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E se lo chiamassimo Creato?
Di Marcello D'Acquarica (del 05/10/2020 @ 19:34:33, in NohInondazioni, linkato 1556 volte)

Ieri 4 ottobre 2020, alla giornata dedicata alla pulizia dei fiumi, l’evento organizzato dal C.A.S. cosiddetto: Asso River Clean Up, c'erano in sintesi quattro generazioni, una folta rappresentanza di tutte le età. Ragazzi, ragazze, padri e madri e figli, di tante associazioni del Salento. Tutti insieme, bimbi compresi che si sono divertiti un mondo, abbiamo ammirato le bellezze della Natura che, dopo un lungo periodo di arsura estiva, con l'aiuto di qualche pioggia e dell'umidità sciroccale di questi ultimi giorni, manifesta con tutta la Sua generosità: nuovi germogli, cicorie e finocchi selvatici, e rovi di vitigno. Il tutto condito da una lieve brezza di tramontana, sotto un inaspettato sole splendente e il "canto" festoso delle rane del nostro soave "fiume": il canale dell'Asso.  A dire i vero, ci aspettavamo un rigagnolo secco con acque scarse e torbide, invece l’Asso ci ha sorpresi con la sua semplice e straordinaria bellezza, vi sono anse dove l'acqua lascia trasparire un fondale che non ha nulla da invidiare a tanti fiumi delle valli alpine, a volte sabbioso altre dello stesso azzurro del cielo salentino.

 

Plinio Rapaná, un nostro amico che fa parte dell'associazione “Galatonesi a raccolta”, anche loro accorsi insieme a noi in aiuto alla salvaguardia dell'Ambiente contro l'inciviltà di alcune sottospecie del nostro genere, ci fa sapere che l'acqua che vediamo scorrere non è soltanto di risulta di alcuni depuratori, ma viene alimentata da sorgenti naturali. A quanto pare, nel tratto in cui il canale attraversa la campagna di Nardò le acque sorgive si trovano perfino ad un metro sotto terra. Quindi acque di falda fresche e rigogliose che ridanno vita alle sponde dell'Asso.

 

L'unico triste rammarico: ogni dieci metri della strada che costeggia il canale, vi sono ahimè montagne di rifiuti. Discariche di oggetti più disparati, non industriali, non di fantomatiche cosche mafiose, ma oggetti di consumo diciamo così, domestico: mobilio vario, salotti, attrezzi semi rotti, bottiglie ancora piene di conserva, sacchi di fagioli, si… proprio fagioli, bidoni di plastica vuoti e pieni, pneumatici, televisori, bottiglie e damigiane di vetro, piastrelle e materiali di risulta da piccole ristrutturazioni  e ahimè, coperture di eternit, amianto bell'e e pronto a spargere le sue fibre cancerogene nell'aria di questo angolo di paradiso. Ovviamente non le tocchiamo ma provvediamo solo a segnalarle a chi di competenza. 

Federico, un bambino di sei anni, con l’aria severa, così come può averla un bambino della sua età, ha detto:

“Ma vi sembra che queste siano cose da fare? Lo volete capire o no che non dobbiamo fare male al Creato?”

 

Noi dobbiamo solo sperare che molti bambini la pensino come Federico, e facciano da maestri ai loro pari e perché no, agli stessi adulti che dovrebbero essere i loro educatori.

Marcello D’Acquarica