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OCCUPAZIONI ABUSIVE DI ALLOGGI POPOLARI: LA PROCURA DI LECCE INDAGA
Di Redazione (del 27/02/2021 @ 18:06:48, in Comunicato Stampa, linkato 1015 volte)

La Procura di Lecce ha aperto tre fascicoli d'inchiesta sulle occupazioni abusive di alloggi popolari in provincia, oggetto di più esposti depositati dal portavoce salentino alla Camera dei deputati del M5S, Leonardo Donno.

Gli esposti sono il frutto di richieste di accesso agli atti avanzate nei confronti di Arca Sud, ente gestore degli alloggi, e di specifici episodi di dubbia natura di cui il parlamentare è venuto a conoscenza ed ha subito denunciato. Numeri su pratiche di decadenza e sgomberi al palo allarmanti in tutto il Leccese, lettere di sollecito ad intervenire inviate ai sindaci e spesso cadute nel vuoto, confronti con la Prefettura culminati nella tanto attesa, seppur timida, accelerata sul fronte sfratti degli abusivi: negli esposti c'è tutto questo e, di conseguenza, la richiesta di fare chiarezza su un iter di ripristino della legalità troppo lento e cavilloso ovunque. Il tutto a danno dei cittadini che avrebbero diritto ad un alloggio, salvo poi ritrovarsi per anni "parcheggiati" in graduatorie che non scorrono mai.

Titolari dei fascicoli d'inchiesta sono i Pubblici Ministeri Roberta Licci, Donatina Buffelli e Maria Vallefuoco. Le ipotesi di reato: invasione di terreni o edifici e rifiuto ed omissione di atti d'ufficio.

«Sono felice che la Procura abbia preso in carico la mia richiesta di far luce su una serie di vicende dai contorni poco chiari - commenta il deputato - Nell'esposto del 24 novembre dello scorso anno, ho chiesto di accertare un episodio che, se confermato, sarebbe gravissimo. In una registrazione di chiamata, di cui sono venuto in possesso, una residente di un alloggio popolare neretino riferiva ad un suo interlocutore della presenza di nuovi occupanti abusivi nel suo condominio. Questi ultimi - a dire della donna - sarebbero stati autorizzati ad occupare l'alloggio da un esponente della politica locale, vicino al sindaco Mellone ma non facente parte dell'amministrazione. Non finisce qui. Questo personaggio, anche a valle dell’intervento della Polizia Municipale, avrebbe invitato gli agenti a non procedere con i controlli del caso, consentendo l’accesso indisturbato agli immobili da parte degli occupanti abusivi, previo abbattimento delle porte». Questo, in sintesi, il contenuto della telefonata di cui Donno è venuto in possesso e che pure ha messo a disposizione degli inquirenti.
Nel primo esposto risalente a Gennaio dello scorso anno -continua Donno- ho chiesto di fare chiarezza, in generale, sull'iter di sgombero e assegnazione degli alloggi popolari a Lecce e provincia. Un percorso evidentemente troppo lento, cavilloso e, spesso, inconcludente. Fatto, quest'ultimo, certificato dai numeri allarmanti sulle occupazioni abusive in tutto l'hinterland leccese emersi dalle risposte fornite da Arca Sud alle mie richieste di accesso agli atti».

Donno porta avanti questa battaglia da circa due anni. «L'ultimo esposto, risalente al mese scorso - ricorda ancora il deputato - chiama in causa il primo cittadino del Comune di Otranto. Stando a quanto ho appurato, proprio il sindaco Cariddi sarebbe destinatario di un provvedimento di decadenza dall'assegnazione di un alloggio ArcaSud ancora oggi intestato a suo nome. Come è facile intuire, da più di tre anni (ossia dall'inizio del suo mandato) ne ha di certo perso il diritto, avendo una fonte reddituale non corrispondente ai criteri di assegnazione di una casa popolare. Eppure quell'abitazione popolare è ancora nella sua disponibilità. Il sindaco ha dichiarato di essere promissario acquirente dell'abitazione in questione. Alla Procura dunque - precisa Donno - ho chiesto di approfondire questa situazione, che chiama in causa ancor più da vicino le istituzioni. Auspico dunque che anche su questo episodio sia fatta chiarezza, per fugare ogni dubbio».

«Era il 24 luglio del 2019 -ricorda infine il deputato- quando, per la prima volta, ho reso nota la mia battaglia sul fronte occupazioni abusive degli alloggi popolari nel Leccese. I dati parlavano chiaro: si sono succedute lettere ai sindaci, incontri in Prefettura e interrogazioni ministeriali. Da allora, a timidi e lenti passi, qualcosa si è mosso. Ci sono sindaci che non hanno mai risposto alla missiva nella quale esortavo al ripristino della legalità. Quello che del resto si chiedeva - rimarca Donno - è il rispetto dei diritti delle persone da anni in graduatoria, in attesa di un alloggio che per Legge gli spetta. Nessuno ha chiesto di “buttare in strada” povera gente, nessuno. Ma di applicare i giusti criteri di assegnazione, questo sì. Soprattutto a fronte delle tante, tantissime famiglie che nel tempo hanno perso l’idoneità a poter fruire di un alloggio popolare, risultando oggi capaci di sostenere la spesa di un regolare affitto. Senza dimenticare poi - incalza Donno - tutti coloro che hanno trasformato le abitazioni popolari in depositi di mobilia o, peggio ancora, case-vacanza di soggetti già noti alle Forze dell’ordine e sicuri che la Legge non valga per tutti.

Gli approfondimenti che il sottoscritto ha condotto, e intende continuare a condurre - conclude - sono finalizzati proprio alla tutela dei più fragili, di chi subisce ingiustizie in silenzio e attende il suo turno per anni, parcheggiato in una graduatoria che non sempre è garanzia di legalità e giustizia. In tutto questo, il ruolo delle istituzioni deve essere nitido, trasparente e ben definito. Adesso non ci resta che aspettare che le indagini facciano il loro corso».

M5S