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Umana comprensione
Di Antonio Mellone (del 21/05/2013 @ 21:54:04, in Ex edificio scolastico, linkato 10026 volte)

Non deve essere facile, di questi tempi, vivere la vita del pubblico rappresentante locale, quella cioè del politico che un’era geologica fa andava sotto il nome di “autorità civile”. E dunque non può che avere tutta la nostra umana comprensione chi è costretto a vivere continuamente con gli occhi bendati, le orecchie tappate, il bavaglio alla bocca, le pinzette stringinaso ben inforcate, i guanti antinfortunistici alle mani, ed altre corazze profilattiche e antidialogo come zanzariere, schermi, scudi, grate, caschi, paraocchi, e creme solari con fattore di protezione totale.

Non si può mica infierire con chi è costretto ad ingoiare rospi, anzi Pantegane (etim. da Pantacom), pur di non far cadere il governo comunale, a non rispondere al telefono, a far finta di non vederti né leggerti, a sgommare imboccando la nuova “utilissima tangenziale interna” di Galatina, a smammare poco prima di esser chiamato in causa, a scalare montagne di specchi, a ripetere salmi responsoriali monotoni e stucchevoli, a stilare elucubrazioni su temi esiziali (come ad esempio quello dei loculi al cimitero)…   

Pronto a svignarsela ad ogni richiesta, istanza, domanda, dubbio, rivendicazione il fuggitivo nostrano, assente cronico dalle strade e dalle piazze del paese (a meno dei periodi giubilari altrimenti detti “campagna elettorale” o dei giorni delle solenni processioni patronali) si trova ultimamente anche a far finta di non avere il tempo e soprattutto la voglia di connettersi al nostro sito (e se pure gli dovesse capitare lo farebbe ad ogni dimissione di papa) per leggere ad esempio che a Noha c’è una vecchia scuola elementare ristrutturata dalla A alla V (mancherebbe solo la lettera Z dell’energia elettrica) con una spesa di 1.300.000 euro di soldi pubblici, ma che è ancora chiusa dalla fine dei lavori avvenuta oltre un anno e mezzo fa - sebbene sia stata inaugurata con tanto di taglio del nastro il 1° dicembre 2012, dunque esattamente da:

Ora vorremmo comunicare ai nostri rappresentanti al Comune di Galatina (oltre ai nostri superstiti lettori) che questo contatore rimarrà evidenziato a perenne monito sulla home-page di questo sito fino alla data della seconda e si spera definitiva inaugurazione di questo benedetto Centro Culturale Nohano, o come cavolo si vorrà chiamare.

Questo contatore rimarrà ben visibile fino a quando l’avverbio “ancora” non verrà trasformato in “finalmente”, cioè fino a quando quella bella struttura (diventata suo malgrado una barzelletta - che però non fa ridere) non verrà utilizzata per le finalità per le quali era stata inizialmente progettata e finanziata (o in subordine per altri obiettivi sempre connessi al bene comune). E nella speranza, s’intende, che quella scuola non crolli prima sotto il peso del tempo.

Noi, dal nostro canto, continueremo a fare il nostro dovere di cittadini, cioè pretendere di essere puntualmente informati (c’è chi chiama ‘sta roba “rompere le scatole”, ma tant’è) fino a quando non si otterrà il sacrosanto risultato (che poi è il minimo sindacale) che è quello di vedere attivata una bellissima struttura onde furono spesi (finora invano) preziosi e per definizione scarsi fondi pubblici.

Ci aspettiamo ora un pensiero su questo tema da parte dei nostri rappresentanti di ogni colore (se ne hanno ancora qualcuno: di pensiero o di colore). Ci aggiornino, per favore, sullo stato dell’arte, ci dicano se e cosa intendano fare per risolvere questa vergogna, ci rassicurino, e ove possibile ci stupiscano ancora per i loro pronti riflessi.

Per una volta, almeno questa, i nostri rappresentanti eletti a furor di popolo compiano dei veri e propri atti rivoluzionari, cioè: rispondano direttamente a queste istanze impegnandosi possibilmente in prima persona (tralasciando per un tratto l’imprescindibile tema dei cazzi loro), evitino il topico comunicato-stampa copia-incollato su quel rotolo di carta (a due veli?) che è il Quotidiano di Lecce. E per almeno una volta si scollino da quella calamita (che forse meriterebbe l’accento sull’ultima a) che sono i social network, sui quali – ci riferiscono i bene informati – i Nostri sembrano indulgere scorrazzando ad ogni ora del giorno e della notte come tanti internaufraghi.  

Antonio Mellone