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N O H A
Di Redazione (del 28/05/2021 @ 19:29:42, in NoiAmbiente, linkato 1528 volte)

Vogliamo ringraziare l’Amministrazione Comunale di Galatina, e in modo specifico l’Assessore ai lavori pubblici, Loredana Tundo, per aver accolto la nostra richiesta di sostituzione dei cartelli di segnalazione agli ingressi di Noha, oramai arrugginiti e quasi del tutto illeggibili. C’è mancato poco che si realizzasse la malsana idea che vagheggiava nella testa di qualche personaggio politico nostrano che confondeva gli accorpamenti amministrativi per una migliore sinergia economica  con l’eliminazione dei nomi delle frazioni. Capitava quando si chiedeva maggiore attenzione ai Beni Culturali di Noha. Insomma è stato come aggrapparsi ad un salvagente bucato. Senza considerare invece il fatto che l’identità va salvaguardata e difesa, proprio in nome della diversità e della storia di ogni popolo, sia esso di 100, 1000 o di milioni di abitanti. L’identità soprattutto se affonda le sue radici nella storia, proprio come quella di Noha, è un valore.

E a proposito del nome di Noha, cogliamo l’occasione per una rapida carrellata dei suoi momenti storici, in tre macro momenti: 1192; 1550; 1804 per finire ai nostri giorni.

 

CONCLIUSIONE: nei documenti citati di seguito e nelle mappe antiche, Noha è sempre chiamata con i seguenti nomi: Noe, Nohe, Noia e a volte Novae; Soltanto dal 1811 in poi, allorquando fu pubblicata la nuova circoscrizione territoriale che divise la provincia di Lecce in Comuni, Circondari e Distretti, il Comune di Galatina considerò Noha come sua frazione, da questo momento il suo nome comparirà sempre come è oggi, NOHA.

Non si capisce bene il motivo per cui si sia voluto cambiare il nome senza sceglierlo dalla sua antica storia, ma non ha molta importanza, per nostra fortuna la storia non la si può cancellare. Ciò che è importante è continuare difendere la propria identità, fa parte anche del nostro bagaglio personale. Dimenticare vuol dire perdere la memoria e se non si ha memoria ci si perde facilmente in tutto.

 

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1192 - Jacopo Antonio Ferrari, celebre letterato, storico dei territori italiani nato a Lecce il 24 luglio 1507, in Apologia paradossica, Lecce, pagg.412-413, e più precisamente a proposito della concessione delle Baronie che avvenne nel 1192 (da “NOHA LA SUA STORIA” di Padre F. D’Acquarica, imc; Arti Grafiche Marino- Le; 18 marzo 2021). Scrive così:

Tancredi, volendo che quel più fortemente combattessero alle guerre che egli avea da fare, combattendo ancora per la difensione delle loro baronie, onde:

Al Cavaliere Simbiasi donò Morciano e Salve

Al Caval. Buonsecolo donò Racale e Felline

Al Caval. Incrini, Curigliano e Castrignano

Al Caval. Panevino, S.Pietro e Cutrofiano allora casali

Al Caval. Guarino, Surano ed Acquarica

Al Caval. Chiaromonte, Sternatia allora casale e Zullino

Al Caval. Goti, Vaste e Muro

Al Caval. Falconi, il casale di Galatola e Fulcignano

Al Caval. De Persona, Matino e Seclì

Al Caval. Montefusco, Aradeo e Bagnolo

Al Caval. Monteroni, Taurisano e Specchia

Al Caval. Lettere, Melpignano

Al Caval. DE NOHA, NOJA e Giordignano (è Nicola De Noha)

Al Caval. Capace, Barbarano e Brungo ora feudo disabitato in Muro

Al Caval. Maresciallo, Carpignano e Cursi

Al Caval. Securo, Cursano e Presicce

Al Caval.Lubello, Maglie e Sanarica

Al Caval.Fuggetto, Casarano e Taviano

Al Caval. Anibaldo, Minervino e Morciano

Al Caval.Remanno, Galignano e Martano.

Dal documento riportato siamo dunque informati che nel 1192  esisteva la Baronia di Noia dei Signori De Noha.

 

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Nell’opera “Descrittione di tutta Italia “ scritta nel 1550 da Fra Leandri Alberti, un frate fiorentino, dell'Ordine domenicano,  vicario del convento romano di Santa Sabina e inquisitore di Bologna probabilmente dal 1550 al 1551 o al 1552, alle pagine 196 e 197, ci descrive quello che vede percorrendo il Salento da Otranto verso Gallipoli, e nel tratto in cui si avvicina a Noha, scrive:

Come dinanzi ho detto, si veggono assai ville, e contrade molto habitate dai Greci, in questo paese che si ritrova fra Otranto e Corliano, che è tutto dilettevole e producevole di saporiti frutti. Più oltre Corliano, 5 miglia, appare il nobile Castello di S, Pietro in Gallatina, posto fra e grandi selve di olivi. H ala Signoria di questo Castello Ferrando della Nobile famiglia de ii Castriota, che quivi vennero dall’Albania, fuggendo davanti ai Turchi. Egli è questo Signore molto humano e generoso, quindi parrtendosi e camminando un miglio appare Soleto, molto antico luogo, circa il piccolo colle che riguarda a mezzo giorno, posto, Soletum da Plinio nominato, del quale yiene la signoria il Duca di S. Pietro in Galatina. Non meno è pieno il paese di questo Castello di Olivi di quello di S. Pietro in Galatina sopra nominato. Dopo tre miglia ritrovasi Sternatia, da Otranto discosto tredici miglia, fra questo luogo e Otranto da ogni lato vedensi Ville Contrade e  Castella, tra i quali vi è Scuriano discosto dal bastardo otto miglia, e da cui appare il fortissimo castello di Noia posto in forte luogo.

 

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Lorenzo Giustiniani, docente di critica d'arte all'università partenopea, nella redazione del suo Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, opera monumentale del 1804,  di Noha scrive:

NOE, NOHE, NOJA, come trovasi diversamente presso gli autori, e nelle carte de’ bassi tempi, è una terra in Otranto, in diocesi di Nardò, distante da Lecce miglia 15, e 7 da Nardò. Vedesi edificata in un’altura ove respirasi aria mediocre e si vuole di molta antichità ed abitata da Greci. Il suo territorio è fertile in grano e in vino. In oggi trovasi abitata da circa 500 individui tutti addetti alla sola agricoltura. Or questa terra del Ducato di Puglia era di qualche riguardo nei tempi dei Normanni, infeudata all’uso Longobardo, e colla contribuzione di 4 militi. In oggi è unita al Ducato di Sanpietro in Galatina della famiglia Spinola.

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni Culturali odv; Noha e Galatina