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Rimboccarsi le maniche
Di Antonio Mellone (del 25/02/2021 @ 19:34:12, in NohaBlog, linkato 1117 volte)

Certi gesti, lo confesso, li faccio per tornaconto personale, diciamo pure per mero egoismo. Questo, per esempio, ritratto nelle immagini gentilmente inviatemi da un amico (nossignore, non è il vaccino, bensì un prelievo di sangue), mi consente di allungare la vita. Ma mica quella degli altri: la mia.   

Ebbene sì, uso sbracciarmi perfino fuori stagione, e mi chiamano addirittura Donatore. Lo sono, ammetto, per tirare avanti, vagabondare senza dazi, arraffare tempo, e chissà che non anche conquistare in sodalizio scampoli di eternità.

Tu autorizzi il medico a introdurre un ago nel tuo braccio, in compenso hai il permesso di ficcare il naso nei fatti di chi poi ti darà un alveo in cui scorrere. No, non sei un imbucato, ma un invitato a gocce nelle storie altrui. Sei dentro una trasfusione, una lotta continua, un ultimo sforzo per sopperire a un deficit. Certo, non vi conoscerete mai di persona, né nome, né indirizzo, né censo, ma nulla vieta a te e ai tuoi ospiti di immaginarvi seduti insieme a tavola, in platea a teatro, in riva al mare a far due chiacchiere, a parlare di libri magari ancora da leggere.

Sicché Dono non è sottrazione, ma moltiplicazione, forse elevazione a potenza, e grammatica che non contempla patrizi sulle spalle di plebei: ognuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i propri bisogni.  

Una sacca riempita diviene ponte levatoio, valico, passaggio segreto per torri e castelli in terra: è assicurazione sulla tua biografia, invece che su quella di chi scarterà il presente.   

Ed è per questo supplemento di vita da ricevere più che dare che ogni tanto io e i miei amici ci rimbocchiamo le maniche, congratulandoci per la fiducia.

Da anni, per buona ventura, si fidano di noi. Quindi si Fidas di Noha.

Antonio Mellone