Prendi tre sorelle, molto diverse tra loro, e falle  ritrovare dopo qualche anno nella casa in cui sono cresciute, a Barnwell,  piccola cittadina universitaria del Midwest americano. Tre sorelle che  apparentemente sembrano non avere nulla in comune, se non una smodata passione  per la lettura; tre sorelle caratterialmente molto diverse, che aspirano a  sogni differenti e che hanno fatto scelte molto diverse nella vita. Ora che ce  l’hai tutte e tre sotto lo stesso tetto, adesso che si prendono cura della  madre che ha scoperto di avere un tumore al seno e che si ritrovano di nuovo a  star dietro al padre, eccentrico docente di letteratura inglese, cultore di Shakespeare  in particolar modo (di cui conosce a fondo tutta l’opera), ecco ora che ce  l’hai tutte e tre di fronte prova a tessere una trama, prova a pensare a come  dipanare la matassa di una possibile storia. 
Ti dovrei dare qualche altro suggerimento, magari un piccolo  aiuto ti potrebbe essere sufficiente a capire un sacco di cose riguardo la  piacevole storia di Rosalinda, detta Rose, Bianca, meglio conosciuta come Bean,  e da ultimo Cordelia, da tutti chiamata Cordy. Tre sorelle non a caso fatali,  che non a caso si ritrovano vestite dalla penna di Eleanor Brown ognuna con una  particolare personalità. Basta, ve lo dico (anche perché lo trovate subito  scritto in copertina!): il collante della storia è Shakespeare, tutti i pezzi  stanno insieme grazie a lui.
Sfogliate infatti l’opera del sommo poeta inglese e capirete  subito che le sorelle fatali alludono  in realtà alle tre streghe del Macbeth,  che Rose, Bean e Cordy si ritrovano addosso, per volere del padre, i nomi di  eroine di matrice shakespeariana, e che ad unirle è la straordinaria capacità  di citare Shakespeare in ogni occasione durante la giornata.
«La  nostra è una storia trina, dalla linea di confine in continuo movimento,  caotica, priva di equilibrio, di equanimità. Due contro una oppure una contro  l’altra, mai tutte e tre insieme. Il giorno della nascita di Cordy, Rose si  alleò con Bean. Due contro una. E quando Bean si ribellò, rifiutandosi di  partecipare ai giochi proposti da Rose, lei scoprì di potersi coalizzare con  Cordy, che accettò docilmente il ruolo di gregaria. Due contro una. Finché Rose  non se ne andò di casa e fummo di nuovo divise, una contro l’altra».
Un romanzo, quindi, molto piacevole, da leggere sotto l’ombrellone.  Una storia poco impegnativa, molto lineare (a volte banale e scontata), scritta  con uno stile abbastanza sobrio, digiuno di sofisticazioni letterarie. Di certo  non può essere considerata una rivelazione, ma Le sorelle fatali (Neri Pozza, pp. 363, 2011) è senz’altro un buon  sostituto ai romanzi sdolcinati e troppo commerciali che da qualche anno a  questa parte siamo abituati a mettere nella sacca da mare. 
Se non altro, questa è una buona occasione per rispolverare  la poesia del bardo.
Michele Stursi