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Pantacompagni
Di Antonio Mellone (del 02/10/2013 @ 07:11:07, in NohaBlog, linkato 2422 volte)

E veniamo agli amici (come si può ancora oggi appellarli “compagni”?) di Rifondazione Comunista. E’ vero che la delibera consiliare per il mega-porco è avvenuta con il voto contrario e motivato di Antonio Congedo e Luigi Longo (ci mancherebbe altro) - mentre siam dovuti ricorrere a “Chi l’ha visto?” per provare a rintracciare la Roberta – non avente diritto di voto in quell’adunanza - scomparsa da palazzo Orsini (e a quanto pare riapparsa in un oratorio cittadino come la Madonna di Fatima).

Ma io mi chiedo: è sufficiente quella manina timidamente alzata per esprimere la propria contrarietà allo scempio ambientale, culturale, economico che sta per abbattersi su Galatina? Come si fa a rimanere un solo minuto in più insieme a codesti personaggi che, tutti al capezzale della città, pensano di creare lavoro con la barbarie? Come si fa a dialogare ancora, anzi - come formalmente dichiarato -  a “sostenere il progetto della giunta Montagna”, nel momento in cui codesta amministrazione si è macchiata di quel delitto orrendo che è l’omicidio delle future generazioni?

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La delibera della convenzione con la Pantacom non è una cosa da nulla, non è una banale decisione, non è la scelta, per esempio, della mano di colore da dare alla facciata di un immobile pubblico da restaurare. Qui si parla di decisioni strategiche sul futuro della nostra terra. Cari amici (o se volete ex-compagni) non conoscete il detto per il quale “è tanto ladro chi ruba quanto chi gli para il sacco”? E non vi sorge il dubbio che in questo modo, nonostante il vostro voto contrario, voi stiate parando il sacco direttamente o indirettamente ai signori del cemento e dell’asfalto? Non sarebbe appena il caso di tirarvene fuori? Non vi sfiora per nulla l’idea per cui la vostra complicità di fatto (benché non di diritto) non vi possa salvare dall’inesorabile giudizio della storia (oltre che da quello della matematica)?

La legge di annullamento del prodotto è implacabile. Essa afferma che se uno dei fattori implicati nell’operazione è pari a zero, dunque nullo, allora anche tutto il prodotto è nullo. E non riuscite a vedere voi stessi, in questo caso, il fattore necessario e sufficiente ad annullare o azzerare il sodalizio con i Pd proprio in questo scellerato ok alla Pantacom e nel connesso disastro colposo (se non proprio doloso) che ne deriverà?

Non vi dice nulla il concetto di dignità politica? Non vi pare che questo atteggiamento ancora una volta puzzi di inciucio, di larghe intese, di marcio e di nulla altro? A me sorge il dubbio che sì, è in corso una rifondazione ma temo si tratti di una rifondazione democristiana.

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Come fa uno ad uscirsene dicendo: il megaparco non era negli accordi di programma…

E quindi? Lasciamo che ci passino con il bulldozer e le ruspe di sopra, ma rimaniamo al governo della città perché “ci sono tante cose buone e giuste da fare insieme e soprattutto perché il progetto politico è valido e noi continueremo a vigilare”? Suvvia, signori. A me sembra che vi stiate comportando come quel signore che chiama in casa l’idraulico per una riparazione. Ora questo idraulico svolge il lavoro convenuto, ma giacché si trova approfitta per scassinargli la cassaforte derubandogli un bel gruzzoletto ed ha pure il tempo di violentare moglie e figlia. Alla fine il committente se ne esce dicendo che sì, il tubista s’è certamente comportato male in casa sua, PERO’ la sistemazione dell’impianto idraulico era ineccepibile.

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Le delibere del nostro consiglio comunale sono assunte in nome del popolo comunale. Certamente. Ma io non mi riconosco punto in questa decisione.

Allora dite pure in giro che questa delibera è avvenuta nel nome del popolo galatinese. Ma per favore aggiungete le parole: tranne uno. Il nome del sottoscritto.

Antonio Mellone