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Il medico di corte di Per Olov Enquist
Di Michele Stursi (del 16/03/2015 @ 18:53:56, in Recensione libro, linkato 2774 volte)

Che tu sia un amante della lettura o che soffra di un’intolleranza particolare verso ogni forma di scrittura, arriva il momento nella vita in cui incontrerai il tuo libro. C’è gente che lo trova abbandonato su una panchina alla fermata dell’autobus; altri lo ricevono in dono da un amico, da un genitore, da un’amante; altri lo trovano per caso nascosto su uno scaffale di una libreria tra centinaia di altri volumi o relegato in un angolo di una disordinata bancarella di un mercatino dell’usato o dimenticato tra migliaia di cianfrusaglie nel ripostiglio di una nuova casa; altri ne leggono una recensione su un giornale o seguono il consiglio di qualcuno che prima di loro se ne è innamorato; ci sono persone che trovano il libro della loro vita perché incuriositi dalla piega inusuale del sopracciglio e dall’increspatura del labbro superiore di una donna che lo leggeva in treno.

Ci sono infinite circostanze che portano ad incontrare il proprio libro, strade traverse che incrociano più e più volte la via maestra e che talvolta scegliamo di ignorare. Così è stato per Il medico di corte di Per Olov Enquist, romanzo di cui voglio consigliarvi la lettura e che annovero tra i libri che, per vari motivi, hanno aggiunto qualcosa al mio modo di vedere e affrontare la vita.

La prima volta che ne ho sentito parlare, ne sono convinto ma allo stesso tempo non ne sono sicuro, è stato qualche anno fa al cinema. Ho come l’impressione, e voglio che tale rimanga, di aver visto in quella circostanza il trailer di un film tratto dal libro di Per Olov Enquist e di esserne rimasto pressappoco incuriosito. Non sono mai andato a controllare se il film esiste davvero (lo lascio fare a voi), ma a me piace far partire la storia del mio incontro con questo libro da una sala semioscura di un cinema semideserto.

La seconda volta che ne ho sentito parlare è stato in una recensione di Alessandro Baricco su La Repubblica, che cominciava più o meno così: “Accadde tutto realmente, nel piccolo regno di Danimarca, nella seconda metà del Settecento”. E alla prima idea che mi ero fatto vedendo il trailer si è inanellato il racconto di Baricco, ricco di impressioni e suggestioni personali, che non ha fatto altro che soffiare su un tizzone che giaceva tra la cenere della mia curiosità. Ed ecco riemergere la storia del medico tedesco Friedrich Struensee che si insinua come un tarlo nella corte demente e insensata di Danimarca, che si guadagna la fiducia prima del re, un ragazzo tacciato di pazzia e come tale inadatto a svolgere il suo ruolo di sovrano, e poi della regina (divenendone l’amante) e che in poco tempo a suon di riforme imprime alla Danimarca “una delle più grandi rivoluzioni illuministe della Storia”.

E poi di nuovo ritorna a perseguitarmi qualche anno dopo, quando mi capita di rileggere la stessa recensione di Baricco nella raccolta Una certa idea di mondo pubblicata da Feltrinelli e poi ancora eccolo menzionato come il capolavoro di Per Olov Enquist in un articolo apparso sull’inserto domenicale La Lettura del Corriere della Sera in occasione dell’uscita del suo ultimo romanzo Il libro delle parabole.

C’è ne voluto di tempo prima imboccare la traversa giusta! Alla fine ce l’ho fatta a leggere Il medico di corte e forse solo grazie a queste mille peripezie letterarie oggi posso anche raccontare la storia dell’incontro con uno dei libri della mia vita.

Da leggere: Per Olov Enquist Il medico di corte. Iperborea 2001 pagg. 416

Michele Stursi