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Scomparso noto politico di Galatina
Di Antonio Mellone (del 12/11/2014 @ 21:41:02, in Ex edificio scolastico, linkato 3559 volte)

Abbiamo già appurato quanto l’assessore Coccioli e quasi tutti gli inquilini dell’ovile Orsini (con rispetto parlando) siano interessati alle sorti del bene comune - in particolare della vecchia scuola elementare di Noha, ristrutturata con appena 1.300.000 euro di debito pubblico, ma carente di un allaccio Enel per la fornitura dei 50 kw necessari e sufficienti per far funzionare, nell’ordine, l’impianto di climatizzazione, il fotovoltaico istallato sul tetto e il primo ascensore (che, come noto, non si scorda mai).

Come già dimostrato nelle precedenti stazioni di codesta Via Crucis, il presunto assessore ai lavori pubblici di Galatina sembra essersela svignata (tipico esempio di cervello in fuga) dopo aver proclamato con tanto di comunicato stampa su questo sito che la cabina elettrica necessaria per risolvere i problemi creati non si sa da chi stava per essere costruita in men che non si dica, manco il tempo di sbandierarlo ai quattro venti, vale a dire: “tra giugno e settembre 2014”. E comunque il Tizio non s’è più fatto vivo per renderci edotti sullo stato dell’arte (chiamiamola così) di questa roba che ormai sembra materia per un novello “The Truman Show”. 

Come detto, il personaggio de Coccioli non è il solo a fare lo gnorri su codesta vexata quaestio: al suo capezzale sono accorsi, probabilmente a loro insaputa, moltissimi altri suoi compagni di merendine, di maggioranza e/o di opposizione: le cosiddette larghe intese (o larghe spese). 

L’“opposizione nostrana” (le virgolette son d’obbligo), che notoriamente è di bocca buona, manda giù di tutto, e non c’è pericolo alcuno che venga colta da nausea o vomito e tantomeno da quella punta di acidità allo stomaco che contraddistinguerebbe un cittadino normale da un’ameba. Ma tant’è.

Addirittura i cosiddetti consiglieri di minoranza sembra non si interessino punto di codeste inezie, quanto invece del più grande problema della nostra terra, la piaga che ci diffama agli occhi del mondo (“lei ha già capito, è inutile che io jelo dica, mi veggogno a dillo” – direbbe in siciliano stretto Paolo Bonacelli, il presunto zio di Johnny Stecchino); vale a dire del tormento che ci impedisce di vivere, dell’assillo che ci fa nemici, dell’inquietudine folle e tutta galatinese che mette famiglia contro famiglia. In buona sostanza: il traffico. Che ovviamente maggioranza e minoranza delle larghe pretese (il cosiddetto “patto del Lazzarone”) vogliono risolvere, tra gli altri, con un bel parcheggione sotterraneo nelle immediate adiacenze del centro storico (tanto quanto a circonvallazioni interne, hanno già dato).

Ma di questo parleremo la prossima volta.

Per ora ci interessa rintracciare il noto ministro senza portafoglio dei lavori pubblici galatinesi. Per questo non sappiamo se rivolgerci a “Chi l’ha visto?” o a chi l’ha morto.

Antonio Mellone
 

Commenti

  1. # 1 Di  Andrea Scanzi (inviato il 13/11/2014 @ 14:24:09)

    Davvero c'è qualcuno che aveva creduto alla favola del Patto del Nazareno "che scricchiola"? Berlusconi e il suo allievo debole sono uniti come non mai, anche perché sono la stessa cosa. Lo si capirà una volta di più quando si accorderanno per un Presidente della Repubblica che blindi il progetto di restaurazione. Andrà come e peggio di un anno e mezzo fa. Il Movimento 5 Stelle, che non ha alcuna chance di interrompere l'idillio perché i renziani sono in erezione permanente quando possono flirtare con i berluscones, proporrà una figura di pregio uscita dalle Quirinarie. Un Rodotà, un Imposimato, un Settis. Una larga fetta della base Pd lo voterebbe subito, ma la dirigenza Pd non lo voterà. Proprio per non contrariare il centrodestra (cioè se stessa). E la base del Pd ingoierà pure questa. Sceglieranno un tipo guizzante alla Amato, una vestale impalpabile alla Pinotti, una "donna autorevole" in stile Finocchiaro. Una figurina gradita ai media. Qualcuno che non disturbi i manovratori, che abbia il placet di Re Giorgio e che sia adatto per la retorica di regime di larga parte della stampa (una donna sarebbe perfetta, in nome delle "quote rosa"). Espletata tale pratica, proseguiranno l'opera di restaurazione così scaltramente incarnata e perseguita dal Pacioccone Mannaro. Buon Jabba The Salv (cioè buona catastrofe).

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