\\ Home Page : Articolo : Stampa
Elessero Giuda come tesoriere
Di Fabrizio Vincenti (del 23/02/2018 @ 07:59:36, in NohaBlog, linkato 1882 volte)

Come faccio a spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra sto lavorando?”, scrisse una volta Konrad.

Siete tutti invitati a pensare. Cari ragazzi pensate, pensate sempre, dovunque, con chiunque, per qualunque cosa pensate. Non si pensa mai abbastanza, e non credete a chi vi dice che pensare troppo fa male. Le idee, quelle sì possono veramente nuocervi, poiché un’idea può diventare ossessione, e chi non è disposto a cambiare mai un’idea è già sepolto nell’idiozia. Affezionatevi alla persona, ma siate sempre disposti a cambiare idea quando quella persona smette di pensarla come voi. Abbandonate le loro idee ma non mancate mai di rispetto alla persona. L’esercizio del pensiero, l’atto con cui elaborate una riflessione vostra, questo vi può solo far bene. Pensate quando siete fermi ad un semaforo, seduti sul water, mentre sorseggiate il vostro caffè mettendo da parte per un istante l’iPhone. E se qualcuno dovesse dirvi che è sempre meglio fare che pensare, non dategli retta. Ogni pensiero ha una sua materialità. Chi rinuncia a questo diritto, chi lascia ad altri la facoltà di pensare al suo posto, ha ucciso se stesso.

Oggi vanno per la maggiore le scuole che preparano a fare qualcosa, mentre quelle che prediligono le materie umanistiche (forse se ne conta ancora una soltanto) vengono guardate con sospetto, come se la filosofia fosse roba da quattro soldi, per gente matta che non sa che altro fare. Pensare, invece, è la facoltà che ci distingue da ogni altro essere vivente, da ogni altro essere animato e inanimato. Ora più che mai pensate. Adesso che vi chiamano al voto pensate a chi è colui che vi chiama, pensate se ci si possa fidare di lui oppure no, se è onesto intellettualmente ed eticamente corretto ciò che fa e pensa lui stesso. Pensate se ciò che dice o pensa di fare sia il massimo bene possibile ma non per voi, per tutti. Pensate con la vostra testa se il vostro voto vale cinquecento euro dati ai diciottenni, ricordati un solo giorno della loro vita e dimenticati per tutto il resto della loro esistenza. Pensate se è vero che serve un condono o se condonati vogliono essere quelli stessi che si candidano. Pensate se il vostro o nostro vero problema sia l’immigrazione o se la vita di un solo bambino annegato in mare valga meno della cappella Sistina. Pensate al coniato concetto di salario minimo e al prezzo di quell’idea che vi portate dentro sin da piccoli, al sogno di quando ancora stavate iniziando a formulare il primo pensiero. Pensate se il gasdotto è solo un gasdotto, o se è la vostra stessa vita, quella dei vostri figli, del vostro futuro, di tutto il creato, creato apposta per voi e non per un tubo. Pensate se sia la cosa giusta obbligare qualcuno a far iniettare dieci vaccini a un neonato di tre mesi con difese immunitarie quasi pari a zero senza nessuno che si assuma la responsabilità per ciò che potrebbe accadere per questo, oppure se è giusto che un farmaco salvavita costi settemila euro. Pensate se è giusto che tutto si debba risolvere in ottanta euro o se sia più giusto coltivare un sogno nobile finché non lo si è realizzato. Poi pensate se la vita di un embrione o del fratello paralizzato nel letto valga meno della nostra che ancora balliamo sotto i carri di carnevale. Pensate ancora. Per esempio, pensate se il pensionato necessita di un aumento di otto euro al mese oppure se ha bisogno di relazioni, di sentirsi vivo, utile, prezioso, ascoltato, presente, insomma di sentire ancora l’ebrezza di esistere. Non stancatevi mai di pensare. Dico a voi ragazzi quando siete lì, seduti ai banchi di scuola. Anzi, pensate ancor prima di entrare in classe. Pensate a cosa voglia dire insegnare, imparare, pensate al significato della parola responsabilità, al concetto di libertà, pensate a tutte quelle volte che “maggioranza” non significa “la cosa migliore”. Pensate a chi vi sta accanto, a chi state pensando di insultare, a chi avete scelto come prossima vittima del vostro bullismo. Ecco, potremmo iniziare da qui ad esercitare la nostra facoltà di pensiero, smettendo di bollare le persone. Abbiamo maltrattato già troppa gente noi, che siamo un po’ più grandi. E anche quando eravamo ragazzi come voi siamo stati chi vittime e chi carnefici. Mi ricordo ancora nomi e cognomi di chi ho maltrattato e di chi mi ha maltrattato, escluso, codardamente giudicato e vigliaccamente sbeffeggiato. Poiché nella vita si può essere brutti, poveri, secchioni, sfigati, come dite ora, ma si è pur sempre persone capaci di pensiero. Pensate se chi vi vuole schiavi del Jobs Act vuole veramente il meglio per voi, se il vostro futuro vale tanto quanto un concorso dove vi presentate in trentamila per tre posti disponibili, pensate se è onesto chi chiama lavoro un impiego di tre ore a settimana. Pensate prima di dormire se oggi avete fatto la cosa migliore, e se quella che farete domani sarà meglio di questa. Pensate cosa paghiamo quando versiamo le tasse e se sia giusto o meno pagarle, oppure pensate chi dovrebbe gestire i nostri soldi, pensate al cibo che mangiate, all’aria che respirate. Pensate a chi è veramente colui che in Italia possiede l’informazione, a chi gira in bicicletta facendovi credere che lo fa abitualmente, mentre sta solo facendo propaganda politica, a chi pronuncia solo la parola razzismo e fascismo mentre per tirarsi dietro qualcuno, razzia e sfascia la dignità e il futuro di tutti gli altri. Pensate a chi usa parole straniere in politica per farvi sentire attori, partecipi del presente e del futuro, mentre in realtà contate poco meno che niente. Pensate a chi vi definisce “cattivi pagatori” e per quale importo lo fa, a chi catapulta miliardi nelle banche, quelle stesse banche che chiamano voi “morosi”. Qui non si riduce tutto a una lista di nomi dove si legge berlusconi renzi salvini di maio meloni grasso boldrini. Qui si sta dicendo che siete voi coloro che reggono la scala sulla quale sale il futuro, non loro. Se non lo avete fatto finora, cari ragazzi, iniziate a pensare adesso, poiché ci sarà sempre qualcuno disposto a farlo al posto vostro. E non basta pensare e pensare razionalmente: è necessario farlo onestamente perché solo un pensiero onesto può generare qualcosa di buono. Sono certo che avrete sentito parlare di Socrate. Fu condannato a morte perché insegnava ai ragazzi a pensare. Oggi, se Socrate fosse ancora in vita, lo ucciderebbero nuovamente e subito, perché lui aveva capito che pensare è l’esatto contrario di morire, pensare è perfetto sinonimo di libertà, quella condizione che né io, né voi, abbiamo mai veramente conosciuto.

Fabrizio Vincenti