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Le Confraternite di Noha [Prima parte]
Di P. Francesco D’Acquarica (del 19/10/2020 @ 18:52:47, in Le Confraternite di Noha, linkato 937 volte)

Inizia con questo primo appuntamento, la pubblicazione a puntate su Noha.it di un’interessante ricerca condotta dall’instancabile P. Francesco D’Acquarica. Il pallino di questo nostro illustre concittadino è ancora una volta la Storia di Noha. In particolare, spulciando l’archivio parrocchiale e consumandosi gli occhi su annosi verbali, P. Francesco è riuscito a rinvenire notizie sulle Confraternite di Noha: dati, date, informazioni, nomi e monumenti così lontani nel tempo ma così incredibilmente vicini a noi.

Noha.it

 

Premessa

Consultando gli archivi parrocchiali della chiesa di Noha mi sono imbattuto nella famosa relazione di don Michele Alessandrelli che fu arciprete dal 1842 al 1882 e mi ha colpito scoprire che dal 1600 al 1800 anche a Noha sono state vive non una bensì tre Confraternite.

Sarà poi don Paolo Tundo nel 1924, dunque molto prima di diventare parroco, a dare nuovo impulso alla superstite Confraternita della Madonna delle Grazie, che rischiava seriamente l’estinzione.

Ho voluto approfondire la ricerca, e così nascono questi scritti dove ho raccolto testimonianze credo interessanti sulle Confraternite e sulla religiosità del popolo di Noha, oggetto principale dei miei studi.

           

Capitolo primo

Confraternite o ‘congreghe’

Gli inizi delle Confraternite         

Confraternita, dal latino confraternitas, sacrumsodalitium, sacra sodalitas, (nel Regno di Napoli, e Noha apparteneva al Regno di Napoli,  per dire la stessa cosa si preferiva dire ‘Congrega’), indica una società di persone che si riuniscono per celebrare alcuni riti di religione e di pietà ma anche per svolgere impegni sociali.

Nei vari Statuti delle Confraternite ancora oggi esistenti in tante parrocchie, si preferisce questo tipo di definizione:

La Confraternita è un’associazione pubblica di fedeli che tende, a guisa di corpo organico, all’incremento di una vita più perfetta degli iscritti, alla promozione del culto pubblico della Chiesa, ed alle opere di carità e di apostolato, animando, mediante lo spirito cristiano, l’ordine sociale e temporale secondo le proprie legittime tradizioni.

Questo tipo di associazionismo era già noto nella chiesa primitiva, con lo scopo di favorire l’ascetismo cristiano per una vita più ordinata e più perfetta. Quindi fin dagli inizi del cristianesimo, la tendenza alle associazioni, innata nella coscienza dell’umanità, era spontanea, per cui in tanti si aggregavano nelle più svariate formule comunitarie. Sorsero così le innumerevoli Confraternite che promuovevano in ogni maniera, con la vita religiosa, le arti e i mestieri. In seguito, essendo sorte tante altre associazioni, diminuì il fervore nelle confraternite e poco sembrarono passare in secondo i vantaggi morali e il bene spirituale.

Le varie Confraternite d’Italia ebbero tutte più o meno impronta religiosa, ma chi le attirò nella Chiesa Cattolica e le pose sotto il patrocinio dell’Autorità Ecclesiastica furono il Terzo Ordine Francescano e anche il Terzo Ordine Carmelitano, sia per la vita cristiana intra-familiare e sia per la fondazione di opere  di beneficenza e di assistenza civile e sociale.

Nel secolo XIII, con la nascita del francescanesimo, ci fu un movimento terziario di persone di ogni condizione, sesso ed età che si associavano con uno scopo comune, con una regola comune e alla dipendenza di superiori eletti dagli stessi associati. Francesco d’Assisi intuì questo movimento e pensò, fondandolo sulla povertà e dunque contro i soprusi dei potenti, di dirigerlo al bene della Chiesa, portando così una nota di pace nel mondo lacerato dalle fazioni e dalle pretese baronali. Lo stesso Santo dettò la regola con poche e brevi pratiche religiose, che oltretutto sarebbero salutari anche in ambito civile e sociale.  L’associazione si diffuse rapidamente ed acquistò tale importanza da costringere i governanti ad occuparsene seriamente per contrastare in qualche modo, o comunque provare a “regolare” le invece giuste e sante aspirazioni dei popoli in contrasto la politica del tempo.

Nacque così il Terz’Ordine francescano, che, diffusosi sempre più, rese non pochi servizi anche all’industria e al commercio e fu seme fecondo di numerose Confraternite.         

Scrive uno storico anonimo: “Mercè quest’Ordine, ogni camera poteva divenire una cella, ogni famiglia un convento, ed ambì entrarvi così il principe che sotto il mantello reale portava il cilicio, come i tanti proletari cui nulla costava un voto”.

I vantaggi

I vantaggi del Terz’Ordine per la fusione delle varie classi furono tanto copiosi che un po’ dovunque gli uomini, riunendosi in associazione nei periodi più critici, furono di sostegno alla Chiesa Cattolica, tutelando l’ordine e la giustizia. Trovarono protezione anche tutte le altre Confraternite che, mantenendo sempre vivo il sentimento di equità e di carità fraterna all’ombra della Chiesa Cattolica, si moltiplicarono così tanto nel XV e nel XVI secolo che non si riusciva più a trovare città, paese, borgata senza la sua Confraternita.

Gli abusi

Certamente ci furono anche degli abusi. Un esempio, uno tra i tanti, può essere il racconto di una  processione di ‘Gesù morto’ di un venerdì santo, dalle ore ventuno alla mezzanotte, che Monsignor Adone Terzariol, Canonico Camerlengo nel 1939 a Roma, testimone oculare dell’evento che ora riporto, così descriveva:

Processione in cui non era fatto divieto ai portatori dei vari gruppi fermarsi per bere generoso vino, riposarsi, bagnare le corde vocali che si inaridivano per il gran gridare, piuttosto che cantare, in cui non era interdetto preparare dei trabocchetti affinché chi portava la croce a spalla, cadesse e si facesse male: in cui si vedevano due giovanotti od uomini tutti vestiti a nero, col capo e volto coperto che camminavano a piedi nudi, trascinando sul selciato una ferrea e lugubre catena; e a loro fianco due carabinieri, allo scopo di impedire che fossero gettati sotto i loro piedi, dei chiodi o pezzi di vetro; processione che in quell’anno anziché durare soltanto tre ore ne durò cinque unicamente per fare un dispetto a me, che avevo pregato i confratelli ad essere solleciti, perchè al mattino alle sei dovevo compiere in Roma la lunga funzione del Sabato Santo.

Le Confraternite più diffuse

Le Confraternite più diffuse furono quelle di Gesù Sacramentato, istituite in tutte le chiese parrocchiali e della Vergine SS. ma del Rosario, stabilitasi per lo più negli Oratori e nelle Cappelle dedicate alla Madonna.

Con queste sorsero e si affermarono un po’ dovunque le Confraternite dei protettori locali e di alcuni Santi venerati in tutta la Chiesa.

A Noha, benché non ci fossero sedi di Ordini Religiosi, almeno fino al 1850 c’erano tre Confraternite: quella del Santissimo Sacramento, quella del Santissimo Rosario e quella della Madonna delle Grazie.

Di questo parleremo nelle prossime puntate.

[continua]

P. Francesco D’Acquarica