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I concerti dell’inchiostro
Di Antonio Mellone (del 01/04/2019 @ 19:09:16, in Eventi, linkato 1361 volte)

Alcuni esponenti della Diciamo Opposizione di Galatina le stanno provando tutte per convincere gli elettori superstiti a votare di tutto men che le sigle che li rappresentano. Un altro piccolo sforzo e l’obiettivo di far durare l’attuale maggioranza di palazzo Orsini un’altra decina d’anni abbondante sarà raggiunto in volata. Ottima strategia per le europee. Rallegramenti vivissimi a tutti.

La scorsa settimana, la suddetta Diciamo Opposizione se n’è uscita con la storia delle “erbacce” [che detto tra noi non esistono: quella roba lì si chiama Natura, ndr.], le quali pare che ci stiano invadendo come gli alieni in Indipendence Day; mentre non più tardi di qualche giorno fa le prefiche “oppositrici” piagnucolavano in coro, ma senza alcun cenno alla musica contrappuntistica dunque all’unisono, a proposito della prematura dipartita de “I Concerti del Chiostro” dal campanile di Galatina a quello di Soleto.

Nei loro comunicati stampa - indistinguibili uno dall’altro se non dalla firma - i novelli paladini della cultura musicale non lesinavano lacrime d’inchiostro per spiegare a noi altri profani che peccato è “perdere” questa piccola grande rassegna.

Per fortuna di tutti, “I Concerti del Chiostro” non hanno traslocato alla volta del Festival dei Due mondi di Spoleto (e vivaddio nemmeno al festival dell’altro mondo), ma semplicemente a Soleto nel santuario della Madonna delle Grazie, cioè a 4,2 km di distanza, vale a dire a 6 minuti di automobile partendo dal centro di Galatina (cfr. Via Michelin). Un tragitto che, volendo, tutti (inclusi gli stilanti comunicati) potrebbero percorrere in bici o addirittura a piedi se codesti mezzi di locomozione “francescana” non fossero troppo rivoluzionari o addirittura eretici per certe papille gustative ovvero ghiandole salivari tutte pregne di “volani per lo sviluppo” e di “ricadute occupazionali” (locuzioni ovviamente mai disgiunte fra loro, come i famosi beni complementari che si studiavano in Economia, tipo la scarpa destra e la sinistra, l’automobile e la benzina, e che suonano bene per un mega-porco commerciale come per un quartetto d’archi).

Ma il vero problema non è tanto il fatto che l’attuale amministrazione comunale di Galatina ce la stia mettendo tutta per esser degna di cotanta opposizione (del resto ogni maggioranza ha l’opposizione che si merita), quanto i tagli alla Cultura a ogni livello causati dai cosiddetti vincoli di bilancio.

Chissà se i Caifa nostrani, pronti a strapparsi le vesti per l’eliminazione degli eventi culturali locali, riuscendo a fare due più due abbiano mai alzato ciglio contro l’impostura di certe “grandi opere” (tipo Tav, Mose, Ponte sullo Stretto, autostrade inutili…) che grande e piccola stampa, prona ai partiti a loro volta prostrati ai costruttori, continua a presentarci come la panacea di tutti i mali e del Pil che non vuol saperne di crescere, nascondendoci invece quanto quei soldi buttati nel cesso potrebbero servire a ripianare i tagli alla Ricerca, alla Scuola, all’Università e dunque alla Cultura (inclusi dunque i concerti).

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Permettetemi ora di puntualizzare l’ovvio (sapete com’è, c’è sempre il rischio concreto che gli analfabeti funzionali si mettano a leggere questo articolo capendo come al solito fischi per melodie flautistiche). Ebbene, il festival de “I Concerti del Chiostro” è una rassegna musicale di alto livello, e consiglio a tutti (inclusi i piagnucolanti estensori dei suddetti comunicati stampa - chissà fino a quanto assidui frequentatori della manifestazione) di seguirne le sue serate, fossero, queste, pure in capo al mondo.

Ve lo dice il sottoscritto, girovago per concerti del genere in Italia e all’estero (specialmente quelli d’organo: sublimi i salentini, organizzati ultimamente dal M° Francesco Scarcella e dai suoi bravi collaboratori).

Parola di melomane. Anzi mellomane.

 

Antonio Mellone