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GIORNATA ECOLOGICA
Di Redazione (del 07/05/2019 @ 19:21:05, in NoiAmbiente, linkato 1284 volte)

Il calendario è pieno zeppo di giornate dedicate: al tiramisù, al whisky, ai musei, alle ostriche, ecc. Per fortuna ci sono anche giornate dedicate a riflessioni ben più importanti, ed è indubbio che sia utile fermarsi a riflettere su certe questioni di cui però non vogliamo entrare nel merito. Specifichiamo soltanto che “Giornata Ecologica” non vuol dire che oggi indossiamo l’abito dei “buoni” e ci mettiamo a pulire le sporcaccionate fatte nei giorni o mesi precedenti.  La nostra “Giornata Ecologica” non vuol essere semplicemente un momento in cui cerchiamo di raccogliere i rifiuti che qualche benpensante nostrano, giusto per disfarsene, getta in giro nei campi: materassi, poltrone, scarpe usate, monitor, cianfrusaglie domestiche e rifiuti vari.

La  “Giornata Ecologica” deve servire a farci riflettere sull’importanza della salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo e cresciamo i nostri figli e nipoti. Il materasso, o la poltrona o il sacco riempito di ogni schifezza che non ci serve più, non sono solo un danno alla nostra immagine, i rifiuti abbandonati, oltre a far sembrare un immondezzaio il nostro bel paese, col tempo rilasciano sostanze velenosissime e che aspiriamo in dosi concentrate appena l’erba seccherà e il piroglione di turno, giusto per fare le pulizie estive, incendierà.

E il copione annuale si ripeterà puntuale, e di questo passo, a questi buontemponi dello sporco facile, di sicuro non fregherà una emerita cippa del perché gli ulivi secchino, i vicini si ammalano di cancro prematuramente, se da Melendugno e poi da Otranto giungeranno altri fumi prodotti da centrali di depressurizzazione dei terminali di ricezione del gas, fumi che andranno sicuramente a peggiorare le condizioni d’inquinamento atmosferico del nostro Salento, già contaminato dai residui provenienti dalla localissima area industriale, da Taranto e Brindisi e che a causa dei venti che li trasportano arrivano tutti sotto il nostro naso.

Se non capiamo che anche una piccola dose di diossina può farci ammalare, non capiremo che non stiamo facendo nulla per evitare di essere una delle aree più inquinate del Paese. Altro che aria pura e prodotti genuini.

Vi aspettiamo numerosi, perché la partecipazione è una leva che può smuovere questa forma di rassegnazione e/o ignavia di quel qualcuno che non vuol capire.

Anche se l’erba è diventata alta, le bottiglie di vetro stanno sempre lì. E così anche i materassi, le poltrone, i monitor, e tutto il resto già elencato.

Quindi, per tirarli fuori dall’erba dovremo armarci di rastrelli, attrezzi adeguati, stivali e guantoni. Con la speranza di non lasciare nulla che possa affumicarci.

Gruppo Direttivo di Fareambiente Laboratorio di Galatina – Noha