa nella tragedia della malattia.
Per questo proprio non ci riesce di augurarvi un buon fine anno e un felice anno nuovo con le consuete parole del tipo "speriamo che...".
Certo non diciamo di no alla speranza della resurrezione in coscienza, ma diciamo con forza che abbiamo il dovere di considerare la tutela del Creato e delle Sue creature "Prioritario" con ogni atto, a cominciare dal primo pensiero di ogni mattina al risveglio.

Sindaco, Assessori, maggioranze e minoranze di questa Amministrazione, cittadini tutti, ci manca forse il coraggio?  O non lo riteniamo "Prioritario"?

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali

 
Di Redazione (del 09/08/2015 @ 15:18:42, in Comunicato Stampa, linkato 2062 volte)

Si rinnova per il quinto anno consecutivo l'appuntamento con l'evento-spettacolo estivo più esclusivo e frizzante del Salento targato “QUELLI DI PIAZZA SAN PIETRO”: "I LOVE ’80 PARTY 2015" del 16 e 17 agosto che si svolgerà in piazza San Pietro a Galatina.

In particolare, negli anni passati, le esibizioni di Gazebo (2012), Righeira (2013), Leroy Gomez dei Santa Esmeralda (2013), Leee John degli Imagination (2014) e Spagna (2014), hanno registrato diverse migliaia di spettatori.

Quest’anno ci saranno ben due serate durante le quali si esibiranno prestigiosi artisti italiani e stranieri: un meraviglioso ed affascinante “Revival ‘80” dedicato alla grande DISCO-MUSIC dei migliori anni partendo dagli anni 70, passando soprattutto agli anni 80 periodo simbolo della disco fino ad arrivare alla grande HOUSE-MUSIC degli anni 90; chi ha vissuto questi anni li adora, chi non li ha vissuti ne è sempre più affascinato.

Durante la prima serata (DOMENICA 16 AGOSTO) avremo una parata di fantastiche icone degli anni 80: SANDY MARTON, TRACY SPENCER, GARY LOW e ALVARO VITALI.

Tracy Spencer, nome d'arte di Louise Tracy Freeman è una cantante inglese piuttosto nota alla fine degli anni ottanta, scoperta da Claudio Cecchetto, che dominò la hit parade italiana nell'estate 1986 con “Run to Me”, brano che la portò a vincere il Festivalbar 1986.

Gary Low porterà in piazza San Pietro i pezzi che gli hanno regalato il successo: “La colegiala” nel 1984, indimenticabile pezzo custodito nelle borse dei deejays per un decennio, che ha di fatto travolto i dancefloor di tutta Europa. Tra le hit del cantante italo spagnolo anche “You are a danger” e “I want you”.

Sandy Marton scoperto dal talent scout Claudio Cecchetto nel 1983 esordisce col singolo intitolato ‘Ok Run’ prodotto dallo stesso Cecchetto. L'anno successivo, con l’inconfondibile ciuffo biondo e tastiera elettronica a tracolla, arriva il grande successo col brano disco-dance in inglese ‘People from Ibiza’ che in breve tempo diventa uno dei tormentoni più conosciuti della disco-music made in Italy.

Non poteva mancare un omaggio al cinema ed in particolare alla Commedia all’italiana che negli anni ’80 ha vissuto il periodo più florido grazie anche all'intramontabile Alvaro Vitali: eclettico, stravagante, esilarante e irriverente con una inconfondibile risata, lo sguardo un po' strabico, la testa ovale e quella faccia che diventa una buffa maschera di piacere quando spia le più belle attrici del filone della commedia terribilmente sexy, mentre queste si spogliano o si fanno la doccia; memorabili sono le sue interpretazioni nei panni di Pierino, diventato ben presto il personaggio-simbolo di un'intera generazione. Alvaro Vitali, in arte Pierino, accompagnato dalla sua soubrette ci farà rivivere, attraverso scenette comiche in molteplici vesti, quel fantastico ed indimenticabile periodo.

Alla guida di questa fantastica “macchina del tempo”, per il 5° anno consecutivo, PIERO MARCIANO': animatore radiofonico, dal 1979, speaker e voce istituzionale di numerose emittenti radiofoniche è tra i più conosciuti ed amati Disc Jockey Salentini degli anni 80. In qualità di Direttore Artistico ci accompagnerà in un esclusivo e unico spettacolo che farà rivivere il tripudio di colori, sensazioni ed emozioni le tipiche atmosfere degli anni ’80 e non solo: insomma uno spettacolo-evento con profonde radici socio-culturali che toccherà tutti in un turbinio di suggestioni e di ricordi.

LUNEDI’ 17 AGOSTO avremo in “apertura” i fantastici ragazzi del gruppo musicale “THE STORYTELLERS” che con la loro esibizione racconteranno e suoneranno dal vivo la storia dell’Hard Rock, dalle insospettabili origini fino all’epoca d’oro.

A seguire la funky band più famosa d’Italia farà tappa a Galatina con un concerto di grandi successi e di nuove canzoni: i DIROTTA SU CUBA ritorneranno infatti da protagonisti sulla scena musicale italiana con una grande novità: di nuovo insieme nella loro formazione originale, con cui si sono fatti amare e apprezzare al grande pubblico. Quella che tanti successi ha regalato alla musica italiana, come “Gelosia”, “Dove sei”, “Ridere”, “Sensibilità”, “Liberi di liberi da”, “Notti d’Estate”, “E’ andata così” e tantissimi altri.

Rivivremo vent’anni di musica e successi con cui i Dirotta su Cuba hanno fatto infuocare, saltare e ballare le piazze e i ragazzi di tutta Italia; tutto questo in un concerto che propone i brani che l’hanno resa popolare al grande pubblico, riproposti per l’occasione con nuovi ed accattivanti arrangiamenti, ma sempre ricchi di classe ed energia travolgente dal vivo.

Ma non è finita...... a seguire infatti sarà la volta dello spettacolo “IL FESTIVAL BAR ITALIA” con Vanny Deejay e Fabio Marzo a trasformare Piazza San Pietro in una discoteca a cielo aperto fino a tarda ora; proporranno un format ben consolidato composto da un ''Team'' che porta nelle piazze del Salento e non solo, uno show in pieno stile concerto, abbracciando un pubblico di tutte le età, dai nostalgici degli anni 60 ai giovani di oggi, con brani rivisitati in chiave remix. Insomma un evento dedicato alla musica Italiana da ballare con sceneggiature ed allestimenti in perfetto stile Italiano.

A presentare la serata del 17 agosto un duo d’eccezione: MARIO MASCIULLO ed un funambolico GIANFRANCO LORETA che onoreranno gli spettatori e l’illustre pubblico della loro divertente, intelligente ed affascinante presenza.

Con "I LOVE ’80 PARTY 2015", chiudendo gli occhi, ognuno di noi potrà ritornare ai suoi indimenticabili anni 80 rivivendone ancora i ricordi.

ABSOLUTELY FREE ENTRY
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Di Albino Campa (del 14/02/2007 @ 15:13:03, in La Storia, linkato 6449 volte)

Eccovi le lezioni  tenute da
P. Francesco D'Acquarica - il 29 gennaio 2007
e da
Antonio Mellone - il 1 febbraio 2007
davanti a vasta e competente platea, nel ciclo di lezioni dell'Anno Accademico 2006-2007  dell'Università Popolare "Aldo Vallone" di Galatina, nei locali del Palazzo della Cultura, in piazza Alighieri, cuore di Galatina.
E' ora che la nostra storia varchi i confini e gli ambiti più strettamente "provinciali".

 

1)Lezione di P. Francesco D'Acquarica



2)Lezione di Antonio Mellone

Lunedi scorso da questa stessa “cattedra” ha parlato P. Francesco D’Acquarica. Il quale m’ha riferito di aver preparato la sua lezione con slides e foto che poi per questioni tecniche non ha potuto utilizzare.
Oggi chi vi parla, non disponendo,… anzi - diciamo tutta la verità - non avendo tanta dimestichezza nemmeno con quella diavoleria elettronica altrimenti chiamata Power Point, non ha preparato slides, né foto, non vi farà provare l’ebbrezza di effetti speciali (a prescindere dal loro funzionamento) e non vi proietterà nulla. E dunque, pur avendo oltre trenta anni di meno di P. Francesco, essendo molto meno tecnologico di P. Francesco, dimostrerà, con questo, come la storia a volte… possa fare salti indietro.

*

Quindi da un lato non vi proietterò nulla; dall’altro vi chiederò uno sforzo di immaginazione (ma alla fine vi suggerirò un supporto, uno strumento portentosissimo per fissare, per memorizzare quanto sto per dirvi. Poiché come diceva il padre Dante “… Non fa scienza, sanza lo ritener l’aver inteso”. La scienza è cioè contemporaneamente “comprensione” e “memoria”. Sapere le cose a memoria senza averle capite non serve a nulla; ma non serve a nulla nemmeno comprendere e non ricordarle! Cioè se uno intende, comprende, ma non ritiene, cioè non memorizza, è come se non avesse fatto nulla: o meglio non ha – diciamo – aumentato la sua scienza).

*

Questa sera cercheremo però in un modo o nell’altro di fare un viaggio nel tempo e nello spazio. E’ come se questa stanza si trasformasse in una macchina del tempo (ma anche dello spazio: ma non un’astronave!) che ci porti indietro nel tempo, nella storia, ma anche nella leggenda, nella favola, poiché, sovente, là dove scarseggia la documentazione, là dove il piccone dell’archeologo tarda a farsi vivo, è necessario supplire con altri dati, in molti casi con delle “inferenze” (che non sono proprio delle invenzioni) ma, diciamo, delle ipotesi ragionevoli.
Così dice il Manzoni nel capitolo XIII, allorché parla dello sventurato vicario – poi, bene o male, salvato, dalla inferocita folla, da Antonio Ferrer – “ Poi, come fuori di se, stringendo i denti, raggrinzando il viso, stendeva le braccia, e puntava i pugni, come se volesse tener ferma la porta… Del resto, quel che facesse precisamente non si può sapere, giacché era solo; e la storia è costretta ad indovinare. Fortuna che c’è avvezza.”
La storia è costretta ad indovinare; la storia s’inventa sovente le cose: fortuna che c’è avvezza.
La storia è avvezza ad inventar le cose!
E se lo dice il Manzoni stiamo tranquilli.
Dunque a volte nella storia può funzionare (e funziona: tranne che per qualche sofisticato prevenuto o per chi voglia leggere la storia con pretese inutilmente tormentatrici) la “ricerca interpretativa”; quella, per esempio, che porta un autore a dire esplicitamente quello che non ha detto, ma che non potrebbe non dire se gli si fosse posta la domanda.
Così in mancanza di documentazione la storia può servire non a darci delle risposte, ma a farci porre delle domande.
Le risposte ragionevoli a queste domande altro non sono che la costruzione della storia, nella quale – come dice Antonio Antonaci - il territorio, il folclore, la trasmissione orale, il dialetto, il pettegolezzo finanche, la leggenda il dato antropico, quello religioso, quello politico, ecc., si intersecano, uno complemento dell’altro…
E’ ormai pacifica un’altra cosa: lo storico, nelle sue ricostruzioni, inserisce il suo punto di vista, la sua cultura, finalità estranee ai testi ed ai fenomeni osservati. Per quanto cerchi di adattare il suo bagaglio concettuale all’oggetto della ricerca, lo storico riesce di rado a sbarazzarsi del filtro personale con cui studia le cose.

*

Ma prima, di procedere in questo viaggio fantastico, visto che vedo qualche volto perplesso (della serie: a che titolo questo sta parlando?) volevo dirvi chi è l’autista di questo autobus, chiamiamolo pure pulman turistico diretto verso Noha: la guida, se volete, di questa sera.
Dunque mi presento intanto dicendovi che sono Antonio Mellone. E su questo non ci piove.
E poi come constato con piacere, in mezzo a voi questa sera ci sono tanti miei cari ed indimenticati maestri che mi hanno avuto alunno alle scuole superiori: oltre al prof. Rizzelli, vedo la prof.ssa Benegiamo, la prof.ssa Baffa, la prof.ssa Giurgola, il prof. Carcagnì, la prof.ssa Tondi, la prof.ssa Masciullo, il prof. Beccarrisi, il prof. Bovino conterraneo, il preside Congedo, vedo l’ing. Romano, e tanti altri illustri professori delle medie, dei licei, della ragioneria ed anche dell’Università di Lecce, come il prof. Giannini, che ringrazio per le parole a me indirizzate. Sicché stasera più che in cattedra, mi sento interrogato, diciamo.
Grazie per l’onore che mi concedete nel parlare a voi, siate indulgenti con me, come tante volte lo siete stati allorché sedevo … dall’altra parte della cattedra!

*

Dunque per chi non mi conoscesse…
Sono di Noha, 39 anni, laurea cum laude in Economia Aziendale presso la Bocconi di Milano, dottore commercialista e revisore ufficiale dei conti, attualmente impiegato alle dipendenze di un importante istituto di credito (importante è l’istituto di credito: non io!) con la carica di Direttore della filiale di questa banca in quel di Putignano, in provincia di Bari.
Ecco: finora questi dati sono soltanto serviti a confondervi ulteriormente le idee, perché da subito spontanea sorge in voi la domanda: e questo Mellone cosa c’azzecca con la storia di Noha?
Allora aggiungo qualche altro dato: e vi dico che sono di Noha e che quell’Antonio Mellone che scrive su “il Galatino” (e gli argomenti nella maggior parte dei casi vertono su temi nohani) da ormai oltre 10 anni, è il sottoscritto.
Non solo, aggiungo e quadro il cerchio, dicendovi che ho curato e scritto insieme a P. Francesco D’Acquarica per l’editore Infolito Group di Milano nel mese di maggio 2006, il libro “Noha. Storia, arte, leggenda”, sul quale ritornerò qualche istante alla fine della nostra conversazione.
Fatta tutta questa premessa di carattere metodologico (che se volete potete considerare pure come “excusatio non petita”) entriamo nel vivo della discettazione, o lectio, o “lettura” che dir si voglia (così come un tempo veniva chiamata una lezione universitaria).

*

Per la Storia di Noha, questa sera, non faremo un exursus: salteremo da palo in frasca, parleremo di tutto di più, ma vedrete che, senza dirvelo, un filo conduttore, un disegno, fra tutte queste disiecta membra ci sarà.

*

La prima domanda che sento rivolgermi da tutti quelli con cui discetto di Noha è la seguente: da dove deriva questo nome?
Risposta a voi qui presenti: ve ne ha già parlato P. Francesco D’Acquarica lunedì scorso.

*

Una curiosità intanto: sapete cosa significa Noha nell’arcaico linguaggio degli indiani d’America? Il lemma “Noha” significa: auguri di prosperità e gioia. L’ho scoperto sentendo un CD dal titolo The sacred spirit - Indians of America. Collezione Platinum Collection 2005. Quindi a qualcuno se volete augurare salute, prosperità e gioia, d’ora in avanti, al compleanno, a Natale o al compleanno, potete dirgli “Noha”. Noha: e non sbagliate!

* * *

P. Francesco la volta scorsa vi ha parlato di una serie di ipotesi a proposito del nome Noha. Io questa sera vi racconto un mito: quello della principessa Noha, che poi avrebbe dato il nome al nostro paese, che prima si chiamava NOIA..
… Noha era una bellissima principessa messapica, che per amore di un giovane principe-pastore, Mikhel, principe di Noia, si stabilì in quel paese cui poi diede il nome.

*

Nei campi dell’antica Messapia, per una traccia di sentiero, segnata da innumerevoli piedi nudi tra le erbe, (solo le più abbienti portavano i calzari) le donne messapiche, sguardo fiero di occhi neri e pelle bruna, capelli lucidi aggrovigliati e andatura energica, portavano con sé panieri pieni di cicorie e formaggio.
Andava, sì, scalza, anche la principessa Noha, mentre le piante dei piedi si espandevano illese sul sentiero, ma il suo portamento, il piglio, il tintinnio dei suoi monili e la cura con cui annodava i capelli e li fermava con cordelle di seta colorata, manifestavano la sua origine regale, nonché la sua voglia di essere bella.
Quando fu il tempo deciso dal re suo padre, Noha si trovò a dover scegliere quale compagno di vita uno fra i molti pretendenti invitati a palazzo…
Ogni pretendente portò con se un dono, secondo le proprie possibilità. Ora, uno portò collane di diamanti costosissime, un altro un anello d’oro molto prezioso, un altro ancora in dote avrebbe portato terreni e palazzi…
Ma la saggia principessa Noha, fra i tanti corteggiatori, per condividere la sua vita, scelse Mikhel, principe di Noia, che le aveva portato in dono solo ciò di cui egli era dotato: e cioè il sorriso, la gentilezza, la semplicità, il rispetto dell’ambiente, l’altruismo, la gratitudine, il senso del dovere e tutto quanto fa vivere in armonia con se stessi, con gli altri e con il creato. Noha reputò che questo era un vero e proprio scrigno di tesori.
Noha rinuncia così per amore allo sfarzo ed agli agi del castello della “Polis” di suo padre (che viveva nella importante città di Lupiae), vivendo felice e contenta nella cittadina del suo Mikhel.

Mikhel e Noha celebrarono le loro nozze a palazzo reale, ma poi vissero la loro vita coniugale nella piccola Noia, nella semplicità, nella concordia e nell’armonia e la governarono così bene da rendere tutti felici e contenti.
Fu così che il popolo, grato, scelse democraticamente di cambiare il nome della cittadina da Noia in Noha.

* * *

Ora allacciate ben bene le cinture di sicurezza: andiamo finalmente a Noha!
La volta scorsa avete avuto modo di conoscere la chiesa piccinna, il Pantheon della Nohe de’ Greci, una chiesa che si trovava proprio in centro, accanto alla chiesa madre, dedicata a san Michele, patrono di Noha.
Questa chiesa piccinna era dedicata alla Madonna delle Grazie, compatrona di Noha, e presentava all’interno degli affreschi. Non esistono delle foto che la ritraggono nella sua interezza: ma soltanto dei disegni di chi la ricorda bene, e qualche foto di piccoli brani dell’interno e dell’esterno di questo monumento.
Era di forma ottagonale. Io non l’ho mai vista (se non in disegno e nelle foto di cui dicevo).
Ma se vi volessi dare una mano o qualche idea ad immaginarla, vi direi che era molto somigliante alla vostra chiesa delle anime (aveva una cupola, però, con dei grandi finestroni).

Ma questo monumento non c’è più: abbattuto, come molti altri…
Ma è inutile ormai piangere sul monumento abbattuto, così come è inutile piangere sul latte versato. Ma questo non è l’unica chiesa abbattuta. Le chiese di Noha abbattute furono molte… Ve ne ha già parlato P. Francesco…
Ma non vi preoccupate. Non sono state abbattute proprio tutte. Qualcuna rimane ancora e qualcun’altra è stato costruita ex novo.
Oggi ne rimangono in piedi, (molte rifatte ab imis) - oltre alla chiesa Madre, dedicata a San Michele Arcangelo, la chiesa della Madonna delle Grazie inaugurata nel 2001, la chiesa di Sant’Antonio di Padova, (che per la forma ricorda in miniatura la basilica del Santo a Padova), la chiesa della Madonna di Costantinopoli, e la chiesa della Madonna del Buon Consiglio e la grande chiesa del cimitero, il quadro del cui altare maggiore, ricordo da ragazzino allorchè ero chierichietto, rappresentava la Madonna del Carmine.
Ma questa sera non voglio portarvi in giro per chiese… che magari vedremo una prossima volta.

*

Ma si diceva: un tempo le persone non capivano erano iconoclaste incoscientemente; non si dava importanza ai beni culturali, si abbatteva tutto con facilità.
Può darsi.
Ma questo poteva essere vero quaranta o cinquanta anni fa.
Ma oggi?
Un delitto contro la cultura e la storia, lo stiamo compiendo noi (non il tempo!) oggi: nel 2007! Noi di Noha; voi di Galatina: anche voi che mi state ascoltando, nemmeno voi ne siete esentati.
Perché? Perché tutti siamo responsabili di qualcosa.
Per esempio siamo responsabili se non conosciamo questi luoghi e questi fatti che si trovano ad un fischio da noi. Dovremmo cioè smetterla di pensare al mondo, solo quando al mondo capita di transitare dal tinello di casa nostra!
Il piccone della nostra ignavia si sta abbattendo giorno dopo giorno su quale monumento? Sulla torre medievale di Noha.
Si, perché, signori, se non lo sapete a Noha c’è una torre medioevale le cui pietre gridano ancora vendetta. E questa torre si trova proprio in centro. Dentro i giardini del castello.

*

Al di là di un muro di cinta, in un giardino privato (ma trascurato: quindi non sempre il privato è meglio del pubblico), dunque in un giardino tra alberi di aranci mai potati. Questa torre si regge ancora, da settecento e passa anni, come per quotidiano miracolo: la torre medioevale di Noha, XIV secolo, 1300.
Da quella torre, addossata al castello, riecheggiano ancora le voci lontane di famiglie illustri nella vita politica del mezzogiorno d’Italia. A Noha abitarono i De Noha, famiglia nobile e illustre che certamente ha avuto commercio con i Castriota Scanderbeg e gli Orsini del Balzo, signori di San Pietro in Galatina (città fortificata chiusa dentro le sue possenti mura), ma anche con Roberto il Guiscardo e chissà forse con il grande Federico II, l’imperatore Puer Apuliae, che nel Salento era di casa.
Da Noha passava una strada importante, un’arteria che da Lecce portava ad Ugento, un’autostrada, diremmo oggi, che s’incrociava con le altre che conducevano ad Otranto sull’Adriatico o a Gallipoli, sullo Ionio.
Da Noha passarono pellegrini diretti a Santa Maria di Leuca e truppe di crociati pronti ad imbarcarsi per la terra santa, alla conquista del Santo Sepolcro…

La sopravvivenza stessa e lo sviluppo dell’antico casale di Noha debbano molto a questa torre di avvistamento e di difesa, situata su questo asse viario di cui abbiamo già parlato (così come riconoscenti ai loro edifici fortificati devono essere Collemeto e Collepasso; mentre a causa della mancanza di tali strutture difensive vita breve ebbero i casali di Pisanello, Sirgole, Piscopio e Petrore).

La “strada reale di Puglia” ed in particolare la sua arteria che congiungeva Lecce ad Ugento, nata su un tracciato di strada preromana, aveva proprio nelle alture di Noha e Collepasso, e nelle rispettive torri, due punti strategici di controllo e difesa del percorso.

Come si presenta dal punto di vista architettonico?
La torre di Noha, che raggiunge i dieci metri d’altezza permettendo così il collegamento a vista con le altre torri circostanti, si presenta composta da due piani di forma quadrangolare. Una bella scala in unica rampa a “L” verso est, poggiata su un arco a sesto acuto, permetteva l’accesso alla torre tramite un ponte levatoio (una volta in legno oggi in ferro).
La torre è stata realizzata con conci di tufo regolari, un materiale che ha permesso anche un minimo di soluzioni decorative: la costruzione infatti è coronata da un raffinata serie di archetti e beccatelli.
Dei doccioni in pietra leccese permettevano lo scolo dell’acqua della terrazza (con volta a botte).

*

Chiuso anche questo argomento della torre.

* * *

Nel complesso del castello si trovano (oltre al castello stesso: ma di questo non ve ne parlo) altri monumenti: il primo è curiosissimo. Si tratta delle “casette dei nani o degli gnomi”, anche queste un mistero. (Il secondo è un ipogeo; il terzo la “casa rossa”)
Le casette dei nani.
Le avete mai viste? Qualcuno di voi le ha mai viste? Sapete cosa sono? E dove si trovano?
E’ una specie di villaggio in pietra leccese, un capolavoro di architettura, fatto di tante casette piccole, che sembrano tante case dei nanetti. Si trovano sulla terrazza di una casa che fa parte del complesso del castello di Noha. Una delle case dove abitavano i famigli, i servi dei signori del palazzo.

Il villaggio di Novella frazione di Nove è fatto di casette piccine e leggiadre: un piccolo municipio, la piazzetta, la chiesetta con un bel campanile, la scuola, la biblioteca, le casette degli altri gnomi, il parco dei giochi, ecc.
Nel paese di Novella non vi erano mega-centri commerciali, aperti sette giorni su sette e fino a tarda ora; ma negozietti e botteghe a misura d’uomo… anzi di gnomo… di gnomo.

Così, da basso (lasciando alle spalle la farmacia di Nove) basta alzare lo sguardo e tra la folta chioma di un pino marittimo, si riesce ad intravedere il campanile ed il frontespizio di una “casetta” dalla quale sporge un balconcino arzigogolato, finemente lavorato.
Ma per poter vedere tutto quanto il paese di Novella bisogna salire sulla terrazza di quella casa - chiedendo il permesso alle gentilissime signore che attualmente abitano il primo piano del castello.
Quando passate da Noha, fermatevi un attimo ad ammirare i resti di queste casette. Sono ricami di pietra, lavoro di scalpellini e scultori che hanno creato opere d’arte. Anche queste casette-amiche ci chiedono di essere restaurate.

*

Ora facciamo quattro passi a piedi (abbiamo lasciato il nostro pulman virtuale) e attraverso via Castello dirigiamoci verso il centro della cittadina.
Stiamo calpestando un luogo antico ed un manto stradale che cela un sotterraneo: è un ipogeo misterioso.

*

Nella primavera del 1994 a Noha, fu una ruspa, impegnata in lavori alla rete del gas metano, durante lo scavo di una buca, sfondandone improvvisamente la volta, a portare alla luce un mondo sotterraneo, un ipogeo misterioso di notevoli dimensioni.
Il gruppo speleologico leccese "'Ndronico" invitato dall’allora sindaco prof. Zeffirino Rizzelli, provvide alla perlustrazione, ai rilievi ed alle analisi di quegli antri. E conclusero che si era in presenza di un reperto di archeologia industriale di Terra d'Otranto: un frantoio ipogeo.
Concordo con questa conclusione e con la relazione degli speleologi. Però aggiungo che è proprio della scienza la ricerca continua di elementi che possano confutare o confermare una tesi.
La tesi in questo caso è quella della vox populi che narra di un passaggio segreto in grado di collegare il palazzo baronale di Noha con la masseria del Duca nell'agro di Galatina.
E come in molti altri Castelli italiani o stranieri avviene, è ragionevole ipotizzare che anche in quello di Noha possano esserci anfratti, nascondigli, passaggi, dei trabucchi, carceri e bunker sotterranei, al riparo da occhi indiscreti, o di difesa dalle armi nemiche, o assicurati contro facili evasioni, o in grado di imporre dura vita ai prigionieri.
Vi sono in effetti alcuni elementi contenuti nella relazione e confermati da una nostra visita che abbiamo avuto la fortuna di compiere proprio in questo ipogeo, durante l'estate del 1995, insieme ad un gruppo di amici (tra i quali P. Francesco D'Acquarica: non pensavamo dieci anni fa di scrivere un libro a quattro mani) elementi, dicevo, che fanno pensare che ci sia un collegamento tra il Palazzo Baronale, l'adiacente Torre medioevale, l'Ipogeo stesso e chissà quali altri collegamenti.

Dalla relazione degli speleologi si legge: "sul lato Nord si diparte un corridoio che, dopo alcuni metri, si stringe e permette di accedere ad un pozzo d'acqua stagnante sotto una pittoresca piccola arcata bassa, di elegante fattura e dolcemente modellata e levigata, dinanzi alla quale siamo costretti a fermarci…". Poi ancora un altro brano dice: "…la pozza sull'altra sponda presenta una frana in decisa pendenza accumulata fino alla sommità superiore di un arco ogivale che a sua volta sembrerebbe nascondere un passaggio risalente in direzione del Palazzo Baronale..". In un altro stralcio leggiamo: " …esiste un cunicolo a Sud. Tale galleria risulta riempita, al pavimento e sino ad una certa altezza, di terriccio, per cui abbiamo proceduto carponi. Il corridoio di mt. 11,00 circa, largo mt. 1,10 ed alto nel punto massimo mt. 1,30, mette in comunicazione i due ipogei, come se il primo volesse celare il secondo in caso di assedio…". Infine in un altro pezzo è scritto: "Ripartendo dalla scalinata Sud ed inoltrandoci nella parte destra, a circa 6,00 mt., vi è un tratto di parete murata come se si trattasse di una porta larga circa mt. 1,30…"
Dalle mappe abbozzate risultano a conferma "porte murate", "probabili prosecuzioni", "cunicoli da utilizzare in caso di assedio".
Se questi elementi da un lato, non dandoci certezze, ci permettono di fantasticare e nutrire mitiche leggende di "donne, cavallier, arme e amori” o il mito dell’Atlantide sommersa proprio a Noha; dall'altro potrebbero servire agli addetti ai lavori, agli studiosi, per proseguire, nella ricerca di altre tessere importanti del mosaico di questa storia locale. Per ora questo ipogeo è chiuso e dimenticato da tutti.

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Un altro mistero. Vedete quanti misteri. Questa sera più che Antonio Mellone sembro Carlo Lucarelli, con la sua trasmissione Bluenotte, quella che va in onda su Rai tre.

Ora un cenno ad un altro mistero, un monumento: la Casa Rossa.

La Casa Rossa è una costruzione su due piani, che un tempo era parte del complesso del palazzo baronale di Noha (o Castello). E’ così chiamata a causa del color rosso mattone delle pareti del piano superiore. La Casa Rossa ha qualcosa che sa di magico: è un’opera originale e stravagante.
Da fuori e da lontano, dunque, si osserva questa specie di chalet, rosso, dal soffitto in canne e gesso, con tetto spiovente (cosa rara nel Salento), con due fumaioli, una tozza torre circolare, a mo’ di garitta a forma di fungo, con piccole finestre o vedute.
L’ingresso alla Casa Rossa si trova sulla pubblica strada, continuazione di Via Michelangelo, nel vico alle spalle della bella villa Greco (oggi Gabrieli).

Il piano terra invece pare ricavato nella roccia: all’interno si ha l’impressione di vivere in una grotta ipogea, scavata da una popolazione africana. Le pareti in pietra, prive di qualsiasi linearità, hanno la parvenza di tanti nidi di vespe, con superfici porose, spugnose, completamente ondulate, multicolori (celestino, rosa e verde), ma dall’aspetto pesante: somigliano quasi a degli organismi naturali che sorgono dal suolo.
In codesta miscela d’arte moderna e design fiabesco, ogni particolare sembra dare l’idea del movimento e della vita.
I vari ambienti sono illuminati dalla luce e dai colori che penetrano dalle finestre e dalle ampie aperture da cui si accede nel giardino d’aranci.
In una sala della Casa Rossa c’è un gran camino, e delle mensole in pietra.
In un’altra v’è pure una fonte ed una grande vasca da bagno sempre in pietra, servite da un sistema di pompaggio meccanico (incredibile) dell’acqua dalla cisterna (cosa impensabile in illo tempore in cui a Noha si attingeva con i secchi l’acqua del pozzo della Trozza o dalla Cisterneddhra, che sorgeva poco lontano dalla Casa Rossa, mentre le abluzioni o i bagni nella vasca da bagno, da parte della gente del popolo, erano ancora in mente Dei).
Le porte interne in legno, anch’esse, come le pareti, sembrano morbide, come pelle di vitello. Il cancello a scomparsa nella parete e le finestre che danno nel giardino sono grate in ferro battuto e vetro colorato. I vetri (quei pochi, purtroppo, superstiti) rossi, blu e gialli ricordano per le loro fantasie iridescenti le opere di Tiffany.
Al piano superiore si apre un ampio terrazzo, abbellito con sedili in pietra, che permetteva di godere del panorama del parco del Castello o del fresco nelle calde serate estive.
Ma cosa possa, di fatto, essere la Casa Rossa (o a cosa potesse servire) rimane un mistero.
Alcuni la ritengono come il luogo dove venivano accolti gli ospiti nel periodo estivo, del solleone; altri come la casa dei giochi e degli svaghi della principessina (proprio come era la Castelluccia che si trova nel parco della Reggia di Caserta); altri ancora ipotizzano che si tratti di un “casino” di caccia.
Qualcuno maliziosamente afferma che fosse adibita a casa di tolleranza.
Le leggende sul conto della Casa Rossa s’intrecciano numerose: storie di spiriti maligni e dispettosi, di persone che sparivano inspiegabilmente, di briganti che là avevano il loro quartier generale, di prigionieri detenuti che nella Casa scontavano, castighi, torture, o pene detentive.
Qualcuno azzarda anche l’idea che fosse abitata dalle streghe, o infestata dai fantasmi; qualcun altro dice addirittura che fosse occupata dal diavolo in persona (per cui un tempo la Casa Rossa di Noha era uno spauracchio per i bambini irrequieti)…

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La Casa Rossa di Noha a me sembra un vero e proprio monumento in stile Liberty.
Il Liberty è il complesso e innovativo movimento stilistico europeo che si diffuse tra il 1880 e il 1910.
Elemento dominante di questa “moda” sono le linee curve ed ondulate, spesso definite con l’espressione coup de fouet (colpo di frusta), ispirate alle forme sinuose del mondo vegetale e combinate ad elementi di fantasia. Non fu un unico stile: ogni nazione lo diversificò, lo adattò, lo arricchì secondo la propria cultura.
Il modernismo o arte nuova (art nouveau) toccò anche Noha e Galatina. E la Casa Rossa, quindi, costruita con molta probabilità tra l’ultimo ventennio del 1800 ed il primo del 1900, è la massima espressione di quest’epoca, che diventerà in francese belle epoque, in nohano epoca beddhra.

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Allora vi ho parlato fino a questo momento di monumenti. Vi avrei potuto parlare dei personaggi di Noha. Ce ne stanno. Ce ne stanno. E molti pure!
Se vi va lo faremo una prossima volta.
Ora permettetemi solo di fare un cenno ad un solo personaggio di Noha, scomparso recentissimamente. Lo merita. E’ venuto a mancare a Firenze all’età di 53 anni. Era un artista. Un grande.
Era il grande Gino Tarantino, architetto, scultore, pittore, fotografo: un maestro, un esteta.
Ha vissuto gli anni della giovinezza a Noha e dopo ha studiato architettura a Firenze, dove è rimasto e dove ha creato la maggior parte delle sue opere d’arte. Originali e geniali. Gino Tarantino era un artista, ma, prima di tutto, un uomo intelligente e sensibile. Un uomo che ha dato lustro a Noha ed al suo Salento (la sua opera fu perfino pubblicata da “Flash-art”, rivista d’arte e cultura, conosciuta in tutto il mondo, se non altro dagli addetti al settore)…

Qualcuno lo definiva un tipo “eccentrico”.
Io l’ho conosciuto nel corso della scorsa estate. Gino Tarantino aveva piacere di trascorrere le vacanze a Noha, nella sua terra natale, ne amava il sole, il mare, la luce ed in fondo anche la gente. Colse molti volti salentini, specialmente di adolescenti e giovani. Creava e lavorava anche in vacanza: disegnava, fotografava, impastava, scolpiva, plasmava.
Creava. Elaborava interiormente immagini su immagini.
Era il Gaetano Martinez di Noha.

Diciamo che era un tipo originale, anticonformista, estroso, creativo, uno spirito libero, uno che volava alto con il pensiero, non influenzato dalla banalità delle immagini televisive (“non ho la televisione. Non ho neanche un’antenna” – diceva. E veramente, nemmeno la macchina e nemmeno la patente: per scelta di vita).
Era cordiale, sorridente e (anche a detta di molte donne) un tipo affascinante.
Le sue opere stupiscono e incantano, seducono ancora e riescono, con combinazioni inedite di elementi noti, a dare idea di quanto la mente umana sia in grado di inventare.
Con la sua arte e le sue capacità intellettive ha lottato per integrarsi in quel mondo (chi è del giro sa) così duro e ristretto degli artisti, e delle gallerie; un campo difficile, e ancor peggio, in una città come Firenze: culla dell’Arte Italiana.
Uno spirito così libero ed estroverso come Gino non avrebbe mai accettato di fare altro. A volte partecipava a progetti di architettura (ha arredato case di illustri personaggi a Roma, a Parigi, in Spagna ecc.) ma esclusivamente per ragioni economiche: preferiva dedicare il suo tempo e le sue energie alle sue sculture, alle sue opere la cui rendita economica, come sempre accade per l’arte in genere, si proietta quasi sempre in un futuro estremo.
Ci auguriamo che quanto prima molte sue opere rimesse sul vagone (anzi su più di un vagone) di un treno tornino a Noha. E che presto trovi giusta collocazione nella storia, nell’arte e nella leggenda anche Gino Tarantino e la sua opera, finalmente catalogata e rivalutata.
Purtroppo, dobbiamo constatare ancora una volta che anche per Gino Tarantino vale la legge della morte quale condizione necessaria per l’immortalità della fama!

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A mo’ di notizia in anteprima (questa non è storia, non è attualità è futuro… prossimo) vi comunico che con un gruppo d’amici abbiamo dato vita ad una redazione che sta per dare alla luce un nuovo periodico (di cui non conosciamo, pensate un po’, neanche la periodicità!) on line dalla testata che suona così: L’OSSERVATORE NOHANO. Somiglia per assonanza, ma solo per assonanza all’altra testata ben più famosa: l’organo della Santa Sede. Ma rispetto a quello il nostro è di matrice puramente laica. Rispetteremo la chiesa cattolica così come rispetteremo, né più né meno, le altre Istituzioni.
Abbiamo dedicato il primo numero a Gino Tarantino, del quale vorremmo poter emulare la libertà del pensiero e dell’azione (sempre nel rispetto degli altri, s’intende). Potete accedere al nostro Osservatore attraverso il sito www.Noha.it e buona navigazione. Come dicevo non sappiamo dove tutto questo potrà portarci: a noi interessa partire con entusiasmo e dirigerci ed andare là dove ci porterà il cuore.

* * *

Lo strumento portentosissimo di cui vi parlavo all’inizio di questa mia relazione che volge al termine (vi ricordate quando dicevo: non fa scienza sanza lo ritener l’aver inteso?), dunque questo strumento è (non poteva essere altrimenti) un libro. Il libro scritto a quattro mani dal sottoscritto e da Padre Francesco: il titolo: “Noha. Storia, arte e leggenda”. Un libro prezioso, per il contenuto, e pregiato per il contenitore. Che questa sera chi lo volesse potrebbe farlo ad un prezzo speciale. Prezzo speciale Università Popolare 30 euro, anziché 35.
Ma non voglio fare la Vanna Marchi della situazione. E non vorrei approfittarne. Se lo volete me lo chiedete. Altrimenti non fa nulla.

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Cari amici concludo.
Questa sera vi ho parlato di Noha.
Ve ne ho parlato per contribuire solo un poco alla sua conoscenza. Perché si sa che la conoscenza è condizione necessaria (e sufficiente, dico io) per il rispetto e per l’amore dei luoghi, delle persone e della loro storia.
La conoscenza ci rende un po’ più umili. E l’umiltà ci permette non di giudicare, non di guardare dall’alto verso il basso, ma di guardare dentro, di sintonizzarci, di imparare, di capire, di rispettare.
Solo con questi atteggiamenti miglioreremo: e staremo bene con noi stessi e con gli altri.
Mi auguro che non pensiate soltanto che Noha sia come la cronaca nera ci fa leggere sui giornali soltanto la cittadina della mafia o della sacra corona unita. Non è questo. Non è solo questo. Come ho cercato di raccontarvi fino a questo momento.
Mi auguro dunque alla fine che amiate un po’ di più Noha, i suoi monumenti, la sua storia, i suoi abitanti, e - se questa serata non v’è dispiaciuta affatto – anche chi vi ha parlato finora, tenendovi incollati o inchiodati alla sedia.
Se invece fossi riuscito soltanto ad annoiarvi: guardate non l’ho fatto apposta!

Grazie.

 
Di Michele Stursi (del 20/08/2012 @ 15:04:33, in Cultura, linkato 3202 volte)

Da qualche giorno ha preso il via un importante progetto partecipativo di citizen-journalism, grazie alla collaborazione tra la testata giornalistica italiana La Stampa e quella britannica The Guardian, masoprattutto grazie alle segnalazioni di tutti i cittadini europei. L’intento è quello di censire e rendere visibili attraverso la costruzione di una mappa interattiva i danni apportati alla cultura dalla crisi e soprattutto dalle politiche “scriteriate” adottate dai governi europei in riposta ad essa.
La crisi infatti non è un animale amorfo, come ci vogliono far credere, che si aggira per le città saccheggiando e distruggendo a caso, la crisi non esiste di per sé, la crisi è nient’altro che una parolina partorita dalla fantasia dei nostri amministratori per aggirare la frase: “abbiamo gestito male la cosa pubblica e ora siamo nei guai”.
Dinanzi a ciò, noi cittadini non possiamo rimanere inermi ed assistere seduti comodamente in poltrona alla distruzione della nostra società da parte di uomini incapaci che hanno solo premura d’inseguire gli interessi personali, siamo chiamati a partecipare, a collaborare con le istituzioni e quando necessario a far sentire la propria voce, anche arrivando a commissariare le autorità incompetenti.
Il progetto di costruzione di una mappa interattiva dei tagli alla cultura si inserisce in un quadro di partecipazione attiva del cittadino alla salvaguardia del bene comune: è infatti possibile segnalare, utilizzando il form alla pagina http://www3.lastampa.it/cultura/sezioni/articolo/lstp/464628/, gli effetti che i tagli alla cultura hanno avuto sulla nostra città (luoghi e iniziative culturali che risentono della decurtazione improvvisa delle risorse a disposizione o che addirittura rischiano di scomparire).
Una cosa balza agli occhi osservando la mappa interattiva in fase di costruzione (al sito http://www.guardian.co.uk/culture/interactive/2012/aug/03/europe-arts-cuts-culture-austerity): in Puglia, nel Salento, a Lecce, a Galatina non c’è alcuna segnalazione! Mi viene quindi da pensare che come al solito noi del Sud ci lamentiamo per niente, che stiamo bene e che la crisi è materia da settentrionalisti, ma per fortuna conosco il mio Sud, la mia terra, e sono certo che questo è solo il frutto di una partecipazione poco attenta, molto delegataria, della cosa pubblica.
Per Galatina e frazioni è giunto il momento di inforcare il mouse e dar voce una volta tanto agli interessi personali!

Michele Stursi

 
Di Redazione (del 01/01/2022 @ 15:03:38, in Comunicato Stampa, linkato 557 volte)

RIGENERAZIONE URBANA: FINANZIATI DAL MINISTERO I TRE PROGETTI PRESENTATI DAL COMUNE DI GALATINA PER 5 MILIONI DI EURO.

EDILIZIA POPOLARE: DICHIARATO AMMISSIBILE DALLA REGIONE PUGLIA IL PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE ED ADEGUAMENTO DEI 33 ALLOGGI DI NOHA IN VIA LUCREZIO, PRESENTATO DAL COMUNE DI GALATINA PER 2,3 MILIONI DI EURO + 2,5 MILIONI DI EURO PER I 49 IMMOBILI DI VIA VERNALEONE A GALATINA PRESENTATO DA ARCA SUD E DI IMMEDIATA CANTIERABILITA’

Quale migliore augurio potevamo fare alla città affacciandoci al nuovo anno?

Un cantiere di ben 56.400 metri quadri, quello della rigenerazione che mira al miglioramento della qualità del decoro urbano, del tessuto sociale ed ambientale.

Due progetti che partendo da Piazzale Stazione e corso Re D’Italia, interesseranno la zona dei nuovi Uffici Comunali di prossima apertura, attraverseranno Villetta dei Bersaglieri giungendo fino a Villa Falcone e Borsellino. Un terzo interesserà la villetta in via Collepasso a Noha.

Cambieremo significativamente il volto della città con un percorso ciclabile che collegherà le tre villette, nel segno della mobilità sostenibile.

“Il piazzale della Stazione, Corso Re d’Italia e le aree attigue dovranno tornare ad avere la funzione di porta d’accesso alla città di Galatina” - aveva dichiarato il Sindaco Marcello Amante all’atto della candidatura - “nell’ottica di essere polo di relazioni culturali, commerciali e turistiche, così abbiamo immaginato la Galatina del futuro” – “Ci tenevo molto” continua – “anche al progetto di riqualificazione delle abitazioni di edilizia popolare. Sono soddisfatto di aver creato i presupposti per sfruttare questa opportunità per l’immobile di Noha e confido di poter intercettare ulteriori risorse per una futura riqualificazione anche di quelli immobili che non sono rientrati nel progetto.”

“Sono felice per la città, c’è un tempo per seminare ed uno per raccogliere – dichiara Loredana Tundo Assessore ai LLPP – “la maggioranza che sostiene il Sindaco Amante nel giugno scorso ha approvato in Consiglio Comunale il Documento Programmatico di Rigenerazione Urbana, esprimendo una visione di Galatina città moderna a misura di persona, inclusiva e che sappia coniugare le esigenze di ogni galatinese. Il positivo risultato raggiunto oggi è un tassello fondamentale nel nostro progetto di rilancio complessivo di tutto il territorio comunale”

Ufficio Stampa Marcello Amante

 

Quella che oggi è “solo” frazione del Comune di Galatina fino a qualche secolo fa era un centro autonomo con una chiesa matrice, un castello, mura di difesa, il nome potrebbe derivare dalla famiglia de Noha già presente in alcuni documenti del 1253. L’autonomia del feudo de Noha è stata sottolineata dalla torre campanaria con orologio, costruita dalla famiglia Congedo agli inizi del XIX secolo e dalla presenza di uno stemma proprio: tre torri coronate che poggiano su un ramo d’arancio ed uno di leccio.

Dal punto di vista ecclesiastico la chiesa era sotto la giurisdizione della diocesi di Nardò e non di Otranto, come la vicinissima Galatina. Del patrimonio medievale è possibile ancora ammirare la torre di guardia del XIII secolo che ha conservato intatta la struttura originaria: la scalinata in pietra staccata dalla torre, cui si poteva accedere solo con il ponte levatoio ( ancora presente all’interno).

A Noha, agli inizi del Novecento, la rinomata distilleria Galluccio produceva il brandy migliore per tutto il mondo. Il grande complesso, che oggi dovrebbe essere un vanto dell’archeologia industriale, prevedeva anche una costruzione piuttosto anomala che gli abitanti ancora oggi chiamano la casa rossa:  una costruzione in pietra che ricorda le baite di montagna, con ambienti interni che simulano grotte e anfratti. Un gusto dell’eclettico figlio dello stile liberty di quegli anni, che attingeva alle diverse forme della natura. Sempre agli inizi del XX secolo mastro Cosimo Mariano, muratore, realizzava degli edifici in miniatura sulla balconata del castello, modellini in pietra di edifici realizzati per tutta la provincia di Terra d’Otranto. Si tratta delle “casiceddhe de Noha”, un tesoro di tradizione popolare, antesignane dell’Italia in Miniatura,che negli anni hanno alimentato storie e leggende. E poi il ricchissimo sottosuolo di Noha: una serie di frantoi ipogei che producevano l’ olio lampante destinato a Gallipoli.

Quanta storia, un patrimonio unico, che oggi 1471 cittadini chiedono che venga sottoposto a tutela e rivalorizzato. La raccolta firme è stata promossa in occasione della festa patronale di S. Michele Arcangelo grazie alla sensibilità del gruppo Mimì, in collaborazione con il circolo ricreativo le Tre Torri, aziende private e singoli cittadini che non ci tengono affatto che un tesoro che ha resistito alle insidie del tempo e della storia vada perduto nel giro di pochi anni.

 Il pericolo maggiore è che buona parte dei beni fin qui descritti, essendo privati, possano essere distrutti per far posto a moderni ed anonimi edifici: l’intero complesso del castello, con le casiceddhre e lo splendido aranceto è già stato posto in vendita. Parte delle fabbriche Galluccio vedrà presto la realizzazione di immobili. La rivalorizzazione di questi beni potrebbe essere un ulteriore elemento economico per il tessuto di Noha e non solo, basti pensare al presepe vivente che anche quest’anno verrà riproposto all’interno dell’antica masseria Colabaldi, del XVI secolo. Un evento che lo scorso anno ha contato 15.000 presenze. Basta poco per muovere tanto: e’ un appello agli organi amministrativi e alla Sopraintendenza della Puglia per la salvaguardia di un intero borgo quale è quello di Noha. E’ quello che chiedono 1471 firme.

Bibliografia: F. D’Acquarica, A. Mellone, Noha , storia, arte, leggenda,Milano, 2006

M. D’Acquarica, I Beni culturali di Noha, Galatina, 2009

torre XIII secolo

Angela Beccarisi

 
Di Redazione (del 16/08/2019 @ 14:56:57, in Comunicato Stampa, linkato 1400 volte)

A SESSANT’ANNI DALLA TERRA DEL RIMORSO UN FOCUS DEDICATO A ERNESTO DE MARTINO

ORE 19 IL BORGO RACCONTA - PIAZZA ORSINI

VISITA GUIDATA BASILICA DI SANTA CATERINA D’ALESSANDRIA

ORE 19 LABORATORIO DI PIZZICA E TAMBURELLO - PIAZZA DANTE ALIGHIERI

ORE 20 DE MARTINO 60 - RACCONTO DI UN LIBRO - CONVENTO DELLE CLARISSE

LA TERRA DEL RIMORSO DI E. DE MARTINO CON STEFANO DE MATTEIS E PAOLO APOLITO

MOSTRE: IL LUOGO DEL CULTO, GALATINA, SAN PAOLO, TARANTISMO E DINTORNI;

MENADI DANZANTI

ORE 21 ALTRA TELA - PIAZZA GALLUCCIO

ORE 22 PIZZICA IN SCENA -  CASTELLO CASTRIOTA SCANDERBERG

A seguire CONCERTO RAGNATELA - PIAZZA DANTE ALIGHIERI

Solo una settimana al Concertone finale del festival itinerante “La Notte della Taranta” Galatina il 17 agosto ospiterà la quindicesima tappa di questa 22/a edizione.

Per la rassegna il Borgo Racconta sarà possibile effettuare una visita guidata a cura dell’Archeoclub Terra D’Arneo partendo da Piazza Orsini dove è situata la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, uno dei monumenti nazionali in stile romanico-gotico  edificato da Raimondello Orsini del Balzo tra il 1369 e il 1391. Si continuerà alla scoperta della pizzica, al cui rito è dedicata la  Cappella di San Paolo in Piazza SS Pietro e Paolo. Ultima fermata di questa visita guidata sarà il Museo Civico “Pietro Cavoti”,  in cui viene conservata una collezione di documenti, opere di artisti e studiosi galatinesi e locali. Il ritrovo è previsto alle ore 16.45 in Piazza Orsini; le visite inizieranno alle ore 17, poi ne seguiranno altre alle ore 18 (qui prevista anche in lingua inglese), ore 19  e l’ultima alle ore 20. E’ gradita la prenotazione chiamando il  324 059411.

Come per altre tappe itineranti, anche a Galatina in Piazza Dante Alighieri inizierà alle ore 19 il laboratorio di pizzica e tamburello, che permetterà a tutti i partecipanti di conoscere le basi della pizzica-pizzica e le tecniche per suonare il tamburello. Entrambi gratuiti, il laboratorio di pizzica è aperto a tutti, mentre per il laboratorio del tamburello, oltre ad essere muniti di strumento, è prevista una prenotazione per un numero max di 30 persone. Per prenotare chiamare il 324 059411.

Il laboratorio è curato dai danzatori del Corpo di Ballo de “La Notte della Taranta”: Cristina Frassanito,  Serena Pellegrino, Fabrizio Nigro e Andrea Caracuta.

La Notte della Taranta non è solo musica, danza, ma anche tradizione e letteratura. Tra gli appuntamenti alle ore 20 la sezione De Martino 60 a cura di Kurumuny  e Polo Bibliomuseale, con la direzione scientifica di Maurizio Agamennone e Luigi Chiriatti. A sessant’anni dal viaggio  nel Salento dell’antropologo Ernesto De Martino,  Stefano De Matteis e Paolo Apolito spiegheranno l’importanza che avuto lo studio La terra del rimorso per inaugurare una stagione di recupero della tradizione etnomusicale nel Salento.  

Stefano De Matteis si è  occupato di rappresentazioni simboliche, pratiche performative e processi rituali.  Ha diretto la collana di antropologia Mnemosyne ed è stato tra i fondatori delle “Opere di Ernesto de Martino” dove ha curato la nuova edizione di Naturalismo e storicismo nell’etnologia.

Paolo Apolito, uno degli  antropologi più stimati in Italia, è stato presidente del Comitato Nazionale per la valorizzazione delle tradizioni culturali italiane, del Ministero per i Beni e le Attività culturali e della Commissione di Abilitazione scientifica nazionale per professore universitario di discipline demoetnoantropologiche e  studioso dei fenomeni religiosi e rituali.

 

Saranno loro a raccontare Ernesto De Martino, antropologo e filosofo italiano che  con una serie di missioni etnografiche dai primi anni ’50, raccolse una quantità di documenti relativi a manifestazioni magico-religiose e ne studiò le origini storiche, i rapporti con le condizioni storico-sociali attraverso i secoli, i motivi impliciti che ne giustificavano il persistere. Oggetto della sua investigazione furono particolarmente: il complesso mitico-rituale della fascinazione in Lucania (Sud e magia, Milano 1959); le persistenze del pianto funebre in Lucania (Morte e pianto rituale nel mondo antico, Torino 1958); il tarantismo del Salento (La terra del rimorso, Milano 1961).

Fu proprio De Martino a imprimere una svolta decisiva nello studio del fenomeno del tarantismo. Nell’estate del 1959 inaugurando la tecnica dell’indagine interdisciplinare, con l’unione in un’unica équipe di uno psichiatra, una psicologa, un’antropologa culturale, un etnomusicologo e un documentarista cinematografico, indagò a fondo il rituale magico-religioso del tarantismo pugliese, raccogliendo i risultati dell’analisi, in quella mitica estate del ’59, in quello che sarà poi uno dei testi fondamentali: La terra del rimorso.

Nel 2019 corrono sessant’anni dall’indagine sul tarantismo salentino condotta da Ernesto De Martino e dalla sua équipe, tra Nardò, Galatina e Muro Leccese, nel giugno-luglio 1959.

Il progetto “demartino’60”, omaggiando e celebrando l’opera pionieristica di Ernesto De  Martino e dei suoi collaboratori, intende divulgare parte dei documenti prodotti intorno al fenomeno.

Saranno allestite anche due mostre presso il Convento delle Clarisse: sul luogo del culto di Galatina, San Paolo, Tarantismo e dintorni, e sulle Menadi Danzanti.

Galatina, la cappella di San Paolo e lo spazio antistante, rappresentano uno dei luoghi simbolo  in cui si svolgeva questo rituale legato al tarantismo.   La mostra multimediale restituisce gli scatti di fotografi professionisti e non, che nel corso di un cinquantennio hanno varcato la soglia del luogo del culto. Le fotografie sono di: Chiara Samugheo, Paolo Longo, Paolo Albanese e Paola Chiari, Salvatore Congedo, Carmelo Caroppo, Fernando Ladiana, Luigi Chiriatti.

Passato e futuro del Salento si incontrano nella mostra Menadi Danzanti  progetto realizzato grazie alla sinergia tra Assessorato alla Industria Turistica e Culturale della Regione Puglia, Polo Biblio Museale di Lecce e Fondazione La Notte della Taranta. La mostra presso il Convento delle Clarisse propone la visione della straordinaria collezione di ceramiche antiche, greche e magno greche, con immagini legate alla musica ed ai suoi diversi aspetti e funzioni, ai luoghi e alle occasioni in cui si suonava, agli dei che la proteggevano ed ai miti che la raccontavano. Curata dall’archeologa Anna Lucia Tempestapunta a far conoscere, attraverso le immagini vascolari i reperti musicali e le fonti scritte, i laboratori di gestualità e la “messa in movimento” delle opere, l’importanza della musica nel mondo antico e gli incredibili legami con la contemporaneità. I reperti esposti nel Museo Castromediano di Lecce, insieme ad una selezione di vasi, eccezionalmente allestita nelle sale del palazzo marchesale De Luca di Melpignano, databili tra la fine del VI ed il I secolo a.C.,  documentano i diversi momenti di vita in cui la musica è presente e protagonista.

 

Passando alla musica, alle 21 al via i concerti previsti per la serata. Primo appuntamento con Altra Tela in Piazza Galluccio dell’ensemble Accipiter dalla Basilicata, uno dei gruppi provenienti da altre zone d’Italia e che il festival itinerante ospita per celebrare l’incontro della cultura salentina con quella delle altre regioni del nostro paese.

E’  un gruppo di giovani musicisti che si propone di portare in giro spettacoli in cui le musiche tradizionali del Sud vengono contaminate da influenze più moderne. Un folk-pop-funk con melodie accattivanti, ritmi aggressivi e testi ritmici che si fondono e si mescolano. La voce di Michela Labbate, le melodie della fisarmonica e dell’organetto di Domenico Piliero, i ritmi di Domenico Dimilta, interprete della tammorra, il basso di Franky Damato, il mandolino e i flauti di Domenico Imperatore, le percussioni di Giovanni Guarino, l’incedere delle cornici di Graziano  Lamarra, chitarra e voce di Pietro  Varvarito e la danza di Sara Colucci, creano uno spettacolo che punta ad una corrispondenza di sensi tra il pubblico e gli artisti sul palco.

 

Una delle principali novità di questa edizione del festival itinerante è Pizzica in scena con i danzatori del Corpo di Ballo de La Notte della Taranta che offriranno agli spettatori una performance innovativa tra luci e specchi che riflettono l’incanto dei monumenti. 

Protagonisti di Pizzica in scena a Galatina nel Castello Castriota Scanderbeg saranno i danzatori: Cristina Frassanito, Serena Pellegrino, Stefano Campagna, Andrea Caracuta, Lucia Scarabino, Fabrizio Nigro.

 

Ultimo appuntamento della serata in Piazza Dante Alighieri con i concerti della sezione Ragnatela. Alle ore 22 a salire sul palco saranno l’Orchestra del Liceo Da Vinci di Maglie e a seguire Antonio Castrignanò, Taranta Sounds & Sona Jobarteh.

L’Orchestra del Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Maglie nasce dalla convinzione che la musica sviluppi nei ragazzi creatività e armonia, responsabilità e partecipazione. Nata nel 2011, da una idea della dirigente scolastica Annamaria Corrado e del professore Massimiliano Cananà, l’orchestra è composta da 48 elementi che suonano classici rivisitati, spaziando tra i generi più disparati. Il progetto mette in campo un confronto continuo tra modernità e radici, cultura dei libri e cultura dei sensi. In questa occasione l’Orchestra si cimenta con il repertorio musicale salentino, “contaminandolo” con i timbri del proprio organico. La musica cosiddetta colta e la tradizione popolare, trasfuse in note accanto alle sonorità rock e pop, diventano ritmo appassionato ma anche esercizio continuo disciplinato, quasi una colonna sonora per una delicata fase della vita, quella dell’adolescenza. I 48 giovani musicisti saranno diretti dal maestro Armando Ciardo, docente di violino che ha collaborato negli anni con Aldo Ciccolini, Uto Ughi, Luis Bacalov, Lucio Dalla e i Negramaro.

Chiuderà la serata Antonio Castrignanò, Taranta Sounds & Sona Jobarte.

Antonio Castrignanò, musicista salentino, ha cominciato la sua carriera, giovanissimo, con La Notte della  Taranta, prima come tamburellista, poi come frontman. Compositore della colonna sonora del film “Nuovomondo” di Emanuele Crialese,  ha condiviso palchi e festival con numerosi artisti. A Galatina lo stesso Castrignanò (voce, tamburo, mandola) sarà accompagnato da Rocco Nigro (fisarmonica), Gianluca Longo (mandola e mandolino), Luigi Marra (violino e voce), Giuseppe Spedicato (basso), Maurizio Pellizzari (chitarra elettrica), Gianni Gelao (fiati), Davide Chiarelli (batteria e percussioni). Insieme sul palco Sona Jobarteh, la prima donna proveniente da famiglia “Griot” a suonare la Kora, strumento tradizionale dell’Africa, in un percorso musicale con note intime che si alterneranno al ritmo travolgente della pizzica.

 

Tema centrale del Festival 2019 è la tutela dell’ambiente. In collaborazione con Intesa Sanpaolo e Legambiente, la Fondazione La Notte della Taranta promuoverà la raccolta fondi per la campagna #RigeneriAMOlaNatura che consentirà di rendere accessibili 4 oasi del Mezzogiorno d’Italia alle persone diversamente abili e fruibili dal pubblico attraverso sentieri guidati. Si tratta dell’oasi dei Variconi a Castel Volturno (Campania), Foce Cavone nella marina di Pisticci (Basilicata), Dune di Sovereto a Isola Caporizzuto (Calabria) e Torre Squillace nella marina di Nardò (Puglia).

Si può partecipare alla raccolta fondi attraverso la piattaforma www.forfunding.intesasanpaolo.com/  o acquistando la T-shirt creata da Yezael di Angelo Cruciani per la Notte della Taranta in vendita tra i prodotti ufficiali del Festival.

Gloria Romano

 
Di Redazione (del 27/02/2015 @ 14:56:42, in Comunicato Stampa, linkato 2493 volte)

La Biblioteca comunale “Pietro Siciliani” organizza, per sabato 28 febbraio alle ore 16.00, presso la Sala Lettura, l’evento Libri in culla, con lettura di libri ad alta voce e la distribuzione in dono ai bambini nati nel 2014 di uno zainetto colorato contenente un albo illustrato, un libro cartonato e altro materiale selezionato dagli esperti nazionali del Centro per il libro e la lettura del Ministero per i Beni culturali.

Il Sindaco dott. Cosimo Montagna e l’Assessore alla cultura prof.ssa Daniela Vantaggiato, con lo staff della Bibliomediateca, daranno il benvenuto ai piccoli.

Partecipano la pediatra Piera Angela Negro e la dott.ssa Giovanna Rosato componente del Gruppo di lavoro AIB Puglia Biblioteche Ragazzi e NPL (Nati per leggere) e referente locale del progetto NPL a Cavallino.

Nell’incontro i genitori saranno informati  sull’importanza della lettura ad alta voce nello sviluppo cognitivo ed emotivo dei propri figli, ampiamente dimostrata da ricerche all’avanguardia in campo medico e pedagogico in Italia e all’estero.

L’evento Libri in culla rientra nel progettopilota In Vitropromosso dal Centro per il libro e la lettura, con il sostegno della società Arcus (Arte, Cultura, Spettacolo). Il progetto, che si svolge nei territori di Biella, Lecce, Nuoro, Ravenna, Siracusa e Regione Umbria, prevede l'aumento del numero dei lettori abituali partendo dalla prima infanzia, per trasformare i piccoli di oggi nei lettori di domani.

Visita i siti:

www.progettoinvitro.it

www.invitrolecce.com

 
Di Albino Campa (del 20/01/2011 @ 14:55:09, in I Beni Culturali, linkato 3122 volte)

In Viaggio tra i Beni culturali di Noha 1a parte. Una produzione InOndAzioniTV in collaborazione con l'Osservatore Nohano.

La 1° puntata dedicata alla  scoperta di un vecchio menhir e dell'antica Masseria Colabaldi.

 
Di Antonio Mellone (del 26/03/2016 @ 14:53:39, in NohaBlog, linkato 2650 volte)

Ci sono delle parole, la maggior parte tronche, cioè accentate sull’ultima sillaba, che si utilizzano sovente per sintetizzare l’identità civile di una popolazione. Si parla così di napoletanità per indicare il complesso dei valori spirituali, culturali e tradizionali caratteristici della città partenopea e della sua gente; così come si parla di romanità per esprimere la caratteristica di chi (o di cio che) è romano. Ancora, si usa meridionalità, milanesità, o leccesità, per indicare quelle rispettive (intuitive) peculiarità.

Abbiamo finanche trovato in qualche scritto galatinesità per indicare il modo specifico di essere cittadini di Galatina: si fa riferimento alla cadenza della lingua, alla flessione stessa della voce, a determinati comportamenti, addirittura al modo di pensare e di agire.

E’ ovvio qui ribadire che non sarebbe scientifico generalizzare e che è difficile pensare ad esempio che un ideal-tipo galatinese abbia caratteristiche specifiche che lo possano distinguere nettamente da un collepassese o da un abitante di Strudà. Ma, in molti casi, pur non disponendo di categorie sociologiche basate sull’osservazione empirica o matematico-rigorosa, quando siamo di fronte ad un galatinese, ma questo vale per chiunque  anche per un trentino o un calabrese, riusciamo il più delle volte ad indovinarne la provenienza per quel non so che di noumeno che da qualche parte dovrà pur derivare.

Ma poniamo che in un ipotetico esercizio accademico sia possibile ricercare anche delle peculiarità specifiche di Noha, la nostra cittadina (ché di questo ci stiamo occupando); quale sostantivo, quale parola tronca potremmo utilizzare? Ebbene, in un processo di deduzione logica, se per Napoli questo sostantivo è napoletanità, se per Galatina è galatinesità, per Noha (che in dialetto è Nove) non potrà che essere NOVITA’.

Tutta questa premessa (chi vuol leggere i miei articoli deve portare un po’ di pazienza) per dire che la pasquetta nohana quest’anno non sarà la sublime e costante ricapitolazione di una lunga tradizione (come è anche giusto che sia), fatta di Fiera dei Cavalli (dal mattino e fino all’ora del pranzo), di processione post-prandiale della statua della Madonna delle Cuddhrure portata in spalla dalle donne nohane, di presa della Cuccagna, di scoppio di fuochi artificiali, di rogo delle Curemme nei diversi quartieri di Noha con distribuzione a tutti di fette di colomba pasquale e spumante…

Non è solo questo. La pasquetta nohana a partire da questo 2016 ha, appunto, una NOVITA’ straordinaria (incredibile fino a qualche mese fa): l’apertura al pubblico del “Parco del Castello”.  Quest’anno nohani, ospiti e viaggiatori tutti (non ci piace d’appellarli come “turisti”) avranno la possibilità di compiere un viaggio nel tempo, accedendo ai Fori Imperiali di Noha per riappropriarsi di un luogo del cuore per troppi decenni relegato nell’oblio.  

Qui si avrà modo di godere dei beni culturali più significativi della nostra cittadina, come l’originalissima vasca ellittica di fine ‘800 in perfetto stile Liberty (coeva e probabilmente disegnata e costruita dalle stesse maestranze che si occuparono della dirimpettaia Casa Rossa, la misteriosa casupola delle meraviglie che ricorda la Casa Pedrera di Barcellona, opera di Gaudì); la Castelluccia del parco, a forma di torre, eretta nei primi anni dell’900 del secolo scorso (con l’interessante impianto idraulico ed elettrico, con marmi, isolanti in ceramica, interruttori a leva ed altri sistemi di trasmissione dell’elettricità); le cantine con le botti di rovere o di altri legnami dove s’invecchiava il Brandy Galluccio; e infine il bene culturale più antico e interessante di Noha, bello da mozzare il fiato: la torre del XIV secolo (1300 d. C.) con il suo ponte levatoio, collegato a rampa con arco a sesto acuto. Ah, dimenticavo il dulcis in fundo e ultimo arrivato: un pezzo dell’“affresco di Albino” scoperto di recente dagli Indiana Jones nohani che rispondono ai nomi di Marcello D’Acquarica e, appunto, l’Albino Campa.

*

Nel parco del Castello di Noha il lunedì in albis si potrà in tutta libertà scorrazzare, giocare al pallone, poltrire, gareggiare a carte o con altri giochi di società, e soprattutto apprezzare le leccornie della pasquetta salentina, anche utilizzando liberamente i barbecue predisposti dal gruppo “Ragazzi della Masseria Colabaldi”.

Non mancheranno - ci dice l’uccellino - nemmeno le incursioni della Banda armata (di strumenti musicali) diretta dalla Lory Calò.

Chissà, infine, se riusciremo a degustare le cuddhrure appena sfornate dai due forni del Castello? Chi vivrà vedrà: non possiamo mica svelarvi tutto e subito. Sennò che sorpresa di Pasqua sarebbe?

Antonio Mellone

 

P.S. Il Parco del Castello è la parte più sana, intonsa e biologica di Noha, ricca di erbe spontanee (è pieno di sucamèli e di altre autoctone varietà di “verdure naturali”, per dire), scampata, com’è da decenni, dall’invadenza dell’uomo. Per fortuna qui non è stato spruzzato alcun erbicida, come invece purtroppo è avvenuto altrove con il silenzio-assenso degli Unni di Palazzo Orsini con l’ausilio delle loro trippe corazzate.

 

Venerdì 11 Aprile p.v. alle ore 18,30, presso la Sala Conferenze dell'Istituto Immacolata ASP (ex-IPAB) a Galatina in Via Ottavio Scalfo n.5, nell'ambito della Rassegna "Dialogoi sto Monastiri" (Dialoghi nel Chiostro), "Notizie storiche e culturali intorno alla Basilica di Santa Caterina d'Alessandria", avrà luogo il 6° Incontro dal titolo:

"Il volgare ai tempi degli Orsini del Balzo" a cura del Prof. Rosario Coluccia, Accademico della Crusca, Ordinario di Linguistica Italiana e Preside della facoltà di Lettere e Filosofia, Lingue, Beni culturali dell'Università di Lecce.

«Nell’incontro si presenterà la situazione linguistica della Puglia e del Salento nel tardo medioevo, nei decenni caratterizzati dalla presenza della dinastia Orsini-Del Balzo.
Etnie diverse (in particolare quella ebraica e quella greco-bizantina) si affiancano alla tradizione latina e alla incipiente cultura locale: ne risulta un singolare crogiuolo di testi e di esperienze, conviventi nella medesima regione e negli stessi anni. Nelle corti salentine si raccolgono e si producono codici di vario argomento, in parte  legati a specifiche esigenze pratiche, didascaliche, amministrative, in parte aperti agli influssi culturali provenienti dall’esterno, soprattutto da Napoli e dalla Toscana».
si è occupato della tradizione lirica dei primi secoli, di storia linguistica dell’Italia meridionale, del rapporto dialetto~lingua nella storia linguistica antica e recente, di formazione delle koiné scrittorie e del sistema interpuntivo e grafico italiano, di lessicografia italiana e dialettale, di questioni linguistiche dell’Italia contemporanea.
Nel corso della serata il Club UNESCO di Galatina assegnerà al Prof. Rosario Coluccia la tessera di Socio Onorario del Club, per il significativo contributo allo studio della storia linguistica dell’Italia meridionale (in particolare della Puglia), e per il costante impegno professionale che, alla luce dei Valori dell'UNESCO, perpetua la migliore tradizione culturale dei Galatinesi.
L’evento ideato e promosso dal Club UNESCO di Galatina, in collaborazione con la Libreria "Fiordilibro", l’Associazione Culturale "Il Mandorlo" e la Comunità Francescana di Santa Caterina d’Alessandria, ha il Patrocinio del Comune di Galatina, e vuole essere un primo passo del complesso iter necessario per ottenere il riconoscimento UNESCO del complesso di Santa Caterina d’Alessandria come Monumento di Pace e Bene Materiale dell'UNESCO.
 
Rosario Coluccia accademico della Crusca, ordinario di "Storia della lingua italiana" (L FIL LET 12 – “Linguistica italiana”) e Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, Lingue e Beni culturali presso Unisalento; in questo Ateneo ha anche ricoperto altri incarichi istituzionali: Direttore del Dipartimento di Filologia, Linguistica e Letteratura (1998-2003), Delegato del Rettore per il Diritto allo studio (1996-2001) e per la ricerca scientifica (2002-2004), Prorettore (2005-2007). Fa parte della direzione di "Medioevo Letterario d'Italia" (Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, Roma-Pisa), del Comitato Scientifico di "Bollettino Linguistico Campano" (Liguori, Napoli) e del Comitato Scientifico del “Bollettino del Centro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani” (Palermo). Dall’ottobre 2005 al dicembre 2008 è stato Presidente Nazionale della Associazione per la Storia della Lingua Italiana (ASLI, Firenze); dall’ottobre 2006 all’ottobre 2010 è stato Segretario della Società Internazionale di Linguistica e Filologia Italiana (SILFI). È socio del Centro di Studi Filologici e Linguistici Siciliani (Palermo). È stato coordinatore nazionale dei PRIN 2000 e 2002 su “Corpora linguistico-testuali italiani on-line [1/2]” (CLIO [1/2]) cui hanno partecipato le università di Lecce, della Basilicata, di Catania, di Milano e di Roma “La Sapienza”, del PRIN 2005 su “Censimento, Archivio e Studio dei Volgarizzamenti Italiani” (CASVI) cui hanno partecipato le università di Lecce, della Basilicata, di Catania, di Pisa (Scuola Normale Superiore) e di Torino, del PRIN 2007 su “Studio, Archivio e Lessico dei Volgarizzamenti Italiani” (SALVIt) cui hanno partecipato le università del Salento (Lecce), di Catania, di Napoli (L’Orientale), di Pisa (Scuola Normale Superiore) e di Salerno. È revisore del Lessico Etimologico Italiano (Universität des Saarlandes, Saarbrücken) e revisore del Dictionnaire Étymologique des Langues Romanes (ATILF-Université/CNRS, Nancy). È valutatore di progetti PRIN, FIRB e FNS (Fonds national suisse de la recherche scientifique). È autore di oltre cento pubblicazioni scientifiche. Si è occupato della tradizione lirica dei primi secoli, di storia linguistica dell’Italia meridionale, del rapporto dialetto~lingua nella storia linguistica antica e recente, di formazione delle koiné scrittorie e del sistema interpuntivo e grafico italiano, di lessicografia italiana e dialettale, di questioni linguistiche dell’Italia contemporanea. Ha pubblicato per i Meridiani di Mondadori la prima edizione critica e commentata dei Poeti siculo-toscani.
 
Di Albino Campa (del 23/08/2012 @ 14:51:04, in Eventi, linkato 3189 volte)

"Gli ulivi" di Paola Rizzo in esposizione nella corte di palazzo "Cascione" a Galatina. Nella serata del 23 agosto...Le corti a mezzanotte vi aspettano!

TRA MUSICA, ARTE E SAPORI

“Le corti a Mezzanotte” riparte con la terza edizione, dopo il successo delle precedenti edizioni, che hanno visto la città di Galatina, Città d’Arte, trasformarsi in un vero e proprio circuito di accoglienza.
L’evento, espressione dell’arte e della cultura della terra salentina, anima la serata con canti, eventi culturali, estemporanee, enogastronomia tipica che consentono al visitatore di conoscere e rivivere le sensazioni di un tempo grazie all’inconfondibile scenario dei vicol

i e delle corti del centro storico di Galatina.
Inconfondibile scenario che viene presentato, in tutto il suo splendore, con tre differenti visite guidate tra chiese, palazzi, corti e tarantismo, che partono dagli uffici di promozione turistica “IAT” dalle ore 17:30 fino alle 20:00.
La bellezza ed il fascino di uno dei centri storici più belli della provincia di lecce, che si accende con diverse musicalità interpretate dalla NEW ORLEANS DIXIE BAND dal jazz delle origini di New Orleans; i CADILLAC RECORDS con il loro blues di Chicago; “ELEKTROKUSTICA” un progetto sonoro nato negli studi della Danirava Records, che parte dal naturale suono acustico, come può essere la chitarra o un violino, e via via si addentra in un percorso elettronico; gli inediti al pianoforte di MARTINO DUMA; il blues di GIORGIA FARAONE e MATTEO LUCERI.
“Le corti a Mezzanotte” regalano inoltre una suggestiva RAPPRESENTAZIONE DI TARANTISMO, curata da Simona Indraccolo, in quanto Galatina, terra del tarantismo, è luogo di ricerca del fenomeno.
Corti impreziosite da installazioni d’Arte di artisti e designer locali; Tre estemporanee tra pietra leccese, carta pesta e terracotta, che permettono anche al visitatore di interagire nella creazione dell’opera;
Uno speciale excursus gastronomico su tutti i sapori tipici della nostra terra, accompagnato dalle degustazioni di vini della selezione di Santi Dimitri, che conclude con le caratteristiche prelibatezze dolciarie.
“Le corti a Mezzanotte”, evento patrocinato e sostenuto dall’assessorato al turismo della Città di Galatina, è organizzata dall’agenzia Mood in collaborazione con gli uffici di promozione e accoglienza turistica IAT.
 

Il 28 e 29 Dicembre 2019 si terrà a Galatina la 1^ edizione di ArteLuce Galatina, manifestazione promossa dal Comune di Galatina ed inserita nella rassegna "NATALE IN TUTTI I SENSI".

Una parte del centro antico vivrà di nuova luce attraverso proiezioni luminose, videoistallazioni, videomapping. La suggestione della luce permetterà di valorizzare prospetti architettonici, scorci, strade, piazze in un'atmosfera sonora unica e particolare.

Durante le due serate ci sarà la proiezione di un videomapping, con tema la Natività, sulla facciata della Basilica di Santa Caterina.

Il lavoro, curato dal laboratorio AVR Lab – Augmented and Virtual Laboratory dell’Università del Salento, è stato realizzato dalla videomapper Liliana Scrivano.

Le proiezioni avranno inizio alle ore 18,00 e si succederanno ogni 30 minuti.

Contestualmente si animerà l'AtFest – Winter Edition, Festival di Arti Digitali e Nuove Tecnologie.

A distanza di sei mesi, dopo la prima edizione organizzata dalla Cooperativa Arte Amica nell’estate 2019 a Castro (LE), l'evento, unico nel suo genere per il territorio, incontra le arti digitali: laboratori, videoproiezioni interattive, installazioni luminose ed interventi site specific di light design urbano accenderanno, in occasione delle festività natalizie, uno dei centri urbani con il maggior portato storico – artistico della Provincia di Lecce.

Ancora una volta AtFest si pone l’obiettivo di valorizzare il territorio creando opere d’arte multimediali uniche e originali fortemente legate all’uso luce e all’uso delle immagini. Il Patrimonio Culturale locale viene così reinterpretato grazie alle nuove tecnologie in grado di offrire linguaggi ogni volta differenti. 

Nelle sere del 28 e 29 Dicembre 2019, a partire dalle 19,00 un articolato percorso tra interventi di light design urbano, giochi interattivi di luce e proiezioni animate dei mosaici di palazzo Bardoscia (Casa Paterna) e di alcuni disegni della sconfinata produzione di Pietro Cavoti si snoderà tra via del Balzo, via Robertini, via San Mauro, via San Francesco e piazza Galluccio.

AtFest - Winter Edition inizia il 27 Dicembre 2019 con Under the sea un laboratorio di illustrazione dedicato ai più piccoli, a cura dell’associazione culturale CoDE, Comunità digitali esperienziali (progetto vincitore del bando PIN, promosso dall’assessorato alle Politiche Giovanili della Regione Puglia e ARTI Puglia), e dell’associazione culturale PAT, Principio attivo teatro, durante il quale i bambini potranno disegnare i personaggi marini di un mondo acquatico virtuale che si animeranno in tempo reale grazie a un particolare sistema di acquisizione software e ad una videoproiezione interattiva.

Il laboratorio è gratuito ed è diretto ai bambini dai quattro gli otto anni. Si terrà presso la sala congressi dell'ex monastero delle Clarisse.

Per informazioni ed iscrizioni si può telefonare al numero 3351228581 o scrivere a atfestofficial@gmail.com.

Arte Luce è resa possibile anche grazie al sostegno degli sponsor Camer Gas & Power, Mule Engineering, Gallerie Teatro Tartaro, Clinica San Francesco, oltre al finanziamento regionale nell'ambito del POR 2014-2020  - Tutela e promozione delle risorse naturali e culturali – interventi per il riposizionamento competitivo delle destinazioni turistiche.

Nico Mauro - Assessore al turismo

 
Di Redazione (del 20/02/2016 @ 14:38:38, in Comunicato Stampa, linkato 1853 volte)

Il Teatro è amicizia, amore, buonumore, diversi sostantivi per comunicare e promuovere la stagione di prosa 2016 che andrà in scena nel rinnovato Teatro Storico Cavallino Bianco, organizzata dalla Città di Galatina in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese (TPP) e con il Patrocinio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT) e della Regione Puglia - Assessorato all’Industria turistica e culturale.

Accade solo a teatro che le emozioni prendano forma” afferma Daniela Vantaggiato Assessore alla cultura della Città di Galatina “a teatro, perimetro magico delle azioni e dei sentimenti che, come qualcuno ha scritto in questi giorni, appartiene a noi e a chi ci ha preceduti #ilcavallinoèanchemio vorrei dicessero tutti i Galatinesi nel momento in cui andranno a fare l’abbonamento per la Stagione, sì il Cavallino è un luogo, è luogo dell’umanità e dell’anima dei Galatinesi come di tutti coloro che da sempre fanno teatro calcando il palcoscenico o sedendo in platea! Poco importa!”. Accadrà anche al Teatro Cavallino Bianco ed amicizia, amore e buonumore prenderanno vita, diventeranno protagonisti di questa stagione 2016, dove per cinque serate, si aprirà il sipario alle ore 21:00. Dal 26 febbraio al 21 aprile 2016, il palco ospiterà spettacoli di prosa e non solo.

Di seguito il programma completo della stagione:

  • 26 febbraio 2016 CANTO… ANCHE SE SONO STONATO con la partecipazione di STONATO BAND & SWING OUT DANCERS. Coreografie Elena Capriati. Stonato Band: Davide Saccomanno - pianoforte, Antonio Di Lorenzo - batteria, Davide Penta - basso, Mino Lacirignola - tromba, Fabrizio Scarafile - sax. Swing Out Dancers: Tiziana Loconsole, Luisa Losito. Regia SAVINO ZABA.
  • 12 marzo 2016 MILITE IGNOTO - quindici diciotto tratto da ‘Avanti sempre’ di Nicola Maranesi e da ‘La Grande Guerra, i diari raccontano’. Foto di scena Luigi Burroni. Uno spettacolo di MARIO PERROTTA. Un progetto a cura di Pier Vittorio Buffa e Nicola Maranesi per Gruppo editoriale L’Espresso e Archivio Diaristico Nazionale.
  • 18 marzo 2016 IO SONO MISIA - l’ape regina dei geni di Vittorio Cielo. Liberamente ispirato dalle memorie di Misia Sert, dalle confidenze, ricordi, messaggi, lettere, di Proust, Stravinsky, Diaghilev, Nijinsky, Debussy, Tolouse Lautrec, Picasso, Ravel, Cocteau. Co-produzione Fondazione Devlata, DoppioSogno. Regia FRANCESCO ZECCA.
  • 07 aprile 2016 LEZIONI DI ROCK - The Beatles: Abbey Road di e con ERNESTO ASSANTE E GINO CASTALDO.
  • 21 aprile 2016 JUKE BOX ALL’IDROGENO di Allen Ginsberg. Con Franco Angiulo - trombone, Vittorino Curci - sax e versi, Nando di Modugno - tastiera e contrabbasso, Marcello Magliocchi - percussioni, Roberto Ottaviano - sax, Vito Signorile - voce. Percorso musicale ROBERTO OTTAVIANO. Percorso poetico VITO SIGNORILE.

#aggiungiunabbonamentoateatro

Il servizio di vendita degli abbonamenti e dei biglietti è disponibile presso l’Ufficio IAT (via Vittorio Emanuele II, 35 – Torre dell’Orologio) tutti i giorni dalle 09:30 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 19:00. Il botteghino del Teatro Cavallino Bianco sarà aperto solo il giorno degli spettacoli dalle ore 19:00. Per informazioni: tel. 0836.569984 - cell. 392.9331521 - iat.galatina@gmail.com

 
Di Antonio Mellone (del 17/10/2015 @ 14:37:10, in NohaBlog, linkato 2364 volte)

Eccome se ci dispiacerà quando, tra un paio d’anni (posto che non lo facciano fuori prima), questo papa si dimetterà per tornarsene nella sua Argentina a vivere da povero. A maggior ragione se i cardinaloni, scottati dal ciclone Francesco, nomineranno un papa pompiere, buono a spegnere i bollenti spiriti (anzi lo Spirito tout court), facendo evaporare l’ebbrezza delle novità bergogliane e riportando le lancette dell’orologio ecclesiastico indietro nel tempo, possibilmente ad una data antecedente all’apertura del Concilio Vaticano II (insabbiato di fatto da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI).

Però non siamo così ingenui da pensare che un papa faccia primavera (come la rondine del famoso adagio), o che Francesco sia un pontefice rivoluzionario, e che dunque da un giorno all’altro preti o monsignori potranno sposarsi (con un uomo o magari con una donna), oppure che le donne potranno accedere all’ordinazione sacerdotale o episcopale, o che la gerarchia venga abolita insieme a titoli onorifici, appellativi, e ordinariati militari (e con essi, dunque, quegli ossimori vergognosi rappresentati dai preti militari o dai vescovi generali di corpo d’armata con tanto di stipendio da parte del ministero della difesa), o che si accetti il testamento biologico, o che dal sinodo sulla famiglia esca fuori chissà cosa [cfr. a questo proposito il nostro “Un questionario papale” apparso su Noha.it del 10/12/2013]; né si può pretendere che in tutte le parrocchie sia chiara la portata di certe aperture (figurarsi: molti preti con pecorelle di complemento al seguito vivono come se Francesco non ci fosse. O nonostante la sua presenza). E poi, detto tra noi, una rivoluzione per definizione non può mai partire dall’alto.

E’ che non possiamo non rallegrarci quando le parole della sua enciclica infastidiscono gli ambienti clericali e conservatori e innervosiscono i poteri economici internazionali, o quando, come il 21 giugno 2014, in Calabria, Francesco scomunica la mafia con parole pesantissime mai pronunciate da alcuno dei suoi predecessori (che avevano solo blaterato qualcosa in merito, ma mai “scomunicato” come parresìa comanda) o quando il papa stigmatizza il lusso e gli onori di alcuni ecclesiastici (parlammo di codesti teatrini clericali in un nostro articolo dal titolo Nunzio vobis, apparso su questo sito non più tardi dell’11 settembre 2014, rischiando la scomunica), o quando vengono finalmente riabilitati degli eccellenti teologi allontanati dall’insegnamento (qualche anno fa, non secoli fa) e dunque perseguitati per le loro idee “progressiste”, o quando scopriamo che le parole del nostro amico Fra’ Ettore Marangi, profeta e prete scomodo, sono più “moderate” di quelle dell’attuale romano pontefice…

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Ma torniamo alle battute conclusive della “Laudato sì” e dunque all’epilogo di questa nostra recensione a puntate.

Il principio della massimizzazione del profitto che tende a isolarsi da qualsiasi altra considerazione, è una distorsione concettuale dell’economia: se aumenta la produzione, interessa poco che si produca a spese delle risorse future o della salute dell’ambiente; se il taglio di una foresta aumenta la produzione, nessuno misura in questo calcolo la perdita che implica desertificare un territorio, distruggere la biodiversità o aumentare l’inquinamento” (tratto dal punto 195, pag. 160, “Laudato sì” di papa Francesco, Ancora, Milano, 2015).  Invece oggi si parla ancora di Pil, di crescita, di aumento della produzione, e altre scemenze del genere, come la panacea di tutti i guai (nel nostro piccolo ne parlammo anche noi, non in qualche nostra enciclica – non ne avremmo le carte per scriverne – ma più modestamente sull’Osservatore Nohano. Cfr. i nostri “Mamma li turchi”, editoriale L’O. N., n. 6, anno III, 9 ottobre 2009, e anche “Frugalità Nohana”, editoriale L’O. N., n. 10, anno II, 9 gennaio 2009).

Se una persona, benché le proprie condizioni economiche le permettano di consumare e spendere di più, abitualmente si copre un po’ invece di accendere il riscaldamento, ciò suppone che abbia acquisito convinzioni e modi di sentire favorevoli alla cura dell’ambiente. E’ molto nobile assumere il compito di avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l’educazione sia capace di motivarle fino a dar forma ad uno stile di vita. L’educazione alla responsabilità ambientale può incoraggiare vari comportamenti che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura per l’ambiente, come evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e così via.” (tratto dal punto 211, pag. 173, ibidem, la sottolineatura è nostra). Ecco come si potrebbe passare dalle virtù teologiche alle virtù ecologiche, dalla teoria alla pratica.  

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La crisi ecologica è un appello a una profonda conversione interiore. Tuttavia dobbiamo anche riconoscere che alcuni cristiani impegnati e dediti alla preghiera, con il pretesto del realismo e del pragmatismo, spesso si fanno beffe delle preoccupazioni per l’ambiente. Altri sono passivi, non si decidono a cambiare le proprie abitudini e diventano incoerenti. Manca loro dunque una conversione ecologica” (tratto dal punto 217, pag. 177 - 178, ibidem, la sottolineatura è nostra). Toh, guarda, che anche papa Francesco se la prende con il pragmatismo e contro chi si fa beffe delle (nostre) preoccupazioni per l’ambiente.

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Non tutti sono chiamati a lavorare in maniera diretta nella politica, ma in seno alla società fiorisce un’innumerevole varietà di associazioni che intervengono a favore del bene comune, difendendo l’ambiente naturale e urbano. [che combinazione: cfr. anche il nostro “Politica e democrazia” pubblicato su Noha.it il 20/04/2012]. Per esempio si preoccupano di un luogo pubblico (un edificio, una fontana, un monumento abbandonato, un paesaggio, una piazza), per proteggere, risanare, migliorare o abbellire qualcosa che è di tutti. Intorno a loro si sviluppano o si recuperano legami e sorge un nuovo tessuto sociale locale. Così una comunità si libera dall’indifferenza consumistica. Questo vuol dire anche coltivare un’identità comune, una storia che si conserva e  si trasmette” (tratto dal punto 232, pag. 187 – 188, ibidem). Ah, ecco: non era archeologismo, il nostro, ma cura disinteressata dei nostri beni culturali, che dovrebbero essere beni comuni tout court. Per dire, anche i nostri “Dialoghi di Noha x l’Ambiente” stanno cercando nel loro piccolo di fare il loro mestiere in tal senso.

*

Non c’è molto altro da aggiungere alle parole di papa Francesco, se non che la vera fede favorisce e incoraggia la laicità e che sarebbe troppo bella una chiesa fatta da un popolo plurale e non allineato; una chiesa libera, liberatrice, non clericale, più donna e democratica, aperta alle differenze, e meno vendicativa; una chiesa con pochi pizzi e merletti e pregiudizi ridotti al minimo, e magari con sacerdoti ministeriali più umani, umili e laici, e possibilmente anche con un nome femminile, e, perché no, con dei figli, da amare ed educare (e casomai da lasciare a casa con la babysitter nelle serate di ritrovo con la comunità). 

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Cos’altro aggiungere? Ah, sì, che non si è buoni credenti se si è troppo sicuri di credere.

Antonio Mellone

 
Di Marcello D'Acquarica (del 10/09/2013 @ 14:35:51, in NohaBlog, linkato 3881 volte)

Oggi, sciroppo nohano, ops... volevo dire scirocco nohano. Quando l’aria si fa irrespirabile e soprattutto alla sera, quando cala la cappa di umidità, arriva il cosiddetto “faugnu”. “C’è cu mmori” si dice dalle nostre parti.  Il caldo torrido di Agosto fa il resto. Ma a questo, per fortuna, ci pensa Qualcun altro, diciamo il più altolocato. Il clima, come anche tante altre cose, non le decidiamo noi.

“Tu sei un fenomeno…” - mi dice Gianluca Misciali, neofita nohano alla ricerca delle sue origini (un altro che non ascolta le prediche nostrane dove viene abiurato il passato, quale testimone dell’antiprogresso) - “…capisco amare una donna, un Santo, il lavoro, ma un paese.”

In effetti, al contrario degli altri anni, quest’anno mi sono sorpreso pensando ad alta voce, “ma chi me lo fa fare!”. Tranquilli. Mi è capitato una sola volta. Forse vinto dalla puzza nauseabonda di cani morti che regna a Noha da qualche tempo. D'altronde, se fosse solo un romanzo, sarebbe tutto normale, così finiscono buona parte dei racconti di storie d’amore: annegati nel tradimento da parte di chi hai sempre amato e rispettato. Per convincermi che sbaglio a pensare questo, provo di nuovo a cercare la meraviglia che da sempre mi riporta in questo meraviglioso paese:

 il silenzio che regna nelle vie, gli orizzonti a portata di mano, i colori del tramonto e il suono delle campane che, anche se impostate da un banale programma di neo-battenti, si ostinano a rammentarci il fascino misterioso di riti antichi e menzadie cadenzate. Cose di un altro mondo.

Guardando le facce beate dei nostri politici (e ci li vide mai? Bisogna cercarli su face-book, o nei “santini” pre-elettorali) sembrerebbe che nulla accada, se non le loro faccende in cui sono affaccendati.

Ho chiesto agli abitanti di via Aradeo, a cosa si deve l’olezzo di cadavere che si sente in giro per il paese, soprattutto nei pressi della grotta della Madonna di Lourdes. Qui la puzza è davvero insopportabile. Vengo così a conoscenza che la signora Maria Rosaria Mariano, contitolare del negozio di ferramenta, con l’aiuto di alcuni cittadini, si è data da fare con una petizione popolare per informare del cattivo odore il sindaco Montagna e gli amministratori de-localizzati altrove (tanto, anche se abitassero a Noha, come i nostri 4 consiglieri eletti, cambierebbe poco o nulla). Dopo alcune cantonate lapalissiane (del tipo: pulire dalle foglie solamente il tombino davanti al negozio di ferramenta, oppure inviare una squadra di tecnici sprovvisti del più banale attrezzo per aprire un tombino), finalmente si è concluso di demandare la questione all’azienda incaricata al completamento dei lavori della fogna bianca (ca puzza cchiui de a nera). Intanto una buona parte di Noha, tutta la zona del Calvario per intenderci, da anni soffre dello stesso problema a causa dell’ennesima vigliaccata perpetrata approfittando della buona fede della gente: la discarica dell’impianto fognario adiacente alla villetta dedicata a Padre Pio. Siamo nel terzo millennio, a Galatina ci si vanta d’essere “Città d’Arte” e traboccante di cultura, ma quando non si sa che fare si ricorre sempre all’aiuto dei Santi. E sarebbe pure una cosa giusta, basterebbe però riconoscere i propri limiti, che nel nostro caso si sciolgono in vaveggianti e perenni indecisioni. Povero Padre Pio. Tutte le disgrazie spettano a lui. E ai cittadini di Noha. Ma che avranno fatto mai per meritarsi tutto questo? Insomma non possiamo dire che a Noha ci si annoi.

Ogni giorno che passa i problemi aumentano e l’ultimo scaccia sempre quelli già esistenti: chiodo scaccia chiodo. A questo punto diciamo che Noha è diventato un paese dove si mangia con la puzza di fogna, ci si lava con la puzza di fogna, si dorme con la puzza di fogna, si vive sempre con la stesa puzza, che importa se l’orologio della piazza - fiore all’occhiello di ogni paese - è una taroccata, se i beni culturali di Noha sembrano quelli che erano sepolti sotto la città di Acaya fino a qualche anno addietro, se la casa Rossa è solo un ricordo sbiadito, se il frantoio ipogeo più originale del Salento diventa una discarica di rifiuti, se le casette di Cosimo Mariano non reggono più nemmeno le luminarie pietose della festa di San Michele, se le pantegane girano indisturbate dentro e fuori del Castello, se la campagna de lu Ronceddhra è un ammasso di pannelli fotovoltaici riparati da pochi scheletrici ulivi trapiantati per nasconderli alla vista, se un faro da 5000 watt acceca gli automobilisti che transitano su quella via, se il viale che porta al cimitero sembra un residuato del dopoguerra, se si spendono milioni di euro in ristrutturazioni di edifici confiscati alla mafia e in vecchie scuole elementari (senza manco pensare all’allaccio elettrico come si deve)…

Se potessi continuare non basterebbe un’enciclopedia, tanti sono i fenomeni nohani dipendenti dalla trascuratezza e dalla dabbenaggine dei nostri rappresentanti (che a questo punto penso rappresentino solo se stessi). Speriamo che il vento cambi al più presto, e la tramontana non ci porti altre sorprese visto che ultimamente sono di moda i cosiddetti “termovalorizzatori” e a pochi passi da Galatina ne abbiamo uno che, forse, non aspetta altro.

Marcello D’Acquarica
 
Di Antonio Mellone (del 03/09/2017 @ 14:29:09, in Fetta di Mellone, linkato 2389 volte)

Non è mai stata mia intenzione di pontificare sulle sorti sempre magnifiche e progressive dell’Italia intera (poveretta). Nelle mie modeste note sfregate sulla carta (viepiù virtuale), mi son limitato a qualche denuncia concernente le cose di casa nostra (e talvolta di Cosa Nostra), che molti finti tonti locali han sempre considerato come la topica filippica a firma del sottoscritto cui non dare seguito alcuno (e dimostrando così quanto superfluo fosse quel “finti”).

Confesso subito che spesso ho dovuto contare fino a cento prima di vergare certe chiose che avrebbero rischiato altrimenti di essere composte soltanto da espressioni indistinguibili da quelle proferite da uno scaricatore di porto infuriato formate da improperi, invettive e 'castime' tra le più triviali (benché il mio idioma aborra certi scurrili frasari).

E’ che non ce la faccio proprio a bendarmi gli occhi, turarmi le orecchie, imbavagliarmi la bocca, incerottarmi le dita e stravaccarmi sopra un divano (che tra l’altro non possiedo: sarebbe del tutto inutile a casa mia), come invece usano fare molti nohani e altrettanti loro compari di merende galatinesi.

Prendiamo, ad esempio, la torre dell’orologio di Noha.

Ebbene, mi son consumato le dita su questa tastiera per certificare l’estremo degrado in cui versa da diversi lustri codesta specie di torre di Pisa - o meglio degli asinelli (in minuscolo) - oltre al mancato rispetto delle più elementari condizioni di sicurezza.

Quel complesso monumentale si regge ancor oggi quasi per quotidiano miracolo, mentre le stanze ubicate al primo piano - la casa comunale del tempo che fu - sembrano essersi trasformate in un ricettacolo degno di una torre colombaia. Vi lascio immaginare il sudiciume, l’aria mefitica, l’olezzo pestilenziale che si sprigiona da codesto novello B.&B. per topi e piccioni stanziali più che viaggiatori, tanto che davvero non si ha più il coraggio di pensare a cosa possa nascondersi sotto il primo corposo strato di guano, altrimenti detto merda.

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A proposito di effluvi immondi, c’è da ricordare che intorno alla torre civica e all’orologio pubblico nohani sono state condotte intere campagne elettorali.

C’è infatti chi vi ha costruito la sua fortuna pOLITICA locale (e quindi specularmente la nostra sfiga), grazie al cielo durata giusto il tempo (pur sempre lungo) che i cittadini aprissero un pochino gli occhi e - visti certi discorsi altamente cul-turali sparati a palla (anzi a palle) dal palco dei comizi - anche le orecchie.

Io non vedevo l’ora che certi personaggi in cerca di elettore se ne ritornassero finalmente a casa loro, anzi in villa. E, per fortuna, visti i risultati, ero in buona compagnia.

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Sapete bene che l’archivio non perdona.

In questo momento ho per le mani un dépliant (o depilant) molto interessante. Si tratta del volantino di propaganda elettorale per le amministrative del maggio 2006 dell’ex-PDS (Promesse Da Sailor), ex-DS (Deludere Sempre), e finalmente PD (Programmi Disattesi). Sì, insomma, è sempre il solito partito, con l’aggravante che ultimamente, oltre a essere fintamente spaccato, è pure renziano e trova indigesta la Costituzione.

Insomma, voi non ci crederete, ma tra le svariate cazzate riportate in codesto orripilant - tipo la creazione a Noha di una “zona artigianale” [cioè un enorme cimitero da costruire proprio di fronte al cimitero, ndr.], il “rifacimento totale dell’attuale Monumento ai Caduti sostituendolo con una stele in pietra leccese e includendo i caduti [sic] delle due guerre” [e magari anche i nomi dei politici delle due/tre successive legislature de-caduti per insufficienza di voti e per sufficienza di prove, ndr.], “sistemare le vore e i canali” [per esempio cementificandone l’imboccatura e rovinando definitivamente una delle vore naturali più importanti del Salento, sicché al prossimo venturo disastro da alluvione dovremmo pure sorbirci un bel po’ di lacrime di coccodrillo dei soliti noti, ndr.] - oltre a tutto questo, dicevo, vi è nientepopodimeno che la Torre dell’Orologio di Noha: “Non è accettabile – scrivono i promittenti marinai – che lo storico orologio della Torre Civica rimanga ancora muto. Necessita [di] un intervento di manutenzione e restauro della facciata per riascoltare i rintocchi e abbellire l’intera piazza” [sissignore, i DS-PD ci avevano messo la mano sul fuoco. E se la sono bruciata pure sulla torre dell’orologio, ndr.].

A ulteriore dimostrazione del fatto che con certi chiari di luna politici a Noha l’ora legale non sarebbe mai scoccata, men che meno da quel cronometro pubblico, nel mese di luglio del 2016 mi perviene una telefonata da parte dell’ufficio Lavori Pubblici (o come cavolo si chiama) del Comune di Galatina.

E qui stramazza l’asino.

Avrò parlato con due esponenti di quell’ufficio [ubicato evidentemente su Marte o su qualche nuvola dalla quale ogni tanto qualche funzionario-dirigente si degna di cadere, ndr.].

Codesti responsabili, di cui davvero non ricordo il nome, mi chiedevano informazioni, guarda un po’, in merito a torre e orologio civico di Noha e soprattutto se avessi un progetto di sistemazione da presentare non ho ben capito se alla Sovrintendenza o ad altro ente pronto a finanziarne il restauro più o meno conservativo. Ovviamente il progetto ce l'avevo. Io.

Questo tanto per dirvi che certi (finalmente ex) delegati locali, al di là delle chiacchiere da discoteca, durante la loro legislatura non avevano trasmesso un bel nulla agli uffici comunali preposti [non avendo evidentemente alcuna documentazione per le mani, e soprattutto alcuna idea per la testa, ndr.], e se l’avessero fatto sarebbero stati così generici, così all’acqua di rose, così poco attendibili, o di così scarso peso politico da esser considerati poco più che delle macchiette sbraitanti e gementi in questa valle di lacrime. Tanto che i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Per farla breve, e con l’aiuto di san Marcello D’Acquarica martire, nel giro di un paio di giorni ho predisposto un elenco per punti [nove punti per la precisione, visto che siamo a Nove, ndr.] delle cose indispensabili da fare su quel bene culturale, corredandolo di fotografie, di planimetria catastale, e anche di alcuni preventivi che m’ero premurato di richiedere a qualche ditta specializzata nel settore dell’automazione elettronica dei campanili. Questo, così, tanto per provare a ridare un pizzico di dignità non alla torre, non all’orologio, non alla piazza, ma ad un paese intero: il mio.

Per la cronaca, ad oltre un anno da quell’invio di documentazione, ancora nessuna buona nuova in merito al suddetto progetto.

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Io non so come sia la nuova classe dirigente testé insediatasi a Palazzo Orsini: troppo presto per esprimerne un giudizio.

Vabbè, non si può sentire da un Assessore alla Cultura un’idiozia del seguente tenore: “[…] E questo lo si impara non sui libri ma nelle stanze, sulle scale e nei corridoi degli uffici comunali.” [sic]. Spero che non lo pensi realmente, e che codesta uscita assessorile sia frutto soltanto della foga di un neofita politico nel rispondere a caldo a una lettera aperta che oltretutto si commentava da sé.

Ma al di là di questo, mi auguro che i nostri nuovi amministratori non siano come certi loro predecessori, pronti a passare dalla favella all’orbace [questa è sottile, lo so, ndr.] in men che non si dica, e che considerino i nostri beni culturali come una delle priorità della loro azione politica.

Noi altri abbiamo imparato (invero un po’ tardi) la lezione. E ormai, con orologi fermi oppure in movimento, abbiamo capito come non perdere altro tempo per mandarli a cagare.

Antonio Mellone     

  

 

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BOZZA DEL PROGETTO DI SISTEMAZIONE E RESTAURO DELLA TORRE E DELL’OROLOGIO CIVICO DI NOHA (di Antonio Mellone)

Al di là della messa in funzione dell'orologio pubblico di Piazza San Michele a Noha, per il quale possediamo un preventivo, ricapitoliamo qui di seguito, e per punti, i lavori propedeutici necessari per il buon esito del restauro del bene pubblico "Torre civica di Noha".

1) E' necessario innanzitutto il consolidamento e il ripristino di alcune parti già franate della torre campanaria del 1861 (come ad es. la sfera in pietra locale ubicata in cima alla guglia). Si notano altresì delle crepe nei cornicioni in pietra leccese. Esiste cioè il serio rischio che si stacchino dei pezzi interi di materiale lapideo costituente la torre: è richiesto pertanto un intervento urgente per scongiurarne ulteriori lesioni e crolli;

2) Il balcone prospiciente piazza San Michele, con base in pietra leccese necessita di consolidamento (e questo a prescindere dall'estetica: l’intervento è richiesto per la pubblica incolumità);

3) Il solaio pericolante delle due stanze al primo piano di pertinenza del complesso monumentale dovrebbe essere consolidato o, alternativamente, abbattuto e rifatto ex-novo;

4) La creazione di un bagno di servizio non sembra strettamente (o immediatamente) necessaria. Le due stanze potrebbero essere adibite a piccolo museo dove esporre al pubblico l’antica macchina dell’orologio (attualmente depositata presso i locali della scuola media di Noha), insieme ad altri oggetti di sicuro interesse storico;

5) Non si può prescindere da un’attività di pulizia di tutta la casa comunale, del frontespizio della torre e delle parti scolpite in pietra leccese (come ad esempio il corpo dell'aquila, lo stemma gentilizio del mecenate donante, gli archi del campanile).

6) E’ richiesta la sostituzione delle porte e delle finestre del fabbricato, ormai fatiscenti (da riprodurre rispettando possibilmente il disegno originario, e in materiale rigorosamente ligneo, avuto riguardo alla fattura e all’armonia della facciata monumentale del complesso edilizio);

7) E’ necessaria l’installazione di un parafulmine con banderuole segnavento in ferro battuto (magari riutilizzando le originali già esistenti), da issare sulla sommità del campanile;

8) L’illuminazione della torre con nuove tecnologie ("sculture di luce") renderà più decoroso il monumento e tutta la piazza San Michele;

9) I lavori dovrebbero concludersi con la messa in funzione dell'orologio, la pulizia delle campane e l’installazione di martelli percussori (uno per le ore, l’altro per i quarti), da azionare con un nuovo sistema elettromeccanico (con esclusione del suono pomeridiano e notturno).

Per quanto ovvio, e per un discorso più generale sarebbe d'uopo che i finanziamenti fossero richiesti eventualmente anche per la rimozione dell’asfalto presente in tutta la piazza e in via Castello, e la sua sostituzione con un basolato (come era in passato – il cosiddetto Basolato del Barone - e come avviene in molti comuni e frazioni salentine), nonché per l'illuminazione del frontespizio della chiesa madre, della sua cupola monumentale (con luci dal basso) e ovviamente di tutta la piazza, cuore storico del paese.

A.M.

 
Di Redazione (del 20/08/2016 @ 14:26:49, in Comunicato Stampa, linkato 2015 volte)

Il sabato puoi scoprire a tarda sera il fascino dei beni culturali e la bellezza del centro storico in compagnia di guide esperte.

Da Agosto a Settembre 2016 aperture straordinarie e visite guidate dei beni.

Nell’abbraccio di una conchiglia, Galatina nasconde un tesoro: la sua storia. Una storia che, come rugiada, stilla dai blasoni nobiliari, dalle corti schive, dalla fama dei suoi artisti ed eruditi, rinominati in tutto il Bel Paese. Galatina non è solo terra di tarantate e miracoli compiuti a ritmo di sonagli e tamburi battenti. È città operosa di artigiani, un tempo intenti a conciare le pelli e raccogliere bambagia. Oggi, tra un’insegna a neon e una serranda ferrigna, nel gomitolo delle sue strade si incontrano invece le nuove leve del commercio e molte di queste non hanno rinunciato alla filosofia della bottega, rispondendo alla frenesia dei tempi nuovi con la semplicità del vivere lento, più dolce, più profondo.

La Chiesa della Ss. Trinità – luogo aperto in queste serate –, accoglierà i suoi visitatori locali/turisti. Un tempo sede della congregazione della Misericordia o dei Battenti: il nome dei confratelli, in gran parte conciatori, deriva dalla foga con cui si flagellavano. La firma è dell’architetto Giovanni Maria Tarantino: su una semplice facciata, spiccano i nastri cesellati del portale e la statua della Vergine con gli angeli reggi-cortina. Più difficile da scorgere, le figure dei “Battenti” prostrati ai piedi della Vergine: un doveroso risarcimento, dopo tanti (e quali) penitenze. L’interno e la sua storia è tutta da scoprire.

 

20 e 27 AGOSTO 2016 | 20:00 - 23:00

03 e 10 SETTEMBRE 2016 | 20:00 - 23:00

 

Meeting point:

IAT Informazione e Accoglienza Turistica

GALATINA, c/o Torre dell’Orologio - via Vittorio Emanuele II, 35

T. +39 0836 569984 - +39 392 9331521 – E: iat.galatina@gmail.com

Prenotazione obbligatoria

#VisitGalatina

 

Cari concittadini, inauguro il decennale della mia rubrica Fette di Mellone con questa ennesima lettera aperta, ben sapendo, dalle precedenti, quanto le sue parole siano scritte sul bagnasciuga.

Non so se sapete che mentre voi altri eravate tappati in casa per via del virus,  - e per ammazzare il tempo qualcuno scriveva “Ce la faremo” (con la variante poetica “C’è la faremo”), o imbrattava lenzuola con l’arcobaleno “Andrà tutto bene”, quando non si metteva a cantare l’Inno balconato -, ecco proprio in quel periodo là c’è chi ce l’ha fatta davvero (sotto il naso), gli è andato tutto bene veramente, e oggi può zufolare l’Inno nazionale alla faccia nostra.

Mi riferisco a una bella società milanese nuova di zecca, tale Byopro Dev 2 srl (che evoca tanto il Bio, peccato per quella y), costituta ad aprile 2019 e pronta a impiantare a nord di Galatina, a un fischio da Collemeto, un altro bel porco (ché “parco” nella lingua mia ha un’altra accezione) di 22 ettari di pannelli fotovoltaici su di un terreno che per la verità sarebbe per costituzione destinato all’agricoltura. No, tranquilli, non è in contrada Cascioni, è un po’ più in là, zona Masseria del Duca: e chi ve la tocca la Pantacomica del centro commerciale su altri 26 ettari di campagna, visto che la pietra tombale su quel diciamo progetto tarda ad arrivare, atteso che a Galatina e dintorni su certi argomenti il concetto di decadenza dei termini si misura con l’elastico.

Per informazioni più dettagliate, e per rimanere in tema, potete rinvenire il pacchetto (pacco, sarebbe lemma più appropriato), a partire dall’11 maggio 2020 sul sito della Provincia di Lecce. Ma mica riuscirete a visualizzarlo con dei semplici click. Nossignore: per aprire tutti gli allegati di questo, come dire, schizzo programmatico di centinaia di pagine dovreste assoldare se non un hacker almeno un perito informatico (quando si dice la trasparenza della pubblica amministrazione). Una volta riusciti nell’ardua impresa vi si aprirà un mondo. Il solito. Quello fatto di tante belle parole, di attenzione all’ambiente, di relazione paesaggistica, di cronoprogramma, di riduzione ai minimi termini delle emissioni di CO2, di benessere agronomico, di immagini simulate che manco le foto del National Geographic, addirittura di tutela di storia e beni culturali, insomma di impatto ambientale che ovviamente per i proponenti (e per chi crede ai quadrupedi da soma volanti) è sostanzialmente pari a zero; ma soprattutto, signore e signori, di Ricadute Occupazionali (poteva mai mancare il prezzemolo delle Ricadute e del sottinteso Sviluppo? No): in sintesi quei documenti contengono la Giornata mondiale dell’Albero, quella della Terra, quella della Custodia del Creato, quella dell’Habitat, e poi ancora, la Giornata mondiale del Suolo, la Giornata della Diversità Biologica, quella dei Beni Comuni e infine la Giornata mondiale della Lotta alla Desertificazione, da festeggiare tutte insieme il Primo Maggio.

Mo’ vai a spiegare ai digerenti (che stomaco, eh) del nostro comune che la società richiedente ha un capitale sociale pari a 10.000 euro (non male per un investimento di una ventina e passa di milioni di euro); che è inattiva (“Embè – ti risponderanno in coro –, ormai siamo abituati a trattare con le apparizioni di Fatima, anzi di Galatina.”); che a sua volta la srl è posseduta da un’altra srl, la Byopro srl, con un capitale sociale, guarda un po’, di 10.000 euro, la quale a sua volta è partecipata… vabbè, in Cina le chiamerebbero scatole; che, ehm, impiantare un campo di sterminio su suolo agricolo è qualcosa di leggermente diverso del concetto di Green New Deal; che in Puglia si produce già più del doppio del fabbisogno energetico regionale, e che il fotovoltaico da scampagnata non ha ridotto di un microgrammo le emissioni per esempio della centrale di Cerano, anzi con la storia dei Certificati Verdi le ha probabilmente addirittura aumentate; che il nostro territorio già di per sé fragile ha già dato in termini di consumo di suolo, cioè sterminio dei campi (grazie anche ai politici zombie momentaneamente trapassati); che “scavi e sbancamento del terreno” per 1.198.267,15 euro, iva esclusa (quando si dice la precisione), non sono proprio una passeggiata ecologica in quell’area; che i profitti saranno tutti da una parte (indovinate quale) e le perdite tutte dall’altra (indovinato?); che la previsione di 1.400.813,51 euro per “parziale dismissione e ripristino” (cioè smantellamento dell’impianto, demolizione delle opere, conferimento in discarica, e recupero di quel campo profanato) alla fine della fiera, cioè tra 25/30 anni, dovrebbe far saltare tutti sulla sedia, e far nascere un punto interrogativo grande quanto la stessa piantagione di pannelli, ovvero: “E chi cazzo ci dà la garanzia che tra trent’anni una società con 10.000 euro di capitale sociale, posto che esista ancora, non se la svignerà abbandonando in loco tutto l’ambaradan, onde i cocci (cocci per non ripetere la trivialità di prima), saranno tutti nostri?”.            

Non so voi, ma io ho il fotovoltastomaco.

Antonio Mellone

 
Di Fabrizio Vincenti (del 29/05/2017 @ 14:16:05, in NohaBlog, linkato 4044 volte)

Hai stancato! Sì, caro Antonio Mellone, ora hai proprio stancato Noha, Galatina, Collemeto e Santa Barbara. Taci una volta per tutte, capra, capra, capra! Chi ti credi di essere tu con quella tua penna da strapazzo! Come ti permetti di criticare, di dire sempre la tua, di farti i fatti degli altri? Sai solo scrivere tu, mica sai parlare ai comizi, inventare storie, sparare numeri, narrare leggende! Cosa sai fare tu oltre al tuo lavoro? Pensi che occupandoti della cosa comune, dei fallimenti delle passate amministrazioni, dell’incapacità cognitiva di chi, con profondo senso del dovere e senza pensare ai duemila euro di stipendio, si candida alla carica di sindaco, tu riesca a fare una bella figura?

Hai stancato tu e la tua cultura, la salvaguardia dell’ambiente, il restauro delle opere d’arte, il problema della cementificazione, dell’inquinamento, del chilometro zero, delle autostrade a sei corsie! Basta con questa trozza, con la torre dell’orologio, con le casiceddrhe, con la masseria Colabaldi, col frantoio ipogeo.

Cosa fai tu per Noha, oltre a scrivere? Sei stato tu a sostituire la lampadina al calvario? No di certo. Non capisco, dunque, che cosa scrivi a fare! E basta anche con questo fatto della cabina dell’Enel alla struttura di Noha. Cosa te ne frega a te se a noi i compleanni piace farli al buio? Non sai che così le candeline sulle torte fanno più effetto?

Basta con questa casa rossa, col tuo Dante, con questa storia del “megaporco”! Come ti permetti di dire che noi, gente che spera, non abbiamo fatto niente per questo paese! Dove vivi, caro bancario dei miei stivali? Qui non ci sono inoccupati, come affermi tu; le strade sono perfette, l’illuminazione anche, il turismo va a gonfie vele, la raccolta differenziata funziona benissimo. Non c’è immondizia alla piazzole di sosta, i rondò sono curatissimi, abbiamo l’agenda piena di attività culturali. Hai organizzato tu gli anni scorsi la notte della taranta? E poi, visto che stavo per dimenticarmene, quanto dichiari tu all’anno? Fai un confronto se hai il coraggio! E tu vieni a dire a noi, che dichiariamo duemila euro, che non si fanno così le cose? Con quale faccia ci vieni a dire che bisogna recuperare l’evasione fiscale perpetrata nel nostro comune? Comincia a dichiarare il giusto intanto! Ma in banca le fatture le fai, le paghi le tasse, tu, il moralista dei giorni nostri?

Tu che parli, sai come si fa a far fallire un Comune? Sai come si fa a spendere un milione e seicentomila euro per qualcosa che non si può utilizzare? Sai come si sostituiscono le lampadine al calvario? Sai come si mantiene efficiente un parco cittadino? Sei stato tu a mettere ventinove cestini in un parco di trenta metri quadrati? E che cavolo, basta lamentarti, e inizia a scrivere come mangi! E cosa te ne frega a te chi siamo e cosa faremo una volta eletti? Tu devi solo mettere una croce sul nome, e nient’altro.

E ancora: sai dove te la devi mettere la tua grammatica? Io scrivo come voglio, dico quel che voglio, penso quel che voglio! E dopo tutte queste “e”, punti interrogativi, virgole e punti esclamativi, cosa pensi di farmi?

Io sono io, e me ne vanto!

Lettera da uno che non è mai diventato sindaco.

(Fabrizio Vincenti)

 
Di Antonio Mellone (del 31/12/2018 @ 14:12:13, in NohaBlog, linkato 1924 volte)

Mi chiama Emanuele Vincenti, vabbè don Emanuele, il parroco di Sanarica, per invitarmi o meglio invitarci al presepe che quest’anno celebra il suo trentennale: “Allora, venite al presepe vivente di Sanarica? Dai, vi aspetto”.

“Boh, Emanuele: io sono raffreddatissimo, e oltretutto devo assistere mia madre che è caduta: non ti dico. Comunque fammi sentire Giuseppe Cisotta, che ha un telefonino nuovo con una suoneria finalmente funzionante”.

Compongo il numero di Giuseppe che, incredibile a dirsi, mi risponde al secondo squillo: e da lì parte il tutto (incluso l’acquisto della Tachipirina per me).

Nello stesso giorno, di pomeriggio, una carovana di non so più quante auto si dà appuntamento all’autolavaggio di Noha in via Carso, per poi dirigersi alla volta della dolina carsica di Sanarica [da via Carso alla dolina carsica, quando si dice la combinazione, ndr.], una specie di conca di rocce calcaree, una Vora diremmo in vernacolo, molto probabilmente formatasi nel corso di migliaia di anni in seguito alla dissoluzione del carbonato di calcio di cui sono composte le pietre: in quel dirupo è allestito lo stupendo presepe vivente della ridente cittadina sanarichese [comune di 1500 abitanti, meno della metà degli abitanti della frazione di Noha, ndr.], ubicata a metà strada tra Maglie e Poggiardo.

E proprio nell’ampia grotta della natività avviene la restituzione di cortesie tra l’Associazione Amici del Presepe Vivente di Sanarica e il Gruppo Masseria Colabaldi di Noha: certe visite si ricambiano, per buona creanza. Lo scorso anno si son fermati loro, e una corposa delegazione di quell’associazione venne a visitare il presepe apparecchiato nei fori imperiali nohani; quest’anno, invece, il Pit Stop è il nostro e siamo andati noi da loro: si fa così, si chiamano scambi culturali, amicizia, solidarietà.

La contentezza di Emanuele, vabbè don Emanuele, al termine dell’incontro si è tramutata nella richiesta via filodiffusione di un battimani da parte dei presenti all’indirizzo degli amici di Noha: applauso che è arrivato immediato e scrosciante dagli organizzatori con tanto di cartellino al bavero, dagli attori protagonisti, dalle numerose comparse, dalle maestranze ospiti, dai visitatori di ogni dove, nonché da sindaco e assessori presenti in loco.

Anche il Bambino (vero), in braccio alla Madre, ha battuto le mani compiaciuto, sotto quei due tetti di stelle: rispettivamente predisposti dagli umani e dai celesti.  

Antonio Mellone

 

 
Di Albino Campa (del 27/05/2009 @ 14:03:55, in I Dialoghi di Noha, linkato 4309 volte)


 

La macchina dell’orologio risale al 1911, costruita dalla Premiata Fabbrica Orologiai di Fontana Cesare di Milano, come potrete vedere dalla targhetta originale fissata sul telaio che la sostiene.

 2° Era collocata dietro il quadrante, sulla torre. Dal 1911 fino agli anni’80 ha fatto funzionare l’orologio, in piazza S.Michele, ricordando a tutti i Nohani l’ora, con il battito delle campane ogni quarto d’ora (1 battito), mezz’ora 2, tre quarti tre e le ore con il relativo numero.
Oggi dietro il quadrante dell’orologio c’è un congegno elettronico moderno, attualmente            guasto, che, speriamo, venga al più presto riparato.

3° Nella terza slide vediamo la macchina al momento del suo recupero dal magazzino in cui era stata archiviata, ancora sporca di polvere e grasso secco e indurito. A destra in basso,  la vediamo dopo il restauro eseguito con pulizia e vernice trasparente, lavoro eseguito con l’aiuto di G.P. Serafini.
Questo recupero è avvenuto grazie anche all’aiuto della nostra Daniela Sindaco che si è prodigata insieme a me, grazie al sindaco, Sandra Antonica, che ci ha concesso il trasferimento nella nostra Noha, ed infine grazie alla preside, prof. Silvana Ferente, che ci ha offerto la disponibilità del luogo in cui ospitarla e renderla utile a voi dal punto di vista didattico.

4° Nella quarta slide notiamo la data della costruzione della torre, 1861, mentre la nostra macchina, come si è visto prima,  è del 1911. E’ probabile che fra il 1861 ed il 1911 vi fosse una macchina della prima versione di orologi da torre, come questo modello, che ho fotografato nella scuola degli orologiai di Torino, è evidente la tecnica più semplice sia nell’uso di chiodi invece che dadi e bulloni per l’assemblaggio delle parti, sia nel modo di costruire gli ingranaggi, sia nelle dimensioni.

5° Come potete vedere da questa immagine, intorno alla nostra macchina si susseguono 4 parole chiave, fondamentali, tutte della stesa importanza e che commentiamo insieme:

PROTAGONISTA
-il termine protagonista deriva dal greco ed è una parola composta, vuol dire semplicemente due cose: pròtos (primo) e agonistes (lottatore, combattente). Essendo voi la generazione futura,
siete i protagonisti di Noha, i combattenti per Noha.  Oggi lo siete in forma meno responsabile, in proporzione con il vostro impegno di ragazzi, ma presto lo sarete in prima posizione, quando salirete sul podio del mondo degli adulti. Allora da lottatori (protagonisti) per Noha vi prenderete cura della sua immagine. Ovviamente nel frattempo dovrete imparare a conoscerla, perché se non sapete che cosa è Noha, di che si tratta, non potrete rispettarla e soprattutto amarla.

IMMAGINE
Quando incontriamo una persona che non conosciamo, la prima cosa che notiamo e che ci colpisce cos’è? E’ la sua immagine, il suo aspetto esteriore, se è curato o trascurato.
Quindi la prima cosa che ci colpisce, dicevo, è l’immagine. La stessa cosa vale per una classe, per una famiglia, per una comunità e per una città.
Così come è capitato per la macchina che ha cambiato aspetto ed è diventata interessante per tutti dopo il restauro.
L’ immagine di Noha è ciò che pensano le persone quando ne parlano. Se ha una bella immagine non possono che dire che è una bella cittadina. Per dare a Noha una bella immagine, bisogna mantenerla ordinata, pulita ma soprattutto deve avere l’abito della festa ben stirato e lucido.
Cos’è l’abito della festa di una cittadina? E’ il centro, la piazza, i monumenti, come per esempio la torre medievale, la torre dell’orologio. Lo sapete che in quasi tutti i paesi del Salento ci sono castelli, frantoi jpogei, torri medievali, ma nessuno ha beni come le nostre  casiceddhre e la casa rossa?

IDENTITA’
Quando siamo chiamati per una iscrizione ad un esame, oppure ad un concorso, o in altre circostanze simili, dopo il nome ed il cognome cosa ci viene chiesto? La data di nascita ed il luogo di origine. Vedete quindi  che importanza assume il paese di origine? (Quello è di Roma…?! E quell’altro è di Milano…! Quello è di Noha,…!) Addirittura importante quanto il nostro cognome e nome. Ecco perché è importante che ci preoccupiamo della nostra identità.
Per il fatto che è parte integrante del nostro stesso futuro.

BENE CULTURALE
Un bene lo è perché lo dice la parola stessa: “bene, in economia è qualcosa che soddisfa un bisogno”. Rappresenta la cultura a cui voler bene.
Culturale lo è perché esprime, oltre alla storia della sua presenza nelle vicende del paese, anche concetti di tecnologia, E’ un esempio visivo di come è disegnato un ingranaggio, del rapporto di Pesi, forze, geometrie e metodi di montaggio. Un tesoro di tecnologia storica.

Possiamo concludere ricordando:
che essendo noi i protagonisti di Noha, dobbiamo curarne i beni culturali, per avere una buona immagine e difendere la propria identità.

Marcello D’Acquarica

 

“Ci aspetta una grande sfida: far rivivere il nostro teatro, il “Cavallino Bianco” – sono le parole del Sindaco Marcello Amante - Come amministratori, abbiamo e sentiamo una grande responsabilità, ovvero quella di restituire il teatro alla Città in una prospettiva di piena ed effettiva valorizzazione, da attuare con il coinvolgimento di tutti i portatori di interessi, pubblici e privati”.

Le decisioni in merito alla gestione del teatro e al suo futuro hanno coinvolto ogni singolo assessorato, in una forma di sinergia tale da garantire la scelta migliore per la Città, primi tra tutti l’Assessorato ai Lavori Pubblici e quello alla Cultura, attenti a valutare tempi, modi e possibilità di sviluppo del teatro e della Città intera. “Immaginiamo un modello di gestione virtuoso – così l’Assessore Cristina Dettù - ispirato ai criteri di reale efficacia ed efficienza in grado di innescare lo sviluppo di attività economiche per la creatività, la cultura, l’interazione e l’integrazione sociale. Immaginiamo una gestione dai 0 ai 99 anni e più, un teatro del territorio e della comunità che sappia dialogare con scuole, polo bibliomuseale, associazioni, piazze, privati e chiunque voglia entrare a far parte di questo tessuto. A tal proposito occorre avviare un processo partecipativo rivolto a tutti i cittadini e gli stakeholder da coinvolgere attivamente nella redazione del piano di gestione del Teatro comunale”.

Il processo partecipativo coinvolgerà istituzioni, amministrazioni, imprese, cittadini, scuole, associazioni, artigiani, si svilupperà nell’arco di due mesi circa e consentirà, alla fine, di avere linee guida dettagliate in merito alla tipologia di gestione da attuare. L’Amministrazione Comunale ha accolto la proposta di “Mecenate 90”, associazione culturale di livello nazionale che promuove la collaborazione tra soggetti pubblici, privati e privato sociale per la valorizzazione e gestione dei beni culturali e fornisce assistenza tecnica alle istituzioni pubbliche nell’ambito delle politiche di sviluppo strategico a base culturale. Tra i progetti realizzati, l’associazione si è occupata del Programma Italia 2019 con le città candidate a Capitale Europea della Cultura 2019.

Mecenate 90 ha presentato un progetto articolato in una prima fase, che prevede la realizzazione di un percorso partecipativo volto ad individuare, attraverso il coinvolgimento delle Istituzioni, delle Scuole, delle Associazioni, delle imprese culturali e degli stakeholder del sistema culturale, produttivo e commerciale, lo scenario di riferimento, i fabbisogni e le principali linee di indirizzo per la riapertura e la gestione del Teatro comunale. Il processo si concluderà con un meeting conclusivo dello scenario rilevato, con l’analisi dei contenuti emersi e la formulazione delle linee principali di indirizzo rispetto alla riapertura del Teatro.

Tale percorso partecipativo si configura come atto prodromico alla definizione di una più ampia strategia di valorizzazione del Teatro comunale condivisa da tutti gli attori, fondata su un logica di rete ed in grado di far emergere le specifiche competenze di ciascun operatore coinvolto, necessarie al raggiungimento dell’obiettivo di una migliore ed efficace valorizzazione del bene.

Non ci resta che iniziare questo nuovo percorso. Insieme.

Ufficio stampa Marcello Amante
sindaco di Galatina

 

"Il nostro Governo dimostra con i fatti che l'attenzione per i territori ed il sostegno ai sindaci, sono assolute priorità'. Attiviamo un fondo da 400 milioni di euro complessivi, circa 6 MILIONI DI EURO a disposizione dei comuni sotto i 20.000 abitanti della Provincia di Lecce, per finanziare piccole opere in settori vitali come l'edilizia pubblica, la manutenzione e la sicurezza del territorio, la manutenzione della rete viaria, la prevenzione del rischio sismico e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali. In particolare introduciamo, in Legge di Bilancio, un contributo di 40 mila euro per i comuni fino a 2 mila abitanti, di 50 mila euro per quelli fino a 5 mila abitanti, di 70 mila euro per i comuni fino a 10 mila abitanti e di 100 mila euro per quelli fino a 20 mila abitanti. Con il contributo andiamo a coprire il 100% dell'importo delle opere". Lo dichiara in una nota il portavoce alla Camera dei Deputati del MoVimento 5 Stelle, membro della Commissione Bilancio, Leonardo Donno.
"Questi maggiori investimenti locali si vanno ad aggiungere ad 1 miliardo di euro di maggiori fondi, derivanti dallo sblocco degli avanzi di amministrazione per i comuni virtuosi. Diamo ossigeno agli enti territoriali massacrati fino ad oggi dal Patto di Stabilita' interno e dal principio del Pareggio di Bilancio. ", conclude.

 

 

LEONARDO DONNO M5S

 

 
Di Antonio Mellone (del 16/08/2017 @ 14:01:24, in Fetta di Mellone, linkato 1999 volte)

Qualcuno m’ha chiesto come mai non ho ancora scritto nulla in termini di critica aspra altrimenti detta stroncatura in merito all’operato della nuova amministrazione comunale di Galatina [ebbene sì, c’è chi si diverte a leggere le mie filippiche, mentre io m’incavolo a bestia, ndr.].

La risposta è semplice: non ha ancora avuto il tempo di arrecar danni al mondo che ci circonda, come invece han fatto le precedenti. E francamente spero non ce l’abbia mai, questo tempo, ché avrei ben altro per la testa io [tipo, oltre al lavoro, le letture, lo studio e i fatti miei in tema di “donne, cavallier, arme, amori, cortesie e audaci imprese”].

Insomma non è che mi diverta a buttarmi nell’agone come un novello Catilina, o a trattare dell’epica o della lirica di Sindaco & co., o a leggere, di questo codesto o quella, le gesta eroiche (o erotiche, se riportate dal Quotidiano, visto l’utilizzo della lingua da parte di certi “giornalisti” allorché si tratti di centri commerciali, Tap, Twiga e altre sensuali delizie del genere).

Una cosa auguro alla nuova amministrazione Amante (ergo a me stesso): che non somigli per niente alla giunta neretina di Pippi Mellone la quale, a dispetto dei verdissimi proclami pre-elettorali, una volta assisa sulla cadrega cittadina, s’è messa d’impegno a distruggere quel che di bello è rimasto a Nardò e dintorni, con l’aggravante di quella presa per i glutei che fu l’intitolazione dell’aula consiliare alla povera Renata Fonte [la quale non può più replicare con un bel: “Ma come vi permettete” - per non usare un lessico, come dire, più trivialmente colorito, ndr.], contraria fino alla morte, per mano della mafia, ad ogni forma di speculazione edilizia.

Tra le amenità partorite dalla banda larga installata nel palazzo di quella sventurata città, infatti, due recentissime son risultate definitivamente esiziali:

a) l’autorizzazione ad una decina di ulteriori nuovi stabilimenti balneari (ma dove cazzo li impianteranno mai se la costa è quasi del tutto privatizzata e non c’è più posto nemmeno per uno spillo pubblico);

b) l’ennesimo imprimatur a Mrs Deighton, la English first lady di ferro, anzi di cemento, che mo’ s’è messa in testa, e non c’è proprio verso di smuoverla, di costruire un Eco-resort [se ci metti “eco” prima della merda ti sembrerà tutto più pulito e profumato, ndr.] con albergo extra-lusso ed extra-large incorporato e un contorno di non so più quante villette da sparpagliare in una località tra le più belle al mondo, ricca di ulivi monumentali (molti non ancora censiti), denominata Sarparea - che gli empi, con l’aggiunta del lemma “Oasi”, han trasformato in una Srl, e che di questo passo si tramuterà in un’Oasi Diarrea.

Vorrei rassicurare il lettore (quell’unico, seppur ci fosse) che, quanto al cognome che associa il sottoscritto al sindaco di Nardò, salvo smentite dell’ultima ora [e nel caso sarei il primo a eradicare il mio millenario albero genealogico, in ossequio al piano Silletti, ndr.], con ragionevole certezza posso asserire che non v’è alcun rapporto di parentela tra i miei avi defunti e i morti suoi.

*

Dunque non di gemellaggi con certe giunte avremmo bisogno, ma di distinguo.

Sicché per “Andare Oltre” veramente, superando il partito del cemento e delle scemenze, sarebbe d’uopo un atto di coraggio da parte dei nuovi amministratori della cosa pubblica galatinese con un paio di delibere semplici e innovative, anzi rivoluzionarie e indispensabili, già adottate da altri comuni d’Italia un pizzico, diciamo così, più lungimiranti di Nardò: 1) lo stop al consumo di suolo, e 2) il divieto all’utilizzo di diserbanti e pesticidi chimico-industriali in tutta l’area comunale.

Queste due scelte di governo del territorio sarebbero l’architrave di un nuovo Rinascimento galatinese, non solo in termini culturali, ma di crescita vera, sviluppo e occupazione [se non riuscite proprio a coglierne i nessi, chiedete e con calma vi sarà spiegato tutto per filo e per segno, ndr.], nonché la svolta per un vero primato della Politica sul potere degli apparati burocratici [incluso quello di qualche dirigente comunale che, al di là del cognome aureo, sembra abbia finora giocato al ruolo del Re Mida al contrario, ndr.].

A Galatina e dintorni stiamo ancora pagando (e ne avremo per molto) le conseguenze delle scelte nefaste delle passate autorità palazzorsinane, di cui l’autorizzazione al Mega-Porco Pantacom in Cascioni è la punta dell’iceberg, il colmo, l’acme (e forse anche l’acne).

Nell’attesa del Mega-porco collemetese, sta procedendo a ritmi sostenuti un po’ ovunque lo sbancamento da ruspa degli ultimi lembi di terreno comunale e le colate da betoniere per massetti in latero-cemento [cola-cem: c’est plus facile, ndr.] finalizzati all’edilizia residenziale e aziendale rigorosamente private.

Un esempio per tutti: la costruzione dell’ennesimo grande capannone pronto a ospitare un supermarket, o come cavolo si chiamerà, nei pressi dei campus scolastici tra via Sogliano e via Noha, proprio di fronte al Penny (così poi vediamo chi chiuderà per primo).

Non vorrei qui entrare nel merito delle linee strategiche sottostanti i “business-plan” di certi diciamo investimenti, o delle motivazioni (o allucinazioni) di marketing stilate dai cosiddetti consulenti aziendali, o dei calcoli elaborati dalla supposta classe politico/imprenditoriale locale (dico bene, supposta) per concedere autorizzazioni per nuovi ulteriori fabbricati commerciali più o meno intra moenia: evidentemente c’è chi nei piani alti crede che con questi chiari di luna si possano riempire i carrelli di tutti gli empori del circondario comunale facendone tintinnare le casse magari a tutte le ore del giorno e della notte, feste comandate incluse.

Sarebbe appena il caso tuttavia di far osservare che sulla provinciale 362 Galatina-Lecce, a ridosso del distributore della Esso, ad un fischio dal passaggio a livello, giace la carcassa dell’ex-supermercato della Lidl (il grande magazzino a chilometro zero, vale a dire tedesco, venuto a mancare prematuramente all’affetto dei suoi cari), con tanto di striscione in PVC con su scritto “Vendesi immobile commerciale di 1.315 mq”.

Ebbene, questo capannone, facente parte della nutrita categoria dei fabbricati industriali, artigianali e commerciali messi in vendita è da tempo in dolce attesa di un fantomatico compratore. Campa cavallo (benché l’erba non cresca più): sembra destinato, poveretto, alla stessa sorte di certe prostitute ormai troppo vecchie che – scusate l’espressione - non si fila più nessuno (tranne magari l’“intenditore”), quantunque il fabbricato sia tutto sommato nuovo di zecca.

Ora. Visto che la curva di offerta non riesce più a incrociare alcuna curva di domanda di opifici o stabilimenti o magazzini, cosa c’era di meglio e di più economicamente saggio da fare se non autorizzarne (e quindi costruirne) degli altri di diciamo identica taglia, target e fattura? Sì, signora mia, pare che siamo in presenza di un nuovo modello economico in cui l’offerta non solo prescinde dalla domanda, ma addirittura la evita.

Ribadisco un concetto già espresso altrove: questi non stavano bene.

Mi auguro che i nuovi amministratori della cosa pubblica del distretto galatinese invece si sentano anzi stiano un pizzico meglio dei loro predecessori, riescano con le loro scelte politiche ad “andare oltre” il loro naso, e soprattutto rivedano certi propositi di corrispondenza d’amorosi gemellaggi con quella sciagura aerea, terrestre e marittima che risponde al nome della giunta Mellone di Nardò.

Sennò sarò io il primo a morderli. Dopo averli preventivamente fatti a fette.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 27/07/2013 @ 14:00:56, in Comunicato Stampa, linkato 2175 volte)

Nella splendida ed accogliente cornice di piazza San Pietro al cospetto della sontuosa Chiesa Matrice il 15 agosto, per la prima volta nel Sud Italia, giovedì 15 agosto dalle ore 21.00, si svolgerà il Consolata Festival”.
Il Festival, nasce dall'idea che l’unico linguaggio giovane, trascinante ed  efficace per comunicare con la gente comune è la Musica. 
Da sempre il mondo giovanile che gravita intorno ai Centri di Animazione dei Missionari della Consolata in Italia ha prediletto il linguaggio musicale: nel corso dei decenni sono stati prodotti spettacoli, recital, concerti e rappresentazioni di vario tipo.
Ma l'idea di mettere insieme tre corali nate in tempi diversi ed in regioni diverse, e di portare un repertorio di canti religiosi provenienti da tutto il mondo nelle piazze, nei teatri e nelle chiese era assolutamente inedita.
Il 15 agosto ci sarà a Galatina un pezzo d’Africa, un pezzo d’America Latina ed un pezzo d’Europa: i cori di questi centri di animazione missionaria infatti si sono fusi in un unico coro, e come tutte le cose fatte assieme, ne uscirà uno spettacolo meraviglioso.
Sarà un magico momento di comunione, gli accenti diversi si fonderanno tra loro uniti da uno spirito di famiglia “consolatino”. Verranno condivise le esperienze di vita e di fede, l’esperienza missionaria di chi è già stato in un paese lontano e di chi si prepara a farlo.
Per una serata a Galatina si vivrà un fortissimo ed emozionante momento di interculturalità.

RUSSO PIERO LUIGI

 
Di Redazione (del 22/08/2017 @ 14:00:17, in NoiAmbiente, linkato 2140 volte)

NOI NON PULIAMO! MANIFESTIAMO CONTRO LA SCORZA ATAVICA DI CHI AMA LA MORTE E NON LA VITA.


Dal punto di vista organizzativo, possiamo dire molto bene. Abbiamo avuto la collaborazione diretta dell’Assessore all’Ambiente e ai Beni culturali, Avv. Cristina Dettù, la presenza dei Vigili Urbani e l’intervento molto efficace degli operatori di Monteco che hanno portato via quasi subito, tutti i rifiuti raccolti  nelle aree ai margini delle  due vie interessate dalla manifestazione.

Abbiamo avuto il piacere di avere con noi anche alcuni cittadini di Galatina che hanno apprezzato molto l’iniziativa.

E’ invece veramente sconvolgente la realtà trovata in mezzo a tutto quel nerume residuo dell’incendio, dove svolazzano tutt’ora fibre di materiali tossici risultanti dalla combustione che finiscono nei nostri polmoni e sicuramente non fanno bene.

E’ sconvolgente che gli abitanti di quella zona (quelli che hanno manifestato il loro pensiero con parole e omissioni), siano convinti di aver fatto bene a bruciare e che fosse più pericoloso avere intorno a casa delle sterpaglie secche, che tanto non sarebbero mai diventate una foresta impenetrabile, vista la siccità prolungata di sette mesi, 
piuttosto che diossina in aria e in terra per secoli e seculorum. Amen.

E’ sconvolgente trovare in mezzo alle sterpaglie buste di immondizia domestica senza la minima attenzione di nasconderne la paternità, sfalci da attività di giardinaggio, vasi rotti, televisori, copertoni, centinaia di bottiglie di vetro, scarpe, borse colme di rifiuti, ecc.

E’ sconvolgente sentirsi dire da qualcuno di questi personaggi scampati alla peste nera, che la colpa è sempre degli altri: dell’Amministrazione Comunale, dei tecnici, dei proprietari dei fondi, e mai di chi butta con non curanza rifiuti ovunque e per giunta li brucia pure.

E’ sconvolgente che nessuno, o quasi, fra tutti gli abitanti che si sono affacciati sull’uscio di casa, abbia avuto il buon gusto di avvicinarsi, non dico per pulire insieme a noi, ma perlomeno a interessarsi su cosa stessimo facendo. Se non chiederci se ci stavano pagando bene per il lavoro che stavamo facendo. Qui ogni discorso sensato finisce insieme ai rifiuti bruciati. Punto.
Conclusione: buona parte della persone "perbene" residenti in questo paese è convinta che bruciare tutto, "ce' ccappa ccappa", faccia pulizia, serva a igienizzare l'ambiente dalle malattie, tipo scurzoni e zoccole. Insomma esattamente come nel medio evo contro la peste. Si bruciava tutto, anche le persone. 

Che fare? Continueremo a cercare di far capire a tutti, facendogli fare magari la scuola elementare del rispetto di Dio,  che non basta comprare un SUV e  chiudersi in casa lasciando fuori le schifezze buttate nei prati per credere di avere conquistato la dignità di persone civili, ma che è ora di cominciare a cambiare modo di pensare e di fare.

FareAmbiente

Laboratorio di Galatina Noha

 
Di Marcello D'Acquarica (del 08/01/2015 @ 14:00:04, in Presepe Vivente, linkato 2163 volte)

Il Presepe vivente di Noha in questi giorni non lascia tregua. E' tale la gioia per questa festa, tutta nostra, che pare non finisca mai. Tutto questo, grazie naturalmente alle persone che lo hanno realizzato e al sito Noha.it che continua ad immortalarlo nella rete degli internauti vicini e lontani, tutti uniti come in un incantesimo. Ed è proprio qui, su Noha.it, che scopro attraverso le video-interviste di Antonio Mellone una cosa alquanto sorprendente: le risposte della professoressa Daniela Vantaggiato, fra l'altro anche Assessore alla Cultura.

In occasione della presentazione del mio libro "In men che non si dica", a fine dicembre 2012, consegnai personalmente una copia del Catalogo dei Beni culturali di Noha alla suddetta gentile professoressa in visita a Noha. Non pago di ciò, tempo fa ho vergato una lettera aperta indirizzata a lei e al Sindaco di Galatina pubblicandola sul sito Noha.it (http://www.noha.it/NOHA/articolo.asp?articolo=868). In questa missiva evidenziavo quanto la Soprintendenza ai Beni culturali avesse richiesto chiarimenti sul “progetto” del Comune di Galatina a proposito dei Beni culturali di Noha (chiarimenti che purtroppo la Soprintendenza non ha mai ottenuto da parte dei nostri amministratori per chi sa quale strampalato motivo).

Ecco, non fosse altro che sulla base di queste prove, mi chiedo come faccia la professoressa e Assessore alla Cultura del Comune di Galatina a venire in visita al Presepe vivente di Noha e addirittura candidamente proferire le seguenti parole: "... diversamente non avrei capito quello che c'era qua intorno da vedere e da visitare...".

La stessa prof. considera (se lo dice lei!) come un "suo grosso limite culturale" il fatto di ignorare la presenza in questo territorio di un bene straordinario come la Casa Rossa. Ora mi chiedo: ma siamo davvero ancora a questi livelli? Come mai un Assessore alla Cultura così attento e così “presente” arriva a formulare queste inaudite asserzioni, nonostante i libri in merito, gli infiniti nostri interventi sul sito di Noha (lettere aperte, denunce, articoli, interrogazioni popolari, raccolta di firme..,), e, non ultimo, le trasmissioni televisive sul tema dei beni culturali nohani?  

Siccome la cosa mi lascia alquanto perplesso, e a tutto c'è una spiegazione sarà possibile avere delle delucidazioni in merito? Speriamo che la stella cometa faccia luce a sufficienza prima di un altro Natale. Sempre a NOHA, ovviamente.

Marcello D'Acquarica

 

Ci sono mille modi e luoghi per farlo: comodamente seduti su di un divano, a letto prima di addormentarsi, nel silenzio di una biblioteca… e poi c’è il “Lifebox”, dove leggere può diventare un’esperienza fatta di gioco e relazione, di calde e piacevoli sensazioni per adulti e bambini, dove leggere diviene un modo per esplorare e creare il mondo e la relazione tra genitori e figli. 

Martedì 15 ottobre alle 17.00 presso la scuola primaria di Noha (Le) in via Petronio appartenente all'Istituto Comprensivo Polo 2 di Galatina (sede della Biblioteca Giona - Presìdio del Libro di Noha e Galatina) si terrà un seminario animato per la promozione della lettura ai piccoli in cui l’artista Adalgisa Romano farà dono alla scuola della sua opera “Lifebox”. 

I Lifebox sono “unità abitative che si integrano facilmente con più contesti e ambienti per viaggi interiori in utopiche speranze di radicamento, rappresentano il luogo e l’istante di riappropriazione, di riposizionamento, di radicamento dell’uomo prima di affacciarsi e tuffarsi nel villaggio globale contemporaneo, - dice Adalgisa Romano - e rappresentano un forte strumento di critica alla società contemporanea sottomessa al gioco di spinte omologanti e individualistiche. Ma soprattutto i Lifebox sono luoghi in cui attraverso il gioco i bambini possono fare esperienza di sé, del proprio corpo e dell’altro e, attraverso la relazione con un altro essere umano, attivare un senso di appartenenza a sé stessi, step necessario per imparare a volersi e a voler bene.

Il seminario intende essere un’opportunità di riflessione e di confronto per chi si occupa di approccio precoce alla lettura: insegnanti, bibliotecari, pediatri, operatori culturali che considerano il tempo della lettura un tempo utile, e poi genitori che non si stancano di leggere ai propri figli (anche quando crescono), perché leggendo e raccontando agiscono il proprio amore.

All’incontro interverranno Milena TANCREDI, responsabile Biblioteca dei Ragazzi-Biblioteca Provinciale "La Magna Capitanata" di Foggia - Referente regionale NPL AIB Puglia - Segretaria della sezione Puglia dell'Associazione Italiana Biblioteche; Loredana GIANFRATE, Imago cooperativa sociale Lecce - membro CER AIB Puglia e dell'Osservatorio Nazionale Lavoro e Professione; Giovanna ROSATO, Biblioteca comunale di Cavallino (LE) - AIB Puglia - Gruppo di lavoro Biblioteche per Ragazzi e NPL - Referente per la provincia di Lecce; Paola CONGEDO, referente dell'Associazione Presìdi del Libro; Eleonora LONGO, dirigente dell’Istituto Comprensivo Polo 2 di Galatina; Adalgisa ROMANO, artista-designer realizzatrice dell’opera Lifebox II, Cecilia MAFFEI e Antonietta ROSATO - Associazione "Fermenti lattici" - curatrici della rivista trimestrale Unduetre Stella.

L’iniziativa è promossa dall’Istituto Comprensivo Polo 2 di Galatina, la Biblioteca Giona – Presìdio del Libro di Noha e Galatina, ART and ARS Gallery di Galatina.

 
Di Albino Campa (del 17/01/2011 @ 13:57:07, in NohaBlog, linkato 2847 volte)
L’idea di un Palazzo della Cultura mi ha sempre affascinato, ma mai del tutto convinto. Il mio dubbio è soprattutto di origine semantica. È facile, infatti, fraintendere il significato di quest’espressione figurata che, se presa alla lettera, vorrebbe associare alla cultura un qualsiasi palazzo, ma nella fattispecie rappresenterebbe una maniera originale e garbata di dire che la cultura ha un punto di riferimento all’interno della città. Il problema è che, delle volte, si preferisce ricorrere alla formula "Palazzo della Cultura", avvalorandola in genere con nomi di persone che illo tempore hanno realmente prodotto cultura, esclusivamente per mettere a tacere fastidiosi "scrupoli di coscienza".
Mi spiego meglio. La cultura, a mio parere, non può essere racchiusa in un palazzo, non è un bene sociale contenibile, ma è soggetta ad un continuo riciclo, a un movimento incessante, delle volte impercettibile, ma sempre presente. Allo stesso tempo è anche importante individuare luoghi strategici all’interno della città, in cui vien facile coltivare una cultura di cui tutti possono servirsene a piacere, quando lo desiderano e in maniera del tutto gratuita. Quindi il Palazzo diviene il luogo in cui è facile trovare la Biblioteca Civica "P. Sicialiani", il "Museo Civico P. Cavoti", la biblio-mediateca, la sala convegni "C. Contaldo" e il Centro Progetto Giovani, quivi non relegati per scontare pene di alcun tipo, ma soltanto per comodità.
Comodità che assume (troppo facilmente, a mio dire) le sembianze della trasandatezza, della negligenza. Ecco quindi che si comprano i libri, ma mancano i lettori, si organizzano seminari, incontri con autori, ma l’audio nella sala Contaldo è pessimo (nell’ultima lezione dell’Università Popolare di Galatina qualcuno giustamente si lamentava di ciò), si organizzano presentazioni di libri e la cittadinanza non partecipa; alcuni ragazzi non sanno che esiste un museo a Galatina, non conoscono Siciliani, Cavoti, Martinez e Colonna, nonché la storia di Galatina e frazioni, non sono informati (a tempo) delle varie iniziative culturali, che seppur sempre poche in numero, ci sono e andrebbero valorizzate, così come sono all’oscuro dei vantaggi che potrebbero trarre se solo sfruttassero l’opportunità di un Centro Progetto Giovani.
Voglio dire, con questo, che le istituzioni non hanno solo il compito di accogliere e custodire nelle stanze del palazzo libri e volumi pregiati, film e audiolibri, statue, quadri e reperti archeologici, seminari e presentazioni di libri, concerti e rappresentazioni teatrali, ma anche quello di prendere il cittadino per mano, entusiasmarlo con proposte e convincerlo a farsi testimone e portavoce della cultura. Hanno il dovere di rinnovare, giorno dopo giorno, senza mai stancarsi, il loro invito alla cittadinanza.
La cultura non esiste di per sé nei cosiddetti "palazzi della cultura", ma prende forma solo grazie all’impegno dei cittadini, assume significato solo se gli viene data questa possibilità.
Un vaso stracolmo d’oro? Non è cultura, risponderemmo senza esitare.
Cos’è cultura allora? L’arte di lavorare l’oro e renderlo utile alla società.

 

 

 

Michele Stursi
 
Di Albino Campa (del 29/10/2007 @ 13:56:47, in Eventi, linkato 5301 volte)
"Eccovi il discorso di sabato 20 ottobre 2007 tenuto da Antonio Mellone (nonostante decimi di febbre da influenza) nella sala 'Celestino Contaldo' del Palazzo della Cultura "Zeffirino Rizzelli" di Galatina, per la presentazione del libro "Scritti in Onore di Antonio Antonaci". 
Serata stupenda, resa ancor più bella (e storica) grazie alla presenza del Prof. Mons. Antonio Antonaci, che così ha voluto fare una graditissima sorpresa ai presenti, incluso il relatore, che non sperava in tanto onore".

(qui i videoclip della serata con il discorso di  monsignor Antonaci)

 

Presentazione del libro “Scritti in Onore di Antonaci”

Galatina, 20 ottobre 2007

PALAZZO DELLA CULTURA “ZEFFIRINO RIZZELLI”

Sala “Celestino Contaldo”

*   *   *

“Scritti in Onore”.  Da dove è partita tutta questa storia?

L’anno accademico 1990/1991, quello nel quale mi laureai a novembre in Economia Aziendale presso l’Università Bocconi, fu l’anno in cui insieme ad altri studenti, con il superamento di un concorso per titoli ed esami, fui nominato “Tutor”.
Il Tutor è uno studente “senior”, anziano, che indirizza, segue, consiglia le giovani matricole…
Il direttore dell’ISU Bocconi (si chiamava Salvatore Grillo, il dottor Grillo) subito dopo il concorso, chiamò tutti quanti noi tutor, eravamo in tutto una decina, per farci un dono. Regalò ad ognuno di noi un pacco di non meno di quattro chili di peso, contenente due tomi – “sono due libri di grande valore” ci disse.
Questi libri di circa 900 pagine l’uno erano intitolati, sentite un po’, “Scritti in Onore di Luigi Guatri”.
Luigi Guatri era il nostro Rettore, nonché professore di Marketing e di Valutazione delle aziende, e di non so quali altre materie.

Mi rimase impresso quel titolo. Mi sembrava strano.
Sfogliando le pagine di quei poderosi volumi vidi che solo le prime trenta/quaranta pagine (su 1800!) parlavano della persona e dell’opera del Prof. Luigi Guatri. Tutte le altre erano pagine nelle quali diversi professori dell’università o dottori di ricerca o assistenti universitari avevano scritto sugli argomenti più disparati, focalizzandosi soprattutto sul marketing, materia preferita dal Guatri, ma non solo.

Mi accorsi con il tempo che si trattava di saggi (interessantissimi per carità) che poi bene o male si ritrovavano riciclati in altri libri, o in dispense o in riviste dello stesso genere.

Girovagando in biblioteca mi trovai di fronte ad altre raccolte corpose, massicce, come per esempio: “Scritti in Onore di Ugo Caprara”; “Scritti in Onore di Carlo Masini”, “Scritti in Onore di Gualtiero Brugger”, “Scritti in Onore di Giordano dell’Amore”, “Scritti in Onore di Umberto Cerroni”, “Scritti in Onore di Isa Marchini”… E via di seguito.

Oppure “Studi in Onore”, che è la stessa cosa. Oppure “Liber amicorum”…
 
Provate a cercare nelle biblioteche, specialmente nelle biblioteche universitarie, troverete una certa quantità di questi volumi di “Scritti in Onore”, un vero e proprio genere letterario. Se cercate su internet con qualsiasi motore di ricerca troverete un’infinità di titoli di “Scritti in Onore”… Si tratta sempre, provate per credere, di libri poderosi, voluminosissimi. Dei veri e propri mattoni.

Cercai di chiedere, di approfondire di che genere di libri si trattasse. Capii che si era in presenza, nella maggior parte dei casi, di “scritti di circostanza”.
Scritti offerti al professore che aveva compiuto un tot. di anni, in genere una settantina; o in determinate occasioni, come per esempio la messa a riposo del professore, proprio quando il professore stava per diventare, come si dice nel linguaggio accademico, “emerito”.

Gli “scritti in onore” sono del genere AA.VV, cioè Autori Vari.
Capita sovente agli altri professori, o ai ricercatori, che venga richiesto il loro contributo per gli “scritti in onore”. Sappiate che questi professori o questi dottori in ricerca sovente hanno già pronto in un cassetto o nella memoria di un file di computer il loro contributo scritto. Pronto per l’uso.

Per dirla tutta vi dico qua per inciso che anche il prof. Antonaci ha partecipato ad una di queste opere collettive. Il titolo: “Studi in Onore di Antonio Corsano”. Un libro di 870 pagine, un libro alto così.
Ma, anche in questo caso, leggendo l’indice si capisce subito che del professore Antonio Corsano, l’onorato, s’è scritto solo di striscio. Di Antonio Corsano, oltre alla fotografia, poco o niente.

Arriviamo ai nostri giorni.
Alla luce di tutto questo che vi ho appena raccontato, volevo trovare un modo per stravolgere il concetto di “Scritti in Onore” come se fossero “scritti di circostanza”. Volevo innovare questo genere letterario. Anche il libro più ignobile – si sa - è pur sempre una novità.

E l’ho fatto con il libro del quale questa sera celebriamo il battesimo. Non m’interessava il numero delle pagine (l’importanza di un libro non si misura dal suo peso o dallo spazio che occupa). Ed ho cercato di fare uno “Scritti in onore”, diciamo, in senso stretto. Con questo libro ho voluto dunque stravolgere il concetto di “scritti in onore” e fare in modo che questi scritti non fossero scritti d’occasione, ma un saggio appassionato che avesse come oggetto le opere di un professore, come soggetto il professore Antonio Antonaci.ù

Ma chi è, in breve, il professore Antonio Antonaci?

Onde evitare di tediarvi troppo con la mia voce, per questi brani chiederò l’aiuto a Paola Congedo, che all’inizio di questa serata ha già letto il brano di Zeffirino Rizzelli ed i due inizi dei capolavori, il “Fra’ Cornelio Sebastiano Cuccarollo” e il “Cuccarollo”. Subito dopo, l’omaggio musicale della brava flautista gallipolina Gabriela Greco. Io per qualche minuto farò il mio turno di riposo.

Prego Paola.

CHI E’ IN BREVE IL PROF. MONS. ANTONIO ANTONACI

Antonio Antonaci, galatinese purosangue, è nato il 9 giugno del 1920 da una famiglia di agricoltori. E’ stato ordinato sacerdote dal santo vescovo idruntino Fra’ Cornelio Sebastiano Cuccarollo, il 29 giugno del 1943.
Laureato in Teologia, Filosofia, Lettere Classiche, specializzato in scienze storico-morali, ha operato nell’ambito del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prima presso l’Istituto di Scienze Politiche dell’Università di Torino e poi presso l’Istituto di Storia della Filosofia dell’Università Statale di Milano.
E’ stato titolare della cattedra di Storia della Filosofia (nel corso di laurea in Pedagogia) nella Facoltà di Magistero dell’Università di Bari, dove ha pure tenuto per alcuni anni la cattedra di Storia della Filosofia Medievale. Ha diretto l’Istituto di Scienze Religiose “Giovanni Paolo II” di Otranto, dove ha anche insegnato Storia della Chiesa.
A partire dal 1953 e per molti anni è stato Prefetto degli Studi del Seminario Arcivescovile Idruntino; dal 1970 è Prelato d’Onore di Sua Santità e dal 1987 è Arcidiacono del Capitolo dell’antica e gloriosa Cattedrale della Chiesa metropolitana di Otranto, con il titolo dell’Annunziata.
Con decreto del Presidente della Repubblica del 2 giugno 1973 gli è stata conferita la Medaglia d’Oro di Benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte.
Per molti anni è stato Ispettore Onorario ai Monumenti del Salento.
E’ Cittadino Onorario di Otranto e di Muro Leccese.
Nel 1968 vinse il Premio Nazionale “Salento” per la saggistica per il lavoro su Francesco Storella filosofo salentino del Cinquecento (Bari, 1966).
Nel 1998 gli è stato attribuito il premio “Città di Galatina – Beniamino De Maria” ricevuto dalle mani dell’allora Presidente della Repubblica, On. Oscar Luigi Scalfaro, giunto a Galatina per l’occasione.

Incommensurabile è la produzione letteraria di Antonio Antonaci, composta oltre che da numerosi volumi anche da una sterminata numerosità di lezioni, interventi, articoli ed editoriali su riviste e periodici locali e nazionali.
   
Citiamo a proposito, tra le riviste, “L’Eco Idruntina”, il bollettino diocesano che di fatto nel corso di oltre un quarto di secolo vide impegnato Mons. Antonaci nella redazione degli editoriali e di numerosi altri interventi di formazione pastorale, catechistica, liturgica, oltre che d’informazione della vita diocesana e della Chiesa Universale; e “il Galatino”, il quindicinale di informazione salentino del quale Antonaci fu socio fondatore nel 1968 (come pure del numero annuale “il Titano”, nato anni prima, edito per la Fiera Campionaria di Galatina in occasione della festa patronale galatinese).
De “il Galatino” Antonaci fu direttore editoriale per lunghi decenni. E ancor oggi, il Professore non manca d’inviare al “suo” giornale (dattiloscritti con la sua inseparabile “Olivetti”) interventi, recensioni di libri, articoli e lettere al direttore, che si contraddistinguono per l’ariosità dello stile, la lucidità e la sagacia di sempre. 

*    *    *

Ma torniamo a noi. Continuiamo.
Che cosa ho voluto riportare? Di che cosa parla questo libro che questa sera è piovuto in questa bellissima sala? Del resto la rassegna di questo mese d’ottobre patrocinata dal Ministero per i beni e le attività culturali e nel cui cartellone rientra questa serata è proprio intitolata “Ottobre piovono libri: i luoghi della lettura”…
E’ un libello che non vi pioverà in testa come un mattone. State tranquilli. Potrei dirvi soltanto: compratevelo, non ve ne pentirete. Ma qualcosa ve la voglio anticipare.

In questo libro, intanto dico subito che non c’è tutto Mons. Antonio Antonaci. Ci mancherebbe altro! In questo libro c’è un aspetto di Mons. Antonaci. Anzi a guardar meglio, più d’uno. Ma sicuramente non tutti.
C’è un po’ il succo delle conversazioni tra il sottoscritto e Monsignore, ma soprattutto i libri di Monsignore. Quelli che avete visto scorrere nel video preparato da Daniele Pignatelli, che ringrazio ancora una volta per la disponibilità. Anzi, per essere ancor più precisi, alcuni libri di Monsignor Antonaci.
E questo libro parla di libri. Perché come ben sapete i libri si parlano tra di loro. Dall’interno di un libro è possibile entrare in un altro.

Dicevo che il mio libro parla di alcuni dei libri di Monsignore.
Infatti, proprio in questi giorni ne ho scoperto un altro (i libri di Antonaci sembrano spuntare come i funghi cardoncelli in questo periodo); un libro di cui non conoscevo l’esistenza. E non è che si trattasse di un libercolo di quattro pagine, o di secondaria importanza, ma un libro di ben 300 pagine, edito dalla Editrice Salentina, ed intitolato semplicemente “Editoriali” (è una raccolta di 52 articoli pubblicati sull’Eco Idruntina - la rivista diocesana - dal 1961 al 1967). Questo per dirvi che davvero non si finisce mai di scoprire, davvero “fino alla bara sempre s’impara”. E si scopre.

*    *    *

Scritti in Onore.

Onore e memoria.

E’ fin troppo facile onorare la memoria: chi non lo fa?
E’ lungimiranza, è accortezza invece onorare chi è presente, chi ti sta di fronte ancora; è un valore provare gratitudine per la stanchezza di chi non si è risparmiato, curvo una vita intera sui libri e sulle sudate carte per insegnare e cambiare il mondo, (in meglio s’intende). E dare anche dignità alla nostra terra.
Guardare con riconoscenza a chi ha ancora tanto da insegnare, è gratitudine.
 
Onore e memoria.
L’onore è per chi è presente, per chi ti può ascoltare e leggere, è per chi ti sta di fronte. “Onore”, può essere anche un bell’appellativo: lo si può usare perfino tra fidanzati, se non si vuole utilizzare diminutivi banali o vezzeggiativi melensi comuni, inflazionati, e non troppo lirici.
Memoria è invece una anamnesi, un rincorrere chi non c’è più, un fargli sapere che forse valeva la pena di parlare con lui, leggere i suoi libri, i suoi articoli, condividere il pensiero, un obiettivo, o un tratto di strada.
 
Ma perché non dirlo prima?
Perché mangiarsi le mani perché si è arrivati in ritardo: cioè si è arrivati al tempo della “memoria” e non al tempo dell’“onore”?
La memoria è importante, ma vale molto di più l’onore. Una città può ricordare con un monumento, l’intestazione di una strada, dopo dieci anni dalla morte. Ma perché non ringraziare finché si è in tempo? Perché non premiare e dire grazie a chi è ancora nostro prossimo?

Prossimo non è chi è lontano, lontano nel tempo e nello spazio; il prossimo è chi ci sta accanto; chi ci tocca; chi ci parla e ci ascolta. Il prossimo sovente finisce per allontanarsi da noi, perché non sappiamo apprezzare la sua presenza; non sappiamo essere grati per nostra incapacità, quella che poi si manifesta quando una persona la perdiamo o si allontana da noi.

*   *   *

Mi riferisco in questo momento ora alla memoria del prof. Zeffirino Rizzelli, al quale va la nostra riconoscenza, non solo per il bel saggio che ha voluto scrivere per il mio libro (questa volta è stato lui ad onorarmi, impreziosendo la mia opera: e basterebbe il solo saggio di Rizzelli per giustificare l’acquisto del mio libro) ma, dicevo, perché proprio lui meritava, in vita, forse qualcosa in più. Ha fatto bene ancora una volta l’Amministrazione Comunale di Galatina ad intestare questo stupendo “Palazzo della Cultura” alla memoria di Zeffirino Rizzelli. In questo ambiente tutto sembra parlare di Lui: il distretto scolastico, l’università popolare, la biblioteca, il museo.
Questi muri che adesso ci stanno ascoltando, hanno per più anni ascoltato le lezioni (di vita) di Zeffirino Rizzelli, si sono impregnati della sua sapienza, del suo modo di essere giusto, democratico, saggio.  Rizzelli non è mai andato alla ricerca di medaglie al valore, di  lusinghe, di successi. Eppure al di là di questo Rizzelli meriterebbe di più. Per esempio - è una proposta che faccio questa sera alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni - tra gli altri anche il “Premio -  Città di Galatina – Beniamino De Maria”. Proprio il 2008 scadrà il biennio per l’assegnazione di questo premio. Per cosa? Per la sua attività di intellettuale, studioso, scrittore (di libri, articoli e studi su riviste specializzate di matematica, logica ed epistemologia) ed infine di politico e sindaco di Galatina. Il nome di Zeffirino Rizzelli entra di diritto nel novero dei “grandi” che hanno reso “grande” Galatina.  
Ma al di là dei premi e delle intitolazioni deve essere chiaro a noi che per Rizzelli ogni attestato di benemerenza ed ogni medaglia al valore sarebbero una ricompensa da tre soldi. Sono certo che per Rizzelli la più bella ricompensa sarebbe la rilettura delle centinaia di suoi scritti. Belli, attuali sempre, formativi. Sono custoditi, raccolti nella biblioteca di Galatina, un paio di porte più in là di questa.

*   *   *

Ora la nostra lettrice leggerà l’ultima paginetta del mio libro, mentre io faccio un’altra pausa. In questo momento credo calzi molto bene il significato di quanto in essa contenuto. Alla parola Antonaci si potrebbe tranquillamente sostituire la parola Rizzelli.

“L’Antonaci con i suoi libri ha scritto in fondo di sé, anche se a prima vista questo potrebbe non apparire: egli sembra aver tramutato la sua vita in scrittura ed è così che ha raggiunto, conquistato, potremmo dire, un pezzo di eternità. Per uno scrittore, scrivere è l’aldilà a portata di mano, l’altra vita a cui sacrificare questa!
A questo aggiungiamo, tuttavia, che per Antonaci, la gloria di questo mondo altro non sarà che “silenzio e tenebre”: la transeunte vita terrestre altro non sarà che pulviscolo informe, naufrago nell’eterno.
“Quando saremo davanti a nostro Signore, altro non potremo che dirGli: fanne cce bboi: aggiu fattu tantu, ma nunn’aggiu fattu propriu nienti!” (cioè: “ho fatto tanto, ma di fatto sono stato “un servo inutile”: questo sono io con i miei difetti e, forse, con qualche raro pregio…”) ci diceva in uno dei nostri più recenti colloqui, allorché si toccava, nell’argomentare, il concetto della consolazione dalle umane fatiche, in vista della morte. Il richiamo al Vangelo in questi pensieri è evidente.
E, a proposito della “gloria” derivante dalla scrittura dei libri, Antonaci (che ha impostato la sua vita in cerca di ben altra gloria: quella celeste!) sembra far proprio il concetto molto ben espresso da Marcello Veneziani nel suo “La sposa invisibile” (Fazi Editore, Roma, 2006): che riportiamo a mo’ di explicit di questo nostro percorso: “Lo scrittore è un portatore di secchi dall’oceano al deserto. Crede di viaggiare dal nulla all’essere, creando; invece compie il tragitto inverso.
Proviene dall’essere e porta al nulla il suo catino d’acqua.
Quando lo versa è per metà evaporato nel percorso e per metà scompare nella sabbia dopo aver accennato ad un’ombra di umidità.
In quell’alone provvisorio sta tutta la gloria dello scrittore”.
E – con questo chiudiamo - se è vero il detto oraziano: “Non omnis moriar”, è però anche vero che, purtroppo (o per fortuna!), gloria caduca ed effimera, sarà, in ogni modo, quella dello scrittore. Di tutti gli scrittori.
Vanitas vanitatum et omnia vanitas. (Ecclesiaste, 1, 2).

*   *   *

Torniamo un attimo ad Antonaci ed ai suoi libri.
I libri di Antonaci si conficcano come ami nella carne. Del resto se i libri non hanno questa presa di trascinamento, se è il lettore a doverseli trascinare dietro, allora sono carta pesante.
Siamo noi a portare i libri o sono i libri a portare noi? E’ questo un dilemma che decide l’intesa o il rigetto tra un lettore ed un libro.
 
Se è lui che porta me, compresi il mio tempo, la mia voglia o anche la mia stanchezza, allora è libro. Se invece oltre al mio carico giornaliero, o alla mia stanchezza, devo aggiungere anche il peso del libro e devo portarlo io, allora non è libro, è peso, è zavorra. E ad Ottobre non pioverebbero libri ma, peggio, sassi o mattoni.

Se vinco io allora è libro, se vince lui è soma, pondo, peso. E’ carta e lettere d’inchiostro insieme. Alcuni libri, devo dire in verità, hanno vinto su di me; io, dal mio canto, ho vinto tanti libri e tuttavia non ne ho mai (o ancora) vinti abbastanza.

Sarebbe impossibile, anche a voler leggere soltanto i più importanti. Non basterebbe una vita di duecentocinquanta anni impiegata a tempo pieno a leggere soltanto i classici più importanti, cioè i libri imprescindibili, quelli di cui non si possa proprio fare a meno. Non è possibile fare un bilancio del letto e del non letto: la partita doppia non può essere applicata alla lettura.
I libri letti sono sempre numerabili; i libri non letti sempre incommensurabili.
  

Con i libri bisogna avere una certa confidenza fisica. I libri si toccano, si annusano, si scartabellano a piacere. In casa mia anche a Putignano, città dove abito e lavoro cinque giorni su sette, non trovereste troppi arredamenti, ma libri. Sono l’arredo, la tappezzeria di casa.

Sono belle le case stivate di volumi dal pavimento al soffitto. Nella casa di monsignor Antonaci per esempio i libri si trovano anche sulle scale; anche sulle scale che portano al terrazzo! Si assorbe quasi il loro isolamento sonoro; d’inverno si gode del loro tepore; d’estate si respira quel loro sudar polvere di carta. Queste sensazioni provavo e provo quando vado a trovare il professore monsignore. E vorrei provarle anche a casa mia. Mi sto attrezzando per questo.

Quando si sfoglia un libro è come sentire il rumore delle onde del mare. Sfogliare i libri di Antonaci è come sentire il rumore dello Ionio e dell’Adriatico, i nostri mari di smeraldi, quando sono un po’ mossi dallo scirocco o dalla tramontana. Ché questo è il Salento: un biscotto intinto nei due mari di colori. Così ce lo ha presentato Antonaci oltre cinquanta anni fa. Prima di tutti gli spot di oggi!
 
Allora è il libro che ti porta, non porti tu il libro di Antonaci: ti porta un “Galatina, storia ed arte”, un “Otranto”,  un “Muro Leccese”, o un “Pollio”, un “Cuccarollo”, un “Accogli”, ecc. Libri, questi, voluminosissimi eppure leggeri come una piuma: non li potrai leggere magari a letto, o al mare, sono troppo grossi; ma sotto un pergolato, con la colonna sonora delle cicale. Sono grandi libri eppure non pesano, ti trasportano, e ti fanno volare.

*   *   *

I libri di Antonaci sono soggetti che compiono l’azione e non complementi oggetto; sono causa efficiente, o meglio complemento d’agente. Sono libri che parlano, libri che si possono vedere mentre si leggono, libri che profumano di terra e di altri libri.
 
Ognuno reagisce ad un libro in maniera diversa. Un libro è semplicemente la metà dell’opera. Chi scrive un libro fa la metà del lavoro. L’altra metà la fa chi prende in mano quel libro e lo legge, lo consuma, lo sottolinea, gli fa le orecchie, ci litiga pure, ci si addormenta con il libro e qualche volta lo butta anche.  

Il lettore dunque conclude l’opera iniziata dallo scrittore, finisce quel semilavorato acquistato in libreria. L’incontro o lo scontro con il lettore fa di un libro un’opera finalmente compiuta. Dunque il libro, comunque vada a finire, è un incontro. Se non è un incontro, è solo parallelepipedo di carta, una confezione, una tecnologia.    
Mi piacerebbe che il mio libro non rimanesse un semilavorato.

*   *   *

A me è capitato di entrare nei libri di Antonaci e di uscirne migliore, più ricco. Oserei anche dire che ho iniziato a scrivere quei due o tre libri di cui sono autore grazie proprio alla lettura dei libri di don Antonio.
I libri di Antonaci per me sono stati palestra: leggendoli e rileggendoli si impara ad utilizzare una certa espressione, si riesce a descrivere qualcuno o qualcosa, utilizzando magari quelle stesse parole. Viene quasi automatico. Non è plagio, non sono inconfessate citazioni quando utilizzo certe espressioni: ma assimilazione, apprendimento.
Come quando si va in palestra, ci si esercita con certi pesi e poi ci si accorge nel sollevare un peso che non si fa (più) lo sforzo che si faceva prima, o quello che si sarebbe fatto senza allenamento.

Dicevo: nei libri antonaciani trovi cose scritte così bene che ti par di divorare e non di leggere. Certo, l’anoressico della lettura non viene smosso da questo o quello scrittore; ma chi solo ha un po’ d’appetito, avrà veri e propri attacchi di bulimia.
 
Di fronte alla perspicuità di certi argomenti e alla bellezza della loro formulazione non puoi non sottolineare le frasi, non appuntartele sulla tua agenda e riscodellarle agli altri quando a tua volta scrivi. Sicchè son diventato una sorta di “manierista” della scrittura, di fronte a quel Michelangelo dello stile che è Antonaci (che in un libro si definisce “scalpellino”, mentre di fatto egli è architetto e scultore incomparabile).

*   *   *

Ed ecco che con questo “Scritti in Onore” ho voluto pagare il mio debito: a rate. Essendo un bancario non potevo non fare questa metafora! E le rate sono le pagine di questo mio libello, pagine-rate come quelle di un prestito. Ma a tasso zero.
Non c’è interesse, non c’è guadagno in questo libro, ci mancherebbe altro: soltanto riconoscenza per quanto ho ricevuto. Ed è bello che la Galatina migliore, ma anche Noha, ma anche tanti altri salentini, siano qui presenti per onorare Antonaci. Non il mio libercolo: ma quello che il mio libro ha voluto cantare.

 
Mi avvio alla conclusione.
Zeffirino Rizzelli e Antonio Antonaci sono due astri che hanno irradiato, irradiano luce su Galatina. Ci hanno insegnato tanto. Si insegna a volte anche con il silenzio e l’umiltà, una volta che si è scritto migliaia di pagine e si è parlato altrettante volte. E sono tante le cattedre da cui si può impartire una lezione: e la scuola può essere anche quella della sofferenza; a volte anche quella dell’irriconoscenza; o quella dell’indifferenza; o quella della critica spicciola e negativa ricevuta senza approfondimento e senza motivo.
     
Se si legge con trasporto ci si arricchisce; con la lettura troviamo altri padri ed altre madri, oltre a quelli nostri naturali. Si creano dei legami, degli affetti, delle parentele:
si finisce per essere costola di libri e delle pagine scritte e non solo dei nostri padri naturali. Antonaci e di Rizzelli sono così diventati anche nostri padri.

 

Il nostro non è un paese che compra libri. Ma un paese migliore, una città migliore passano attraverso i libri: non da altro. Non c’è alternativa. E permettetemi questo piccolo atto d’orgoglio: forse passa anche attraverso il mio libro.

 

Il mio libello allora vuole essere una specie di risarcimento, o meglio di trattenimento di quello che si sta, per un motivo o per un altro, dimenticando, disperdendo nel passaggio delle generazioni. Ci sono generazioni che cominciano a dimenticare, allora ho sentito la necessità di trattenere, di ricordare, di mettere per iscritto.
 
*   *   *

Prima di terminare questa conversazione, permettetemi di ringraziare quanti hanno lavorato per questo libro. Prima di tutto Michele Tarantino di Infolito Group che ancora una volta ha creduto nel mio lavoro di ricerca. Per la stampa in digitale, Fabio Tarantino e la nuovissima Infoprinting (che è sempre di Michele Tarantino), azienda che non ha compiuto ancora un anno, ubicata in un capannone sulla via di Lecce, subito dopo il SuperMac per intenderci. Tra l’altro Infoprinting è specializzata nella stampa e nella spedizione di lettere di ogni genere. E’ una specie di stampante virtuale da attivare tramite Internet tramite il sito www.postapronte.eu.  

Ringrazio Lorenzo Tundo dello Studio Ermes di Galatina e Silvia Stanca, che non si è “stancata” della mia pignoleria nella redazione delle pagine di questo libro. Ringrazio il dott. Antonio Linciano, direttore della gloriosa biblioteca “P. Siciliani” di Galatina e Paola Congedo, direttrice della altrettanto gloriosa biblioteca “Giona” di Noha, per l’organizzazione di questa serata. Ringrazio la bravissima musicista Gabriela Greco che ci ha fatto capire quanto vadano a braccetto libri e musica.

Ringrazio il Professore Antonio Antonaci per la sorpresa che ci ha voluto fare questa sera. Il più bel regalo, professore, è la sua presenza! Ormai m’ero rassegnato all’idea che Ella non sarebbe stata presente. Ancora una volta (per fortuna!) mi son dovuto ricredere. Ringrazio la gentilezza di Dino Valente ed il suo sito www.galatina.it e quella di Albino Campa ed il suo sito www.noha.it. Ringrazio anche Radio Sole e… anche tutti quelli che ho dimenticato.

*   *   *

Il mio libro vuole essere allora un manifesto, uno spot, un’insegna, un abbraccio di parole per Antonio Antonaci. Vuole essere un segnale stradale che indichi dove andare, un messaggio nella bottiglia, perché in qualche modo quello in cui io ho creduto, o che m’è parso bello, possa essere creduto ed appaia bello a coloro che leggeranno, o a coloro che verranno. Un libro, anche il più brutto, sopravvive sempre al suo scrittore. Anche se questo scrittore (o meglio scriba o scrivente) è minuscolo e si chiama Antonio Mellone. Il quale vi ringrazia per la benevolenza e soprattutto la pazienza con la quale avete voluto ascoltarlo.

Antonio Mellone

 
Di Albino Campa (del 29/08/2007 @ 13:55:54, in NohaBlog, linkato 4274 volte)
"Oggi è morto il prof. Zeffirino Rizzelli, già sindaco di Galatina. Galatina e Noha ed il mondo intero perdono un maestro, un padre. Ci inchiniamo di fronte ad un uomo che con la sua vita ha testimoniato i valori del rispetto, della democrazia e della libertà".


" Vi riproponiamo di seguito l'articolo di Antonio Mellone apparso su "il galatino" del 15 settembre 2006 dal titolo "Scritto in Onore di Zeffirino Rizzelli".
 
 
Un uomo che ha messo sempre da parte i propri interessi


Da il Galatino n. 14 del 14 luglio 2006, quello prima del congedo estivo, a margine dell’articolo di fondo a sua firma, il prof. Zeffirino Rizzelli ha annunciato il ritiro ufficiale dalla direzione editoriale del quindicinale che ormai da quaranta anni con puntualità troviamo in edicola. Un’uscita dalla scena principale senza tanti clamori, quasi in punta di piedi, come è nel suo stile: è questa, in fondo, l’umiltà dei grandi spiriti, quelli che con la loro opera diuturna, aiutano l’umanità a crescere e a diventare più giusta e civile. Non vogliamo (né potremmo!), in queste poche righe, analizzare l’opera del Rizzelli insegnante, politico, presidente del Distretto Scolastico, Sindaco di Galatina e, soprattutto, uomo di cultura, studioso, giornalista e scrittore. Abbiamo già scritto altrove che sarebbe proprio il caso di indagare a fondo, di studiare e possibilmente raccogliere e ripubblicare almeno gli scritti (è forse sarebbe l’opera meno difficoltosa, in quanto è agevole rintracciarne i testi) di Zeffirino Rizzelli: i quali ormai si contano a migliaia. Ne sortirebbe un’opera a più tomi, di grande valore editoriale. In queste righe ci limiteremo, allora, a pubblicare un articolo a nostra stessa firma dal titolo “Indietro non si torna”, che scrivemmo nell’ormai lontano 1996. Quell’articolo, che interpretava – ne eravamo e ne siamo tuttora certi – il pensiero dei molti non fu pubblicato dallo stesso Rizzelli (lo ricordiamo come se fosse ieri) sul suo giornale, nonostante il parere favorevole di Rossano Marra, proprio per quella sorta di ritrosia, o di umiltà, di cui abbiamo sopra fatto cenno. Così ci scrisse in una sua garbata lettera di spiegazioni: “… Non posso pubblicare sul mio giornale il tuo articolo. Questo non perché falsa modestia mi induce a rigorose valutazioni, ma perché siamo in campagna elettorale, tempo in cui si arriva a strumentalizzare anche ciò che strumentalizzabile non è. […]  Chi lo ha scritto è, certamente, lontano le mille miglia da sentimenti di riverenza o peggio ancora di servilismo…”. Non eravamo riverenti o ossequiosi o peggio ancora servili nei confronti della persona di Zeffirino Rizzelli. Ci mancherebbe: non lo siamo mai stati nei confronti di nessuno. Il servile è chi frequenta qualcuno sperando in qualche ricompensa. Noi, del resto, non frequentavamo il prof. Rizzelli, anzi allora non lo conoscevamo nemmeno di persona, se non per avergli stretto fugacemente la mano un paio di volte, semplicemente ringraziandolo dell’ospitalità che ci aveva sempre riservato sul quindicinale il Galatino”, qualunque argomento avessimo trattato nei nostri articoli, che già da tempo pubblicavamo (e spedivamo per posta ordinaria). E poi, soprattutto, non speravamo in nulla. Nessuno più di noi era “vergin di servo encomio”, come pure di “codardo oltraggio”… Ora crediamo sia arrivato il momento di pubblicare il nostro “Indietro non si torna”, rimasto per tanti anni nel cassetto: nessuna forma di strumentalizzazione sarà ormai più possibile, né da destra, né da manca. Ecco dunque il brano che finalmente vede la luce della pubblicazione dopo oltre un decennio dalla sua redazione: sia, questo, uno “Scritto in Onore”, uno dei tanti, una celebrazione, ma soprattutto un tassello che dimostri (se mai ce ne fosse bisogno) il lustro dato dalla persona e dall’opera di Zeffirino Rizzelli alla città di Galatina e a tutto il Salento; nonché l’augurio che il Professore continui per molti anni ancora, anche se non nelle vesti di direttore editoriale, a farci conoscere il suo pensiero e a consigliarci per il  meglio: gli uomini e le istituzioni (quelle del governo cittadino soprattutto) hanno bisogno, oggi più che mai, di questo dispensatore gratuito e disinteressato di idee e di saggezza, e, quando servono, di ammonimenti.


Ecco, dunque, il nostro articolo, di seguito ritrascritto verbatim:  Gli interessi di parte hanno prevalso, le ragioni delle “ricadute elettorali” hanno avuto la meglio, e così il miglior Sindaco che Galatina abbia mai avuto, Zeffirino Rizzelli, ha dovuto rassegnare le dimissioni. Sapevamo, tre anni fa, quale grave eredità il neo-eletto Sindaco riceveva dalle precedenti amministrazioni, quali i problemi della città, quali le mille richieste dei cittadini, quali i disagi, quali le difficoltà dovute alla limitatezza dei fondi che la Regione e lo Stato erogavano (ed erogano) in un contesto di tagli alla spesa pubblica… Sapevamo tutto questo e non chiedevamo, né speravamo l’impossibile. L’Amministrazione Rizzelli, invece, sembra aver fatto l’impossibile. Sempre molto, troppo rimane da fare, certamente, ma quello che nel corso di questi anni, il Sindaco e la sua Giunta hanno realizzato tra tante difficoltà è sotto gli occhi di tutti. L’intenso lavoro amministrativo compiuto è sempre stato portato a conoscenza di tutti attraverso un foglio edito mensilmente dall’Amministrazione comunale e a tutti gratuitamente distribuito. Un foglio dalla testata esplicativa: “Informare”. Si è aperta una nuova fase, una nuova era di fiducia e di speranza nelle istituzioni, proprio nel momento in cui gli scettici sul cambiamento sembravano avere il sopravvento. La “rinascita” della città è testimoniata non solo dalle opere pubbliche, ma anche dalle manifestazioni culturali, dai convegni, dai concerti, dalle iniziative volte a rivalutare il centro storico, dai progetti per i giovani, mai prima d’ora così importanti per livello qualitativo e numerosità. Anche le frazioni, da troppo tempo abbandonate a se stesse, quasi dimenticate, si sono viste al centro di un rinnovato interessamento. Ed ora qualcuno vorrebbe non riconoscere tutto questo o peggio ancora farlo finire. Vorrebbe, magari, ritornare alle vecchie logiche, al vecchio linguaggio (“ricadute elettorali”), ai vecchi intrallazzi, alle clientele, agli antichi giochi di potere e di partito, ai personalismi… Indietro non si torna! Ormai è chiusa anche l’epoca della raccolta dei voti con la tecnica del “porta a porta”, basata sui rapporti di amicizia o di conoscenza e sulle promesse, naturalmente difficili da mantenere per tutti. Chi si aspetta una “ricaduta elettorale” con tutto questo in mente, altro non otterrà che un crollo elettorale. Amministratore pubblico sarà chi dimostrerà preparazione, provata moralità, capacità d’indirizzo, di programmazione e di decisione. E questo il prof. Rizzelli lo ha già dimostrato. Con i fatti, non con le parole. E poi, il prof. Rizzelli dimostra ben altro. Dimostra che non solo conosce George Clemanceau e le sue caustiche frasi, ma anche chi, come Francois Cagné, di Clemanceau ha scolpito la statua, oggi negli Champs-Elisées, a Parigi. Parole, le nostre, rivelatesi tutt’altro che profetiche: quello che successe dopo quella tornata elettorale è ormai storia, di cui piangiamo ancora le conseguenze.


Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 13/05/2022 @ 13:51:54, in Comunicato Stampa, linkato 450 volte)

Un’offerta politica di qualità e rappresentativa del mondo delle professioni, del sociale e dell’impegno ha deciso di schierarsi, in maniera netta e convinta, con la coalizione Galatina di Tutti.

La lista Esserci per Galatina sosterrà dunque Fabio Vergine, proponendosi di rappresentare al meglio la città, grazie a candidature tra professionisti provenienti da tutti i settori della vita sociale ed economica.

Ma anche tanti giovani, cittadini attivi nel mondo del volontariato, persone che a vario titolo conoscono la macchina pubblica, i meccanismi, i funzionamenti, i punti di forza e quelli sui quali è necessario intervenire.

Un equilibrio perfetto tra donne, uomini e varietà anagrafica per un gruppo unito da un comune sentire e un progetto autentico: ricostruire un’idea di città attraverso il senso di appartenenza.

Coesione, unità, esperienza, capacità amministrativa e rinnovamento generazionale: questi i punti di forza di Esserci per Galatina, in una visione di cambiamento.

Una lista che, già nel nome, declama le proprie intenzioni e cioè mettere al servizio della città la conoscenza, l’affidabilità e la competenza  di candidati all’altezza della città, affinché Galatina torni a ricoprire un ruolo sinergico sul territorio, affinché se ne valorizzino le sue bellezze storiche, artistiche, turistiche e culturali.

“Siamo fortemente convinti della necessità di mettere al centro il futuro dei nostri figli, il futuro del nostro territorio, della nostra economia. E’ un momento importante dove le scelte e le azioni che saranno messe in campo segneranno la possibilità di riscatto della nostra Galatina che ormai da anni è fuori da ogni prospettiva di sviluppo. Dichiara Piero Anselmi, animatore della lista.

“Esserci per Galatina ha una grande ambizione, trasformare l’entusiasmo della campagna elettorale in un’associazione politico-culturale, feconda di iniziative e di impegno civico costante per contribuire al fermento culturale e di sviluppo della nostra città, che, mai come ora, ha bisogno dell’amore di tutti noi.”

Esserci per Galatina

 
Di Redazione (del 18/04/2018 @ 13:50:46, in Comunicato Stampa, linkato 1766 volte)

E’ partito dal 16 aprile il progetto pilota di Doposcuola Sociale curato da Arci Levèra di Noha-Galatina, che vede coinvolti 12 alunni delle nostre scuole primarie e secondarie, individuati grazie alla collaborazione attiva delle Dirigenti scolastiche dei tre Poli Comprensivi di Galatina.

L’avvio del progetto, che per quest’anno riguarderà solo 12 studenti, è stato accolto con entusiasmo e partecipazione tanto dalle Dirigenti e dalle insegnanti quanto dalle famiglie e dagli stessi partecipanti.

A meno di un mese dall’inaugurazione della sede nel bene confiscato alla mafia in Noha, sono partite le attività di Arci Levèra, che ha affiancato alle proposte culturali - teatro, presentazione di libri e musica - progetti di servizi per la cittadinanza come il Doposcuola Sociale.

Ci sembra il modo migliore di restituire alla collettività l’utilizzo di un bene simbolo da cui far ripartire la socialità, la cultura della legalità, la conoscenza e l’integrazione.

Fare doposcuola per noi significa dare un contributo alla realizzazione del diritto allo studio e diffondere valori di democrazia e solidarietà.

Vogliamo in questo modo contribuire a dare a tutti gli strumenti per acquisire conoscenza, garantendo una buona istruzione di base, supportando la formazione scolastica, coadiuvando, nel loro mirabile lavoro, Dirigenti ed insegnanti costretti a fronteggiare oramai strutturali carenze di organici e di investimenti nel settore della scuola pubblica.

Per quest’anno il progetto è partito in maniera sperimentale con solo 12 alunni e solo per gli ultimi due mesi di scuola, grazie alla disponibilità di un corpo docente fatto da volontarie e volontari, che, in maniera assolutamente gratuita, garantiscono ogni pomeriggio dal lunedì al venerdì l’assistenza agli studenti per due ore.

Auspichiamo che il numero dei volontari che voglia prestare la sua collaborazione per questo progetto continui a crescere in modo da darci la certezza di poter garantire l’impegno quotidiano e soprattutto la capacità e competenza di seguire con la dovuta attenzione e sollecitudine le peculiarità di ogni singolo alunno.

Ci proponiamo, con una maggiore adesione di volontari, dal prossimo anno di avviare il progetto del Doposcuola per l’intero periodo scolastico con un numero maggiore di studenti, privilegiando sempre chi non ha i mezzi per garantirsi livelli adeguati di conoscenza.

«Non si ha vera democrazia là dove l'accesso all'istruzione non è garantito in misura pari a tutti» (Piero Calamandrei)

Arci Levèra

 
Di Redazione (del 09/06/2022 @ 13:48:56, in Comunicato Stampa, linkato 629 volte)

Siamo quasi giunti alla fine di questa nuova campagna elettorale galatinese, che vede impegnati alla candidatura per il ruolo di sindaco ben quattro volenterosi concittadini.

Un segnale di vitalità che speriamo ricada altrettanto positivamente sul futuro di tutta la comunità.

Come rappresentanti di associazioni del territorio, sentiamo la necessità di farci portavoce di alcune linee di pensiero e di questioni strutturali per aiutare Galatina a uscire da una situazione di lenta sopravvivenza.

Abbiamo quindi pensato di condividere con i candidati sindaci, e con voi lettori, il nostro punto di vista e le nostre idee, tramite un documento intitolato: "Galatina città sostenibile".

Chiederemo quindi, appena gli impegni della campagna elettorale lo permetteranno, un confronto pubblico con i nostri futuri amministratori. Fra gli obiettivi a cui auspichiamo  vi sono il potenziamento e il coordinamento delle istituzioni preposte per un più efficace controllo e contrasto dei reati ambientali, e soprattutto la nascita di una visione partecipativa verso il bene comune.

COORDINAMENTO CIVICO AMBIENTE E SALUTE Prov. di LECCE
NOI AMBIENTE e BENI culturali di Noha e Galatina
Associazione culturale GALATINA Arte, Storia e Cultura
CITTADINANZA ATTIVA DI GALATINA NUOVA MESSAPIA - SALENTO KM 0
Associazione ITALIA NOSTRA - Sezione Sud Salento

 
Di Dante De Ronzi (del 31/12/2018 @ 13:46:52, in Comunicato Stampa, linkato 1165 volte)

Come freccia lanciata sul bersaglio l'evento della presentazione del libro “ La casa a corte” di Antonio Costantino editore Congedo organizzato da Emilia Frassanito della libreria Fiordilibro fà centro.

Fa centro perché giocando con l'immaginazione svela un gioco di matriosche  che partendo dallo spazio Salento si riduce allo spazio città di Galatina ed ancora al suo centro antico sino  allo spazio della strada corte Vinella e poi  allo spazio delimitato dalla  casa  a corte omonima, fino al locale privato interno che ospita l'evento.  Ciò facendo di fatto riporta prepotentemente alla ribalta la città ed il suo inestimabile valore storico artistico architettonico.

Coordina impeccabilmente Valentina Pagano ed introduce  Marcello  Seclì di Italia Nostra che ammonisce sui rischi che corre il territorio sull’eccessivo consumo di suolo e sulla insufficiente attenzione per la  tutela e la salvaguardia dei beni culturali.

Segue una chiara ed approfondita  esposizione del libro da parte dell’autore Antonio Costantini che serve a comprendere l’importanza dell’opera ed arricchire di contenuti la lettura. Interessanti i richiami culturali, sociali ed antropologici trattati.

L'evento fa centro perché suscita e richiama l'attenzione del pubblico ma soprattutto coinvolge la pubblica amministrazione che in materia molto può fare. 

Hanno partecipato il sindaco Marcello Amante, l’assessore Loredana Tundo e l’ assessore Nico Mauro offrendo un  segnale importante  di convinta consapevolezza.

L’occasione è stata utile per rinnovare la richiesta agli amministratori di un’azione più efficace che scoraggi il fenomeno degli abusi edilizi nel centro antico, di una maggiore igiene e cura degli spazi pubblici, della rimozione dell’asfalto deturpante e più in generale di una maggiore sicurezza e tutela.

Ed infine una considerazione ed un proposta personale.

Corte Vinella affascina sempre più ma tanti misteri ancora permangono.

Affascina perché meritatamente si è guadagnata la copertina del volume di Antonio Costantini. Dopo aver letto il libro ed ascoltato l'autore potremmo definire corte Vinella la Regina delle Corti perché mutuando la filosofia delle case a corti popolari realizza una inedita tipologia di casa a Corte Patrizia.

Questo non a caso accade nel cuore del centro antico di Galatina  inserendosi magnificamente ed  armonicamente nel  suo tessuto urbanistico,  caratterizzato  prevalentemente da palazzi di pregio, impreziosendolo ulteriormente.

A me appare come un’orchidea al centro di un meraviglioso bouquet, appunto, una corte patrizia tra cento palazzi gentilizi.

Un'eccezione unica ed esclusiva che conserva ancora intatto il mistero  sull’identità del committente e del l'ideatore.

Si è scritto molto del dottor Vinella che lì ha abitato così pure del guerriero senza testa riprodotto nelle opere scultoree,  ma poco si conosce sia  dell'autore (attribuito forse a Giuseppe Cino) ed ancor meno del committente (si ritiene la famiglia Comi). Nulla si conosce infine circa l'evoluzione urbanistica dei luoghi antecedente l’edificazione del manufatto.

 Un'altra pagina di storia locale potrebbe essere scritta da giovani laureandi in beni culturali che volessero approfondire questi aspetti con delle tesi di laurea.

 Anche in questo senso gli amministratori, e non solo, possono fare molto.

Un ringraziamento particolare ai numerosi intervenuti ed un grazie ancora ad Emilia.

 

Galatina 29 dicembre 2018

Dante De Ronzi

 

 

 

"Fai della tua vita un sogno, e di un sogno, una realtà"
"È molto più difficile giudicare se stessi che giudicare gli altri"
"Non si vede bene che col cuore"
Venerdì 10 marzo, gli alunni delle seconde classi dell’Istituto Comprensivo Polo 1 di Galatina e Collemeto, hanno assistito allo spettacolo teatrale in lingua francese "Il Piccolo Principe" di Antoine de Saint-Exupery a cura della compagnia "Erasmus Theatre" presso il teatro "Don Bosco" a Lecce.
Un libro tradotto in più di duecento lingue ed amato dalle persone di ogni età, un’opera umanista la cui identificazione alla storia, ai suoi personaggi, alle sue idee ne fanno un libro universale e che supera le frontiere socioculturali.
Il Piccolo Principe ci insegna ad andare oltre le apparenze per ritrovare l’essenziale della vita nel nostro cuore guardando il mondo attraverso gli occhi di un bambino!
L’amicizia, l’amore, la conoscenza, la responsabilità del potere, la cura della natura ed anche la morte vengono rappresentati in modo sincero e trasparente.
Un’iniziativa che si prefigge di avvicinare gli studenti alle arti teatrali, allo studio della lingua francese ed all’apprendimento di un’opera teatrale francese attraverso la discussione, il confronto sui temi proposti con attori madrelingua ed arrivando preparati all’evento attraverso un percorso di formazione in cui si sono affrontati la dizione e lo studio del testo.
Per rendere l’opera più comprensibile sono state proiettate ed integrate al set scenografico delle immagini per dare agli studenti la possibilità di godere completamente di questo spettacolo.
Interroghiamoci, dunque! Pensiamo, cerchiamo di vedere il mondo da una prospettiva diversa e di interrogarci sulle nostre abitudini ed azioni.
Scopriamo il mondo, informiamoci e ripensiamo le cose per quello che sono mettendoci all’ascolto degli altri.

 Fiorella Mastria

 

Inizierà formalmente il prossimo 23 Marzo 2018 la nuova vita dell’immobile di via Bellini in Noha di Galatina confiscato alla criminalità organizzata locale nel 2001 e oggi affidato dall’Amministrazione Amante al circolo Arci Levèra affinché nasca un centro per lo sviluppo di attività sociali, solidali e culturali.

Il Comune di Galatina intende intitolare l’immobile alla figura di Antonio Montinaro, poliziotto nato a Calimera, capo della scorta di Giovanni Falcone e ucciso nella strage di Capaci del 1992.

“L’intitolazione vuole essere un riconoscimento a tutti quegli eroi silenziosi che hanno pagato con la vita il fatto di essere accanto, nell’espletamento del proprio dovere, a figure di primo piano nella lotta alla mafia - dice il Sindaco Marcello Amante - Un ricordo che vuole essere anche d’esempio e da modello per tutti quei ragazzi che nonostante le mille difficoltà continuano a compiere il loro dovere da semplici cittadini.”

La dedica ha un alto valore simbolico, anche perché il fratello di Antonio, l’architetto Brizio Montinaro, ha curato il progetto di ristrutturazione insieme a Francesco Capone, ambedue collaboratori di Libera. Grazie a questo progetto, donato all’amministrazione comunale galatinese è stato possibile avviare l’iter burocratico per il finanziamento dei lavori che lo hanno portato ad essere, oggi, una struttura che ben si presta ad essere un centro di aggregazione polifunzionale e incubatore di attività a scopi sociali.

“Abbiamo sin da subito condiviso la scelta dell’amministrazione comunale di Galatina di dedicare l’immobile ad Antonio, perché vogliamo sia ricordato e conosciuto come un grande simbolo della lotta alla mafia in nome del bene comune – commenta la Presidente di Levèra Flavia Luna De Matteis - ma soprattutto perché sia un esempio ed uno stimolo all'impegno di cambiamento, in un momento in cui la passiva accettazione dell'esistente rappresenta un grave pericolo.”

L’inaugurazione giunge nell’ambito delle celebrazioni previste per la “Giornata in ricordo delle vittime delle mafie” che il Comune intende onorare anche con un altro importante evento: un corteo che si svolgerà nella mattinata del 23, a cui parteciperanno tutti gli istituti scolastici e le associazioni di Galatina e che avrà inizio alle ore 9.30 in P.zza Orsini e arrivo in P.zza Alighieri dove ci sarà un breve intervento da parte delle autorità e degli studenti.

La serata sarà completata dalla musica live di Claudio Prima e Rachele Andrioli, i Drawing sound (gruppo musicale del Liceo Scientifico A. Vallone di Galatina), e dei "Feel Rock & Play" con il loro inconfondibile stile rock.

“Levèra” vuol dire levare, sollevare, sostenere, soffio di vento. Il nuovo circolo Arci ha scelto questo nome proprio perché si augura che un vento forte si alzi e soffi dalle periferie, che porti con sé la possibilità di una rinascita, che sostenga progetti di inclusione sociale, che spazzi via il velo della diffidenza e lasci spazio al sentimento di fiducia. Fiducia nelle relazioni, nella condivisione, nelle Persone e in ciò che di buono sempre sanno pensare, esprimere, creare.

Ufficio stampa Marcello Amante

 
Di Antonio Mellone (del 31/12/2013 @ 13:46:38, in NohaBlog, linkato 2414 volte)

L’arrivo del nuovo anno è occasione per bere alla salute di qualcuno o di qualcosa.

Io brindo a chi è al servizio dell’altro, a chi è di turno in ospedale, in caserma, in carcere, nei capannoni delle fabbriche; brindo a chi transita nel nuovo anno senza un saluto e a chi non è invitato ad alcun cenone; brindo agli amori passati e a chi è nessuno per la persona amata.

Brindo ai lavoratori scrupolosi, ai professori preparati, ai pubblici dipendenti responsabili, agli imprenditori onesti, ai medici per passione, ai politici perbene, a chi, nel suo ambito, non si risparmia.

Brindo ai cassintegrati, ai precari in attesa di sicurezza, ai disoccupati in cerca di lavoro, agli scioperanti per i propri diritti calpestati. Brindo ai malati senza ospedali, ai soldati inviati a combattere guerre spacciate per missioni di pace, agli studenti senza sussidi, ai ricercatori senza fondi.

Brindo a chi si fa in quattro per presidiare il territorio, ai tribunali senza personale e senza fotocopiatrici, ai muri delle tante Noha-Pompei che crollano sotto i nostri occhi.

Brindo alle vittime delle frane e dei disastri ambientali amplificati dal cemento e dall’asfalto senza limiti; brindo all’acqua pubblica, alla sanità pubblica, alla felicità pubblica; brindo alla laicità dello Stato, alla Costituzione della Repubblica Italiana, a chi rispetta le leggi e non se le fa cercando di adattarsele a proprio uso e consumo.

Brindo a chi combatte la mafia e a chi ne è vittima; brindo a chi non ce la fa, a chi sa perdere, a chi cade e cerca di rialzarsi, a chi non smette di combattere, a chi si ribella all’ingiustizia, a chi è stecca nel coro belante, a chi crede che la parola lotta sia voce del verbo amare.

Brindo a chi tutela la campagna dei nostri avi, a chi protegge i prati, le piante, gli alberi, l’aria e le nuvole; brindo a chi pratica la frugalità individuale per l’abbondanza di tutti, a chi non respinge i sogni, a chi compie il reato d’utopia, anzi ne è tendenzialmente colpevole e recidivo.

Brindo a chi allestisce un presepe vivente nonostante tutto, agli attori che vi partecipano, a chi si mette in fila al freddo ed attende il suo turno.

Brindo a chi non è ancora con noi, e a chi non c’è più.

Brindo a Noha, ai suoi figli vicini e lontani, ai suoi beni culturali, a chi pubblica su questo blog, e a chi lo consulta.

E brindo, infine, anche alla salute ed alla buona sorte di chi ho scordato di annoverare tra questi brindisi.

Antonio Mellone
 
Di Redazione (del 20/08/2021 @ 13:46:05, in Comunicato Stampa, linkato 669 volte)

Le Associazioni “TappiAmo Galatina - raccolta eco-solidale tappi di plastica – Virtus Basket Galatina”, “Legambiente Galatina – circolo La Poiana” e “NOI Ambiente e Beni culturali”, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Galatina, organizzano per domenica 22 agosto, una “Giornata Ecologica” per la pulizia delle aree verdi di Galatina e Frazioni. L’evento si svolgerà nel rispetto del protocollo di sicurezza sanitaria anti Covid-19.

Il punto di ritrovo è previsto per le 08.00 di Domenica 22 agosto presso Piazza Alighieri a Galatina.

Si prega di dare conferma di partecipazione, indicando inoltre la zona preferita di intervento (Galatina, Noha o Collemeto), ai seguenti numeri:

Silvana Bascià: 327-7315048 (anche Wathsapp);
Sandro Argentieri: 333-4368532 (anche Wathsapp);
Piero Luigi Russo: 349-8471729 (anche Wathsapp).

In base alle conferme di partecipazione ricevute decideremo su quante e quali aree verdi intervenire, fermo restando che l’iniziativa sarà replicata anche nelle settimane a venire.

Tutti i cittadini e le Associazioni presenti sul territorio sono invitati a partecipare.

 Piero Luigi Russo

 
Di Marcello D'Acquarica (del 21/02/2024 @ 13:44:01, in Comunicato Stampa, linkato 201 volte)

Costruzione ed esercizio di un impianto fotovoltaico BYOPRO DEV2 e opere connesse - Potenza impianto 31,91 MWp - Comune di Galatina (LE)

Venghino, signori, venghino, ché qui è tutta pianura, i terreni te li regalano (o al massimo te li danno per due soldi), le istituzioni non proferiscono verbo, i padroni del vapore comandano, la propaganda green fa il resto, e il gregge fa il gregge bevendosi di tutto, muto e rassegnato come sempre.

L’impianto, della potenzialità di picco di 31,9116 Megawatt (MW), sarà da realizzarsi nell’area ubicata nel comune di Galatina, in provincia di Lecce, località Collemeto e proposto dalla BYOPRO DEV2 S.r.l., società corrente in Milano, alla Via A. Manzoni n. 41. Quando si dice “a chilometro zero”.

L’area prevista per quest’ennesimo impianto di pannelli fotovoltaici resta nelle vicinanze di quell’altra  zona per il  Comparto D4. Si tratta di un’area di oltre 10 ettari a ridosso della S.S.101 Lecce-Gallipoli. La finalità del pianificatore era quella di allocare, di fronte al polo commerciale (o forse pollo commerciale), costituito dalla D7, una area-vetrina che desse risalto e sviluppo alle realtà produttive locali di Collemeto.

Ecco quanto emerge dalla relazione tecnica disponibile sull’albo pretorio della Provincia per l’ennesimo consumo di suolo:

“…A seguito dell’emergere di vincoli di natura urbanistico-edilizio, segnalati dai referenti del Comune di Galatina nel corso della Conferenza di Servizi, si è reso necessario stralciare una porzione dell’impianto, per cui la superficie complessiva occupata dall’impianto ha subito una riduzione di circa 23.800 mq. La potenza complessiva del generatore fotovoltaico passerà di conseguenza da 31,9116 a 30,0252 MWp.”

Apposto. Problemi risolti. In poche parole su 40 ettari sono stati tolti 2 per via di “vincoli di natura urbanistico-edilizia” e il mondo (e Collemeto e pure Santa Barbara) sono salvi.

Tanto poi per farci stare ancor più tranquilli basterà la promessa di qualche “ristoro”, che ovviamente arriverà con calma, cioè al tempo delle calende greche. Nel frattempo, in mancanza d’altro, mai sia che ci facciano un parco alberato, per evitare di agonizzare sotto il caldo tropicale tipico delle ultime stagioni, potremo rinfrescarci le idee comodamente sdraitai in salotto, sotto i nostri eco-climatizzatori corredati di  pompe di calore, ovviamente green, come le bollette.

Galatina, avanti così. Mica possiamo fermarci ad appena il 5 % del nostro territorio ricoperto da una spessa coltre di pannelli, pale eoliche, e altre trovate del genere. Urge arrivare presto e senza indugio al 95% del suolo, ma direi anche al 100%. Se no come faremo a completare la famosa transizione ecologica con una bella centrale nucleare a km0?     

Marcello D’Acquarica

(NoiAmbiente e Beni culturali di Noha e Galatina)

 
Di Redazione (del 20/08/2013 @ 13:42:08, in Cultura, linkato 9131 volte)

"Pubblichiamo un interessantissimo stralcio di una ricerca sugli orologi pubblici diventata libro, scritto da Rosanna Verter. Tra gli altri, c'è anche l'orologio pubblico di Noha, che, fermo ormai da troppi anni, si limita a segnalare l'ora esatta soltanto due volte al giorno"


Gli orologi da torre di Galatina e Noha di Rosanna Veter
Ieri
La sera del 21 febbraio 1848 il decurionato galatinese, sotto la presidenza di Domenico Galluccio, deliberò le feste costituzionali nominando una commissione guidata da Orazio Congedo che, unitamente al comitato composto da Innocenzo Calofilippi, Giacomo e Francesco Galluccio, Arciprete Siciliani, Antonio Viva, Bernardino Papadia, Luigi Mezio, Pasquale Angelini, Onofrio Vonghia, Ferdinando Capani, Antonio Dolce, organizzò la festa per la Costituzione promulgata da Re Ferdinando II il 10 febbraio 1848.
I festeggiamenti iniziarono di buon mattino, il 9 marzo 1848, con i fuochi d’artificio che durarono per l’intera giornata; le due bande musicali di Galatone e Neviano allietavano i cittadini; Piazza S. Pietro venne addobbata con ramoscelli di mirto, coccarde e bandiere. Nei pressi dell’ingresso della chiesa Madre, fra due bandiere, fu messa una grande iscrizione inneggiante al re e al papa eseguita a penna dall’architetto Fedele Sambati e dettata da Pietro Cavoti. Oltre a tutto ciò allietarono la vista dello scenario festoso varie luminarie e la processione con il busto argenteo di San Pietro che ebbe inizio dalla casa delle signorine Andriani, dove era custodito il busto del Santo, e percorse con a capo il capitolo «la via che mena alle Monache crandi», altrimenti dette Clarisse (oggi è quel tratto di strada tra Via Zimara e Piazzetta Gal-luccio, tra la chiesa dei Battenti e quella di S. Chiara o di S. Luigi), «S. Caterina, Corpo di Guardia e Piazza S. Pietro».
Da ciò possiamo dedurre, quindi, che nel 1848 la Torre dell’Orologio esisteva già nella sua semplice mole e che i locali erano sede del Corpo di Guardia. Proprio in quelle salette si svolsero le elezioni del plebiscito del 21 ottobre 1860 per l’Unità d’Italia ed eleggere Vittorio Emanuele II, Re costituzionale.
Il primo anno di libertà nacque con la fame che imperava tra la povera gente in tutta la provincia e i tumulti erano all’ordine del giorno. Il sindaco Antonio Dolce convocava immediatamente il Consiglio Comunale per disporre il prelevamento dal bilancio di 1815 ducati e 53 grana per poter acquistare legumi, orzo e grano per i poveri. Nel frattempo, il Ministero dell’Interno aveva ordinato alle Prefetture di segnalare eventuali monumenti da dedicare a Sua Maestà Vittorio Emanuele II. L’amministrazione comunale scelse la torre civica che fu adornata di due stemmi sabaudi posti ai lati dell’iscrizione; sul lato ovest, invece, si nota un’aquila capovolta ad ali aperte con la testa tra il tamburo e il cannone, mentre tra mine e palle di cannone anche una scure. Forse questa decorazione è stata inserita dopo la caduta del fascismo o forse c’era già visto che l’aquila è anche nell’arme sabauda. Sull’arco a tutto sesto del portone d’ingresso, Francesco Sammartino incise su marmo la seguente lapidaria iscrizione:
ALL’ELETTO DEL POPOLO VITTORIO EMANUELE II RE D’ITALIA IN MEMORIA DELLA RICUPERATA UNITÀ CHE LA PATRIA OGGI SOLENNEMENTE CONSACRA GALATINA PONEVA ADI 2 GIUGNO 1861
Ruggero Rizzelli nelle sue Memorie, edite nel 1912, sostiene che l’iscrizione è «sgrammaticata e fa poco onore alla torre del Caccialupi; falsando la storia offende le tradizioni della colta cittadinanza»; fu dettata da un insegnante del locale liceo Colonna, padre Sebastiano Serrao, dell’ordine degli Scolopi, congregazione religiosa fondata da Giuseppe Colasanzio nel 1617.
Per tale lavoro il Sammartino venne compensato con ducati 13 e grana 53.
I locali dell’Orologio avevano ospitato per qualche anno la Guardia Nazionale; dal 1850 oltre 250 militi della Guardia Urbana. In quell’occasione, per renderli più ospitali, i nudi locali furono arredati con candelieri, bracieri, sedie e qualche panca. Il tutto per la cifra di 65 ducati e 80 grana.
I primi restauri al Corpo di Guardia furono deliberati il 27 novembre alle ore 21 dell’anno del Signore 1861 da un Consiglio Comunale presieduto dal sindaco Antonio Dolce e composto dai consiglieri comunali Giuseppe Maggio, Carlo Lezzi, Michele Astarita, Carmine Zappatore, Pietro Colella, Arcangelo Trivisanno, Francesco Greco, Vincenzo De Matteis, Giuseppe Siciliano, Giovanni Congedo, Diego Papadia, Pasquale Angelieri, Domenico Bardi, Gaetano Colaci, Giuseppe Vozza, Paolo Baldari, e dal segretario comunale Luigi Santoro. Per i lavori fu costituita una commissione con Giuseppe Galluccio, Pietro Congedo e Michele Astarita i quali raccolsero ducati
160.66 per sottoscrizione e la somma venne aggiunta ai ducati 437 già stanziati dal consiglio. Oltre al proseguimento delle opere murarie, furono sostituite le porte ai camerini, le invetriate e il portone. Alla deputazione furono restituiti 79.05 ducati che risultarono in più.
Il 21 giugno 1877 nella segreteria comunale fu convocato dal sindaco Giacomo Viva, in seduta straordinaria, il Consiglio Comunale per deliberare circa «l’acquisto di una nuova macchina di orologio pel servizio del pubblico essendo l’attuale ridotta in uno stato da non essere soddisfacente ai bisogni del pubblico». Per l’acquisto della nuova macchina il sindaco esibì la corrispondenza tenuta col capo fabbrica, signor Alfonso Curci da Napoli, e coi F.lli Peperis da Udine dalla quale risultava che per avere «una macchina costruita secondo gli ultimi sistemi» si doveva spendere circa £ 2000, somma da prelevare da un articolo del bilancio del 1877.
Si poteva certamente spendere di meno, ma come giustamente osservò il consigliere Giuseppe Capani «una volta che il Consiglio deve venire nella determinazione di acquistare una nuova macchina di orologio è necessario che fosse di quelle costruite colla massima precisione». Alla sua proposta si uniformò tutto il Consiglio.
Il 3 luglio la Prefettura rilevava in una sua nota che trattandosi di «una spesa non lieve, non prevista nel bilancio e che poteva dissestare l’andamento finanziario del comune», suggeriva «di sperimentare l’asta pubblica e visto l’ammontare della spesa» si doveva «richiedere a un competente artefice un atto che equivalesse alla perizia» e che poteva a un tempo «essere anche l’offerta del fornitore stesso. Tale atto dovrà assoggettarsi all’approvazione del Consiglio Comunale che sarà chiamato a precisare i mezzi per la spesa e domandare la dispensa dei pubblici incanti coll’autorizzazione di far luogo a norma del caso alla privata licitazione tra persone del mestiere oppure alla trattativa privata».
Fallite le trattative con il Curci e i Peperis, l’amministrazione diede incarico ad Epimaco Olivieri Caccialupi, successore di Augusto Bernard, di fornire la macchina dell’orologio.
La ditta Caccialupi, presente con i suoi orologi da torre in molti comuni della provincia, aveva la sua sede in Napoli alla strada Egiziaca n. 44 a Pizzofalcone, oggi sede del distretto militare.
L’8 aprile 1879 il sindaco facente funzioni, Pietro Santoro, comunicava al Consiglio Comunale che il signor Giuseppe Greco aveva presentato «una di-manda» con la quale proponeva di effettuare a proprie spese le opere in muratura «occorrenti per l’impianto del nuovo orologio, a seconda del disegno proposto dall’architetto Fedele Sambati l’8 maggio 1861 su una perizia di Giuseppe Mandorino». Come compenso il Greco chiedeva di ricevere a titolo di cessione l’aia su cui sorgeva la Torre dell’Orologio. Naturalmente il Consiglio respinse la proposta considerato che non vi era molto squilibrio per le finanze locali e pertanto i lavori potevano essere sostenuti a spese del Comune anche perché cedendo l’area al Greco si restringeva un camerino che poteva essere utile per edificare una sala. Qualche mese dopo la giunta deliberava di licenziare i regolatori dei pubblici orologi di Galatina, Salvatore Zuccalà, nonché quello della frazione di Noha, Fedele Bonuso. Ma il 30 maggio 1882 il Consiglio Comunale, presieduto dal sindaco Giacomo Viva e composto dai consiglieri Luigi Papadia, Alessandro Verdosci, Gaetano Cola-ci, Giustiniano Gorgoni, Luigi Vallone, Liberato Congedo, Vitantonio Colaci, Salvatore Tondi, Raffaele Baldari, Giuseppe Vonghia, determinò di abbattere la Torre del vecchio Orologio perché «inutile ed indecorosa» e diede mandato ai consiglieri Liberato Congedo e Vitantonio Colaci di «trattare con qualche muratore di fiducia».
I consiglieri scelsero Pasquale Alessandrelli per l’appianamento della Torre «contro il pagamento di £ 50 ed il materiale ricavabile pro-beneficio».
Fu costruita così una nuova torre con timpano e furono messe a vista le campane.
Qualche anno dopo, precisamente il 24 aprile 1885, Francesco Bardoscia, assessore delegato dal sindaco, convocò il Consiglio Comunale per deliberare con urgenza l’illuminazione dell’orologio per tutta la notte e per l’intero anno, a differenza di una precedente convenzione con Vincenzo Giurgola regolatore del pubblico orologio, e di tenerlo acceso per sei mesi fino alle 9.00 p.m. e per sei mesi per tutta la notte.
Per tale lavoro al Giurgola vennero corrisposte £ 360 annue, sia per la manutenzione che per l’illuminazione del pubblico orologio, invece di £ 300. L’anno dopo, tale incarico fu affidato a Pietro Ascalone, orologiaio, con la riduzione del salario a £ 300.
Nel 1913, a cura della “Società Galatinese per le imprese elettriche”, con una spesa di £ 140,03 venne effettuato «l’impianto elettrico negli uffici della Polizia Urbana e al pubblico orologio sovrastante detti uffici».
L’8 ottobre 1932 il segretario cittadino del Partito Nazionale Fascista scriveva al Podestà per sapere come mai l’orologio non suonava da 15 giorni e poiché il servizio era affidato a persone responsabili, egli non riusciva a spiegarsi come mai non fosse stato ancora riparato. Il Podestà, in una missiva di qualche giorno dopo, gli comunicava che si era provveduto all’acquisto di una corda metallica necessaria per il funzionamento della suoneria. Nella comunicazione di risposta, il Podestà si chiedeva anche se era il caso di spendere elevate somme per la riparazione oppure di esaminare l’ipotesi dell’acquisto di un nuovo macchinario la cui spesa sarebbe ammontata a £ 3.500.
Oggi
Al termine della centralissima Via Vittorio Emanuele II, strada ricca di palazzi settecenteschi e zona viaria più antica della città, la Torre del Caccialupi, più comunemente nota come l’Orologio o Corpo di Guardia, si innalza nella sua sobria e superba semplicità, espressione dell’entusiasmo post-unitario. La torre è fra le più belle del Salento, è una costruzione di chiaro stampo neoclassico che, all’indomani dell’Unità d’Italia, fu dedicata a Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele II.
I locali della torre, che anticamente erano adibiti a cappella privata della famiglia Greco-Bardoscia, vennero donati successivamente all’amministrazione comunale che li destinò a sede delle guardie urbane. Per quanto riguarda l’anno di costruzione della torre, possiamo supporre che se l’attiguo palazzo Bardoscia è datato fine 1789 è molto probabile che anche la torre sia della stessa epoca.
La torre ha base quadrata, è posta ad angolo tra Via Vittorio Emanuele II e Via Umberto I. Il vasto salone e le due salette che si aprono a sinistra hanno le volte a botte e, per gli amanti dei dati statistici e architettonici, si presenta con questi dati: l’altezza è di metri 18,37 mentre la larghezza è di metri 8,16; il quadrante, vero e proprio indicatore del tempo, incastonato in una cornice in pietra leccese, ha un diametro di centimetri 120; la lancetta delle ore ha una lunghezza di centimetri 40, quella dei minuti è lunga invece centimetri 50.

I numeri indicanti le ore sono in caratteri romani e il numero che indica le ore “quattro” è graficamente rappresentato con il segno IIII e non IV come detta la grafia romana. Questo fatto è dovuto, forse, per simmetria grafica all’interno del quadrante. Molti, comunque, sostengono che invece è una caratteristica degli orologi da torre.
Osservando la torre si evidenziano due cornicioni marcapiano che la segmentano in quattro ordini: il primo è sostanzialmente molto semplice; il secondo ordine invece è stato abbellito con gli stemmi sabaudi e con l’iscrizione dedicatoria; il terzo è riservato esclusivamente al quadrante dell’orologio; il quarto ordine chiude con il timpano dove, all’interno di una monofora aperta (arco), sono ospitate due campane in bronzo, oggi in pessimo stato.
Per accedere alla stanza dell’orologio bisogna arrampicarsi su 21 scalini di una poco agevole scala a chiocciola, molto stretta, consunta dagli anni, che conduce sul terrazzo e da qui, attraverso un’altra ripida scala di 15 scalini, si entra nella magica stanzetta dove la meccanica della sveglia cittadina ci appare in tutta la sua bellezza.
La cittadina macchina del tempo è di grandi dimensioni ed è ancora oggi meccanica, azionata da ruote dentate in cui sono state praticate delle tacche regolari con larghezza proporzionale al numero dei rintocchi che devono suonare. La velocità è regolata da una ruota a paletta frenata dall’attrito dell’aria; invece la forza motrice è fornita da tre enormi massi in pietra leccese, legati con cavi di acciaio molto flessibili. Il peso delle pietre varia in base alla grandezza della campana su cui battono le ore. Questi cavi si avvolgono ad un cilindro quando vengono manovrati, ogni ventiquattro ore, dal-l’addetto alla carica con una manovella. La velocità di rotazione è controllata da un pendolo, che consente ai pesi di scendere lentamente sino a piano terra. Il pendolo serve a rallentare o ad accelerare la marcia alle ruote che compongono il meccanismo dell’orologio; l’ora invece è regolata da un disco girevole. Tutti questi ingranaggi sono legati da un sistema di scappamento ad ancora.
La macchina poggia su travi in legno sostenute nel muro per contrasto ai pesi. La molla, dopo essere stata avvolta, inizia a svolgersi facendo girare gli ingranaggi che muovono le lancette delle ore e dei minuti a velocità diversa attorno al quadrante. La carica al nostro segnatempo è a cura di Gianni Venturiero che continua imperterrito a salire e scendere le ripide scale. Egli è l’erede di quella passione e volontà di tutti quei cittadini che per anni sono saliti in cima alla torre, con la pioggia battente, con il caldo e con il freddo.
Grazie alla loro costanza le lancette non si sono fermate e hanno continuato a tenere attiva la sveglia cittadina. Nel lontano 1991 l’ingranaggio della storica torre civica si fermò alle 12,10 o alle 00,10?
Le campane
Le campane, messaggere civiche, sono un esempio di architettura laica legata all’Universitas e un bene artistico che come tale va protetto. Hanno molte funzioni: segnalano allarmi o adunanze o funzioni religiose o di orologio che scandisce il tempo.
La voce campana, che molti credono di origine gotica, fu introdotta intorno alla fine del VII secolo e venne usata per la prima volta da S. Beda (672735), monaco e storico vissuto in un monastero benedettino in Inghilterra, considerato il più grande erudito dell’Alto Medioevo.
L’Accademia della Crusca, nella lessicografia, cita campana con aes campanum, nome con cui era noto il bronzo, lega metallica composta dall’80% di rame e dal 20% di stagno, metalli teneri, la cui unione nella lega permette di ottenere un materiale di grande durezza, a grani fini, dotato di caratteristiche di grande sonorità. Oppure il nome potrebbe derivare dalla forma di un vaso arrovesciato e sboccato, e fu adoperato per la prima volta da S. Paoli-no, vescovo di Nola, dalla omonima città in provincia di Napoli, dove vi era una miniera di rame. Alcuni umanisti chiamano la campana, in latino nola, dal nome della città dove furono ritrovate molte campane; altri invece sostengono che le prime campane siano state fuse in Campania, e da qui campana che sembra la più accreditata. Ancora oggi si brancola nel buio, nell’incertezza.
Le campane della torre cittadina hanno misure ben calibrate e adatte per la nota “la” e per il “re”; sono sprovviste di ceppo, cioè sono fisse, non oscillano e suonavano tramite il martello esterno e non con il battaglio. Sono entrambe ornate di ricami, di iscrizioni e di altorilievi a prova dell’eccellenza a cui era giunta l’arte di fondere il bronzo già nel 1700.
La campana piccola, quella posta in alto, batteva i quarti d’ora, molti anni orsono. Ha un’altezza di centimetri 55 e un diametro di centimetri 63; dalla dimensione possiamo ipotizzare un peso di 150 chili. Tra due bellissime cornici di motivi floreali reca un’iscrizione:
ANGELI MONGIÒ SINDICATUM A. D. 1762
Presenta una varietà di decorazioni: sul lato nord, in posizione centrale, vi è lo stemma civico, mentre sul lato sud si evidenzia un’immagine in rilievo, sulla superficie esterna del bronzo e costituente corpo unico con la campana stessa, che potrebbe essere un santo, forse S. Pietro.
La campana maggiore, quella che batteva le ore e oggi un cupo don allo scoccare dell’ora, ha un’altezza pari a centimetri 70 e un diametro di centimetri 85, con un peso presumibile di circa 200 chili; anche qui al centro, lato nord, lo stemma della città. Tra le due cornici si legge:
NOLA, HÆC, HORIS DENVNTIANDIS REFICITVR A.D. 1762 HORARIO RESTITUTO ANNO VULGARÆ
Questa campana per annunciare le ore fu rifatta nell’anno del Signore 1762 dell’era volgare dopo che fu ricostruito l’orologio.
Alcuni studiosi hanno letto, erroneamente, in quel “Nola” la contrazione di Vignola, oggi Pignola, piccolo centro della provincia di Potenza, famosa patria dei fonditori Olita e Bruno. È giusto chiedersi: «Da chi sono state fuse le campane dell’Orologio?». Stupisce, infatti, che le campane non sono “firmate” dal mastro campanaro.

Occorre ricordare che il 20 febbraio del 1743 un terremoto del nono grado della scala Mercalli, magnitudo 6.9, colpì tutta la penisola salentina, le isole Ionie e la Grecia, con epicentro nel canale d’Otranto. Le scosse durarono circa un’ora e l’intensità maggiore fu registrata nella vicina Nardò. Forse il rifacimento della campana e la ricostruzione della torre si devono ai danni che quel terremoto provocò anche nella città di Galatina.
La lapide
Al carabiniere Domenico Secondo Della Giorgia è dedicata la lapide posta sul lato ovest della torre. Insignito della medaglia d’argento, era nato a San Cesario di Lecce il 1° luglio del 1888 da Antonio e Matilde Rollo. L’anno seguente la famiglia Della Giorgia si trasferì nella non lontana Galatina, dove il padre assunse l’incarico prima di Guardia Municipale e poi di Comandante e dove nacquero gli altri cinque fratelli.
Da giovane lavorava come maniscalco e il 15 ottobre 1908 fu chiamato alle armi, arruolandosi nel novembre nel 5° Genio Minatori.
Lo troviamo a Messina e Reggio Calabria a prestare soccorso durante il terremoto del dicembre 1908 e per tale opera meritoria ricevere la Medaglia Commemorativa. Per la sua corporatura e per la sua altezza, raggiungeva il metro e ottanta, chiese di essere arruolato nei Carabinieri e il 26 maggio 1909 fu assegnato come Allievo Carabiniere a Piedi.
Promosso effettivo, è trasferito nella Legione di Napoli. In Libia prese parte alla guerra italo-turca e ricevette la seconda Medaglia Commemorativa. Ritornato in Italia, fu assegnato alla Legione Territoriale di Bari. Quando nel maggio del 1915 l’Italia entra in guerra contro gli Austro-Ungarici il nostro eroe viene aggregato al Reggimento Carabinieri Reali, 8a Compagnia Mobilitata, e raggiunge il territorio di guerra con la bandiera e la banda d’ordinanza: siamo alla seconda battaglia dell’Isonzo. Il 6 luglio 1915, sull’altura del Podgora, dove vi erano le trincee nemiche, vengono stanziati 30 ufficiali e 1.399 Carabinieri. In una rassegna dell’Arma dei Carabinieri leggiamo la drammatica giornata di guerra vissuta dai Carabinieri e da Domenico:
... la mattina del 19 luglio, dopo la consueta preparazione con tiri di artiglieria, il terzo battaglione, verso le ore 11, scattò dalla trincea verso le linee nemiche. Balza fuori per prima, l’ottava compagnia [alla quale apparteneva Della Giorgia, N.d.A.] seguita dal comando del battaglione, tenuto dal tenente colonnello Teodoro Pranzetti, poi la settima e la nona. Tempesta di fuoco del-l’avversario sulla zona di attacco. L’ottava compagnia, pur falcidiata, avanza lentamente con le due ali, e si frammischia con gli elementi sopravvenienti della settima, le tre compagnie giungono fin sotto i reticolati; molti morti per via. Tutti i superstiti resistono, attaccati a quei reticolati, pur sentendo l’inutilità del loro sacrificio. Quindi sopraggiunge l’ordine di ripiegamento.
L’attacco durò molte ore con lo stile dei combattimenti rapidi e ad orario che, per circa un anno, fino alla conquista di Gorizia, fu praticato nelle battaglie dell’Isonzo. Al reparto costò 53 morti, 143 feriti e 10 dispersi.
Il tenente Moscatelli, comandante del plotone, raccontava che nell’assalto il nostro concittadino venne ferito una prima volta da una raffica di mitragliatrice che lo colpì al braccio sinistro. Il tenente gli ordinava di ritirarsi, ma Domenico gli rispondeva: «Non mi mandi indietro, signor tenente, ho il braccio destro che funziona ancora, posso impugnare la baionetta per quei briganti». Continuava a dare nell’azione l’esempio ai compagni: giunto nelle vicinanze del reticolato, venne colpito alla testa e morì con il viso al sole e al nemico. Erano le 12,30 circa del 19 luglio 1915 e aveva appena ventisette anni. Nel suo portafogli fu rinvenuta una lettera, forse del giorno prima, dove era scritto: «Cara madre, domani andremo all’attacco della fortezza di Gorizia. Se dovessi cadere non piangete. Mandate gli altri fratelli quassù che ne è bisogno per la grandezza della patria».


Per questo suo atto di grande eroismo e abnegazione gli fu decretata la Medaglia d’Argento al valor militare alla memoria con la motivazione che oggi è leggibile sulla lapide tra Via Vittorio Emanuele II e Via Umberto I.
Il 25 luglio 1943, con la caduta del fascismo, dalla lapide venne eliminato il fascio littorio, ma non l’anno fascista (XIII E.F.).
L’Arma dei Carabinieri in pensione di Galatina ha dedicato a Domenico l’elegante sede di Piazza Alighieri. A lui è intitolata la caserma della Compagnia dei Carabinieri di Maglie ed è ricordato, dal 2001, nella toponomastica di San Cesario di Lecce, sua città natale. La sua eroica morte è stata illustrata su cartolina da Vittorio Pisani.

L’orologio di Noha
«... una piazzetta commoda ed un orologio che misura il tempo...», così leggiamo in una pagina dedicata a Noha dal giudice Tommaso Vanna.
La torre, sulla quale è allocato l’orologio pubblico, è in stile classico e termina con un chiostro di archetti dai quali sono visibili le campane. È stata costruita, probabilmente, intorno al 1861, come indica la lapide posta a circa quattro metri dal piano di calpestio. Giacomo Arditi nella sua Corografia fisica e storica della provincia di Terra d’Otranto scrive: «...un orologio pubblico eretto in piazza con denaro dello stesso benemerito». La torre, in stile classico, fu donata alla cittadina dalla generosità dei fratelli Orazio e Gaetano Congedo. Sul muro della torre è scolpito in uno scudo il loro stemma gentilizio: un albero di pino al naturale accostato a sinistra da tre stelle disposte: 1, 2; il centro del tronco di pino è attraversato dalla figura di un toro furioso.
Al di sotto dello stemma l’epigrafe:
NOHA FRAZIONE DEL COMUNE DI GALATINA CIRCONDARIO DI GALATINA COLLEGIO ELETTORALE DI MAGLIE DISTRETTO DI LECCE PROVINCIA DI TERRA D’OTRANTO 1861
Il quadrante dell’orologio è inserito nel corpo di un’aquila, simbolo di forza e coraggio: fu insegna delle legioni romane e negli stemmi esprime fedeltà all’Impero. Secondo alcune testimonianze, sia la testa che il fascio su cui si aggrappavano gli artigli furono rimossi subito dopo la caduta del fascismo nel 1943. Le lancette sono ferme, ormai da data immemorabile, alle ore 09,40 o alle 21,40. Marcello D’Acquarica nel suo catalogo I beni culturali di Noha scrive:
La prima versione della meccanica dell’orologio risalente al 1861 non è più esistente. Apparteneva ad una tecnologia più semplice e meno raffinata, costruita totalmente in modo artigianale, dai denti degli ingranaggi ai chiodi che ne bloccano la struttura. La seconda versione risale al 1911, anno della sua costruzione e installazione sulla torre dell’orologio in Piazza S. Michele. Costruita dalla Premiata Fabbrica Orologiai di Fontana Cesare di Milano, è la seconda generazione di orologi meccanici dell’inizio del ’900.

La macchina, completamente restaurata e inaugurata il 23 dicembre 2008, oggi fa bella mostra di sé nell’atrio della Scuola Media “G. Pascoli”, sezione distaccata di Noha, con funzione di studio e didattica.
Tra le carte d’archivio vi solo alcune delibere in cui la Giunta Comunale approvava, viste le spese sostenute, il pagamento a Giovanni Nocco e a Pasquale Monastero per la riparazione dell’orologio negli anni 1908-1909.
Nel 1913 abbiamo un nuovo impianto di orologio. La carica viene data da Pantaleo Rocca e la spesa per il petrolio viene desunta dall’art. 25 del bilancio prelevando £ 74,00 dal fondo riserva. Nel 1912 viene retribuito Giuseppe Potenza con £ 20,00 per la sistemazione dell’orologio.


BIBLIOGRAFIA
ARCHIVIO STORICO COMUNE DI GALATINA: Delibera del 27.11.1861 Delibera del 5.06.1862 Delibera n. 22 del 21.6.1877 Delibera n. 10 dell’8.5.1882 Delibera n. 38 del 30.5.1882 Delibera n. 77 del 24.4.1885 Delibera CC dell’8.04.1889 AA.VV., Guida di Galatina, Congedo Editore, Galatina 1994. ANTONACI ANTONIO, Storia di Galatina, Panico editore, Galatina 1999. ARDITI GIACOMO, Corografia fisica e storica della provincia di Terra d’Otranto, Stab. tip. “Scipione
Ammirato”, Lecce 1879, Ristampa anastatica, 1994.
D’ACQUARICA FRANCESCO,MELLONE ANTONIO, Noha, storia, arte, leggenda, Infolito Group Edito
re, Milano 2006.
D’ACQUARICA MARCELLO, I beni culturali di Noha, Edizioni Panico, Galatina 2009.
GUADAGNI CARLO, Nola sagra: 1688, Il Sorriso di Erasmo, Massa Lubrense 1991.
MINIERI ANTONIO, Compendio della terra di Nola, Palo, Nola 1973.
RIZZELLI RUGGERO, Pagine di storia galatinese: memorie, Tip. economica, Galatina 1912.
SIMONI ANTONIO, Orologi italiani dal Cinquecento all’Ottocento, A. Vallardi Editore, 1967.
VANNA TOMMASO, Urbs Galatina, Editrice Salentina, Galatina 1992.

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Di Redazione (del 09/01/2023 @ 13:40:09, in Comunicato Stampa, linkato 318 volte)

Si chiude un fantastico 2022, ma il viaggio continua a vele spiegate…

La nostra VISION: lo Sport DEVE essere accessibile a TUTTI, non conta se vieni da una famiglia più o meno benestante e NESSUNO deve restare indietro.

La nostra MISSION: riqualificare le diverse aree verdi del territorio comunale assicurando decoro urbano e sicurezza, creare punti di aggregazione sani e controllati e organizzare manifestazioni di solidarietà diffusa e fattiva.

Sport

Il progetto sportivo è in continua crescita nonostante 2 anni e mezzo di covid che lo hanno rallentato,  il  settore  minibasket  ha  raggiunto  90  tesserati  e  i  gruppi  giovanili  under 13/14/17/19 stanno ottenendo degli ottimi risultati come la qualificazione alla fase Gold per i nostri under 13 che capeggiati dal proprio capitano Edoardo Forte hanno raggiunto questo importante traguardo. La nostra prima squadra che milita nel campionato di serie D regionale occupa la seconda posizione in classifica al rientro dopo la sosta natalizia si ripartirà da un portante big match in casa del Carovigno. Il nostro direttore sportivo Antonio Gabrieli confida in un grande girone di ritorno consolidando un buon piazzamento nei play off che apriranno alla promozione in C interregionale.

Solidarietà diffusa

Il “Giocattolo Solidale” e la “Befana Solidale” sono solo le ultime due iniziative in ordine di tempo, da aggiungersi all’“Uovo Sospeso” di Pasqua 2022 ed allo "Zaino sospeso", che abbiamo realizzato con l’obiettivo di permettere a tutti i bambini, soprattutto quelli le cui famiglie versano in condizioni di difficoltà, di vivere la magia delle feste, rafforzando al contempo lo spirito di comunità. Attraverso queste iniziative chiunque lo desiderava poteva acquistare un regalo nei negozi di giocattoli, librerie e cartolerie di Galatina che hanno aderito all’iniziativa, come Iperbimbo Galatina, Print King e Il cantastorie lasciando il dono in custodia all’esercente stesso. Ebbene, sono stati oltre cento i regali raccolti attraverso questo gesto altruistico destinato ai più piccoli.

I Galatinesi hanno aderito con immediatezza a questa iniziativa donando, prim’ancora che un gioco, un pensiero speciale a tanti bambini che, grazie a questo atto disinteressato di generosità e amore, hanno potuto vivere pienamente un momento di festa come quello della Befana e del Natale, in modo, per una volta, più gioioso e spensierato, come è giusto che sia per ogni bambino. Tutti i giocattoli raccolti a Natale 2022 sono stati consegnati, per il tramite dell’Assessore Camilla Palombini, ai Servizi Sociali del Comune di Galatina i cui operatori hanno provveduto, nel massimo e doveroso rispetto della privacy, a distribuirli alle famiglie bisognose.

Bambini & sport

In Italia, purtroppo, quasi un milione di minori vive in condizioni di povertà assoluta. E quasi la metà dei ragazzi in età scolare non ha mai letto un libro, se non quelli di studio, il 70 per cento non ha mai visitato un sito archeologico, il 55 per cento un museo, il 45 per cento non ha svolto alcuna attività sportiva.

Con l'iniziativa "Bambini & sport" abbiamo promosso una serie di iniziative finalizzate esclusivamente per consentire a minori di famiglie in difficoltà di praticare sport, inserendoli in programmi sportivi per un anno. Attualmente sono cinque i bambini di cui ci siamo fatti carico tramite i Servizi Sociali del Comune di Galatina.

Abbiamo inoltre deciso di donare un canestro nuovo al Polo 2 di Noha per permettere a tutti i bambini di praticare questo meraviglioso sport, la Pallacanestro.

Un altro canestro verrà donato, nella primavera prossima, al Cuore Immacolato di Maria di via Soleto a Galatina; anche questo per cercare di creare punti di aggregazione “sicuri” per i ragazzi del Rione Italia.

Vialetti cemento stampato area giochi “Madonna delle Grazie” di NOHA

Dal giugno di quest’anno i giochi installati sull’area verde “Madonna delle Grazie” di Noha saranno ancora più accessibili…

Il parco deve poter essere raggiungibile da tutti con facilità: da chi corre, da chi cammina con difficoltà, da chi usa un deambulatore, da chi usa la carrozzina, manuale e/o elettrica che sia. I vialetti di accesso devono essere pianeggianti, lisci e privi di qualsiasi ostacolo come gradini, paletti, alberi o altri oggetti che ne riducono la larghezza e impediscono il passaggio alle carrozzine. Ogni gioco deve essere raggiungile alla stessa maniera ovvero tramite un vialetto liscio e pianeggiante facilmente percorribile anche in autonomia da un bambino in carrozzina.

Per questo abbiamo realizzato circa 100 metri lineari di vialetti in cemento stampato che serviranno per garantire facilità di accesso ai giochi presenti nell’area.

Un grandissimo grazie di cuore a Angelo Bodelmonte ed alla sua splendida squadra di

Maestranze…

Area giochi “Madonna di Costantinopoli” di Collemeto.

Siamo orgogliosi di aver riconsegnato alla città un nuovo punto di incontro e aggregazione

importante: l’area giochi presso piazzetta “Madonna di Costantinopoli” di Collemeto.

Se  tutto  ciò  è  stato  possibile  lo  dobbiamo  in  modo  particolare  a ECOM  SERVIZI AMBIENTALI, prestigioso partner che ci ha da sempre accompagnato in questa entusiasmante  avventura  e  che  ci  permette  di  monetizzare  i  milioni  di  tappi  raccolti, a EUROFOOD S.r.l. in via Bruxelles a Soleto ed a IPERBIMBO in via Gallipoli a Galatina che hanno creduto in noi.

SEGNALIBRO DE “IL MURO DEL CORAGGIO”

Una scelta non casuale quella di accostare il ricordo di alcune delle pagine più tragiche della nostra storia recente e la cultura: in fondo è la conoscenza la prima arma da usare contro il radicarsi della criminalità organizzata.

“La  mafia  ha  più  paura  delle  scuole  che  dei  tribunali”  diceva  il  giudice  Caponnetto. Per questo abbiamo scelto un segnalibro per ricordare il sacrifico di Paolo Borsellino, Renata Fonte, Lea Garofalo, Antonio Montinaro, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Peppino Impastato, e Giovanni Falcone; un segnalibro che abbiamo distribuito in tutte le scuole di Galatina ai ragazzi della quinta classe della scuola primaria e della prima classe della scuola secondaria di primo grado. Operazione realizzata in collaborazione con Legambiente; si è ormai, infatti, consolidata nel mondo del volontariato la necessità di sperimentare collaborazioni fra organizzazioni diverse, progettazioni comuni attraverso apporti specifici che, rispettando le identità di ciascuno, riescano a dare quelle risposte complesse di cui la realtà sociale contemporanea ha sempre più bisogno.

TARGA BRAILLE

Abbiamo realizzato una targa BRAILLE da posizionare presso Il muro del Coraggio - viale Ofanto Galatina.

L’installazione di questa targa unisce l’aspetto culturale a quello solidaristico. I non vedenti devono essere in grado di partecipare attivamente al mondo della cultura. Questi pannelli informativi riescono a far immaginare e comprendere al non vedente o all’ipovedente dove si trovano e questa è vera integrazione culturale e sociale.

BIMBULANZA

Numerose sono state le iniziative realizzate a sostegno della Bimbulanza, la prima ambulanza pediatrica del sud Italia che nasce con l'intento di alleggerire il tragitto dei piccoli ospiti che in caso di necessità potranno essere trasportati nei vari spostamenti clinici tra diversi ospedali. Quasi 1000 tra Pasqualotti e Natalotti sono stati distribuiti nel corso dell’anno in occasione di diversi banchetti realizzati in piazza Alighieri ai quali le persone hanno sempre partecipato con grande sensibilità. Inoltre, l’evento del 12 luglio 2022, realizzato in collaborazione con l’Associazione “Quelli del centro storico… “, ci ha permesso di donare 1700euro.

Siamo particolarmente orgogliosi del risultato raggiunto, mai avremmo pensato di raccogliere una cifra così importante in così poco tempo, ci eravamo posti un obiettivo decisamente più contenuto, ma l’entusiasmo è stato tanto e ci ha permesso di raggiungere una cifra ancora più importante…

La #bimbulanza, gestita dall'Associazione Cuore e mani aperte - OdV di DON Gianni Mattia e Franco Russo, è un patrimonio del nostro territorio, ma non solo, crediamo sia importante sostenere realtà di questo spessore, per questo, nel nostro “piccolo”, siamo orgogliosi di aver dato questo notevole contributo.

FESTA DELLO SPORT

È stata una giornata di sport totale con tante famiglie, istruttori e ragazzi che hanno popolato per qualche ora il centro della città il 5 giugno 2022.

La grande folla – ha dichiarato Sandro Argentieri, coach della “Virtus Basket Galatina”, ha dimostrato che lo sport è vivo e parte integrante della società, che gli atleti delle società sportive avevano bisogno di un momento di condivisione, dopo un lungo periodo di difficoltà e restrizioni imposte dal covid, che non hanno risparmiato il mondo dello sport. L’appuntamento è al prossimo anno…

LA NOTTE BIANCA DEI BAMBINI

Dalla sinergia tra l'A.S.D. Virtus Basket Galatina e l'Associazione #ballaperme nasce l'XIII Ed.ne della manifestazione La notte bianca dei Bambini - Rione Italia in festa , il primo evento di “Cittadinanza attiva” che favorisce l'autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio della sussidiarietà.

Scopo principale della festa è stato, a parte far divertire i bambini, cercare di sensibilizzare i cittadini sul fatto che una città migliore passa anche da un maggiore senso civico e da un maggior rispetto verso gli spazi pubblici.

Tappiamo Galatina – raccolta eco-solidale tappi di plastica promosso, nell’ambito delle proprie iniziative statutarie volte al miglioramento delle condizioni sociali e culturali degli abitanti di Galatina, dall'Associazione Virtus Basket Galatina, è un progetto articolato, dinamico, sicuramente ambizioso e che nasce da lontano: vogliamo attrezzare i tanti parchi presenti a Galatina e nelle Frazioni con lo spirito di tornare a ripopolarli di persone, dai genitori con i loro figli agli anziani coi propri nipoti.

Ora si passerà ad altre zone, anche periferiche, con l’intenzione di riqualificare le diverse aree verdi del territorio comunale assicurando decoro urbano e sicurezza, due elementi imprescindibili che caratterizzano appieno la nostra Mission associazionistica.

Il nostro invito è di vivere il parco cercando di esserne custodi, proteggere i nostri giochi ed educare i ragazzi al rispetto dell'ambiente.

 

In ultimo, ma non certo per importanza, un grandissimo grazie di cuore va a tutti gli sponsor ed i sostenitori che, con l’elargizione dei loro preziosi contributi, permettono di rendere concrete le nostre piccole-grandi idee, i nostri piccoli-grandi obbiettivi…

Per questo abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti VOI.

Ancora una volta invitiamo CHIUNQUE, a qualsiasi titolo, abbia voglia di collaborare, a contattarci.

Sandro Argentieri: 333-4368532;

Piero Luigi Russo: 349-8471729.

 
Di Redazione (del 21/06/2017 @ 13:39:02, in Comunicato Stampa, linkato 2077 volte)

In occasione delle festività patronali in onore dei SS. Pietro e Paolo, che si svolgeranno a Galatina dal 28 al 30 giugno, il Club UNESCO Galatina ha in programma un ricco calendario di eventi incentrato sull’antico rituale del Tarantismo, allo scopo di valorizzare e far conoscere questo misterioso fenomeno esorcistico che, in passato, durante la festa patronale, richiamava alla Cappella di San Paolo le donne che erano state  morse dalla tarantola; queste, provenienti dai vari paesi del Salento, arrivavano a Galatina in pellegrinaggio per chiedere la grazia al Santo, protettore delle tarantolate, e per bere l’acqua del pozzo della Cappella, ritenuta “miracolosa”. Giungevano a Galatina accompagnate dai familiari e dai suonatori e, danzando al ritmo frenetico della pizzica e dei tamburelli, esorcizzavano la malattia fino a riconquistare lo stato di salute.

PROGRAMMA: "Rievocazione storica dell'antico rito del Tarantismo"

mercoledì 28 GIUGNO

 Ore 19,00 - Palazzo Tanza (Corso Umberto I) 

  •  Rievocazione del rituale terapeutico del tarantismo nel momento della terapia domiciliare con il commento di Loredana Viola (La performance verrà ripetuta alle ore 20,00)

 Ore 21,30 - Piazza San Pietro 

  •  Rassegna Suoni di Puglia: La Taricata

 Ore 23,30 - Piazza San Pietro 

  •  Arrivo dei carretti con le tarantate

 Ore 24,00 - Piazza San Pietro 

  •  LA NOTTE DE SANTU PAULU Raduno spontaneo di tamburellisti e suonatori e formazione delle Ronde

giovedì 29 GIUGNO

 Ore 9,30 - Piazza San Pietro 

  •  Arrivo dei carri con le tarantate

 Ore 10,00 - Cappella di San Paolo

  •  Rievocazione storica dell'antico rito del Tarantismo con la partecipazione di Simona Indraccolo, interprete.

 Ore 21,30

  •  Anteprima nazionale dello Spettacolo PauLAB "lu laboratorio de Santu Paulu" a cura di Andrea Carlino con il coreografo francese Alexandre Roccoli e l'Orchestra Popolare di Puglia diretta da Claudio Prima.

venerdì 30 GIUGNO

 ore 21,00 - Piazzetta Galluccio

  •  Esclusiva dello Spettacolo di danza e musica: CONVEGNO SCENICO SUL TARANTISMO per la regia e con la presenza del ballerino e coreografo Toni CANDELORO

 Artisti
 CINZIA MARZO (cantante)
 LAURA NASCOSTO (danzatrice) 
 CINZIAVILLANI (cantante)
 TIM BARO-GODEFROY (ballerino) 
 GIUSEPPE DELLE DONNE (danzatore) 
 GIORGIO DOVERI (violinista)
 JOELE NUZZO (tamburellista)

 Attori e voci narranti
 PIERO FUMAROLA (docente di sociologia delle religioni) 
 LUIGI CHIRIATTI (direttore artistico della Notte della Taranta) 
 MARIO CAZZATO (storiografo e architetto)
 MAURIZIO NOCERA (scrittore e storiografo)

È un evento straordinario mirato alla comprensione del fenomeno del "Tarantismo".
A Galatina, in una formula esclusiva che vede in scena, per la prima volta, la danza, la musica, la parola e le esperienze di uomini e donne che hanno vissuto direttamente effetti e contraddizioni; da ieri a oggi l'espressione dell'uomo che danza, ribellandosi alla sua terra e, a volte, a se stesso.
Movimenti e suoni primitivi che ispirano la creatività di artisti, e la loro diversità contemporanea.

Eventi collaterali
Dal 22 GIUGNO al 2 LUGLIO 2017

Mostra presso il Museo Civico "Pietro Cavoti" 
IL VELENO DELLA DEVOZIONE opere e documenti sul tarantismo dal '500 al '900 dalla collezione di TONI CANDELORO a cura di FEDERICA TORNESE e TONI CANDELORO

La mostra è dedicata alla "taranta" e al suo mistero che invade da secoli il Salento propagandone un'affascinante e suggestiva ritualità conosciuta in tutto il mondo. Le opere provengono dalla preziosa collezione del danzatore e coreografo Toni Candeloro, una straordinaria raccolta di originali testimonianze a partire dal     `5oo sino agli scritti di Ernesto De Martino e Diego Carpitella sulle loro spedizioni in Salento avvenute nel 1959.
Il percorso espositivo della mostra è stato realizzato adottando un andamento cronologico-tematico per fornire ai visitatori la percezione più chiara di quella storia del passato legata al Tarantismo, fenomeno multidisciplinare che appartiene alla nostra circoscrizione territoriale ma che va ben oltre i confini della Puglia ed il folclore. L'esposizione presenta personaggi e documenti anche inediti, che hanno contribuito a fare del Tarantismo una concreta realtà determinando nel tempo conseguenze storiche, sociali, scientifiche e culturali sul suo tema principale: morso o ri-morso?

Eventi collaterali
1 Luglio 2017 - ore 19.00​

"Sala C. Contaldo" Palazzo della Cultura, Galatina  Presentazione del libro di SANDRA LUCENTE ITINERARI MATEMATICI IN PUGLIA  Una conferenza spettacolo dal titolo
"Se guardo, guardo da regina (delle scienze)" Racconto matematico guidato dall'arte e dalla cultura di Galatina. Presentazione di Angela Beccarisi In collaborazione con la libreria FIORDILIBRO

Visite guidate di Galatina per scoprire i "luoghi" della festa.

Un viaggio-racconto sulle tre giornate e il loro "ruolo" differente all'interno dei festeggiamenti per rimarcare la differenza esistente tra i due Santi nella Città: una  differenza mirabilmente sintetizzata nel famoso detto locale Paulu busca e Pietro mangia e nell'appellativo di San Paolo, chiamato lu santu de li forastieri.

L'architettura e gli spazi...in tour:

  • Chiesa Santi Pietro e Paolo Apostoli
  • Cappella di San Paolo presso Palazzo Marra Tedesco (ex Tondi Vignola)
  • Casa Museo del Tarantismo
  • Museo Civico "Pietro Cavoti",  con la Mostra H veleno della devozione e i quadri del Maestro LUIGI CAIULI

Orari visite guidate: 10.00 - 11.00 - 16.00 - 17.00 - 18.00 
Info, costi e prenotazioni: Tel. +39 3929331521

Corsi di pizzica per turisti ed appassionati: 
Istituto Immacolata A.S.P, Via Scalfo, 5 - Galatina 
Info, costi e prenotazioni: cell. +39 3498121035 - +39 3208913526
 

 
Di Redazione (del 25/05/2017 @ 13:37:34, in Comunicato Stampa, linkato 1965 volte)

Galatina è tra i 363 Comuni che hanno i requisiti richiesti dal MiBact per la qualifica di Città che legge 2017.

Il Centro per il libro e la lettura  ha qualificato Galatina "Città che legge", inserendola nell’elenco delle  363 Amministrazioni comunali impegnate a svolgere con continuità sul proprio territorio politiche  pubbliche di promozione della lettura.

L’iniziativa, promossa dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo d’intesa con l’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia),  “vuole riconoscere e sostenere  la crescita socio-culturale delle comunità urbane attraverso la diffusione della lettura come valore riconosciuto e condiviso, in grado di influenzare positivamente la qualità della vita individuale e collettiva”.

Una Città che legge garantisce l’accesso ai libri e alla lettura, organizza e/o ospita rassegne in grado di mobilitare i lettori e di attivare i non lettori, partecipa a iniziative congiunte di promozione della lettura tra biblioteche, scuole, librerie, associazioni, aderisce a progetti nazionali del Centro per il libro e la lettura.

E  Galatina,  grazie alle molteplici iniziative promosse ed organizzate in campo culturale, soprattutto in questi ultimi anni,  dall’Assessorato al ramo e dalla Biblioteca Pietro Siciliani, e che hanno interessato tutte le fasce d’età,  ha partecipato all’Avviso per la qualifica di Città che legge, ed ha superato la selezione prevista dal bando nazionale, dimostrando di possedere tutti i requisiti richiesti  dal MiBact .

Tra le attività  proposte per la candidatura si segnalano le iniziative svolte anche in collaborazione con  biblioteche, scuole e associazioni e librerie,  quali  La festa cittadina dei lettori, le rassegne  la Notte bianca della Cultura e l’Estate della Cuccuvàscia, nei cui calendari largo spazio viene dato alla diffusione della cultura del libro, il Mese della Memoria a cura del Presidio del libro di Noha, nonché l’adesione ai progetti nazionali del Centro per il Libro e la lettura (Libriamoci, Maggio dei libri e In vitro con gi eventi connessi: Festa del libro dei ragazzi e In culla).

Grazie a questo riconoscimento Galatina potrà accedere  ai  bandi di finanziamento che il Cepel lancerà a partire dal 2017, con l’intento di premiare i progetti più innovativi e meritevoli in base a categorie da definire.

UFFICIO STAMPA CITTA’ DI GALATINA

 
Di Redazione (del 02/09/2020 @ 13:36:52, in NoiAmbiente, linkato 1383 volte)

A proposito di “Ambiente” cominciamo a pensare che sia diventato uno dei tanti stereotipi per friggere aria, cioè aria fritta. In buona sostanza ci stiamo abituando a vivere nella sporcizia.

Infatti più se ne parla e più il disastro ambientale aumenta. Siamo parlando del consumo di territorio perpetrato dalle concessioni per l’urbanizzazione e relative colate di cemento senza mai pretendere un reso, vale a dire senza mai andare a verificare la percentuale di case abbandonate e decadenti in cui nessuno più vi abita ma che stanno degradando e permeabilizzando il territorio. Così non viene chiesto alcun reso agli utenti dei materiali plastici per attività sia agricole che di altro tipo, non viene chiesto il reso di nulla ma solo concessioni per altre montagne di materiali inquinanti che soffocano l’aria, la terra, l’acqua e la salute degli esseri viventi, e cioè il nostro benedetto “Ambiente”. Non c’è un freno che renda sostenibile il rapporto fra consumato e consumabile. Di questo passo non avremo futuro. Intanto i rifiuti, che fra l’altro compriamo grazie alla grande distribuzione, aumentano sempre più e insieme ad essi gli sprovveduti che pensano di disfarsene gettandoli per la strada.

E’ tutto cosi rapido il degrado che non c’è più nemmeno il tempo per pensare che è già arrivata una nuova epidemia, che si chiami xilella fastidiosa o Covid - 19.

Quindi abbiamo deciso di non stare soltanto a guardare e a lamentarci e che perlomeno fuori dalla nostra porta di casa, la nostra bella casa linda e pulita, non vogliamo più avere lo sporco. E qui mi riferisco esattamente a tutto quello che vedete anche voi ai bordi delle nostre vie, sui nostri marciapiedi, nelle nostre campagne, insomma ovunque dove noi viviamo. Dite che la cosa non è di nostra competenza? Che è qualcun altro che si deve prendere carico di pulire e magari di punire gli sporcaccioni?

Certo, sarebbe anche ora che in ogni assemblea consiliare e legislativa del nostro Comune di Galatina, per esempio, e di tutti quelli del resto del mondo, venisse posta al primo posto all’ordine del giorno, la questione ambientale, dovrebbe cioè diventare prioritaria. E soltanto dopo aver messo in sicurezza la salute degli esseri viventi e dell’Ambiente, preoccupandosi della salvaguardia del verde esistente, di impiantarne del nuovo, di punire chi inquina, solo allora preoccuparsi del resto.

Domenica 30 agosto, in poche ore, oltre duecento persone, iscritte in trentuno associazioni e organizzate dal C.A.S. (il neonato Coordinamento Ambientale Salento) lo hanno già iniziato a fare, anzi abbiamo iniziato a fare, perché c’eravamo pure noi di “NoiAmbiente Beni culturali di Noha”. Sono stati rimossi ben 500 sacchi di rifiuti vari, soprattutto bottiglie di vetro e di plastica, nel tratto di costa che va da Gallipoli a Lido Conchiglie. E tutto questo con il coinvolgimento dei Comuni interessati.

Speriamo che gli amministratori dei Comuni salentini, si rendano conto che occorre iniziare a lavorare sul serio contro questo malcostume, che è necessario attuare delle azioni per prendere in fragrante i colpevoli, occorre far rispettare le leggi sulla prevenzione degli incendi.  Siamo stanchi di respirare i fumi tossici dei rifiuti che ardono e mangiare plastica liofilizzata sparsa nei campi e quindi negli alimenti.  Dite che siamo in pochi e non riusciremo a far cambiare questo stile di vita errato?  E se tutti per assurdo ci impegnassimo a darci una mano?

Di seguito l’elenco delle Associazioni e gruppi di volontari che hanno partecipato sotto la rappresentanza del C.A.S.

Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali di Noha

 
Di Redazione (del 03/09/2021 @ 13:35:41, in Comunicato Stampa, linkato 724 volte)

A fronte di performance economiche solide come "il cemento", sarebbero però stati ridotti i monitoraggi ambientali. Da una lettura alle oltre 130 pagine del report divulgato da Colacem emergerebbe infatti un sostanziale incremento dell’utile dell’esercizio rispetto al 2019 da parte del gruppo industriale (il dato si riferisce alla totalità degli impianti, diffusi in Italia e all’estero), davanti però a una altrettanta, evidente riduzione delle spese di investimento per la protezione ambientale di diversi punti percentuali (due le voci riscontrabili a pagina 7 del dossier).

Alcuni dei dirigenti della Colacem, questa mattina, erano a Galatina proprio per presentare il 14esimo report sulla sostenibilità ambientale (che alleghiamo integralmente all’articolo), illustrando i propri progetti aziendali in un futuro di riconversione “green”. Ad essere assenti, semmai, erano i primi cittadini dei comuni limitrofi. Oltre a una manciata di amministratori comunali infatti, soltanto tre gli esponenti della politica locale: il consigliere regionale Donato Metallo, la presidente del consiglio pugliese Loredana Capone e l’assessore alla Formazione e lavoro Sebastiano Leo.

Eppure mancano ormai pochi giorni alla Conferenza dei servizi prevista per lunedì prossimo, presso la Provincia di Lecce, nella quale la società a capo di uno dei più produttivi cementifici italiani sarà chiamata a presentare la Vis, la Valutazione di impatto sanitario, sollecitata nei mesi scorsi dall’Osservatorio ambiente e salute presso il Dipartimento di prevenzione  della Asl salentina e su pressione di diverse organizzazioni ambientaliste e ben undici sigle mediche. Queste ultime, oltre a premere su una riduzione della pressione ambientale, hanno altresì richiesto di subordinare le autorizzazioni dell’impianto alla Vis.

Quella di lunedì 6 settembre anticiperà peraltro di un mese esatto un’altra data molto attesa: il 6 ottobre. Giorno in cui è prevista la sentenza del Tar del capoluogo salentino: il Tribunale amministrativo si esprimerà  in merito al ricorso presentato da cinque associazioni (Coordinamento civico Ambiente e salute, Italia Nostra sezione Sud Salento, CittadinanzAttiva Puglia, Forum amici del territorio e Noi ambiente e beni culturali) intervenute ad adiuvandum accanto ai sindaci del circondario per chiedere che l’autorizzazione provinciale all’impianto galatinese venga rilasciata soltanto sulla scorta dei garanzie sanitarie a tutela dei cittadini.

“Interrogata” dalla nostra testata circa la preoccupazione per un’area  (quella galatinese) ad alta incidenza tumorale per malattie polmonari, l’azienda ha garantito che fornirà tutte le risposte e i dati nel giorno della conferenza dei servizi, lunedì prossimo. Bisognerà dunque attendere appena qualche giorno per avere una risposta ufficiale su quelle connessioni tra emissioni inquinanti e cluster tumorali emerse dal rapporto Protos dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr, che avevamo reso pubblico in un articolo pubblicato nel mese di maggio.

Valentina Murrieri

(Giornalista LeccePrima)

 
Di Redazione (del 03/05/2023 @ 13:35:26, in Comunicato Stampa, linkato 403 volte)

Giovedì 4 maggio, alle ore 18, è prevista la conferenza stampa di presentazione del progetto FIL ROUGE, sostenuto da Fondazione CON IL SUD ed Enel Cuore Onlus, promosso dall’Associazione Levèra, capofila di un partenariato tra le associazioni Programma Sviluppo di Taranto, A.D.U. Avvocati per i Diritti Umani, ACLI Sede provinciale di Lecce, le Cooperative Sociali L’Aurora e Officina Creativa ed il Comune di Galatina.

L’evento, che sarà organizzato presso la sede di Levèra in via Bellini 24 a Noha di Galatina (Le), permetterà di illustrare alla stampa, ai Sindaci del circondario, alle aziende tessili del territorio e all’intera cittadinanza i dettagli di un progetto di emancipazione sociale che ha l’obiettivo specifico di sostenere donne fragili, in particolare quelle vittime di violenza e abusi, aiutandone la costruzione dell’autonomia tramite il lavoro.

FIL ROUGE è un progetto sartoriale e di design che pone l’accento sui concetti di sostenibilità, sociale e ambientale, che, grazie al forte e nutrito partenariato, si pone l’ambizioso obiettivo di far diventare Levèra un’incubatrice di lavoro all’interno di un bene confiscato alla mafia, rendendo sempre più concreto il riscatto della legalità sulla criminalità.

Attraverso un percorso di formazione teorico pratica, si forniranno a donne in difficoltà, vittime di situazioni di soggezione, gli strumenti per avviare un'attività autonoma che restituisca loro dignità ed indipendenza, in grado di potenziarne le capacità e la creatività, mettendo a disposizione spazi, attrezzature, materie prime, know how, consulenza fiscale, giuridica e motivazionale, incentivando la formazione di cooperative per solidarizzare le singole esperienze e renderle più forti grazie al vicendevole supporto.

Un piccolo atelier di taglio, cucito e ricamo dove a dare vita ad abiti e accessori ecosostenibili sarà il coraggio delle donne che vogliano riscattarsi dai loro vissuti difficili.

I tessuti saranno gli scarti di lavorazione, donati dalle aziende tessili nazionali e messi a disposizione da Officine Creative, che si trasformeranno, in un mix di colori, in creazioni originali da commercializzare nel pieno rispetto dell’ambiente.

“Rifiuto” e “scarto” si cuciranno insieme per superare le barriere culturali, fisiche e linguistiche, attivando così un vero e proprio processo di cambiamento locale. Quello che viene scartato dai processi produttivi e che risulta ormai inutile, rientra nel processo creativo riacquistando funzionalità e design, in un’ottica di sostenibilità e rispetto dell’ambiente.

“Abbiamo immaginato di far diventare Levèra il luogo fisico e narrativo, dove le competenze, la creatività, le relazioni e l’artigianalità si mescoleranno e si cuciranno fra loro e daranno vita ad un nuovo marchio, dove la narrazione degli antichi saperi si coniugherà con l’innovazione - spiega Roberta Forte, membro del consiglio direttivo di Levèra e responsabile del progetto – Fil Rouge punta a valorizzare l’artigianato e a trasformarlo in un’attività produttiva che genera occupazione e promuove il territorio. Oltre a prevedere inserimenti lavorativi, daremo vita ad una cooperativa sociale di tipo b, una vera e propria sartoria sociale, all’interno del bene confiscato - in grado di stare autonomamente sul mercato attraverso la creazione di un brand e di un catalogo per vendere i prodotti realizzati, emulando l’esperienza decennale del marchio “Made in Carcere”.

Il progetto promuoverà la riscoperta di “nuovi” mestieri che nascono e vivono solo grazie a piccole realtà e che rischiano di scomparire per la mancanza di ricambio generazionale. Si tratta di un modello sostenibile di creazione di valore prima etico e poi economico, in grado di ridare dignità e orgoglio a gruppi sociali al margine della società.

 LEVÈRA

 

Apprendiamo dalla stampa e dall’albo pretorio del Comune di Galatina che l’Amministrazione Vergine ha avviato l’iter per la candidatura di Galatina a Capitale Italiana della Cultura 2027 nel bando che uscirà a breve. E ci pare una cosa buona e giusta. Lo diciamo senza ironia proprio noi che non siamo mai stati teneri con questa Amministrazione che continuiamo a ritenere lontanissima dal nostro agire politico.

Ma, come abbiamo detto più volte, la critica la facciamo sui fatti e non sulle persone, sui contenuti e non a prescindere. Per cui non abbiamo nessun problema a ritenere che questa scelta sia giusta. E ci crediamo talmente tanto che noi stessi, nel programma elettorale della nostra lista, lo avevamo messo tra gli obiettivi prefissati (https://www.facebook.com/domani.galatina/posts/pfbid02Pkzmx9vyp3NfNJd53eUPMGdkYeCN8XetGZUEwzoiTYrwExWjmZsLdyT4DthcSp7Vl). Così come ci crediamo talmente tanto che la prima volta che lo avevamo ascoltato da esponenti dell’attuale maggioranza non abbiamo esitato un secondo a metterci a disposizione dell’idea, del progetto, della città per collaborare con la nostra esperienza, con la nostra visione e con i nostri suggerimenti (https://www.facebook.com/photo/?fbid=208381408488521&set=a.106948498631813).

Apprendiamo ora dalla delibera n 44 del 1° febbraio che “allo scopo di elaborare il dossier per la predetta candidatura, si rende necessario avviare un percorso di coprogettazione e di coinvolgimento dei numerosi attori culturali locali, rendendo in questo modo partecipe la cittadinanza, le realtà associative e le forze economiche e produttive allo scopo di verificare il rispettivo interesse a prendere parte al progetto di promozione della Città e di individuare, con l’apporto delle stesse, le potenzialità culturali del territorio comunale da esprimere efficacemente nell’ambito della proposta da elaborare per la richiamata finalità”.

Bene, ci sembra un interessante punto di partenza e ribadiamo, come già detto a suo tempo, che noi ci siamo. Noi di Domani siamo disposti a confrontarci con tutti, anche con questa a noi lontanissima Amministrazione, per fare la nostra parte, per dare il nostro contributo, per dire la nostra per il bene di Galatina. E riteniamo che tutte le forze politiche e culturali ed economiche e sociali della Città dovrebbero esserci. Perché solo tutti insieme possiamo contribuire a rendere completa e competitiva l’idea progettuale da candidare.

Noi, come detto, ci siamo. Purché il percorso sia serio, aperto, partecipato e contaminabile. Ma per capirlo basterà attendere i prossimi passi dell’Amministrazione, cui spetta il diritto/dovere di proporre, coordinare, guidare. Vediamo cosa succede.

Pierantonio De Matteis

 
Di Redazione (del 18/01/2016 @ 13:33:58, in Affresco misterioso, linkato 2578 volte)

Abbiamo chiesto un parere ad Angela Beccarisi sul misterioso affresco spuntato per caso su di un muro del Castello di Noha. Ecco le sue prime impressioni scaturite dopo il sopralluogo della dottoressa esperta in Beni culturali, autrice di diverse pubblicazioni di storia e arte locali.

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Tanti interrogativi pone la scoperta di un piccolo affresco segnalato da Marcello d' Acquarica e l'Associazione Presepe Vivente di Noha, su un muro prospiciente l'attuale giardino del palazzo baronale di Noha ( fraz. Di Galatina).

Sulla stessa area sorge una torre merlata presumibilmente del XIII secolo, quando Noha viene citata in un documento del 1292 come casale, ovvero villaggio privo di mura. Da quella data, però, di fatti ne sono accaduti e il giardino del palazzo baronale e relative costruzioni hanno visto pesanti cambiamenti. Non ultimo la creazione di un pozzo artesiano tra gli anni Venti e Trenta del secolo scorso per la famosa distilleria Galluccio di Noha,  produttrice di brandy, nel mezzo di detto giardino e la creazione di un aranceto negli anni Cinquanta  che ha portato all'innalzamento di circa un metro del terreno.

E poi gli anni Ottanta con l'apertura della nuova strada Noha-Galatina che ha finito per dividere a metà la fabbrica Galluccio e l'aranceto in cui è stato rinvenuto l'affresco.

L'immagine riporta un cavaliere con l'elmo, su di un rosso cavallo e molto interessante risulta la porzione di intonaco che circonda l'affresco diversa dal resto del muro. Si tratta di uno strato di «coccio pesto (tecnica diffusa dall'epoca romana fino al secolo scorso),  di un secondo strato più sottile messo tempo dopo e infine una scialbatura di calce » (Angelo Micello).

Sembrerebbe che questa porzione di muro sia stata preservata nel corso dei secoli e abbia fatto da supporto al muro della fine del XVIII secolo. Viene da chiedersi come mai l'affresco risulti su una parete su cui non si evidenzia alcuna edicola votiva esterna e a poca distanza dal livello del terreno.

Affascinante l'idea che possa trattarsi di scene cavalleresche del XIII secolo, ma per avere conferme bisogna attendere studi più approfonditi.

Angela Beccarisi

 
Di Andrea Coccioli (del 14/11/2018 @ 13:33:33, in Comunicato Stampa, linkato 1074 volte)

7-8-9 NOVEMBRE 2018: gli alunni delle seconde classi dei corsi A-B-C dell’Istituto Comprensivo Polo 1 di Galatina si sono recate nella splendida città di Roma dove hanno potuto ammirare da vicino le strutture architettoniche che da sempre attirano, come calamite, turisti da ogni parte del mondo ed hanno avuto il privilegio di visitare i palazzi istituzionali.

Il primo giorno abbiamo potuto visitare le fondamenta culturali di questa città: il Colosseo si innalzava davanti a noi con tutta la sua maestosità. Inizialmente alto più di 52m, la sua altezza attuale, causa fenomeni endogeni ed esogeni, è oggi di 48m.

È di forma ellittica e fu costruito per intrattenere gli antichi romani con combattimenti tra gladiatori e belve feroci. Fu chiamato arena perché veniva utilizzata la sabbia, arena, per coprire il sangue versato nel corso dei combattimenti. Poteva ospitare dai 50 ai 70 mila spettatori paganti, tutti ad eccezione della plebe che entrava gratis. Sulla struttura erano presenti grandi fori, segno di elementi metallici tolti che furono utilizzati per costruire cannoni.

I fori imperiali comprendono una serie di resti di templi costruiti per onorare i sette re di Roma e le loro imprese.

Gli archi, decorati con scene delle battaglie, venivano attraversati dall’esercito di ritorno dalle guerre ed era il luogo dove venivano sacrificati i prigionieri di guerra. Siamo rimasti stupefatti dalla capacità architettonica dei Romani, appresa dai Greci e dagli Etruschi.

Al Campidoglio domina la piazza la statua equestre di Aurelio Augusto vincitore e intorno si innalzano i palazzi del Municipio e i Musei Vaticani.

Come Polo 1 abbiamo avuto l’onore di visitare, il secondo giorno, i palazzi del potere: Palazzo Montecitorio, Palazzo Madama e Viminale. Qui, chi ci governa, decide come farlo. La visita ai palazzi istituzionali è stata molto emozionante. Accolti dall’onorevole Donno alle porte del Palazzo Montecitorio e anche da lui accompagnati nella visita guidata, abbiamo potuto constatare innanzitutto l’attenzione per la sicurezza, poi l’autorevolezza che vige in questi luoghi che ci ha portati a rimanere in un rispettoso silenzio ad ascoltare la guida che ci ha condotti nei vari ambienti del palazzo. Ci ha colpito lo stile liberty con ui erano arredate le enormi stanze, le colonne in stile corinzio presenti nella grande stanza chiamata transatlantico, il sistema di posta pneumatica che permetteva uno scambio rapido di informazioni, infine l’accesso alla Camera è stata l’esperienza che ci ha segnati di più. La camera dei Deputati, nel sistema politico italiano, è una delle due assemblee legislative o camere, insieme al Senato della Repubblica, che costituiscono il Parlamento Italiano.Ci siamo seduti nella tribuna destinata agli spettatori e abbiamo assistito ad una seduta finita con l’occupazione dei posti riservati ai ministri da parte dell’opposizione. Palazzo Madama è la sede del Senato, la cosiddetta “Camera Alta”.Al nostro ingresso nella camera la senatrice Bongiorno esponeva la sua proposta riguardo all’assunzione del personale nell’ambito della pubblica amministrazione.A lei è seguito il commento di un altro senatore che sottolineava quanto fosse basso lo stipendio percepito dagli impiegati nella pubblica amministrazione. Al termine della discussione abbiamo sentito una voce dire così: “Salutiamo in tribuna l’Istituto Comprensivo Polo 1 “Giovanni Pascoli” Galatina-Lecce”. Si sono alzati tutti in piedi, hanno applaudito rivolgendosi a noi. Noi eravamo in piedi onorati, emozionati e sbalorditi di ricevere il saluto e lo abbiamo ricambiato chinando la testa in segno di rispetto.

Vedere tutto dal vivo, incontrare le persone che spesso sentiamo discutere ci ha fatto riflettere su quanto lavoro, difficile ed impegnativo, fanno per noi.

In seguito abbiamo visitato il Pantheon, un antico Tempio pagano costruito da Marco Agrippa. È famoso per l’apertura alla sommità della cupola da cui, come racconta la leggenda metropolitana, l’acqua piovana non penetra. Nella Chiesa sono conservati i resti di Raffaello, di Vittorio Emanuele II e di sua moglie.

Da lì il nostro tour è proseguito verso Fontana di Trevi circondata da una folla immensa, si sa che attrae ogni anno milioni di persone. Il marmo, le sculture, le decorazioni, le dimensioni rendono l’opera indimenticabile. Ogni dettaglio, ogni centimetro della fontana è proporzionato al resto dell’opera, tale da sembrare viva.

Piazza di Spagna con la sua scalinata di Trinità dei Monti è una delle più famose piazze di Roma. Deve il suo nome al palazzo di Spagna, sede dell'ambasciata dello stato iberico presso la Santa Sede.

L’ultima giornata è stata anch’essa ricca di emozioni e di nuove scoperte. Siamo arrivati al Palazzo Viminale, sede del Ministero degli Interni. All’interno tutto era degno di rispetto, regnava un grande ordine e c’era un gran silenzio interrotto solo dal nostro piccolo vociare.

Il metal detector ha controllato il nostro ingresso a Palazzo e ci ha accolto il dirigente della divisione polizia, Francesco Virdi, che ci ha condotti nella stanza dell’unità di crisi dove si riuniscono i responsabili della sicurezza in caso di violazione della sicurezza pubblica.

Ci è stata presentata un’app della polizia operativa da maggio, YOUPOL su cui possono essere segnalati episodi di bullismo o di spaccio di droga in ogni parte d’Italia.

La visita è proseguita al piano inferiore dove ha sede l’unità operativa che garantisce la sicurezza durante le manifestazioni sportive.

Molto interessante è stato anche l’incontro con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Incontrandoli, parlando con loro faccia a faccia, ascoltandone le esperienze, si può capire quanto sia necessario il lavoro di squadra. Loro lavorano in situazioni pericolose per salvare vite umane, la cosa più preziosa che possa esistere. Avere un gruppo a cui fare riferimento è sicuramente il motivo del successo delle loro missioni.

Ci siamo trovati di fronte a persone preparate, altamente specializzate che ci hanno raccontato, con grande entusiasmo, il loro lavoro quotidiano al servizio dei cittadini ed hanno risposte alle nostre domande:

  • “Come fate ad avere quelle immagini?”
  • “Perché hai voluto fare il Vigile del Fuoco?”
  • “Quante vite hai salvato?”
  • “Ti emozioni quando salvi qualcuno?”

Sono solo alcuni dei quesiti a cui ha risposto l’ingegnere Priori sempre disponibile e attento ad essere il più chiaro e semplice possibile, sottolineando però un concetto basilare: studiare! Perché l’istruzione, oggi, è la base da cui nasce il Vigile del Fuoco moderno, un Corpo che conta al suo interno un altissimo numero di ingegneri e architetti, formato da operatori di altissima qualità professionale pronti a operare in qualsiasi scenario [ ripreso dal sito del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco].

Finita la visita al Viminale, abbiamo raggiunto Tivoli per visitare Villa D’Este con i suoi maestosi e rigogliosi giardini. Il tutto era incorniciato dai getti d’acqua delle tante fontane. Percorrendo viali avevamo la sensazione di essere immersi nella verdeggiante natura.

Si è concluso, così il nostro viaggio. Tutti eravamo pronti per il ritorno arricchiti dalle nuove conoscenze e consapevoli che Roma, la città eterna, non finirà mai di stupire chiunque la visiti. Imparare la storia visitando luoghi, ascoltando le guide specializzate è un modo per apprendere e per riflettere che se non conosciamo il passato non potremo mai migliorare il nostro futuro. Ognuno di noi non è altro che il tassello di un puzzle nella società del futuro che crescerà solo attraverso la collaborazione finalizzata al raggiungimento dell’obiettivo comune: il bene di tutti.

 

Gli alunni delle classi

2A - 2B - 2C

 
Di Redazione (del 13/03/2018 @ 13:32:51, in Comunicato Stampa, linkato 1131 volte)

L’impegno di questa amministrazione nella promozione della Cultura come volano sociale e, quindi, anche economico si evince da molti atti già posti in essere, dalla partecipazione con successo al bando della Community Library alla valorizzazione delle attività del Museo passando per un dialogo serrato e proficuo con le scuole di ogni ordine e grado della Città e dalla programmazione di un fitto calendario di appuntamenti culturali previsto per i mesi a venire. Tra le attività per l’immediato futuro un ruolo centrale lo occupa senza dubbio la promozione della lettura, l’incontro con autori, scrittori, artisti e la conoscenza diretta e non mediata del loro percorso personale e culturale. Linea d’intervento questa perfettamente coerente ed in sintonia con le linee-guida della Regione Puglia che ha scelto di attuare uno sforzo senza precedenti per aumentare il numero dei lettori nella regione (la Puglia) che legge meno nella nazione (l’Italia) che legge meno in Europa. E la connessione tra numero di lettori e indici economici è emersa con tale chiarezza ormai che non viene più messa in discussione nel dibattito pubblico. Ecco allora che l’amministrazione di Galatina si pone l’obiettivo di avvicinare scrittori e lettori, creando connessioni, sviluppando relazioni, istituendo reti che il più delle volte arricchiscono tutti gli attori in gioco.

La rassegna che il Comune di Galatina propone va proprio in questa direzione nel momento in cui il mercato librario registra un importante fatto nuovo: le vendite di libri sono in ripresa! Ma all’interno di questo dato, che è già di per sé positivo, ce n’è un altro che apre davvero il cuore alla speranza e che fa davvero piacere segnalare. A scoprire l’amore per i libri sono i bambini. Ma non quelli delle scuole elementari. Quelli proprio piccoli, dai tre ai cinque anni. Sono oltre un milione quelli che nel nostro paese, da soli o in compagnia, con gli amichetti oppure con mamma e papà, spesso con i nonni, leggono, colorano, sfogliano libri e album tutti i giorni. Ma non è solo una questione quantitativa.

La rassegna eleva il livello della proposta culturale mettendo in relazione autori importanti, portatori di una visione, capaci di arricchire e di stimolare il pubblico della nostra Città e di risvegliarne quella fame di cultura che l’ha da sempre caratterizzato. Evento dopo evento, incontro dopo incontro, le tappe della rassegna diventeranno appuntamenti fissi per la comunità di Galatina che si troverà ad alternare autori di fama nazionale ad autori che hanno scelto di valorizzare il loro territorio d’origine passando spesso anche da giovani emergenti. Una carrellata di appuntamenti che è e resterà necessariamente aperta e che verrà arricchita nel corso del suo naturale percorso di crescita. Una carrellata di appuntamenti che coprirà tematiche differenti e complementari incrociando anche le esigenze di diverse fasce d’età: dalla letteratura classica ai libri per bambini, dalla saggistica alla storia della cultura e delle tradizioni locali, dalla cultura pop e mediatica a proposte di nicchia.

Leggere un libro è come uscire cinquanta volte a cena con l’autore, conoscerne il pensiero su diversi argomenti, discutere e confrontarsi con lui pur senza conoscerlo. Nella nostra rassegna lo incontreremo anche fisicamente, ci scambieremo opinioni e sensazioni, e ci andremo anche a cena. Come fosse la cinquantunesima volta. Come fosse un amico di vecchia data col quale abbiamo condiviso non solo le pagine dei suoi libri ma anche quelle della nostra vita.

Il primo appuntamento della rassegna letteraria “Dammi una L” sarà giovedì 22 marzo a partire dalle ore 18,30 nella Sala Celestino Contaldo presso il Palazzo della Cultura, e verrà ospitato il giornalista de La Gazzetta dello Sport Francesco Ceniti che, insieme alla signora Tonina, ha scritto il libro inchiesta su Marco Pantani, sulla carriera, sulle accuse di doping e sugli eventi poco chiari circa la sua morte. Anche da questo libro è stata riaperta l’inchiesta da parte della Magistratura per approfondire molti aspetti. La mamma del campione romagnolo presenta una sua visione del rapporto con il figlio, mentre Ceniti ripercorre cronologicamente la vita, le gesta sportive e anche le vicende giudiziarie.

L’appuntamento, moderato dal giornalista de La Gazzetta del Mezzogiorno, Antonio Liguori, vedrà tra gli ospiti Elio Aggiano, ciclista che ha gareggiato con Pantani e altri ospiti provenienti dagli altri sport che daranno il loro contributo. Il pubblico si interfaccerà come l’autore e con tutti gli ospiti per capire e analizzare cosa è successo realmente a uno dei campioni più amati della nostra nazione.

Ass.re Cristina Dettù

 
Di Redazione (del 20/04/2018 @ 13:32:11, in Comunicato Stampa, linkato 1099 volte)

L’UNICEF Italia ha deciso di promuovere, nel 2018, la manifestazione dal titolo “L’Orchidea dell’UNICEF per i bambini” che si svolgerà in oltre 2.200 piazze in tutta Italia, il fine settimana del 21 e 22 aprile 2018. L’iniziativa vedrà, anche con il tuo aiuto, la partecipazione di circa 11.000 volontari e consisterà nella distribuzione di una piantina di orchidea in vaso a fronte di un contributo minimo di € 15,00. L’intera manifestazione sarà supportata da una vasta campagna di comunicazione che interesserà le principali reti televisive, numerose emittenti radiofoniche e molte testate giornalistiche.
Grazie all’impegno e alla partecipazione di tantissimi volontari, negli anni precedenti, è stato possibile raccogliere fondi che hanno consentito all’UNICEF di garantire interventi salvavita a svariate decine di migliaia di bambini! Questo risultato è eccezionale: ci teniamo a ringraziare particolarmente tutti i volontari del Comitato Italiano per l’UNICEF, tutti i volontari e i sostenitori in piazza, la CRI, AGESCI, tutte le AUSER, l’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco, la Protezione Civile e tutte le associazioni di volontariato che hanno voluto essere al nostro fianco.
Ci auguriamo di cuore che sarete in tanti a rispondere alla nostra chiamata, provenienti da diversi gruppi e realtà di volontariato presenti in tutto il territorio italiano. Unitevi a noi in questo grande momento di piazza ed aiutateci a rivolgere a tutto il pubblico un forte invito a concentrare la nostra attenzione sui problemi di sopravvivenza dei bambini in tutto il mondo. In particolare quest’anno i fondi raccolti saranno investiti per la Campagna “Bambini sperduti” creata per aiutare e sostenere tutti quei bambini che sono perseguitati, minacciati, malnutriti, in fuga da guerre, sfruttati, derubati dell’infanzia. Che ogni giorno, in ogni angolo del mondo, sono in pericolo. Che vivono in paesi come Eritrea, Nigeria, Sudan, Siria, Iraq, Afghanistan, paesi in conflitto, in povertà estrema, senza la protezione e le cure di cui avrebbero bisogno.
Qualche informazione sull’UNICEF. L'UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia) è la principale organizzazione mondiale per la tutela dei diritti e delle condizioni di vita dell'infanzia e dell'adolescenza. Fondato nel 1946 su decisione dell'Assemblea Generale dell'ONU, l'UNICEF opera attualmente in 156 Paesi in via di sviluppo attraverso 126 uffici permanenti sul campo e in 36 Paesi economicamente avanzati tramite una rete di Comitati Nazionali. La missione dell'UNICEF è di mobilitare in tutto il mondo risorse, consenso e impegno al fine di contribuire al soddisfacimento dei bisogni di base e delle opportunità di vita di ogni bambino, ragazzo e adolescente. L'UNICEF agisce attraverso programmi e progetti concordati e realizzati, in ogni paese, assieme alle istituzioni pubbliche e alle organizzazioni e associazioni locali, nel totale rispetto delle diversità culturali. MODALITA’ ORGANIZZATIVE

  1.  La manifestazione si svolgerà i giorni 21 e 22 aprile 2018. I volontari potranno scegliere il numero di giornate e gli orari in base alla loro disponibilità e alla presenza di pubblico in loco.
  2.  La Sede Operativa UNICEF richiederà il permesso di occupazione del suolo pubblico alle autorità competenti e indicherà al volontario presso quale ufficio ritirarlo nei giorni precedenti l’iniziativa.
  3.  Circa un paio di settimane prima della manifestazione verrà inviata ai volontari partecipanti la scatola dei materiali complementari (contenente i blocchetti di ricevute, gli opuscoli, ecc…) tramite consegna con un corriere veloce.
  4.  Qualche giorno prima della manifestazione, previa telefonata del trasportatore, verranno consegnate le scatole contenenti le piante: quanto riceverete non avrà alcun onere da parte Vostra.
  5.  Nei giorni successivi alla manifestazione sarà necessario effettuare il versamento dell’incasso tramite bonifico bancario le cui coordinate saranno indicate nel vademecum.

La nostra sede operativa è a Vostra disposizione per qualsiasi chiarimento sulla manifestazione al seguente numero di telefono:
0422/609943 VALERIA fax 0422/609933
e-mail orchidea@unicef.it
Ringraziando anticipatamente per tutto quanto potrete fare per aiutarci.
Villorba, 22/01/18
SEDE OPERATIVA UNICEF
“L’ORCHIDEA PER I BAMBINI”

 
Di Marcello D'Acquarica (del 16/03/2023 @ 13:30:16, in Comunicato Stampa, linkato 288 volte)

Egregio Signor Sindaco, Dr. Fabio Vergine, egregio Presidente della Commissione per la tutela della salute dei cittadini e la salvaguardia dell’Ospedale S. Caterina Novella, Dr. Antonio Antonaci; egregi consiglieri tutti.

Noi del Direttivo NoiAmbiente e Beni culturali, che mi onoro di rappresentare, abbiamo preso atto, dal sito della Provincia (Albo Pretorio – Amministrazione Trasparente) che su Galatina ci sono nuove richieste di installazione e di ampliamento di siti per il trattamento di rifiuti pericolosi e non. E più precisamente:

  1. La richiesta di Ampliamento riguarda un sito già operante nella zona industriale di Galatina, la ECOM Servizi Ambientali, che si trova in via Portogallo, Contrada San Giuseppe. Nello specifico, la società Ecom S.A. chiede di aumentare la produttività con rifiuti CER (che come tutti ben sappiamo sono rifiuti ALTAMENTE pericolosi) integrando la produzione di circa 24.000 t/a. Dichiara nella relazione tecnica il gestore “….Per mutate esigenze di mercato..”.  Le attività ovviamente rientrano nelle autorizzazioni rilasciate in conformità alla normativa sulla sicurezza delle Aree Industriali, purtroppo decisamente meno restrittive delle aree urbanizzate. Dobbiamo infatti tenere conto che il sito, seppur rientrante nella fascia di rispetto dei 500 m. indicata dalle norme, è ubicato in prossimità dell’area in cui si è - e si sta- urbanizzando con abitazioni per uso civile. Per cui, è lecito dubitare che qualsiasi forma di tutela ambientale applicata, possa assumere in certe situazioni estreme un livello di pericolo differente.

 

  1. La richiesta di un nuovo sito invece, riguarda quella effettuata da ENTOSAL SRL, avente sede legale a Grisignano di Zocco (VI). La società veneta si propone di REALIZZARE UN IMPIANTO DI RECUPERO E SMALTIMENTO RIFIUTI PERICOLOSI E NON in via degli Andriani n°12/A Santa Barbara di Galatina (LE).

ENTOSAL SRL, di cui tanto si parla e si scrive in questi ultimi giorni, appartiene ad un gruppo di ben sei aziende facenti capo a Ethan Group spa. Operano a tutto campo nel settore dell’Ecologia, e sono le seguenti: ELITE Ambiente srl; EXECO srl; EURO VENETA srl; EMME TRASPORTI SRL; EXOREX srl. Tutte aziende del Nord Est, fra Vicenza e Padova, ma che estendono le loro attività nel Sud Italia.

ENTOSAL SRL acquisisce di fatto una attività di gestione rifiuti già esistente la cui autorizzazione è stata però revocata dalla Provincia di Lecce con determina n° 494 del 24/11/2017. “Con il nuovo impianto di Santa Barbara il gruppo Ethan vorrebbe offrire un servizio alle aziende del sud Italia, sia direttamente ai produttori sia agli imballaggi raccolti dagli altri impianti del sud Italia. “  (testo rilevato dalla Relazione tecnica del gestore proponente)

Si tratterebbe di attività di bonifiche ambientali, e consistono principalmente in: rimozione e stoccaggio dell’amianto (R12); miscelazione di oli ed emulsioni oleose (R12); stoccaggio provvisorio dei rifiuti anche pericolosi destinati allo smaltimento; trattamento di inertizzazione dei rifiuti (fanghi e polveri); raccolta e riciclo dei rifiuti agricoli, quali confezioni vuote di agrofarmaci, teli agricoli, reti, pneumatici, olio, filtri, batterie, trattamento di rifiuti pericolosi e non, finalizzato alla preparazione di miscele per termovalorizzatori o comunque inceneritori.

Occorre però fare molta attenzione, perché quello che è dichiarato nel verbale della C.d.s. del 12-12-2022, dove il Comune di Galatina, pur essendo informato non era presente, e mi riferisco ai volumi di rifiuti trattati, pari a “90.000 tonnellate anno, ripartita in 47.500 tonnellate di rifiuti non pericolosi e 42.500 tonnellate di rifiuti pericolosi”,  non corrisponde alle dichiarazioni che lo stesso gestore specifica nella sua Relazione tecnica allegata al fascicolo dei documenti richiesti dalla Provincia in sede di valutazione PAUR,  così dichiara ENTOSAL:

“…Nella logica di ottimizzare le potenzialità produttive dell’impianto e di servire le attività presenti sul territorio, non vengono definiti i quantitativi massimi stoccabili o lavorabili per ogni singolo codice EER lasciando pertanto la possibilità all’impianto di ottimizzare gli ingressi in funzione delle richieste di mercato”.

Inoltre, sempre nella relazione tecnica, ed esattamente alla pag.7, così dichiara la società proponente:

Con il nuovo impianto in Puglia, (e si riferisce naturalmente a Santa Barbara) il gruppo Ethan vorrebbe offrire tale servizio ai produttori degli altri impianti del sud Italia. Si fa inoltre presente che ad oggi Elite Ambiente (una delle sei consociate) svolge già un servizio di ritiro di suddette tipologie di rifiuti provenienti dal Sud Italia che verrebbero convogliate al nuovo impianto (sempre a Santa Barbara) con evidenti positive ricadute per i produttori dei rifiuti, sia in termini ambientali che di costi di smaltimento.”

Quindi se le 90 000 t/a dichiarate nel verbale della cds del 12 – 12 -2022 sono una quantità probabilmente spropositata rispetto alla sostenibilità del nostro territorio, aprendo le porte alle “variabili di mercato” ed alle “altre società del Gruppo Ethan”, ci ritroveremmo ad avere a che fare con una vera e propria bomba ecologica.

N.B.: tengo a precisare che le informazioni qui riportate sono tutte trascritte dalla Relazione tecnica depositata negli atti, in rete e disponibili al pubblico: AIA - AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE.

Conclusione:

l’importante aspetto riguardante la salute di ogni cittadino, è quello di una corretta comunicazione. I cittadini spesso si ritrovano coinvolti in inserimenti straordinari di attività impattanti sulla loro stessa vita, a cose fatte. Ed è bene dirlo, ci rimettono e ci rimettiamo in prima persona, non soldi, non stiamo parlando di soldi… ma della stessa vita. Sfortunatamente chi muore e soffre per colpa dell’inquinamento ogni giorno accanto a noi non sono solo alberi, di per sé un dramma tutto salentino, ma sono fratelli, parenti, amici, indiscriminatamente donne, uomini e bambini.

Ben vengano i progetti che portano vantaggi economici e occupazione nel nostro territorio, ma a che prezzo?

Anche noi vogliamo che sia curata l'immagine di Galatina, l’immagine di Galatina siamo tutti noi, che sia positiva e attrattiva, che i suoi valori abbiano credibilità, ma oggi più che mai è necessario un piano di difesa, far sapere all'opinione pubblica che davanti alla questione ambientale non si sta facendo finta di niente ma si sta attivando un programma, con lo studio sulle cause e relative azioni preventive. Quindi chiediamo:

  • di rispettare il principio di sostenibilità ambientale. Lo stesso che presuppone il giusto equilibrio fra la capacità della natura di rigenerare la quantità di biomassa che noi con le nostre attività – schiave di un fantomatico mercato - distruggiamo. La salute non ha il tempo di aspettare che la burocrazia sbrogli problemi così prioritari.
  • Chiediamo se davvero la nostra Terra, l’aria e la falda idrica già fortemente compromesse, hanno i requisiti per essere impregnate di ulteriori accumuli di sostanza non biodegradabili, quali quelle trattate da questi opifici e atri insalubri già abbondantemente concentrati sul nostro territorio?
  • Quale altra vocazione di sacrificio – oltre quelle già esistenti deve assumersi la salute della comunità di Galatina e del Salento?

Grazie per l’ascolto egregi signor Sindaco, Presidente Dr Antonio Antonacci e grazie a voi tutti consiglieri.

Presidente dell’Associazione NoiAmbiente e Beni culturali di Noha e Galatina:

Marcello D’Acquarica 

 
Di Redazione (del 06/09/2018 @ 13:29:32, in NoiAmbiente, linkato 1627 volte)

Fu Aldo Moro a introdurla come materia curricolare nella scuola statale nel lontano 1958 ma successivamente la legge è stata totalmente esclusa dai programmi scolastici se non lasciata alla buona volontà degli insegnanti.

A breve però le cose potrebbero cambiare con l’arrivo dell’iniziativa di ANCI per una legge popolare, a cui partecipa anche Galatina, e quindi Noha.

Se ne parlava giusto ieri con l’Assessore Loredana Tundo, e cioè di un bisogno impellente di educazione civico culturale nella nostra comunità. La riflessione nasceva dal continuo logorio che il vandalismo in genere procura in modo vistoso ovunque si volga lo sguardo e vi si trova l’incuria e il degrado. Di fatto si ragionava nel caso specifico, dei beni comuni di Noha, e cioè i giardini pubblici con i loro arredi, la Trozza e i beni culturali storici, le aree private incustodite che diventano discariche abusive di materiali spesso pericolosi e nocivi alla nostra salute, le strade, gli edifici scolastici o pubblici in genere,  i marciapiedi, gli alberi, la piazza, insomma tutti quegli spazi che stanno al di fuori dell’uscio di casa ma che tutti condividiamo e viviamo.

http://www.comune.galatina.le.it/item/raccolta-firme-per-l-educazione-alla-cittadinanza

Il vandalismo non si limita alle malefatte del minore che, non educato o non seguito bene dalla famiglia, rompe i giochi dei giardini, né al cittadino che non raccoglie i bisogni corporali che il suo cane lascia in giro ovunque, il vandalismo va ben oltre. E’ l’indifferenza di chi non denuncia chi brucia la plastica, o chi sversa rifiuti ovunque, è la mancanza assoluta di presa di coscienza di ogni azione, compreso l’uso indiscriminato di prodotti chimici che avvelenano la terra e l’acqua, è il continuo non rispetto di tutte le regole del  codice stradale, come per esempio la guida senza cinture, con minori in piedi sui sedili anteriori, attaccatissimi al cellulare, parcheggiare in mezzo alla strada, ecc. Il vandalismo peggiore è proprio la mancanza di senso civico, di rispetto per l’altro, l’attenzione a non produrre rifiuti, l’azzeramento assoluto della gentilezza.  

Infine, e non per ultimo, la mancanza di educazione civica dei cittadini può anche diventare la causa di scelte rischiose per l’ambiente di chi governa il territorio (tipo inceneritori, TAP e/o Decreto Martina vari).

L’Educazione civica è alla base della formazione di un cittadino onesto intellettualmente, che ragiona in funzione del bene comune e partecipa al confronto sociale.

Quindi ben venga il ritorno  dell’educazione civica nelle scuole. Per il bene delle nuove generazioni che avranno a che fare con il futuro di questo Paese.

 

Il Direttivo

Fareambiente Laboratorio di Galatina-Noha

 
Di Antonio Mellone (del 04/01/2016 @ 13:29:11, in Presepe Vivente, linkato 2546 volte)

Caro Antonio Mellone,

quando ci siamo incontrati l’ultima volta al Presepe vivente di Noha,  per un attimo, alla fine dell’intervista che con il mio supporto (nel senso che tenevo in mano il microfono) hai fatto a mio fratello P. Francesco, ho temuto che, come nei tuoi soliti “agguati”, subito dopo, volessi fare un’intervista anche a me.

Dico “ho temuto” perché (come già accadde a quella del Presepe nella stupenda Masseria Colabaldi, che si erge ancora oggi fiera sul promontorio della serra nohana), avevo delle cose da dire, ovviamente; ma poco belle e quindi, giusto per non rovinare l’aria di festa che invece aleggia in tutta Noha per il felice evento, devo concludere così: “ Meno male che non mi hai chiesto nulla”.

Però qui, dove l’aria diciamo è per pochi intimi, te lo voglio dire lo stesso, il mio pensiero, a proposito del nostro magnifico Presepe.

Un Presepe unico, se non altro,  per la sua ubicazione. E’ inutile star qui a decantare e riscrivere cose trite e ritrite del castello di Noha, del ponte levatoio sulla torre, dell’arco a sesto acuto, delle casette (ca sta cadanu), del parco degli aranci con fontana ellittica, della torre con impianto elettrico da archeologia industriale, del magazzino delle botti dell’ex-distilleria Brandy Galluccio, della dirimpettaia Casa Rossa illuminata a festa (sia ca se vidia pocu, speriamo che presto venga abbattuto anche quell’altro muro di Berlino, come promesso dai proprietari). Punto.

Tanto si è parlato e scritto di questi  beni, che per molti oramai è cosa conosciuta. Anche se poi chi dovrebbe conoscerle meglio, finge, o proprio  non ha intelligenza a sufficienza (nu lli rriva, si dice da noi); e mi riferisco ai vari sindaci e assessori che fanno finta di alternarsi a palazzo di città. Non serve nominarli, in quanto somigliano molto alle bevande dei distributori automatici delle sale d’attesa: cambiano nome ma  il gusto è sempre lo stesso.

Veniamo al dunque, e cioè all’intervista mancata. Allora la prima domanda sarebbe stata: “Ci dici il tuo parere sul Presepe Vivente di Noha di questa edizione?”

Risposta: “Sono arrivato al punto che considero questo evento un Mistero dalla doppia valenza. La prima in assoluto è il riferimento all’evento cristiano che tutti conosciamo e (spero) consideriamo nella Sua radicale importanza.

La seconda (valenza del Mistero), è la forza silenziosa che muove braccia e mani, cuori e cervelli di questo popolo. Mi riferisco naturalmente ai figuranti, alle donne e agli uomini che lavorano nelle varie botteghe, e alle maestranze che costruiscono l’opera magna”.

Ti avrei detto caro Antonio, che questa gente, la nostra gente, compie ogni anno una rivoluzione.

Il termine “rivoluzione” richiama alla mente masse di popolo che si riversa nelle strade, e con bandiere e slogan, quando va bene, protesta e grida la sua rabbia per le ingiustizie da cui si vuole difendere.

Invece, i nostri amici del presepe ci insegnano che le rivoluzioni si possono fare brandendo il segno di pace per eccellenza. Ci insegnano che hanno capito cosa vuol dire “preghiera”, e con il loro sacrificio, perché tale è, pregano le nostre sconsiderate e innominabili “bevande calde”, che Noha attende il battesimo delle sue meraviglie storiche, che la storia di Noha non è da confondersi con quella di Galatina ma da “fondersi” in una unica forza.

Questo pregano e preghiamo.

Cari Sindaco Montagna e Assessore alla Cultura Prof.ssa Vantaggiato, la Soprintendenza attende ancora dal 2013 (http://www.noha.it/noha/articolo.asp?articolo=967) una risposta sui Vostri progetti che riguardano i Beni culturali di Noha”.

Con gratitudine.

Marcello D’Acquarica

 

Caro Marcello,

che dirti? Mi hai tolto le parole di bocca. Per quanto riguarda le domande, ma soprattutto le risposte.

Con altrettanta gratitudine.

Antonio Mellone

P.s. Continuiamo a lottare, caro Marcello, per i nostri beni culturali.  Purtroppo siamo ancora ai piedi della croce. Il primo gennaio nohano è stato purtroppo funestato da un atto criminale che ha semidistrutto uno dei simboli della Storia di Noha: la Trozza. Qui c’è ancora molto da fare. A partire dalla base, per finire alla cosiddetta altezza (cioè le suddette “bevande calde”).  

 
Di Redazione (del 30/11/2018 @ 13:29:01, in Comunicato Stampa, linkato 1140 volte)

L’atmosfera natalizia arriva in Città!

Il Comune di Galatina propone la seconda edizione di Natale in tutti i sensi, una rassegna di eventi organizzata dall’Assessorato alle attività produttive e dall’Assessorato alla cultura. Una città che si veste di luci e di colori, di allegria e di quella magia che avvolge il Natale, infondendo calore e senso di comunità.

Dall’8 dicembre e per tutto il periodo natalizio, la Città si arricchirà di eventi culturali, musicali, teatrali, animazione per bambini, proiezione di video-mapping e classici mercatini natalizi, con la preziosa collaborazione delle associazioni e di aziende private del territorio.

Le manifestazioni avranno inizio ufficialmente l’8 dicembre con l’accensione dell’Albero in Piazza San Pietro e l’inaugurazione di Tra leggenda e magia, Il mondo di Babbo Natale presso il Palazzo della Cultura.

E poi ancora, alcune manifestazioni, organizzate in collaborazione con Libermedia, presso la Biblioteca comunale “P. Siciliani”:

  • 20 dicembreAspettando Natale

Letture animate a tema natalizio con laboratorio creativo gratuito per la realizzazione dell’Albero di Natale in biblioteca | ore 16-18 | età 4-10 anni | prenotazione obbligatoria;

  • 27 dicembreClassici in festa

Lettura ad alta voce per immergerci nel fantastico mondo delle fiabe tradizionali: Raperonzolo, Il Brutto anatroccolo | ore 10-12 | età 4-10 anni | prenotazione obbligatoria;

  • 28 dicembre Dammi una L

Angelo Mellone presenta Incantesimo d'amore e La stella che vuoi, i primi due volumi della trilogia natalizia.

  • 3 gennaio - Classici in festa

Lettura ad alta voce per immergerci nel fantastico mondo delle fiabe tradizionali: Il soldatino di piombo, Il gatto con gli stivali | ore 10-12 | età 4-10 anni | prenotazione obbligatoria.

E presso il Museo civico “P. Cavoti”:

  • Mostra fotografica sull’integrazione su donne e bambini;
  • 21 dicembre – inaugurazione dell’Artoteca: arte in prestito

Si avvia l’esposizione delle opere di 10 artisti affermati che potranno essere prese in prestito da chiunque ne faccia richiesta;

  • 28 e 29 dicembreI colori della Natività

Visita guidata alla scoperta dei quadri rappresentanti la Santa Natività con laboratorio ludico artistico gratuito | ore 10-12.30 | età 5-10 anni | prenotazione obbligatoria;

  • 4 gennaioPiacere di conoscerti!

Gli uomini illustri tra i disegni del Cavoti, a seguire creazione e gioco memory  | ore 10-12.30 | età 5-10 anni | prenotazione obbligatoria.

A Collemeto e a Noha arriverà la sfilata dei personaggi Disney, a Galatina la musica delle street band e dei classici canti natalizi, aspettando l’ormai consueto appuntamento de Le Note Battenti. L’Amministrazione Comunale vuole festeggiare tutti insieme il primo giorno dell’anno con grandi musicisti: un concerto originale, unico, capace di riscaldare un tardo pomeriggio invernale e che ci accompagnerà durante tutta la serata.

Questi solo alcuni degli eventi che animeranno il periodo natalizio e che saranno comunicati nel dettaglio attraverso i social media.

 

            Nico Mauro                                                                                     Cristina Dettù

Assessore alle Attività produttive                                                         Assessore alla Cultura

 

Con questa puntata si chiude il laborioso lavoro di ricerca storica portato avanti dall’indefesso nostro concittadino e amico, P. Francesco D’Acquarica, un monumento vivente, un uomo del quale in Onore non si dirà né si scriverà mai abbastanza.

Nonostante le sue ottantatré primavere, sappiamo che P. Francesco è già al lavoro sulle sudate carte, pronto a farci intraprendere nuovi e appassionanti viaggi nel mondo della nostra affascinante (e talvolta misteriosa) Storia di Noha.

Con spirito di gratitudine, formuliamo a P. Francesco (e a tutti i lettori di Noha.it) il nostro fervido voto augurale.

La redazione

 

Questa è l'ultima parte della mia mia ricerca condotta fra archivi di curia e parrocchia. Attraverso un lungo percorso di circa 1200 anni di storia di Vescovi di Nardò e Parroci di Noha (anche se descritti sinteticamente) vi ho portato a conoscere persone ed eventi che in qualche modo hanno modificato il corso della vicende storiche della nostra cittadina. Don Donato Mellone, come potrete leggere, fu l'ultimo dei parroci di Noha legato alla diocesi di Nardò. Sotto il suo archipresbiterato la parrocchia cambiò giurisdizione, passando definitivamente sotto quella dell’arcidiocesi di Otranto e dei suoi Vescovi.

Il percorso dunque termina qui. Ma la storia, come la vita, continua inesorabile.

P. Francesco D’Acquarica

 

Antonio Rosario Mennonna (1906 - 2009)

Vescovo di Nardò dal 22 feb. 1962 al 30 set. 1983 

Motto: Ut ascendam in montem Domini

(Per salire sul monte del Signore)

Dal 1962 al 1983 i Pontefici furono:

            Paolo VI (1897-1978)                                           Papa dal 1962 al 1978

            Giovanni Paolo I (1912-1978)                             Papa dal 1978 al 1978

            S. Giovanni Paolo II (1920-2005),                   Papa dal 1978 al 2005

 

            Arciprete di Noha

            Don Donato Mellone (1925-2015),                   parroco dal 1963 al 2002

 

            Antonio Rosario Mennonna nacque a Muro Lucano il 27 maggio 1906. Frequentò i corsi ginnasiali presso il seminario arcivescovile di Benevento, insieme a Pasquale Quaremba (futuro Vescovo di Gallipoli),  grazie ad una borsa di studio. 

            Nel 1928 si laureò cum laude in sacra teologia. Presso l'università degli studi di Napoli ottenne invece la laurea in Lettere Classiche.

            Fu ordinato sacerdote, il 12 agosto 1928. Insegnò lettere nel seminario di Potenza e presso l'istituto vescovile parificato di Muro Lucano ove ricoprì anche l'ufficio di preside.

            Il 5 gennaio 1955 Pio XII lo elesse Vescovo di Muro Lucano. Qui rimase per 10 anni.

            Papa Giovanni XXIII (1881-1963), il 22 febbraio 1962, alla vigilia dell'apertura del Concilio Vaticano II, al quale partecipò assiduamente, lo trasferì la sede vescovile di Nardò quale successore di Mons. Corrado Ursi. Salvatore Rizzello, che confermerà suo vicario generale, lo accolse, a nome dell'intera diocesi neretina, i cui fedeli erano accorsi numerosissimi nel corso di una giornata torrida, il 23 giugno 1962, giorno della sua presa di possesso canonico.

            Tra le sue prime decisioni troviamo la prosecuzione della costruzione della nuova sede del seminario diocesano, opera voluta dal suo predecessore, le cui fondamenta erano state benedette il 31 maggio 1960. Il medesimo istituto venne poi inaugurato il 7 maggio 1964 dal Mennonna stesso e dal predecessore Corrado Ursi.

            Svolse 3 visite pastorali, negli anni 1964, 1970 e 1975, ed infine, una visita ad limina, verso gli inizi degli anni ottanta.

            Valorizzò la casa per Esercizi spirituali, Villa Tabor, in contrada Cenate. Visitò, più volte, all'estero, gli emigranti diocesani. Eresse 13 parrocchie e fece costruire 22 chiese.

            Indisse un pellegrinaggio mariano diocesano a Lourdes. Fece ristrutturare il palazzo vescovile grazie ad una legge ad hoc, per danni di guerra e, successivamente, la cattedrale. Grazie all’interessamento di Mons. Mennonna, la cattedrale di Nardò nel 1980 fu elevata al rango di basilica minore pontificia dal papa Giovanni Paolo II.

            Nel 1979 indisse, nel ricordo del 25º di ordinazione episcopale, un anno mariano che si svolse per tutto il 1980. Le celebrazioni, alle quali partecipò il domenicano P. Mario Luigi Ciappi (1909-1995), celebre teologo fiorentino suo amico, ebbero inizio il 31 ottobre 1979 in piazza San Pietro, a Roma. In quella occasione Papa Giovanni Paolo II, al termine della rituale preghiera dell'Angelus, alla presenza di Jacques-Paul Martin e di Stanisław Dziwisz, benedisse la nuova statua della "Madonna della Pace" e rivolse un caloroso saluto al vescovo Mennonna, al Clero, ai sindaci ed ai fedeli accorsi per l'occasione. La statua della Vergine fu poi portata, solennemente, in pellegrinaggio in tutti i Comuni della diocesi, Noha inclusa. A detta dello stesso Mennonna, Noha fu “una delle parrocchie più attive e meglio organizzate a ricevere il simulacro della Santa Vergine della Pace, ma soprattutto le Sue Grazie”.

            Nel 1980 proclamò la Madonna della Coltura quale “Patrona dei  Coltivatori Diretti” della diocesi. Per suo interessamento, Michele Mincuzzi, Vescovo di Lecce, nel 1981, estese il patronato della Vergine a tutti gli altri coltivatori dell'intera provincia  ecclesiastica dell’arcidiocesi di Lecce.

            Il 20 ottobre 1980, su delega di Mons. Nicola Riezzo, presso l’aeroporto militare di Galatina, Antonio Rosario Mennonna, con una corona di numerosi seminaristi, accolse e congedò papa Giovanni Paolo II in visita pastorale ad Otranto.

            Nell'estate del 1981, ai sensi delle norme canoniche, presentò a papa Giovanni Paolo II la rinuncia al governo pastorale della diocesi per raggiunti limiti d'età. Ottenne, a causa delle conseguenze del terremoto dell'Irpinia del 1980, una proroga del mandato, sino al 30 settembre 1983.

            Lasciò definitivamente la diocesi neretina, dopo aver salutato personalmente tutte le parrocchie, il 7 dicembre 1983, per far ritorno a Muro Lucano.

            Al momento della sua morte, avvenuta il 6 novembre 2009, all’età di 103 anni, era il decano dell'episcopato italiano ed il secondo Vescovo più anziano al mondo, dopo il vietnamita Antoine Nguyên Van Thien.

           

Relazione con la chiesa di Noha

            In questo periodo il parroco di Noha era don Donato Mellone.

            Il Vescovo Mennonna, come abbiamo già detto,  era arrivato in diocesi il 23 giugno 1962 e quasi subito dovette risolvere il problema della nomina del nuovo parroco di Noha. Il vecchio parroco don Paolo Tundo era morto quasi improvvisamente all’età di 74 anni il 30 giugno del 1962. Il suo viceparroco era un suo nipote don Gerardo Rizzo (1924-2007) che sperava di essere il successore. Le cose invece andarono in maniera diversa.

            Tra le vecchie carte di don Donato Mellone abbiamo rinvenuto una pergamena in ottimo stato con la quale il Papa Paolo VI (1897-1978) di sua propria autorità, affidava al quarantaduenne don Donato Mellone la parrocchia di San Michele Arcangelo in Noha, senza concorsi e senza esami, quando invece, a norma del Diritto Canonico, concorso ed esami erano a quel tempo richiesti. Addirittura il Papa si era personalmente disturbato per la parrocchia di Noha.

Perché il Pontefice intervenne personalmente per stabilire la successione di don Paolo Tundo? Il documento papale in questione dice: “[...] Su segnalazione del nostro fratello, il Vescovo di Nardò, con l’autorità apostolica, senza concorso e senza esame, la conferiamo e la assegniamo a te”.

            Possiamo accennare qui ad una situazione piuttosto delicata che si era venuta a creare al momento della morte dell’arciprete Mons. Paolo Tundo. Il successore naturale sembrava che dovesse essere don Gerardo Rizzo, suo nipote, che già era anche il suo viceparroco.

            Intanto bisogna tenere presente che prima della riforma del 1983 voluta dal Concilio Vaticano II, il Sacerdote candidato alla parrocchia doveva “vincere” un concorso sostenendo e superando un esame davanti ad una commissione e, una volta eletto (dal Vescovo), era inamovibile. Solo in seguito a morte o a personale rinuncia, o anche per promozione ad un incarico superiore, il Vescovo poteva rimuovere il parroco dal proprio servizio pastorale.  Attualmente, invece, l’incarico di parroco viene conferito direttamente dal Vescovo diocesano senza concorsi e senza esami per una durata di nove anni, e perciò a tempo determinato. Allo scadere dei nove anni il Parroco deve essere disponibile all’avvicendamento, e il Vescovo potrebbe destinarlo a nuovo incarico.

 

            Pare però che don Gerardo incontrasse qualche difficoltà nel superamento di questo concorso, o forse ne era nata una contestazione. Così, onde evitare ogni tipo di complicazioni, il Papa in persona, dopo un anno e tre mesi di “sede vacante”, richiesto dal Vescovo di Nardò pro-tempore, Mons. Antonio Rosario Mennonna, che proponeva don Donato Mellone, diede direttamente il mandato di Parroco a quest’ultimo, senza concorsi e senza esami, data anche l’esperienza decennale maturata nella parrocchia di Santa Maria al Bagno e Santa Caterina di Nardò, “contro ogni appello di coloro che avrebbero potuto vantare pretese diverse”: Decernentes irritum et inane quidquid in contrarium attentatum fuerit vel contigerit attentari. Linguaggio latino ecclesiastico molto semplice e molto chiaro. Così nel 1963  don Donato Mellone divenne arciprete di Noha.

Nipote dell’arciprete don Paolo Tundo da parte materna, don Donato era nato a Noha nel 1925. Nel 1948 fu ordinato sacerdote.

            Un problema urgente che si presentò a questo arciprete fu l’instabilità statica dell’antichissima Chiesa Madonna delle Grazie. Anzi la trovò già inagibile perché pericolante. Il Comune di Galatina offriva 1750 mq di terreno che poi divennero 3000 per costruirne una nuova, in cambio del suolo su cui c’era l’antica chiesa che, purtroppo, fu demolita. Sicuramente Noha ci ha guadagnato con la costruzione della nuova chiesa terminata agli inizi del nuovo millennio, con tutte quelle strutture oggi necessarie per la pastorale come le varie salette per aule di catechismo, salone parrocchiale, sala giochi, uffici per il parroco e spazi anche all’esterno. Ma la demolizione dell’antica chiesa ottagonale fu una grave perdita: un tempo a Noha ma anche altrove i beni culturali non erano una priorità. E a proposito di questa demolizione è opportuno precisare che non fu solo responsabilità del parroco ma soprattutto delle autorità competenti del Comune di Galatina, che preferirono la demolizione al restauro di quella chiesa.

            Fu di questo tempo la costruzione della casa canonica quasi di fronte alla chiesa parrocchiale, molto utile per le opere parrocchiali. E' anche di questo tempo il rifacimento dell’altare maggiore della chiesa madre secondo le nuove norme liturgiche. A  mio parere la demolizione di quello vecchio è discutibile: si poteva conservarlo pur creando quello moderno. Fu anche tolto il vecchio organo a canne e a mantice, sostituito con uno nuovo della Ditta Continiello di Monteverde Avellino inaugurato nel 1971.

            Il Vescovo Mennonna spesse volte si recò a visitare la parrocchia di Noha e incontrò Don Donato. Oltre alle diverse visite pastorali compiute in quegli anni venne per esempio nel 1964 a benedire la campane del cimitero; nel 1973 partecipò, insieme ad altro clero, ai festeggiamenti per il XXV di sacerdozio del parroco; benedisse e inaugurò il nuovo altare maggiore e il nuovo organo a canne; benedisse la casa canonica e anni dopo la nuova sacrestia. Infine, qualche mese prima di lasciare la diocesi benedisse e inaugurò con il calcio a un pallone il nuovo stadio comunale di Noha, assistendo alla partita amichevole Associazione Calcio Noha – Unione Sportiva Pro-Italia di Galatina…

            La nuova chiesa della Madonna delle Grazie fu inaugurata l'otto dicembre 2001 quando ormai Noha non era più nel territorio della diocesi di Nardò ma in quello dell’archidiocesi di Otranto: fu certamente una data storica per tutta la comunità di Noha, una data che rimase scolpita nella memoria di molti suoi cittadini che, stretti attorno al loro parroco, inaugurarono, con la cerimonia di consacrazione e dedicazione alla Madonna delle Grazie, la nuova chiesa, gli annessi locali per le attività pastorali, la casa canonica e gli ampi saloni parrocchiali.

            Il nuovo complesso edilizio ubicato in una vasta area nella nuova zona presidenziale è opera grandiosa, monumentale, fortemente voluta e sognata da don Donato Mellone per molti anni.

            Per quest'opera, l'instancabile parroco, ormai di venerata memoria, profuse per tanti anni, impegno, energie, notti  insonni e i suoi risparmi.

            Alla cerimonia fu presente l'Arcivescovo di Otranto, mons. Donato Negro, vi erano numerosi sacerdoti, chierici e diaconi, il Sindaco ed altre autorità civili e militari. La comunità, riunitasi prima nella Chiesa Madre "San Michele", si mosse poi in processione solenne verso la nuova Chiesa dove una folla enorme attendeva già da tempo l'arrivo del corteo.

            Sull'ampio sagrato, l'ingegnere Vincenzo Paglialunga, prendendo la parola, descrisse le caratteristiche strutturali, tecnologiche, planimetriche dell'opera, consegnando, alla fine del discorso, le chiavi all'Arcivescovo, il quale, a sua volta, le consegnò all'emozionatissimo don Donato che aprì per la prima volta il portale ligneo della nuova Chiesa.

            Il rito si  concluse con il discorso del Parroco, che con voce rotta dall'emozione e da numerosi applausi, volle ringraziare tutti coloro che lo avevano aiutato a realizzare la nuova chiesa.

            Anche l'Arcivescovo, contravvenendo al cerimoniale, volle andare incontro al parroco e portandolo al centro, di fronte all'altare, disse: Ha ringraziato tutti, ma ora noi tutti ringraziamo don Donato. Un lungo applauso tributato a don Donato dai presenti, tutti in piedi, nella nuova Chiesa gremita fino all’inverosimile, fu l'espressione della gioia e della partecipazione più bella e più toccante.

           

Sacerdoti di questo periodo

            In questo periodo il Vice parroco fu sempre don Gerardo Rizzo, nipote di don Paolo Tundo da parte materna.

            Anche il sottoscritto è nato a Noha: vissuto quasi sempre lontano perché Missionario della Consolata, ma che ha conservato tutto l’amore e l’affetto per il paese d’origine. Anche don Francesco Turrino (classe 1954) è nativo di Noha, ma incardinato nella diocesi di Avezzano.

 

Suore di questo periodo

* Suor Anna Maria Misciali, nata nel 1944 e morta nel 2000, delle Suore “Discepole di Gesù Eucaristico”. E’ sepolta nel cimitero di Noha.

* Suor Anna Flaminia Scrimieri, nata nel 1914 e morta nel 1985. Anch’essa sepolta nel cimitero di Noha.

* Suor Agata Paglialunga (1913-2002) della Congregazione Discepole di Gesù Eucaristico.

Sono ancora viventi:

* Suor Carmelita De Lorenzis

* Suor M.Maddalena Piscopo

Anche queste Suore Discepole di Gesù Eucaristico. E infine:

* Suor Orsolina D’Acquarica, Missionaria della Consolata che ha vissuto per 30 anni in Amazzonia brasiliana.

            Don Donato Mellone, compiuti i 75 anni diede le dimissioni, ma il Vescovo di Otranto, Mons. Donato Negro, gli concesse (non richiesta) una proroga biennale, affinché fosse portato a termine e coronato il sogno della sua vita: vale a dire l’inaugurazione del complesso monumentale della Madonna delle Grazie.

 

Aldo Garzia (1927-1994)

Vescovo di Nardò dal 30 settembre 1983 al 17 sett. 1994

Motto: Evangelii factus minister

(Divenuto ministro del Vangelo)

Dal 1983 al 1994  il  Pontefice era:

            S. Giovanni Paolo II (1920-2005)                    Papa dal 1978 al 2005

 

            Arciprete di Noha

            Don Donato Mellone (1925-2015),                   parroco dal 1963 al 2002

 

            Aldo Garzia, figlio di agricoltori, era nato a Parabita, in provincia di Lecce,  il 3 maggio 1927.

            Giovanissimo entrò nel seminario diocesano di Nardò e, successivamente, per gli studi liceali nel seminario regionale Pio XI, di Molfetta, allora guidato dal rettore Corrado Ursi.

            A Napoli completò gli studi teologici, presso il seminario pontificio di Posillipo. Si laureò in teologia e in filosofia. Nella sua diocesi natale ebbe molti incarichi. Fu anche segretario particolare di Corrado Ursi e di Antonio Rosario Mennonna.

            Paolo VI, il 7 ottobre 1975, lo elesse amministratore apostolico alla chiesa titolare di Assidona e lo assegnò quale amministratore apostolico, sede plena, e vescovo coadiutore di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi, in sostituzione di Settimio Todisco che era stato promosso arcivescovo di Brindisi. Alla morte del vescovo di Molfetta Achille Salvucci, avvenuta il 18 marzo 1978, Aldo Garzia divenne Vescovo della diocesi di Molfetta.

            Ricoprì anche l'incarico di amministratore apostolico, sede vacante, di  Bitonto e Ruvo di Puglia.

            Giovanni Paolo II, il 15 giugno 1982, lo trasferì alla diocesi di Gallipoli e nello stesso tempo lo nominò coadiutore del Vescovo Antonio Rosario Mennonna. Il 30 settembre 1983 divenne Vescovo di Nardò. Il 30 settembre 1986, in base alle disposizioni della Santa Sede riguardo al riordino delle diocesi italiane, fu nominato primo vescovo della nuova diocesi di Nardò-Gallipoli. Morì, a causa di una grave malattia, il 17 dicembre 1994, a Nardò. Fu sepolto nella cattedrale di Nardò.

 

Relazione con la chiesa di Noha

            A questo punto devo mettere un punto alla mia ricerca su “La Chiesa di Noha e i Vescovi di Nardò”, perché fu proprio durante l’episcopato di Mons. Aldo Garzia che avvenne il passaggio della chiesa di Noha dalla diocesi di Nardò a quella di Otranto.

            In virtù del Decreto del 16 Luglio 1988 della Congregazione dei Vescovi per la revisione dei confini territoriali delle circoscrizioni diocesane della Provincia ecclesiastica di Lecce che vuole che i confini della Diocesi coincidano esattamente con i confini dei Comuni dello Stato Italiano, Noha, in quanto oggi frazione di Galatina, la quale a sua volta dipende dalla Diocesi di Otranto, il 26 novembre 1988 passò definitivamente alla Diocesi di Otranto. Il rito solenne del passaggio fu celebrato nella chiesa madre di San Michele Arcangelo in Noha alla presenza del Vescovo di Nardò Mons. Garzia e di Mons. Vincenzo Franco (2917-2016) che fu Arcivescovo di Otranto dal 1981 al 1993.

Così la nostra cittadina, dopo aver perso la sua autonomia politica nel corso della seconda metà del ‘800, perse anche il legame canonico, ma mai quello del suo, diciamo così, Dna strettamente legato alle origini e alla storia della sua diocesi primitiva.

            Terminano così la serie dei Vescovi di Nardò che hanno avuto relazioni giuridiche, pastorali, ecclesiali e, perché no, anche d’affetto con la chiesa di Noha.

            Peccato. Sì, perché l’appartenenza secolare alla Diocesi di Nardò in un certo senso identifica la storia della Comunità con quella della Diocesi.

            Ma quel che conta veramente è l’unità, dono dello Spirito, che ci fa volgere lo sguardo verso un solo Dio, un solo Signore, un solo Battesimo e una sola Speranza.

P. Francesco D’Acquarica

 
Di Albino Campa (del 28/12/2015 @ 13:27:46, in Presepe Vivente, linkato 2876 volte)

Il collaudato miracolo del presepe vivente di Noha che si rinnova annualmente in occasione del Natale è da ascriversi alla collaborazione, anzi all'unione che fa la forza dei seguenti gruppi associativi:

 
  •  Associazione Ragazzi del Presepe Masseria Colabaldi - Noha, 
  •  Fidas - donatori di sangue di Noha, 
  •  Acli - Noha, 
  •  Associazione L'Altro Salento, 
  •  CNA - confederazione nazionale artigianato - sez. di Galatina, 
  •  I dialoghi di Noha, 
  •  Associazione Amici dell'Allegria - Galatina,  
  •  Associazione Amici del Carro di Sant'Elena di Galatone,
  •  gli allevatori di bestiame che da ogni dove hanno popolato lo zoo del presepe con i loro splendidi esemplari di cavalli, asini, capre e pecore, maialini, bovini, e un'infinità di razze di volatili,
  •  il blog Noha.it (sempre presente con i suoi reportage sul presepe).   
 
Poi ci sono tanti, tantissimi altri Cittadini liberi e pensanti che hanno prestato senza tornaconto alcuno la loro opera manuale e intellettuale per l'allestimento della scenografia, la scrittura della sceneggiatura e la rappresentazione di una pièce teatrale straordinaria, apprezzata ormai anche al di là degli ambienti delimitati dai cosiddetti confini "provinciali". Il tutto, in un paesaggio intonso, fatto, tra l'altro, di beni culturali antichissimi e di rara bellezza.
 
Grazie a tutti, anche a quelli che eventualmente avessimo scordato di inserire nell'elenco.
 

Mel

Guarda la photogallery della terza giornata su Noha.it

Guarda la photogallery della terza giornata su Facebook

 
Di Albino Campa (del 09/08/2010 @ 13:26:58, in No alla Discarica, linkato 3489 volte)

Non finiremo mai. Siamo come assediati. Ci stanno mettendo nel sacco ancora una volta.
Stanno preparando "il sacco di Noha".

Ebbene non ci crederete ma a Noha abbiamo un'altra emergenza (oltre al fotovoltaico selvaggio in svariati ettari di campagna nohana, oltre all'imminente Comparto 4 e le oltre 50 villette schierate come un plotone d'esecuzione, oltre a tutto il resto).

Avete visto il video di Dino Valente su galatina.it a proposito della cava De Pascalis? Sembra uno spot pubblicitario.
L'intervistatore si rammarica pure della burocrazia e dei suoi lacci e lacciuoli, anzichè chiedere regole lacci e lacciuoli anche per il suo bene e la sua salute.

(fonte Galatina.it)

Lo sapete che cosa verrà conferito in quella cava, a due passi dall'antica masseria Colabaldi, sito storico e archeologico importantissimo? Di tutto, di più. Leggete l'elenco. Ma andate oltre: dietro quell'elenco c'è un altro elenco invisibile e innominabile, tra l'altro, facilmente immaginabile.

Anche se non ce lo dicono ci saranno materiali pericolosi insieme a tutto il resto. Scommettiamo? Pensate che qualche eternit, o qualche altro materiale viscoso "ben chiuso" in qualche bidone, o qualche altra roba da sversare non ci sarà in mezzo alle altre schifezze che verranno portate qui da noi da tutto il Salento? Suvvia, non cadiamo dalle nuvole con le solite lacrime da coccodrillo che verseremo da qui a qualche anno. Cerchiamo di anticipare i tempi. E per favore andatevi a vedere il film "Gomorra" (proprio nelle scene delle cave dismesse), se proprio non riuscite a leggere l'omonimo libro di Roberto Saviano.
Sappiamo come vanno le cose in Italia e soprattutto qui, nel nostro Sud. Conosciamo bene il senso di responsabilità e la correttezza di molti imprenditori (spesso prenditori e basta).

E poi perchè tra la roba conferita deve esserci pure il vetro e la plastica? Non sono, questi ultimi, materiali da riciclare? Andatevi a vedere l'elenco delle cose conferibili (conferibili, ovviamente, a pagamento) e troverete anche plastica e vetro. Perchè buttarli in discarica?

Credono lor signori che noi siamo così fessi da non capire che dietro questa n-esima "scelta ecologica" non ci sia un piano diabolico? Che potrebbe essere questo: guadagnarci ovviamente nell'immediato (i conferimenti da parte delle ditte di tutto il Salento è a pagamento, un tot. di euro a tonnellata). Ma guadagnarci anche e soprattutto nel futuro. Come? Semplice. Una volta riempita la cava (non ci vorrà mica un secolo, basterebbe un decennio ma anche meno di conferimenti, con la fame di discariche che c'è) si farà diventare edificabile quella "nuova area", tra Noha e Galatina. Altro comparto, altra villettopoli. Altro giro altro vincitore, e molti perdenti: noi.

Mentre altrove le cave dismesse diventano centri culturali (tipo Le Cave del Duca a Cavallino, sede di concerti e di convegni, o l'area Verdalia a Villa Convento, area di freelosophy, eccetera eccetera), qui da noi diventano l'immondezzaio del Salento. A due passi dalla povera Masseria Colabaldi. Non c'è rispetto nè della storia nè del futuro. Siamo schiavi del presente purtroppo.

Manco i barbari permetterebbero certi scempi. Ma noi sì.

Bisogna allora avvisare tutti i nohani, ma anche i galatinesi della 167, quelli che abitano nell'intorno della parrocchia di San Rocco, i vicini ed i lontani, del fatto che anche loro ne sono coinvolti: ne va anche della loro salute. Bisogna far presto. Bisogna far girare queste informazioni, magari arricchendole con nuove notizie e nuovi dati.

Bisogna far svegliare i nostri rappresentanti (ma dove sono con i loro cervelli in fuga) cercando di far capire loro che con certe scelte e certe decisioni (prese all'oscuro e senza informare preventivamente i cittadini) stiamo andando con gioia verso il disastro. Stavolta annunciato.


Antonio Mellone

 

Egregi Signor Sindaco, Dr. Fabio Vergine, e Dr. Antonio Antonaci Presidente della Commissione per la tutela della salute dei cittadini e la salvaguardia dell’Ospedale S. Caterina Novella, egregi consiglieri tutti.

Siamo lieti per l’attenzione che la Commissione per la Salute, una grande opportunità per il benessere della comunità, impegna non solo sulla questione “Ospedale Santa Caterina” ma anche su altre problematiche collegate comunque alla salute dei cittadini. Ci auguriamo che questa Commissione diventi uno standard strutturale, per sempre, e non solo il proposito di una amministrazione.

Come referente dell’Associazione NoiAmbiente e Beni culturali e a nome quindi degli stessi soci, chiediamo quanto segue:

Facendo riferimento alla richiesta effettuata dalla Commissione, quella cioè di un tavolo tecnico permanente con AQP, il Sindaco Fabio Vergine e con gli Uffici comunali preposti, sulla questione che riguarda il presidio fognario in via Ascoli Piceno, (Un tavolo tecnico con AQP per pianificare gli interventi sul presidio fognario in via Ascoli Piceno - GALATINA24) e restando quindi in tema di prevenzione e tutela della salute dei  galatinesi, siamo qui a segnalare con forza  la dubbia  applicazione delle norme che riguardano la distanza delle aree urbanizzate dagli opifici della ASI Galatina/Soleto. Norme che, come ben sappiamo, sono purtroppo regolate da leggi anacronistiche, incompatibili con i cambiamenti avvenuti in questi ultimi decenni (T.U. delle leggi sanitarie R.D. 1265/1934). Se 50 anni addietro la distanza fra la zona industriale e le abitazioni poteva ritenersi adeguata alle attività  di quei tempi, e ai materiali di allora, oggi è chiaro che non è più così. Sono tante le variabili intercorse, fra cui l’elevato uso di prodotti nocivi e soprattutto l’aumento - non proporzionato all’ambito territoriale – dei volumi produttivi di alcuni opifici considerati fra i più insalubri dal quadro normativo europeo (Industrie insalubri | Quadro normativo - Certifico Srl).

Dobbiamo prendere atto che produrre in continuo e per decenni, seppur rispettando i limiti consentiti delle emissioni, è comunque dannoso alla salute (nessun limite può salvaguardarci dalla nocività degli inquinanti).

Dobbiamo altresì prendere atto che se il quantitativo delle emissioni di un opificio viene sommato agli altri (opifici), e così è in realtà, ciò scatena un eccesso delle emissioni difficilmente rientranti nelle norme dello SME (Sistemi di Monitoraggio in continuo alle Emissioni). E non ci sono regolamenti bastevoli alla tutela della nostra salute, viste le deleghe all’autocertificazione che spesso Arpa,  a quanto pare sia costretta a demandare agli stessi gestori. Tant’è che tutti gli studi epidemiologici esistenti definiscono la nostra una “area sensibile”. Dove Protos (Studio caso controllo relativo all'incidenza del tumore al polmone in Provincia di Lecce; convenzione tra la ASL di Lecce e l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa, https://issuu.com/forumambientesalute/docs/report_ambiente_salute_in_provincia_di_lecce_2020) come sappiamo tutti, include Galatina tra i 16 comuni nell’area di Lecce e Maglie, il famigerato “cluster” con la più alta percentuale di tumori.   Lo stesso principio di precauzione (Trattato CE; ATTO/Comunicazione della Commissione, del 2 febbraio 2000, sul ricorso al principio di precauzione [COM (2000) 1) consiglia di non rischiare la salute di giovani famiglie che mettono al mondo bambini, la parte più fragile della società, costruendo abitazioni a ridosso di una zona industriale insalubre, andando per giunta nella direzione dove la concentrazione dei suddetti opifici risulta maggiore.

Comprendiamo gli aspetti tecnici e i costi di eventuali aggiornamenti di un PUG, ma davanti ad una situazione ambientale così a rischio non si può attendere oltre.  E’ necessario passare ad azioni più pratiche, come per esempio l’idea che qualcuno a suo tempo aveva già suggerito di circondare Galatina di grandi aree boschive. E’ opportuno ricordare che un albero, un solo albero, assorbe 15 kg di Co2 all’anno e regala due gradi di frescura in estate.

Chiediamo quindi a questa Amministrazione e a Lei Signor Sindaco:

  • di programmare con urgenza una variante al PUG,per ridurre in parte il rischio per la salute che corrono tanti cittadini inermi;
  • di non rilasciare altre concessioni abitative in questa area così “sensibile”;
  • di agevolare l’uso di spazi già urbanizzati, quindi già tolti alla terra, con adeguate attività di recupero degli stessi, favorendo tra l’altro la riduzione di consumo del territorio tanto declamato dalle norme Europee. Rapporto ISPRA 2020 sul consumo del suolo in Italia - BibLus-net (acca.it)

 

Grazie per l’ascolto egregi signor Sindaco, Presidente Dr Antonio Antonacci e grazie a voi tutti consiglieri.

Il Presidente dell’Associazione NoiAmbiente e Beni culturali di Noha e Galatina:

Marcello D’Acquarica

 

L'Assemblea si svolgerà giovedì 10 maggio 2018 alle ore 19.00, in PIAZZA XXIV MAGGIO a NOHA, davanti alla nostra Antica Trozza.

Interverrà l'Assessore, Loredana Tundo, per informare la comunità sui progetti in agenda per Noha e anche delle ultime novità riguardanti la Trozza e i principali Beni culturali di Noha.

 

TUTTI SONO INVITATI A PARTECIPARE.

 

FareAmbiente
Laboratorio Galatina-Noha

 

 
Di Antonio Mellone (del 26/11/2015 @ 13:23:35, in Ex edificio scolastico, linkato 5125 volte)

Non tutti i mali vengono per nuocere. Voglio dire che il dissesto finanziario di cui si vocifera a proposito del comune di Galatina (pare che i bilanci municipali fossero rosei solo perché redatti all’acqua di rose) è una buona occasione per bloccare in qualche modo lo sperpero di pubblico denaro perpetrato da troppi anni ai danni di noi altri contribuenti e a pro di chissà chi. Forse dei soliti noti.

In cassa, vivaddio, non c’è più il becco di un quattrino a disposizione dei nostri cosiddetti amministratori. I quali, d’ora in poi, per la solita sagra della cicora fritta galatinese (o per altri eventi culturali dal medesimo spessore) saranno costretti a elemosinare consuete o, meglio, più corpose sponsorizzazioni alla Colacem o ad altri affini gigli di campo (santo). Capirai che novità.

Sic stantibus rebus, si auspica che codesti nostrani sinistri politici (che, a dirla tutta, stanno alla Sinistra come Stanlio e Ollio alla matematica quantistica) la smettano una buona volta di provocar danni colossali all’erario, e, con la classica prosopopea tutta galatinese, anche finta di tagliar nastri tricolori per l’inaugurazione delle locali magnifiche opere pubbliche e progressive, come ad esempio le seguenti:

1) Palestra-hangar sul “grande raccordo anulare” di Galatina (quello tangente la città, ma forse in un altro senso, visto che la seca), aperta giusto il tempo di un debutto fra politici (come dire, debuttanti allo sbaraglio) e richiusa dopo due nanosecondi per assenza di fruitori, evidentemente anche a causa dell’impossibilità di un suo pratico utilizzo;

2) Auditorium cubista in fondo a viale don Bosco (non so se ve ne siano di più esteticamente orripilanti, ma sui gusti non si discute: carino però l’ingresso a ghiaia e zanguni, ndr.), inaugurato da Mimino nostro da par suo, vale a dire nella maniera più goffa del mondo, nonostante sia tuttora un semilavorato. Ovviamente, oggi, il suddetto Auditorium è in funzione come lo è l’orologio pubblico di Noha (quello per cui il tempo non passa mai);

3) Asilo infantile su viale don Bosco (ma cosa v’ha fatto ‘sto povero don Bosco per meritarsi tutte queste cattedrali, anzi, diciamo meglio, cappelle nel deserto, rimane un mistero). Pare manchi poco alla fine dei lavori (probabilmente il decisivo colpo di grazia). Se la suddetta scuola materna fosse entrata in funzione nei tempi previsti dalla cartellonistica di cantiere obbligatoria per legge, i suoi primi alunni oggi starebbero frequentando un master post-universitario. Campa cavallo (ché l’erba è già cresciuta nell’atrio). Secondo alcuni sarebbe d’uopo che la struttura, una volta sistemati i cessi, venisse utilizzata a fini di asilo politico;

4) Centro polivalente di Noha, inaugurato in pompa magna (e sottolineo pompa, ma anche magna, entrambi voce del verbo) rimasto di fatto al buio per la dimenticanza di una cabina elettrica. Da due mesi a questa parte non esiste più nemmeno l’allaccio provvisorio di cantiere perché agli scienziati dell’ufficio tecnico di Galatina era sfuggito un particolare: l’aggettivo “provvisorio” (e hanno così scordato di rinnovare l’abbonamento con l’azienda elettrica). Ora la matassa s’è vieppiù ingarbugliata e il guaio ingrossato: infatti, c’è il rischio concreto che il responsabile del Cesfet, tale prof. Siculella (fastidioso), gestore (sic) del Centro, chieda un risarcimento danni per la mancata agibilità della struttura. E sarebbe davvero la beffa oltre al danno: dopo la prima tranche di fondi pubblici, andata com’è andata, c’è il pericolo che Pantalone (cioè noi altri) debba di nuovo metter mano al portafoglio per far fronte alle conseguenze nefaste di un progetto redatto e realizzato più che in scienza e coscienza alla cazzodicane. Un mio concittadino, dopo aver capito in che situazione paradossale siam venuti a trovarci (ci ha impiegato due anni per afferrarlo: meglio tardi che mai) mi fa: “Allora perché non chiamiamo ‘Striscia’!”. Io confesso di non aver colto subito il fatto che si trattasse di un noto (?) programma televisivo sulle reti Mediaset (da anni non guardo Canile 5, nemmeno per sbaglio) e ho pensato che la striscia se la fosse appena fatta il mio interlocutore;

5) Cavallino bianco, un “contenitore” (ma come parlano? Le parole sono importanti, come diceva quel tale), senza ancora alcun contenuto. Io non vedo l’ora di assistere - partecipandovi da abbonato, s’intende - a qualche bella stagione concertistica o teatrale, anche se mi chiedo cosa audiremo d’ora in poi nel “contenitore” piazzato in fondo al vialone don Bosco. Mysterium anzi auditorium fidei. Nell’attesa, godiamoci pure questa n-esima inaugurazione con tanto di sindaco bardato con fascia d’ordinanza, nastri tricolori da tagliare, madrine e, ovviamente, padrini, applausi di circostanza, foto, video e connesse ciarle d’occasione da parte dei “giornalisti” a cui va bene tutto. A noi altri, “cui non va mai bene nulla”, non rimane che augurare al Cavallino di non rimanere, come dire, in bianco.

*

Cosa fanno i membri dell’opposizione in tutto questo? Come sempre i collaudatori di bare.

Cosa volete da me? Questa è la politica assegnata a questo sistema solare: un’accozzaglia di personaggi che risponde al codice geometrico esistenziale del cemento e dell’asfalto, e che, nostalgica, non vede l’ora che ritorni presto l’era del cinghiale bianco (più che del Cavallino), meglio noto ai più come mega-porco commerciale.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 13/06/2018 @ 13:21:07, in Comunicato Stampa, linkato 1099 volte)

Sabato 16 giugno 2018, alle ore 19.00, nel Chiostro del Palazzo della Cultura Zeffirino Rizzelli, piazza Dante Alighieri 51, Galatina, si terrà il Convegno sul Tarantismo NEI RI-MORSI DELLA STORIA, organizzato dal Polo Bibliomuseale di Galatina –gestore Libermedia/Servizi e formazione per i beni culturali– in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Galatina e curato da Salvatore Luperto, Direttore artistico del Museo civico “Pietro Cavoti”.

Nei RI-MORSI DELLA STORIA: un ritorno periodico sul tarantismo, sui “morsi” ciclici della “tarantola” per analizzarne gli aspetti moderni antropologici e creativi.

Dopo i saluti del Sindaco Marcello Pasquale Amante e dell’Assessore alla Cultura Cristina Dettù, i relatori, docenti dell’Università del Salento, Carlo Alberto Augieri, Eugenio Imbriani, Giancarlo Vallone, Gianfranco Salvatore con Mario Cazzato (architetto), Tony Candeloro (danzatore, coreografo), Tommaso Faggiano (documentarista) s’intratterranno su alcuni aspetti del tarantismo in particolare sulla parola evocatrice, sull’immagine e sulla devozione.

L’iniziativa ha lo scopo di introdurre una serie di convegni ciclici sul tarantismo e sugli attuali sviluppi nell’ambito creativo (arti visive, pièce in musica, danza, prosa e pièce drammatica) con l’obiettivo di restituire a Galatina il suo originario e antico ruolo di terra protagonista del fenomeno storico-sociale che caratterizza la cultura antropologica del Salento.

Durante il convegno sarà presentato il libro Il peso dei rimorsi, Ernesto De Martino cinquant’anni dopo a cura di Eugenio Imbriani e sarà proiettato, a chiusura della manifestazione, il cortometraggio Il fascino discreto del volto del santo di Fabrizio Lecce e Giuseppe Carrieri.

Ufficio Stampa di Galatina

 
Di Redazione (del 12/05/2022 @ 13:20:13, in Comunicato Stampa, linkato 412 volte)

Presentazione del progetto Precious Plastic Salento

TALK + WORKSHOP sul riciclo artigianale della plastica
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Giovedì 12 maggio ore 19.00
Manifatture Knos - LECCE
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Con interventi di: Fridays For Future; Marcello D'Acquarica, Ass. Noi Ambiente e Beni culturali e Alfredo Melissano, attivista di Rete Ambiente e Salute Salento.

Djset di ManuFunk

Giovedì 12 Maggio 2022
Lecce, Manifatture Knos
Via Vecchia Frigole 36
Ore 19
Ingresso gratuito

L’Associazione Mobius Circle presenta il progetto Precious Plastic Salento in un dibattito pubblico sull’economia circolare ed un workshop sul riciclo della plastica. A seguire dj-set di Manu Funk.

In un mondo minacciato dai cambiamenti climatici, dall’esaurimento delle risorse e dalle instabilità delle relazioni internazionali, le modalità di consumo e produzione globalizzate non solo non rispondono alle emergenze della nostra epoca, ma non fanno che esasperare la crisi ambientale e sociale.
Transitare a una piena economia circolare, sociale, territoriale, decarbonizzata, è la strategia più efficace che abbiamo per affrontare queste emergenze e rendere le nostre comunità più auto-sufficienti e resilienti, e liberarne il potenziale occupazionale.
Durante il talk sarà presentato alla comunità “Precious Plastic”  un movimento di riciclatori artigiani che cerca di affrontare il problema dell’inquinamento da plastica in maniera innovativa e creativa, attraverso la sperimentazione del riciclo artigianale in Salento, con una prospettiva di impresa sociale.

Nel corso dell’iniziativa saranno illustrate le finalità di Precious Plastic Salento (promozione di modelli di economia circolare, cittadinanza attiva) messe in campo attraverso le attività progettuali nazionali ed internazionali attualmente in corso: Civic Monitoring, Comunità Circolari. Parteciperanno al talk: Fridays For Future; Marcello D'Acquarica, Ass. Noi Ambiente e Beni culturali e Alfredo Melissano, attivista di Rete Ambiente e Salute Salento.

Seguirà una dimostrazione delle funzionalità delle macchine utilizzate presso l’officina sociale dell’associazione.
Per tutta la durata dell’evento sarà possibile visitare il mercatino con le produzioni artigianali nate dal riciclo della plastica ed ascoltare la musica di ManuFunk.
Ingresso gratuito

 
Maggiori info: https://preciousplasticsalento.it/il-riciclo-artigianale-della-plastica-talk-e-workshop/
 

Mobius Circle APS | Ente Non Profit
website:  preciousplasticsalento.it
email:  mobiuscircleodv@gmail.com
address:  Manifatture Knos, via Vecchia Frigole 36, Lecce
Tel (+39) 351 987 1636

 
Di Redazione (del 18/03/2022 @ 13:19:05, in Comunicato Stampa, linkato 494 volte)

Approvato il progetto di EFFICIENTAMENTO ENERGETICO DEL TEATRO COMUNALE CAVALLINO BIANCO da candidare all’avviso pubblico nell’ambito del PNRR relativo alla promozione dell’ecoefficienza e riduzione dei consumi energetici nelle sale teatrali e nei cinema, pubblici e privati.

Si tratta di un progetto dell’importo complessivo di € 250.000,00 per l’efficientamento energetico del cine-teatro Cavallino Bianco, che ha definitivamente riaperto le sue porte a partire dallo scorso novembre.

Grande soddisfazione del Sindaco Marcello Amante, che dimostra così di aver segnato, attraverso la sua Amministrazione, un solco importante e deciso nel settore della valorizzazione della cultura e della promozione della Città per il tramite dell’arte e dello spettacolo. “Un progetto che abbiamo fortemente voluto – afferma il Sindaco Amante – che da un lato accompagna il percorso che ci porterà verso una gestione del teatro di elevata professionalità riducendo drasticamente i costi della stessa gestione, che sappiamo essere elevati. Dall’altro lato essere green, attenti alle esigenze dell’ambiente, significa anche fare dei passi significativi e reali verso l’efficientamento energetico partendo dagli immobili comunali”.

Il vicesindaco, nonché assessore alla cultura, Cristina Dettù si unisce alla soddisfazione del Sindaco: “I fondi del PNRR rappresentano certamente una grande possibilità che l’Amministrazione Amante sta cogliendo giorno dopo giorno proseguendo sulla medesima strategia di progetti già realizzati e sulla visione politica di obiettivi futuri da perseguire. Un percorso continuo che mette al centro la Città, in questo caso attraverso la cultura e l’attenzione per l’ambiente. Il teatro Cavallino Bianco rappresenta uno dei polmoni culturali e non di questo territorio”.  

“La partecipazione ai bandi è la parte conclusiva del processo di rigenerazione di una città che parte, necessariamente, dalla visione politica complessiva – così il consigliere comunale Pierantonio De Matteis che ha seguito sin dall’inizio l’iter amministrativo del progetto - si declina su degli obiettivi e su delle priorità di intervento, si integra con la storia recente degli interventi e si realizza attraverso la cucitura dei singoli finanziamenti in modo da dare valore organicamente al lavoro compiuto. E la partecipazione al bando per l’efficientamento energetico appare quanto mai calzante da questo punto di vista.
La nostra amministrazione, attraverso la restituzione del suo teatro alla città, aveva indicato la via. Ora, questo progetto permetterà di abbattere i costi energetici nella gestione della struttura che, ad oggi, rappresentano una grande barriera all’ingresso ed un ostacolo per la sua gestione. Una scelta, quella di partecipare a questo bando, condivisa con il vicesindaco Cristina Dettù, quanto mai strategica per dare forza alla rigenerazione culturale di Galatina intrapresa in questi anni e che lascerà di sé una traccia indelebile”.

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Marcello D'Acquarica (del 21/06/2023 @ 13:18:18, in Comunicato Stampa, linkato 316 volte)

A causa di una carente programmazione e di altrettanto carenti controlli, il Salento leccese si sta trovando sempre più spesso sulle rotte commerciali di importanti gestori di rifiuti speciali, anche pericolosi.

Sono numerose le autorizzazioni rilasciate in questi anni dalla Provincia di Lecce, e altre sono interessate da procedimenti amministrativi in corso, per una capacità complessiva di gestione di gran lunga superiore alle reali necessità del nostro territorio.

Ancora una volta, come per altri fenomeni di neocolonialismo come quello energetico, il Salento è nel mirino di speculatori di ogni parte d’Italia (e non solo) e soggetto a gravi devastazioni ambientali.

Il grido di allarme e l’appello ad intervenire tempestivamente viene da 19 associazioni culturali e ambientaliste locali; le cause, le responsabilità e gli effetti di questa emergenza saranno illustrate in un incontro pubblico che si terrà a Galatone giovedi 15 giugno alle 18e30, nei locali di Opera Seme, nell’area della Cantina Sociale Agricola Galatea 1931, sulla Strada Provinciale Galatone-Galatina al km 1.

Nell’occasione saranno raccolte le adesioni delle associazioni locali ad un Documento comune sul tema, che sarà inviato a tutti gli amministratori e gli operatori interessati, in modo da contribuire ad azioni di contrasto efficaci.

I firmatari:

Adottadog, AIRSA Ass. Indipendente Ricerca Salute Ambiente, Aria Pulita, Comitato Spina Morrone, Coordinamento civico Ambiente e Salute prov. di Lecce, Progetto Progetto Terra, Forum Ambiente e Salute, Forum Amici del Territorio, Galatina Storia Arte e Cultura, Galatone Bene Comune, Galatonesi a Raccolta, Isde Ass. Medici per l’Ambiente, Medicina Democratica, Nardò Bene Comune, Natural-Mente No Rifiuti, NoiAmbiente e Beni culturali, Nuova Messapia, Precious Plastic Salento, Salento Km 0.

 
Di Redazione (del 08/06/2021 @ 13:18:06, in Comunicato Stampa, linkato 860 volte)

Il 23 aprile 2021 è stato pubblicato sull'albo on-line della Provincia di Lecce l'ultimo mega progetto di fotovoltaico a terra.

Un impiantino industriale di fotovoltaico a terra per un'estensione di 103 ettari, pari alla grandezza di una città di 10.000 abitanti.

La capacità di produzione è di 60 Megawatt. La fantasia contorta è quella di spacciarlo per "impianto agro-ovi-fotovoltaico e biomonitoraggio ambientale" (è più facile colpire con il vocabolario: basta aggiungerci agro, bio, eco, green e altri detersivi del genere), ma nulla viene detto su 103 ettari di territorio agricolo e paesaggio naturale e storico trasformati di fatto in zona industriale. Con buona pace dell'articolo 9 della Costituzione Italiana, pensato dai nostri padri costituenti per difendere il paesaggio della Repubblica, un Bene Pubblico.

Per non farci mancare nulla, accanto all'impianto di 103 ettari citato, si unisce un altro che ospiterà pannelli in silicio per la produzione di 4 megawatt in territorio di Nardò. E poi ancora su Galatina, Lecce, Carmiano, Porto Cesareo, Copertino e via discorrendo.

Ormai abbiamo quasi perso il conto del numero di codesti “parchi” e la loro estensione totale, che un popolo sano di mente avrebbe chiamato “Consumo di Suolo vergine e naturale”. 

Sono altre centinaia di ettari di terra bellissima, ancora tutta da scoprire nelle sue testimonianze storico culturali e archeologiche, migliaia di muretti a secco e centinaia di antiche ville, chiese rurali e masserie, veri tesori in completo abbandono. Beni unici al mondo che vengono continuamente tagliati fuori da ogni percorso se non addirittura fagocitati da "impianti agro-ovi-fotovoltaico e biomonitoraggio ambientale".

Chiediamo agli amministratori del territorio, e nello specifico al nostro sindaco Marcello Amante:

  • Perché si continua ad autorizzare nuovi impianti di fotovoltaici se il fabbisogno dei 4 milioni di pugliesi è già garantito dagli impianti esistenti?
  • Perché si continua a produrre energia con impianti cosiddetti verdi, se Centrali elettriche come quella di Cerano, continuano a inquinare con il carbone e altri combustibili fossili?
  • Cosa succederà fra pochi anni, meno di otto, quando tutti gli impianti obsoleti saranno improduttivi? Dove andranno a finire tutte le macerie installate e che fine faranno i nostri campi ricoperti da centinaia e centinaia di ettari di rottami?
  • Che terra stiamo lasciando ai nostri figli?

  • Comune di Nardò - Potenza 4 MW
  • Comune di Lecce - Potenza 30 MW
  • Comune di Galatina potenza 42 MW
  • Comune di Copertino - potenza 4 MW
  • Comune di Melpignano - potenza 20 MW
  • Comune di Nardò - potenza  68 MW
  • Comune di Lecce - potenza 7 MW
  • Comune di Galatina - potenza 23 MW
  • Comune di Carmiano potenza 4 MWp
  • Comune di Copertino 3 MW per un’area di 7 ettari
  • Comune di Galatina potenza di 44 MW per un’area di 21 ettari
  • Comune di Porto Cesareo - potenza di 7,5 MW per un’area di 9,5 ettari
  • Comune di Corigliano d’Otranto- potenza di 11 MW per un’area di 17 ettari
  • Comune di Campi Salentina – Guagnano potenza di 10 MWp per un’area di 17 ettari
  • Lecce 1 – Villa Convento- potenza di 7 MW per un’area di 17 ettari
  • Lecce-Surbo - potenza di 4 MW per un’area di 8 ettari
  • Comune di Soleto – potenza di 2,5 MW per un’area di 4 ettari
     

Il Direttivo di NoiAmbente e Beni culturali

 
Di Antonio Mellone (del 18/08/2016 @ 13:17:34, in NohaBlog, linkato 2754 volte)

P. Francesco D’Acquarica è un uomo incredibile. Ha 81 anni ma ne dimostra 18. Ha una voglia di ricercare, studiare, catalogare, prendere appunti sulla Storia e le Storie, e finalmente pubblicare, che manco un dottorando in ricerca di nemmeno trent’anni d’età.

Ho già scritto altrove di lui, e più volte. E anche stavolta non posso fare a meno di metter mano su questa tastiera per raccontarvene un’altra.

Come qualcuno di voi ormai saprà, quest’anno ricorre il decimo anniversario della pubblicazione del monumentale volume “Noha, storia, arte & leggenda” (Infolito Group, Milano, 2006) da me curato e scritto a quattro mani con P. Francesco e pubblicato grazie al mecenatismo di Michele Tarantino (che Dio l’abbia in gloria).

Non so come (il marasma nel mio archivio personale è tale che cercare e trovare un qualsiasi oggetto è come recuperare un ago in un bosco di pini marittimi), ho rinvenuto le fotografie della consegna del suddetto libro fresco anzi ancora caldo di torchio, proveniente da Milano su furgone e scaricato con muletti e transpallet nohani, e della sua presentazione in forma privata nel soggiorno di casa mia (stanza enorme usata la penultima volta, credo, alla mia cresima: adoperata invece in maniera diuturna da mia madre a mo’ di palestra per l’arte marziale delle pulizie, di cui ella è cintura nera non so più di che dan). La presentazione ‘urbi et orbi’, invece, avvenne da lì a qualche giorno nella sala convegni dell’Oratorio Madonna delle Grazie gremita come non mai.   

Dunque, in quella bella mattinata del maggio 2006 erano presenti a casa mia, come si vede dalle immagini, i compianti mons. Antonio Antonaci, il prof. Zeffirino Rizzelli e don Donato Mellone; nonché don Francesco Coluccia, parroco di Noha, e poi ovviamente il coautore P. Francesco, un suo collaboratore, e ancora Giuseppe Rizzo (che aveva scattato le foto di Noha dall’alto a bordo di un Tucano, un aereo ultraleggero decollato dalla pista di Ugento), la nostra Paola Rizzo, la maestra Bruna Mellone (che m’aveva dato una mano nella rilettura delle bozze), mio cugino Marcello, mio padre, mia madre e ‘the last & the least’ il sottoscritto.

Orbene, non ci crederete, un paio di mesi fa P. Francesco m’ha voluto fare un regalo straordinario per questo decennale.

“Senti, Antonio: sei a Noha? Ho una cosa da darti”. “Domani pomeriggio, dici?” “Io arrivo da Martina Franca verso le 18”. “Va bene, Antonio, ci vediamo alla ‘casa del popolo’?” “Molto bene, Antonio. A domani, allora”.  

Puntualissimo come sempre - e non come l’orologio della pubblica piazza di Noha (staremmo freschi) - P. Francesco si presenta da me in quella specie di ufficio di piazza San Michele denominato, appunto, ‘casa del popolo’ (che non è un covo di comunisti, ma insomma). “Tieni – mi fa – questo è il mio testamento”. E mi consegna un plico da cui estraggo un libro.

E’ uno stupendo volume a colori, con elegante copertina rigida verde vivo, e l’immagine spettacolare della torre medievale di Noha e, in quarta, il bell’affresco dell’Arcangelo nostro protettore, opera di Michele D’Acquarica (1886 – 1971). Il titolo del tomo di 302 pagine, finito di stampare a tiratura limitatissima il 27 marzo 2016 a Martina Franca per i tipi di Pubblimartina srl è, guarda un po’: “Noha, la sua storia e oltre..”. Sì, con tre puntini di sospensione nel titolo. Chi mi conosce sa che non amo tanto l’utilizzo di codesta punteggiatura. Ma stavolta ho capito il messaggio di P. Francesco, che suona più o meno così: “to be continued”.

E sì, P. Francesco non si ferma mai: altro che “questo è il mio testamento”.

Quando c’è da scrivere un articolo per il sito di Noha, o effettuare qualche ricerca d’archivio per una pubblicazione a più mani (della serie AA.VV.), o una relazione sui nostri beni culturali, o la biografia di qualche personaggio locale, chiedo sempre una mano a P. Francesco. Lui si schermisce sempre, dice che è difficile che ce la faccia, che ci deve pensare, che non sa da dove iniziare, che teme di ripetersi, e mille altre scusanti del genere.

Ora, siccome ormai lo conosco bene, io so che è sufficiente che gli scriva la traccia da elaborare, e magari gli ponga qualche domanda a mo’ di chiave di lettura sull’argomento da trattare, o che gli chieda qualche curiosità o ricordo in merito. Ebbene, all’indomani mattina, puntuale come il sorgere del sole, quando apro la mia posta elettronica non solo vi trovo l’articolo bello e pronto per la pubblicazione, corredato di foto straordinarie d’archivio, ma anche con tanto di commenti, chiose e glosse per specificarne i dettagli.

E’ fatto così questo ragazzo. Un insieme di ricerca, passione e soprattutto fede (in Dio, e nell’Umanità).

Non so come faccia. La mia pagina è sofferta, letta e riletta, limata, e poi ancora cancellata, rifatta daccapo cento volte. La sua scorre che è una bellezza. Avevano evidentemente ragione i latini: “Rem tene verba sequentur”.

Non so se sapete – e chiudo - che P. Francesco D’Acquarica è un esperto informatico e che ha raccolto in un database tutti i dati, i nomi, le relazioni, e mille altre informazioni contenute nei registri parrocchiali di Noha. E’ stato lui, per dirne un’altra, a rinvenire il racconto del miracolo del nostro San Michele Arcangelo avvenuto a Noha nel 1740, scritto a margine di un registro dei battezzati dell’epoca dal viceparroco di allora, tal don Felice De Magistris, e molte altre ‘indiscrezioni’ pubblicate nell’agile libello: “Curiosità sugli Arcipreti e persone di Chiesa a Noha”, edito da L’Osservatore Nohano nel 2011.

P. Francesco, ha svolto un lavoro immane durato decenni, consumandosi gli occhi su dei pezzi di carta mezzo sgualciti e corrosi dal tempo, scritti con grafie cangianti e a tratti indecifrabili, e in una lingua e in una sintassi non sempre facilmente comprensibili.

Poche parrocchie in Italia e nel mondo posseggono una catalogazione così puntigliosa e precisa come quella “creata” da P. Francesco per la parrocchia di Noha. Senza quest’opera certosina non sarebbero nate tutte le pubblicazioni sulla Storia di Noha, prime fra tutte “La Storia di Noha” del 1973 (ed. Borgia di Casarano). Mentre l’ultima non sarà certamente quella di cui sto discettando in queste note. Infatti, Francesco D’Acquarica è l’Andrea Camilleri di Noha: non riesci a terminare  la lettura di un suo libro (a proposito: di Camilleri è uscito il centesimo volume) che già ne è nato uno nuovo. Per dire.

Ci sono tanti motivi per celebrare con una monografia ad hoc il nostro P. Francesco D’Acquarica, Missionario della Consolata, giramondo per amore di Cristo (e dei poveri cristi d’America, d’Africa e soprattutto d’Italia), ma con il pallino della sua terra natia che in questo caso risponde al dolce nome di Noha. Sì, nel 2011 ha celebrato il cinquantesimo della sua ordinazione sacerdotale, lo scorso anno l’ottantesimo genetliaco, quest’anno i 55 anni di Messa, mentre si trova  svolgere il suo apostolato a Martina Franca (Ta), come detto sopra.

Ma il nostro “Scritti in Onore” (come altri ne abbiamo pubblicati su altri personaggi nelle edizioni de “L’Osservatore Nohano”) sarebbe roba di poco conto rispetto al monumento che questo gigante della nostra Storia locale (scritta ormai con la maiuscola, grazie anche al suo certosino lavoro) meriterebbe.

E di questo passo, più che tributargli uno “Scritti in Onore”, sarà lui a dedicare a noi altri uno “Scritti in Memoria”.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 11/05/2018 @ 13:17:04, in Comunicato Stampa, linkato 1014 volte)

È in programma domenica 13 maggio la XXIV edizione della campagna nazionale Chiese Aperte che l’associazione Archeoclub Italia organizza per far conoscere il patrimonio culturale italiano, accrescere la curiosità intorno ad esso, riportare all’attenzione e rendere fruibili una serie di monumenti storici ed evitare che scompaiano nell'incuria e nell’indifferenza. Una iniziativa che ha il patrocinio dell’Ufficio Nazionale per i Beni culturali Ecclesiastici e della segreteria generale della Conferenza Episcopale Italiana. Archeoclub Terra d’Arneo Nardò/Galatina aprirà a Galatina la chiesa della Purità e a Nardò le chiese di Santa Teresa e dell’Immacolata.

Nella mattina di domenica la chiesa sarà aperta dalle 10 alle 12 e nel pomeriggio dalle 16 alle 19 a Galatina, con l’ausilio dei soci e degli esperti di Archeoclub che metteranno a disposizione degli opuscoli informativi e guideranno i visitatori a scoprire i beni. L’evento è aperto a tutti e le visite sono gratuite. Con le preziosi collaborazioni dell’Istituto Immacolata ASP si è provveduto a pubblicare un opuscolo informativo e di Pro Loco a organizzare una visita guidata alle ore 15.30. Quest’ultima partirà dalla sede dell’associazione, in Via Umberto I, dove sarà possibile prenotare la propria adesione all’iniziativa.

 “Quando una città custodisce un patrimonio artistico e culturale che ha scandito la propria storia - spiega l’assessore alla Cultura di Galatina Cristina Dettù - vanta un onore unico e irripetibile. Un patrimonio che non è statico e fermo, anzi genera giorno dopo giorno, generazione dopo generazione, momenti di pura emozione. La Città di Galatina non smette mai di stupire per i tesori, tanti e preziosi, che si trovano tra le sue mura. A Galatina, la manifestazione nazionale "Chiese aperte", giunta alla XXIV edizione, riempie di luce la Chiesa della Purità: un'occasione per respirare profumo di storia e di storia dell'arte, per ammirare la bellezza, per scoprire i particolari, per lasciarci andare alla sua unicità. Un'apertura straordinaria che si pone nella direzione di trasformarsi nell'ordinario. Un progetto, un augurio, una collaborazione proficua: almeno per oggi una realtà.”

“Bisogna riscoprire le antiche radici della nostra civiltà e le sue forme artistiche più suggestive - spiega Antonietta Martignano, presidente di Archeoclub Terra d’Arneo Nardò/Galatina - perché è un dovere collettivo e perché questi tesori non possono restare nascosti o sfuggire alla fruizione di tutti. Sarà una giornata dedicata alla conoscenza di pezzi di patrimonio di due città bellissime.”

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Marcello D'Acquarica (del 19/01/2016 @ 13:16:53, in Affresco misterioso, linkato 3932 volte)

Il primo giorno dei preparativi per la chiusura e il ritiro di tutti gli elementi della scenografia del presepe vivente dal giardino del palazzo baronale di Noha, mi decisi di fare un sopralluogo. Stavolta alla luce del sole.

Avevo notato che sul muro lato ovest della torre, e precisamente quello che guarda su vico Pigno (oggi via), persiste una fascia che parte dall’angolo ed è sporgente dal profilo della muraglia di circa una ventina di centimetri. La sporgenza parte dall’alto con un lieve distacco e scendendo a filo terreno si allarga fino ai venti centimetri alla base.

A guardare attentamente questo lato del muro si evince che è stato rimaneggiato pesantemente, probabilmente per sistemare alla meglio uno sgarramento.

Ho pensato che a quel profilo leggermente sporgente potrebbe esserci stata una continuazione del muro, magari a scarpata, giusto per rafforzare quell’angolo del maniero che era il più esposto agli assalti e quindi doveva essere il più resistente.

Così con Albino Campa, fedele seguace di noi maniaci di Noha, abbiamo provato a scavare lungo la larghezza del suddetto profilo sporgente. Quindi armati di zappone e di vanga, siamo scesi di circa mezzo metro sotto terra, poi ci siamo lasciati vincere dalla stanchezza.

Insieme a noi c’era il prode Giuseppe Cisotta, e in cuor mio vi confido, che vedendo i due improvvisati zappatori, avevo sperato nella sua pietà. Invece niente. Non ha fatto manco una piega e ci ha lasciati tranquillamente finire il lavoro. A parte le ossa rotte, abbiamo comunque avuto ragione: sotto terra, in corrispondenza di quel muro, esistono più livelli di altri conci di tufo. Chissà come era il nostro “forte loco” di Frà Leandri Alberti?

Poi incuriositi dalla vista meravigliosa della torre e dell’arco, continuando a fare i raggi “x” al muro che prosegue verso la costruzione a est, dove stanno le gigantesche botti dell’ex Brandy Galluccio, notai che quel pezzo di muro dove insiste l’affresco, è antichissimo. Probabilmente dell’antico castello. Lo si evince dal fatto che per realizzare il palazzo baronale, in occasione del completamento delle grandi terrazze del primo piano, sono stati costruiti muri nuovi con conci nuovi e di materiale più preciso nella sua fattura, meno grezzo. Il muraglione antico è fatto con conci di pietra irregolari e riempito con svariate tipologie di materiali di recupero. La botta finale a questa scena la offre l’intonaco fatto di rena rossa mista a grossi frammenti di cocci in terracotta, «coccio pesto -tecnica diffusa dall'epoca romana fino al secolo scorso,  di un secondo strato più sottile messo tempo dopo e infine una scialbatura di calce » (Angelo Micello), come riporta Angela Beccarisi in una sua relazione.

A questo punto l’occhio del fedele Albino cade (si fa per dire) sulle zampe del cavallo affrescato e da qui in poi si può immaginare il resto e la nostra sorpresa, e la voglia di continuare le nostre ricerche su un pezzo straordinario della nostra storia patria.

Ora tanto si potrà dire e chissà cos’altro verrà ancora fuori da questa nostra benedetta Noha, ma bisogna sapere ancora che un testimone vivente ha raccontato a Giuseppe Cisotta che a ridosso degli anni ’50, quindi con il Brandy Galluccio già attivo, si sversò in quel giardino una montagna di terra (e non del sindaco Cosimino, che di Noha non gli frega un fico secco) per piantarvi gli aranci che erano stati portati in loco da un’azienda siciliana.

Quindi la torre, l’arco e l’antica muraglia, sono stati seppelliti alla base per almeno un metro e mezzo. D’altronde i cordoni semitondi di finizione dell’arco, che oggi sono a meno di un metro da terra, erano probabilmente a più di due metri fuori terra, come si può notare nel complesso monumentale delle Quattro colonne di S. Maria al Bagno, la cui fattura somiglia molto a quella del fu castello di Noha.

Dulcis in fundo, io e Albino, decidemmo di salire sul solaio dell’antica torre e così, oltre alla vista di un meraviglioso prato di sucameli gialli, abbiamo notato che il tratto merlato è sostenuto da un muraglione spesso almeno 80 cm., mentre i lati dove i merli mancano, il muro è semplice. Questo vuol dire che il tratto merlato continuava sul perimetro del castello e non su quello della torre.

Ovviamente non avendo documenti d’archivio storico che ci descrivono come era esattamente il nostro castello del XIV sec. ci dobbiamo arrangiare con ciò che vediamo.

Speriamo che i futuri progetti di rivalutazione dei Beni culturali di Noha che i nostri amici dell’Associazione del Presepe vivente di Noha sicuramente realizzeranno ancora, portino alla luce altre testimonianze.

Noi saremo ancora qui a documentarlo.

Marcello D’Acquarica

 
Di Redazione (del 26/02/2021 @ 13:16:46, in NoiAmbiente, linkato 1181 volte)

                                  

Alla c.a.:

  • del Sindaco, Dott. Amante Marcello Pasquale;
  • dell’Assessore Dr.ssa Cristina Dettu’ (Politiche ambientali e di gestione dei rifiuti);
  • sig. Sig. Mauro Nicola (Polizia municipale, protezione civile)

p.c. alla c.a.:

  • Resp.le Domenico Angelelli (Comando di Polizia Municipale)
  • Assessore Dr.ssa Loredana Tundo (Urbanistica e lavori pubbl.)

OGGETTO:

Denuncia di disastro ambientale contro ignoti, a Noha via G. Galilei, 3 febbraio ore 9,30.

Premesso che:

IL REGOLAMENTO DI IGIENE del Comune di Galatina (reperibile in rete 6-titolo_3.pdf; Città di Galatina - Regolamento di igiene), al punto 5), art. 177, sancisce quanto segue:

E’ vietato il trattamento con prodotti diserbanti delle banchine stradali e dei fondi ubicati nel perimetro urbano. Eventuali deroghe evono essere concesse dal Sindaco di volta in volta, previo parere favorevole del servizio di igiene egli alimenti e della nutrizione”

L’articolo n. 178 inoltre elenca tutte le regole comportamentali degli addetti ai lavori, le misure di sicurezza, le condizioni meteo necessarie e la descrizione in quanto a rischi sulla salute dei prodotti usati per il trattamenti del diserbo.

 

L’evento accaduto:

il giorno 3 febbraio a.c., a Noha in via G. Galilei e via Bellini, all’interno della nuova recinzione metallica che separa le vie dalla zona in corso di urbanizzazione, alle ore 9,30 (e anche un po’ prima), un operatore privato, armato di tutti i dispositivi di sicurezza (DPI) consigliati dalla normativa dello stesso produttore del prodotto velenoso, apponeva una serie di cartelli indicanti il pericolo di morte, contro la recinzione metallica  e subito dopo irrorava il campo, compreso il bordo che confina con la via pubblica, con diserbante Glifosato (lo dichiarava lui stesso alle persone intervenute per chiedere spiegazioni).

Regolamento a parte, è davvero incomprensibile come si possa pensare che una semplice rete di 2 mm di spessore a maglie larghe 5 cm circa,  possa mettere in sicurezza inermi cittadini che transitano o che abitano lì davanti e ovviamente non provvisti di DPI.

Abbiamo apprezzato molto il pronto intervento dei vigili urbani, accorsi dopo alcune segnalazioni dei cittadini preoccupati del diserbo a sette metri dalle proprie  finestre, ma siamo altrettanto preoccupati per la condizione di pericolo a cui sono stati esposti tutti gli abitanti lungo il percorso delle vie G. Galilei e via Bellini.

 Non entriamo nel merito di quanti dubbi ci siano sulla salubrità di certi diserbanti chimici utilizzati in agricoltura, ci sono dati molto allarmanti in merito, basta aprire internet e si scopre un mondo di sospetti,  e il primo sotto accusa è proprio il Glifosato, ma la superficialità con cui viene venduto e adoperato il diserbante è raccapricciante.

Nelle immagimi sopra è evidente la triste situazione che si presenta dopo il trattamento contro l’erba effettuato in quel campo. Non è difficile immaginare gli effetti sulla salute delle persone che possono conseguire  dopo il trattamento fatto eseguire dal proprietario del fondo in questione, fra l’altro senza alcun preavviso.

Chiediamo all’Aministrazione Comunale che in futuro sia salvaguardata la salute dei cittadini facendo rispettare il regolamento, ed eventualmente laddove la legge non sia sufficientemente  supportata da certezze scientifiche, evitare assolutamente gravi rischi per la salute pubblica. E’ rispauto da tutti che oramai la lotta per debellare  l’inquinamento, che fa ammalare l’ambiente, deve essere prioritario su qualsisi altro impegno.

 

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali odv; Noha e Galatina

 
Di Redazione (del 24/12/2017 @ 13:14:21, in Comunicato Stampa, linkato 1422 volte)

La Regione Puglia finanzia il progetto presentato dal Comune di Galatina in merito all'avviso pubblico regionale "Community Library - Biblioteca di Comunità" nell'ambito della strategia Smart-in Puglia. È un grandissimo risultato per la Città e le sue frazioni, che avranno una nuova "Siciliani", una biblioteca intesa come spazio comune, una piazza che sappia mettere in comunicazione storia e innovazione, in un luogo che sia il crocevia di tutta la comunità.

L'Amministrazione del sindaco Amante ha accolto, sin dall'inizio, la politica strategica della Regione Puglia, che sostiene e rilancia il patrimonio culturale attraverso la valorizzazione, la fruizione e il restauro dei beni culturali. È dalla cultura e dai suoi luoghi che Galatina rinasce, in una logica di collaborazione e sviluppo del tessuto sociale ed economico che sia in grado di abbracciare le dinamiche tutte della Città. In linea con tale politica, il progetto prende il nome di CULT, Community Urban Library and Tecnhological square. 2 milioni di euro che cambieranno il volto del Palazzo della Cultura attraverso interventi di rifunzionalizzazione degli spazi come la copertura del chiostro al fine di renderlo fruibile nel corso di tutto l'anno, l'allestimento di due sale per bambini, l'adeguata sistemazione delle nostre cinquecentine e dei nostri incunaboli in una sala completamente rinnovata e con temperatura controllata, l'allestimento di una sala-cinema multimediale, la dotazione dei portici di moderni strumenti tecnologici, la climatizzazione di tutti gli ambienti e l'efficientamento energetico dell'intera struttura. Ma il progetto non include solo interventi strutturali: prevede anche un piano di gestione sostenibile e una serie di attività culturali che aumenteranno la fruibilità di tutta la struttura, coinvolgeranno nuovi soggetti sociali, promuoveranno l'inclusività di fasce disagiate e prevederanno nuove forme di integrazione culturale. Il CULT di Galatina sarà una vera e propria "piazza culturale" che creerà un asse ideale con la Basilica di Santa Caterina d'Alessandria e che della stessa basilica sarà al tempo stesso cassa di risonanza per tutti i turisti che passeranno dalla città.

"Al momento di presentazione del progetto ero convinta che, a prescindere dal risultato, avevamo tra le mani un prodotto straordinario. In questi mesi, abbiamo imparato a conoscere la biblioteca "Siciliani", a studiare la sua quotidianità, a comprendere le esigenze degli utenti, cercando di cucire l'abito perfetto sulla base degli obiettivi prefissati dalla Regione e muovendoci sulla scorta delle parole chiare, preziose e lungimiranti dell'Assessore regionale Loredana Capone. Un lavoro importante, studiato, approfondito e fortemente voluto, con passione, coraggio e un pizzico di follia, un lavoro che ci riempie di orgoglio perché Galatina si arricchisce di un tesoro senza tempo. Un grazie di cuore al Sindaco Marcello Amante per la massima fiducia e libertà che ha sin da subito lasciato a tutto lo staff nonostante si avvertisse costante la sua presenza. I miei non sono ringraziamenti ma giusti meriti dati a chi ha donato a questo progetto giornate intere, notti insonni e lunghi fine settimana. Un'attenzione costante e minuziosa che vede la diretta collaborazione tra il consigliere Pierantonio De Matteis, la progettista Chiara Eleonora Coppola, l'Ufficio tecnico e gli architetti del Comune, la dott.ssa Angela Impagliazzo, la dott.ssa Monica Albano di LiberMedia e tutte le sue collaboratrici, le ragazze del Servizio civile nazionale, gli utenti e i loro preziosi suggerimenti, le scuole, le associazioni, i professionisti esterni che hanno messo a disposizione le loro capacità per pura passione. Un ringraziamento speciale a Pierfrancesco Persichino e Sara De Matteis, giovani laureati che hanno sposato in maniera del tutto disinteressata questo progetto un po' per amicizia un po' per amore di Galatina. Che sia l'inizio di un ritorno al glorioso passato guardando ad un fertile futuro."

Ufficio stampa Marcello Amante

 

I Nirvana: il gruppo musicale più discusso e più famoso degli anni Novanta. Per la storia del rock una pietra miliare discutibile e contraddittoria, affascinante e indelebile. In pochi anni e con una manciata di album all’attivo, sono riusciti a imporsi come la vera leggenda della scena di Seattle, riuscendo a interpretare l’umore di un’intera generazione e trasformando l’alternative rock in un fenomeno di massa. Penultimo appuntamento con la mini rassegna Note a Margine dedicata al mondo delle Periferie promossa dall'Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Galatina, che incontra alle ore 21 di questo sabato 26 settembre presso il Centro Polivalente di Viale Don Bosco, i due scrittori leccesi Osvaldo Piliego Ennio Ciotta i quali spiegheranno come i Nirvana di Kurt Cobain sono riusciti, in soli cinque anni di vita, a entrare nell'olimpo del rock, attraverso i loro personali e intimisti racconti e ricordi. Una chiacchierata introduttiva sulle periferie dell'anima, sulla perdita dell'innocenza, sul rumore e sul silenzio di un'intera generazione definita non a caso Post, quella appunto che dal 1989 in poi che ha visto in Cobain il suo martire o forse il suo capro espiatorio. Alle ore 22 circa si proseguirà con la proiezione del documentario Kurt Cobain: Montage of Heck di Brett Morgen. Una rara opportunità di sentire un artista raccontare la sua vita con le sue parole e le sue immagini. Un film potente, una storia incredibile e molto dolorosa. Una storia raccontata come si deve, su qualcuno che è stato trasformato in una icona fragile e sensibile. Un racconto di una generazione, di una storia di luoghi lontani, dimenticati, difficili e maledetti che hanno creato un mito difficilmente dimenticabile.

Dai diamanti non nasce niente, ma dal cemento nascono i fior. Le periferie sono anche questo. Vi aspettiamo.

OSVALDO PILIEGO: vive a Lecce ed è laureato a Lecce. Ha scritto per diverse riviste locali e nazionali.E' giornalista pubblicista. Attualmente è direttore di Coolclub.it e collabora con il “Quotidiano di Lecce” e “Rockerilla”. Ha organizzato centinaia di concerti e suona male la batteria da 15 anni.E' l'autore di Fino la fine del giorno e La citta Verticale entrambi editi da Lupo Editore. ENNIO CIOTTAGiornalista, scrittore, critico musicale e dj da oltre quindi anni vive e analizza dall'interno gli ambienti controculturali. Con i suoi articoli supporta principalmente il Do it yourself, la tutela dei beni comuni, l'ecologia radicale e i movimenti underground. Ha scritto “Street art-la rivoluzione nelle strade” edito da Bepress.

MONTAGE OF HECK: Un film di Brett Morgen. Con Kurt Cobain, Dave Grohl, Courtney Love, Krist Novoselic Documentario, durata 135 min. - USA 2015.

 Andrea CoccioliAssessore Politiche giovanili – Comune di Galatina

Paola VolanteCoordinatrice della ressegna “Note a Margine” – Rassegna di periferie.

 

 

 

Il Patto locale per la lettura di Galatina, anche in questa estate così anomala, ha deciso di offrire uno sguardo diverso sulla città proponendo un  programma dipasseggiate letterarie. Dopo un duro periodo, ciascuno costretto nelle proprie case, queste prossime settimane possono rivelarsi momenti ideali per riscoprire la propria città, guardandola con occhi diversi, per riprendersi i propri spazi.

Partendo proprio dal libro e dalla lettura, della cui promozione il Patto locale ha fatto un obiettivo fondamentale della propria attività, i suoi sostenitori accompagneranno i viandanti alla scoperta (o ri-scoperta) di alcuni palazzi e luoghi della città, raccontando le storie degli illustri galatinesi che, in qualche modo, hanno legato ad essi il loro nome. Si tratterà non tanto d’itinerari turistici tradizionalmente definiti, ma di “passeggiate”, dove a guidare i visitatori, saranno alcuni libri che racconteranno di quei luoghi attraverso la voce dei promotori del “Patto”. D’altronde, proprio nel narrare di luoghi e persone, i libri non potranno che essere guide quanto mai attendibili, che orienteranno i curiosi viandanti attraverso un viaggio nel tempo e nello spazio, che cercherà di abbracciare un po’ tutte le epoche: si andrà, perciò, dalle atmosfere medievali di Maria d’Enghien fino al ventesimo secolo, si farà la conoscenza del filosofo Zimara e del pittore patriota Gioacchino Toma. Saranno diverse anche le forme di narrazione, con il teatro e la danza a sottolineare la “parola scritta”.

Sono stati organizzati cinque percorsi differenti, comprese due piccole “trasferte” nella vicina frazione di Collemeto, mentre, per i piccoli visitatori, è stato pensato un itinerario speciale: un viaggio da fermi”, alla scoperta della città, sulle ali di tanti meravigliosi albi illustrati.

Si partirà, dunque, Sabato prossimo 1° Agosto, con il percorso dedicato a “Maria D’Enghien e Marcantonio Zimara”, curato dall’Università Popolare “A. Vallone”, con le letture teatralizzate di T. Buccarella e l’accompagnamento musicale del violinista A. Pizzola; appuntamento alle 19, al Palazzo della Cultura di P.za D. Alighieri.

Secondo percorso, Giovedì 6 Agosto: il gruppo “Fidas” racconterà la “Storia della Chiesa di Collemeto”; alle ore 20, ritrovo in piazza Italia, vicino la Chiesa della B.V.M. di Costantinopoli.

Il giorno successivo, Venerdì 7 Agosto, si fa ritorno a Galatina, dove, dalle 19, con ritrovo presso il Palazzo della Cultura, l’associazione “Giorè” e la cooperativa “Polvere di Stelle” cureranno il terzo percorso dedicato al “Tarantismo”.

Un salto di qualche settimana per arrivare a Giovedì 27 Agosto, quando si tornerà a Collemeto, per una serata dedicata ai più piccoli: “Il Paese delle Storie: Letture ad alta voce per bambini dai cinque ai dieci anni”. Sarà Daniela De Santis ad attendere i piccoli partecipanti, alle ore 19, in piazza Madonna di Costantinopoli. Raccomandata la prenotazione, per un massimo di quindici partecipanti, accompagnati dagli adulti.

Ultimo percorso, il giorno successivo, Venerdì 28 Agosto: la sezione “Acli” di Noha proporrà una serata dedicata a “Baldassarre Papadia” con le letture dialogate di S. Ingrosso e A. Panico, mentre A.M. Mangia racconterà “Gioacchino Toma, . Ritrovo alle 20, presso il Palazzo della Cultura.

Per tutte le informazioni e le relative prenotazioni ci si può rivolgere alla Biblioteca comunale “P. Siciliani”, in P.za D. Alighieri, 51, a Galatina (Tel. 0836-565340 – mail: chiedialbibliotecario@comune.galatina.le.it pattoperlalettura@gmail.com).

Per tutti i percorsi, il numero dei partecipanti non potrà essere superiore alle venti persone, come previsto dalle Ordinanze Regionali.

Sfogliando Galatina” è un’iniziativa organizzata dal Comune, dalla Biblioteca “P. Siciliani”, dal “Patto locale per la Lettura” e da “LiberMedia – Servizi e Formazione per i Beni culturali”.         (Maria Grazia Barnaba)

 
Di Redazione (del 26/10/2022 @ 13:10:53, in NohaBlog, linkato 499 volte)

Venerdì 28 ottobre 2022 alle ore 18.00 l'Associazione NoiAmbiente e Beni culturali incontra: il Sindaco, i Consieglieri e la Giunta Comunale di Galatina, presso la sede di Levèra in via Bellini 24, NOHA.

Saluti
- Fabio Vergine Sindaco di Galatina
- C.re Pierluigi Mandorino Delegato di Noha
- Ass.re Ugo Lisi Delegato per le Associazioni

Interventi
- Roberta Viva Presidente di Levera
- Marcello D'Acquarica Presidente di NoiAmbiente

SIETE TUTTI INVITATI

NoiAmbiente e Beni culturali
di NOHA e GALATINA

 
Di Redazione (del 20/10/2023 @ 13:10:06, in Comunicato Stampa, linkato 341 volte)

Si è tenuto ieri a Galatina, presso il Teatro Cavallino Bianco, il primo degli incontri informativi organizzati da Terna per illustrare il progetto del nuovo Elettrodotto Italia-Grecia. L’opera è contenuta nel Piano biennale di sviluppo dell’Ente e collegherà i due Paesi con un doppio cavo a 380.000 V interrato (per 50 km) e sottomarino (per 250 km), con stazione di conversione corrente continua/alternata per la parte italiana a Galatina.

Erano presenti esponenti di diverse associazioni ambientaliste tra cui Italia Nostra Sez. Sud Salento (Mario Fiorella), Galatone Bene Comune (Antonio De Giorgi), Noi Ambiente e Beni culturali (Marcello d’Acquarica)

Nella documentazione allegata alla proposta, tuttavia, non si evincono argomentazioni tecnico-scientifiche che giustifichino la realizzazione di tale infrastruttura, che si sommerebbe a quella esistente e realizzata una ventina di anni fa e che - si ricorda - solo grazie alla decisa opposizione delle associazioni ambientaliste e delle comunità locali fu convertita da devastante conduttura aerea, con decine di tralicci alti 36 metri, ad una interrata. Sono diversi gli aspetti che non hanno convinto gli ambientalisti presenti.

1.L’obiettivo di “rafforzare il ruolo dell’Italia quale hub elettrico del Mediterraneo” cozza violentemente con un elementare principio di pianificazione energetica, cioè quello di ragionare in termini di bacino per equilibrare domanda ed offerta di energia e annullare o ridurre gli scambi tra aree diverse, al fine di limitare perdite di trasporto e impatti ambientali, in un quadro di generazione distribuita;

2.L’altro obiettivo di “integrazione della produzione efficiente degli impianti alimentati da fonte rinnovabile non programmabile, con conseguente riduzione della over-generation” appare poco realistico, considerando che al contrario la generazione di energia da fonte rinnovabile è fortemente in ritardo rispetto agli obiettivi fissati dall’ultima PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima). Il Piano infatti si pone un obiettivo di copertura delle rinnovabili elettriche del 65% sui consumi finali di elettricità al 2030, mentre attualmente siamo al 30% circa, né si intravede come colmare tale gap, considerando l’attuale tendenza politica governativa al rilancio delle fonti fossili e del gas in particolare;

3.Il progetto prevede una nuova area di 7,5 ettari da adibire alla stazione di trasformazione nella campagna di Galatina, in un’area caratterizzata da valenza storico-culturali e costellata di insediamenti residenziali e ricettivi, mentre ignora il possibile riutilizzo almeno parziale della vicina centrale di trasformazione esistente, che resta ancora in gran parte inutilizzata;

4.L’approdo a mare interessa un’area delicata della costa di Melendugno, densa di emergenze storiche e archeologiche, che subirà gli impatti e le servitù conseguenti.

In definitiva, l’opera appare rispondente più a logiche di mercato legate agli scambi internazionali di energia elettrica, che a reali esigenze del territorio; da queste il territorio salentino rischia di ricevere solo impatti negativi, a fronte di vantaggi effimeri e miopi “compensazioni”, che però si teme scateneranno le bramosie delle amministrazioni locali.

I prossimi incontri informativi si terranno martedì 24 ottobre presso il Comune di Calimera e mercoledì 25 ottobre presso il Comune di Melendugno.

 

Galatone, 18 ottobre
Ing. Antonio De Giorgi
(settore energia Galatone Bene Comune)

 
Di Marcello D'Acquarica (del 25/09/2014 @ 12:55:03, in NohaBlog, linkato 3118 volte)

Capisco benissimo la delusione (condita da altrettanta confusione) manifestata da alcuni commenti alla mia proposta, così come condivido in parte la rabbia di alcuni internauti, ma le cose vanno ragionate e valutate con i dati di fatto. Quindi cerco di rispondere a tutti (anche se non sono Antonio, ma ad Antonio ho girato preventivamente queste righe che sottoscrive dalla prima all’ultima) cercando di chiarire qualche dubbio.

- Al momento nessuno ha mai chiesto fondi, men che meno da devolvere ai privati. Né risulta siano mai arrivati. E semmai fossero arrivati dei fondi, la domanda andrebbe posta ai nostri Assessori e Sindaco.

Le firme da inoltrare al FAI sono finalizzate, in caso di raggiungimento del quorum minimo (pari a 1000 autografi), all’inserimento del bene culturale casiceddhre nel catalogo di questa importante Fondazione. Magari ci fossero dei fondi per restauro e valorizzazione dei nostri gioielli! Ne godremmo tutti [forse un po’ meno il privato proprietario, che in tal modo, con qualche vincolo, non potrebbe (più) fare dei suoi immobili quello che gli pare e piace, inclusa la porcata di ulteriori costruzioni nelle sue immediate adiacenze, se non di peggio].

- Come si evince dalla documentazione fruibile cliccando il link qui di seguito evidenziato (http://www.noha.it/noha/articolo.asp?articolo=1315) abbiamo semplicemente chiesto alla Soprintendenza per i Beni culturali e Ambientali (ribadisco il concetto “nostri” e non dei privati) il vincolo di tutela da parte degli attuali titolari nel rispetto del Codice dei Beni culturali (corpo organico di disposizioni, in materia di beni culturali e beni paesaggistici della Repubblica Italiana; emanato con il decreto legislativo del 22 gennaio 2004 n. 42).

Mettere la propria firma (o faccia) è il minimo che un cittadino possa e debba fare per la salvaguardia del bene comune. Se non capiamo che ognuno di noi deve essere il protagonista delle nostre strade, dei giardini, della salute pubblica, delle bellezze artistiche e storiche della nostra terra, nessuno da fuori verrà a porre rimedio allo scempio che invece è opera di gente ignorante e poco accorta. Una firma è il minimo indispensabile, dopo di che occorre tirarsi su le maniche e darsi da fare.

La raccolta delle firme dei 1471 cittadini ha fatto sì che si aprisse un dialogo (speriamo non tra sordi) fra la Soprintendenza e l’Amministrazione di Galatina. Senza quelle sacrosante firme non si sarebbe mai nemmeno parlato di Beni culturali di Noha, se non in effetti sulle pagine di questo sito (oltre che su quelle del’Osservatore Nohano).

Quelle firme sono servite eccome per far capire ai nostri politicanti e a chi pensava che i beni culturali di Noha fossero una trascurabile inezia (e che “con la cultura non si mangia”) che 1471 persone (ma certamente di più) non la pensavano esattamente come loro. Ci tengo ad aggiungere che non si era mai vista una mobilitazione del genere, grazie ai ragazzi del gruppo Mimì, agli artigiani di Noha, alla parrocchia, al circolo Tre Torri, e a tanti semplici cittadini di buona volontà.

Quelle firme sono servite per far percepire alla Soprintendenza che c'è una popolazione intera che tiene ai suoi beni culturali.

Cari signori, le firme, per quanto ovvio, sono necessarie ma non sufficienti per smuovere l'ignoranza di certi nostri rappresentanti politici, e se è il caso, bisogna continuare a raccoglierne non una, ma due, tre, dieci, mille volte, prima che qualcuno ci ascolti. Non esiste una firma per sempre. Bisogna insistere fino allo sfinimento di certi interlocutori ottusi o in tutt’altre faccende affaccendati.

Se non si sono ottenuti finora dei risultati significativi non vuol dire che non se ne otterranno mai; se gli obiettivi non sono stati raggiunti non è colpa delle firme raccolte ma di chi fa orecchio da mercante e soprattutto di chi forse ha bisogno di più convinzione e più partecipazione da parte della popolazione.

Certamente non è sufficiente apporre una firma per sentirsi con la coscienza a posto, così come uno non può sentirsi con la coscienza a posto andando a messa, o presenziando alle processioni. Per cercare di essere a posto occorre come minimo capire, informarsi, partecipare.

Concludo ribadendo il fatto che non capisco certi commenti sensibilmente distonici nei confronti delle nostre denunce. Se qualcuno avesse da suggerire qualche altra forma "più efficace" per far sentire la nostra voce (e noi siamo apertissimi), e magari risolvere il problema dello sfacelo dei nostri beni architettonici, si faccia avanti: il sito Noha.it e relativa redazione sono a sua disposizione.

Marcello D’Acquarica
 
Di Antonio Mellone (del 16/01/2016 @ 12:45:02, in NohaBlog, linkato 2783 volte)

Non mettetevi mai a discutere con un politico galatinese (e men che meno nohano): vi porta al suo stesso livello e vi batte con l’esperienza. E poi, detto tra noi, un terzo che guarda la scena potrebbe non riuscire a cogliere la differenza tra voi e lui.

Nel corso delle recenti festività natalizie, m’è capitato d’incontrare uno dei pezzi grossi della politica nohana [si sa che talvolta in politica, come nella legge di gravitazione universale di Newton, l’importanza dei protagonisti è direttamente proporzionale alla massa di corbellerie proferite moltiplicate per le cazzate prodotte, e inversamente proporzionale al quadrato dei loro redditi, ndr].

Nossignori, stavolta non è quella che pensate voi, ma un altro soggetto di sesso probabilmente opposto.

Orbene, mi son fermato solo pochi secondi per porgere gli auguri di buone feste a questo signore e, giacché c’ero, chiedergli succintamente conto delle opere, delle parole e soprattutto delle omissioni (di pensieri, si sa, nemmeno l’ombra) di questa sedicente Amministrazione Comunale. 

Il Tizio se ne esce con la solita solfa: “E’ facile per te scrivere: vorrei vederti all’opera” (o qualcosa del genere); e poi con quest’altra castroneria mondiale simile alla prima: “Tra un anno e mezzo, o quando sarà, candidati pure tu, così, quando sarai eletto, in un mese e mezzo risolvi tutti i problemi che ci sono”.

Sarebbe stato del tutto inutile ricordargli che a Palazzo Orsini ora c’è lui e i suoi compagni di merende e non il sottoscritto; che è lui, non io, che insieme ai suoi sodali ha voluto farsi avanti promettendo mari e Montagna (e non solo nel periodo elettorale); che nessuno gli ha mai chiesto di risolvere tutti i problemi sul tappeto (anche perché la patologia principale del nostro Comune è rappresentata, guarda un po’, dai politici come lui – cioè la quasi totalità - e in certi casi, come questo, l’omeopatia è assolutamente inefficace); che sarebbe ora che la smettessero (lui e tutto il cucuzzaro assessorile di palazzo) di prenderci in giro con le solite chiacchiere trionfalistiche, della serie tutto-va-ben-madama-la-marchesa; che questa giunta ha collezionato più fiaschi della cantina sociale dello storico Castello di Noha; che il cosiddetto Centro Polivalente nohano, utilizzato negli ultimi tre mesi a intermittenza grazie a provvisori gruppi elettrogeni prêt-à-porter – mentre sul tema s’ode ancora l’eco delle esilaranti interrogazioni-farsa in seno al consiglio comunale tra compagni dello stesso partito (Sindaco/Coccioli) - è in dolce attesa di una cabina elettrica necessaria per il funzionamento dei suoi impianti, esattamente da; e che per loro fortuna (dei politici, dico) la stragrande maggioranza dei concittadini non sa una beneamata mazza di tutto questo (l’ignoranza delle persone, come noto, è un instrumentum regni), non legge gli articoli di Noha.it (ma al massimo gli edulcorati-stampa pubblicati altrove), e se per caso dovesse leggerli fa pure finta, come pragmatismo comanda, di non comprenderli o non averli visti.

*

Oltretutto sembra che, da tempo, a palazzo Orsini si sia annidata una genia di inquilini (burocrati & politici) di rara maleducazione. Esattamente un anno fa, i ragazzi dell’Associazione del Presepe Vivente di Noha indirizzarono all’illustrissimo signor sindaco di Galatina una lettera con la quale richiedevano la concessione in comodato d’uso della casa e della torre dell’orologio di Noha, quella svettante nella pubblica piazza San Michele ormai quasi per quotidiano miracolo.

Come hanno già dimostrato di saper ben fare, e  da anni, e senza spesa di pubblico denaro, i ragazzi dell’Associazione del Presepe Vivente avrebbero rimesso a nuovo e ridato decorosità alla torre civica di Noha, ancor oggi, purtroppo, emblema massimo di insipienza, sciatteria e ottusità di chi fa finta di governarci.

Secondo voi, signori e signore, ad un anno di distanza, qualcuno dei bifolchi del palazzo di città ha mai dato uno straccio di risposta alla suddetta lettera? Fosse anche un diniego, un cenno del capo, una pernacchia? Nulla di nulla, elettroencefalogramma(tica) piatto, come sempre.

*

Ora, proprio di recente, questi s’ignori felicemente regnanti sembrano tutti commossi, tutti determinati e pronti ad accorrere al capezzale della Trozza di Noha, danneggiata dal coglione di turno. Non vedono l’ora di dimostrare efficienza, tempestività, amore per la cultura e l’arte: insomma la solita lavata di faccia, con un bell’intervento riparatore da commissionare con quattro soldi (giusto per rimanere al di sotto di certe cifre e al riparo da certe procedure) alla solita ditta amica.

*

Non s’accorgono, questi Attila comunali, che, così facendo, hanno raso al suolo la loro credibilità (semmai ne avessero avuto una), e soprattutto stanno radendo a zero quel che rimane dei nostri beni culturali, della dignità di un popolo, della Politica, dell’ambiente, della ragione e, non ultimo, della buona creanza.  

Sembrano tutti attori protagonisti di un film dell’orrore dal titolo: “Quo rado?”

Antonio Mellone

 

Lettera indirizzata al Sindaco del Comune di Galatina, protocollata e in attesa di una qualche risposta da oltre un anno.

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Di Marcello D'Acquarica (del 23/09/2014 @ 12:44:48, in Lettere, linkato 3409 volte)

Carissima Martina,

ti scrivo mettendo anche gli altri per conoscenza, perché la tua iniziativa di raccolta firme, da inviare al FAI (Fondo Ambiente Italia) per la tutela delle nostre casiceddhre, coinvolge tutti.
Quindi è giusto che tutti sappiano di cosa si tratta.
Come sai, durante la sera della festa di San Michele, con la collaborazione del Circolo culturale Tre Torri, porteremo avanti la raccolta delle firme per le casette di Cosimo Mariano da inviare al FAI.
Come abbiamo fatto sempre (spesso non riuscendovi, ma noi non ci diamo facilmente per vinti) cercheremo di far passare questo messaggio:
"le nostre casiceddhre non sono, come qualche stupido di complemento purtroppo crede (vedi commenti su Noha.it), un banale mucchio di pietre più o meno raggruppate ad arte, bensì espressione della dignità di un paese lasciato nella più totale trascuratezza".
Il fatto che al di fuori delle nostre quattro mura domestiche ci sia il degrado più assoluto non è questione da poco. E a noi non va di continuare a tacere. Le nostre battaglie sono sacrosante, e tutti noi dovremmo pretendere un pizzico di interesse in più da parte degli addetti ai lavori. Il degrado chiama altro degrado, è una questione psicologica. Infatti, come spesso accade, quando qualche incivile butta un sacchetto di immondizia fuori posto (vedi per esempio l'angolo in largo "cisterneddrha"), quasi sempre altri si sentono autorizzati a fare altrettanto.
A proposito di Beni culturali, come si evince dall’ultima (e unica) risposta data all’Amministrazione Comunale dalla Soprintendenza, in cui si chiedono maggiori ragguagli (cfr. allegato), il dirigente del Servizio, Avv. Silvia Pellegrini, firmataria della missiva, attende risposta dagli addetti ai lavori di Palazzo Orsini, da più di un anno.
Più volte ho sollecitato l’intervento dei nostri rappresentati politici presentando fotocopie di tutto il percorso burocratico della questione. L’ultima volta, esattamente il 29 settembre 2013, al Sindaco Montagna per il tramite della nostra Daniela Sindaco.
Tutto continua come da prassi: silenzio assoluto.
Ed i nostri beni culturali subiscono gli schiaffi del tempo, l'incuria degli uomini, l'egoismo di proprietari privati.
Occorre, tuttavia, insistere, perché le persone capiscano che non è sufficiente lamentarsi dello stato delle cose, bisogna agire mettendo in atto tutte le iniziative che la legge ci consente.
Sarebbe ora che anche a Noha qualcuno leggesse e soprattutto rispettasse il Codice dei Beni culturali, che è legge dello Stato.
Un caro saluto a te e a Michele.

Marcello D'Acquarica

 
Di Raimondo Rodia (del 10/11/2018 @ 12:39:47, in Comunicato Stampa, linkato 1289 volte)

Finalmente dopo anni di lavoro, di attese e rinvii, ecco finalmente la prima festa del gatto nero. Sono contento non solo di aver finalmente realizzato questo evento, ad un certo punto mi sembrava che la scelta del 17 novembre era sbagliata dal punto di vista astrologico, visto che ogni anno saltava per le cause più disparate. Stavolta però ci siamo e particolare non trascurabile, almeno per me, averlo realizzato nel mio paese natale Tuglie. La Prima festa in difesa del Gatto Nero diventa realtà grazie non solo alla mia cocciutaggine ma anche all'aiuto delle tre associazioni culturali tugliesi che hanno reso possibile la manifestazione, Artistika, Le Officine, Amici della Biblioteca. Per questo evento, infatti, vorremo esorcizzare tutta l’energia negativa che richiama a sè altra energia negativa sviluppata dall’uomo, vestendoci TUTTI di nero ! Chi possiede un pò di fantasia potrà anche conciarsi da gattone nero o gattona, che ne dite ? Ci state ? Inizia così con l'aiuto e l'alleanza delle tre associazioni la Campagna Nazionale di ” Riabilitazione Sociale del gatto Nero “, attraverso l’informazione e la sensibilizzazione, perseguendo i reati contro di essi, a partire dalle Sette Sataniche, ai crimini quotidiani della subcultura popolare. Siete tutti invitati sabato 17 novembre tra le 17 e le 21 nella prestigiosa sede della biblioteca Fiore Tommaso Gnoni in via Risorgimento, 19 a Tuglie, la sola vostra presenza sarà indice di considerazione e rispetto per queste splendide creature perseguitate da secoli, compresa la nostra epoca che per alcuni definirebbero ” civile ed evoluta “. L’evento prevede che appunto gli adulti con la loro presenza ed il vestire di nero, per richiamare i colori della festa, possono creare finalmente un attenzione ed un faro acceso in difesa di questo splendido felino. Per i più piccoli, veri protagonisti della serata ci saranno laboratori e letture con il seguente programma : alle ore 17.30: ci saranno laboratori creativi per bambini per creare sintonia con la festa, alle ore 18.30: letture per bambini ed alle ore 19.00 l'intervento di Raimondo Rodia che non solo spiegherà i fini ludici e sociali della festa, ma coinvolgerà grandi e piccini con favole ed aneddoti legati al gatto nero. Non vi resta che invitare tutti, ma proprio tutti gli amici dei Mici. Il gatto nero è sempre stato considerato portatore di sfortuna, perché si pensava che incarnasse il male. La giornata dedicata al gatto nero è il 17 novembre per due motivi: diciassette perché è il numero che rappresenta, per i superstiziosi, sfortuna e novembre perché è il mese in cui si raggiunge il culmine maggiore di uccisioni di mici neri. La diceria che il gatto nero porta sfortuna ha radici molto antiche e noi siamo qui a sfatare arcani pensieri e superstizioni.

Raimondo Rodia 

Ufficio Stampa evento

 
Di Redazione (del 15/12/2018 @ 12:39:03, in Comunicato Stampa, linkato 1095 volte)

Il coro, costituito nel 1990 su iniziativa del Club INNER WHEEL di Brindisi, è attualmente composto da 42 cantori diretti dal maestro concertatore Eupremio Galasso ed accompagnati al pianoforte dal maestro Margherita Cavallo.
Nel corso della sua lunga attività concertistica, il coro si è esibito in diverse località italiane conseguendo apprezzabili riconoscimenti. Ha partecipato, nel 1994, alla celebrazione delle giornate federiciane a Jesi esibendosi nel teatro “Pergolesi”. È gemellato con la “Corale dei tre laghi” di Mantova, città dove ha tenuto un concerto nel prestigioso Teatro Bibbiena. Si è esibito nel 2008 nella Basilica di San Pietro in Roma in occasione di un’udienza da S.S. Benedetto XVI. Ha organizzato, nel 2009, un concerto di solidarietà a favore delle popolazioni aquilane colpite dal disastroso terremoto offrendo loro un’artistica campana in bronzo appositamente realizzata per la chiesa di Santa Giusta di Bazzano. Nel 2011 si è esibito nel Teatro “G. Verdi” di Brindisi con i famosi “Solisti Aquilani”. Nel giugno del 2012, del 2013 e del 2015 ha partecipato, unico coro dell’Italia Meridionale, al Festival Internazionale dei Cori Alta Pusteria, rassegna che, nel tempo, ha visto la partecipazione di 900 cori e 40.000 coristi provenienti da 39 paesi in rappresentanza dei cinque continenti. A luglio del 2014 ha tenuto un concerto presso la chiesa di San Francesco a Maiori e, a giugno 2016 a Gubbio, nella chiesa di San Francesco, su invito delle locali comunità. Il 1° luglio 2017 a San Vito Lo Capo (TP), nel giardino del Municipio, l’11 novembre 2017 a Morano Calabro, Auditorium “Massimo Troisi”, ed il 16 giugno 2018 a Maratea, Chiesa Maria SS: del Rosario, si è esibito su invito di quelle Amministrazioni in concerti appositamente preparati.
Ha partecipato a numerosi concerti organizzati dai Club Rotary ed Inner Wheel della città di Brindisi. Ha organizzato ed organizza concerti in occasione delle più importanti ricorrenze religiose ed in concomitanza con particolari eventi storici e culturali.
Il repertorio della corale, consolidato in diversi anni di attività, e sottoposto ad aggiornamenti ed estensioni continue, spazia dalla polifonia sacra alla musica operistica, al canto popolare.

Ufficio Stampa Amante

 

 
Di Antonio Mellone (del 10/02/2018 @ 12:33:22, in NohaBlog, linkato 1447 volte)

Onde fugare ogni dubbio, vi dico subito che la foto a corredo di queste note non è quella della discussione della mia tesi di laurea (quell’immagine non so manco dove sia andata a finire).

Potrebbe invece essere la prova lampante di quanto molti fra quelli che mi conoscono poi facciano carriera. Eh sì, visto che tra i personaggi che mi stringono  la mano – e che in precedenza, già che c’erano, m’avevano pure consegnato una medaglia d’oro - s’annoverano ben due ex-presidenti del Consiglio dei Ministri: vale a dire il defunto Giovanni Spadolini, già presidente del Senato e, in primo piano a destra, il prof. Mario Monti, ora senatore a vita (o forse a vite). Ma non è manco questo, benché sia vero eccome che (quasi) tutti quelli che mi conoscono prima o poi salgano a due a due i gradini della scala politico-sociale.

La verità è invece che in quel flash è impresso il momento in cui vengo espulso, ma con garbo (a certi livelli il politically correct è un must), non dal forum Ambrosetti di Villa d’Este che si tiene annualmente a Cernobbio (quella riunione al confronto di quest’altra è un posto da sfigati), ma addirittura dal club Bilderberg, del quale un tempo – lo confesso - facevo parte anch’io in qualità di osservatore (Osservatore Nohano, per la precisione).

Perché mi abbiano defenestrato è presto detto.

Intanto perché vado dicendo in giro che non mi garbano punto i conciliaboli nei quali si riuniscono “nel massimo riserbo”, “a porte chiuse”, “in maniera informale” e con misure di sicurezza da zona rossa, istituzioni, potere economico, esponenti politici e alcune personalità del giornalismo, per l’occasione caldamente invitate al silenzio (come sia possibile professionalmente accettare di assistere a eventi simili senza scrivere una riga resta un mistero).

Ma ci sono, ovviamente, innumerevoli altri motivi, tipo il mio brutto vizio di canzonare il potere, quello di dire la verità (che per definizione taglia, separa, irrita e mette a disagio), quello di porre domande, quello di non uniformarmi al Pensiero Unico e, non ultimo, quello di essere troppo “complottista” per i loro gusti raffinati.

E’ inutile aggiungere che dà fastidio ai vari forum neo-oligarchici il fatto che io non sopporti la religione del neo-liberismo, la crescita sine fine dicentes (ché piuttosto sarei per la Decrescita teorizzata da Latouche), la violenza deliberata nei consigli di amministrazione di certe aziende o di certi consigli dei ministri (o regionali o comunali) che prima o poi arriva alla base sotto forma di manganelli a gambe spalle e cranio, minori diritti per i più, cioè neo-feudalesimo, maggior “flessibilità” (leggi “precarietà”), scempio del territorio, sacrilegio di storia e geografia locali, e dunque distruzione delle identità culturali. Per non parlare dei mantra ripetuti a pappagallo sulla necessità delle grandi opere (meglio ancora se dannose e inutili), dell’aberrazione della competitività assoluta (assurta a dogma di ogni trattato di economia), della scemenza economica dei finanziamenti a cani e porci (gasdotti inclusi, tanto poi in fondo quando arriva il conto da pagare ci sarà il bail-in: indovinate chi paga), dell’orrore dell’aziendalizzazione di scuola e università (che dunque non potranno più essere luoghi del sapere, della formazione e della ricerca di base o pura, ma altro da questo), del fanatismo sulla presunta superiorità del libero mercato (che per la verità tanto libero non è), dell’ideologia delle privatizzazioni anche delle attività strategiche di uno Stato (il solito iper-capitalismo che si traduce nell’annientamento della sovranità che dovrebbe appartenere al popolo), della trasformazione delle persone in massa di consumatori (una vera e propria mutazione antropologica della nostra umanità), della voglia di riformare la Costituzione a ogni legislatura (sì da renderla possibilmente più autoritaria e dunque meno democratica in nome della cosiddetta “governabilità”), infine della voglia di imbavagliare il libero pensiero (che, oltre a essere critico, per definizione suggerisce sempre l’esistenza di alternative).   

Tutto questo pensavo mentre uscivo per l’ultima volta dalla conferenza Bilderberg per andare a prendere un caffè nel bar di un grande centro commerciale.

Ovviamente scherzo. Nel senso che, in vita mia, non ho mai preso un caffè in un centro commerciale.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 14/03/2020 @ 12:26:30, in Comunicato Stampa, linkato 706 volte)

La difficile situazione sanitaria in Italia e nel mondo ci obbliga ad attenerci alle regole di sicurezza e prevenzione studiate ad hoc per contrastare la diffusione del Covid-19. Il conseguente blocco totale di tutte le attività e forme di aggregazione non poteva non colpire il mondo dello sport, in cui la pallavolo è stata la precorritrice, sospendendo per prima tutti i campionati organizzati dalla FIPAV.

Misure più stringenti poi sono state applicate dalla maggior parte delle società, tra cui Salento Best Volley, che ha annullato ogni forma di allenamento sia pur prevista in forme limitative dalle norme legislative.

Ora l’imperativo è rimanere in casa azzerando quasi del tutto la vita sociale: tutto ciò sta comportando una rivoluzione nelle nostre abitudini difficile da accettare e che potrebbe comportare un assorbimento di emotività negative.

La mancanza di impegni scolastici, seppur surrogati in alcuni casi dalla didattica a distanza, e di attività di svago e sport, penalizzano i nostri giovani che comunque sono stati edotti, responsabilmente, dalle famiglie sulla gravità della situazione.

Con un ottimismo tipico della freschezza mentale giovanile ecco allora nascere, spontaneamente, una marea di iniziative che la rete fa prolificare in modo esponenziale. E’ il caso dell’hashtag #iorestoacasa che imperversa sui social network ed è stato rilanciato anche dal ministro per i Beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini.

Mai come oggi tale iniziativa è volutamente ridondante per la finalità che si propone nelle sue varie formulazioni, sintetizzando il provvedimento governativo di rimanere in casa e diventando una campagna di sensibilizzazione sociale.

Anche Salento Best Volley si allinea con tutti i suoi atleti e propone al settore giovanile un’iniziativa: vedere il mondo da un’angolazione diversa.

Un’idea che ci espone la nostra dirigente Zaira Gemma che così la illustra:” La vita tutti insieme sul divano è bella ma alla fine ci si stanca. E’ vero si studia con tempi dilatati, si dà una mano a sistemare le camerette, ci si tiene in movimento per non perdere la forma fisica come consigliato dagli allenatori, ma poi ci si annoia. Ed allora diciamolo con una storia o con un disegno come trascorriamo il nostro tempo dopo aver stravolto le abitudini. Condividiamo insieme il mondo visto da una prospettiva diversa taggando le vostre storie su INSTAGRAM @ s.b.v. olimpia o sulla pagina Facebook @ Salento Best Volley”. 

Per noi intrisi di pallavolo sarà dura ma dobbiamo resistere; tra poco tornerà tutto alla normalità e ricominceremo a giocare!

Il nostro sport ci insegna che per fare punti bisogna attaccare; ora è il momento di mettersi tutti “in difesa”.

Il nostro sport ci insegna che dobbiamo essere sempre mobili e rapidi negli spostamenti; ora è il momento di stare fermi, il più possibile.

Il nostro sport ci abitua ad usare con sapiente tecnica le mani; ora è il momento di usare” la testa” (le mani laviamocele con frequenza ed accuratamente).

Vinceremo anche questa, come sempre con compattezza e spirito di squadra. Contiamo su di voi: siete l’orgoglio di Salento Best Volley.

 

AREA COMUNICAZIONE

SBV OLIMPIA GALATINA

 
Di Redazione (del 08/12/2023 @ 12:21:41, in Comunicato Stampa, linkato 195 volte)

Martedì 28 novembre 2023, presso l'auditorium dell'Istituto "Laporta/Falcone-Borsellino" di Galatina, ha avuto luogo un interessante Convegno dedicato alle future prospettive energetiche del Salento, con l'obiettivo di individuare il giusto equilibrio tra la tutela ambientale e lo sviluppo economico del territorio.

Il seminario ha coinvolto le classi 4^ e 5^ degli indirizzi MANUTENZIONE E ASSISTENZA TECNICA e TECNOLOGICO-INFORMATICO, che hanno avuto l'opportunità di ascoltare gli interventi di prestigiosi relatori.

Dopo i saluti istituzionali affidati al Dirigente Scolastico Prof. Andrea Valerini, sono intervenuti il Dott. Antonio Donateo ricercatore del CNR-ISAC Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima, il Dott. Marcello Seclì referente di Italia Nostra ed, infine, il Dott. Silvio Maselli dell'azienda Hope SRL operante nel settore delle energie rinnovabili.

Per tutti gli studenti presenti, in perfetta aderenza al proprio piano di studi, l'attività formativa sarà certificata come alternanza scuola-lavoro e sarà annotata nel curriculum dello studente, anche ai fini dell'orientamento post-diploma come previsto dalle recenti Linee Guida Ministeriali.

Il Polo Tecnico-Professionale di Galatina, anche grazie ad appuntamenti come questo, punta ad ampliare sempre più la propria offerta formativa, nell'ottica di un costante dialogo con le realtà culturali ed imprenditoriali che operano sul territorio.

I.I.S.S. "Laporta/Falcone-Borsellino" - Galatina 

 
Di Albino Campa (del 23/02/2012 @ 12:21:31, in Comunicato Stampa, linkato 2644 volte)
“La storia siamo noi” recita una nota canzone di De Gregori. Questo il principio guida della Dr.ssa Angela Beccarisi, da anni impegnata nella riscoperta del territorio, nel tentativo di ridimensionare la sottovalutata importanza delle sue infinite ricchezze culturali. In quest’ottica si comprende il rilievo del suo primo lavoro, fresco di stampa, Nel segno della stella a sedici punte. Sotto la sua scia, scopriremo le intriganti vicende della famiglia del Balzo, nella terra di San Pietro in Galatina. “L'opera non sta mai da sola, è sempre un rapporto. Per cominciare: almeno un rapporto con un'altra opera d’arte”, scrive R. Longhi (Paragione, 1950). Questo postulato squisitamente longhiano è una pietra miliare per chi studia Storia dell'arte. Ed è stato lo strumento di ricerca principale per questa pubblicazione, edita da Editrice Salentina, Galatina, 2012. In essa Angela Beccarisi analizza magistralmente il ruolo determinante di Raimondo del Balzo (+1375), I conte di Soleto e gran camerlengo del Regno di Napoli, nella terra di San Pietro in Galatina. Più fortunato presso le cronache fu il pronipote, Raimondo Orsini del Balzo, committente della famosa basilica di Santa Caterina d'Alessandria, i cui lavori di edificazione furono intrapresi nel 1385.
Nella sua meticolosa ricerca, l’autrice ripropone all’attenzione documenti importanti che rivelano l’esistenza di una chiesa, intitolata alla santa alessandrina, preesistente a quella edificata nel 1385. Seguendo la stella dei del Balzo, come ci suggerisce il titolo, riusciremo a comprendere gli intricati sviluppi che sono alla base di queste complesse vicende.
Nel segno della stella a sedici punte, sarà presentato sabato 25 febbraio 2012, ore 18.30, presso la “Sala Pollio” della Chiesa di San Biagio, via Vallone, Galatina (Le). Introdurranno l’autrice: Don Pietro Mele (docente di Teologia dogmatica) e Daniela Bardoscia (scrittrice).
 
Di Albino Campa (del 17/09/2017 @ 12:06:57, in NoiAmbiente, linkato 2435 volte)
 
Di Redazione (del 03/06/2017 @ 12:05:50, in Comunicato Stampa, linkato 1424 volte)

Il giorno 29 maggio 2017, in Galatina, presso la Sala Convegni dell’ Hotel Baldi, Le sottoscritte associazioni culturali e movimenti concordano e pattuiscono quanto segue:

È in fase di costituzione un nuovo soggetto di secondo livello che raggruppa le associazioni e movimenti anzidetti aventi finalità affini, e sono:

la Proloco di Galatina, Archeoclub Galatina, Club Unesco Galatina, l’Osservatorio Tecnico Galatinese, Italia Nostra sez. Sud Salento, l’ Associazione Galatina Arte Storia Cultura, il Movimento del Risveglio del Centro (nel quale si riuniscono operatori, residenti e cittadini sostenitori), e le altre associazioni che si riconoscono in questi principi e vorranno aderire in seguito a questo coordinamento. Il nome di detto soggetto è in fase di definizione.

Lo scopo di tale Rete è: tutela, salvaguardia, decoro, valorizzazione promozione, studio, ricerca e fruizione dei beni materiali e immateriali del Centro Antico di Galatina.  Dette finalità si ritiene che possano essere meglio e più efficacemente raggiunte da questo soggetto in fase di costituzione.

L’azione si estrinseca e si concretizza con iniziative finalizzate all’ accrescimento di una cultura della legalità, del senso civico, della solidarietà, del rispetto del bene comune, rafforzando l’identità della comunità, il senso di appartenenza del singolo, studiando e riscoprendo le proprie radici al fine di elevare la coscienza collettiva a un nuovo modo etico di vivere.

Il coordinamento delle varie iniziative è di volta in volta curato dal movimento o associazione proponente. L’utilizzo del nome della Rete è previsto sempre e soltanto se autorizzato dalla maggioranza delle associazioni e dei movimenti aderenti con precisazione ove richiesto, di coloro che si astengono. Il logo del soggetto è in fase di definizione.

Letto approvato e sottoscritto

Ciò premesso, riteniamo che la coscienza civica dei cittadini Galatinesi é ormai matura per una nuova consapevolezza del bene comune, tralasciando quindi le visioni o gli interessi di pochi. Con questo spirito i cittadini prima e le associazioni che aderiscono a questa Rete poi, hanno collaborato con la gestione commissariale e intendono farlo anche con la futura amministrazione comunale che si insedierà a breve. Teniamo a segnalare il D.L. 20 febbraio 2017 N.14 cui far riferimento per i problemi di decoro urbano, per i relativi provvedimenti sanzionatori e di prevenzione. Segnaliamo l'urgenza di intervenire sui problemi di parcheggio selvaggio e della velocità sostenuta nel perimetro del Centro Antico, nonché di applicare le norme del codice della strada relativamente alla sosta. Proponiamo di ridurre il limite di velocità a 20km orari all’interno del perimetro Antico  e di eliminare totalmente i parcheggi in Piazza San Pietro (eccezion fatta per i disabili), in modo da restituire la Piazza ad una vivibilità, fruibilità,  decoro e bellezza che da sempre le appartengono. Certi che questo spirito che anima Cittadini, Operatori e la Rete associativa, possa essere lo stesso che anima l'azione politica e amministrativa presente e futura... invitiamo le istituzioni tutte a condividere un percorso comune.

Firmato

Il Coordinamento Associativo per il Centro Antico

 

Il Comune di Galatina ha partecipato al bando sulla Rigenerazione urbana promosso dal Ministero dell’Interno (D.M. 2 aprile 2021), che prevede l’erogazione per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale.

“Nelle scorse settimane il lavoro in sinergia di amministrazione, uffici e tecnici incaricati, ha permesso di definire e presentare più progetti per la riqualificazione di tre importanti luoghi della nostra Città” hanno dichiarato il Sindaco Marcello Amante e l’Assessore ai lavori pubblici Loredana Tundo. Luoghi che si identificano nel Piazzale della Stazione e corso Re D’Italia, Villa dei Bersaglieri, Villa Falcone e Borsellino e un’area verde in Via Collepasso a Noha.

“Il piazzale della stazione, il corso Re d’Italia e le aree attigue dovranno tornare ad avere la funzione di porta d’accesso alla città di Galatina, nell’ottica di essere polo delle relazioni culturali, commerciali e turistiche. La visione complessiva dell'intervento è anche quella di connettere il nodo della stazione ferroviaria con il centro della città di Galatina, per questo motivo si immagina oltre al completo restyling del percorso promiscuo di via Re d’Italia anche la connessione con il centro storico e con il nuovo polo dei servizi a sud della città attraverso una sede ciclabile esclusiva lungo Corso di porta Luce sino all'ex tribunale, futura sede degli uffici comunali” ha aggiunto il Sindaco Amante.

“La partecipazione a questo bando ministeriale è solo uno dei numerosi passi che la Città di Galatina sta facendo sulla strada della rigenerazione urbana e sulla riprogettazione, lungimirante e sostenibile, dei propri spazi e del proprio ambiente, portata avanti attraverso la ricerca di fonti di finanziamento esterne. Lo strumento, che permetterà di poter progettare ed accedere a tutto ciò che il panorama dei finanziamenti si aprirà a breve, è il Documento Programmatico Rigenerazione Urbana, che abbiamo portato ed approvato in consiglio comunale lo scorso giugno. Tutti questi passaggi testimoniano come la nostra Amministrazione crede nella valorizzazione del proprio territorio, il quale, oltre che tutelato e conservato, deve essere riportato al centro della vita della sua Comunità” ha concluso l’Assessore Tundo.

Ufficio stampa Marcello Amante
sindaco di Galatina 

 
Di Marcello D'Acquarica (del 21/08/2017 @ 11:40:05, in I Beni Culturali, linkato 1856 volte)

Negli antichi edifici i nostri mastri costruttori, per le parti importanti come gli angoli oppure i pilastri e le architravi delle porte, usavano selezionare delle pietre particolarmente forti e di pregio. La costruzione al n. 17 di via San Michele, pur essendo una casa semplice, non di pregio, mostra pietre di dimensioni e importanza evidentemente sproporzionate rispetto all'uso per cui mostrano di essere state posizionate. Ma queste sono mura secolari e tante sono le vicende che hanno visto e accolto, a volte di miseria altre di sofferenza, altre ancora di gioia. E’ la vita.

Siamo in una profonda e sottilissima appendice del centro antico di Noha. Quante persone abbiamo visto uscire o scomparirvi al rientro nelle buie sere d'inverno, in questo vicolo chiuso e dall’aria impenetrabile. Sembrava uno spazio proibito ai molti, tanto trasudava mistero.

Eppure, a screditare questa sensazione inquietante, al fondo della timida piazzetta di pochi metri quadrati, c'era addirittura una chiesa dedicata a San Michele Arcangelo. Seppur sbiadito e appena percettibile, il nostro Angelo protettore è ancora lì e mostra imperterrito la sua lancia puntata verso l'alto. 

In un lato dell'antica architrave è invece ben visibile il sigillo che il maestro costruttore pose nell'Anno del Signore 1779.

Forse i nostri ospiti non hanno manco notato l’antico cavaliere alato, in singolar tenzone contro il maligno che da lungi attanaglia le vite di una moltitudine di anime. O forse avendone capito l’importanza, stanno valorizzandone lo spazio, vivendolo finalmente.

Ora è piacevole rivederla viva e popolata, non la chiesetta antica, chiusa e stravolta per sempre da una moltitudine di successioni, ma l'antica piazzetta antistante il Sacro Portale. Rallegra il cuore vedere che nuovi abitanti ne colmano lo spazio con la loro vita.  Seppur in un disordine poco ragguardevole, è sempre meglio che vederla in totale abbandono come accade, ahimè, a molti altri nostri Beni culturali. Che a questo punto si spera, visto che non ce ne prendiamo cura da tempo, verranno valorizzati dai nostri giovani ospiti venuti da lontano.

Marcello D’Acquarica

 
Di Marcello D'Acquarica (del 05/06/2013 @ 11:40:00, in NohaBlog, linkato 3992 volte)

Alessio Ingusci un piccolo OsservatoreQuando si parla di un argomento, uno qualsiasi, ascolto con attenzione prima di esprimere il mio parere. Se però l’argomento è il disegno, l’antenna telescopica della mia attenzione si proietta come il periscopio di un sommergibile che scruta l'orizzonte, in cerca della meta da raggiungere. Oggi sono a casa di Mauro, il papà di Alessio, che con evidente orgoglio, mi racconta della premiazione del suo bambino per un disegno scelto a scuola, l’Istituto Comprensivo Polo 2 di Galatina e Noha, avvenuto a Lecce presso l'Hotel Tiziano, il 31 Maggio. Il concorso, denominato “Lo scrivo io”, a cui hanno partecipato molti studenti della provincia di Lecce, è stato indetto dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Non faccio nemmeno in tempo ad abbozzare il desiderio di vedere quel disegno che Mauro sparisce nella stanza affianco per riapparire con una valanga di pagine colorate. A parte la mia esperienza quarantennale nel disegno, ho visto molti bambini, fra cui i miei due figli, crescere con il loro modo di disegnare. Oltre alla parola, il disegno è uno dei primi metodi di comunicazione. Infatti un bambino, appena è in grado di tenere in pugno una matita, inizia a compiacersi dei suoi “geroglifici” che con il passare del tempo prendono forma. Osservando le opere di Alessio mi rendo conto di avere fra le mani qualcosa di diverso dal solito. Alcuni suoi lavori esprimono la normale espressività di forme e figure tipiche dei bambini della sua età, come per esempio, il villaggio Maya, dove la rappresentazione topografica del fiume e di alcune scene di vita quotidiana spiana la vista isometrica del tempio. Forme che con il raffinarsi della tecnica e con l’avanzamento nei corsi di studio cambiano generalmente allo stesso modo quasi per tutti. Ma qui noto una capacità libera e straordinaria di entrare nel disegno prospettico che sicuramente Alessio non può avere acquisito da regole o insegnamenti che fanno parte di programmi scolastici ancora a divenire. Alessio è in grado di intercalare nello spazio del suo disegno strutture dislocate in varie angolazioni mantenendo alto il livello del buon gusto visivo. Per rendersene conto, basta osservare la piazza con lo sfondo della cupola di San Pietro che lui ricorda (senza l’ausilio di foto) da una sua recente gita a Roma. Una capacità evidentemente innata in lui poiché, io stesso dovendo impegnarmi in cose del genere, dovrei necessariamente ricorrere a regole e trucchi acquisiti con l’esperienza del mio lavoro, naturalmente dopo la maturità tecnica. Quindi Alessio ci dimostra di essere un concentrato di attenzione, oltre che di maestria del disegno. Sicuramente ha un alto spirito di osservazione che lui, ovviamente, non gestisce con la ragione ma estrapola liberamente dal suo animo con la leggerezza di chi vede e sente con il cuore. E’ chiaro che Alessio in questo momento dell’età, attraverso i disegni che fa di sua libera iniziativa, ci racconta dei suoi sogni di bambino. Ma è probabile che con il passare del tempo diventerà comunicazione pura e forma espressiva dei suoi pensieri. Lo spirito di osservazione è la base necessaria per costruire un qualsiasi progetto, nel bene e nel male. Se non siamo capaci di osservare non saremo mai in grado di decidere cosa fare. E se non lo facciamo noi ci sarà sempre qualcuno pronto a prendere e pretendere di dominare sulla nostra stessa libertà. I risultati sono evidenti ovunque, Noha compresa, ma questa è un'altra storia. Quindi Alessio è un “osservatore”, come me, uno che osserva e disegna. A questo punto non mi resta che proporgli di “osservare” Noha. E così prendo dalla mia borsa una copia del Catalogo dei Beni culturali di Noha pensando di fargli un gradito regalo. Alla vista del libro la sua sorpresa è grande. Fino a questo momento il nostro dialogo è stato distratto e discontinuo, sono stato io a tenere “vincolata” la sua attenzione. Ma appena aperto il libro sulle pagine dei disegni delle nostre Chiese, delle masserie, delle casette, della Casa rossa, del Castello, della Torre, della Trozza, della pianta di Noha, della masseria Colabaldi, ecc. Alessio sbarra i suoi grandi occhi scuri. Anche se non lo fa con le mani (educatamente ferme), sento le pagine scivolarmi sotto le dita, mosse certamente dal suo forte desiderio di ammirazione per i disegni a colori che si susseguono nelle pagine del Catalogo. Quasi me lo strappa dalle mani per immergersi in quelle pagine che lo attraggono visibilmente. Ora Alessio è sereno, sta certamente elaborando nella sua mente altri progetti da disegnare sui fogli di carta che in casa abbondano. Forse si è aperta una nuova vena preziosa in questa miniera di tesori che è Noha con i suoi valori e i suoi beni.

Auguri Alessio, per la tua passione e per il tuo futuro di giovane Osservatore Nohano.

Marcello D’Acquarica

Alessio Ingusci un piccolo OsservatoreAlessio Ingusci un piccolo OsservatoreAlessio Ingusci un piccolo Osservatore

 
Di Dante De Ronzi (del 02/05/2019 @ 11:36:02, in Lettere al direttore, linkato 1335 volte)

Egr. Direttore,

con sofferenza abbiamo deciso di pubblicare la presente ritenendo questa la strada più pacifica e più democratica per risolvere un annoso problema che diversamente dovrà' trovare soluzione in altre  sedi.

Il tema è parcheggio selvaggio nel centro antico e non solo…

Dopo infiniti solleciti verbali sulla questione effettuati a chi di competenza, abbiamo voluto dare una svolta diffidando a mezzo di un legale i due cittadini direttamente interessati su un caso specifico che desta particolare attenzione per i gravi rischi di incendio connessi.

Nello stesso tempo abbiamo  informato e chiesto di intervenire alle autorità locali.

Non avendo quanto innanzi sortito alcun effetto siamo passati a “Segnalare” con PEC certificate indirizzate direttamente al Comandante della Polizia Locale la situazione da far west esistente evidenziando la stessa con documentazione fotografica.

Siamo alla quarta PEC inoltrate in data il 28/04, il 29/04, il 30/04 documentabili ed il 01/05/2019  della quale vi alleghiamo copia, ed ancora il problema persiste.

Una considerazione finale.

La popolazione del centro antico in questi anni si è trasformata completamente arricchendosi di presenze  italiane e straniere di straordinaria cultura e sensibilità.

Siamo passati gradualmente da una aristocrazia terriera ad una aristocrazia culturale composta da medici, avvocati, magistrati, giornalisti, manager, ingegneri, architetti, designer, scenografi, artisti, musicisti ,ricercatori, operatori culturali, letterati ed dal popolo in generale appassionato della città dei quali dovremmo esserne fieri.

Certi abusi, certe umiliazioni queste persone e più in generale Galatina Civile non le tollera più. Nell’era digitale il mondo ci guarda !

 

Dante De Ronzi

Alessio Filieri

 
Di Andrea Coccioli (del 08/02/2015 @ 11:35:21, in Comunicato Stampa, linkato 2157 volte)

E’ giunto al nono anno consecutivo il Progetto “Educazione alla Legalità, organizzato dall'Amministrazione Comunale di Galatina, in collaborazione con tutte le Scuole di Galatina, e tenuto dall'avv. Paolo De Pasquale, in qualità di esperto.

Le principali finalità che ci si propone di perseguire sono: Formazione del cittadino; Educare alla legalità; Educare alla convivenza civile ed alla cittadinanza attiva; Maturare la consapevolezza che la norma è codificazione di valori sociali; Favorire l'inclusione sociale e Tutelare la condizione giovanile; Sviluppare/rafforzare la fiducia nelle Istituzioni; Comprendere il ruolo dell'individuo nella comunità sociale; Prevenire il disagio e le devianze giovanili; Sviluppare il senso etico e capire l'importanza dei valori ai quali ispirare i propri comportamenti; Favorire l'alleanza educativa.

Mentre, i maggiori contenuti dell’offerta formativa sono i seguenti: Principi di libertà, democrazia ed uguaglianza; Diritti e doveri dell’uomo; Norma giuridica e norma sociale: significato e differenze; Costituzione Italiana; Fiducia nelle Istituzioni; Cittadinanza attiva e Democrazia partecipata; Il comportamento deviante (compresa la violenza di genere, ad es.: Stalking, ecc.); Devianza e criminalità minorile; Bullismo, banda e cyberbullismo; Droga, alcoolismo e tabagismo; Gioco d’azzardo; Lotta alle mafie; Analisi delle cause sociologiche e psicologiche della devianza; Dinamiche emotive e socio-psico-relazionali; Competenza conflittuale; Problematiche preadolescenziali e adolescenziali; Orientamento e mediazione; Pari opportunità; Corretto rapporto con i mezzi di comunicazione, intrattenimento e nuove tecnologie; Navigare sicuri in internet; Valore e rispetto della privacy; Gestione del disagio e suo impatto sulla salute del cittadino; Pari opportunità ed inclusione sociale; Educazione ambientale ed al rispetto dei beni culturali; Educazione stradale; Cittadinanza Europea.

Il tutto, ovviamente, con delle metodologie didattiche e strategie di apprendimento innovative.

Negli scorsi anni scolastici, gli incontri hanno visto la partecipazione attiva e propositiva dei docenti, e soprattutto l'impegno dei ragazzi, che con estro ed entusiasmo hanno preso parte alla discussione, evidenziando una notevole attenzione ed un forte interesse per gli argomenti affrontati, esprimendo sempre le loro idee ed opinioni, senza timore di generare una vivace e sincera discussione.

Da ciò si evince, che gli adolescenti hanno una singolare esigenza di apprendere gli argomenti concernenti la legalità, tant'è che è proprio la loro conoscenza che fa accrescere la sensibilità verso gli stessi. Questo, a conferma dell'importanza di veicolare l'informazione e favorire il senso critico, per prevenire ed arginare il fenomeno della delinquenza minorile e del disagio giovanile.

La Scuola, teatro privilegiato di conoscenza, è l'Istituzione più adatta a coltivare la cultura della Legalità, il rispetto dei diritti umani, l'esercizio della democrazia, per formare i ragazzi a divenire cittadini adulti, responsabili e solidali. Così come, il Comune, quale Ente Locale che rappresenta la propria Comunità e ne cura gli interessi è anche l'Istituzione più adatta per promuovere le politiche giovanili, nonché lo sviluppo civile, sociale, culturale ed economico del suo territorio, nell'ambito dei molteplici servizi in favore dei suoi cittadini.

La legalità - afferma un documento della CEI del 1991 - è «insieme rispetto e pratica delle leggi». Non solo rispetto di norme imposte dall'alto, ma pratica quotidiana di regole condivise.

Bisogna fare attenzione perché per noi tutti e per i giovani in particolare, le sole regole non bastano più. L'insegnamento più importante verso i giovani é quello della coerenza, della responsabilità,  dell'esempio.

Già Giovanni Paolo II, parlando a Napoli nel 1990, rilevava la grave crisi di legalità dell'Italia. «Non c'è chi non veda - disse - l'urgenza di un grande recupero di moralità personale e sociale, di legalità. Sì: urge un recupero di legalità».

Sono sempre più convinto che la legalità si fonda sull'uguaglianza.

«Non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo d'amare la legge è d'obbedirla. Posso solo dir loro che dovranno tenere in tale onore le leggi da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate». Sono parole di don Lorenzo Milani. Parole che anche a distanza di anni risuonano da monito per la nostra coscienza.

Dobbiamo essere consapevoli che non ci può essere legalità senza uguaglianza. La legalità passa dal comportamento virtuoso e corretto di ognuno di noi.

Come diceva Gandhi, ognuno deve diventare il cambiamento che vogliano vedere.

Assessore alle Politiche Giovanili

Ing. Andrea Coccioli

 
Di Marcello D'Acquarica (del 13/12/2014 @ 11:32:33, in NohaBlog, linkato 2733 volte)

Il 30 novembre è scaduto il termine di presentazione delle firme per far entrare Le Casiceddhre di Noha nella lista dei luoghi del cuore del FAI (Fondo Ambiente Italiano), un’associazione che si occupa di salvare, restaurare e aprire al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano.

Grazie all’impegno delle persone che ci hanno aiutato con le loro adesioni, abbiamo raggiunto il numero di firme necessarie per essere inserite nella lista. Sul sito del FAI, a oggi sono registrate 1130 firme, di cui 791 on-line.

(http://iluoghidelcuore.it/luoghi/lecce/galatina/le-casiceddhre-di-noha/5652).

Per queste ultime è stato di grande aiuto il Comitato del Monastero di San Nicola di Casole, il quale ha chiesto ai suoi visitatori di aderire al nostro progetto. La generosità e la cultura sono la linfa della nostra terra. Mancano al conteggio finale le firme raccolte a Noha durante i mesi di ottobre e novembre nelle attività commerciali di Noha. I risultati definitivi del censimento verranno resi pubblici entro marzo 2015. Quando il FAI aggiornerà i dati avremo un totale di 1688 firme, abbondantemente oltre il quorum delle 1000 firme richieste dal regolamento.

Il FAI stilerà una classifica in base al numero di segnalazioni pervenute; in questo momento le nostre Casiceddhre sono al 125° posto; inoltre così detta il Regolamento alle pagg. 2 e 3:

Il FAI invierà ai Sindaci territorialmente competenti, notizia dell'avvenuta segnalazione, indipendentemente dai voti ricevuti dai singoli luoghi, affinché conoscano il vivo interesse dei cittadini nei confronti dei beni sul loro territorio.Il FAI si impegna inoltre a intervenire su alcuni dei luoghi segnalati, attivandosi per promuovere sul territorio azioni di recupero, tutela e valorizzazione, anche attraverso la possibile erogazione di contributi per sostenere le iniziative promosse dai portatori di interesse. In particolare il FAI interverrà a favore dei primi tre luoghi maggiormente votati, secondo la classifica ufficiale pubblicata sul sito www.iluoqhidelcuore.it, sulla base di specifici progetti di azione. Inoltre la Fondazione, dopo la pubblicazione dei risultati, lancerà le Linee Guida per la definizione degli interventi, in base alle quali i proprietari, i concessionari, gli affidatari o i portatori di interesse dei Luoghi del Cuore che hanno ricevuto almeno 1.000 voti, secondo la classifica ufficiale, potranno presentare una richiesta di intervento diretto da parte della fondazione sulla base di specifici progetti d'azione. Una commissione interna, in collaborazione con le Direzioni Regionali del MiBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali e turismo), valuterà le domande pervenute e selezionerà i luoghi idonei a un intervento da parte del FAI.

Per approfondire:
http://iluoghidelcuore.it/assets/static/istituzionali/Regolamento_I_Luoghi_del_Cuore_2014.pdf

Augurando una buona sorte alle nostre Casiceddhre, ci impegniamo a tenerVi aggiornati sull’evoluzione di questo progetto  e, con il Vostro indispensabile aiuto, a ricominciarne di nuovi dedicati alla Torre del XIV secolo, alla Casa Rossa, al Frantoio ipogeo, alla Masseria Colabaldi, al Menhir di Epojoanna, alla Trozza, alla Torre dell’orologio, alle Tombe messapiche, alle nostre chiese, all’aria, alla terra, all’acqua e alla nostra stessa dignità.

Marcello D’Acquarica
 
Di Albino Campa (del 03/08/2012 @ 11:25:54, in Comunicato Stampa, linkato 2253 volte)

A pochi mesi dalla conclusione della campagna elettorale che ci ha visti protagonisti nella competizione per la guida amministrativa della Città, Galatina in Movimento, Galatina Altra, novaPolis e Movimento per il Rione Italia continuano la collaborazione per lo sviluppo e il rafforzamento di quel progetto condiviso per Galatina che ci ha uniti.
La decisione dei Movimenti, espressione della società civile, si colloca nel quadro di quell’idea per la città tendente alla cura ed allo sviluppo del territorio galatinese, prescindendo dal centralismo e dal condizionamento opprimente degli apparati di partito.
Un gruppo di liberi cittadini che, seppur provenienti da diverse identità culturali e percorsi politici, continuano ad essere convinti sostenitori di un nuovo modo di intendere e fare politica, rafforzati nel loro progetto dall’enorme sostegno ottenuto dalla città. La nostra può sembrare quasi una battaglia impossibile, tali idee ci trasformano in “Davide” contro i tanti “Golia” partitocratrici ma, a dispetto di ogni sondaggio e previsione, una moltitudine di donne e uomini galatinesi ci hanno dimostrato un'entusiasmante attenzione. L'osteggiamento di una strana e, politicamente, innaturale alleanza tra apparati partitocratici opposti ci ha fatto capire quanto pericolosa è considerata la nostra idea e come i partiti-apparati siano disposti a tutto pur di salvaguardare i loro feudi, posti seriamente a rischio.
Un’idea fuori dagli schemi è la ricchezza della nostra proposta, fondata sulla soluzione di problemi reali quali il lavoro, la salute, lo sviluppo, il tutto finalizzato a restituire alla città di Galatina l’importanza che le spetta.
Su tali presupposti i Movimenti proseguono il confronto costruttivo per un'intesa su progetti comuni e, scevri da ogni pregiudizio politico e culturale, concordano sull'urgente necessità di recuperare quei valori etici dimenticati dalla partitocrazia, affinché imprimano un'inversione di rotta in immagine ed obiettivi nell'azione politica per la città.
Nei nostri propositi non c’era e non c’è l'intento di realizzare un “cartello elettorale”, intendiamo proseguire la nostra azione e gettare le basi per la creazione di una piattaforma di valori democratici ed etici condivisi.
I cittadini di Galatina sollecitano il ritorno ad una gestione decente della cosa pubblica che faccia finalmente sentire agli stessi l'orgoglio di essere galatinesi.
Al Consigliere Comunale Dott. Marcello Amante, nostra espressione, il compito di rappresentare le nostre idee e proposte all’interno delle istituzioni.
Il confronto nasce fra i quattro Movimenti ma è aperto principalmente a quanti vorranno condividerne gli obiettivi, partecipando a pieno titolo allo sviluppo del progetto.

 

 
Di Albino Campa (del 07/12/2010 @ 11:05:57, in Comunicato Stampa, linkato 3400 volte)

L’intestata Associazione ha organizzato, nella sala Celestino Contaldo presso il Palazzo della Cultura “Zeffirino Rizzelli – Galatina, per il prossimo 10 Dicembre, un incontro, aperto alla cittadinanza e patrocinato dal Comune di Galatina, per la presentazione di “ABCDONNA”, il mensile declinato al femminile – incontro sul tema: “DonnArte, oltre i confini del Salento”.

L’Associazione intende promuovere dibattiti pubblici, incontri, conferenze, manifestazioni sociali e culturali, coinvolgendo le varie Associazioni e Aziende, pubbliche e private, per dare spazio a quanti, professionisti del territorio di riferimento, attraverso il proprio impegno, sacrificio, dedizione e costanza, hanno saputo valorizzare la propria terra.

E proprio in tale direzione essa propone, come primo evento di una serie, la presentazione della suddetta rivista, prodotto editoriale locale che è pensato e realizzato da donne per le donne, poiché tante sono le donne salentine che si impegnano in diversi settori o che conducono delle vite straordinarie, che si sono impegnate nel lavoro o che hanno scelto di dedicare attenzione ad altro: ognuna di loro avrà modo di raccontarsi.

Saranno presenti il Presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, l’assessore alle Politiche sociali della Provincia di Lecce, Filomena D'Antini Solero, la Consigliera delle pari opportunità, Serenella Molendini, il Sindaco di Galatina, Giancarlo Coluccia, il Vicesindaco con delega alle Politiche Sociali - Pari Opportunità, Pasqualina Maria Villani.

L’incontro avrà inizio alle ore 17.00 del 10 Dicembre c.a..


    Il Vice Presidente A.E.C. per la Regione Puglia
    E Presidente A.E.C per la Provincia di Lecce
Avv. Valentina Castorina

 

Per eventuali ulteriori informazioni:

Avv. Valentina Castorina

Via Piemonte, 6 – LECCE

Corso D’Enghen, 41 – GALATINA

valentinacastorina@inwind.it   

Tel. 0832.242851

Fax 0832.331464

Cel 349.0697795

Con il Patrocinio del Comune di Galatina

 

Dall'ultimo Report dei tumori di Asl - Lecce 2021, comprendente il periodo che va dal 2013 al 2017, in provincia di Lecce, rispetto alla media regionale, il primo dato che balza all’occhio è l’eccessiva incidenza del tumore al polmone (+24%):

le aree maggiormente colpite sono quelle servite dai distretti sanitari di Galatina e Gagliano del Capo.

Nel frattempo il Salento, senza nessun piano programmato, rischia di diventare il Far West per siti di trattamento di rifiuti per mezza Italia.

 

 

La proposta di un impianto di trattamento dei rifiuti speciali a Santa Barbara (Galatina - Le), per una capacità di trattamento, secondo il progetto iniziale, di 90.000 tonnellate/anno, è solo l’ultima di una nutrita serie di proposte di impianti per il trattamento di rifiuti speciali e pericolosi, che presentano un’anomala e inquietante concentrazione nella Provincia di Lecce ed in particolare nel comprensorio Galatina-Galatone e comuni vicini.

Riportiamo qui un elenco non esaustivo di tali insediamenti:

  • Colacem. Gruppo Financo, terzo produttore e distributore di cemento in Italia, con dodici unità produttive tra cui Galatina (dove è in funzione con varie forme societarie dal 1953). Nel 2012 l’Agenzia europea dell’ambiente inseriva la società al 586° posto in Europa tra le industrie a maggiore impatto ambientale e sanitario. La società è autorizzata al recupero di rifiuti per 408.800 tonnellate/anno.
  • Entosal, Galatina-Santa Barbara. Impianto già autorizzato nel 2010, che ha di recente chiesto l’autorizzazione allo smaltimento di 90.000 tonnellate/anno di rifiuti speciali anche pericolosi, con l’obiettivo aziendale dichiarato di fungere da punto di riferimento di gestione dei rifiuti dentro e fuori la Puglia.
  • Salento Riciclo, Galatina, S.P. 47 Galatone-Galatina. Impianto per il trattamento di rifiuti speciali autorizzato nel 2020 per una quantità 27.000 tonnellate annue. Esempio emblematico della gestione delle pratiche ambientali da parte della Provincia di Lecce: la richiesta di autorizzazione, presentata in origine per il trattamento di rifiuti urbani ma che incontrava vincoli normativi a causa della carente distanza di sicurezza dalla popolazione, è stata “convertita” in corso d’opera in autorizzazione al trattamento di rifiuti speciali.
  • Cave Marra Ecologia, Galatone, S.P. n° 47 Galatone - Galatina. Gestisce un impianto di recupero e smaltimento rifiuti urbani e speciali, con stazione di trasferenza per forsu, autorizzato dalla Provincia di Lecce nel 2010 con rinnovo nel 2020 per una quantità di circa 4800 tonnellate/anno di rifiuti speciali, più una stazione di trasferenza da 10.400 tonnellate annue (di cui nel 2022 si è richiesto il raddoppio), più circa 2000 tonnellate/annue di rifiuti urbani assimilabili.
  • Cave Marra Ecologia, Zona Industriale Nardò-Galatone. La stessa Società è autorizzata all’esercizio di un secondo impianto di recupero rifiuti speciali, autorizzato dalla Provincia di Lecce nel 2018, per un totale complessivo di 2.000 tonnellate annue, di cui recentemente è stato richiesto un potenziamento.
  • Ecom S.A. Galatina. La Società è stata autorizzata recentemente a compostare scarti ligneo-cellulosici per un totale di 75.000 tonnellate/anno.
  • Ambiente e Riciclo, Galatina, S.P. 47. Autorizzata dalla Provincia al trattamento di rifiuti speciali derivanti da costruzioni e demolizioni per circa 35.000 tonnellate/anno, con voltura dalla Società Salento Riciclo.
  • Progest, Galatone, Zona Industriale Galatone-Nardò. Autorizzata nel 2017 al trattamento di rifiuti urbani e speciali, ha richiesto di recente un potenziamento delle capacità trattate di rifiuti urbani e speciali per circa 39.000 tonnellate annue.
  • Bianco Igiene Ambientale, Zona Industriale Galatone-Nardò. La società è stata recentemente autorizzata a gestire rifiuti speciali con stazione di trasferenza per circa 68.000 tonnellate annue.

Da questi dati derivano alcune importanti considerazioni:

  1. Nella Provincia di Lecce ed in Puglia in generale è saltato qualunque tentativo di attuare una razionalizzazione nella gestione dei rifiuti, in attuazione dei principi comunitari e nazionali di “autosufficienza” (in ogni bacino si dovrebbe tendere ad un sostanziale equilibrio tra produzione e capacità di trattamento dei rifiuti, riducendo le importazioni e le esportazioni dei rifiuti stessi), e di “prossimità” (ogni rifiuto va trattato nell’impianto più vicino, evitando il più possibile i trasferimenti);
  2. La disapplicazione sostanziale da parte della Provincia dei compiti di localizzazione degli impianti, previsti dal D.Lgs. 152/06, ed il recente Piano dei Rifiuti Speciali della Regione a maglie larghe, che ratifica la situazione esistente rinunciando ad ogni razionalizzazione degli impianti di trattamento, stanno causando una generale deregolamentazione nel settore, che ostacola la tracciabilità dei rifiuti ed agevola traffici illeciti;
  3. La tendenza a proporre (ed approvare) impianti in cui si trattano indifferentemente rifiuti urbani, come la forsu, e rifiuti speciali anche pericolosi, oltre che in contrasto con la normativa di settore (vietato miscelare rifiuti pericolosi aventi differenti caratteristiche di pericolosità ovvero rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi, ai sensi dell’art. 187 D.Lgs. 152/2006) contribuisce alla perdita della tracciabilità dei rifiuti e apre la strada alle illegalità.

Per sottolineare la gravità del fenomeno in corso e la necessità di un deciso cambio di rotta da parte delle autorità preposte alla pianificazione, alle autorizzazioni ed ai controlli degli impianti (Regione, Province, Comuni, Arpa, Asl) basti considerare che, se la produzione media annua di rifiuti speciali in Italia è di circa 2,5 tonnellate pro capite (circa 147 milioni di tonnellate per 59 milioni di abitanti), nei soli Comuni di Galatina e Galatone si concentra una capacità di trattamento di almeno 600.000 tonnellate anno, corrispondente ad una capacità media di circa 15 tonnellate per abitante e per anno!

Ci rifiutiamo di pensare che i nostri amministratori accettino consapevolmente di trasformare il nostro territorio in un ricettacolo nazionale di rifiuti speciali, come purtroppo sta avvenendo. Ci attendiamo pertanto un conseguente sussulto di orgoglio, con il recupero della corretta programmazione ed immediate contromisure rispetto ai fenomeni in atto.

Il presente Comunicato viene inviato agli uffici competenti della Regione Puglia, della Provincia di Lecce, dell’Arpa, dell’Asl, ai comuni di Galatina, Galatone, Seclì, Neviano, Aradeo, Collepasso, Cutrofiano, Sogliano, Soleto, Sternatia, Zollino, Maglie, Melpignano, Castrignano dei Greci, Corigliano, Cursi, agli organi di informazione.

Le associazioni:

Comitato Spina Morrone - Galatone

AIRSA (Associazione Indipendente Ricerca Salute e Ambiente)

Associazione ODV Adotta Dog Ets – Uggiano La Chiesa

Coordinamento Civico Ambiente e Salute della prov. di Lecce - Galatina

Forum Ambiente e Salute - Lecce

Forum Amici del Territorio ETS - Cutrofiano

Comitato Spina Morrone - Galatone

Galatone Bene Comune – Galatone

Medici per l’Ambiente-ISDE Italia (AIMPA)

Natural-mente NO RIFIUTI - Collemeto di Galatina

Noi Ambiente e Beni culturali di Noha e Galatina

Nuova Messapia - Soleto

Organizzazione di Volontariato Mobius Circle- APS - Lecce

Salento km0 APS – Galatina

 
Di Redazione (del 08/06/2019 @ 10:44:15, in Comunicato Stampa, linkato 1078 volte)

Galatina è stata scelta, con Petra in Giordania ed Elba, come meta “d’esperienza” da “MARCO POLO”, la rivista di viaggi più venduta in Italia e testata leader del settore.

Nel numero di Giugno 2019, così la redazione presenta i contenuti della rivista: “andiamo alla ricerca di qualcosa: relax, divertimento, novità, avventura, tranquillità e sempre, in fondo, noi stessi. Per questo abbiamo dedicato la copertina ai Luoghi del silenzio: mete diverse tra loro ma accomunate dall’essere un’occasione di fuga dal rumore, dal caos e dallo stress quotidiani. A cominciare dalla Puglia, ma non quella frequentatissima della costa salentina: siamo stati nei borghi da scoprire, i piccoli gioielli dell’entroterra come Galatina che – tra Barocco, ritmi slow e cucina verace – fanno assaporare i piccoli, grandi piaceri della vita. E poi l’Isola d’Elba, dove rilassarsi in un buen retiro tra il verde e il mare (e a proposito di mare, vi segnaliamo le Bandiere Blu 2019). E ancora la Giordania, con la bellezza suggestiva di Petra, del deserto e del Mar Morto. Infine, l’Umbria, in un itinerario tra paesini incantevoli e dolci colline. Gli sportivi, invece, troveranno suggerimenti per vivere da veri tifosi Madrid e Barcellona, location della finale di Champions e del Moto GP. Per finire, il trend gastronomico dei fornelli, ossia i macellai dove mangiare in loco la carne appena cotta sulla griglia. Per iniziare l’estate con gusto.”

L’Assessore al Turismo Nico Mauro afferma: "Sono orgoglioso dell'attenzione riservata a Galatina. Dopo "FORBES", un’altra rivista prestigiosa rende merito alla nostra Città e richiama un turismo che vuole privilegiare l’entroterra, alla ricerca di un ritmo lento che aiuta a ritrovare l’essenza dei luoghi. L’impressione è che dopo anni di grande attenzione verso un Salento “a tutto mare”, la bellezza ed il fascino dei borghi e dei centri storici farà la differenza nella nuova proposta turistica. L’interesse di Antonio Scolari e Christian Pizzinini, per la nostra Città, di cui sono tra i più significativi animatori e promotori culturali, ha permesso di realizzare il lungo reportage che apre la rivista.

L’accuratezza descrittiva alterna splendidi “ritratti” di luoghi, ai palazzi barocchi, l’incanto della Basilica di Santa Caterina alla imponente facciata della Chiesa Matrice.  Nelle diciannove facciate dedicate, Galatina è descritta come l’Assisi del Sud, e si snoda tra botteghe e sapori, racconti tra mito e tradizione. Luoghi, eccellenze enogastronomiche e dolciarie, artigiani e pasticcieri, artisti e commercianti “raccontano in un fiato” la bellezza della Città in cui viviamo".

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Albino Campa (del 07/10/2010 @ 10:31:15, in Comunicato Stampa, linkato 3632 volte)

 “Tu non conosci il Sud: leggendo Vittorio Bodini ”
 Un paese che legge è una storia bellissima
Novità, eventi e attività in biblioteca

Ruota intorno alla figura del grande poeta e letterato del ‘900 il  programma che il Sistema Bibliotecario della Provincia di Lecce ha scelto di lanciare quest’anno, aderendo alla campagna nazionale di promozione della lettura .
Una scelta conforme e brillante per sviluppare il  tema proposto alla V edizione,  “Parole d’ Italia ”, coniugare il tema risorgimentale e le numerose identità culturali del nostro paese, nel  contesto  europeo.

La Città di Galatina per il tramite della Biblioteca Comunale, in rete con Università Scuola e  Associazioni culturali, partecipa all’iniziativa  dedicata all’autore, che negli anni ‘41-‘44,  fu illustre docente del Liceo “P. Colonna”, con una serie di appuntamenti e di novità anche per i piccoli lettori.

Le iniziative in calendario non presentano carattere celebrativo, tuttavia è evidente che il filo conduttore può promuovere un rinnovato senso civico e di appartenenza, una più forte consapevolezza della complessità della nostra storia, delle peculiarità di una terra fertile, del  dinamismo del Salento, ma anche delle contraddizioni e delle problematiche  di oggi e di quelle di ieri.

Sono altresì occasioni che danno visibilità al valore delle attività  degli  operatori del settore. Le biblioteche non offrono  ai cittadini solo servizi che favoriscono la crescita culturale individuale . Si confermano sempre più come centri di aggregazione.

La Bibliomediateca e il Museo Civico di Galatina, nell’ex Convento dei Domenicani, ora Palazzo “Z. Rizzelli”, sono agenti che quotidianamente investono e sono investiti in manifestazioni che aumentano l’offerta culturale del territorio.
In servizi che per essere qualificati richiedono adeguata competenza ed  impegno non disgiunti da creatività e fantasia  soprattutto quando sono rivolti agli utenti più piccoli.
Che saranno i protagonisti dell’ Ammutinamento in biblioteca, laboratorio ludico-didattico rivolto agli studenti della classe quinta della scuola primaria. Una divertente caccia al tesoro, nelle ore pomeridiane di martedì 26 e giovedì 28 ottobre,  per esplorare e trovare indizi tra i volumi della biblioteca, alla ricerca di versi del Bodini. I bambini partecipanti dovranno essere accompagnati in biblioteca dai genitori che avranno cura di  prenotare l’iscrizione, utilizzando apposito modulo.

La campagna promozionale prende il via venerdì 8 ottobre, giornata di inaugurazione, nelle sale del Museo, della Mostra di  pittura e scultura  Il Salento di Bodini nell’arte e nella poesia ,aperta al pubblico sino al 7 novembre .
Si avvicenderanno  incontri con scrittori, poeti e critici, preziose testimonianze di ex allievi  dell’autore.
Sabato 13 novembre, a chiusura del progetto, echi forti di salentinità potremo cogliere nei versi della poetessa Daniela D’Errico, 2^ classificata premio Bodini 2005 - Vitruvio – Lecce, in dialogo con Beatrice Stasi e Giovanni Invitto, docenti dell’Università del Salento.

icon Comune di Galatina - eventi - ottobre piovono libri

icon Modulo iscrizione laboratorio 26 e 28 ottobre

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 30/12/2014 @ 10:12:58, in Presepe Vivente, linkato 2993 volte)

Sempre bella e sempre affascinante la visita al presepe vivente di Noha. Complimenti ancora agli organizzatori per questa lodevole iniziativa. Non stancatevi, cari ragazzi, di proporre e riproporre ancora e sempre il mistero della Nascita di nostro Signore, e giacché ci siete la conoscenza dei beni culturali di Noha.

Avevo seguito da lontano, via internet, la prima edizione del vostro, del nostro presepe vivente, perché mi trovavo in Missione a Rivoli, in provincia di Torino.

Invece nel corso delle altre edizioni ho avuto il piacere di venire apposta da Martina Franca (Ta) - dove attualmente mi trovo per il mio servizio missionario e sacerdotale – a visitare almeno per una sera, anzi di più, a vedere e gustare di persona la natività nohana (oltre che gli ottimi prodotti della nostra terra e della nostra cucina, così bene presentati anche sulle bancarelle appositamente allestite: verdura, formaggi, pucce, pittule, vino…).

Certamente anche la masseria Colabaldi aveva il suo fascino. Ma l’idea di spostarsi all’entrata del paese in una delle sue zone più antiche è stata ottima. Le abitazioni dei vecchi coloni del nobile castellano, il barone Antonello De Noha, sono state bene utilizzate. Bisogna pensare alla realtà di quel luogo per coglierne tutto l’incanto: ci troviamo nei pressi dell’entrata principale del Castello, e – vorrei ricordare - sotto il piazzale antistante si custodisce il grande ipogeo di epoca post-antica. Sarebbe bello poterlo utilizzare in un futuro presepe vivente. Per ora mi accontento di sognare. Ma (come ho avuto modo di constatare anche quest’anno) nulla è impossibile a Dio e alla volontà degli uomini (soprattutto se nohani).

E poi i cento passi… Li ho percorsi anch’io, mentre una tramontana pungente mi tagliava il volto, per approdare alla Casa Rossa. Questo residuo del castello di Noha io l’avevo visitato più volte nel corso delle mie ricerche storiche. Ottima cosa valorizzarlo con la scena della Natività.

Ma quello che mi ha colpito di più è stato l’aver notato, quasi all’entrata della “Casa Rossa”, messa lì apposta ma forse non notata, un’antica pietra circolare che sicuramente fu un coperchio delle fosse granarie che a Noha erano scavate in località cisterneddhra, risalenti probabilmente al tempo dei monaci basiliani, il che vuole dire prima dell’anno mille.

Già nel 1973 nella prima edizione della “Storia di Noha” a pag.17 avevo scritto:

“Probabilmente sono di questo tempo (dei monaci basiliani) quella specie di “granai” scoperti qualche anno fa dietro il Castello in località detta volgarmente “Cisterneddhra”. Ne sono stati trovati numerosi, uno accanto all’altro, scavati e incavati nella roccia, di forma ovale, profondi circa 3 metri e larghi nel punto più ampio circa 2 metri, alcuni ancora con il coperchio di circa 60 centimetri. Dovevano servire per conservare viveri, come grano, olio e forse anche per raccogliere la neve (neviere) importandola da lontano, per usarla poi durante l’estate come ghiaccio. Sono stati tutti interrati e distrutti”.

Ora eccola qui davanti ai miei occhi quella pietra antica. Ero venuto per il presepe vivente, quinta edizione, ma sono rimasto incantato nel vedere quel coperchio di pietra locale, cimelio di storia passata. Mi sono fermato a guardarla: se avesse potuto parlare, quanto cose avrebbe potuto raccontarmi.

Con tutta la tramontana che mi sono “goduta” ne è valsa la pena essere venuto qui anche questa sera e vedere qualcosa della storia di Noha (che poi è la mia storia).

Ecco i beni culturali: custodiamoli, proteggiamoli, valorizziamoli, non facciamo come i barbari che, non conoscendo i libri, li bruciavano. Questo a Noha non deve più accadere.

P.Francesco D’Acquarica
 
Di Redazione (del 04/07/2021 @ 09:52:11, in NoiAmbiente, linkato 762 volte)

Di seguito, una sintesi di quanto accade a due passi delle nostre case, ovviamente a Noha:

Le nostre prime due segnalazioni per la presenza di una enorme discarica di rifiuti pericolosi, con evidenti tracce residue di combustioni pregresse, verso la Provincia, e per conoscenza verso il Comune di Galatina, risalgono al trascorso 2020.

Nella richiesta ci offrivamo come volontari per la bonifica dell’area, per ciò che riguarda la parte di rifiuti ovviamente non pericolosi. Mentre la parte dei rifiuti cosiddetti “speciali” l’avrebbero trattata i tecnici incaricati dalle Istituzioni Pubbliche coinvolte.

Dall’altra parte, sia dalla sede della Provincia che dal Comune di Galatina, nessuna risposta.

Ma non ci siamo arresi. Abbiamo Insistito nella richiesta. In prima battuta, dal Comune ci hanno informati che la Sp 371 non è di loro competenza, ma della Provincia. Che ovviamente latita.

Quest’anno, nonostante le difficoltà create dalla pandemia, abbiamo nuovamente inviato la richiesta ai due Enti Pubblici, a mezzo posta certificata e ai relativi protocolli. Grazie alla collaborazione dei ragazzi del C.A.S., ci siamo messi in contatto con i responsabili della Polizia Provinciale, e con la collaborazione del Comune di Galatina, che si sarebbe accollato lo smaltimento dei rifiuti ammassati nella tratta in questione, abbiamo effettuato un sopralluogo con i tecnici incaricati dalla Polizia Provinciale e insieme abbiamo constatato la gravità della situazione.

D’accordo con l’Assessore per l’Ambiente del Comune di Galatina, l’avv. Cristina Dettù, avevamo già programmato la data per la giornata dedicata alla manifestazione ambientale, in cui oltre a far rimuovere tutti i rifiuti, speravamo in una sensibilizzazione dei cittadini, residenti e non residenti, verso il grave malcostume che dilaga sempre più, e che di fatto è un atto criminale non solo giuridico ma di coscienza.

Con nostra grande sorpresa, invece, la Direzione della Polizia Provinciale, ha ritenuto opportuno di anticipare la bonifica da noi segnalata più volte.

Ringraziamo l’Assessore per l’Ambiente del Comune di Galatina per l’impegno promesso e soprattutto la Direzione della Polizia Provinciale per l’insperata bonifica e messa in sicurezza dell’area.

Adesso però, inqualificabile la definizione dell’autore, i sacchi di rifiuti sono di nuovo ritornare ad appestare la zona. Grazie alle fotocamere, la Polizia Provinciale quasi certamente provvederà a scoprire e sanzionare l’innominabile sporcaccione, per non dire peggio, ma tocca a noi essere più rispettosi degli spazi comuni, soprattutto meno indifferenti verso tutto ciò che riguarda il Bene Comune, sia che si tratti di una strada, o di un’area di proprietà comune o privata che sia. Questa nostra indifferenza ci sta portando in alto nella classifica delle zone più sporche del Paese. O quantomeno alla pari.

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali odv; Noha e Galatina

 
Di Albino Campa (del 30/09/2009 @ 09:24:21, in PhotoGallery, linkato 2743 volte)
  • Inagurazuine della Bacheca storica dedicata alla chiesa della Madonna delle Grazie.


    vedi la photogallery

  • Festa dei Lettori e presentazione del catalogo dei Beni culturali di Noha.


    vedi la photogallery


 

In occasione dell’adeguamento dello Statuto societario alle normative del Terzo Settore, l’Assemblea dei Soci del Club di Galatina, in accordo e con il pieno assenso della Presidenza dell’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina, ha deciso la variazione della propria denominazione in quello di

“Club per l’UNESCO di Galatina e della Grecìa Salentina OdV”

Così, in sintonia con le linee programmatiche della Commissione Nazionale Italiana UNESCO, il Club per l’UNESCO di Galatina e della Grecìa Salentina diventa l’espressione di un vasto Territorio geografico comprendente tutti i Comuni della Grecia Salentina, e tutte quelle Comunità salentine dalle comuni radici culturali; è da sempre risaputo infatti che il Territorio della Città di Galatina con le sue peculiarità ha sempre fatto parte dell’area culturale della Grecìa Salentina: lo dimostrano l’utilizzo della lingua Grika nella celebrazione dei riti religiosi e nella vulgata popolare sino alla fine del 1600; la rilevanza dei fenomeni etno- antropologici come quello del Tarantismo diffusi a Galatina e in tutta l’area geografica della Grecìa; ed ancora le specificità culturali, socio-etnografiche, architettoniche, enogastronomiche, da sempre comune espressione dei territori della Grecìa.

Nel sottolineare le attività già svolte negli ultimi anni in collaborazione con i diversi Comuni della Grecia Salentina come ad esempio quelli di Soleto, Cutrofiano e Zollino, il “Club per l’UNESCO di Galatina e della Grecìa Salentina OdV” ha offerto la propria disponibilità a collaborare per le prossime attività dell’Unione dei Comuni della Grecia Salentina, in particolare quelle relative alla Candidatura dell’Unione dei Comuni, insieme alla Città di Taranto, a Capitale Italiana della Cultura nel 2022, e quelle tese alla salvaguardia della lingua Grika ed al suo riconoscimento come Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

Il Direttivo del Club

 
Di Albino Campa (del 25/12/2016 @ 09:12:48, in Presepe Vivente, linkato 2801 volte)

Il presepe vivente 2016-2017 è allestito tutto all’interno del Parco del palazzo baronale di Noha che tutti chiamano Castello.

Per godere appieno della visita, vi consigliamo vivamente di soffermarvi sui dettagli, tutti autentici, che potrete apprezzare in ogni angolo di questo percorso museale.

Lungo il tragitto avrete modo di ammirare alcuni tra i beni culturali più antichi e importanti di Noha.

Subito dopo il primo curvone, incontrerete il bene culturale più vetusto e interessante della cittadina: la torre del XIV secolo (1300 d.c.) con il suo ponte levatoio, collegato a rampa con arco a sesto acuto.

Dall’aspetto severo, militaresco, tremendo, la torre medievale di Noha era capace di ingenerare, specie nei giorni di tempesta, timore nel viaggiatore che vi si avvicinasse.

La torre di avvistamento e difesa, intorno alla quale si organizzò il castello, la corte, e il resto del piccolo centro, raggiunge i dieci metri d’altezza. La costruzione è coronata da una raffinata serie di archetti e beccatelli che ne sottolineano il parapetto alla sommità.

Sulle mura di cinta potrete scorgere l’affresco di Albino (dal nome di chi l’ha scoperto per caso). E’ l’immagine  di un corpo mosso, come in un ritmo di danza equestre o circense. Quello che sbuca dalla vetusta superficie di quel muro, conservato intatto nel corso dei secoli al netto delle abrasioni causate dall’umidità e dal tempo, è in effetti un cavallo rampante, imbizzarrito, pieno di energia, più un destriero che un palafreno.

Continuando nel percorso del presepe incontrerete l’originale vasca ellittica di fine ‘800 in perfetto stile Liberty, coeva e probabilmente disegnata e costruita dalle stesse maestranze che si occuparono della misteriosa Casa Rossa (la casa delle meraviglie nohana che ricorda la Casa Pedrera di Barcellona, opera di Gaudì) della quale, proprio all’ingresso del presepe, ma dall’altra parte della strada, al di là del muro di cinta, potete osservare il primo piano con tetto spiovente.

Di fronte alla vasca ovoidale, la costruzione che ospita il palazzo di Erode è la Castelluccia del parco, a forma di torre, eretta nei primi anni dell’900 del secolo scorso. Ospita ancora un impianto idraulico ed elettrico tecnologicamente molto interessante, con marmi, isolanti in ceramica, interruttori a leva ed altri sistemi di trasmissione dell’elettricità.

Più avanti, prima di giungere nell’osteria, dove potete degustare i prodotti del campo e delle fattorie locali, si osserva uno scorcio delle cantine del Castello, con le enormi botti in legno nelle quali veniva invecchiato il Brandy Galluccio, prodotto a Noha nello stabilimento omonimo, a due passi dal parco, e imbottigliato a Martina Franca.

Avvisiamo i visitatori che è possibile chiedere agli addetti al presepe informazioni sulle diverse tipologie di bestiame e le svariate razze di volatili presenti in questa novella Arca di Noha.

Volendo, grandi e piccoli, potranno chiedere ai pastori di accarezzare gli agnellini in tutta sicurezza.

Alla fine del percorso troverete le fragranti pucce con le olive appena prodotte nei forni di pietra della Bet Léhem, casa del pane, del castello nohano e altre leccornie paesane.

Signore e signori, la vostra presenza e il vostro passaparola daranno la forza agli straordinari ragazzi del presepe di Noha - “gruppo Presepe Vivente Masseria Colabaldi” - di proseguire nel lavoro di recupero non solo dell’affascinante tradizione dei presepi viventi, ma anche dei beni culturali più belli e tuttavia ancora dimenticati, del nostro Salento.

Congratulazioni per la vostra partecipazione, e infiniti auguri di Buone Feste.

Antonio Mellone

 

Gli appuntamenti con il Presepe Vivente di Noha sono il 25 e il 26 dicembre 2016 e il 1 e il 6 gennaio 2017, dalle ore 16.30 alle ore 21.30

 
Di Marcello D'Acquarica (del 06/09/2014 @ 09:03:18, in NohaBlog, linkato 2816 volte)

Sul quel numero de “L’Osservatore Nohano”, annunciammo l’inaugurazione del “palo della Chiesa Piccinna”. Avvenne in forma ufficiale lo stesso giorno della Festa dei Lettori in cui presentammo anche il catalogo de “I Beni culturali di Noha” alla presenza di molti cittadini e cariche istituzionali. Ci sembrò una cosa gradita dalla popolazione. 

Da lì a poco tempo il palo fu reso illeggibbile dalle spruzzate di vernice nera di chissà quale vangale.

Con la collaborazione dei ragazzi del “Presepe Vivente Masseria Colabaldi”, quest’anno, verso la fine del mese di Luglio, i due pannelli sono stati rimpiazzati nuovamente.

La stampa a colori dei pannelli ed il lavoro di tutto il montaggio sono stati eseguiti gratuitamente, rispettivamente da:

"Digital Graphic Di Del Gottardo Lucio & C." e da "MGM di Misciali Anna Serena Via Cuccarollo - Noha".

Anche se effettuato senza annunci di trombe né inaugurazioni di alcun genere, ma nel semplice silenzio del “gratuito”, l’evento meritava di essere presentato in tutta la sua luce.

Grazie a tutti.

Marcello D’Acquarica

 

Il turismo esperienziale, dalle nuove tendenze emerse alla Bit di Milano a Galatina, sarà il focus dell’iniziativa firmata da Barbara Perrone e da Galatina al Centro, per rilanciare il turismo in città.

Al via, sabato 23 e domenica 24 Aprile, il 2° Tour Educational, ideato dalla travel blogger Barbara Perrone e promosso dall’Associazione culturale Galatina al Centro finalizzato a valorizzare gli “attori turistici” della città attraverso il saper fare tra arte e cibo.

L’obiettivo dell’iniziativa si inserisce, all’interno dei trend evidenziati nell’appena conclusa 42° edizione della Bit – Borsa internazionale per il turismo, a Milano. La manifestazione in maniera chiara, tra talk, conferenze stampa e laboratori, in particolare nello stand di Regione Puglia, ha messo in evidenza come proposte sostenibili ed esperienziali saranno fattori chiave per agganciare e spingere la ripresa del turismo in un momento in cui il settore affronta le incertezze degli scenari internazionali.

Il 2° tour educational – Impara l’arte e mettila da parte si inserirà proprio in questa tendenza, grazie alla visionarietà, alla capacità di progettazione e realizzazione basata esclusivamente sulla determinazione di fare squadra e sistema tra gli attori del settore turistico. Artigiani, maestri d’arte, guide turistiche, ristoratori, strutture ricettive e ovviamente beni culturali, saranno sotto i riflettori di 20 comunicatori di viaggio tra giornalisti, blogger, fotografi ed influencer, che vivranno questa volta un’esperienza di viaggio in città focalizzata sulla conoscenza delle tradizioni e cultura locale, attraverso l’imparare a fare, testando in prima persona le offerte già in essere e altre in divenire.

Impara l’arte e mettila da parte è il titolo dato a questo secondo appuntamento, che fa seguito a quello tenutosi il mese di febbraio, Pasticciotto Tour, dove si è dato risalto al dolce simbolo della città, il pasticciotto di Galatina, attraverso una verticale itinerante e le sue bellezze artistiche – architettoniche, valorizzando anche il Museo Civico Pietro Cavoti.

“Visti gli eccellenti risultati del primo appuntamento, abbiamo ritenuto che i tempi fossero maturi per alzare l’asticella nella creazione dello sviluppo delle sinergie sul territorio“ afferma il presidente di Galatina al Centro, l’avv. Vincenzo Specchia.

Il progetto infatti nasce come iniziativa dal basso, dove tutte le persone coinvolte mettono a disposizione professionalità, competenze e servizi gratuitamente, con il solo obiettivo di dare fare rete e dare una ricaduta economica e circolare alla città.

“Dopo 20 anni di viaggi attorno al mondo, e di firma editoriale in questo settore, ho sentito l’urgenza di dare un contributo pragmatico alla città dove sono nata, perché non basta sventolare il possesso di un patrimonio o registrare un  marchio, se non si creano prodotti vendibili che possano creare una vera e propria economia turistica che genera welfare per chi vive la città” afferma Barbara Perrone. “Da viaggiatrice ho sempre cercato e vissuto le esperienze attorno al mondo come il più grande souvenir di viaggio. Dalla cooking class a Saigon in Vietnam, dove la chef mi venne a prendere in hotel per andare al mercato e poi nel suo ristorante a preparare i piatti tipici vietnamiti all’emozionalità che mi ha lasciato il workshop di pizzica tenuto quest’estate, proprio in una masseria galatinese, senza andare troppo lontano, tenuto dalla fotografa e ballerina Simona Marra, sono state esperienze che hanno cambiato il mio modo di vivere e ricordare un viaggio” continua Barbara Perrone.

La strada del turismo esperienziale e dell’undertourism, sono grandi attrattori sia per i giovani viaggiatori, ovvero la generazione zeta, che silver, capaci di attrarre oltre i mesi estivi, ma soprattutto invitano a spendere oltre le 2 ore di tempo, che in questo momento è il tempo medio di permanenza in città.

Secondo i dati di Booking, il più grande portale di prenotazione viaggi emerge il desiderio dei viaggiatori di avere un rapporto autentico con la comunità locale e più consapevole, così come al 73% piacerebbe fare esperienze genuine e rappresentative della cultura locale. “Alla luce di questi dati, come associazione civico- culturale, abbiamo l’obbligo morale e civile, di rimboccarci le maniche e creare iniziative di questo tipo, nonostante le tante difficoltà che si incontrano nel portarle alla luce” afferma Vincenzo Specchia.

“Ho immaginato e disegnato questo tour educational, per far conoscere la città per come vorrei farla scoprire io alle persone a me care. Si inizierà sabato mattina con una visita guidata attraverso il centro storico e la Basilica di Santa Caterina, sotto la guida di Raimondo Rodia; si ascolteranno le storie del maestro d’arte e tarsie lignee Antonio Congedo; poi una pausa pranzo nel giardino segreto di Plant 008. Il pomeriggio inizierà con un workshop per imparare a fare il pasticciotto e seguirà ascoltando le storie di Iro l’antiquario di città. Si ammirerà il tramonto con un aperitivo da Vanesio con vista sulla bellissima chiesa dei Santi Pietro e Paolo, e a seguire il workshop di pizzica proprio davanti al famoso pozzo di San Paolo, luogo dal quale veniva attinta l’acqua che bevuta, guariva le donne morse dalla taranta. La giornata di chiuderà con una cena firmata dallo chef Biagino De Matteis, e ispirata proprio alla danza popolare salentina.

La domenica si aprirà con un laboratorio di cartapesta con Andrea Merico e a seguire un workshop sull’imparare a fare le friselle, regine delle tavole conviviali salentine, con il panettiere Roberto Notaro, chiudendosi infine con un picnic nello storico aranceto di Parco degli Aranci, ascoltando la storia di imprenditorialità visionaria e agricola di Ambra Mongiò. Alcuni degli ospiti avranno modo di alloggiare all’interno di Palazzo Elefante della Torre e Hotel Hermitage.

Per i comunicatori invitati a vivere le esperienze e raccontarle, saranno due giorni all’insegna del saper fare, della scoperta di antichi mestieri, di preziosi artigiani che tramandano le arti antiche e diventano costruttori di preziose esperienze di viaggio. La conoscenza della città prende forma non più solo attraverso i monumenti, ma anche attraverso l’imparare a fare a tu per tu con gli artigiani locali, le loro storie e botteghe.

Il capitale umano delle menti e delle mani che lo portano avanti, diventano nuovi attrattori turistici per continuare a scoprire il potenziale inespresso della città di Galatina, facendola conoscere ad un pubblico che cerca ispirazioni di viaggio nel mondo digitale, che guarda oltre il mare e che decide di spendere del tempo nel vivere usi e costumi di una città, vivendo il territorio in modo immersivo tra passato e futuro.

Associazione Galatina al Centro
Barbara Perrone

 
Di Redazione (del 01/10/2021 @ 08:51:57, in NoiAmbiente, linkato 781 volte)

I rifiuti gettati in terra non servono alla nostra dignità. 
E con il degrado, oltre alla dignità, se ne va in fumo anche la nostra salute, sopratutto dei più deboli.
Domenica 3 ottobre alle ore 8,30 ci incontreremo davanti al Centro sportivo di via Giotto, a Noha. 
Per ricordarci che la salvaguardia dell'Ambiente è un dovere di tutti, a prescindere dal titolo di studio o professione, è quindi un dovere dei genitori, dei nonni, dei figli,  dei giovani e  dei vecchi. L'Ambiente, in un certo senso, è una "Livella" che accomuna tutti.

 

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali Odv

 
Di Albino Campa (del 21/07/2007 @ 08:50:10, in NohaBlog, linkato 2417 volte)
"Anche Noha.it partecipa al V-DAY."
 
 L'8 settembre sarà il giorno del Vaffanculo day, o V-Day. Una via di mezzo tra il D-Day dello sbarco in Normandia e V come Vendetta. Si terrà sabato otto settembre nelle piazze d’Italia, per ricordare che dal 1943 non è cambiato niente. Ieri il re in fuga e la Nazione allo sbando, oggi politici blindati nei palazzi immersi in problemi “culturali”. Il V-Day sarà un giorno di informazione e di partecipazione popolare.
 
Beppe Grillo
 
 

Anche a Galatina si celebrano i 200 anni dalla composizione della poesia L'infinito di Giacomo Leopardi, con un evento musicale e poetico di altissimo livello, inserito nella rassegna di iniziative culturali estive A cuore scalzo. Mercoledì 7 agosto, alle ore 21,30, nel suggestivo sfondo dell’ex Convento delle Clarisse in piazzetta Galluccio, un poeta e un promotore di poesia come Davide Rondoni e un chitarrista di fama internazionale come Maurizio Colonna alterneranno e armonizzeranno la diversa musicalità di parole e note in un percorso di avvicinamento all’infinito leopardiano, inseguendo mimeticamente la voce del vento evocata nella celeberrima poesia. Poeta in proprio, tradotto e conosciuto anche all’estero, consulente editoriale e direttore di collane di poesia presso diversi editori, Davide Rondoni è tra i fondatori del Centro di poesia contemporanea dell'Università di Bologna e direttore responsabile della rivista “ClanDestino”.

Considerato unanimemente uno dei più grandi chitarristi classici del nostro tempo, autore di libri storico-musicali e compositore tra i più rappresentativi ed eclettici di oggi, Maurizio Colonna ha raggiunto una popolarità mediatica anche internazionale grazie a numerose apparizioni televisive, da quella al Festival di Sanremo del 1996 alla partecipazione nel 2012 a un evento in mondovisione su Rai1 come One world, One Family, One Love, in presenza di Papa Benedetto XVI.

Introduce la serata Beatrice Stasi, docente universitaria di Letteratura italiana e Presidente dall’Università Popolare “Aldo Vallone” di Galatina che ha promosso l’iniziativa, in convenzione col Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Salento. Grazie all’illuminato contributo organizzativo del Comune di Galatina e al generoso mecenatismo degli sponsor, l’evento è a ingresso libero.

Nico Mauro, assessore al Turismo

 
Di Redazione (del 12/08/2020 @ 08:37:41, in Comunicato Stampa, linkato 1145 volte)

Ieri 11 agosto a Noha, presso i giardini “Madonna delle Grazie”, in collaborazione con gli amici Giancarlo Ballarino e Ferdinando Cacciuottolo, abbiamo dato vita alla prima giornata di distribuzione di mascherine e di gel disinfettante. Abbiamo fatto in modo di rispettare le prescrizioni del Governo, evitando accuratamente i capannelli e gli assembramenti di persone. In pochissimo tempo tutto il materiale è stato distribuito. Oggi abbiamo dimostrato senso civico e ci auguriamo che anche i cittadini che oggi sono stati così attenti e disciplinati possano proseguire e dare il buon esempio in un momento così particolare e delicato.
Gli ambienti frequentati dai bambini devono necessariamente essere particolarmente attenzionati.

L'iniziativa, organizzata da “TappiAmo Galatina - raccolta eco-solidale tappi di plastica”, ha riscosso un notevole successo nel quartiere.
Di concerto con le altre associazioni che ci supportano, tenteremo di organizzare iniziative simili anche nei prossimi giorni presso le altre aree giochi di Galatina.
L'iniziativa “TappiAmo Galatina - raccolta eco-solidale tappi di plastica” è promossa, nell’ambito delle proprie iniziative statutarie volte al miglioramento delle condizioni sociali e culturali degli abitanti di Galatina, dall'Associazione “Virtus Basket Galatina” con sede a Galatina, in collaborazione con la ditta “ECOM SERVIZI AMBIENTALI” di Galatina.

Contattateci: Sandro Argentieri: 333-4368532 (anche Wathsapp);

Piero Luigi Russo: 349-8471729 (anche Wathsapp).

 
Di Redazione (del 07/03/2023 @ 08:34:05, in NoiAmbiente, linkato 580 volte)

Sono passati ben oltre 14 mesi dagli annunci dell’insperata promessa di restauro della casa dell’orologio di Noha. Ma lo stato di degrado della nostra casa e relativa torre, è vecchio di almeno quattro decenni. Allorquando il servizio di anagrafe comunale venne spostato in una struttura più sicura. Il degrado chiama degrado, si dice. Ma i cittadini di Noha hanno dimostrato di saper resistere con grande dignità a certi strani eventi del destino.

Un uomo sano non pensa in continuazione al suo essere in salute; solo chi è malato è interessato alla salute. Per cui se, per esempio, non soffri di mal di testa, non sai neppure di avere una testa. A quanto pare, tutto ciò che sperimentiamo, dipende dal suo opposto. Sappiamo quindi quanto sia vero il fatto che se si è costretti a vivere nel degrado, si rischia di farci l’abitudine.

“L'abitudine è la più infame delle malattie perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, e ci si rassegna a tutto.” Oriana Fallaci, Un uomo (Milano, Rizzoli 1979). Bell’insegnamento che abbiamo dato alle ultime due generazioni che hanno dovuto acquisire a proprie spese la capacità di fare resilienza.

Naturalmente la speranza è sempre l’ultima morire.

Basta guardarla! La paura adesso non è più di rimanere folgorati dall’amarezza, ma dal rischio di beccarsi un concio di cornice sulla testa, come accadde il 18 giugno del 2013, allorquando si staccava improvvisamente un pezzo del balcone al primo piano della casa attigua, per fortuna senza danni alle persone. Così come segnalato al Protocollo di Galatina il 18 marzo 2021. casa comunale pec.pdf (Noha.it) Che tristezza caro Sindaco. Eppure la piazza è il luogo in cui cultura e storia, simboli e tradizioni, dovrebbero rivivere quotidianamente in una forma armonica l’idea di sicurezza e di felicità, la stessa che una Amministrazione deve saper offrire ai suoi abitanti. 

Basta scrivere sul motore di ricerca di internet “casa dell’orologio di Noha” e si vedranno apparire una sfilza infinita di lettere e articoli pubblicati da destra e manca dedicati alla mancanza di cura della nostra casa dell’orologio, raccontano per esempio del ““l’orologio pubblico più fermo del mondo” o “l’orologio pubblico più veloce del mondo” (e quindi, ad honorem, “l’orologio pubblico più ridicolo del mondo”).

Martirologio - Noha.it

Quindi siamo qui, Signor Sindaco, a chiedere per l’ennesima volta:

Per quanto tempo i cittadini di Noha dovranno attendere che  la promessa di messa in sicurezza della Casa dell’orologio diventi finalmente il lieto fine di questa abominevole quanto bruttissima storia?

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali di Noha e Galatina

 
Di Redazione (del 18/01/2023 @ 08:32:19, in NoiAmbiente, linkato 456 volte)

La nostra terra, l'aria e la falda idrica, già fortemente compromesse, hanno davvero i requisiti per essere impregnati di ulteriori sostanze non biodegradabili, quali quelle prodotte da questi opifici e altri insalubri già abbondantemente concentrati sul nostro territorio?

Quali altre vocazioni di sacrificio, oltre quelli già esistenti deve accollarsi la comunita’ di GALATINA?

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali
di Noha e Galatina

 

 
Di Redazione (del 02/01/2023 @ 08:31:54, in Comunicato Stampa, linkato 333 volte)

Tre incontri sul paesaggio, organizzati dall’Associazione Città Nostra aps, nell’ambito del Progetto “We are. Siamo il paesaggio che viviamo” avviso Puglia Capitale Sociale 3.0 della Regione Puglia, che mette insieme una rete di partner istituzionali, del terzo settore e del mondo produttivo. Gli incontri avranno luogo presso la sala congressi dell’ex monastero delle Clarisse a Galatina, e sono pensati come un momento informativo e di dialogo, prevedendo una relazione iniziale, seguita da una tavola rotonda di riflessione e di confronto tra cittadini, professionisti, amministratori.

Le mutazioni e trasformazioni del paesaggio, l’interazione tra elementi naturali, culturali, economici, saranno al centro dell’attenzione, nelle tre serate.

In particolare, nella prima del 7 gennaio 2023, sarà Angela Serafino a tenere una relazione dal titolo: “Il paesaggio: consuetudine e trasformazione nelle azioni dell’arte”, mettendo in evidenza la complessità del tema paesaggio - che si intreccia con questioni come la deforestazione, l’inquinamento, il riciclo -  in un ampio, ma sintetico percorso storico-geografico. Si soffermerà in particolare, tramite un racconto per immagini, sulle azioni messe in atto sul paesaggio, nei territori del Sud.

Il 21 gennaio 2023 la dott.ssa Dinoi tratterà il tema del paesaggio costiero e marino della Puglia, soffermandosi sui principali habitat, attraverso un excursus che parte dalle origini fino ai giorni nostri. Verranno evidenziate le evoluzioni morfologiche e biologiche, i problemi attuali e le realtà virtuose presenti sul territorio costiero, che riguardano sia la tutela del paesaggio, che arti e mestieri ad esso correlati.

Il 4 febbraio 2023 sarà il Prof. Antonio Costantini a intervenire, fornendo elementi di conoscenza e spunti di riflessione paesaggio rurale, sulle trasformazioni subite nel tempo, sugli aspetti storici, architettonici e sociali ad esso connessi.

Città Nostra Aps

 

Continua ad essere assai mortificante assistere a spettacoli da commedia greca in stile aristofanico, non tanto per i contenuti (simili anche loro) quanto per l’abbondante uso e ab-uso di maschere come strumento di adattamento ad un contesto scenico che colmi l’assenza di attori o per coprire le umane sembianze vestendosi da divinità scesa in campo per salvare le sorti del territorio. Ebbene, siamo a Noha nel settembre del 2023 e i protagonisti di questa scena, che di comico ha ben poco, sono innumerevoli. Sono gli stessi che pensano di soddisfare i bisogni e le richieste della nostra frazione promuovendo solo feste e balli, sono gli stessi che intendono dare lustro e visibilità ad un territorio facendosi immortalare con microfono in mano assieme a quattro o cinque seguaci (che chiamano coorganizzatori) che a loro volta sfruttano la prossimità alla figura istituzionale nella speranza di essere riconosciuti come “un* di loro” in barba al fallimento elettorale. Sono gli stessi che rispettano e promuovono così tanto le tradizioni di una porzione di territorio, da confondere e fondere assieme Noha a Galatina. Siamo a Noha, dicevamo, e alla luce dei fatti sembra che Noha si possa accontentare di una tinteggiatura al cancello del cimitero o dell’istallazione delle bandiere presso gli uffici comunali, per farla sembrare tutta bella. Effettivamente Noha bella lo è già, ma pensiamo che la sua bellezza sia incentrata sull’essere ma non nel divenire. Al maldestro tentativo di porla al centro di una azione amministrativa che fa acqua da tutte le parti, si finisce sempre con il promuovere combriccole che poco o nulla danno a questa frazione. Quello che c’è stato continua ad esserci così come gli eventi tradizionali quali ad esempio le Fiere (Sfilate) dei Cavalli,  ma gli stessi sono interamente organizzati da privati cittadini che spendono tempo e denaro per amore del proprio territorio. In tutto questo notiamo però la totale assenza di politiche che mirino allo sviluppo del territorio, di progetti volti al miglioramento della qualità della vita dei cittadini, di azioni volte alla salvaguardia delle opere culturali, sicchè continuiamo a perdere finanziamenti pubblici di risanamento e riqualificazione. E a proposito di maschere, nella Grecia Antica era d’uopo oltre all’uso delle maschere, il “tinteggiare” il volto degli attori dando un’immagine si sé diversa dalla realtà. Ci sorprende sempre di più quanto Noha e l’Antica Grecia abbiano così tanti elementi in comune, come le maschere e le tinteggiature [per l’appunto]. È sotto gli occhi di tutti l’opera di questi giorni che vede protagonista l’Ufficio comunale in Via Calvario. Fanno bella mostra di sé i Santi Pietro e Paolo e una graziosa ragnatela (simbolo del tarantismo), un connubio tra sacro e profano su uno sfondo azzurro altamente discromico. Ci preme ricordare come tutto ciò, pur mantenendo il rispetto che si deve, non appartiene a Noha in quanto la stessa conserva e custodisce gelosamente le sue tradizioni, i suoi simboli, i suoi costumi. Perché dare ad un territorio un’immagine che non gli appartiene? Noha da sempre è considerata la Città dei Cavalli, delle distillerie di Brandy, delle colonie messapiche e ci fa specie pensare che quei murales sono il risultato di un finanziamento regionale di 40.000 euro (ottenuto non da questa Amministrazione, ovviamente!). Occorrerebbe, dal nostro punto di vista, lavorare per tutelare l’identità attraverso una azione amministrativa attenta, prossima ai bisogni della gente e che abbia visione di futuro; ciò che continuiamo a notare però, è il maldestro tentativo di fornire un’immagine che diverge completamente dalle aspettative di quanti abitano Noha. Non sarebbe il caso di essere più che apparire?

Michele Scalese
Segretario Circolo PD - Noha

 

Nel mese di novembre 2023, dicembre 2023 e gennaio 2024 è in programma una serie di tavoli tematici che consentiranno di effettuare dei focus su aspetti specifici riguardanti il Torrente Asso (potenzialità e criticità o conflitti da gestire) a cui verranno invitati a partecipare tutti i portatori di interesse verso la tematica affrontata.

Il primo appuntamento è dedicato alla mappatura degli operatori culturali ed educativi, delle associazioni e delle attività produttive presenti nel bacino dell'Asso, chiamati ad incontrarsi giovedì 30 novembre, alle ore 18.30, presso il Circolo Levèra di Noha.

Il tavolo sarà coordinato dall'Archeologo Dott. Dario Massafra e avrà quale obiettivo la produzione di una mappatura cartografica degli attori e dei servizi forniti nell'area del bacino dell'Asso, il tutto nell'ottica della futura creazione di un parco agricolo multifunzionale di riqualificazione previsto dal Piano Paesaggistico regionale.

Durante l'incontro, ad ogni partecipante sarà riservato un tempo massimo di 10 minuti per presentare la propria realtà e argomentare le risposte ai quesiti presenti nel modulo.

I contributi di ciascuno diventeranno parte integrante della progettazione e saranno acquisiti all'interno del Dossier di conoscenza che verrà elaborato al termine del ciclo di tavoli tematici.

Contratto di Fiume del Torrente Asso
www.contrattodifiumeasso.it

 
Di Marcello D'Acquarica (del 13/07/2013 @ 08:20:01, in NohaBlog, linkato 3648 volte)

“Viva soddisfazione”, dice il Sindaco alla seconda inaugurazione della ex-struttura delle vecchie scuole elementari di Noha.

“Occorrono tanti contenitori culturali” dice l’Assessore alla Cultura, pensando, forse, di far crescere il senso civico nelle persone. Certo un po’ di informazione sul significato di senso civico non guasterebbe, anche se la gente fa già del suo meglio per vivere dignitosamente. Da un certo punto di vista, le intenzioni dei nostri rappresentanti, potrebbero sembrare perfino una svolta per un insperato atteggiamento di fiducia, e lo sarebbe se non fosse che, per esempio, nel caso delle vecchie scuole elementari appena re-inaugurate come Centro Polifunzionale, si è realizzata un’opera da “tre soldi" ad alta risonanza sì, ma in un contesto privo di ogni elementare servizio collaterale. Un po’ come dire, abbiamo il volante in radica, ma lo usiamo per guidare uno sciarabà.

La faccenda è talmente seria che viene spontaneo chiedersi se prima di spendere un milione e trecentomila euro per un’opera, fra l’altro incompiuta, non sarebbe stato necessario dare al paese un minimo di decoro, del tipo: piste ciclabili, aree verdi attrezzate seriamente, marciapiedi meritevoli di tale definizione, una piazza degna della sua funzione, un area per il parcheggio di potenziali ospiti, di un centro (se pur modesto) chiuso al traffico, protetto cioè dall’invasione di veicoli a motore che sono sinonimo di fetore e rumore. Insomma di ciò che un paese cosiddetto civile ha bisogno. Questo è l’atteso “atteggiamento di fiducia” dei cittadini nohani.

Ma perché spendere dei soldi per fare delle piste ciclabili,  visto che la sicurezza a casa nostra è improntata solamente nel costruire pseudo tangenziali intramoenia, aree mercatali e centri commerciali fuori dall’abitato, giusto appunto per motivare spostamenti in massa di autoveicoli. Dietro questi slogan da piazzisti sfegatati e di buonismo impeccabile si nasconde, sovente, un disinteresse puro per il bene comune e bramosia per il proprio. La storia, specialmente locale, insegna.

Cresce sempre di più la moda dell’annunciare, e ora anche del denunciare, cori osannanti a moralità auree e contraddizioni altrui, di sinistra o di destra. Di negligenze degli imprenditori che dovrebbero impegnarsi nel cambiamento, dei lavoratori che devono rinunciare ai diritti acquisiti, dei giovani che sono troppo selettivi e mammoni e degli anziani che invece di costare meno esigono di più ricorrendo a cure sanitarie che il pubblico non riesce più a offrire. Di disattenzione dei cittadini alla cosa pubblica e di veri valori. Come se ci potessero essere valori falsi, un valore è un valore. Punto.

Falso è invece il perbenismo di facciata, le prediche vuote di concretezza, di pensieri a cui non seguono azioni. Falsi sono gli slogan da campagna elettorale, o i monologhi alla ricerca di carrierismo o di banale notorietà.

Non servono più nemmeno i dialoghi, compresi i Dialoghi di Noha, tanto che avvengono fra sordi. Fra persone, cioè,  che pur avendo un ottimo udito, non sentono perché non riescono a togliersi l’appanno che gli intorbidisce i 4 neuroni rimasti vuoti.

Allora ci chiediamo a che servono i decantati “contenitori culturali” sognati dal nostro Assessore alla Cultura, se l’immagine di Noha, giusto per partire dalla periferia di Galatina, è da qualche tempo quella di un dormitorio, semmai di un centro di attraversamento, nonostante il consumo del territorio perpetrato a danno della campagna circostante, con infinite strade, mega rotonde  e superstrade. A proposito di danni, abbiamo seppellito ettari di terra fertile sotto il catrame.

A cosa serve la cultura se parlando per esempio di raccolta dei rifiuti, nessuno dice che sarebbe bene smettere di produrli, i rifiuti, se nessuno ci racconta (con un contenitore culturale, per esempio) dove e come vengono fatti scomparire, o quale sarebbe invece il circuito migliore per ridurre inquinamento e costi. Invece il “leitmotiv” (motivo conduttore) della stampa locale e di buona parte della politica, è l’aumento delle bollette e voler convertire la Colacem in inceneritore. A che serve la cultura se annoveriamo virtù da buona condotta ogni giorno del calendario, come per esempio la storia del “pedibus” in cui si chiede agli studenti di recarsi a scuola a piedi, se il giorno dopo assaliamo gli ingressi con auto sempre più grandi, se camminando a piedi rischiamo di essere travolti da automobilisti insensati e se la bicicletta è di fatto un mezzo di trasporto pericoloso, per i ciclisti ovviamente. A cosa servono presentazioni di libri, elargizioni di glorie e onori se poi per far giocare i nostri bambini dobbiamo portarli nei parchi-gioco dei paesi limitrofi.

A che cosa serve fare indigestione teorica di cultura se viviamo in centri abitati dove non regna né decoro né senso civico, ma soltanto l’idea che basta parlare, senza fare. Riempiamoli pure i contenitori culturali, ma per favore, caro sindaco Montagna e cara Assessore Vantaggiato, siamo stanchi dell'ipocrisia.

Marcello D’Acquarica
 

A dicembre commentavo con un importante giornalista politico locale i motivi per cui ritenevo inevitabile che si sarebbe arrivati ad un Mattarella bis. In questi giorni abbiamo avuto un intenso scambio scritto e orale in cui abbiamo visto delinearsi questa soluzione. Certo, ero avvantaggiato dalla mia consuetudine con Bruno Tabacci e dalle conversazioni con lui, ho avuto la fortuna di avere buoni maestri politici.

Eppure mi sembrava chiaro che non ci fossero le condizioni perché si arrivasse a conclusioni diverse. Al di là della inadeguatezza degli attuali attori mi sembra di poter dire che non è la presenza di un leader o di un “Salomone” a risolvere tutto. Buoni politici, buoni parlamenti nascono da buone società.

Non mi dilungo sulle analisi del voto del Quirinale perché non credo che si potesse fare di meglio in assenza di un accordo, precedente, sugli assetti del Governo. Hanno perso tutti e quindi, in pratica, nessuno. L’Italia è in sicurezza e si dovrà mettere a punto solo qualcosina a palazzo Chigi.

Io ho avuto l’onore di essere candidato alla Camera dei Deputati nel 2018 e di attraversare il grande Salento in lungo e largo per parlare di Europa, di accoglienza, di un mondo senza muri, di libertà e di politica. Spesso i volti della gente che incontravo apparivano infastiditi, come se parlassi di corda a casa dell’impiccato. Sono i volti di quei cittadini che hanno desiderato, bramato, voluto che entrassero in parlamento centinaia di sconosciuti senza storia politica, che flirtavano con il populismo di Salvini e che osannavano la fine dei partiti politici e della scuola politica (ritenuta inutile e vetusta).

È dal 1993 che questa storia va avanti: stiamo abbattendo i nostri santuari, le nostre cattedrali culturali perché un mal interpretato egalitarismo ci ha convinti che il merito e la competenza fossero uno strumento di oppressione e che tutti devono fare tutto. L’eguaglianza, nelle società, invece, deve garantire a tutti pari condizioni di partenza, non di risultato. Anche nei partiti funzionava così. C’era la gavetta. C’erano le prime file e i gregari. Tutti con la loro dignità. Che tristezza questa smania di leaderismo, di bisogno di riconoscimento continuo da parte degli altri, di incapacità di lavorare solo per un obiettivo giusto che possa riempire il cuore piuttosto che l’ego.

Oggi non possiamo permetterci questo lusso. Partendo dalle città.

Abbiamo affrontato, grazie all’Europa unita, una delle crisi peggiori che si potessero immaginare ed abbiamo deciso di chiedere un prestito per svolgere il maggior investimento infrastrutturale e sociale mai visto dopo il dopoguerra.

Sarebbe un errore credere che si siano semplicemente aperti i portafogli e che finalmente l’Europa ci fa spendere un pochino di soldini. È esattamente il contrario: stiamo indebitandoci per investire, non per spendere.

È come se in una famiglia in crisi si accedesse ad un mutuo da pagare in 30 anni e anziché usarli per comprare una casa, per studiare, per prepararsi al lavoro, per aprire un’attività redditizia o per comprare gli strumenti migliori per lavorare, si decidesse finalmente di fare il viaggio alle Maldive, di comprare la macchina sportiva la tv 60 pollici e tanti vestiti firmati.

Ecco, questo succederebbe di certo se quei soldi fossero affidati alla parte della famiglia immatura, meno avveduta e probabilmente meno adatta a immaginare gli effetti delle proprie azioni.

Perché quei soldi servono per creare lavoro, benessere che aumenti il giro di affari e porti utili da usare DOPO per i beni di lusso o per spese secondarie.

Arrivo così al punto: oggi dobbiamo usare il PNRR dimenticando quanto abbiamo fatto con i Fondi Strutturali, spesso trasformati in strumenti di redistribuzione o di spesa corrente. Le amministrazioni pubbliche non devono accedere a quel denaro (CHE E’ DEBITO) come chi entra all’ipermercato e compra a caso tra le offerte nei cestelli centrali senza ricordare che ha giusto i soldi per gli ingredienti del pranzo.

Ci vuole visione, ci vuole la gente migliore, ci vuole il modello Draghi. Far convivere le varie esperienze all’interno di un progetto serio con un programma condiviso porta all’espulsione automatica di incompetenti e improvvisati: come Salvini a favore di Giorgetti ad esempio.

A Galatina abbiamo bisogno di un nuovo Sindaco che sia in grado di programmare investimenti, non di fare ragioneria dei bandi che si riescono a raccattare qua e là, con una visione di insieme e il coinvolgimento dei tutti: anche di chi sarà all’opposizione.

Per fare questo serve una persona che abbia il coraggio di sottrarsi dal giogo dei personalismi, degli odi incrociati, della politica vissuta tra le offese e le illazioni. Serve qualcuno fuori da queste dinamiche. Anche a me è successo di incrociare persone poco serene che, di fronte ad una argomentazione politica con la quale negavo un aiuto elettorale, venivo investito da offese e illazioni. Ecco, sono le persone da allontanare e isolare. Facciamo vincere la politica e il bene comune sulla partigianeria, tenendo fuori il tifo e le furberie dialettiche di chi cerca un nemico per accecare gli sguardi e nascondere il proprio vuoto.

Io credo nel futuro: Galatina tutta insieme ci deve credere e avrà una cittadina di Visionari per il 2030. Soprattutto di giovani.

Andrea Salvati

 
Di Marcello D'Acquarica (del 28/07/2023 @ 08:18:52, in NoiAmbiente, linkato 714 volte)

Sono giorni, questi ultimi, di annunciazioni per grandi cambiamenti, novità che interesseranno a breve Galatina e frazioni.

Lei stesso, Signor Sindaco, in un post pubblicato sulla Sua pagina social, avvisa noi cittadini in merito a questa rivoluzione, pregandoci di aver pazienza e di prepararci al conseguente, ineluttabile disagio, a partire dal corrente mese di luglio.

Si parla anche di piste ciclopedonali che congiungeranno Galatina a Noha, e perfino Noha ad Aradeo. Insomma.

Nel corso di un’intervista, ci ha dato inoltre l’annuncio della importante partecipazione di Galatina, “prima in tutta la provincia”, al progetto ZES (Zona Economica Speciale), che interessa un'area di 50 ettari inseriti in un denso contesto urbano, grazie a una legge più o meno datata (T.U. delle leggi sanitarie R.D. 1265/1934). Una legge che, ahinoi, nel caso di Galatina non tutela gli abitanti da precise distanze delle case - sia vecchie che da nuovi insediamenti - da opifici insalubri e rischiosi per la salute.

La ZES Adriatica interregionale Puglia–Molise è una piattaforma online e pienamente digitale georeferenziata del territorio, compresa quindi la zona industriale di Galatina e quella adiacente di Soleto. Si tratta, cosi si dice, di una mappa che fornisce tutte le informazioni utili per cui qualsiasi imprenditore può chiedere di localizzare il proprio insediamento produttivo dove più gli aggrada, compresa, ovviamente, la nostra zona industriale. La quale con i suoi 17 ettari di infrastrutture (che si innalzano altissime nel cielo e a tratti semi dirute) fa da viale principale di ingresso alla nostra bellissima colta e storica città.

In ultimo, in occasione dell'inaugurazione della 64a fiera campionaria regionale, nel corso della nostra festa patronale iniziata il giorno 27 giugno scorso, è stato presentato dall’architetto leccese Alfredo Foresta (i maligni parlerebbero di ossimoro) un nuovo progetto riguardante il sito di 20 ettari, che includono la Fiera Commerciale di Galatina.

In base alla rapidissima presentazione dell'architetto, s’è compreso che sono in arrivo enormi volumetrie per congressi, piste sportive, piscine con vasche lunghe fino a 50 metri, impianti di produzione di energia elettrica e di recupero delle acque pluviali e/o piovane.
Tanta roba, si direbbe nello slang di questi giorni.

Alla luce di questi stravolgimenti è normale che i cittadini di Galatina e frazioni (almeno quelli degni della carica di cittadino) si pongano degli interrogativi. E si chiedano in primis che impatti avrebbero queste ulteriori “grandi opere pubbliche” sul loro habitat e quindi sulla loro salute. Purtroppo, ad oggi,  Galatina è annoverata fra i 16 comuni di un Cluster con la più alta percentuale di tumori (cfr. registro dei tumori, dati ASL, CNR E PROTOS), e non vorremmo che quest’ulteriore consumo di suolo rappresentasse il colpo di grazia a un territorio già martoriato.

Non ci sembra di aver sentito qualcosa in merito alla “riforestazione” o al “ripristino dei luoghi”. Quanto alle cosiddette “comunità energetiche” meglio per ora lasciar perdere, tanto temiamo le solite operazioni di green-washing così di moda in questi tempi di emergenze à la carte: chissà perché invece temiamo solo ulteriori rotatorie, cemento, asfalto, comparti edilizie e infinite volumetrie.

Di questo passo forse ci vorrebbe ben più della temporanea pazienza da Lei richiesta ultimamente alla cittadinanza nei suoi accorati appelli.

Cordialità.

Il Direttivo di Noiambiente e Beni culturali di Noha e Galatina

 
Di Albino Campa (del 15/04/2012 @ 08:18:27, in TeleNoha , linkato 4282 volte)

Sul portale della masseria è incisa una data: 1595. Probabilmente è l'anno della sua costruzione. Nel 1595 il proprietario è il Conte Nicola Baldi. Nel 1709 la proprietà passa ad un certo Giò Andrea Gorgoni. Nel 1804 è proprietario Dolce Lazaro di Galatina. Dal 1806 fino al 2000 la proprietà è della fam. Giacomo Galluccio. Dal 2000 la proprietà passa ad un gruppo di persone di Aradeo, Galatina e Cutrofiano. Dalle informazioni tratte dai registri parrocchiali possiamo trarre i nomi dei coloni che si succedono nei secoli: nel 1709 muore in questa masseria all'età di 90 anni Giovanni Donno di Corigliano. Nel 1728 vi muore Lattanzio Thoma all'età di 85 anni sempre di Corigliano. Nel 17 30 muore all'improvviso all'età di 50 anni Donata Maiese anche lei di Corigliano. Nel 1742 sono coloni Antonio Melona e Saveria Mele di Galatina. Nel 1811 troviamo insediata la famiglia Bianco Ippazio, anche questa sembra originaria di Corigliano e di Galatina, già presente in Noha fin dal 1781, rimarrà residente nella masseria fino al 2000.

La Torre della masseria Colabaldi la parte più alta e più antica di tutta la struttura a cui è stata affiancata la masseria nel 1595. Le basi delle sue mura perimetrali ed il pavimento appartengono ad una costruzione di epoca romana. Molto probabilmente costituiva un forte militare posto sul percorso della Antica via Reale di Puglia. Ubicato sul punto più alto del nostro promontorio, aveva anche la funzione di torre di guardia collegata a vista con le altre torri esistenti lungo il percorso stesso. Di giorno si comunicava con i fumi e di notte con i fuochi. Distrutta durante le invasioni dei barbari del 400 d.C. dovute alla caduta dell'Impero Romano, venne, molto probabilmente ricostruita dai monaci Basiliani intorno all'anno 850 d.C. I Basiliani utilizzarono le mura in opus vulgaris cementizio spesse due metri ed il pavimento in basolato di pietra viva locale. Realizzarono il portale frontale ad arco con finiture pregiate in pietra leccese, e trasformarono la struttura in convento, ricavandoci anche le celle per i frati. La porta laterale che guarda ad est venne realizzata durante la costruzione della masseria nel 1595. Questo particolare lo si può dedurre sia dallo stile architettonico conforme alla masseria, sia dalla voltina a schiena d'asino del passaggio ricavato nel muraglione in opus.

fonte: “I beni culturali di Noha”di Marcello D’Acquarica – Edizione Panico 2008.

 
Di Redazione (del 02/08/2023 @ 08:17:09, in Lettere, linkato 444 volte)

Ho letto con attenzione la lettera aperta rivoltami dal Direttivo di Noiambiente e Beni culturali di Noha e Galatina. Probabilmente è opportuno dare delle risposte alle garbate domande poste.

Innanzitutto continuo ad annunciare il bisogno di pazienza da parte dei cittadini per i lavori che sono partiti, stanno partendo e continueranno a partire nei prossimi mesi.

Abbiamo visto alcuni cantieri già aperti in luglio come i lavori stradali nella contrada Guidano o il cantiere appena consegnato alla ditta appaltatrice per l’ecocentro.

Abbiamo già i primi confronti, a tratti anche complicati, per i lavori in partenza come quelli del plesso scolastico del 3 Polo dove è necessario organizzare lo spostamento dei giovani studenti per realizzare i lavori. Non ci sfugge quindi che i lavori previsti in piazza Alighieri, in piazza stazione, il corso Re D’Italia, ecc… richiederanno grande pazienza nei cittadini e capacità di gestione da parte nostra.

Una cosa voglio chiarirLa: è chiaro da tempo che nel  2021 e nel  2022 l’Europa ha chiesto che si procedesse   velocemente  all’impegno   delle  risorse  del   PNRR  motivo per  cui   molte  idee progettuali sono state finanziate sulla base di progetti di massima.

Ed è chiaro a noi,  che amministriamo oggi,  che  far diventare quei progetti di massima, dei progetti  reali,  delle gare  d’appalto, dei cantieri e infine delle opere  pubbliche è un’azione amministrativa unica per comunità piccole come la nostra. Rivoluzionaria direi.

A noi  la responsabilità di tutto questo, con buona pace di  parte dell’opposizione che ironizza e cavilla, intendendo a modo suo il proprio mandato, che dovrebbe essere sempre finalizzato al bene comune e non ad un gioco stucchevole delle parti e che, soprattutto, ha spesso praticato lentezza richiedendo oggi una velocità incompatibile con i tempi che richiede il buon lavoro degli uffici.

Passando al successivo punto richiamato tengo a chiarire che la ZES non è una piattaforma on line (la piattaforma è solo uno strumento digitale) e non è un progetto legato al T.U. delle leggi sanitarie Regio Decreto 1265/1934.

Le  Z.E.S.  sono Zone  Economiche  Speciali collocate  in  alcune zone industriali  esistenti, che godono di agevolazioni fiscali e di semplificazioni amministrative. Sono rette da un Commissari del Governo e sono state istituite con una serie di decreti a partire dal 2017.

In questi mesi stanno divenendo pienamente operative e affinché ciò accasa è necessario che vengano adottati degli atti da parte delle amministrazioni locali. Noi siamo stati i primi perché crediamo nel bisogno dello sviluppo economico e nella necessità che la nostra zona industriale sia attrattiva.

Tutti  gli argomenti utilizzati nella vostra comunicazione colpiscono la sensibilità di moltissimi di noi  e sono attuali  se pensiamo alla recente modifica  dell’articolo 41 della nostra Costituzione che declama  che “l'iniziativa  economica  privata è libera.  Non può  svolgersi  in  contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all'ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.”

Nessuno vuole agire allinfuori del dettato Costituzionale. Credo che il futuro sia proprio questo: conciliare sviluppo e benessere economico con il grande faro che ha acceso Agenda 2030.

Andando avanti,  non entrerò in polemica sulla Zona Fiera  in  cui si  parla di realizzazione di  un parco urbano complesso e di opere sportive, espositive e culturali oltre che di ampi spazi verdi

(compreso  un   orto botanico) che  recupera  e  rende  fruibile   una intera   area  oggi non a disposizione  della  comunità.  Non si  tratta solo di  “Imponenti  cubature”  e presto speriamo  di dimostrarlo.

Chiudo rispondendo  in merito alle Comunità energetiche. Saremmo tutti felici se potessimo con un colpo di bacchetta, rinunciare all’energia o al gas o ai manufatti. Purtroppo non è così. La politica e l’amministrazione è l’arte del possibile e noi a quello dobbiamo tendere. Realizzeremo la produzione di fotovoltaico sui tetti dei palazzi comunali e creeremo una comunità energetica per massimizzarne l’utilizzo. Siamo convinti che sia una cosa giusta da fare. Sostenibile.

Spero di incontrarvi presto e di potervi ascoltare sui tanti temi affrontati oggi e su altri che potremo trovare insieme.

Grazie.

Sindaco Fabio Vergine

 

Chiedono gli atti e le informazioni ambientali sul monitoraggio del cementificio Colacem di Galatina. Medici per l’ambiente Isde, Italia Nostra sezione Sud Salento, Noi Ambiente e Beni culturali, Coordinamento Civico ambiente e salute e Forum amici del territorio hanno infatti presentato - nei giorni scorsi - un’istanza  per ottenere i dati relativi all’anno di sperimentazione disposto dalla Provincia di Lecce, nell’ambito dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) rilasciata per dodici anni alla società.

Le associazioni e i comitati hanno inviato la richiesta non solo all’ente provinciale, ma anche ai carabinieri del Nucleo operativo ed ecologico di Puglia, all’Agenzia di prevenzione e protezione dell’ambiente della Regione, alla Asl di Lecce, al Comune di Galatina e infine alla Procura della Repubblica di Lecce. Il cementificio con sede a Galatina ha infatti ottenuto dalla Provincia, con una determina del dicembre del 2021, un’autorizzazione subordinata al rispetto di determinati parametri.

Valori che sarebbero stati monitorati da Arpa Puglia da lì a un anno, dunque fino al dicembre del 2022. Terminati i dodici mesi di questo monitoraggio, i firmatari dell’istanza pretendono all’accesso agli esiti delle verifiche sul rispetto delle prescrizioni imposte a Colacem.  Nello specifico sollecitano gli enti a fornire loro risposte a ognuna delle voci e agli interrogativi sollevati nel documento. Colacem ha superato la "prova" per poter proseguire con le attività? Questa la domanda che si sono posti ambientalisti, ricercatori e amministratori locali anche alla luce dei recenti sforamenti delle emissioni di polveri sottili rilevate da Arpa a gennaio 2022 e poi di quelle seguite nel mese di agosto.

 Valentina Murrieri
(fonte: lecceprima.it)

 
Di Antonio Mellone (del 20/04/2012 @ 08:00:01, in NohaBlog, linkato 3709 volte)

Per riprendere il discorso iniziato con l’articolo a mia firma dal titolo “Il candidato” apparso recentemente su questo sito, vi racconto un aneddoto realmente accaduto.

Qualche giorno addietro, m’incontra per caso a Noha un signore di mia conoscenza (non ne dirò ovviamente il nome) che dall’interno della sua macchina, abbassando il finestrino mi fa: “Allora ti stai cimentando!?”

Non ci voleva mica una laurea alla Bocconi per capire subito due cose: la prima, che alludesse ad una mia candidatura alle imminenti amministrative per l’elezione del sindaco e del consiglio comunale di Galatina (a ridaje!) e la seconda, strettamente connessa alla prima, che avesse letto il mio succitato articolo (o che quanto meno avesse visto la vignetta satirica di Marcello a corredo di quell’articolo).

Insomma, si vedeva da mille miglia di distanza quanto il mio interlocutore giocasse in qualche modo a fare lo gnorri.

Dico subito che il suo tentativo di sfottò (?) fu stroncato da una mia battuta spontanea e fulminea che giocando con l’assonanza - e non con l’etimologia del gerundio che aveva utilizzato l’astante - fu la seguente: “Ormai lo dovresti sapere a memoria che sono contrario al cemento!”. E gli ribadivo anche che quell’Antonio Mellone, candidato, non era il sottoscritto (che invece è candido, vale a dire senza macchia di tessere partitiche).

E’ stata sufficiente questa risposta lapidaria per lasciare a bocca asciutta l’amico che in una manciata di nanosecondi se la svignava scomparendo dalla mia vista...

Avrei potuto aggiungere, se ne avessi avuto l’opportunità e il tempo (chiedo venia per il pleonasmo), che la democrazia può essere: a) rappresentativa; b) diretta; c) partecipativa, e che senza la compresenza di questi tre pilastri armoniosamente combinati tra loro vani sarebbero tutti gli sforzi per stabilire modelli di governo che prevedano la partecipazione dei cittadini. Da Wikipedia si legge che la democrazia rappresentativaè una forma di governo nella quale gli aventi diritto eleggono dei rappresentanti per essere governati”; nella democrazia diretta, invece,“i cittadini in quanto popolo sovrano non sono soltanto elettori che delegano il proprio potere politico ai rappresentanti ma sono anche legislatori e amministratori della cosa pubblica” (un esempio tipico di democrazia diretta è l’istituto del referendum). Infine c’è la democrazia partecipativa che “lavora per creare le condizioni per cui tutti i membri di un corpo politico possano portare contributi significativi ai processi di decisione”. 

Mi piacerebbe che fosse chiaro una buona volta che non si fa Politica soltanto se ci si candida alle elezioni, o se si stampa la propria faccia su di un manifesto con tanto di slogan pacchiano o su di un santino (per poi sparire dalla circolazione fino alla successiva tornata elettorale). La Politica vera (notare la maiuscola) si esprime in mille modi, tutti parimenti importanti e degni di rispetto.

Ci sono anche a Noha persone che non rinunciano all’impegno, alla passione civile, alla razionalità critica, alla partecipazione e non hanno intenzione di dimettersi né oggi né mai dalla cittadinanza attiva. C’è gente che non ha voglia di mollare, e che vuol fare Politica anche senza avere i posti d’onore nelle processioni solenni dietro la statua del santo di turno.

E fanno e sono Politica tutte quelle voci libere che sovente sono stecca nel coro belante del pensiero unico dominante.

Si è già dimostrato mille volte, anche qui da noi, che quando pezzi importanti della cosiddetta “società civile” trovano un canale per manifestare visibilmente il proprio malcontento, lorsignori-politici sono costretti a tenerne conto, anche se dispongono della più bulgara maggioranza politica, culturale o mediatica in seno ai consigli o ai parlamenti.

Davanti alla democrazia partecipativa e finalmente matura nulla è più ineluttabile, nemmeno di fronte ai luoghi comuni più strutturati, anzi più incarniti a mo’ di sacro totem nella nostra mente. Tutto si può dunque ridiscutere e nulla più può esserci imposto dall’alto.  

Per far questo va coltivato il terreno di coltura che è composto da tante cose: dalla rete di lotte diffuse, dalle iniziative individuali, dalle rivendicazioni locali, e - perché no - anche dalla satira corrosiva e graffiante (che fa irritare soprattutto chi ha la coda di paglia), dalla redazione di un giornalino libero (senza padroni e senza padrini, in cui possano esprimersi liberamente tutti), da un appello contro l’indecenza, dall’esercizio della critica e della solidarietà sul territorio e sul web, dal combinato disposto di questi e altri fattori. E siamo noi e la nostra inventiva civica a creare quotidianamente l’humus per questo terreno di coltura.

Avrei voluto dire al mio (ormai malcapitato) interlocutore tutte queste cose; invece gli ho risposto con una battuta delle mie.

Ma poi a pensarci bene, quel gioco di parole dette così a mo’ di celia, quasi a freddo, condensava in una sorta di sintesi epesegetica tutto il lavoro di democrazia partecipativa che da qualche lustro cerco di portare avanti, bene o male, insieme agli altri amici di questo blog. A questo servono gli articoli, i libri, gli interventi su questo sito, le trasmissioni televisive, i video di denuncia e mai di rinuncia, il nostro giornalino L’Osservatore Nohano (che, tranne per i ciechi e per i sordi, oggi è più vivo e attuale che mai), la raccolta di firme (a favore dei beni culturali, dell’acqua pubblica, della felicità bene comune, dell’aria pulita, della legalità, dei rifiuti zero, ecc.) e le svariate battaglie (contro il CDR, contro il fotovoltaico delinquente in mezzo alla campagna, contro il cemento, contro la mafia, contro la stupidità masochista che ci sta portando alla tomba…).

Questa è Politica; questa è democrazia. Forse molto più attiva di quella che si esercita stando assisi su di un seggio, o su di una poltrona, o su di una sdraio, o distesi su di un lettino (c’è chi trascorre la sua vita da addormentato) anche in seno ad un’assemblea di politici di professione.

Antonio Mellone  
 
Di Albino Campa (del 07/01/2011 @ 08:00:00, in Eventi, linkato 2763 volte)

Di nuovo i Dialoghi di Noha, ancora una volta ci si ritrova tutti insieme a discutere e confrontarsi su temi di grande attualità; cosa che accade, ahimè, sempre più di rado.

 

È il 2 gennaio e nella stupenda sala settecentesca adiacente al Bar Settebello, da poco ristrutturata e valorizzata in ogni suo dettaglio architettonico, è data l’opportunità, a chiunque ne abbia voglia, di partecipare ad un incontro-dibattito che intende analizzare, sotto l’attenta lente del cittadino, niente meno che l’Unità d’Italia, proprio nell’anno della ricorrenza del 150° anniversario. Ma nell’accogliente sala riecheggia anche un’altra data, oltre a quella famosa, il 1861: qualcuno infatti parla di bicentenario, di 1811, di unità del feudo di Noha con quello di Galatina, di appropriazione non autorizzata di un territorio di 1000 anime, ovviamente con annessi culturali, storici e architettonici.

 

Due date quindi, quella del 1811 e del 1861, che dovrebbero sancire un’unità politica e culturale, ma che in realtà dimostrano essere due sipari dietro ai quali si nascondono gli interessi di alcuni, a discapito dei molti. Attenzione, qui si raccontano i fatti, questa è storia, e dovrebbe far da maestra, come sostiene Cicerone. Ecco, quindi, che per l’occasione, di fronte a un attento e partecipe uditorio, si susseguono gli interventi di Antonio Mellone, Marcello D’Acquarica e del prof. Egidio Zacheo, scrittore, giornalista e docente di Politica Comparata e Storia delle Istituzioni presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università del Salento.

 

Ognuno dice la propria liberamente, sentendosi tutelato in ciò dalla Costituzione Italiana (che non poteva non essere ricordata con la lettura di alcuni suoi articoli), senza ergersi a detentore di chissà quale verità, senza imporre alcunché, arricchendo il discorso con eventi e date storiche, dandogli valore con citazioni e riferimenti bibliografici, riportando documenti e video. Un contributo enorme al dibattito è offerto dal prof. Zacheo, che ha ricordato quanto sia importante continuare a perseguire, senza mai stancarsi, quell’unità politica che è sempre venuta meno in Italia, e allo stesso tempo ha invitato i cittadini a essere attivi, a dare un seguito nel loro piccolo all’unità culturale dell’Italia, che ha anticipato di secoli quella politica, a valorizzare la res pubblica e abbattere i muri dell’egoismo, che siamo abituati a costruirci intorno. 

 

Un approfondimento culturale indispensabile è offerto anche da un video, preparato da Marcello D’Acquarica e disponibile sul sito noha.it, che oltre a fare da introduzione all’incontro, ha cercato anche di trovare alcuni termini di paragone tra la situazione nazionale e quella locale.

 

La serata si è conclusa con un elenco di motivi per cui valga la pena restare oppure andar via da questo paese. Non abbiamo ancora preso una decisione, intanto però ci uniamo di buon grado al motto finale: “siamo qui con voi, perché l’unione fa la forza”.

Michele Stursi

 

 
Di Antonio Mellone (del 24/01/2014 @ 07:52:46, in NohaBlog, linkato 2568 volte)

Forse non si usa commentare o chiosare un’intervista gentilmente concessa da un sindaco, o forse semplicemente non fa parte del bon-ton del bravo giornalista scendiletto. Ma io ho sempre pensato (e detto) di non essere né l’uno né l’altro. Cioè né giornalista né scendiletto, ma un cittadino qualunque che crede sia giusto e pio dire la propria, cercando di non formulare mai giudizi sulle persone (come potrei trovare la pagliuzza nell’occhio dell’altro quando temo di avere una trave nel mio?), ma certamente non sospendendo pareri o opinioni in merito a certe esternazioni, decisioni o comportamenti, frutto di convinzioni bislacche (che sto cercando di combattere ormai da tanto tempo, non dandomi mai per vinto).

*

Sta di fatto che, incredibile ma vero, il 6 gennaio scorso ho avuto modo di intervistare in fretta e in furia il mio sindaco, il dott. Mimino Montagna, all’uscita dalla Masseria Colabaldi.

Incredibile non che lo abbia intervistato il sottoscritto, ma che al sindaco sia capitato di trovarsi nientedimeno che nei dintorni dell’acropoli di Noha, in visita pastorale al presepe vivente colà allestito; e proprio il giorno dell’epifania (mai lemma fu più appropriato di questo per l’occasione).

Ebbene sì, non poteva più farne a meno. Nel senso che gli è toccato di compiere lo sforzo natalizio di farsi vivo nella frazione “sennò i nohani chi li sente?”.

*

Dopo le visite canoniche al presepe da parte di ben quattro magi, Daniela Sindaco, Luigi Longo, Roberta Forte ed addirittura Daniela Vantaggiato (quest’ultima affetta da una malattia rara e contagiosa che non le permette di pronunciare l’ostico vocabolo Noha) - ambasciatori ai quali avevamo dato l’incarico di salutare per nostro conto il loro principale - ha voluto o forse dovuto fare la sua personale toccata e fuga alla manifestazione nohana anche Sua Eccellenza in persona.

E così il Montagna è apparso ai pastorelli di Noha come la Madonna doveva essere apparsa a quelli di Fatima.

Ma qui non è tanto della venuta a Noha di nostro signore (in minuscolo, per carità) che vogliamo discettare, o del fatto che abbia atteso l’ultimo giorno delle feste natalizie e di apertura del presepe vivente per far capolino tra le nohane vestigia (se avesse atteso un altro po’ avrebbe corso seriamente il rischio che il Bambinello ascendesse al cielo), quanto della miscela di parole proferite in quei quattro minuti di intervista al volo, già pubblicata su questo sito ormai un mesetto fa.

*

E qui devo impormi di tagliar corto (dunque cinque articoli sul tema posson bastare), ché ci sarebbe da disquisire su ogni periodo, ogni frase, ogni parola uscita dalla bocca del primo cittadino di Galatina, con il rischio di farne una voluminosa tesi di laurea da discutere in più ambiti accademici che vanno dall’Economia al Diritto, dalla Conservazione dei Beni culturali alle Lettere, senza tralasciare la Psicologia ed alcuni rami specialistici della Medicina.

Ma prima di dissertare del verbo sindacale, c’è da rilevare la fretta, l’impazienza quasi, la premura di correre verso la capitale (e te pareva!), per uno dei suoi tanti “impegni istituzionali”, come per esempio l’assegnazione dei premi in palio ai migliori presepi (non viventi) allestiti nel centro storico di Galatina. Non sia mai che qualcosa del genere capiti, dico a caso, a Collemeto o a Santa Barbara, o chessò io, a Noha. Nossignore.

E poi, per dire, Collemeto ha già il suo ricco premio, anzi proprio un bel pacco sotto l’albero (segato). Vale a dire un bel Mega-Porco commerciale nuovo di zecca e griffato Pantacom.

Ma cosa vogliono di più dalla vita questi borgatari delle frazioni?

[continua]

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 27/08/2015 @ 07:47:28, in NohaBlog, linkato 2143 volte)

Continuando nelle note a margine della bella recente enciclica di papa Francesco, intitolata “Laudato sì”, che, come detto altrove, in molti non toccheranno nemmeno con una canna (l’enciclica, s’intende, mica le nostre considerazioni: figurarsi), riprendiamo di buona lena con questo brano molto significativo: “La tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata, e ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata […] Su ogni proprietà privata grava sempre un’ipoteca sociale” (tratto dal punto 93, pag. 80 - 81, “Laudato sì’” di papa Francesco, Ancora, Milano, 2015). E su questo ormai non ci piove più: ne abbiamo già parlato nella terza parte di questa recensione, invero un po’ lunga, che, viste alcune reazioni piccate, sembra stia dando l’orticaria a qualche cosiddetto politico e a qualche cosiddetto giornalista.

*

Ancora: “La cultura ecologica dovrebbe essere uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma educativo, uno stile di vita e una spiritualità che diano forma ad una resistenza di fronte all’avanzare del paradigma tecnocratico […] La liberazione dal paradigma tecnocratico imperante avviene di fatto in alcune occasioni. Per esempio, quando comunità di piccoli produttori optano per sistemi di produzione meno inquinanti, sostenendo un modello di vita, di felicità e di convivialità non consumistico.” (punto 111, pag. 96 – 97, ibidem, la sottolineatura è nostra). Ma come ci piace ‘sto papa. Siamo convinti che anche su codesta cultura ecologica per cambiare, appunto, il volto di una comunità basterebbe che i parroci pro-loco e pro-tempore facessero proprie le parole del capo della loro chiesa, e non facessero orecchio da mercante (ovvero, in certi casi, i mercanti nel tempio) di fronte a certe istanze non più oltre differibili. Basterebbe davvero poco.

*

In molte zone si constata una concentrazione di terre produttive nelle mani di pochi, dovuta alla progressiva scomparsa dei piccoli produttori, che, in conseguenza della perdita delle terre coltivate, si sono visti obbligati a ritirarsi dalla produzione diretta. I più fragili tra questi diventano lavoratori precari e molti salariati agricoli finiscono per migrare in miserabili insediamenti urbani. L’estendersi di queste coltivazioni [transgeniche, ndr.] distrugge la complessa trama di ecosistemi, diminuisce la diversità nella produzione e colpisce il presente o il futuro delle economie regionali. In diversi paesi si riscontra una tendenza allo sviluppo di oligopoli nella produzione di sementi e di altri prodotti necessari per la coltivazione, e la dipendenza aggrava se si considera la produzione di semi sterili, che finirebbe per obbligare i contadini a comprarne dalle imprese produttrici. (punto 134, pag. 114 -115, ibidem). Forse il papa si riferisce alla multinazionale Monsanto, che di santo ha solo il nome.

Per favore, leggete anche questo pezzo: “C’è bisogno di un’attenzione costante, che porti a considerare tutti gli aspetti etici implicati. A tal fine occorre assicurare un dibattito scientifico e sociale che sia responsabile e ampio, in grado di considerare tutta l’informazione disponibile e di chiamare le cose con il loro nome. A volte non si mette sul tavolo l’informazione completa, ma la si seleziona secondo i propri interessi, siano essi politici, economici o ideologici. […] E’ necessario disporre di luoghi di dibattito in cui tutti quelli che in qualche modo si potrebbero vedere direttamente o indirettamente coinvolti (agricoltori, consumatori, autorità, scienziati, produttori di sementi, popolazioni vicine ai campi trattati e altri) possano esporre le loro problematiche o accedere ad un’informazione estesa e affidabile per adottare decisioni orientate al bene comune presente e futuro. (punto 135, pag. 115, ibidem, la sottolineatura è nostra).   

Come non essere d’accordo? Nel nostro piccolo abbiamo avuto modo di parlare anche di questo, denunciato quasi in solitudine, scritto articoli, stampato volantini, partecipato a manifestazioni, e, con “I dialoghi di Noha”, organizzato convegni, e raccolto firme, fatto controinformazione. Invero con diversi sognatori ma con pochissimi “fedeli” al seguito (alcuni pragmaticamente in tutt’altre faccende affaccendati).

Sarebbe bello, invece, avere a che fare con tanti sognatori resistenti piuttosto che con tanti, troppi resistenti al sogno. Ma siamo fiduciosi nel cambiamento, tanto che nutriamo la certezza del fatto che “un giorno questa terra sarà bellissima”. Ah dimenticavamo: i veri sognatori dormono poco o niente

“Insieme al patrimonio naturale, vi è un patrimonio storico, artistico e culturale, ugualmente minacciato. E’ parte dell’identità comune di un luogo e base per costruire una città abitabile. […] Bisogna integrare la storia, la cultura e l’architettura di un determinato luogo, salvaguardandone l’identità originale. Perciò l’ecologia richiede anche la cura delle ricchezze culturali dell’umanità nel loro significato più ampio. (punto 143, pag. 122, ibidem). Toh, guarda. E noi, con i nostri libri e con i nostri articoli, con le nostre battaglie di sensibilizzazione sul tema dei beni culturali, che pensavamo di essere affetti dal peccato mortale dell’archeologismo: quando si dice “corsi e ricorsi e storici”.

*

Nelle città circolano molte automobili utilizzate da una o due persone, per cui il traffico diventa intenso, si alza il livello di inquinamento, si consumano enormi quantità di energia non rinnovabile e diventa necessaria la costruzione di più strade e parcheggi, che danneggiano il tessuto urbano. (tratto dal punto 153, pag. 129, ibidem). Pare scritto per Galatina (o per Noha), dove si vogliono costruire ancora parcheggi e circonvallazioni, e, ove fosse stato possibile, un po’ di rotonde in contrada Cascioni prima di inaugurare un bel Mega-porco commerciale.

Quanto a Noha, ne scrivemmo su questi stessi schermi. Si trattò dell’ennesimo articolo passato sottogamba, o appunto messo sotto i piedi, non preso in considerazione nemmeno di striscio (cfr. il nostro Piedibus, del 30/5/2012, pubblicato su questo stesso sito). Secondo voi, ora, i devoti di Noha daranno retta almeno un pochino al papa di Roma e lasceranno finalmente in garage la loro auto o continueranno nelle loro abitudini in saecula saeculorum? Mistero annoso.  

Nell’attesa che si compia la beata speranza, temiamo che, per indole e formazione, faranno finta di non aver sentito, e, come al solito, nelle feste comandate, riempiranno di lamiere su quattro ruote tutte le strade perimetrali dei luoghi di culto, trasformando i centri parrocchiali in novelli centri commerciali. In tutti i sensi. E così sia.

[continua]

Antonio Mellone

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 30/12/2015 @ 07:43:20, in Presepe Vivente, linkato 2750 volte)

Abbiamo visto sorgere la sua stella,
e siamo venuti per adorarlo (dal Vangelo di Matteo  2,2)

Carissimi organizzatori, figuranti, collaboratori tutti: grandi! grandi! grandi! Non ho altre parole per dirvelo.

Anche se non conosco tutti i vostri nomi e i vostri volti, vorrei salutarvi uno ad uno, vorrei guardarvi negli occhi e dirvi complimenti, e grazie.

E’ bello che ogni anno con la festa del Natale del Signore ci fate questa sorpresa, perché di sorpresa si tratta: ci regalate tante emozioni, non solo perché fate rivivere la nascita di Gesù, ma perché ci fate conoscere e gustare la bellezza, il fascino, il mistero dei beni culturali di Noha: prima la masseria Colabaldi, poi la Casa Rossa, ora questo luogo da magia del Castello Baronale.

Sono arrivato domenica sera che ormai faceva buio da Via Carlo Alberto dalla Chiesa e già quella gigantesca stella luminosa vista da lontano mi riportava alle pagine del Vangelo secondo Matteo: abbiamo visto la sua stella e siamo venuti … Quest’anno, con il clima meteo più mite, sono venuto più volentieri, ho passeggiato per quei viali che vi siete inventati, guardando le scene che animavano quel luogo e i visitatori che si stupivano ad ogni passo. Sì, stupore, deve essere questa la parola giusta del vostro, del nostro presepe vivente 2015.

Trovarsi davanti a quella torre ancora così bella, a quel ponte così armonioso, così dinamico e al contempo forte.  Quanti pensieri, quante emozioni. Ma sapete che Noha possiede beni così importanti?  E non da alcuni anni, non da un secolo, ma da ben otto secoli.

Il Castello era a pianta quadrangolare dotato di bastioni sui quattro angoli. Questa struttura fu il centro del potere feudale e certamente a quei tempi era una risposta valida per le esigenze difensive del paese, sia per la sua posizione strategica e sia per la costruzione della torre a ridosso del Castello che controllava la triplice entrata nel paese.

Nel 1700 il Castello, che ormai non era più di proprietà dei Baroni della famiglia De Noha, subì delle modifiche sostanziali, perché, riparato alla meglio, diventò una masseria. Ma diventando masseria, la torre e il ponte non furono demoliti. Il che significa che anche allora sembrarono beni importanti da conservare e da non distruggere.

Quando a Noha sorgevano questi monumenti, S. Francesco d’Assisi (l’inventore del presepio vivente) aveva da poco percorso l’Italia (1182-1226), Dante Alighieri (1265-1321) era appena vissuto, Giovanni Boccaccio (1313-1375) e Francesco Petrarca (1304-1374) erano appena diventati famosi, i padroni di Noha, i Baroni De Noha, avevano già preso possesso della loro baronia, della nostra cittadina.

Ho ammirato e mi sono stupito di tutto: delle scene animate dai personaggi, degli attrezzi antichi in mostra, delle creazioni che  vi siete inventate.

Ma non mi sono accontentato di quella visita. Già ho problemi di vista. Immaginate un po’ se mi accontentavo del buio, anche se nel buio il presepe vivente ha ancora più fascino. Ho preferito ritornare la mattina seguente, prima di ripartire per la mia sede, per godere ancora un po’ di quelle bellezze. Mi hanno imprestato una chiave e alle 8 del mattino sono rientrato, attrezzato anche per fare delle foto digitali.

Mi ha accolto una capretta che, o per la gioia di vedere qualcuno o forse per chiedere cibo, saltellava da una parte all’altra con capriole, che sembrava volessero dire: ci sono anch’io.

Sono ripassato a rivedere quel Ponte medioevale, l’ho percorso salendoci sopra: che incanto, che armonia di linee. Ho fotografato ancora quella Torre federiciana. Poi in basso, in quello che resta del passaggio per entrare nel sotterraneo della torre, mi sono fermato e ho rivisto “lu sciacudhhri” della sera precedente. Nella mia immaginazione, era ancora lì, buffo, burlesco, stravagante. Uno spasso. Proprio come nei “cunti” di una volta.

Se  non l’avete ancora visto, recatevi (o ritornate) nel presepe vivente di Noha nelle successive giornate di apertura: nella torre trecentesca c’è ancora lui, “lu sciacuddhri” che vi aspetta.

Ho continuato il mio giro turistico mattutino, completando il mio personale album fotografico, e poi sono ripartito, carico di entusiasmo, di gioia, di ammirazione per tanta bellezza per troppi anni tenuta nascosta, ed ora rinata grazie ad un gruppo di ragazzi straordinari che, ancora una volta, ha saputo dare dignità e valore alla nostra Storia di Noha.

P. Francesco D’Acquarica imc

 
Di Marcello D'Acquarica (del 16/01/2014 @ 07:41:59, in Cimitero, linkato 2811 volte)

Camminando per le strade di questa grande città che è Torino, fino a una ventina di anni orsono, mi imbattevo spesso in grandi cassoni pieni di rifiuti di ogni genere, a volte anche di oggetti ancora in buono stato. Nel mentre, pensavo al mio paese dove mai avrebbero gettato nulla che non fosse stato riutilizzabile. Mi sbagliavo di grosso.
Il malcostume del “buttare” e “comprare” cose inutili, ahimè, è dilagato ovunque. Adesso leggo, perfino su quotidiani galatinesi, che i cinesi fanno grandi affari con i materiali di riciclaggio di opere dismesse. Perdiamo la saggezza perché dimentichiamo il passato, ma ora finalmente ci accorgiamo che i rifiuti ci costano un occhio della testa. Meglio tardi che mai.
 
La stessa cosa vale per il cimitero. Nei camposanti di Torino e cintura, dove tuttora risiedo,  le sepolture hanno un contratto decennale. Dopo dieci anni, quel che resta delle salme, viene rimosso e, pagando il giusto, ricollocato in cellette piccolissime, oppure conferite nell’ossario comune. Prova concreta di come finisce la storia materiale di ognuno di noi.
Certo è edificante pensare che ognuno di noi valga quanto un sovrano, e quindi degno di sepolture monumentali, ma di fatto sovrani dovremmo esserlo in vita e nel rispetto del prossimo. Il vero monumento dovrebbe essere ciò che gli altri ricorderanno di noi. Punto.

Al mio paese non si muore mai, pensavo, perché anche dopo morti tutti restano là, marmorei nel tempo e nella memoria. Invece, devo constatare che la realtà è ben diversa. Come d'altronde già dettavano gli antichi testi sacri: "Ricordati uomo, che polvere sei e polvere ritornerai". (Genesi 3,19)
L’aumento del numero degli abitanti innesca automaticamente la necessità di adeguare i servizi, come per esempio: scuole, strade, impianti fognari, consumi e a raccolta dei rifiuti, spazi di verde pubblico, spazi formativi, culturali e non per ultimo, lo spazio adibito alla cura della memoria di chi lascia questo mondo.
Il consumo del territorio, di cui cominciano a farsi portavoce molti sindaci, va considerato in funzione del reale fabbisogno. A che serve togliere alla terra, che è sempre la prima fonte di vita per l’uomo, anche solo un centimetro quadrato, se da quel sacrificio non tornano benefici per le attuali e future generazioni?
Quale beneficio abbiamo occupando un metro cubo (tale è la dimensione standard di un loculo; Circolare del Ministero della Sanità 24/06/1993 n. 24) per decenni e secoli, se di fatto all’interno di questo spazio, ciò che resta occuperebbe sì e no una ventesima parte di quello stesso spazio?

In sostanza da tempo mi preoccupavo di questo cimitero che nel giro di pochi decenni ha raddoppiato l’estensione, ma ha anche conservato usanze non più sostenibili per ovvie ragioni.
L’usanza metropolitana di elevare in altezza le tumulazioni va presa in considerazione seriamente (anche da parte dell’assessore Andrea Coccioli) perché permette di non consumare altra terra. Questo tipo di ragionamento è presente nel nostro cimitero dal 1951, lo testimonia la struttura dedicata alla Confraternità della Madonna delle Grazie. Perché non ripetere l’operazione nell’edificio di fronte adibito a Chiesa, che di fatto non è più utilizzato nonostante sia stato “restaurato”? Non sarebbero solo 20 i nuovi loculi disponibili, ma oltre 200. Inoltre rimarrebbe anche lo spazio per pregare.

Le soluzioni non mancano, quello che manca, mi sa, è sempre la buona volontà di ognuno.
Speriamo che a nessuno dei nostri amministratori venga in mente di ampliare ancora il cimitero di Noha a spese di altra campagna, né di far costruire altre cappelle private che tolgono spazio a tutti, erette in nome di una discutibile vanagloria.

Marcello D’Acquarica

 
Di Redazione (del 18/11/2022 @ 07:41:07, in NoiAmbiente, linkato 376 volte)

Anche quest'anno regaleremo degli alberi alla comunità. Sono sempre pochi, ma  buoni.

Se qualcuno/a  può venire è benvenuto/a. Come sempre. Siamo fiduciosi.

 

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni culturali
di Noha e Galatina

 
Di Antonio Mellone (del 30/03/2012 @ 07:30:00, in NohaBlog, linkato 2904 volte)

Nel 1519, Raffello così scriveva al papa Leone X, che lo aveva incaricato di censire e disegnare le cadenti antichità di Roma: “Ma perché ci doleremo noi de’ Goti, Vandali e d’altri perfidi nemici, se quelli li quali come padri e tutori dovevano difendere queste povere reliquie di Roma, essi medesimi hanno lungamente atteso a distruggerle?

Queste parole vergate cinque secoli fa dal Sanzio sembrano non solo attuali, ma indirizzate proprio a noi altri, nohani del 2012.

Ho già detto altrove che Noha non è una città per turisti in fila con tanto di guida poliglotta (anche se – incredibile ma vero! – è capitato anche questo). Ma, come attestato ormai da schede storiche, libri, articoli, raccolta di firme e trasmissioni televisive, Noha presenta finalmente un patrimonio culturale di tutto rispetto. Purtroppo, accade sovente di ignorare i tesori a noi più vicini, forse perché nascosti in un angolo oscuro, in atteggiamento di umiltà o ritrosia; o perché su di essi non s’è mai fermata la superficiale attenzione degli uomini, che cercano lontano le cose belle, proprio perché non sospettano neppure che esse siano tanto vicine, in mezzo a noi.    

Fosse solo questo! A volte non ci contentiamo di snobbare i nostri beni culturali nostrani (e chi ne parla e ne scrive) ma con pervicace ostinazione finiamo per diventare noi altri i vandali (qualcuno direbbe vangàli) immemori della nostra stessa identità.    

A volte sono i proprietari stessi di questi beni che - con l’ebete consenso di qualche firma facile apposta in qualche ufficio comunale da qualche dirigente di bocca buona - non sapendo (e ormai non volendo) dare un valore all’oro che si ritrovano per le mani, permettono lo scempio diuturno che è fatto di dimenticanza, di miopi interessi, di caprino oltraggio, di oscurantismo, dunque, di mattoni e cemento senza se e senza ma, a ridosso di questi beni. E questa è storia contemporanea: solo chi gioca a mosca cieca anche da adulto non s’accorge di quello che sta accadendo ad uno dei beni culturali più singolari di Noha, e al povero giardino di aranci e zagare che lo circondava fino all’altro giorno. Io credo che una proprietà che permetta che il suo patrimonio sia devastato non è degna di possederlo: certi beni dovrebbero essere di chi se li merita!

Il patrimonio storico-artistico di Noha non ha un valore puramente speculativo e teorico, ma ha anche una “missione sociale”: quella di rendere l’ambiente nel quale viviamo più prezioso e civile. Se non salvaguarderemo il nostro patrimonio (che dovrebbe essere “comune”) saremo un territorio senza futuro. I beni culturali sono la nostra antimafia. Senza di essi la mafia (che purtroppo esiste eccome!) la farà da padrone, nei secoli dei secoli. Amen.

Un ultima chiosa.

Ho notato una sorta, come dire, di rancore, anzi di antipatia nei confronti sia dei beni culturali nohani e sia nei riguardi di chi ormai da anni combatte se non altro per evidenziarne il problema, da parte di alcuni commentatori che bazzicano su questo sito. Vorrei che fosse chiaro una buona volta che chi parla di casiceddhre, di frantoio ipogeo, di casa rossa, di torre medievale, ecc. ecc. non è contro o in competizione con le iniziative promosse da altri settori della nostra comunità. Ci mancherebbe altro.

I beni culturali nohani sono di tutti, e non soltanto di chi da qualche anno a questa parte sta rompendo i timpani e qualcosa d’altro per portarli all’ordine del giorno prima di tutto dei nohani e poi (se la specie dovesse ancora esistere: ma sembra in via di estinzione) dei politici.

Questi opinionisti per caso (che non sono di Noha, sicuramente non sono di Noha, e non possono essere di Noha) anziché coalizzarsi con noi altri (che siamo poco più che quattro gatti spelacchiati), se ne fa beffe con asserzioni, proposizioni ed espressioni tra il sarcastico e l’allocco, perpetuando di fatto una catena di vandalismo, diretto o indiretto, di cui non si intravede la fine.  

Non si capisce perché tanta animosità.

Boh? Mistero della fede.

Antonio Mellone
 

Il Comune di Galatina, attraverso un processo iniziato nel tempo e diversamente partecipato da alcune associazioni culturali ivi presenti, ha dato vita ad un percorso di valorizzazione, riqualificazione e salvaguardia dei beni materiali ed immateriali e dei luoghi presenti sia nel Centro antico della Città, sia sull’intero territorio, frazioni comprese. Galatina ha un profondo patrimonio storico culturale fatto di palazzi gentilizi, edifici storici  e di personaggi illustri, di tradizioni, di fenomeni antropologici (si pensi al fenomeno del tarantismo che viene attenzionato e riproposto durante i festeggiamenti dei Santi Pietro e Paolo dal 28 al 29 giugno), e di una ricca tradizione di riti e festeggiamenti religiosi (si pensi alla processione dell’Addolorata durante la Settimana Santa). Negli ultimi tre anni molto successo ha avuto la rievocazione di un Corteo Storico promosso dal locale Club Unesco per i Weekend Orsiniani, iniziativa che si coagula attorno alla figura di Maria d’Enghien e sulla Basilica di Santa Caterina.

Tra le peculiarità alimentari, possiamo ricordare le varie pasticcerie, che custodiscono alcune antiche ricette di dolci, di cui alcune anche con marchio registrato come nel caso della mafalda®, la produzione di vini, di farine e paste speciali, e di alcune produzioni agroalimentari di eccellenza quali la cicoria, la patata sieglinda, e prodotti tipici realizzati in occasione di festività (es. le “caddhe caddhe” che sono una pietanza antica, oggi quasi estinta, e sembra che si usasse solo nella città di Galatina la sera della vigilia di Natale, infatti se provi a chiedere ad un salentino non sa risponderti cosa siano). Galatina vanta la presenza di alcuni storici circoli letterari e di varie associazioni culturali, tra cui il Circolo  Athena, l’Università Popolare “Aldo Vallone”, il Club Unesco, ecc. Recentemente è nata una Rete di Associazioni a Presidio permanente per il Centro Antico, il cui acronimo è R.A.D.I.C.I. (Rete di  Associazioni a Difesa delle Identità culturali  Insieme), il cui scopo è la tutela, salvaguardia, decoro, valorizzazione promozione, studio, ricerca e fruizione dei beni materiali e immateriali del Centro Antico di Galatina.

Attualmente la Città continua a sedurre molti visitatori stranieri, che spesso decidono poi di comprare qualche storico edificio da ristrutturare. Notevole è la presenza di inglesi e di americani, che hanno deciso di acquistare casa nella cittadina, ed in alcuni casi di trasferirsi a viverci. Molti anche coloro che dai paesi vicini, affascinati dalla bellezza dei luoghi, dall’impronta comunitaria richiamata dall’atmosfera del Borgo Antico, che hanno deciso di trasferirvisi. Nell’intento di declinare un nuovo modello di sviluppo turistico ed economico sostenibile, al fine di meglio valorizzare la rete di comunità sottesa tra arte e luoghi d’arte, di stimolare una rinascita e valorizzazione del Borgo Antico, per facilitare la fruizione dello stesso, questo Comune, dopo aver intrapreso un percorso sempre più convinto di pedonalizzazione e di limitazione al traffico della zona antica, intende attraverso questo piccolo educational tour, far conoscere all’esterno le tante potenzialità  che questa Città d’Arte offre, grazie alla presenza di giornalisti, blogger ed opinion leader, che saranno condotti in uno speciale percorso dalle guide abilitate della nostra Città.

 

Durante la giornata sono previsti tre speciali percorsi di visita gratuita per visitatori e turisti (uno la mattina e due il pomeriggio), oltre ad uno speciale programma di accoglienza per i due giornalisti invitati per l’occasione. Gli orari di ritrovo sono dettagliati nella locandina.  Il Tour organizzato prevede un itinerario che si snoda oltre che nell’interno della suggestiva e maestosa Basilica di Santa Caterina d’Alessandria ed il relativo Museo adiacente al Chiostro, anche tra vicoli e corti, ammirando palazzi, decori, epigrafi, stemmi, visitando il Museo Civico e la Biblioteca che custodisce preziosi incunaboli. Presso le botteghe, le pasticcerie, ed altri locali commerciali e di ristorazione sarà proposto il meglio di alcune specialità alimentari del luogo, dai dolci (si pensi al pasticciotto, all’africano, ai divini amori, alle maddalene, alla mafalda®, ai quaresimali, alle bocche di dama, ai mustacciuoli, ai cioccolatini, ecc.), al vino, ai prodotti da forno ed ad alcuni piatti e prodotti tipici.  Sarà possibile visitare alcune gallerie e la mostra Odissea Minima allestita presso L’Atelier di Marcello Toma al civico 17di Via Umberto I. Per l’occasione tutte le Botteghe del Centro saranno aperte fino a tarda sera, tra cui la storica pasticceria di Ascalone, nota in ogni dove per i suoi famosi pasticciotti.

 

PROGRAMMA

Inizio del programma ore 9:30, raduno in Piazzetta Orsini e/o Piazza San Pietro.

Mattina: due turni di visite. Il primo turno raduno ed accoglienza ore 9:30. Inizio percorso partendo dalla Basilica di Santa Caterina.

Pomeriggio: due turni di visite.  Il primo ritrovo ore 17:00, il secondo ritrovo ore 17:30. I percorsi sono misti e spaziano tra arte, curiosità e gusto.

Ore 19:30 “La patata di Galatina, occasione da cogliere per la promozione della nostra città”,  incontro tematico sulla specialità agroalimentare patata sieglinda, incontro moderato dal giornalista Bruno Conte. Relatori: Salvatore Manfreda, Presidente Associazione Produttori Patate di Galatina; Federico Manni, Export Manager Cooperativa Acli di Racale; Michele Bruno, Presidente di Puglia Expo; Ambra Mongiò imprenditrice agricola; saranno presenti anche i due candidati sindaco Marcello Amante e Giampiero de Pascalis.

Alle 21:00– Tavola Rotonda : “Gli itinerari dell’arte: il Centro Antico e la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria”. Saranno presenti il Commissario dott. Guido Aprea, il sub Commissario dott. Vincenzo Calignano, giornalisti e blogger, tra cui la dott.ssa Annamaria Demartini editore e dirett. Editoriale MondoPressing e la dott.ssa Susanna Crimelia giornalista di Ambiente Europa, alcuni esperti, tra cui lo storico dell’arte Giovanni Giangreco, il prof. Giancarlo Vallone, Preside della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università del Salento, il dott. Luigi Galante critico d’arte ed alcuni appassionati d’arte insieme ad esponenti di associazioni locali ed alla Rete associativa. Modera  l’incontro il prof. Maurizio Nocera. Dopo l’incontro culturale,  previsti alcuni momento di improvvisazione artistica e musicale.

NB: Controllare le locandine in allegato per orari, info, e nomi dei relatori di entrambi i convegni.

Per info contattare:                  Gianfranco Loreta 347 6413286

 
Di Redazione (del 27/02/2014 @ 07:17:46, in Comunicato Stampa, linkato 2219 volte)
Per la serie di incontri "Dialogoi sto monastiri", Notizie storiche e culturali intorno alla Basilica di Santa Caterina d'Alessandria, terzo appuntamento Venerdì 28 febbraio 2014 alle ore 18,30, presso  la Sala di Cultura Francescana della Basilica, con l'intervento della Dott.ssa Rossella Schirone, Docente di Storia delle Religioni presso la Facoltà Teologica Pugliese di Lecce, ed esperta della Storia degli Ebrei e di  Ebraismo in Terra d'Otranto tra il III ed il XV Secolo; la curatrice ci guiderà nella conoscenza della vicenda storica, religiosa e culturale degli Ebrei a Galatina, nella contea di Soleto, e più in generale in Terra d'Otranto, chiarendo i rapporti della Comunità Ebraica salentina con la Famiglia degli Orsini del Balzo; presenta la Dr.ssa Emilia Frassanito, Libraia e Titolare della Libreria Fiordilibro.  "Nel Quattrocento gli ebrei di Galatina erano sicuramente presenti in Via Marcantonio Zimara, come segnala il Tetragrammaton (per gli ebrei, l’impronunciabile quadrilittero nome di Dio, JHWH) inciso sulla finestra nella corte del civico 10. La Famiglia dei Conti Orsini Del Balzo, almeno sino agli anni Trenta del Quattrocento, ebbe grande stima degli ebrei, cosa dimostrata dai continui rapporti con la comunità ebraica, improntati alla tolleranza;  Maria d’Enghien si fidava ciecamente di loro, tanto da affidare la cura della sua salute al medico ebreo mastro Giacomo; nota la benevolentia del principe Giovanni Antonio nei riguardi degli Ebrei, mal sopportata dal papa Pio II (Enea Silvio Piccolomini), che considerava il riottoso feudatario del Balzo come nemico della fede, ed "eretico poiché incoraggia  la perfidia ebraica”.
L’evento ideato e promosso dal Club UNESCO di Galatina, in collaborazione con la libreria Fiordilibro, l’Associazione Culturale Il Mandorlo e la Comunità Francescana di Santa Caterina d’Alessandria, ha il Patrocinio del Comune di Galatina, e vuole essere un primo passo nel complesso iter, necessario per ottenere il riconoscimento UNESCO del complesso di Santa Caterina d’Alessandria come Monumento di Pace e Bene Materiale dell'UNESCO.

Sala della Cultura Francescana, piazzetta Orsini – info 3396845616

 
Di Antonio Mellone (del 26/01/2014 @ 07:12:34, in NohaBlog, linkato 2912 volte)

Che dire poi dei mestieri rappresentati nel presepe? Per il mio sindaco “alcuni mestieri sono del passato e quindi chiaramente non ritorneranno più”.

Ora, io mi chiedo se il mestiere del contadino, quello dell’allevatore, e poi ancora l’attività del pastore, ma anche quelle del ciabattino, del falegname, del maniscalco, dell’oste, del lavoratore della terracotta e/o della pietra leccese, del fruttivendolo, del fornaio, del pescivendolo, dell’impagliatore di sedie, e degli altri artigiani (tra l’altro quasi tutti raffigurati nel nohano presepe da chi nella sua vita quotidiana svolge tuttora, guarda un po’, proprio quel mestiere) siano arti e professioni morte e sepolte, o non invece il vero sistema nervoso della comunità di oggi e di domani.

Chissà se il mio sindaco ha mai sentito parlare di “Economia della prossimità”. Quella roba che, anche grazie alla crisi, è (ri)comparsa nel mondo del commercio e del retail con forme organizzate di nicchia come i Gas (Gruppi di acquisto solidale), gruppi di persone consapevoli, spesso coinquilini o vicini di casa, che si organizzano per ridurre la filiera distributiva, rivolgendosi direttamente agli agricoltori per l’acquisto di frutta, olio, vino, ortaggi e prodotti vari della terra e dell’allevamento (ma anche dell’artigianato).

Chissà se il mio sindaco pensa che la produzione e il consumo a chilometri zero, come le cicorie locali o come le patate novelle di Galatina (queste ultime pare abbiano ottenuto pure il marchio DOP), od anche di alcuni formaggi, come il pecorino del Salento, siano cose che “fanno parte del passato e quindi chiaramente non ritorneranno più” oppure se questo sia il famoso “futuro” su cui investire energie tentando un novello rinascimento economico.

E chissà come potrebbe essere la pastorizia dei giorni nostri o di domani, quella “garantita e studiata e collegata con i tempi, e con [l’utilizzo] della tecnologia moderna, come [del resto] l’agricoltura” (visto che come si evince anche dal montuoso pensiero “non è più come quella di cinquanta o cento anni fa”).

Chissà cosa avrà in mente il sindaco di Galatina. Forse una pastorizia, come dire, in grande, ma soprattutto senza pascoli, con delle pecore bioniche con antifurto satellitare incorporato, con ovini nati in laboratorio e da crescere in batteria, pompandoli magari a estrogeni e nutrendoli a erba sintetica; oppure un gregge seguito non più da un pastore ma da un robot, o magari, visto che oggi vanno tanto di moda, dai droni. Ma sì, rimoderniamoci.

E poi, visto che i pascoli sono ormai così anacronistici (ormai esistono solo nei musei o sulle terrazze di alcuni beni culturali di Noha, come la casa dell’orologio di piazza San Michele) l’unico modo di pensare alla pastorizia in chiave moderna potrebbe essere questo.

Ideona: potremmo pure brevettarlo e presentarlo all’Expo 2015 di Milano (che, tra l’altro, ha per tema “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”: un titolo presa-per-il-culo), magari con il seguente slogan coniato dal nostro primo cittadino in persona (ipse dixit): “l’agricoltura non va più fatta su piccoli appezzamenti ma attraverso un sistema di cooperative”. Si potrebbe poi comporre un bel sottofondo musicale, romantico anzichenò, anzi una canzone il cui ritornello potrebbe suonare così: “Mi ricordo campagne verdi”.

*

Ma le elucubrazioni sindacali non si fermano mica a questo. Imperterrito il sindaco ha continuato con una montagna di altre interessanti arguzie, tipo che “i servizi vanno spostati nei centri storici”, i quali “vanno salvaguardati, altrimenti rimangono una cattedrale nel deserto”.

I centri storici, cattedrale nel deserto? Non i centri commerciali?

Ma forse avrò capito male io. Anzi sicuramente.

O forse voleva dire che al centro storico bisogna fare un servizio così.

*

Ma sì, che stupido che sono, un bel centro commerciale nuovo di zecca, magari eretto dagli amichetti della Pantacom su ventisei ettari quadrati di campagna (o di pascolo) è matematico che possa incentivare l’agricoltura e la pastorizia e soprattutto il centro storico di Galatina.

Una logica di ferro, un ragionamento granitico, un pensiero solido. Come il cemento.

*

Bene. Ed ora osserviamo un minuto di coerenza.

[continua]
Antonio Mellone
 
Di Redazione (del 18/02/2016 @ 07:12:18, in Comunicato Stampa, linkato 1683 volte)

Una botta di vita gliel’han data il Maestro Nicola Piovani e la sua musica pericolosa con un propizio sold out il 29 dicembre scorso. E già qualche settimana prima una moltitudine di galatinesi,  spintonando come un ariete alle sue porte, nella fatidica serata di riapertura. Al mitico Cine Teatro Cavallino Bianco! Poi di nuovo silenzio e qualche chiacchiera. Tante aspettative.

Ed ecco che torna la  rassegna teatrale. Una bella occasione per  appassionati e fedelissimi, per i   nostalgici  delle lontane gloriose stagioni,  per chi  avverte il bisogno di spegnere il cellulare e  concedersi uno scampolo di assenza collettiva, per quanti  riusciranno a scrollarsi di dosso pigrizia e indolenza, per trascorrere una serata diversa di quelle davanti alla televisione.

C’è da sperare di non incontrare le solite facce e di trovare gente nuova che riscopra il piacere di tornare insieme al Cavallino, non solo per assistere ad uno spettacolo, ma con una marcia in più, che dà l’orgoglio di ritrovare la memoria storica di una comunità in un luogo che la rappresenta.

Veramente, il teatro non attira chi non lo conosce o chi non conosce gli artisti.

Ai meno informati c’è da dire che la stagione 2016  di Galatina presenta nomi noti al grande pubblico come  Mario  Perrotta o Lucrezia Lante della Rovere, personaggi provenienti dal mondo televisivo e giornalistico, poeti che, tra musica e parole, cercheranno lo spettatore per stupirlo o per provocarlo, con performance che ci riportano ai movimenti del secolo scorso, attraverso scenari di straordinaria attualità.

Chi si accosta al teatro non rimane mai deluso e si sorprende sempre delle meraviglie che riservano gli artisti, quando magicamente si realizza il transfert di più  emozioni  possibili dal palcoscenico alla platea e viceversa. Entra nella dimensione di chi ha fatto una scelta di vita coraggiosa. Sì, un mestiere che può diventare come tanti altri ma che è diverso. Per sopravvivenza o utilitarismo, in molti abbiamo fatto scelte di vita, sacrificando, spesso senza rendercene conto, la vita vera, fatta di libertà, conoscenza, amicizia, semplicità, consapevolezza, di gioco e anche di  assurdo, non senso.

Vita che il teatro ci restituisce,  quando ci riconosciamo, nella nostra autenticità, con  vizi e virtù, con il bisogno di conferme o di svolte, se non di rotture e comunque di condivisione di tutto ciò che non si può esaurire sulle pagine dei social.

Perché sento da cittadina galatinese di esprimere pubblicamente queste semplici riflessioni? Prima di tutto perché il Cavallino è anche mio! Bello incontrarsi al Cavallino! Il Cavallino non è solo Galatina! Chi  fa teatro dalle vecchie e dure tavole del  rinato Cavallino e dalle nuove avvolgenti poltrone  ripete un rito magico che in altri tempi  ha messo in scena  espressioni culturali internazionali. 

Per questo non mi faccio distrarre da osservazioni più o meno fondate, da polemiche sterili o dalle avversioni cieche  di chi sta a misurare le modeste risorse che il Comune riesce a mettere a disposizione per sostenere questa attività di valore per l’ interesse pubblico.

Per questo non indugio ad  acquistare l‘abbonamento.

Per questo al nostro Teatro Comunale vorrei vedere, come quando mi capita di andare a Lecce, a Nardò, o a Novoli e Aradeo, tante belle persone gioiose che chiacchierano prima dello spettacolo, che  vi si immergono dentro in sala e si raccontano dopo, all’uscita.

I giovani che ho la fortuna di incontrare hanno superato il cliché che andare a teatro è costoso o noioso. Li trovi perché  hanno preferito il teatro ad un apericena o a un ingresso in discoteca. Forse anche perché la stessa organizzazione delle attività è affidata a gruppi giovanili.

C’è da auspicare che ben presto anche qui siano coinvolti  giovani competenti e accreditati, per dare linfa e vitalità ad un luogo dell’anima che appartiene a tutti noi e dove sicuramente possiamo respirare vivo!

Rita Toscano

 
Di Antonio Mellone (del 01/03/2012 @ 07:00:00, in NohaBlog, linkato 3833 volte)

Tra le tante novità storiche introdotte dalla buonanima dell’Osservatore Nohano non si può non menzionare quella delle vignette satiriche. Si badi bene: qui non si sta dicendo che codeste scenette umoristiche illustrate fossero cosa ignota ai nohani; si sta invece ribadendo il fatto che vignette satiriche a contenuto glocal (ma soprattutto local con personaggi e situazioni nohan-galatinesi) siano comparse per la prima volta nella storia della nostra comunità su quel giornalino che fu ciclone benemerito per alcuni, iattura per altri. E questo proprio grazie all’arte e al genio enciclopedico di Marcello D’Acquarica, maestro d’amore per Noha.

Le vignette di Marcello si contano ormai nell’ordine delle centinaia di unità (se non proprio delle migliaia) e da un po’ di tempo a questa parte abbiamo la fortuna di goderne via web quasi quotidianamente - così come si fa con la tazzina del caffé mattutino - ammirandole nella sua rubrica “Una vignetta al giorno”, regolarmente aggiornata  dall’Albino Campa, patron di questo sito.

Confesso che, tranne qualche rarissima eccezione, mi piacciono le vignette di Marcello; le trovo esteticamente belle, originali, e poi ancora sagaci e mordaci al punto giusto. Certo, è capitato anche a me di dissentire da qualche sua striscia satirica, diciamo così, poco felice o poco azzeccata. Ed ho anche espresso codesto mio disappunto, scrivendone liberamente sul sito di Noha. Ma una cosa è dir questo (di una vignetta), un’altra è indire le crociate contro una persona (vi assicuro mitissima) che fa dell’arte e della libertà del pensiero il suo modo di essere e di fare.

Non è mia intenzione fare qui il panegirico di Marcello D’Acquarica, non essendone né il suo avvocato difensore (credo non ne abbia il bisogno) né il suo sanctificetur. A me interessa invece spendere qualche parola in più sulla satira, inclusa quella nostrana.       

L’obiettivo della satira è esprimere un punto di vista in modo divertente. Divertente per chi la fa, s’intende. E ogni risata dell’autore contiene una piccola verità umana (che a volte fa male). Se poi il pubblico ride, tanto meglio, ma non è un criterio per giudicare la satira. Certo la satira mica può piacere a tutti: i suoi bersagli, ad esempio, non ridono.

Insomma, bisogna togliersi dalla testa l’equivoco secondo cui la satira debba per forza far ridere, perché a volte deve far piangere. Anzi talvolta la satira più riuscita, la più tagliente e corrosiva, è quella che fa scoppiare di rabbia (per la verità, soprattutto i bacchettoni). E il disagio che aumenta è solo quello dei parrucconi (gli spiriti liberi, invece, riescono perfino a ridere di se stessi). 

Non ricordo più dove ho avuto modo di leggere che la satira distrugge ciò che è vecchio in funzione della generazione del nuovo, e che essa “è la festa di una comunità che vive”. Che bello! Io mi rifiuto di pensare che a Noha siamo regrediti a tal punto che la gente debba addirittura essere rieducata alla libertà del pensiero, di cui la satira, con il suo potere a volte dissacrante, è uno dei sapori.

Purtroppo, a volte, si è costretti ad osservare reazioni sproporzionate o scomposte, divieti o condanne senza se e senza ma, e, ahinoi, anche tentativi di emarginazione da parte di alcuni censori (che forse non sanno nemmeno di esserlo, e che scordano che a volte è la censura che della satira certifica il valore). 

Invero, il potere è sempre soggetto alla tentazione di svolgere il suo oppressivo mestiere, infastidito non tanto dalla vignetta o dallo scritto in sé, quanto dalla scalfittura del “pensiero unico” e soprattutto dall’apprezzamento di un’idea controcorrente da parte di un crescente numero di estimatori.

A volte nasce il dubbio che certe reazioni smisurate, da “apriti cielo!”, siano una forma di disperazione. Chi è in pace con se stesso, infatti, non darebbe importanza né a vignette, né ad articoli, né ad altro, visto che chi scrive o disegna o chiosa è una “parte minoritaria, piccolissima, insignificante della comunità”.

Questo non implica che non si possa criticare, o ribattere ad un articolo o ad una vignetta. Ci mancherebbe altro. Solo che la reazione, secondo me, dovrebbe essere, diciamo così, proporzionata. Si dice che ogni difesa dovrebbe essere commisurata all’offesa (eventuale). Non è che se uno ti tira uno schiaffo tu controbatti con una archibugiata o con una pugnalata alle spalle o con il lancio di una bomba nucleare (con il rischio di un automatico, gratuito e ridanciano cupio dissolvi).

Io credo che nell’arte (e la satira di Marcello D’Acquarica è una forma d’arte) l’unica censura ammissibile sia lo sbadiglio, l’indifferenza, e non la scomunica fulminata in diretta coram populo (che mutatis mutandis ricorda un po’ le minacce terroristiche di alcuni fanatici islamici quale reazione alle vignette su Maometto, o la condanna a morte per bestemmia di Salman Rushdie per il suo romanzo “I versi satanici” scagliatagli contro dall’ayatollah Khomeyni). Che bello sarebbe ritornare a vivere quel che dai pulpiti un tempo si insegnava (prima a se stessi e poi agli altri): l’evangelico concetto del porgere l’altra guancia.

Daniele Luttazzi, censurato insieme a Biagi e Santoro (indovinate da chi) scrive sul suo “La guerra civile fredda” (Feltrinelli, Milano, 2009), libro che vivamente consiglio: “La satira è innanzitutto arte: in quanto tale, agisce sulla storia offrendo all’umanità uno sguardo rinnovato sul mondo; per questo, sin dal tempo di Aristofane, la satira è contro il potere, di cui riesce ad annullare la natura mortifera mantenendo viva nel nostro immaginario quella sana oscillazione tra sacro e profano che chiamiamo dubbio. L’effetto concreto della satira è quello della liberazione dell’individuo dai pregiudizi inculcati in lui dai marketing politici, culturali, economici, religiosi. Il potere s’accorge che questo va contro i suoi interessi e ti tappa la bocca. La satira dà fastidio perché esprime un giudizio sui fatti, addossando responsabilità. E’ sempre stato così ed è un ottimo motivo per continuare a farla. Dove possibile”.

Bè, auguriamoci davvero che a Noha sia sempre possibile fare un po’ satira. Anche attraverso i (tutt’altro che satanici) fumetti di Marcello.

Antonio Mellone
 
Di Albino Campa (del 27/06/2012 @ 00:35:16, in I Beni Culturali, linkato 3276 volte)

L'iter per la salvaguardia del patrimonio storico-artistico di Noha si sta concretizzando. A seguito della raccolta firme, promossa dal gruppo Mimì, nel settembre 2011 in occasione della festa patronale di s. Michele, sono stati 1500 cittadini a sottoscrivere la proposta di sottoporre a vincolo importantissimi monumenti della storia e dell'arte di Noha. Nel mese di aprile 2012 il soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle province di Lecce, Brindisi e Taranto, arch. Carmelo Di Fonzo, a seguito delle segnalazioni pervenute agli uffici competetenti, ha effettutato un sopralluogo a Noha coadiuvato dall'arch. Adriano Margiotta (che ha curato anche la schedatura) e Paola Rizzo, in rappresentanza dell'Osservatore Nohano.
In questi giorni è stata terminata la schedatura dei beni immobili che si vuole sottoporre a vincolo: la torre medievale, il castello, le casiceddhre, la masseria Colabaldi, il frantoio ipogeo, beni privati che rappresentano l'identità storica e culturale di questa comunità.
Noha, che oggi è frazione di Galatina, fino agli inizi del XIX secolo era un importante feudo che gravitava sotto la diocesi di Nardò, da qui passava la famosa via Regia di Puglia, un'arteria principale nel Regno delle Due Sicilie, per i traffici ed i commerci dei secoli scorsi.
Un ottimo lavoro di squadra che ha visto l'impegno di tanti per la salvaguardia e la tutela di questo straordinario patrimonio. Grazie naturalmente al gruppo Mimì, a tutti i componenti dell'Osservatore Nohano (tra cui ricordare Padre Francesco e Marcello D'Acquarica e Antonio Mellone), al circolo le Tre Torri, all'associazione commercianti di Noha, Daniela Sindaco, Angela Beccarisi.
Beni preziosi e rari (come la torre del XII secolo e le casiceddhre) possono essere un ottimo strumento di crescita economica del territorio nonchè strumento di conoscenza e e coesione sociale.
Ci auguriamo che l'iter porti buoni frutti e che Noha veda riconosciuta l'immagine di un antico borgo con tutti gli aspetti positivi che ne conseguono.

Angela Beccarisi

 
Di Albino Campa (del 20/08/2010 @ 00:34:38, in Comunicato Stampa, linkato 2653 volte)


L'Associazione Culturale "Galatina2000" in collaborazione con la "Casa Museo del Tarantismo" e con il Patrocinio del Comune di Galatina, in occasione della serata de "La notte della Taranta", che si svolgerà il 25 agosto 2010, organizza la prima serata dedicata ai "Racconti di storia galatinese", una iniziativa culturale tesa al recupero delle espressioni e tradizioni popolari della nostra città. L'obiettivo è quello di valorizzare la storia di Galatina partendo dai giovani e dalla loro conoscenza rendendoli protagonisti della vita cittadina. Questa iniziativa è da considerarsi come primo appuntamento di un percorso che, riteniamo utile, resti duraturo negli anni e contemporaneamente possa far recuperare a Galatina un ruolo centrale e di interculturalità. Il progetto s'inserisce in un contesto volto alla valorizzazione del protagonismo giovanile unitamente alla riscoperta del proprio territorio come luogo depositario delle proprie radici storiche e culturali. L'idea è quella di aggiungere alla musica le origini del fenomeno del tarantismo da raccontare a turisti e non solo, quello che per Galatina rappresentava fino ad alcuni anni fa. Nel salottino organizzato a ridosso della "Casa Museo sul Tarantismo" si alterneranno diversi ospiti tra cui Luigi Chiriatti della casa editoriale Kurumuny, Alessandro Mangia, presidente del Centro sul Tarantismo, il prof. Gianluca Virgilio, l'Assessore alle politiche giovanili del Comune di Galatina Carmine De Paolis, e con i "cunti" di chi ha vissuto quei tempi ci tufferemo nel passato per capire com'era considerato questo rito fino a pochi anni fa.

Per chi non potrà assistere personalmente, potrà collegarsi al portale www.galatina2000.com, dove verrà trasmesso l'evento in diretta ed a seguire anche lo spettacolo musicale de "La Notte della Taranta". Vi ricordiamo che La Casa Museo del Tarantismo mercoledì 25 agosto resterà aperta ai visitatori dalle ore 20:00 alle ore 01:00 Ingresso libero inf. 380. 5310814.

Galatina lì, 24 agosto 2010

Il Presidente
Piero De Matteis

 
Di Marcello D'Acquarica (del 19/12/2023 @ 00:34:04, in Comunicato Stampa, linkato 564 volte)

Il 19 di dicembre ricorre l’anniversario della morte di Michele D’Acquarica, classe 1886, “il Pittore di Noha”, fratello maggiore di mio padre, Ambrogio Antonio D’Acquarica, classe 1908.

Non sono qui soltanto a ricordare una persona a me cara perché di famiglia, diciamo che non si parla mai abbastanza di chi ha operato per il bene della comunità.

Inutile dirvi che stiamo macinando il tempo a velocità supersonica e gli eventi, i più terribili come mai nella storia, ci sovrastano la mente e il cuore, benché sulla “stampa” molti drammi vengano edulcorati, se non altro per distrarci un po’. Credo invece che qui sia giusto parlare di zio Michele perché è lui stesso “luogo” di bellezza, l’unica arma, la bellezza, da contrapporre alle devastazioni sociali e ambientali che ci macinano con metodo.

Michele D'Acquarica, mediante le sue opere d’arte, ha scelto di lasciarci un messaggio importante. Ci fa notare cioè che nella vita è necessaria sì la competizione, ma non per sovrastare l'altro, per togliergli qualcosa (a volte, ahimè, perfino l’esistenza), appropriarsene per puro egoismo, ma ci dice che è necessario competere in bellezza, partecipare con le proprie qualità e conoscenze alla costruzione di riferimenti positivi, sforzarsi d'essere un esempio che faccia migliorare “il luogo” di tutti, dove ognuno di noi, primi ed ultimi, anzi soprattutto gli ultimi, quelli che faticano e sono meno fortunati, possano avere a loro volta delle certezze, e quindi sentirsi parte fondamentale di una grande famiglia, come può esserlo una comunità che progredisce.

Prossimamente, come Associazione NoiAmbiente e Beni culturali, dedicheremo a Michele D’Acquarica una mostra temporanea, e insieme a testimoni molto vicini a lui vi racconteremo parte della sua vita, quella vissuta proprio qui, nelle vie e con la gente di Noha, da “zzoccatore” nelle cave di pietra a caporal maggiore nella grande Guerra, a poeta e pittore;  e grazie alle molteplici opere d’arte che ci ha lasciato, cercheremo di vedere con i suoi occhi nuovi paesaggi, volando attraverso i suoi affreschi, da un cielo a un altro, da un fiore a un santo, da un volto a un paesaggio: in poche parole, alla bellezza dell’arte.

Abbiamo voluto dedicare un po' del nostro tempo per ricordare Michele D’Acquarica, la sua Opera, e soprattutto l’educazione sentimentale impartitaci da un Uomo che era ed è ormai per sempre parte della nostra comunità che risponde al dolce nome di Noha.

Marcello D’Acquarica

 
Di Redazione (del 26/05/2015 @ 00:24:14, in NohaBlog, linkato 2865 volte)
Lunedì 25 maggio 2015, presso l'Istituto Scolastico di via degli Astronauti, sono stati consegnati in dono agli alunni della scuola elementare e media di Noha oltre 200 volumi del "Noha - storia, arte e leggenda" di P. Francesco D'Acquarica e Antonio Mellone (che ne è anche il curatore). 
Alla dirigente scolastica, dott.ssa Elenora Longo è stato regalato un classico: "Il Mangialibri" di Michele Stursi, il primo romanzo ambientato a Noha. 

Eccovi di seguito la lettera di Antonio Mellone indirizzata ai ragazzi di Noha, e la fotogallery a cura di Federica Mellone (che si ringrazia per la collaborazione).

Noha.it

 

Cari Alunni delle Scuole di Noha,

è con vero piacere che vi offro in dono codesto “Noha – storia, arte, leggenda”, volume da me curato e scritto a quattro mani con padre Francesco D’Acquarica.

Questo libro, forse, non avrebbe mai visto la luce dieci anni orsono senza l’interessamento ed il contributo del compianto Michele Tarantino, la cui famiglia - nel suo ricordo - gioisce oggi insieme a me per questo omaggio.

Sì, cari ragazzi, è bello fare regali: direi anche che è molto più bello (e divertente) dare che ricevere, a condizione che si doni con letizia e senza tornaconti.

Vi prego allora di accettare questo volume, frutto di tanto lavoro e altrettanta passione da parte di padre Francesco, storico nohano, da oltre mezzo secolo alla continua ricerca dei segni della storia della nostra piccola patria, del sottoscritto osservatore di fatti di ieri e di oggi (e ove possibile anche di domani), dei maestri Pignatelli esperti nell’arte della fotografia, e di tanti altri che in un modo o nell’altro ci hanno aiutato nel lavoro di ricerca, redazione e pubblicazione di questo testo.

Prendete nelle vostre mani questo deposito di cronache, illustrazioni e reportage, sfogliatelo, leggetene una pagina e vedrete spuntare pensieri, storie e ricordi. Non frugate in questo libro come un cercatore dentro una miniera per estrarre una cosa sola, ma come uno che percorre un campo (o s’immerge in mare) per meravigliarsi del brulichio delle specie viventi.

Partendo da questa “bozza” son sicuro che scoprirete dell’altro, vi entusiasmerete nella ricerca (ma questo avviene con ogni libro), e in qualche modo anche a voi capiterà di scrivere nuove deliziose pagine di storia, arte e leggenda (e non solo nohane). Anche così potrete essere protagonisti di una comunità sempre più bella, accogliente, sana, colta, pulita e curata, solidale, responsabile, onesta e laboriosa, antica ma giovane d’animo, più attenta all’essere che all’avere, più interessata al noi che all’io, più impegnata nel pubblico che nel privato, premurosa dei suoi “spazi condominiali” e della natura che ancora la circonda; una comunità mai vinta e pronta a sperimentare la gioia della lotta per le grandi idee, propensa a valorizzare il suo capitale sociale e umano, e partigiana, sì, partigiana dei suoi beni culturali (il più importante dei quali non è l’antica torre medievale, non il frantoio ipogeo, non il castello, né la casa rossa, e nemmeno uno degli altari barocchi della chiesa madre: ma la Scuola, questa Scuola).

Cari ragazzi, il mondo non si cambia con le chiacchiere, ma con i sogni e le utopie. E io vi auguro di sognare molto. Ma sappiate che i veri sognatori dormono poco o niente.

Cordialmente Vostro.

Antonio Mellone

 

 

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Di Albino Campa (del 04/09/2011 @ 00:23:48, in I Beni Culturali, linkato 2564 volte)
I Beni culturali di Noha in spv (stato vegetativo permanente) resistono all’accanimento di indifferenza da parte dei “legittimi” proprietari e degli enti competenti (Soprintendenza della Provincia e relativi addetti ai lavori del Comune di Galatina, che non sono essenze virtuali ma reali funzionari e dipendenti dello Stato).
Per dargli un'altra possibilità di vita e di respiro, sempre nella speranza che i suddetti ir- responsabili abbiano un rigurgito di coscienza, abbiamo pensato di pubblicare mensilmente ogni capitolo del Catalogo mettendolo a disposizione di tutti: studenti, ricercatori e chiunque volesse utilizzare le informazioni ai fini cognitivi e culturali.

 

Marcello D’Acquarica

 

 

icon Indice
icon 1. NOHA
icon 2. ARCHITETTURA RELIGIOSA
icon3. ARCHITETTURA CIVILE
icon4. ARREDO URBANO E DEL TERRITORIO
5. ARCHITETTURA MILITARE
6. ARCHITETTURA RURALE
7. ARCHITETTURA RUPESTRE

8. ARCHITETTURA FUNERARIA
9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
10. AREA ARCHEOLOGICA
11. BENI culturali E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
13. AREA NATURALISTICA
14. BENI culturali LIBRARI

 

La notizia del sotto-titolo, apparsa di recente sui principali giornali on-line nostrani, www.noha.it compreso,  e che sorprende per il raro interesse dedicato alle “periferie”, ha del trionfalismo fuori luogo. Noha, infatti, non è per niente, quel che si suol dire, la prima donna delle pagine dei suddetti organi informatori, capita a volte, ma raramente. Il fatto che finalmente l’Amministrazione Comunale abbia deciso di restituire dignità e sicurezza agli immobili interessati dal finanziamento, è cosa minima in confronto allo spreco e al degrado che impera a Noha da decenni. Non per essere tra quelli che hanno continuamente da ridire su tutto, ma l’esercizio del tenere a mente le brutture nostrane non è per nulla faticoso, nemmeno per chi come il sottoscritto, ci vive poco,  né si può mai pensare di abituarsi al peggio dimenticandosi del meglio. Non è da noi. Ecco di seguito almeno cinque esempi:

  1. Quando si saprà che utile restituiranno ai cittadini, nohani e non,  il milione e trecentomila euro spesi per le vecchie scuole elementari inaugurate in pompa magna e poi richiuse?
  2. Quando e cosa ne sarà dei locali requisiti alla mafia di via Bellini angolo via Ippolito Nievo?
  3. Quanti secoli passeranno ancora prima di dare l’opportunità ai nohani di recarsi in bici o a piedi a Galatina percorrendo viale Dalla Chiesa, oppure via Aradeo per recarsi al cimitero (da vivi)?
  4. Quando Noha meriterà il rispetto urbanistico e funzionale dell’unica piazza e delle due vie di attraversamento principale?
  5. Quando privati cittadini smetteranno di infangare la storia di Noha requisendo o, peggio ancora, lasciando al degrado più totale, opere architettoniche e storiche come i Beni culturali di Noha? (A proposito di questi ultimi la Soprintendenza si è fatta viva, Deo gratias, ne parleremo al più presto)

E via così per tutto il resto, c’è spazio per un concorso a premi.
Comunque tengo a precisare che, fra le attività da farsi e elencate per la Scuola Elementare e Media di Via degli Astronauti, mancano cenni di ristrutturazione della cinta esterna, sia muraria che inferriata, il degrado assoluto è evidente.
Si dice inoltre nell’elenco, di voler recuperare a verde l’area pubblica in via degli Astronauti (formazione giardino scolastico), con realizzazione di staccionata in legno. Sarebbe opportuno evitare di spendere soldi per staccionate del tipo “giardini della Pace”, durate “da San Martino a Natale”con il perpetuo pericolo di chiodi arrugginiti a vista. A volte è meglio fare  niente che rischiare di produrre danni.

   
 

 

Marcello D’Acquarica

 
Di Michele Scalese (del 29/06/2021 @ 00:18:24, in Comunicato Stampa, linkato 799 volte)

Ci fa piacere come l’Assessore Tundo risponda celermente ai nostri comunicati, per questo non possiamo esimerci dal controbattere alle tante parole che purtroppo non trovano riscontro nei fatti.

Ci preme anzitutto chiarire che il Partito Democratico di Noha è composto da uomini e donne che fanno della politica un servizio. Il nostro è un Partito che, nell’attuale scenario politico galatinese, altro non può fare che essere attento e vicino ai bisogni e alle segnalazioni che, possiamo garantire, quotidianamente giungono al sottoscritto e ai tanti che ci seguono. Scegliamo ogni giorno di servire il territorio in cui abitiamo, e siamo partiti proprio da “quei tempi”, perché il Partito Democratico non ha bisogno di attendere la tornata elettorale per essere presente, in quanto per tutti questi anni abbiamo puntualmente denunciato ciò che non era idoneo a questa Città; però una domanda ci sorge spontanea: le liste che hanno sostenuto il candidato Sindaco Amante, in questi anni, dove sono state?

La nostra azione politica ad ora si trova a vantarsi dell’operato passato e pone un confronto con l’attuale azione amministrativa che purtroppo non regge. La conferma di ciò sta proprio nella nostra dialettica, che preferiremmo si chiamasse pragmatica che si sviluppa quotidianamente in seno a ciò che definiamo “processo di crescita e sviluppo” del nostro Circolo. Come dicevamo in altre occasioni, siamo un Circolo che ha come scopo non la mera opposizione campanilistica, ma l’attenzione nei confronti della nostra Noha attraverso lo sguardo dei giovani che, assieme al supporto dei veterani, ha a cuore ogni singolo suo cittadino. Possiamo garantire quindi, che né il sottoscritto, né il Circolo nel suo insieme, sente la necessità di offuscare la “credibilità” dell’attuale Amministrazione, poiché del resto, sappiamo brillare di luce propria!

E proprio perché abbiamo un obbligo morale nei confronti di chi ripone fiducia in noi, che non possiamo né vogliamo stare zitti, mentre assistiamo a questo scempio amministrativo. Abbiamo avuto modo di leggere ancora una volta soltanto folte schiere di autocelebrazioni, attraverso le quali trapela un leggero e quasi impercettibile senso di mancata responsabilità dell’attuale esecutivo. Rifacendoci al precedente comunicato, il PD di Noha conosce molto bene il fatto che l’Assessore sia stata scelta da Sig. Sindaco e che non sia stata candidata; le responsabilità nei confronti dei cittadini, quindi, non risiedono “soltanto” nella campagna elettorale, ma ci riferiamo più esplicitamente a quel pomeriggio di maggio 2018. Fu in quella occasione che furono asserite promesse a proposito dell’opera di valorizzazione dei beni culturali di Noha e di progetti di riqualificazione urbana. Sono passati tre anni da allora, cosa è cambiato? Cosa è successo? Da parte nostra abbiamo avuto modo di leggere solo elenchi poco chiari circa il contenuto e soprattutto privi anch’essi di fondamento, che dirottano il discorso su altri fronti e che ancora una volta non rispondono alle nostre domande! Il meccanismo dell’Orologio di Noha al momento si trova presso il Polo 2 nell’attesa di un progetto che lo restituisca funzionante alla comunità. Quanto occorre ancora attendere? This is the question!

Ci permettiamo inoltre di ritornare sul lungo elenco di ciò che secondo l’Assessore, la sua Amministrazione avrebbe compiuto: è bene che la cittadinanza sia messa a conoscenza del fatto che molte di quelle realizzazioni sono il frutto del lavoro progettuale, finanziario e giuridico proprio di quelle vecchie Amministrazioni PD che, con lungimiranza, per anni hanno dato lustro alla Città e alle frazioni. Dobbiamo poi rammentare all’Assessore che, se oggi quelle realizzazioni hanno avuto compimento, non è di certo per merito della sua Giunta, ereditiera di progetti andati in porto e strade in rettilineo (non ci permettiamo di asserire “in discesa” perché conosciamo bene la fatica che costa) spianate dalle passate Amministrazioni così tanto criticate dalla stessa. Uno degli esempi più evidenti è la rimozione della stazione di carburanti in P.zza Stazione, motivo di lustro indebito da parte di questa Giunta. Ci preme sottolineare infatti, come questa Amministrazione abbia riempito innumerevoli testate giornalistiche gettando fumo negli occhi dei cittadini al grido di “Noi abbiamo fatto!”, non considerando il fatto che lo scoop più importante non sia la rimozione della struttura esterna, ma sarebbe stato nel provvedere alla bonifica dei serbatoi interrati che contenevano il carburante oggi potenzialmente esplosivi e inquinanti. Il PD, ricordiamo ai signori amministratori, durante il suo mandato, oltre che alla rimozione dei condotti esterni di P.zza Alighieri, rimosse anche e soprattutto i serbatoi interrati, dove per la bonifica dell’area si rese necessaria l’attivazione di molte conferenze di servizi a livello regionale.

Ad ora non ci resta che l’amarezza di affermare ancora una volta che le varie promesse che si protraggono da anni sono solo in potenza e mai messe in atto, nel degrado di quattro anni di Amministrazione Amante. Oltre alle belle parole di gloria il Comune di Galatina consta di opere incompiute, conta la perdita di innumerevoli finanziamenti per le opere di riqualificazione urbana, culturale e sociale, ma soprattutto la deturpazione del territorio. Noi comprendiamo perfettamente la difficoltà nel governare una Città popolosa come la nostra (che col passar del tempo sta comunque perdendo abitanti, per cui sarebbe necessario studiarne le cause), su cui grava anche un rallentamento dei lavori dovuto al COVID, ma ciò non può giustificare il fatto che le nostre strade, i nostri cimiteri, le nostre piazze siano completamente ricoperte di erba fitta e alta. Nei Giardini Madonna delle Grazie (Noha) e in molte aree gioco del Comune, l’erba cresce così robusta che è i bambini si intravedono soltanto, i marciapiedi sono quasi impraticabili, il Campo Sportivo è nell’abbandono più totale. Servirebbero poche cose, cara Assessore, ma fatte bene, e al primo posto dovrebbe esserci la cura dei luoghi pubblici già esistenti, che permetterebbe quantomeno un minimo di decoro al nostro Comune.

 Michele Scalese

 
Di Albino Campa (del 27/05/2011 @ 00:16:16, in Eventi, linkato 3244 volte)

Dopo Barletta, Altamura e Martina Franca, la mostra a cielo aperto di fotografia e scrittura approda nel Salento

Tornare ad innamorarsi della propria città attraverso "visioni inconsuete della consuetudine". Questo è l'obiettivo di "Rivisitazioni", mostra a cielo aperto di fotografia e scrittura itinerante in cinque città pugliesi.

Giovedi 26 maggio si è svolta la conferenza stampa di presentazione della tappa di Galatina presso Palazzo Baldi.

Presenti il Sindaco della città di Galatina, dott. Giancarlo Coluccia; l'Assessore alle Politiche Giovanili, avv. Carmine De Paolis; l'associazione culturale Linfattiva, vincitrice del Bando Regionale Principi Attivi 2010, rappresentata dal responsabile organizzativo di Rivisitazioni, dott.ssa Lorenza Dadduzio e dalla referente per il Salento, dott.ssa Luisa Vozza.

La prima edizione di "Rivisitazioni" prevede il coinvolgimento di cinque città pugliesi: Barletta, Martina Franca, Galatina, Altamura, Taranto. La manifestazione è itinerante e si soffermerà in ogni città per un tempo medio di 15-20 giorni, proponendo, insieme al percorso espositivo, iniziative finalizzate al coinvolgimento attivo e a più livelli dei cittadini: performance a cura delle associazioni culturali locali, seminari di scrittura creativa, workshop di fotografia, laboratori di teatro urbano per studenti e turisti indigeni.

Dopo le tappe di Barletta (12-25 aprile), di Altamura (26 aprile-08maggio) e di Martina Franca (09-24 maggio) dove la mostra ha registrato un elevato tasso di gradimento nella popolazione e nei visitatori, Rivisitazioni approda a Galatina da mercoledi 25 maggio fino a domenica 05 giugno.
Trenta strutture espositive bifacciali saranno dislocate lungo le strade del centro storico cittadino, raccogliendo le immagini e gli scritti di 20 giovani talenti locali della scrittura e della fotografia che hanno accettato la sfida di rivisitare la loro città per costruire un'immagine migliore della Puglia.(100 in totale gli autori pugliesi che hanno preso parte alla mostra nelle 5 città).

La mostra è allestita per le strade principali e nel Centro storico: Piazza S. Pietro Via Vittorio Emanuele Via Umberto I Piazza Orsini Via Robertini Piazza Libertà Via Santo Stefano Corso Garibaldi

Il progetto intende valorizzare non solo il patrimonio artistico, architettonico, paesaggistico, enogastronomico e sociale delle città, ma anche le potenzialità espressive dei talenti presenti sul territorio.

 
Di Albino Campa (del 19/11/2011 @ 00:07:16, in I Beni Culturali, linkato 2510 volte)
I Beni culturali di Noha in spv (stato vegetativo permanente) resistono all’accanimento di indifferenza da parte dei “legittimi” proprietari e degli enti competenti (Soprintendenza della Provincia e relativi addetti ai lavori del Comune di Galatina, che non sono essenze virtuali ma reali funzionari e dipendenti dello Stato).
Per dargli un'altra possibilità di vita e di respiro, sempre nella speranza che i suddetti ir- responsabili abbiano un rigurgito di coscienza, abbiamo pensato di pubblicare mensilmente ogni capitolo del Catalogo mettendolo a disposizione di tutti: studenti, ricercatori e chiunque volesse utilizzare le informazioni ai fini cognitivi e culturali.

 

Marcello D’Acquarica

 

 

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icon 1. NOHA
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icon3. ARCHITETTURA CIVILE
icon4. ARREDO URBANO E DEL TERRITORIO
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icon6. ARCHITETTURA RURALE
7. ARCHITETTURA RUPESTRE

8. ARCHITETTURA FUNERARIA
9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
10. AREA ARCHEOLOGICA
11. BENI culturali E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
13. AREA NATURALISTICA
14. BENI culturali LIBRARI

 
Di Albino Campa (del 26/04/2012 @ 00:04:18, in Comunicato Stampa, linkato 3505 volte)

L’Associazione artistico – culturale InGenio_la forma delle idee, che ha sede a Galatina, in via Umberto I, n. 3, promuove PrimaverArte. Il 29 aprile, dalle 16.00 alle 22.00, il centro storico di Galatina si accenderà di colori, vestendosi di arte e primavera. Il ricchissimo programma dell’evento è patrocinato dal Comune di Galatina e coinvolgerà gran parte del centro storico galatinese, permettendo alla cittadinanza, ai turisti e, più ingenerale, a tutti coloro che accorreranno, di riappropriarsi di un bene artistico-storico-architettonico di grande potenzialità inespressa. PrimaverArte si articolerà lungo un percorso che coinvolgerà via Umberto I, via Raimondello Orsini, via del Balzo e Corso Garibaldi. Passeggiando per l’intrico di viottoli, i visitatori potranno godere di performance musicali e artistiche di varia natura, che risponderanno al tema scelto: la Primavera. Con meticolosa attenzione, i ragazzi di InGenio hanno costruito un dettagliato mosaico artistico-culturale che permetterà agli accorrenti di assistere a ogni iniziativa. Le corti del centro storico offriranno intrattenimento di qualità di varia natura: dalla presentazione del libro Se Dio vuole Il destino di un venditore di libri, di Papa Ngady Faye e Antonella Colletta, organizzato da Agorà – percorsi inVersi, alle primaverili decorazioni e agli aperitivi culturali che saranno predisposti dagli esercenti che hanno aderito all’iniziativa, alle meraviglie dolciarie di Diletta Contaldo, dall’arte sartoriale di Angela Chezzi, alle performance di musica e poesia del Trio Colore, alle esibizioni musicali degli Orange Rain, del dj set "No Fingersnails" e del live in acustica del trio Signum. E ancora, fotografia, architettura, scultura, istallazioni, video-istallazioni, estemporanee, pittura e artigianato con: Valentina Romano, direttore artistico Galleria d'Arte "Fondazione Francesca Capece" di  Maglie, Gabriele Dell’Anna, l’Arch. Vincenzo Nobile, i Nuovi Selvaggi, Luigi Latino, Stefano Garrisi, Antonio Baldassare, Piernicola Mele, Marisa Donateo, Teresa Alessandrì, Eva De Guz, Elisa Rollo, Pietro Coroneo, Luisa Vozza, Patrik Sandalo, Anna Cuoco , Marisa Donateo, Antonio Campa, Pro Loco, Associazione Città Nostra, Arch. Sforza e Margiotta, la Bottega dei Balocchi e altri ancora, ognuno con una propria specialità.

Grande attenzione ai bambini, nella fantastica cornice della basilica trecentesca di Santa Caterina d’Alessandria, dove l’Associazione Teste di Legno presenterà lo spettacolo C’era una volta un pezzo di legno..un burattino!, corredato da un laboratorio didattico-artistico, durante il quale i bambini potranno dar libero sfogo alla loro creatività interagendo con burattini e marionette e, ancora, con il laboratorio tattile di Adalgisa Romano (Art and Ars Gallery), e la ludoteca Perle e Pirati, che allestirà uno spazio per i bambini, dove potranno giocare e disegnare con colori e supporti forniti in loco.

Lo IAT (Ufficio Informazione ed Accoglienza Turistica), si occuperà di coloro che avranno voglia di scoprire Galatina, con una visita guidata gratuita nel centro storico, cui si potrà prendere parte presentandosi alle 17.00, presso la sede, in Via Vittorio Emanuele n. 35 (Torre dell'Orologio). In questa riscoperta sarà possibile visitare un gioiello appena ritrovato, fresco di restauro: la Chiesa di S. Maria della Misericordia, nota ai più come “Chiesa dei Battenti”.

Ammirevole l’iniziativa dei giovani artisti di InGenio, che senza alcun tipo di sostegno (né economico, né organizzativo) si sono prodigati, coinvolgendo e collaborando con altre Associazioni presenti  sul territorio, (Agorà, Pro Loco, Città Nostra, A. & A., Teste di Legno, Cuamj Onlus…)per realizzare l’evento: una giornata primaverile, un momento di partecipazione civica e di condivisione, per riscoprire insieme il centro storico, dimenticato e trascurato.

Soci fondatori dell’Associazione artistico – culturale InGenio_ la forma delle idee sono Francesca Marra, Ermanno Scarcia, Vittorio Carratta, Georgia Romano, Pierpaolo Briatico-Vangosa e Mariangela Cucco.

Chi sa che l’esempio e l’invito, rivolto da molti giovani galatinesi dall’inizio del 2012 nel tentativo di riappropriarsi e promuovere la propria Galatina, i propri spazi, renda consapevoli le generazioni precedenti che, tacciandoci di inoperosità e inettitudine, contribuiscono a rendere statico e in-mutevole il nostro magnifico patrimonio, quasi volessero celarlo ai più.

Per maggiori dettagli, consultare il programma di PrimaverArte.

 
Di Redazione (del 14/09/2023 @ 00:01:55, in NohaBlog, linkato 1178 volte)

All’improvviso, quasi come un fulmine a ciel sereno, la parete dello stabile dell’anagrafe in via Calvario, a due passi dalla chiesa madre di san Michele Arcangelo, è diventata la tela di un quadro astratto (astratto nel senso etimologico del termine).

A volte ci chiediamo se la città di Galatina abbia toccato il fondo della famigerata "cultura" su cui fondava la sua storia o se siamo noi a non essere più al passo con i tempi.

Davvero sono troppe le ombre che oscurano quel glorioso passato sancito dalle vite di numerosi personaggi illustri che hanno portato Galatina agli onori della Storia e dell'Arte, le quali resistono ancor oggi nelle piazze, nei palazzi e nelle sue chiese.

Sono talmente tante, le ombre, che rischiano di sovrapporsi alla bellezza in maniera così prepotente da farti venire il dubbio che sia forse questa la normalità. 

Non entriamo nel merito dei problemi economici, e quante migliaia di euro i cittadini di Galatina e frazioni pagheranno per il disegno murale (impropriamente detto affresco, attesa una tecnica affatto diversa da quel metodo): murale del tutto inaspettato, una sorpresa (invero tra le più sconcertanti) che sta per essere "scoperta" sul muro degli uffici dell’anagrafe comunale che s’affaccia su via Calvario, in pieno centro storico.

Non entriamo nemmeno nel merito della questione urbanistica, e l'attuale non è certamente degna di una città d'Arte & Cultura, compresa la iattura dello "zero" in tema di polmoni di verde cittadino, senza parlare poi di quell'infausto primato che molti enti della salute pubblica stanno da tempo denunciando, Asl in primis. E speriamo davvero che quei problemi che vedono Galatina purtroppo ai primi posti, diventino quanto prima prioritari su tutto il resto, e soprattutto sul banale pensiero che sia sufficiente "affrescare" dei muri per uscire dal degrado.

Ora il buon senso dice che se una comunità come Noha ha resistito quasi due millenni seppur contro la più ostinata ignavia di tante distratte amministrazioni, mantenendo la sua identità in storia e tradizioni e superando ambigui tentativi di annullamento di tale identità, vuol dire che  Noha - e si direbbe anche i nohani, non vuole che la sua immagine venga rimossa, o peggio sostituita a pie' pari da un evidente falso storico.

Noha è per i nohani e per il Salento la "Città dei cavalli".

Immagine che contiene cielo, aria aperta, erba, stalloneDescrizione generata automaticamente



Noha è per la storia la Baronia dei De Noha, secondo lo storico Jacopo Antonio Ferrari, dal 1192.

Immagine che contiene testo, schermataDescrizione generata automaticamente

Noha ha uno stemma civico complesso, bellissimo, ricco di storia e significati.

Immagine che contiene Artefatto, arte, IntaglioDescrizione generata automaticamente

Noha è stata per secoli la roccaforte della valle dell'Asso grazie alle sue tre torri, che resistono ancora nonostante l'arroganza che vorrebbe coprirle con dei falsi stereotipi, come quella ragnatela che forse Galatina non riesce a tessere diversamente. 

Immagine che contiene Storia, arte, Intaglio, edificioDescrizione generata automaticamente

Apprezziamo l'idea delle integrazioni culturali, anche quella dei gemellaggi fra comunità, perché sono azioni che tendono a unire ciò che è separato.

Ma che cosa ha di separato Noha da Galatina a tal punto da portarci i santi Pietro e Paolo, che in un certo senso i nohani fin dalla nascita li sentono già come propri. 

Noha, e lo sanno pure le pietre, ha già i suoi Santi protettori e proprio in questo mese sono nel cuore e negli occhi dei nohani.

 

Quindi ben vengano gli “affreschi”, ma per favore lasciamo i santi e le ragnatele al loro posto, proviamo tutti a rispettare il Genius Loci di ogni comunità, mentre le Autorità provino a sbrogliare quell’altra matassa di problemi certamente più gravi e urgenti.

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni Culturai di Noha e Galatina

 

L'Associazione Amici del Presepe di Noha è lieta di comunicare questa decisione presa all'unanimità, al fine di concedere una giornata supplementare di bellezza, arte, storia, cultura, gusto, spiritualità presso uno dei più interessanti beni culturali di Noha.

L'apertura straordinaria dell'antico portale della Masseria Colabaldi permetterà il recupero delle visite della serata di domenica 5 gennaio sospese per pioggia.

Benvenuti a Noha ospiti di ogni dove.

 
Di Albino Campa (del 03/06/2011 @ 00:00:00, in I Beni Culturali, linkato 2275 volte)
I Beni culturali di Noha in spv (stato vegetativo permanente) resistono all’accanimento di indifferenza da parte dei “legittimi” proprietari e degli enti competenti (Soprintendenza della Provincia e relativi addetti ai lavori del Comune di Galatina, che non sono essenze virtuali ma reali funzionari e dipendenti dello Stato).
Per dargli un'altra possibilità di vita e di respiro, sempre nella speranza che i suddetti ir- responsabili abbiano un rigurgito di coscienza, abbiamo pensato di pubblicare mensilmente ogni capitolo del Catalogo mettendolo a disposizione di tutti: studenti, ricercatori e chiunque volesse utilizzare le informazioni ai fini cognitivi e culturali.

 

Marcello D’Acquarica

 

 

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icon 1. NOHA
2. ARCHITETTURA RELIGIOSA
3. ARCHITETTURA CIVILE
4. ARREDO URBANO E DEL TERRITORIO
5. ARCHITETTURA MILITARE
6. ARCHITETTURA RURALE
7. ARCHITETTURA RUPESTRE

8. ARCHITETTURA FUNERARIA
9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
10. AREA ARCHEOLOGICA
11. BENI culturali E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
13. AREA NATURALISTICA
14. BENI culturali LIBRARI

 
Di Albino Campa (del 01/08/2011 @ 00:00:00, in I Beni Culturali, linkato 2322 volte)
I Beni culturali di Noha in spv (stato vegetativo permanente) resistono all’accanimento di indifferenza da parte dei “legittimi” proprietari e degli enti competenti (Soprintendenza della Provincia e relativi addetti ai lavori del Comune di Galatina, che non sono essenze virtuali ma reali funzionari e dipendenti dello Stato).
Per dargli un'altra possibilità di vita e di respiro, sempre nella speranza che i suddetti ir- responsabili abbiano un rigurgito di coscienza, abbiamo pensato di pubblicare mensilmente ogni capitolo del Catalogo mettendolo a disposizione di tutti: studenti, ricercatori e chiunque volesse utilizzare le informazioni ai fini cognitivi e culturali.

 

Marcello D’Acquarica

 

 

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6. ARCHITETTURA RURALE
7. ARCHITETTURA RUPESTRE

8. ARCHITETTURA FUNERARIA
9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
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11. BENI culturali E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
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Di Albino Campa (del 22/09/2011 @ 00:00:00, in NohaBlog, linkato 3299 volte)

Quando parliamo di “bene comune” e ci proponiamo di fare qualcosa affinché lo scopo venga raggiunto non dovremmo preoccuparci di appropriarci di meriti di alcun tipo, tantomeno se non ci competono. Non dovremmo annunciare il “nostro fare”, che fra l’altro scopriamo  poi essere fatica espressa e documentata da altri, per essere le primedonne. Noi del “L’Osservatore Nohano” spesso ci siamo sorbiti prediche e contraddittori per il semplice fatto di aver difeso coerentemente i nostri principi sacrosanti di salvaguardia del bene comune, sia che si tratti di terreni da difendere dalle speculazioni più disparate sia che si tratti di beni architettonici che storicamente appartengono ai nohani.  E’ doveroso ricordare, per escludere eventuali dubbi, che quando si è trattato di informare i cittadini di Noha della iniqua ripartizione dell’area agricola da adibire a terreno per il fotovoltaico, la notizia è emersa soltanto grazie ad almeno due Dialoghi di Noha a cui hanno partecipato tanti cittadini. Ovviamente non vogliamo avere la prerogativa di aver fatto qualcosa per il bene comune (molti lo hanno fatto prima di noi), tanto i fatti, i documenti ed i libri lo testimoniano, ma siamo felici che finalmente, per la seconda volta a Noha, dopo l’evento del Natale alla Masseria Colabaldi, che ci auguriamo continui alla grande, sia emerso un nuovo gruppo di volenterosi cittadini nohani, che hanno scoperto (parole precise di Giampiero De Ronzi, Mimì) la propria responsabilità nei confronti di tali beni. Cogliamo l’occasione per abbracciare la causa profusa mediante web che riguarda l’attenzione posta alla nostra antichissima e storica torre. Grazie all’energica forza passionale del Gruppo Mimì, noi oggi finalmente possiamo ammirare in tutta la sua storicità la struttura residua dell’antichissimo castello di Noha, documentato in molti testi storici. Saremo orgogliosi di partecipare anche alla visita guidata organizzata dal Gruppo Mimì e diffusa sia su web che sul programma della Festa di San Michele. Ci auguriamo che siano tantissimi i cittadini di Noha che insieme a Giampiero, scoprano la propria responsabilità sulla rivalutazione di beni culturali di grande rilevanza come: le casiceddhre, la masseria Colabaldi, il frantoio ipogeo, la casa baronale, la casa rossa, la trozza, la torre dell’orologio, la Chiesa di San Michele, il calvario, e tutti gli altri, che sono tantissimi, descritti nel catalogo dei Beni culturali di Noha, che oltre tutto è anche fruibile dal sito Noha.it.

 
I componenti del gruppo L’Osservatore Nohano:

Marcello D’Acquarica
Antonio Mellone
Martina Chittani
P. Francesco D’Acquarica
Michele Stursi
Paola Rizzo
Antonella Marrocco
Albino Campa
Fabrizio Vincenti.

 
Di Albino Campa (del 07/10/2011 @ 00:00:00, in NohaBlog, linkato 3286 volte)

Del frantoio ipogeo e dello Scjakuddhi vi avevo relazionato, ma quella mattina del 1 Ottobre 2011 oltre la presenza del mitico folletto, abbiamo scoperto ed individuato in questo luogo buio ed umido, alcune cose, che faranno ancora parlare e discutere. Intanto la situazione delle sciave, cioè le stive dove venivano conservate le olive momentaneamente prima della loro molitura, murate e rese come deposito dei reflui fognanti delle case sopra il frantoio, sfruttando il camino di ingresso posto all’esterno, dove si svuotavano i sacchi di juta pieni delle preziose olive. Poi abbiamo scoperto un passaggio scavato nella roccia, che porta ad est dell’abitato, chiuso male da un muro posticcio non legato da calcina. Dove porta ? fa parte di una via di fuga ? e poi le vasche intonacate delle cisterne poste proprio sotto il marciapiede accanto all’ingresso superiore del palazzo baronale. Le stalattiti che pendono dalla parete, la data incisa 1771, la mancanza delle vasche di macina, dei torchi, delle lampade ad olio di terracotta, delle ruote di pietra delle stesse macine, ci fa pensare che in passato qualcuno si è impossesato di questi materiali, che hanno un senso solo se posti nel luogo dove si trovavano. Poi cosa ancor più straordinaria dello scjakuddhi è il ritovamento di ossa umane, si, ossa umane, poste sotto un mucchietto di vasellame sminuzzato. In particolare l’osso sacro, di chi è ? Come è finito sotto il frantoio ? Era un uomo ? Oppure una donna ? sarà stato vittima del tremendo ” Trabocchetto ” in cui sparivano le persone indesiderate posto in essere in tutti i castelli ? Quale sarà stata la sua vita, da quanto tempo si trova lì, perchè ? il resto dello scheletro ? spero di potervi aggiornare e rispondere alle mille domande. Ma quel sabato le scoperte non finivano mai.

Con Marcello D’Acquarica ed Albino Campa sono entrato nel giardino del castello da una porta accanto alle conosciutissime ” casiceddhe ” forzata alcuni giorni prima dagli ambulanti della festa patronale di Noha. Ci siamo ritrovati immersi nel giardino, un agrumeto che insieme alle vasche, i resti di quello che era un fontanile, le colonne crollatre a terra del pergolato e la visibile ” Casa Rossa ” posta ormai fuori dal giardino con la costruzione della strada anni fa. Sicuramente questo ci fa pensare ad un cosidetto giardino di delizia, luogo del quiete vivere, dove si rilassavano i signori. A partire dagli inizi del 1700, vi fu una riorganizzazione dell’habitat rurale che si concretizzò nella realizzazione di aristocratiche residenze campestri usate dalla nobiltà per trascorrere lunghi periodi di villeggiatura, quindi ville, casine e casini caratterizzarono il paesaggio. Il fattore comune è l’esaltazione del giardino chiuso, interpretazione poetica del tipico giardino all’italiana, dove l’elemento naturale e l’elemento artistico si combinano per creare sorprendenti scenografie, pozzi monumentali, fantasiosi padiglioni con pergolati, raffinati sedili in pietra, riposanti ed accoglienti coffee-house, geometriche intersezioni di vialetti, dove comunque il pozzo è il monumento principale. Poi come attirati da una calamità ci siamo portati lì dove il ponte in pietra della torre trecentesca gira ad est. Questa torre di avvistamento posta su di un promontorio ed alta più di dieci metri controllava il pasaggio della cosidetta ” Via Reale ” che tagliava da est ad ovest dall’adriatico allo Ionio il territorio, mentre sempre a vista correva la strada Pietrina, che oggi sarebbe la vicinale di S. Vito, che incrociava la Via Reale proprio all’altezza del cippo dove una volta si trovava il masso di S. Pietro, oggi posto in chiesa madre a Galatina per volere del vescovo Gabriele Adarso de Santader nel 1665. Oggi a ricordare il luogo, dove la scritta latina racconta che ” Riposò le stanche membra l’apostolo Pietro ” vi è un edicola votiva malmessa. Ma torniamo alla torre, sicuramente un mastio ( maschio ) del vecchio castello nella parte inferiore di esso anche qui abbiamo scoperto un passaggio sotteraneo che collega la torre al palazzo baronale, ostruito da materiale edile, mattoni posti quasi a chiudere il passaggio. Insomma tante cose in una sola mattinata, le foto a corredo raccontano in parte quello che abbiamo osservato. Con questo mio scritto vorrei lanciare un appello alla conservazione dei beni culturali, affinchè anche le future generazioni possano godere di quello che abbiamo visto noi, che si interroghino sulla presenza del folletto nel frantoio ipogeo, che godano della vista della Trozza un pozzo antico che conserva ancora la scritta in latino ” Disseto e non mi esaurisco ” da un lato e la firma dell’impresa H C ( Horatio Congedo ) Orazio Congedo avvocato ed amministratore per più di trenta anni del vecchio ospedale di Galatina. Conserviamo e tramandiamo le nostre tradizioni ai posteri, facciamolo con amore.

Raimondo Rodia

 

 
Di Albino Campa (del 16/10/2011 @ 00:00:00, in Eventi, linkato 2706 volte)

Giovedì 29 settembre 2011 in occasione di San Michele Arcangelo patrono di Noha il Gruppo Mimi' ha organizzato una visita guidata per scoprire i "Gioielli" artistici e culturali di Noha. La Dott.ssa Angela Beccarrisi ha guidato Il percorso turistico culturale illustrato tratti di storia Nohana.

 

 

 

 

 
Di Marcello D'Acquarica (del 09/03/2012 @ 00:00:00, in I Beni Culturali, linkato 2447 volte)
I Beni culturali di Noha resistono all’accanimento di indifferenza da parte dei “legittimi” proprietari e degli enti competenti (Soprintendenza della Provincia e relativi addetti ai lavori del Comune di Galatina, che non sono essenze virtuali ma reali funzionari e dipendenti dello Stato).
Per dargli un'altra possibilità di vita e di respiro, sempre nella speranza che i suddetti ir- responsabili abbiano un rigurgito di coscienza, abbiamo pensato di pubblicare mensilmente ogni capitolo del Catalogo mettendolo a disposizione di tutti: studenti, ricercatori e chiunque volesse utilizzare le informazioni ai fini cognitivi e culturali.

 

Marcello D’Acquarica

 

 

icon Indice
icon 1. NOHA
icon 2. ARCHITETTURA RELIGIOSA
icon3. ARCHITETTURA CIVILE
icon4. ARREDO URBANO E DEL TERRITORIO
icon5. ARCHITETTURA MILITARE
icon6. ARCHITETTURA RURALE
icon7. ARCHITETTURA RUPESTRE
icon8. ARCHITETTURA FUNERARIA
icon9. ARCHITETTURA INDUSTRIALE
icon10. AREA ARCHEOLOGICA
11. BENI culturali E AMBIENTALI SCOMPARSI
12. BENI ETNOANTROPOLOGICI
13. AREA NATURALISTICA
14. BENI culturali LIBRARI

 
Di Albino Campa (del 28/04/2012 @ 00:00:00, in Comunicato Stampa, linkato 2996 volte)

Siamo al terzo incontro dell’annuale ciclo di proposte sul tema Santa Caterina di Alessandria, tra fede, mito e realtà, promosso da Agorà – percorsi inVersi. L’appuntamento è per il 29 aprile, all’interno della manifestazione artistico – culturale promossa da InGenio_ la forma delle idee, che avrà a tema la Primavera ed è, per questo, denominata PrimaverArte.

Alle ore 18.00, nello splendido atrio dell’edificio cinquecentesco di Palazzo Gorgoni o “del muto”, in via Umberto I, civico 40, Amadou, alias Papa Ngady Faye, presenterà la sua opera autobiografica Se Dio vuole - Il destino di un venditore di libri (Giovane Africa Edizioni, Pisa 2011, 62 pp.), scritto a quattro mani con la moglie Antonella Colletta. All’evento faranno da cornice, oltre le bellezze architettoniche offerte dal centro storico galatinese, le sculture proposte dal gruppo di sperimentazione artistica Nuovi Selvaggi ed esposte all’interno dello stesso cortile.

Come si lega, dunque, l’opera di Amadou con Santa Caterina d’Alessandria?

Come abbiamo più volte precisato Agorà – percorsi inVersi nasce dall’incontro di un gruppo di giovani amici, i quali intendono vivere il dialogo e intraprendere un percorso esperienziale che mescoli e fonda differenti multiversi. Agorà è una piazza nel senso originario del termine, un luogo d’incontro e di crescita, dove ogni universo interiore potrà mettere a disposizione dei convenuti il proprio bagaglio esperienziale e prenderne da quello degli altri, in un simposio di "verità", ognuna con un proprio senso e un proprio fondamento, contribuendo così a inserire il proprio tassello di verità in una ricerca continua e inestinguibile. In questo contesto è possibile cogliere in Santa Caterina d’Alessandria un punto di incontro tra diverse culture, un confine predisposto all’osmosi tra identità etnico-culturali differenti. Inoltre, bisogna considerare il racconto fornitoci dagli affreschi della stessa basilica che, pur essendo a tema religioso e a tratti mitologico, ci parlano di storie di umanità, di accoglienza e di naufragi. Storie ancora oggi attuali. Eccoci, dunque, alla storia di Amadou, giovane immigrato senegalese di origini griot, giunto in Italia alla ricerca di una vita dignitosa. Amadou è costretto, come molti suoi compagni di avventura, a lavorare come venditore ambulante per vivere. Ma Amadou sceglie di essere di vendere cultura, sceglie di vendere libri.
È la storia di un uomo venuto da lontano.

Ideatori e organizzatori di questa "piazza culturale", interessati a conoscere e regalare a chi voglia ascoltare storie e verità umane, sono Angela Beccarisi, Sandro Marasco, Daniela Bardoscia, Francesco Luceri e i giovani artisti di InGenio_la forma delle idee, nelle persone di Vittorio Carratta, Georgia Romano, Pierpaolo Briatico-Vangosa, Mariangela Cucco, Ermanno Scarcia e Francesca Marra, uniti da un intento comune di condivisione e partecipazione attiva alla vita culturale e civile.

La cittadinanza tutta è invitata a una partecipazione numerosa e attiva.

 

Per informazioni: agora.percorsiinversi@gmail.com; tel. 3297669635, 3881197170.

Daniela Bardoscia

 
Di Antonio Mellone (del 30/05/2012 @ 00:00:00, in Piedibus, linkato 3729 volte)

Il 23 maggio scorso, a Noha, è partito in fase sperimentale il progetto Piedibus. Questo progetto consiste nel far andare a scuola i bambini, ed anche i genitori, finalmente lasciando l’auto nel garage di casa.
E’ un’iniziativa stupenda alla quale hanno preso parte oltre alla scuola anche alcune associazioni ed istituzioni locali.
Una tra le più imponenti ed influenti istituzioni locali nohane vicine al Piedibus è la parrocchia San Michele Arcangelo.  
Siamo certi che il nostro brillante parroco avrà già parlato ai fedeli coinvolgendoli e preparandoli per questa iniziativa. Avrà sicuramente detto ai cristiani nohani di cambiare registro e di andare a messa finalmente a piedi (e non mandarci solo i ragazzi a scuola).
Tuttavia come si evince dalle foto scattate per caso domenica 27 maggio scorso, solennità di Pentecoste, e riprodotte a margine di questo articolo, evidentemente c’è ancora molto da fare e da dire per indurre i fedelissimi nohani ad un’ulteriore opera di misericordia moderna, un fioretto alla Madonna, o qualcosa del genere, come quello di lasciare finalmente le auto nel loro parcheggio e mettersi realmente in cammino verso Gerusalemme.
Ecco, allora, un esempio di comunicazione da ribadire, a questo punto più di una volta (gutta cavat lapidem), nella scaletta degli avvisi di cose buone e giuste che si usa indicare al termine della celebrazione eucaristica (e che talvolta, come stavolta forse, supera la durata di un’intera omelia).
Diciamo infine per inciso che non è nostra intenzione sostituirci al parroco ed alle sue funzioni, lungi da noi: non ne avremmo né la stoffa, né, invero, la vocazione al “sacerdozio ministeriale” (ci basta, e avanza, il “sacerdozio comune”).
Siamo certi che il nostro parroco, democratico e aperto com’è ad ogni istanza culturale, accetterà di buon grado, e farà  proprio questo nostro umile suggerimento, non limitando la sua partecipazione al Piedibus ad una semplice benedizione parrocchiale una tantum o al topico intervento istituzionale di facciata.
Ecco, di seguito, un canovaccio di codesto intervento.

Carissimi fratelli e sorelle, come ormai già saprete, e - se non ve l’avessero detto a scuola o se non l’aveste visto sul sito di Noha o non aveste notato in giro i cartelloni delle fermate - ve lo dico io: la nostra parrocchia ha aderito con gioia al progetto del Piedibus.
Cos’è il Piedibus? E’ la possibilità per tutti i bambini di Noha di percorrere il tragitto casa-scuola a piedi, accompagnati da un genitore o da un volontario, seguendo degli itinerari con fermate e orari predeterminati. Grazie al Piedibus si riduce il traffico cittadino e soprattutto quello mattutino nei pressi delle scuole, migliorando così la sicurezza e il  benessere di tutti.
Ora permettetemi di dirvi che noi non dovremmo limitarci soltanto a benedire o ad apporre il nostro imprimatur formale a questa iniziativa: noi dovremmo adottare e far nostro questo bellissimo stile di vita. Che è quello di usare finalmente la testa per ragionare, e quindi, per esempio, i nostri piedi per spostarci.
Voi mi direte: dove vorrà andare a parare oggi il nostro Don?
Bè, vi dico subito, cari fratelli, che dovreste venire a messa a piedi, evitando di intasare di auto tutte le strade adiacenti la nostra chiesa Madonna delle Grazie, per non parlare di piazza e dintorni attigui alla chiesa madre di San Michele.
Camminare dilata il tempo e prolunga la vita.
Camminare rende il mondo molto più grande e dunque più interessante. Andando a piedi abbiamo la possibilità di osservare i dettagli, le case, il cielo, gli alberi, i negozi, gli uccelli, le altre persone. Possiamo finalmente sorridere ai passanti, scambiare con loro un saluto o due chiacchiere. Se andiamo a piedi ci sentiamo più in armonia con Noha e le sue bellezze naturali e finalmente anche con i suoi beni culturali.
Le passeggiate, poi, distendono, allentano la tensione, permettono di tenerci in forma, proteggono dal cancro, dall’infarto, e da tante altre malattie. Il tutto può anche trasformarsi in un’attività meditativa, anzi di preghiera. Del resto è quello che facciamo con le processioni religiose, che notoriamente non vengono fatte a bordo delle nostre vetture.
Penso che sappiate già cosa sia la “Via Francigena”. E’ un itinerario della storia, una via maestra percorsa in passato da migliaia di pellegrini che si spostavano a piedi per raggiungere le sacre mete più importanti di sempre, come Santiago de Compostela, in Spagna, e poi Roma (il cuore della cristianità), e poi Monte Sant’Angelo (in Puglia, presso la grotta poi trasformata in basilica, dove nel V secolo apparve il nostro San Michele Arcangelo) ed infine Gerusalemme. Perché non creiamo noialtri, nel nostro piccolo, una “via Francigena-Nohana” per raggiungere piedibus i nostri luoghi di culto? A volte non ci vuol mica tanto a compiere un miracolo.    
Vi confesso che in questa battaglia non mi fermerò a Noha. Visto che sono anche vicario di zona, vi annuncio che nella prossima occasione lo dirò anche ai miei confratelli sacerdoti, tanto spero che questa bellissima iniziativa si propaghi a macchia d’olio in tutta la vicaria, che dico?, in tutta la diocesi, e poi in provincia, e in tutta la Puglia.
Anche questa è “Pastorale sulla Salute”. E chi più di me (visto che ne sono anche assistente nazionale, anzi per la precisione: membro della Consulta Nazionale Cei per la Pastorale Sanitaria) può lavorare in quest’ambito della comunicazione sociale per migliorare (e a costi zero) la qualità della vita di ognuno di noi?
Anche questa è una forma di “Movimento per la vita”, dal concepimento fino alla morte naturale. E vale molto di più delle chiacchiere e delle elucubrazioni prolisse sfoggiate nei convegni a tema.  
Vi prego di accogliere il mio appello: non dobbiamo essere soltanto spettatori del Piedibus Nohano, né figuranti di striscio o comparse pronte a scomparire, ma attori protagonisti. Adottiamolo, dunque, questo costume, realizziamolo venendo in chiesa tutti quanti a piedi (o al più in bicicletta), lasciando a casa le nostre automobili, salvo ovviamente i casi eccezionali di difficoltà di deambulazione.  
I piedi sono il più francescano dei mezzi di trasporto. Mettetevi pure un paio di scarpe comode, evitate i tacchi a spillo, o il tacco dodici. Questa è un’aula di preghiera, non una passerella per sfilate di moda.
Andare in chiesa è come andare a scuola: la stessa e identica cosa. Andiamoci, allora, passeggiando, e non solo nelle belle giornate, ma anche quando piove. Anzi, quando c’è il sole diciamo che “è una bella giornata”; quando piove dovremmo dire che “è una giornata bellissima”. Infatti abbiamo sempre più bisogno di acqua oggi, ma soprattutto nel prossimo futuro, e la pioggia che ci manda il buon Dio è una vera benedizione. Quando piove, ripariamoci pure con l’ombrello e con l’impermeabile, ma continuiamo ad usare il Piedibus Cristiano: sarà un modo come un altro per ringraziare nostro Signore per nostra sorella acqua. “Ella è multo utile et humile et pretiosa et casta”, come dice San Francesco nel suo “Cantico delle Creature”.
Evitiamo di costruire, anche e soprattutto nel corso delle domeniche e delle feste comandate, quell’indecoroso muro di Berlino intorno alle nostre belle chiese fatto dalle lamiere delle nostre automobili.
Questi buoni propositi, partiranno da me, già da domani mattina.
Si dimostra, tra l’altro, che per le piccole distanze (e a Noha nulla è lontano!) si fa molto prima a piedi che in macchina.
C’è un detto che dice che in Paradiso non si va in carrozza. Ed io aggiungerei: tanto meno in turbo-diesel.
E infine, ma non meno importante, c’è da considerare il risparmio. In questo periodo di crisi lasciare da parte la macchina è una forma di saggezza, oltre che di sana sobrietà, se non un’impellente necessità.
In piedi, dunque, o fedeli!
E trasformiamo Noha in una “città – slow”, ancor più bella, silenziosa e pulita, un vero centro di aiuto alla vita.
Saliamo tutti sul Piedibus. Facciamolo per noi, per i nostri fratelli, per l’aria, per la salute, per il creato, per Cristo nostro Signore.
Amen.      

Antonio Mellone

 

piedibuschiesa piedibuschiesa
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Di Antonio Mellone (del 02/07/2012 @ 00:00:00, in NohaBlog, linkato 3418 volte)

"Eccovi di seguito un articolo di Antonio Mellone apparso sull'ultimo numero de "il Titano", anno XLV, n. 12 del 26 giugno 2012"

Sì, bisogna pur iniziare a parlarne una buona volta anche a Galatina, e anche su questo “Supplemento economico de il Galatino” edito ormai da decenni in occasione della fiera campionaria di San Pietro.

Anche in quest’epoca di recessione, anzi di depressione economica, non è fuori luogo o fuori tempo introdurre quest’àncora di salvezza, nonostante la maggioranza degli opinion leader, supportata dal codazzo di “autorità civili, militari e religiose”, continui a proferire, a mo’ di mantra taumaturgico, le parole chiave di quest’epoca di insipienza: “sviluppo”, “nuovi posti di lavoro”, “fase della crescita”, et similia. E tutti gli altri a ripetere con salmodiante ottusità l’unico ed immodificabile credo di cui possa asserirsi l’incontrovertibile verità: crescita ora e sempre, amen.

Ci sfugge, forse, che in nome della crescita ci siamo intossicati di consumismo, abbiamo scordato cioè di essere prima persone e poi consumatori e siamo caduti nel topico circolo vizioso consumo-lavoro-guadagno-consumo; ci siamo auto-condannati alla schiavitù dei lavori forzati con la convinzione di essere liberi; siamo stati indotti a lavorare 24 ore su 24, anche di sabato, di domenica ed in tutte le feste un tempo comandate, ultimamente in nome delle “liberalizzazioni”; abbiamo fatto di tutto (riuscendoci benissimo) per distruggere quel che rimane del nostro bel territorio con colate ininterrotte di asfalto e cemento; ci siamo rinchiusi in case-alveari in cui è bandita la parola “comunicazione” (anche con il vicino dirimpettaio, di cui a volte non conosciamo nemmeno il nome; salvo poi litigarci nell’assemblea condominiale); abbiamo prodotto così tanti rifiuti che non sappiamo più sotto quale tappeto andare a nascondere; in molti casi (trovata geniale!) abbiamo pensato bene di trasformare questa spazzatura in CDR (combustibile derivante da rifiuti) e quindi in particelle tossiche: forse per poterle più facilmente respirare e trattenere nei nostri polmoni finché morte, possibilmente precoce, non sopraggiunga; siamo diventati obesi e pregni di colesterolo, diabete, gotta, e ci siamo ammalati di (chissà quale) benessere; le automobili ormai dominano il paesaggio urbano e noi ci siamo incolonnati in code interminabili di traffico frenetico e congestionato, con il rischio di incidenti elevato all’n-esima potenza; siamo arrivati a passare interi quarti d’ora ogni giorno (sprecando così un po’ della nostra vita) per trovare un parcheggio; ci siamo assuefatti a vivere in fila ovunque; siamo sempre sotto stress e frequentiamo periodicamente il medico di famiglia per la prescrizione degli ansiolitici; abbiamo creato un sistema mostruoso che non si cura della felicità delle persone, ma del profitto senza se e senza ma. Punto.

Ma siamo proprio certi che valga la pena di seguire come tanti allocchi questa benedetta “crescita”? A noi sorge il dubbio che dietro la password “crescita” si celi un grande inganno, oltre che una perdita di tempo (che sarebbe invece più opportuno dedicare a noi stessi).          

Ebbene, per chi non lo sapesse ancora, diciamo che esiste anche la “decrescita felice” che non è un ossimoro, né una trovata dell’“antipolitica” dell’ultima ora, né un crampo mentale di un deviato folgorato sulla via di Damasco dell’Economia, ma, purtroppo (anzi, per fortuna!) una necessità non più procrastinabile. Parlare di decrescita felice, elogiare la lentezza, pensare seriamente al downshifting (scalare la marcia) non è essere rei di porto abusivo di utopia, ma capire l’Economia, finalmente anche nella sezione in cui si parla di produttività marginale decrescente. L’evoluzione ulteriore sarebbe introdurre nella grammatica del nostro vocabolario il termine Ecosofia, ma questo forse, e per ora, sarebbe chiedere troppo.

*  *  *
E’ ovvio che il potere in tutte le sue epifanie, per mantenere le sue posizioni, deve spargere voci tendenziose e false sulla decrescita, insinuando che questo significhi smettere di produrre, sdraiarsi sul divano, indossare le pantofole, vivere da parassiti, aumentare la disoccupazione, ritornare al passato.

Tutt’altro. Decrescita felice può significare tornare a percorrere una via accessibile, avere un’ottica di lungo respiro, lavorare meno ma lavorare tutti, produrre valori reali e non finti, perseguire il giusto profitto, focalizzare l’attività del paese su ciò che è sensato come: cultura, ambiente, benessere, recupero e salvaguardia del territorio, cibo, vino e olio di qualità, restauro dei nostri centri storici, valorizzazione dei beni culturali materiali e immateriali, ricerca pura, valore intellettuale, empatia, tradizioni, mercato equo e solidale, prodotti a chilometri zero. Roba, insomma, in cui gli italiani sono sempre stati storicamente dei grandi.
Decrescita felice può significare anche riduzione degli sprechi; calo dei consumi al quale far corrispondere un aumento del nostro grado di libertà; utilizzo dei piedi quale nostro miglior mezzo di locomozione; aumento della nostra attività fisica (anche senza la necessità di spendere dei soldi per pedalare su di una bicicletta ferma in una palestra); miglioramento delle nostra salute e del nostro star bene; diminuzione dell’obesità, del diabete, dei trigliceridi e di tutti i malanni di questo “secol superbo e sciocco”.

Non è possibile continuare a dar retta a chi ci riempie la testa (e qualcos’altro) di crescita senza fine. Il mondo non può andare a finire in una discarica. Chi predica la crescita senza limiti o è in mala fede o non sa (più) quel che dice. E non si sa, tra le due opzioni, cosa sia peggio.

Oggi siamo attorniati di tecnici, di professori al governo, di Banca Centrale Europea, di Fondo Monetario Internazionale, di Autority di ogni risma (e di tanti servi) che non fanno altro che ripetere il ritornello del salmo responsoriale sulla crescita benedetta quale cosa buona e giusta. Ma non ci sfiora per nulla il dubbio che uno dei nostri problemi sia il fatto che riponiamo troppa stima e fiducia in chi siede nelle stanze del potere?

Accade che anche quando critichiamo chi prende le decisioni siamo un po’ in soggezione: pensiamo che i cosiddetti “tecnici” abbiano studiato tanto, che ne sanno più di noi, che siano consapevoli della responsabilità che hanno sulla nostra vita. In verità, in verità vi dico che molti di questi professoroni - che a volte danno l’impressione di credere che il mondo possa essere regolato attraverso le formule - brancolano nel buio come e forse più di noi altri.

L’Economia e la Finanza sono mere discipline accademiche, dunque libere di sbagliare e contraddirsi a piacimento. Le leggi economiche non sono mai deterministiche ma al più probabilistiche. Nessun economista ha la verità in tasca. Bisogna stare molto attenti in questo, ed evitare di trasformare in “pensiero unico” privo di contraddittorio tutto ciò che ci viene propinato dall’alto delle cattedre.

Parola di economista.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 19/10/2012 @ 00:00:00, in I Beni Culturali, linkato 3315 volte)

Qualche portatore sano di cultura (nel senso che ne parla in continuazione senza esserne minimamente affetto), in buona compagnia con le solite grandi menti locali, ne ha sparata un’altra delle sue a proposito della vecchia scuola elementare di Noha. Sentite questa: la colpa di eventuali atti vandalici a quella benedetta struttura sarebbe nostra, cioè di noi altri che da un bel po’ stiamo rompendo l’anima su questo tema. Dunque sarebbe nostra la responsabilità nel caso in cui dovessero accadere degli atti vandalici alla struttura de quo testé “restaurata” (è d’uopo, per ora, vergare certe parole grosse con le virgolette, almeno fino a quando la struttura non verrà finalmente aperta al pubblico con tutti i carismi), non in quanto mandanti diretti di scelleratezze criminali, non perché si potrebbe cogliere nelle nostre parole istigazione al vandalismo nichilista, non perché il nostro interesse recondito sarebbe quello di una novella distruzione del lavoro fin qui “gregiamente” (senza la e) svolto, ma semplicemente perché ci siamo azzardati ad evidenziare il problema, e dunque avremmo svegliato il can che dorme (ma secondo il nostro modesto punto di vista i cani che dormono sono ben altri).
I nostri ghirigori di parole, secondo gli scienziati locali, non avrebbero fatto altro che accendere i riflettori (senza Enel purtroppo) sulla struttura della vecchia scuola elementare di Noha, sicché avremmo dato una buona idea, anzi un’occasione propizia al vandalo di turno, risvegliandone i sopiti impulsi. Il vandalo/vangàle, dunque, che non sapeva dove sfogare per prima i suoi istinti più truculenti ha avuto finalmente l’illuminazione (e ridaje) dopo aver letto in Internet i nostri trafiletti di denuncia, ed avrebbe poi deciso di dare il suo colpo di grazia (o di disgrazia a seconda dei punti di vista), infierendo su di un bene così appartato, così sperduto, così introvabile e quasi invisibile che non gli sarebbe mai venuto in mente se nessuno glielo avesse indicato scodellandoglielo sotto il naso. Dunque per questi matematici nostrani, facendo due più due il risultato non può che essere uno: il vandalismo eventuale sarà in correlazione diretta con la nostra attività di denunzia.  
Se invece non ne avessimo sollevato il polverone, nessuno avrebbe saputo nulla e nessuna pulce sarebbe mai stata piazzata nell’orecchio di teppisti e saccheggiatori. Davvero una logica ferrea, un ragionamento impeccabile, un’inferenza da statistici rigorosi.
Ma sì, in fondo, i vandali siamo noi. Che ci viene in mente di dire urbi et orbi (e perfino in televisione, quando verrà) che a Noha si rischia di buttar via dei soldi pubblici. Anziché far nostro il “sopire troncare, padre molto reverendo, troncare sopire” di manzoniana memoria, anziché lavare i panni sporchi in casa nostra, o nel canale dell’Asso, possibilmente insabbiando il più possibile, ci mettiamo a dire che qualcuno non ha fatto fino in fondo il suo dovere. Ma che cittadini insolenti che siamo; che razza di gente per nulla pragmatica.

*   *   *

Veramente di corbellerie sesquipedali di questa stazza avevamo già avuto sentore in più di qualche occasione. Una di queste fu a proposito del bene culturale più particolare di Noha (veramente lo sono un po’ tutti, particolari): e cioè lo chalet fulvo, la rubiconda “casa pedrera” nohana, quando ne parlammo tanti anni fa per la prima volta. Secondo un autorevole personaggio locale, se avessimo taciuto, come per incanto, nessuno (soprattutto le tarme) avrebbe manomesso la lignea porta  d’accesso alla casa rossa, come pare talvolta qualche pirla s’azzardasse di fare.
Sì, come no: se avessimo fatto finta di nulla la casa rossa e gli altri beni culturali sarebbero ora stati restaurati e resi fruibili in quattro e quattro otto, secondo un equilibrio pubblico-privato virtuoso, ideale, perfetto. Se non ne avessimo trattato nel catalogo dei beni culturali, se non se ne fosse parlato in “Salento d’Amare”, prima, e in “Terra tra due mari”, poi, nessun proprietario privato avrebbe costruito villoni bifamiliari da Beverly Ills nelle loro immediate adiacenze, e nessun muro di Berlino con cuccetti di tufo (benché, ci auguriamo, temporaneo) sarebbe stato innalzato alle spalle della porta d’ingresso di quella casa prospiciente la pubblica strada. Se noi sottoscritti rompiscatole non avessimo steso articoli e pubblicato libri, se non avessimo indetto convegni, raccolto firme, girato documentari, promosso visite guidate, la Sovrintendenza avrebbe apposto il suo vincolo di propria iniziativa, automaticamente, per opera dello Spirito Santo paraclito, e dunque finanche il frantoio ipogeo si sarebbe scoperto da solo, rivelato da sé, e si sarebbe pure restaurato e (giacché c’era) si sarebbe anche trasformato in un battibaleno nel museo nohano di civiltà contadina; la torre medievale si sarebbe ristrutturata, illuminata, recuperata dall’abbandono e dall’oblio per mano di una joint-venture miracolosa e inedita; il castello sarebbe da un bel pezzo aperto al pubblico (ovviamente con tutto il parco degli aranci) per mostre, incontri culturali, spettacoli di musica e teatro per grandi e piccini; se avessimo taciuto ancora per un po’, le sozzure pervicacemente portate avanti dagli uomini del fare, alcuni beni culturali sarebbero stati ugualmente restaurati a regola d’arte (sì, campa cavallo)…

*   *   *

Ecco, alla fine i vandali siamo noi quando denunciamo il declino ed il degrado dei nostri beni culturali; e siamo noi quando smascheriamo le schifezze che vengono perpetrate alla nostra storia, alla nostra cultura ed alla nostra natura; siamo ancora noi i profeti di sventura quando leggiamo i segni della decadenza che sarà (anzi che è già) per prevenirne le cause o per curarne gli effetti e mai per propagarne la cancrena; siamo noi e le nostre considerazioni a buon mercato i vandali (e gli antipolitici) nonché i responsabili dei tumori che ci stanno devastando quando denunciamo il CDR e le mille lordure, onde il nostro territorio è stato trasformato in una discarica in nome dello “sviluppo e del progresso”; e siamo affetti da insolazione quando denunciamo la truffa del fotovoltaico selvaggio in mezzo alla campagna, operazione che stiamo già pagando caro (ed i suoi costi aumenteranno a dismisura in futuro per tutti noi). Siamo infine “estremisti” quando incriminiamo i lucchetti (questi sì moderati) che negano un passaggio (soprattutto mentale) che è anche tuo, e le serrature che negano l’accesso e la fruizione di un bene culturale. Il quale per definizione dovrebbe essere di tutti, e mai di pochi, o di uno solo.  
Non sappiamo se qui siamo nel campo del codice penale (o penoso) o del codice civile (o incivile). Ma a questo punto un reato da smascherare c’è di sicuro. E si chiama schifo.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 09/04/2013 @ 00:00:00, in NohaBlog, linkato 3627 volte)

Che ingenuo che sono. Pensavo che il capitolo del mega-porco (ho già detto altrove che non mi riesce proprio di appellarlo mega-parco) e dunque della violenza che si vuol perpetrare con altro cemento nell’amena campagna di Collemeto fosse archiviato una volta per tutte. Mi sbagliavo di grosso. Pare che navigatori sotterranei conto terzi stiano ancora brigando per riportare all’ordine del giorno questa “opportunità anticrisi”.   

Da qui a qualche giorno temo che si sarà costretti ancora una volta a sentirne parlare enfatizzando - di un centro commerciale - le magnifiche sorti e progressive in termini di “volano” e “ricadute” per l’occupazione di chi di speranza vive e dunque per definizione disperato muore (e tra collemetesi e tifosi dell’onirico progetto s’annoverano circa 800 beoti martiri).

Orbene, si sarà costretti, noi altri (Tonino, Anita, Tommaso, Marcello, Alfredo, Oreste e compagnia bella prepariamoci) a caricarci la croce dell’improbo compito di scendere in piazza ancora una volta con le uniche armi di cui disponiamo, la pazienza e la ragione, per rintuzzare appena un po’ convinzioni e linguaggio di alcuni galatinesi folk (una minoranza, ma sempre troppi sono) che sembra che al posto della testa mossa in continua annuenza abbiano una betoniera.

Come già ampiamente documentato, la Pantacom srl è la società a responsabilità limitatissima che - secondo la lettura dei dati di bilancio che si evincono da una recente visura camerale, sostanzialmente identica a quella di qualche mese fa - dal punto di vista finanziario, patrimoniale e commerciale ha il valore del due di spade con briscola a bastoni, ergo assolutamente non in grado di dare al Comune di Galatina ed agli attendenti di complemento uno straccio di garanzia (lemma ignoto, quest’ultimo, alle parti in causa) sui suoi megagalattici business-plan che, oltretutto, visto che risultano “inaccoglibili”, si dice siano redatti con i piedi.

Come arcinoto anche agli svampiti di professione, la Pantacom è una società della galassia Perrone, la famiglia del sindaco più amato dai suoi sudditi leccesi - felici di esserlo - e presumibilmente anche da molti galatinesi, soprattutto i politici della minoranza, inclusa probabilmente anche quella extraparlamentare, cioè trombata alle ultime comunali. La quale insiste nell’inviare ai siti internet locali ed al povero “Quotidiano di Lecce” i propri capolavori di letteratura altrimenti detti comunicati-stampa (d’altronde prontamente pubblicati, evidentemente in mancanza d’altro e soprattutto di giornalisti).    

Ma purtroppo questi ultimi soggetti sono in buona compagnia. A codesti estimatori dello scempio della prima ora bisogna aggiungere i nuovi dell’ultima, rappresentati nientepopodimeno che da una bella fetta della maggioranza del governo cittadino che – rispondendo ai ragli in libertà - sembra credere ancora agli asini che volano sebbene “a determinate condizioni”.

Pare che dal vocabolario di questa variegata maggioranza manchi il coraggio di proferire un NO secco ed incontrovertibile alle sirene d’Ulisse, sia per mancanza di coraggio sia forse e soprattutto di basi culturali fondate sul sacrosanto principio dello “STOP AL CONSUMO DEL TERRITORIO”. E non s’accorgono che in tal modo stanno trasformando a velocità supersonica una città d’arte in una città del cemento (da Galatina a Cementina) ed un suo graziosissimo borgo rurale ed artigiano in un ghetto-parcheggio periferico con la benedizione di alcuni fra i suoi abitanti (che in tal modo sembra vogliano ribattezzare la loro patria cambiandone il nome da Collemeto in Follemeto).

Purtroppo qui si continua a parlare di comparti in contrada Cascioni, di circonvallazioni, di capannoni, di milioni, insomma di paroloni cogli “oni”, e si trascura l’arte, i beni culturali, l’ambiente, il suolo, il commercio equo e solidale, lo sviluppo sostenibile, la salute. Il tutto in nome degli stucchevoli ritornelli per allocchi fatti di “volano per lo sviluppo” e di “ricadute occupazionali” (quando non elettorali).

Se tutto questo non fosse davvero tragico sembrerebbe di essere nel bel mezzo di uno spettacolo di Pantacomiche.

Antonio Mellone
 
 
P.s.

Caro dott. Serravezza, parli ai sordi. Qui fingono di ascoltarti e addirittura di darti ragione nei convegni, ma poi gli interessi miopi e spiccioli prevalgono su tutto, anche sulla salute e sul benessere vero.

 
Di Redazione (del 08/01/2014 @ 00:00:00, in NohaBlog, linkato 6645 volte)

In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando MiriInaugurammo la quinquennale fortunata stagione dell’Osservatore Nohano con la prima uscita su Noha.it della nostra rivista on-line (che divenne immediatamente anche cartacea) il 7 febbraio 2007.

Il comitato di redazione decise all’unanimità di dedicarne il primo numero a Gino Tarantino, Venardìa, una persona straordinaria di Noha che un mese prima, l’8 gennaio per la precisione, appena 53enne, s’era congedato da questa vita.

Son trascorsi esattamente sette anni da quel giorno, ma il ricordo di Gino sembra non subire l’ingiuria del tempo o il rischio dell’oblio nella mente di molti nohani, i quali nutrivano nei confronti di questo ragazzo una vera e propria forma di venerazione.

E’ il caso di Antonio Miri detto Fernando, romano d’adozione, che incontrandoci a Noha nel corso del testé trascorso Natale ci ha proposto di rendere omaggio a Gino Tarantino con la galleria di foto d’epoca di sua proprietà pubblicata a corredo di questo trafiletto. Ovviamente abbiamo accettato la proposta della pubblicazione di questi stupendi documenti con grande entusiasmo e gratitudine.

* *

Gino Tarantino era un artista, una persona sensibile, colta, integerrima. La sua opera rappresentata da sculture, fotografie, ritratti, quadri, installazioni, scenografie, architetture d’interni, e via di seguito, fu addirittura recensita da Flash-art, una rivista d’arte e cultura conosciuta in tutto il mondo (soprattutto dai cultori e dagli addetti al settore).

Era sì, un tipo eccentrico, Gino, alto, dinoccolato, un tipo originale, un anticonformista, estroso e creativo (tanto che il solito perbenista di facciata - quello che non ha mai prodotto in vita sua un pensiero non del tutto elementare – potrebbe definire come un “comunista” o scansaeliberasignore addirittura un “anarchico”).

Ma qui non stiamo mica a sondare i due millimetri di profondità del pensiero di chi sa solo vendere fumo o di chi lo compra a buon mercato, ma celebrare Gino Tarantino, il suo spirito libero, il suo pensiero, uso a volare alto, non influenzato dalla banalità dei pettegolezzi o dalle immagini dei programmi della televisione (“non ho neanche l’antenna” - diceva), né legato alla schiavitù dell’avere (nemmeno un’auto, nemmeno la patente, per scelta di vita).

Gino era questo, e molto altro ancora. Era avanti, precorreva i tempi, sempre attento all’ecologia, all’archeologia, alla cultura, alla bellezza, alla salvaguardia dei beni culturali, allo studio della storia, insomma all’amore vero e non sbandierato nei confronti dell’Umanità. Era, diciamo, un Osservatore Nohano ante-litteram.

Un profeta. Ma purtroppo, come molti profeti, non ascoltato in patria.

Oggi Gino Tarantino è più vivo che mai. E forse, come un tempo, ci guarda ancora dall’alto. Compatendoci. 

 Antonio Mellone

 

In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri
In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri
In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri
In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri
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In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri
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In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri
In ricordo del nostro amico e artista Gino Tarantino Ciao Gino. Fernando Miri 

 

 

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