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Al caro zio Donato, nel giorno in cui ci ha lasciati
Di Redazione (del 27/02/2015 @ 21:14:28, in NohaBlog, linkato 2536 volte)

Carissimo zio Donato,

in questa giornata così triste in cui ci hai lasciati silenziosamente, quasi in punta di piedi, riaffiorano ricordi “sopiti”.

Ricordi di quelle giornate in cui le nostre famiglie si riunivano a tavola riservando il posto migliore a te in segno di rispetto e affetto. Di volta in volta il fratello ospitante ti cedeva il suo posto a “capotavola” ed iniziava così il nostro pranzo di Pasqua o Natale o compleanno. Era una gioia per tutti, e con te la festa era completa e più intensa.

Come non ricordare, poi, il giorno del tuo onomastico quando tutti i tuoi fratelli e cognati ai quali, col tempo, si sono aggiunti i loro figli, poi le fidanzate dei figli e poi i nipoti, convenivano tutti a casa tua o altrove per “fare festa”.

Ci siamo resi conto con gli anni che in quel giorno in cui (a volte a malincuore) lasciavamo da parte qualche impegno “vacanziero” noi festeggiavamo non solo te ma la nostra famiglia, questo nucleo così importante che attraversando la guerra aveva dato i natali a sette fra fratelli e sorelle. I quali poi avevano generato quasi una comunità distribuita in vari luoghi ma che “puntualmente” e “spontaneamente” si ritrovava il 7 agosto a casa tua. Tu intanto, quasi schivo ma sorridente, attorniato dai tuoi fratelli e cognati accoglievi soddisfatto tutti i convenuti e per tutti avevi una parola o una battuta pronta. Nessuno dimenticava quel giorno, né lo dimenticherà mai! Ci sentivamo forti, era la nostra una famiglia aggregante e con un grande senso dell’appartenenza.

Oggi siamo tristi ma allo stesso tempo sereni, perché consapevoli che ti sei ricongiunto alle persone care che non ci sono più, ed al Signore che hai tanto amato e rispettato in ogni azione della tua vita. Sei stato per noi, insieme ai tuoi fratelli e sorelle nostri genitori, un esempio di vita, ricco di bontà e di una integrità morale forte, concreta, essenziale e priva di inutili fronzoli.

Ieri nel tuo ultimo giorno di vita, vissuto con grande lucidità, hai avuto un pensiero per l’ultimo nato della famiglia: il piccolo Giulio Mellone.

Grazie caro zio e da “lassù” proteggi Giulio (che ti conoscerà attraverso i nostri racconti) e proteggi tutti noi, tutta la tua comunità, ma soprattutto i più deboli, più bisognosi, gli emarginati, i dimenticati.

Con affetto,
Silvana Tundo