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Vi lascio un Paese unito … (scherzavo, scemi!)
Di Fabrizio Vincenti (del 01/02/2022 @ 20:39:20, in Comunicato Stampa, linkato 1445 volte)

Conta più quello che vedo che quello che so. E quello che vedo non mi piace. Non mi piace affatto.

Vedo un Paese sotto ricatto. Niente di più, niente di meno di un vile ricatto. Una vigliacca estorsione a della gente che si ostina giustamente a voler ragionare e non solo obbedire.

Sono più di due anni di tortura psicologica che in parte ha raggiunto il suo scopo: trasformare i sani in malati. Per sempre. Vincolare il diritto al lavoro e alla vita ad una cieca prostrazione al regime.

È il tentativo criminale di oscurare tutto l’universo per illuminare solo una particella.

È come puntare il fascio di luce di un faro su uno scoglio per nascondere la vastità del letamaio fetido che ci circonda. È distogliere l’attenzione di tutti in questo villaggio di balocchi maledetti. È lo sforzo diabolico di chiudere la gabbia, facendo credere che le sbarre hanno la loro ragion d’essere. Confondono gli sciagurati come nel gioco delle tre carte. Dicono che è un privilegio godere di alcuni diritti che Dio stesso ha concesso all’uomo, facendo credere che i magnanimi sono loro, spacciatori di cianfrusaglie. Distributori di ghiande per maiali prossimi al macello. Sopravvivere solo se si fa tutto ciò che  vien detto, fino ad esalare l’ultimo respiro. Essere disposti a tutto pur di un’altra boccata d’ossigeno quando dall’altra parte del muro c’è la vita vera, negata all’interno del campo che vieta il concetto di libertà.

Non sto qui a farvi l’elenco dei numeri e dei dati perché chi non vuol vedere, non vorrà vedere per lungo tempo ancora. Tanto per usare le parole di uno più credibile di me, “voi non credereste neppure se uno tornasse dal regno dei morti”. Io vi supplico: fateli tacere questi ciarlatani dell’oblìo mentale, e guardatevi attorno. Poiché se parlano ancora è perché voi continuate, da sadici, a dar loro ascolto.

Se il fascismo è stato inventato qui è perché qui il letame è fertile più che altrove. Ma non sbocciano fiori. Una piccola cagatina innocua in questo posto si può trasformare in una montagna di merda che ad un certo punto si stacca e viene giù. È quello che sta succedendo. Perché da qualche altra parte nel mondo, fortunatamente, non trattano con i criminali. Se i sequestratori non sono disposti a trattare per liberare gli ostaggi, allora non c’è nulla per cui trattare. Niente per cui vale ancora la pena spendere una sola parola. Abbiamo a che fare con la peggiore specie, quella dei vigliacchi. Quella che nega ad un vecchio di ritirare la sua pensione di settecento euro dopo quarant’anni di lavoro perché non si è fatto l’ennesima puntura e non può esibire il codice del partito unico.

Una violenza morale con pochi precedenti. Gente istigata al peggio poiché gli è stata tolta la dignità di poter sfamare i propri figli pur non avendo mai commesso un crimine. Seppur, in momenti tragici, qui si è  avuta pietà perfino per loro.

Ho sentito qualcuno che, facendo finta di andarsene, ha detto di averci lasciato un Paese unito. Questa è satira. Tremenda battutaccia. Mai come oggi questo Paese è stato così spaccato dall’odio e dall’ideologia di uno scientismo fanatico e schizofrenico, dove la dignità delle persone conta meno delle regole, miriadi di regole assurde per sferzare Dio e l’uomo con la più tremenda delle fruste.

Che Paese è quello dove mille persone strapagate non riescono a individuare uno su sessanta milioni capace di fare da Presidente della Repubblica, dovendo rieleggere all’ottava votazione quello che lo è ha già stato per sette anni? Che Paese è quello dove, anziché occuparsi di disegnare il miglior orizzonte possibile per ospitare il futuro, si blatera da mattina a sera di mascherine, vaccini e green pass da ormai tre anni?

Non esagero se definisco il luogo della politica italiana una fetida cloaca fatta di personaggi indegni dell’incarico di cui loro stessi si sono investiti, senza alcuna legittimazione popolare. Partiti politici del nulla, confusi sul niente, intenti a disquisire sul loro attuale non senso d’esistere. Decine e decine di consigli dei ministri, decreti e leggi per stabilire se chiudere le scuole con uno o due positivi, se la tessera del pane vale uno o due mesi, o se il ristorante debba avere tre o quattro tavoli.

Qualche virostar e pennivendolo pensa di svignarsela ora, in una disperata ritirata dove anche Pirro perirà miseramente in battaglia. È la guerra più assurda della storia dove si muore senza spade. Qui, infatti, l’ultima cosa di cui si crepa è proprio il virus.

Quello che ho scritto in questi due anni su questa sciagurata manifestazione dell’obbrobrio si è avverato fino alle virgole, non perché sono un indovino, ma perché ciò che occorre è, più di ogni altra cosa, la capacità di leggere quei segni dei tempi, sparsi qua e là tra le miliardi di fregnacce giornaliere. Avevo previsto tutto perché bastava guardare allo tesso mandorlo a cui guardava Geremia, il profeta. Se non credete, rileggete ciò che ho scritto.

Qui c’è un piano dettagliatissimo. Siete ancora certi che se chiuderete le serrande dei vostri negozi e sarete lasciati a casa senza lavoro e senza stipendio sarà per colpa di un virus? Se la vostra risposta è sì, permettetemi di definirvi degli idioti.

Ogni volta che esibirete un green pass, sappiate che state contribuendo alla morte di qualcuno, non alla sua sussistenza. Perché ci sono molti modi di morire, ma uno solo per vivere.

Vedo una massa di vigliacchi che sa di averle sbagliate tutte, eppure si ostina a voler correre, a tutto gas, incontro alla catastrofe trascinando tutti, pur di dire che il partito ha sempre ragione.

Se non credete a me, credete a Giona: è stato sputato dal grande pesce sulle nostre coste. Forse è ora di prestargli ascolto. E la prima a drizzare le orecchie dovrebbe essere la Chiesa che, a quanto pare, sdegna il voler essere madre.

Nessuno può lasciarci un Paese unito se non siamo noi a renderlo tale.

Fabrizio Vincenti