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Scoperto un altro importante affresco dell’antichità di Noha
Di P. Francesco D’Acquarica (del 25/03/2020 @ 08:09:05, in I Beni Culturali, linkato 2282 volte)

Nei lavori di restauro e sistemazione del “Castello Baronale” di Noha è riapparsa quello che resta della “chiesetta” dell’Annunziata di cui si parla nella Visita Pastorale del 1719, quando Mons. Antonio Sanfelice (di Napoli 1660-1736 e  Vescovo di Nardò dal 24  Dicembre 1708 al 1° gennaio 1736) decise di sospenderne il culto perché era mal ridotta.

L’immagine qui riportata è la copia di una pagina del registro conservato nell’archivio della Curia di Nardò dove si riporta la relazione della Visita Pastorale del 1719 del Vescovo Sanfelice alla chiesa di Noha. Dopo la relazione alla chiesa “piccinna” in fondo (vedi la stellina gialla) si accenna alla cappellina (sacellum in latino) dell’Annunziata nel Castello Baronale. Traduco in italiano quanto si dice della cappellina: visitò la chiesetta (sacellum) di S. Maria Annunziata dall’Angelo che trovò edificata dentro il Castello Baronale. Ma non avendola trovata in ordine ne sospese il culto e decretò che fosse restaurata con cura. Di questa cappella si erano perse le tracce. Ora invece è riapparso l’affresco, almeno in parte, certo molto deteriorato, ma per me importante e significativo.

La saletta di forma quadrata di sei per sei metri quadri circa, è formata da un portale di entrata molto ben visibile all’interno, dove nel restauro a masseria è stato aperto uno sgorbio di finestrino per dare luce al locale. La saletta fino all’altro ieri ha ospitato una enorme botte di legno che fu adoperata (come le altre) per la fabbrica del “brandy galluccio”.

Il pavimento della cappellina era formato da pietre regolari di circa 60x40 cm, ritrovate sotto il pavimento moderno. Entrati a destra si può ancora ammirare un grande arco stile “basilica S.Caterina” di Galatina, o se vi piace di più, simile all’arco formato dal ponte vicino alla nostra torre. L’arco copre tutto il lato della parete e nell’interno dell’arco è incastonato un affresco oggi poco chiaro, ma tanto quanto basta per capire che si tratta di una Annunciazione. In alto si intravedono ancora degli angioletti e a metà scena verso il centro si vede l’aureola, forse della Madonna. Comunque sicuramente si tratta di un soggetto sacro.

Si sa che nel 1700 il Castello fu trasformato in una masseria. Sappiamo che in origine era a pianta quadrangolare dotato di bastioni sui quattro angoli. Questa struttura fu il centro del potere feudale e certamente per quei tempi era una risposta valida per le esigenze difensive del paese, sia per la sua posizione strategica e sia per la costruzione della torre a ridosso del Castello che controllava la triplice entrata nel paese. Nel 1700 il Castello, che ormai non era più proprietà dei Baroni della famiglia De Noha, subì delle modifiche sostanziali, perché, riparato alla meglio, diventò una masseria.

Un atto del 17 Novembre del 1700 ci informa che i lavori di rifacimento e riparazione furono eseguiti da mastro Angelo Maritato nato a Seclì nel 1657 ma sposato a Noha con Lazara Valla e morto a Noha all’età di 50 anni nel 1707, e apprezzati da Pietro Sante magistro fabricatore architetore et estimatore in edificiis et fabricis. (ASL, 94,2, Atto dell'11 novembre 1700, ff 108-13).

Perciò l’affresco fu ricoperto di intonaco e sull’intonaco si possono notare almeno due mani di pittura diversa. L’umidità e l’incuria dell’uomo hanno fatto il resto. Certamente quando nel

1719 (forse nel mese di maggio o giugno) il Vescovo Sanfelice notò la trascuratezza della chiesetta, emise il decreto di sospensione.

Questo è l’affresco (vedi foto) come è riapparso. Visto così, dice poco o nulla ma al vederlo dal vivo si nota molto bene che si tratta di un soggetto sacro e quasi certamente dell’Annunciazione a Maria.

Dobbiamo augurarci che gli attuali proprietari, che ho visto molto attenti e sensibili alla nostra storia, trovino il modo per conservarne il ricordo. La saletta è destinata a diventare una sala di accoglienza.

P. Francesco D’Acquarica