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Di Albino Campa (del 15/12/2009 @ 23:57:42, in NohaBlog, linkato 20154 volte)

Qualche giorno fa, per caso, ho scoperto un tesoro. Uno di quei link postati su Facebook da qualche amico, un click a mia volta e si è aperto un mondo: Luigi Paoli in arte Gigetto da Noha. Si tratta di un cantautore di musica popolare salentina, oggi settantaquattrenne, originario di Noha ma stabilitosi a Spongano.
La sua figura mi ha colpito particolarmente. E' un artista ibrido che unisce in sè due filoni della musica popolare salentina: il folk cittadino e il canto contadino.
Fisarmonicista, interprete di brani della tradizione, autore di nuovi testi e nuove musiche. Popolare anche fuori dal Salento, in altre regioni ma soprattutto fra gli emigrati, anche all'estero. La sua produzione ha avuto la tipica distribuzione tramite bancarella, destinata a un pubblico indistinto, non specificamente colto e questo lo sentiamo molto negli arrangiamenti folkeggianti. Ma c'è qualcosa di profondo in quest'artista che è legato a quantu vissuto in prima persona senza quel filtro "intellettuale" che oggi ci contraddistingue. Nasce contadino. Vive la campagna e l'emigrazione da contadino con la famiglia. Impara a cantare il repertorio e lo stile della campagna. Nel tempo libero impara la fisarmonica, un mondo diverso che lo avvicina al filone folk. Emigra anche all'estero, poi rientra. Lavora come cantautore in contatto con dei discografici calabresi (e si sente da alcuni dei suoi testi a da alcuni aspetti stilistici delle sue tarantelle).
Insomma vive tante esperienze diverse che formano e influenzano il suo modo di suonare e cantare per cui la sua produzione è abbastanza varia e variegata. Può piacere tutta o in parte, o può non piacere per nulla..ma merita qualche attenzione.
Personalmente mi entusiasma il suo modo di cantare "contadino", la disinvoltura, oggi rarissima, con cui ricorre al quardo grado aumentato del modo lidio, la sapienza tecnica e il modo di dosare gli abbellimenti come i glissando, i melismi, le esclamazioni, le urla, la sua capacità (un tempo diffusissima e ancora una volta oggi rarissima) di ricorrere agli slittamenti ritmici nel cantare la pizzica (off beat), il timbro vocale assolutamente contadino e il ricorso talvolta a note non temperate.
Insomma, per queste doti, Luigi Paoli entra a pieno titolo fra gli alberi del canto salentini, al pari di tanti cantori che non hanno fatto la "carriera" di cantautori ma con i quali condivide la freschezza del suo stile di canto.

C'è anche un'altro aspetto che ai miei occhi lo rende speciale. Diversamente da quello che la maggiorparte della riproposta contemporanea ha fatto e continua a fare, Luigi Paoli ha fanno innovazione nel patrimonio popolare inventando testi nuovi su arie popolari esistenti..cosa che sembra fosse un tempo il modo naturale di far evolvere la musica tradizionale. Oggi si tende invece a cristallizzare dei testi, cantarli sempre nello stesso modo o reinventare la musica, anche allontanandosi dai moduli della tradizione. Anche per questo Gigetto merita di essere ascoltato, in quanto rappresenta una interessante strada alternativa.

Di tutte le informazioni che in pochi giorni sono riuscito a raccogliere su Luigi Paoli, e degli ascolti che ho potuto fare sulla fantastica piattaforma che è Youtube, devo assolutamente ringraziare Alfredo Romano, salentino che vive nel Lazio e che ha pubblicato vari libri legati alle tradizioni del Salento. Grazie al suo canale su YouTube  è possibile ascoltare quasi tutta la vasta produzione discografica di Gigetto da Noha (e se si ha la curiosità di esplorare, si possono ascoltare interessanti registrazioni sul campo dell'area di Collemeto da cui Alfredo Romano proviene). Da questa vasta produzione, vorrei estrarre solo pochi esempi che testimoniano la bravura di Luigi Paoli (sulla base degli elementi che ho elencato sopra). C'è da ascoltare per ore se se ne ha voglia!

Tarantella dellu nsartu (bellissima e da questa si possono ascoltare tante altre pizziche)
http://www.youtube.com/watch?v=p0VBWrj0NWA

Lu pipirussu maru
http://www.youtube.com/watch?v=Ph4x7IaKZvU

Lu trainieri (canto di trainiere)
http://www.youtube.com/watch?v=Sm64_fWrrng

Stornelli
http://www.youtube.com/watch?v=CZwjTP67eZc

Sempre grazie alla gentilezza di Alfredo Romano, è stato possibile reperire e ripubblicare quest'articolo, pubblicato originariamente su "Il Corriere Nuovo di Galatina" nel 1983, in cui lo stesso Alfredo parla del suo incontro/intervista a Luigi Paoli avvenuto in quel periodo. Buona lettura.

march

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Civita Castellana, 17-8-1983

Caro Carlo[1],
ti spedisco un lavoro su Luigi Paoli, un cantastorie, nativo di Noha, che ascoltavo da tempo e che quest'estate ho avuto la fortuna di conoscere personalmente mentr'era attento a vendere musicassette dietro una bancarella al mercato di Galatina. Poi ho voluto conoscerlo meglio, sono stato a casa sua e non potevo aspettarmi altro che quel personaggio che traspare dalle sue canzoni, e cioè un contadino che ha saputo tirar fuori tanta arte dalla sua faticosa esperienza di vita.
E' una voce popolare autentica che non ha niente a che fare con altre voci del Salento che pur hanno un giro commerciale.
Il titolo del lavoro è tratto da una sua canzone «Lu furese ‘nnamuratu», un omaggio a questo menestrello che ha trascorso la vita cantando l'amore.
Mi preme soprattutto porre Luigi Paoli all'attenzione di un certo tipo di intellettuali, di borghesi, di giovani anche, in ogni caso gente estranea al mondo contadino, che snobbano un certo tipo di canzone popolare, considerandola minore se non addirittura volgare. Io so che la gente va ancora matta per certi ritmi o testi che, pur nella loro semplicità, si fanno interpreti di un gusto, un mondo che va scomparendo.
A mio giudizio c'è dell'arte in Paoli se l'arte, oltre ad essere prima di tutto un fatto estetico è però anche rappresentativo. Mi pregio di aver scoperto Paoli o meglio Gigetto, come si fa chiamare. Ne ho approfittato, tra l'altro, per dire la mia su alcuni aspetti poco noti ma interessanti della canzone popolare salentina.
Alfredo Romano

[1] Carlo Caggia, direttore del Corriere Nuovo di Galatina.

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GIGETTO DI NOHA OVVERO LUIGI PAOLI
L’ULTIMO “FURESE ‘NNAMURATU” DEL SALENTO

"Durante la guerra mio padre suonava il flauto per gli Americani a Brindisi, ed io l'accompagnavo con la mia bianca voce di bambino, per campare. Tempi tristi!".
Comincia così il racconto di Luigi Paoli, un cantastorie, un menestrello, un musicista popolare nato a Noha 48 anni fa e residente a Spongano in una bianca e comoda casa di periferia, con immancabile terrazza e orto giardino, e la cantina, dove le botti suonano di pieno e versano a me, fortunato visitatore, un negramaro robusto, profumato.
Non è facile orientarsi nel mercato minore della canzonetta popolare ora che molti improvvisatori sprovveduti si sono lanciati in questo folk alla moda che non ha niente di peculiare e scimmiotta anzi un certo liscio romagnolo omogeneizzato che imperversa nelle sale e sulle piazze di tutt'Italia.
Basta un po' di gusto però per capire che Luigi Paoli, da trent'anni, nel solco di una tradizione propriamente salentina, elabora testi po¬polari, li arrangia, ne inventa di nuovi per un pubblico non solo salentino, meridionale in genere, emigranti soprattutto (in Australia perfino, in Canada) che curano l'amara nostalgia al ritmo di suoni e canti che ricreano l'atmosfera della terra natia. II suo racconto si dipana lentamente in un gesticolare ampio. La voce, il corpo, assumono una dimensione teatrale, un viso pienotto, da scatinatore, occhi neri e luminosi, a sottolineare un sorriso perenne, contagioso.
Il più piccolo di cinque fratelli maschi, orfano di madre a quattro anni, a otto guardava le capre presso un guardiano di Noha. Un giorno, per via che, assetato, aveva impunemente bevuto in un secchio d'acqua tirata dal pozzo destinata alle capre (pare che le capre si rifiutino di bere dove ha già bevuto un altro, n.d.r.), venne appeso al ramo d'un albero a testa in giù, e, come una bestia, bastonato di santa ragione. Quest'episodio acuirà la sua sensibilità di fanciullo, rivelatore di una futura carica umana che Paoli, da grande, saprà trasfondere nella sua musica.
Di quei tempi funzionava a Noha una, chiamiamola così, palestra di vino e canti che era la puteca te lu nunnu Totu te lu Vergari che Gigetto frequentava in compagnia del padre. Qui rallegravano le serate certo Girbertu e certo Marinu Ricchitisu di Aradeo con quel popolarissimo strumento che è la fisarmonica. È qui che Gigetto affina la voce e il suo orecchio musicale; ma la fisarmonica è ancora un mito per lui e ci vorranno degli anni per farsi regalare solo una “Scandalli 24 bassi”.
Arriva poi la prima grande migrazione di salentini, dopo la guerra, nelle campagne di Bernalda, Pisticci, Scansano Ionico, Ginosa Marina, ecc., per dare inizio a estese coltivazioni di tabacco. Questo tabacco, per necessità o malasorte, i salentini ce l'hanno nel sangue e, più della vendemmia o della raccolta delle ulive, rappresenta una forma di maledizione divina che ti perseguita fin da ragazzo. Nasce così, da questa fatica centenaria, tutta una cultura del tabacco fatta di canti, stornelli, motti, proverbi che in molti casi rispecchiano le amare condizioni di vita esistenti allora nelle campagne. In quei grandi capannoni, soffocati dall'afa estiva, mentre s'infilzava tabacco: "Gigettu, 'ttacca, ca nui ne menamu te contracantu", continua Paoli nel suo narrare.
Amore miu sta sona matutinu
àzzate beddha àzzate beddha
ca lu tabaccu imu scire cujimu
cinquanta are te tabaccu tenimu chiantatu
se bruscia tuttu e lu perdimu.
Ulìa cu te ncarizzu beddha mia
e nu te pozzu mancu tuccare
chine te crassu tegnu le ma ne.

Non c'erano donne in casa e Gigetto s'adattava a lavare, cucinare, fare il pane, la pasta per il padre e i fratelli più grandi. A sera poi, finito il lavoro, inforcava una bicicletta senza freni e senza luce fino a Bernalda, 9 Km., a lezione di musica dal maestro Troiani. Cento lire gli costava, quanto un giorno di lavoro.
I progressi di Gigetto convincono i due fratelli maggiori, emigrati in Inghilterra nel frattempo, a spedirgli il denaro per l'acquisto di una fisarmonica vera, una Paolo Soprani 120 bassi. "E cci me parava, caru miu, cu ‘nna 120 bassi… te nanzi 'Ile signurine, quandu trasìa intra le case: ssèttate ssèttate, li primi valzer, la raspa, un po’ a orecchio, un po' a musi ca...". Nasce anche la prima composizione, naturalmente per la sua Noha, sulla misteriosa Villa Carlucci che, da bambini, si raccontava essere il regno del diavolo, di strani folletti.
Un giorno, sedicenne ormai, mentre era attento in uno stretto sgabuzzino a provare un esercizio sulla fisarmonica, ecco dalla sponda di un'Apetta, scendere Cecilia con madre e sorelle venute anche loro a far tabacco dalla lontana Spongano. "In quelle masserie sperdute dove non appariva donna viva, malati di solitudine, dove contavi le ore del sole nel suo levarsi e sparire, Cecilia, col suo bel visino e il petto già pronunciato, fu un colpo di fulmine".
L'inverno, poi, Cecilia ritornava a Spongano e Gigetto, con la solita bicicletta, percorreva 180 Km, allora di strada bianca, per stare qualche ora con la sua bella. Questa bella sarà l'ispiratrice di tante sue canzoni, questa bella, di cui oggi è ancora perdutamente inna¬morato, che gli ha dato sei figli, che lo segue per i mercati del Salento e che sa dividere con lui l'arte d'arrangiarsi dietro una bancarella.
Poi la fuga, allora d'uso, per sposare Cecilia e, qualche mese dopo, in Costarica a piantare banane e canna da zucchero. Paoli ha steso un velo qui nel suo racconto, dice che sarebbe troppo lungo. A me, che vorrei saperne di più, piace l'idea di vedervi celato un qualche mistero.
Si ritorna in Italia, ma non si campa e, questa volta da solo, con la usuale valigia di cartone, in Germania a fare il manovale chimico. "Non stavo male in fabbrica, ma ogni sera era un tormento e le foto di Cecilia e dei miei bambini in capo al letto mi ammalavano di nostalgia. Così non potei resistere a lungo".
Definitivamente a casa, ma con qualche idea. In fondo ha una bella voce e suona bene la fisarmonica. Si presenta per un provino a Locri in Calabria. È il 1962, Paoli incide i primi dischi: Tuppi tuppi la porticella, La tarantola salata e numerosi balli strumentali che lui sa arrangiare con un'arte che gli deriva, più che dallo studio, da una cultura musicale essenzialmente popolare. Andatevi ad ascoltare queste prime incisioni: hanno un fascino di registrazione sul campo, c'è addirittura un saltarello con ciaramella, uno strumento montanaro col quale Paoli aveva familiarizzato nel soggiorno in Lucania.
In quegli anni poi andavano in voga storie popolari strappalacrime, tratte da tragedie vere o presunte e significative sono nella sua produzione due storie, l'una, II cieco del Belgio, narra di un emigrante che perde la vista nel crollo di una miniera e al suo ritorno a casa, la moglie, interessata solo alla sua pensione, non gli risparmia le corna; la seconda, s’intitola La matrigna cattiva, in quattro parti, dove si narra dì una bambina orfana buttata in pasto a una matrigna che tenta di avvelenarla e sarà punita per questo con cinque anni di carcere. Ambedue le storie Paoli le fa cantare all'allora piccola primogenita Cerimanna. Sono storie che oggi fanno un po' ridere, ma guardatele con gli occhi del tempo e non meravigliatevi se le mamme di mezza Italia hanno pianto ad ascoltare quelle storie. Fu tale il successo, che i falsari di Napoli lanciarono sul mercato migliaia di copie e per Paoli andarono in fumo alcune speranze di guadagno.
Sessantotto, rivoluzione nei valori, nei costumi, si scopre il popolare, si scoprono la lingua, gli usi, i costumi di una civiltà contadina che sta scomparendo. Le case discografiche si danno da fare a scovare questi anonimi canzonettisti popolari degni di un pubblico più vasto. A Paoli s'interessa la Fonola di Milano. Inizia così una vasta produzione musicale che ancora oggi continua. Dodici musicassette in attivo, qualche altra in cantiere, che hanno sorvolato gli oceani, è il caso di dirlo, senza quella pubblicità di cui si servono "i grandi", ma in virtù della parola che si trasmette, un tam-tam, quasi una tradizione orale che ancora resiste.
Diamo uno sguardo a questa produzione. Innanzitutto canzoni e balli strumentali attinti alla tradizione che Paoli arrangia in modo originale con delle varianti sia nel testo che nella musica degne di essere popolarmente connotate. Cosa significhi "popolare" nella canzone è presto detto. Semplicemente Paoli dice: "E’ quandu ‘na canzone la ponnu cantare cinquanta cristiani tutti assieme, trenta femmame ca sta tàjanu l'ua: una cu ttacca e ll'addhe cu tràsanu a cuncertu".
Abbiamo così la pizzica in più versioni col predominante ritmo del tamburello, e Santu Lazzaru, questo canto cristiano che i Grecanici ci portavano 'rretu le porte te casa nel cuore della notte durante la Settimana Santa.
Canzoni d'amore tante, un amore represso che acquista nel canto un moto liberatorio. Lu furese 'nnamuratu, forse la canzone più bella, dove accanto a una visione del lavoro come dura fatica, Paoli prorompe in:
Comu l’àggiu stringere e baciare
Te lu musicchiu sou sangu ha bessire.
(Come la devo stringere e baciare / dal suo muso sangue deve uscire).

La Carmina, dove il bi sogno d'amare è accorato, disperato quasi:
Mamma iu moru
e la Carmina nu’ lla provu
Beddha mia fatte sciardinu
fatte menta e petrusinu...

(Mamma io muoio / e Carmina non l’assaggio / Bella mia fatti giardino / fatti menta e prezzemolo).
E canti e strofe carnascialesche, condite di allusioni piccanti, volgari quasi, ma di una volgarità allegra, simpatica:
Nc'è lu zitu cu la zita
allu pizzu ti la banca
la manu camina te sotta
lu canale dell'acquedotta.

(C’è il fidanzato con la fidanzata / allo spigolo del tavolo / la mano scivola sotto / il tubo dell’acquedotto).

Allusioni che non risparmiano un certo tipo di prete alla Papa Cajazzu al quale non piace chiaramente confessare le vecchiette, bensì le zitelle. In verità molte canzoni, come proverbi e culacchi, rivelano un certo anticlericalismo, anche se molo bonario, diffuso nella nostra gente. E poi canti e stornelli che hanno il ritmo di un lavoro e ti pare di vendemmiare o d’infilzare tabacco in qualche capannone. Non mancano le canzoni tristi per gli emigranti, per quelli che stanno a soldato, per il carcerato che fatalmente al ritmo di una tarantella grida:
Menatine ‘sti corpi chianu chianu
ca suntu testinati pe' mmurire…

(Buttate i nostri corpi piano piano / ché sono destinati a morire).

Naturalmente non tutto è eccelso. Accanto a testi di un certo valore artistico, si alternano altri in cui Paoli piega a seduzioni commerciali. E' laddove, per conquistarsi evidentemente un pubblico più largo, tenta delle melodie in un italiano a lui non confacente. Diciamo subito che a Paoli è più congeniale il testo salentino dove è capace di sfumature e modulazioni possibili solo a una voce popolare tradizio¬nalmente educata come la sua. Ascoltatelo nella canzone Lu trainieri, per es., dove la voce, bellissima, affronta tra l'altro toni decisamente alti. Il tono alto è in verità una caratteristica del canto salentino, cosi come il controcanto, che Paoli sfrutta in tutte le sue canzoni ponendolo una terza sopra, mai sotto la melodia stabilita. Come nella tradizione. L'effetto è tale che è come ascoltare l'eco di una persona che canta a distanza portandosi ad arco la mano sulla bocca. Alle origini di questa forma c'è, evidentemente, la necessità del "lavorar cantando" tra contadini distanti fra loro.
Un discorso a parte merita la fisarmonica, la protagonista di tutti gli arrangiamenti di Paoli. Nelle sue mani diventa magica e ci sono tanti e tali di quegli abbellimenti, non trascrivibili in partitura, che userei chiamarla barocca, in sintonia con una Terra che barocca lo è perfino in cucina e non solo nell’architettura delle chiese e delle case.
C'è una cosa che colpisce nella musica di Paoli, ed è un certo influsso orientale avvertibile in canzoni come la sopracitata Lu trainieri e La vecchiaia è 'na carogna. Qui sia la voce che la fisarmonica assumono un andamento cromatico, orientaleggiante appunto, e la melodia, di particolare bellezza, scivola sul filo dei sogni arcani, un lamento, un pianto quasi dal profondo d'inesplorati abissi.
Ma ciò che più fa scattare l'interesse per le musiche di Paoli è qualcosa di più misterioso che non saprei definire. Propriamente ci si sente scazzicati, come morsi da una tarantola, e vien voglia di abbandonarsi a una danza frenetica, liberatoria.
Quale ragno nascosto nei meandri di grigie pietre assolate, Paoli ci attende al varco esercitando su di noi una qualche magia. Non sarà vero, rna ci piace pensarlo.

Alfredo Romano

Da Il Corriere Nuovo di Galatina, n. 7 del 30 settembre 1983

fonte www.pizzicata.it

 

La presenza di un caso conclamato di coronavirus, da cui risulta affetto un cittadino di Aradeo, attualmente ricoverato presso il reparto di malattie infettive dell’Ospedale Santa Caterina Novella di Galatina, impone alcune considerazioni.
Sono in contatto con tutti gli organismi istituzionali, al fine di monitorare l’evolversi della situazione che al momento sembrerebbe circoscritta e sotto il controllo da parte delle autorità sanitarie.
Nel frattempo e in via precauzionale ho disposto la chiusura di tutte le scuole, di ogni ordine e grado, pubbliche e private, nei giorni di 3, 4 e 5 marzo 2020, al fine di poter effettuare la sanificazione degli ambienti.
Domattina è già convocata, presso la Prefettura di Lecce, una riunione di coordinamento per la salute pubblica alla quale parteciperò per definire linee di comportamento univoche per la tutela della salute dei cittadini di tutto il territorio.
L’invito è di continuare a seguire le indicazioni già note riguardo le buone norme di comportamento a tutela della salute di tutti.

Example fallback content: This browser does not support PDFs. Please download the PDF to view it: Visualizza Ordinanza Sindacale n. 21/2020.

Sindaco Marcello Amante

 

 
Di Redazione (del 02/08/2013 @ 23:55:34, in Comunicato Stampa, linkato 7101 volte)

Il 19 luglio 2013 è stato firmato l’atto di impegno tra la regione Puglia e la società SASP INNOVATION s.r.l. per la realizzazione del progetto ECOMOBILI-TRE, risultato vincitore del concorso “Principi Attivi 2012-Giovani Idee per una Puglia migliore”,classificandosi al secondo posto della graduatoria finale.

Con il progetto ECOMOBILI-TRE verrà sviluppata e realizzata un’alternativa idea di ecomobilità urbana basata su una nuova tipologia di veicolo come mezzo di locomozione, consistente in una bicicletta a pedalata assistita elettricamente avente due ruote anteriori ed una posteriore. Caratteristica peculiare di tale bicicletta è quella di essere “basculante”, ossia quella di poter essere guidata in modo del tutto analogo ad una bicicletta tradizionale con singola ruota anteriore. Infatti, nonostante la doppia ruota anteriore, la bicicletta basculante si inclina lateralmente in curva garantendo la stessa manovrabilità di una bicicletta tradizionale e la stessa possibilità di districarsi agevolmente nel traffico cittadino.

Il vantaggio nell’utilizzo di due ruote anteriori consiste in una maggiore sicurezza e stabilità rispetto ad una bicicletta tradizionale, aspetti da tener fortemente in considerazione nella mobilità urbana dove il pericolo di caduta è elevato a causa della frequente presenza di fondo sconnesso e di pavimento stradale con scarsa aderenza.

L’utilizzo della doppia ruota anteriore è ancor più indicato per le biciclette a pedalata assistita, poiché in questo caso il rischio di caduta è addirittura più alto, visto che la velocità media di percorrenza di tali veicoli è superiore a quella di una bicicletta di tipo “muscolare”. Se a tutto ciò si aggiungono i vantaggi legati all’utilizzo della pedalata assistita elettricamente, che permette di percorrere in modo economico ed ecologico tragitti più lunghi di quelli percorsi con una normale bicicletta, si ottiene una miscela di elementi potenzialmente vincenti per la diffusione della mobilità ecosostenibile.

L’idea costituisce fondamentalmente un’innovazione di prodotto basata su principi di sicurezza e di ecomobilità sostenibile ed in forte coerenza con le attuali esigenze di risparmio economico, di aumento della sicurezza stradale e di riduzione dell’inquinamento ambientale.

Il progetto, che verrà sviluppato in partnership con il comune di Zollino (LE), l’Unione dei Comuni della Grecia Salentina ed il comune di Galatina (LE), è nato dall’esperienza nel campo dei veicoli dei due giovani ingegneri Antonio Sponziello e Alessia Santandrea che hanno messo a punto l’idea della bicicletta basculante proteggendola con il brevetto internazionale “Tilting Three-Wheeled Vehicle with Innovative Mechanical Assembly”. La presentazione del veicolo avverrà nella primavera del 2014 mediante dei veri e propri test drive aperti al pubblico che ne giudicherà le prestazioni mediante la compilazione di un questionario di valutazione.

Per informazioni sul progetto scrivere a antonio.sponziello@libero.it

 
Antonio Sponziello, Direttore SASP INNOVATION srl

Vincitore del concorso Principi Attivi 2012 – Giovani Idee per una Puglia migliore

 
Di Marcello D'Acquarica (del 11/04/2017 @ 23:48:24, in NoiAmbiente, linkato 2372 volte)

Non è trascorso nemmeno un mese dacchè il solito “coglione nostrano” (specie di gramigna a due zampe, e sennò come lo vuoi chiamare), aveva scaricato le sue porcherie nell’area retrostante il campo sportivo di Noha. Noi di FareAmbiente, Laboratorio di Galatina, le fotografammo (le porcherie) per segnalarle all’Amministrazione. Diciamo che ora, simili (o medesimi) “coglioni nostrani”, ci hanno risparmiato la fatica di farle sgomberare. Difatti ieri, Domenica delle Palme e inizio della Settimana Santa, abbiamo constatato l’origine della puzza di plastica bruciata che sabato pervadeva, con la complicità della tramontana, nell’aria di tutta Noha. Purtroppo si sono fumati nuovamente in diossina pura le porcherie del solito coglione nostrano”: divani, contenitori di plastica, copertoni, spugne e sacchi di rifiuti di ogni genere.  Come? Stai pensando che abbiamo la fobia delle diossina? Forse, ma è provato scientificamente che respirare diossina è a rischio cancro. E non mi pare che a Noha ci manchi.

E’ inconcepibile che un cittadino di questa comunità (perché marziano non può essere) sia così rozzo e così indifferente riguardo ai danni che procurano alla salute i rifiuti incendiati. E’ davvero un insulto alla nostra intelligenza e un atto criminale verso tutti i residenti. Questo errore della natura (il coglionciello nostrano) non solo offende la nostra civiltà, ma riesce a perpetrare in modo continuativo i suoi “capricci” da caprone senza indugiare mai, va a colpo sicuro. Sa che nessuno lo fermerà. Veramente non capisco quale neurone sia sopravvissuto a questa sub-specie di essere di cui non posso immaginarne nemmeno le sembianze. Forse è davvero un fenomeno inspiegabile. Diciamo un miracolo al contrario.

E’ incomprensibile anche la “muta” presenza dei residenti delle abitazioni vicine all’inceneritore abusivo. E’ mai possibile che nessuno denunci o senta mai il bisogno di lamentare questo insistente atto criminoso che si consuma sotto il loro naso ininterrottamente da anni? E’ mai possibile che siamo tutti così pronti a lamentarci (qualcuno si lamenta?) delle inadempienze dell’Amministrazione Comunale e poi tolleriamo questo pseudo inceneritore abusivo e pure ben localizzato? Per favore non venitemi a parlare di telecamere. Le vere telecamere dobbiamo essere noi stessi in primis. Altrimenti mi spiegate che viviamo a fare in questo paese?

Marcello D’Acquarica

 
Il sindaco di Galatina, Giancarlo Coluccia, dopo la chiusura dell’impianto di Poggiardo e a fronte dell’emergenza rifiuti creatasi nei territori dei comuni dell’Ato Le/2 , a causa dell’astensione dal lavoro dei dipendenti della Sud Gas, cerca di affrontare il problema dei rifiuti con una specifica ordinanza, con la quale richiede ai suoi concittadini di trasportare l’immondizia nell’area parcheggio del quartiere fieristico. È qui, come fece il suo predecessore, i cittadini troveranno il personale del CSA pronti ad accoglierli , visto che i mezzi di raccolta, stracolmi di rifiuti, sono ancora fermi nel sito di Poggiardo in attesa dello scarico, il primo cittadino ha individuato nell’area recintata adibita a parcheggio del Quartiere Fieristico la sede momentanea per il conferimento dei rifiuti. Pertanto, con un ordinanza sindacale, ha ordinato alla Società “Centro Salento Ambiente” di presidiare con adeguato personale l’area recintata, sopra indicata, per consentire ai cittadini galatinesi di conferire i rifiuti prodotti in queste ultime ore, con decorrenza immediata e sino alla data di risoluzione dell’emergenza nel territorio di Poggiardo, sede della discarica. Il sindaco Coluccia ha invitato i cittadini galatinesi a farsi carico del disagio di trasportare i rifiuti nella predetta zona del Quartiere Fieristico, ove troveranno il personale addetto per il ritiro dei sacchetti: “Sull’emergenza rifiuti delle ultime ore, a nome mio e dell’intera amministrazione – dice il sindaco Coluccia - posso rassicurare i cittadini che stiamo agendo per dare il nostro contributo alla risoluzione del problema. In questa direzione, preso atto di quanto delicata e importante sia la questione, mi sono già attivato presso le autorità competenti. Faccio appello a tutti cittadini galatinesi a collaborare con la disponibilità dimostrata in passato”.
 

Eccovi di seguito un pezzo tratto da 'il Galatino', Anno XLV, n. 13 del 13 luglio 2012. Il nostro concittadino Biagio Mariano ha sfilato insieme a tante altre persone per cercare in qualche modo di abbattere il muro di omertà che ancora oggi oblitera la verità sul caso di Emanuela Orlandi, figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia, scomparsa in circostanze misteriose nel 1983.

Carissimo Direttore de “il Galatino”, il fratello di Emanuela Orlandi, è stato il primo firmatario della seguente Petizione al Papa per chiedere il suo aiuto: “Sua Santità, mi rivolgo a Lei nella sua duplice veste di Capo di Stato e di rappresentante di Cristo in Terra per chiederLe di porre in essere tutto ciò che è umanamente possibile per accertare la verità sulla sorte della Sua connazionale Emanuela Orlandi, scomparsa a Roma il 22 giugno 1983. Il sequestro di una ragazzina è offesa gravissima ai valori religiosi e della convivenza civile: a Emanuela è stata fatta l’ingiustizia più grave, le è stata negata la possibilità di scegliere della propria vita. Confido in un Suo forte e ispirato intervento perché, dopo 28 anni, gli organi preposti all’accertamento della verità (interni ed esterni allo Stato Vaticano) mettano in atto ogni azione e deliberazione utili a fare chiarezza sull’accaduto. Un gesto così cristiano non farebbe che dare luce al Suo altissimo magistero, liberando la famiglia di Emanuela e i tanti che le hanno voluto bene dalla straziante condanna a una attesa perenne. Sono stato informato che il 21 gennaio 2012 alle ore 16 si incontravano a Roma, in piazza Sant’Apollinare, davanti alla Basilica che scandalosamente ospita la tomba di un criminale, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di combattere omertà e silenzi. La sepoltura del boss De Pedis in un luogo destinato a papi e cardinali ritengo sia il vero snodo dell’intreccio tra Chiesa, Stato e criminalità che ventotto anni fa si è portato via mia sorella Emanuela. Per questo è anche da lì che passa la nostra battaglia. Vi chiedo di esserci, numerosi, e vi rinnovo il mio sentitissimo ‘grazie’ per il sostegno e il conforto che mi avete già dato. Mi rivolgo soprattutto a chi abita a Roma, ma ovviamente accoglierò con commozione chi decida di dimostrarmi solidarietà partendo anche da lontano: più saremo a Sant’Apollinare, più verità e giustizia saranno vicine”.

A quella manifestazione non  potetti partecipare. Successivamente sono stato informato che il 27 maggio 2012 alle ore 9,30 a Roma da Piazza del Campidoglio partiva la “Marcia per Emanuela” diretta a Piazza San Pietro e ho deciso di essere presente e manifestare a favore della  Verità e della Giustizia. Così mi sono rivolto alla signora Annunziata Carallo ved. Mariano per preparare uno striscione di stoffa sul quale dovevano esserci i tre colori della bandiera italiana ossia: fondo bianco, scritta Noha sul rosso e scritta Lecce sul verde. Così la bravissima e generosa Nunziatina  ha preparato lo striscione gratis mettendo anche la stoffa e che ora io approfitto per ringraziarla di cuore e per dirle brava. Ho scaricato da inernet la foto di Emanuela  alla quale ho posizionato due elastici che sono serviti per infilarli alle braccia, ho preso il volo Brindisi-Roma Ciampino e sono andato a manifestare.

Ho passato una piacevole mattinata romana insieme a mia figlia Enrica ed in compagnia delle belle signore Cecilia e Renata, una romana e l’altra genovese, che hanno voluto unirsi a noi e manifestare. In Piazza San Pietro poi ci siamo incontrati anche con l’atra mia figliola Carmen e con suo marito Sandro. Abbiamo marciato per la dignità di questo Paese e per la credibilità della Chiesa.

Voglio ringraziare di cuore la signora Cecilia che si è offerta volontaria a tenere insieme a me lo striscione con la scritta NOHA – LECCE da Piazza del Campidoglio a Piazza San Pietro. Ammirazione e ringraziamento vanno dati anche alla signora Renata che, una volta rientrata a Genova, ha stampato quattro bellissime foto, ha preso carta e penna e mi ha scritto: “caro Biagio, chissà se riusciranno ad arrivarti queste belle foto, sono un bel ricordo della manifestazione per Emanuela Orlandi che ha avuto grande risonanza sui giornali e in TV. Continuiamo a combattere per lei e la sua famiglia e a non mollare MAI, come è scritto sullo striscione”.

Ha inserito tutto in una busta sulla quale ha scritto “Signor Biagio (non ho indirizzo ma sarebbe importante riuscire a recapitarla)ha preso parte a Roma alla manifestazione per Emanuela Orlandi - NOHA 73012 Galatina LECCE” e l’intraprendenza della determinata Renata è stata premiata da Poste Italiane perché il portalettere, dopo aver accertato che il Biagio ero io ha consegnato la busta. Complimenti Renata.

Domenica 27 maggio in Piazza del Campidoglio a Roma eravamo in tanti e abbiamo potuto ascoltare gli interventi di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela (speriamo che Benedetto XVI possa unirsi a noi nella preghiera), il Sindaco di Roma Alemanno che ha affermato “Tra pochi giorni la salma di De Pedis sarà portata al  Verano”,  il Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti “Serve giustizia” e l’on. Walter Veltroni “Storia sporca, fiducia nei magistrati”.

Una gigantografia con la foto e la scritta “Verità per Emanuela Orlandi” campeggia da quel giorno in Piazza del Campidoglio da una finestra dei musei capitolini. È iniziata così la marcia che ha attraversato il centro di Roma, fino ad arrivare a San Pietro per chiedere “giustizia” su un mistero che accompagna la storia italiana dal 22 giugno 1983 e riesploso negli ultimi mesi sulla spinta delle iniziative promosse dai familiari, dall’opinione pubblica e dalle notizie arrivate dall’inchiesta. Peccato che il Papa all’Angelus quel giorno non ha ritenuto opportuno dire una sola parola su Emanuela Orlandi.

Con la stima di sempre, La saluto cordialmente Biagio Mariano

Caro geometra Mariano, la sua partecipazione alla manifestazione romana a favore di Emanuela Orlandi è un atto di grande sensibilità. Tra le tragiche vicende italiane che attendono ancora una risposta vi è sicuramente anche quella relativa a Emanuela Orlandi per la quale non solo i familiari sono angosciosamente provati, ma la nazione intera. Speriamo che quella manifestazione e tutte le altre che verranno possano far luce su una pagina buia dell’Italia del ventesimo secolo. La saluto r.m.

 
Di Fabrizio Vincenti (del 02/02/2013 @ 23:28:57, in Lettere, linkato 3524 volte)

All’alba delle elezioni politiche, Noha si barderà per la festa. Certamente qualcuno verrà a chiederci il voto dicendoci: “Io sono meglio degli altri”. Così si da inizio al dilemma: “Chi voterò questa volta?”. Stranamente poi, chi se lo chiede, ha già provato a votare prima per uno schieramento, poi  per un altro, con la speranza che i due non sono la medesima cosa e che dunque o l’uno o l’altro è la scelta giusta. Poi però ci si accorge che, il giorno dopo aver votato o per l’uno o per l’altro, chiunque vada a governare, le cose non cambiano. Ed è qui che il mistero si fa più fitto: a cosa è servito votare? Sicuramente a far prendere vitalizi agli uni piuttosto che agli altri. Che senso hanno quei tremila voti di Noha se nulla cambia? Io non ricordo differenze eclatanti tra i vari governi. Noha , come il resto d’Italia, vive le stesse difficoltà di sempre. Noha vota per i motivi qui di seguito riportati: creare occupazione per giovani e donne; diminuire la pressione fiscale e incrementare il benessere delle famiglie; formulare delle agevolazioni per i meno abbienti e per chi è affetto da malattie; salvaguardare la natura e il territorio, la salute e l’istruzione; incrementare la ricerca e lo sviluppo; tagliare sprechi nella pubblica amministrazione e fondi per le spese militari; incrementare il turismo orientando attenzione e sforzi verso beni artistici e culturali; eliminare quanto più possibile la burocrazia facendo risparmiare tempo e denaro, impiegandoli per altre risorse; eliminare finanziamenti pubblici a chi non ha requisiti e a chi non se li merita; estirpare la criminalità e le mafie dal tessuto sociale recuperando fior di miliardi di euro da investire in risorse umane; facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro riducendo al minimo il fenomeno del precariato e agevolando le assunzioni a tempo indeterminato; diminuire le trattenute in busta paga per rilanciare l’economia reale; legiferare in materia di speculazione economica evitando di salvare con i nostri sacrifici le banche dissennate; cancellare il gioco d’azzardo e aumentare il prelievo fiscale ai grandi patrimoni, non solo immobiliari; dichiarare guerra aperta al carovita; ridurre al minimo l’inquinamento atmosferico; individuare una legge veramente efficace contro la corruzione; ridurre al minimo le spese per la politica e i partiti; mettere un tetto massimo etico e decente per gli stipendi dei dirigenti pubblici; ridare la dignità ai pensionati; etc…! Insomma, tutto questo è lo scopo per cui votiamo. Alla gente di Noha, alle nostre famiglie, a piazza San Michele, alla Trozza, alla masseria Colabaldi, alle case Rosse, ad ogni singolo cittadino nohano serve questo. E invece? E invece si parla di premio di maggioranza, di spred che interessa più gli investimenti delle banche che i nostri, di nozze gay, di bipolarismo, di europeismo, di redditometro… A proposito di redditometro: cosa interessa a Noha il redditometro? Hanno impostato una campagna elettorale sul redditometro, un programmino di scuola materna dove si gioca con il colore verde o rosso! Vi prego, cara gente di Noha, apriamo la mente. Con tutti i problemi che ci sono, vogliono concentrare la nostra attenzione sulle sciocchezze! Il redditometro! Quando andremo a votare, cari nohani, andiamoci in massa, ma il giorno dopo vietiamo a questi quattro politicanti di smontare le loro “impalcature comiziali” perché, dopo che abbiamo messo la nostra “ics”, su quei palchetti improvvisati di piazza San Michele, dobbiamo salirci tutti noi per controllare che il nostro voto serva a quello per cui siamo andati a votare. In fondo è questa la politica che è come la libertà, quella che Gaber definiva “PARTECIPAZIONE” non solo al voto ma anche e soprattutto dopo il voto.

Fabrizio Vincenti
 
Di Albino Campa (del 20/02/2007 @ 23:16:54, in La Storia, linkato 4082 volte)

"L'articolo a firma di Antonio Mellone che vi proponiamo di seguito è tratto da "il Galatino", anno XL, n. 3, del 9/2/2007. Nell'articolo si discetta di alcune delle strade di Noha, ma soprattutto del senso civico che tutti (nessuno escluso: basta un pizzico di buona volontà) dovrebbero avere, onde far si che la qualità della vita a Noha sia tra le più alte nel mondo".

Le strade di Noha

Il cittadino di Noha che ha un esercizio commerciale in via Collepasso, oppure quello che ivi abita, ovvero chiunque dovesse semplicemente transitare o attraversare quella strada (ma il discorso potrebbe esser valido anche per altre arterie della cittadina) si trova di fronte ad un problema più o meno coscientemente avvertito: quello della sicurezza.       
Dopo mesi di dissesto dovuti anche ai lavori per la fognatura nera, la via Collepasso (ma, invero, anche le altre) fu finalmente asfaltata nel corso del 2004. Il lavoro, tuttavia, non fu portato a compimento: manca infatti, ancora oggi, la segnaletica di terra, ed in particolar modo le strisce pedonali.
Ora c’è da sapere che a volte (non sempre: qualche barlume di urbanità sopravvive ancora nelle nostre contrade!) via Collepasso ha la parvenza di una pista di gara o di un tratto di circuito da gran-premio per auto o moto; le quali, già dentro il centro abitato, sovente sfrecciano in una direzione o nell’altra a velocità supersoniche. Sta di fatto che può capitare che per attraversare questa strada il pedone metta a repentaglio la sua incolumità: sicché grandi e piccoli, padri e figli, clienti di negozi ed altri cittadini, pur prudenti, sono costretti ad attraversare via Collepasso - magari diverse di volte al giorno – non senza raccomandarsi preventivamente l’anima al Padre Eterno.     
In assenza dunque di rallentatori o di altra segnaletica il rischio per l’integrità delle cose e soprattutto delle persone è purtroppo reale.
In via Collepasso, proprio nei pressi dell’incrocio da qualche anno è stato piazzato anche un bel semaforo. Tuttavia codesto semaforo, a dispetto dei soldi pubblici spesi, (dopo, forse, soltanto il primo mese di utilizzo) oggi risulta perennemente spento; nemmeno il giallo sembra più lampeggiare.
E’ vero che a Noha non ci sono grandi problemi di traffico (e ci auguriamo che mai ce ne saranno) tali da obbligare l’uso di più d’un semaforo; tuttavia il funzionamento di questo apparecchio di segnalazione luminosa, (che comunque è già installato) servirebbe, se non altro, a far rallentare le corse dei piloti di turno, e quindi a far diminuire la probabilità delle disgrazie sempre in agguato. 
Per prevenire gli intuibili sinistri paventati, per tutelare quindi in un certo qual modo la salute pubblica, non sarebbero necessari azioni o provvedimenti straordinari: invece sarebbe sufficiente intervenire quanto prima intanto con l’“accendere” il semaforo che già c’è; ed in secondo luogo facendo disegnare sull’asfalto più gruppi di strisce pedonali, e apponendo anche apposite barre rallentatrici, almeno fin dove è prospiciente l’abitato di Noha…
Ma forse, a pensarci bene, il rallentamento delle corse dei veicoli non è soltanto questione di strisce pedonali o di barre rallentatrici (cioè “forma”): è invece questione di civiltà (che è “sostanza”). Tuttavia da qualcosa bisogna pur partire: e lo si può fare da quella più facile, che è la “forma”; mentre la più efficace, ma infinitamente più difficile, rimane la “sostanza”.
L’educazione, il rispetto delle regole e della legalità, la correttezza e la serietà sono questioni complesse, di sostanza: senza le quali non basterebbero (né servirebbero) tutte le strisce pedonali del mondo e tutte le forze repressive o di polizia dotate dei più sofisticati marchingegni. L’educazione civica non spetta, o meglio, non è responsabilità esclusiva delle Istituzioni: ma di tutti, dal primo fino all’ultimo cittadino.  

ANTONIO MELLONE

 

«Nella piazza di Santa Caterina, infatti, sorge il tempio gotico dello stesso nome, innalzato da Raimondo Orsini principe di Taranto. Al primo guardare il gran finestrine e la porta maggiore di questa chiesa, ti si rivela un’eccellenza artistica non comune. Bella e dignitosa ne è l’architettura; bellissimi gli affreschi. Dall’osservazione de’ quali si rileva che, pitturata una prima volta in antico, fosse stata a presso restaurata, e sulle primitive pitture non piaciute venissero eseguiti novelli affreschi; i quali evidentemente appartengono alla Scuola di Giotto. Nel coro esiste una tomba, di cui la scultura, massime i capitelli delle quattro colonne, sono pregevolissimi: si dice conservar visi il corpo del Principe Orsini. Di rara bellezza e di altezza non comune è poi un calice finemente cesellato, che oggi il municipio conserva gelosamente. Bellissimo è questo tempio nella sua nave maggiore; sublime in tutte e cinque le sue larghe e malinconiche navi. Sarebb’egli campo vergine e profittevolissimo agli studi e alla critica di qualche valente artista». Sono queste le parole del noto concittadino Pietro Siciliani che, pur con qualche imprecisione storica, per primo, parlò della nostra basilica ne Ai popoli Salentini e al Gonfalone di Galatina (1865), e lo fece davanti all'Italia riunita, in occasione delle celebrazioni del centenario della nascita di Dante del 1865. Basta questa breve descrizione, che segnalò Galatina all'attenzione nazionale, per capire il motivo per il quale la scelta del tema di apertura di Agorà – percorsi inVersi sia ricaduta su Santa Caterina di Alessandria. Agorà nasce dall’incontro di un gruppo di giovani amici, i quali intendono vivere il dialogo e intraprendere un percorso esperienziale che mescoli e fonda differenti multiversi. Agorà è una piazza nel senso originario del termine, un luogo d’incontro e di crescita, dove ogni universo interiore potrà mettere a disposizione dei convenuti il proprio bagaglio esperienziale e prenderne da quello degli altri, in un simposio di “verità”, ognuna con un proprio senso e un proprio fondamento, contribuendo così a inserire il proprio tassello di verità in una ricerca continua e inestinguibile.
Ideatori e organizzatori di questa “piazza culturale” sono Angela Beccarisi, Sandro Marasco, Daniela Bardoscia, Francesco Luceri e i giovani artisti di INgenio_la forma delle idee, nelle persone di Vittorio Carratta, Georgia Romano, Pierpaolo Briatico-Vangosa, Mariangela Cucco, Ermanno Scarcia e Francesca Marra, uniti da un intento comune di condivisione e partecipazione attiva alla vita culturale e civile.
Agorà propone un ciclo di incontri, aperti al pubblico, a scadenza bimestrale e inaugurerà il primo ciclo del 2012, sul tema Santa Caterina di Alessandria, tra fede, mito e realtà, con l’incontro Il Committente, l’Opera e l’Artista (gli affreschi di Santa Caterina), evento organizzato con la collaborazione di ART and ARS Gallery e che avrà luogo a Galatina il 28 dicembre 2011, alle ore 18.30, in Corso Umberto I. Ospite e protagonista della serata sarà l'artista Carlo Michele Schirinzi (classe 1974, nato ad Acquarica del Capo), talento emergente del nostro territorio che, con il suo Notturno Stenopeico (ispirato all’affresco raffigurante il Diluvio Universale, nella Basilica galatinese di Santa Caterina d’Alessandria) si è classificato al primo posto, assicurandosi il primo premio al XXVII Torino Film Festival, come miglior cortometraggio italiano. A seguito della proiezione delle tre opere dell’artista Notturno Stenopeico, Suite Joniadriatica e Prospettive in fuga si aprirà un dialogo che vedrà protagonisti lo stesso artista, Lorenzo Madaro, critico d'arte e collaboratore de La Repubblica Bari ed Ettore Marangi, frate minore, docente di teologia dommatica presso la facoltà teologica pugliese, che introdurrà la figura di Santa Caterina d'Alessandria.
Dell'opera di Schirinzi Notturno Stenopeico scrivono, su www.film.tv: «fotografie di sbarchi contemporanei s’intarsiano e mescolano all’affresco del Diluvio Universale rappresentato nella Chiesa di Santa Caterina a Galatina (Lecce). La rianimazione/liquefazione delle immagini statiche di barche in mare è avvenuta attraverso filtri vitrei artigianali. La visione stenopeica è concentrata sui singoli volti in contrasto alle immagini prive d’identità ma far rivivere questa ciclica battaglia notturna e senza tregua». Enrico Ghezzi scrive ancora «solo difetto, che ancora sia filmato, e non troppo sfocato, e infine visibile e intitolato. Ma ci sembra di essere in marcia, occhio rotolante
dentro l’oscurità accecata. L’occhio, immagine fisica – da una concretissima scatola mentale – del cinema che è da sempre e che non sarà mai (o solo mai più) riconoscibile». La cittadinanza tutta è invitata a una partecipazione numerosa e attiva.


Per informazioni: agora.percorsiinversi@gmail.com; tel. 3297669635, 3881197170.

 
Di Antonio Mellone (del 12/10/2013 @ 23:11:46, in NohaBlog, linkato 2584 volte)

Se, facendovi coraggio, vi metteste a leggere gli articoli della Convenzione per il Mega-porco, approvata a furor di popolo (nel senso che il popolo se li voleva mangiare con furore, i cosiddetti suoi rappresenti) e da stipulare tra il Comune di Galatina e la Pantacom srl, non credereste ai vostri occhi.

Uno sano di mente, d’altronde, al cospetto di codesto trattato, non potrebbe fare a meno di sospettare di trovarsi su “Scherzi a parte”.

*

Lasciamo perdere il fatto che la Pantacom abbia, come asserito, “la disponibilità di un’area immobiliare ubicata in contrada Cascioni”. Qui avranno utilizzato il concetto di “disponibilità dell’area”, come dire?, in senso lato. I terreni su cui dovrebbe nascere l’ecomostro, infatti, non sono ancora di proprietà della società a responsabilità limitata (e sottolineo limitata), né sarebbero stati nemmeno oggetto di compromesso, ma al massimo “optati” (ma in entrambi i casi, salvo errori dei visuristi, senza alcuna trascrizione). Inezie, quisquilie, pinzillacchere, bazzecole, per i tecnici comunali nostrani.

A questo punto, voi potreste darmi del pignolo e giustamente obiettarmi il fatto che Totò riuscì a vendere al turista americano la fontana di Trevi, ovviamente senza esserne il proprietario, e dunque non è il caso di sottilizzare più di tanto.

Al riguardo non mi rimarrebbe che alzare le mani e darvi ragione (ho detto darvi ragione, non darvele di santa ragione).

*

Ma le amenità convenzionali (della Convenzione, cioè) non finiscono qui. In un altro brano del poema troviamo quanto segue: “Gli obblighi assunti dalla società con la presente Convenzione vengono personalmente garantiti dall’Amministratore unico e legale rappresentante, sino al rilascio della polizza fideiussoria a prima richiesta di 80.000,00 euro (euro ottantamila/zero zero) rilasciata da primaria banca o compagnia assicurativa”.

Mei cojoni! Ripetiamo per i distratti e per sincerarcene: “Gli obblighi verranno personalmente garantiti dall’amministratore unico, eccetera”.

Ora un cittadino degno di questa dignità subito si chiederebbe: “E chi sarebbe costui? Che valore può avere la firma di garanzia personale dell’amministratore della Pantacom, magari anche in termini monetari, patrimoniali, finanziari, oltre che dialettici? Da quando in qua in un contratto con gli enti pubblici basta la parola? Che con molte probabilità è Falqui - o altro lassativo similare? E ammesso e non concesso che la Srl riuscisse ad ottenere una fideiussione di 80.000 euro, cosa si riuscirebbe a garantire con soli 80.000 euro, pari, signore e signori, ad appena lo 0,4% (zerovirgolaquattropercento) dell’importo preventivato, cioè un infinitesimo del cosiddetto investimento, in una parola: nulla?”

Con “80.000,00 euro di fideiussione a prima richiesta rilasciata da primaria banca o assicurazione” non si riuscirebbe a garantire nemmeno il costo di una ruspa di seconda mano, pronta a sbancare campo Cascioni, ma nemmeno le fondamenta del primo capannone o il carburante per l’inizio dei lavori, figuriamoci a risarcire il Comune di Galatina a fronte di eventuali (ma secondo noi certissimi) danni derivanti dall’opera e soprattutto dalla natura mentulomorfa del pensiero dei personaggi pubblici e privati in ballo.

Sorge il dubbio che qui quando si parla di garanzia per indole e formazione si abbia in mente soltanto l’avviso di.

*

Nel Comune di Galatina la parola garanzia risulta dunque bandita. Ma è in ottima compagnia.

Antonio Mellone
 
Di Antonio Mellone (del 13/10/2016 @ 23:11:21, in Eventi, linkato 3230 volte)

A Roma han detto finalmente di NO alle Olimpiadi del 2024. Quindi ora siamo liberi di organizzarne a bizzeffe ovunque, ma senza cementificazioni per invadenti “cittadelle dello sport”, senza indebitamenti di intere generazioni future e soprattutto senza mafie.

Ora. Siccome tutte le strade portano a Noha, il tedoforo con la torcia s’è deciso di venire ad accendere la sua fiaccola olimpionica proprio nel cuore della nostra cittadina.

La prima Olimpiade di Noha si terrà, dunque, domenica prossima 16 ottobre 2016 da mane a sera. Sicché la centralissima via Castello e il parco dell’antico maniero nohano si popoleranno di grandi e piccoli concorrenti nelle varie discipline di:

  • Corsa con i sacchi
  • Tiro alla fune
  • Calcio balilla
  • Tiri al canestro
  • Tennis da tavolo
  • Tiro ai barattoli
  • Lancio del giavellotto
  • Sfide a Dama
  • Palleggi
  • Calcio biliardo umano

Dopo le iscrizioni aperte a tutti, alle ore 11 inizieranno le prime gare di questa prima Olimpiade.

Le attività si protrarranno fino alle 13.00, orario d’inizio della doverosa pausa pranzo (al sacco).

All’interno del parco del Castello, all’ombra della torre e del ponte medievali, sarà allestita l’area pic-nic aperta a tutti, mentre i ragazzi dell’associazione del Presepe Vivente, come è loro solito, prepareranno pucce e panini imbottiti di leccornie salentine. Ma anche mortadella bolognese (eh, sì, quando si parla di giochi senza frontiere bisogna per forza andare oltre gli angusti ambiti provinciali).

Alle ore 15.00 riprenderanno i giochi olimpici e il resto dell’animazione con la colonna sonora della Musica Anni ’80.

Il programma olimpico prevede la consegna delle medaglie agli atleti dopo ogni gara. La salita sul podio è accompagnata dal canto dell’inno nazionale (ma quest’ultimo programma potrebbe registrare delle varianti a sorpresa).

*

L’occasione di questa straordinaria festa dello Sport è il battesimo della ASD NOHA CALCIO, la nuovissima squadra di calcio del Noha, che inizierà a disputare le sue partite in Terza Categoria a partire dal prossimo mese di novembre 2016. La festa è promossa e organizzata dall’omonima neo-associazione Sport Calcio Noha, dalla Parrocchia di San Michele Arcangelo, dall’Associazione Culturale Presepe Vivente “Masseria Colabaldi”, dalle Acli, da  Noha.it, dall’Associazione L’Altro Salento, e da tantissimi altri cittadini liberi e pensanti.

*

La bandiera della ASD NOHA CALCIO che garrirà ad ogni vento è un vessillo a due colori, composto da azzurro e bianco, a due bande verticali di eguali dimensioni. Mentre lo  stemma è un’ellisse con l’asse maggiore in verticale (ovale è anche la forma dello stemma cittadino, per dire), nove stelle di contorno (non poteva essere altrimenti: NOVE = NOHA), un diavoletto nero (la prima squadra di calcio del Noha era denominata appunto “I diavoli neri”) con in mano un tridente (simbolo delle tre torri nohane) pronto a infilzare un pallone (segno del globo terraqueo).

Durante le Olimpiadi entrava in vigore la “Tregua Olimpica”. Gli antichi greci la chiamavano ékecheirìa ed era un periodo sacro durante il quale cessavano tutte le inimicizie pubbliche e private, venivano abbassate le armi e salvaguardata la vita di chi si recava a Olimpia, e nessuno poteva essere molestato per gareggiare o per assistere alle gare. Siamo certi che la ékecheirìa, per l’occasione, si realizzerà anche a Noha.

Nella locandina della manifestazione campeggiano in alto il logo della ASD Calcio Noha e il nome della Parrocchia. Cos’è questo se non un bellissimo segnale di conciliazione tra il diavolo e l’acqua santa?

Antonio Mellone

 

Una scelta irrazionale, come può Ager pensare di far confluire i rifiuti organici degli Aro 6-7-8-11 della provincia nel sito di stoccaggio e trasferenza situato tra Galatone e Galatina ?
Quand’anche dettata dall’emergenza, non può essere certamente una scelta condivisa.
È una soluzione insostenibile per il territorio interessato e in particolare per le comunità di Galatina e Galatone, sia per la localizzazione dell’impianto molto vicino all’abitato e a numerose attività di ricezione turistica, che per la viabilità inadeguata e pericolosa, già oggi teatro di frequenti e gravi incidenti. 
Per questo, ponendomi al fianco del collega Sindaco Filoni, esprimerò formalmente e fattivamente, in ogni sede o modo, la mia contrarietà a questa soluzione. Da primo cittadino agirò  a tutela della sicurezza della comunità galatinese, a salvaguardia dell’ambiente e della salute degli abitanti il territorio. 
Allo stesso modo manifesto altrettanta contrarietà per le soluzioni che AGER sembra prospettare e che porterebbero i rifiuti da frazione organica del Salento, per essere smaltiti, al nord Italia o in altre regioni del sud, con un aggravio dei costi. Alla fine a pagare il prezzo più salato saranno i cittadini, ma anche i sindaci che, come sempre, saranno additati come coloro che aumentano i tributi. 
Da componente dell’ANCI Puglia mi farò portatore di un’istanza affinché, se a tali soluzioni si arriverà, il governo regionale individui una soluzione utile a evitare che i costi di questa “emergenza prevedibile” non gravino sui Comuni e sui cittadini.

Ufficio Stampa Marcello Amante

 

La decisione di lasciare l’incarico tecnico fiduciario di Assessore ai Lavori Pubblici, Sport e Politiche giovanili, assegnatomi tre anni e mezzo fa, trae origine da motivazioni di natura professionale e personale.

Un nuovo impegno professionale sopraggiunto e a cui non posso sottrarmi, mi terrà fortemente impegnato nei prossimi mesi. Per questo motivo è diventato sempre più complicato riuscire a conciliare, impegni professionali e privati con l’azione amministrativa efficace e continuativa che i settori di mia competenza meritano.

Fin dall’inizio del mio mandato è stata una mia prerogativa quella di seguire giornalmente gli uffici di cui mi sono occupato perché ritengo che il lavoro di squadra sia fondamentale per raggiungere i risultati sperati. Ho cercato sempre di esprimere grandi energie ed entusiasmo nel ruolo assegnatomi anche in virtù delle mie competenze professionali e in quest’ottica ho lavorato affiancando e sostenendo gli addetti ai tre settori. E’ stato per me un onore servire la comunità nella quale vivo.

Dei tanti impegni presi per Galatina alcuni sono stati portati a termine, altri sono stati ben avviati o sono state poste le basi per il loro avvio, pertanto, non essendo più le mie competenze tecniche strettamente necessarie, ritengo corretto lasciare l’incarico affidatomi. Sono certo che il nuovo assessore saprà e potrà lavorare in continuità con quanto fatto finora. Rimango comunque a disposizione fornendo la mia esperienza per portare a termine gli obiettivi che questa amministrazione può raggiungere. Ciò che fino adesso abbiamo fatto o quello che avremmo potuto fare lo rimetto al giudizio altrui.

Colgo l’occasione per rinnovare la stima nei confronti del Sindaco Cosimo Montagna, ringraziarlo per avermi dato l’opportunità di vivere un’esperienza molto impegnativa ma edificante e costruttiva e che mi ha permesso di venire a contatto con tantissime realtà e persone interessanti, con i loro problemi, aspirazioni e aspettative. Ho incontrato, ascoltato e collaborato con molte delle associazioni del territorio, grandi risorse per la nostra città.

Nel corso di questo periodo ho apprezzato le qualità del sindaco Montagna: l’impegno, la dedizione, la pazienza, la forza  per rappresentare un’intera comunità, e, in particolar modo, la professionalità e la dedizione che l’hanno portato più volte a sacrificare tempo e attenzione alla sua carriera, ma soprattutto alla sua famiglia, per il bene comune.

Un ringraziamento anche a tutti i consiglieri di minoranza e di maggioranza e gli assessori che mi hanno sostenuto nell’espletamento del ruolo politico – amministrativo. Mi lega a loro un sentimento di stima e amicizia.

L’attività di Giunta è stata sempre un lavoro di squadra portato avanti in un clima di grande disponibilità, collaborazione e trasparenza nel rigoroso rispetto della legalità e dell’interesse della comunità.

Ringrazio anche i dipendenti comunali e l’ufficio della Polizia Municipale, tutti secondo le loro competenze e disponibilità, mi hanno sempre coaudivato e consigliato al meglio. Un grazie particolare a tutta la struttura dei Lavori Pubblici, con loro ho condiviso strategie e visioni operative per fare il meglio. Il loro lavoro è una vera risorsa per Galatina. Il lavoro amministrativo per essere efficace deve sempre essere svolto in sinergia tra tutte le componenti amministrative e politiche della comunità.

In ultimo, ma non per ultimo, ringrazio tutto il Partito Democratico che mi ha sempre incoraggiato e stimolato alla risoluzione condivisa dei problemi.

Fare politica è un’esperienza faticosa ma entusiasmante, occorre lavorare per favorire la partecipazione di tutti i cittadini alla vita e alle scelte della comunità.

 

Di seguito riporto i più significativi interventi effettuati e lo stato di definizione degli stessi da giugno 2012 a gennaio 2016:

 

Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. I lotto funzionale

Importo progetto I lotto funzionale: 1.300.000,00 euro

Regione Puglia: 800.000,00 euro

Comune Galatina: 500.000,00 euro

LAVORI COMPLETATI al 100%

Inaugurazione Teatro effettuata il 28 novembre 2015.

Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. II lotto funzionale

Adeguamento funzionale torre scenica e utilizzo completo dei palchi.

Importo progetto II lotto funzionale: 800.000,00 euro

Regione Puglia: 800.000,00 euro

Lavori da appaltare e realizzare entro 2016.

Adeguamento e miglioramento rete fognatura bianca Rione Italia

Importo progetto: 700,000,00 euro

Finanziamento: Regione Puglia

LAVORI COMPLETATI al 100%

Scuole. Tutti gli istituti comprensivi. Poli 1, Polo 2, Polo 3

Interventi di manutenzione straordinaria scuole Galatina e frazioni

Importo totale progetti: 500.000,00 euro

Finanziamento: Comune di Galatina e Ministero

LAVORI COMPLETATI al 100%

Riqualificazione ed efficientamento Scuola Noha e aree adiacenti.

Importo progetto: 400.000,00 euro

Finanziamento: Regione Puglia. Importo da restituire in 10 anni senza interessi.

LAVORI COMPLETATI al 100%

Progetto di messa in sicurezza e rifacimento via Bianchini.

Primo di tre interventi previsti ognuno di 250.000,00 euro.

Importo progetto: 250.000 euro

Finanziamento: Regione Puglia (49%) e Comune di Galatina (51%)

LAVORI COMPLETATI al 100%

Progetto di pavimentazione stradale e pubblica illuminazione.

Importo progetto: 300.000,00 euro

Finanziamento: Comune di Galatina

LAVORI COMPLETATI al 95%

Progetto di riqualificazione Corso Porta Luce.

Rifacimento e riqualificazione di Corso Porta Luce, Sostituzione Illuminazione pubblica con Pali Artistici, Realizzazione Pista ciclabile, Rifacimento tappetino stradale, Nuovo rondò incontro via d’Enghien.

Importo progetto: 250.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

PROGETTO COMPLETATO AL 70%. I lavori riprenderanno nelle prossime settimane.

Progetto di riqualificazione via principessa Iolanda, via Caforo angolo piazza Alighieri, via Giuseppina del Ponte.

Importo progetto: 250.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

PROGETTO COMPLETATO AL 90%.

I lavori riprenderanno  nelle prossime settimane.

Progetto riqualificazione Ex convento Santa Chiara.

Importo progetto: 1.000.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

Procedura d’appalto dei lavori in corso.

Progetto di Riqualificazione basolato centro storico.

Importo progetto:  500.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

Gara effettuata e aggiudicata

Inizio lavori: I lavori inizieranno nelle prossime settimane.

Centro Polivalente viale don Bosco

Finanziamento: PIRU

Struttura inaugurata e utilizzata.

Palestra via Montinari

Finanziamento: PIRU

In attesa di essere concessa in uso.

Asilo Nido viale don Bosco

Finanziamento: PIRU

Lavori completati

Tra qualche settimana l’asilo di via Pavia si trasferirà al nuovo asilo di viale don Bosco.

Trasferimento Uffici Comunali presso l’ex Tribunale.

E’ stato svolto un grande lavoro di squadra per individuate le somme necessarie attraverso la devoluzione dei mutui e rendere possibile l’adeguamento degli ambienti dell’ex tribunale al fine di ospitare molti uffici comunali in un’unica struttura.

E’ previsto che entro il 2016 verranno trasferiti gli uffici LLPP, Urbanistica, Vigili Urbani, Suap e Ufficio anagrafe all’ex tribunale con un risparmio sulla spesa pubblica e un miglioramento del servizio per tutti i cittadini.

 

Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore SPORT:

Utilizzo delle palestre scolastiche comunali

E’ stato difficile coordinare e definire il calendario dell’utilizzo delle palestre scolastiche comunali, ma ogni anno con l’impegno e la volontà di tutte le società sportive si è definito il calendario di utilizzo  degli spazi sociali per lo sport.

Festa dello Sport 2014

La festa dello Sport “Sport Day 2014” ha visto la partecipazione di tante società sportive e di tanti ragazzi delle scuole degli istituti comprensivi. E’ stata una tre giorni di sport e partecipazione nello scenario della villetta San Francesco.

Festa dello Sport 2015

Festa dello Sport organizzata in collaborazione con SALENTIADI, le olimpiadi del Salento. Bellissimo evento sportivo interamente organizzato presso il complesso sportivo del Palazzetto dello Sport.

Green Olympic Games

Progetto che oltre a sensibilizzare sulla corretta separazione dei rifiuti per un ambiente migliore ha promosso i valori dello sport tra i più giovani.

Struttura Sportiva di Noha

La struttura sportiva di Noha ha ricominciato a vivere grazie all’impegno di alcune società sportive che l’hanno riaperta e ora quotidianamente è al servizio dei cittadini.

Patrocinio e contributi economici a varie iniziative sportive

E’ stato un piacere e un onore patrocinare numerosissime iniziative sportive tenutesi in questi anni. Un grazie va a tutte le numerosissime società sportive che iniettano energia positiva nel tessuto sociale alimentando lo spirito sportivo dei galatinesi.

 

Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore POLITICHE GIOVANILI:

Chiostro d’Estate. Estate 2012

Concerti, presentazioni di libri, convegni, spettacoli teatrali e musicali nella cornice del Chiostro dei Domenicani, scenario  suggestivo ed entusiasmante. Una serie di artisti e iniziative differenti, da Cesko degli Après la Classe al cantante folk milanese Andrea Labanca, passando per serate jazz, convegni, proiezioni di film d'epoca, dj set di artisti locali e il suggestivo concerto di Mino De Santis.

Festa della musica. Giugno 2013

Musica, cultura e arte. Queste le parole chiave della prima edizione a Galatina della Festa Europea della Musica. Dal 21 al 23 giugno 2012 sono stati tre giorni di musica tra rock, pop, hip-hop e musica popolare, presentazione di libri e una mostra di fumetti a cura di Lupiae Comix. Il tutto è stato realizzato all'interno del Chiostro del Palazzo della Cultura di Galatina e in piazza Galluccio. Tra i vari gruppi presenti alla manifestazione, I TOROMECCANICA e la GIOVANE ORCHESTRA DEL SALENTO, diretta da Claudio Prima. E’ stata notevole la presenza di giovani musicisti come i PLUG IN, CAMDEN TRIO, DYING PURPLE, T.GARAGE, SOOP & NINTAI e l’ORCHESTRA SPARAGNINA.

Ciclofficina sociale presso Mercato Coperto

Grazie alla collaborazione di alcune associazioni è nata all’interno del mercato coperto la CiclOfficina Sociale, spazio di socialità, incontro e condivisione. Un luogo dove promuovere la mobilità lenta e sostenibile, il riuso, il riciclo e la partecipazione attiva.

Mercato S…coperto,

Manifestazione realizzata all’interno dell’ex sede del Mercato Coperto in via Principessa Iolanda. Proposta rivolta al mondo giovanile della città che ha bisogno di spazi destinati alla socializzazione. L’iniziativa ha coinvolto le associazioni culturali della Città. L’iniziativa ha avuto lo scopo di rivitalizzare uno spazio di proprietà comunale in disuso, situato al centro della città e che già in passato è stato luogo deputato ad iniziative di partecipazione giovanile .All’interno dell’ex mercato coperto si sono svolti incontri d’autore, musica ed happening di discussione scientifica divulgativa.

Servizio civile nazionale

In tre anni più di venti ragazzi hanno lavorato presso il Comune di Galatina sviluppando progetti nei settori delle Politiche giovanili, Biblioteca Comunale, Museo e Ambiente. Il servizio civile è una iniziativa fondata sui principi della solidarietà sociale e vede i giovani i primi promotori del processo di partecipazione, in grado di trasformare una società in cui il cittadino è solo colui che riceve un freddo ed astratto servizio ad una società in cui tutti hanno la possibilità di essere attivi e socialmente utili.

Rassegna Giovanile NOTE A MARGINE

Note a Margine è stata una Rassegna “periferica” che ha avuto l’obiettivo di coinvolgere ed includere le Periferie della città come luoghi di riferimento alternativi e vitali, da un punto di vista non solo urbanistico ma soprattutto umano e sociale. Luoghi che spesso ispirano forme d'arte e   movimenti  sociali  rappresentanti  di un vero e proprio sottobosco multiculturale e multietnico,  un workinprogress costante e perpetuo, un laboratorio continuo. Spazi inespressi e inascoltati  da recuperare e trasformare, da aiutare ad emergere.
Con l'aiuto dell'associazionismo giovanile è stato scelto di selezionare alcuni “interlocutori d'eccezione” che grazie ai loro contributi hanno potuto affrontare il tema della periferia in luoghi prettamente periferici  attraverso dei  personali  approcci che spaziano dal  mondo della musica a  quello del cinema, dal  teatro alla letteratura, al cibo ai graffiti, dall’hip hop alla street art. La ciliegina sulla torta è stata l’opera regalata alla Città di diversi artisti di graffiti che hanno abbellito, con la loro arte, il muro della scuola di via Ugo Lisi.

Galatina, 22 gennaio 2016

Andrea Coccioli

 
Di Redazione (del 21/01/2016 @ 23:08:19, in Comunicato Stampa, linkato 2224 volte)

La sicurezza di 300 dei nostri figli è “FUORI SERVIZIO DAL 27 FEBBRAIO 2013

Una richiesta di aiuto e un’assunzione di responsabilità in quel pezzo di nastro adesivo appiccicato sotto l’idrante anti-incendio all’ingresso della Scuola Media di Noha.

Sindaco ed Assessori tutti “in altre faccende affaccendati” non vedono, non leggono e non sentono.

Sicurezza, prevenzione, legalità, responsabilità per tutti costoro, probabilmente, sono solo “paroloni ad effetto”, da utilizzare a convenienza in proclami propagandistici sui social network di moda.

Da circa tre anni nessuno ha sentito la necessità di intervenire per riparare (con poche centinaia di euro) un idrante fuori uso in una scuola comunale pubblica? La politica che per funzione deve programmare, vigilare e vivere il territorio che si amministra dov’è?

Galatina ridotta, oramai, ad una città transennata nella totale incuria della cosa pubblica; strade che sprofondano in un lento ma continuo degrado, cantieri abbandonati da mesi senza che se ne conosca il motivo, nuove strutture pubbliche inaugurate in pompa magna per poi essere chiuse ed abbandonate.

Questo è diventata Galatina!

Un’esagerazione? Per chi non vuol vedere forse si, ma chi la guarda con gli occhi del cittadino abituato a vivere la propria città nella quotidianità non può non denunciare.

La lista delle opere inaugurate ma inagibili e “fuori servizio” è lunga, val la pena far qualche esempio :

  • La piazzetta nei pressi della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, meglio conosciuta come Chiesa Immacolata, in pieno centro è stata inaugurata da mesi e mai resa disponibile; oggi si presenta transennata e “fuori servizio”, costringendo i ragazzi che vanno a Scuola a camminare pericolosamente sulla carreggiata stradale anziché, come dovrebbero, sul marciapiede;
  • La nuova palestra sulla tangenziale interna, inaugurata da mesi ma da sempre inagibile e “fuori servizio”;
  • L’asilo comunale realizzato in Viale Don Bosco, terminato da qualche anno ma inagibile e “fuori servizio”(mancano i bagni per bambini!);
  • Il nuovo Centro Polifunzionale, sempre in Viale Don Bosco, inaugurato ed aperto ma che allo stato è pericolosamente incompleto in alcune sue parti e certamente non può considerarsi in sicurezza;
  • Il Centro Polivalente di Noha da anni inaugurato, dichiarato agibile ma mai allacciato adeguatamente alla rete elettrica;
  • Il nuovo teatro Cavallino Bianco, inaugurato per una parte, ma per il suo utilizzo di volta in volta vi è la necessità di affittare un gruppo elettrogeno per alimentare la struttura (già risultano stanziate somme per adeguamenti !);

Che dire poi dei tanti lavori iniziati ed abbandonati che danno il senso del degrado in cui versa la nostra cittadina, oltre all'evidente disinteresse degli attuali amministratori :

  • L’Isola Ecologica che doveva sorgere “a giorni” già alcuni mesi fa nei pressi della Fiera, è abbandonata a se stessa e non si hanno notizie certe (gli ultimi lavori sono stati fatti in piena notte il 22 dicembre 2015);
  • Transenne in via Corigliano, transenne nel Centro Storico, transenne in Viale Santa Caterina Novella, transenne nei pressi della Chiesa di San Sebastiano, transenne in Corso D'Enghen, transenne sulla Villa comunale a circoscrivere un pozzo artesiano realizzato ed abbandonato.

Ribadiamo allora la richiesta : FERMATELI !

Il nostro rinnovato appello è per i Consiglieri Comunali di maggioranza, che sostenendo quest’Amministrazione, inevitabilmente si stanno assumendo nei confronti dei galatinesi ogni responsabilità per quanto è sotto gli occhi di tutti.

Galatina in movimento

novaPolis Galatina

Galatina Altra

Movimento per il Rione Italia

 
Di Redazione (del 13/04/2021 @ 23:07:27, in Comunicato Stampa, linkato 1052 volte)

Se i dati sono quelli pubblicati oggi a pagina 3 di Quotidiano di Puglia, Galatina ha un inverosimile primato. Occupa il primo posto nella classifica dei “furbetti” della provincia di Lecce che hanno ricevuto la somministrazione della prima dose del vaccino anticovid: sono infatti 771, su un totale di 1753 registrati nella nostra provincia, coloro che sotto la classifica di “Altro” sono stati ammessi tra le categorie con precedenza rispetto ad altre. Queste vaccinazioni sono state effettuate in 23 presso il P.O. S. Caterina Novella e  748 presso in nosocomio cittadino di Via Roma. Il medesimo giornale mette in risalto la circostanza che “Il numero più significativo è quello relativo all’Ospedale “Santa Caterina Novella” di Galatina con 748 vaccinati non riconducibili alle categorie degli operatori sanitari, del personale non sanitario, degli ospiti delle RSA, degli anziani, del personale scolastico e delle forze dell’ordine”. 

Una denuncia pesante e che si commenta da sola. Un uso massicciamente distorto da parte di chi doveva organizzare e controllare l’uso delle dosi vaccinali. Noi chiediamo, e lo chiedono anche i cittadini, al sindaco, Marcello Amante, e alla Direzione Sanitaria dell’Ospedale di fare luce su quanto accaduto, verificando gli elenchi e prendendo nei confronti dei responsabili i provvedimenti previsti e annunciati dalla Regione Puglia.

Così come sollecitiamo che si proceda con urgenza alla vaccinazione dei soggetti affetti da disabilità e ai loro più stretti assistenti. 

   PARTITO DEMOCRATICO 

  CIRCOLI DI GALATINA E NOHA

 
Di Albino Campa (del 07/07/2011 @ 23:01:46, in RadioInOndAzioni, linkato 3912 volte)

Eccovi di seguito un articolo a firma di Antonio Mellone sulla nostra 'RadioInOndAzioni' apparso sull'ultimo numero de "il Titano", supplemento economico de "il Galatino", n. 12 del 24 giugno 2012. Insomma W Interet Libero, W la libertà!

Il Titano La Puglia passerà al digitale terrestre entro la fine del corrente anno o al massimo entro il primo semestre del 2012. Questa bella notizia apprendiamo leggendo il calendario del passaggio al digitale. Tradotto in parole semplici vuol dire che per poter guardare i programmi della televisione saremo costretti – come hanno fatto o faranno anche in altre regioni – a riempire le nostre case di alcune scatole chiamate “decoder” da collegare in qualche modo all’apparecchio televisivo. Senza questo decoder le nostre televisioni (a meno che non siano acquistate in tempi recenti con il marchingegno incorporato) diventerebbero un semplice soprammobile.

Fonti più che attendibili ci informano che il digitale terrestre di fatto è un digitale sottoterrestre (o extraterrestre: cioè roba dell’altro mondo), in quanto si tratta di un vero e proprio ferrovecchio, una tecnologia obsoleta morta e sepolta ma temporaneamente risuscitata dall’endemico italico conflitto d’interessi che sembra avere quale obiettivo precipuo quello di far fare i soldi a chi i soldi li ha già: in questo caso i proprietari (più ricchi) delle vecchie reti televisive. Il tutto a discapito dell’innovazione vera, della democrazia e della libertà d’informazione.

Per fortuna la realtà supera l’immaginazione al potere, e il futuro prima o poi arriva. Per fortuna, cioè, a prescindere dalle scelte politiche sceme, c’è una realtà che non vuol perder tempo, che va per conto suo, e soprattutto contro l’archeozoico vento sinistro degli insipienti e gli ottusi. E questa realtà è un mondo in fermento, ricco di idee e di persone libere, pronte a cavalcare le punte più avanzate della comunicazione non allineata attraverso l’utilizzo di una tecnologia che non potrà più essere fermata, tanto meno da un decreto ministeriale.

C’è una tecnologia che invece sta crescendo a ritmi esponenziali (almeno in altre parti del mondo non tanto distanti dal patrio Jurassic Park), ed è la connessione ad Internet.

In rete si possono vedere già da oggi, anzi da ieri l’altro, centinaia di canali televisivi: a condizione che la linea arrivi, che sia veloce e che abbia un costo ragionevole. L’Italia purtroppo sembra relegata ad uno degli ultimi posti quanto a connettività (a momenti la Libia ha più connettività di noi), visto che le suddette tre condizioni necessarie non sono pienamente realizzate, e questo per precise scelte strategico-politiche volte a trasformarci tutti in pecore mute da tosare in tranquillità e possibilmente con il sottofondo della voce del padrone.

Mentre in altre parti del mondo si studiano “ponti unici di comunicazioni”, come sta cercando di fare Microsoft con l’integrazione in Skype di molte piattaforme (MSN, Lync, Hotmail, Outlook, Exchange…), in Italia stiamo perdendo terreno, tempo e denaro con il digitale terrestre e con i decoder. Ma tant’è.

Per fortuna la realtà supera l’immaginazione al potere, e il futuro prima o poi arriva. Per fortuna, cioè, a prescindere dalle scelte politiche sceme, c’è una realtà che non vuol perder tempo, che va per conto suo, e soprattutto contro l’archeozoico vento sinistro degli insipienti e gli ottusi. E questa realtà è un mondo in fermento, ricco di idee e di persone libere, pronte a cavalcare le punte più avanzate della comunicazione non allineata attraverso l’utilizzo di una tecnologia che non potrà più essere fermata, tanto meno da un decreto ministeriale.

Queste persone non bisogna rintracciarle a “Chi l’ha visto?”, né dall’altra parte del globo, ma vivono e operano accanto a noi. Per accorgersene basta aprire gli occhi e magari connettersi in rete.

Uno dei protagonisti della locale rivoluzione cultural-tecnologica in corso è il mite ma determinato nostro concittadino Tommaso Moscara. Il quale, non pago dell’esperienza non semplice di aver dato i natali e linfa continua al cliccatissimo sito www.galatina2000.it, luogo ormai topico di incontro e di dibattito della Galatines’ community, s’è messo in testa anche di “fare la radio”: la neonataRadioIndOndAzioni(d’ora in poi Radioinondazioni).

Radioinondazioni non è una radio come le altre tradizionali che trasmettono con le frequenze in FM. Radioinondazioni – ascoltabile su Galatina2000.it e su Noha.it e sicuramente su altri siti sui quali è stata “importata” – è una web-radio, cioè  una radio on-line che permette agli utenti di tutto il mondo di collegarsi per ascoltare in streaming musica e pensieri trasmessi dal computer di un altro.

Moscara ha pensato bene che fosse ora di inondarci di novità a partire da Galatina, la bella addormentata nel Salento, e ha dato vita ad una radio che non è un juke-box senz’anima e a basso costo (i veri costi di una web radio sono il tempo da dedicarle, la determinazione, e la voglia di mettersi in gioco) ma un cuore vivo e pulsante, un collettore dinamico di arte dei suoni e informazioni, un marchingegno che ricorda il tempo rivoluzionario di trenta e passa anni fa, quello delle radio libere (di cui Tommaso sembra aver sempre avuto il pallino).

La prima web radio di Galatina, dunque, è un microcosmo che sta interessando una crescente fetta di pubblico giovanile (giovani di tutte le età, s’intende) grazie anche a quell’aggregatore di ascolti e moltiplicatore di social network che è Facebook, acceleratore di particelle di questa bellissima neorealtà. Sono questi i passi che porteranno anche in Italia il fenomeno che da tempo si registra negli Stati Uniti: cioè il sorpasso degli ascolti delle radio “solo web” su quelli delle radio in FM.

In un futuro non tanto lontano non ci si collegherà alla web radio soltanto stando seduti a tavolino con il computer (e internet) acceso, ma anche in mobilità, tramite I-Phone e altri apparecchi da casa, in auto, e persino in spiaggia, anche senza il bisogno di accendere il computer.

Nella neonata Radioinondazioni s’è voluto addirittura strafare con le novità. Ci sono dei programmi originali ed in diretta come il “Tutti pazzi per la radio” in cui la creatività di alcuni ragazzi straordinari di Galatina si manifesta in forme finora considerate inedite; ci sono programmi culturali di approfondimento sui libri, come quello condotto da Michele Stursi addirittura da Pisa (per una web radio lo studio è il mondo, nel senso che si può avere un ospite “in studio” anche a mille e passa chilometri di distanza); c’è ancora il programma “il Lunedì” condotto da Francesca dalla bella voce e soprattutto dalla dizione finalmente non marcatamente paesana, anzi attenta all’ortoepia, cioè alla corretta pronuncia delle singole parole, e dei suoni della lingua, ma anche alla forma e alla terminologia.

Sì, ci sia consentita questa breve digressione: la radio è una palestra per gli speaker e fare una radio glocal come questa che ha l’ambizione di travalicare gli angusti “confini provinciali” significa anche migliorarsi prestando attenzione all’accento, alla dizione ed alla cadenza, che nei limiti del possibile dovrebbero essere senza pesanti o meschine inflessioni (benché il nostro salentino non presenti intonazioni enormemente difformi da quelle della lingua nazionale). E finanche a Galatina s’inizia ad abbandonare il “carzilarghismo” per prestare finalmente attenzione alla rotondità del linguaggio studiato e connaturale insieme e alla ricerca di una cadenza che non stanchi e che non aberri dalla caratteristica modulazione della lingua italiana. Punto.

Non si può, infine, non citare “Quello che le donne non dicono”, il programma con la musica che si crea addirittura dal vivo. È la trasmissione-spettacolo condotta per due ore di seguito ogni venerdì a partire dalle 19.30 dalla pittrice Paola Rizzo, in diretta dal suo studio d’arte ubicato in Piazza Castello a Noha (e ritrasmessa in replica in altre giornate ed orari). Qui, di volta in volta, viene invitata una band emergente per live acustici in studio, come ad esempio i Rino’s Garden, gli Indi-Ka, i Muffx, gli Adria, i Camden, Gigi Cinto, i Ghigni Five, i Toromeccanica,  gli Shotgun, i Jack in the head, e tanti altri ancora. È incredibile la grinta e l’alto livello professionale di questi giovani gruppi dalla firma per lo più anglofona: il che la dice lunga sull’orientamento culturale prevalente.

Radioinondazioni è una radio giovane, alle prime armi, ma con tanta voglia di crescere e di trasmettere musica e programmi, anche di nicchia. Non avendo l’assillo dello share, infatti, su Radioinondazioni si potrebbe perfino parlare di filosofia o di matematica o di diritto o di beni culturali o di educazione civica, insomma di materie che – solo ad evocarle – potrebbero provocare l’urticaria da allergia alla massa dei grande-fratello-dipendenti.

Radioinondazioni ha molta strada da percorrere e, a detta del suo fondatore e dei suoi amici collaboratori, c’è ancora tanto da fare e migliorare, per esempio nella puntualità dell’inizio dei programmi o nell’organizzazione o nella pianificazione del palinsesto o in dettagli tecnici che talvolta hanno fatto registrare fastidiosi fruscii in cuffia soprattutto nel corso di qualche concerto dal vivo… Ma, a pensarci bene, questi sono lussi che Tommaso Moscara può permettersi. Questo coraggioso pioniere, infatti, ha il torto ed il merito di aver fatto la prima web radio nella storia di Galatina.

 
Antonio Mellone
 

Il primo settembre del 1920, otto pionieri fondatori - cui si aggiunsero immediatamente i primi trenta soci ordinari - diedero i natali al Circolo cittadino di Noha. Dopo aver approvato lo statuto all’unanimità, ne inaugurarono la sede in due ampi locali con volta a botte al piano terra del “fortissimo Castello di Noha, posto in forte loco”. Tutti si strinsero le destre e bevvero un bicchiere di vino locale alla salute del novello sodalizio, ripetendo nei loro prosit la frase attribuita a Giulio Cesare dal suo biografo Svetonio: “Alea iacta est” (il dato è stato lanciato): questo motto, insieme allo stemma civico delle tre torri, e ad altre immagini allegoriche, fu effigiato in un bel quadro da Michele D’Acquarica (1886 – 1971), che da quel dì ha campeggiato solenne nella diciamo aula magna dell’associazione, oltre che sul suo vessillo. 

Fu denominato Juventus, questo cenacolo, vale a dire la Gioventù, senza alcun riferimento né alla squadra di calcio (la quale, benché fondata nel 1897, era allora sconosciuta perfino agli Agnelli), né alla prosopopea fascista (ché i suoi apologeti, più o meno consapevoli, sembrano più numerosi oggi di quelli di cent’anni fa): ma sin da subito fu da tutti conosciuto come il Circolo. Quando si dice l’antonomasia. 

All’epoca regnava ancora casa Savoia nella persona di re Vittorio Emanuele III (e non si capisce perché l’odonomastica da nord a sud sia ancora così indulgente con il sovrano “sciaboletta”); il presidente del consiglio era Giovanni Giolitti, mentre al di là del Tevere indossava la tiara di pontefice massimo Giacomo Paolo Giovanni Battista della Chiesa che la cristianità cattolica onorò con il nome di Benedetto XV. Sulla cattedra di Nardò, cui la chiesa particolare di Noha apparteneva fino al 1988, sedeva il biscegliese Nicola Giannattasio, intanto che sindaco di Galatina era il dottor Vito Vallone, medico del popolo, dimissionario nel 1923, quando ormai il fascismo aveva preso piede, e ben altre famiglie alto-borghesi, come i Bardoscia, i Venturi, e il ramo di Domenico Galluccio avevano in pugno città e frazioni.

L’arciprete di Noha – che allora annoverava poco meno di 2000 anime -  rispondeva al nome di don Vito Antonio Greco (parroco, costui, del rifacimento della facciata della matrice di San Michele Arcangelo, inaugurata nel 1901), coadiuvato da don Pippi Piscopo, don Ippazio Apollonio e don Isaia Blago e, a partire proprio dal 1920, anche da don Paolo Tundo, suo sostituto ed economo curato, poi monsignore, che gli succederà nell’archipresbyteratus nohano nel 1934. 

Il Novecento fu un secolo così breve che non basterebbe un’enciclopedia intera per abborracciarne una sua pur stringata epitome. Ma non si può omettere il fatto che il 1920 fu l’ultimo anno della Spagnola (iniziata due anni prima), definita dagli storici come la più grave forma di pandemia dell’umanità, più mortale della peste nera del XIV secolo. Nonostante tutto, codesti soci coraggiosi, stanchi di “peste fame et bello”, decisero di dar vita a un diciamo assembramento, e questo fu così solido e longevo che proprio oggi taglia il nastro del secolo di vita.

Del ventennio fascista e del tramonto della libertà cittadina non è il caso di parlarne oltremodo (tanto chi sa sa, mentre chi non sa crede agli asini volatili e vota di conseguenza), ma sul tema non posso non uscirmene - sperando non mi si tacci di ermetismo - con uno degli epigrammi del Manzoni, ma al rovescio, e cioè dal manzoniano: le cappe che s’inchinavano ai farsetti al melloniano: all’orbace s’inchinava la lana di capra (capre che, sopra o sotto i palchi dei comizi, erano e sono tuttavia ancora maggioranza).       

La Storia (come la natura) non fa salti, ma grandi falcate sì, sicché tra sopruso e manganello, il duce e i suoi ducetti portarono l’Italia in guerra: la seconda mondiale. Noha, che dopo la prima non s’era mai ringalluzzita (nonostante appunto i Galluccio, o forse anche a causa loro), ripiomba nello sconforto e nella miseria determinati anche dalla partenza verso il fronte prima e verso la prigionia poi delle sue braccia più forti e delle sue menti più vivaci, forse le migliori, certamente le più giovani. Il Circolo ne risente eccome, e in questo periodo, come molte altre istituzioni, più che vivere sopravvive.

Gli anni ruggenti a Noha iniziano finalmente nel secondo dopoguerra. Si riprende l’agricoltura (che era, e non potrà che esser sempre il settore primario, quello senza il quale nessuno di noi esisterebbe), la pastorizia, l’allevamento, l’artigianato, la piccola industria (vinicola, conserviera, la fabbrica del Brandy), e ovviamente il micro-commercio, e quindi di pari passo anche il numero degli iscritti al Circolo cittadino.

Le regole del circolo prevedono la laicità, ma nel senso più ampio del termine, soprattutto nel senso dell’apartiticità, per cui s’è spesso ripetuto: “Qui non si parla di politica” (che poi è il modo migliore per parlarne quasi sempre), onde le discussioni avvenivano in gruppo, spesso seduti a ronda, magari afferrando una sedia per la spalliera e girandola in modo da sedersi con il petto contro la stessa spalliera (come fa nella foto il piccolo Simone).

Nei primissimi anni del secondo dopoguerra si sottoscrive l’abbonamento alla Gazzetta del Mezzogiorno, e non era infrequente la sua lettura ad alta voce, con conseguente commento di alcuni brani. Quasi di pari passo si acquista una bella radio nuova di zecca: una scatola di legno enorme con i riquadri luminosi e i nomi delle stazioni (Milano, Stoccarda, Vaticano, Istanbul…), gialli per le onde medie, rossi per le onde corte e verdi per le lunghe. La radio trasmetteva musica operistica, ovviamente la melodica, le commedie e il giornale radio e, fin dai primissimi anni ’60, “Tutto il calcio minuto per minuto” che teneva incollati letteralmente all’apparecchio tifosi e giocatori di schedine.

La TV a 27 pollici non tarderà ad arrivare, e con lei per fortuna anche un abbonamento pluriennale a L’Espresso (quante Bustine di Minerva di Umberto Eco ho letto da piccolo, allorché mio papà Giovanni mi dava “lu ‘ntartieni” in quel circolo di cui era socio – oggi, pare, il più anziano).

A proposito di televisione non si può non menzionare “Alla conquista del west”, la serie televisiva americana andata in onda nel 1979 che riempiva il salone di soci e loro accompagnatori fino all’inverosimile con l’epopea della famiglia Macahan [leggi Mechèin, ndr.], il cui capostipite Zeb “Mechèin” veniva da tutti appellato (ormai famigliarmente) Zi’ Micheli.

Insomma, mentre oggi gli uomini sembra non smettano di inventarsi nuovi metodi per vedersi quanto meno è possibile (dai social network al lavoro da casa), i soci del Circolo cittadino sentivano invece il bisogno quotidiano di incontrarsi, guardarsi negli occhi, raccontarsi le storie, parlare di campagna, di vino e di tabacco, e magari di scambiarsi i semi delle piante migliori, e perché no d’estate degustare insieme qualche bella fetta di Mellone.

Da un paio d’anni, il circolo cittadino ha lasciato la sua sede storica per trasferirsi in un’altra più piccola proprio in piazza San Michele, a poche decine di metri dalla precedente. Il suo nuovo presidente, nella persona di Antonio Idolo (Papa ‘Ntoni), sogna il ritorno in massa dei soci, pronti, come allora, a discutere di fatti, a giocare a carte e a scacchi, a solidarizzare e ad abbracciarsi anche nei momenti tristi (come la dipartita di un socio o di un suo famigliare, allorché, prima di questo virus, la bandiera del circolo era la prima a sfilare in corteo): in breve, spera, e noi con lui, nella fine di questa, purtroppo ancora in corso, terza guerra mondiale.

* * *

Ai soci era sufficiente esserci, e non era necessario fare chissà quali discorsi, ché le parole a Noha, specie in passato, non si sono mai sprecate. Si racconta che una volta, al rinnovo di un consiglio direttivo, il presidente Gerardino Specchia invitasse il neo-eletto vice presidente Ninetto (la buonanima di Santo D’Acquarica, titolare del bar di piazza San Michele) al tavolo della presidenza per un “breve intervento di ringraziamento”. Orbene, Ninetto, si alza in piedi, prende il microfono, ci soffia dentro, dà due colpetti sulla capsula per provarne il funzionamento, un rapido sguardo alla platea, raccoglie i pensieri, prende fiato, e con la sua voce tonitruante, fa: “Crazzie!”.

Fine della dissertazione. Applausi.

Antonio Mellone

 
Di Albino Campa (del 05/01/2011 @ 22:58:20, in Comunicato Stampa, linkato 3766 volte)
Come da programma, la sera del 2 Gennaio del 2011 a Noha, nella stupenda sala settecentesca adiacente al bar Settebello, appartenente al complesso del Palazzo Plantera (ex masseria Congedo – cfr. D’Acquarica Marcello, “I beni culturali di Noha”, Edizioni Panico, 2009), si è svolta la serata indetta da “I Dialoghi di Noha” sul tema:  Ma in che paese viviamo?
Nonostante l’evento abbia avuto corso in concomitanza di molte altre manifestazioni svoltesi sia a Noha che a Galatina, compresa la penultima serata di apertura dello stupendo Presepe vivente della Masseria Colabaldi, non è mancato l’afflusso degli invitati, i quali sono rimasti tutti entusiasti dell’iniziativa de L’Osservatore Nohano. In particolar modo è stato lodevole il ringraziamento del professore Egidio Zacheo, ospite principale della serata, il quale ha manifestato il desiderio di essere nuovamente invitato ai nostri prossimi progetti culturali.
Oltre al confortevole e spettacolare ambito della sala, coadiuvato da un ottimo impianto di audio-video, il programma ha tenuto alta l’attenzione di tutti gli invitati per via dei contenuti dell’argomento trattato e per l’ausilio dei tre video proiettati.
 
Lo staff del sito www.noha.it ed i soci de L’Osservatore Nohano ringraziano in modo particolare il nostro concittadino sig. Salvatore Coluccia, per aver concesso l’utilizzo della magnifica sala finemente ristrutturata e valorizzata in ogni suo dettaglio architettonico.

(guarda la photogallery della serata)

 
Di Antonio Mellone (del 02/02/2017 @ 22:57:43, in NohaBlog, linkato 2328 volte)

Ricapitolando in maniera lapidaria e granitica.

1) Una tizia inglese piena di soldi [tutti da dimostrare: ma magari li richiederà alla banca Etruria di turno, ndr.], venuta a conoscenza di un ameno posto del Salento chiamato Sarparea nei pressi di Sant’Isidoro di Nardò, avrebbe intenzione di colare in mezzo ai suoi ulivi monumentali un nuovo villaggio turistico di una settantina di ville più hotel extralusso, spendendoci 70 milioni di euro (dico set-tan-ta-mi-lio-ni) o giù di lì.

2) Un’orda di impresari e costruttori assistiti da un’accozzaglia di agguerritissimi studi associati di ingegneri, architetti, geometri, legulei e altri guastatori, prepara le solite slide renziane, degne del migliore “Sblocca-Italia”, al fine di convincere gli allocchi circa la bontà dell’eco-resort [se ci metti il prefisso “eco” prima di ogni spazzatura ti sembrerà tutto più pulito, ndr.]. E ci riesce benissimo.

3) Un sindaco, pare pure fasciocomunista, dice una cosa in campagna elettorale per poi fare esattamente l’opposto una volta assiso sulla poltrona di primo cittadino [tanto poi basta l’intitolazione dell’aula consiliare a Renata Fonte per stare apposto con la coscienza, ndr.].

4) Un Quotidiano raccoglie eco-balle e le pubblica come fossero notizie.

Nello spot Quotidiano odierno, per dire, il suddetto giornale, gongolante come non mai, titola a caratteri cubitali: .

Ma certo, come no. Chissà quale facoltà scientifica avranno frequentato gli economisti per caso di questa “importante e antica associazione di operai e artigiani, anche edili”, che dico, accademia dei lincei, di più, della crusca, per formulare apprezzamenti su tutta ‘sta roba, inclusi “i risvolti occupazionali”.

Sentite cosa dicono codesti “spettatori partecipi” [sic] a proposito della novella Oasi naturalistica però con l'aggiunta di una settantina di ville, più albergo, più strade, parcheggi, e, perché no, rotatorie [ma sì, quante più strade e rotatorie fai più occupazione crei, ndr.]: “ […] mettere in moto un’idea di turismo di questo genere [fosse solo un’idea sarebbe poco il male, ndr.] permetterà di aprire nuovi orizzonti lavorativi [e te pareva, ndr.] per la nostra città [peccato per gli orizzonti veri, quelli che verranno ostruiti dallo skyline di una settantina di ville + pensione di lusso, ndr.] […] perché si sta acquisendo sempre più consapevolezza che nel rilancio del nostro patrimonio naturale vi è la chiave per la ripresa della nostra economia [uhahahaha. Capito dov’è dunque questa chiave della ripresa? Ma ovviamente nel rilancio del nostro patrimonio naturale da coprire con una bella villettopoli. Tanto, come pensano quelli della società operaia, gli ambientalisti voltagabbana e una pletora di neritini assisi sui loro comodi Divani & Divani, visto che la zona è già degradata per via di una moltitudine di case, magari irregolari, tu, per riqualificare il tutto, mica abbatti le costruzioni abusive (macché: è peccato) ne fabbrichi invece delle altre con mattoni, cemento e asfalto però con tanto di autorizzazione, così fai la media del pollo di Trilussa e il degrado si dimezza. Semplice, come una betoniera.

E’ proprio vero che se da certi giornali togli la merda ti rimane giusto la carta.

P.S. Ci mancavano giusto gli inglesi e gli altri lanzichenecchi da riporto a martoriare questa terra e questo mare, quando invece bastiamo e avanziamo noialtri. Sì, noi saremmo capaci in quattro e quattro otto di far diventare malviventi, criminali e fuorilegge perfino certe razze di pesci.

Come la famosa Sarpa rea.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Pepe (del 26/05/2016 @ 22:57:38, in Comunicato Stampa, linkato 2157 volte)

Touché !

Senza scomodare i Santi ci affidiamo al più terreno pensiero dei fanti.

Può una legittima richiesta, da  Consiglieri Comunali di minoranza nella funzione del loro mandato, ad affrontare una questione che rischia di affossare l’Amministrazione cittadina che già da mesi è quasi pre-commissariata dalla Corte dei Conti, essere causa di cotanta irritazione?

La reazione stizzita del segretario cittadino pro-tempore del PD galatinese la dice lunga sul clima che si respira da quelle parti. La necessità del Sindaco di riepilogare in ordine alfabetico quanto realizzato (in quattro anni si è giunti solo alla lettera “ j” ?) la dice altrettanto lunga sullo stato della maggioranza, a proposito di “apertura di campagna elettorale”.

Ripetere come un disco rotto quanto già nel 2012 scompostamente urlato dal Sindaco dalle parti di Palazzo Orsini, allorquando gli si fece notare in Consiglio Comunale che, dopo averla “ politicamente gestita” sin dal 2006, allungando la durata di vita della Centro Salento Ambiente, giunta a naturale scadenza statutaria, la sua amministrazione e la maggioranza tutta ne assumeva, ancor più e ufficialmente, a pieno titolo la paternità, evidenzia una carenza di scuse e una totale assenza di argomentazioni.

In questi lunghi anni di gestione il Partito Democratico galatinese ha visto molti degli attuali amministratori coinvolti in più ruoli (Sindaco, assessore, consigliere comunale, presidente CSA, consigliere d’amministrazione). Eravate quasi tutti lì e potevate rivoltarla come un calzino ma la avete usata come e più di tanti altri.

Mostri non si nasce, lo si diventa magari frequentando cattive compagnie.

La verità, quando palesemente evidente, a qualcuno fa male ma tant’è.

Con umana comprensione per l’imbarazzo di chi oggi, in pieno conflitto d’interesse, da segretario del Partito Democratico di Galatina deve almeno provare ad abbozzare una difesa d’ufficio del suo operato e di quello del suo partito, e di un Sindaco che si è visto sconfessare tout court dalla quasi totalità dei Consiglieri del suo medesimo partito.  

Evitiamo di dar seguito ad illazioni e ci asteniamo dal partecipare al teatrino dell’offesa ad personam che non ci appartiene. Oramai il gioco, funzionale solo a creare azioni di “distrazione” per non entrare nel merito dei problemi creati, è improponibile.

Con maggior fermezza ritorniamo allora a chiedere al Sindaco Montagna ed alla sua maggioranza, se ancora sono nelle condizioni di farlo, a dare prova di “consistenza”;  per i resoconti ci sarà modo e tempo (sulla durata rivolgersi al “gruppo misto”) anche perché la didascalica enunciazione delle ”opera svolte” (scordandosi per la fretta alcune  “importanti” vedi fallimento fiera) in più punti appare un’assunzione di responsabilità e non certo opera meritoria.

Nel candidarsi a governare una cittadina complessa come Galatina è implicito dover predisporsi ad affrontare e risolvere problematiche e a dare nuovi impulsi, addurre oggi giustificazioni è un tentativo di voler coprire le proprie sconfitte nell’azione amministrativa svolta. Ai cittadini galatinesi il giudizio.    

Ringraziamo infine il segretario cittadino del PD per l’attenzione dimostrata, ma… #staisereno, l’odore di “bruciato” che sente non viene dalle nostre parti, piuttosto, si guardi attorno.

Galatina (Le), lì 25.05.2016

I Consiglieri Comunali

Marcello P. Amante

Antonio Pepe

 
Di Antonio Mellone (del 06/03/2014 @ 22:56:32, in Compostaggio, linkato 4081 volte)

Leggendo i comunicati stampa stilati dalla Roberta sul tema del compostaggio, il primo dubbio che salta in mente è: ma questa ci è o ci fa? E considerato che i suoi compagni di merende a palazzo Orsini non battono ciglio (e a dire il vero nemmeno i membri mosci della sedicente opposizione) possiamo qui tranquillamente chiederci, includendoli tutti insieme appassionatamente: ma questi ci sono o ci fanno?

*

In uno dei suoi interventi così scrive la vice-sindachessa sui siti di Galatina e dintorni: “Come annunciato [dalla stessa infallibile papessa, ndr.] il Comune di Galatina ha formalizzato la sua candidatura ad esser sede di un impianto di compostaggio, con lettera del 15.2.2014 inviata al Presidente dell'ATO Lecce, dott. Paolo Perrone [toh guarda, chi non muore si rivede: uno dei più illustri esponenti della famiglia proprietaria della Pantacom srl, quando uno dice il caso]. Con tale comunicazione il Comune [per favore, la prossima volta, dopo la parola Comune aggiungete l’espressione “tranne uno: Antonio Mellone”, che a questo punto sta seriamente pensando di cancellarsi dall’anagrafe cittadina, ndr.],  ha espresso, in linea con quanto previsto nel Piano Regionale dei Rifiuti, la volontà di realizzare sul proprio territorio un impianto di compostaggio integrato, che comprenda cioè sia la fase anaerobica che quella aerobica” [ma sì, mettiamo tutto insieme, non facciamoci mancare nulla, se è festa è festa per tutti, ndr.].

*

Poi uno per farsi un’opinione prova a leggere “il Quotidiano di Lecce”, e si mette l’anima in pace. E sì, perché il lettore, poveretto, in quell’accozzaglia di carta, almeno nella pagina in cui si parla di Galatina, cosa ti trova? Ma ovviamente il riporto del comunicato-stampa della Roberta (con la sua bella foto sorridente - sempre quella) già apparso sui suddetti siti internet. Sì, signora mia, qui pare funzioni così: il giornalista-pubblicista-nostrano, anziché fare il cane da guardia dell’informazione (come richiesto dai manuali), sembra scodinzolare a destra e a manca come un qualsiasi cane da passeggio o da riporto. Con un bel copia-incolla, un po’ di virgolette e qualche frase a casaccio – e, già che c’è, allegando pure l’asserzione di qualche politico della sedicente oppositore - ti confeziona in quattro e quattro otto un bell’articolo-sandwich, pronto per l’uso promiscuo.

Peccato che il malcapitato lettore (ma certe volte uno se le cerca: ma cambi quotidiano, no?) scorrendo quelle locuzioni non ci capisca una beneamata mazza, e soprattutto non sia spinto a chiedersi se tra le righe dei comunicati di volta in volta scodellati urbi et orbi si nasconda qualcosa d’altro, come, per esempio, delle incommensurabili stupidaggini. Ma sai, ci sono giornalisti e “giornalisti”: i primi, senza virgolette, sempre più rari, di inchiesta; gli altri, con le virgolette, da siesta.

*

Ma se uno si studia ben bene le carte (diciamo che lo dovrebbe fare ogni cittadino degno di questa carica), si documenta, chiede informazioni agli amici, magari tra i ricercatori universitari (nelle facoltà di Chimica, di Agraria, di Ingegneria, per dire), oppure effettua delle ricerche un po’ più oculate in internet, capisce che qui c’è qualcosa che non quadra, e che soprattutto c’è poco da scherzare.

*

Intanto diciamo che il sistema aerobico e quello anaerobico - per il trattamento della frazione dell’umido dei rifiuti da trasformare eventualmente in fertilizzante - sono due cose diametralmente opposte [ma la Roberta vorrebbe farle tutte e due contemporaneamente, integrandole, ndr].

L’aerobico degrada la sostanza organica in modo, diciamo così, naturale, senza produrre gas combustibili. Questo sistema, se utilizza sostanza organica derivante da raccolta differenziata spinta, fatta per bene, produce fertilizzante ottimo per l’agricoltura, sotto forma di compost di qualità. Ma per questa roba non ci sarebbe il bisogno di creare un mega-impianto da 30.000 tonnellate. Solo i pazzi o i criminali auspicherebbero una cosa del genere [quindi si farà certamente qui da noi, ndr.]. Nei paesi dell’Europa del Nord, per dire, si usa compostare la materia organica a livello micro, di quartiere o al più di comune, e non macro con la creazione di ecomostri inutili, dannosi e costosi, come quello che si vorrebbe impiantare in chissà quale area del Comune di Galatina.

L’anaerobico, invece, agisce per lo più a caldo (azionando delle pompe di calore), e produce metano ed altri gas di scarico (dai quali i nostri amministratori, attraverso cogeneratori, pensano di ottenere energia termica, elettrica e soprattutto “pulita” – come se qui in Puglia non producessimo già quattro volte tanto l’energia di cui necessitiamo, con tutte le centrali elettriche che ci circondano: dal fotovoltaico all’eolico, senza considerare Cerano e compagnia bella. Volete scommettere sul fatto che questi per convincerci ci racconteranno pure la favola della riduzione del costo della bolletta energetica?). E poi con l’anaerobico bisogna per forza ragionare in termini di 30.000 tonnellate di rifiuti. Se fosse inferiore questo tonnellaggio il marchingegno rischierebbe di incepparsi.

Ma l’anaerobico, oltre ai gas, produce anche “percolato” (vocabolo derivante da per-colare, è intuitivo), una porcheria liquida che inquina il suolo e la falda acquifera per molti moltissimi anni.

Ma i danni non finiscono mica qui: il rifiuto esausto dell’anaerobico, poi, si fa finta di “stabilizzarlo” con l’aria (con successivo processo aerobico) al fine di ottenere un prodotto che in maniera truffaldina viene ancora una volta definito “compost”, ma che invece è una roba di infima qualità, o comunque di gran lunga inferiore al compost aerobico. Il più delle volte gli scarti di questo tipo di “compostaggio” sono dei nuovi rifiuti da portare ancora una volta – indovina dove? - in discarica. Si tratta di un materiale che se si utilizzasse nelle campagne provocherebbe la contaminazione del terreno e quindi delle piante, in saecula saeculorum.

*

Nei prossimi giorni torneremo in argomento: ci sono ancora un sacco di chicche da approfondire e raccontare a chi vuol intendere (agli altri è inutile ca li fischi). E non siamo che all’inizio di questa via crucis.

*

Ebbene sì, gli esponenti dell’amministrazione Montagna devono sudarselo per davvero questo Oscar per il loro nuovo film dal titolo: “La grande monnezza”.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 27/02/2014 @ 22:51:36, in Comunicato Stampa, linkato 2521 volte)
Il nuovo Coordinamento di Sinistra Ecologia Libertà Galatina, insediatosi da poco più di una settimana, è da subito a lavoro per la stesura di una nuova agenda politica che guardi a Galatina come a città del futuro, che possa prima di tutto essere città di cultura.
«La mia storia» dice Francesco Luceri (Coordinatore cittadino) «come sa bene chi in questi anni ha seguito le mie vicende personali, è un costante e pubblico impegno per la cultura e il recupero del patrimonio culturale e artistico della nostra terra. In Italia occorrono nuove idee che non solo sappiano guardare alle potenzialità anche economiche della cultura, ma che sappiano soprattutto realizzarle. I giovani di oggi, la generazione NEET, non è fatta ‒ come insinuano ‒ di giocatori di console multiplayer, troppo schizzinosi e poco inclini al lavoro. Sono una risorsa attenta e preparata. I giovani di oggi, molti galatinesi miei coetanei, hanno voglia di lavorare per costruire qualcosa di duraturo e stabile, il proprio progetto di vita. Gli eredi di imperi economico-commerciali devono smettere di parlare per noi e prendere atto della fortuita combinazione di eventi che li ha affetti di snobismo umano. Cosa chiediamo veramente noi giovani di oggi? Soltanto l’opportunità di conquistare e costruire il nostro futuro, senza sconti e favoritismi. E, nell’ombra, noi giovani lavoriamo già duramente, senza pretese, in silenzio, lottando contro le inquietudini dell’incertezza del futuro. Lavoriamo sempre più spesso come volontari, in nome di curriculum che verranno gettati poi nel cestino dalla maggior parte dei datori di lavoro. La disoccupazione giovanile è alle stelle, ma preparazione personale e risorse del territorio possono essere la soluzione. Questa battaglia mi appartiene, la condivido con i compagni del circolo, e tutti noi vogliamo che sia avvertita come propria anche dai nostri concittadini». È per questo motivo che il circolo SEL Galatina invita quanti abbiano l’apertura mentale di capire che non tutti coloro che decidono di lottare per un ideale politico fanno parte della casta a sostenerlo con idee e progetti. «La politica è sacrificio al servizio del bene comune. È questo che mi ha spinto a guardare a SEL come al nuovo ed è per questo che il nostro circolo è costituito da persone giovani. La buona politica non deve lavorare solo nel periodo pre-elettorale, ma anche nel quinquennio precedente. Questo è il nostro impegno. E, in questa nostra idea, invitiamo la cittadinanza a cercarci: non chiederemo di schierarsi a nostro favore in alcun modo (né con tessere, né in altro modo), ma di presentarci istanze che integrino le nostre e ci diano la forza necessaria di lottare per il bene di tutta la comunità», conclude Luceri. Il circolo SEL Galatina, organizzato in Commissioni e gruppi lavoro, porterà avanti progetti di Politiche sociali e pari opportunità (non soltanto per questioni di genere, ma per i diritti umani), Ambiente e salute, Cultura e turismo ed è aperto a collaborazioni e richieste di simpatizzanti e cittadini che siano semplicemente attenti alla propria città e vogliano partecipare alla sua crescita collettiva. «Troverete in noi un orecchio attento e un gruppo di persone valide e motivate. Per questo motivo invitiamo a contattarci, scrivendo a selgalatinascolta@gmail.com o recandosi alla nostra sede in via Filippo Turati, n. 18 ogni martedì dalle 18.00 alle 20.00 e a seguire il nostro blog wordpress selincantiere per essere sempre aggiornati sulle nostre iniziative e sulle istanze cittadine presentate e prese in carico. Inoltre, professionisti ed esperti del nostro team saranno a disposizione per consulenze e informazioni di vario genere. Lavoreremo in trasparenza, rispondendo a tutte le richieste e motivando sempre e in ogni caso gli esiti della valutazione delle istanze», conclude Luceri, annunciando così la nascita dell’iniziativa del circolo SEL Galatina Ascolta.

 

Ufficio stampa

Sinistra Ecologia Libertà Galatina
 
Di Albino Campa (del 05/04/2012 @ 22:48:03, in Comunicato Stampa, linkato 5043 volte)

Ill.ma Dott.ssa PIRRERA

Nel mese di Maggio si terranno, come è noto, le elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale e l’elezione del Sindaco della città di Galatina. Per tale circostanza, come recita l’art. 9 4°comma legge 270/2005: “tra il venticinquesimo e il ventesimo giorno antecedenti la data stabilita per la votazione, la Commissione Elettorale Comunale di cui all'articolo 4-bis del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967, n. 223, e successive modificazioni, in pubblica adunanza, preannunziata due giorni prima con manifesto affisso nell'albo pretorio del Comune, alla presenza dei rappresentanti di lista della prima sezione del Comune, se designati, procede alla nomina degli scrutatori, per ogni sezione elettorale del Comune, scegliendoli tra i nominativi compresi nell'albo degli scrutatori in numero pari a quello occorrente.”

La legge, pertanto, si limita ad attribuire un compito (la nomina), ad un soggetto (la Commissione Elettorale Comunale) in un ambito (l’albo scrutatori), attraverso un metodo (la scelta), non individuando, né escludendo alcun criterio da utilizzare per operare tale scelta. Cosicché, criterio o criteri di scelta, sono lasciati alla competenza della Commissione medesima, che opererà in ragione di proprie valutazioni di opportunità.

La nostra associazione, sempre presente ed attenta ai problemi del territorio e dei suoi cittadini, ha avuto modo di constatare  quale senso d’irritazione e di scontento si è diffuso nella pubblica opinione rispetto al procedimento con il quale sono selezionati gli scrutatori, in occasione delle consultazioni elettorali.

La modalità con la quale si scelgono suddette figure crea uno strascico di palesi giudizi che vanno a conferire su argomenti quali lottizzazione e spartizione.

L’associazione CITTA’NOSTRA, nella figura del suo Presidente, con la presente chiede alla S.V. Ill.ma di poter  rivedere e meglio disciplinare,  fermo restando la legittimità, sul piano giuridico, delle scelte fatte fino ad oggi, il metodo relativo alla SCELTA nel procedimento per la nomina degli scrutatori nelle prossime  consultazioni elettorali. Tutto ciò  al fine di garantire le legittime aspettative di tutti i cittadini iscritti all’albo comunale degli scrutatori oltre che maggiore trasparenza della Pubblica Amministrazione.

L’associazione, ascoltati molti cittadini, chiede che il criterio da adottarsi per la scelta degli scrutatori  debba essere quello del  SORTEGGIO in seduta pubblica.

 L’adozione del sorteggio in seduta pubblica,  consentirebbe di dare la pari opportunità a tutti, nella trasparenza e nella legalità sottraendo agli addetti ai lavori il potere discrezionale della segnalazione e restituirebbe a tutti gli aspiranti scrutatori la libertà, interrompendo così la sequenza perversa bisogno –potere - dipendenza. Con il sorteggio, cioè, nessuno sarà debitore, né dovrà ringraziare chicchessia, perché la nomina o la esclusione avverrà in modo del tutto casuale e oggettivo. 

Inoltre si eviterebbe di far diminuire il divario di sfiducia tra cittadino ed istituzioni e si potrebbero ricreare condizioni e premesse per riconvertire in un senso di “fiducia” e di “appartenenza”, l’attuale diffuso e generalizzato disinteresse che la pubblica opinione nutre nelle istituzioni.

I cittadini di Galatina, nella maggioranza,  credono molto in questo cambio di tendenza perché fortemente consapevoli che l’unica strada da seguire è quella della LEGALITA’, alle istituzioni il compito di inviare segnali positivi; il sorteggio casuale per la nomina degli scrutatori è un criterio oggettivo, trasparente ed imparziale, risulta essere l’unico in grado di evitare situazioni di disparità (pari opportunità tra uomini e donne) o di vero e proprio favoritismo.

Consapevoli e sicuri di un Vostro concreto e fattivo intervento in tal senso Le porgiamo cordiali e distinti saluti.

 Galatina, 5 Aprile 2012 

 

La dott.essa Pirrera risponde alla lettera di Città Nostra
Anche a seguito delle notizie riportate dagli organi di stampa e all’appello rivolta dall’Associazione Città nostra in ordine alle segnalazioni pervenute da parte della cittadinanza sulla nomina degli scrutatori in vista delle prossime elezioni amministrative di maggio, il Commissario Straordinario del Comune di Galatina, dr.ssa Matilde Pirrera, ha incontrato in mattinata i componenti della Commissione elettorale comunale.
Il Commissario Straordinario ha rappresentato ai presenti (Peppino Spoti e Federica Franco) che, fermo quanto previsto dalla normativa vigente in materia di nomina diretta, da parte di ciascun componente, degli scrutatori, il Ministero dell’Interno ha in più occasioni precisato che altrettanto legittima è l’eventuale scelta della Commissione di procedere ad un sorteggio preventivo, finalizzato alla successiva unanime designazione dei nominativi sorteggiati. Tuttavia siffatta possibilità necessita della unanime decisione in tal senso da parte di tutti i componenti, e pertanto, sul punto il Commissario ha sollecitato i presenti a valutare l’opportunità di adottare all’unanimità il criterio del sorteggio.
In merito i componenti presenti, pur manifestando l’intendimento di procedere alla scelta nominativa degli scrutatori, si sono riservati di meglio valutare la proposta avanzata dal Commissario Pirrera e di comunicarne gli esiti in sede di riunione della Commissione appositamente convocata per il 13 aprile p.v.
La dr.ssa Pirrera, da parte sua, ha preannunciato che, nell’ipotesi in cui non dovesse addivenirsi ad una decisione unanime in merito, gli scrutatori di individuazione commissariale saranno scelti ricorrendo al metodo del sorteggio.

 
Di Albino Campa (del 03/04/2012 @ 22:45:31, in Politica, linkato 6695 volte)

Depositate a Palazzo Orsini gli elenchi con i nominativi (sedici per lista), ma anche i simboli delle liste e dei partiti e il nome del candidato sindaco che intendono sostenere.

In questa tornata elettorale sono in quattro a correre per la poltrona di primo cittadino, ben venti le liste che si contenderanno i voti e, addirittura, trecentoventi i candidati alla carica di consigliere comunale.

Sono cinque i simboli del centrosinistra che appoggiano la candidatura a sindaco di Cosimo Montagna. Per il Partito Democratico si ricandida il gruppo consiliare dell’ultima amministrazione con Piero Lagna, Daniela Sindaco e Daniela Vantaggiato. La Federazione della Sinistra si stringe attorno a Roberta Forte, Apollonio Tundo e Dino Santoro. Sempre all’interno dell’area di centrosinistra, l’Italia dei Valori punta su Luigi Boselli ed infine Sinistra ecologia e libertà con Vendola e la lista civica Montagna Sindaco.

Cinque anche le liste che sostengono la ricandidatura di Giancarlo Coluccia. L’ex sindaco è appoggiato da Io Sud, suo partito di riferimento, Futuro e Libertà per l’Italia, Udc e dalle liste civiche Partito della Nazione e Città migliore. Per il partito della senatrice Adriana Poli Bortone ripresentano la loro candidatura gli ex consiglieri comunali Luigi Cisotta e Nicola Surdo, mentre Fli, schiera l’attuale segretario cittadino, Pierantonio De Matteis. Per il partito dello scudocrociato, infine, scendono di nuovo in campo il vice sindaco uscente, Lilli Villani, e l’ex presidente del consiglio comunale, Cosimo Marra.

Antonio Pepe candidato della coalizione di centrodestra, conta sul sostegno di quattro liste: Popolo delle Libertà, La Pugliaprima di tutto, Partito Socialista Italiano e Città libera. Quest’ultima lista civica presenta un ex consigliere comunale, Maria Grazia Sederino, mentre per il Pdl, scontata è la ricandidatura di Francesco Sabato e Giuseppe Viva, anche loro consiglieri uscenti. Si riconferma in blocco l’ex gruppo consiliare dei Socialisti, Marcella Biancorosso, Giuseppe Spoti, Massimo Sparapane e Antonio Garzia.

Il quarto candidato alla carica di primo cittadino è Carlo Gervasi con la sua coalizione composta da sei liste civiche. La lista  Polis, che nell’ultima tornata elettorale ha appoggiato la candidatura dell’ex sindaco Coluccia, che per queste elezioni amministrative passa, invece, a sostegno di Carlo Gervasi. Tra i nomi presenti nella lista Polis, gli ex consiglieri comunali Francesco Carrozzini e Andrea Maio. Le altre liste civiche sono quella del Movimento Rione Italia, Galatina Altra, Galatina in movimento, Socialdemocrazia con Gervasi e Lista Gervasi.

CANDIDATO SINDACO: COSIMO MONTAGNA
 lista-montagna  federazione-sinistra
LISTA MONTAGNA
De Pasquale Paolo
Fachechi Augusto Cesare
Grassi Anna maria
Levanto Maria
Maggio Valeria
Masciullo Antonella
Mastrolia Barbara
Mele Antonio
Mino Alessandro
Nobile Vincenzo
Patera Salvatore
Quarta Annamaria
Romano Pasquale
Schirinzi Pietro
Serra Salvatore
Vergaro Valentina
FEDERAZIONE DELLA SINISTRA
Forte Roberta
Abaterusso Luigi Carmine
BeccarisiAngela
Congedo    Antonio
Contaldo Salvatore
D'Amico    Fabio
De Pascalis Luigi Cesare
Greco Massimo
Lezzi Simona
Longo Luigi
Mele Paola
Perrone    Sergio
Dantoro    Santo (detto Dino)
Spedicato Francesco Antonio
Tundo Apollonio
Viva Roberta
partito-democratico  SEL 
PARTITO DEMOCRATICO
Vantaggiato Daniela
Baffa Fernando
Colazzo Salvatore
Congedo Mirko
Lagna Alessandro
Lagna Giuseppe
Lagna Luigi Antonio
Lagna Piero Luciano
Marra Massimo
Mellone Antonio
Minardi Antonio
Miri Gianni
Sindaco Daniela
Spagna Maria Teresa
Tempesta Emilio
Tundo Daniele
SINISTRA ECOLOGIA E LIBERTA'
Cuppone Claudia S. In De Benedittis
Cafaro Chiara
Codazzo Antonio Orazio
Colazzo Graziano
De Giovanni Corrado
Gigante Pietro
Mandorino Maria Addolorata
Manna Andrea
Mariano Maria
Misciali Lina
Panico Giuseppe
Perrone Riccardo
Rossetti Vanessa
Tesoro Andrea Angelo
Valentini Fabiana
Vantaggiato Marco
 LogoDiPietroItaliadeiValori-PattiChiari2  
IDV
Boselli Luigi Giuseppe
Sabella Patrizia
Gabrieli Paola
Galante Biagio
Gentile Antonio
Greco Luigi
Mandorino Vincenzo
Margiotta Marco
Marino Norma detta Sonia
Marra Alberto
Marra Marco
Masciullo Maria Grazia
Panico Claudio
Specchia Priscilla
Valentini Donata
Vinsper Beatrice Maria
 
   

CANDIDATO SINDACO: CARLO CARMINE GERVASI
 lista-gervasi  galatina-altra
LISTA GERVASI
Bianco Marcella
Cappello Elisa
De Matteis Paola
Esposito Maria Rosaria Detta Sara
Gerardi Giuseppe
Giannuzzi Daniela
Lisi Federico
Luceri Vincenzo
Mangia Enzo
Palama’ Mario
Palumbo Beniamino
Patera Antonio
Patera Danilo
Perrone Alessandro
Stasi Carlotta
Stefanelli Rosi
GALATINA ALTRA
Florido Carmela Detta Carmen
Gorgoni Maria Antonietta
Maiorano Annalisa
Mangia Flora Maria Luce
Musca Maria Luce
Panico Valentina
Del Coco Vincenzo Detto Enzo
Marra Antonio
Ciccardi Giuseppe Detto Pino
Perrone Antonio
Antonaci Paolo
Bodelmonte Angelo
Forletti Fabio
Perrone Mario
Surdo Enrico
Surdo Marco
 socialdemocrazia  novapolis
SOCIALDEMOCRAZIA CON GERVASI
Al Aarag Luca
Attanasi Sara
Beccarisi Santo
Candito Helenio
Cascio Giampiero
Cascione Andrea
Cudazzo Andrea
Gatto Andrea
Loreta Gianfranco
Maglio Marta
Mangia Loredana
Marra Valentina
Micheli Donato Luigi
Murciano Rocco Giovanni Detto Gianrocco
Sanso’ Giuseppe
Serafini Giuseppe
NOVAPOLIS GALATINA
Valente Raimondo
Carrozzini Francesco
Tundo Cesario
Carratta Simone
Spinelli Santino Antonio
Campa Maria Antonietta
Greco Pietro
Greco Alessandro
Coluccia Michele
Garzia Chiara
Carratta Fabio
Spagna Rosario Jari
Maio Andrea
Santoro Luigi
Vincenti Francesca
Tarantino Cosimo
 moviemento-rione-italia  galatina-movimento
MOVIMENTO PER IL RIONE ITALIA
E PER GALATINA
Bello Massimo
Russo Piero Luigi
Leopizzi Cinzia
Surdo Pietro
Forte Antonio
Coluccia Tonia
Ciriolo Alessandro
De Pirro Franco
De Blasi Pantaleo Massimo
Ciccarese Stefano
De Pascali Luciano
Rizzo Antonio
Santoro Gianpiero
Gugliersi Salvatore
Arcadi Giuseppe
Perrone Gianpiero
GALATINA IN MOVIMENTO
Amante Marcello Pasquale
Ancora Cosimo
Caiaffa Aida
Cucurachi Livio
Bonuso Eligio Marco
De Micheli Manuela
Farmo Massimiliano
Furio Oreste Detto Cosimo
Galluccio Giacomo
Giannini Massimo
Grato Pasquale
Mauro Nicola Detto Nico
Palumbo Stefania
Romano Fortunato Stefano
Romano Stefano
Villano Pasquale

CANDIDATO SINDACO: GIOVANNI CARLO COLUCCIA
 iosud  udc
IO SUD
Bodelmonte Antonio
Cioffi Roberto
Cisotta Luigi
Di Bella Mauro
D’Onghia Milena
Gaballo Gianluca
Ingrosso Daniele
Mandorino Pierluigi
Margiotta Angelo
Micia Pietro
Misciali Marzia
Monastero Pompilia
Papadia Pierpaolo
Surdo Nicola
Tardi Antonio
Villano Nico
UDC
Marra Cosimo
Villani Pasqualina detta Lilli
Quarta Davide
Arcuti Vito Antonio
Baldari Massimo
Calabrese Maria Grazie
Clementi Matteo
Chirco Anna Maria
Ciccardi Biagio Pasquale
De Blasi Simona
De Paolis Lucia
Grappa Gabriele
Notaro Graziano
Tundo Salvatore
 fli  
FLI FINI
De Matteis Pierantonio
Aloisi Lucio
Chiriatti Daniel
D’Errico Pietro
Fedele Gianluca
Francone Salvatore
Giaccari Matteo
Maggio Luciano
Margiotta Adriano
Onorato Francesco
Perrone Antonio
Stefanelli Maria Luce
Surdo Piero Massimo
Toma Giuseppe
Venuto Alberto
Vergari Pasquale
150
Aloisi Lucia
Arcadi Pietro
De Lorenzis Ernesto
De Pandis Romina
Fulco Giuseppe
Inguscio Vincenzo
Leto Antonio
Notaro Antonio
Sambati Pietro
Santoro Lucia
Santoro Maria Serena
Scarcia Marco
Serra Carmine Roberto
Liaci Giorgio
   
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Ballarino Giancarlo
Beccarisi Alessio
Calimero Natale detto Natalino
Coluccia Salvatore
Frisenda Massimiliano
Greco Maria Angela
Lupo Francesco
Margiotta ilario
Margiotta Maurizio Maria
Mariano Elisa
Marra Francesco
Mazzotta Luigi Dario
Paglialunga Antonio detto patta
Perrone Gloria
Stefanizzi Alba
Mazzotta Federica
 

CANDIDATO SINDACO: ANTONIO PEPE
 puglia-prima-di-tutto  citta-libera
LA PUGLIA PRIMA DI TUTTO
Abaterusso Luigi
Aloisi Alessandro
Bianco Paola
Carrozzo Maria Concetta
Fulvi Michele
Greco Antonio
Gugliersi Antonio
Leone Francesca
Maiorano Tommaso Antonio
Marti Giacomo
Mita Fernando
Russo Davide Andrea
Sabella Antonio
Schilardi Yari
Schirinzi Antonio Alessandro
Stefanelli Donato Maurizio
CITTÀ LIBERA
Barbaro Gianluca
Carlino Pierlorenzo
D’Elia Roberto
De Iaco Annarita
Geusa Marco
Lupo Danilo Antonio
Mandorino Alessandro
Mariano Emanuele
Masciullo Pierluigi
Notaro Giovanni Dario
Ferrero Marina
Rigliaco Luigi
Schirinzi Paolo
Sederino Maria Grazia
Vergaro Renato
 pdl socialisti 
PDL
Aloisi Stella
Ciarfera Gianluca
Fazzi Giuseppe Cosimo
Filieri Carmine
Franco Dario
Lombardi Ivan
Magnolo Antonio
Marra Antonio
Papadia Antonio
Perrone Tommaso detto Tommy
Sabato Francesco
Santoro Salvatore
Saracino Cristina Dolores
Stomaci Luigi
Todisco Anna Rita
Viva Giuseppe detto Bepi
SOCIALISTI
Spoti Giuseppe detto Peppino
Biancorosso Marcella
Coluccia Maurizio
Congedo Antonella
De Lorenzis Lorena
D’Errico Pietro
Forte Luca
Garzia Antonio
Lazzari Giampiero
Lattarulo Donato
Marrocco Giuseppe
Nuzzaci Luigi
Russo Cosimo Roberto
Santo Lucio Antonio
Schirinzi Antonio
Sparapane Massimo

 
Di Redazione (del 26/03/2014 @ 22:45:26, in Comunicato Stampa, linkato 2561 volte)

Giovedì 27 marzo 2014 dalle ore 17 alle ore 19:30 Museo Civico Pietro Cavoti, “Galatina de ‘na fiata”, personaggi locali, scioglilingua, proverbi, e curiosità sulla toponomastica di Galatina a cura di  Piero Vinsper in collaborazione con il Circolo cittadino Athena.
Anche per l'anno 2014, con la seconda edizione, si è rinnovato l'appuntamento
"Vivi i luoghi della Cultura 7 giorni su 7", promosso dall'Assessorato al Polo Biblio – Museale del Comune di Galatina. L’associazione Città Nostra,che ha aderito a questa edizione, ha organizzato questo laboratorio sperimentale di “oralità” iniziato il 20 febbraio con appuntamenti che si sono tenuti a cadenza infrasettimanale rivolti a bambini a giovani e ad adulti ogni giovedì dalle 17:00 alle 19:30 e che si concluderà giovedì 27 marzo 2014. Un esperimento ben riuscito, condotto in modalità familiare, nato con l’intento di svolgere azione di animazione territoriale e di agevolare il dialogo intergenerazionale (piccoli, giovani, adulti) e di rinnovare i vecchi racconti (“li cunti de ‘na fiata”). Nel primo incontro di giovedì 20 febbraio sono state indicate le modalità per partecipare al concorso che invita i cittadini ad esprimere la loro creatività, cimentandosi in un testo letterario (saggio, racconto, poesia, articolo giornalistico) avente come tema ispiratore la città di Galatina nei suoi aspetti culturali, storici e sociali. Si poteva partecipare al concorso fino al 20 marzo. Il 27 marzo, in occasione dell’ultimo incontro, saranno premiati i vincitori.

 

Info: e-mail: associazionecittanostra@live.it, cell.331/1800400

 
Di Redazione (del 03/07/2019 @ 22:44:14, in Comunicato Stampa, linkato 1239 volte)

A conclusione dei festeggiamenti dei Santi patroni Pietro e Paolo facciamo i complimenti al comitato festa per l’organizzazione e per il successo di questa edizione. Dopo alcuni anni in cui la festa non era stata molto esaltante, quest’anno la città ha partecipato con maggiore coinvolgimento ed entusiasmo insieme ai tanti turisti che si sono riversati per ammirare il mito del tarantismo e per prendere parte alla tradizione galatinese. Abbiamo visto code all’ingresso della storica pasticceria Ascalone, della Chiesa Madre e della basilica di Santa Caterina, a testimonianza di quanto attrattivo possa essere il nostro patrimonio artistico, gastronomico e culturale.
Consapevoli di questi nostri punti di forza e convinti che la promozione turistica sia fondamentale per rilanciare l’economia ed il commercio cittadino, ci saremmo aspettati maggiore attenzione da parte dell’Amministrazione rispetto a quei finanziamenti finalizzati a migliorare i servizi ai turisti.
Invece con la determinazione n. 275 del 21 Giugno 2019 del dirigente regionale al ramo, prendiamo atto, ancora una vola, dell’assenza del comune di Galatina dalla graduatoria per l’assegnazione di risorse destinate ad “interventi a sostegno della qualificazione e del potenziamento del servizio di informazione degli info-point turistici dei comuni che aderiscono alla rete regionale – annualità 2019”. 
Non è la prima volta che Galatina risulta assente da questi importanti finanziamenti, mentre invece altri comuni come Gallipoli, Nardò, Galatone e finanche Salve, Andrano e Tiggiano riusciranno con ogni probabilità ad ottenere il sussidio economico.
A questo punto vorremmo chiedere all’Assessore Nico Mauro per quali motivi Galatina, città a vocazione turistica, è assente da questa graduatoria e da questo bando. 
Non avevamo bisogno di queste risorse? Vi siete dimenticati di partecipare? E’ stato presentato qualche progetto ma è stato scartato? 
L’Assessore o il Sindaco chiariscano alla città le ragioni di questa assenza. 

Pierluigi Mandorino
Segretario - Partito Socialista di Galatina
 

 
Di Antonio Mellone (del 03/06/2013 @ 22:42:44, in NohaBlog, linkato 3141 volte)

Può darsi. Anzi voglio proprio crederlo, come cittadino di questa “Repubblica democratica” (che a volte purtroppo va tra virgolette).

Ma da osservatore (nohano) non posso non rilevare che sabato scorso alla manifestazione a sostegno del pm Di Matteo fortemente voluta dal popolo delle “Agende Rosse” animato dall’Anita Rossetti - donna invincibile e coraggiosa - oltre ai ragazzi (stupendi) ed ai loro insegnanti e dirigenti scolastici, ed oltre ai consiglieri comunali Antonio Congedo e Luigi Longo, ed all’assessore Daniela Vantaggiato (che, bisogna riconoscere, s’è impegnata in prima persona per la riuscita di questa iniziativa), mancavano, guarda un po’, proprio il “padrone di casa”, il sindaco Montagna, il suo vice-sindaco, e salvo errori o sviste da parte mia, il resto del Consiglio Comunale, e dunque tutti gli altri esponenti della maggioranza e tutta l’opposizione.

Mi si obietterà che ciò che contano sono gli “atti formali”, come ad esempio la delibera all’unanimità del Consiglio Comunale del 29 aprile scorso, con la quale si esprime solidarietà al magistrato Di Matteo impegnato nel processo sulla famosa “trattativa Stato-mafia”, e, ancora, che assessori e consiglieri comunali non sono tenuti a giustificare o a spiegare a me le loro eventuali assenze dalle pubbliche manifestazioni di piazza…

Alla prima obiezione risponderei che, sì, va bene una delibera unanime, spero fatta con convinzione e non magari per salvare la faccia, ma credo che sia importante la forma quanto la sostanza, in quanto l’una non ha senso senza l’altra; alla seconda, risponderei che i miei rappresentanti politici non dovrebbero spiegare solo a me i motivi della loro latitanza, ma anche al resto dei cittadini di Galatina e frazioni - che francamente meritano di più dai loro “beniamini” che hanno eletto affinché rispondano alle loro istanze e non fuggano di fronte alle loro responsabilità, sentendosi magari come “autorità” impettite, altezzose, intoccabili.

Mi auguro che quello striscione appeso al balcone principale di palazzo Orsini non passi inosservato; mi auguro che faccia riflettere i cittadini di Galatina (la maggior parte dei quali, anche per colpa dell’“informazione” televisiva e giornalistica che ci ritroviamo, non sa nemmeno lontanamente cosa sia questa maledetta “trattativa Stato-mafia”, la quale, oltre tutto, ha portato alla morte anche i giudici Falcone e Borsellino); mi auguro che il mio Sindaco vada fino in fondo nell’attuazione della delibera del Consiglio Comunale del 29 aprile scorso, rappresentando al Presidente della Repubblica, sua maestà Giorgio II, “la pressante richiesta di spendere tutto il peso delle istituzioni repubblicane che rappresenta a tutela dell’azione della Magistratura”. Non vedo l’ora di leggere questa lettera raccomandata a.r. a firma di Cosimo Montagna Sindaco indirizzata al Quirinale.

Con la speranza di avere in risposta qualcosa in più di un semplice avviso di ritorno.  

Antonio Mellone


Ma non basta uno striscione esposto su di un balcone a Palazzo Orsini.

 
Di Albino Campa (del 05/09/2012 @ 22:40:23, in Comunicato Stampa, linkato 3858 volte)

Con la seguente lettera il consigliere Marcello Amante del gruppo Galatina in Movimento chiede al Dott. Cosimo Montagna Sindaco del Comune di Galatina, al Dott. Fernando Baffa Presidente del Consiglio Comunale e al Segretario Comunale Dott. Angelo Caretto, chiarimenti sull’ispettore ambientale del di Galatina.

INTERROGAZIONE
(ex art. 18 Regolamento Comunale)

Oggetto: Approvazione disciplinare e protocollo d’intesa per l’istituzione dell’Ispettore
Ambientale.

Il sottoscritto dr. Marcello Pasquale Amante, nella sua qualità di Capogruppo Consiliare di “Galatina in Movimento” e in rappresentanza delle liste civiche “Galatina Altra”, “novaPolis” e “Movimento per il Rione Italia”

PREMESSO

- che con deliberazione n. 96/2012 la Giunta Comunale ha approvato disciplinare e protocollo d’intesa relativi all’istituzione dell’Ispettore Ambientale;
- che nel disciplinare viene evidenziata che tra le funzioni e compiti istituzionali del Corpo di Polizia Municipale rientra la “Tutela Ambientale”;
- che, nell’impossibilità di sottrarre risorse umane al Corpo di Polizia Municipale, si è convenuto con la società Centro Salento Ambiente SpA di istituire la figura degli “Ispettori Ambientali” utilizzando personale della stessa e quindi, di fatto, a regime delegare tale funzione al gestore del servizio rifiuti;
- che nel protocollo di intesa è espressamente previsto che tutti i costi per l’espletamento di siffatta attività saranno a totale carico della CSA SpA, implicitamente prevedendo maggiori costi per la stessa che presumibilmente si ribalteranno sulla Tariffa e quindi su tutti i Cittadini, attesa la previsione normativa di cui all’art. 2 DPR 158/99 di totale copertura dei costi del servizio;
Tanto premesso, il sottoscritto dr. Marcello Pasquale Amante, nella sua innanzi spiegata qualità

INTERROGA

Il Signor Sindaco e l’Assessore competente per sapere:
1- se ritengano opportuno delegare tale importante funzione alla Società gestore del servizio considerato che :
- la Società incaricata ha termine di durata fissato al 31 dicembre 2012;
- gli Ispettori Ambientali (dipendenti della società) agiranno nella delicata qualità di Pubblici Ufficiali  con poteri repressivi e di accertamento delle violazioni amministrative ex legge n. 689/81;
- tra il Comune di Galatina e gli organi della CSA SpA, Direttore e attuale Consiglio di Amministrazione espressioni della precedente Amministrazione, intercorrono rapporti di tanta e tale “fiducia” sulle capacità gestionali e  amministrative che a tutt’oggi non risulta ancora approvato il bilancio di esercizio relativo all’anno 2011 (data legale di approvazione 29 aprile 2012).
Bilancio  oggetto di reiterate assemblee,  da quella del 27 aprile a quella del 22 giugno fino all’ultima del 12 luglio 2012 nella quale il Sindaco, nella sua qualità di azionista pubblico di maggioranza, richiedendo un ulteriore aggiornamento dell’assemblea dichiara: “che persistono dubbi interpretativi in ordine alla qualificazione giuridico – economica di fatti sottesi ad alcune voci di bilancio”;

2- se e con quali fondi la CSA SpA intenda coprire gli impliciti maggiori oneri rivenienti dalla istituzione della figura degli “Ispettori Ambientali” e l’ammontare degli stessi, ritenuto che ogni maggiore onere a carico della Società, in qualsiasi modo considerato, si tradurrebbe in un costo per i cittadini/utenti, vanificando di fatto quel “il presente provvedimento non comporta alcun impegno di spesa a carico del bilancio comunale” che fa bella mostra nella delibera n. 96/2012 citata;

3-risorse, modi e tempi per risolvere il problema della rimozione dei rifiuti abbandonati in tante zone della città che rappresentano delle vere e proprie discariche abusive, oggetto di ripetute denunce da parte di cittadini ed associazioni come “Città Nostra” che, con opera meritoria, le ha censite e sulle quali nulla risulta essere stato fatto;

CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

Dalla lettura del disciplinare, ciò che più sorprende e preoccupa è la dichiarata impossibilità del Corpo di Polizia Municipale ad assolvere alle proprie funzioni istituzionali e, stante una presunta carenza di risorse umane, si chiede se prima di demandare competenze all’esterno sia stata effettuata una diligente ricognizione della pianta organica e se la situazione sia tale da non consentire alcuna revisione degli incarichi con ricollocazione degli stessi Vigili, razionalizzando i servizi in modo da consentire allo stesso Corpo di Polizia di espletare tutte le funzioni e compiti istituzionalmente a loro riservati.
Riteniamo infatti che un’ attività in tal senso possa valorizzare ancor più le professionalità all’interno del Corpo di Polizia Municipale, piuttosto che affidare a terzi funzioni prettamente di loro competenza.
Se poi il “terzo” è la CSA SpA società che gestisce il servizio rifiuti, i cui amministratori hanno presentato un bilancio che a giudizio dell’ ex Commissario Straordinario Dott.ssa Pirreira “sembra affetto da criticità”,  così come, ad esser buoni, da criticità sembra affetta anche la gestione dello stesso servizio rifiuti, (si pensi alle modalità di raccolta, alla pulizia dei cassonetti o alla tanto sbandierata e mai partita raccolta differenziata su tutto il territorio cittadino),  allora forse alcune considerazione in termini di opportunità, se non addirittura di “incompatibilità” o “conflitto di interessi”, riteniamo vadano fatte, così come riteniamo vadano attentamente valutati gli aspetti  di maggior costo che inciderebbero direttamente sulle tasche dei cittadini aumentando di fatto la pressione fiscale.    
Non siamo contrari all’istituzione della figura degli “Ispettori Ambientali”, la nostra attenzione all’ambiente è massima e qualsiasi iniziativa tesa a prevenire ogni possibile forma di inquinamento trova la nostra totale condivisione, tuttavia riteniamo che la figura dell’Ispettore Ambientale debba essere ricoperta dai Vigili Urbani che fungono da garanzia istituzionale e non demandata a terzi per  "inventare" nuovi ruoli ben remunerati. 

Galatina, 03/09/2012
  Con Osservanza
Dott. Marcello P. Amante

 
Di Redazione (del 17/09/2021 @ 22:37:49, in Comunicato Stampa, linkato 773 volte)

“La Giunta delle occasioni perdute”. Sarà ricordata così l’amministrazione guidata dal Sindaco Marcello Amante. L’avevamo scritto tempo fa, lo conferma quanto accaduto di recente: un ulteriore finanziamento, che, in una situazione definita sempre di ristrettezze finanziarie, da chi non trova altre giustificazioni, avrebbe giovato alla nostra Città. Invece, anche questo è andato in fumo. La lunga lista dei finanziamenti persi si allunga, se ne aggiunge un altro rigo.

Sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri viene riportato l’elenco dei comuni che hanno avuto accesso ai finanziamenti, per un ammontare complessivo di 300 milioni, per progetti finalizzati alla rigenerazione e all’ammodernamento delle strutture sportive o alla realizzazione di nuove: campi di calcio, palazzetti, impianti sportivi, campi da tennis, di padel (quest’ultima attività richiama un numero sempre maggiore di giovani). Il provvedimento governativo porta la data del 13 settembre, e, come previsto dal “Bando Sport e Periferie” del 13 luglio 2020, aveva come obiettivi l’individuazione di interventi atti a ridurre fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché di miglioramento della qualità urbana e di riqualificazione del tessuto sociale, anche attraverso la promozione dell’ attività sportiva.

Galatina rientrava a pieno titolo in queste caratteristiche. La situazione delle periferie è delle peggiori, fenomeni di emarginazione sociale sono sotto gli occhi di tutti, le nostre strutture sportive, tutte, nessuna esclusa, del centro cittadino e delle frazioni, sono in uno stato di pietoso abbandono, come, in interventi precedenti, abbiamo ampiamente documentano. Per assurdo, alcune sono state date in gestione a società private (qualcuna è sotto giudizio del giudice del TAR per grave violazione della normativa sui bandi), che dovranno a proprie spese ristrutturare gli impianti e mettere a norma le strutture (lo faranno?).  

Nella nostra provincia sono statti ammessi a finanziamento 20 comuni e associazioni sportive, per un totale di 12 milioni di euro. Sono tanti i sindaci che esultano per quanto ottenuto, con un ammontare medio per progetto di 700.000 euro. Non può farlo il sindaco di Galatina, Marcello Amante, non ammesso ad alcun intervento, e l’unico progetto presentato, attinente la rigenerazione del “Palazzetto dello sport Fernando Panico”, è stato rigettato, come si può leggere nella motivazione, per violazione del paragrafo 6, lettera D (verifica preventiva del livello di progettazione presentato) e del paragrafo 8 lettera G, (richieste pervenute prive della documentazione e delle dichiarazioni previste dal paragrafo 6).  Ovvero non è stato possibile verificare il progetto prima della sua valutazione, la domanda era priva di tutte le dichiarazioni utili per un accoglimento positivo. E’ superfluo aggiungere che prima di conoscere l’esito della richiesta, il palazzetto era stato già assegnato in gestione ad un cartello di associazioni.

Cosa dice il responsabile della procedura? Cosa ne pensano l’Assessore allo Sport e alle Politiche  Giovanili e quello al Centro Storico e alle Periferie? Così come fa in tante occasioni, sarebbe interessante se il sindaco Amante postasse sulla pagina Facebook  le motivazioni, certamente già arrivate dal Governo, del mancato accoglimento dell’istanza del Comune. I cittadini avrebbero contezza dell’insipienza e dell’incapacità amministrativa di chi governa la nostra Città per più di quattro anni.

Per completezza delle informazioni, al bando avevano partecipato anche due società di Galatina, la QUI ED DRAW – A.S.D., intervento su “Spazio Giocanda”, e l’A.S.D. Virtus Galatina Calcio intervento per il Centro Sportivo Virtus, anche i due progetti sono stati bocciati dalla Commissione esaminatrice.

PARTITO DEMOCRATICO

CIRCOLO DI GALATINA       

 
Di Andrea Coccioli (del 14/07/2019 @ 22:37:18, in Comunicato Stampa, linkato 1421 volte)

La lettera riportata sotto è stata inviata al Sindaco di Galatina, Marcello Amante, tramite PEC il 24/04/2019 esattamente 60 gg fa. Finora nessuna risposta ci è stata concessa. 

Il nostro ordinamento riconosce e tutela, in capo al cittadino che si rivolga a una pubblica amministrazione, il diritto alla risposta. 

Ma anche al di là della legge, riteniamo sia semplicemente vergognoso che il primo cittadino, chiamato a rispondere ad un chiarimento sulla proposta avanzata da mesi dal nostro Partito politico, non ci degni di  risposta. La scorrettezza istituzionale del Sindaco Amante ci preoccupa al tal punto che saremo costretti a informare il Prefetto di una totale inerzia del Sindaco che si lamenta in ogni contesto dello sforzo per risanare le casse comunali ma non fa nulla per evitare tale funesta circostanza. 

Lo ribadiamo con forza affinché i cittadini possano comprendere fino in fondo il paradossale agire amministrativo del Sindaco e della sua giunta silente.

Circa 300.000 euro sono stati lasciati in eredità dall’Amministrazione Montagna vincolando la cifra al fine di trasferire gli Uffici URBANISTICA (Prestigioso Palazzo detto Casa Paterna situato in via D’Enghien, LAVORI PUBBLICI (Palazzo Situato in via Giuseppina del Ponte), UFFICIO COMMERCIO (situato al Piano Primo in via Principe di Piemonte) UFFICIO ANAGRAFE (situato al Piano terra in via Principe di Piemonte), UFFICIO POLIZIA MUNICIPALE (situato in via Vittorio Emanuele)

I vantaggi del trasferimento degli uffici pubblici sopra menzionati presso il Palazzo dell’ex Tribunale sono molteplici come esplicitato nella lettera ultima inviata al Sindaco. Su tutto un dato molto significativo. NOTEVOLE RISPARMIO di soldi pubblici.  Far funzionare bene una struttura pubblica è molto meno oneroso che far funzionare quattro strutture comunali. 

Ci sono altri aspetti positivi nel “liberare” quattro immobili pubblici. 

Partiamo dagli uffici dell’INPS. L’istituto Nazionale chiede da anni al comune di Galatina una sede dove poter trasferire i propri uffici. E pagare un canone. Questo significa introiti per il Comune.

Ma anche l’Ufficio Territoriale del lavoro potrebbe essere trasferito in una struttura pubblica senza dover pagare un canone mensile ad un privato come adesso avviene.

Per non parlare della vendita di alcuni immobili comunali ai privati per strutture ricettive. Come si fa ora a vendere se gli immobili sono occupati da uffici pubblici?

Sono tanti i vantaggi collegati al trasferimento degli uffici ma questo potrebbe evidentemente toccare alcuni interessi di cui francamente ignoriamo le conseguenze. 

Va fatta chiarezza e siamo disposti ad un confronto pubblico con il Sindaco su questa saggia decisione di trasferire degli uffici al tribunale.

Si potrebbe anche efficientare la struttura dell’Ex tribunale con un impianto fotovoltaico e rendere la sua gestione ancora più conveniente. (Il governo ha stanziato dei finanziamenti per gli enti pubblici).

Lamentarsi del bilancio comunale senza fare nulla è il modo peggiore di amministrare una comunità.

A SEGUIRE LA MAIL PEC INVIATA AL SINDACO MARCELLO AMANTE

 IL 24 APRILE 2019

All’Attenzione del Sig. Sindaco Marcello Amante

 

Oggetto: TRASFERIMENTO UFFICI COMUNALI PRESSO L’EX TRIBUNALE

Gentile Sindaco Amante, era il lontano 5 gennaio 2018, più di quindici mesi fa quando con una lettera aperta e indirizzata all’Amministrazione Comunale inviata ai giornali locali, abbiamo chiesto quando gli UFFICI COMUNALI sarebbero stati trasferiti presso l’ex TRIBUNALE.

Abbiamo ricordato anche che l’Assessore ai Lavori Pubblici Sig.ra TUNDO il giorno del suo insediamento ha trovato un dossier completo di progetto e risorse disponibili finalizzate al trasferimento degli uffici Lavori Pubblici, Urbanistica, Ufficio Commercio, Polizia Municipale e Anagrafe. 

L’Amministrazione Montagna aveva predisposto il tutto per consentire agli uffici un rapido trasferimento e attraverso la devoluzione dei mutui aveva reso disponibili anche le risorse economiche per rendere operativo il trasferimento e non gravare totalmente sul bilancio corrente.

Facciamo presente che trasferire gli uffici comunali presso l’ex Tribunale è un vantaggio notevole per tutti i cittadini e per le casse comunali per i seguenti motivi:

1.     Concentrare tutti gli uffici pubblici in un’unica struttura rende decisamente più agevole il rapporto tra cittadini e la pubblica amministrazione che eroga servizi. Le persone non saranno costrette a girovagare tra uffici pubblici ubicati in posizioni a volte diametralmente opposte all’interno della Città.

2.     Nessuna struttura pubblica è accessibile ai disabili. Tutti gli uffici sono posti a piani superiori e non sono forniti di ascensore. Siamo in deroga alle leggi a danno dei cittadini.  Solo questo già sarebbe sufficiente ad accelerare l’iter per lo spostamento degli uffici presso l’ex tribunale. 

3.     Trasferire gli uffici pubblici all’ex tribunale fa risparmiare. E’ abbastanza elementare capire che pagare acqua, gas, energia elettrica e servizi di guardiania e pulizia per un solo edificio è più economico che pagare le forniture e i servizi per cinque. Ed è semplice verificare che i risparmi sono di importi a sei cifre.

4.     I vantaggi sono anche per i dipendenti pubblici. Un unico luogo di lavoro favorirebbe la relazione e la collaborazione fra gli stessi e aumenterebbe l’efficienza e la qualità del servizio prestato ai cittadini.

5.         Liberare gli edifici pubblici li rende disponibili ad essere messi sul mercato per trarne profitto. E le casse comunali hanno tanto bisogno di entrate per gravare meno sulle tasche dei cittadini.

Come Partito Democratico non siamo in Consiglio Comunale ma, come fatto finora, intendiamo portare avanti un’opposizione costruttiva verso questa Amministrazione, fatta di interventi su contenuti specifici e richiami precisi affinché si svolga un’azione di governo a vantaggio di tutti, nessuno escluso.

Cosa state aspettando per effettuare il trasferimento? 

Vi chiediamo, gentile Sindaco, perché non provvedete a trasferire gli uffici pubblici Lavori Pubblici, Urbanistica, Ufficio Commercio, Polizia Municipale e Anagrafe presso la struttura dell’ex Tribunale di via Ugo Lisi angolo Via Monte Bianco?

Cordiali saluti

Andrea Coccioli

Segretario del Circolo PD di Galatina   

 

www.pdgalatina.it 

pdgalatina@gmail.com

andrea.coccioli@ingpec.eu 

 

 

Egregio Sig. Presidente,

la presente per informare S.V. circa la situazione pericolosa che quotidianamente viviamo nella nostra Noha. Considerando che il nostro Circolo del Partito Democratico vuole proporsi al servizio della comunità, al fine di tutelarne l’incolumità e la sicurezza pubblica, non possiamo esimerci dal renderLa partecipe..

Accade spesso che giungano nella nostra Sede diverse segnalazioni circa la pericolosità del tratto di strada che collega il centro abitato di Noha al Cimitero comunale, più precisamente Via Aradeo, e volendo constatare quanto ci è stato ripetutamente riportato, il sottoscritto accompagnato da alcuni componenti del Direttivo, ha percorso a piedi il tratto di strada indicato. Lungo l’arco di tutta la settimana, soprattutto nei giorni festivi, abbiamo assistito ad uno spettacolo che ha del surreale. Poiché, come Le dicevo, quel tratto di strada è lo stesso che dal centro abitato porta al cimitero comunale, molti abitanti e soprattutto anziani, percorrono quella strada a piedi, rischiando di essere travolti da autovetture e/o mezzi pesanti che, nonostante i limiti consentiti, viaggiano ad una velocità ben superiore. A ciò si aggiunge il ridotto spazio “percorribile” ai lati della carreggiata (40 cm) che spesso si riduce a causa della presenza di sterpaglie. Un altro episodio che ci ha lasciati davvero col fiato sospeso è stato quando il giorno di Pasqua una signora anziana, con l’intento di scansare il guardrail, si è trovata immediatamente sulla strada in balia delle auto. In tutto ciò, essendo noi abituati ad agire, facendo in modo che la nostra denuncia non si fermi ad uno sterile comunicato stampa, abbiamo scritto anzitempo all’Assessore al LL.PP. Dott.ssa Tundo, la quale si è espressa come segue:

“[…] da quando sono impegnata come assessore ai Lavori Pubblici, dal momento che si tratta di competenza e proprietà provinciale, sono stata in prima linea presso le sedi opportune per porre l’attenzione a chi di dovere per arrivare ad una soluzione ottimale.”

Dal momento che si tratta di una proprietà della Provincia di Lecce e poichè l’Amministrazione non è riuscita a distanza di quattro anni a trovare “presso le sedi opportune” una soluzione degna di nota, come Partito cittadino chiediamo a Lei, Sig. Presidente, che venga necessariamente e improrogabilmente posto rimedio a questa situazione. Pertanto, Le chiediamo di fare un sopralluogo lungo quel tratto di strada. Chiediamo la Sua presenza nel nostro territorio, L’accompagneremo per constatarne la situazione, cercando di porvi immediato rimedio, auspicando un passaggio pedonale idoneo.

Fiducioso di un Suo positivo riscontro e certo che il nostro invito non sia declinato, La saluto cordialmente.

Il Segretario

Michele Scalese

 

Mio malgrado devo uscire dal coro o meglio dalla scontata retorica che si innesca di fronte a fatti gravi. L’immagine della città ha subito un duro colpo e il sindaco, Marcello Amante, aveva il dovere di venire ieri in Consiglio comunale e dirci cosa ha fatto all’indomani delle notizie di stampa o cosa intende fare. Candidamente ha affermato che non voleva trattare l’argomento in Consiglio. Mi sarei aspettato che venisse in Consiglio a dirci che appena apprese le notizie di stampa si era preoccupato di chiedere un incontro al prefetto di Lecce per valutare eventuali rischi per la sicurezza dei cittadini. Il minimo che poteva fare era una richiesta di maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio, ma evidentemente non ha fatto nulla di quello che un amministratore accorto dovrebbe fare.

La legalità è rispetto delle norme, senza eccezioni. Tutti i consiglieri oggi in carica hanno dichiarato di non aver speso nulla per la campagna elettorale in quanto avrebbero utilizzato materiale prodotto dal partito di riferimento, peccato che queste forze politiche abbiano dichiarato zero spese. Chissà chi ha pagato i comitati elettorali o il materiale distribuito.

L’operazione della Procura di Lecce, a cui va tutta la mia solidarietà per il difficile compito che vede i magistrati chiamati quotidianamente, insieme alle forze dell’ordine, a garantire la sicurezza di noi cittadini, è stata utilizzata dal sindaco per vestirsi da eroe in quanto – a settembre 2017 – decise di mettere i lucchetti allo stadio comunale.  

Rammento a me stesso e ai cittadini, che l’azione è partita dal commissario straordinario Aprea e aveva l’obiettivo di migliorare la gestione dei crediti e la loro riscossione. I lucchetti allo stadio sono stati messi perché non veniva saldato quanto dovuto dal gestore ed era un atto dovuto visto che l’iter era già in itinere al momento dell’insediamento di questa maggioranza. Ma al sindaco chiedo quali azioni ha posto in essere per recuperare quel credito, non solo da quella società, ma da tutte le associazioni che gestiscono le strutture comunali destinate alle attività sportive e che hanno maturato un debito verso l’amministrazione. Questo significa avere la schiena dritta.

In data 13 marzo ho fatto richiesta di accesso agli atti per tutte le strutture sportive di proprietà comunale. Solo il 14 maggio gli uffici hanno inviato parte della documentazione e non è la prima volta che non sono solleciti a fornire gli atti richiesti. Dalla documentazione si evince la grande confusione con cui gli uffici gestiscono i rapporti con le associazioni, al punto che alcune posizioni debitorie hanno cifre altissime: dai 30 ai 50mila euro e nessuna azione di recupero è stata intentata.

La legalità e la salute dei conti pubblici passano anche da questo, oltre al fatto che una gestione politica trasparente e attenta previene la formazione di quell’humus in cui matura quel che leggiamo in questi giorni sulla stampa. 

A breve sarà un anno che questa amministrazione è in carica e quindi non è responsabile di tutto, ha ereditato una macchina burocratica che non sempre ha gestito con oculatezza, ma certo il sindaco Amante non ha fatto nulla per cambiare le cose: né da consigliere di opposizione dove sedeva tra i banchi senza accorgersi del baratro in cui stava cadendo Galatina, né oggi da primo cittadino.

È sicuro che ieri si sono approvati un bilancio consuntivo che certifica come  nessuna azione significativa è stata posta in essere per migliorare la situazione dei conti pubblici, efficientare la macchina burocratica, dare qualità ai servizi, abbattere gli sprechi, incentivare la capacità di riscossione dei tributi. Altro che eroi, ci basterebbe una sana gestione della cosa pubblica.

 

Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis

Giampiero De Pascalis

 
Di Antonio Mellone (del 09/10/2013 @ 22:32:12, in NohaBlog, linkato 2998 volte)

“A Galatina, nell’era dell’e-commerce, i lungimiranti politici locali in maniera bipartisan, con a capo l’illuminato primo cittadino, han deciso finalmente di dire ad alta voce ‘stop al consumo di territorio’, di annunciare a tutti che basta con il cemento e l’asfalto, e che non ha senso uccidere ulteriori 26 ettari di fertilissima campagna di contrada Cascioni attraverso la creazione di un inutile, dannoso, anacronistico mega-porco commerciale, promosso dagli speculatori di turno e caldeggiato da chi non ha capito una cippa del dramma ecologico ed economico che ne deriverebbe.”

L’incipit virgolettato di questo articolo, per quanto ovvio, è scritto purtroppo soltanto nel libro dei sogni. La realtà nuda è ben più cruda.

Infatti, un manipolo di politici e funzionari in carriera, con a capo il sindaco (che più che illuminato direi folgorato, anzi fulminato sulla via di Collemeto), ha deliberato l’esatto contrario. Pantacom, infatti, non è un portale di commercio elettronico, ma una società a responsabilità limitatissima (veramente limitatissimi in questa società – basta dare un’occhiata ai suoi bilanci - risulterebbero essere anche i capitali e le garanzie), che avrebbe in mente di realizzare “a proprie spese e cura” una miriade di opere più o meno pubbliche in un’area da trasformare in un grande insieme di capannoni commerciali e artigianali, come se nel Salento non ne avessimo già abbastanza.      

  * 

Ma per edulcorare un po’ la pillola (o la supposta), nella cir-Convenzione d’incapace approvata da quasi tutti i consiglieri di destra (incluso dunque il Pd) è previsto nientepopodimeno che un “parco urbano” [sic!] di 5 ettari; in pratica un quadrato di 224 metri di lato, con tanto “di piante, panchine, sentieri, impianti di illuminazione, un’area giochi per bambini”. Insomma un’oasi da intitolare agli ottocento beati martiri collemetesi.

E qui sorge spontaneo l’n-esimo dubbio-perplessità: ma perché, se proprio devono, non lasciano almeno una volta questi 5 ettari intonsi, liberi cioè da asfalto e cemento? Perché per la pubblica utilità ci dobbiamo per forza riempiere di ulteriori 100 posti auto, sentieri, panchine, impianti, campi di calcetto, spogliatoi, servizi igienici, insomma di tutto di più?

Niente: è più forte di loro. Se cemento deve essere lo sia per tutti i 26 ettari, sembrano dirti, dal primo fino all’ultimo, nessuno escluso. Sennò come facciamo a parlare di pubblica utilità? Eh sì, eh già.

*

Eccovi ora un dialogo topico prossimo venturo tra due consumatori marito e moglie.

Lui: “Cara che ne diresti - dopo la spesa all’Ikea, o al Brico, o all’altro magazzino no-food, e dopo aver fatto un salto dall’Ipermarket che ha tante offerte e la tessera per la raccolta dei punti - di farci una bella passeggiata romantica in questo spazio di pubblica utilità di 5 ettari? Magari in macchina, come abbiamo sempre fatto con decine di giri a vuoto intorno alla villa di piazza Alighieri? Non lo trovi, come sempre, cool (o paracool)? E subito dopo  – piazzata l’auto nel parcheggio di 100 posti - porteremo i bambini nell’area giochi del Mega-parco… Eh? What about, darling?”.

E la Galatines pretty woman de noantri che risponde: “Oh Yeah!”.

Povere creature, quei bambini: roba da chiamare immediatamente il telefono azzurro.

Poi si lamentano se a 20 anni i figli ammazzano i genitori.

Antonio Mellone
 

Leggiamo in queste ore che parlamentari e consiglieri regionali del centro-dx ( Rocco Palese, Roberto Marti, Francesco Bruni, Erio Congedo, Luigi Manca) hanno  fissato un incontro presso l'ospedale di Galatina invitando anche il  candidato Sindaco Giampiero De Pascalis perchè preoccupati profondamente del destino dell’Ospedale.

Vorremmo ricordare al sig. Giampiero De Pascalis che molti personaggi politici di questo gruppo erano amministratori pubblici e/o svolgevano funzioni di assessori e consiglieri regionali quando nel 2004 il governo di centrodestra presieduto dal governatore Fitto (capo della formazione politica denominata COR) iniziò lo smantellamento dell'Ospedale di Galatina sopprimendo ben cinque reparti e precisamente, (giova alla storia ricordarlo) : Neurologia, Urologia, Otorinolaringoiatria, Oculistica, Geriatria.

Come mai adesso si ergono a difensori dell'Ospedale di Galatina dopo aver fatto iniziare il suo declino? Ci sembrano lacrime di coccodrillo, proprio come quelle di questo simpatico rettile che, dopo aver mangiato la sua preda, si mette a piangere lacrime liberatorie.

Ma andiamo con ordine, perchè è bene rinfrescare la memoria al candidato Sindaco De Pascalis.

Dopo l’azione nefasta di Fitto e compagni,  grazie all'impegno politico ed istituzionale del centrosinistra ed insieme ai comitati spontanei nati per la difesa dell'Ospedale, ben due strutture complesse sono rientrate a Galatina e precisamente Geriatria da Nardò e Pneumologia da San Cesario.

Oltretutto, le branche di Pneumologia, Cardiologia e Dialisi hanno permesso di garantire il percorso della terapia intensiva anche quando l'Ospedale è stato classificato  “di base”  in relazione al decreto 70. (… ingiustamente !!!)

Dove stava nel frattempo il candidato Giampiero De Pascalis sia  nelle vesti di semplice cittadino, che in quelle di candidato alla Regione Puglia nelle liste di Forza Italia????

L'amministrazione di centro-sx ed il PD che ne è stato parte importante, sono stati sempre in primo piano nel difendere l'Ospedale di Galatina. Lo testimoniano, se mai ce ne fosse bisogno, le numerose iniziative pubbliche intraprese e gli atti amministrativi ad esse connesse, non ultimo il ricorso al TAR intrapreso dalla giunta Montagna alcuni mesi orsono.

Chiediamo pertanto al sig. de Pascalis, che adesso intende indossare la toga di difensore assoluto dell’Ospedale ( ruolo che certamente non gli si addice) di attivarsi perchè,  l'on. Fitto, suo sponsor, intervenga pubblicamente per difendere l'ospedale di Galatina, senza spendere risorse per il nuovo nosocomio previsto a Maglie.

Allo stesso modo chiediamo che la stessa posizione venga assunta dagli esponenti istituzionali regionali dell’UDC che appoggiano la sua candidatura.

La demagogia e la strumentalizzazione fatta sulla pelle dei cittadini, per qualche voto in più, pensiamo che non paghi.

Per quanto ci riguarda continueremo a fare la nostra battaglia consapevoli che l'ospedale è un bene comune che va salvaguardato, senza strumentalizzazioni di parte.

Il Segretario

Antonio De Matteis

 
Di Andrea Coccioli (del 19/03/2015 @ 22:31:55, in Comunicato Stampa, linkato 2420 volte)

Straordinario obiettivo raggiunto dall'Amministrazione comunale di Galatina, che per il terzo anno di fila ha avuto approvati e finanziati i progetti di Servizio Civile Nazionale.

A testimoniare l'eccellente risultato è l'Assessore alle politiche giovanili Andrea Coccioli: "Con grande entusiasmo e soddisfazione posso comunicare la positiva conclusione del procedimento di valutazione dei progetti di Servizio Civile ordinari presentati dall'assessorato alle politiche giovanili e redatti anche quest'anno da Giampaolo Bernardi. Oggettivamente si tratta di risultati importanti, riconosciuti e premiati dalla commissione e che posizionano il Comune di Galatina tra le eccellenze della progettazione regionale del servizio civile con una percentuale di approvazione e finanziamento dei progetti del 100%. Continuiamo così a raccogliere i frutti del duro lavoro portato avanti con la convinzione di voler far bene, e teniamo fede all'impegno assunto con i giovani che vivono il territorio: quello di offrire loro un'opportunità di crescita personale e l’acquisizione di competenze importanti e utili anche nel loro prossimo futuro professionale.

Il sindaco Cosimo Montagna si dice soddisfatto del risultato raggiunto e aggiunge che “Le persone in età giovanile si trovano di fronte a tante incertezze e difficoltà da rappresentare oggi una categoria sociale a rischio. La possibilita di essere assunti per un anno e contribuire a far crescere le proprie competenze professionali assume una valenza importante in uno scenario complicato per quanto riguarda le nuove possibilità occupazionali. Inoltre con il bando di servizio civile appena avviato avremo un'importante contributo di risorse che ci permetterà di offrire servizi concreti ed efficaci ai nostri cittadini.”

Grazie ai nuovi progetti di Servizio Civile Nazionale saranno impegnati 14 giovani per un intero anno e i settori di intervento sono sono le politiche giovanili, l'ambiente, la biblioteca ed il museo.

L'euforia per gli ottimi risultati, continua l’Assessore Andrea Coccioli, non deve farci perdere la giusta prospettiva del servizio civile, che è quella fondata sui principi della solidarietà sociale ed è quella che vede i giovani i primi promotori del processo di partecipazione, in grado di trasformare una società in cui il cittadino è solo colui che riceve un freddo ed astratto servizio ad una società in cui tutti hanno la possibilità di essere attivi e socialmente utili, ed in cui i giovani del servizio civile lasciano il segno indelebile e positivo della propria esperienza.

Veniamo ora ai numeri della progettazione 2014:

Il Comune di Galatina si posiziona al primo posto tra i comuni della Regione Puglia per numero di progetti approvati, ben quattro, mentre tra gli enti accreditati all'Albo regionale si posiziona al terzo posto dopo l'ANCI e la Provincia di Foggia, che però hanno una diversa e più complessa struttura organizzativa.

Inoltre i progetti hanno ottenuto un punteggio che li posiziona tra i primi sette della regione: ciò conferma ancora una volta la qualità progettuale delle proposte presentate dal Comune di Galatina.

 

Oggetto: frazione di Noha - Atto di vandalismo alla fontana denominata “Trozza” e stato di degrado del monumento ai Caduti in Guerra. Interrogazione urgente.

Con riferimento all’oggetto, il sottoscritto ANTONIO PEPE, nella sua qualità di Consigliere Comunale, con la presente

premesso che

  • la fontana denominata “Trozza”, situata in piazza XXIV Maggio, la notte tra il 31.12.2015 ed il 01.01.2016 è stato oggetto di un atto vandalico da parte di ignoti;
  • nonostante la varie rassicurazioni ed i tanti proclami pubblici da parte dei rappresentanti del governo cittadino, ad oggi alcun intervento è stato posto in essere;
  • in data 04.01.2016, sulla pagina Facebook del Partito Democratico di Galatina, impropriamente veniva affermato che “l’Ufficio Lavori Pubblici del Comune di Galatina provvederà subito alla riparazione del danno affinché il monumento ritorni subito alla sua bellezza originaria”;
  • il monumento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale, ubicato in piazza Ciro Menotti, versa attualmente in uno stato di grave degrado e totale trascuratezza;
  • Padre Francesco D’Acquarica, su un articolo pubblicato in data 03.11.2014 sul sito www.noha.it dal titolo “I caduti di Noha (1914 - 2014 a 100 anni dalla prima guerra mondiale)” manifestava la necessità “di intervenire con dei lavori pubblici su monumento e villetta circostante. Se non altro per un pizzico di decorosità in più, oltre che per l’onore, il rispetto e la memoria che dobbiamo ai nostri caduti in guerra”;

 

considerato che

  • trattasi di interventi che non richiedono un ingente impiego di somme e che andrebbero effettuati con estrema solerzia;
  • l’investimento relativo alla riqualificazione di piazza Ciro Menotti, puntualmente rinviato di anno in anno (per rendersene conto è sufficiente leggere i piani triennali dei lavori pubblici approvati da questa amministrazione), e comunque previsto solo formalmente sulla carta per mere “esigenze politiche territoriali di facciata”, atteso che tra le fonti di finanziamento indicate vi è quella dei ricavi derivanti dalle alienazione dei beni comunali (v’è da precisare che non solo il particolare periodo di recessione che stiamo vivendo non agevola la vendita di tali cespiti ma le “raccomandazioni” della Corte dei Conti impongono di destinare la maggior parte delle eventuali entrate ad altro), non vedrà la luce a breve (o, per meglio dire, con l’attuale amministrazione non la vedrà affatto!);

 

chiede

alla S. V. di sapere quali provvedimenti intende adottare per risolvere le problematiche innanzi elencate.

Il sottoscritto, inoltre, chiede ai sensi dell’art. 18, comma 3, del Regolamento del Consiglio Comunale che l’interrogazione e la risposta siano comunicate al Consiglio.

Con Osservanza.

Antonio Pepe

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Di Marcello D'Acquarica (del 13/11/2012 @ 22:26:48, in I Beni Culturali, linkato 5240 volte)

Noha, 13 Novembre 2012

LETTERA APERTA A:

-Gentilissimo signor Sindaco del Comune di Galatina, Dottor Cosimo Montagna.
-Assessore con delega alle Politiche sociali, alla Cultura e polo biblio-museale, al Diritto allo studio   e servizi scolastici, Prof.ssa Daniela Vantaggiato.

Oggetto:
Istanza riguardante l’attuazione di un  procedimento amministrativo al fine di apporre un vincolo giuridico (finalizzato al loro recupero) dei Beni Culturali di Noha.

Gentilissimo Signor Sindaco e Assessore, con la presente, mi faccio carico di riassumere in breve i vari sforzi profusi dai nohani al fine di tutelare e valorizzare i Beni Culturali di Noha:

  • Il 12 agosto 2008, su richiesta dei soci del Circolo Culturale Tre Torri di Noha, l’Arch. Giovanni Giangreco, funzionario della Soprintendenza ai Beni Culturali della Provincia di Lecce, accetta l’invito di venire a Noha per prendere atto della volontà popolare, volta ad intraprendere la procedura di vincolo su alcuni beni culturali della cittadina, così come previsto dal Codice dei Beni Culturali. L’Arch. Giangreco suggerisce la necessità di preparare delle schede tecniche comprendenti i principali dati identificativi dei beni in oggetto. Schede che vengono predisposte e rilegate nel catalogo “I Beni Culturali di Noha” a cura del sottoscritto, e stampato a colori per i tipi dell’Editore Panico di Galatina.
  • Il 2 settembre 2009, i soci del Circolo Culturale Tre Torri di Noha, invitano il Commissario Prefettizio di Galatina, dott.ssa  Rosa Maria Simone alla presentazione di questo libro.
  • Il 26 Settembre 2009, in occasione della Festa dei Lettori organizzata, tra gli altri, anche dai “Presidi del Libro” di Noha e dalla “Biblioteca Giona”, viene presentato al pubblico il Catalogo dei Beni Culturali di Noha (nel quale sono contenute le schede tecniche dei Beni Gulturali, così come suggerito dall’Arch. Giangreco). Alla manifestazione, che ha luogo nell’atrio del Palazzo Baronale di Noha (e nella quale si esibiscono vari artisti), interviene un folto pubblico. Tra gli interventi s’annoverano anche quelli dell’Assessore Regionale alla Qualità del Territorio, dott.ssa Angela Barbanente  e quello dell’Arch. Giovanni Giangreco stesso.
  • In data 11 gennaio 2010 viene sollecitato un intervento per il recupero tempestivo del bene culturale da tutti conosciuto come “Le Casiceddhre”, sito in Noha (tutt’oggi in totale stato di abbandono e di decadenza), alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e paesaggistici delle Province di Lecce, Brindisi e Taranto, alla diretta attenzione del Responsabile Arch.  Maria Costanza Pierdominici.
  • In data 22 gennaio 2010, mediante lettera Raccomandata A.R., le Associazioni di Noha:  “Circolo cittadino Juventus”, “Fidas di Noha”,  “Circolo Culturale Tre Torri” e “L’Osservatore Nohano”,  inviano copia del Catalogo dei Beni Culturali di Noha (più copie furono consegnate in anteprima all’Arch. Giancreco) chiedendo l’intervento della Soprintendenza, nella persona del responsabile di settore Arch. Maria Costanza Pierdominici.
  • In data 30 Giugno 2010, i cittadini delle seguenti Associazioni: “Circolo cittadino Juventus”, “Fidas di Noha”,  “Circolo Culturale Tre Torri”, “Parrucchieri Mimì” e “L’Osservatore Nohano”, chiedono all’Amministrazione Comunale di Galatina, ed in modo particolare al Sindaco Dott. Giancarlo Coluccia, di sollecitare la richiesta d’intervento della Soprintendenza della Provincia di Lecce (richiesta già inoltrata dalle suddette associazioni, come detto, con lettera Raccomandata A.R in data  il 22 Gennaio 2010 al responsabile di settore Arch. Maria Costanza Pierdominici).
  • In data 29 settembre 2011, in occasione della Festa Padronale di San Michele Arcangelo, le Associazioni di cui sopra, nonché numerosi esponenti dell’Artigianato nohano, effettuano una petizione popolare in cui vengono raccolte 1471 firme di cittadini per corroborare le istanze rivolte alla Soprintendenza (e rimaste senza esito). Le firme verranno depositate e protocollate presso il Comune di Galatina in data 16 Novembre 2011. Copia delle petizione popolare viene spedita con lettera Raccomandata A.R. a: Presidente della Provincia di Lecce Dott. Antonio Gabellone; Presidente della Regione Puglia Dott. Nichi Vendola; Dirigente per i Beni Culturali e  Paesaggistici Dott.ssa Isabella Lapi;
  • Verso la fine del mese di Aprile 2012, si presenta a Noha l’Arch. Carmelo Di Fonzo, in qualità di funzionario della Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici delle Province di Lecce, Brindisi e Taranto, senza essere accompagnato da nessun altro esponente della Pubblica Amministrazione (per esempio del Comune di Galatina). L’Architetto Di Fonzo, coadiuvato dall'arch. Adriano Margiotta (volenteroso cittadino galatinese che avrebbe preparato successivamente, sempre su richiesta dell’Arch. Di Fonzo, la seconda tornata di schede), dopo aver effettuato sommariamente un sopralluogo nelle adiacenze di alcuni Beni Culturali nohani (osservando chissà cosa e a debita distanza) e tralasciandone la maggior parte, avrebbe richiesto a dei privati cittadini (probabilmente beccati per caso in mezzo alla strada), una ulteriore raccolta di schede dei Beni Culturali di Noha (affinché si procedesse al famigerato vincolo).
  • Verso la metà del mese di Luglio 2012, i cittadini privati  menzionati prima, avrebbero inviato  finalmente all’attenzione dell’Arch. Di Fonzo  alcune copie delle schede dei beni in oggetto, come richiesto.
  • In mancanza di alcuna reazione da parte della Soprintendenza e dietro iniziativa del sottoscritto, nel mese di Ottobre appena trascorso, contatto telefonicamente l’Arch. Di Fonzo. Nel corso del colloquio, l’Architetto mi riferisce che il materiale a sua disposizione è incompleto e sollecita ulteriori dati mancanti necessari per la procedura del vincolo. Su mio suggerimento si impegna di analizzare con maggiore attenzione  il Catalogo dei Beni Culturali di Noha, di cui mi dice di averne copia.

A questo punto mi chiedo e Vi chiedo, se è giusto che un dipendente dello Stato (o comunque in possesso di incarico) non si faccia vivo (come forse suo dovere), ed attenda invece che sia un privato cittadino, come il sottoscritto, a sollecitare una risposta, qualunque essa sia.
Non pensate che anche i Beni Culturali di Noha abbiano un minimo di dignità e dunque, anch’essi, una specie di diritto di cittadinanza? Non trovate deprimente lo scempio infinito cui questi beni vengono sottoposti, prima dai privati proprietari e poi dal pubblico (che dovrebbe limitare un po’ l’ignavia del privato, così come previsto dalla Legge)?
Vi ritengo, gentile Sindaco e Assessore, persone degne di fiducia e attente agli impegni di cui Vi siete fatti carico. Per questo Vi chiedo di incontrarci al più presto, affinché possa meglio spiegarVi lo stato dell’arte del lungo processo che porterà (porterebbe) al vincolo di salvaguardia sui suddetti beni culturali. Sono certo che un Vostro intervento nei confronti della Sovrintendenza accelererà, anzi sbloccherà l’iter che sembra essersi inceppato per chissà quali strampalati marchingegni. Ogni giorno trascorso senza un nostro intervento equivale ad un colpo di piccone alla bellezza, all’arte e dunque al benessere di tutta la collettività.

Distinti saluti

Marcello D’Acquarica

 
Di Antonio Mellone (del 28/11/2013 @ 22:26:06, in NohaBlog, linkato 2749 volte)

Tanto per dirne un’altra, c’è il nostro sindaco (vieni avanti Mimino!) che vuol vederci chiaro, su ‘sta storia delle diossine e dell’aria inquinata che sta riempiendo di tumori gli apparati respiratori, e non solo quelli, della popolazione di Galatina e dintorni. E sembra fare pure la voce grossa, mica bruscolini.

Mi par di vederlo e di sentirlo, mentre con risolutezza detta (o scrive o fa scrivere per inviare) al “giornalista” del quotidiano della famiglia Caltagirone il comunicato sulla necessità di una “rilevazione puntuale attraverso una serie di centraline per il monitoraggio ambientale” sparpagliate sul territorio, per analizzare la qualità dell’aria del suo comune. 

Dunque, se ho ben capito, la panacea dei mali diventerebbe la rilevazione dei fumi e la raccolta dei dati dell’aria che respiriamo. Non la rimozione delle loro cause, note anche ai bambini dell’asilo. Assolutamente no. Insomma il solito guardare al dito che indica la luna.

Ti verrebbe da chiedergli così ex-abrupto (sapendo che non ti risponderà mai): scusami tanto, signor sindaco, ma secondo te e gli scienziati della tua corte un nuovo mega-parco commerciale di appena 26 ettari quadrati da piazzare in mezzo alla campagna di Collemeto migliora o peggiora la qualità dell’aria comunale? Oppure per avere una risposta dovremmo prima impiantare un bel po’ di centraline di monitoraggio anche in contrada Cascioni?

*

Dicono che me la prendo troppo; che la mia è una forma di accanimento terapeutico nei confronti dei malati di “cementite” acuta irreversibile; che è inutile riempire paginate intere di Noha.it e Nohaweb con invettive che non troveranno mai risposta; che “uso” l’Albino ed il suo sito per i miei scopi personali, e altre amenità del genere.

E quali sarebbero questi miei “scopi personali”? Ah sì, i miei interessi privati come la qualità della vita, dell’aria, del territorio, e poi ancora la salvaguardia della bellezza, dell’arte, dei beni culturali. Mi chiedo, perché mai questi luminari a loro volta non usino anzi non “sfruttino” Noha.it per dire la loro (magari sui loro scopi personali), o per aprire un dibattito argomentato e a più voci su questo o quel tema, senza il bisogno di nascondersi dietro le solite minchiate. Temo proprio per mancanza di argomenti, altrimenti non avrebbe senso il detto rem tene, verba sequentur

Invece no, meglio blaterare sotto coperta, spettegolando come tante comari.

Molti (per fortuna non tutti), a cominciare dai nostri ineffabili politici sembrano pronti a classificare il sottoscritto non per quello che scrive, ma per il suo grado di “amicizia” a questa o quella forza politica. Per quanto mi riguarda confermo di non essere amico né vero né falso di nessuno. Quando qualcuno sostiene le mie battaglie, lo sostengo a mia volta; quando qualcuno fa o dice fesserie, lo combatto. Semplice.

Ci sono un sacco di persone che per indole e formazione non hanno commercio d’amorosi sensi con la libertà del pensiero e dell’informazione, e non possono nemmeno lontanamente immaginare che esista invece un cittadino libero, senza padroni né partiti presi, che giudica di volta in volta gli esponenti politici e le loro scelte elogiandoli quando dicono o fanno qualcosa di buono e criticandoli nel caso contrario.

Essendo intruppati ed irreggimentati, questi signori intruppano ed irreggimentano anche gli altri. E non si accorgono che, continuando ad attribuirmi referenti di qua e di là, di sopra e di sotto, non fanno che evidenziare – se ce ne fosse ancora il bisogno - la mia relativa indipendenza (stavo per dire assoluta, anche se il concetto di assoluto non funziona con gli esseri umani).

Cerco, nei limiti delle mie possibilità di stimolare la riflessione, di avere un’occhiata oltre, di non salire sul carro del consenso generale misurato dall’applausometro e dalle ondate di saliva, e di non cavalcare mai le aperture, neppure quelle più promettenti, di chi sta al potere. Insomma denuncio non rinuncio (come purtroppo non fanno molti concittadini spalmati sui loro comodi divani).

Essere di pungolo, però, non significa negare l’evidenza, fare il bastian contrario ad ogni costo, contrastare ogni novità. Significa invece praticare la profezia, con la consapevolezza della difficoltà di farlo hic et nunc.

Questa roba ovviamente, molti la capiranno con il tempo, forse quando sarà troppo tardi (molti altri, invece, mai). Ma non bisogna darsi per vinti.

C’è bisogno di santa pazienza e di tempo, dunque, anche per far digerire questi semplici concetti, e per provare a debellare l’ottusità imperante. Soprattutto quando questa si presenta in giacca e cravatta, e talvolta con tanto di fascia tricolore.

Antonio Mellone

 
Di Albino Campa (del 22/08/2010 @ 22:25:50, in No alla Discarica, linkato 3653 volte)

Eccovi di seguito un articolo di Raimondo Rodia che ci riguarda da vicino, tratto da galatina.blogolandia

Continua ancora la distruzione dell’ambiente e delle campagne galatinesi, dispiace che quello che Antonio Mellone chiama il ” sacco di Noha ” stia avvenendo proprio con un sindaco originario di Noha, eletto dalla frazione con grande giubilo. Tra nuovo comparti artigianali, commerciali e di edilizia civile, riempiremo di cemento le campagne, il resto saranno campi di silicio con il mega fotovoltaico e le pale dell’eolico, come torri di Babele che si stagliano nel cielo del Salento. A questo aggiungiamo nuove fonti di stravolgimento del nostro ambiente, preservato dai nostri antenati e che noi in capo ad un paio di generazioni rischiamo di cancellare definitivamente. Ma torniamo ai nuovi accadimenti e sentiamo le parole di Antonio Mellone. ” Non finiremo mai. Siamo assediati. Ci stanno mettendo nel sacco ancora una volta. Stanno preparando ” il sacco di Noha “. Ebbene non ci crederete ma a Noha abbiamo un’altra emergenza (oltre al fotovoltaico selvaggio in svariati ettari di campagna nohana, oltre all’imminente Comparto 4 e le oltre 50 villette schierate come un plotone d’esecuzione, oltre a tutto il resto). Avete visto il video di Dino Valente su galatina.it a proposito della cava De Pascalis ? Sembra uno spot pubblicitario. L’intervistatore si rammarica pure della burocrazia e dei suoi lacci e lacciuoli, anzichè chiedere regole lacci e lacciuoli anche per il suo bene e la sua salute. Lo sapete che cosa verrà conferito in quella cava, a due passi dall’antica masseria Colabaldi, sito archeologico importantissimo? Di tutto, di più. Leggete l’elenco. Ma andate oltre: dietro quell’elenco c’è un altro elenco invisibile e innominabile, tra l’altro, facilmente immaginabile. Anche se non ce lo dicono ci saranno materiali pericolosi insieme a tutto il resto.Scommettiamo? Pensate che qualche eternit, o qualche altro materiale viscoso “ben chiuso” in qualche bidone, o qualche altra roba da sversare non ci sarà in mezzo alle altre schifezze che verranno portate qui da noi da tutto il Salento ? Suvvia, non cadiamo dalle nuvole da qui a qualche anno con le solite lacrime da coccodrillo. Cerchiamo di anticipare i tempi. E per favore andatevi a vedere il film “Gomorra” (proprio nelle scene delle cave dismesse), se proprio non riuscite a leggere l’omonimo libro di Roberto Saviano. Sappiamo come vanno le cose in Italia e soprattutto qui, nel nostro Sud. Conosciamo bene il senso di responsabilità e la correttezza di molti imprenditori.
E poi perchè tra la roba conferita deve esserci il vetro e la plastica? Non sono, questi ultimi, materiali da riciclare? Andatevi a vedere l’elenco delle cose conferibili (conferibili, ovviamente, a pagamento).
Credono lor signori che noi siamo così fessi da non capire che dietro questa n-esima “scelta ecologica” non ci sia un piano diabolico? Che potrebbe essere questo: guadagnarci ovviamente nell’immediato (i conferimenti da parte delle ditte di tutto il Salento è a pagamento, un tot. di euro a tonnellata). Ma guadagnarci anche e soprattutto nel futuro. Come ? Semplice. Una volta riempita la cava (non ci vorrà mica un secolo, basterebbe un decennio ma anche meno di conferimenti, con la fame di discariche che c’è ) si farà diventare edificabile quella “nuova area”, tra Noha e Galatina. Altro comparto, altra villettopoli. Altro giro altro vincitore, e molti perdenti: noi. Mentre altrove le cave dismesse diventano centri culturali (tipo Le Cave del Duca a Cavallino, sede di concerti e di convegni, o l’area Verdalia a Villa Convento, area di freelosophy, eccetera eccetera), qui da noi diventano l’immondezzaio del Salento. A due passi dalla povera Masseria Colabaldi. Non c’è rispetto nè della storia nè del futuro. Siamo schiavi del presente purtroppo. Manco i barbari permetterebbero certi scempi. Ma noi sì. Bisogna allora avvisare tutti i nohani, ma anche i galatinesi della 167, quelli che abitano nell’intorno della parrocchia di San Rocco, del fatto che anche loro ne sono coinvolti: ne va anche della loro salute. Bisogna far presto. Bisogna far girare queste mail, magari arricchendole con nuove notizie e nuove informazioni. Bisogna far svegliare i nostri rappresentanti (ma dove sono con i loro cervelli in fuga) cercando di far capire loro che con certe scelte e certe decisioni (prese all’oscuro e senza informare preventivamente i cittadini) stiamo andando con gioia verso il disastro. Stavolta annunciato.” Tutto giusto quello che scrive Antonio Mellone nel virgolettato, l’unica cosa da rimproverargli e che questa non è solo la battaglia della gente di Noha e della 167 di Galatina. Questa deve essere la battaglia di ogni cittadino del Salento, che vuole la sua terra ricca e salubre.

Raimondo Rodia

 
Di Marcello D'Acquarica (del 21/04/2012 @ 22:24:46, in CDR, linkato 4216 volte)

Il nome “inceneritore” ha una certa assonanza, anche un po’ lugubre, con  quell’altro suo omonimo che incenerisce le nostre stesse spoglie quando è ora di togliere il disturbo.

Ma forse è meglio  allontanare dalla mente certi brutti pensieri sognando magari di passare le prossime vacanze con delle salutari passeggiate nell’agro di Noha.

L’idea di godere del silenzioso panorama della campagna nohana sprona ad essere mattinieri e aiuta a rinunciare anche ad un paio d’ore di sonno sperando di uscire a prendere una boccata d’aria buona.

Ci sono dei giorni, però,  che l’aria è irrespirabile. Mi ricorda tanto quell’odore soffocante che rilasciavano i fumi delle taiate delle Tre Masserie di qualche decennio orsono, quando per le vie di Noha non circolavano né camion, né compattatori ma due semplici operatori ecologici armati di carretto a pedali e scopa di saggina. Ma quelli erano tempi di miserie e non c’era il famigerato progresso moderno.

Certe mattine la  zaffata  asfissiante che si insinua prepotentemente nelle narici, reprime il desiderio di respirare a pieni polmoni.  Poi però pian piano il corpo si abitua all’aria mattutina ed il calore del sole rimuove lentamente l’inspiegabile mistero stagnante nell’aria che ogni volta che torno a casa trovo sempre più pesante.

Mi viene in mente un pensiero riportato in una pagina del mio diario:

“La prima volta che arrivai a Torino, rimasi colpito dallo strano odore dell’aria, un misto di marciumi vari, di olio bruciato e pietre ammuffite. Un odore che ti accoglie ineluttabilmente in qualsiasi periodo dell’anno appena metti il piede in stazione. Lì per lì sei portato a pensare che sia colpa della stazione ma una volta fuori la musica non cambia. Capita quindi di stare in un posto dove l’aria è sgradevole, ma fino a quando ci stai dentro non te ne rendi conto…”

Scrive Vittorio Messori ne “Il Mistero di Torino” (*): Se avessero riempito di polveri, esalazioni di piombo, capannoni, colonne di camion carichi di cemento e mattoni, non avrei avuto così tanta tentazione nostalgica del ritorno alle radici.

Noha (come Galatina e tanti altri paesi del Salento)  sono la testimonianza dell’ossimoro in assoluto. Vuol dire che hanno sacrificato generazioni intere con l’emigrazione pensando di risparmiare il territorio dall’industrializzazione, senza ottenere né il lavoro né la salvaguardia dell’ambiente.

Da qualche tempo anche l’acqua delle falde acquifere alla profondità di 90 metri sono fatiscenti. E pensare che fino a pochi anni addietro ci si dissetava, per esempio, con l’acqua dei pozzi dell’agro dei  “paduli” dove l’acqua si trovava, e si trova ancora oggi, ad appena a quattro metri di profondità.

C’è da restare allibiti nel sentire alcuni candidati al posto di “primo cittadino” dichiararsi favorevoli alla conversione della Colacem da cementificio in “inceneritore”. Si perché il dubbio che si tratti di una “conversione” piuttosto che il “potenziamento” del cementificio, persiste ed è suffragato dal fatto che a poche ore di mare dal Salento, ed esattamente a Ballare (Lezha),  c’è una fabbrica nata un paio d’anni addietro, uguale a quella di Galatina. Oramai la campagna salentina “ha dato”, ed il territorio intorno a noi somiglia ad una gruviera. Il cemento ha “munto” a dismisura il mercato locale mentre l’Europa dell’Est è ancora tutto da cementificare. Quella di de-localizzare dopo aver fatto scempio del nostro territorio è una porcata, soprattutto perché si vuole sempre esagerare, a qualsiasi costo. Non entro nel merito della validità della tecnologia degli inceneritori moderni, dello smaltimento delle ceneri catturate in corrispondenza del camino, né delle ceneri grossolane che si raccolgono sotto la griglia. Considerarle “inerti” e smaltirle in discarica o addirittura usarle per riempimenti di cave o per rilevati stradali mi sembra demenziale, un po’ come trovarsi nel mezzo di un ciclone e nascondere la testa sotto la sabbia. Tantomeno voglio entrare nel merito della riduzione dei rifiuti e dell’aumento del riciclaggio, benché questo debba essere considerato l’unico caposaldo della nostra tanto vantata civiltà, ma non possiamo fare a meno di aprire gli occhi e le orecchie, toglierci il velo di panna che ci intorbidisce quei quattro neuroni che speriamo siano ancora reattivi, per chiedere a Galatina, insieme ai comuni limitrofi, di farsi promotrice di una revisione della legge regionale sui rifiuti che prevede l’obiettivo “rifiuti zero”. Altro che incenerire!

Invece di mettere in discussione la scelta dell’incenerimento prevale la logica del minor rischio, come se ci fosse una soglia di rischio “accettabile”. Cercare cioè un “equilibrio fra ambiente ed occupazione” (notizia diffusa dal Vescovo di Taranto, a detta del candidato a sindaco dott. Gervasi nell’intervista di TRNEWS di Telerama). Come se un impianto del genere che può aumentare le morti dovute all’inquinamento lo si può regolare mantenendo il rischio entro una soglia accettabile, barattando cioè quattro posti di lavoro con le malattie dell’intera popolazione.
Non lo dico io, ma il dottor Giuseppe Serravezza, famoso Oncologo e Presidente dell’LILT (Lega italiana per la lotta ai tumori) – Sez. Provinciale di Lecce in un documento di cui allego la parte che ci riguarda.

Dice il dr. Serravezza:

Un tasso di mortalità per tumori maligni di trachea, bronchi e polmoni (tutte neoplasie non correlate all’alimentazione!) cresciuto vertiginosamente. Le aree interessate sono tutte nel Salento, da Lecce in giù. Maglie il paese più colpito (43 decessi nel 2004, 37 nel 2005), ma anche Gallipoli, Nardò, Tricase, Cutrofiano.  E poi ancora:

Alcuni anni fa abbiamo rilevato come l’area settentrionale di Lecce e il triangolo Maglie-Otranto-Galatina sono le zone che pagano il peggior tributo per morti da cancro ai polmoni. Si tratta di aree situate nei pressi di impianti industriali produttori di fumi nocivi e non è difficile ipotizzare che grazie ad un “gioco dei venti” queste sostanze raggiungano un territorio più ampio, pur senza escludere delle implicazioni dovute a situazioni ambientali autoctone.

Qui non si tratta di fare del terrorismo o essere profeti di sventura, ma di rispettare la volontà di Dio che in quanto “Amore” ci comanda di rispettare tutta la natura e non solo il nostro tornaconto personale.


(*) Il mistero di Torino, Vittorio Messori e Aldo Cazzullo- Mondadori Printing S.P.A. TN anno 2010.

 
Di Antonio Mellone (del 19/06/2013 @ 22:24:18, in Ex edificio scolastico, linkato 3617 volte)

Finalmente una bella notizia. Pare che il 28 giugno prossimo o giù di lì ci sarà la seconda inaugurazione della vecchia scuola elementare di Noha ristrutturata un paio d’anni fa. Abbiamo dovuto usare tutto il dubitativo contenuto nel verbo “pare” in quanto ad oggi non c’è ancora nulla di ufficiale. Nemmeno il topico trionfalistico comunicato stampa diramato dagli accoliti dell’assessore di turno.

Dunque non c’è che da supporre che il 28 giugno si taglierà ancora una volta il nastro inaugurale della nostra bella struttura pubblica, anche se ancora non se ne conoscono termini, condizioni, costi, attività, e molto altro ancora.

Non se ne parla sul sito ufficiale del Comune di Galatina, né tantomeno su quelli ufficiosi e amici in quanto magari più indulgenti del nostro.

Sì, qui da noi funziona così: le cose pubbliche sono così intime, riservate, misteriose che al confronto i segreti dei pastorelli di Fatima erano rivelazioni arcinote urbi et orbi, e senza bisogno alcuno di interpretazioni esegetiche.

Nel corso dei comizi i nostri personaggi in cerca di elettore si riempiono le garze (e saturano i sempre più cascanti attributi dei cittadini) di “trasparenza”, di “limpidezza”, di “democrazia partecipativa” e di “palazzi di vetro”.

Orbene, Palazzo Orsini potrebbe pure essere diventato di vetro, ma credo si tratti ormai di un vetro quanto meno fumè, appannato, anzi appositamente oscurato in modo tale che chi stia al di fuori non possa vedere nulla di quel che accade e si decide all’interno; e soprattutto chi ha la ventura di trovarsi all’interno (per la benevolenza o gli errori dell’elettorato) non abbia la più pallida idea di quel che accade fuori.

Ebbene, il 28 giugno a Noha ci sarà questa benedetta inaugurazione 2, probabilmente con tanto di acqua santa e champagne per i gargarismi d’occasione, ma non si sa bene ancora cosa si inaugurerà.

Ora, sapendo sin da subito (anzi dalla storia) che, avendo un rapporto idiosincratico con chi s’azzarda a porre qualche legittima domanda (a meno che non sia il solito “giornalista”, vocabolo fungibile con “zerbino”, “scendiletto”, “copia-incollatore” a causa di servilismi e salamelecchi congeniti), i nostri magnifici rappresentanti faranno finta di non aver sentito e, in questo caso come in molti altri casi, letto; e posto che interessare i consiglieri di “opposizione” “nohana” (le virgolette mi vien di metterle sia al sostantivo che all’attributo) sarebbe del tutto inutile a causa del letargo cronico che sembra averli inesorabilmente colpiti (non hanno, infatti, alzato ciglio nonostante i nostri articoli-assist sul tema e nonostante le prossime venture sfilate primavera-estate da parte della maggioranza); tutto ciò premesso mi rivolgo direttamente ai concittadini responsabili del “condominio Noha” nel quale viviamo e li esorto a farsi diretti latori delle domande, dei dubbi e delle istanze in merito a ciò che avverrà in quella bellissima struttura. Ne hanno il diritto-dovere.

E’ ora che una nuova cittadinanza attiva incontri una nuova politica interattiva. L’indignazione passiva è un lusso che non possiamo più permetterci.

Qualcuno potrebbe obiettarmi: perché non chiedi tu? Ma cara grazia, cosa è che sto facendo ormai da anni con i miei articoli, le inchieste, i video e tutto il cucuzzaro?

E’ che ormai quando sentono il mio nome e cognome corrono tutti a nascondersi nei rispettivi bunker, pronti a difendersi ad oltranza.

Ma non è solo questo: è che il 28 giugno non potrò essere presente alla cerimonia de quo - suppongo (ormai si va avanti a supposte) preparata in gran pompa - in quanto impegnato in quel di Roma in un altro convegno, un matrimonio per la precisione (tranquilli, e soprattutto tranquille: non è il mio, almeno per stavolta).

Una prima cosa che il cittadino degno di questa “carica” dovrebbe chiedere ai suoi rappresentanti comunali sarebbe una rassicurazione in merito almeno alla numerosità delle “ri-aperture al pubblico” proferendo più o meno quanto segue:

Caro Sindaco, caro assessore, cari consiglieri non è che per caso dopo questa seconda inaugurazione dovremmo aspettarcene una terza, e poi una quarta e via dicendo, manco fossimo al cospetto della Salerno-Reggio Calabria?

Noi nohani non vorremmo che qui accadesse quanto già avvenuto in molte altre parti d’Italia per altrettante opere pubbliche celebrate un numero incommensurabile di volte.

Noi non vorremmo mica che per questa struttura avvenisse quel che è avvenuto, ad esempio, per la fiera di Milano, inaugurata chissà più quante volte dagli amiconi Maroni, Berlusconi, Formigoni: non vorrete mica emulare tutti quelli cogli-oni. Non è proprio cosa. E poi qui non abbiamo tanto tempo da perdere dietro alle vave.

Ma c’è un altro dubbio che ci attanaglia.

Scusate, ma è stato risolto una volta per tutte il problema dell’allaccio all’energia elettrica? Ci avevate detto che bisognava prima di tutto costruire la famosa cabina elettrica di trasformazione per l’altrettanto famoso collegamento dei 50 kwh, altrimenti nisba. Bene, è stata realizzata questa benedetta cabina, magari all’insaputa dell’assessore, o era tutta una bufala per farci perdere tempo e inchiostro virtuale a iosa?

Oppure siamo punto e a capo e stiamo qui convenendo per l’ennesima farsa, cioè l’allaccio provvisorio o “di cantiere” dei 10 kwh che faranno funzionare la struttura ma solo in parte (per esempio non funzionerà l’ascensore e l’impianto fotovoltaico sulla terrazza potrà arrugginire senza aver prodotto un solo chilowattora in vita sua, tanto chi lo vede)?

Oppure ci penserà la nuova cooperativa aggiudicataria a colmare questa deficienza progettuale ed attuativa? Sicché il Comune non sborserà nemmeno una lira?

Non è che ancora una volta stiamo facendo le cose all’italiana, cioè come “pragmatismo” comanda?

E infine, chi sarebbe codesta nuova cooperativa aggiudicataria? Qual è il suo “curriculum vitae”? Da chi è formata, diretta, gestita? Chi sarebbero gli “educatori”, posto che siano previsti? Quale la loro formazione o il loro pedigree? Quali sono le garanzie concesse da questa società al Comune di Galatina?

Ci sono già dei ragazzi del circondario “pronti” per essere ospitati qui a Noha? Si sta facendo davvero tutto a regola d’arte? Quanto costerà tutto questo marchingegno alle casse pubbliche? Per quanto tempo verrà affidata questa struttura all’organizzazione de quo? Cosa ha in mente di realizzare? I cittadini di Noha potranno usufruire dei servizi della struttura?

Grazie.

Cari concittadini queste e molte altre sono le domande da porci. Quindi da indirizzare immediatamente ai nostri rappresentanti comunali.

Se qualcuno per miracolo vi dovesse rispondere andate senza indugio ad accendere un cero alla Madonna per grazia ricevuta.

Antonio Mellone
 
Di Antonio Mellone (del 21/10/2013 @ 22:23:10, in NohaBlog, linkato 3624 volte)

Ciascuna parte si impegna a mantenere riservata ogni informazione tecnica e/o commerciale, verbale o scritta, ricevuta dall’altra parte e ad utilizzarla per i soli scopi del presente Accordo, anche dopo la cessazione dei suoi termini di validità. Resta inteso che le parti concorderanno quali informazioni verranno rese pubbliche nell’ambito delle attività di comunicazione del progetto”.

Il summenzionato brano in corsivo e virgolettato non è tratto dal Codice da Vinci di Dan Brown, e non rappresenta uno degli articoli dello statuto della setta dei Beati Paoli. Nossignore, queste righe sono estrapolate dall’articolo quinto di quell’architettura rococò che è la cir-Convenzione d’incapace, approvata da tutte le destre (incluse dunque le sinistrate) sedenti in consiglio comunale, a proposito di quel “mercimonio che s’ha da fare” (copyright di Pasquino Galatino) tra il Comune di Galatina e la signorina Pantacom srl per la costruzione del famigerato Mega-porco in contrada Cascioni, ad un fischio da Collemeto.

Questo inebriante eau de fogne Chanel numero 5 ha un titolo da brivido che è tutto un programma: “Segretezza delle informazioni”.

Roba forte.

*

Non che il sottoscritto voglia fare per forza di cose le pulci anche sulla sintassi del capitolato di questo papello buono solo per la differenziata, ma mi chiedo cosa diavolo vorrà mai dire la locuzione: “e ad utilizzarla [ogni informazione tecnica] per i soli scopi del presente Accordo, anche dopo la cessazione dei suoi termini di validità”. Che le parti si obbligheranno da un lato a mantenere riservata ogni informazione tecnica e/o commerciale – e fin qui potrei arrivarci anch’io -  e dall’altro ad utilizzarla per i soli scopi del presente Accordo, anche dopo la cessazione dei suoi termini di validità? Magari finché morte non li separi? Oppure vuoi vedere che il costrutto “termini di validità” si riferisce all’informazione tecnica e/o commerciale e non invece alla Convenzione? E quanto dovrebbero o potrebbero durare l’una e/o l’altra? E cosa vuol dire “ad utilizzarla [l’info riservata] per i soli fini della presente Convenzione”?

Chi ci capisce qualcosa, dico in questo criptico ircocervo Panta-Comunale, potrà ambire al Dedalo d’oro. O conseguire – con il massimo dei voti e lode - una laurea breve in psichiatria

*

Dunque siamo di fronte a materiale scottante, roba da servizi segreti, spie, rapporti investigativi, 007, Copasir, brevetti occulti, trattative sotterranee conto terzi, strategie e segreti industriali inconfessabili: si corrono seri pericoli di Insider Trading.

Guai a spifferare a destra o a manca la denominazione dell’eventuale società interessata all’acquisto del Mega-porco: non sia mai, tutti zitti e mosca, sarebbe concorrenza sleale, notizia intima, privata, personale, strettamente confidenziale, un boccone prelibato da celare al mondo e da custodire possibilmente nel caveau di una banca.   

Per quanto ovvio l’eventuale società acquirente del pacchetto o meglio del mega-pacco non si troverà manco a pagarla, sicché questo nome tanto auspicato non esiste se non: a) nei sogni bislacchi di un popolo dormiente o aspirante-lavoratore confidente ancora nei ciuchi svolazzanti; b) nelle elucubrazioni di qualche poveretto abbigliato da assessore o consigliere comunale, se non addirittura da primo cittadino (di Galatina o di Lecce, a seconda).

Me lo vedo un sindaco, con fascia tricolore (ma che dico tricolore, mimetica, per non dare nell’occhio), grembiule, compasso e soprattutto collare, agghindato da Gran Maestro della Loggia dei Cementificatori, con il solito linguaggio convenzional-esoterico - in nome dei due sommi ideali che vanno sotto il nome di “ricadute occupazionali” & “volano per lo sviluppo”, come Tom & Jerry, Ninì & Cocò – iniettare ai cittadini il solito anestetico da 200 ml (i famosi 200 posti di lavoro), celando invece la pura e semplice verità circa lo scempio ambientale ed economico cui si sta andando incontro. Scempio che ovviamente non pagherà Pantacom, ma come al solito Pantalone, senza manco accorgersene.

*

Ma il vero enigma di tutto questo rompicapo è come sia stato possibile che una banda bassotti (bassotti, nel senso di statura politica) ci abbia potuto far cacciare in questo grosso guaio. Li dovresti vedere, i nostri politici, tutti compìti, paludati, con un fare da grandi esperti di economia e finanza, assumere l’atteggiamento saputello e ieratico dei depositari del verbo, mentre in realtà somigliano sempre più a morbosi collezionisti di notizie, indiscrezioni, voci, sussurri e grida, sentito dire e pettegolezzi, che manco la Cia. La zi’ Cia, per la precisione.

*

Bisognerebbe far sapere ai pellegrini di tutto il mondo che dopo i tre segreti di Fatima e i dieci di Medjugorje, a Galatina si custodiscono i segreti dell’immacolata cementificazione.

Una prece.
Antonio Mellone
 
Di Fabrizio Vincenti (del 01/10/2020 @ 22:20:46, in NohaBlog, linkato 2003 volte)

Dopo pochi giorni dalla nomina di don Emanuele a parroco della Parrocchia “Santa Maria della Neve” in Cutrofiano, la città di Sanarica, attraverso la sua Amministrazione Comunale, avendo deliberato all’unanimità, ha conferito la cittadinanza onoraria sanarichese a don Emanuele, dopo i suoi nove anni da parroco.

Il primo cittadino, Salvatore Sales, ha conferito il riconoscimento a don Emanuele durante una cerimonia che si è tenuta il 1° ottobre a Sanarica, presso il Santuario dedicato alla Madonna delle Grazie. La motivazione di un tale riconoscimento è solo la conferma di quanto già sappiamo su don Emanuele e che non fa altro che aumentare il nostro orgoglio di appartenenza a un paese che, nonostante gli innumerevoli problemi, vanta di aver dato i natali a molte persone di animo nobile.

La sua opera, infaticabile ed attenta, sempre a servizio dei più deboli e dei più bisognosi”: così è stato definito il suo operato nella comunità di Sanarica. Si legge nella Delibera in questione che don Emanuele “ha costituito, negli anni, un punto di riferimento per i fanciulli del paese, riuscendo a realizzare importanti momenti di aggregazione e di preghiera, coltivando nelle giovani generazioni il seme dei valori cristiani della carità e dell’altruismo”.

Non sappiamo se don Emanuele sia il primo cittadino di Noha al quale sia stato conferito il riconoscimento di una cittadinanza onoraria. Certamente, a memoria d’uomo, è il primo di Noha a cui un altro paese riconosce unanimemente dei meriti, e conferisce pubblicamente un ringraziamento non solo per quello che ha fatto (che è molto: vi invito ad ammirare almeno le opere di restauro del Santuario di Sanarica, in cui i colori originali della pietra leccese, esaltando il barocco, sono esplosi in tutta la loro genuinità e stravaganza), ma soprattutto per quello che è stato per quell’intera cittadina.

Lo sappiamo che questo tipo di benemerenza non costituisce alcun privilegio per l’insigniti. Tuttavia tale riconoscimento serve a imprimere nella memoria di una comunità il ricordo di coloro che si sono prodigati per accrescerne il prestigio.

Le cittadinanze onorarie non sono soltanto un nome scritto su uno dei tanti registri comunali, ma sono la viva esortazione a mettere a frutto i propri talenti a servizio del bene comune. Servono a ricordarci di salvaguardare alcuni principi non negoziabili, a convincerci che è necessario prendersi cura della bellezza, a incoraggiarci a difendere l’arte, che è ciò che l’uomo sa fare meglio quando dà il meglio di sé. Non per ultimo a rammentare che lo spirito dell’uomo è capace di dialogare con il divino.

Il fatto che sia stato conferito un simile riconoscimento ad un nohano è per noi un incoraggiamento a fare tutto ciò che possiamo per rendere questo mondo migliore, e sarebbe auspicabile se iniziassimo l’opera anzitutto dal paese in cui viviamo, la nostra Noha, che vivrà solo se noi saremo disposti con tutte le nostre forze a continuare dignitosamente a tenerla in vita, senza infangare mai, con i nostri comportamenti, le sue onorevoli origini, e senza mai maltrattarla con le sferzate vandaliche dei nostri pensieri, a volte più dannosi delle opere.

Congratulazioni a don Emanuele dal paese che ti ha dato i natali, e che questo sia solo il primo di tanti altri meriti.

Fabrizio Vincenti

 

Incontro con Antonio Mellone, fondatore de L’Osservatore Nohano

Come è stato il 2011 per la nostra Galatina e qual è la tua speranza per 2012?

Queste le domande fatte al collega Antonio Mellone, direttore de L’Osservatore Nohano.

<L’Osservatore Nohano, la rivista on-line del sito www.noha.it, di cui sono stato editorialista nonché uno dei fondatori (ma non “il direttore”: figura che non è mai esistita per questo periodico atipico e un po’ clandestino) ha cessato di esistere lo scorso 9 gennaio 2012, dopo un lustro di nove uscite mensili puntuali come un orologio svizzero.

Abbiamo deciso di smettere per scelta strategica, pensando che L’Osservatore Nohano avrebbe forse dato più fastidio da morto che da vivo. Ciò detto, ribadisco il fatto che il sito noha.it continua ad essere vivo e vegeto e ricco di contenuti. Anche attraverso questo sito (il discorso vale anche per gli stupendi ed utilissimi siti di Galatina, che consulto ogni giorno) si può riuscire a scorgere nella vita quotidiana locale molti elementi di generalità ed universalità.

Dunque, caro professore Contaldo, qui non parlo che in veste di direttore di me stesso, o - il che è lo stesso - di cittadino. Dovremmo capire una buona volta, cioè, che la vera autorità locale non è il sindaco, o il parroco, o il vescovo, o il direttore della posta o della banca, o l’onorevole di turno, o il direttore di un giornale, o il capo di un partito, o un consigliere comunale o regionale, eccetera eccetera; la massima autorità dovrebbe tornare ad essere il cittadino (scritto finalmente con la maiuscola) dal quale tutte le (ormai ex) autorità summenzionate dovrebbero sentirsi i dipendenti. Concetto scontato soltanto a parole; un po’ meno nei fatti.

Non c’è unto dal Signore che tenga, né un leader al quale affidare il futuro e noi stessi. La parola leader, si badi bene, è un insulto per il popolo. Non dovremmo aver bisogno di leader o di eroi! Guai seri sarebbero per quel popolo che si affidasse al leader, che poi inevitabilmente si trasforma in padrino locale, anzi in caporale locale. E noi non abbiamo bisogno di caporali, ma di Uomini!

Ognuno è responsabile di se stesso e verso la società. Basta con il velo sugli occhi, con la deferenza, con il servilismo sciocco, con le nebbie dell’incenso, col timore reverenziale, con il belato caprino o ovino, con la paura della verità.        

Ma, caro professore, veniamo al dunque, alle risposte, cioè, alla sua domanda sul nuovo anno, sul nuovo che avanza (sperando di non imbatterci nel vecchio che è avanzato). Per questioni di spazio mi limito a guardare avanti più che fare un bilancio dell’anno testé passato, evidenziando cosa mi aspetto e cosa auspico per me e per gli altri concittadini.

Galatina, la più bella terra del mondo, sta attraversando ormai da un decennio una stagnazione politica terribile, che si riflette ovviamente nel campo sociale ed economico. E’ dunque giusto e pio che il cittadino apra finalmente gli occhi, si svegli dal torpore, diventi parte attiva delle scelte politiche, e, smettendo di essere allergico al nuovo, faccia finalmente piazza pulita - attraverso una X apposta sulla scheda elettorale - di faccendieri, miopi arrivisti, millantatori, navigatori sotterranei conto terzi, malati di logorrea, protagonisti di batracomiomachie e zuffe da pollaio. Qui non si richiede quella corbelleria meglio conosciuta come “ricambio generazionale” (in quanto si può essere giovani a ottant’anni e rincoglioniti a venti), ma, magari, una discontinuità di volti e soprattutto un ricambio di vocabolario. Abbiamo bisogno di una nuova grammatica dello stare insieme, e un nuovo linguaggio che aborra, ad esempio, lemmi della serie: “apparentamento”, “ricaduta elettorale”, “visibilità”, “personalismo”, “vertice di maggioranza”, “poltrona”, “appoggio esterno”, e soprattutto quel luogo comune triviale, anzi quello slogan volgare che è la “politica del fare”…

Detto questo, aggiungo anche che non basterebbero uno o più politici virtuosi per il riscatto di Galatina, Noha, Collemeto e Santa Barbara. Infatti non sempre succede che un uomo pubblico virtuoso riesca a rendere virtuosa la propria città; ma è certo invece che una città virtuosa sa esprimere sempre uomini politici virtuosi. E i cittadini virtuosi sono quelli che si chiedono cosa possono fare per la comunità e non cosa la comunità possa fare per loro.

Dunque bisogna capire che le parole sono importanti, ed è arrivato il momento di impadronircene. Non si capisce perché ultimamente gli arroganti sono diventati intraprendenti; i buffoni, simpatici; i delinquenti, furbi che sanno stare al mondo; i cinici, intelligenti; né si comprende, per contro, perché gli onesti sono diventati fessi; i coraggiosi, visionari; e gli intransigenti, noiosi moralisti.

Serve un nuovo linguaggio comunitario (e laico) che parli finalmente di tutela del territorio, di risparmio energetico, di micro-generazione di energia, di valorizzazione dei beni culturali, di recupero e riciclo delle risorse, di sviluppo sostenibile e quindi anche di decrescita felice, di ristrutturazione del patrimonio edilizio piuttosto che di cementificazione…

A Galatina serve più aria pura e meno CDR, più libri e meno televisione, più conflitti e meno interessi, più centro antico e meno centri commerciali, più passeggio pedonale e meno auto, più incontri pubblici e meno isolamenti casalinghi, più autoregolamentazione e meno divieti (una cittadinanza culturalmente evoluta, ad esempio, non va in giro nel centro storico - ma anche in periferia - in automobile, quando invece può benissimo andare a piedi o al più in bicicletta, e senza il bisogno di vincoli o proibizioni).

Questo auspico per il nuovo anno. Non so se questo sia chiedere troppo.

Va bene, allora, se concludo dicendo che illudersi è pericoloso, mentre sperare obbligatorio?>>

Virgilio Contaldo

 
Di Marcello D'Acquarica (del 04/02/2013 @ 22:16:12, in NohaBlog, linkato 3424 volte)

Leggendo il titolo di questo pezzo, una persona normale si chiederebbe immediatamente: “Contro a favore di chi o che cosa?”
Ho come l’impressione che la sindrome del fare (di cui solitamente si ammalano i nostri pseudo-politici in tempi di elezioni) stia dividendo le candide anime dei nostri indefessi servitori.
Mi chiedo cosa ci voglia a capire che un progetto, per il solo fatto d’essere tale, porta sicuramente lavoro. E per favore, non stiamo tanto a guardare a chi lo porta, questo lavoro. Se a nostri paesani o forestieri, o addirittura di un’altra nazione. Lo porta, punto.
Perché rifiutarsi a prescindere, quasi per puntiglio, di avallare l’intenzione di essere a favore di questo benedetto mega-parco, anche se poi non sappiamo nemmeno cosa ci costruiranno dentro. Magari scopriremo che si tratta della Florida Salentina, della terra promessa, o della fortuna dei galatinesi. In fondo che saranno mai venti o trenta ettari ricoperti di capannoni, di cemento e di catrame, al posto del terreno destinato all’agricoltura, e forse a degli ulivi rinsecchiti (che costa più tenerli che tagliarli). L’olio? Nei supermercati lo vendono già imbottigliato a meno della metà del costo che dovrebbero sostenere i nostri sfortunati contadini per produrlo. Se poi proprio tutto dovesse andare a monte (dei fiaschi di Siena) faremo come fecero millenni addietro i nostri avi che per ripulire la terra da cui cavare il necessario per vivere: raccolsero a mano, una per una i miliardi di pietroline che la riempivano. Certo loro non avevano le talpe o le ruspe, e c’hanno impiegato millenni, noi no. Con la moderna tecnologia, il nostro piccolissimo mega-parco Cascioni, lo trituriamo in un batter d’occhio. La fresa meccanica, comunemente detta “talpa” che stanno adoperando per il tunnel del traforo in Va di Susa, riesce a frantumare in media dai 10 ai 20 metri di roccia al giorno.
Dico io, se proprio il mega-parco dovesse rivelarsi un fallimento, che sarà mai il costo della frantumazione di qualche tonnellata di cemento (magari pure di scarsa qualità). Tanto andrebbe sempre bene per costruire altri mega-parchi. In fondo “ce lo chiede l’Europa”. E poi fare e disfare non è tutto un lavorare?
Certo che se però ci facessero vedere il fantomatico mega-parco in qualche modo sarebbe meglio. Così, giusto per vedere se ci piace. Che so io, per esempio un modellino simulante forme e materiali, un disegno tridimensionale, oppure delle immagini ricavate da quei fantastici programmi 3D di cui fanno uso gli studi di architettura.
Vuoi che una società forte ricca e potente come la nostra Pantacom non sia in grado di farci apprezzare questo fantomatico progetto? E poi, leggendo certe interviste senza filtri ti viene da chiederti: come? Anche il Comune di Nardò comprerebbe a scatola chiusa? O forse da qualche parte nella scatola c’era un foro da cui si poteva percepire che “meravigliosa opera è il mega-parco”?
Su dai Signor Sindaco, a volte bisogna turarsi il naso (e pure occhi e orecchie) e firmare, “per il bene di Galatina”, “per le ricadute sull’occupazione”, “per il turismo” (infatti i turisti verranno a frotte qui da noi: non vedono l’ora di farsi 2000 chilometri per vedere il nostro stupendo mega-parco nuovo di zecca), “per il futuro dei nostri figli” (che non vedono l’ora di fare i cassieri, o gli scaricatori di pezzi per i comodini Ikea), “per il progresso”, “per la crescita” (delle menzogne), per questo e per quell’altro. “Firma, caro Sindaco! Dopo parleremo dei contenuti”, ha esordito così un consigliere comunale davanti al gran rifiuto.
E poi vuoi mettere? Finalmente i galatinesi avranno un posto dove passare le serate d’inverno, quando in casa ci si annoia a guardare sempre le solite televendite Raiset, anche perché scaldare casa costa sempre di più. Meglio andare tutti insieme al calduccio nei nuovi capannoni del mega-parco, come fanno quelli delle città emancipate. Tanto qui di contenitori culturali, se ne parla da tempo ma di fatto non se ne vedono (oppure si restaurano, come quello della vecchia scuola elementare di Noha e poi si chiudono subito, non sia mai che qualche attività culturale risvegli le coscienze sopite dalle scemenze). Finalmente le nostre passeggiate avranno una meta a corto raggio. A chilometri tendenti a zero. Collemeto è ad un fischio, ad un tiro di schioppo, ad uno sputo. 
Con le sempre più frequenti offerte sui prezzi della benzina ci potranno andare proprio tutti. Sarà un po’ come andare a fare una bella scampagnata, fuori dal caos del traffico cittadino.
Insomma basta con queste quattro vetrine stra-consumate della piazza, del centro, di via Roma, di corso Porta Luce, e dei comuni limitrofi. Tutti al mega-parco Cascioni, in fila indiana, oppure senza alcun ordine, a caso, come le pecore. Tutti a comprare chincaglierie low-cost, che al primo giro di danza finiranno dritte dritte nei rifiuti. Tanto poi ci sarà l’inceneritore Colacem a ridurre tutto in fumo.  
Ma al nostro consigliere comunale, probabilmente i contenuti dei progetti non interessano, punto. Tra l’altro, ha una memoria talmente labile che non ricorda nemmeno più chi fossero i suoi compagni di scuola. Chissà cosa ricorderà delle materie studiate.

Caro Sindaco non fare il permaloso e non ti offendere se dicono che sei una brava persona, firma e poche ciance. Ma prima di firmare: Pensa …Pensa…Contro chi sotterra la coscienza nel cemento…[tratto dal testo della canzone “Pensa” di Maurizio Moro].

Marcello D’Acquarica

 
Di Albino Campa (del 26/02/2012 @ 22:15:23, in S.Maria della Porta, linkato 4552 volte)

Poco distante dal centro abitato di Galatina, lungo una stradina di campagna, ecco apparire d’un tratto una cupola. Una visione indubbiamente strana per la nostra vista, abituata al più a scorgere la pietra irregolare dei “furneddhri”. Maggiormente insolita perché da lontano appare poggiata sulla nuda campagna, al riparo dietro un muretto un secco.

Avvicinandosi l’arcano si svela e il mistero lascia spazio allo stupore. Un ampio e profondo incavo di forma quadrangolare, scavato nella roccia, accoglie al suo interno la chiesa di Santa Maria alla Porta la cui cupola, e solo questa, è quanto appare all’esterno alla vista di chi procede lungo la strada che attraversa quello che una volta era l’antico e ormai perduto casale di origine basiliana, Pisanello.

Una zona di Galatina, quasi al limitare di Sogliano, che richiama antiche presenze nella storia della nostra terra; echi di un tempo in cui l’attuale centro era ancora ben lontano dall’essere eretto.

Nei pressi, nel 1882 venne ritrovata dall’archeologo galatinese Luigi Viola un’antica stele messapica (del II – III a.C.), conservata ora nel Museo cittadino Cavoti, e attribuita ad una statua di Afrodite.
Da lì passò il santo pescatore Pietro mentre attraversava il Salento nel suo viaggio verso il luogo del suo martirio. E la tradizione racconta che il sant’uomo stanco del suo viaggio si ebbe a riposare, a trovare sollievo, sedendosi su un grosso masso. Difficile dire se effettivamente Pietro passò per i quei luoghi. Certo è che se una tradizione del genere si ebbe a tramandare per secoli, questo può essere stato possibile solo grazie alla presenza in quei luoghi di un sito popolato sin dai tempi di antichi.

Tradizione così viva e duratura tanto da dare al nascente antico centro il nome del santo, Sanctus Petrus de Galatino. Nel 1665 “questa” pietra venne solennemente prelevata dal vescovo Gabriel Adarzo e portata in Chiesa Madre e a ricordo di quell’evento venne eretta, come si racconta, una colonna. Ora vi è un’edicola votiva con l’iconografia tipica con cui viene raffigurato Pietro e riportante alla base la seguente dicitura latina – “Hic S. Petri defessi levamen 1665”.
Anticamente da quei luoghi passava un importante asse viario che conduceva verso S.Maria di Leuca, indicato nel 1400 come “viam publicam qua itur de Sancto Pisanellum”.
Come se non bastasse, lungo la strada comunale S.Vito, ove è situata l’edicola votiva di San Pietro, si incontra una zona coltivata che presenta una particolarità. Ai lati della strada si possono trovare numerosi frammenti di argilla, pezzi di vasellame, mischiati al normale pietrame delle nostre campagne. Difficile dire di cosa si tratta e datarli, ma il contadino mi dissi – “cose de l’antichità!” – ogni tanto arando trova ancora qualche “petra vecchia”.
La prima volta che una persona di Galatina mi ha accompagnato in questi luoghi, che conosceva bene dai tempi dell’infanzia, per strada mi parlava di pietre di dimensioni significative, di lastroni, quello che poteva esser traccia di antiche dimore. Arrivati sul posto, dopo anni e anni che non vi faceva ritorno, ha visto lo stato dei luoghi completamente mutato, ville e villette a destra e a manca, e delle antiche tracce che lui ricordava, assolutamente nulla.

Quest’insieme di informazioni, seppur frammentate, lasciano presagire che la storia di questi luoghi e dell’antico sito di Santa Maria alla Porta sia alquanto più complessa di quanto sia oggi possibile ottenere leggendo la scarna documentazione disponibile.

Quanto appare oggi nell’incavo roccioso è ben diverso rispetto allo stato originario del sito prima che venisse profondamente rimaneggiato nel corso dell’800. La documentazione ci racconta ben poco. In un disegno A. Abate riproduce quello che poteva essere la struttura originaria.

Originariamente non vi era una chiesa, bensì una cripta, che nelle attestazioni di visite pastorali nel ‘500 viene già segnalata come inabitata.
Può darsi che la volta della cripta fosse crollata o seriamente danneggiata e quindi si sia provveduto a sbancare completamente la zona interessata, scavando nella roccia un emiciclo all’interno del quale è stata poi successivamente costruita in muratura l’attuale chiesa.
Sarà stato veramente così? A chi di competenza, o meglio a chi ne ha le competenze la risposta.
Seguendo questo ragionamento, l’attuale complesso, ultimato nel 1899, dovrebbe sorgere su i resti dell’antica cripta, presumibilmente basiliana, ma della quale non vi sono alla vista elementi architettonici per individuarla.

L’attuale chiesa e il chiostro si trovano a circa cinque metri sotto il livello stradale. Vi si accede grazie un ampio cunicolo gradonato scavato nella roccia che porta all’interno dell’incavo.

La bellezza del sito che traspare dall’esterno è ben poca cosa rispetto alle meraviglie, seppur vetuste, che si possono ammirare all’interno.

A destra e sinistra del cunicolo di accesso si aprono due stanze scavate nella roccia. Forse dei ripari per coloro che popolavano quel sito o utilizzate come deposito.

Lungo tre dei quattro lati, la roccia è stata incisa in profondità andando a formare un chiostro che conduce, percorrendo il perimetro dell’incavo, verso la chiesa. Massicce colonne costruite in muratura che sorreggono la roccia e la volta arcuata sovrastante.

Ma le sorprese sono appena all’inizio. Mossi i primi passi lungo il chiostro, tracce di colori e quel che sembrano decorazioni attirano il mio sguardo verso il pavimento, discretamente sporco e ricoperto di terra. La pavimentazione è costituita da uno splendido mosaico ancora sostanzialmente intatto.
Percorrendo il chiostro, all’incirca a metà della lunghezza dell’incavo, il mosaico pavimentale si arricchisce di ulteriori motivi floreali con una piccola vasca d’acqua, ora colma di terra, decorata con conchiglie.

Qui il corridoio si allarga e lungo la parete semicircolare vi sono tre sedili, con quello centrale decorato anch’esso con conchiglie. Un bellissimo, seppur piccolo, Ninfeo.

Infine si giunge dinanzi alla porta di ingresso della chiesa. Un ingresso semplice ma impreziosito alla sua base da un bellissimo mosaico che raffigura un leone accovacciato con il capo rialzato a guardare chi vi accede. Un custode, quasi una sorta di monito rivolto a chi entra nell’edificio sacro, affinché si predisponga con il giusto animo e intenzioni.

L’attuale chiesa a pianta circolare è costruita interamente in muratura. Non è addossata alla roccia, ma vi è un’intercapedine larga poco meno di metro che corre lungo l’emiciclo scavato nella roccia e ricoperto esternamente da una copertura in “chianche” chiaramente visibile sia dall’interno che dall’esterno.

Anche il pavimento interno alla chiesa è costituito da un mosaico, i cui si motivi decorativi definiscono un intreccio di linee e di curve che sembrano pronte a catturanti. Nel centro il simbolo mariano dell’Ave Maria.

Un unico arredo sacro all’interno. Un turrito altare in pietra. Alcuni dei decori sono conservati dalla proprietà.
A sinistra vi è una porta da cui parte una scala in mattoni che conduce all’esterno, ai bordi della cupola.

A destra, una piccola stanza da cui è poi possibile accedere all’intercapedine che corre tra la muratura e la roccia.

La chiesa appare molto semplice, non vi sono tracce di affreschi o decorazioni paretali. Ma basta alzare lo sguardo verso la cupola per essere colti da nuovo stupore. Ci si accorge di essere sovrastati da un bellissimo cielo stellato in cui la vista si perde, dando a chi l’osserva un senso di infinito rispetto alla caducità delle cose terrene.

Uscendo dalla chiesa e inoltrandosi lungo il sentiero centrale, anch’esso pavimentato con un mosaico, che attraversa in tutta la sua lunghezza l’incavo, ci si immerge nelle bellezze del giardino.

Un giardino di delizie, costituito in particolare da alberi di arancio. Lungo questo sentiero era presente un tempo un colonnato di cui rimangono, come uniche tracce, i basamenti delle colonne in pietra leccese; purtroppo le colonne sono state nel tempo trafugate.

Ma non sono gli unici danni compiuti, seppur fortunatamente contenuti, visto che la leggenda di antichi tesori ha condotto malintenzionati a scavare anche nella roccia alla ricerca di fantomatici antichi tunnel e stanze del tesoro. C’è un antico detto che riguarda quest’antico casale – “Pisano e Pisanello distrutti fur dai mori sotto l’altar maggiore si trovano i tesori”.

Ma su questo sito non si raccontano solo storie di antichi tesori. C’è, forse, anche qualcos’altro. Quando tempo fa pubblicai le foto di questo sito, montandole a mo’ di video, dopo qualche giorno un carissimo amico mi telefonò dicendomi che alcuni suoi amici lo avevano contattato chiedendo informazioni sul sito e sul sottoscritto. Tra le immagini pubblicate avevano rintracciato in alcuni elementi architettonici l’uso di simboli massonici.

Dopo qualche giorno mi disse che questi suoi amici appartenevano ad una loggia massonica.

Massimo Negro

PS: Il sito è passato di proprietà qualche anno fa. Dopo anni di abbandono ed incuria la nuova proprietà ha dapprima recuperato l’annesso palazzo, all’interno dell’area in cui si trova l’incavo e la chiesa, e con l’accordo della Soprintendenza ha iniziato il percorso, per ora solo burocratico, per recuperare anche questo bellissimo e suggestivo luogo.

 

Si svolgerà lunedì 2 giugno, alle ore 19.00, presso Palazzo Orsini, la Cerimonia di conferimento del Premio “Città di Galatina – Beniamino De Maria”, destinato a personalità galatinese e no, che abbia illustrato con la sua opera la Città di Galatina e le abbia reso servizi di particolare importanza.

Il Premio venne istituito nel 1998 in memoria del compianto e illustre concittadino Beniamino De Maria, deputato all’Assemblea Costituente dal 1946 al 1948, deputato alla Camera dalla I alla VI Legislatura, dal 1946 al 1975 e Sindaco di Galatina negli anni Settanta e Ottanta.

Il Premio viene assegnato ogni biennio da apposita commissione che, in data 11 febbraio 2014, presieduta dal Sindaco Cosimo Montagna e composta inoltre da: prof. Antonio Lucio Giannone, Prorettore dell’Università degli Studi di Lecce; dott. Salvatore Riccardo Monsellato, Vice Presidente dell’Ordine dei Medici di Lecce; don Aldo Santoro, Parroco della Parrocchia SS. Pietro e Paolo; dott. Biagio Galante e dott. Marcello Pasquale Amante, Consiglieri comunale, ha stabilito di conferire il riconoscimento alle seguenti personalità:

Mons. Don Fedele Lazari – biennio 2008-2009 – VI edizione;

Prof. Lucio Romano - biennio 2010-2011 – VII edizione;

Prof. Rosario Coluccia - biennio 2012-2013 – VIII edizione;

Dott. Aldo Bello - biennio 2014-2015 – IX edizione.

La cerimonia di consegna del Premio “Città di Galatina - Beniamino De Maria”, a cui l’amministrazione Montagna ha desiderato fortemente dare continuità alle iniziative già consolidatesi negli anni passati, si terrà, come già detto, il 2 giugno 2014 alla presenza di autorità politiche, civili, militari e religiose. Interverranno il Sen. Prof. Giorgio De Giuseppe e i componenti della Commissione in rappresentanza dell’Università del Salento, dell’Ordine dei Medici, della Parrocchia SS. Pietro e Paolo, del Consiglio Comunale.

Coordinatore il direttore de “Il Galatino” dott. Rossano Marra.

La serata sarà allietata da un intermezzo musicale con la violoncellista laura Ferulli.

Il Premio “Città di Galatina – Beniamino De Maria” è stato precedentemente così assegnato: Mons. Prof. Antonio Antonaci (1998), Prof. Aldo Vallone (2000), Prof. Dr. Vincenzo Carrozzini (2002), Prof. Mario Signore (2004), Sen. Giorgio De Giuseppe (2006).

 
Di Antonio Mellone (del 01/05/2017 @ 22:14:29, in NohaBlog, linkato 2787 volte)

L’altra sera, mentre guardavo Open, anzi per la precisione “Open mouth” (Vucchiperti), la surreale trasmissione di Telerama in cui venivano intervistati i sette-diventati-in-diretta-sei personaggi in cerca di elettore, le lacrime scendevano copiose dai miei poveri occhi attoniti, rigandomi il volto e infradiciando non so più quanti Kleenex.

Non riuscivo, però, a darmi una spiegazione sensata circa la loro provenienza: non sapevo cioè dire se quelle lacrime fossero di gioia o di lutto, di risate a stento represse o di disperazione tendente alla depressione.

Quel liquido fisiologico incolore ricopriva vieppiù la mia congiuntiva palpebrale (ma soprattutto le cornee) in quantità inversamente proporzionale alla correttezza dei congiuntivi proferiti dalla platea dei sindaci concorrenti in questa specie di talent show, e in funzione diretta al quadrato del numero di epiteti e invettive (tipo: “le corne ca tieni”) che suscitavano in me certe grottesche risposte-fotocopia, le quali stanno alla Politica come il pecorino sul pasticciotto appena sfornato.

Non so voi, ma io, nonostante le concordanze lessicali in libertà e la pesante inflessione gggalatinese dei magnifici sette, non son mica riuscito a cogliere chissà quali differenze di pensiero o di programma politico tra l’uno e l’altro candidato alla poltrona di primo cittadino del mio paese.

Una, la neofita, quella che deve “studiare per diventare sindaco”, quella dell’“emergenza abitativa a Galatina, per cui servono di corsa 36 nuovi appartamenti” [o più probabilmente 36 nuovi posti letto nel reparto psichiatria del Santa Caterina Novella, ndr.], così tesa, così rigida, così agitata e ansiosa (nonché ansiogena) che non riesce a formulare un pensiero uno di senso compiuto [alla fine della trasmissione si sarà certamente sciolta in un liberatorio pianto isterico - con la speranza che non abbia preso a pugni il povero accompagnatore nominato dal partito, ndr.]; l’altra, la scissionista, la reproba, l’apostata (da non confondere con la prostata), cioè la ex-compagna del PD [l’acronimo del cui partito sta ormai per Paola/Daniela, ndr.] che con la solita sicumera, nel suo italiano maccheronico tradotto verbatim dal nohano, sciorina le sue ridicole banalità su mega-porco commerciale e centro storico, nonché su varie ed eventuali come una Daniela Santanché qualsiasi. L’altro ancora, il De Pascalis (o meglio, il De Profundis), affamato alla Steve Jobs così tanto che continua a mangiarsi le parole, riesce a polemizzare persino sul vuoto pneumatico sparando a zero sulla Croce Rossa, cioè sullo smarrito Giannini che, colto in fallo, riesce a superare tutti in retromarcia facendo il famoso “passo indietro” per cadere in diretta e come una pera bacata nelle amorevoli braccia del PD (Partito Destrorso). C’è la volta del democristiano che gira e rigira riesce a non dir nulla neanche stavolta (e dunque anche per questo socialmente nonché politicamente pericoloso viste le sue buone probabilità di successo in questa città divano-munita); e, novità assoluta nel panorama galatinese, il Niente a Cinque Stelle (anche e soprattutto sul mega-porco: che tristezza). Insomma, l’unica che ancora una volta ne esce con le ossa integre è la Roberta, la candidata che predica benissimo ma razzola come cazzo vuole lei.

Di questa trasmissione televisiva, ricettacolo di imbarazzi, rimane ormai solo questa foto emblematica gentilmente estrapolata dal profilo della Sindaco Daniela Sindaco. E’ l’abbraccio della morte alla città di Galatina, il mastodontico inciucio, l’asse destra-centro-destra, l’imbroglio elettorale, il partito unico del comune altrimenti detto delle larghe intese. In parole povere, le grandi scemenze.

Antonio Mellone

 

La Polizia Locale respira! Una boccata d’ossigeno, piccola ma non per questo inutile, per il corpo di P.L. che ha visto oggi l’ingresso formale nel proprio organico di due nuove unità. Nella mattinata odierna infatti sono stati formalmente assunti, con la sottoscrizione del contratto di lavoro, Manuela Calò e Andrea Luceri. Per la prima si è trattato in effetti di una conferma, in quanto già da 7 mesi è con la P.L. di Galatina con l’istituto contrattuale del Comando; entrambi tuttavia non sono nuovi alla divisa, avendo già prestato la loro opera presso altri comuni Copertino, Gallipoli, Miggiano. Graditissimi e più che apprezzati i rinforzi appena giunti da parte del Comandante Domenico Angelelli, così come dai suoi collaboratori: energie nuove e giovani che vanno a incrementare non solo il numero dei “vigili” della città, ma conseguentemente anche la quantità e qualità dei servizi che gli stessi possono offrire alla cittadinanza. Per tale nuovo arricchimento, lo stesso Comandante non ha mancato di ringraziare l’Amministrazione, nella persona del Sindaco Fabio Vergine per l’occasione convenuto nella sede del Comando, sottolineando altresì la rapidità con cui ha dato riscontro al problema della carenza di organico prospettatogli solo poco più di un mese addietro, subito dopo il suo insediamento.

Per tutta risposta, il primo cittadino ha voluto evidenziare ed elogiare lo spirito di affiatamento e compattezza che ha colto nel Corpo, sottolineando come ciò non sia prerogativa scontata di tutti gli uffici in cui si è in tanti; ha poi continuato esortando i neo-assunti a dare il meglio di sé, nella convinzione che un’immagine positiva degli operatori di P.L. restituisce un’immagine altrettanto positiva dell’Amministrazione cui essi appartengono. Ha infine comunicato che questo è solo il primo tassello di un mosaico che vede un ampliamento dell’organico nel breve termine in prospettiva anche di soddisfare le esigenze su tutto il territorio soprattutto con  esplicito riferimento alle frazioni di Noha e Collemeto e Santa Barbara dove da anni è avvertita l’assenza costante dell’Operatore di Polizia Locale.

In bocca al lupo a Manuela e Andrea per un percorso professionale ricco di tutte le soddisfazioni che il nostro lavoro sa dare, anche e soprattutto sul piano umano, nel rapporto con la città e con i singoli. E benvenuti tra noi.

Polizia Municipale Galatina

 
Di Donato De Lorenzis (del 24/05/2016 @ 22:12:07, in Campo Sportivo, linkato 3506 volte)

Campo Sportivo Noha. 27.12.2015 La nostra cittadina se pur piccola ha un Impianto Sportivo come tanti e tutti i paesi d’ITALIA, ed è un Impianto che se messo in funzione è invidiabile da tanti paesi molto più grandi del nostro, completo di tutto per qualsiasi SPORT, ma purtroppo per vari motivi, che non stiamo qui ad elencare, è rimasto chiuso per un po’ di tempo e al degrado totale abbandonato a se stesso, tutti quanti noi lo sapevamo, il tutto alla luce del sole. Così un gruppo striminzito di amici ha pensato bene di far qualcosa a rivivere l’Impianto per lo SPORT, tra l’altro tentativo fatto ancora indietro negli anni con altre amministrazioni, ma senza successo. Tra varie visite negli uffici che contano e che trattano lCampo Sportivo Noha. 27.12.2015’argomento “strutture sportive”, ci hanno consigliato di formare un’Associazione Sportiva e così ci siamo messi in moto. Nell’inverno freddo del 2015, precisamente tra il 15 e il 17 febbraio è nata l’Associazione Sportiva Dilettantistica DPM ATLETICO NOHA, il nome non è un caso, è stato studiato bene ed ha un significato. Anche il logo è stato studiato con non poca fatica, ma semplice da capire: le TRE TORRI è il simbolo di NOHA, lu SCIACUDDHRI, beh è di casa a NOHA, infine i PALLONI perché rappresenta lo SPORT. Non voglio per adesso mettere nomi di persone perchè nessuno di Campo Sportivo Noha. 27.12.2015noi ha meriti maggiori o minori dell’altro, tutti, dico tutti con il proprio contributo. Un grazie va anche a qualche persone estranea all’Associazione che, con il suo aiuto ha contribuito a far sì che l’iniziativa vada a buon fine. Quindi siamo tutti sulla stessa linea di partenza, dico questo per togliere qualche dubbio a qualcuno. E’ naturale che in un’Associazione, Comitato, Riunione, Assemblea, ci deve essere un responsabile, legale rappresentante o Presidente che dir si voglia con appunto delle cariche, delle figure interne, che devono mandare avanti la baracca così come previsto dalla Legge e Statuti; da qui la figura del PRESIDENTE e del DIRETTIVO, deciso a suo tempo e luogo da quegli amici che si sono messi in gioco, quindi nessuno si è rivestito di AUTORITA’!!!

Fatta questa premessa, arriviamo ai giorni nostri. Gli Impianti Sportivi Polifunzionali di NOHA rappresentano un Campo Sportivo Noha. 27.12.2015esempio concreto di risorse per tutte le comunità, l’idea dell’Associazione DPM ATLETICO NOHA è, sin dal momento dell’assegnazione dei suddetti Impianti, di creare una realtà Polisportiva che attraverso l’uso strumentale dello SPORT consenta a tutti gli Atleti, senza nessuna distinzione, di realizzare un percorso formativo completo, tutto questo senza SCOPI DI LUCRO, pensiero lontanissimo dei principi fondamentali della nostra Associazione.

La DPM ATLETICO NOHA per la migliore e più efficace azione delle funzioni prefissate ha come obiettivi: la collaborazione con tutte le Associazioni, Club o altre aggregazioni Sportive presenti nel territorio; la diffusione della pratica sportiva e delle attività Motorie-Creative; la promozione e lo sviluppo del Associazionismo Sportivo e Campo Sportivo Noha. 27.12.2015l’uso degli Impianti a tutti gli Interessati. Facciamo presente a tutti quelli che vogliono condividere e praticare Sport, dal Tennis al calcio in tutte le sue dimensioni, che l’Impianti sono aperti ed usufruibili in tutte le ore a secondo la loro prenotazione, quindi significa che se non c’è attività l’impianto rimane chiuso, non esiste orario da Negozio. Naturalmente per usufruire dei giochi ci sarà un contributo che parte da 0 euro per minori e qualcosa in più per i maggiorenni di buona volontà, da quantificare all’atto della prenotazione a seconda del tipo di Sport e dell’orario. Questo perché la corrente elettrica che si consuma viene pagata totalmente dalla DPM ATLETICO, non come qualcuno pensa dal Comune di GALATINA, ma se anche fosse diversamente bisogna comunque pagare ciò che si consuma, anche al Comune. Ricordo a tutti che siamo un’Associazione ONLUS non abbiamo SPONSOR che ci sostengono, ci autofinanziamo tra di…NOI…oppure con i piccoli contributi che ci vengono dati di volta in volta. Per tale motivo intendo Campo Sportivo Noha. 27.12.2015ringraziare fortemente un gruppo di AMICI, nostri compaesani, che dal primo in cui è stata riaperta la struttura, sistematicamente, ogni lunedì, vengono a giocare, dovremmo tutti prendere esempio da loro. Per concludere, vorrei ancora ricordare a tutti che il campo di calcetto ce l’abbiamo anche a NOHA, tanto per essere chiari e trasparenti a differenza di ciò che invece vorrebbero far passare altre persone con messaggi differenti o falsati.

La DPM ATLETICO NOHA, riguardo alla richiesta di chiarimenti avanzata dal Sig. Antonio MARIANO su NOHAWEB, circa la fruibilità o meno dei campi di NOHA da parte della “ RAPPRESENTATIVA NOHA”, si risponde restituendo al mittente tutte le eventuali accuse o polemiche di sorta e sottolineando che nessun rappresentante della neo formata squadra si è mai presentato presso la struttura a parlare con chicchessia sia Campo Sportivo Noha. 27.12.2015esso PRESIDENTE che DIRETTIVO. Affermando quanto pubblicato si dimostra che si parla o si scrive solo per il gusto di farlo o per il semplice ..SENTITO DIRE.. Occorre ricordare un famoso detto Nohano per cui come “PRIMA SE TIRA LA PETRA E POI SE SCUNDE LA MANU” . Questo modo di fare non è affatto corretto perché si dice il falso coscientemente!!! L’idea di fondo della DPM ATLETICO è lo sviluppo ed il consolidamento di tutte le Società Sportive anche dei Gruppi di giovani, come la “ Rappresentativa NOHA “, che attualmente forse non usufruisce della struttura per futili motivi dovuti ad incomprensioni o non conoscenza effettiva dello stato dei luoghi o semplicemente perché non hanno mai fatto richiesta. Detto e chiarito definitivamente quanto sopra, si spera che al più presto si possa risolvere questo increscioso malinteso se così lo possiamo definire, noi siamo completamente disponibili a qualsiasi dialogo ed apertura che preveda l’inclusività e non certo l’esclusione a priori Campo Sportivo Noha. 27.12.2015di nessuno. La possibilità di implementare un percorso non effimero, che produca persistenti miglioramenti alla qualità di vita di ciascun cittadino-atleta dipende anche dal modo in cui viene gestito il welfare-comunitario: le Società Dilettantistiche e non, nel rispetto delle proprie funzioni, devono imparare a promuovere lo SPORT. Le modalità di utilizzo degli impianti da parte della “ Rappresentativa NOHA “ e non solo, vengono concertati con il PRESIDENTE, sentito il DIRETTIVO, sempre presente in loco, al fine di ottimizzare l’uso e la fruibilità degli spazi stessi tra diverse associazioni che ne fanno richiesta.

Gli impianti Polifunzionali di NOHA sono, devono e rimarranno aperti a tutti. 

Al PRESIDENTE, tra l’altro, spetta, come da Statuto, il diritto insindacabile di intervento per la soluzione di Campo Sportivo Noha. 27.12.2015eventuali insuperabili divergenze relative all’uso degli stessi Impianti. Lo stesso PRESIDENTE è tenuto alla corretta utilizzazione degli Impianti, al rispetto di tutte le norme e regole stabilite, a vigilare ed è autorizzato, sentito il parere del DIRETTIVO, ad allontanare chiunque tenga un comportamento ritenuto pregiudizievole al buon funzionamento degli Impianti o dell’attività che si svolge.

L’Associazione DPM ATLETICO NOHA, sin dal primo giorno successivo all’assegnazione provvisoria, si è presa cura degli impianti che si presentavano in condizioni veramente disastrose e sotto gli occhi di tutti; il campo di calcio era un cumolo di sterpaglia e pietre, una situazione decisamente critica a cui la DPM ha voluto mettere mano con urgenza, infatti siamo intervenuti con misure di emergenza e di messa in sicurezza da subito e su diversi spazi, noi dell’associazione con tenacia, determinazione e tempestività siamo riusciti a dare ai campi un’altra immagine e la possibilità di aprirlo al pubblico nel più breve tempo possibile rispondendo anche alle Campo Sportivo Noha. 27.12.2015esigenze richieste dall’Amministrazione Comunale attraverso la manifestazione di interesse di giugno 2015.

Le difficoltà che la DPM ha incontrato sono state diverse e sempre in agguato, basta ricordare atti vandalici che abbiamo subito da ignoti sin dai primi giorni di insediamento, arrivando poi, a pochi giorni fa quando si è raggiunto il limite per danni provocati agli impianti per i quali si è richiesto l’intervento dei responsabili del settore LLPP. In un primo momento, si è pensato di non far pubblicità di questi brutti episodi perché ne sarebbe andato del decoro di tutta la nostra comunità, non solo, per evitare anche del vittimismo e tirati in ballo addirittura con falsità sui Social, allora è bene informare pubblicamente i cittadini. I danni, vanno dalla rottura ai tagli sull’impianti idrici mobili utilizzati per l’innaffiatura dei vari prati inglesi di proprietà della DPM; furti degli stessi tubi di acqua sempre Campo Sportivo Noha. 27.12.2015di proprietà della DPM; il campo di calcio irrorato con del veleno secca – tutto ha bruciato letteralmente tutta l’erbetta vera della quale il campo medesimo era dotato via via con non poco sacrificio per renderla verdeggiante, purtroppo, ignoti hanno addirittura lasciato le bottiglie vuote sul terreno di gioco, una volta utilizzate; da ultimo, ma non meno importante, due cagnolini di piccola taglia erano stati rinchiusi sotto il sole ed all’interno di una macchina parcheggiata nei pressi del campo di gioco. Solo per mero caso, in quella mattinata, sono stati liberati i due cagnolini, altrimenti per il caldo i poveri animali non sarebbero certo sopravvissuti.

Nonostante questi brutti episodi di VANDALISMO, la DPM ATLETICO con la stessa determinazione e tenacia di sempre e che la contraddistingue è riuscita a dare al Campo Sportivo un’altra immagine restituendo la normalità attraverso la possibilità di giocare sin da subito, sistemando tutto nel migliore modi. Le situazioni di disagio non sono certo scomparse, ma il lavoro svolto è stato tanto e ce ne sarà ancora, quindi si opererà certamente nella Campo Sportivo Noha. 27.12.2015convinzione di procedere nella giusta direzione. È necessario, però, che gli appassionati di SPORT, le Scuole, le Parrocchie, le Famiglie e le Istituzioni facciano sentire la loro presenza e la loro voce.

Con questo approfitto per comunicare a tutti che con una missiva indirizzata alla Direttrice della Scuola Polo 2 Galatina – Noha e per conoscenza anche al Comune di GALATINA, tutti i ragazzi di detto Plesso Scolastico sono stati invitati Suo tramite, a svolgere attività sportiva durante le lezioni di educazione fisica sul nostro Impianto Sportivo. Con piacere comunichiamo altresì che la Direttrice ha risposto POSITIVAMENTE, prenotando per il fine anno scolastico le due Manifestazioni Sportive di chiusura dello stesso, sia per le classi primarie che per le medie. Non solo, si porta a conoscenza tutti voi, che sempre presso gli impianti sportivi di Noha, si procederà ad organizzare il progetto che vede coinvolte le donne nello sport, in particolare nel calcio.

IL PRESIDENTE DELLA D.P..M. ATLETICO NOHA

M.LLO DONATO DE LORENZIS

 


Campo Sportivo Noha. 27.12.2015Campo Sportivo Noha. 27.12.2015
Campo Sportivo Noha. 27.12.2015Campo Sportivo Noha. 27.12.2015
 
Di Antonio Mellone (del 29/04/2012 @ 22:11:49, in NohaBlog, linkato 3613 volte)

Giuro che questo è l’ultimo pezzo della mia, chiamiamola così, trilogia pre-elettorale. Mi spiace tediare il lettore (quell’uno che sarà) per la terza volta su di un tema fritto e rifritto; tuttavia talora non si può prescindere da certe elucubrazioni per puntualizzare l’ovvio.
Se mi fosse concesso, passerei subito prima o subito dopo i clerici vagantes - che in questi giorni come tanti commessi viaggiatori stanno passando “a benedire” le nostre case, a promettere mari o monti (Mario Monti?), a distribuire i santini su cui è effigiata la loro immagine ed il loro motto (che parla), e finalmente ad implorare la nostra croce sul simbolo del loro partito e sul loro nome prima di imbucare nell’urna la scheda elettorale – dicevo: passerei io, porta a porta, cercando di convincere i miei concittadini non tanto a chi dare il voto, quanto a chi NON darlo. 
E lo farei usando più o meno queste parole: “Caro concittadino, non votare gli arrivisti, i faccendieri, i profittatori, i navigatori sotterranei conto terzi, i marpioni vecchi ed i marpioni “giovani e concreti”, i soliti noti che si presentano come esponenti del nuovo che avanza, mentre di fatto sono il vecchio che è avanzato. Non votare chi per opportunismo cambia facilmente casacca, chi passa da destra a sinistra, e viceversa (Franza o Spagna purché se magna). Non votare gli inguardabili, gli inaudibili, gli intoccabili, i leccapiedi, i baciapile e i baciamadonne, gli improvvisati salvatori della nostra piccola patria, i politicanti dell’ultima ora, i politicanti incalliti, quelli che ti fanno ancora credere che gli asini volano. Non votare il “trota” locale, il bifolco locale, il pirla locale, né chi è appoggiato dai mafiosi locali. Non sprecare il tuo voto a vantaggio di chi vorrebbe fare della politica la sua professione (e magari campare comodamente a tue spese); non buttar via il tuo voto in favore di chi pensa agli affaracci suoi e a quelli della sua famiglia. Non votare chi ti vede come un suddito, una pecora da tosare, un mulo da soma da sfruttare per i suoi porci comodi. Non votare gli assassini della democrazia, chi ha della politica un’idea burocratica e definisce “antipolitica” i politici veri, i soggetti della polis che invece fanno proposte politiche serie. Forse la vera antipolitica oggi è quella tradizionale, bacchettona, parruccona, paludata a nuovo ma impregnata di naftalina, pronta a scagliare anatemi contro la ragione e la passione.   
Per favore, caro elettore, non andarti a mettere nei Casini, con la scusa del centro, del moderatismo (sarebbero questi i moderati?), e dei “valori della famiglia”: come fai ancora a fidarti di chi fa i risciacqui e i gargarismi con l’acqua santa, di chi usa la religione come un vestito buono per tutte le stagioni, di chi è ancora attaccato alla sottana dei preti in nome del perbenismo e di chissà quali “valori non negoziabili”, quando poi si dimostra che il vero valore per questi formigonini, ciellini, opusdeini, in una parola “casini”, è  quello del potere e del denaro? Come fai a votare chi è appoggiato dai vari Miccichè (che vergogna!), chi è dell’UDC (unione dei condannati), chi finge di essere di centro quando di fatto è fascista nei secoli dei secoli amen? Non dare ancora (se pur l’avessi già fatto) il tuo suffragio ad un partito che nel corso di questi anni ha portato l’Italia nel baratro economico, finanziario, sociale, culturale e politico: sì, il partito dell’amore (a pagamento), il partito del “nuovo miracolo italiano”, il partito del “meno tasse per tutti”, il partito de “la crisi è alle nostre spalle”, il partito della quarantina di leggi porcata o leggi-vergogna, quello personale del bifolco di Arcore, il papi delle cene eleganti, del bunga-bunga, anzi del burlesque, l’amico del barbaro leghista, e delle prescrizioni brevi.
Non votare chi non ha sale in zucca, e vuole avvelenarti con il CDR (combustibile derivante da rifiuti), con gli inceneritori (che, per prenderti in giro, ribattezza come “termovalorizzatori”). Non sprecare il tuo voto dandolo a chi non ti merita, a chi s’infischia del territorio che vuole martoriare ancora con il cemento, con i pannelli fotovoltaici, con i centri commerciali, con le cave trasformate in discariche di rifiuti di ogni tipo, con i nuovi comparti artigianali o commerciali o per “civili” abitazioni, “in nome della crescita”. Non votare chi deride il lavoro di tanti concittadini, che pur non appartenendo ai partiti politici ed in nome della democrazia partecipativa lottano per la salvaguardia dei beni comuni, delle risorse pubbliche, della campagna, della natura, dei beni culturali (il cui scempio si compie sotto i nostri occhi proprio mentre ci si professa – o ci si atteggia a - tutori, difensori, paladini di questi beni culturali).   
Non votare chi vuole uccidere il tuo futuro e quello dei tuoi figli in nome del “progresso”, del profitto, del capitale, del denaro, dei suoi interessi di bottega…
E’ vero che alla fin fine le persone da votare si conterebbero sulle dita di una mano. E sarebbero da ricercare con la lanterna, anzi come si fa con un ago nel pagliaio.
Ma un popolo virtuoso sa e deve scegliere secondo coscienza. Se ne ha ancora una.

Antonio Mellone

 
Di Albino Campa (del 28/02/2011 @ 22:11:24, in CDR, linkato 4071 volte)

Si è conclusa la diatriba sul coincenerimento del CDR (Combustibile Derivato dai Rifiuti) da parte di Colacem fra i Comitati territoriali e le Istituzioni Pubbliche, Lunedì scorso, 21 febbraio 2011, il Consiglio Provinciale ha deliberato l’iter autorizzativo per il cementificio Colacem al fine di poter incenerire rifiuti persino extra-salentini nelle sue fornaci! Ecco in sintesi un breve excursus della vicenda:

 L’11 Novembre 2010, nella seconda conferenza sul CDR organizzata dall'Amministrazione di Galatina, il Sindaco giustificava il conferimento del CDR in un bruciatore da realizzarsi nella Colacem di Galatina, lo giustificava dicevo, per il semplice fatto che esistono già realtà produttive più piccole ma altrettanto inquinanti.
 Nonostante le dichiarazioni allarmanti del dott. Serravezza, presidente della Lega Tumori provincia di Lecce, e della Dr.ssa Anna Melcarne, responsabile del Registro Tumori di Lecce, sul ben triste primato nazionale per insorgenza di malattie tumorali al polmone attribuito al distretto socio-economico di Galatina dall'ASL di Lecce nell'ultimo registro tumori, si vuole perseguire la strada del bruciare l’immondizia per agevolare una azienda privata o, peggio ancora, di sotterrarla sopra le falde acquifere come per esempio il caso Corigliano, invece di smettere di produrla o quanto meno incentivare il riciclaggio dei rifiuti.
 (da: COMUNICATO STAMPA congiunto  11/11/2010  Comitato cittadino  “Cambiamo Aria” – Galatina)
 Mercoledì 15 Dicembre 2010 la Filca Cisl, categoria che rappresenta i lavoratori delle costruzioni e affini, appartenente alla CISL, dichiara paradossale il diniego al conferimento del CDR a qualsiasi bruciatore in area Galatinese visto che in tutta Italia e nel resto d’Europa esistono già aziende simili che usano i sistemi di coincenerimento del CDR, nel contempo non si  aggiungono commenti sui riflessi eco-salutari di chi ci vive intorno ma si avanzano, come arma ricattatoria, l’alto tasso di disoccupazione che apporterebbe alla popolazione il mancato guadagno derivante dal coincenerimento. La nota più deplorevole che riecheggia nell’Assemblea della Filca Cisl è che non è possibile negare l’uso del CDR, come combustibile alternativo se pensiamo che molte città della Campania convivono con altissimi rischi per la salute pubblica per via delle tonnellate di immondizia maleodorante riversate nelle strade.
 Dichiarano ancora il rammarico, i rappresentanti RSU del sindacato, per l’avanzare del parere negativo sull’utilizzo del CDR come combustibile per inceneritori che esprime la Provincia il 12 dicembre 2010, quando i consiglieri Marra e Polimeno della maggioranza provinciale ricevevano applausi e ovazioni e pubblici ringraziamenti dai comitati e da tutta la cittadinanza riunita in assemblea per essersi impegnati in Commissione Ambiente e aver ottenuto da maggioranza e opposizione, l’impegno nero su bianco a ratificare in consiglio un netto “No” all’ipotesi di una autorizzazione positiva per il cementificio Colacem al fine di poter bruciare CDR!
 L’ultima briciola di genialità che emerge dall’assemblea è quella della mancanza di competitività delle nostre aziende con quelle dell’Est Europa, competizione basata su un costo del lavoro decisamente più basso del nostro, recuperabile, secondo i relatori dell’Assemblea, con l’incentivo all’uso del CDR negli inceneritori. Insomma meglio competitivi ammalati che disoccupati!
 A nulla sono valse le 3800 firme raccolte a Galatina ed a Soleto, come anche le enunciate conseguenze ambientali e sanitarie emerse dai vari convegni e l’espressa contrarietà della commissione provinciale, tutto finito:
 Lunedì 21 Febbraio 2011, è stato  approvato all’unanimità, dopo un ampio dibattito, l’ordine del giorno proposto dai consiglieri Roberto Marra e Salvatore Polimeno in merito al coincenerimento del CDR dell’impianto Colacem di Galatina, con un emendamento a firma di tutti i capigruppo, che stabilisce di “impegnare le strutture amministrative dell’Ente a porre, nelle procedure finalizzate all’istruttoria delle istanze presentate da Colacem, il massimo rigore, così da evitare il possibile rilascio di autorizzazioni nel caso che dovesse risultare l’eventualità di un qualsiasi peggioramento qualitativo e quantitativo delle attuali emissioni. Nella fase istruttoria dovranno essere effettuate da parte degli organismi pubblici, o di altri individuati dalla Provincia, verifiche tecniche, anche di carattere eccezionale, sullo stato attuale di aria, acqua e suolo sull’intero comprensorio e dovranno essere disposte tutte le ulteriori necessarie verifiche preventive ed empiriche, con oneri a carico di Colacem”.  
 La nota è uno stralcio del comunicato del Il Comitato Intercomunale “NON INCENERIAMO IL NOSTRO FUTURO”, pubblicato sul sito Galatina.it .
 A questo punto gli attori dello scenario apocalittico sono di due tipologie: da una parte i protagonisti del confezionamento del CDR e della relativa gestione in fase di incenerimento, insieme a loro i beneficiari del risparmio energetico della Colacem,  e l’ARPA Puglia (Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente), l’ente Pubblico preposto al monitoraggio delle emissioni; dall’altra le inermi famiglie dei cittadini che vivono sul territorio.

 Anche se questi ultimi sono evidentemente in maggioranza numerica, avranno semplicemente il “potere” di subire gli effetti che sortiranno da questo esperimento legalizzato. Siccome tutti finora, sia da una parte che dall’altra della controversia, hanno ostinatamente dichiarato conoscenze e certezze su pro e contro dell’ipotesi dell’incenerimento del CDR, senza mai apportare prove oggettive, diciamocelo pure chiaramente: l’area del comprensorio di Soleto, Galatina, Noha, Cutrofiano e Sogliano, e speriamo in un raggio non maggiore, sarà il laboratorio sperimentale e gli abitanti le cavie. E le cavie, si sa, si ammalano e muoiono quasi sempre per cause sconosciute, o per colpe di faccendieri impunibili.

 

Marcello D’Acquarica
 
Di Antonio Mellone (del 10/06/2019 @ 22:08:09, in NohaBlog, linkato 1316 volte)

Provo a sintetizzare quel che ho avuto modo di capire del convegno dell’8 giugno scorso circa le Opportunità [sic] in merito alla storia della Xyella fastidiosa,   organizzato a Noha dal locale circolo PD, al quale sono stato gentilmente invitato.

Dunque, premesso che qui nel Salento, come recita il salmo responsoriale, ‘sta sicca tuttu’ e non ci sta più nulla da fare, che la nostra è zona infetta e il solo motivo del disseccamento degli ulivi è il batterio della Xyella, e che questo batterio ha come esclusivo untore la Sputacchina (un insetto con le ali e forse pure con le corna), è sufficiente guardarsi attorno per accorgersi del “paesaggio lunare” che ormai caratterizza la nostra terra [pare che anche sulla luna questa maledetta Sputacchina abbia fatto danni incalcolabili facendo seccare una miriade di piante autoctone, ndr.].

Certo è che chiunque osi mettere in dubbio questo Verbo che si è fatto Carne, anzi Melcarne, è un negazionista, un santone, un complottista, ultimamente anche un tuttologo, un sacerdote delle scie chimiche, e ovviamente un avversario della scienza: la quale, a quanto m’è dato di capire, o è Ufficiale o non è.

Ebbene sì, pare che la scienza abbia bisogno di aggettivi (ma prima ancora di soldi) per giungere a risultati inconfutabili, pubblicare studi de-fi-ni-ti-vi signora mia, e proferire leggi deterministiche (della serie: dato X non posso che ottenere Y, dove X sta per Xylella e Y per reddito - come i miei bravi studenti del primo anno di economia sanno a menadito).

La ricerca a 360°, invece, sembra sia vietata come la Cannabis Light: se ne deduce che una Ricerca con la maiuscola dovrebbe essere incontrovertibilmente retta, vale a dire a 90°.

Ora non ho ben afferrato se il relatore principale di questo bel congresso cittadino fosse un imprenditore o uno scienziato, ma non spacchiamo la palla in quattro. Qui ci basti sapere che quando l’imprenditore chiama il Cnr risponde, si mette sull’attenti o in ginocchio, a seconda, e si presenta sul campo all’in-do-ma-ni mat-ti-na pre-sto. Insomma basta la parola, come Falqui.

Sembra pure che il disastro, anzi l’emergenza (chiamiamola con il suo nome di battesimo) sia dovuta a chi si è opposto pervicacemente al piano Silletti di venerata memoria. Sì, quello che prevedeva il dogma dell’Immacolata Eradicazione non solo dell’ulivo infetto ma anche di tutto quanto di vivente cadeva nel raggio di 100 metri dal povero albero, incluse le piante sane, e giacché anche gli arbre magique però quelli ormai senza cellophane, il tutto asperso da diserbanti e pesticidi a gogo. Pazienza se tra questi oppositori (come si vede in un video del 2015, a meno di smentite, o voce doppiata o pensiero contraffatto) ci fosse stato anche l’esimio relatore del simposio di sabato 8, poi evidentemente folgorato sulla via di Bari.

Un altro punto fondamentale che mi sembra di aver colto dalla prolusione melcarnevalesca è che il Paesaggio ha senso se e solo se correlato al Profitto [sic], derivante magari da agricoltura intensiva, tipo quella con i filari di Favolosa, ovvero Fs17 - varietà che è senza alcun dubbio lunga, morbida e resistente (parola di Einstein). Il che (cioè il binomio inscindibile Paesaggio/Profitto) per una persona sana di mente sarebbe un ossimoro: tuttavia visti gli applausi scroscianti degli ammiratori dell’altra sera credo che il soggetto possa ormai ambire alla candidatura naturale di ministro dell’ambiente del prossimo venturo governo PD [adesso per favore non vi venga in mente di associare all’acrostico una bestemmia da scomunica apostolica: traducetelo, se proprio volete, con Post-Democratici, ndr.].

A proposito, ma sapevate voi che il ministro dell’agricoltura Centinaio, con il suo recente decretino, convertito in legge in men che non si dica con il voto di quasi tutti, è riuscito a ricreare il Partito Unico della nazione Lega-M5S-PD? Be’ non so voi, ma io ne ho avuto conferma la sera stessa del convegno, visto il trasporto con cui se n’è fatto cenno.

Mi rimane solo un cruccio di questo convegno: il non aver potuto - il sottoscritto e altri astanti - fare domande ai relatori (eppure ne avevamo un paio da porci).

Sarà stato per via di qualche decibel sopra il pentagramma o per l’intervento di qualcuno tra il provocatorio e il sarcastico, sta di fatto che organizzatori e relatori anziché rispondere a tono a ogni appunto, oppure come le persone intelligenti userebbero fare in questi casi con una bella battuta sagace o con l’efficacissimo sbadiglio, hanno invece perso le staffe, troncando così di netto il convegno. Avete presente: “Fedeli, la messa cantata è finita andate a casa” ? Ecco.

Per non parlare del principale conferenziere che s’è l’è addirittura presa con Emanuele, uno fra i più educati spettatori di sempre, il quale con il suo cellulare stava osando riprendere le ultime sceneggiate: “Ehi TU – fa il nobiluomo - non mi devi riprendere. Non ti do l’autorizzazione!”, mancava che ci aggiungesse “gné gné gnè” per farla completa. Qualcuno spieghi al ricercatore/imprenditore (o viceversa) che non eravamo in una riunione a porte chiuse del club Bilderberg, ma in un pubblico convegno dove, oltretutto, i “teleoperatori ufficiali” avevano ripreso pure le mosche di passaggio, e senza alcuna domanda in carta da bollo.

Confesso di essermene andato via con un ulteriore dubbio. Vuoi vedere – mi son detto – che sei stato ospite di un’adunata di Casa PD (dove PD sarebbe il combinato disposto della consonante iniziale e di quella finale di Pound)?

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 10/10/2013 @ 22:07:31, in Un'altra chiesa, linkato 2359 volte)
Nel carteggio intercorso tra papa Francesco ed Eugenio Scalfari si è visto, giustamente, l'inizio di una nuova era nei rapporti tra la Chiesa e la cultura moderna. O almeno la ripresa, dopo il gelo della stagione Woitiliana/Ratzingeriana, del dialogo conciliare.
Ciò, specificatamente in riferimento al rapporto Fede-Ragione. Un'alba di speranza ripresa nella coscienza di quello che Francesco stesso ha voluto chiamare un "paradosso": "la fede cristiana, la cui novità e incidenza sulla vita dell'uomo sin dall'inizio sono state espresse proprio attraverso il simbolo della luce, è stata spesso bollata come il buio della superstizione che si oppone alla luce della ragione".
Noi non possiamo che rallegrarci di tanto osare; noi che testardamente abbiamo continuato a credere non mettendo da parte le ragioni della ragione, ma valorizzandole e tenendole ben in cale.
Noi, comunità di base, credenti della diaspora ecc., preso atto di questa grande apertura, vorremmo però, che si aprisse lo sguardo e si accendesse l'attenzione anche su un aspetto più pratico ma altrettanto deleterio della vita di buona parte della chiesa, pur nella consapevolezza, riconosce papa Francesco, "che quell'immenso dono che è la fede è custodito nei fragili vasi d'argilla della nostra umanità".
Mi riferisco a quel mondo chiamato volgarmente "cattolico" e che abbraccia tutta quella religiosità feticista che acceca, rende "intransigenti" e "arroganti" (per riprendere i suoi stessi termini affermandoli); rende schizofrenici e incoerenti con le idealità del Messaggio Evangelico.
Perché? Cosa fanno questi cattolici?
Vanno in pellegrinaggio a Madjugorie a pregare la Madonna degli umili; poi tornano in Italia e votano Lega, il partito dei razzisti. Si dicono "cattolici" e sono solo dei "provinciali".
Vanno in Chiesa a festeggiare i Santi del calendario ed escono fuori e calpestano i martiri in carne ed ossa che incontrano per strada.
Si dicono cristiani e si chiamano fratelli; ma poi, se possono, si fanno le scarpe a vicenda, arrampicandosi sui cadaveri degli "altri".
Pregano Dio per la Pace e la Giustizia, ma votano a destra, dove ingrassano i partiti di quel liberismo economico e di quel turbocapitalismo che seminano violenza e fomentano guerre.
Hanno lottato contro il divorzio, contro l'aborto, contro l'eutanasia, contro la contraccezione ed hanno spalancato la porte a quella globalizzazione che non è altro che la riduzione del mondo ad un mercato, dove investono i padroni del capitale e nel quale la condizione di cittadino interessa meno che quella di consumatore.
Hanno chiuso gli occhi pregando Dio e si sono ritrovati servi di un altro dio, il dio denaro.
Senza avvedersene, hanno voluto coniugare, in un rapporto incestuoso, ciò che il loro Maestro aveva avvertito non essere possibile: "Non potete servire Dio e la ricchezza!" (Matteo 6,24).
Sotto questa dittatura tutto si è trasformato in merce: idee, progetti, relazioni, oggetti, ecc.; perfino la religione!
Frei Betto, teologo brasiliano, incarcerato per anni e anni sotto la dittatura militare degli anni di piombo (1964-1985), denuncia: "Si vendono imprese, strade, influenze e governi. (...) Si trasforma Che Guevara in birra inglese, la liturgia in uno show business e i figli di Gandhi in un carro del carnevale. L'importante è mercificare e reificare tutto: dall'emblema rivoluzionario alle natiche della ballerina.
Rendere il superfluo necessario. Solo così si dilata il consumo. (...)
Creata per elevare le persone ad un altro livello di coscienza, perché vivano la comunione con Dio e tra loro, e fondata su valori derivati dalla rivelazione trascendente, la religione stessa, poco a poco, ha finito per perdere la sua dimensione profetica, di denuncia e di annuncio. Si sveste del suo carattere etico, di critica verso ciò che disumanizza, per adeguarsi all'imballaggio che la rende, nel mercato, un prodotto attraente. Così, essa risplende sotto le luci della ribalta, scambiando il silenzio con l'isterismo pubblico, la meditazione con l'emozione truccata, la liturgia con la danza aero¬bica. Nella sfera cattolica, rende il prodotto più appetitoso" (Adista 88/99).
Scandalizza che di fronte a questa deriva prostituiva qualcuno additi ancora come nemico da abbattere un inesistente "Comunismo". È da briganti e da delinquenti.
Qui non siamo più di fronte a quello che i vescovi francesi nel primo dopoguerra denunciavano come lo "scisma pratico" dei fedeli.
Qui siamo di fronte ad una ideologia liberista e libertaria che assolutizza il soggetto cancellando la società, intronizza sull'altare dei valori una libertà assassina riservata ai pochi e impedita ai molti, invoca stupidamente la giustizia impedendone le condizioni.
Di tutto ciò, caro papa Francesco, "insieme", come tu scrivi, se ne può parlare?
Aldo Antonelli - parroco in Antrosano
 
Di Antonio Mellone (del 10/01/2017 @ 22:03:11, in NohaBlog, linkato 5166 volte)

Voglio sapere di cosa stanno riempiendo la discarica De Pascalis, quella ubicata a metà strada tra Noha e Galatina. Voglio sapere cosa succede ad un fischio da casa mia.

Ne avrei il diritto come cittadino oppure è stata soppressa la sovranità che un tempo apparteneva al popolo stanziato su di un territorio? Vuoi vedere che è passato con la maggioranza dei SÌ il famoso Referendum del 4 dicembre scorso e io non me ne sono accorto?

No, non ditemi che è entrata in vigore la “nuova” costituzione Boschi-Verdini che prevede il “principio di supremazia”, e quindi i territori non contano più una cippa (posto che prima qualcosa contassero).

Può darsi. Ma se anche dovesse essere passata quella riforma a mia insaputa, io sottoscritto, l’ultimo dei cittadini di Noha, esigo di sapere.

*

Di recente, m’han fermato per strada un bel po’ di nohani chiedendomi lumi in merito a ‘sta benedetta discarica. M’hanno raccontato di decine di Tir autoarticolati che, pieni zeppi di non si sa bene cosa, vanno a svuotare i loro mega-cassoni nella cava de quo.

Io son cascato dal pero. Non ne sapevo nulla, anche perché – come mi dicono - i noti giornaletti caltagironei parlano di presepi viventi da Latiano a Fasano, senza citare, per dire, anche quello di Noha (salvo poi pubblicarne a tutta pagina una bella immagine), mentre i siti “giornalistici” locali - dopo i primi spot pubblicitari di qualche anno fa a favore di discarica - sembra che, come il sottoscritto (che tutto è men che un “giornalista”), non si siano accorti di nulla.

Mi raccontano, questi cittadini, che pare siano dirette alla volta di quella cava profonda centinaia ma forse anche migliaia di traversine ferroviarie in cemento o qualcosa di simile. E che subito dopo vengano interrate o coperte da altro materiale. Vai a sapere.

Ora. La prima domanda è la seguente: è vero ciò che va dicendo la ‘vox populi’? Ci è permesso avere qualche informazione più dettagliata in merito?

Sul sito internet della cava De Pascalis si trova l’elenco dei materiali autorizzati per il conferimento in quella discarica. Orbene, salvo miei errori od omissioni, nella lista non risulterebbero elencate traversine ferroviarie in cemento o in altro materiale.

Si parla, è vero, di “rifiuti provenienti da costruzioni e demolizioni” (tipo mattoni, ceramiche, mattonelle, scorie in cemento, materiali da costruzione, eccetera) ma, salvo smentite dell’ultima ora, non mi pare che le traversine ferroviarie rientrino nella fattispecie. In realtà si parla anche di “pietrisco per massicciate ferroviarie”, ma salvo interpretazioni estensive mi chiedo se le traversine possano rientrare nella voce “pietrisco”. E poi, posto che le traversine siano conferibili e che si tratti di sole traversine, chi controlla che il materiale non sia impregnato di sostanze pericolose in grado da provocare danni al terreno e alla falda acquifera sottostante?

Sapevo che le traversine lignee dismesse dalle ferrovie statali se non sono da considerarsi “rifiuto speciale” poco ci manca. D’accordo, quelle conferite nella discarica nohan-galatinese non sono traversine in legno ma in cemento armato: ciò non toglie che non possano contenere olii, composti chimici o altre schifezze pericolose (mica le lavano o le trattano prima di gettarle in quella cava).

Comunque sia: sono io sottoscritto libero di non fidarmi di ciò che (non) ci raccontano?

Atteso quanto è successo nel Salento negli ultimi quarant’anni, con le discariche abusive sparpagliate ovunque e con le altrettante munite di autorizzazioni ministeriali (tipo la Burgesi) che nascondono le più pericolose e impensate sostanze inquinanti - tanto che la nostra provincia fa ormai concorrenza alla Terra dei Fuochi, un baffo a Gomorra e non ha rivali in Italia quanto a percentuali crescenti di malati di cancro e di altre malattie legate all’avvelenamento del territorio - mi è lecito fasciarmi la testa ancor prima di rompermela?

Posso dirvi che sono preoccupato anch’io, insieme ai nohani che mi hanno fermato per strada chiedendomi informazioni che non ho saputo fornire? Son padrone di chiedere che tutti (mica uno ogni tanto: dico tutti) gli automezzi che si presentano su viale Carlo Alberto dalla Chiesa, diretti alla volta della ex-cava De Pascalis vengano sottoposti a controllo preventivo?

Attenzione: per controllo non intendo il “controllo formale” della documentazione (non saprei che farmene), né i “controlli interni” eventualmente posti in essere dalla proprietà (non prendiamoci in giro: i proprietari fanno il loro mestiere: cioè soldi, business, profitti sul ciclo di questi particolari rifiuti, mica solidarietà sociale), ma ispezioni, verifiche ed esami da parte di soggetti terzi, tipo, chessò io, Arpa Puglia, Asl, Polizia locale, Carabinieri di nuclei speciali [non si possono più citare le Guardie Forestali, in quanto il loro corpo è stato sciolto nell’acido dal precedente governo, sicuramente a causa della scomparsa delle foreste: gli unici Boschi superstiti evidentemente saranno quelli ancora al governo e, giacché, anche legati al nome di qualche banca rotta,ndr.].

*

In conclusione, vorrei che fossero accertate, per ogni accesso alla cava (Per. Ogni. Accesso. Alla. Cava.) la quantità e la qualità del conferito, e che nemmeno uno spillo uno non consentito venga gettato o sversato in quella discarica privata a chilometro zero.  

E’ permesso chiedere o tutto questo è forse chiedere troppo?

Infine. E’ esagerato pretendere che i candidati al prossimo venturo governo di palazzo Orsini abbiano a cuore il bene del suolo, dell’acqua e dell’aria del nostro territorio, e siano dunque espressione più del bene comune che dei potentati economici anche locali interessati a ben altro? No, così, tanto per sapere.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 18/02/2015 @ 22:03:03, in NohaBlog, linkato 2700 volte)

Chissà cosa sarà andato a raccontare Mimino nostro alla Bit di Milano (visto che un sito internet locale di solito ben informato ha titolato con commovente entusiasmo: “Grande successo di Galatina alla Bit”); chissà se tra le leccornie culinarie nostrane il sindaco galatinese avrà magnificato anche la bontà del mega-porco (la nostra migliore specialità alla brace), se ha invitato i turisti a visitare Pantasilandia, il novello centro commerciale Cascioni con vista parcheggi (e con tanto di asilo nido – povere creature - tra la Lidl e l’Ikea, che fa così trendy), la palestra-hangar (quale esempio di architettura eclettica, cioè elettoralistica), la nuova area mercatale D7 (che, quanto a scempio ambientale e sperpero di soldi nostri, farà impallidire Expo 2015), il nuovo parcheggio underground da 300 posti auto (da scavare a ridosso del centro storico, così, tanto per dare una mano al debito pubblico), il prossimo venturo impianto di mega-compostaggio così caro a Roby & Co. [Roberta, per favore, non mi querelare: ho detto Roby, non Ruby, ndr].

I bene informati a Palazzo Orsini dicono che il primo cittadino di Galatina sia ancora convinto che l’acrostico Bit stia per: Bisogna Incatramare Tutto (per compiacere gli asfaltatori della circonvallazione vallonea, quercia inclusa), ovvero: Bello Incenerire Territori (per tenere contenti i compari della Colacem, sennò chi li sente quelli). E non c’è verso di fargli cambiare idea (e a volte, sai, meglio non contraddirlo).

*

Nel frattempo, il famoso assessore latitante, Mr. Coccioli (sì, quello che ha collezionato più fiaschi di una cantina sociale in merito ad una cabina elettrica nuova di zecca da approntare nella vecchia scuola elementare di Noha “nei primissimi mesi del 2015 - ex 2014”) ci comunica gongolante che la giunta di cui è membro erettivo ha promosso il “Progetto educazione alla legalità” (forse per suggellare il patto d’acciaio che il segretario del suo partito, cioè lo Spregiudicato, ha stipulato con quel tizio dal capo incatramato, cioè il Pregiudicato per frode fiscale, ça va sans dire, non solo per rimandare alle calende greche il decreto anticorruzione, non tanto per promuovere la legge sulle soglie di non punibilità del falso in bilancio, e non soltanto per non abrogare nemmeno una delle leggi ad personam del precedente ventennio, ma addirittura per gettare nel cesso una volta per tutte la nostra Carta Costituzionale).

*

Oddio, non è che la finta opposizione se la passi meglio. Qui a Galatina il patto del Lazzarone vive e prospera, mica come a Roma dove si recita a soggetto. Sì, vabbè, anche qui simulano d’accapigliarsi o d’azzuffarsi come polli nel pollaio, ma su inezie, quisquilie, temi marginali, niente affatto sulla visione politica del futuro, che di fatto è sostanzialmente univoca, uniforme, condivisa.

Io davvero tra gli uni e gli altri non riesco a cogliere alcuna differenza sostanziale; tutt’al più grande ambivalenza demenziale (se non proprio convergenza tangenziale). E temo che sarà sempre troppo tardi allorché ci decideremo di accompagnarli, con le buone o con le cattive, alle proprie rispettive case (di riposo).

 

Antonio Mellone

 

 
Di Antonio Mellone (del 31/03/2014 @ 22:01:09, in Ex edificio scolastico, linkato 3462 volte)

“Sogno o son desto?” – mi son detto nel leggere il titolo delle note stilate dall’assessore Andrea Coccioli, e pubblicate il 27 marzo scorso sul suo sito dall’Albino Campa.

Non riuscivo a capacitarmi del fatto che un assessore si fosse degnato di rispondere per la prima volta nella storia di Noha e di Galatina messe assieme alle domande ed alle istanze stese per iscritto da un cittadino qualsiasi come il sottoscritto (benché non protocollate, codeste petizioni, presso gli uffici comunali come burocrazia vuole), e pubblicate su Noha.it.

Poi, dopo l’iniziale momento di smarrimento, mi son messo a leggere (e rileggere) la famosa “risposta” assessorile, ed ho subito pensato che sant’Albino martire – sempre troppo buono con tutti specialmente con me - stavolta avesse preso, come si dice, coccioli per lanterne (lucciole, vabbè), nel dare quel titolo ad un pezzo che ha tutto il sapore di uno stucchevole comunicato-stampa, ovvero di una enorme ennesima presa per i fondelli. Altro che “risposta all’articolo di Antonio Mellone”.

Sì, perché, al di là del politichese puro (mai chiaro come il sole, ma viscido come il sapone Sole), leggendo certe note ad uno viene il sospetto che sarà per statuto comunale che chi siede a palazzo Orsini o nei suoi dintorni non solo non sappia scrivere ma non sappia nemmeno leggere (in questo caso le mie domande).

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Così l’assessore ormai non so più a che si profonde in arzigogoli che iniziano con l’immancabile “Con la presente si comunica che… “ (forse voleva dire assente più che presente).

E continua imperterrito ritenendo probabilmente che noi cavernicoli del 2014 riusciamo a mandar giù tutte le brodaglie scodellateci dal primo venuto: “Dovendo procedere all’allacciamento alla rete di energia elettrica, veniva a tempo debito richiesta ad Enel la fornitura di una potenza di 50 KW a 380 V trifasi, necessaria per le utenze installate nel Centro”.

Cosa significa a tempo debito, assessore? Che la domanda è stata inoltrata nel momento giusto però poi l’Enel ha risposto picche (e in ritardo)? E dunque sarebbe colpa dell’Enel? Non trova che se davvero le richieste fossero state presentate a tempo debito non saremmo forse in questa specie di Truman Show? Mi fa capire gentilmente il suo concetto di tempo debito?

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Oppure lei crede che la storia doveva andare così, in modo tale da poter spendere un altro po’ di soldi pubblici visto che oggi come oggi 1.300.000 euro, già spesi, sono bruscolini, bazzecole, briciole, inezie?

Ma poi c’è da chiedersi ancora: se la richiesta, fatta sempre a tempo debito, è andata a finire come è andata a finire, cosa sarebbe successo se fosse stata fatta a tempo indebito o fuori tempo massimo o in un momento inopportuno? Avrebbero staccato la spina a tutta la frazione di Noha?

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Ragazzi, questo è il “politichese”: dire tutto per non dir nulla, nascondersi dietro un dito, o cercare di nascondere dietro una cabina elettrica le responsabilità di qualcuno. Risultato? Un’enorme perdita di tempo e un complesso immobiliare pubblico ristrutturato ma rimasto zoppo, inaugurato un paio di volte in pompa magna, e rimasto a metà del guado non si sa per colpa di chi (come le famose autostrade o le circonvallazioni che si interrompono di fronte ad un auditorium).

A volte son fatti così i personaggi in cerca di elettore: se ne escono con l’espressione che non è né carne né pesce, pensando di buttare un po’ di fumo negli occhi dei cittadini (la cui etimologia forse deriva da citti).

Ricapitolando: l’assessore Andrea Coccioli sembra non avere la più pallida idea di chi possa aver responsabilità in questa brutta faccenda; ovvero - delle due l’una - se pur ce l’avesse, non ha il coraggio di dircelo.

Così sembra funzionare la storia italiana. Fanno le cazzate che costano milioni di euro e poi nessuno paga. O meglio paga Pantalone in comode rate attraverso un debito pubblico che, detto tra noi, sta per esplodere (hai voglia ad accorpare comuni, caro Lino).

Non trovate che sarebbe più onesto nei confronti di tutti ammettere che è stata fatta una grande fesseria?  Errare è umano. E se uno lo riconoscesse saremmo addirittura pronti a perdonarlo. Ma a quanto pare è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che qualcuno riesca a proferire la locuzione: “Scusate, ho sbagliato”. 

In mancanza non mi rimane che ribadire all’assessore Coccioli le mie domande rimaste ancora una volta senza risposta:

1)    Non le pare che sia davvero un bel peccato aver speso 1.300.000 euro di soldi pubblici per un’opera “claudicante”, non funzionante in toto, come previsto nel progetto?

2)    S’è fatto un’idea di chi possa essere la responsabilità di questa incresciosa grave situazione (onde sarebbe pure giusto, quanto meno, chiedergli se non il lucro cessante almeno il danno emergente)?

3)    E, nel caso, potrebbe comunicarcela, questa idea?

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Prendo infine atto di quanto scrive l’assessore nell’ultima parte del suo comunicato: “Si prevede l’esecuzione dell’intervento di realizzazione della cabina così come sopra detto necessaria ad Enel per fornire i 50 KW richiesti attivando i suddetti impianti tra giugno e settembre 2014 […]”.

Prendiamolo in parola, almeno su quest’ultima promessa.

Auguriamoci di non dover far attivare dall’Albino, a partire dunque dal mese di settembre 2014, un nuovo contatore-cronografo (come quello inesorabile, già partito da sempre a proposito della ristrutturazione della vecchia scuola elementare di Noha).

Sappia, l’assessore Coccioli, che questi cronografi on-line sono tarati sull’orologio atomico di Greenwich. Sono, quindi, precisi, puntuali, perfetti, rigorosi. Nulla a che vedere con l’orologio della pubblica piazza di Noha. Che dall’altro giorno, tanto per cambiare, s’è fermato.

Sarà per l’arrivo dell’ora legale.

Antonio Mellone
 
Di Antonio Mellone (del 11/01/2016 @ 22:00:02, in NohaBlog, linkato 4196 volte)

Abbiamo atteso con pazienza il solito ritardatario. Però poi alla fine, come stella cometa, è apparsa sul sito del Comune di Galatina (http://www.comune.galatina.le.it/) anche l’ultima delle dichiarazioni dei redditi dei nostri magnifici quattro (politici nohani).

Il cosiddetto Decreto Trasparenza (D. Lgs. 14 marzo 2013, n. 33 – art. 14 in particolare) prevede la pubblicazione di questi e di altri dati (per esempio il curriculum vitae, la situazione patrimoniale, i depositi bancari, vabbé) “dei titolari di incarichi politici, di carattere elettivo o comunque di esercizio di poteri di indirizzo politico, di livello statale regionale e locale […] entro tre mesi dal conferimento dell'incarico e per i tre anni successivi alla cessazione dell'incarico”.

In pratica ne avremo da qui fino all’eternità, o almeno per tutto il prossimo ventennio (più tre anni successivi alla cessazione dell’incarico), visto che l’affezionato elettorato locale non fa mai mancare il suo consenso ai propri beniamini, invero mai avari di promesse con la mano sul cuore e sempre prodighi di pacche sulle spalle condite da locuzioni del tenore: “Tranquillo, ci penso io” (sicché talvolta il diritto del cittadino assume le fattezze di una gentile concessione o di un favore ad personam. Ma questa è un’altra storia).

Eppure a dare un’occhiata veloce ai guadagni dei nostri parlamentari comunali si direbbe che fare il politico nohano non è poi un così grosso affare (o arraffare come insinua il solito maligno). Tutt’altro. Dall’osservazione dei numeri, in effetti, non si capisce granché: e soprattutto se qualcuno fa il falso povero o il falso ricco (posto che a entrambe le categorie va tutta la nostra comprensione, oltre che l’umana solidarietà).   

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Prendiamo i dati del dottor Giancarlo Coluccia, farmacista di professione e politico per vocazione.

Orbene, nella dichiarazione del 2015 (che, come noto, rileva i numeri del 2014) il reddito annuo lordo, salvo errori od omissioni, passa dai 36.773,00 euro del precedente 2013 ai 44.025,00 euro, con un bell’incremento del 19,72%. Mentre il reddito al netto dei costi e degli oneri deducibili, il cosiddetto reddito imponibile, passa dai 26.817,00 euro ai 36.002,00 euro. Sicché l’imposta netta liquidata nel 2015 quasi raddoppia, da 5.525,00 euro a 10.087,00 euro: una boccata d’ossigeno per le casse dello Stato.

Possiamo, dunque, affermare che il locale rappresentante dello scudocrociato [sic!], che vive con 25.915,00 euro all’anno, pari a circa 2.160,00 euro al mese, si conferma lo zio Paperone dei consiglieri comunali nostrani.

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Le cifre dell’avvocato Antonio Pepe, sindaco mancato per un pelo, evidenziano invece, sempre salvo errori, una significativa diminuzione della voce redditi lordi (stiamo sempre parlando della dichiarazione 2015, relativa ai dati del 2014) passati dai 33.918,00 euro del 2013 ai 27.111,00 euro del 2014, con una differenza negativa di oltre il 20%, derivante principalmente dalla sua attività forense.

Il reddito imponibile, ottenuto come differenza tra il reddito lordo e le spese deducibili, passa così dai 32.436,00 ai 23.995,00 euro attuali, sicché l’imposta netta pagata all’erario quasi si dimezza, da 8.023,00 a 4.364,00 euro. A conti fatti, l’ex-scudocrociato nohano [sic!] vive della sua libera professione con uno “stipendio mensile” di 1.635,00 euro.     

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Passando alla disamina dei dati consegnati dal geometra Luigi Longo, si osserva un bel balzo in avanti, pari al 21,30% del suo reddito lordo, passato da 10.965,00 euro a ben 13.303,00 euro (salvo errori o omissioni). Il reddito imponibile - decurtato cioè degli oneri deducibili - da 8.659,00 euro del 2013 raggiunge il picco dei 9.715,00 euro nel 2014.

Considerate esenzioni ed eventuali compensazioni, l’Irpef pagata dal “geometra comunale nohano” è pari a zero (come a maggior ragione era pari a zero anche quella del precedente anno). Il consigliere di RC, Luigi Longo, vivendo dunque con 809,00 euro al mese (decisamente meno di un operaio Fiat neoassunto a tutele crescenti) si conferma degno rappresentante dei proletari de’ noantri.

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Dulcis in fundo, diamo un’occhiata ai numeri della nostra cara delegata alla frazione di Noha, al secolo avvocato Daniela Sindaco.

In effetti, pare che inizino a produrre i loro benefici effetti le manovre di politica economica del governo Renzi (dal Jobs-Act ai famosi 80 euro), se è vero come è vero che i “compensi derivanti dall’attività professionale o artistica” della nostra predi(e)letta consigliera sembrano, salvo nostri errori, finalmente forieri di un bel periodo di vacche grasse. E che vacche, visto l’incremento di oltre il 50% del reddito lordo, balzato da 2.343,00 del 2013 (mentre l’anno precedente era pari a zero) a ben 4.797,00 euro.  

Il reddito imponibile, al netto cioè degli oneri deducibili, da 1.902,00 euro del 2013 giunge al picco di ben 4.356,00 euro nel 2014.

Invece l’imposta da versare allo Stato, come nei due anni precedenti, è pari a zero a causa della “No-Tax area” (che non significa che Noha è un paradiso fiscale, ma che, sempre salvo errori, i redditi di lavoro autonomo sono esenti da Irpef se inferiori a 4.800,00 euro). Quando uno dice la combinazione.

Dunque la nostra deputata locale riesce a vivere con 363,00 euro al mese. Tanto di cappello, ci mancherebbe, per chi riesce a stringere la cinghia in tal modo.

Poi però uno si chiede da dove la Daniela nostra potrà prendere i soldi per finanziare di tasca propria, come ipotizzato in consiglio comunale, la famosa cabina elettrica del centro polivalente di Noha in black-out totale da oltre 100 giorni. Probabilmente, uno pensa, – e noi glielo auguriamo di cuore - sarà ricca di famiglia.

Ecco: alla luce di questi dati e di certe dichiarazioni verbali si comprende quanto il governo centrale (ma anche quello comunale) sembri attrezzato per compiere veri e propri miracoli, dando uno schiaffo morale allo scetticismo di noi altri gufi, e realizzando in men che non si dica tutti i Tweet del premier che mezzo mondo c’invidia: da #passodopopasso a #cambioverso, da #lavoltabuona a #Italiariparte.

E soprattutto #Fiscostaisereno.

Antonio Mellone

 

Giancarlo Coluccia

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Antonio Pepe

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Luigi Longo

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Daniela Sindaco

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Di Marcello D'Acquarica (del 06/11/2013 @ 22:00:01, in NohaBlog, linkato 3322 volte)

Cari politici di Noha, di Noha sì. Perché un conto è dire di Noha e un altro è dire di S. Barbara, di Collemeto o di Galatina. “Cari”, lo dicevo nel senso economico, non nel senso di “prediletti”. Per cui volendo adoperare un contrario del termine “cari” dovrei dire “economici” se non addirittura “sgraditi”, o forse sarebbe più consono l’aggettivo sostantivo “miserabili”, per il servizio non reso, ovviamente, non certo per il Vostro status socio-economico che è di rispettabilissimo livello.

Vorrei fare il punto della situazione a proposito della politica nohana.

“Politica”, cioè l'occuparsi del bene pubblico per il bene di tutti, è un concetto arcinoto dalle Vostre eccellenze, e stra-inflazionato durante le Vostre mirabolanti promesse di buona politica in tempi di elezioni.  Ora, premesso questo, vorrei analizzare lo stato di degrado in cui versano i nostri beni culturali. Qui conviene ricordare che per “bene culturale” s’intende non solo il palazzo, la cattedrale o il mobile d’epoca, bensì tutto ciò che è decoro comune. Sognando come me un paese pari al senso civico che meriterebbe Noha, appunto, potreste per esempio meravigliarvi imbattendovi nella rotonda che precede il viale di eucalipti di via Aradeo, il tratto dove incombe anche l’assenza di una indispensabile pista ciclo-pedonale. Tre evidenti piaghe che evidenziano l’alto grado di trascuratezza politica nei confronti delle persone e della natura. La rotonda, dove perfino zzanguni e cicore creste si rifiutano di nascere, è una evidente isola sperimentale di bruttezza dove le Vostre Eccellenze hanno infatti vomitato il peggiore dei servizi al cittadino.

Il viale di eucalipti nemmeno possiamo più considerarlo tale essendo solo un ricordo nella memoria di pochi, e nei quattro esemplari sopravvissuti, e che gridano pietà.

Volendo evitare la vista degli ulivi stecchiti perché trapiantati in pieno Agosto (per far da siepe – parola di ex-sindaco - ai 40 e passa ettari di pannelli fotovoltaici di contrada Roncella), siamo costretti a entrare in Noha percorrendo la rambla, cioè la via curve-curve, o la “via nova” che di nuovo ha solo il sole che tramonta ogni giorno insieme all’altra pista ciclo pedonale che tutti sognano.

Quindi non abbiamo alternative. Per giungere a Noha evitando le brutture citate, e tappandosi le narici per la puzza di fogna, non ci resta che via Collepasso. Inutile tentativo di pista per pseudo-piloti indefessi che puntualmente si trovano costretti ad atterrare davanti all’altrettanto inutile incrocio rotonda-semaforizzata, triste esempio di cretin’ingegneria urbanistica multitasking. Provare per credere.

Forse Dio consolerà gli ingegneri che l’hanno partorita, la via e la fogna, ma noi no.

Bene, forse ce l’abbiamo fatta. A fare cosa? Direte. A entrare sani e salvi nell’unico paese al mondo dove i Beni Culturali si manutengono da soli. Fino a quando non ce la fanno. Le casiceddhre però sono ormai agli sgoccioli, la casa rossa non si capisce a che punto sia, la torre con ponte levatoio del XIV sec. ubicata nel parco degli aranci si sta sfarinando, il frantoio ipogeo e l’antichissimo sito messapico-romano della Masseria Colabaldi da rintracciare a “Chi l’ha visto?”, la pubblica piazza, più che il salotto sembra il cesso del paese.

Qui non ci sono altri commenti che possano rendere merito all’illogica manomissione architettonica delle opere esistenti, pubbliche e private. Praticamente il primo che si sveglia al mattino può issare un qualsivoglia manico di scopa addobbato con lampadine multicolore in perenne clima natalizio, o il proprio scettro goliardico a sua immagine e somiglianza. Questo accade da qualche tempo nella piazza San Michele di Noha. Così gridano vendetta le ali dell’aquila senza tempo (in quanto l’orologio è fermo), perenne monito della Vostra, anzi nostra ignavia. Gridano pietà le zoccole (specie evoluta di pantegana autoctona) che s’affacciano dal palazzo baronale per invadere le case dei pazienti concittadini. Chiedono aiuto perfino le zecche (autoctone al pari delle zoccole), che accorse numerose perché richiamate dal forte odore cadaverico di eau de fogne estivo, rischiano a loro volta di perire sotto il degrado in cui versano case e torri.

Ora, visto tutto il Vostro impegno e l’attenzione costante ai nostri beni culturali, in null’altro possiamo sperare se non nel miracolo di San Gabriele dell’Addolorata, che, seppur adagiato nel riposo eterno di un’urna, rimane l’unica nostra speranza per una politica più simile alla faccia che alla facciata. 

Marcello D’Acquarica
 

In occasione dell'otto marzo,  Giornata Internazionale della Donna, si terrà a Galatina un evento speciale organizzato dalla Commissione Comunale per le Pari Opportunità, insieme al Centro Antiviolenza Malala dell’Ambito Territoriale Sociale di Galatina, in collaborazione con l'Assessorato alle Politiche Sociali, Cultura e Pubblica Istruzione, con l'Assessorato alle Attività Produttive e con la partecipazione delle Associazioni di Galatina e gli Istituti Scolastici di ogni ordine e grado. Un momento di riflessione per ricordare la Donna nella sua essenza, mantenendo viva la memoria storica rispetto a lotte e vittorie ottenute con coraggio e determinazione nel corso del tempo.

Un'occasione, dunque, per meditare sul lungo e complicato percorso che la Donna ha compiuto e che ancora continua a compiere, per affermare i suoi diritti attraverso il ruolo fondamentale ed indiscusso che ha svolto e che svolge perennemente nella società.

A partire da martedì 8 marzo sino a domenica 13 marzo, nelle vie principali del centro cittadino le vetrine di numerose attività commerciali saranno allestite con delle opere artistiche (quadri, fotografie, elaborati) che andranno ad omaggiare questa giornata importante riportando l'attenzione sulla Donna  e la sua evoluzione culturale e sociale. Stampa, istituzioni e cittadinanza sono invitate a partecipare.

Commissione Pari Opportunità Galatina
Fara Bandello

 
Di Albino Campa (del 29/04/2012 @ 21:58:44, in Comunicato Stampa, linkato 3027 volte)

Non ha certo disatteso le aspettative dei numerosi occorsi l’On. Italo Bocchino, che ieri sera ha partecipato all’incontro tenutosi presso il comitato elettorale del candidato sindaco Giancarlo Coluccia a Galatina. Presenti anche Pierantonio De Matteis (Responsabile circolo Galatina FLI), l’Avv. Paolo Pellegrino (Presidente Provinciale FLI) e Gerardo Filippo (Segretario Provinciale IO SUD).

Attualmente l’On. Bocchino riveste la carica di Vicepresidente Nazionale di FLI , partito schieratosi con Coluccia per le prossime elezioni amministrative.

Ad aprire il meeting è stato il candidato sindaco del terzo polo che, dopo i ringraziamenti di rito a tutti i presenti ed in particolare all’On. Bocchino ed a Pierantonio De Matteis, promotore dell’evento, ha esternato il suo apprezzamento verso quel partito, FLI, i cui vertici hanno una radice politica comune: infatti anche Coluccia, come Bocchino, ha iniziato il suo percorso politico nell’MSI poi AN. Il candidato sindaco ha voluto significare che “anche AN ha deciso di abbandonare la politica bipolare del PDL, di abbandonare quel contenitore ormai vuoto e sterile per formare poi il terzo polo” . Ed ancora ha dichiarato “siamo sicuri che l’intesa con Futuro e Libertà sarà proficua e duratura, potendo contare su forti e consolidati rapporti con i vertici nazionali del partito, come la presenza dell’On. Italo Bocchino oggi testimonia.”

Dal canto suo l’On. Bocchino ha voluto enfatizzare l’esistenza nella coalizione di Coluccia di una forte omogeneità dovuta alla presenza dei partiti del terzo polo e di liste civiche, che non si nascondono dietro ai partiti ma che vogliono supportare i partiti contribuendo fortemente alla realizzazione del programma comune. “Sicuramente”, ha affermato Bocchino,”queste elezioni amministrative segneranno il cambiamento della successiva politica nazionale, si ripeterà la situazione del 1993 con il passaggio allora dalla Prima alla Seconda Repubblica. Al fallimento del bipolarismo, dovuto alla mancata realizzazione sia da parte del PD che del PDL del loro progetto, si risponderà con delle riforme importanti a livello Costituzionale attraverso anche una radicale riforma della legge elettorale che consenta al cittadino di poter scegliere direttamente il proprio parlamentare. Oggi si assiste sempre più al divario tra i ricchi, divenuti tali attraverso l’evasione fiscale e la corruzione, e il ceto medio sempre più povero nonostante abbia lavorato onestamente. Questo no né più accettabile, così come non è accettabile la situazione precaria dei giovani e delle donne a cui lo Stato, diversamente da altre realtà, non offre la possibilità di essere contestualmente madri e lavoratrici. Perché tutto questo cambi bisogna partire dalle realtà locali, bisogna scegliere persone corrette e preparate come Giancarlo Coluccia, persone che possano realmente lottare al fianco del cittadino e per il cittadino.”

   

 

 
Di Albino Campa (del 24/04/2012 @ 21:58:35, in NohaBlog, linkato 3054 volte)

Lo spread sale il giorno prima e scende il giorno dopo. Su e giù, va lo spread. Spread! Sentite che bella parola, come rimbalza sul palato, lo solletica, accarezza gli incisivi e poi vien fuori, come una condanna. Questa crisi ci ha condannato allo spread, a sentircelo rimbalzare tutto il giorno nei timpani. Tant’è che per strada non siamo più abituati a darci il buon giorno, ma piuttosto chiediamo “come va lo spread?”. “Bene, bene. Oggi siamo in discesa!”, risponde l’altro entusiasta, oppure come nel selvaggio west potremmo essere crivellati dai “Bund, BTp, BoT, CTz, CcT”.

Penserete ora che ce l’abbia con lo spread, che non mi stia tanto simpatico. Vi sbagliate: amo lo spread, o meglio gioisco all’idea che gli economisti siano riusciti ad imbucare nel vocabolario della lingua italiana un'altra parolina inglese. Welfare, business, marketing, stock e ora spread. Dobbiamo convincerci una volta per tutte che fortunatamente non esistono più barriere che impediscono l’accesso alla comunicazione tra gli individui: abbiamo i mezzi (internet e i social network) e una lingua (l’inglese, appunto) che ci permettono di essere costantemente aggiornati su quello che succede nel mondo, di affermare le proprie idee e quindi partecipare ai cambiamenti in maniera attiva. Come scriveva Claudia Galimberti sul Sole24ore “Accogliere parole straniere nell’uso quotidiano è un sintomo di tolleranza, oltre che un modo di partecipare al processo di globalizzazione in atto. La lingua è un organismo vivo, e non può restare chiuso in se stesso”.

Tuttavia ogni paese ha una propria lingua non a caso: una lingua non è soltanto uno strumento di comunicazione, ma è anche e soprattutto uno stendardo della cultura, della tradizione e dell’identità del popolo a cui appartiene. Nella bellezza e complessità della propria lingua si rispecchia ogni civiltà ed è inammissibile che questo tesoro linguistico vada perduto per una mera questione di “servilismo linguistico”. “Il nostro è un Paese – scrive Dacia Maraini sul Corriere della Sera ─ che ama e cura poco la propria lingua. Lo si capisce dalla scarsa propensione alla lettura, dalla prontezza con cui la calpestiamo sotto i piedi, la denigriamo e la imbastardiamo”.

Difatti, sempre più di frequente si ricorre ad un uso improprio del gergo della tecnologia, mettiamo la “s” plurale quando trasportiamo questi lemmi nella lingua italiana, italianizziamo alcune parole inglesi (m’è capitato di sentire qualcuno dire “la nostra azienda è skillata su …”), decidiamo di tenere in lingua inglese i corsi di laurea di un’intera Facoltà di un’Università statale italiana, senza dare la possibilità al libero cittadino italiano che paga le tasse di scegliere o meno se entrare in un contesto internazionale.

Permettetemi di concludere questo mio intervento facendo ancora una volta ricorso alle significative parole della Maraini: “Cerchiamo di investire su una migliore conoscenza e pratica dell’italiano. Da lì ci verrà la forza per affrontare e imparare le lingue straniere, fuori da ogni servilismo linguistico”.

Michele Stursi

 
Di Albino Campa (del 16/12/2006 @ 21:56:32, in Racconti, linkato 4137 volte)

"Eccovi di seguito la seconda parte della storia del Tabacchino di Noha, tratta dal -il Galatino-, anno XXXIX, n. 21, dell'8 dicembre 2006. La terza ed ultima puntata di questa mini-serie verrà trasmessa su questi stessi schermi la prossima settimana"

IL TABACCHINO DI NOHA

(seconda parte)

di

Antonio Mellone

Il tabacchino di Cici si trovava proprio di fronte alla Chiesa Piccinna, la Congrega della Madonna delle Grazie, il Pantheon della Nohe de’ Greci, abbattuto nel corso degli anni ’60 (Cici e consorte ospiteranno poi nella propria casa la statua della Madonna delle Grazie per molti anni – nel 2001 la statua ritornerà nella nuova grande Chiesa a Lei dedicata – riservando alla loro illustre “Ospite” il posto d’onore, la cura e l’attenzione che meritava).

*   *   *

Accanto ai beni di Monopolio (sale, tabacchi, fiammiferi, accendini e valori bollati) nel tabacchino di Noha s’iniziano a vendere altri prodotti come i fogli di protocollo (che da ragazzi acquistavamo, a righe o a quadretti, in occasione del compito in classe, sul quale rimanevano impressi i nostri elaborati nelle più disparate discipline scolastiche), le buste per le lettere, la carta copiativa o carta-carbone (scomparsa dalla circolazione) e altri articoli di cartoleria, e poi ancora lamette per i rasoi (un tempo non c’era ancora “il radi e getta”, ma lamette, da riutilizzare più volte nei rasoi eterni), l’ottima crema dopobarba Proraso, introvabile altrove, e poi ancora man mano che il tempo passava, caramelle alla menta o alla liquirizia (le Golìa), gomme da masticare, altri prodotti per l’igiene personale.
Da Cici c’erano anche le cartoline, oggi introvabili, che ritraevano in bianco e nero scorci della Noha del tempo che fu (una loro riedizione o la stampa di nuove cartoline della nostra cittadina oggi non sarebbero poi così fuor di luogo).
Nel tabacchino di Noha si distribuivano anche gratuitamente i libri di testo della scuola dell’obbligo, sussidiari freschi di stampa, abbecedari intonsi, testi bellissimi che hanno introdotto intere generazioni ai piaceri della lettura.
Cici si occupava anche della prevendita dei biglietti per il cinema di Noha, il “Cinema dei Fiori” (chiuso nella seconda metà degli anni ’70), i cui film western, mitologici, fantascientifici, comici, venivano pubblicizzati proprio all’ingresso del tabacchino, con dei cartelloni o manifesti enormi esposti in una bacheca in legno protetta da una rete metallica molto simile a quella della gabbie per le galline.

*   *   *


Da adolescenti ci capitava spesso di frequentare il tabacchino di Cici almeno un paio di volte al dì. Questo non perché necessitavamo delle lamette per la barba (non eravamo che ragazzini imberbi), o perché, bambini viziati, acquistavamo le figurine Panini dei calciatori (erano lussi che solo in pochi potevano permettersi, e noi non eravamo tra questi), e nemmeno perché eravamo fumatori precoci (non lo siamo tuttora). Ma perché non passava giorno senza che almeno un paio di persone adulte ci chiamassero per strada (era sufficiente essere di passaggio), in piazza, o soprattutto al Circolo cittadino, per incaricarci di acquistare uno o più pacchetti di sigarette e fiammiferi. Si passava dalle Nazionali, alle Esportazioni senza filtro e alle MS, dalle Diana, alle Marlboro, dalle Rotmans, alle Dunhill, o ad altre marche straniere light o strong che non sapevamo nemmeno pronunciare correttamente. I fiammiferi più richiesti erano per lo più i Minerva e soprattutto i cerini (oggi rarissimi).
Cici (invalido di guerra) un signore distinto, elegante, sempre con la cravatta, anche durante la calda stagione, sapeva che sigarette e fiammiferi non erano per noi. E ci serviva tranquillo.
Gli adulti un tempo “te cumandavanu a bacchetta!”. Ci chiamavano: “Vane e ccattami nu pacchettu de Milde Sorte dure e nu pacchettu de pospari…”. E noi di corsa ad eseguire “l’ordine” ed a riportare tutto all’ordinante: sigarette e, soprattutto, il resto: la mancia non rientrava punto nell’ordine delle idee. Si aveva soggezione, quasi timore reverenziale nei confronti dei grandi, quello che oggi (grandi noi; ahinoi!) non ci sembra nutra la novella progenie nei confronti della generazione che la precede.

 
Di Albino Campa (del 27/05/2011 @ 21:54:57, in Comunicato Stampa, linkato 3217 volte)
Sinistra Ecologia Libertà di Galatina, dopo la nascita ufficiale del partito e la sua grande crescita in termini di consenso popolare, rende noto che finalmente da oggi, anche a Galatina si può partecipare attivamente alla nascita di questo nuovo soggetto politico che riunisce sotto la stessa bandiera tutti quelli che si sentono di Sinistra, ma che non si riconoscono nell’antico emblema della falce e martello. Un partito nuovo, nato nel XXI secolo con la voglia di affermarsi in questo secolo. Un nuovo modo di fare politica, una politica che parte dal bisogno della gente, che coinvolgerà i cittadini rendendoli protagonisti delle loro scelte. Anche a Galatina, siamo pronti a far crescere un soggetto politico, forte, un progetto avanzato per discutere progetti sulla società, l’ambiente, la salute, la cultura, il lavoro, lo sviluppo, per sentirsi parte integrante di un cambiamento epocale, per avere sia una Galatina migliore che una Puglia migliore e magari, perché no, un domani, un Italia migliore, sembra insomma arrivato il momento, per fare una politica attenta, capace, dove il cittadino-elettore non si sente soggetto passivo di scelte altrui, ma pronto egli stesso ad intervenire ed essere soggetto propositivo di progetti che lo coinvolgono direttamente. Apre così a Galatina il circolo SEL in via Lillo 24 nel cuore del centro storico della città . L’apertura del circolo è prevista per sabato 28 maggio 2011 alle ore 20.30 con un breve discorso introduttivo dei responsabili locali, seguito dal taglio del nastro da parte di Alba Sasso assessore regionale ” Per il diritto allo studio “. Presenti alla manifestazione Sonia Pellizzari Presidenza Nazionale Sinistra Ecologia Libertà, Anna Cordella portavoce Provinciale SEL. Alle 21 si esibiranno gli AMISTADE con la loro musica tratta dal vasto repertorio dei cantautori italiani. Infine circa alle 22 il gruppo musicale ” AEDO ” con la particolarità delle sue sonorità etno-arcaiche. Il tutto si svolgerà nella piazza adiacente al circolo SEL cioè Piazza Cavoti, molto scenografica, chiamata dai galatinesi ” Staffa di Cavallo ” per la sua particolare conformazione. Sinistra Ecologia Libertà a Galatina, si impegnerà a produrre politiche ambientali capaci di restituire il sorriso e togliere la preoccupazione per il futuro. Discuterà di argomenti come la salute, un argomento che appassiona tutti, perchè legato al nostro benessere psico-fisico. Il nostro impegno va anche nella direzione di creare una società con pari diritti e pari dignità. Una cultura finalmente protagonista del futuro, perchè senza di essa, ci sarebbe solo ignoranza e barbarie. Il tema del lavoro, sempre più precario, senza sicurezze, in questo momento così nebuloso, con la creazione di nuove attività legate alle nuove tecnologie, che possono dar vita a nuove opportunità di lavoro e crescita professionale. Tutto questo per uno sviluppo della società e per migliorare le condizioni sociali del cittadino. Entra nel partito che racconta in tre lettere il suo programma: Una politica finalmente di SINISTRA vicina ai bisogni della gente. ECOLOGIA un ambiente salubre per un futuro migliore nostro e dei nostri figli. LIBERTA’ dalle mafie, dalle menzogne, libertà di pretendere diritti e verità, senza chiedere permesso.
Sinistra Ecologia Libertà Galatina
 

Foto di Piero Luigi RussoLa cerimonia della consegna delle "Aquile turrite" ai 15 piloti dell'Aviazione Militare Italiana, del Kuwait e di Singapore merita alcune considerazioni e doverosi ringraziamenti.

La manifestazione, richiesta dall'Amministrazione Comunale, rientra nel quadro più generale di valorizzazione delle eccellenze che Galatina esprime nei suoi diversi ambiti e che le permettono di godere di una considerazione che travalica i confini nazionali.

L'attenzione che il 61° Stormo, al Comando del Colonnello Alberto Surace, ha posto nella pianificazione e realizzazione dell'evento non è stata solo la naturale espressione di una consolidata esperienza, ma anche l'evidente riconoscimento di un rafforzato legame tra la Comunità Cittadina e l'Aeroporto "Fortunato Cesari".

La presenza di altissime cariche politiche e militari, italiane e estere, ha suggellato, in una cornice ideale, questo incontro ed ha sollecitato un rinnovato orgoglio cittadino.

Nelle parole delle Autorità politiche e militari è più volte emerso il legame tra l'Arma Aeronautica e la Città di Galatina per cui la manifestazione non è mai apparsa come un evento occasionale concesso al territorio ma piuttosto come una scelta di condivisione e reciproco apprezzamento.

La celebrazione del conseguimento del brevetto di pilota militare è stata l'occasione per manifestare, una volta di più, il valore della scuola volo del 61° Stormo, la sua collocazione a livello internazionale e l'importanza che Galatina ha per l'Aeronautica Militare Italiana.

La cerimonia è stata scandita da tempi e modi lungamente studiati ed ha coinvolto un numero significativo di uomini e donne. Oltre al personale dell'Aeronautica Militare impegnato su tutti i fronti, c'è stata la presenza essenziale della Polizia di Stato che, guidata dal Vice Questore aggiunto Dott. Giovanni Bono, aveva la responsabilità della gestione dell'ordine pubblico, in coordinamento con l'Arma dei Carabinieri. Voglio rimarcare il grande impegno del Corpo di Polizia Locale, guidato dal Comandante Domenico Angelelli, schierato con tutto il personale disponibile ed impegnato nella gestione della viabilità ed a presidio dei punti strategici e dei varchi posti a delimitare le zone di sicurezza. Il personale ha lavorato in collaborazione con gli operatori del Nucleo di Protezione Civile di Galatina, supportati dai colleghi provenienti da Casarano, Trepuzzi e Squinzano, tutti coordinati da Vito Murrone.

Una Manifestazione come quella di venerdì 5 luglio, effettuata in luogo aperto al pubblico, ha imposto un elevato livello di coordinamento tra le forze operanti in campo, al fine di garantire un equilibrio tra le esigenze della sicurezza e dell'ordine pubblico, la fruibilità massima dell'evento da parte dei cittadini, la gestione della viabilità, il controllo dei flussi e deflussi in previsione di qualunque evento avesse potuto alterare il normale svolgimento degli eventi. 

Il generale apprezzamento ricevuto dagli Ufficiali dell'Arma Aeronautica per il lavoro svolto va anche esteso a chi si è occupato a redigere il piano di sicurezza ovvero al Geom. Alessandro Spongano.

I cittadini non hanno fatto mancare la loro presenza giustificando, nella gran parte dei casi, quei piccoli disagi che necessariamente si possono incontrare quando la viabilità cittadina subisce una qualche restrizione. 

La crescita della Città passa anche da manifestazioni come questa. Abbiamo offerto il nostro miglior palcoscenico ad ospiti provenienti da più parti d'Italia e del mondo, abbiamo accresciuto il legame con un'eccellenza addestrativa come il 61° Stormo, abbiamo veicolato un'immagine di efficienza ed organizzazione. A chiunque abbia contribuito alla riuscita della manifestazione, sia esso cittadino-spettatore od operatore sul terreno, giunga il grazie dell'Amministrazione Comunale.

Nico Mauro

 

L'unica vera infrastruttura di cui ha urgentemente bisogno il Grande Salento sono i Grandi Boschi !!!

No ad altro asfalto e cemento:

le infrastrutture vere che più mancano al Grande Salento sono i "Grandi Boschi"! 

Mentre alcuni politici parlano nel Grande Salento di altre infrastrutture ridondanti che rischiano di compromettere ancora altro territorio pugliese si leva l'appello preventivo dal mondo ambientalista del Grande Salento per indicare la strada della pacificazione e della crescita vera e virtuosa del territorio! 

Contro anche le devastazioni intollerabili degli impianti industriali speculativi d'energia rinnovabile nelle campagne pugliesi: la richiesta perentoria per una mobilitazione e risposta forte dello Stato a repressione e bonifica degli scempi in corso e per la ricostruzione del vitale tessuto connettivo forestale e di naturalità oggi compromesso all’inverosimile e portato al livello massimo storico di degrado, ad un livello tale da costituire un’emergenza nazionale abbisognante del massimo e più urgente intervento risolutore dello Stato!   

L'Onu proclama il 2011 Anno internazionale delle foreste: si RIFORESTI LA PUGLIA!
Il Ministro salentino Raffaele Fitto e il presidente Antonio Gabellone della Provincia di Lecce, e quelli delle Province di Brindisi, Massimo Ferrarese, e di Taranto, Gianni Florido, insieme al Presidente Nichi Vendola della Regione Puglia, si preoccupino dei problemi più gravosi e seri, delle vere infrastrutture vitali che mancano da decenni e decenni al Salento: I GRANDI BOSCHI !
Non altre strade e strade in territori vergini o che consumano altro suolo!
Sì, solo ad interventi infrastrutturali che migliorano infrastrutture esistenti!
Ma non si accetterà mai più il consumo di altro suolo integro, naturale e rurale, per nessuna altra infrastruttura fotocopia e ridondante in tutto il Grande Salento!
E' il Grande Salento l’area con la maggiore percentuale di suolo cementificato ed asfaltato d'Italia, la zona dello Stivale, dell'intera Nazione isole incluse, con la minore percentuale di superficie boschiva.
Un territorio, peraltro, a grave rischio di desertificazione naturale, come segnalato dall'ONU, cui si aggiunge oggi quella artificiale, spaventosa, terrificante, del flagello da fotovoltaico nei campi!
Ed il Grande Salento era invece, fino a non molti decenti or sono, terra di boschi e foreste immense e pittoresche, nel leccese, nel tarantino e nel brindisino!
Se oggi ciò non è più così, se il vitale tessuto connettivo forestale di questa terra è stato depauperato all'inverosimile, non si deve ai cosiddetti "cambiamenti climatici" o a qualche altro effetto naturale, ma solo e soltanto all'azione devastatrice dell'uomo, alla barbarie del fuoco doloso e della scure indiscriminata, all' iper-infrastrutturazione, all'iper-sfruttamento del territorio, alle esigenze voraci dell'industria e dell'industrializzazione selvaggia, alla mala politica, alla speculazione, all'avidità di denaro facile, alla colonizzazione e svendita del Salento!
Questa è un EMERGENZA, e deve essere la priorità politico-amministrativa delle tre province! Del Grande Salento!
La vera prioritaria infrastruttura veramente vitale che manca a noi salentini è quella dei vasti boschi pubblici e privati, della riforestazione del Grande Salento!
L'unica sulla quale nessun cittadino in buona fede o sano di mente avrà mai nulla da eccepirvi contro! Un’infrastruttura la cui ricostruzione, attraverso un massiccio intervento statale, costituisce un fattore strategico di sviluppo e di benessere autentico per il sud della Puglia, nonché una notevole occasione di impiego e lavoro per numerosissimi giovani ed imprese locali.
L'assenza dei naturali boschi nel Grande Salento è causa di dissesto idrogeologico, di cambiamenti microclimatici locali, di diminuzione della fertilità dei suoli, di interruzione di una naturale rigenerazione-purificazione dell'aria dall'inquinamento, di diminuzione della piovosità, di impoverimento della biodiversità (cui l' ONU ha dedicato il trascorso anno 2010!), di crisi del settore zootecnico d’eccellenza e qualità, di scomparsa delle produzioni silvicole, ecc. ecc. E' un danno al paesaggio, all'economia e alla salubrità del territorio salentino inimmaginabile ed inquantificato!
Un “imperativo categorico” irrinunciabile e non più procrastinabile del nostro territorio e della sua gestione ed amministrazione, è quello della "Riforestazione" e "Rinaturalizzazione" con essenze autoctone e reintroduzione delle specie botaniche recentemente scomparse, a seconda dei casi previa “Bonifica” dei luoghi! Un imperativo che, come, con stupore, ognuno di noi può notare, è scomparso dall'agenda politica da decenni, mentre in passato era tra le principali priorità politiche della nostra terra; scomparso dall'agenda di tutti i partiti, scomparso dal mondo dell'informazione; scomparso dalla nostra memoria ... ma gli ambientalisti del Grande Salento non se ne sono dimenticati, ed oggi, contro la famelica antropofaga foga speculativa che domina quasi ogni atto amministrativo e ogni trama partitica, vogliono e chiedono, con forza e determinazione, di riportare nella prima pagina dell'agenda di ogni istituzione territoriale e di ogni partito, che voglia ancora sperare nella “credibilità” agli occhi dei cittadini, il più grande dei bisogni di questa terra: i Grandi Boschi pubblici e l'incentivazione massima dei rimboschimenti dei suoli dei privati! 

 Oreste Caroppo

Hanno già dato loro adesione:

- Forum Ambiente Salute del Salento- Gruppo apartitico d’azione locale a difesa dell’ambiente - sede centrale in Lecce

- Coordinamento Civico per la Tutela del Territorio, della Salute e dei Diritti del Cittadini - sede centrale in Maglie (Le)

- Save Salento - Salviamo il Salento

- Nuova Messapia - sede in Soleto (Le)

- Movimento per La Rinascita del Salento

- Associazione Arneotrek - trekking & outdoor - Salento 

- Biomasseria Santa Lucia - Macurano (Lecce)

- I DIALOGHI DI NOHA

 
Di Redazione (del 06/03/2014 @ 21:52:08, in Comunicato Stampa, linkato 2126 volte)

Vincendo le elezioni comunali si conquista il privilegio di amministrare la città e non il diritto di farne quel che si vuole, ma Il Sindaco Montagna e la sua giunta sembrano pensarla diversamente.

Candidare Galatina come sede per un nuovo Centro di Compostaggio da 33.000.000 di kg. che, presumibilmente, occuperà non meno di 10.000 m2 del territorio cittadino non può essere considerato un atto di ordinaria amministrazione quindi, in sfregio ad ogni principio di buona azione, sia amministrativa che ambientalista, senza alcuna trasparenza e nella più totale e prepotente disinformazione il Sindaco Montagna sacrifica consapevolmente il futuro di Galatina e la salute dei galatinesi sull’altare del pragmatismo partitico.

Dalla stampa apprendiamo, poi, che è già stato individuato il luogo di realizzazione e che esisterebbe un progetto; noi delle liste civiche Galatina in Movimento, novaPolis Galatina, Galatina altra e Movimento per il Rione Italia, ritenendo inaccettabile questo comportamento, già il 20 febbraio u.s., attraverso il nostro consigliere Marcello Amante, abbiamo inoltrato formale richiesta per poter prendere visione di ogni documentazione disponibile negli uffici comunali.

La risposta? Ad oggi nulla, la richiesta giace negli uffici e nessun documento sembra disponibile.

I galatinesi non devono essere informati? Perché? Cosa si teme? Domande che si sommano alle precedenti ancora inevase che, facendo aumentare ancor più le preoccupazioni, dovranno necessariamente rendere vigili anche i cittadini e le sempre attente associazioni ambientaliste.

Le liste civiche Galatina in Movimento, novaPolis Galatina, Galatina altra e Movimento per il Rione Italia rinnovano l’invito, al Sindaco Montagna, al rispetto dei cittadini galatinesi e a non sottoscrivere impegni vincolanti prima di aver condiviso con loro ogni ipotesi di progetto.

Galatina, 5 marzo 2014
 
Liste Civiche
 
Di Redazione (del 03/04/2019 @ 21:51:42, in Comunicato Stampa, linkato 1489 volte)

Siamo contenti che faccia tappa anche Galatina l’iniziativa “sporchiamoci le mani” promossa dal Quotidiano di Puglia in collaborazione con Legambiente.

A causa dell’inciviltà di qualcuno e degli scarsi controlli nelle periferie della città, anche da noi è aumentato il fenomeno delle micro discariche nei luoghi pubblici e nelle campagne.

L’ambiente è un bene comune e proprio per questo è dovere di ciascun cittadino mantenere e tutelare il suo decoro e la sua pulizia. Su questi temi e su queste lodevoli iniziative, dall’elevato valore civico e sociale, non c’è politica, non ci sono partiti e non ci sono divisioni. Bisogna essere uniti e da cittadini attivi occorre sporcarsi insieme le mani per pulire e ridare dignità alla città che amiamo.

Per questa ragione anche noi del Partito Socialista, da subito sensibili all’iniziativa, prenderemo parte all’iniziativa e ci uniremo a tutti coloro che vorranno mettersi a disposizione per ripulire la città dai rifiuti abbandonati che recano danni sia sotto il profilo estetico ma soprattutto sotto il profilo igienico e sanitario.

Per questo, nell’esprimere il nostro apprezzamento per il lavoro che sta svolgendo il circolo di Legambiente di Galatina, invitiamo tutti i cittadini ad unirsi alla causa ed a schierarsi dalla parte dell’ambiente.

L’appuntamento è fissato per domenica 7 Aprile alle ore 9:30.

Pierluigi Mandorino

Segretario PSI Galatina

 
Di Antonio Mellone (del 25/09/2015 @ 21:51:37, in Ex edificio scolastico, linkato 2709 volte)

Volete sapere l’ultima? “La festa dei lettori” di Noha, la seconda parte, quella prevista nel pomeriggio di sabato 26 settembre 2015, dalle ore 17 in poi, presso il centro Polivalente di piazza Ciro Menotti, si farà al buio.

Mi chiederete voi altri: volete forse provare l’ebbrezza di una delle tante esperienze sensoriali che oggi vanno tanto di moda (tipo le cene al buio)? Oppure volete sperimentare le letture in braille? O siete così romantici da voler leggere i vostri libri al lume di candela?

Nossignore: l’Enel ha staccato la corrente (veramente ha proprio asportato il contatore) proprio oggi pomeriggio.

Come mai? Ma come, non vi ho già detto in una trentina di articoli sul tema che l’allaccio esistente è quello “di cantiere”, cioè provvisorio, vale a dire con una scadenza fissa, come il latte UHT?

Ebbene, quella scadenza prima o poi doveva arrivare. Ed è arrivata, guarda un po’, proprio alla vigilia della festa dei lettori nohani costretti in tal modo a brancolare nelle tenebre, anzi a giocare a mosca cieca senza nemmeno il bisogno del bendaggio degli occhi.

E pensare che le maestre Paola Congedo e Anna Rita Gentile, e poi anche la mitica Laura Salamac, nel primo pomeriggio di oggi hanno fatto di tutto per allestire al meglio la sala convegni del Centro polifunzionale-ma-non-troppo, sudando le famose sette camicie, e mai avrebbero pensato, così sudate, a questa doccia fredda con il rischio di una broncopolmonite.

Pare, si dice, si vocifera che gli uffici tecnici del Cumone di Galatina fossero stati preventivamente avvisati dall’Enel (che in genere prima di staccare la corrente, in qualche modo, comunica agli utenti le sue mosse: mica si mette così a fare degli agguati); ma figurarsi se la burocrazia palazzorsiniana aveva il tempo, la testa, il cuore e il fegato di capire quello che le stava accadendo intorno. Anche perché i problemi sono di pertinenza di quella terra di nessuno che risponde al nome di Noha e del suo centro polli-valente.

*

Eppure c’è chi vede la luce in fondo al tunnel. Sarà quella dell’assessore Coccioli che, esasperato, si dà fuoco.

Antonio Mellone

P.S. Lector in fabula. Come andrà a finire questa bella storia della festa dei lettori (su cui si può, a proposito, scrivere un libro)? Per fortuna a lieto fine, grazie al miracolo di Sant’Antonio Mandorino martire, presidente della CNA (confederazione nazionale artigianato di Galatina). Il santo taumaturgo di Galatina (ormai anche cittadino onorario di Noha) ha trovato, tra gli associati alla sua confederazione, un volontario (domani ci dirà anche il nome) che con un gruppo elettrogeno riaccenderà le speranze di tutti. 

Mel

 
Di Redazione (del 03/08/2021 @ 21:51:16, in Comunicato Stampa, linkato 874 volte)

Tornare sugli stessi argomenti sta diventando, anche per noi, pedante, ma, siamo costretti a farlo per l’inerzia del Sindaco e dei suoi collaboratori. Un giudizio condiviso da tantissimi concittadini.

Comunque, un merito ce lo siamo conquistato: abbiamo svegliato le coscienze, rimosso l’appagamento, stimolato la partecipazione. Sono, infatti, sempre più numerose le segnalazioni e le proteste  dei cittadini per lo stato di degrado e abbandono della nostra Città. Alle denunce individuali si aggiungono quelle collettive, come la lettera aperta di un folto gruppo di genitori i cui figli frequentano i giardini “Del sorriso INSUPERABILE” di piazza Fortunato Cesari. Accanto alle deficienze da noi già segnalate (la statua di San Francesco e il monumento all’eroe galatinese Fortunato Cesari in uno stato pietoso, la fontanella decapitata, la Biblioteca Sociale “Elena De Pascalis” dimenticata, la manutenzione generale dei giochi, per evitare gravi infortuni, come capitato di recente ad un bambino che si dondolava su un cavalluccio), nella lettera lamentano lo stato “di incuria in cui versa il parco giochi, il disservizio causato dall’impossibilità di utilizzare i bagni pubblici”, perennemente chiusi.

Eppure, negli ultimi mesi sono state impegnate importanti somme per rimediare ai danni causati in questi quattro anni di amministrazione Amante: circa 75.000 euro deliberati per la rigenerazione del verde e la sistemazione dei giardini pubblici, ad iniziare dalla centrale Piazza Alighieri, il biglietto da visita della nostra comunità, ma, i miglioramenti non si notano; altri 6.000 euro per estirpare l‘erba spontanea cresciuta rigogliosa lungo le strade e sui marciapiedi, e che, a detta del Sindaco, rappresentano un grave problema per l’igiene pubblica. Ad oggi, alcune delle strade più importanti, Via Soleto, Via Roma, Via Galatone, Via Diaz, hanno acquistato un aspetto più decoroso, ma rimangono sporche quelle interne dei quartieri.

Ha suscitato clamore il richiamo del Segretario cittadino del Circolo PD di Noha, Michele Scalese, alle promesse fatta ai cittadini della Frazione, all’inizio del mandato, per il mancato recupero dell’orologio della Torre e la sistemazione della Trozza. Gioielli che abbiamo ereditato e che, in mancanza di un adeguato intervento, rischiamo di perdere per sempre.

Così come rischia di finire nel “libro delle cose perdute” l’antica chiesetta di Santa Lucia, situata all’imbocco di Via Noha, il cui stato di conservazione si è ulteriormente aggravato: il piano d’accesso è invaso da erbacce alte due metri, sul tetto sono cresciuti rigogliosi alberelli di fico, le cui radici possono distruggere il tetto. I lavori di ristrutturazione, se si vuole mettere a frutto il finanziamento di 25.000 euro concesso nel 2019 dalla Sovrintendenza Provinciale, richiedono tempo, un intervento minimo, di taglio delle erbe e degli alberelli, può essere subito effettuato. Un giardino botanico sostituirà questa bellissima, centenaria struttura architettonica e di culto?      

PARTITO DEMOCRATICO

CIRCOLO DI GALATINA

 
Di Redazione (del 09/11/2017 @ 21:49:57, in Comunicato Stampa, linkato 1553 volte)

Ha dedicato 35 anni della sua vita alla nostra comunità, ma la sua competenza e lucidità intellettuale sono stati un punto di riferimento per tutti. Oggi Galatina con il lutto cittadino rende un doveroso omaggio all’ingegnere Giovanni Stasi, ma il suo esempio non deve morire con lui e deve rimanere un faro per chi lo ha conosciuto e apprezzato, ma soprattutto per i giovani.

Ingegnere a 26 anni con una laurea in Ingegneria civile conseguita a Pisa, a distanza di due anni, nel 1977, fu assunto dal Comune di Galatina come dirigente del settore Lavori Pubblici, materia di cui è stato maestro incontrastato. Del Comune è stato un pilastro fondamentale, come è stato persona di riferimento – in tema di Lavori pubblici – degli uffici tecnici di diversi Comuni. Aveva una visione globale della complessa gestione dei Lavori pubblici, dal punto di vista tecnico, normativo e amministrativo.

La sua integrità morale, le sue capacità professionali, le sue qualità umane ne fanno un cittadino esemplare del Salento e della nostra Galatina. Alla famiglia rivolgiamo un pensiero affettuoso per la grave perdità, consapevoli che la grandezza dell’uomo rende tanto più profonda l’assenza.  

Paola Carrozzini (Lista Carrozzini sindaco)

Michele De Paolis (Udc)

Giampiero De Pascalis (Lista De Pascalis)

Paolo Pulli (M5S)

Francesco Sabato (Direzione Italia)

Giuseppe Spoti (Psi)

 
Di Antonio Mellone (del 29/05/2016 @ 21:46:51, in Politica, linkato 3186 volte)

Non so più chi m’ha fatto notare l’ultimo piccolo decreto, o meglio ordinanza, la n. 34/2016, partorita qualche giorno fa dal genio del nostro sindaco Mimino Montagna.

Il testo della più recente delle grida sindacali è un capolavoro tutto da incorniciare. Non per la forma (no, non è questo il Sindaco che solitamente dà filo da torcere a sintassi, lessico o grammatica della lingua italiana - per favore non confondiamo un cognome qualsiasi con la carica pubblica di primo cittadino), quanto purtroppo per la sostanza.

Il noto esponente del PD (Partito Diserbante) se n’è uscito con l’ennesimo editto (scritto evidentemente con il decespugliatore) con il quale ordina a tutti “i proprietari e/o conduttori dei terreni ricadenti nell'intero territorio del Comune di Galatina, di provvedere immediatamente […], alla pulizia degli stessi tramite aratura e/o taglio della vegetazione spontanea ivi presente con rimozione del relativo sfalcio, e di conservarli liberi da materiali di scarto, anche se abbandonati da terzi, al fine di scongiurare il degrado ambientale e salvaguardare l'igiene e la salute pubblica”, visto che “numerosi lotti di terreno versano spesso in stato di abbandono con presenza di folta vegetazione spontanea, rovi, sterpaglie e materiale vario” [siamo ormai giunti a confondere la vegetazione con il materiale di scarto, ndr.] e considerato che “dette aree favoriscono la proliferazione di animali e insetti nocivi con grave pregiudizio per l'igiene e la salute pubblica”.

Seguono le sanzioni amministrative, penali et corporali in caso di inosservanza delle disposizioni emanate dal presunto tutore della salute pubblica.

State pensando che questa è paranoia? Pure io.

Infatti, se il tutto non fosse tragicamente incompatibile con intelligenza, buon senso e ambiente ci sarebbe da scompisciarsi dalle risate.

Intanto sarebbe il caso di avvisare il poveretto del fatto che uno dei proprietari con più appezzamenti di “terreni ricadenti nell’intero territorio del Comune” (tra cui le strade) pieni di “vegetazione spontanea e materiali di scarto” è il Comune medesimo, per cui il primo a subire le conseguenze dell’eventuale violazione delle norme comunali potrebbe verosimilmente essere il loro estensore.

Ma quel che fa più riflettere è la “cultura” di certi politici contrari a tutto ciò che è spontaneo e naturale. Sembra quasi che gli unici vegetali permessi nel perimetro del comune siano quelli di palazzo Orsini, meglio noti - nella loro varietà autoctona - come Zanguni.

*

Ma come si fa a spiegare a tutto il cucuzzaro di palazzo che vegetazione spontanea, erbe selvatiche, animali e insetti sono componenti essenziali della biodiversità, condizione necessaria alla sopravvivenza dell’ecosistema? E che la spazzatura (specie quella abbandonata sulle banchine stradali) è tutt’altra cosa?

Come si fa a far comprendere ai cosiddetti amministratori pubblici dal pollice verso più che verde che le specie erbacee (pervinca, primula, anemone, ortica, aglio selvatico, gramigna, biada spontanea, papavero, cardo, rovo, rucola, brucacchia e rasapiedi) sono ottimi disinfestanti naturali, e che gli insetti che ospitano sono impollinatori anche delle specie coltivate e alimentari?

Per favore, qualcuno spieghi a Sterminator che il mondo non è una sala operatoria asettica, e che api, bombi e altri insetti sono attirati dalle fioriture primaverili di erba medica, trifoglio, girasole, robinia, camomilla, frangola, prugnolo e che la loro presenza attira gli uccelli migratori che volentieri si fermano a rifocillarsi tra i cespugli.

Qualche anima pia provi a convincere l’autore del novello piano Silletti di Galatina che il nostro comune è più bello, colorato e sano se ricco di tratturi campestri, di nidi e tane, di cespugli e folte sterpaglie, e poi ancora di farfalle, formiche, ricci, moscardini, mosche, gazze, vespe, rondini, scarafaggi, passere, pipistrelli, lucertole, e topi campestri.

Invece qui pare che siano d’ingombro addirittura le superstiti monumentali querce vallonee. E chissà quando l’Unno del Signore e i suoi prodi capiranno che, per il bene di tutti, gli unici Boschi da far fuori dovrebbero essere quelli legati alla Maria Elena.

*

Conclusioni.

  1. La “politica” di questi personaggi al governo locale rischia seriamente di far scomparire perfino la civetta (finanche dallo stemma di città).
  2. Questo articolo verrà archiviato come al solito tra la Rassegnazione Stampa.
  3. Alla luce di quanto sopra, applausi e solidarietà a Mimino nostro: soggetto al cui confronto Attila sarebbe un giardiniere ambientalista.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 13/02/2023 @ 21:45:55, in NohaBlog, linkato 362 volte)

La proposta di un impianto di trattamento dei rifiuti speciali a Santa Barbara, per una capacità di trattamento di 90.000 tonnel­late / anno, conferma la tendenza in atto a trasformare il compren­sorio di Galatina in uno snodo di raccolta e smistamento di rifiuti speciali al servizio non solo della Provincia di Lecce ma di vasti territori regionali ed extra-regionali.

Appare significativa in tal senso la dichiarazione d'intenti con­tenuta nel progetto Entosal per cui "L'impianto per la sua po­sizione geografica, può concretamente fungere da centro di rife­rimento per le attività di raccolta recupero e trasporto di parti­colari tipologie di rifiuti speciali (soprattutto pericolosi, prodotti nella Provincia di Lecce e nella Regione Puglia. Il gestore punta a riferirsi ad un mercato più ampio di quello locale, avendo ac­cesso anche a clienti nazionali grazie alla specificità dei rifiuti trattati.”

Beninteso il termine specificità” dei rifiuti trattati non esprime la eterogeneità e la nocività dei rifiuti stessi; un elenco di circa 400 variegate tipologie, che comprende quanto di più inquinante e pericoloso provenga dalle lavorazioni industriali; non stupisce quindi che vi siano in Italia diversi produttore lieti di liberarsi di tali sostanze, che costituiscono però una vera bomba ecologica per le comunità locali. L'elenco dei codici CER (Codice Europeo dei Rifiuti) spazia dai residui dalle lavorazioni siderurgiche agli scarti animali, dai fanghi di vario tipo a bagni con cromo e in­chiostri dai residui delle concerie ai reflui petroliferi, dai rifiuti della lavorazione dell'amianto ai residui di pitture e vernici. Al­cuni di questi scarti hanno una composizione talmente problematica da poter essere definiti rifiuti di rifiuti", avendo un Codice CER indicato come "scarti inutilizzabili per il consumo o la tra­sformazione".

Un aspetto della proposta che inquieta fortemente è la presenza in gran parte delle operazioni previste di trattamenti di frantu­mazione" e di "miscelazione che potrebbero determinare, se non correttamente gestiti e controllati da enti terzi, la perdita delle caratteristiche nei rifiuti in ingresso, con possibili difficoltà suc­cessive a garantire la tracciabilità dei singoli rifiuti ed a evitare la miscelazione di rifiuti pericolosi e non pericolosi, come previ­sto dalla legge. La proposta, prima ancora di entrare nel mento dei contenuti, appare in contrasto  non solo per il progetto in sé, ma anche per il contesto politico-amministrativo in cui si pone con alcuni fon­damentali indirizzi comunitari, contenuti nella Direttiva 2008.98.CE e successive modifiche e recepite nella normativa nazionale (D.Lgs. 152'06):

  1. Rete integrata: le istituzioni locali devono creare una rete integrata e adeguata di impianti di smaltimento dei rifiuti urbani e speciali al servizio di ogni singolo bacino:
  2. Principio di autosufficienza: occorre perseguire l'autosuf­ficienza nello smaltimento dei rifiuti tenendo conto del contesto geografico o della necessità di impianti specializzati per ogni ca­tegoria di rifiuti.
  3. Principio di prossimità: la rete deve permettere il trattamen­to di ognuna delle categorie di rifiuti in uno degli impianti appro­priati più vicini grazie all'utilizzazione dei metodi e delle tecno­logie più idonei al fine dr garantire un elevato livello di prote­zione dell'ambiente e della salute pubblica.

Nel progetto in esame non si intravede né dove sia "l'integra­zione" tra i vari impianti in esercizio o previsti, né quali strategie siano adottate dagli enti locali per rispettare il principio di auto­sufficienza e minimizzare i trasferimenti.

 

Di fatto nella realtà questi principi vengono troppo spesso ignorati grazie ad una programmazione a maglie larghe della Regione, e alla totale inosservanza da parte della Provincia di Lecce degli obblighi di corretta localizzazione e di controllo degli impianti (art. 197 D. Lgs. 152/2006), ogni procedimento autoriz zativo considera ogni proposta come a sé stante, senza una ottimizzazione del sistema di raccolta ed una minimizzazione degli spostamenti cui è soggetto ciascun carico di rifiuti. Ciò indubbia­mente agevola i produttori ed i gestori, grazie ad una sostanziale deregolamentazione, che amplia discrezionalmente i limiti di mercato e facilità i traffici di rifiuti da e verso altre regioni o altri stati, imponendo però alle popolazioni locali pesanti e spesso inaccettabili ricadute ambientali, come nel nostro caso. Intanto prolificano nel comprensorio di Galatina gli impianti di tratta­mento di rifiuti speciali anche pericolosi, oltre alla Entosal, sono già autorizzati o in via di autorizzazione le società Ecom S.A.", "Sa­lento Riciclo" e "Ambiente e Riciclo" di Gelatina; "Cave Marra Ecologia di Galatone (con 2 sedi sulla S.P. Galatone-Galatina e nella zona industriale di Galatone-Nardò), Progest" di Galatone (Zona Ind.) e la stazione di trasferenza dei rifiuti organici "Bian­co nella stessa zona industriale, oltre alla ben nota Colacem di Galatina /Soleto, che da sola è autorizzata a trattare fino a 400.000 tonnellate anno di rifiuti speciali.

 

L'atteggiamento benevolo della Regione nei confronti dei vari gestori è particolarmente evidente esaminando le variazioni in­tervenute nella stesura dell'ultimo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali, approvato con Delibera Giunta Regionale n. 673 del 11.05.2022. Nella precedente versione del 2015 (appro­vato con Deliberazione Giunta Regionale n. 1023 del 19.05.2015) erano imposte delle distanze minime di sicurezza per la popola­zione insediata nell'area e per alcuni siti sensibili come scuole e strutture sanitarie, da definire in fase di autorizzazione previo stu­dio di approfondimento delle condizioni climatologiche locali (venti dominanti. altezza dei camini, tipo di emissione ecc.)

Nella versione attuale del Piano tali vincoli incredibilmente scompaiono, cosi come l'obbligo del relativo studio propedeuti­co. Perché un'area sia considerata inidonea occorre che sia og­getto di un esplicito vincolo ai sensi del Piano Regionale di Qua­lità dell'Aria (Legge Regionale n. 52 2019). In assenza di tale vincolo, gli insediamenti possono essere localizzati anche in pros­simità di centri abitati, con poche blande prescrizioni sull'inqui­namento acustico.

Un altro aspetto inquietante su cui meditare è costituito da una strategia che si sta diffondendo in questi anni nelle amministra­zioni pubbliche, pressate da un lato dai gestori, desiderosi di dare avvio alle attività, e dall'altro lato dalle associazioni e comunità locali preoccupate per gli effetti ambientali: la finta opposizione.

In pratica la Provincia o il Comune di turno emettono il diniego all’autorizzazione alla conclusione del procedimento autorizzativo ma senza poi motivarlo con solide argomentazioni scienti­fiche. In tal senso fa scuola e merita di essere riportata per stral­cio la sentenza con cui il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del Comune di Gelatina, che chiedeva la conferma del diniego stabilito dalla Provincia di Lecce e annullato dal Tar ad uno degli impianti prima citati poi effettivamente realizzato anche sulla ba­se di questa sentenza: 'Il Consiglio Comunale di Galatina si è li­mitato a richiamare l'esistenza di un ambito paesaggistico tute­lato ma non ha saputo o potuto indicare quali specifiche caratteristiche dell’intervento in progetto arrechino pregiudizio al con­testo tutelato".

Per quanto concerne poi gli impatti cumulativi (aspetto essen­ziale collocandosi l'insediamento in un contesto in cui operano altre strutture simili), il Tar aveva notato "la genericità delle obie­zioni del Comune nelle quali non è contenuta nessuna valutazione tecnico-scientifica quanto al consumo di territorio, non si citano infatti le superfici già interessate dagli impianti in esame, nonché la vicinanza dell'impianto dal più vicino centro urbanizzato, e le ripercussioni negative che la sua realizzazione determinerebbe sulla collettività - (Gazzetta del Mezzogiorno. 22.06.2020).

Ma questo atteggiamento dell'Amministrazione Comunale non è isolato, se anche la nuova compagine oggi al governo cittadino ha fatto notare la sua assenza alla Conferenza di Servizi convo­cata sull'argomento. Grave segnale di indifferenza nei confronti della salute collettiva e dei beni comuni.

Né stupisce, se questo è l'andazzo nei procedimenti ammini­strativi nella nostra realtà, che nel Rapporto Ecomafia 2022 di Legambiente, la Puglia occupi il 3° posto in Italia per reati am­bientali e che nella stessa classifica la provincia di Lecce si ponga al decimo posto, mentre nella classifica dei reati legati al ciclo dei rifiuti la Puglia occupi il 4° posto in Italia, mentre la provincia di Lecce sia al 18° posto.

La criminalità odierna non è quella di un tempo, che agiva a suon di lupara ed estorsioni, ma si è evoluta ed ha infiltrati nelle nostre istituzioni nutrendosi di assenze e silenzi, istruttorie ca­renti, di autorizzazioni a maglie larghe e di controlli inadeguati. come è stato denunciato più volte dalla nostra magistratura.

Antonio De Giorgi

 fonte: Il Galatino - Anno LVI n°3 del 10-02-2023

 

Mercoledì 4 aprile alle ore 20:00 il candidato Sindaco Antonio Pepe inaugurerà il suo comitato elettorale, allestito in Piazza Alighieri. L’occasione sarà propizia per salutare la cittadinanza e presentare, assieme ai rappresentanti delle forze politiche, le liste che lo sostengono.

Saranno presenti all’evento il Presidente della Provincia di Lecce e Coordinatore Provinciale del Pdl Antonio Gabellone, il consigliere regionale Andrea Caroppo, in rappresentanza de “La Puglia Prima di tutto”, il consigliere regionale e presidente di “Moderati e Popolari” Antonio Buccoliero, l’europarlamentare Raffaele Baldassarre, in veste di commissario cittadino del Pdl, l’Avv. Enrico Colazzo, segretario provinciale del Partito Socialista, e l’Avv. Fabio Mariano, per la lista civica “Città Libera”.

Il candidato Sindaco Antonio Pepe sarà lieto di salutare tutti i cittadini che vorranno presenziare e illustrare loro i punti cardine del programma elettorale. 

È inoltre possibile seguire l’evento sulla pagina Facebook “Antonio Pepe Sindaco” (http://www.facebook.com/AntonioPepeSindaco), sulla quale verranno uploadati i video e le foto della serata.

 

L’Ufficio Stampa

320/8158805

antoniopepesindaco@gmail.com

 
Di Albino Campa (del 14/03/2011 @ 21:45:17, in Casa Betania, linkato 5460 volte)

A Noha il gruppo di volontari guidato dal parroco don Francesco Coluccia ha messo in piedi una serie straordinaria di iniziative con lo scopo di essere vicini alla gente ed ai suoi bisogni. E' questa l'anima del progetto «Casa Betania», con ambulatori di medicina generale dove medici ed infermieri volontari saranno a disposizione dei cittadini. In questo contesto è maturata l'idea di chiedere alla Asl l'autorizzazione ad attivare anche una postazione per le prenotazioni di visite specialistiche ed esami diagnostici.

Ovviamente dopo opportuna formazione, in collaborazione ed a supporto del Centro unico di prenotazione della Asl.
Dalla direzione generale la risposta è arrivata immediata e positiva al punto da concedere anche il patrocinio sulle altre attività messe in cantiere dalla parrocchia in ambito sanitario.

«La Asl sottolinea il direttore sanitario Franco Sanapo ha tutto l'interesse ad accogliere queste richieste. E' un fatto di civiltà perchè in questo modo si effettua una specie di controllo sociale sulle agende delle liste d'attesa.
Ovviamente, il soggetto richiedente dovrà essere iscritto all'albo regionale delle associazioni ed al Comitato esecutivo misto della Asl».

Lo spirito dell'iniziativa della parrocchia di Noha lo sottolinea don Francesco Coluccia. «E' quello dice di essere accanto all'uomo, al servizio della sua fragilità, per aiutarlo dove non può farcela da solo».

fonte: lagazzettadelmezzogiorno.it

 

Domenica 13/03/2011 il parroco don Francesco Coluccia alla presenza del Sindaco Giancarlo Coluccia e del Vicesindaco Pasqualina Maria Villani ha presentato l'associazione nazionale  "Le Sentinelle  - Onlus" che si occuperà della gestione della Casa Betania con la  benedizione delle due Ambulanze.

 

Le Sentinelle 13.03.2011 Le Sentinelle 13.03.2011 Le Sentinelle 13.03.2011
Le Sentinelle 13.03.2011 Le Sentinelle 13.03.2011 Le Sentinelle 13.03.2011

 (foto di Mirelfoto-Pignatelli)

 
Di Antonio Mellone (del 29/04/2016 @ 21:44:38, in NohaBlog, linkato 2514 volte)

Veniamo ora brevemente alla lettera-capolavoro vergata dalla nostra delegata Sindaco, la nostra Isabelle Arrende, la Orina Fallaci de noantri (ovvero la Susanna Tamarro, fate voi).

Orbene, di primo acchito, uno, leggendo la richiesta della Daniela nostra, pensa subito: “Brava Daniela, fatti valere, fagliela vedere tu (di cosa sei capace di fare, s’intende) a questi della Comune”.

Poi, con un minimo di attenzione in più, cercando di interpretare le locuzioni enigmatiche del massimo esponente dell’ermetismo locale, capisci bene che non si tratta di una richiesta di intervento rivolta al sindaco e a tutto il suo cucuzzaro, ma alle associazioni locali, ai volontari, ai “Portatori sani di sorrisi”, che in questo caso in particolare dovrebbero trasformarsi pure in portatori sani di “giochini” da installare nei giardini Madonna delle Grazie.

Sindaco, presidente del consiglio comunale, assessore ai LL.PP. (cioè Ludici Programmi), dirigente ai LL.PP. (Leccornie Prelibate), segretario generale, inclusi vari ed eventuali commessi di Palazzo Orsini evidentemente sono in indirizzo solo p.c. (vale a dire “per conoscenza”; non diciamo “per culo” per non essere triviali). Sicché chi dovrebbe di fatto metter mano al portafoglio sarebbe ancora una volta il cittadino o le associazioni di volontariato delle quali il cittadino fa eventualmente parte.

Bella trovata, non c’è che dire. Cosa centri con il ruolo di pubblico amministratore [la scritta “Consigliere Comunale” a caratteri cubitali, come potete vedere, campeggia in alto nella lettera, ndr.] rimane un mistero. Meno male che le minchiate non hanno mai ammazzato nessuno, se no bisognerebbe liberare anzitempo tutti i loculi già prenotati nel cimitero di Noha.

*

E comunque siamo alle solite: i compiti dello Stato (o degli altri enti pubblici) ancora una volta vengono delegati al cittadino, che dunque dovrebbe sostituirsi alle funzioni di pertinenza dello Stato (o degli altri enti pubblici).

Io inorridisco di fronte a questo principio, anzi ne ho il terrore. Ma ciò che più mi preoccupa è che si proceda a delegare al privato non solo alcune gestioni dei servizi, ma anche la funzione stessa di tutela dei diritti dei cittadini. Se i “corpi privati intermedi” si sostituiscono allo Stato (o agli altri enti pubblici) nei settori per esempio dell’istruzione, dell’educazione, dell’assistenza sanitaria, dei servizi sociali o della stessa informazione stiamo freschi.

Lo Stato non può e non deve delegare a nessuno la funzione di garanzia dei diritti di cittadinanza sociale. E tutte le varie associazioni, cooperative, onlus, e così via, non devono offrire alibi su questo (magari in cambio di sgravi,  convenzioni, amicizie o appalti: parlo in generale, ovviamente), sostituendosi equivocamente allo Stato stesso.

Per volare più terra terra voglio dire che va benissimo il volontariato, che a sua volta per definizione non dovrebbe chiedere mai soldi allo Stato o agli altri enti pubblici territoriali, e che, per fare qualche esempio, è quello dell’organizzazione di una sagra, della redazione di un giornalino, dell’allestimento di un presepe vivente, della guida ad un percorso turistico, dell’insegnamento del catechismo, della costituzione di una squadra sportiva, della creazione di laboratori permanenti di idee, eccetera, ma non oltre questo.

Insomma non è uno Stato civile quello che (pur in nome della cronica penuria di fondi) si fa tinteggiare le aule dai genitori degli alunni, o quello che chiede contributi in denaro “volontari”, oppure dei “giochini” per un parco pubblico, oppure quello che istituisce ronde private “per la sicurezza”, ovvero quello che con una palandrana colorata invita il nonno a fare il vigile urbano, o quello che in mancanza di infermieri permette che un ospedale si riempia di badanti notturne o diurne. Per dire.

Questo è quanto.

In riferimento alla forma della lettera della Daniela Sindaco, cosa dire? Che sta facendo dei grandi passi avanti, da gigante. Certo, non siamo ancora ai livelli di Leopardi (al massimo, leopardata) o di un novello classico della letteratura contemporanea, ma la ragazza s’impegna assai. S’è pure risparmiata i puntini di sospensione e i punti esclamativi di cui è sempre stata generosa nei suoi scritti. Cosa volete di più?

Vabbè, la lettera è naïf come un posacenere fatto con il Das, e pure la sintassi è quella che è. E poi, dai, cosa vuoi che siano in una lettera indirizzata a mezzo mondo tre o quattro periodi senza capo né coda: tanto i destinatari, quei destinatari, avvezzi come sono a questo e ad altri simili elaborati, mica rischiano un’ernia al cervelletto per lo sforzo di capirne il senso.

La coniugazione dei verbi, lo stile involuto, la pesantezza del linguaggio (“ossequiosamente saluto”), la ridondanza della parola “giochini” ripetuta sette volte (l’utilizzo delle particelle pronominali, si sa, è rognoso per tutti), i pleonasmi (“augurando a tutti una buona collaborazione e lavoro”) sono un nulla in confronto alla diligenza e alla buona volontà della Nostra.

Dite che c’è ancora qualcosa che non va in merito all’utilizzo dei pronomi personali? Suvvia, non attaccatevi al pelo come al solito. Vuol dire che l’eroina di Noha è in grado di passare dalla prima alla terza persona singolare come se niente fosse: “Io sottoscritta […] chiede [sic]". “Chiede […] e ossequiosamente saluto [sic]”.

Ora non ditemi per favore che non vi è mai capitato di dire a qualcuno: “Scusi, ma lei chi sei?”, ché non ci credo. La Daniela nostra talvolta lo fa per vedere se stiamo attenti.  

*

E poi figurarsi se qualcuno della presunta opposizione s’è accorto di nulla: cambiando l’ordine degli attori di palazzo Orsini il risultato non cambia. Tanto che se in quelle vetuste stanze t’azzardi a fare una citazione, come per esempio: Pape Satàn, Pape Satàn Aleppe, quelli capiscono: pane e salam, pane e salam a fette.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 16/11/2013 @ 21:44:15, in Fotovoltaico, linkato 3598 volte)

Ci sarebbe molto da elencare a proposito dei danni derivanti dall’obbrobrio rappresentato dal mega-porco fotovoltaico di contrada Roncella (ma il discorso rimane valido anche per tutti gli altri campi trafitti da queste corone di spine, ferro, silicio, e giacché ci siamo anche cemento, che intasano a chiazze vaste aree del Salento).

Questi mali incommensurabili – elenchiamo a caso - vanno dalle variazioni del microclima all’inquinamento elettromagnetico; dall’energia prodotta in eccesso che si disperde in rete al tema dello smaltimento dei pannelli una volta terminato il loro ciclo “vitale”; dalle famose “ricadute occupazionali” pari a zero ai danni all’immagine di un habitat intonso fino a qualche lustro fa; dagli effetti nefasti provocati sulla salute dei salentini a causa del fatto che queste “energie alternative” non hanno fatto altro che aumentare la produzione di energia da combustibili fossili (vedi Cerano) - grazie alla truffa dei cosiddetti “certificati verdi”, come già spiegato altrove - alla sottrazione di terreni all’agricoltura, finiti per definizione; dal depauperamento economico-finanziario della nostra terra considerata dai conquistadores di tutto il mondo come un bancomat da assaltare al lavoro nero, alle mafie, al riciclaggio di rifiuti nascosti in questi “parchi”, al giro di soldi e mazzette e truffe di vario tipo ai danni dello Stato (che ogni giorno stanno intasando la cronaca nera locale, come se già il resto non bastasse)…

Ci sarebbe in effetti molto altro da dire, argomentare, chiosare sul tema. Ma temiamo che i nostri interlocutori vengano colpiti da ictus cerebrale per troppo stress da concentrazione. E quando diciamo “interlocutori” vogliamo includere oltre all’ex-sindaco di Galatina, anche il suo successore e attuale primo cittadino, con tanto di curie e codazzo al seguito (in effetti non c’è soluzione di continuità tra la padella e la brace), ed una marea di concittadini in pantofole, sedotti e abbandonati su comodi divani & divani.  

*

Tutto questo cercavamo di comunicare ai tempi in cui scendevamo in piazza per spiegare ai cittadini a cosa si andava incontro, per raccoglierne le firme di protesta e proposta, per distribuire sacchettini di terra benedetta (benedetta direttamente da Dio, s’intende)…

Ma in quel tempo tanto le “autorità” civili che quelle religiose, non solo mostravano orecchio da mercante non solidarizzando con te e la tua lotta contro gli inganni travestiti da “energie alternative”, ma facevano a gara per far fare il turno di riposo alle rispettive intelligenze. Sicché l’una ti dava della “vittima della calura estiva”; l’altra del “profeta di sventura”. E tu a continuare a combattere contro il vero micidiale spread che purtroppo continuerà ad assillarci per un bel po’: quello culturale.

Risultato?

Panorami di ferro e silicio. Distese enormi di pannelli fotovoltaici entrati per sempre nei paesaggi delle nostre campagne, come novelle cartoline da inviare ai tour-operator del resto del mondo. Specchi riflettenti che affiancano ulivi e fichi d’india, e spesso si sostituiscono ad essi, mangiandosi la terra rossa e l’orizzonte. E noi altri, nel mentre ammiriamo queste prospettive, dobbiamo pure ricordarci ogni bimestre di pagare la bolletta, il dazio ai signori dell’“energia alternativa” che vengono da lontano.   

*

Salento, mare, sole e vento sono ormai una leggenda, una fola, un luogo comune, una corbelleria. E solo chi credeva nelle favole poteva pensare che questa fosse la realtà.

La verità, invece, brilla della sua stessa perspicuità. Sicché il resto della storia è oggi espresso da un altro slogan un po’ meno ipocrita e più empirico: Salento, male, fole e cemento. Il tutto avvolto dalla tormenta infinita (come quella del V canto dell’Inferno dantesco) prodotta stavolta dal vento sinistro degli insipienti e degli ottusi.

 Antonio Mellone
 
Di Redazione (del 10/07/2021 @ 21:42:51, in Comunicato Stampa, linkato 581 volte)

Dopo il Senato, anche la Camera dei Deputati ha approvato la mozione che invita il Governo a riconoscere la cittadinanza italiana a Patrick Zaki. Il documento, sostenuto anche da 300.000 firme di cittadini, è stato votato da tutti i gruppi parlamentari, ad eccezione di Fratelli d’Italia che, in modo strumentale, si è astenuto.

Come ormai tutti sanno, il giovane ricercatore dell’Università di Bologna dal febbraio del 2020  è rinchiuso nel carcere del Cairo, senza aver commesso alcun reato, senza aver  violato le leggi egiziane, e, sino ad oggi,  non gli è stato notificato alcun capo d’imputazione. La sua detenzione arbitraria è stata più volte prorogata da 45 a 45 giorni, e nessuna data è stata fissata per l’eventuale celebrazione del processo.

Il nostro Governo deve, da subito, avviare la procedura perché Zaki diventi cittadino italiano. Anche il Parlamento Europeo, per bocca del suo Presidente David Sassoli, ha chiesto che allo studente venga ridata la libertà, e della questione sarà interessato, nella sua prossima sessione, il Consiglio d’Europa.

A sostegno delle tantissime iniziative che si stanno tenendo in tutto il Paese, il Circolo del PD di Galatina, da tempo, ha chiesto al sindaco Marcello Amante, al Presidente del Consiglio e ai Consiglieri comunali che a Zaki sia concessa la cittadinanza onoraria, come sta avvenendo in moltissimi comuni. Il sindaco e il presidente, sino ad oggi, non hanno ritenuto opportuno portare all’attenzione dell’assise cittadina la nostra richiesta, né l’hanno ritenuta degna di una risposta.  Con rammarico, dobbiamo constatare che nemmeno i consiglieri hanno dato segnali di vita. Una riflessione per tutti quei cittadini che hanno a cuore il rispetto dei diritti civili e la dignità della persona.

PARTITO DEMOCRATICO

CIRCOLO DI GALATINA       

 
Di Antonio Mellone (del 12/11/2014 @ 21:41:02, in Ex edificio scolastico, linkato 3316 volte)

Abbiamo già appurato quanto l’assessore Coccioli e quasi tutti gli inquilini dell’ovile Orsini (con rispetto parlando) siano interessati alle sorti del bene comune - in particolare della vecchia scuola elementare di Noha, ristrutturata con appena 1.300.000 euro di debito pubblico, ma carente di un allaccio Enel per la fornitura dei 50 kw necessari e sufficienti per far funzionare, nell’ordine, l’impianto di climatizzazione, il fotovoltaico istallato sul tetto e il primo ascensore (che, come noto, non si scorda mai).

Come già dimostrato nelle precedenti stazioni di codesta Via Crucis, il presunto assessore ai lavori pubblici di Galatina sembra essersela svignata (tipico esempio di cervello in fuga) dopo aver proclamato con tanto di comunicato stampa su questo sito che la cabina elettrica necessaria per risolvere i problemi creati non si sa da chi stava per essere costruita in men che non si dica, manco il tempo di sbandierarlo ai quattro venti, vale a dire: “tra giugno e settembre 2014”. E comunque il Tizio non s’è più fatto vivo per renderci edotti sullo stato dell’arte (chiamiamola così) di questa roba che ormai sembra materia per un novello “The Truman Show”. 

Come detto, il personaggio de Coccioli non è il solo a fare lo gnorri su codesta vexata quaestio: al suo capezzale sono accorsi, probabilmente a loro insaputa, moltissimi altri suoi compagni di merendine, di maggioranza e/o di opposizione: le cosiddette larghe intese (o larghe spese). 

L’“opposizione nostrana” (le virgolette son d’obbligo), che notoriamente è di bocca buona, manda giù di tutto, e non c’è pericolo alcuno che venga colta da nausea o vomito e tantomeno da quella punta di acidità allo stomaco che contraddistinguerebbe un cittadino normale da un’ameba. Ma tant’è.

Addirittura i cosiddetti consiglieri di minoranza sembra non si interessino punto di codeste inezie, quanto invece del più grande problema della nostra terra, la piaga che ci diffama agli occhi del mondo (“lei ha già capito, è inutile che io jelo dica, mi veggogno a dillo” – direbbe in siciliano stretto Paolo Bonacelli, il presunto zio di Johnny Stecchino); vale a dire del tormento che ci impedisce di vivere, dell’assillo che ci fa nemici, dell’inquietudine folle e tutta galatinese che mette famiglia contro famiglia. In buona sostanza: il traffico. Che ovviamente maggioranza e minoranza delle larghe pretese (il cosiddetto “patto del Lazzarone”) vogliono risolvere, tra gli altri, con un bel parcheggione sotterraneo nelle immediate adiacenze del centro storico (tanto quanto a circonvallazioni interne, hanno già dato).

Ma di questo parleremo la prossima volta.

Per ora ci interessa rintracciare il noto ministro senza portafoglio dei lavori pubblici galatinesi. Per questo non sappiamo se rivolgerci a “Chi l’ha visto?” o a chi l’ha morto.

Antonio Mellone
 
Di Antonio Mellone (del 25/02/2014 @ 21:39:06, in Ex edificio scolastico, linkato 3092 volte)

Meno male che almeno qualche politico risponde alle lettere che pubblichiamo su questo sito. Peccato però che nella stragrande maggioranza dei casi non si tratta dei destinatari delle missive, anche se non disperiamo che prima o poi qualche anima pia con responsabilità di governo da noi interpellata con tanto di nome e cognome si faccia viva in qualche modo anche su questo sito. Non fosse altro che per bon ton istituzionale, o semplice, diciamo così, buona creanza.

Stavolta – ma invero non è la prima - ha dato qualche segnale di vita il consigliere comunale Carlo Gervasi della cosiddetta opposizione. Il quale dopo aver scritto a mo’ di commento in calce alla nostra lettera di qualche giorno fa quanto segue: “Credo che ci sia poco da chiedere all'assessore Coccioli perché il giorno della inaugurazione farsa ad Antonio Mellone spiegai come stavano le cose in merito alla mancata "progettazione" della cabina elettrica”, aggiunge: “Mellone conosce anche per merito di chi fu consentita la provvisoria fornitura di energia elettrica che a tutt'oggi è ancora quella del cantiere. Farò una interrogazione in consiglio comunale non più per conoscere la causa del ritardo ma per sapere quali saranno i costi dell'opera. .........!!!!????[sic]”.

Al netto dei puntini di sospensione, dei punti esclamativi e dei punti interrogativi, posto che il sottoscritto ignora “per merito di chi fu consentita la provvisoria fornitura di energia elettrica che a tutt’oggi è ancora quella del cantiere”, atteso che il fatto non sia di fondamentale importanza (vuoi vedere ora che il merito sia proprio del mio interlocutore?) sembra che Carlo Gervasi trascuri in questo lapidario intervento il concetto, questo sì imprescindibile, di responsabilità.

*

Perché, caro consigliere, non vuole lei conoscere la causa e soprattutto il responsabile di questo ritardo, che, salvo errori od omissioni, si sta protraendo? E se li dovesse già conoscere, perché non ne declina le generalità, chiedendo al Comune di promuovere una qualsiasi forma di azione di responsabilità e dunque di risarcimento? Non dovrebbe esistere, anche nella pubblica amministrazione, il principio per il quale chi sbaglia dovrebbe in qualche modo pagare, indennizzando la collettività? Oppure, visto che si tratta dei soldi di Pantalone, con il solito pragmatismo di maniera (che tanti danni ha procurato alle casse degli enti pubblici), è meglio tacere, sopire, troncare, far finta di nulla e cercare di salvare il salvabile? Ma che modo di ragionare è codesto?

Detto questo, dobbiamo riconoscere a Carlo Gervasi una certa prontezza di riflessi nel presentare al Sindaco una bella interrogazione “parlamentare”, nella quale, più o meno, chiede al primo cittadino quanto noi abbiamo a nostra volta chiesto all’assessore Coccioli (sperando che almeno questa volta qualche risposta ci sia).

Questa interrogazione campeggia a tutta pagina su Galatina.it con un bel titolo a caratteri cubitali: “Vecchia scuola elementare di Noha – Sindaco, qual’è la situazione?” (con tanto di apostrofo tra “qual” ed “è”).

Peccato che, oltre al normale copia-incolla (si fosse limitato a questo, tutto sarebbe filato liscio come l’olio) il consigliere opponente ci ha messo del suo aggiungendo di voler conoscere “in quale modalità la stessa venga attualmente usata ed eventualmente da chi”. Ma santo cielo, per conoscere questa cosa arcinota a cani e porci (basta interrogare il sito di Noha) non c’è bisogno di formulare una domanda in carta da bollo o scalare una montagna.

Basta solo saper leggere. Senza nemmeno il bisogno di saper scrivere.

Antonio Mellone
 
Di Albino Campa (del 28/01/2011 @ 21:37:16, in NohaBlog, linkato 3951 volte)

Eccovi un bellissimo video che ritrae la sala prove e registrazioni di Carmine Tundo, in arte ROMEUS, cittadino di Noha, arredata con strumenti musicali e con gli olii su tela che le fanno da sfondo.
Come si potrà vedere, qui si fondono musica e pittura, suoni e immagini.
Ancor più bella questa musica e queste immagini in quanto figlie di artisti nohani.
Ma qual è l'artista per eccellenza, amica dei plurisecolari ulivi di Puglia, se non la splendida PAOLA RIZZO? E qual è la voce più rock e graffiante di questo inizio secolo italiano se non quella di Romeus?
Buon ascolto e buona visione.

 
Di Redazione (del 07/04/2020 @ 21:36:58, in Comunicato Stampa, linkato 1106 volte)

Abbiamo un’amministrazione comunale di ottime cicale: sanno strombazzare presenti meriti sull’ospedale di Galatina, ma non fanno nulla di concreto. Questa mattina la Monteco ha sanificato gli ingressi del nosocomio cittadino. Cosa ha fatto il sindaco Marcello Amante? Nulla eppure si è subito preoccupato di postare la notizia sulla sua pagina Facebook ringraziando la ditta pronta «a raccogliere ogni nostra sollecitazione per gli interventi straordinari che via via si rendono necessari nella nostra città».

Questa strumentalizzazione di bassa lega amareggia ancora di più in un momento in cui  avremmo bisogno di amministratori capaci e non preoccupati solo di vantare meriti inesistenti per captare la benevolenza dei cittadini. Lo dico a ragion veduta perché questa sanificazione ha una storia che oggi diventa significativa unicamente per la voglia di protagonismo del sindaco Amante. Ho ricevuto una sollecitazione a sanificare gli ingressi dell’ospedale, da un operatore del 118. Ne ho parlato con il direttore dell’ospedale che ha accolto con favore l’eventualità. Ho parlato con Mario Montinari, titolare della Monteco per verificare la sua disponibilità raccolta la quale ho messo in contatto il direttore dell’ospedale con i tecnici. Non ho dato pubblicità al mio intervento, come faccio per tante altre cose, perché lo ritenevo doveroso e non da utilizzare per raccogliere consenso. Amante, che non ha fatto nulla, se ne prende i meriti. Questo il sindaco che governa Galatina e non aggiungo altro sull’argomento, ma sono convinto che fra due anni i cittadini ricorderanno tutto. 

Da quando questa maggioranza ha occupato le poltrone ha fatto solo quel che conveniva a loro e ai loro amici, ma quando si tratta di fare le cicale e mettersi in mostra sono campioni. Dovrebbero tacere sull’ospedale, per il quale non hanno mosso un dito lasciando che Emiliano lo distruggesse. Da anni sto lottando per salvarlo, sostenuto da migliaia di cittadini. Ho fatto tutto a spese mie, ho rinunciato a ogni gettone da consigliere sin dal primo giorno del mandato e mi aspettavo che ora l'intero importo fosse devoluto all'ospedale. Amante non ha dato alcuna risposta neppure alla richiesta mia, di Paolo Pulli e Giuseppe Spoti, affinché fossero devoluti gli emolumenti della giunta comunale all’ospedale, unitamente ai gettoni di presenza di tutti i consiglieri comunali. Caro sindaco: fai cose concrete sull’ospedale, altrimenti taci.

Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis

Giampiero De Pascalis

 

Bagno di folla, per il candidato sindaco di Galatina, Giampiero De Pascalis, e per la sua coalizione battezzata, proprio ieri, “Obiettivo 2022”, al primo incontro pubblico con la città, al Teatro Tartaro. Un incontro segnato da due passaggi fondamentali: il discorso del candidato e la firma dei rappresentanti dei partiti e delle liste civiche su un documento di “Impegno per la città, con la città”.

«Se sarò il sindaco di questa città, le aziende della mia famiglia non parteciperanno alle gare bandite dal Comune». Questa la premessa di De Pascalis e poi, con tono deciso e sguardo fisso alla traboccante platea: «Quindi non ho alcun conflitto d’interesse e la scelta di candidarmi è stata difficile anche per questo. La situazione economica non è facile, e non si rinuncia a cuor leggero a partecipare a gare pubbliche, ma Galatina sta morendo e ognuno deve mettere le proprie conoscenze a disposizione degli altri per tentare di far crescere al meglio la propria collettività ». Prima del suo discorso ha voluto che fosse proiettato un frame tratto da “Quinto Potere” per riprendere poi il sentimento di rabbia che traspare nel monologo clou del film e farlo proprio. Una rabbia per l’ospedale declassato, per il buco da 12 milioni di euro delle casse comunali, per i beni messi all’asta  «per le incaute scelte   di    chi    ci   ha    preceduto   e    ha    determinato questo dissesto», per il degrado del centro storico, per gli sprechi, per gli stipendi e gli incentivi «da grandi manager», per le frazioni con le strade piene di buche e Santa Barbara «la più dimenticata».

Non solo rabbia, ma anche le leve che azionerà se Galatina lo vorrà primo cittadino.

«La casa comunale – ha affermato – non può reggere in assenza di  programmazione, 

serve una spending review seria e non di facciata, serve un serio controllo sui centri di costo, è necessaria una costante formazione del personale dipendente per  migliorare le loro competenze. Non possiamo permetterci un sistema informatico  obsoleto, non permetterò sprechi energetici». E poi la chiusa: «Se sarò il vostro sindaco, non lasciateci soli».

Ufficio stampa del candidato sindaco

 
Di Michele Scalese (del 22/07/2021 @ 21:36:38, in Comunicato Stampa, linkato 788 volte)

Siamo consapevoli del fatto che i nostri Comunicati Stampa facciano risvegliare dal torpore di sicurezza e narcisismo parecchie coscienze, soprattutto quando chi compone gli stessi è prima di tutto un cittadino che assiste quotidianamente al depauperamento del proprio Comune, e un Segretario di Circolo poi che, assieme ai propri iscritti, altro non fa che porre all’attenzione pubblica quanto poco si è fatto in questi quattro anni di Amministrazione. Ciò che in particolar modo ci stupisce è che le critiche non vengano mosse da questa (magari!), ma da uno pseudo giornalista che “sanza infamia e sanza lode” continua a viaggiare per partito preso, sinonimo questo di ignoranza e malcostume. L’aspetto più curioso è che lo stesso non scrive riferendosi ai contenuti dei nostri Comunicati, bensì alla terminologia utilizzata e ciò ci fa pensare che almeno sui contenuti sia d’accordo con noi. Ebbene, riguardo a ciò pensiamo che la risposta più eloquente sia il silenzio di chi sa guardare oltre il proprio naso, poiché il lettore di cui lo stesso parla, sa bene che certi termini decontestualizzati generano significati differenti. 

Ci vorremmo soffermare piuttosto su due punti fondamentali:

1) I nostri comunicati non verranno più mandati a costui per la semplice ragione che siamo contrari alla censura. Poiché “una stampa cinica e settaria prima o poi creerà un pubblico ignobile” (J.Pulitzer), riserviamo i nostri scritti a chi pratica un sano ed equo giornalismo. 

2)Riguardo la parola “politico” con tanto di punto interrogativo tra parentesi, ci teniamo a precisare che siamo soprattutto un gruppo che abita tra la sua gente e come tale si fa portavoce di quelli che sono i dissapori comuni, denunciando a chi ha la responsabilità di porvi rimedio. Se il medesimo ci considera politici, ossia coloro che hanno a cuore la vita delle persone, allora si, siamo felici di esserlo. 

In conclusione, è davvero stimolante assistere a questi episodi di patetico servilismo a discapito di chi ci mette soprattutto il cuore in ciò che fa, ma capiamo anche che dinanzi alla verità delle cose, non si può far altro che mordersi le labbra. 

Lasciamo al paziente lettore la ricerca sulla rete dell’articolo completo.

Michele Scalese

Il Segretario PD - Noha

 
Di Redazione (del 16/09/2018 @ 21:33:44, in Comunicato Stampa, linkato 1211 volte)

C’era la fila, ieri, in via Marsala a Galatina dove i legali che ho incaricato per presentare il ricorso contro le scelte scellerate della Regione, avallate dall’amministrazione comunale, hanno raccolto le firme a margine del ricorso. Sarà il ricorso dei cittadini di Galatina, abbiamo firmato in quasi 400, contro quella politica arrogante e superficiale che ha calpestato il nostro diritto alla salute. Tantissimi non hanno potuto firmare perché sono venuti a centinaia e mi hanno sollecitato di fare una nuova raccolta firme. Gli avvocati hanno dato la loro disponibilità per il 21 settembre alle 18. Appuntamento sempre in via Marsala 70.

Ma intanto quel famoso polo materno-infantile, così osannato dalla maggioranza che siede a Palazzo Orsini, si sta rivelando quello che era: un bluf. I 10 posti di Ginecologia non saranno attivati perché i medici arrivati da Copertino vogliono trasferirsi al Fazzi di Lecce. Stesso discorso per le ostetriche. La Ginecologia non può funzionare non essendoci un reparto chirurgico in attività e la formula del chirurgo presente al bisogno non è il modo migliore per pianificare le attività. Quindi, prima hanno potenziato il reparto di Ostetricia e Ginecologia e ora lo depotenziano.

E le assurdità sono tante. Qualche giorno fa un ragazzo ha avuto un incidente con lo scooter a pochi passi dall’Ospedale cittadino ed è stato soccorso da un’ambulanza arrivata da Nardò e che poi ha trasferito il giovane a Scorrano. Sprecano soldi ed espongono a rischi chi ha bisogno di essere assistito e curato. Sono cose che noi cittadini conosciamo bene e per questo la mia decisione di fare ricorso contro la delibera della Giunta regionale sulla riorganizzazione degli ospedali di Copertino e Galatina è  fortemente sostenuta dalla città mentre il silenzio del sindaco Marcello Amante diventa sempre più assordante.

Continuerò questa battaglia senza nessun tentennamento e la Regione dovrà confrontarsi con noi. Noi galatinesi non intendiamo rimanere passivi ci batteremo senza bandiere partitiche, forti della militanza attiva dei cittadini. Il presidente Emiliano parla sempre dell’importanza della partecipazione. Se le sue non sono solo vuote parole venga ad ascoltarci e corregga il disastro che ha fatto sull’Ospedale.

Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis

Giampiero De Pascalis

 
Di Marcello D'Acquarica (del 19/02/2014 @ 21:32:29, in NohaBlog, linkato 2709 volte)

Le nostre case sono sempre frutto di una vita di sacrifici, e vederseli sfasciare (i sacrifici) da mega opere volute da politici che le propongono senza consultare i diretti interessati fa venire l’orticaria nei loro confronti. Ma tant’è che a subire il danno è sempre il solito pantalone.

Il fatto è che a volte si supera proprio il confine del buon senso e un cittadino si stufa anche di soffocare nel silenzio la rabbia per aver dato fiducia al politico di turno che, sia nel locale che nel nazionale, spesso non ha nemmeno le competenze. Vedi per esempio lo scempio del traffico di attraversamento di Noha, specie in via Giotto, dove purtroppo contiamo già due incidenti mortali nel giro di poco più di un anno; consideriamo poi i marciapiedi inagibili, le strade principali che si allagano ad ogni batter di pioggerellina, le case lesionate da scavi programmati senza alcun criterio, le esalazioni fognarie, per non parlare delle dubbie fumate color arcobaleno che fuoriescono dai camini del vicino cementificio e che da qualche tempo inquietano le notti dei cittadini (cfr. sul tema il seguente articolo http://www.tagpress.it/ambiente-territorio/un-esposto-contro-il-cementificio-colacem-di-galatina-da-parte-di-forum-ambiente-e-salute/).

Ma veniamo al dunque.

In una comunità cosiddetta democratica, le opere straordinarie prima di essere anche solo immaginate, dovrebbero essere condivise dagli attori di questa comunità, cioè gli abitanti.

Invece no. Vige la cattiva abitudine di imporre e vergare dall’alto i progetti, come fossero la panacea di tutti i mali, e conditi dalle immancabili “ricadute occupazionali” e “volani per lo sviluppo”. Uno degli ultimi più scandalosi esempi è il mega-parco commerciale in mezzo agli ulivi. Un nuovo centro commerciale giusto appunto in un’epoca in cui i consumi sono sottoterra.

Da quando esiste il punto di raccolta della fognatura nera, a Noha, e più precisamente in tutta la zona circostante lo scarico in fondo a via Calvario, gli abitanti - compresi quelli, come il sottoscritto, che in questo paese ci tornano (ironia della sorte) proprio per cambiare aria - devono tapparsi in casa per non vomitare l’anima prima del tempo, sperando in qualche giornata di tramontana che, per suo declino naturale, spinge i miasmi fuori dall’abitato. Per non parlare del neonato impianto fognario delle acque bianche, che, appena il termometro climatico sale oltre i 20 gradi e le piogge calano, diventa un ottimo diffusore di inebriante eau de fogne gratuita per tutti. Tutto questo grazie ai politici nostrani ed ai faccendieri del fare male le cose (“malaffare” c’est plus facile) che di tutto si prendono cura men che del benessere dei cittadini.

*

Gentile Assessore Roberta Forte, sorprende anche me, come molti, assistere a questo tuo inaspettato cambiamento di rotta: da primo difensore dell’ambiente, scesa in piazza contro ingiustizie e inquinamento, ed in nome della democrazia partecipata a fautore dell’oligarchia decisionista. Sei certa di fare bene ad accollarti l’arbitraria decisione di un’opera straordinaria come quella dell’impianto di compostaggio? Non credi sia logico presentare ai cittadini, e soprattutto ai residenti di tutta la zona nord e nord-est di Galatina, dove a quanto pare qualcuno ha deciso di costruire l’impianto, una straccio di progetto preliminare? Non sarebbe il caso di informare prima le persone sulla ragione per cui il sito debba essere lì piuttosto che in altri posti, magari più lontani dall’abitato? A quanto ammonta il costo di questa nuova fabbrica di pseudo-utilità? E come funzionerebbe? Quanti disagi provocherebbe per la movimentazione di traffico camionistico di ben tre comuni a ridosso dell’abitato? Come fermerete le esalazioni derivanti dall’attività, dei costi aggiunti, delle diseconomie, e di quant’altro? A cosa dobbiamo tanta frenesia improvvisa?

Oppure tu, da saggia amministratrice, hai deciso a priori che non ci sono altre soluzioni manco a pensarci, come quella per esempio di ragionare sull’abbattimento della produzione di spazzatura a monte e a valle del ciclo dei consumi? I rifiuti di quale parte del mondo dovrebbero poi essere gestiti in questo fantomatico sito per garantire questi “utili”?

Inutile chiederti se è la residenza a Galatina che ti impedisce di “respirare” l’aria di Noha, ma non pensi che il progetto per il compostaggio dei rifiuti organici di Galatina, Soleto e Sogliano, se non condiviso e ragionato, possa stravolgere negativamente anche la vita di una buona parte della cittadinanza Galatinese?

Non so, davvero, cosa pensare. L’unica cosa che mi vien da fare è iniziare, sin d’ora, a turarmi il naso.  

Marcello D’Acquarica
 
Di Antonio Mellone (del 13/01/2017 @ 21:31:35, in NohaBlog, linkato 2642 volte)

La raffinata doppiezza del comunicato-stampa diramato ‘urbi et orbi’ (soprattutto orbi) da parte di uno dei soci della discarica di famiglia, e già che si trova anche candidato alla poltrona di sindaco [Galatina, per grazia di Dio, non si fa mai mancar nulla, ndr.], ha tutta l’aria di una excusatio non petita.

Sì, perché nel mio pezzo dal titolo: “Cava De Pascalis: è permesso sapere?” quel “Cava De Pascalis” non era un vocativo, ma un complemento di argomento, seguìto appunto non da una virgola (questa, sì, avrebbe forse potuto trarre in inganno), ma dal comune carattere tipografico dei due punti.

Ergo: si parlava di, a proposito di, riguardo a, sopra, circa, about, insomma intorno alla Cava De Pascalis, e non a, all’indirizzo postale o al recapito della spettabile ditta.

Puntuale come la morte è arrivata invece (chi l’avrebbe mai detto) l’originalissima lettera a cielo aperto del titolare effettivo dell’immondezzaio nohan-galatinese (parlando con pardon: uso un sinonimo per non ripetere il solito lemma ‘discarica’ - del resto non stiamo mica discettando di un’oasi del National Geographic, sebbene avrebbe potuto benissimo diventar tale nel caso in cui il bene comune avesse prevalso su uno degli affetti più cari dei diretti interessati: il portafoglio).

Nell’enciclica sociale, il membro scrivente, nel ringraziare l’anonimo cittadino di Noha [che poi sarei io, ndr.], il quale aveva chiesto pubblicamente chiarimenti [non a lui, o all’amministrazione della cava - per considerazioni così scontate che capirebbe pure un bambino in seconda elementare e neppure tanto sveglio - ma a soggetti terzi possibilmente non in conflitto (vale a dire consonanza) di interessi con il padrone delle ferriere: del resto, cosa ti aspetti che dica un Marchionne se non che dai tubi di scappamento delle sue automobili fuoriesca profumo Chanel n. 5? - ndr.], ci attacca un pippone inenarrabile partendo dal 1950, citando antichi proverbi, blaterando di rispetto delle norme, di figli, nipoti e amici, nonché della sua “personale sensibilità alle tematiche ambientali” [giacché c’era poteva anche chiarirci in quali termini, e se per caso lui e i suoi amici di cordata politica fossero, per dire, ancora favorevoli al mega-porco commerciale di 26 ettari da colare nei dintorni di Collemeto: così, tanto per avere un’idea circa certe “sensibilità alle tematiche ambientali”, ndr.].

Il novello pezzo grosso della politica galatinese continua poi imperterrito a tranquillizzarci dicendoci che tutto è apposto e in regola [se lo dice la proprietà dev’esser vero, ndr.] e dichiarando che le porte dell’azienda sono sempre aperte per i dovuti controlli [ci mancherebbe altro che i cancelli dell’azienda rimanessero sprangati di fronte ai dovuti controlli, ndr.] e infine, ciliegina sulla discarica, il suddetto socio-ambientalista mette a disposizione dei cittadini il proprio indirizzo mail cui indirizzare qualsiasi dubbio o richiesta di chiarimenti [mei cojoni: vuoi che l’oste non ti dica subito subito se il suo vino fa schifo? Suvvia, uomo di poca fede. ndr.].

Non pago di tutto questo, il nostro aspirante sindaco, non si sa perché, termina il suo trattato con una dotta nonché interessantissima dissertazione sulla differenza tra traversine ferroviarie in legno e quelle in cemento [si sarà evidentemente laureato discutendo una tesi in traversine, ndr.], del che ovviamente non possiamo che rendergli grazie: del resto tutto è cultura, come diceva quel tale.

*

E Niente. Sarà che in certi settori (come quello delle discariche) la probabilità che qualcosa accada è inversamente proporzionale alla sua desiderabilità; sarà che il sottoscritto è uno al cui confronto Murphy (quello della legge) era un inguaribile ottimista; sarà che certe supposizioni (o supposte) non portano nulla di buono; sarà che nemmeno il più sprovveduto dei cittadini può essere così ingenuo da prendere per oro colato il verbo del padrone di turno (che per definizione sarebbe capace di ogni ritocco pur di far sembrare presentabile persino Fukushima dopo l’esplosione); sarà tutto questo contemporaneamente, ma insomma l’epistola carica del socio nonché probabile futuro sindaco di Galatina non m’ha tranquillizzato per niente.

Oddio, qualcuno l’avrà tranquillizzato, eccome: tipo certi gggiornalisti di Gggalatina (già di per sé sereni e tranquilli per indole e formazione), che, anziché controllare questo o quel potere indigeno con inchieste, ricerche o almeno una domanda una che sia tale, si limitano a copia-incollarne i comunicati ufficiali, bistrattando così i loro poveri, inconsapevoli lettori.

Mi sa tanto che i veri rifiuti tossici da ammassare in discariche severamente controllate come manco un sito nucleare sono certi quotidiani appena usciti dalle rotative tipografiche.

Credo si tratti di veri e propri inerti contaminati, da non toccare nemmeno con una canna da pesca. E sottolineo inerti.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 27/10/2014 @ 21:31:08, in Ex edificio scolastico, linkato 2907 volte)

L’assessore Coccioli è fatto così: bisogna capirlo. Se non scrivi, non solleciti, non chiedi, non “inoltri istanze” più e più volte sembra sia incapace di intendere (cioè fa lo gnorri) e soprattutto di volere. Pare che l’assessore, per indole e formazione, non ce la faccia proprio a degnarsi di formulare ed esprimere pubblicamente un pensiero uno di fronte alla richiesta di un cittadino qualsiasi.

Non ti dico se codesto cittadino per infausto caso dovesse essere di Noha, se la domanda dovesse riguardare un interesse pubblico (non privato), e se la petizione non dovesse essere almeno preventivamente transitata dall’anticamera dell’“ufficio protocollo” del Comune: in questi tre casi concomitanti sembra addirittura che l’assessore fuggente (come l’attimo) si dilegui nel nulla.

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Il tema purtroppo è sempre quello dell’allaccio alla rete elettrica per il tramite di una cabina in muratura in modo da far funzionare (come sciaguratamente non è finora mai avvenuto) tutti gli impianti acquistati ed installati nella vecchia scuola elementare di Noha, quella di piazza Ciro Menotti, ristrutturata (quasi) per intero grazie ad una spesa pubblica di 1.300.000 euro.  

Sul tema abbiamo finora prodotto e pubblicato su questo sito (cfr. rubrica “ex-edificio scolastico”) circa 19 articoli e 5 video, oltre ad un incommensurabile numero di vignette. Ma temo che di questo passo, per smuovere le terga assessorili (e invero anche quelle degli altri cosiddetti nostri rappresentanti) saremmo costretti a continuare ancora imperterriti su questa falsariga, magari con cadenza settimanale o al più decadale. Vediamo un po’ se con tale metodo anche noi saremo in grado di esclamare, come Galileo Galilei al cospetto dell’Inquisizione, “eppur si muove”.

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E’ che l’assessore Coccioli, non più tardi del 27 marzo 2014 pubblicava su questo sito un comunicato nel quale prometteva la realizzazione di questa famosa cabina elettrica “tra giugno e settembre 2014 [sic!]”. Ora, essendo spirati i termini da egli stesso esternati senza che alcuno abbia visto all’interno o nelle immediate adiacenze di quella scuola un indizio o una traccia di codesta cabina (a meno che questa non sia stata interrata senza che noi altri ce ne accorgessimo), siamo qui a chiedergliene ragione, ed eventualmente una nuova data a partire dalla quale, per dire, in estate in quell’edificio non si sarà più sottoposti agli effetti involontari di una sauna fuori luogo, mentre in inverno non si sarà più costretti, grandi e piccoli, ad accedervi come in un igloo, pragmaticamente imbacuccati con sciarpe e pellicce alla stessa stregua di uno Yeti.

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Vorremmo, già che ci siamo, chiedere anche al consigliere Carlo Gervasi, che aveva pure, come dire, sbandierato un certo interesse al problema con tanto di interrogazione al parlamento galatinese se si ricorda qualcosa in merito alle risposte a suo tempo ricevute dagli interrogati; e soprattutto se ha tuttora “a cuore” la questione di Noha, e – giacché c’è - eventualmente intenzione di intervenire ancora una volta sul tema; o se invece a questo punto non abbia già deciso di gettare la spugna, contribuendo così anche lui a mandare definitivamente in malora quel milionetrecentomila euro di soldi (anche suoi).

*

Per quanto riguarda i consiglieri della cosiddetta opposizione nohana, meglio stendere un velo pietoso.

Tu, anche con i tuoi articoli, cerchi in qualche modo, come nella pallavolo di fungere da alzatore, smistando la palla a questi signori che potrebbero con poco sforzo alzarsi dalla poltrona, sollevarsi e schiacciare nel campo avversario, e magari in tal modo guadagnare pure qualche punto. E questi come reagiscono? Con il vucchipertismo, la paresi, il vuoto pneumatico: non vedono, non sentono e non parlano. Evidentemente il verbo “schiacciare” riescono a coniugarlo solo in concomitanza del lemma “pisolino”.     

Salvo poi, in consiglio comunale, dar vita ad una vera e propria sceneggiata napoletana, anzi nohana, sul nulla. Tutti abbiam visto su galatina2000.it il video di quel sonoro siparietto palazzorsiniano, un vero e proprio teatro macchiettistico con tanto di vaiasse sciantose, sbraitanti e rissaiole. Un roba che lascia interdetti, senza parole, indecisi se ridere o piangere.

*

Non v’è altro da aggiungere se non che troppa gente si lascia abbindolare ancora oggi dai diversivi retorici di questa banda larga fatta di Marise Laurito, di Mari Merola, di Nini D’Angelo (per non dire Pulcinelli), che magari in altri contesti s’atteggiano a suorine dalle buone maniere e perbenisti della domenica.

Sappiate invece, cari lettori, che bolge sguaiate come queste fatte di bugie e ipocrisie sono imprese che possono riuscire solo a certi figuranti, attori o marionette, e signori (anzi s’ignori) senza tanti scrupoli, che magari s’incazzano e si placano a comando. Sono quegli stessi personaggi in cerca d’elettore che poi votano tutti insieme appassionatamente le più grandi mega-porcate della storia locale.

E sono quegli stessi che, probabilmente, dopo aver percorso a braccetto la processione alle spalle del santo di turno, vanno pure a farsi due spaghi insieme.

Funzionano così le “larghe intese”, il “governo della non sfiducia” e il “concorso esterno”.     

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 01/03/2015 @ 21:30:43, in Comunicato Stampa, linkato 1970 volte)

Il Segretario del circolo cittadino PD di Galatina anziché avventurarsi in una stucchevole e quanto inefficace   difesa d’Ufficio del suo assessore, Daniela Vantaggiato, attaccando e riprendendo il comportamento delle sigle politiche dell’area  opposizione e minoranza bollandole di anonimato e di caduta di stile, ha perso l’occasione per meditare e riflettere profondamente, senza addormentarsi , su quanto sta accadendo.

Certamente avrebbe  capito perché  da poco  le fantomatiche sigle di opposizione, dopo un lungo periodo  di pigrizia ed inerzia ma anche di umana sopportazione,aldilà di qualche intervento critico dei consiglieri di minoranza, sono state costrette a reagire con fermezza,  alle gravi carenze dell’azione politica che la Giunta Montagna  sta attuando nel territorio.

Inadeguatezze che stanno colpendo tutti i settori della vita sociale economica e culturale della Città, caratterizzate da  continui e ripetuti sperperi e dissipazioni di denaro pubblico.  L’azione che distingue  quest’Amministrazione, sostenuta dal partito democratico cittadino, è  quella dell’annuncio, del preannuncio e della comunicazione rassicurante e persuasiva di attribuzione di meriti che appartengono all’azione di altri, salvo poi essere nettamente smentiti.

Ultimo esempio,a tal proposito, l’allagamento della Palestra dell’Istituto Comprensivo di Noha del 22 febbraio 2015 i  cui lavori di sistemazione erano stati finiti nel mese di settembre 2014 e nessuno s’ era accorto di ciò che sarebbe potuto succedere. Il problema del tetto, a dire dall’Assessore ai lavori pubblici, non era stato manifestato dalla dirigenza.

Il Segretario,  si ostina a parlare e denunciare il carattere calunnioso delle affermazioni contenute nel comunicato che, a suo dire, lederebbero l’ onorabilità dell’Assessore. E’ calunnia portare a conoscenza dei Cittadini che l’Assessore  Vantaggiato, persona degna di stima, ha partecipato alla votazione di un atto pubblico  che approvava la rimodulazione del PIRU contenente un progetto esecutivo il cui tecnico  progettista è il coniuge?

Ed ancora è calunnioso riferire che  l’Assessore abbia partecipato anche  alla votazione della delibera di adozione del piano triennale delle opere pubbliche 2.014-2016,in cui è inserito il progetto  esecutivo di recupero dell’ex convento S.Chiara’?

E’ calunnioso poì   dire dell’aumento  da €. 20.000 a €.57.000 dei i compensi professionali dei tecnici incaricati, tra cui vi è il coniuge dell’Assessore,fatto con una determina dirigenziale ambigua o quanto meno poco chiara, dove non si sa quando  e da chi è stato commissionato l’ulteriore  eventuale incarico?  

Segretario De Matteis, sono queste le illazioni infamanti e calunniose o sono invece fatti e prove reali e concrete denunciati dai “simboli”   di minoranza che rappresentano partiti politici, nazionali regionali e locali e liste presenti sul territorio che lei, da attento politico dovrebbe conoscere perché  non hanno niente di fantomatico, di suggestivo ed anonimo.

Cosa vede “d’incivile ed imbarbarimento politico” il Segretario cittadino del PD in queste denuncie e segnalazioni  ai Cittadini? Non si accorge di essere completamente escluso dalle scelte politiche  poste in essere dall’ Amministrazione Montagna;  e che non è neanche riuscito ad intervenire per far cambiare direzione nel tentativo di  limitare e impedire queste politiche sciagurate che stanno  precipitando la Città in un profondo torpore?

IL Sindaco Montagna ,in tutta questa   vicenda non trova altro da dire che trattasi di una strumentalizzazione politica volta a screditare l’Assessore   e che “appaiono solo illazioni per gettar fango sulla persona ed offuscare l’operato dell’Amministrazione”. Si tratta invece di un interpretazione dei fatti subdolo ed ipocrita  nel tentativo di travisare la realtà ai Cittadini  Atteggiamenti questi come al solito arroganti e presuntuosi che sanno tanto di protervia ed insolenza e  che non dovrebbero  essere consentiti ad un  PRIMO  cittadino.

 Comunque, considerato che non vi è più  sordo di chi non vuol sentire, i simboli i partiti e le liste, tanto criticate e biasimate, nel loro anonimato, per far tacere questa polemica che nasconde l’incapacità totale di governare del Sindaco Montagna, presenteranno,tramite consiglieri di minoranza delle interrogazioni in Consiglio per avere   contezza della   legalità degli atti, a dire del Sindaco, “strumentalmente e distortamente letti”.   

Sindaco Montagna,per ultimo  perderà anche ora  l’ opportunità,che gli concede  la  prossima legge nazionale mille proroghe   di riapertura dei termini per la presentazione della richiesta di attivazione degli UFFICI DEL Giudice di Pace a Galatina per i comuni del mandamento? Valuterà e dirà anche ora, come in  precedenza, che il bilancio dell’Ente non è in grado di sostenere costi di gestione e funzionamento, proseguendo, con grande perspicacia politica, nella azione di isolare completamente Galatina?   

 
Di Antonio Mellone (del 22/02/2015 @ 21:26:07, in NohaBlog, linkato 3400 volte)

La “Via Crucis” di don Donato, mio zio, ha raggiunto lentamente il suo “Calvario” proprio ieri sera, verso le ventuno, allorché, con l’ultimo respiro, si è abbandonato nel bacio del Signore.

La “sosta” in quel di Casarano, all’Euro-Italia prima, e al reparto di Ortopedia dell’ospedale civile di quella città poi, è durata un paio di mesi all’incirca: tanti quanti bastano per dare l’ultimo tocco alla vita d’un uomo che ha vissuto la sua santità nel più semplice e schietto dei modi, nella più intima e sofferta unione con Cristo crocifisso. Lì, in quel reparto, in quella “terza parrocchia” (dopo quelle rispettivamente di Santa Maria al Bagno e poi di Noha) don Donato ha celebrato ogni giorno le sue messe più belle, quelle dove poneva sull’altare delle offerte la sua sofferenza, “a completamento delle sofferenze di Cristo, a pro del suo Corpo, che è la Chiesa” (cf. 1 Cor 1, 24).

Ma i malanni di don Donato partono da lontano.

Io davvero non ho mai capito come mio zio riuscisse ad essere sempre gioviale, sorridente e spiritoso con tutti, oltre che a partecipare, negli “anni ruggenti” della sua “arcipretura”, a tutte le celebrazioni liturgiche, ad organizzare il coro, a seguire i diversi gruppi parrocchiali, a dare una mano ai bisognosi, ad impelagarsi nella costruzione di una nuova chiesa, insomma a fare il prete (anzi, di più: il parroco), nonostante gli acciacchi che lo tormentavano da decenni, come ad esempio i gravi problemi alla vista (forte miopia da sempre, e poi distacco di retina - con l’aggravante di un intervento chirurgico mal riuscito che gli aveva fatto perdere la funzionalità dell’occhio destro già a partire dalla fine degli anni ’70 del secolo scorso – e ancora glaucoma, e infine una cataratta non operabile, all’altro occhio, quello “buono” diciamo), le disfunzioni alla circolazione sanguigna a gambe e piedi, e successivamente l’“artrite reumatoide deformante” alle mani già a partire dai primissimi anni ’90, e la gotta che martoriava molte delle sue articolazioni (“sento come tante punture di spilli” diceva), tanto che le processioni solenni erano per lui un vero e proprio supplizio (al quale, non so come, si sottoponeva con gioia), l’abbassamento di udito…

La caduta con conseguente rottura del femore di qualche anno fa, e l’ischemia che gli aveva bloccato il braccio sinistro si può dire che sono storia dell’altro giorno, le classiche “ciliegine sulla torta”.

*

Ma nonostante tutto don Donato appariva, sì, stanco, malato, vegliardo, ma mai vinto.

Pare che funzioni così: lì dove vengono meno le forze fisiche, sovrabbonda la forza, incredibilmente più potente della preghiera. Eh sì, come tutti sanno, non riusciva a fare a meno di questa portentosa medicina, prima durante e dopo i pasti.

·        *

Ora che la “cronaca” deve lasciare il posto alla “memoria”, qualcuno m’ha chiesto quale sia il momento in cui la figura di mio zio mi si presenta alla mente nella sua interezza: in quella sua “umanità” così esemplare e ricca del sorriso incoraggiante di chi sta bene con se stesso e con gli altri, nonostante tutte le infermità o le indisposizioni. Bisogna, tuttavia, superare le risposte ovvie: quali sarebbero ad esempio l’inaugurazione della nuova chiesa Madonna delle Grazie, o i grandi festeggiamenti delle feste patronali, o le messe del fanciullo, o le suonate all’organo, o i grandi raduni, o le feste in famiglia…

Ciascuna e tutte queste risposte sarebbero valide e belle, da mettere insieme in altrettanti spazi d’una antologia, come dire, sacra ma anche profana.

Le diapositive, invece, che in questo momento conservo più care nella memoria sono quelle della domenica pomeriggio, quando dopo il pranzo, lo accompagnavo a casa sua, e dandogli il braccio, il bastone nell’altra mano, mi ringraziava e mi salutava  cordialmente prima di chiudere il portoncino, mentre io gli rispondevo: “buon riposo”.

Ecco, in quello stesso modo voglio salutarlo per l’ultima volta anche oggi: buon riposo, zio Donato.

·         * *

 P.S. Sento il dovere di ringraziare tutte le persone vicine e lontane che in un modo o nell’altro hanno partecipato al dolore mio e a quello dei miei famigliari.

*

Non è possibile citare qui tutte le persone verso le quali mi sento debitore. Per alcune di esse, tuttavia, la citazione deve essere esplicita. Ringrazio innanzitutto il parroco di Noha, don Francesco Coluccia, per la delicatezza, la presenza e l’aiuto che non ha mai fatto mancare a mio zio e alla mia famiglia. Grazie all’arcivescovo di Otranto, Mons. Donato Negro, e a tutti i confratelli sacerdoti che hanno celebrato i funerali del “patriarca di Noha”. Grazie alla parrocchia di Noha, alle associazioni religiose, al Circolo cittadino Juventus, al circolo culturale “Tre Torri”, alla parrocchia di Santa Maria al Bagno, alla Fidas Noha, al delegato della frazione di Noha, avv. Daniela Sindaco, all’arcidiocesi di Otranto, per i manifesti commemorativi di don Donato. Tanti ringraziamenti al coro parrocchiale e all’organista, Michele Scalese, per la partecipazione. Grazie ancora a Sergio, Silvana, Gerardino, Maria Luce, Biagino, comandante Tundo, ing. Vincenzo Paglialunga, don Emanuele, Patrizia, Antonietta, Antonella, Paola, Fabrizio, Angela, Marcello, P. Francesco D’Acquarica, Michele, Rinaldo Pignatelli, Antonella, Giusy, i seminaristi di Noha, Luigi e Giuseppe, e tanti altri partecipanti alle esequie. Grazie anche ad Albino Campa, al sito Noha.it, e ai suoi internauti. Grazie ancora per i tantissimi “mi piace” degli amici di Face-Book.

*

Concludo, come concludeva don Donato, alla fine delle celebrazioni eucaristiche più importanti, allorché, trovandosi ad esprimere i suoi sentimenti di “lode e ringraziamento” nei confronti di interminabili liste di nominativi, diceva a mo’ di epilogo: “Penso di non aver dimenticato nessuno, ma se avessi dimenticato qualcuno, anche questo qualcuno si senta da noi ringraziato ed applaudito”.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 09/09/2013 @ 21:23:27, in CDR, linkato 3498 volte)

Caro Tonino Baldari,

se provi a chiedere in giro ai galatinesi cos’è il CSS (e prima ancora il CDR), se non tutti, molti non te lo sapranno dire, perché molti galatinesi, se non tutti, non lo sanno. Non sanno nulla, anche se spesso lasciano ad intendere di saper tutto.
 
E soprattutto i galatinesi non sapranno fare il collegamento tra questa roba e la Colacem (che con l’utilizzo del CSS di fatto si trasformerebbe, se non già fatto, in un inceneritore di rifiuti).
 
Non sanno che il CSS può essere ridotto in cenere e fumi ad un fischio dal loro naso e dal loro sistema broncopolmonare, e che questo provoca malattie, e che le malattie succedono ancora, e che non capitano sempre agli altri.
 
Spesso ti chiedi perché i galatinesi non reagiscano. La risposta è lapalissiana, scontata, banale: è pressoché impossibile difendersi da qualcosa che non si conosce.
 
Ci dicono che con il CSS la Colacem diventerà più competitiva e sbaraglierà la concorrenza del mercato globale. Ce la vendono così. La competitività in cambio della vita di un intero territorio. Che poi, mutatis mutandis, è anche quello che è avvenuto e che continua ad avvenire senza requie a Taranto, con l’Ilva che sputa veleno da tutti i suoi camini. O la borsa o la vita, dunque, come nelle rapine a mano armata.
Io vorrei che, se non tutti, in tanti capissero una buona volta che sovente le catene chimico-fisiche prendono forme umane. Sì, è proprio così, purtroppo: cromo e titanio sono giovani dai capelli rasati e senza più le sopracciglia a causa della chemio; zolfo, uranio e monossido di carbonio sono bambini con asma bronchiale e problemi cardiocircolatori; carbonio e benzo(a)pirene sono donne che all’improvviso scoppiano a piangere: “Com’è possibile, dottore? Ho sempre fatto una vita sana”
E’ come se piccole mani assassine si poggiassero su di noi, ci toccassero scegliendo con oculatezza per ciascuno di noi una parte del corpo: polmoni, testa, ovaie, pelle, gola, fegato, pancreas. Per poi divorarla, lentamente o in un sol boccone.
Caro Tonino, dobbiamo convincerci che non serve, o non serve più, far battaglie contro i singoli inquinanti, la diossina, il berillio, il benzo(a)pirene, per citarne alcuni, quando non abbiamo idea di quali malattie possa provocare il mix di tutti questi elementi, sull’uomo e sugli animali.
E’ la combinazione degli elementi, infatti, a diventare tossica. Sicché diventano inutili i tetti di legge per i singoli composti inquinanti e le conseguenti cosiddette rilevazioni dell’Arpa Puglia (che ti ha pure gentilmente risposto, ma che, chissà perché, non riesce a convincermi). Secondo me ci stanno ingannando in quanto ci sono i limiti ai singoli elementi ma non c’è un limite di legge globale. Il nemico allora non è un elemento singolo, ma la miscela di tutta questa schifezza.  
Qui in tanti cercano di aggirarti (e qualcuno cerca pure di prenderti in giro, di commiserarti, con il ghigno tipico delle mezze calzette mafiose e sfigate) chiedendoti le prove dei legami tra i fumi degli altiforni ed i danni provocati sugli esseri viventi. E tu ti affanni a registrare video, a correre di qua e di là, a postare comunicati attraverso la tua pagina facebook, ad inviare e-mail anche ai siti (che puntualmente non ti pubblicano), a girare come una trottola, ad urlare la tua rabbia nel deserto dell’ignavia galatinese.
E poi ci sono gli ineffabili “giornalisti” vavatinesi, quelli per forza di cose con le virgolette, i reporter  a libro paga, e quelli con un conflitto di interessi grande quanto un altoforno, i quali o ti ignorano oppure, scodinzolanti e pronti a riportare la voce del padrone, ti fanno: “Basta con questi allarmismi, fuori i dati, signor Baldari, fuori le correlazioni, i riscontri, le analisi, i numeri” (come se queste cose fossero a carico del cittadino qualunque, o come se questi dati fossero pubblici e incontrovertibili). E poi, non paghi del loro tronfio “argomentare”  aggiungono che fai battaglie ideologiche, e che tu insieme ai tuoi amici ecologisti siete contrari al progresso a prescindere.
Eppure, caro Tonino, le prove sono sotto gli occhi di tutti. Ma nessuno le vede. E tutti sappiamo che da quei camini non esce acqua di colonia, ma gas e fumi in grado di modificare il DNA e provocare errori genetici.
Ecco, caro Tonino, quanti mali cagiona questo fumo. Ma tu con le tue battaglie stai dimostrando – se ce ne fosse ancora il bisogno - che il fumo peggiore, quello più disastroso, è il fumo sulla verità.

Buona resistenza, compagno di lotte Tonino Baldari

Antonio Mellone

p.s. Hai visto, Tonino? Non riesco a terminare un articolo che subito questa amministrazione degna del peggior Attila, per non perder tempo, dà il via al mega-porco. E per via purtroppo stavolta non s’intende una Valutazione d’Impatto Ambientale.
 
Di Antonio Mellone (del 06/05/2017 @ 21:20:39, in NohaBlog, linkato 2869 volte)

In effetti questa storia del “voto Tizio perché è una brava persona” provoca anche a me una forma di evirazione per forza di gravità: ovvero, come potrebbe più prosaicamente dirsi, mi fa cascare le palle.

Nel mese di aprile su galatina.it Lorenzo Candido, un ragazzo di Galatina ora studente di Giurisprudenza in quel di Roma, con una lettera aperta di alto profilo chiedeva alla comunità tutta un pizzico “di passione incondizionata verso la Politica”.

Così continuava Lorenzo nella sua missiva: “Abbiamo bisogno di dire che la nostra città va difesa ad ogni costo. La nostra città deve essere protetta da ogni abuso, da ogni sberla, anche da quella più velata. Abbiamo bisogno di urlare che lo stupro di questa terra è un crimine. Abbiamo il dovere di combattere la mentalità, fin troppo radicata, del culto della persona. […] Bisogna guardarsi allo specchio e dire: sì, la mafia esiste e ora la distruggiamo”. E infine: “Galatina deve vedere, deve sentire, deve parlare. L’omertà e la passività declinate in ogni ambito ammaccano la democrazia”. Insomma, un vero e proprio programma politico.

Uno pensava (sperava) di poter leggere con la medesima evidenza sullo stesso sito una valanga di lettere in risposta ai temi trattati dal Lorenzo, un dibattito pubblico di un livello finalmente un po’ più elevato rispetto a quello dei calzini corti, e soprattutto degli interventi importanti da parte di “qualcuno che si candida” piuttosto che di qualcuno “che è stato candidato”. 

Invece, niente. A Galatina non c’è proprio trippa per gatti (solo truppe di fatti, anzi di strafatti riempiliste).

Sicché ci siam dovuti accontentare di un paio di contributi un po’ così: tipo quello della Roberta Forte, che è partita bene per perdersi subito dopo nel traffico del centro storico di Galatina, il quale, secondo lei, sarebbe da chiudere sì, ma a dosi omeopatiche [cosa c’entra il centro, Roberta: Lorenzo aveva chiesto ben altro, ndr.]; e quello di tal Claudio Bello, che elenca i motivi per cui ha l’Amante, e cioè: 1) perché “non ha simboli di partito alle spalle” [huahahahaha: per la cronaca, il Tipo ha avuto alle spalle qualche fiamma più o meno tricolore, ndr.]; 2) perché sostanzialmente è una “brava persona” (e ridaje); 3) per “non vedere sempre le stesse facce” (come se Amante fosse nuovo di zecca e non un usato sicuro), e soprattutto – ipse dixit - quelle “facce che nelle precedenti tornate elettorali se le son dette, senza mezzi termini, offendendosi vicendevolmente e gridando al pubblico (anche social ma non solo) il proprio disappunto nei confronti dell’antagonista politico”. Ma che film ha visto, Bello? Quando mai se le son dette di santa ragione? Forse quando hanno fatto le peggiori porcate tutti insieme appassionatamente, maggioranza e finta opposizione, come nel caso del mega-porco commerciale di Collemeto? Il problema di Galatina non è affatto l’antagonismo – magari ce ne fosse un po’ – ma il consociativismo, il volemose bene, la Trattativa, il partito trasversale, i tarallucci & vino, la mano che lava l’altra, i finti amiconi, e la cosiddetta mo-de-ra-zio-ne.

Lorenzo avrebbe voluto leggere qualcosa di diverso, di nuovo, magari non necessariamente di inedito, ma non queste coglionate, fritte e rifritte, calzanti con gli argomenti trattati come la Nutella sui cavoli stufati a merenda.      

Sono certo che Lorenzo Candido (ma, per la verità, anche il sottoscritto) avrebbe voluto sentire da qualche concittadino che a Galatina finalmente la Politica dice una volta per tutte “Stop al consumo del territorio comunale” (nel senso che è giunto il tempo di pensare alla razionalizzazione degli spazi già edificati, al recupero delle aree dismesse, e al risparmio di ogni metro anzi di ogni centimetro quadrato di terreno agricolo).

Che d’ora in poi si punterà all’efficientamento energetico, alla riduzione dei consumi per esempio della pubblica illuminazione (pensate, ci è arrivato persino Coccioli) e che si impedirà una buona volta che il paesaggio comunale venga devastato in nome della produzione di energia mascherata come pulita (ergo, divieto assoluto a nuove pale eoliche di massa, al fotovoltaico in mezzo alla campagna e alla produzione di biogas da mega-centrali di compostaggio “ana[l]erobico”).

Che la Politica darà per prima l’esempio di un nuovo stile di vita incentrato sulla mobilità sostenibile, sul bike-sharing, sul pedibus, sul trasporto pubblico integrato, sull’autobus a chiamata eventualmente, e soprattutto sull’utilizzo dei mezzi di locomozione comunale francescana, cioè i piedi (che oggi, a Galatina, sembrano invece tutti affetti da calli, alluci valghi, acidi urici, fasciti plantari, metatarsalgia, occhi di pesce e neuroma di Morton, sicché si arriva ad utilizzare l’auto finanche per un giro di villa).

Che verranno incoraggiate le attività di allevamento domestico degli animali (certamente non negli appartamenti dei “grattacieli” cittadini), caratteristica del nostro piccolo mondo antico. Che si continuerà con la raccolta differenziata porta a porta, portandola a percentuali di eccellenza, promuovendo la strategia dei rifiuti zero e, al contempo, anche il compostaggio domestico. Che si cercherà con le buone ma anche con le cattive di combattere la ludopatia (tragedia che sta portando alla rovina famiglie intere).

Che considereremo i ragazzi migranti come una risorsa preziosa del territorio, prima di tutto culturale, da conoscere meglio e integrare nella comunità, anche ai fini di un reciproco arricchimento. Che, per esempio, si incentiverà sempre più la popolazione a scelte quotidiane sobrie e sostenibili. Che si disincentiverà invece la grossa industria del commercio (il mega-porco, per dire, dovrebbe essere bandito dai confini comunali soprattutto grazie alla domanda, voglio dire alle scelte consapevoli dei consumatori) anche al fine di favorire il piccolo commercio (meglio se equo, solidale e di qualità).

Che ci sarà tolleranza zero - pena la chiusura immediata e la richiesta di risarcimento danni - nei confronti delle aziende che inquineranno l’aria, l’acqua e il suolo comunali (nonostante le loro generose offerte di sponsorizzazione). Che verrà incoraggiato in agricoltura lo scambio dei semi tra i cittadini, e che verrà impedito l’utilizzo di diserbanti e pesticidi chimico-industriali in tutto il territorio galatinese (finora qui s’è bandita invece l’agricoltura e tutti i suoi prodotti, “dalle cicorie alle patate di Galatina” che, nonostante la denominazione, debbono ormai essere prodotte fuori dai confini municipali).

Che si impegna nel restauro paesaggistico e dei beni culturali nel principio del dove erano e come erano, facendo tesoro degli elementi tipici del mosaico del “Genius loci”. E che si cercherà in tutti i modi di debellare la mafia in me, prima che la mafia in sé (sì, qui da noi, soprattutto nei metodi – anche nella richiesta telefonica di una firma per la convalida delle proprie liste elettorali – spesso ci si comporta, più o meno a propria insaputa, secondo il manuale del perfetto mafioso).

Ecco. Cose del genere, avrebbe voluto leggere Lorenzo (ma anche lo scrivente) in risposta alla sua missiva, non le minchiate di cui stanno riempiendo manifesti, social-network, e il nostro ruzzolante binomio anatomico meno oblungo e più sferico, onde la libido per queste elezioni risulta in forte calo.

Lorenzo, studia, ‘manisciate’ e torna a casa. Così da Candido potrai diventare pure candidato.

Il tuo primo voto sarà il mio.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 10/06/2019 @ 21:18:45, in Comunicato Stampa, linkato 988 volte)

Con Determina Dirigenziale Sezione Sicurezza del cittadino, Politiche per le Migrazioni, Antimafia Sociale n. 19 del 04 giugno 2019, la Regione Puglia ha ammesso a finanziamento due progetti del Comune di Galatina nell'ambito dell'avviso pubblico "Discrimination Free Puglia" per la realizzazione di progetti di contrasto alle discriminazioni.

Nello specifico si tratta del progetto “L.I.F.E.” (Lavoro, Informazione, Formazione e Empowerment) avente ad oggetto interventi in favore di donne vittime di violenza, così come specificato nella  Linea A dell’avviso n. 1/2018 PO FESR-FSE PUGLIA 2014-2020, finanziato per un totale di € 150.000,  e del progetto “ IN.S.I.EME Saperi Integrati” che andrà a supportare interventi a favore di minori stranieri non accompagnati prossimi alla maggiore età, così come specificato nella Linea B dello stesso avviso, sempre per un importo finanziato di € 150.000.

- Il progetto “L.I.F.E.” (Lavoro, Informazione, Formazione e Empowerment), che vede la partecipazione dell'Associazione Programma Sviluppo, del  Centro Antiviolenza  Malala dell'Ambito  Territoriale Sociale di  Galatina  e del  Comune di Galatina in qualità di Comune capofila dello stesso Ambito, è risultato primo in graduatoria tra quelli ammessi al finanziamento.

Il progetto prevede percorsi formativi rivolti a vittime di  violenza di  genere per promuovere l'inclusione sociale, la lotta alla povertà e ogni forma di  discriminazione. Obiettivo specifico  del  progetto è favorire l'incremento dell'occupabilità e la partecipazione al mondo del lavoro con interventi di  contrasto alle discriminazioni. I percorsi sono finalizzati a formare 18 Tecnici di  Cucina  attraverso 600 ore complessive di  cui  240 di  Work - Experience , Stage presso le Aziende Solidali dell'Ambito Territoriale Sociale di  Galatina e dei  Comuni di  Lecce, Galatone, Casarano e Cavallino.

- Il progetto “ IN.S.I.EME Saperi Integrati” è stato presentato dall’ Ente di Formazione KHE e  vede il Comune di Galatina come capofila dell'Ambito Territoriale Sociale impegnato in ATS con la Cooperativa sociale Polvere di Stelle, la Società Cooperativa “ATUTTOTENDA” onlus ed il Patronato ACLI quale parte attiva nell’intera realizzazione del progetto.

La finalità generale dell'intervento è quella di migliorare il livello di occupabilità e di qualificare i percorsi di inserimento socio–lavorativo di 18 MSNA presenti nelle strutture dell’Ambito del Comune di Galatina. L’obiettivo specifico è l’inserimento socio –lavorativo dei MSNA, con l'erogazione di una gamma di servizi di politica attiva individualizzata e condivisa, supporto alla valorizzazione e sviluppo delle competenze, attraverso la costruzione di piani di intervento personalizzati.

Le azioni che si andranno a realizzare, anche con il supporto del Servizio Immigrazione dell’Ambito Territoriale Sociale di Galatina,  saranno mirate alla formazione linguistica, all’alfabetizzazione digitale, all’orientamento finalizzato al supporto e rinforzo delle competenze per la ricerca attiva del lavoro, a work-experience/stage in favore dei MSNA inseriti nel progetto.

Esprime soddisfazione per l'ottimo risultato raggiunto l'Assessore alle Politiche Sociali Dott. Antonio Palumbo, che sottolinea come grazie all’elevata capacità progettuale del personale dell' Ambito Territoriale Sociale di Galatina unitamente agli enti privati che hanno collaborato, si è riusciti ad ottenere un cospicuo finanziamento su due linee di azione differenti che comunque riguardano interventi di contrasto alle discriminazioni.

Servizio Immigrazione - A.T.S. di Galatina

 
Di Antonio Mellone (del 02/02/2015 @ 21:17:13, in NohaBlog, linkato 3323 volte)

Avete avuto modo di dare una lettura al campionario di “controdeduzioni” stilate dall’avv. Daniela Sindaco? Quelle in risposta alla denuncia della dirigente scolastica, dott.ssa Eleonora Longo, e pubblicate anche su questo sito.

Mi riferisco alle sette cartelle (cliniche) inviate al primo cittadino del comune di Galatina, nonché ai consiglieri comunali e a tutti gli organi di stampa. Si tratta di pagine di deliziosa letteratura spedite urbi et orbi (soprattutto orbi) in cui si sviluppa il tema delle due sedie della discordia [il che mi riporta alla mente - chissà poi perché - il famoso “pomo della discordia” che diede il via alla guerra di Troia, ndr].

Io, da quell’ingenuo che sono, pensavo che il sindaco Montagna alla lettura della missiva vergata dalla sua compagna di partito saltasse sulla sedia revocandole, così, su due piedi, la famosa delega sindacale. Questo non tanto per la vexata quaestio, i toni utilizzati, l’iter non proprio ortodosso per la “soluzione” dei problemi di arredo scolastico, quanto per il mancato rispetto delle più elementari regole della lingua italiana. Evidentemente, come diceva quel tale, c’è chi non sa scrivere, ma son di più quelli che non sanno leggere.

Invece, come si temeva, è finita a tarallucci e Mimino. Il quale ha bofonchiato di “ampia relazione sull’accaduto” [sic] e di “entusiasmo derivante dal carattere della Consigliera Daniela Sindaco” [sic], ignorando del tutto il florilegio di errori copiosamente disseminati in un capolavoro letterario che, invero, non sembra scritto da un laureato, e per di più professionista di grosso calibro, ma, come dire?, da una seppur molto “entusiasta” Cetta Laqualunque.

Montagna, nella sua lettera assolutoria, continua a blaterare di “esposizione al pubblico ludibrio”; ma mica in riferimento ai gravi accadimenti verificatisi presso la scuola di Noha (o ai soggetti, predicati e complementi abborracciati dall’Oriana Fallaci de noantri), quanto al rischio che gli organi di informazione eventualmente venissero (o fossero venuti) a conoscenza della sceneggiata nohana. Che poi questi infidi mass-media lo abbiano saputo lo stesso, e che certi segreti siano come quelli di Pulcinella, è un altro paio di maniche. La “fuga di notizie” per lui invece è “strumentalizzazione politica” [sic].

E’ fatto così, il nostro sindaco. Il suo concetto di trasparenza risente del pensiero filosofico secondo il quale i panni sporchi si lavano in casa. Peccato che la casa non sia la sua (o quella privata di qualche suo delegato), ma comune, e probabilmente soggetta a certe norme pubbliche, oltre che a quelle del buon senso e della decorosità istituzionale.  

Ma sì, cosa vuoi che sia? Di figure di merda non è mai morto nessuno. Sennò a Palazzo Orsini sarebbe un’ecatombe quotidiana.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 10/02/2014 @ 21:15:51, in Compostaggio, linkato 3417 volte)

Ragazzi, lo confesso, è dura. E’ quasi impossibile star dietro a quella macchina da guerra che è l’amministrazione Montagna (che non fa proprio rima con campagna), composta da un bel gruppo di novelli Attila, i quali ce la stanno mettendo tutta (riuscendoci benissimo) per passare alla storia come i nuovi flagelli del bio.

L’ultima boutade (da tradurre con buttanata) di sindaco Cosimino e assessora Roberta, che hanno pure fatto finta di azzuffarsi nel pollaio con il consigliere regionale Galati(nese), riguarda il nuovo impianto di compostaggio “in conformità a quanto previsto nel Piano Regionale dei Rifiuti, che la individua (Galatina, ndr.) come uno dei tre siti necessari per il conferimento della frazione organica e congeniali per situazione geografica e bacino di utenza”.

Capito? Galatina e Frazioni (a questo punto umide) sono congeniali (mentre sindaco e assessora semplicemente geniali, oltreché necessari al futuro del comune). I nostri pollitici, con l’evidente “obiettivo di rendere inutili tanto le discariche quanto gli inceneritori” stanno, povere stelle, “dimostrano la concreta volontà di arrivare in tempi brevi alla chiusura ottimale del cerchio del riciclo dei rifiuti anche attraverso la realizzazione di un impianto di compostaggio, che garantirebbe una riduzione dei costi per il cittadino dovuta all’abbattimento dei costi del trasporto e peggio ancora a quelli di conferimento in discarica di un materiale prezioso per la nostra stessa agricoltura ed economia”. Roba che lascia senza fiato, vista anche la punteggiatura oltre che il resto della sintassi del carme, anzi del poema, del componimento-stampa pubblicato sui siti degli amici.

*

Ma davvero questi ecologistipercaso pensano che tutti se la bevano? Davvero la popolazione di Galatina e dintorni non vede l’ora di ospitare, seppur extra-moenia, in prossimità della tangenziale Est” (ma dove di preciso?), l’ennesimo mega-impianto credendo alla favola per cui poi pagherà meno tasse sui rifiuti? Sì, come no. I cittadini non ci stanno nella pelle, non vedono l’ora, non credono ai loro occhi, alle loro orecchie, e tra un po’ al loro naso.

*

E, a proposito, quanto suolo dovrebbe consumare o assorbire quest’ennesimo mega-porco in nome dell’ecologia e della popolazione virtuosa che fa la differenziata? Uno, tre, cinque, quindici ettari? E codesto mega-impianto dovrebbe poi accogliere, oltre al nostro prodotto interno lurdo, anche frazioni organiche provenienti da fuori comune e, ove necessario, anche da fuori regione? E, di grazia, chi sarebbe preposto alla gestione di questo avveniristico impianto virtuoso? Una nuova o una già esistente società mista pubblico-privato (da leggere: idrovora in grado di ingoiare quantità enormi e non ben precisate di fondi pubblici, di cui s’è già avuta esperienza, e proprio a Galatina)?

*

Ma certo che il sindaco non vede l’ora di incentivare l’agricoltura fornendo quintali e quintali di prezioso humus a chilometri zero ai poderi galatinesi. Però, non si è ben capito per quali - ce lo spiegherà nel prossimo comunicato-stampa -, se per le centinaia di ettari di campi di fotovoltaico che ci attorniano, oppure per i 26 ettari di contrada Cascioni in Pantacom, oppure per quelli che coprirà la nuova erigenda tangenziale, o per i terreni da adibire a nuovi comparti di villette bi-familiari, o per i suoli della nuova area mercatale da spianare quanto prima, come auspicano i consumatori (in tutti i sensi), o per le nuove aree artigianali richieste a gran voce dagli artigiani.

A proposito di artigiani e del loro nuovo comunicato-stampa, in cui, a fianco a richieste ragionevoli, si ritorna a blaterare di nuove aree artigianali, c’è da chiedersi: ma come si fa a non vedere oggi, nelle zone industriali ed artigianali di tutto il Salento, ma anche del resto d’Italia, le decine di capannoni in vendita che, lungo le strade, sembrano attendere un fantomatico compratore, come tante prostitute ormai troppo vecchie? Come si fa a pensare ancora di cementificare il nostro già martoriato territorio con novelle volumetrie? E con quali soldi, poi?

*

Signori, questo è il livello del dibattito politico in Galatina, la bella addormentata nel losco. Nessuno che dica nulla. Nessuno che ribadisca il fatto che il famoso compost si dovrebbe fare a livello micro, cioè di famiglia, o di condominio, o al più di quartiere, e non con la creazione dell’ennesima discarica o mega-impianto fuori porta (ché di questo si tratta).

*

E le cosiddette opposizioni? A convegno, a palazzo della cultura (quella roba, la cultura, con la quale, secondo alcuni alti, pardon, bassi capi proprio di quelle fazioni, non si mangia). Sì, pare che gli amici della rediviva Forza Italia si siano ritrovati domenica scorsa a dibattere di un tema che è tutto un programma: “Il ritorno al futuro”.

O forse al tugurio. Di questo passo, e con questi personaggi di destra e di manca (manca, voce del verbo), le due cose coincideranno.

Antonio Mellone
 

Nel pomeriggio di martedì 19 luglio, in occasione del trentesimo anniversario della morte del giudice Paolo Borsellino, l’Amministrazione Comunale ha installato un totem commemorativo per tutte le vittime della mafia, che hanno sacrificato la propria vita nel nome della legalità.

Alla manifestazione, hanno preso parte la Polizia di Stato - guidata dal Commissario Martella -, il Corpo dei Carabinieri - con a capo il Comandante di stazione Mussardo -, le tante associazioni galatinesi e decine di cittadini.

L’installazione è stata svelata dal Sindaco di Galatina Fabio Vergine: “Io e la mia Amministrazione abbiamo voluto fortemente questo totem, che si illuminerà ogni notte, affinché la luce su questi eroi non si spenga mai.
La nostra attenzione rispetto alla Legalità deve essere al primo posto.

Tutti, dal cittadino all’Amministratore pubblico, siamo chiamati ad essere testimoni di Legalità. Lo dobbiamo soprattutto alle nuove generazioni, che ancora non comprendono il significato del sacrificio di questi due servitori dello Stato.
Il nostro compito verso le nostre ragazze ed i nostri ragazzi - conclude il Primo cittadino -  è quello di infondere in loro la voglia di insorgere e di porre un argine rispetto a quegli atti vili e criminali, che hanno segnato la storia dell’intero popolo Italiano”.

L’installazione è situata nell’area “Falcone e Borsellino” ed è permanente.

Fabio Vergine Sindaco di Galatina
Ufficio Stampa

 
Di Redazione (del 11/02/2015 @ 21:14:53, in Recensione libro, linkato 2515 volte)

Giovedì 12 febbraio 2015 alle ore 18.30, presso la sala del bellissimo Caffè cittadino sito in piazza S. Oronzo a Lecce avrà luogo la presentazione del libro di Michele Liguori "Vivere" (ed. Arti Grafiche Marino, Lecce, 2015).

Michele Liguori ha trascorso la sua infanzia a Noha, ai tempi del secondo dopoguerra. Sicché Noha in qualche modo è andata a finire in questo libro; anzi ne è uno dei "personaggi" principali.

Interverranno Antonio Mellone e l'autore del libro.

La cittadinanza è invitata a partecipare.

 

 

 

 
Di Antonio Pepe (del 21/11/2017 @ 21:14:52, in Comunicato Stampa, linkato 1416 volte)

E’ di questi giorni la notizia secondo la quale la Regione Puglia sia in procinto di indicare al Governo le aree da ricomprendere nelle costituende Zone Economiche Speciali. Il D.L.91/2017 , cd. Decreto Sud, recentemente entrato in vigore, ha programmato un nuovo piano per favorire la crescita economica nelle aree del Mezzogiorno, e introduce a questo fine due misure principali:

1) la misura denominata Resto al Sud per l’imprenditoria giovanile

2) il nuovo concetto di Zona economica speciale, c.d. ZES, già diff use all'estero, che individua zone del paese collegate ad una area portuale, destinatarie di importanti benefici fiscali e semplificazioni amministrative, che consentano lo sviluppo di imprese già insediate e che si insedieranno, attraendo anche investimenti esteri. Le principali caratteristiche di una ZES sono:

- deve essere istituita all’interno dei confini statali, in una zona geografica chiaramente delimitata e identificata.

- può essere composta anche da aree territoriali non direttamente adiacenti, purché abbiano un nesso economico funzionale

- deve comprendere un’area portuale, collegata alla rete trans europea dei trasporti (TEN- T), con le caratteristiche stabilite dal regolamento (UE) n. 1315/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2013.

I benefici previsti comprendono agevolazioni fiscali e semplificazioni degli adempimenti, sia per le nuove imprese che per quelle già esistenti nella ZES. E' prevista inoltre l’applicazione, in relazione agli investimenti effettuati nella ZES, del credito d’imposta di cui all’articolo 1, commi 98 e seguenti, della legge 2015, commisurato alla quota del costo complessivo dei beni acquisiti, entro il 31dicembre 2020, nel limite massimo, per ciascun progetto d’investimento, di 50 milioni di euro. Il decreto Sud prevede di crearne almeno cinque in altrettante Regioni meridionali (Calabria, Campania, Sicilia, Basilicata e Puglia).

La Regione Puglia ha già identificato le aree portuali di Bari e Brindisi-Taranto, ricomprendendo, quale collegamento logistico ferroviario, lo scalo merci di Surbo e l’area della relativa ASI di Lecce-Surbo, nonché l’area industriale di Nardò, ove ha sede il noto polo tecnologico. Il passo successivo consisterà nella individuazione delle due aree industriali da ricomprendere nella ZES. Come è noto, il Consorzio dell’Area di Sviluppo Industriale di Lecce, annovera ben sei Agglomerati industriali, e cioè, oltre a quello di Lecce-Surbo, le aree di Gallipoli, Galatina-Soleto, MaglieMelpignano, Nardò-Galatone e Tricase-Specchia-Miggiano, cui si deve aggiungere l’area industriale di Casarano, non consorziata.

Dopo una iniziale attenzione mediatica, l’argomento sembra caduto nel dimenticatoio, dando l’impressione di un ingiustificato disinteresse o viceversa di una irrevocabile decisione già assunta dalle autorità competenti. Il Coordinamento di Forza Italia di Galatina intende esprimere la propria preoccupazione per il rischio che l’area industriale della nostra Città resti esclusa da questa importante occasione di rilancio economico e di sviluppo.

Non possiamo tacere il fatto che una eventuale esclusione della nostra ASI dalla ZES, non solo causerà la perdita dei benefici economici e fiscali per i nostri imprenditori, ma spingerà verso altre aree ricomprese nella ZES, chi vuole investire e fare impresa. Il tutto, con buona pace di ogni buona politica di marketing territoriale e opportunità di sviluppo economico.

Offriamo quindi la nostra voce ed il nostro fattivo impegno e collaborazione all’Amministrazione Comunale di Galatina, per poter insieme perseguire l’interesse della nostra collettività alla conquista di questa significativa opportunità di sviluppo, consci che le legittime contrapposizioni politiche, non debbano essere di ostacolo, quando è in gioco l’interesse comune.

Il Coordinamento cittadino di Forza Italia

 
Di Marcello D'Acquarica (del 19/07/2016 @ 21:14:37, in NohaBlog, linkato 6493 volte)

Non so se avete mai fatto caso, ma ci sono delle persone che senza essere né arcipreti, né consiglieri delegati, né assessori, né altro, vivono Noha in una maniera tale per cui sembra che finalmente il paese gli appartenga. Voglio dire che hanno a cuore il bene comune del nostro paese, che in questo caso risponde al dolce nome di Noha.

Oggi incontro Michelino.

-Michelinu, qual è il tuo cognome?

“Barrazzo, con due erre e due zeta”,

Ci tiene a dirmelo e me lo ripete più volte. Mi racconta che è nato a Noha il 29 settembre del 1925. Incredibile, penso. Quest’uomo ha 91 anni di età. Non li dimostra. Sembra più giovane lui di tanti strapponi che si danno un sacco di arie dimostrando però di valere poco o nulla.

E’ nato da Angela Gabrieli e Antonio Barrazzo. Della sua mamma, in quattro e quattr’otto, mi sciorina tutta la dinastia. Mi dice che era figlia della Mmaculata, che abitava tre abitazioni dopo la mia casa paterna in via Aradeo. Michelino è cugino de u Cici. Sbotto in uno sprazzo di memoria: “L'Africanu!” E scoppia a ridere.

È contento Michele, è contento perché finalmente siamo sulla stessa frequenza. Veri abitanti del paese. Non ha fatto “scuole alte”, ma cura molto la sua immagine, sempre vestito di tutto punto, impeccabile nella sua sobria eleganza. Giacca, camicia e cravatta. Insomma un vero galantuomo. Non sempre è una regola, ma di solito, se curi te stesso tendi ad applicare la regola anche al  mondo che ti circonda. E infatti a Noha non è una regola. E’ un piacere parlargli, la sua voce è pacata e non manca mai di dirmi che è sempre pronto per fare il bene di Noha.

Non serve che io gli faccia altre domande. Attacca da solo. Mi parla della sua malattia che lo ha ridotto così dopo un lungo periodo di febbre alta, e che nonostante ciò vuole lottare come ha sempre fatto, come quando a Noha c’erano i comunisti delle Leghe che strapparono la terra ai padroni. Quella terra che per decenni gli ha dato da mangiare. La stessa terra che invece oggi è vilipesa, avvelenata, sciupata dai soliti “padroni”. Abbonda l’acqua ma guarda caso abbonda l’avidità e pur di fare quattrini, non badiamo a spese, e via così. Il cerchio si chiude con morti che ci lasciano attoniti a cui non abbiamo nemmeno il coraggio di pensare.

 Abbassiamo la testa e forse pensiamo che sia giusto così. Ha già capito dal mio sguardo sconsolato cosa mi aspetto, e parte: “ Vedi - mi dice - quando io avevo 16 anni a Noha c’era una guardia; quando ne avevo 25 c’era una guardia; quando ne avevo trenta c’era una guardia: sempre c’è stata una guardia. E adesso guarda come siamo ridotti. Parcheggiano ovunque”.

 “L’altro giorno – continua - ho detto a un giovane che aveva lasciato la macchina in mezzo alla strada, di spegnere almeno il motore. Tanti lo fanno, entrano dal tabaccaio e lasciano i motori accesi. Sai cosa mi ha risposto quello? Mi ha detto che se io non avessi avuto la stampella e fossi stato più giovane mi avrebbe preso a pugni. Gli risposi se era proprio sicuro che io non gliene avrei date altrettante.”

 Poi continua: “Fino a poco tempo fa, Lino (e indica Lino sparafochi, che combinazione in quel momento era seduto sul sagrato della chiesa) sapeva cosa doveva fare tutti i giorni. Apriva il chiusino laggiù e annaffiava le aiuole. Poi venne uno del comune di Galatina e chiuse il chiusino. Per qualche giorno è venuto un altro del comune a bagnare le aiuole, poi non è più venuto nessuno. Ecco, ora tutto è seccato. In questo paese non funziona niente.

Capisco che ci voglia una certa cifra per ristrutturare la torre con l’orologio o rifare il basolato della piazza, come hanno fatto quasi tutte le amministrazioni dei paesi circostanti, lo posso anche capire che sia difficoltoso. Ma dico io, che ci vuole a prendere 100 euro e cambiare il policarbonato della pensilina per la fermata dell’autobus? E la gente che fa? Se ne frega di tutto. Tutti benpensanti, buonisti di facciata. Nessuno che si espone per esprimere il proprio pensiero. Per non urtare la suscettibilità di qualcuno, del solito padrone o padrino”.

Questa volta resto senza parole. In questi anni di andata e ritorno da e fuori Noha, mi immaginavo cose che neanche provo più a pensare, tanto che sono deluso non solo per come  è ridotto il mio paese, ma soprattutto per la mancanza assoluta di Michelini.

Per fortuna che c’è ancora Michelino Santunuddhru. Un combattente che con il suo modo di fare e di essere mi dà ancora la forza di lottare e di andare avanti.

Marcello D’Acquarica

 

 

 

 
Di Mariano Michele (del 24/03/2014 @ 21:14:12, in NohaBlog, linkato 3116 volte)

UN SOLO COMUNE E UNA SOLA GIUNTA…per il

consorzio dei comuni di:

GALATINA-SOLETO-STERNATIA-SOGLIANO
CUTROFIANO-COLLEPASSO-NEVIANO
ARADEO-SECLI’

Nel disastro economico in cui ci troviamo a vivere, dal quale difficilmente nel breve periodo riusciremo a uscirne, è tempo che tutti concorrano per trovare soluzioni di risparmio per risolvere o quantomeno tamponare questa crisi economica senza precedenti, incominciando da dove è possibile senza vessare ulteriormente di tasse i cittadini già allo stremo delle forze.

Sarà una mia utopia ma, sogno che mettendo da parte vecchi e per certi versi stupidi e anacronistici campalinismi, i comuni vicini alla città di Galatina che facevano riferimento al bacino d’utenza della vecchia USL LE 7 si consorziassero tra loro al fine di risparmiare e ottimizzare i servizi. Dovrebbero dare vita ad una sola amministrazione comunale, con un solo sindaco, una sola giunta, con un solo consiglio comunale eletto avente consiglieri (ripartiti proporzionalmente in base agli abitanti) in rappresentanza di tutti gli ex comuni.

Nei paesi consorziati dovrebbe rimanere decentralizzato solo uno sportello dell’anagrafe e un distaccamento della polizia municipale. Tutto il resto nel comune capoluogo con:

-          Un solo segretario comunale

-          Un solo comandante della polizia municipale

-          Un solo centro meccanografico

-          Un solo centro di spesa

-          Una sola società di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani

-          Una società trasporti

-          Tutti gli uffici comunali centralizzati, (urbanistica, lavori pubblici, ecc. ecc.)

Si può immaginare da ciò quanti i milioni di euro risparmiati che con la ricaduta sulle cittadinanze andrebbero a far diminuire le tariffe compresa la tassazione sulla casa e a migliorare la qualità dei servizi .

Utopia ? Secondo me no. Questa è una bozza di lavoro elaborata da un cittadino sempliciotto come me, ma menti più illuminate se convincente dovrebbero farlo proprio e progettarlo più tecnicamente. La risoluzione dei problemi che ci attanagliano passano prima da questi possibili risparmi piuttosto che dal taglio dei servizi e l’aggravio di tasse sui cittadini.

Noha 22/03/2014

Lino Mariano

 
Di Antonio Mellone (del 18/03/2017 @ 21:13:41, in NohaBlog, linkato 3930 volte)

C’è una regola aurea che suona più o meno così: “La somma dell’intelligenza dei candidati a sindaco del comune di Galatina è una costante. Il loro numero è in deciso aumento”.   

Mancava giusto la candidatura di Daniela Sindaco per inverare il suddetto assioma e soprattutto per farci sedurre definitivamente dalla pOLITICA, quella scritta in maiuscolo (tranne la prima lettera).

Dopo lunghi e ponderati studi su pensieri, parole, papere e omissioni della Candidata nostra, il tutto consultando video, interventi pubblici, manifesti, sceneggiate napoletane, commenti a caldo, battute a freddo, post su face-book, e infine scritti vari che manco Natalia Ginzburg (anzi Ginseng), arrivi a un punto in cui non riesci più a capire se la locuzione che si enuncia con una sola emissione di fiato, vale a dire DanielaSindaco, sia uno pleonasmo o un ossimoro. Ah, saperlo. Lo scopriremo solo morendo.  

A Daniela la fascia tricolore da facente le veci (e talvolta le feci) del sindaco, indossata durante le processioni nohane, diciamocelo chiaramente, è sempre andata stretta. Ma non per la taglia (non ci permetteremmo mai nei confronti di una signora), ma perché lei merita decisamente di più: cosa sono queste supplenze, questi “delegati alla frazione”, queste seconde linee, questo “vivere all’ombra di qualcuno”, questa subordinazione al Pd di Gggalatina, quando invece si ha il piglio e la stoffa per essere il primo cittadino nonché contemporaneamente la primadonna?

E poi dopo dieci anni di onorata carriera sui banchi del consiglio comunale uno si conquista eccome il carisma del nuovo che avanza (oltre che del vecchio che è avanzato), e assurge al ruolo di sol dell’avvenire, nonché di faro, bussola, timone, cima, randa, parabordo, àncora, gommone e – tanto per rimanere nella metafora della barca a vela - pure di deriva. Da non tacere oltretutto il fatto che la Sindaco è uno dei pochi rappresentanti del popolo che nel corso della sua carriera pOLITICA, poveretta, ci ha pure rimesso economicamente, e di brutto (cfr. le sue ultime dichiarazioni dei redditi).

Noi siamo certi che grazie a Daniela Sindaco scomparirà definitivamente dal palazzo di città la pochezza cosmica che ha caratterizzato per molti anni un gran numero dei suoi inquilini. Magari per lasciare il posto a quella comica [ma per favore non attacchiamoci sempre al capello, ndr.].

Sì, qualche rosicone si permette di affermare che la nostra beniamina abbia molte doti nascoste, ma nascoste così bene che nessuno ne ha mai vista una; mentre il solito professorone insinua che essa scriva maluccio, parli peggio, con quell’eloquio involuto e supponente, a tratti da vaiassa partenopea, e possieda addirittura un raro fiuto nel non beccarne mezza.

Qualcun altro racconta quanto a suo tempo, insieme ad alcuni suoi compagni di merenda, fosse stata addirittura folgorata sulla strada di Collemeto dalla luce immarcescibile della mega-parcomania, tanto che si arrivò a vociferare sottovoce che Daniela non si limitasse a credere nei miracoli, ma ci contasse ciecamente. E qui si spiegherebbero la moltiplicazione dei cortigiani e dei pesci (lessi) e la fede orba nel novello centro commerciale di contrada Cascioni, diventata (con l’ultimo recentissimo colpo di grazia di Guido Aprea in Apnea) la nuova Medjugorje salentina.

I gufi locali asseriscono che tutto quello che la Sindaco tocca muore (politicamente s’intende). O quantomeno agonizza. Tutte chiacchiere senza distintivo. Infatti lei è sempre pronta alla posa della prima pietra. Che si tratti della tombale (o quella di un loculo nohano) è pura coincidenza. Dovrebbe saperne qualcosa, in merito, la fu giunta Montagna.

Un “compagno” ben informato sui fatti non la smette di raccontarci quanto l’anno scorso il PD di Galatina si mettesse a festeggiare tra sospiri di sollievo, giubilo e trenini dei cosiddetti militanti il definitivo allontanamento della Nostra dal partito. Pare addirittura che fosse passata, con tanto di delibera all’unanimità, una mozione sul cambio decisivo di significato del fuorviante acronimo del popolare consesso: da Partito Democratico a Pensioniamo Daniela (l’altra mozione era: Partita Definitivamente, con sottotitolo “ringraziamu Diu”).

Il saputello di turno ricorda infine che prima del referendum del 4 dicembre scorso - quello sull’attentato alla Costituzione definito con un certo sense of humor “riforma” - la Daniela dicesse a tutti che con la vittoria del “no” saremmo morti tutti, l’apocalisse sarebbe scesa sul pianeta terra e tutto sarebbe stato tragedia.

Per la verità la nobildonna nohana, dopo la batosta del referendum, scrisse sul suo profilo fb, tra le altre interessantissime elucubrazioni, quanto segue: “Praticamente siamo peggio che nella merda!”. Chissà perché voleva tirarvi dentro anche i tre quarti di Nohani che l’avevano sfanculata votando non esattamente come aveva chiesto l’avvocata de noantri (1816 no, contro 656 sì). Oggi per lei e per i suoi camerati è come se in fondo non fosse successo nulla. Ed è questo uno dei tanti problemi dei renziani: continuare a sentirsi indispensabili alla causa per la quale ci hanno messo la faccia (o quel che più le somiglia) e soprattutto non riuscire a capire che forse hanno sbagliato “lavoro”. Ma tant’è.

*

Noi ci dissociamo da tutte codeste cattiverie, bassezze e meschinità proferite sine ira et studio dai soliti invidiosi che meriterebbero di essere asfaltati così su due piedi. Anzi, convintamente ma soprattutto affettuosamente spezziamo una lancia in favore di una prossima ventura Daniela Sindaco al quadrato. Ce lo chiede l’Europa.

E poi, in fondo, è risaputo che Sindaco non si diventa: Sindaco si nasce. E lei modestamente lo nacque.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 27/11/2017 @ 21:12:36, in Comunicato Stampa, linkato 1456 volte)

È stato aperto questa mattina il Centro Comunale di Raccolta (CCR) in Viale Europa (Zona Fiera) dove i cittadini potranno consegnare, a titolo gratuito, i rifiuti. In questo modo si contribuisce a migliorare il servizio di raccolta porta a porta e si fa di tutto per porre fine al fenomeno dell’abbandono selvaggio dei rifiuti nelle campagne e lungo le strade della nostra città. Il Centro sarà aperto tutte le mattine (esclusi i giorni di giovedì e domenica) dalle ore 8 alle ore 13 e nei pomeriggi del lunedì e del sabato dalle 14 alle 17 e del giovedì dalle 14 alle 18. 
L’assessore all’ambiente Cristina Dettù, orgogliosa della riuscita del progetto, dichiara: “L’apertura del primo CCR a Galatina costituisce un importante ed ulteriore servizio di raccolta differenziata messo a disposizione del cittadino. La città e le sue frazioni, già virtuose in tema di differenziata, si arricchiscono di un nuovo servizio, frutto di un iter burocratico laborioso che si pone in continuità con il buon lavoro svolto dall’ex assessore Roberta Forte e che rappresenta un inizio per i progetti in ambito ambientale della nuova amministrazione Amante in un’ottica di differenziata e compostaggio in loco.”

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 06/05/2017 @ 21:12:05, in Comunicato Stampa, linkato 1971 volte)

Domenica 7 maggio alle ore 21:00, presso lo slargo dell'edicola di Piazza Alighieri, di fronte alla statua del Martinez, il candidato alla carica di primo cittadino, Paola Carrozzini, presenterà il suo programma.

I candidati delle liste: PD, Impegno Comune, Carrozzini Sindaco, Alleanza Civica e Galatina Popolare, saranno presenti per parlare insieme con i cittadini di un nuovo progetto per lo sviluppo di Galatina.

Comitato elettorale

 
Di Redazione (del 04/01/2017 @ 21:10:22, in Comunicato Stampa, linkato 1676 volte)

Protocollata questa mattina la richiesta per fare il punto sulle iniziative da intraprendere a tutela del “Santa Caterina Novella” e sugli impegni assunti dall’amministrazione sul tema dei migranti

«Non c’è tempo da perdere». L’imperativo di Giampiero De Pascalis, candidato sindaco della coalizione che vede alleati Cor, Psi, Udc e le liste civiche Agorà e La Città, riguarda due tempi caldi per Galatina: il declassamento dell’ospedale “Santa Caterina Novella” con la messa a regime nel tempo massimo di dicembre 2017 e l’accoglienza dei migranti. De Pascalis ha protocollato questa mattina la richiesta di incontro a Guido Aprea, commissario straordinario di Galatina, proprio su ospedale e accoglienza migranti. Per il primo punto l’obiettivo è di capire se Aprea intende intraprendere azioni a tutela dell’ospedale e quindi a salvaguardia della salute pubblica, mentre sull’accoglienza si tratta di approfondire quali impegni sono stati assunti dall’amministrazione e come eventualmente sarà gestito l’arrivo di queste persone.

«Sull’ospedale mi impegno a fare quanto possibile nella mia veste di candidato sindaco di Galatina – afferma De Pascalis – e intendo andare a fondo delle responsabilità politiche che hanno portato nel baratro quello che un tempo è stato un fiore all’occhiello della sanità pubblica salentina. Ma non mi limiterò a questo. È arrivato il momento di accendere i riflettori su come si spendono i soldi pubblici e lo spreco che si potrebbe determinare per adeguare strutture che non sono idonee al livello di prestazioni a cui sono state destinate dalle scelte politiche». Sprechi e garanzie per la salute, dunque, e sull’altra faccia della medaglia il problema dell’accoglienza e De Pascalis non le manda a dire.

«Da cittadino con la pancia piena e al caldo ho provato disagio e indignazione nel sapere che c’erano esseri umani che dopo mille traversie erano stati “accolti” in una struttura non idonea per quell’uso e costretti a dormire per terra senza riscaldamento e acqua calda». Questa l’immagine che De Pascalis ha voluto “scattare” sull’accoglienza fatta da Galatina nei giorni scorsi a favore di 62 migranti. «Ogni comune deve fare la sua parte – conclude De Pascalis –, ma rispettando la dignità di chi arriva qui e i diritti di chi è cittadino di questi territori. Chiederò al commissario straordinario quali impegni ha assunto l’amministrazione e come intende gestire gli eventuali flussi, premesso che la Fiera di Galatina e la palestra di via Montinari non sono luoghi idonei all’accoglienza».

Maddalena Mongio'

 
Di Antonio Mellone (del 15/03/2015 @ 21:09:19, in NohaBlog, linkato 3895 volte)

Gentile Daniela Sindaco,

in qualità di cittadino di Noha avrei bisogno di alcune informazioni in merito al romanzo comunale che ha per oggetto la vecchia scuola elementare di Noha di piazza Ciro Menotti ristrutturata ma anche no (per via di una cabina elettrica dal sen fuggita, anzi dal senno sfuggita). La quale scuola, dico, invece di diventare centro culturale polivalente, com’era nelle iniziali intenzioni del pubblico investitore, sembra essersi trasformata in un centro pollivalente, (nel senso di pollaio, con l’aggiunta di oche starnazzanti a destra e a manca).

Intanto volevo chiederti se avessi notizie di prima mano in merito al reale stato del cantiere di quell’edificio scolastico, soprattutto riguardo al famoso allaccio alla rete elettrica con i (sembra) necessari 50 kw in grado di mettere finalmente in funzione ascensore, apparecchiatura fotovoltaica (sai, per ammortizzare i costi della struttura) e soprattutto impianto di riscaldamento e condizionamento dell’aria (il che ci eviterebbe - per esempio nei pubblici convegni con interventi di relatori e/o pubblico anche esterni – oltre al freddo e al caldo, a seconda, altresì la solita figura da paese del terzo mondo). Sul tema potresti chiedere lumi, diciamo così, al tuo compagno di partito (o dipartito), al secolo ing. Andrea Coccioli, meglio noto come l’assessore del fare (ma soprattutto del dire).

*

Cara Delegata, non so gli altri nohani, ma io sono stanco di leggere, e da tempo, cronache poco edificanti sul conto di Noha, dei suoi rappresentanti, dei suoi immobili pubblici utilizzati come dependance di case private, manco fosse scritto nello statuto di quella struttura a mo’ di primo comandamento: ricordati di privatizzare le feste (socializzandone i costi).

Insomma: è vero quel che si vocifera e si scrive in giro? O è sempre e solo frutto di “strumentalizzazione politica” (alibi perfetto per ogni occasione)? Pensi che questa telenovela nohana avrà fine un dì, oppure si andrà avanti come al solito continuando a farci del male? Quali sono eventualmente le tue idee o quelle del tuo gruppo politico per questo centro culturale (che invero sembra nato male per finire peggio)? E’ dato conoscere il bilancio, o almeno i costi annui per il mantenimento della struttura? Non è che come al solito è tutto top secret ovvero non si ha la più pallida idea su come muoversi d’ora in avanti? E cosa dice o addirittura pensa Mimino Montagna nostro in merito alla vexata quaestio?

*

Nell’attesa di una risposta, possibilmente scritta (da pubblicare su questo sito), mi auguro che almeno i trenini che immagino si faranno nelle feste private al polivalente di Noha (magari con tanto di ritornello inneggiante a “Brigitte Bardot Bardooot”)non abbiano tutte ma proprio tutte le caratteristiche dei trenini de “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, quelli per i quali Toni Servillo, nei panni del giornalista Jep Gambardella, soleva dire: “So' belli i trenini che facciamo alle nostre feste, so' i più belli di tutta Roma. [...] So' belli. So' belli perché non vanno da nessuna parte”.

Antonio Mellone
 

A due anni dalla competizione elettorale che ha portato alla nascita dell’amministrazione di Marcello Amante e che ha determinato l’ingresso di Andare Oltre a Palazzo Orsini, il circolo cittadino fa il punto della situazione e traccia un primo bilancio. Lo fa al suo interno, tra i suoi esponenti istituzionali e il suo direttivo, e lo farà subito dopo attraverso momenti di condivisione dei risultati ottenuti in questa prima parte dell’impegno alla guida della Città insieme al sindaco e a tutti gli altri movimenti della maggioranza. In occasione di questo incontro, il coordinatore cittadino Pierantonio De Matteis (eletto all’unanimità nel corso dell’ultimo congresso tenuto circa un anno fa) ha chiesto al circolo di inaugurare una nuova fase politica che parta dall’individuazione di un nuovo coordinatore cittadino al fine di massimizzare la divisione dei ruoli e del lavoro in vista dei prossimi impegnativi mesi.

“I mesi che ci attendono – ha dichiarato De Matteis – saranno pieni di impegni amministrativi per i tanti progetti in cantiere che stiamo seguendo e che serviranno a proseguire sulla strada del cambiamento intrapreso quel 11 giugno 2017. Mi preme ringraziare tutti coloro che in questi due anni mi sono stati accanto e che non solo hanno supportato la nostra azione amministrativa ma hanno dato vita ad un circolo autonomo e attivo. Sono certo che il gruppo dirigente che da qui in avanti guiderà il circolo sarà all’altezza delle sfide che l’attende e metto a loro disposizione la mia personale esperienza e il mio ruolo istituzionale”.

L’imminente cambio al vertice del movimento cittadino è anche occasione per il presidente provinciale di Andare Oltre Pippi Mellone per esprimere la sua personale opinione sull’operato del circolo in questi ultimi tre anni, da quando cioè è nato nel 2016. “Andare Oltre si conferma un gruppo compatto, coeso e propositivo. Oggi il circolo è tra i più attivi della provincia con una propria specifica e autonoma identità frutto di una costante elaborazione politica e culturale. Sono certo che questa nuova fase valorizzerà il lavoro fin qui svolto nella consapevolezza che lo stesso De Matteis, seppur non più da coordinatore, continuerà a ricoprire quell’imprescindibile e per me unica guida politica che ha finora rappresentato.”

Il direttivo ha, quindi, ritenuto di nominare quale coordinatore cittadino Piergiuseppe Colazzo, già candidato nella lista di Andare Oltre nel corso delle consultazioni elettorali di due anni fa e ha, inoltre, manifestato la volontà di proseguire nell’impegno al fianco del sindaco Marcello Amante e della maggioranza che lo sostiene. “E’ per me motivo di orgoglio e stimolo incredibile assumere il ruolo di coordinatore di un gruppo fantastico. In ogni caso è mia intenzione esercitarlo insieme a tutto il direttivo, a cui rinnovo la stima e la fiducia, certo che proseguiremo nel percorso fin qui tracciato per la crescita del movimento e per il bene dell’Amministrazione e della Città tutta” ha dichiarato il neo coordinatore.

 Andare Oltre Galatina

 
Di Antonio Mellone (del 01/10/2014 @ 21:06:51, in NohaBlog, linkato 3486 volte)

E’ mai possibile che in questo comune fuori dal comune si dia il via libera ad un mega-impianto di compostaggio aerobico e giacché ci siamo anche ana(l)erobico, e nessuno, tranne il sottoscritto (che conta come il due di picche) e il povero Raimondo Rodia di Galatinablogolandia, osi alzare ciglio o storcere il muso o postillare qualcosa soprattutto in merito al fatto che il tutto si decida sempre sulla testa del cittadino, senza nemmeno sognarsi non dico di interpellarlo preventivamente ma quantomeno di informarlo su quello che gli capiterà a breve?

Certo, non mi riferisco qui ai sedicenti giornalisti copia-incollatori del “Quotidiano” ed alla loro opinione (semmai ne avessero una), né al noto redattore capo di sgualdrina.it (con rispetto parlando), ma alle teste pensanti galatinesi (posto che ne fosse rimasta qualcuna in giro), ai residui blogger non allineati e soprattutto non coperti, agli studenti non addormentati, ai comitati spontanei di cittadini, agli spiriti liberi superstiti e in grado di pronunciare il loro “invece”.

*

Nei giorni scorsi, come forse avrete avuto modo di leggere, è apparso un comunicato-stampa a siti unificati e a firme congiunte di tal Angelo Tondo (presidente ASI – l’acronimo starà probabilmente per Azienda Scempio Infinito o Agenzia Speculazione Immondizia), di Graziano Vantaggiato, sindaco del comune di Soleto, e, last and least, dell’ineffabile Cosimo Montagna (poteva mai mancare il nostro Mimino? Certo che no: quando si tratta di colpi di grazia lui è sempre il primo cittadino).

In codesto comunicato si legge che “finalmente” proprio all’ingresso di Galatina, provenendo da Lecce, in una traversa della SP 362, però in territorio di Soleto a “4 – 5 chilometri da tutti i centri urbani intorno” (nemmeno tanto distante in linea d’aria anzi di biogas dalla zona dove su 26 ettari quadrati verrà spalmato il Mega-Porco commerciale in Pantacom: se disastro deve essere sia completo), verrà piazzato un bell’impianto “anaerobico ed aerobico con produzione di compost di qualità [sic] da utilizzare nelle nostre campagne [sic], senza alcuna immissione di fumi nell'ambiente [sic]. Si tratterà quindi di un impianto all'avanguardia a servizio dei Comuni dell'ex ATO Le2, che ne trarranno immediato beneficio economico sulla tariffa [sic] e risolveranno finalmente l'annoso problema del conferimento della frazione organica dei rifiuti. La realizzazione degli impianti di compostaggio infatti ci libererà dalla schiavitù e dal disastro ambientale delle discariche [sic] dal rischio ambientale che ne deriva e dai cattivi odori [sic]”. Come si possa riuscire a concentrare in così poche righe un così alto numero di baggianate bisognerebbe chiederlo alla suddetta trinità firmataria, la quale probabilmente o non sa quello che dice e fa, oppure dice e purtroppo fa quello che noi ancora non sappiamo. Vediamo perché.

*

Intanto questa storia del mega-impianto aerobico e anaerobico.

E’ l’uno o l’altro? Perché entrambi? E come si deciderà quale frazione di rifiuti indirizzare alla prima e quale alla seconda linea? Forse che le bucce di banana saranno destinate al compostaggio anaerobico mentre gli scarti dell’industria casearia, per dire, a quello aerobico? Non è che saremo costretti a fare una differenziata nella differenziata (cioè una differenziata al quadrato)? Oppure la frazione umida proveniente dal Salento sarà digerita anaerobicamente mentre quella che acquisteremo dal resto d’Italia (necessaria al raggiungimento del quantitativo minimo per giustificare un impianto di quella portata) verrà sottoposta alla danza aerobica?

E’ stato detto per caso agli ignari cittadini che il gas derivante da una fermentazione anaerobica è un metano impuro (infatti solo il 50% è metano)? E che per un impianto, diciamo, da 1MW si hanno circa 30 milioni di mc di fumi prodotti all'anno, che equivalgono a tonnellate di gas nocivi (tra cui anche l'azoto ammoniacale)? Che la digestione della biomassa in assenza d’aria, fondamentale per la produzione del cosiddetto biogas, impone temperature medio-alte (in media 55°C) - con conseguenze anche sul microclima locale - per effetto delle quali si verifica una selezione batterica a favore di gruppi termofili, alcuni dei quali pericolosi per via della produzione di neurotossine mortali? Qualcuno ha mai fatto capire alla popolazione che il nostro territorio - tra centrali a carbone, fotovoltaico a iosa, pale eoliche, eccetera - è uno dei poli energetici più grandi d’Italia, tanto che buona parte dell’energia ivi prodotta viene letteralmente buttata via, e che dunque non vi è necessità alcuna di aumentare ulteriormente la produzione di KW con un altro impianto (stavolta a “biogas”)?

Lo sanno i vostri elettori che la FORSU (frazione organica dei rifiuti solidi urbani) destinata all’anaerobico deve essere trattata preventivamente con flocculanti e stabilizzanti chimici e che lo stabilizzato che fuoriesce dai digestori, il FOS, per quanto lo si integri con ammendante controllato (residui verdi) è a tutti gli effetti un rifiuto speciale inutilizzabile come compost in quanto dannosissimo all’agricoltura, e pertanto da trattare in discariche speciali? E che, a proposito di “benefici sulle tariffe” il prezzo per tonnellata del trattamento di questo rifiuto è doppio rispetto a quello pagato per gli altri RSU (residui solidi urbani)?

Ed infine, sempre a proposito di domande da porci, è questa la democrazia partecipativa per cui Roberta & Co. si son sempre battuti nella loro precedente vita?

Si attendono le solite risposte, cioè quelle che non arriveranno mai.

*

Ragazzi, questi personaggi da trinità dei morti son riusciti in men che non si dica a trasformare la terra dei fichi in una novella terra dei fuochi.

Questi sono proprio fuori. Come un bidone della spazzatura.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 21/03/2018 @ 21:05:21, in Comunicato Stampa, linkato 1778 volte)

La final four under 14 disputatasi il 15 e 16 marzo al PalaPanico , ha laureato campioni territoriali i ragazzi della BCC Leverano che, guidati da Luca Firenze, hanno battuto in finale la Pallavolo Azzurra Alessano.

Per il terzo posto i giovani di Laura Pendenza ed Antonio De Matteis hanno battuto i pari età della Fulgor Tricase , conquistando il bronzo e il pass per le fasi regionali . Rimane il rammarico di non aver disputato la finale  dopo una combattutissima gara con l’Alessano che, in vantaggio per 2 set a zero, è stato rimontato fino al 2-2 per poi prevalere al tie break(20-25,22-25,25-22,30-28 11-15).

Non posso rimproverare nulla ai miei, esordisce emozionata e senza un filo di voce mister Pendenza, che hanno dato tutto ,soprattutto caratterialmente ,dopo essere stati in svantaggio di due set a zero. La reazione avuta, onestamente, alimentava speranze  di staccare il biglietto per la finale , ma……il tie break ha premiato l’Alessano. Ora prepariamoci a fare esperienza fuori provincia e in un contesto tecnicamente più elevato. Un bravo a tutti”.

Il terzo posto non è mai stato in discussione per capitan Moscara e compagni partiti “ sparati” nella prima frazione  con una serie di servizi di De Matteis che hanno lasciato a zero punti gli avversari e conquistando anche il secondo set. La reazione della squadra del prof. De Blasi è giunta nel terzo set conquistando a 17 quel parziale, per poi cedere alla spinta dei padroni di casa nel quarto ed ultimo set.

Nella finalissima è prevalsa la supremazia tecnica del Leverano che perso il primo set ,contro il gruppo  del compianto Tonino Negro, ha dato un ‘accellerata all’incontro chiudendolo con facilità per 3 a 1.

Alla cerimonia di premiazione è intervenuto il vertice FIPAV territoriale , presieduto da Pierandrea Piccinni e dal consigliere Piero de lorentis, il primo cittadino di Galatina Marcello Amante,  l’assessore alle politiche sociali e allo sport Maria Rosaria Giaccari  e il presidente Corrado Panico  della SBV OLIMPIA  , organizzatrice dell’evento.

Il buffet finale condiviso da atleti , genitori e tifosi ha suscitato un unanime apprezzamento sotto l’aspetto gastronomico ed organizzativo ,il cui merito va alla coordinatrice della manifestazione, Zaira Gemma e al vice presidente Salvatore Cucurachi ,che hanno saputo coinvolgere i genitori dei nostri ragazzi nella preparazione di dolciumi e prelibatezze culinarie, nonché di omaggi floreali alle donne presenti.

Un momento di commozione molto partecipativo da parte di tutti gli astanti è stato il ricordo dell’allenatore dell’Alessano Tonino Negro ,scomparso da pochi giorni, ricordato dai suoi allievi con uno striscione e dalla società SBV OLIMPIA GALATINA con una targa commemorativa consegnata ai suoi familiari.

Un ultimo ringraziamento lo estendiamo ai responsabili delle società che hanno ceduto le loro ore d’allenamento per far fronte allo svolgimento della manifestazione e ai gestori dell’impianto sempre disponibili , negli orari più disparati, a rendere agibile il palazzetto.

Questi gli atleti medagliati che parteciperanno alle fasi regionali, verosimilmente nei primi giorni di aprile, battagliando nel girone D con la seconda classificata del Comitato di Taranto e con la sesta classificata del Comitato Bari/Foggia.

BALDARI ANDREA ,GIANNUZZI LORENZO,PERRONE DIEGO,DE MATTEIS LORENZO, MOSCARA MATTEO,PANICO JACOPO,ARCADI MARCO,MURRONE MATTIA,MAGURANO ANTONIO,FUNEDDA FRANCESCO,DE GIORGI MATTIA .

Piero de lorentis

AREA COMUNICAZIONE

SBV OLIMPIA GALTINA

 
Di Albino Campa (del 18/12/2017 @ 21:05:11, in Comunicato Stampa, linkato 1181 volte)

L'eterno conflitto. Percezione di un’incompatibilità di obiettivi.

Ciò che vuole una delle due parti viene considerato dall'altra lesivo dei propri interessi.

Così l'ostilità è massima e tendono ad emergere risposte sociali negative, quali atteggiamenti pregiudiziali, valutazioni viziate, con la probabilità che si inneschi una spirale di aggressività e di violenza.

Ciò che è accaduto in questo periodo in alcuni circoli cittadini del PD salentino e l'inasprimento di misure eccessivamente militarizzate ne sono l'amara e triste constatazione. Dimostrazione di come un conflitto gestito male e che può degenerare in violenza limitando le libertà di confronto.

Gestito male nella comunicazione, prima di tutto. Perché è bene ricordare che all'interno del PD salentino e regionale, non si è contro la realizzazione del gasdotto ma, non si riesce a fare fronte comune solo sull'approdo.

Brindisi o Melendugno? L'eterno conflitto.

Appurata dunque la non contrarietà nei confronti dell’opera, il PD avrebbe tutto l'interesse a garantire il riconoscimento e l'espressione di entrambe le identità che lo animano. Un'unità annunciata, ma mai concretamente realizzata. Una coesistenza tra correnti che non si incontrano e che fa galoppare le destre.

Per questo il nostro circolo cittadino lavora faticosamente nell'accettare la presenza di una certa eterogeneità all'interno del proprio gruppo. Ma lo fa con assoluta convinzione che solo attraverso il confronto, il dialogo, il rispetto delle posizioni altrui, la volontà di valorizzare le somiglianze e considerare le differenze, si può sperare nella riduzione di una minaccia che in questo periodo è così percepibile e palpabile. La minaccia di azioni violente, al di fuori della legalità che vanno sempre  e in modo fermo respinte Indipendentemente dalla propria posizione, la voglia di dialogare deve prevalere sempre di fronte a chi preferisce eccessi e agitazioni, a confronti e proposte.

Il Partito Democratico di Galatina

 

A fine giugno scorso abbiamo lanciato una petizione per chiedere che il Mar. Masi venisse restituito al Nucleo investigativo dei Carabinieri di Palermo. (http://www.change.org/it/petizioni/presidente-della-repubblica-italiana-restituite-il-mar-masi-al-reparto-investigativo-dei-cc-per-la-cattura-dei-latitanti)

Sapevamo bene che le petizioni in genere non sono prese in considerazione dai destinatari, ma a noi premeva che tanta gente conoscesse la storia del coraggioso carabiniere che ha scelto di seguire la sua coscienza ed onorare il giuramento fatto sulla Costituzione, attirando su di sé ogni sorta di allucinante situazione, piuttosto che voltarsi dall’altra parte e fare carriera assicurandosi una vita tranquilla.

Per questo, non solo on line, ma anche in tante città d’Italia, oltre a manifestare il nostro sostegno al Mar. Masi, abbiamo raccolto le firme sui banchetti in modo da poter condividere il nostro sdegno ed ogni cittadino firmatario potesse diventare un nuovo megafono di consapevolezza rispetto a questa incredibile vicenda, volutamente e servilmente ignorata dall’informazione ufficiale, a parte pochissimi rari esempi di Giornalismo che hanno deciso di raccontarla malgrado le intimidazioni a forma di querela.

I plichi contenenti ben 6.580 firme, di cui circa 2.000 raccolte nelle piazze, sono stati spediti lo scorso 17 ottobre ai tre destinatari della petizione, a mezzo Racc.ta a R. 1:

Al Presidente della Repubblica Italiana

Al Ministro della Difesa

Al Comandante generale dell’Arma dei carabinieri

L’appello è stato sottoscritto da diversi esponenti del Giornalismo, dello Spettacolo, della Cultura, della Politica, dei familiari di Vittime di mafia e dai tantissimi cittadini che vogliono ancora sperare di poter vivere in un paese che non debba condannare alla morte civile un Servitore dello Stato che, per il suo spirito di servizio, è già stato terribilmente penalizzato. E non solo lui, ma anche noi, visto che privare il Nucleo Investigativo di un Investigatore del suo livello, certamente non fa bene al Paese oltre che all’Arma stessa.

Tra i primi firmatari ricordiamo:  Salvatore Borsellino, Angela, Gino e Gianluca Manca, Petra Reski, Sabina Guzzanti, Giorgio Carta, Redazione di AntimafiaDuemila, Fiorella Mannoia, Giulio Cavalli, Loris Mazzetti, Pippo Giordano, Angela Napoli, Cosa Pubblica, Enzo Guidotto, Giusy Traina, Associazione Antimafia Territorio e Legalità, Loredana Cannata, Isa Ferraguti, Caterina Liotti, Laura Caputo, Cinzia Franchini, Michela Rinaudo (Lina La Mattina), Vincenzo Agostino.

L’esito di questo caso sarà  la certificazione di un paese che, se questo appello rimanesse inascoltato, prendendo in prestito le parole quanto mai appropriate di Loris Mazzetti, ricorderebbe più il Cile di Pinochet che l’Italia di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

 
Galatina, 28/10/2014
 
Anita Rossetti

Coord. Gr. “Sognatori Resistenti R.Fonte e A. Montinaro” – Salento

Email: anitarossetti@alice.it

 
Di Antonio Mellone (del 22/03/2014 @ 21:04:49, in NohaBlog, linkato 3630 volte)

Ogni volta che la mia amica Anita Rossetti del popolo delle Agende Rosse di Galatina m’invita ad una manifestazione antimafia (chiamiamola così per semplificare) sono colto da un duplice viluppo di sentimenti contrapposti. Da un lato sono contento, eccome, certo di incontrare gli amici ed i compagni di tante battaglie, di ascoltare parole tratte finalmente da un vocabolario non stantio e lontano dai luoghi comuni, di conoscere altre persone, di arricchirmi culturalmente, di sentirmi a mio agio, insomma; dall’altro, sono infastidito, che dico, amareggiato, terrorizzato nel registrare le topiche assenze eccellenti, ovvero gli atteggiamenti decrepiti o boriosi dei soliti noti in caso di loro presenza (e non so, a questo punto, cosa sia peggio, se la loro assenza o la loro presenza), conditi da interventi talvolta fatti solo per dare aria alla bocca.

*

Lunedi 17 marzo scorso, per dire, ero nella platea del teatro delle Gallerie Tartaro di Galatina al convegno “Identità in dialogo # patriasenzapadri”, organizzato dall’assessorato alla cultura del comune, al quale ha partecipato Massimo Ciancimino, in collegamento video, intervistato dalla giornalista e scrittrice Petra Reski (nota in Italia e all’estero per la sua produzione letteraria di denuncia della criminalità organizzata, cfr. Wikipedia e siti vari).

Anche in questa occasione ho provato i due opposti grovigli di sentimenti, come dicevo all’inizio di queste note.

Da un lato ho avuto il piacere di re-incontrarmi con Anita, di conoscere di persona Petra Reski, di conversare brevemente ma amabilmente con Rita Toscano (impegnata in qualche modo nell’organizzazione della serata, e attivissima nella promozione della neonata stagione teatrale galatinese), di scambiare due parole con Eleonora Longo (la nostra turbo-dirigente scolastica, sempre presente in manifestazioni di questo tenore: che bello, e che esempio per docenti e discenti), di confrontarmi prima dell’inizio del convegno con l’assessora Daniela Vantaggiato – che, devo ammettere, oltre che “coraggiosa” nell’organizzare l’evento con il figlio del defunto boss Vito Ciancimino, è stata davvero in gamba nel presentare la serata al pubblico, oltretutto con una dizione ed una cadenza finalmente senza pesanti o meschine inflessioni, cosa rara a Galatina e dintorni (vedi, prof. Vantaggiato? stavolta non scrivo per cantartene quattro, ma per riconoscere la tue capacità: ciò che giusto è giusto), di conservare il posto a sedere ad Alfredo Melissano (endemicamente in ritardo, nonostante da queste parti i convegni inizino puntualmente con almeno i tre quarti d’ora accademici di mora), di stringere la mano a Tommaso Moscara (congratulandomi per l’impegno e l’impeccabile regia), di salutare Angela Beccarisi (con la quale basta uno sguardo d’intesa, senza tanti fronzoli). Ed ancora di assistere alla stupenda performance artistica dell’ouverture da parte degli studenti del Liceo Classico “P. Colonna”, alcuni dei quali sono anche redattori della bella rivista “Intervalla Insanie” (ragazzi, io sono con voi, e lotto anch’io per il diritto di parola. Difendiamolo insieme dove manca, dove indietreggia, dove rallenta. E se questo dovesse costarci caro, paghiamone allegramente il prezzo: anche questa è responsabilità civile). E, non ultimo, di ascoltare le parole di Massimo Ciancimino, che con le sue dichiarazioni ha squarciato il velame del segreto che accomuna pezzi di Prima e Seconda Repubblica, ministri e alti ufficiali mendaci e smemorati, politici ipocriti, e istituzioni, apparati, forze dell’ordine, servizi di sicurezza, e pure qualche cardinale. E siamo nel campo della famosa “trattativa stato-mafia”, come riportato anche nel suo libro “Don Vito”, scritto con Francesco La Licata (Feltrinelli, Milano, 2010).

Molti scordano, o forse non lo sanno (affaccendati come sono sempre stati in tutt’altre faccende) che, grazie alla testimonianza di Massimo Ciancimino, molti politici (che magari hanno pure fatto carriera tramandandosi la scatola nera dei loro segreti inconfessabili anche su stragi e trattative) dapprima muti come pesci sono stati costretti a ritrovare la memoria e la loquacità, e hanno dovuto ammettere, tra mille arzigogoli e contraddizioni, che sì, una certa trattativa c’era stata, e che il patto di omertà era stato devotamente rispettato, soprattutto, guarda un po’, dagli uomini del cosiddetto Stato.

Sì, signori, c’è da constatare purtroppo che il lemma Stato per alcuni è solo un participio passato.     

*

Ma a fronte dei sentimenti belli e positivi sopra evidenziati, sono stato costretto, dall’altro lato, a provare l’amara sensazione, con tanto di ruzzolone da parte delle mie braccia (per non dire la cascata di un altro binomio anatomico meno oblungo e più sferico) nell’ascoltare e soprattutto nell’osservare la prestazione pubblica del mio sindaco, al secolo dott. Mimino Montagna.

Orbene, io m’aspettavo di sentire la voce del Montagna riecheggiare altissima in quella sala teatro - tanto da far tremare le belle capriate lignee di cui sono costituite le sue arcate - e scandire con tutti i decibel possibili ed immaginabili locuzioni del tipo: “Anch’io voglio conoscere la verità, come cittadino ed in nome del mio popolo. E non importa da chi proferita, questa verità”.

*

Invece ho dovuto assistere ad uno spettacolo un po’ così, ed ascoltare ancora una volta un uomo pubblico blaterare frasi non saprei dire fino a che punto proferite sul filo della logica.

Oltretutto, il mio sindaco, forse ignaro delle più elementari norme del bon-ton istituzionale (anzi del galateo tout-court), sprofondato nella sua poltrona piazzata sul quel palcoscenico tra la giornalista ospite e la sua assessora alla Cultura, così, davanti agli spettatori e per quasi tutto il tempo si mette pure a compulsare la tastiera del suo telefonino (o i-phone o cosa cavolo fosse), come uno sbarbatello qualunque all’oscuro delle regole della buona creanza. Peggio che ruminare un chewing-gum durante l’interrogazione in classe.

Non so se stesse comunicando compulsivamente con i suoi amici di face-book, o se si fosse messo a comporre più anacronistici sms, o se cercasse ostinatamente qualche sito o qualche pagina di Wikipedia in cui vengono riportate le condanne penali di Massimo Ciancimino, o se magari avesse un filo diretto in chat con il leader del suo partito, nonché corrente, il premier Renzi (sì, quello che sta trattando – a proposito di trattativa – con il delinquente conclamato per frode fiscale, il noto no-cav., addirittura per cambiare la nostra carta costituzionale), o tutte queste cose contemporaneamente.

Sta di fatto che quando è arrivato il suo turno, il sindaco di Galatina [cfr. video in calce a questo articolo prodotto da Inondazioni.it] ha biascicato asserzioni della serie: “Il libro scritto da Ciancimino non esprime verità assolute” (e chi l’ha mai pensato. Le dichiarazioni e i documenti del testimone vengono verificati e riscontrati con rigore e puntualità dagli inquirenti: i quali tutto hanno men che l’anello al naso. In un caso, per dire, per un documento manomesso lo stesso Ciancimino è stato indagato dai medesimi magistrati con cui collabora. E questo non invalida mica la montagna della documentazione prodotta e già riscontrata, ma la conferma, di più, la corrobora); e successivamente:  “Quindi prendiamo con tutte le capacità critiche il suo contenuto” (grazie sindaco, meno male che ci sei tu a ricordarci di aver senso critico); e ancora: “Lo stesso Ciancimino è stato arrestato e condannato per riciclaggio” (e questo inficerebbe per caso la sua attendibilità circa la testimonianza sulla trattativa? Mi sfugge la correlazione, il nesso di causalità); e dunque: “siamo di fronte ad una situazione dettata dalla cronaca” (ovvio, se fosse storia anziché cronaca non saremmo di fronte ad un tribunale penale); e sentite quest’altra: “Il modello che proponiamo nel rapporto padre-figlio è un modello non-positivo” (ah no? Un figlio che, anche mettendo a repentaglio la sua vita, abiura l’operato di un padre mafioso e soprattutto la sua mentalità scellerata non è un modello positivo da proporre alle giovani generazioni, e giacché ci siamo anche alle vecchie?); e, chicca delle chicche: [qui si parla di] “eventuale trattativa Stato-mafia” (eventuale? Casomai interessasse a qualcuno, quei disturbatori della quiete pubblica riuniti nell’Associazione vittime di via dei Georgofili, guidata da una donna straordinaria, Giovanna Maggiani Chelli, hanno reso noto la sentenza con la quale la Corte d’assise di Firenze il 5 ottobre 2011 ha mandato all’ergastolo l’ultimo boss stragista, Francesco Tagliavia: “Una trattativa – scrivono i giudici nelle motivazioni – indubbiamente ci fu e venne, quantomeno inizialmente, impostata su un do ut des. L’iniziativa fu assunta da rappresentanti delle istituzioni e non dagli uomini di mafia”). Punto.

Mentre ascoltavo queste considerazioni sindacali mi chiedevo: ma interessa ancora a qualcuno sapere perché nel 1992 è morto Paolo Borsellino con gli uomini della scorta? Sapere perché l’anno successivo sono morte 5 persone e 29 sono rimaste ferite nell’attentato di via dei Georgofili a Firenze, altre 5 sono morte e altre 10 sono rimaste ferite in via Palestro a Milano, altre 17 sono rimaste ferite a Roma davanti alle basiliche? Interessa a qualcuno tutto ciò, a parte un gruppetto di pubblici ministeri, giornalisti e cittadini irriducibili come l’Anita Rossetti? Oppure la verità su quell’orrendo biennio è una questione privata fra la mafia e i parenti dei morti ammazzati?

*

Non rischiamo che la nostra antimafia sia ridotta ormai ad una salmodiante ripetizione di giaculatorie stucchevoli come ad esempio: “tutti uniti contro la mafia”, o come: “mai abbassare la guardia”? Non rischiamo davvero di diventare come un popolo che si commuove ma che non si muove? E che dire poi delle corone di fiori da parte delle cariche dello stato ad ogni livello, dei messaggi-farsa nelle giornate della memoria istituite ad hoc, dei discorsi ipocriti, della favoletta dello Stato da una parte e dell’Antistato dall’altra?

E come non considerare ancora come mafia brigare dietro le quinte, scendere a compromessi, depistare, insabbiare, occultare, sopire e troncare, trattare, votare scudi fiscali, non concedere un bomb-jammer a Nino Di Matteo (al quale si vorrebbe far fare la stessa fine di Falcone e Borsellino), perorare “le grandi opere”, dare autorizzazioni alla cementificazione del territorio, contribuire alla creazione di costosi mega-impianti di ogni tipo, magari in nome delle “ricadute”, del “volano per lo sviluppo”, e ultimamente anche in nome dei rifiuti zero?

*

Bene ha fatto, ancora una volta, Daniela Vantaggiato a ricordarci, a conclusione dei lavori, che sta a noi “assumerci la fatica della conoscenza”, e “conoscere vuol dire leggere un libro, ed anche qualche altra cosa” (magari non la solita testata caltagironea in testa alla classifica delle edicole locali), a rimetterci in discussione, cioè “rimescolare i pezzi, e anche a tentare di dare un nuovo ordine, anche se provvisorio”, e soprattutto “ritrovare il senso della condivisione” e “ricostruire una civiltà dei rapporti”. D’accordissimo signora.

*

Nell’attesa che sempre più persone si assumano questa benedetta “fatica della conoscenza” la trattativa stato-mafia rimane, per i più, “eventuale” o “presunta”.

Invece per noi altri supposta.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 19/02/2014 @ 21:03:23, in Comunicato Stampa, linkato 2596 volte)
Domenica 16 febbraio si è svolto il congresso cittadino di Sinistra Ecologia Libertà. Sono intervenuti Francesco Luceri (coordinatore uscente), Danilo Scorrano (Segreteria Provinciale SEL) e i segretari o delegati di tutto il centro sinistra galatinese.
Il costruttivo confronto tra il coordinatore di SEL Galatina e i rappresentanti del centro sinistra ha portato all’emergere di punti di convergenza tra le linee guida comuni e ha evidenziato la necessità di eliminare alcune difficoltà nel sistema comunicativo tra i diversi circoli locali. Il coordinatore uscente ha ricordato, nella sua relazione di apertura, il contributo svolto da SEL nella campagna elettorale che ha portato all’elezione dell’Amministrazione Montagna e ha sottolineato che, nonostante l’assenza di un proprio rappresentante all’interno della Consiglio Comunale, il circolo continua a svolgere una funzione di vigilanza sull’operato dell’Amministrazione, affinché non si discosti da quanto previsto nel programma: «la nostra, ha detto Luceri, è una posizione di appoggio critico, laddove per critico è da intendersi una critica positiva, propositiva, costruttiva e non il contrario». Il coordinatore ha evidenziato, inoltre, come su alcuni punti dell’operato svolto finora nel Governo cittadino, il parere di SEL rimanga fortemente negativo: «basti citare lo sciagurato caso del megaparco di contrada Cascioni: una scelta infelice che non risolve i problemi ma li acuisce, che promette senza poter mantenere, che distrugge senza creare». A questo progetto si doveva contrapporre il «rilancio del centro storico di Galatina, del cuore di Galatina, un “megaparco culturale”, che investisse su ciò che abbiamo, potenziandolo, migliorandolo». Segue, su molti punti anche critici, la disponibilità di SEL al confronto costruttivo «affinché si faccia qualcosa di buono e di duraturo e che, soprattutto, rispetti la nostra specificità culturale, il nostro Valore culturale. Galatina ha bisogno di buona politica, di chiarimenti, di risposte, non di favoritismi, non di sotterfugi, non di becero e vigliacco clientelismo. In caso contrario, ha concluso il coordinatore uscente, le reali possibilità di questa città (cultuali, turistiche, commerciali, artistiche, imprenditoriali, ma soprattutto umane, non verranno mai sviluppate».

I delegati dei partiti intervenuti (PSI, IdV, PRC, PCI e PD) hanno accolto di buon grado la delineazione delle direttive comuni a ciascun gruppo politico e, pur sottolineando la specificità individuale delle diverse posizioni politiche, hanno auspicato la riuscita di una buona e collaborativa linea di azione per il bene di Galatina. Al termine della fase istituzionale del congresso, i lavori dell’assemblea hanno portato alla riconferma e al plauso unanime di Francesco Luceri come Coordinatore del circolo e hanno eletto nel Coordinamento cittadino Maura Congedo, Biagio Greco, Marco De Lorenzis, Giuliano Negro, Silvia Maglio, Manuela Patera. Il circolo si è, inoltre, organizzato in Commissioni lavoro riguardanti le aree di maggior interesse della politica cittadina che avranno il compito di coadiuvare l’operato del Coordinamento per la realizzazione del proprio progetto politico.

 
Ufficio stampa
Sinistra Ecologia Libertà Galatina
 
Di Redazione (del 06/09/2019 @ 20:55:08, in Comunicato Stampa, linkato 1101 volte)

Sarà una coincidenza o è un po’ sospetto questo improvviso interesse per gli ospedali di base del Salento a una manciata di mesi di distanza dal rinnovo del Consiglio regionale? Il presidente de La Puglia con Emiliano e vice presidente della III Commissione Sanità, Paolo Pellegrino, con un comunicato stampa tenta di riaccendere gli entusiasmi dei territori affermando che: «Il piano di riordino è un atto dinamico e Asl di Lecce effettua opportune verifiche». Parla, il consigliere Pellegrino, «delle difficoltà degli ospedali di Copertino, Galatina e Casarano, classificati ospedali di base secondo le linee del piano di riordino. Certo, la loro storia e la loro attività a favore del territorio salentino è innegabile e ha reso quindi poco accettabile tale classificazione».

Il consigliere Pellegrino rende noto che «la direzione strategica della Asl di Lecce sta operando per attenuare al massimo le eventuali criticità che si possono riscontrare nella concreta scansione dell’attività sanitaria operando, seppur all’interno del piano di riordino, le opportune correzioni». Se per opportune correzioni intende le soluzioni al ribasso che sono state fatte a Galatina e peraltro interrotte, diciamo “no grazie”. La battaglia per difendere il nostro diritto alla salute vede un ricorso pendente al Tar di Lecce che sarà discusso il prossimo mese di novembre, un altro ricorso che presenteremo a fronte dell’ultima delibera di luglio sul Piano di riordino. Aggiungo per sollecitare la memoria dei politici, ci sono settemila firme che abbiamo raccolto per ribadire che non siamo cittadini di serie B.

Al consigliere Pellegrino suggerisco di leggere la delibera sulla riorganizzazione degli ospedali di Copertino e Galatina in modo che possa rendersi conto che il nostro ospedale, pur essendo classificato di base, non ha neppure i reparti previsti dal Dm 70. Sono indignato, innanzitutto come cittadino, dell’uso strumentale che viene fatto della sanità. Se la Regione vuole discutere seriamente con i territori io sono pronto a farlo per Galatina. Il resto sono solo parole al vento.

Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis

Giampiero De Pascalis

 
Di Redazione (del 25/09/2021 @ 20:52:54, in Comunicato Stampa, linkato 524 volte)

Con determina 1459 del 14.09.2021, pubblicata sull’Albo Pretorio comunale il 20.09.2021, è stato preso atto dell’esito della gara di appalto per l’assegnazione dei lavori di “ammodernamento, manutenzione straordinaria e messa in sicurezza” di alcune strade del centro cittadino e delle Frazioni di Collemeto e Noha. E’ rimasta a secco la cenerentola Santa barbara. I lavori si limitano a mettere qualche pezza, rifare brevi tratti del manto stradale, che renderanno le strade prescelte meno disagiate, ma non serviranno a metterle in totale sicurezza.   

La Ditta Pietro De Pascalis Srl di Galatina è risultata vincitrice della gara d’appalto, per un totale complessivo di 431.685,32 euro, avendo presentato un’offerta con ribasso di circa il 6 per cento sulla spesa preventivata di 481.797,98 euro, con un risparmio per le casse comunali di oltre 50.000 euro. Il maggiore risparmio, ci auguriamo, non influisca sulla qualità dei materiali, la regolarità dei lavori o, peggio, sui lavoratori. La delibera resterà esposta all’Albo Pretorio sino a 5 di Ottobre, dopodiché, se non vi saranno osservazioni o ricorsi, potranno iniziare i lavori di “toppettatura”.   

Qualcuno, ma se lo chiedono tanti cittadini, ha chiesto chiarimenti sui criteri di scelta di alcune strade e l’esclusione di altre. Non vogliamo pensare a favoritismi, scelte clientelari, manovre pre-elettorali, ma, anche altre strade meritavano un’attenta considerazione. Infatti, vi sono alcune con il manto stradale interamente sconnesso e prive in parte dei marciapiedi; nel Centro Antico, vi sono strade e vicoli, vicine ai nostri gioielli architettonici, mai come quest’anno meta dei tantissimi turisti arrivati a Galatina, che avrebbero meritato maggiore attenzione; infine, sarebbe stato più utile intervenire su un’area specifica, di quelle più degradate, come da noi segnalato, nel Rione Italia, in particolare le vie Imperia, Vercelli, Rieti, Savona, Nuoro, Frosinone e Potenza.         

Ma tant’è. La gara è stata espletata, l’appalto assegnato, i fortunati, prima della scadenza elettorale della prossima primavera, potranno uscire ed entrare dalle propri abitazioni in sicurezza, almeno per quanto riguarda la viabilità.

Scorrendo l’Albo Pretorio non abbiamo però trovato traccia dell’utilizzo del finanziamento di 554.851,39 euro concesso dalla Regione Puglia, con determina 402 del 22.07.2021. Assieme all’elenco, reso noto dall’Assessore ai Lavori Pubblici, Raffaele Piemontese, nel quale Galatina occupa il posto n. 87, si comunica l’approvazione del Programma “Strada per Strada”, in cui sono  disponibili risorse per 100 milioni di euro, destinate al finanziamento di interventi per il ripristino di opere pubbliche o di pubblico interesse, soprattutto per la manutenzione e messa in sicurezza di tratti della viabilità comunale e delle relative pertinenze (marciapiedi, cunette, barriere di sicurezza, segnaletica, ecc.) che, in evidente stato di degrado e dissesto, costituiscono fonte di grave pericolo per l’incolumità pubblica.

Che fine ha fatto questo importante gruzzoletto regionale? Gli amministratori se ne sono in così poco tempo dimenticati? Il personale è insufficiente per disporre la progettazione e attivare la spesa?  Anche questo finanziamento finirà nell’elenco delle “occasioni perdute”?

PARTITO DEMOCRATICO

CIRCOLO DI GALATINA       

 
Di Albino Campa (del 22/11/2006 @ 20:51:19, in Racconti, linkato 3046 volte)

" Cari amici il nostro sito va arricchendosi giorno dopo giorno di articoli, racconti, 'cunti', opere d'arte... Come queste di Marcello D'Acquarica, un nostro amico nohano, cittadino del sole, ma dimorante nell'Italia del Nord, al quale inviamo ringraziamenti e tanti complimenti per i suoi geniali contributi. Che sono sempre benvenuti ".

Anime

 Si raccontava, fra l’altro, che una sera lo zio Teodoro, dopo aver trascorso la serata in paese con gli amici, alla “putea” , tornava  a casa in campagna.

Ad un certo punto  cominciò a sentire un lieve battere sulla spalla.

Preso dallo spavento, non ebbe il coraggio di voltarsi e  prese  a pedalare con più grinta.  Il battito però non diminuiva, anzi  aumentava con la stessa velocità della bici.

Giunto finalmente davanti a casa, spalancò la porticina e dopo essere entrato in casa sprangò l’ingresso dall’interno.

Qualcuno sostiene che lo zio  al mattino seguente trovò dietro la porta le orme di chi lo aveva inseguito fino all’uscio. Qualcun altro racconta che era stata la cravatta a battergli sulla spalla. Qualcun altro ancora afferma che quel battito fosse uno degli effetti della serata trascorsa alla “putea” in compagnia degli amici e di un buon bicchiere di negramaro.

Povero zio Teodoro.

 

 

 

Condivido molte delle riflessioni fatte dal deputato galatinese Leonardo Donno nella lettera aperta con la quale propone un patto per la città da sottoscrivere tra le forze politiche che hanno sostenuto il Conte 2. Ebbene, se il deputato Donno fosse appena sbarcato da Marte non si potrebbe far altro che applaudirlo per aver messo il dito nelle “piaghe” di Galatina e per la proclamata volontà di cambiare volto alla città. Ma Donno non viene da Marte e invece opera, banalmente, la solita iniziativa da campagna elettorale con le parole che ormai sbandierano tutti: da destra a sinistra, senza che poi si coniughino ad azioni concrete.

Che non abbia concluso nulla di utile per Galatina lo ammette lui stesso quando in un passaggio della sua lunga lettera, scrive: «Abbiamo un quartiere fieristico abbandonato a se stesso. Ho provato a dare un input per realizzare un progetto, per tentare di farlo finanziare a livello centrale, ma nulla. Ho impegnato da tempo il Governo ad investire sulla nostra fiera, per riqualificarla, trasformarla, farne anche un centro congressi, un luogo destinato ai grandi eventi, che potesse lavorare 365 giorni all’anno. Sforzi vani, nonostante la volontà di tanti imprenditori volenterosi, ci siamo scontrati contro la mancanza di lungimiranza e di operare scelte coraggiose da parte di qualcuno dell'attuale amministrazione».

In compenso della sua elezione alla Camera dei deputati ne ha beneficiato il suo portafoglio visto che la sua dichiarazione dei redditi è passata dai 15.338 euro della dichiarazione dei redditi del 2018, agli 83.171 del 2019 e ai 98.688 del 2020.

Concordo con Donno sul fatto che il declino di Galatina è stato determinato dalla cattiva politica proliferata anche per la passività dei cittadini che, puntualmente, ad ogni elezione scelgono chi chiede voti per poi scomparire il giorno dopo per bussare nuovamente a ridosso del rinnovato appuntamento elettorale. Serve maggiore senso civico da parte di ogni cittadino e programmi credibili, ma certo Donno non può indossare l’abito del salvatore della Patria, di Galatina e frazioni in questo caso: pare davvero inopportuno, oltre che poco credibile, visto che il suo contributo alla crescita della nostra collettività è pari allo zero.

 

Giampiero De Pascalis

consigliere di opposizione della Lista De Pascalis

 
Di Russo Piero Luigi (del 25/10/2016 @ 20:45:57, in Comunicato Stampa, linkato 2345 volte)

Si sta palesando in maniera inesorabile un altro grande spreco di risorse pubbliche; ci si avvia, infatti, verso la chiusura parziale e la dismissione totale poi dell‘Ospedale “Santa Caterina Novella” di Galatina per attrezzare, a pochissimi Km di distanza, precisamente tra Maglie e Melpignano, un nuovo nosocomio.

Da considerare, inoltre, che, dopo un’infinità di promesse disattese sulla ricollocazione dell’Ospedale di Galatina, tra pochi anni questa mega struttura diventerà l’ennesima cattedrale nel deserto provocando la perdita di un patrimonio pubblico di inestimabile valore.

Tutto ciò sta avvenendo senza nessuna vera opposizione da parte di chi ha amministrato la Città e da parte della rappresentanza politica provinciale e regionale che sulla vicenda ha fatto solo patetiche passerelle. Una seria Amministrazione di qualsiasi colore, avrebbe dovuto fare le barricate, ma, purtroppo, le ragioni della politica più becera e disfattista non si sono sposate con le legittime esigenze dei cittadini e del territorio.

Noi riteniamo di fondamentale importanza garantire il proseguimento dell’offerta sanitaria del locale nosocomio; siamo altresì convinti che in un periodo di congiuntura economica negativa la soluzione non sia il taglio o l’abbattimento dei servizi necessari al cittadino, bensì il potenziamento degli stessi. L’Ospedale di Galatina dimostra, infatti, ogni anno, con i suoi accessi e con la qualità dei servizi erogati, di essere una realtà attiva e necessaria per tutto il territorio circostante; per questi motivi gli obiettivi delle nostre iniziative future saranno quelli di ribadire un principio, quello della tutela del diritto alla salute previsto dalla Costituzione.

Abbiamo deciso pertanto di costituirci in Comitato e di mettere in atto una serie di azioni democratiche per accendere seriamente un riflettore permanente sulla situazione del nostro Ospedale; la prima azione sarà un sit-in silenzioso che si svolgerà sabato 29 ottobre a partire dalle 10.30 innanzi all’ingresso principale del “Santa Caterina Novella” in via Roma a Galatina.

Nel caso specifico di Galatina – ricorda Saverio Mengoli, uno dei promotori più attivi del Comitato – la situazione attualmente esistente è quella di un Ospedale che può ospitare 250 posti letto, ma che, così come dichiarato dal Direttore Sanitario dell'Ospedale di Galatina, lo stesso sarebbe strutturalmente idoneo ad accogliere fino a 420 posti letto. Ciò colloca il Presidio galatinese, dopo il “Vito Fazzi” di Lecce, come l'unica struttura adeguata a divenire, sin da subito, un Ospedale di I° Livello; non subiremo più passivamente le decisioni prese nelle “stanze dei bottoni” sempre troppo lontane dai Cittadini e dalla logica.

Firmato “Comitato spontaneo a difesa dell’Ospedale di Galatina”.

 
Di Redazione (del 26/09/2017 @ 20:44:57, in Comunicato Stampa, linkato 1646 volte)

E’ stata una manifestazione partecipata ed apprezzata dal pubblico il XII Memorial Fernando Panico ,che si è posto come solido banco di prova per le squadre partecipanti, a poco meno di un mese dall’inizio dei rispettivi campionati.

I numerosi spettatori hanno espresso ,nel minuto di silenzio in cui si sono raccolti, profondo rispetto ed immutata stima per la figura di Fernando, pioniere della pallavolo salentina ,valente tecnico e docente di vita per i tanti ragazzi che ha formato.

Il saluto del Presidente del Comitato FIPAV Territoriale di Lecce , avv. Pierandrea Piccinni, giunto via email , ha ricalcato questo solco ricordando che ” il Memorial ha sempre rappresentato una importante kermesse della pallavolo salentina, unita nel ricordo di un grande allenatore e amico del volley, nonché uomo dalle grandi quali sportive e morali”.

Il Comitato promotore presieduto da Corrado Panico e l’OLIMPIA S.B.V. GALATINA, organizzatori dell’evento, hanno coordinato al meglio la manifestazione avvalendosi della partecipazione delle due società di serie C, SANDEMETRIO VOLLEY SPECCHIA e M.B. VOLLEY RUFFANO e della società di serie B LIBELLULA FULGOR TRICASE unitamente a quella di casa.

Le gare del sabato hanno rispettato i pronostici , vedendo le due compagini di serie B , Tricase e Galatina , sfidare e prevalere rispettivamente sullo Specchia e sul Ruffano, determinando così il calendario della domenica.

Nella gara di apertura la SANDEMETRIO VOLLEY SPECCHIA , priva di capitan Carrozzo tenuto in panchina a scopo precauzionale ,ma con il palleggiatore Felicetti in cabina di regia, ha avuto la meglio in due set sulla M.B. VOLLEY RUFFANO ,dove il solo opposto De Carlo e il centrale Crisostomo hanno tentato di arginare Sbarro e compagni.

Nella gara più attesa tra TRICASE e GALATINA la spuntano al tie-break i ragazzi di mister De Giorgi che, dopo aver vinto il primo set , cedono il secondo all’OLIMPIA S.B.V. apparsa più determinata e con percentuali positive in ricezione.

Nell’ultimo parziale (la gara era programmata su tre set) la distribuzione di Davide Pellegrino chiama ripetutamente alla conclusione i suoi centrali ,Melfi e Tridici, con l’opposto Bartoli a dare il suo notevole apporto e chiudere la partita.

La manifestazione , sponsorizzata dai gestori del locale COVO DELLA TARANTA, ha avuto la sua conclusione con la premiazione di tutte le squadre ,alla presenza del primo cittadino dottor Marcello Amante , del suo vice ed assessore allo sport e politiche giovanili, signora Maria Rosaria Giaccari, e del presidente del Comitato Promotore Corrado Panico.

Piero de Lorentis

AREA COMUNICAZIONE

S.B.V. OLIMPIA

 
Di Redazione (del 23/12/2021 @ 20:44:54, in Comunicato Stampa, linkato 626 volte)

Un anno fa, il 23 dicembre, l’antivigilia di Natale 2020, ci lasciava Giorgio Lo Bue. Una brutta notizia che, pur essendo nell’aria, speravamo arrivasse il più tardi possibile. Invece era arrivata!

Un  incidente stradale, che da subito non sembrava grave (Accaduto tre anni prima, nei pressi del Cinema Teatro Cavallino bianco - quando si dice il destino! - , che lui tanto amava e per il quale aveva lottato con grande pervicacia per la sua riapertura), ha segnato gli ultimi anni della sua vita: nello scontro sbatteva la testa sul tettuccio della macchina, riportando quella che sembrava una lieve ecchimosi, che, con il tempo, ha intaccato lentamente parti importanti dei tessuti del cuoio capelluto. Da allora Giorgio non è stato più lo stesso, assistito con grande amore dalla moglie Francesca e da quanti gli sono stati vicini, si è consumato lentamente sino alla sua morte a soli 73 anni. 

Come ho scritto un anno fa, Giorgio a Galatina era un immigrato. Nato in Sicilia, a San Giovanni Gemini, provincia di Agrigento (il padre carabiniere, la madre casalinga), aveva trascorso i primissimi anni della vita a Stornarella, in provincia di Foggia, nella Piana del Tavoliere delle Puglie, a 10 anni, nell’estate del 1957, a seguito del padre, con tutta la famiglia – tre sorelle e un fratello -, trasferito presso la locale Caserma dei Carabinieri, giungeva a Galatina, divenuto il suo comune di adozione.   

Ho descritto gli anni della sua vita sino agli anni ‘70, quelli segnati dalla frequenza delle scuole elementari e dell’Avviamento Professionale, di chierichetto presso l’Oratorio, poi Parrocchia “Cuore Immacolato di Maria”,  nel Rione Italia, dove ha sempre abitato – Via Soleto e Via Vercelli -, “le tirate sino a sera, prima della messa vespertina, su lli cozzi del campo di calcio”, dei  giochi antichi, dello scambio di calciatori, della lettura e collezione di giornaletti, delle manie per le novità e il rito natalizio di allestimento del Presepe, gli amori di gioventù, il nostro girovagare per l’Italia in autostop nel 1968. Per finire, la partenza, quasi contemporanea, al servizio di leva, lui a Udine, io a Bologna.

Voglio ora ricordarlo per il suo grande amore per Galatina. Amore che lui ha sempre testimoniato attraverso il suo modo di essere, di esprimersi, di operare, di raccontare; nel suo impegno politico e sociale a favore dei concittadini adottivi; il suo incessante scavare, alla ricerca degli usi e dei costumi, delle tradizioni, sempre più spesso, estese all’intero Salento. E nei suoi numerosi scritti sulla stampa locale, nei suoi  interventi da uomo politico, nelle sue opere, questa passione è sempre presente. Ha collaborato con “Il Galatino”, il pluridecennale periodico quindicinale, e al “Filo di Aracne”, il trimestrale del Circolo Athena. Promotore di giornalini studenteschi, di pagine autogestite dai suoi alunni sui quotidiani regionali, puntuali i suoi servizi sulle varie attività artistiche, culturali, religiose, di costume, a cui ha legato buona parte degli ultimi anni.

Questi aspetti della vita cittadina erano gli argomenti preferiti nelle lezioni che teneva ai suoi studenti. Per oltre quarantadue ha svolto la professione di insegnante. Grazie alle sue abilitazioni in Materie Tecniche, in Storia dell’Arte, ha svolto la sua attività prima nella Scuola Media, poi presso il Professionale per l’Industria e l’Artigianato di Viale Don Bosco, per approdare, dopo aver conseguito la Laurea In Materie Letterarie, all’Istituto Tecnico Commerciale “Michele Laporta” nel Campus Studentesco, in Viale Don Tonno Bello, dal 1999 al 1 settembre 2010, data del suo pensionamento. “Come faceva lui lezione, come sollecitava la classe a seguire con attenzione gli argomenti illustrati, non lo faceva nessun professore. Anche quelli che potevano sembrare ostici, come la persecuzione degli ebrei e i campi di stermino nazisti – aveva accompagnato i suoi studenti a visitare  Auschwitz  e Birkenau – venivano presentati con grande semplicità e competenza.”, lo ricordano così ancora oggi lei sue studentesse e i suoi studenti. Tantissimi i loro commossi commenti nell’apprendere la sua scomparsa e sotto il necrologio pubblicato su Facebook. La classe non era un guscio vuoto da riempire con nozioni e numeri, ma attraverso il racconto ragionato dei fatti del passato mirava a prepararli alla via futura. Più che un professore era il fratello maggiore, un amico, e tante immagini confidenziali lo stanno ad attestare.      

Anche nell’attività letteraria questo spirito umanistico non è mai venuto meno, avendo per finalità,  come annota il vocabolario della Lingua Italiana Treccani, “la conoscenza dell’uomo, del suo pensiero, della sua attività spirituale e del suo comportamento attraverso i tempi”. Teso a individuare una strada da percorrere per creare un futuro migliore.

La sua esperienze politica, di Consigliere comunale (dall’11.06.2001 al 05.01.2006 e dal 28.07.2007 al 12.08.2009) e di Presidente del Consiglio Comunale (dal 06.05.2006 al 27.07.2007, Sindaco Sandra Antonica), è stata segnata dal suo impegno quotidiano a servizio della città, di operare per un reale cambiamento,  al fine di renderla migliore e più vivibile. Sempre pronto ad ascoltare la gente, sempre disponibile a raccogliere le sue esigenze, nella soluzione dei problemi della comunità.

Tra le tante iniziative, scorrendo le pagine dei quotidiani cartacei e del web o la rassegna stampa pubblicata in occasione delle campagne elettorali, voglio ricordare la battaglia per rendere sicure le strade del Rione Italia, spesso allagate anche dopo una pioggerella, e, soprattutto,  quella più impegnativa di pubblico acquisto della struttura del Cavallino Bianco, la sua ristrutturazione e la sua riapertura. Grazie lui se il Cavallino Bianco, nello scorso mese di novembre, è stato riconsegnato alla Città: una nuova vita, che ci auguriamo, e lui se lo sarebbe augurato, possa continuare senza ulteriori soste.

Anche nella sua esperienza sindacale, prima nella Cisl Scuola quando era in servizio, poi, da pensionato, nella Camera del Lavoro CGIL di Via Caracciolo a Galatina, dal 2011 al 2017, la sua disponibilità non  è venuta mai meno: sempre pronto ad ascoltare la gente, a dare risposte ai tanti problemi posti da pensionati, giovani, donne, lavoratori, personale della scuola, in cui era esperto. Ancora oggi, in tanti lo ricordano con nostalgia, simpatia e riconoscenza.

La sua attività letteraria spaziava in più campi, in particolare nelle nostre tradizioni, alla scoperta di come eravamo, per tramandare il nostro modo di essere e di operare. Tra le tante voglio ricordare.

  1. Lo spettacolo a Galatina (1500 – 1993): Autori, concerti, feste padronali, festività, veglioni, teatro e cinema. (Arti Grafiche Guido, Aradeo 2004). Temi trattati nella sua tesi di Laurea in Materie Letterarie.
  2.  Michele Laporta, filologo galatinese (Tipografia F.lli Amato, Cutrofiano, 2004), un ritratto dettagliato del nostro illustre concittadino a cui è intitolato l’Istituto Tecnico Commerciale.
  3. Rione Italia, Cuore Immacolato di Maria (Edit Santoro, Galatina, 2004). Il Rione Italia e la sua parrocchia, il rione in cui Giorgio ha trascorso tutta la sua vita, sin da quando svolgeva la funzione di chierichetto nel vecchio Oratorio.
  4. Padre Giovanni Campanella, un messaggio per i giovani (Grafiche Panico, Galatina, 2006). Un esempio di spirito giovanile, nonostante l’età, del missionario del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere). Si deve alla sua instancabile attività la realizzazione della Chiesa parrocchiale, e pertinenze, del “Cuore Immacolato di Maria” del Rione Italia, come l’abbiamo ereditata.       
  5. Galatina, Teatri e Cinema (Impaginazione e stampa dell’autore, Edit Santoro Galatina, aprile 2012). Si tratta dell’approfondimento di storia già affrontata, frutto di una ulteriore ricerca, ricca di illustrazioni e di commenti che impreziosiscono l’opera.
  6. Giochi antichi, anni 50, Galatina e Salento (Edit Santoro 2014). Descritto e illustrato con 53 giochi e 230 immagini. Come giocavano noi ragazzi negli anni cinquanta e sessanta, i più praticati: “mazza e mazzarieddhru”, “tuddhri”, “zzaccarresta”, “cavaddhru barone”. 
  7. L’Istituto Tecnico Commerciale “Michele Laporta” 1999 – 2010 (Edit Santoro, Galatina, 2017). L’esperienza diretta degli undici anni di insegnamento. Dedicato agli alunni e a tutto il personale dell’Istituto di Viale Don Tonino Bello. 

Questo l’uomo e lo studioso Giorgio Lo Bue.

Ninì De Prezzo

(Gli ultimi due volumi si possono acquistare consultando la pagina www.galatinastoria, dove altresì si possono ricavare ulteriori notizie. Consultazione presso la nostra Biblioteca “Pietro Siciliani”.)

 
Di Redazione (del 18/09/2013 @ 20:44:15, in Comunicato Stampa, linkato 2131 volte)

Le civiche Galatina in Movimento, Galatina Altra, Nova polis Galatina e Movimento per il Rione Italia si dichiarano certamente d’accordo sulla necessità di dover mettere in atto azioni a tutela e salvaguardia del territorio, ma in riferimento al PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale Regionale), emanato il 2 agosto u.s. della Giunta Regionale Pugliese, non condividono né il metodo, apparso ai più uno dei consueti raid agostani, né, approfondendo le indicazioni progettuali, parte dei criteri adottati.

L’informazione accurata e dettagliata, quando si interviene così sensibilmente sulla vita dei cittadini, non solo è necessaria ma è anche indispensabile per la riuscita del progetto e fa parte di quella politica               partecipata che tanto si sbandiera nelle piazze ma che poi non trova puntualmente riscontro nella pratica.

Nel confronto in atto sul PPTR, fra l’Assessore Regionale Barbanente da una parte e gli Enti Locali con le associazioni di categoria interessate dall’altra, nessuno sembra tenere conto del semplice cittadino che, inconsapevole su quanto si sta decidendo, rischia di essere la vera vittima.

Quanti cittadini sono informati della possibilità che il proprio terreno sino al 2 agosto ritenuto edificabile, oggi non lo è più ma è diventato pascolo, bosco o altro?

Ci rivolgiamo al Sindaco Montagna ed alla Sua Amministrazione affinché siano messi in atto tutti i supporti possibili ad informare i galatinesi sull’impatto che avrà sulla Città l’adozione del PPTR, per questo chiediamo :

1)      che sia data massima pubblicità, anche a mezzo cartellonistica 6x3, del suddetto PPTR relativamente al territorio galatinese ;

2)      che sia istituito presso gli Uffici Comunali uno sportello d’informazione a cui potersi rivolgere ed al quale dare incarico di inoltrare all’organo regionale ogni osservazione reputata utile dai cittadini galatinesi che ritengono di subire un danno .

 
Di Redazione (del 17/11/2020 @ 20:40:46, in Comunicato Stampa, linkato 711 volte)

In questo scenario pandetnico vorremmo che nessuno si sentisse abbandonato. La nostra attenzione è posta soprattutto alle persone anziane, a chi è solo e a chi non ha nessuno che possa aiutarli a reperire beni e/o servizi di prima necessità. Uniti ce la faremo! 

Limitatamente al territorio di Noha, il Partito Democratico cittadino è a disposizione di chiunque si trovasse in una situazione di isolamento e qualsiasi persona anziana e/o che vive da sola. Muniti dei dispositivi di protezione, consegneremo a casa la spesa alimentare e farmaceutica.

Saremo disponibili inoltre, per le commissioni bancarie/postali.

Restate a casa, ci pensiamo noi!

Contattaci tutti i giorni,dalle 17:00 alle 19:00, al: 331 218 8504 

IL SEGRETARIO
Michele Scalese

 
Di Redazione (del 14/12/2020 @ 20:38:57, in Le Confraternite di Noha, linkato 1663 volte)

Con questa ottava parte si conclude il viaggio nel tempo delle antiche Congreghe della nostra Cittadina. Ringraziamo P. Francesco D’Acquarica, ormai di diritto cittadino onorario di Noha, per averci ancora una volta dato un passaggio sui suoi straordinari mezzi di trasporto, fatti di storie, memoria, personaggi, ma soprattutto amore per la sua e nostra Piccola Patria.

Noha.it         

 

Piccola premessa

Prima di procedere nella lettura dei verbali che seguono è opportuno tenere presente questa osservazione.

Come si può constatare, dal 1940 al 1945 le riunioni sono rarissime. Siamo durante la tragedia della seconda guerra mondiale. Anzi nel 1942 e nel 1943 non viene registrato alcun verbale. Il Padre Spirituale della Congrega ora è nuovamente l’arciprete Don Paolo Tundo, ma i bisogni della gente sono tanti e più urgenti delle riunioni di una Congrega.  Si sa, le guerre non hanno mai fatto bene a nessuno. Seminano lutti, rovine, miseria, stanchezza, scoraggiamento, disorientamento morale e religioso.

Nel mese di giugno del 1943 ci fu anche il bombardamento dell’aeroporto di Galatina, a una manciata di chilometri da Noha, dove lavoravano anche giovani della nostra cittadina. Ci fu spargimento di sangue, morti, feriti. Oltre ai soldati che erano al fronte, Noha pagò il suo triste tributo anche in termini di fame, sofferenza, malattie. Don Paolo soccorreva, aiutava, andava incontro ai suoi parrocchiani, aiutando tutti senza far distinzione di persone tra parenti, amici o semplici conoscenti. Smarrimento, povertà, distruzioni, questo era il contesto di quegli anni tremendi.

In questo quadro bisogna capire (ma forse non scusare) quanto racconto nella nota del prossimo verbale, vale a dire la storia dei ladri nell’abitazione delle monache ospiti di Noha.

Anno 1941

5 Maggio 1941

Oggetto: offerta di Beneficenza

Il 5 Maggio 1941 si sono riuniti i Confratelli. Hanno deliberato L.100 a favore delle Suore costituite a Noha. Il Priore…

           

 NOTA IMPORTANTE

Questa offerta di L. 100 per le Suore costituite a Noha fu occasionata dal fatto che le Suore (si tratta delle Suore “Oblate di S. Antonio di Padova” presenti in quel tempo nella nostra cittadina, dedite all'Asilo Infantile, al doposcuola e all'insegnamento del catechismo e dell’arte del ricamo), furono danneggiate non poco da un furto. Nel 1941 io non avevo ancora compiuto i sei anni e frequentavo quella scuola materna, ma ricordo molto bene quando il fatto accadde. Una notte i ladri assalirono l'abitazione delle Suore, situata all’inizio di Via Cadorna, per derubarle delle loro vettovaglie. Le Suore, nonostante l’offerta della Confraternita, tremendamente spaventate da quella vicenda decisero di abbandonare definitivamente Noha.

Per questo motivo alcuni anni più tardi (nel 1955) l’arciprete don Paolo Tundo, che tanto teneva all’educazione dei bambini (“il domani del paese” - diceva) volle assolutamente che il suo popolo avesse la garanzia di un futuro migliore, preparando i bambini con la prima alfabetizzazione e socializzazione. Tra infinite difficoltà, spendendo i suoi risparmi e bussando alle porte di “chi poteva” riuscì a costruire su un terreno di sua proprietà un’opera monumentale che donò alla Congregazione “Discepole di Gesù Eucaristico”. Le suore di questa congregazione si impegnarono a restare per sempre a Noha. La convenzione tra don Paolo e le Suore “Discepole di Gesù Eucaristico” fu firmata il 29 settembre 1957.

 

21 Dicembre 1941

Oggetto: Multa per gli assenti alle processioni e sedute

Il 21 dicembre 1941, XX, riunita la Confraternita in riunione ed in numero legale, si è stabilito quanto segue:

1.  Chi si assenta dalle riunioni indette con biglietto personale senza un giusto motivo è sottoposto alla multa di L.2.00. Non intervenendo per tre volte consecutive resta espulso dalla Confraternita e riceverà la notifica per iscritto.

2.  Chi si assenta dalle Processioni prescritte è sottoposto alla multa di L.10.00. Non intervenendo per tre volte consecutive, oppure chi si rifiuta di pagare la multa in cui è incorso, resta espulso dalla Confraternita e riceverà notifica per iscritto.

Il Priore Bianco Michele, il segretario Nocera,

Visto il Rettore D. Paolo Tundo.

Non intervenendo all’accompagnamento funebre, quando è di ebdomada, è sottoposto alla multa di L.20.00

 

Anno 1942

27 Dicembre 1942

Oggetto: nuove cariche

Il 27 dicembre 1942 si sono riuniti i Confratelli per la nomina delle nuove cariche. Su 24 votanti: 22 hanno risposto sì, 2 hanno risposto no.

Priore:                    Costa Michele

1 Assistente              Lagna Michele

2 Assistente             Gentile Pietro

Mazzieri                   Bianco Arcangelo e Paglialunga Antonio

Segretario                Nocera Luigi

Cassiere                    Specchia Gioacchino

Letto il verbale e svolto il pensiero religioso dal rettore, la seduta ha avuto termine, il Priore Bianco Michele/Il segretario Nocera/V.il Rettore Arc. Paolo Tundo

La prima domenica di aprile riunita la confraternita in seduta straordinaria ha deliberato la tassa per i suoi deceduti la tassa a 20 cent. È stata portata a L.5         

Il Priore Bianco Michele

Il segretario Nocera - V. il Rettore Arc. Paolo Tundo

 

Nessuna registrazione 1943/44

 

Anno 1945

21 Gennaio 1945

Il giorno 21 gennaio 1945 riunita la Confraternita in riunione straordinaria si è stabilito di portare la quota annuale dei fratelli e sorelle da L.10.00 senza obbligo alcuno di pagare qualche cosa alla morte di qualche confratello o Consorella. Le multe per gli assenti non giustificati sarà portata da L.10.00 a L.15.00

Il Priore Bianco Michele

Il segretario Nocera

V. il Rettore Arc. Paolo Tundo

 

23 Dicembre 1945

Il giorno 23 dicembre 1945 riunita la Confraternita in riunione ordinaria si è proceduto alla nomina dei nuovi ufficiali.

Dietro proposta degli stessi Confratelli si è stabilito di confermare gli stessi ufficiali e cioè:

Priore                     Costa Michele

1 ass.                          Lagna Michele

2 ass.                         Gentile Pietro

Mazzieri                   Bianco Arcangelo e Paglialunga Antonio

Segretario                Nocera Luigi

Cassiere                    Specchia Gioacchino

Letto il verbale e svolto il pensiero religioso dal Rettore la seduta ha avuto termine.

Il Priore Bianco Michele

Il segretario Nocera

V. il Rettore Arc. Paolo Tundo

 

No 1946

 

Anno 1947

Deliberazione

19 Maggio 1947

Il giorno 19 maggio 1947 si sono riuniti i Capi delle Associazioni Religiose e cioè: Il sig. Costa Michele Angelo, Priore della Confraternita Maria SS. delle Grazie, assistito dal cassiere; e la sig.ra Mazzei Elvira, presidente dell’associazione Apostolato della Preghiera, assistita dalla cassiera, per la costruzione della tomba in comune si è concluso quanto appresso:

1. L’iscrizione alla tomba viene fatta esclusivamente dal rappresentante della Confraternita, sia che trattasi di iscrizione alla stessa, oppure all’Apostolato della Preghiera.

2. Questo rappresentante della Confraternita predispone tutto ciò che è richiesto per la sepoltura del defunto o defunta (cassa di abete, zinco, muratore, ecc.). Però ogni associazione penserà al come venire incontro a queste spese, magari con l’istituire una tassa-tomba per tutti gli ascritti; oppure stabilire una tassa da pagarsi dagli ascritti ogni qualvolta si verifica un decesso.

3.  Si proibisce l’iscrizione degli uomini al posto tomba dell’Apostolato della Preghiera, ad eccezione di quei pochi che già si trovano iscritti.

4. Ogni associazione penserà ai suffragi per i suoi iscritti defunti.

Il Priore Bianco Michele

Il segretario Nocera, il cassiere Specchia Gioacchino

 V.il Rettore Arc.Paolo Tundo

La presidente Mazzei Elvira - La cassiera Balena Addolorata

 

27 Luglio 1947

Deliberazione

Il giorno 27 luglio 1947 si sono riuniti il Rettore, il Priore, il cassiere ed il segretario della Confraternita, i quali hanno discusso sul modo di venire  incontro alle spese che bisogna sopportare per la costruzione della tomba.

Il signor Specchia Gioacchino fu Domenico e Bianco Michele fu Paolo si sono offerti a versare L.50.000 (dico cinquantamila) ciascuno al tasso 4%. Il rimborso di detta somma si effettuerà man mano che la cassa ha delle disponibilità.

Noha 27 luglio 1947.

Il Rettore Arc. Paolo Tundo

Il Priore Costa Michele

Il segretario Nocera Luigi/Il cassiere Specchia Gioacchino.

 

Anno 1948

 

8 Agosto 1948

Oggetto: Numero delle Messe

8 agosto 1948 riunita la Confraternita in assemblea straordinaria presieduta dal Rettore si è stabilito quanto appresso:

Visto che l’elemosina delle Messe è stata elevata, e considerato che la confraternita non può sobbarcarsi tale spesa, si è stabilito di ridurre le messe mensili per Confratelli e Consorelle da due ad una. Cosicché l’obbligo della Confraternita resta fissato in N. dodici messe piane annue (una ogni mese) ed una messa cantata per tutti i confratelli e Consorelle defunte da celebrarsi il primo giorno dopo l’ottava dei morti. Letto approvato si sottoscrive. Il Priore Bianco Michele/Il segretario Nocera - V.il Rettore Arc. Paolo Tundo

 

19 Dicembre 1948

Deliberazione: Nuove cariche

Il 19 dicembre 1948 si sono riuniti i Confratelli per la nomina nuove cariche.

Unanimemente si sono eletti:

Priore                     Bianco Michele fu Paolo

1 Assi                     Costa Pietro di Michele

2 Assi                     De Lorenzis Pietro di Antonio

Segretario              Nocera Luigi di Giovanni

Cassiere                 Specchia Gioacchino fu Domenico

Mazzieri                 Bianco Arcangelo fu Michele e Paglialunga Antonio fu Vitangelo

Letto il verbale e svolto il pensiero religioso dal Rettore la seduta ha avuto termine.

Il Priore                                                       Il segretario                                       Il Rettore

 

Anno 1949

3 Aprile 1949

Si è riunita la commissione nelle persone del Priore Michele Bianco fu Paolo, degli Assistenti Costa Pietro e De Lorenzis Pietro, del segretario Nocera Luigi, del cassiere Specchia Gioacchino e dei confratelli Gentile Pietro e Specchia Salvatore di Gioacchino per stabilire le tariffe per i nuovi iscritti (incluso il posto tomba).

In punto di morte:

Cassettone L.10.500

Spese di seppellimento    L.6.500

Se si inscrive come confratello o Consorella la tariffa stabilita dalla stessa Commissione in fieri data.

Letto si conferma. Il Priore Bianco Michele/Il segretario Nocera L.

Gli assistenti Costa Pietro, De Lorenzis P. Il rettore Arc. P. Tundo

 

No 1950

 

Anno 1951

12 Luglio 1951

Deliberazione

Il giorno 27 luglio 1947 il sig. Specchia Gioacchino ed il Sig. Bianco Michele avevano versato alla Confraternita la somma di L.50.000 ciascuno (dico cinquantamila) per far fronte alla costruzione della tomba.

Oggi, 12 luglio 1951 la stessa Confraternita si alleggerisce di questo peso versando al Sig.Bianco Michele la somma di L. 50.000 più L. 2.000 di interessi già maturati.

Noha 12 Luglio 1951.

Il rettore Il Priore Bianco Michele - Il segretario

Il Cassiere Specchia Salvatore

 

10 Ottobre 1951

Oggi, 10 ottobre 1951 la stessa confraternita versa al Sig. Specchia Gioacchino la somma di L.50.000 più L.2.000 di interessi già maturati. Resta così la confraternita esonerata da qualsiasi debito verso i Sigg. Bianco Michele e Specchia Gioacchino a riguardo delle spese tomba.

Il rettore                   Il Priore Bianco Michele

                                Il segretario - Il Cassiere Specchia Salvatore

 

No 1952

Anno 1953

25 Gennaio 1953

Oggi 25 gennaio 1953 alla presenza del delegato vescovile alle ore 9 si sono riuniti i Confratelli per la nomina delle nuove cariche. Previo giuramento da parte degli scrutatori Campa Antonio e Costa Pietro di attenersi a quanto lo Statuto prescrive, si è proceduto alla votazione nella persona di Costantini Biagio. Su 19 votanti, un astenuto, ha avuto il consenso universale. Si è poi  proceduto alla votazione del candidato Paglialunga Antonio.

Esito della votazione: affermativo N.14, negativo N.4.

Infine si è votato per il candidato Tundo Luigi di Carmine. Esito della votazione: affermativo N.9 Negativo N.9.

Sono perciò risultati eletti:

Priore: Costantini Biagio fu Cosimo

1 ass Paglialunga Antonio fu Vitangelo

2 ass Tundo Luigi di Carmine

Segretario Nocera Luigi di Giovanni

Cassiere Specchia Salvatore di Gioacchino

Mazziere Bianco Arcangelo fu Michele.

Si sottopone alla competente autorità ecclesiastica per la conferma.

Il rettore d. Gerardo Rizzo/Il Priore/Il segretario.

 

Nel 1954 nessuna annotazione

N.B. Da ora in poi il Padre Spirituale della Confraternita è don Gerardo Rizzo (1924-2007). Nipote di don Paolo, aveva celebrato la prima Messa a Noha l’8 dicembre del 1946, dove era stato ordinato. Lo Zio lo volle con sé anche perché il nipote aveva qualche problema di salute. Resse la Congrega della Madonna della Grazie come Padre Spirituale sino alla fine della sua vita.

 

Anno 1955

3 Aprile 1955

Si è riunita la commissione nelle persone del Priore Costantini Biagio, Segretario Nocera Luigi, Cassiere Specchia Salvatore e dei Confratelli Bianco Michele e Zerbi Giuseppe per stabilire la tariffa per il cassettone dei bambini portato a L. 10.000 compreso lapide e chiusura.

Il rettore d. Gerardo Rizzo /Il Priore / Il segretario.

 

8 Maggio 1955

Deliberazione

Il giorno 8 Maggio 1955 il sig. Costantino Biagio fu Cosimo ha versato L.50.000 (cinquantamila) per far fronte al proseguimento costruzione tomba. Il rimborso di detta somma si effettuerà man mano che la cassa ha delle disponibilità e percepirà per detta somma l’interesse del 4%.

Noha 8 Maggio 1955

Il rettore d. Gerardo Rizzo/Il Priore e Il segretario.

 

21 Maggio 1955

Il giorno 21 Maggio 1955 il sig. Bianco Michele fu Paolo ha versato L.50.000 (cinquantamila) per far fronte al proseguimento costruzione tomba. Il rimborso di detta somma si effettuerà man mano che la cassa ha delle disponibilità e percepirà per detta somma l’interesse del 4%.

Noha 8 Maggio 1955

Il rettore d. Gerardo Rizzo/Il Priore e Il segretario.

 

6 Novembre 1955

In data 6 Novembre 1955 il sig. Bianco Michele fu Paolo ha versato ancora L.20.000 (ventimila). Il rimborso di detta somma si effettuerà man mano che la cassa ha delle disponibilità e percepirà per detta somma l’interesse del 4%.

Noha 6 Novembre 1955/Il rettore d. Gerardo Rizzo

 

6 Novembre 1955

In data 6 Novembre 1955 il sig. Nocera Luigi fu Giovanni ha versato ancora L.20.000 (ventimila).

Il rimborso di detta somma si effettuerà man mano che la cassa ha delle disponibilità e percepirà per detta somma l’interesse del 4%. Noha 6 Novembre 1955/Il rettore d. Gerardo Rizzo

 

Anno 1956

29 Gennaio 1956

Noha 29/01/1956

Oggi 29 Gennaio 1956 alla presenza del Rev.mo Arc. D.Paolo Tundo, alle ore 15, si sono riuniti i Confratelli per la nomina delle nuove cariche essendo scaduto ormai il triennio 1953-56. Su 44 iscritti, presenti solo 28 assenti per motivo giustificato, ad unanimità tutti i presenti hanno confermato per il triennio 1956-58 l’Amministrazione uscente.

Priore                                Costantini Biagio

1 ass                                  Paglialunga Antonio

2 ass                                  Tundo Luigi

Segretario                          Nocera Luigi

Cassiere                             Specchia Salvatore

Mazziere                             Bianco Arcangelo

La suddetta Amministrazione è venuta nella determinazione di stabilire la tassa di L.1000 per ogni socio onorario senza avere diritto all’ebdomada.

Visita Pastorale 21 marzo 1957 + Corrado Ursi, Vescovo / Sac. Vincenzo Colaprile.

 

Anno 1957

20 Marzo 1957

Il cassiere Specchia Salvatore ha versato la somma di L.20.000(ventimila) a Nocera Luigi rimborso prestito posto tomba. D. Gerardo Rizzo.

 

1 Dicembre 1957

Noha 1-12/1957. Il cassiere Specchia Salvatore ha versato la somma di L.50.000 (cinquantamila) più il rispettivo interesse a Costantini Biagio rimborso prestito posto tomba. D.Gerardo Rizzo.

 

30 Dicembre 1957

Il cassiere Specchia Salvatore ha versato in data 30/12/1957 la somma di L.70.000(settantamila) a Bianco Michele più rispettivo interesse rimborso prestito posto tomba. D.Gerardo Rizzo

 

No Anno 1958

 

 Anno 1959

 

Relazione della Curia di Nardò

Incaricato dalla Rev.ma Curia Vescovile di Nardò a presiedere la elezione del Priore e delle altre cariche della Confraternita di Maria SS. delle Grazie di Noha, ho proceduto a tale elezione, oggi 11/01/1959. Alle ore 15.15, in seconda convocazione, essendo presenti 25 Confratelli su 30 iscritti, detta la preghiera di rito, si è proceduto a tale elezione, per voti segreti, nominando anzitutto due Scrutatori e cioè: Mariano Giuseppe e Tundo Luigi e proponendo 5 nominativi. Si è avuto il seguente risultato:

Costa Pietro                           voti favorev. 23                   voti sfavorev.  3

De Lorenzis Pietro                                     14                                          9

Esposito Giuseppe                                    15                                          8

Esposito Salvatore                                    14                                          9

Campa Giuseppe                                      12                                         11

Eletto Priore:                                 Costa Pietro

Primo Assistente                          Esposito Giuseppe

Secondo Assistente                     De Lorenzis Pietro

Segretario                                    Nocera Luigi

Cassiere:                                     Specchia Salvatore

Noha 11/1/1959   Firmato Arc. D.Luigi Bruno - Vicario Foraneo         

Si approva, facendo notare che il verbale di elezione va firmato oltre che dal Delegato Vescovile, dal Padre Spirituale e dagli scrutatori e che il Segretario viene designato dal Priore e il cassiere dal Consiglio.

Nardò 26 Febbraio 1959 - Il Vicario Generale Mons. Salvatore Rizzello      

           

Anno 1960

15 Agosto 1960

Il giorno 15/08/1960 don Gerardo Rizzo ha versato L.100.000 (centomila) per far fronte al proseguimento costruzione tomba.

Il ricevitore cassiere Specchia Salvatore

Luigi Nocera segretario, Costa Pietro Priore

 

Anno 1961

24/12/1961

Il giorno 24/12/1961 verso a don Gerardo Rizzo la somma di L.50.000. Cinquantamila. Rimborso prestito posto tomba. Il cassiere Specchia Salvatore D. Gerardo Rizzo.

 

Anno 1962

Il giorno 4/02/1962 verso a don Gerardo Rizzo la somma di L.50.000 cinquantamila rimborso prestito posto tomba e dovuto interesse.

Il cassiere Specchia Salvatore - Don Gerardo Rizzo

 

N.B. A questo punto è bene tenere presenta che l’Arciprete don Paolo Tundo, ormai Monsignore, il vero animatore della nostra Confraternita, il 30 giugno del 1962, proprio nel giorno del suo onomastico (la festa di San Paolo in quel tempo si celebrava il 30 giugno), improvvisamente cessava di vivere.

Io ricevetti la notizia a Torino mentre stavo per partire per Lione (Francia) dove frequentavo un corso di musica sacra e di canto gregoriano. Per me fu un momento di grande amarezza. Appena un anno era trascorso da quando Lui aveva organizzato la festa della mia prima Messa a Noha. Don Paolo era stato l’arciprete che mi aveva accompagnato negli anni più delicati della mia vita, dalla nascita all’infanzia, da quelli della crescita e della mia formazione cristiana prima e poi nel seminario missionario fino al sacerdozio.

Anche per Noha certamente fu una grande perdita.

Nella diocesi di Nardò era avvenuto il cambio: Mons. Corrado Ursi, grande amico di Don Paolo, aveva lasciato il posto a Mons. Antonio Rosario Mennonna che non conosceva ancora la realtà della sua diocesi. Sembrava a tutti che il successore naturale di don Paolo dovesse essere il nipote don Gerardo Rizzo, vice parroco e Padre Spirituale della Congrega. Invece Mons. Mennonna si rivolse alla Santa Sede, e a sorpresa Sua Santità il Papa San Paolo VI nominò arciprete l’altro nipote di don Paolo, Don Donato Mellone (Noha 1925-2015), già parroco di Santa Maria al Bagno e di Santa Caterina.

Posso immaginare che anche don Gerardo inghiottisse l’amarezza di quella aspettativa così frustrata e dai verbali della Congrega che stiamo leggendo si nota un certo distacco e abbandono dello zelo che c’era prima con don Paolo verso la Congrega.

Per di più il nuovo parroco (l’arciprete don Donato Mellone) si ritroverà con il problema gravissimo della staticità della chiesa piccina che nel 1963 verrà purtroppo demolita, demolizione che fu una grave perdita anche per la Congrega che perse  la sua sede naturale.

Ormai per la Congrega sembra che l’unico problema sia la costruzione della Cappella al Cimitero: i verbali che seguono parlano quasi sempre e soprattutto di questo. E veramente bisogna riconoscere con quanti sacrifici la Congrega riuscirà a costruire la Cappella mortuaria per i suoi soci, per le consorelle e per tutti coloro che a certe condizioni ne facevano richiesta.

 

Anno 1963

Il giorno 3.11.1963 si è tenuta l’adunanza della Confraternita. Erano presenti confratelli n.20. Fra l’altro si è deciso:

1) obbligo confratelli di partecipare collettivamente alla S. Messa ogni prima domenica del mese. Per loro comodità i confratelli hanno scelto come orario la prima messa;

2) a pomeriggio dello stesso giorno i confratelli terranno la loro adunanza ordinaria mensile:

3) per quanto riguarda le multe da infliggere ai confratelli assenti senza un giustificato motivo, si è deliberato che fino a nuovo ordine ogni confratello assente o alla S. Messa o all’adunanza mensile sarà multato con L.500;

4) la giustificazione del motivo addotto dal confratello assente, perché sia valida, deve essere approvata dal Consiglio della Confraternita;

5) dopo la terza assenza consecutiva il confratello verrà espulso;

6) si è parlato infine della necessità di convocare anche le consorelle della confraternita e di preparare anche per loro uno statuto.

NB. Si dice qui anche di uno Statuto adatto alle consorelle, ma non mi risulta che poi si sia fatto. A meno che non si voglia ritenere come tale i particolari registrati nel verbale seguente.

 

24 Novembre 1963

 

Il 24/11/1963 nell’Ufficio Parrocchiale si sono riunite le consorelle sotto la presidenza del Rev.mo Parroco. Le consorelle presenti erano otto, le assenti possono ritenersi giustificate o perché ammalate o perché avanzate in età. Si son prese le seguenti deliberazioni:

1) Le consorelle devono partecipare alla messa mensile fissata per la prima domenica del mese alle ore 6.30 e ad un’adunanza mensile fissata per l’ultima domenica del mese.

2) In caso di morte di una consorella le altre in numero di quattro a turno si presenteranno per l’accompagnamento funebre.

3) Per la durata di un mese due consorelle a turno cureranno la pulizia dell’altare della Vergine SS. ma Immacolata.

 

Anno 1964

Nella prima domenica di febbraio 1964 si è riunita la confraternita M. SS. delle Grazie e ha deliberato quanto appresso:

1) Il posto tomba estranei è stato elevato da L.25.000 a L.30.000.

2) Non si accettano più iscrizioni per il solo posto tomba fino a quando la commissione non decide il contrario.

3) La quota dei soci onorari è stato elevato da L.1.000 a L.1.500 come pure i soci ordinari da L.200 a L.400.

Firmato il Rettore Don Gerardo Rizzo e Costa Pietro

 

Anno 1965

Il giorno 2 maggio 1965 si è riunita la confraternita in cui si è deliberato quanto segue:

1) si è tutti d’accordo per quanto riguarda la spesa dei banchi in chiesa che rimarranno sempre di proprietà della Confraternita.

2) Gli iscritti o aventi diritto al posto tomba, se per motivi loro personali non usufruiscono di questo diritto, non spetta loro alcun rimborso.

Firmato il Rettore Don Gerardo Rizzo, Nocera Luigi e Specchia Salvatore.

 

Anno 1966

Oggi 6 febbraio 1966 si è riunita la Confraternita in numero di 23 Confratelli e si è deliberato quanto segue:

1) Si sono fatti 3 banchi per la spesa complessiva di L.115.000 che per il momento sono nella Chiesa parrocchiale ma in qualsiasi momento possono essere portati nella propria Chiesa.

N.B. La propria Chiesa ancora non esiste, ma si vede da quella espressione “propria” che era nel cuore di tutti riaverla dopo la demolizione della chiesa piccinna.

2) Coloro che non vogliono usufruire della cassa funebre propria della Confraternita non hanno diritto più ad alcun rimborso di spese.

Firmato il Rettore Don Gerardo Rizzo, il Cassiere Specchia Salvatore.

 

No 1967

Anno 1968

Deliberazione

Il 1° novembre 1968 il sig. Costantini Biagio fu Cosimo ha versato L.200.000 (duecentomila) per far fronte al debito con il costruttore D’Acquarica Donato. Il rimborso di detta somma si effettuerà man mano che la cassa ha delle disponibilità e percepirà per detta somma l’interesse del 5%. Noha 1 0/11/1968

Firmato il Rettore Don Gerardo Rizzo, Nocera Luigi e Specchia Salvatore.

 

Anno 1969

Il giorno 21 dicembre 1969 si è versato al Sig. Costantini Biagio la somma di L.200.000 (duecentomila) più L.8.500 per interesse di detta somma. Il cassiere Specchia Salvatore / D. Gerardo Rizzo

 

Anno 1970

Noha 1/02/1970

Il giorno 1/2/1970 si è tenuta l’adunanza della Confraternita. Erano presenti confratelli N.20 e si è deliberato di portare a L.1000 (mille) la tassa annuale per ciascun confratello o consorella da L.400 (quattrocento) che si pagava per il passato.

D.Gerardo Rizzo/Il cassiere Specchia Salvatore/Il segretario Luigi Nocera.

 

Elenco dei confratelli

e delle consorelle

così come sono elencati nel registro della Confraternita

 

Anno 1924/ Confratelli

1. D. Paolo Tundo, ascritto nel gennaio 1924

2. Prastaro Cosimo ascritto nel gennaio 1924. Cessa di vivere il 17/07/1936.

3. Piscopo Antonio ascritto nel gennaio 1924.

4. D’Acquarica Vito ascritto nel gennaio 1924.

5. Fico Luigi ascritto nel gennaio 1924, morto il 15 luglio 1930.

6. Specchia Gioacchino ascritto nel gennaio 1924.

7. Guido Lorenzo fu Vincenzo, ascritto nel gennaio 1924, morto il 28/11/1936

8. Guido Eugenio ascritto nel gennaio 1924, morto 30/04/1957.

9. Guido Vincenzo di Raffaele ascritto nel gennaio 1924.

10. Tundo Luigi fu Giuseppe ascritto nel gennaio 1924, morto il 22/04/1932.

11. Tundo Michele fu Giuseppe ascritto nel gennaio 1924, morto il 26/07/1958.

12. Bianco Michele fu Paolo ascritto nel gennaio 1924.

13. Bianco Salvatore fu Paolo ascritto nel gennaio 1924.

14. Zerbi Giuseppe ascritto nel gennaio 1924.

15. Tundo Carmine di Diego ascritto nel gennaio 1924, espulso nel marzo dello stesso anno.

 

Questi sono i primi 15 che nel gennaio 1924 diedero nuovo impulso alla Confraternita.

1. Bianco Arcangelo di Michele ascritto nel 1924.

2. Bianco Luigi di Michele ascritto nel 1924. Espulso per    mancato       pagamento 31/12/1933.

3. Costantini Biagio ascritto nel 1924.

4. Congedo Carmine di Pietro(?) ascritto nel 1924. 

    Ha abbandonato volontariamente la Confraternita nel 1929.

5. Campa Giuseppe di Paolo ascritto nel 1924.

6. Campa Michele di Angelo ascritto nel 1924.

7. Campa Antonio di Michele ascritto nel 1924.

8. Costa Angelo fu Pietro ascritto nel 1924.

9. D’Acquarica Giuseppe ascritto nel 1924. Morto il 15/02/1937.

10. De Lorenzis Pietro ascritto nel 1924.

11. De Lorenzis Michele ascritto nel 1924.

12. Gentile Pietro ascritto nel 1924.

13. Giordano Paolo fu Raffaele ascritto nel 1924.

     (Espulso - decreto vescovile 20 novembre 1937)

     ma viene poi riammesso nella riunione del 19/12/1938.

14. Levante Michele di Francesco ascritto nel 1924. Ha abbandonato volontariamente la Confraternita nel 1928.

15. Lagna Michele di Cosimo ascritto nel 1924.

16. Lagna Salvatore di Vito ascritto nel 1924.

17. Manni Antonio ascritto nel 1924. Ha dato le sue dimissioni senza motivo il             31/08/1931.

18. Mariano Angelo di Michele ascritto nel 1924.

19. Mastria Michele ascritto nel 1924.

      Deceduto il 09/08/1944.

20. Manni Leonardo di Antonio ascritto nel 1924.

     Il 31/08/1931 ha dato le sue dimissioni senza motivi.

21. Nocera Angelo di Giovanni ascritto nel 1924.

22. Nocco Michele di Giovanni ascritto nel 1924.

      Ha abbandonato la Congregazione nel 1928.

23. Nocera Luigi di Giovanni ascritto nel 1924.

24. Paglialunga Vincenzo di Antonio ascritto nel 1924.

    Morto in febbraio 1934.

25. Piscopo Paolo ascritto nel 1924.

26. Paglialunga Antonio di Vitangelo ascritto nel 1924.

27. Paglialunga Donato di Antonio ascritto nel 1924.

     Uscito per sua volontà.

28. Piscopo Michele di Antonio ascritto nel 1924.

     Ha abbandonato volontariamente la Confraternita nel   1926.

29. Pedata Luigi ascritto nel 1924. Uscito per mancanza di pagamento nel 1930.

30. Paglialunga Angelo di Michele ascritto nel 1924. Ha abbandonato     volontariamente la Congregazione nel 1925.

31. Paglialunga Vitangelo ascritto nel 1924.

      Morto il 13/02/1934.

32. Paglialunga Massimino di Pasquale ascritto nel 1924.

33. Specchia Salvatore ascritto nel 1924.

34. Vaglio Carmine di Domenico ascritto nel 1924. Cessa di vivere il 10/08/1937.

35. Lagna Angelo ascritto nel 1924, morì il 01/07/1930

36. Bonuso Michele ascritto nel 1924.

NB. Questi 36 iscritti durante l’anno 1924 più i primi 15 fa un totale di N.51 Confratelli iscritti nell’anno 1924.

 

Anno 1924/Consorelle

1. Benedetto Giovanna ascritta nel 1924.

2. Brunetti Luigia ascritta nel 1924. deceduta il 12/03/1942.

3. Bonuso Raffaela di Carmine ascritta nel 1924.

4. Benedetto Cristina ascritta nel 1924.

5. Cataldi Donata ascritta nel 1924.

6. De Polis Pasqualina ascritta nel 1924. Dimessa per mancanza di pagamento 1932.

7. De Lorenzis Cesaria ascritta nel 1924.

8. De Lorenzis Domenica ascritta nel 1924.

9. Duma M.Annunziata ascritta nel 1924. Cessa di vivere il 30/09/1935

10. Grimaldi Virginia ascritta nel 1924.

      Deceduta il 17/03/1948.

11. Guido Carmina ascritta nel 1924. Morta il 20 luglio 1927.

12. Guido Letizia ascritta nel 1924. morta il 31 Luglio 1927.

13. Greco Addolorata di Salvatore ascritta nel 1924.

      Date le sue dimissioni senza motivo.

14. Gabrieli Giulia di Carmelo ascritta nel 1924.          

      Deceduta il 7/7/1947.

15. Guido Vincenza di Pietro ascritta nel 1924.

16. Guido Addolorata di Pietro ascritta nel 1924.

17. Nocco Assunta di Giovanni ascritta nel 1924.

18. Paglialunga Paola fu Santo ascritta nel 1924.

19. Prastaro Pietrina di Cosimo ascritta nel 1924.

20. Piscopo Maria di Antonio ascritta nel 1924.

21. Paglialunga Angela fu Santo ascritta nel 1924.

22. Rizzo Anna di Donato ascritta nel 1924.

23. Sindaco Grazia ascritta nel 1924.

24. Palmieri Giuseppa ascritta nel 1924. Morta il 22/6/1932.

25. Tundo Anna M.a Paglialunga ascritta nel 1924. Morta il  25/02/1941

26. Contaldo Anna ascritta nel 1924. Dato le sue dimissioni senza motivo 1932.

27. Castriota Giovanna ascritta nel 1924. Il 31/01/1931 ha dato le sue dimissioni senza motivi.

28. Guido Costantina, ascritta nel 1924.

29. Lisi Raffaela fu Leonardo ascritta nel 1924.

30. Longo Salvatora ascritta nel 1924. Morta Marzo 1925.

31. Paolì Filomena ascritta nel 1924. Morta il 1° agosto 1925

32. Gugliersi Lucia ascritta nel 1924. Morta il 1° dicembre 1925.

N.32 Consorelle iscritte nel 1924. Aggiunte ai 51 Confratelli iscritti nel 1924 ci dà un totale di 83 soci della Congrega nel 1924.

 

Anno 1925/Confratelli

1. Greco Michele di Giuseppe ascritto nel 1925.

2. Manta Rosario ascritto nel 1925.

3. Marra Michele fu Vito ascritto nel 1925, morto il 27/12/1931

4. Paglialunga Pasquale fu Vito ascritto nel 1925, dimesso il 1931 per mancanza        di pagamento.

5. Paglialunga Cosimo ascritto nel 1925 morto il 28/5/1950

6. Guido Vincenzo di Lorenzo ascritto nel 1925.

    Date le sue dimissioni senza motivo il 1931.

7. Specchia Domenico iscritto alla sua morte avvenuta il 20 maggio 1927.

8. Santoro Salvatore iscritto alla sua morte avvenuta il 19 novembre 1927.

9. Paglialunga Michele iscritto alla sua morte avvenuta il   giorno 8luglio 1928.

10.Nocera Salvatore iscritto alla sua morte avvenuta il 15    marzo 1929.

11.Bianco Michele fu Arcangelo iscritto alla sua morte avvenuta il 9 marzo 1930.

 

Anno 1925/Consorelle

1. Paglialunga Consiglia fu Carmine ascritta nel 1925

    dimessa il 1931 per mancanza di pagamento.

2. Perrone Carmina ascritta nel 1925 deceduta il 22/1/1945.

3. Paglialunga - Lagna Addolorata ascritto nel 1925.

4. Parente Francesca fu Sabatino ascritta nel 1925.   

   Deceduta 29/3/1944.

5. Paolì Luigia ascritta nel 1925 morta nel febbraio 1929.

6. Bellino Assunta, ascritta dopo la sua morte con la tassa di L.160.00

7.  Marra Felicetta ascritto nel 1924, dimessa per mancanza  di pagamento nel 1932.

8.  Guido Domenica ascritta nel 1925.

 

N.12 Confratelli iscritti nel 1925 più N.8 Consorelle dà un totale di N.20 soci aggiunti nel 1925. Sommando agli iscritti/e del 1924 la Congrega dà un totale di N.103 iscritti.

Poi le iscrizioni rallentano. Non se ne registrano più nel 1926/27/28/29.

 

Anno 1930

1. Lagna Cesare iscritto il 29 settembre 1930

 

Anno 1931

1. Guido Carmina fu Carmine iscritta il 1/1/1931

 

Nessuno iscritto nel 1932

 

Anno 1933

1. Guido Raffaele fu Vito iscritto il 1 Maggio 1933

 

Nessuno iscritto nel 1934/35

 

Anno 1936

1. Rossetti Anna iscritta il 19 gennaio 1936

2. Campa Salvatora iscritta il 15 febbraio 1936

 

Nessuno iscritto nel 1937

 

Anno 1938/Si aggiungono 6 nuovi confratelli e 5 Consorelle

1.Guido Angelo di Eugenio iscritto il 23 gennaio 1938,

   dimesso  senza motivo il 31/12/1941.

2. Guido Pietro di Eugenio iscritto il 23 gennaio 1938,

   dimesso senza motivo il 1/1/1945.

3. Bianco Donato di Michele iscritto il 23 Gennaio 1938.

4. Costa Pietro di Angelo iscritto il 23 gennaio 1938.

5. Mariano Giuseppe di Angelo iscritto il 23 gennaio 1938.

6. Rossetti Antonio fu Francesco iscritto il 23 gennaio 1938, espulso per mancato pagamento nel 1941.

1. Bianco Maria Luce fu Luigi iscritta il 23 gennaio 1938.

2. Campa Addolorata iscritta il 23 gennaio 1938.

3. Colazzo Carmela fu Abele iscritta il 23 gennaio 1938.

4. Paglialunga Addolorata fu Antonio iscritta il 23 gennaio  1938.

5. Micali Paola fu Salvatore iscritta il 23 gennaio 1938, morta nel 1950.

 

 

Anno 1939

1. Tundo Rocco iscritto alla sua morte il 31/01/1939.

2. De Lorenzis Pietro di Antonio iscritto il 1° giugno 1939.

 

Nessuno iscritto nell’anno 1940

Anno 1941

1. Tundo Luigi di Carmine iscritto il 2 febbraio 1941.

  

Nessuno iscritto nel 1942

 

Anno 1943

1. Paolì Donata fu Domenico iscritta il 28/02/1943, morta nel  1950.

 

Anno 1944

1. Paglialunga Michele iscritto il 9 gennaio 1944, morto il 14/02/1948.

2. Longo Addolorata vedova di Coluccia iscritta il 04/05/1944, morta il 05/05/1949.

 

Nessuno iscritto per gli anni 1945/1946

 

Anno 1947

1. Tundo M.Donata iscritta il 18/05/1947.

2. Todisco Maria fu Donato iscritta il 18/05/1947.

3. Di Giovanni Agata in Paglialunga iscritta il 18/05/1947.

 

Anno 1948

1. Specchia Giuseppe di Gioacchino iscritto nel 1948.

2. Specchia Salvatore di Gioacchino iscritto nel 1948.

3. Bianco Ippazio iscritto nel 1948.

4. Guido Dionigi iscritto nel 1948.

5. Greco Pasquale iscritto nel 1948.

6. Nocera Giovanni iscritto nel 1948.

7. Bovino Addolorata iscritta nel 1948.

 

Anno 1949

1. Nocera Giovanni iscritto il 17/04/1949.

2. Rizzo Pietro iscritto alla sua morte il 24/04/1949.

3. Lecce Oronza iscritta nel 1949.

 

Anno 1950

1. Carlino Domenica Iscritta il 05/11/1950.

2. Gabrieli Addolorata iscritta e morta nel 1950.

           

Anno 1951

1. Cucco Lucia iscritta nel 1951.

 

Anno 1952

2. Sindaco Domenico iscritto il 02/02/1952.

 

Negli anni 1953/54/55 nessuno iscritto

 

Anno 1956

1. Esposito Salvatore iscritto nel 1956.

2. Esposito Giuseppe iscritto nel 1956.

3. Latino Antonio iscritto nel 1956.

4. Sindaco Rocco iscritto nel 1956.

Dopo questa data nel registro delle iscrizioni non sono segnalati altri iscritti.       

 

Conclusione

Leggendo i vari documenti che riguardano la storia della Confraternita la prima impressione che si ha è che questa abbia sempre privilegiato con molta attenzione il culto dei defunti, i funerali dei confratelli e consorelle e la costruzione della cappella per i propri defunti al cimitero, oltre, cosa ovvia, alla partecipazione alla Messa della domenica. Invece da un esame più approfondito, il senso più vero da cogliere è il profondo senso di appartenenza a una istituzione antica votata al bene degli associati e di fatto a quello di tutta la comunità non solo religiosa, ma anche civile.

Ormai, si sa, non ci sono più iscritti alle Confraternite di Noha, che dal punto di vista giuridico possono ormai considerarsi estinte. Rimane comunque sempre la testimonianza visiva della Cappellone del cimitero costruito a partire dal 1947 con molti sacrifici. Ed è pur vero che anche questa Cappella racconta un pezzo di storia della chiesa di Noha, chiesa che comunque è sempre stata viva, presente, vigile e militante nella società che oggi preferisce molto probabilmente il neo-paganesimo che a pieni polmoni si respira in tanti settori della vita civile.

Che il Signore conceda alla chiesa di Noha, anche senza Confraternite, il coraggio, la creatività e la fedeltà al Vangelo necessari per renderla ancora  testimone autentica di comunione, giustizia e di gioia, perché si possa scrivere con ottimismo, nonostante le mille zone d’ombra, i capitoli futuri della sua importante Storia.

P. Francesco D’Acquarica

 

 

Bibliografia

Archivio Diocesano di Nardò

Archivio parrocchiale della chiesa di Noha

F. D’Acquarica, Curiosità sugli arcipreti e persone di Chiesa a Noha, L’Osservatore Nohano Editore, Noha, 2011

F. D’Acquarica, La chiesa di Noha e i Vescovi di Nardò, Pubblimartina S.r.l., Martina Franca, 2017

F. D’Acquarica, Noha, vi racconto la sua storia, Pubblimartina S.r.l., Martina Franca,  2017

Ricordi personali

Interviste a testimoni oculari

 
Di Redazione (del 28/11/2014 @ 20:38:34, in Comunicato Stampa, linkato 2154 volte)

Domenica 30 novembre 2014 si terranno in Puglia le primarie del centrosinistra per la scelta, in vista delle elezioni amministrative del maggio 2015, del candidato Presidente della Regione.
Per partecipare alle primarie è necessario presentarsi presso il seggio muniti di documento di identità e del codice fiscale e versare un contributo minimo di un euro.

Si vota dalle ore 8.00 alle ore 22.00:
– a Galatina presso il Palazzo della Cultura;
– a Noha presso il Centro Ascolto;
– a Collemeto presso il locale allestito in via Padova n°8.

La consultazione è aperta a qualsiasi cittadino, anche non iscritto ad un partito, che si riconosce nel programma e negli obiettivi del centrosinistra, il fine è quello di utilizzare la consultazione interna per favorire la vittoria del candidato più adatto a intercettare il consenso dei pugliesi.
Il comitato per Dario Stefàno Presidente della Regione Puglia 2015 invita il popolo del centrosinistra di Galatina e frazioni a partecipare alle primarie.

Comitato per Dario Stefano Presidente 2015

 
Di Andrea Coccioli (del 20/11/2014 @ 20:36:40, in Comunicato Stampa, linkato 2205 volte)

L'iniziativa prevista per il 21 novembre è stata annullata e posticipata a data da destinarsi.

Andrea Coccioli




Venerdì 21 novembre alle ore 17.30 presso il CENTRO POLIVALENTE di Viale Don Bosco, l’assessorato alle politiche giovanili organizza un incontro pubblico con John Mpaliza per accogliere la marcia e discutere della situazione attuale in RDCongo.

Il promotore di questa marcia è John Mpaliza, cittadino italiano di origine congolese, che ha lasciato tutto, lavoro, casa, stabilità, per dedicarsi a tempo pieno alla diffusione dell’informazione sulla situazione politico-economica-sociale nella RDCongo ancora oggi afflitta da sanguinose guerre per la conquista, da parte di grandi multinazionali, di materie prime presenti quasi esclusivamente lì, come COLTAN, diamanti, oro, rame. Tutto questo John lo fa marciando a piedi in Italia, come in Europa (Marcia Reggio Emilia-Bruxelles), per arrivare poi in Congo, perché ritiene che l’unica strada che porta alla pace è far girare e conoscere la giusta informazione.

La marcia ha l’obiettivo di incontrare cittadinanza e istituzioni, ed in modo particolare i giovani per parlare di queste problematiche e di PACE, non solo in Congo, ma anche in Siria, Palestina, Ucraina e in tutte le zone coinvolte dalla guerra.

Partita da Reggio Emilia il 20 luglio 2014 arriverà a Reggio Calabria il 20 dicembre.

In Puglia passerà da diverse Province, tra cui Brindisi il 13.11, Lecce il 15.11, Taranto il 3.12 e toccherà anche vari Comuni limitrofi come Ostuni, S.P.Vernotico, Otranto, Tricase, Alessano, Gagliano del Capo, S.M.Leuca, Gallipoli, T.S.Giovanni, GALATINA, P.Cesario, Maruggio, Pulsano. In base alle iniziative promosse strada facendo, la marcia può inserire incontri, eventi ed anche nuove tappe.

Lanciamo pertanto un appello alle nostre Chiese, Comuni, Scuole, Associazioni, Istituzioni tutte presenti sul territorio a stringersi attorno a questa iniziativa, promuovendo degli incontri con i marciatori e unendosi a loro per qualche km simbolo, sventolando la bandiera della PACE!

VENERDI 21 NOVEMBRE ALLE ORE 17,30 PRESSO IL CENTRO POLIVALENTE DI VIALE DON BOSCO, ACCANTO ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE FALCONE E BORSELLINO, JOHN MPALIZA INCONTRERA’ GALATINA. SIETE TUTTI INVITATI. NON MANCATE.

Indirizzi e recapiti utili

John Mpaliza             john.mpaliza@gmail.com       tel.3204309765

Dr. Jean Bassmaji      bassmaji.jean@libero.it      tel.3384440342

Lucia Licchelli (referente per Lecce e Provincia) lulicchelli@yahoo.it    tel.3472232989

 
Di Redazione (del 03/01/2022 @ 20:35:06, in Comunicato Stampa, linkato 563 volte)

L’Anno 2021, in particolare il mese di Dicembre, si chiude con importanti novità per il Comando di Polizia Locale del Comune di Galatina che rappresentano passaggi fondamentali e funzionali sia al progressivo miglioramento della struttura organica interna sia su quello dell’implementazione, ottimizzazione ed efficientamento dei servizi esterni.

Per ciò che riguarda il primo punto, nell’ultimo giorno dell’anno, alla presenza del Sindaco Marcello Amante, dell’Assessore al ramo Nicola Mauro e dei colleghi, il Comandante della Polizia Locale Domenico Angelelli ed il Vice Comandante Luigi Tundo hanno accolto i nuovi Ufficiali Michele Sponziello e Vincenzo Apollonio, giunti positivamente al termine di una procedura concorsuale mediante progressione verticale.

Due personalità professionalmente differenti, ma complementari, a detta di tutti, che già hanno reso solido, con le rispettive esperienze, il lavoro all’interno dell’Ufficio e che si apprestano, con il nuovo ruolo, a continuare a contribuire alla strutturazione dello stesso nella direzione tracciata nel corso degli ultimi anni.

Di detta assunzione il Sindaco afferma: “Conosco entrambi molto bene, anche se per percorsi differenti, e non posso che essere felice di questo importante risultato raggiunto. Sponziello, con il suo carico di dedizione, determinazione, competenza e responsabilità, rappresenta un punto di riferimento fondamentale all’interno del Comando, sia per i colleghi, sia per i cittadini. Apollonio ha più volte dimostrato una importante preparazione professionale oltre che una innata attitudine alla funzionale risoluzione dei problemi, aspetto fondamentale per la vita di un Ufficio, parte di una macchina amministrativa più grande che richiede sempre più rapidità e pervasività degli interventi. Ad entrambi auguro, con grande piacere, un buon lavoro”.

Sul fronte dell’attività esterna e dell’implementazione del servizio a più stretto contatto con il cittadino il 2021 si chiude, poi, con un’altra importante novità rappresentata dall’ingresso ufficiale in servizio all’interno dell’organico a disposizione del Comandante Angelelli i due freschi vincitori di concorso Gianluca Quarta e Marco Corianò. “Questo importante passaggio” afferma il Comandante “consentirà al Comando di Polizia Locale di poter organizzare il lavoro in modo più efficiente per rispondere più rapidamente alle esigenze che, quotidianamente, una Città come Galatina richiede”.

Ufficio Segreteria Comando

 
Di Russo Piero Luigi (del 02/05/2023 @ 20:34:28, in Comunicato Stampa, linkato 251 volte)

Batti il tuo cinque sulla mano della nostra Associazione e sulle manine di tanti bambini che, grazie ai nostri Progetti di riqualificazione urbana delle periferie e di creazione di nuove aree giochi, possono riconquistare i loro spazi e vivere finalmente ambienti sani e puliti. Perché un paese non è fatto solo di adulti, ma di bambini che saranno i cittadini del domani. Tra i numerosi progetti, realizzati da “TappiAmo Galatina - raccolta eco-solidale tappi di plastica” – “Virtus Basket Galatina”, ricordiamo la riqualificazione dell’area verde “Prof. Carrozzini” in via Calatafimi con la creazione della nuova area giochi “Pietro Antonio Colazzo”, la riqualificazione dell’area verde “Questore Palatucci” con la creazione della nuova area giochi “Maresciallo Marcello Solidoro”, il “Muro del Coraggio”, la nuova area giochi a Collemeto in piazza “Madonna di Costantinopoli”, la targa BRAILLE per non vedenti e per ipovedenti, i vialetti in cemento stampato realizzato sull’area verde Madonna delle Grazie a Noha al fine di garantire l’utilizzo dei giochi anche e soprattutto ai bambini con ridotta mobilità che altrimenti non potrebbero utilizzarli.

COSA DEVE FARE IL cittadino CHE EFFETTUA QUESTA SCELTA?

Compilare, con la dichiarazione dei redditi (Certificazione Unica, Modello 730, Modello Unico), la scheda relativa alla "Scelta della destinazione del cinque per mille dell’Irpef”; - Apporre la propria firma nel riquadro "SOSTEGNO DELLE ASSOCIAZIONI SPORTIVE DILETTANTISTICHE RICONOSCIUTE AI FINI SPORTIVI DAL CONI A NORMA DI LEGGE CHE SVOLGONO UNA RILEVANTE ATTIVITA' DI INTERESSE SOCIALE" e inserire il codice: 93132060752. NON COSTA NULLA E BASTA UNA FIRMA: questa decisione non comporta oneri aggiuntivi per il contribuente. Infatti destinando alla “Virtus Basket Galatina” la quota del cinque per mille, il cittadino non pagherà nulla in più ma devolverà, per scopi sociali, una quota che, diversamente, andrebbe allo Stato.

Anche i pensionati e i lavoratori dipendenti non tenuti alla dichiarazione dei redditi possono farlo! In tre semplici mosse: 1. Compilare la “scheda integrativa per il 5x1000” contenuta nel C.U.; 2. Inserire la scheda in busta chiusa, apponendo la scritta “scelta per la destinazione del 5x1000 dell’IRPEF”, indicando nome, cognome e codice fiscale del contribuente; 3. Consegnarla alla propria banca o ufficio postale. Grazie a tutti.

Per info e contatti:

Sandro Argentieri: 333-4368532;

Piero Luigi Russo: 349-8471729.

 
"Pubblichiamo una lettera aperta firmata dal Segretario del Partito Democratico di Noha dott. Michele Scalese, e indirizzata al Sindaco di Galatina e ai vertici dell'ASL Lecce, al fine di chiedere delucidazioni in merito al ritardo nella consegna dell'Unità di Terapia Subintensiva dell'Ospedale Santa Caterina Novella di Galatina, ritardo che causa non poche conseguenze per il personale medico e soprattutto per i pazienti."
 

Spettabili,

               questa mia, al fine di comunicare alle SS.VV. l’ennesimo disagio che vede come protagonisti non solo il personale medico del Presidio Ospedaliero “Santa Caterina Novella”, ma l’intera collettività. Tutto questo in uno scenario pandemico che ancora e purtroppo non risulta essere risolto.
Porto alla Vostra attenzione un contesto a dir poco deplorevole che consta di mancanze di attuazione e ritardi nella consegna, chiedendo a nome mio e del Direttivo del Partito Democratico di Noha, che ha a cuore il bene della collettività, delucidazioni in merito.

Sappiamo bene che l’Ospedale di Galatina è uno delle destinazioni dei pazienti positivi all’infezione da SARS-CoV-2; lo stesso Presidio, già vittima di un riordino ospedaliero che ne declassa l’uso, e nonostante la carenza di personale medico e paramedico (costretto a turni estenuanti al fine di garantire un servizio sanitario in toto), è deficitario anche di posti letto adeguati che consentano il monitoraggio dei pazienti h24. 

Nello specifico, l’Unità Operativa di Medicina Covid-19 (da non confondere con l’Unità Operativa di Medicina Generale, specifica nel trattamento di patologie, la cui eziologia non è dovuta all’infezione SARS-CoV-2) conta nr. 18 posti letto che sono correttamente fruibili. Da più di un mese, tuttavia, il personale e i pazienti che hanno la necessità oggettiva di usufruirvi, attendono la consegna dell’Unità di Terapia Subintensiva comprendente di nr. 6 posti letto, appartenente anch’essa all’U.O. di Medicina, con conseguenze a dir poco vergognose, che cercherò di porre all’attenzione: nel momento in cui viene accertata la positività di un paziente che giunge presso il P.S. di Galatina con sintomi correlati al Covid, lo stesso viene come da prassi trasferito al Pronto Soccorso adibito ad uso esclusivo Covid (I Piano Palazzina De Maria, ex U. O. Gastroenterologia) in attesa di degenza, tuttavia, qualora allo stesso paziente si verificasse uno stato di insufficienza respiratoria, necessitando per questo di ventilazione e/o di monitoraggio h24, dovrebbe essere trasferito presso il DEA di Lecce; “dovrebbe” perché, come è risaputo, i posti letto sono carenti e l’attesa spesso conta anche fino ad una settimana prima del ricovero, per cui il paziente sarà costretto a sostare in Pronto Soccorso per un periodo di tempo estremamente lungo e indefinito. L’aspetto più deleterio per la sanità pubblica, a nostro parere è che l’Unità di Terapia Subintensiva del P.O. “Santa Caterina Novella” è stata ultimata da più di un mese, con attrezzature nuove e funzionanti, ma purtroppo mai consegnata!

Cari Direttori, Sig. Sindaco, Amministratori Locali, a quando il lieto evento? Non sarebbe il caso di affrettare le pratiche burocratiche per un servizio ai cittadini più celere, verso i quali avete un dovere morale prima ancora che istituzionale? Occorre celerità, e mai come in questo periodo, perché la salute del singolo cittadino è un BENE PUBBLICO e va salvaguardato. L’Ospedale di Galatina già vittima di precedenti avversità, di cui oggi noi tutti paghiamo le conseguenze, deve necessariamente avere la sua Terapia Subintensiva, e per questo noi e tutti i cittadini, aspettiamo riscontro sul perché di questo gravoso ritardo!

Il Segretario PD – Noha

Dott. Michele Scalese

 
Di Marcello D'Acquarica (del 14/01/2015 @ 20:32:55, in Cronaca, linkato 2505 volte)

Da: Un cittadino
A: Avv. Daniela Sindaco, Avv. Roberta Forte, Avv. Russi Alberto, Luigi Longo, Rita Toscano
Date: 12 dicembre 2014
Oggetto: Vico Pigno e via Michelangelo a Noha

Buongiorno, allego le foto che testimoniano la presenza di ratti nell'area in oggetto.
Ci tengo a sottolineare che nelle immediate vicinanze persistono attività commerciali di tipo alimentare (una panetteria ed una pizzeria), prima che accada qualcosa a discapito della salute pubblica, chiedo a Voi in qualità di rappresentanti della Pubblica Amministrazione, cosa devono fare i cittadini di quell'area, affinché venga effettuata una efficace derattizzazione.

Cordiali saluti




Da: Rita Toscano Città di Galatina
A: me cittadino
Date: 15 dicembre 2014

Buongiorno, per informarvi che, a seguito di sopralluogo effettuato dal Centro Salento Ambiente per valutare le modalità di derattizzazione dell'area interessata, è stato disposto tempestivo intervento in sicurezza. Rimaniamo a disposizione per quanto di competenza.

Cordialità.
Rita Toscano


N.B.:

ne parlammo anche sul n. 2 Anno 2 (marzo 2008) de L’Osservatore Nohano.

A proposito della derattizzazione, così detta il Regolamento di igiene del Comune di Galatina, fruibile in rete:
http://www.comune.galatina.le.it/documenti/regolamenti/2-titolo_1.pdf

 

Non sarà la più bella del mondo, ma ogni volta che ci metton mano fanno di tutto per deturparla oltremodo. Mi riferisco alla nostra Costituzione, oggetto di morbose attenzioni da parte dei nipoti costituenti (ché i padri li hanno fatti seppellire da un pezzo).  

Chiamano dunque riforme quelle cose quasi sempre pensate per deformare un sistema (sanitario, lavorativo, fiscale, scolastico…) a vantaggio dei gerarchi e a detrimento della massa che però li idolatra.      

L’ultima volta che si tentò, per fortuna invano, di sconvolgere la Costituzione formale (quella sostanziale è un altro paio di maniche) fu non più tardi del 2016. Dovetti sacrificare non so più quante fette di Mellone – e quindi tempo allo studio - per provare a fare un liscio e busso a chi inneggiava a quell’accozzaglia di norme scritte con l’unghia incarnita dei piedi. Non che un mio articolo sposti di un solo voto il suffragio universale, ma, come già detto, scrivo per riuscire a farmi la barba la mattina senza sentirmi in dovere di dirigere la lametta verso la  giugulare.

Questa volta – con la solita storia che le dimensioni non contano -  quasi tutti i partiti hanno votato in parlamento l’auto-evirazione (parliamo del taglio dei suoi membri, no?): ne avremo il 36,5% in meno, dunque uno sconto di 230 deputati (da 630 a 400) e 115 senatori (da 315 a 200).

Tutto bene? Oddio, se diamo retta alle chiacchiere del bar dello sport, sì: tipo che così si ridurranno “i costi della politica”, e si darebbe una sforbiciata a questa benedetta casta - per la gioia del volgo in visibilio e sempre plaudente, convinto che il valore di una legge si possa misurare con l’applausometro.

La stampa a sua volta sembra ignorare quasi del tutto l’argomento, che invece sarebbe di scottante attualità forse più del virus, atteso il fatto che da qui a un mese e mezzo l’assetto costituzionale dello stato verrà stravolto. Ma dotandosi di potente microscopio qualcosina si riesce a rinvenire.

Ed ecco qui di seguito la sintesi epesegetica di un puntuto articolo apparso a pag. 3 de “il Galatino” del 10 luglio scorso (anno LIII – n. 13) a firma dell’on. Leonardo Donno (ma un tempo quelli del MoVimento 5 Stelle ora tendenti a 3 non aborrivano il titolo di “onorevole” per definirsi soltanto “cittadini”? Ndr.). Il quale parte con una serie di affermazioni dalla logica siderurgica, tipo: il MoVimento “ha tra i propri obiettivi semplificare e rendere il Parlamento più efficiente” (e come di grazia? Con un novello piano P2 copiato paro paro dagli appunti di Licio Gelli? Riducendone il dibattito che sarebbe alla base di uno stato democratico? Eliminando le commissioni parlamentari che comportano studio, ore di lavoro, letture, riflessioni, e incontri, anche sul famoso territorio? E chi dovrebbe poi svolgere le attività di quei 230 deputati e di quei 130 senatori in meno? Il direttorio? Un triumvirato? Il dispotismo illuminato? La piattaforma Rousseau? Vuoi vedere che i superstiti deputati e senatori, accollandosene le funzioni, faranno gli straordinari - basterebbe il 36,5% in più del tempo -, magari senza un euro di indennità? O forse che si taglierà la testa al toro eliminando ogni tipo di discussione, e chi s’è visto s’è visto?); “favorire la partecipazione delle persone alla vita politica e la democrazia diretta” (certo: riduci il numero dei parlamentari e favorisci “la partecipazione delle persone alla vita politica e alla democrazia diretta”: una logica che manco Kurt Gödel); “migliorare il rapporto tra cittadini e istituzioni” (veramente, se volessimo scomodare le frazioni della prima media, il rapporto tra eletti e elettori peggiorerebbe eccome, nel senso che, aumentando il denominatore fatto dal numero degli elettori, il rapporto rappresentante/rappresentati si ridurrebbe in maniera significativa. Ma che rompiscatole questa matematica); e [finalmente] “risparmiare ed eliminare sprechi” (a prescindere dal fatto che la democrazia ha dei costi diretti ben maggiori rispetto a quelli di una dittatura - su quelli indiretti avrei invece qualche dubbio - ma se proprio volessimo segare queste benedette spese, non basterebbe forse ridurre del 36,5% indennità, diaria e rimborso spese di mandato mensili, passandole cioè dagli attuali 16.000 a 10.000 euro circa - al netto dell’immagino reddito di cittadinanza che spetterebbe ai parlamentari trombati?).

Nelle ventidue righe successive l’onorevole cittadino ripete a mo’ di salmo responsoriale la parola “poltrona” per ben cinque volte. Pare che il massimo scranno della rappresentanza popolare sia stato ormai declassato a pezzo di arredamento, a mobile concepito per accogliere, ehm, la fortuna dell’eletto.

Dall’uno vale uno, all’uno vale zero.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 28/10/2019 @ 20:21:02, in Comunicato Stampa, linkato 918 volte)

Il Distretto Urbano del Commercio, nell'ambito delle sue attività e delle linee programmatiche dettate dalla Regione Puglia, offre ai Comuni la possibilità di realizzare il proprio Documento Strategico del Commercio (DSC). Tale documento ha lo scopo di determinare le linee strategiche lungo le quali le Amministrazioni Comunali intendono realizzare il proprio processo di sviluppo. Un documento che ha valenza di marketing territoriale, determinante per le scelte economiche e sociali di un ente pubblico. Il documento nasce e si sviluppa a seguito delle analisi condotte e riportate nel Piano strategico (PSC) che analizza e studia i principali indici economici territoriali del commercio. Per presentare il PSC e dare il via alla redazione del Documento da presentare alla Regione Puglia, il 31 ottobre alle ore 16:00 presso la sala Celestino Contaldo del Palazzo della Cultura a Galatina, si terrà un incontro con gli operatori interessati che potranno intervenire liberamente allo scopo di fornire, anche attraverso la compilazione di apposite schede, le loro indicazioni sullo sviluppo economico di Galatina.

L'incontro ha l'obiettivo di far partecipare gli operatori economici ad un progetto che avrà una valenza sociale, dovendo incidere sullo sviluppo del tessuto commerciale cittadino, anche alla luce delle nuove dinamiche dell'economia sempre più orientata verso il web.

Durante l'incontro, sarà inoltre presentato lo Smart DUC, il programma che metterà in rete le aziende del territorio e dell'intera regione Puglia, offrendo agli operatori economici uno strumento moderno e condiviso di promozione e marketing.

 

Carmine Mandorino – Consulente redattore del PSC

Nico Mauro – Assessore alle attività produttive

 
Di Redazione (del 27/07/2018 @ 20:18:39, in Comunicato Stampa, linkato 916 volte)

Il piano regionale di riordino ospedaliero che prevede la chiusura dell’ospedale Santa Caterina Novella di Galatina, avrebbe imposto già da tempo la formazione di un fronte comune che mettesse insieme cittadini, classe dirigente in maniera trasversale, associazioni, sindacati di categoria e Sindaci del nostro comprensorio.

Da tempo in qualità di forza politica di minoranza, abbiamo cercato di spronare il Sindaco Amante a farsi carico di questo onere soprattutto perché tra le sue prerogative c’è quella di rappresentare la massima autorità sanitaria locale e proprio per questo da lui i cittadini si sarebbero aspettati degli interventi politici incisivi tesi a salvaguardare un ospedale che per struttura, posizione geografica e bacino d’utenza meriterebbe un’altra sorte. Da decenni infatti, oltre che essere un punto di riferimento per tutto il territorio a livello sanitario, l’ospedale Santa Caterina Novella rappresenta anche una risorsa economica imprescindibile per la nostra economia locale e proprio per questo è responsabilità di tutti noi evitare in ogni modo la sua chiusura o un suo drastico ridimensionamento.

La tardiva manovra di affrontare nel consiglio comunale del 26 Luglio questo tema spinoso, quando ormai le delibere della giunta regionale e dei vertici dell’ASL ribadiscono la chiusura del nosocomio galatinese dopo che sarà completata la realizzazione dell’ospedale che sorgerà tra Maglie e Melpignano, ci sembra quasi un tentativo da parte del Sindaco di salvarsi la faccia dopo mesi di silenzi ed indifferenza, proprio mentre in regione veniva ridimensionato il nostro diritto alla salute.

Non vogliamo pensare che il Sindaco Amante abbia le mani legale dal Presidente Michele Emiliano, il cui sostegno politico è stato determinante per la sua elezione alla carica di primo cittadino.

Tuttavia l’ultimo consiglio comunale non ha contribuito a chiarire questa preoccupazione ed al contrario ha alimentato ulteriori dubbi sulle reali prospettive del nostro ospedale e sulla concreta volontà da parte di questa amministrazione di porsi in contrasto con le decisioni della Giunta Emiliano.

Questo sospetto è confermato dalla insolita circostanza per cui il consiglio comunale appena trascorso sia terminato senza l’adozione di alcun deliberato che sancisse una qualche forma di accordo trasversale tra tutte le forze politiche, finalizzato ad esperire una serie di azioni come ricorsi, modifiche e proposte che possano salvare il salvabile, come giustamente suggerito dal Presidente della Provincia Antonio Gabellone.

Peggio ancora il Direttore Generale dell’ASL Lecce, Ottavio Narracci, non ha saputo chiarire le contraddizioni degli atti regionali in cui da un lato, con la delibera di giunta regionale del 28 Giugno 2018, viene sostenuto che il mantenimento del punto nascite a Galatina scongiurerà la chiusura del Santa Caterina Novella e dall’altro nella delibera dirigenziale che porta la sua firma, la n.1560 del 2 Luglio 2018, viene ribadita la chiusura del nostro nosocomio dopo che sarà stato realizzato l’ospedale del sud Salento.

Ora però la palla passa a Marcello Amante che dovrà farsi carico della responsabilità di  gestire l’organizzazione di un fronte che possa incidere sulle sorti future del nostro ospedale, dimostrando a tutti che il consiglio comunale appena concluso non sia stato solo un’inutile evento di facciata ma soprattutto dimostrando di essere una persona realmente libera da qualsiasi condizionamento politico.

Noi del Partito Socialista prescindendo dal fatto che sediamo tra i banchi della minoranza siamo disponibili a qualsiasi forma di collaborazione nella conduzione di una battaglia comune a favore del Santa Caterina Novella, che però dovrà guidare in prima persona il Sindaco Amante se non vorrà restare alla storia come colui che, nell’indifferenza e nell’immobilismo, ha permesso l’omicidio del nostro ospedale.

Giuseppe Spoti

Consigliere comunale- Partito Socialista

 
Di Redazione (del 09/07/2019 @ 20:16:59, in Comunicato Stampa, linkato 1101 volte)

Ho diffidato il sindaco Marcello Amante, insieme agli assessori: Maria Giaccari allo Sport e Loredana Tundo ai Lavori pubblici del Comune di Galatina, affinché impediscano immediatamente l’accesso ai campo sportivo di Collemeto ed entro 15 giorni lo mettano in sicurezza. Su segnalazione di diversi cittadini residenti nella frazione, nei giorni scorsi, ho fatto un sopralluogo con il segretario di Direzione Italia, Matteo Marangi, costatando lo stato di abbandono in cui versa il campo sportivo in questione e il pericolo che rappresenta per l’incolumità pubblica.

Il cancello d’ingresso, infatti, è aperto rendendo il luogo accessibile a chiunque. Su quello che un tempo era il campo da gioco è cresciuta vegetazione spontanea, oggi secca, che presenta visibili tracce di biciclette, moto o scooter. Inoltre vi è un muro parzialmente crollato e pericolante posizionato a ciglio cava, le porte del campo abbandonate al degrado, abbonda sporcizia e sono presenti rifiuti con tutto ciò che questo può comportare per la salute dei cittadini e per la loro incolumità nel caso di incursioni all’interno, in particolare dei ragazzi che a causa della loro età sono meno attenti ai pericoli.

Ancora una volta l’amministrazione comunale si dimostra latitante verso la Città e le sue frazioni. Sono trascorsi poco più di due mesi dal mio allerta sull’immobile di via Piemonte e ora si ripresenta un’altra grave situazione frutto della scarsa attenzione prestata dall’assessore Tundo verso i beni comunali e in questo caso anche dell’assessore Giaccari. È mai possibile che siano lasciati in stato di abbandono beni comunali, realizzati con soldi pubblici, che oltre a rappresentare un pericolo danneggiano i cittadini per il fatto di non poterne usufruire?

Per questo ho diffidato il sindaco e gli assessori competenti rammentandogli che ove mai un cittadino dovesse riportare danni fisici, all’interno di queste strutture, si profilerebbe il reato di culpa in vigilando. Quel che conta è garantire la sicurezza chiudendo il cancello d’accesso, mettendo anche una recinzione provvisoria lì dove si è creato il varco a ridosso della cava, ma mi aspetto anche un progetto di riqualificazione del campo sportivo. Questa amministrazione mostra di non conoscere la Storia della nostra Città e delle sue frazioni. La scuola di calcio di Collemeto ha prodotto campioni di questo sport e oggi fa rabbia assistere a questo scempio che l’amministrazione, colpevolmente, fa finta di non vedere.

Il campo sportivo di Collemeto merita di essere riqualificato con un buon progetto e più attenzione di quella che sinora il sindaco Amante e i suoi assessori hanno inteso dedicargli. D’altra parte non nutro eccessive speranze perché la capacità progettuale del Comune di Galatina è ai minimi storici, atteso che quasi tutti i progetti finiscono per essere bocciati.

In ogni caso, se l’amministrazione non provvederà quantomeno a impedire l’accesso ai luoghi ed entro 15 giorni a mettere in sicurezza il campo, sarò mio malgrado costretto a segnalare alle autorità competenti le violazioni in atto e il pericolo perdurante.

Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis

Giampiero De Pascalis

 
Di Redazione (del 29/10/2019 @ 20:14:20, in Comunicato Stampa, linkato 1627 volte)

Oggi, 29 Ottobre 2019 presso il Centro Congressi dell'Università del Salento, il nostro concittadino Michele Scalese, Presidente dell'Azione Cattolica di Noha e quotidianamente impegnato nel sociale è stato proclamato Dottore Magistrale in Metodologia dell'Intervento Psicologico, discutendo una tesi dal titolo "Le motivazioni identitarie come fattore di consenso alle posizioni anti-immigrati dei partiti populisti. Uno studio esplorativo” - Relatore: Chiar.ma Prof.ssa Terri Mini Mannarini.

Al dottor Scalese, ai suoi familiari, amici e a tutta la nostra comunità, giungano le nostre congratulazioni con l'augurio di un futuro pieno di successi.

Gli amici di Noha

 
Di Antonio Mellone (del 19/04/2022 @ 20:10:49, in Fetta di Mellone, linkato 800 volte)

Mentre impazzano i cortometraggi pubblicitari della Sandra (io però preferisco i lungometraggi, quelli in cui la Nostra dà il meglio di sé diciamo spontaneamente, ora in un caffè con parterre di giornalisti di grido, ora sulla pubblica piazza insieme ai noti sottoscrittori di contratti con tutti, vale a dire gli emissari del Movimento Cinque Penne), altri candidati, per non essere da meno, ne hanno commissionati di ineffabili alle rispettive Bestie, con rispetto parlando (il termine deriva da the Beast, la struttura creata da Obama per arrivare alla Casa Bianca).

Non può passare inosservato per esempio quello fatto confezionare da tal Fabio Vergine, il Carneade tra i quattro aspiranti alla tiara di sindaco (non ci quereli pure lui eh, ché abbiam detto Carneade e non ancora Carnevale: e chiedo venia se mi sfuggono tutti i notabili imprenditori che, come probabilmente anche il suddetto, mietono successi in loco e può darsi parimenti altrove), nel ruolo di eroe protagonista, interprete di se stesso, cogitabondo in una Galatina centro desertificata, quasi insonnolita, pronta a destarsi al suono di una voce di sottofondo, immagino la sua, flautata, calda anzichenò, e soprattutto nostalgica, onde la tattica dell’advertising è stata applicata al meglio, ergo l’elettorato “attivo” sedotto sin dalle prime battute (ché in queste contrade è da un bel po’ maggioranza qualificata chi presta attenzione a credito). Comunque, a maggior enfasi io ci avrei aggiunto la più persuasiva delle asserzioni da prologo pensata per la meglio imprenditoria nazionale così incline a scendere in campo per un nuovo miracolo italiano, ovverosia: “Galatina è la città che amo”.

Ho provato a seguire i quattro dell’Ave Mare nel cosiddetto dibattito tenutosi qualche giorno fa nella sede di un circolo cittadino: sì, è stata dura, ma se riesci ad arrivare sino in fondo capisci che, pur volendo spaccare il capello in quattro, è estremamente arduo scindere il “pensiero” “politico” (virgolette a entrambi i lemmi) delle quattro persone uguali e distinte. La dimostrazione indiretta ma scientifica sta nel fatto che il Pd e i suoi liquami, sotto cangianti spoglie, sembrano essersi in qualche modo infiltrati in ognuna delle coalizioni galatinesi diciamo contendenti, onde il segretario di quel partito, che ultimamente si fa ritrarre in mimetica ed elmetto (chissà quando con uno scolapasta in testa), non potrà che gongolarne soddisfatto.

Non abbiamo etichette, non siamo di destra, non siamo di sinistra” – ha tuonato con felice metafora e qualche anafora il venturo Fabio Sindaco. Dunque, se ho ben capito, per il nostro affabulatore post-ideologico, e quindi di riflesso per i suoi follower, certi discorsi sono oziosi, dacché, sulla scia di numerosi politologi amanti di ossimori e paradossi, v’è l’auspicio che si materializzi una grande destra moderna e democratica aggregata a una sinistra altrettanto riformista e progressista, in modo tale che dal loro fertile amplesso nasca una società senza differenze, senza pressioni e soprattutto senza “pregiudizi ideologici” [e - va da sé - senza idee, ndr.]. Vuoi vedere che alla fine, primo caso nella storia moderna, a Galatina e dintorni stiamo per far rinascere un quadrumvirato in nome della parola magica Pnrr?

E insomma a fine marzo il Vergine clemente s’è degnato di aprire la campagna elettorale perfino a Noha con uno storico bagno di folla (o forse, dato il meteo, volevano dire folla bagnata). Da questa frazione è finalmente partita la “seconda tappa” del tour (una specie di Via Crucis vivente), intitolata, guarda un po’, “Direzione Galatina”, e dove sennò.

Qui il Nostro ha proferito il suo verbo con piglio accademico e soprattutto “con dati alla mano” [sic], come per dire: “[…] I dieci sportelli bancari di Galatina contengono depositi per circa 380 milioni di euro. Soldi sostanzialmente fermi ed infruttiferi per il nostro territorio” [sic]. Pare che il, salvo errori, ex-prof universitario si sia soffermato a osservare soltanto un piatto della bilancia (cioè del bilancio) e non anche l’altro, rappresentato, ma vedi tu, da altrettanti Impieghi: 369 milioni per la precisione (dati del 2020). E volendo proprio fare la media del pollo di Trilussa, si potrebbe pure aggiungere che, a fronte di 14.761 euro di Depositi pro-capite, a Galatina gli Impieghi bancari sempre pro-capite (composti da mutui, prestiti, e finanziamenti a breve medio e lungo termine a famiglie e imprese) sono pari a 14.225 euro, sicché il rapporto tra impieghi e depositi si aggira intorno al 100% o giù di lì. O magari l’imprenditore de noantri vorrebbe che la vecchietta parsimoniosa versasse direttamente sul conto corrente dell’impresa locale (“Piccola o grande che sia, dalla piccola bottega al padiglione industriale” [sic]) i famosi risparmi di una vita. Prospettiva interessante, non c’è che dire, non ci avevo proprio pensato. Poi uno si chiede come faccia un’alma mater a privarsi di un luminare di tal lignaggio. E viceversa.

Commovente infine il suo: “Ho ricevuto tanto da questa città, e ora sento di doverlo restituire”. Ma come è buono lei. Guardi, non si preoccupi. Tenga pure. Davvero. Come avesse già dato.

Ma tu guarda. Cercavamo un sindaco (con la minuscola per carità di patria), e ci ritroviamo con un Vergine e Martire.

Antonio Mellone

 
Di Loredana Tundo (del 30/03/2017 @ 20:07:59, in Ex edificio scolastico, linkato 2173 volte)

La sottoscritta Loredana Tundo, in qualità di Vice Presidente dell’associazione di promozione sociale “Circolo ACLI Noha”, a nome personale e dell’associazione che rappresenta sul territorio, Le scriviamo per chiederLe di porre la Sua attenzione sull’utilizzo improprio che viene fatto della struttura sita in Noha alla Piazza Menotti. Nasce come centro che in raccordo con i servizi sociali d’ambito, con le istituzioni scolastiche, con le associazioni presenti sul territorio, avrebbe dovuto realizzare interventi di socializzazione ed attività educative-ricreative, miranti a promuovere il benessere della comunità e contrastare fenomeni di marginalità e disagio minorile. Oggi la struttura viene utilizzata per altri scopi, che non paiono essere in linea con le finalità di un centro polivalente, recuperato con un finanziamento pubblico di 1.300.000,00 euro, derivante dai fondi FESR, per fronteggiare l’emergenza e il recupero di minori a rischio, in un territorio sensibile al fenomeno.

A questo proposito, allego copia della delibera n. 275/2012 della Giunta Comunale di “appalto servizio gestione centro aperto polivalente per minori” e il regolamento interno dai quali si evincono le finalità sociali a cui è destinata la struttura, non mi sembra di aver letto nel documento che il centro polivalente avrebbe potuto essere una sede di un partito politico nella quale indire un congresso cittadino.
Voglia, pertanto, verificare se l’attuale gestore persegue le finalità per le quali ha partecipato al bando indetto dal comune, inoltre, se ha mai presentato rendicontazione dettagliata del contributo ottenuto e se è mai stata fatta una verifica dell’effettivo impiego dello stesso. La invitiamo pertanto a revocare l’affidamento della struttura in quanto sono venuti meno i principi per i quali il C.E.S.F e T. ha concorso per l’assegnazione della stessa, nel rispetto dei bisogni dei minori della comunità nohana.
Ciò detto, ci affidiamo alla Sua valutazione, nel caso ravvisasse eventuali illeciti, di procedere secondo legge presso la Procura e Corte dei Conti.
In attesa di un Suo gentile riscontro, le porgiamo distinti saluti.

Loredana Tundo

 

Istanza Acli Centro Aperto Polivalente Noha

Festa Carnevale

Congresso PD Noha 02.04.2017

Deliberazione del Commissario Straordinario N. 90 / 2017

Deliberazione della Giunta Comunale N. 275 / 2012

DEF REGOLAMENTO NOHA Associazioni

Avviso stipula contratto Centro Aperto Polivalente Minori Noha

 

"Arte e bellezza.... Che emozione!"

Un grande successo si è rivelata la sfilata promossa dall'amministrazione comunale e dalle Associazioni Esserci per Galatina, Helianthus, Galatina Letterata e Pro Loco Aps Galatina, che ha visto coinvolti i bambini e le bambine di tutto l'Istituto Comprensivo Polo 1 di Galatina, fortemente voluta dalla Dirigente Luisa Cascione e dagli insegnanti e realizzata grazie al grande impegno e sinergia tra scuola e famiglie.

L'intento era quello di far respirare quella normalità tanto negata in questi anni di pandemia. I bambini infatti devono poter godere del diritto alla socialità, al gioco e alla spensieratezza.

Un tripudio di gioia e colori ha attraversato le vie del paese.

Improvvisati pittori in erba, per giorni gli alunni delle classi quinte, affiancati da docenti e genitori, hanno dedicato parte dei loro pomeriggi a dipingere con estro e creatività delle tele ispirandosi ad autori come Kandiskij, Mirò, Magritte, Mondrian diventati, successivamente, i loro costumi.

I bambini dell'infanzia e le prime tre classi della scuola primaria hanno rappresentato il mondo dei colori tra grandi pennelli, macchiette e tubetti di colore che hanno allietato la sfilata con balli incessanti e coinvolgenti.

Gli alunni delle classi quarte hanno donato con i loro abiti un tributo alla famosa artista Frida Kahlo.

La nostra musica ed i nostri colori sono stati notevolmente apprezzati dai numerosi spettatori assiepati lungo i bordi del percorso cittadino.

Alla fine della giornata ci siamo ritenuti felici e soddisfatti per aver regalato un pomeriggio di spensieratezza a tutti.

Fiorella Mastria

 

Il ricorso presentato contro le scelte irrazionali compiute dalla Regione Puglia prima e dalla Asl di Lecce poi per l’Ospedale di Galatina, ha prodotto un primo risultato che comunque risulta insufficiente e non rispetta quanto previsto dal Dm 70 del 2015. Sta di fatto che la delibera numero 2430 del 9 novembre 2018 Asl Lecce ha pianificato l’attività chirurgica ortopedica denominata Week Surgery. Dopo aver spogliato il “Santa Caterina Novella” mettendo in affanno il pronto soccorso per l’assenza dei reparti chirurgici naturalmente legati all’emergenza-urgenza, oggi la Asl di Lecce tira fuori il coniglio dal cilindro cercando di mettere una toppa al disastro.

Premesso che il Dm 70 del 2015 non prevede posti letto per degenze limitate a cinque giorni e che l’ospedale di base ha come sua vocazione il trattamento di patologie a media e bassa intensità, non è scritto da nessuna parte che la sua attività sia limitata ai soli interventi programmati. Se arriva un’appendicite in  pronto soccorso (intervento che in generale non è di elevata complessità), ad esempio, oggi da Galatina parte l’ambulanza per il trasferimento in un altro ospedale. È una scena che si ripete più volte al giorno, sin da quando le scelte sconclusionate fatte hanno trasformato il pronto soccorso cittadino in un centro di smistamento.

Ora sono stati autorizzati i ricoveri in day surgery per Ostetricia, Ortopedia e Chirurgia, ma qui si apre un altro film. I ricoveri devono essere rigorosamente contenuti in cinque giorni di degenza, dal lunedì al venerdì, con presenza dello specialista dalle 8 alle 20, mentre di notte ci sarà un servizio di pronta disponibilità. E se dovesse esserci una complicazione che richiede immediatezza di intervento? Bisogna sperare che non accada di notte. Ovviamente in delibera è precisato che la selezione dei pazienti deve essere rigorosa per garantire che il ricovero sia contenuto nei cinque giorni, nel caso in cui ci siano complicazioni entro il giovedì sera bisognerà valutare il trasferimento del paziente al Vito Fazzi. Ancora ambulanze in giro. Mi chiedo se tutto questo abbia senso e poi sorge una domanda spontanea: gli infermieri che turnano per cinque giorni cosa fanno nel weekend?

Il 14 novembre si terrà al Tar di Lecce l’udienza per il ricorso presentato dal sottoscritto e da tanti cittadini contro le scelte incomprensibili della Regione e della Asl. Aspettiamo le decisioni dei giudici amministrativi, ma in ogni caso ritengo che la delibera Asl sia la conferma che questa battaglia è fondata. Ci auguriamo di avere giustizia per tutelare il diritto alla salute dei cittadini di Galatina e dei comuni limitrofi oggi non garantita dal Week Surgery che è solo la risposta parziale a una parte del problema.    

Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis

Giampiero De Pascalis

 
Di Redazione (del 08/04/2022 @ 19:58:36, in Comunicato Stampa, linkato 591 volte)

Nasce "Noi per Galatina", un progetto politico per la città di Galatina che, in vista delle prossime elezioni amministrative del 12 giugno 2022, si concretizzerà in una lista a sostegno di Fabio Vergine.

Dopo due anni di pandemia e le difficoltà che la guerra in Ucraina ci costringe a vivere, anche Galatina, come molte altre città italiane, si trova oggi di fronte a nuove, numerose e difficili sfide: innanzitutto la sicurezza dei cittadini, soprattutto dei soggetti più deboli e indifesi, poi quella economica e finanziaria, della sostenibilità turistica ed ambientale, della profonda e inderogabile riqualificazione e rigenerazione urbana e delle sue aree periferiche con il loro degrado indotto dall’abbandono, dall’incuria e dalla mancanza di progettazione e prospettive, di un nuovo welfare per l’inclusione sociale, dell’innovazione tecnologica e della smart city, della competizione turistica e territoriale, della ricerca di nuovi modelli per assicurare la qualità della vita delle famiglie della nostra comunità. In questo contesto, l’impegno di “Noi per Galatina” sarà orientato a dare nuovi obiettivi al rilancio del progetto generale di sviluppo urbano sostenibile per una Galatina sempre più vivibile, creativa, verde, certamente sicura, interconnessa e innovativa.

“Noi per Galatina” è un movimento civico aperto, riformatore e innovatore, un’area di dialogo, uno spazio aggregativo di sviluppo di idee e progetti, in cui le diversità diventeranno un elemento di crescita e di formazione per affrontare le problematiche che riguardano la nostra società. Un’area civica che avendo condiviso da tempo il percorso politico del Presidente Emiliano trova ispirazione proprio in quel modello di civismo consapevole ed impegnato.

“Noi per Galatina” è una vera chiamata all’azione, rivolta in primis ai giovani. Un coinvolgimento imprescindibile, quello delle nuove generazioni, perché legato al pieno riconoscimento di una loro maggiore sensibilità ed attualità nell’espressione di quelle istanze di modernizzazione della società e della politica a cui si intende rispondere con un nuovo progetto riformista che sarà certamente incarnato dalla candidatura a Sindaco di Fabio Vergine.

Il Coordinamento cittadino

 
Di Redazione (del 19/01/2022 @ 19:57:56, in Comunicato Stampa, linkato 733 volte)

L’intervento, dal costo di circa € 120.000,00, è stato realizzato dall’amministrazione del Sindaco Marcello Amante interamente con fondi regionali partecipando all’avviso regionale per la realizzazione di un sistema integrato di sicurezza.

L’impianto di videosorveglianza cittadino oggi comprende poco meno di 50 punti di rilevamento, sia con telecamere di contesto che di osservazione, dislocati su punti strategici di tutto il territorio comunale, con una supervisione integrata tra la Polizia Municipale e la Polizia di Stato.

“Con questo intervento abbiamo voluto monitorare punti sensibili e di maggior interesse generale, tra gli altri e il quartiere fieristico, i Cimiteri di Galatina, Noha e Collemeto e Piazza XXIV Maggio a Noha dove è allocata la “Trozza”– dichiara il Sindaco Marcello Amante – ma anche zone a tutela della sicurezza dei galatinesi come Piazza Vecchia e Piazza Arcudi nel centro storico a Galatina e Largo via Sassari a Collemeto per il quale si è dovuto installare un ponte radio, vista la notevole distanza dal centro stella della centrale operativa”.

Sull’argomento interviene anche il consigliere comunale Vito Albano Tundo: “Sono soddisfatto, ho seguito il progetto in tutto il suo iter sin dalle prime fasi ritenendolo di fondamentale importanza per dare una risposta concreta alla richiesta di controllo e sicurezza che giungevano sempre più frequenti all’amministrazione. Ho chiesto che con le economie di gara vengano installate telecamere anche nei pressi delle due aree giochi per ragazzi su Piazzetta Fedele, nel Rione Italia, e si Piazza Fortunato Cesari, nel passato spesso impunemente vandalizzate”.

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 06/06/2023 @ 19:53:49, in Comunicato Stampa, linkato 345 volte)

"La musica permette di esplorare ciò che non è visibile, permette di andare oltre l’orizzonte, oltre i confini, oltre le terre e il mare. Oltre.", dirigente Luisa Cascione.

“Un alunno Una Canzone Un’emozione”, il nome del concerto di fine anno dell’Istituto Comprensivo Polo 1 di Galatina/Collemeto, eseguito dall’Orchestra Giovanile Giovanni Pascoli è stato, di fatto, un inno alla bellezza.

La bellezza della musica, che da sempre accompagna i momenti più importanti della vita delle persone, ma anche e soprattutto, la bellezza degli studenti musicisti, che hanno avuto modo di esibirsi alla fine di un anno intenso nella cornice meravigliosa del teatro Cavallino Bianco col pubblico delle migliori occasioni, e alla bellezza della scuola, intesa non come luogo fisico bensì comunità educante che contribuisce alla formazione dei propri alunni, anche attraverso momenti come quello vissuto ieri sera.

L’orchestra, secondo la definizione del dizionario è "l’insieme degli strumentisti che collaborano a un’esecuzione musicale, riuniti in un preciso ordine per gruppi di strumenti e disposti a semicerchio sia per motivi di acustica, sia per osservare i gesti e per seguire le indicazioni del direttore d’orchestra".

L’orchestra giovanile Giovanni Pascoli è un’orchestra che segue la definizione ma che racchiude degli elementi di forza unici.

Il primo, il valore dei musicisti, gli studenti di prima, seconda e terza classe della scuola secondaria di primo grado, l’intero ciclo di studi della ex scuola media, che viene da loro vissuto abbinando allo studio tradizionale, anche lo studio dello strumento prescelto.

Il secondo, il ruolo del direttore d’orchestra, o per meglio dire nel nostro caso, i direttori d’orchestra, donne e uomini Musicisti ed Insegnanti, in grado di saper cogliere nel proprio allievo strumentista, non solo le capacità tecniche, ma che riescono a tirar fuori la parte più nascosta, facendola crescere giorno dopo giorno. Per questo va un grande plauso ai docenti Maria Rita Apollonio (pianoforte), Luisa Augusti (flauto), Graziano Caiuli (chitarra), Marinella Prontera (flauto) e Gianfranco Schirinzi (violino), coordinatore dell'indirizzo musicale.

Il terzo, non meno importante, è l’orchestra che rappresenta la scuola nella sua interezza, e la rappresenta attraverso la musica durante eventi scolastici e non.

Dall’unione di questi elementi è venuto fuori un allestimento sublime, dove a brani classici si sono succeduti brani moderni, alcuni legati alla cinematografia e al musical, passando per la tradizione popolare. I direttori d’orchestra si sono "passati la bacchetta" in un continuum musicale con un crescendo di emozioni che ha pervaso gli ascoltatori, preparati all’ascolto da tantissimi studenti presentatori che, con compostezza ed eleganza, annunciavano i brani.

Due momenti cantati, da Imagine di John Lennon, quell’inno pacifista che ha ancora una volta dato l’opportunità di ribadire la necessità di pace nel mondo al Lu rusciu de lu mare, tra l’altro già eseguita durante lo spettacolo teatrale della scorsa settimana, che ha fatto esplodere un teatro, sino a quel momento in composto silenzio , interrotto solo dopo ogni brano dagli applausi fragorosi.

Quel momento, di tradizione popolare, una canzone che rappresenta la salentinità, dove l’orchestra ha regalato un momento di spettacolo puro, tra musica, danza e ballo che hanno attraversato ogni spettatore.

Al termine dell’esibizione, la dirigente Luisa Cascione era davvero senza parole dopo aver assistito a “questa grande bellezza” come da lei stessa definita. La meraviglia, lo stupore e la certezza dei ragazzi che, attraverso la musica, chi in un modo chi in un altro, porteranno avanti il loro percorso di vita. Dimostrazione che la musica unisce ed include tutti, compresi vecchi allievi e musicisti esterni che si sono aggiunti per l’occasione all’allestimento del concerto, la cui forza è arrivata ad ogni spettatore presente.

Alla fine delle esibizioni un momento per dare un riconoscimento ai tre studenti classificatisi nelle prime posizioni nei giochi nazionali di matematica del Mediterraneo (Palermo) e della Bocconi (Milano), per dimostrare ancora una volta quanto la scuola tiene in considerazione ogni traguardo di ogni alunno.

Al termine dei saluti, compresi quelli del primo cittadino Fabio Vergine, che si è goduto lo spettacolo prima di pronunciare parole di elogio per la scuola, per i docenti e per l’orchestra, la sorpresa degli studenti di terza che hanno voluto salutare la scuola e i loro docenti, con una lettera ed un omaggio simbolico di un fiore, in un momento di emozione che è ancor più grande perché fatto sena dire nulla a nessuno, una sorpresa ben riuscita che ha aggiunto un po' più di bellezza a questo straordinario momento.

Si ringraziano gli sponsor che hanno contribuito alla realizzazione dello spettacolo:Terotecna light design, GDA Group, Ecom servizi ambientali, Pellegrino Vending, Guerrazzi infissi, Serafini automotive.

 Fiorella Mastria

 
Di Redazione (del 08/04/2022 @ 19:50:28, in Comunicato Stampa, linkato 524 volte)

Suggellato l'accordo tra il Movimento 5 Stelle di Galatina e la candidata sindaca Sandra Antonica, che potrà dunque godere del sostegno dei pentastellati nella corsa alla fascia tricolore. Una stretta di mano basata su un "Contratto dei cittadini" per  Galatina, Noha, Collemeto e Santa Barbara. L'accordo programmatico, che stabilisce i punti chiave del mandato, è stato sottoscritto giovedì pomeriggio dalla candidata e dal deputato M5S Leonardo Donno, su proposta del Movimento.
Quest'ultimo ha così sottoposto alle forze politiche e civiche che sostengono la candidatura della Antonica a Sindaco della Città di Galatina, le regole di condotta e gli obiettivi programmatici, suggeriti dai cittadini di Galatina nel corso dei numerosi incontri succedutisi negli anni scorsi, che dovranno necessariamente essere rispettate (le prime) e conseguiti (i secondi) dalla coalizione e dalla prossima Amministrazione Comunale. (documento in allegato)
Etica pubblica, legalità, trasparenza e semplificazione; transizione ecologica, recupero a tutto tondo del centro storico, inclusione welfare e giovani; recupero e rilancio del quartiere fieristico, progettazioni e investimenti Pnrr, economia, industria e sviluppo delle piccole e medie imprese. Questi i punti focali dell'accordo.

«In questi anni - dice il deputato Donno - il MoVimento 5 Stelle a Galatina è stato presente in Consiglio Comunale e soprattutto fuori dal Consiglio. Abbiamo sempre lavorato per il bene della comunità di Galatina e delle sue frazioni, ottenendo anche risultati importanti per la città, nonostante fossimo forza di opposizione. Questi anni di presenza costante, di dialogo e confronto permanente con i cittadini, ci hanno permesso di strutturare un programma con proposte immediatamente realizzabili. Non un libro dei sogni, quindi, come altri candidati Sindaco puntualmente presentano ad ogni tornata elettorale (anche in questa), ma azioni concrete per il rilancio della nostra amata Città. Per raggiungere gli obiettivi ambiziosi del “Contratto dei Cittadini”, Galatina deve migliorare la sua classe dirigente e individuare le migliori risorse umane capaci di lavorare insieme per dare risposte e soluzioni al territorio. Con la Dottoressa Antonica, con il Partito Democratico e con tutti i componenti della nascente coalizione progressista, ci siamo confrontati per mesi, giungendo ieri all’accordo ufficiale che ci vedrà protagonisti della prossima campagna elettorale. Serve coraggio, visione, passione, competenza, testa e cuore. Non possiamo più accettare di perdere occasioni importanti per lo sviluppo di Galatina. Deve tornare ad essere una comunità che cammina insieme, dove ogni cittadino, ogni commerciante, ogni imprenditore, ogni professionista, ogni associazione, si senta parte di un processo di cambiamento e di evoluzione non più rinviabile. Per questo ci siamo e siamo i principali sostenitori dell’alleanza progressista. Noi ci siamo sempre stati, ci siamo e ci saremo. La Politica degli slogan, delle accozzaglie e dei gruppi di potere è distante da noi e la riteniamo dannosa per le comunità. Non abbiamo bisogno di supporti esterni o di esempi da seguire, siamo orgogliosamente galatinesi e, insieme al nostra gruppo di simpatizzanti e di candidati provenienti dalla società civile, abbiamo il coraggio, la voglia e la determinazione necessari per consegnare alla Città una classe dirigente all’altezza della sua storia, delle sue tradizioni e del suo nome.
Abbiamo sempre lavorato come M5S, ad ogni livelli istituzionale, per migliorare la qualità della vita dei cittadini. È  il momento della svolta: il Movimento 5 Stelle è pronto ad assumersi le sue responsabilità.” Domenica, alle 19, saremo in piazza Alighieri per la presentazione della candidatura di Sandra Antonica e della coalizione.

M5S Galatina

 
Di Redazione (del 25/07/2018 @ 19:47:56, in Comunicato Stampa, linkato 1169 volte)

E’ andata in archivio l’undicesima edizione del torneo di beach volley  -2x2 misto-, in memoria di Fernando Panico, rispettando in pieno i pronostici della vigilia che indicavano in Salzillo-Faraone e Orefice-Guido le coppie finaliste.

Preceduta dalla sfida per il terzo posto, conquistato da Guarini-Maggipinto sulla coppia Bisanti-Antignano, la finale è partita in sordina almeno da parte di Guido-Orefice , abbastanza fallosi al servizio e scarichi di adrenalina.  Al contrario i loro avversari si sono dimostrati motivati e grintosi portandosi in vantaggio per 1 set a 0.

Nel secondo parziale comincia a carburare la coppia mancina elevando il ritmo della gara: Salzillo tenta di arginare le diagonali di Orefice, Faraone si clona in tutte le zone del campo difendendo quasi tutti  gli 80 metri quadrati ma non riescono ad evitare il pareggio dei set.

Tutto è rimandato alla terza frazione.

Due attacchi consecutivi a rete di Salzillo ed una ricezione positiva di Camilla Guido ,che apre invitanti schiacciate di seconda ad Orefice ,scavano un -4 nel punteggio che la coppia appulo- campana non riesce a rimontare perdendo l’incontro per 11-15.

Un tris consecutivo di vittorie  mancato in questa manifestazione da Nando e Giorgia, che non smussa i meriti di due giocatori che rappresentano l’uno, la longevità sportiva di un atleta ancora valido, l’altra il presente di una giocatrice che continua a primeggiare nelle serie nazionali al coperto.

I vincitori lanciano già il guanto di sfida per la prossima estate , confermando il prosieguo della loro collaborazione, e l’organizzazione risponde con ambiziose  partecipazione di atleti di spessore .

E’ stato lo stesso primo cittadino, dottor Marcello Amante, durante la premiazione dei vincitori a sollecitare  una formula più ricca con elementi di richiamo che possano attrarre una più nutrita partecipazione di tifosi ed appassionati.

Il pensiero del sindaco  prima di consegnare i premi ai vincitori è stato per Fernando Panico ,da lui conosciuto personalmente e stimato sia per le cristalline doti morali che per la passione che ha saputo riporre nella pallavolo , citandolo ad esempio di cittadino modello .

Unitamente al primo cittadino , il parterre ha annoverato le presenze dei consiglieri  Maria Rosaria Giaccari,  Cristina Dettù e Marcella Cesari che hanno premiato le coppie seconde terze classificate, nell’ordine Salzillo-Faraone, e Guarini-Maggipinto, nonché i migliori giocatori del Torneo,riconoscendo tale merito a Morgana Gallo e Davide Guarini.

La buona organizzazione di Carlo De Lorentis, Santo Buracci e Checco Stefanelli ha messo in evidenza un lavoro di interfaccia tra le rispettive competenze, generando  presenze importanti di atleti ed atlete di serie B e serie A2  e una vena artistica di Stefanelli nella progettazione grafica delle canotte che V2sportswear ha realizzato con tonalità bianca ed orange.

Il ringraziamento da parte dei familiari di Fernando, assenti per inderogabili motivi personali , è giunto via telefono all’organizzazione per il tramite del fratello Corrado che ha affidato questo messaggio: “ Sono dispiaciuto di non essere stato presente all’evento  : voglio però  ringraziare le atlete e gli atleti  presenti nelle tre giornate  che si sono sobbarcati le fatiche delle gare ad orari improponibili  e con un meteo taglia gambe. Un grazie a chi ,da ben undici anni , rende viva la figura di mio fratello Fernando  ricordandolo con questo attivismo di gruppo.

Il comitato incaricato di programmare il Memorial in versione indoor è già al lavoro : probabilmente nel mese di settembre, prima che prendano il via i campionati ,ricorderemo la figura di Fernando a quindici anni dalla sua scomparsa con una manifestazione di festa e di sport, come lui ha sempre considerato e desiderato per la pallavolo. Grazie a tutti.” 

Piero de lorentis

 
Di Redazione (del 02/03/2020 @ 19:47:31, in Comunicato Stampa, linkato 788 volte)

Sono la forza della Showy Boys, l’energia e l’entusiasmo che quotidianamente “muovono” l’attività nelle palestre. Sono le allieve e gli allievi del settore giovanile del club galatinese che frequentano i corsi di pallavolo abbracciando diverse fasce di età, partendo dai cinque anni per arrivare al gruppo degli under 18. La Showy Boys non è solamente la serie regionale di pallavolo che funge da prima squadra (anch’essa composta, per scelta, da talentuosi atleti del vivaio), ma anche un fiorente e strutturato settore giovanile che inizia con i corsi di Volley S3 riservati ai tesserati più piccoli del club.

La Showy Boys è una Scuola Volley riconosciuta tra le eccellenze in Italia in virtù del titolo di Scuola Regionale di Pallavolo e della certificazione di qualità Fipav per l’attività giovanile, quest’ultimo il più importante riconoscimento federale per le società sportive che meglio hanno saputo lavorare con i propri vivai. Dal 2018, Galatina può vantare un prestigioso Marchio d’Argento che la Federazione Italiana Pallavolo ha riconosciuto alla Showy Boys, unica società sul territorio cittadino ad aver ottenuto tale certificazione e tra le quattro associazioni sportive in Puglia. Per il club galatinese è certamente motivo di orgoglio e di gratificazione per l’importante lavoro di formazione tecnica svolto in questi anni dalla Scuola Volley, così come per le famiglie è un’attestazione di qualità per l’attività diretta alle atlete e agli atleti facenti parte del settore giovanile bianco-verde.

L’attività sportiva della Showy Boys si divide tra più campionati provinciali e regionali, coinvolge un settore maschile e femminile in costante crescita, si divide in più fasce di età e con una particolare attenzione rivolta ai più piccoli del Volley S3. Una politica societaria che da diversi anni ha come obiettivo quello di avvicinare più bambini possibili in palestra e promuovere l’attività motoria nelle scuole primarie. Una scelta che sta premiando la Showy Boys, facendo diventare la Scuola Volley del club bianco-verde un punto di riferimento per l’attività pallavolistica giovanile non solo in Città ma anche in provincia. Un impegno diretto e costante da parte della società galatinese che porta ad avere in palestra ogni giorno decine e decine di allievi di ogni età, oggi forza della Showy Boys che, nel segno dell’identità e della tradizione, prosegue nella promozione dell’attività sportiva e sociale nel territorio.

www.showyboys.com

 

“Oltre 23.000 alberi in più per le nostre città. Li metteranno a dimora domenica 19 novembre migliaia di cittadini, associazioni e portavoce nelle istituzioni di oltre 40 Comuni in tutta Italia, in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi. Un progetto di forestazione urbana partecipata aperto a tutti promosso dal 2015 dal Movimento 5 Stelle insieme a Gianroberto Casaleggio.

Un’ idea che si trasforma in realtà e cresce ogni anno. Tra i Comuni partecipanti quest’anno, diversi non sono governati dal Movimento 5 Stelle, ma hanno capito l’importanza di questa azione partecipata. Lo hanno fatto aderendo e/o autorizzando la messa a dimora di nuovi alberi da parte di volontari. Gli alberi come l’aria e la salute sono di tutti”.

Anche Galatina parteciperà a questa bellissima giornata grazie all’impegno per l’organizzazione da parte degli Attivisti del Movimento 5 Stelle e alla collaborazione dell’amministrazione comunale. Doveroso ringraziare i tecnici comunali con i quali ci siamo interfacciati e l’ Assessore ai Lavori Pubblici Loredana Tundo , che ha accolto con entusiasmo l’iniziativa degli attivisti 5 stellle e dato sin da subito piena disponibilità.

 Verranno messi a dimora 30 alberi, tra Galatina, Noha Collemeto e Santa Barbara. “Ogni albero piantato da un cittadino è un passo in più verso un cambiamento che non si può più rimandare. Sarà una iniziativa senza alcuna bandiera politica, distinzione religiosa o sociale. Un’azione ispirata anche alle parole dell’Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco, ai programmi delle Nazioni Unite e della FAO.

Come una grande comunità, metteremo a dimora migliaia di piante per tutti.

La forestazione urbana è una delle misure necessarie per combattere i cambiamenti climatici e l’emergenza sanitaria dovuta all’inquinamento. Ogni albero assorbe circa 15 kg di CO2. Produce ossigeno per 2,5 esseri umani, assorbe e blocca le polveri sottili, incamera ozono e migliora il microclima . Creare boschi urbani e barriere vegetative nelle città ed a fianco di zone di grande scorrimento (autostrade, tangenziali etc) ci aiuta a contenere l’inquinamento anche acustico, favorendo la biodiversità ed il ripopolamento faunistico. Nelle vicinanze delle zone interessate da una intensa forestazione urbana le temperature si abbassano naturalmente di 1-2 gradi”.

 Domenica 12 NOVEMBRE in Piazza Dante Alighieri dalle ore 10:00, nei pressi del Bar delle Rose, allestiremo un gazebo con banchetto informativo e di raccolta fondi con dei nostri attivisti volontari che faranno attività informativa e raccoglieranno le donazioni necessarie per l’acquisto degli alberi e del materiale utile alla piantumazione.

INVITIAMO TUTTI I CITTADINI A PARTECIPARE NUMEROSI.

*P.S. IL PROGRAMMA PER LO SVOGLIMENTO DELLA GIORNATA DELL’ALBERO DI DOMENICA 19 NOVEMBRE ( ritrovo, materiali occorrenti, luoghi di piantumazione ecc) VERRA’ RESO NOTO GIA’ DOMENICA 12 NOVEMBRE IN PIAZZA ALIGHIERI AL GAZEBO, MENTRE LUNEDI’ 13 NOVEMBRE VERRA’ PUBBLICATO SULLA PAGINA FACEBOOK Movimento 5 Stelle Galatina ed inviato alle testate giornalistiche locali.

 
Di Russo Piero Luigi (del 21/11/2016 @ 19:44:50, in Comunicato Stampa, linkato 2311 volte)

Come si può facilmente notare dal sito dell’A.R.P.A. Puglia è stata disattivata, dal 2015 e senza alcuna comunicazione, la centralina “Galatina - S. Barbara" che, operativa dal maggio del 2004, rileva o meglio potrebbe rilevare i seguenti inquinanti: PM10, NO2, O3, SO2.

L’ex Vicesindaco di Galatina con delega all’Ambiente, Roberta Forte, chiamata in “causa” da un mio post su Facebook, che invito a leggere, asserisce che la decisione della disattivazione di detta centralina sia stata presa in assoluta autonomia dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente pugliese.

Da cittadino, sensibile quanto basta alle problematiche ambientali, ritengo onestamente che rendere “monca” la rete di monitoraggio in una zona sofferente di inquinanti è un atto grave che ci instilla il dubbio che gli interventi in materia di qualità dell’aria in Puglia e nel Salento in particolare siano esclusivamente mirati a nascondere all’opinione pubblica l’emergenza inquinamento. Il silenzio con cui è stata portata avanti l’operazione, inoltre, fa pensare ad un sostanziale imbarazzo ad operare la disattivazione della centralina che avrebbe potuto rilevare sforamenti dei parametri di legge. Ribadisco che stiamo ancora nella “sfera” dei dubbi.

Non so se in questa faccenda ci siano dei risvolti penali (questo lo sapremo presto in quanto nei prossimi giorni il sottoscritto presenterà un esposto per interruzione di servizi di pubblica utilità), ma di sicuro siamo in una situazione incresciosa che presenta delle responsabilità morali: non è, infatti, negando l'informazione che si supera l’emergenza inquinamento.

In una regione come la nostra, dove il ristagno e l’accumulo degli inquinanti è tra i più alti d’Italia, la rete di monitoraggio piuttosto che perdere pezzi andrebbe rafforzata attraverso l’aggiornamento della strumentazione, la predisposizione di nuove postazioni, fisse e/o mobili, in grado di misurare nuove e vecchie fonti emissive.

Forse è utile ricordare che sono 50 i comuni dell’area centrale salentina dove l’Istituto superiore di sanità (I.S.S.) ha individuato un eccesso di tumori del polmone e tra questi occupa un posto di “primo piano” anche il Distretto di Galatina; dati che fanno paura e che non fanno dormire sonni tranquilli, nella speranza che alle parole della politica seguano i fatti nel senso dell’eliminazione delle fonti inquinanti che minano la salute dei cittadini.

Rivolgo pertanto un appello al Commissario Aprea affinché, nell’esercizio delle sue funzioni, possa intervenire quanto prima per colmare una delle tante lacune lasciateci in eredità dall’ultima Amministrazione ripristinando il regolare funzionamento della centralina, e garantire, per quanto possibile, maggiore trasparenza sui dati raccolti.

RUSSO PIERO L.

 
Di Albino Campa (del 27/06/2017 @ 19:44:35, in Comunicato Stampa, linkato 2036 volte)

Il  28, 29 e 30 giugno prossimi si svolgeranno a Galatina le festività dei Santi Pietro e Paolo. Il programma dei festeggiamenti, curato dal  Comitato cittadino sotto la preziosa guida di Mons. Aldo Santoro della “Parrocchia SS. Pietro e Paolo Apostoli” e in stretta collaborazione con il Comune, prevede per il 28 alle ore 20,00 la processione religiosa in onore dei Santi, che attraverserà le vie della città accompagnata dalle Bande di Taviano e di Noha.

Dopo la solenne cerimonia, alle ore 22,00, in pazza San Pietro gli intervenuti ai festeggiamenti potranno assistere al concerto del gruppo di musica popolare “La Taricata” proveniente dalla Provincia di Brindisi. Tale concerto sarà l’ultimo in ordine cronologico della “Rassegna dei suoni di Puglia” ideata, realizzata ed offerta da Regione Puglia, Teatro Pubblico Pugliese e Puglia Sounds in collaborazione con il Comune di Galatina; rassegna che ha visto esibirsi nelle meravigliose piazze di Galatina gruppi musicali provenienti dalle  Province pugliesi.

Nella stessa giornata del 28 giugno, a cura del Club per l’Unesco di Galatina, si svolgerà alle ore 19,00 presso Palazzo Tanza (Corso Umberto I) la “Rievocazione del rituale terapeutico del Tarantismo nel momento della terapia domiciliare”. Alle ore 23,30 Piazza San Pietro vedrà l’arrivo dei carretti con le tarantate e a seguire il raduno spontaneo di tamburellisti e suonatori con la formazione delle cosiddette “Ronde” lungo le vie del centro antico.

Giovedì 29 giugno vedrà alle ore 09,30 l’arrivo a piazza San Pietro dei carri con le tarantate e alle ore 10,00 presso la Cappella di San Paolo la “Rievocazione storica dell’antico rito del tarantismo” con la partecipazione di Simona Indraccolo e i Kardiamundi.

Nello stesso giorno alle ore 21,30 in Piazza San Pietro si potrà assistere al concerto-spettacolo offerto dal Comitato festa in collaborazione con il Comune e il Club per l’Unesco. Il concerto spettacolo o a Galatina, a chiusura della festa patronale, è il risultato del lavoro comune di PauLAB, un laboratorio di ricerca e produzione artistica sul patrimonio immateriale salentino, coordinato da Andrea Carlino, e dell'Orchestra Popolare di Puglia, ideata e condotta da Claudio Prima e Giuseppe De Trizio.

L'orchestra, promossa dalle Associazioni Culturali Manigold e Radicanto, riunisce per la prima volta in un ensemble inedito, musicisti provenienti da tutta la Puglia, per la produzione di un originale repertorio che mescola brani tradizionali a nuove composizioni, nell'idea di una tradizione in un continuo movimento.

Tra i protagonisti della serata il coreografo francese di origine siciliana Alexandre Roccoli e la sua compagnia ASTE, il cui lavoro nasce da un'indagine accurata sui gesti e i rituali perduti, in particolare sul tarantismo; il musicista franco-tunisino Amine Metani che suonerà le musiche della compositrice Deena Abdelwahed, esponente di punta della musica elettronica ispirata alla tradizione nord-africana; i ricercatori e gli artisti di PauLAB.

L'evento conclude idealmente la Rassegna Suoni di Puglia, ospitata all'interno del più vasto programma di GalatinArte, promossa dal Comune di Galatina e dalle associazioni culturali Manigold e Radicanto e sostenuta dalla Regione Puglia, dal Teatro Pubblico Pugliese e da Puglia Sounds. A suggellare questa serata inabituale che intreccia tradizione e contemporaneità, ci saranno le voci di Maria Mazzotta e di Raiz. Tutto questo per celebrare con un linguaggio nuovo il ricordo del dramma del tarantismo, dei suoi riti e delle intercessioni miracolose 'de Santu Paulu'

PauLAB nasce da un progetto di “Avamposti dell’Immateriale” con la collaborazione della Fondazione Lac o Le Mon, di Treccani Cultura, della Compagnie Aste de Lyon, de l’Institut Histoire Humanites dell’Università di Ginevra in collaborazione con il Comune di Galatina, Club per l’Unesco, World Music Academy e Comune di San Vito dei Normanni.

Durante l’intera giornata di venerdì 30 giugno si esibiranno in Piazza San Pietro la Banda di San Giorgio Jonico e la Grande Orchestra del Salento a cura del Comitato per la festa a cui si deve il merito, grazie all’instancabile attività posta in essere dai suoi aderenti, di farsi carico della complessa organizzazione della festa che sarà anche quest’anno illuminata dalle tradizionali luminarie, tipiche del territorio salentino.

Alle ore 21,00 presso Piazzetta Galluccio si svolgerà, a cura del Club per l’Unesco, il “Convegno scenico sul tarantismo” per la regia e con la presenza di Toni Candeloro.

Tra gli eventi collaterali, si segnala la mostra dal 22 giugno al 2 luglio presso il museo civico P. Cavoti “il Veleno della devozione: opere e documenti sul tarantismo dal ‘500 al ‘900”.

 
Di Redazione (del 12/12/2016 @ 19:44:07, in Comunicato Stampa, linkato 1660 volte)

Il natale, si sa, porta con se un qualcosa di magico, colorato e dolce. Se poi, all’atmosfera natalizia si abbina una bellezza architettonica, artistica e culturale, un pomeriggio qualsiasi può trasformarsi in un tripudio di emozioni positive da preservare.

L’ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica IAT di Galatina, è lieta di invitarvi alla seconda edizione di Christmas 2016 | Home of... Galatina” tre pomeriggi alla scoperta del centro antico della città con degustazione enogastronomica finale. Si partirà venerdì 23 Dicembre con la prima visita guidata che avrà come punto centrale la visita della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, uno dei tesori artistici e architettonici più importanti d’Italia. Venerdì 30, invece, ci si addentrerà tra i ricchi portali del centro cittadino ed i ricami più dolci ed eleganti del rococò di cui ne è piena con una visita alla Chiesa della SS. Trinità o dei Battenti, segno visibile e tangibile del Rinascimento salentino. Ultimo appuntamento per il 6 Gennaio 2017, giornata in cui i visitatori potranno conoscere e vivere la storia del tarantismo nei luoghi in cui ogni anno nei giorni 28-29-30 Giugno le devote ammorbate dal veleno del ragno venivano a chiedere la grazia a San Paolo e a bere l’acqua del pozzo: in quell’occasione verrà aperta in via straordinaria la Casa Museo del Tarantismo, che ospita testi, foto d’epoca e filmati sull’argomento.

Prevista anche un’incursione al Museo Civico “Pietro Cavoti”, riaperto al pubblico il 19 giugno 2016, e allestito nelle sale del piano superiore del Palazzo della Cultura “Zefferino Rizzelli” nel quale vengono custoditi reperti archeologici, frammenti lapidei provenienti dai palazzi aristocratici e dalle chiese di Galatina, una pinacoteca, gli acquarelli di Pietro Cavoti e le opere di Gaetano Martinez.

Al termine di ogni visita è prevista, inoltre, una degustazione presso ristoranti selezionati di Galatina per assaporare i prodotti tipici del nostro territorio.

Per info, costi e prenotazioni (obbligatorie) contattare lo IAT ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica via Vittorio Emanuele II, 35 in Galatina, chiamando ai numeri 0836 569984 - 392 9331521, oppure scrivere a iat.galatina@gmail.com o visitare la pagina facebook dell’evento https://www.facebook.com/events/231288757296405/

 
Di Antonio Mellone (del 01/04/2022 @ 19:42:29, in Fetta di Mellone, linkato 735 volte)

Scusate tanto se ho dovuto sintetizzare tutto lo star system della prima uscita della Sandra in tre articoletti e mezzo in totale che divagano, è vero, come nel famoso punto a zig zag. Ma non potevo abusare oltremodo della pazienza dell’ultimo stremato mio lector in fabula.

Certo, la materia è così affascinante che ne verrebbe fuori un diciamo trattatello in laude della Rediviva, ma qui, per par condicio, incombono gli altri tre candidati, sempre della schiera dei Competenti, ovvio, su cui provare a riversare qualche goccia di quella quintessenza clandestina altrimenti chiamata critica, vista dai più come “sterile polemica”, quando - dio non voglia - di satira, considerata dagli stessi di prima come “immotivata acrimonia e meschino livore”, dunque da querelare senza indugio. Son fatti così i missionari del politically correct, sicché dovrei battermi il petto, provare “vergogna per le offese” inferte a destra e a estrema destra (dacché in queste contrade di centro e di sinistra manco un alone), e soprattutto nominare un avvocato.

Nell’attesa allora di una mia condanna definitiva alla frequenza di una scuola per corrispondenza di buone maniere, materia nella quale sono stato più volte rimandato a settembre (quando non a giudizio), torniamo ai punti di sutura del piano quinquennale della Rieccola; non senza, tuttavia, aver messo preventivamente le mani avanti per via dell’n-esima vignetta puntuta: questa, se possibile, ancor più sessista della precedente, in cui vengono ritratte due tizie, una delle quali vagamente somigliante a un’assessora ai lavori pubblici con tanto di telaio da ricamo niente-poco-di-meno che, immaginate, sulle sue ginocchia, ma soprattutto intenta a quei lavoretti così degradanti per “Una Donna, Una Madre E Una Seria Professionista” [sic] (e scusate se non sparpaglio qui, come pare si usi nelle nuove grammatiche, un bel po’ di punti di sospensione): roba da lapidazione immediata del vignettista da parte degli scribi nostrani, tutti senza peccato come da pericope giovannea.

Tanto lo slogan Je suis Charlie Ebdo chi se lo ricorda più, defunto ormai come certi avi da imprecazione.

E veniamo alla semiotica, cioè ai segni tangibili della Transizione (immagino ecologica) di una giunta. Orbene, la Sandra ci fa sapere che è giunta ormai l’ora di ben altra area mercatale rispetto all’attuale, necessaria per spostare quel che resta del mercato settimanale da una periferia all’altra: a meno che con un po’ di lottizzazioni e altrettanti permessi a costruire la periferia non diventi sostanzialmente centro cittadino (e così stiamo apposto pure con quell’altro imperativo categorico definito Inclusione dalla meglio gioventù). Ma cosa vuoi che sia la cancellazione dalla faccia della terra di quei residui ettari di suolo comunale ancora “scerzu o scersu” in confronto alle esigenze degli stakeholder di turno. Ma sì, cos’è tutta questa biodiversità superstite, cosa quelle erbe spontanee (“erbacce” per gli amici degli amici), e poi i colori del prato salentino, le api e gli altri insetti impollinatori, per non parlare delle lucertole e di quegli altri animalacci così invisi all’asfalto e alla speculazione edilizia prossima ventura.

A proposito, e tanto per completare il novello Piano di Rinascita locale, pare che la prossima ventura Sindaco non veda l’ora che partano i sette comparti edilizi a suo tempo approvati su carta, o quanti cavolo siano. Ovviamente, già che ci siamo c’è in ballo pure un mega-parcheggio nuovo di zecca, non oso chiedere né pensare dove, ma sicuramente per “ridurre il traffico del centro”: tema che verrà senz’altro approfondito in uno dei tanti convegni da tenersi sulla “mobilità sostenibile”, o quanto meno da segnalare con pennarello colorato su carta da parati bianca affissa sulle pareti di quella che un tempo si chiamava sezione di partito, oggi semplicemente Casa+cognome-del-candidato. Chissà chi sarà il coach, che dico, lo spin doctor di queste trovate geniali (i soliti malpensanti parlano di infantilizzazione di un popolo, ma che ne capiscono loro, di Marketing dico: e poi quello che conta è che le genialate piacciano agli elettori, pardon, ai follower, mica “a quelli cui non va mai bene niente”), e chissà se quei cartelloni riempiti di frasi memorabili, definiti “muri parlanti” nella neo-lingua, passeranno successivamente dall’ufficio protocollo, indi (toccando ferro) a quello delle opere municipali.

E pensare che un tempo i muri avevano soltanto orecchie: oggi invece parlano.

[continua]

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 30/09/2021 @ 19:39:58, in Comunicato Stampa, linkato 563 volte)

“Non mi dimenticate. Vi prometto che tornerò presto”. Questo il messaggio di speranza e d’incoraggiamento, inviato da Patrick Zaki dal Tribunale di Mansura, sua città natale, dove ieri si è tenuta la seconda udienza del processo, a quanti la sera precedente avevano manifestato a Bologna per chiedere la liberta, a chi ogni giorno gli esprime vicinanza e solidarietà.

L’udienza è stata subito rinviata al 7 dicembre, un periodo lungo che sembra una punizione, ma, che sarà dedicato dalla difesa allo studio e approfondimento dei capi di imputazione, consegnati in copia autenticata e non in fotocopia, necessaria per presentare memorie e formulare le controdeduzioni.

Come commentato in altre occasioni, lo studente egiziano dell'università di Bologna è in carcere in Egitto da quasi 20 mesi, con accuse assurde, che si basano su tre articoli giornalistici con "diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese”, di "minare la sicurezza nazionale" e di “istigare alla protesta”. Con quest’ultime accuse, basate su dieci post su Facebook che gli sono stati ingiustamente attribuiti, secondo Amnesty International, rischia 25 anni di carcere o addirittura l'ergastolo.

Sin da quando è iniziata questa assurda vicenda, che viola i più elementari diritti di libertà, di pensiero e di azione, il Circolo cittadino del Partito Democratico l’ha seguita con grande attenzione, sostenendo la campagna “Cento Città per Zaki”, per l’avvio immediato del processo e ridargli la libertà; ha sottoscritto e fatto sottoscrivere dai cittadini la proposta di legge, deposita in Parlamento e approvata da deputati e senatori con due ordini del giorno, affinché gli venga riconosciuta la cittadinanza italiana; ha chiesto, in più occasioni, che il nostro Comune conceda la cittadinanza onoraria.

Su quest’ultima richiesta (invita per iscritto all’intero consesso consiliare) il silenzio più assoluto, la scarsa sensibilità del Sindaco, della maggioranza consiliare, ma, con grande rammarico, anche da parte di tutta la opposizione. 

PARTITO DEMOCRATICO

CIRCOLO DI GALATINA       

 

Ventuno alberi storici saranno abbattuti nel centro di Galatina, nell’ambito del progetto di restyling dei giardini pubblici della cittadina di Piazza Dante Alighieri. Un piano ereditato dalla precedente amministrazione e al quale la nuova giunta sta dando corso. Ma comitati, cittadini, ambientalisti e un gruppo di medici non ci stanno: scrivono al sindaco Fabio Vergine. Rivendicano quei filtri “green” a tutela dei polmoni, in una zona gravemente compromessa dal punto di vista sanitario a causa della presenza di stabilimenti industriali ad alto impatto ambientale. I dossier degli ultimi anni, compreso il report Puglia Salute 2023, collocano infatti l’area del Galatinese in cima alle classifiche per l’incidenza di neoplasie polmonari e tumori in genere. E non solo.

La cittadina è costretta a confrontarsi anche con un altro dato: i suoi abitanti hanno a disposizione un coefficiente di verde pro-capite pari a meno di 2,80 metri quadrati, a fronte del minimo dei 9 metri quadrati disposto invece da un decreto ministeriale del 1968 (dati comparabili sul sito dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). La questione, intanto, è stata sollevata in Consiglio, nei giorni scorsi, dall’esponente della minoranza Antonio Antonaci, che riveste anche il ruolo di presidente della Commissione Sanità, incaricato da questa stessa amministrazione. Ma è stata poi rilanciata in un documento inviato lo scorso 19 gennaio al primo cittadino, a firma di diverse organizzazioni: Coordinamento civico ambiente e salute della provincia di Lecce; Noi Ambiente e beni culturali di Noha e Galatina; Natural-Mente No rifiuti  di Collemeto; Galatone Bene Comune; Isde sezione provincia di Lecce; Forum ambiente e salute e Nuova Messapia di Soleto.

(La nostra redazione ha contattato in mattinata l'Ufficio stampa del sindaco. Ma, per via di impegni, non ha rilasciato dichiarazioni).

La posizione di medici e ambientalisti
“Ricordiamo che Galatina soffre di eccesso di cementificazione da decenni, i cui effetti sono purtroppo ben visibili nello stato di salute della popolazione. Più volte, abbiamo segnalato agli organi preposti gli sforamenti della centralina Arpa (l’Agenzia regionale di protezione ambientale) di Galatina nelle rilevazioni di Pm10, Pm2.5, e il superamento costante della concentrazione limite di ozono. Dalle centraline Arpa (il link al sito Arpa) posizionate sul territorio di Galatina risultano sforamenti importanti: è risaputo che le polveri fini e ultrafini sono le più pericolose e penetranti negli organismi viventi, tanto da superare anche le barriere cellulari”, scrivono gli ambientalisti tra i quali sono presenti anche ingegneri ambientali, biologi, medici e giuristi.


Questi ribadiscono l’importanza della presenza degli alberi fondamentali non soltanto nell’assorbimento della Co2, ma anche come filtro per le vie respiratorie della comunità. Un albero di grandi dimensioni può arrivare a produrre ossigeno per almeno quattro cittadini, cosa che non può garantire un giovane arbusto. I nuovi esemplari, sottolineano i firmatari della lettera, ci impiegherebbero almeno 50 anni per svolgere la propria funzione, lasciando scoperta un’intera generazione futura.

“Pur riconoscendo il ruolo chiave e fondamentale di determinate competenze (agronomiche e forestali), occorre un coinvolgimento fattivo di altri punti di vista, soprattutto quelli di derivazione epidemiologica, urbanistica, ingegneria strutturale, così come una piena partecipazione delle associazioni ambientaliste e della cittadinanza”, concludono gli ambientalisti, chiedendo al sindaco Vergine un incontro pubblico alla presenza di tutte le parti coinvolte, per condividere l'amministrazione di un progetto straordinario che ha a che vedere con la salute  pubblica.

 Valentina Murrieri
(fonte: lecceprima)

 
Di Antonio Mellone (del 11/01/2023 @ 19:38:46, in NohaBlog, linkato 875 volte)

L’altra sera pensavo a quanto fosse bello, di più, sublime assistere a uno spettacolo dell’orchestra di fiati e percussioni di Noha (non so perché il termine banda m’appare decisamente riduttivo) diretta dalla mia amica M° Lory Calò. Ero al teatro Cavallino Bianco di Galatina tra le centinaia di convenuti al concerto di fine anno di giovedì 29 dicembre scorso, e godevo della musica degli autori imperituri come Mascagni, Šostakóvič, Verdi e Strauss, ma anche dei diciamo contemporanei (ormai anch’essi a tutti gli effetti nel novero dei classici), come Bobby Helms, Michel Jackson, André Rieu, o Louis Armstrong, senza tralasciare i motivi della tradizione natalizia non meno, come dire, eclatanti. Il tutto presentato in modo impeccabile dalla nostra Denise D’Amato, con un linguaggio studiato e connaturale insieme, nell’eleganza della dizione libera finalmente dalla marcata inflessione locale, quella che a tratti aberra dalla caratteristica modulazione della lingua nazionale.   

Per la verità pensavo a questo e a molto altro, tipo alle differenze con il pressoché simultaneo (a meno di una manciata d’ore) concerto di capodanno trasmesso urbi et orbi dalla Fenice di Venezia, per non parlare dell’ancor più lussuosa esibizione delle opere liriche in mondovisione dal Musikverein di Vienna (la cui tradizione nacque nel 1939), e ne inferivo che quella galatinese non aveva nulla da invidiare alle altre rappresentazioni musicali tanto blasonate quanto foraggiate da denaro pubblico e donazioni private (meglio note come sponsorizzazioni con sgravi fiscali - a carico ancora una volta di Pantalone), onde le manifestazioni proletarie nostrane, perennemente senza fondi, hanno del miracoloso se messe a confronto con le programmazioni concertistiche da una certa latitudine in su. La stessa Fenice di Venezia, per continuare con l’esempio e per darne un’idea, registra introiti annui pari suppergiù a 28 milioni di euro, dei quali solo circa 3 milioni (poco più del 10%) da biglietteria e prestazioni; il resto mancia, nel senso di “contributi in conto esercizio”, metà dei quali a spese di stato, regione e comune, cioè nostre. Ancor più corposi i numeri della Scala di Milano che, sostanzialmente nelle stesse proporzioni, sono pari a tre volte tanto. Altro che la mangiatoia del nostro Cavallino Bianco (ogni Cavallino che si rispetti ne ha una, sia chiaro), ma se avessimo soltanto un quinto delle risorse di uno solo dei teatri mainstream non saremmo costretti a fare le nozze (di Figaro) coi fichi. Nel frattempo, in ossequio alla Finestra di Overton, a livello governativo si continua a blaterare sempre più insistentemente di “autonomia differenziata”: eufemismo che sta per separatismo regionale basato ancor di più sui privilegi per i territori ricchi a scapito dei più disgraziati. Indovinate quali.

Ma ritorniamo al nostro teatro comunale e alla serata organizzata per il crepuscolo dell’anno vecchio e l’inaugurazione del nuovo per ricordare l’ulteriore tocco di poesia da parte delle due graziose (emozionatissime) bambine che han recitato i rispettivi brani in versi, l’intervento di don Francesco Coluccia che ha raccontato la storia del Concerto Bandistico “San Gabriele dell’Addolorata” da lui medesimo presieduto da più o meno un decennio, e i ringraziamenti di Matteo Costantini, giovane presidente di una neonata associazione di imprese locali, che forse più che farli, i ringraziamenti, dovrebbe riceverli.

E non poteva di certo mancare l’epilogo coi fuochi d’artificio (non quelli che piovono dalla facciata della chiesa madre, ma quelli metaforici) da parte del padrone di casa, vale a dire il sindaco. Uno si aspettava la consueta retorica politica con spruzzatina di propaganda su Rinascimento o Rinascita in corso grazie all’“azione della nuova amministrazione”; e invece il leader nato (e forse anche Nato), andando ben oltre, ci ha regalato una delle sue memorabili perle.  Sicché, rivolgendosi alla Lory Calò - che dal podio lo guardava attonita (così ci è parso) -, l’eletto se n’è uscito confessando di essere “invidiosissimo” del suo ruolo di direttore d’orchestra, per via del fatto che con una bacchetta il maestro riesce a far parlare [sic], voleva dire suonare, e quindi far tacere chi vuole lei, mentre a lui è toccato il ruolo di povero sindaco e – sottinteso - certi lussi non può mica permetterseli. Povera stella.

E mentre probabilmente il nostro primo cittadino – che non è uno sprovveduto - si mordeva la lingua per la battutona “dal sen fuggita” (copyright del Metastasio), i suoi followers sempre più calati nel ruolo di tifosi turibolanti, dimentichi oltretutto del fatto che certe cose dentro le istituzioni cosiddette democratiche non si dicono nemmeno per ischerzo (una bacchetta in mano al potere si chiama manganello), si spellavano le mani estasiati.

Contenti loro: c’è chi vive di solo panen, e chi si nutre di circenses, cioè di ogni cazzata che esce dalla bocca del proprio beniamino.

Antonio Mellone

 
Di Andrea Coccioli (del 02/08/2016 @ 19:38:36, in Comunicato Stampa, linkato 2892 volte)

Sig. Russo Piero Luigi,

dalla sua invettiva emerge che io sia al centro di quasi tutta l’attività amministrativa svolta, secondo Lei, con poca attenzione in questi quattro anni. Al di là delle sue opinioni personali nelle quali evidentemente non mi riconosco, ritengo di poterle rispondere per le questioni di mia competenza.

Credo che i cittadini abbiano elementi per valutare serenamente l’operato dell’Amministrazione Montagna e dei miei tre anni e mezzo di impegno amministrativo. Da parte mia, Le posso dire che ho vissuto e vivo felicemente la vita sociale di Galatina uscendo per le strade, frequentando le piazze, le attività commerciali, incontrando persone, salutando e parlando con tutti i quali mi hanno onorato della loro stima, amicizia, conoscenza. E sono tantissimi, fortunatamente. Sig. Russo Piero Luigi, la mia serenità d’animo, la mia voglia di continuare a fare, a tessere relazioni, a dialogare con tutti e impegnarmi per migliorare la nostra comunità non si fermerà certo davanti alla sua rabbia e invettiva contro la mia persona. Può star certo.

Vivo a Galatina, e io e mia moglie abbiamo scelto di far crescere i nostri figli a Galatina e le posso assicurare che farò di tutto perchè loro possano amare e rispettare questa Città. Lo farò, come ho sempre fatto in vita mia, impegnandomi nel sociale, in politica e cercando di dare esempi positivi.

Ma andiamo in ordine.

Risponderò punto punto alle sue critiche quando di mia stretta competenza. Ad alcune delle sue considerazioni tra l’altro , in questi anni di amministrazione Montagna, è stata data già risposta attraverso risposte alle interrogazioni consiliari oppure attraverso note scritte pubblicate sulle varie testate giornalistiche, ma certamente, repetita iuvant.

La ‘Lampada senza luce” di Gaetano Martinez. Si è provveduto a ristrutturare l’intero vano pompe, sono stati sistemati tutti gli impianti idrici e l’impianto elettrico mettendo nelle condizioni l’impresa di effettuare anche manutenzione continuativa per un anno. L’importo era comprensivo di IVA e manutenzione per un anno. Si è fatta regolare gara d’appalto, come sempre con trasparenza e  rispettando la legge. Ora la fontana funziona. Piuttosto dovremmo prenderci un po’ tutti cura di quel bene prezioso che ci ha lasciato Gaetano Martinez, rispettando e facendo rispettare semplici norme di convivenza civile come evitare di buttare nella vasca cicche, cartacce o altro ancora. Sarebbe altrettanto importante punire chi non rispetta i beni pubblici.

Rup per questioni di carattere economico-finanziario. La professionista in questione è stata incaricata con regolare procedura messa in atto dalla dirigente dott.ssa Rita Taraschi, persona sempre scrupolosa e attenta alla corretta applicazione delle norme. Il lavoro della professionista in questione è finalizzato a reperire risorse finanziarie a disposizione dell’ente. Si è reso  necessario procedere con una ricognizione delle disponibilità residue a valere sui mutui già concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti le cui opere sono state concluse. Lavoro mai svolto in precedenza, molto meticoloso ed espletato con grande impegno.

In particolare tale procedura consiste nel richiedere alla Cassa Depositi e Prestiti le erogazioni a saldo per quei mutui che presentano una disponibilità residua pari o inferiore a 5.000,00 € o nel caso di importi residui pari al 5% del mutuo a suo tempo concesso.

Il lavoro di ricognizione, che è stato espletato per il 50%,  ha portato i seguenti esiti:

somme per le quali è possibile richiedere l’erogazione a saldo: € 76.957,35;

somme che possono essere destinate alla riduzione del prestito originario ovvero ad un diverso utilizzo, nuovi investimenti senza incrementare il debito: € 247.684,69

Questa ultima somma è stata destinata alla riorganizzazione degli ambienti del tribunale per ospitare uffici amministrativi del Comune tra i quali Ufficio LLPP, Urbanistica, Vigili Urbani, Anagrafe e Ufficio Commercio. La nuova organizzazione degli uffici all’ex tribunale porterà indiscutibili vantaggi all’utenza in quanto  un unico luogo ospiterà più uffici e servizi a disposizione anche di utenza con difficoltà motorie. Purtroppo, attualmente, pochissimi uffici sono accessibili ai diversamente abili.

Palestra di via Montinari. Abbiamo inaugurato la palestra perchè i lavori conclusi dovevano subito portare al suo immediato utilizzo. Non si è ancora utilizzata per due motivi. Primo le società sportive di pallavolo e basket ritengono vada prima migliorato il terreno di gioco con altra superficie idonea. Due, serve maggiore collaborazione di tutti per dare seguito alle volontà politiche di un completo utilizzo delle strutture pubbliche. Non va bene che una struttura pubblica rimanga chiusa per molto tempo. L’autocritica è necessaria.

Centro Polivalente di Viale Don Bosco. La struttura è agibile, sono stati terminati i lavori appaltati e viene regolarmente utilizzata da chi ne fa richiesta. Sono stati già organizzati corsi di teatro, spettacoli di vario genere, feste, concerti e conferenze.

La struttura è stata intitolata a Pierantonio Colazzo per volere dell’Amministrazione Coluccia.

Asilo di viale Don Bosco. Abbiamo ereditato duemila problemi, quindi testa bassa e pedalare. E’ stato compiuto un grande sforzo organizzativo per risollevare il cantiere e aprire l’asilo. Ora l’asilo funziona.

Corso Porta Luce e pista ciclabile. Corso Porta Luce è parte del finanziamento PIRU-Piano Integrato Riqualificazione Urbana. E’ stato migliorato il progetto anche con la realizzazione di una pista ciclabile. Prima dell’amministrazione Montagna, Galatina aveva zero Km di piste ciclabili. Ora, grazie alla realizzazione della tangenziale sud-ovest e al miglioramento di Corso Porta Luce, possiede circa 2,5 km. E’ chiaro che ci deve essere la volontà dei cittadini e della politica per continuare a tracciare piste ciclabili se vogliamo rendere Galatina più ecosostenibile e favorire una mobilità dolce e più rispettosa dell’ambiente. La realizzazione di un ulteriore piccolo tratto di pista ciclabile tra angolo Corso d’Enghen- Corso Porta Luce passando da via Ugo Lisi - Ex Tribunale (in prossimità degli Uffici Pubblici), permetterebbe di collegare la tangenziale a tutto il Centro Storico, già zona a traffico limitato. Personalmente mi rallegro quando vedo le persone pedalare in sicurezza nella Città.

Utenze e canoni per telefonia e reti di trasmissione. C’era da fare una piccola rivoluzione. Ci stavamo provando ma non abbiamo finito il lavoro iniziato. Non conosco i dati dei primi sei mesi del 2016. Non ci sono stato. Mi sono dimesso a gennaio. Posso solo dirle che non ho mai utilizzato una scheda telefonica del comune, anche se assegnatami. Ho sempre e solo utilizzato una scheda telefonica con traffico dati pagata personalmente. Il mio numero privato era ed è anche pubblico e segnalato, sin dal 2012, sul mio profilo del sito istituzionale del Comune di Galatina.

Concerto del 27 agosto 2015 in piazza Falcone e Borsellino. Grazie alla sinergia tra diverse associazioni ad agosto del 2015 è stata organizzata una bella rassegna di arte, e cultura giovanile. Tra le diverse associazioni che hanno contribuito alla organizzazione degli eventi, c’è stata la partecipazione dell’Associazione Guerriglia Culturale che ha anche curato l’organizzazione del concerto in piazza Falcone e Borsellino. A un certo punto della serata per pochissimi minuti e prima di essere allontanato dal palco, uno dei componenti di uno dei gruppi rap che si sono esibiti ha urlato al microfono frasi irrispettose e volgari. Sia io, sia  i componenti dell’associazione giovanile Guerriglia Culturale, abbiamo preso nettamente le distanze dal ragazzo maleducato che ha offeso i presenti al concerto.

Sig. Russo Piero Luigi, nelle amministrazioni pubbliche succedono tante cose. C’è chi è bravo ad intercettare fondi pubblici, chi a programmare interventi di pubblica utilità, chi a progettare.  Poi bisogna realizzare gli interventi. Spesso in un unico mandato amministrativo non si riescono ad evadere tutte le fasi di un’idea. Noi abbiamo finito lavori iniziati da altri, certamente, ma abbiamo anche adeguato progetti poco completi, poi li abbiamo appaltati e  li abbiamo terminati. Abbiamo utilizzato le risorse del PIRU e del PIRP (Amministrazione Antonica), abbiamo appaltato e realizzato lavori, abbiamo recuperato fondi pubblici per evitare gli allagamenti nel rione Italia, abbiamo recuperato fondi pubblici per dare nuova vita allo storico Teatro Cavallino Bianco e altro ancora. Non è semplice, l’Italia è un paese che sta cercando la strada della semplificazione. Le complicazioni amministrative impongono l’acquisizione di pareri di molti enti pubblici ognuno con le sue peculiarità, le sue esigenze. Tanta burocrazia inutile frena il fare e la strada per arrivare a risultato è sempre più in salita. In tutto questo è stato fatto tanto. Perciò, giusto perché ripetere aiuta, Le allego le cose fatte perché è sempre meglio essere ricordati per le cose fatte anziché per le cose dette. Inoltre mi piace ricordare, anche a me stesso, che “Tra il dire e il fare, c’è di mezzo il ….FARE”.

Di seguito riporto i più significativi interventi effettuati e lo stato di definizione degli stessi da giugno 2012 a luglio 2016:

Lavori Pubblici

 

Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. I lotto funzionale

Importo progetto I lotto funzionale: 1.300.000,00 euro

Regione Puglia: 800.000,00 euro

Comune Galatina: 500.000,00 euro

Lavori completati

Inaugurazione Teatro effettuata il 28 novembre 2015.

 

Adeguamento e miglioramento rete fognatura bianca Rione Italia

Importo progetto: 700,000,00 euro

Finanziamento: Regione Puglia

Lavori completati

 

Scuole. Tutti gli istituti comprensivi. Poli 1, Polo 2, Polo 3

Interventi di manutenzione straordinaria scuole Galatina e frazioni

Importo totale progetti: 500.000,00 euro

Finanziamento: Comune di Galatina e Ministero

Lavori completati

 

Riqualificazione ed efficientamento Scuola Noha e aree adiacenti.

Importo progetto: 400.000,00 euro

Finanziamento: Regione Puglia. Importo da restituire in 10 anni senza interessi.

Lavori completati

 

Progetto di messa in sicurezza e rifacimento via Bianchini.

Primo di tre interventi previsti ognuno di 250.000,00 euro.

Importo progetto: 250.000 euro

Finanziamento: Regione Puglia (49%) e Comune di Galatina (51%)

Lavori completati

 

Progetto di pavimentazione stradale e pubblica illuminazione.

Importo progetto: 300.000,00 euro

Finanziamento: Comune di Galatina

Lavori completati

 

Progetto di riqualificazione Corso Porta Luce.

Rifacimento e riqualificazione di Corso Porta Luce, Sostituzione Illuminazione pubblica con Pali Artistici, Realizzazione Pista ciclabile, Rifacimento tappetino stradale, Nuovo rondò incontro via d’Enghien.

Importo progetto: 250.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

Lavori completati

 

Progetto di riqualificazione via principessa Iolanda, via Caforo angolo piazza Alighieri, via Giuseppina del Ponte.

Importo progetto: 250.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

Lavori completati

 

Centro Polivalente viale don Bosco

Finanziamento: PIRU

Struttura inaugurata e utilizzata.

 

Asilo Nido viale don Bosco

Finanziamento: PIRU

Lavori completati

L’asilo è utilizzato e perfettamente funzionante.

 

Palestra via Montinari

Finanziamento: PIRU

In attesa di essere concessa in uso.

 

Ristrutturazione Cine Teatro Cavallino Bianco. II lotto funzionale

Adeguamento funzionale torre scenica e utilizzo completo dei palchi.

Importo progetto II lotto funzionale: 800.000,00 euro

Regione Puglia: 800.000,00 euro

Lavori da appaltare. Procedure di Gara d’appalto avviate.

 

Progetto riqualificazione Ex convento Santa Chiara.

Importo progetto: 1.000.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

Lavori in corso.

 

Progetto di Riqualificazione basolato centro storico.

Importo progetto:  500.000,00 euro

Finanziamento: PIRU

Gara effettuata e aggiudicata

Lavori in corso.

 

Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore SPORT:

Utilizzo delle palestre scolastiche comunali

E’ stato difficile coordinare e definire il calendario dell’utilizzo delle palestre scolastiche comunali, ma ogni anno con l’impegno e la volontà di tutte le società sportive si è definito il calendario di utilizzo  degli spazi sociali per lo sport.

 

Festa dello Sport 2014

La festa dello Sport “Sport Day 2014” ha visto la partecipazione di tante società sportive e di tanti ragazzi delle scuole degli istituti comprensivi. E’ stata una tre giorni di sport e partecipazione nello scenario della villetta San Francesco.

 

Festa dello Sport 2015

Festa dello Sport organizzata in collaborazione con SALENTIADI, le olimpiadi del Salento. Bellissimo evento sportivo interamente organizzato presso il complesso sportivo del Palazzetto dello Sport.

 

Green Olympic Games

Progetto che oltre a sensibilizzare sulla corretta separazione dei rifiuti per un ambiente migliore ha promosso i valori dello sport tra i più giovani.

 

Struttura Sportiva di Noha

La struttura sportiva di Noha ha ricominciato a vivere grazie all’impegno di alcune società sportive che l’hanno riaperta e ora quotidianamente è al servizio dei cittadini.

 

Patrocinio e contributi economici a varie iniziative sportive

E’ stato un piacere e un onore patrocinare numerosissime iniziative sportive tenutesi in questi anni. Un grazie va a tutte le numerosissime società sportive che iniettano energia positiva nel tessuto sociale alimentando lo spirito sportivo dei galatinesi.

 

Di seguito alcune delle iniziative che hanno coinvolto il settore POLITICHE GIOVANILI:

Chiostro d’Estate. Estate 2012

Concerti, presentazioni di libri, convegni, spettacoli teatrali e musicali nella cornice del Chiostro dei Domenicani, scenario  suggestivo ed entusiasmante. Una serie di artisti e iniziative differenti, da Cesko degli Après la Classe al cantante folk milanese Andrea Labanca, passando per serate jazz, convegni, proiezioni di film d'epoca, dj set di artisti locali e il suggestivo concerto di Mino De Santis.

 

Festa della musica. Giugno 2013

Musica, cultura e arte. Queste le parole chiave della prima edizione a Galatina della Festa Europea della Musica. Dal 21 al 23 giugno 2012 sono stati tre giorni di musica tra rock, pop, hip-hop e musica popolare, presentazione di libri e una mostra di fumetti a cura di Lupiae Comix. Il tutto è stato realizzato all'interno del Chiostro del Palazzo della Cultura di Galatina e in piazza Galluccio. Tra i vari gruppi presenti alla manifestazione, I TOROMECCANICA e la GIOVANE ORCHESTRA DEL SALENTO, diretta da Claudio Prima. E’ stata notevole la presenza di giovani musicisti come i PLUG IN, CAMDEN TRIO, DYING PURPLE, T.GARAGE, SOOP & NINTAI e l’ORCHESTRA SPARAGNINA.

 

Ciclofficina sociale presso Mercato Coperto

Grazie alla collaborazione di alcune associazioni è nata all’interno del mercato coperto la CiclOfficina Sociale, spazio di socialità, incontro e condivisione. Un luogo dove promuovere la mobilità lenta e sostenibile, il riuso, il riciclo e la partecipazione attiva.

 

Mercato S…coperto,

Manifestazione realizzata all’interno dell’ex sede del Mercato Coperto in via Principessa Iolanda. Proposta rivolta al mondo giovanile della città che ha bisogno di spazi destinati alla socializzazione. L’iniziativa ha coinvolto le associazioni culturali della Città. L’iniziativa ha avuto lo scopo di rivitalizzare uno spazio di proprietà comunale in disuso, situato al centro della città e che già in passato è stato luogo deputato ad iniziative di partecipazione giovanile .All’interno dell’ex mercato coperto si sono svolti incontri d’autore, musica ed happening di discussione scientifica divulgativa.

 

Servizio civile nazionale

In tre anni più di venti ragazzi hanno lavorato presso il Comune di Galatina sviluppando progetti nei settori delle Politiche giovanili, Biblioteca Comunale, Museo e Ambiente. Il servizio civile è una iniziativa fondata sui principi della solidarietà sociale e vede i giovani i primi promotori del processo di partecipazione, in grado di trasformare una società in cui il cittadino è solo colui che riceve un freddo ed astratto servizio ad una società in cui tutti hanno la possibilità di essere attivi e socialmente utili.

 

Rassegna Giovanile NOTE A MARGINE

Note a Margine è stata una Rassegna “periferica” che ha avuto l’obiettivo di coinvolgere ed includere le Periferie della città come luoghi di riferimento alternativi e vitali, da un punto di vista non solo urbanistico ma soprattutto umano e sociale. Luoghi che spesso ispirano forme d'arte e   movimenti  sociali  rappresentanti  di un vero e proprio sottobosco multiculturale e multietnico,  un workinprogress costante e perpetuo, un laboratorio continuo. Spazi inespressi e inascoltati  da recuperare e trasformare, da aiutare ad emergere.

Con l'aiuto dell'associazionismo giovanile è stato scelto di selezionare alcuni “interlocutori d'eccezione” che grazie ai loro contributi hanno potuto affrontare il tema della periferia in luoghi prettamente periferici  attraverso dei  personali  approcci che spaziano dal  mondo della musica a quello del cinema, dal  teatro alla letteratura, al cibo ai graffiti, dall’hip hop alla street art. La ciliegina sulla torta è stata l’opera regalata alla Città di diversi artisti di graffiti che hanno abbellito, con la loro arte, il muro della scuola di via Ugo Lisi.

 

Cordiali saluti

Andrea Coccioli

 
Di Russo Piero Luigi (del 25/04/2021 @ 19:38:28, in Comunicato Stampa, linkato 930 volte)

Batti il tuo cinque sulla mano della nostra Associazione e sulle manine di tanti bambini che, grazie ai nostri Progetti di riqualificazione urbana delle periferie e di creazione di nuove aree giochi, possono riconquistare i loro spazi e vivere finalmente ambienti sani e puliti. Perché un paese non è fatto solo di adulti, ma di bambini che saranno i cittadini del domani. Tra i numerosi progetti, realizzati da “TappiAmo Galatina - raccolta eco-solidale tappi di plastica” – “Virtus Basket Galatina”, ricordiamo la riqualificazione dell’area verde “Prof. Carrozzini” in via Calatafimi con la creazione della nuova area giochi “Pietro Antonio Colazzo”, e la riqualificazione dell’area verde “Questore Palatucci” con la creazione della nuova area giochi “Maresciallo Marcello Solidoro”.

Siamo orgogliosi quindi di comunicare a tutti voi che, a partire dalla dichiarazione dei redditi di quest'anno, potrete donare il vostro 5 x 1000 all'A.S.D. Virtus Basket Galatina e sostenere quindi i progetti di “TappiAmo Galatina - raccolta eco-solidale tappi di plastica”.

COSA DEVE FARE IL cittadino CHE EFFETTUA QUESTA SCELTA? - Compilare, con la dichiarazione dei redditi (Certificazione Unica, Modello 730, Modello Unico), la scheda relativa alla "Scelta della destinazione del cinque per mille dell’Irpef”; - Apporre la propria firma nel riquadro "SOSTEGNO DELLE ASSOCIAZIONI SPORTIVE DILETTANTISTICHE RICONOSCIUTE AI FINI SPORTIVI DAL CONI A NORMA DI LEGGE CHE SVOLGONO UNA RILEVANTE ATTIVITA' DI INTERESSE SOCIALE" e inserire il codice: 93132060752.

NON COSTA NULLA E BASTA UNA FIRMA: questa decisione non comporta oneri aggiuntivi per il contribuente. Infatti destinando alla “Virtus Basket Galatina” la quota del cinque per mille, il cittadino non pagherà nulla in più ma devolverà, per scopi sociali, una quota che, diversamente, andrebbe allo Stato. Anche i pensionati e i lavoratori dipendenti non tenuti alla dichiarazione dei redditi possono farlo! In tre semplici mosse:

  1. Compilare la “scheda integrativa per il 5×1000” contenuta nel CU;
  2. Inserire la scheda in busta chiusa, apponendo la scritta “scelta per la destinazione del 5×1000 dell’IRPEF”, indicando nome, cognome e codice fiscale del contribuente;
  3. Consegnarla alla propria banca o ufficio postale.

Grazie a tutti.

Piero Russo

 
Di Redazione (del 27/02/2019 @ 19:37:23, in Comunicato Stampa, linkato 1311 volte)

Il consiglio comunale di Galatina approva la proposta di adesione alla strategia “Rifiuti zero” la quale si inserisce nel perimetro di una politica ambientale, adottata dall’amministrazione comunale, che in poco più di 18 mesi ha raggiunto risultati importanti e continua a porsi obiettivi ambiziosi ma realizzabili.

“La strategia “Rifiuti zero” assume una doppia valenza - afferma l’Assessore all’ambiente Cristina Dettù - come momento quasi riepilogativo di un lavoro costante, ponderato e analitico svolto sin dall’inizio dell’amministrazione Amante; nello stesso tempo, individua un piano strategico e programmatico per il raggiungimento di precisi obiettivi, che fanno della nostra comunità un aggregato di cittadini virtuosi e in linea con le leggi nazionali e con le direttive comunitarie”.

L’amministrazione comunale crede fortemente nella formazione di una cultura rivolta alla salvaguardia e alla tutela ambientale, all’attuazione di buone pratiche da parte di tutti i cittadini per raggiungere buoni risultati in termini di salubrità della vita. E questa base solida che si costruisce con il sapere, la conoscenza, campagne di comunicazione e sensibilizzazione, l’attuazione di ogni forma di informazione che segua un percorso, anche di sostegno, accanto ad ogni singolo cittadino.

“La strategia “Rifiuti zero” – afferma il Sindaco Marcello Amante - nasce non solo per ottemperare all’attuazione del decreto legislativo n. 152 del 2006 e delle direttive comunitarie, ma anche per raggiungere un possibile risparmio globale sui costi di smaltimento e recupero/riciclo dei rifiuti e di un maggiore gettito dei contributi CONAI, fattori tutti che si traducono in una riduzione della TARI annuale”.

A tal proposito anche il raggiungimento di una soglia sempre maggiore di percentuale di raccolta differenziata consente di variare la misura del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti, la cosiddetta ecotassa. A tal fine la legge regionale richiede il superamento del livello di raccolta differenziata del 65 per cento. I dati del Comune di Galatina si attestano attorno al 66,82 per cento e i risultati che si potrebbero raggiungere, sulla base del nostro metodo di raccolta differenziata, hanno previsioni molto alte. Pertanto, la proposta ivi presentata intende avviare un processo volto all’adozione della strategia internazionale “Rifiuti zero”, attraverso un percorso che conduca ad una corretta gestione del territorio, al controllo dell’impronta ecologia della macchina comunale, alla mobilità sostenibile e all’incentivazione di nuovi stili di vita.

Tra l’altro, alcuni giorni fa è stata emessa un’ordinanza sindacale (n. 14/2019 che entrerà in vigore a partire dall’11 marzo) che riepiloga il corretto conferimento dei rifiuti nella raccolta differenza sia per le utenze domestiche che non domestiche, con annessa indicazione del regime sanzionatorio in caso di infrazioni. Un’ordinanza che rispetta i principi di responsabilizzazione e di cooperazione di tutti i soggetti coinvolti nella produzione, nella distribuzione e nell’utilizzo di beni da cui originano rifiuti, in attuazione delle normative nazionali e comunitarie. Un’ordinanza che si modella alle modifiche, tra l’altro, dei siti di conferimento indicate dall’Ager e che si conforma, qualora ci fosse ancora la necessità di dimostrarlo, alla Piano regionale dei rifiuti, nell’ottica di una politica di collaborazione e cooperazione con la Regione Puglia per il raggiungimento di obiettivi comuni.

In ultimo, il consiglio comunale ha approvato la modifica del regolamento sul compostaggio domestico, che intende incentivare l’adozione di questa buona pratica. Consentendo al cittadino, privo di un giardino annesso alla propria abitazione, di effettuare il compostaggio domestico su terreni di proprietà o nella disponibilità, oppure di produrre compost di qualità con delle compostiere elettriche in appartamento. Un elemento chiave nell’ottica del raggiungimento dell’obiettivo “Rifiuti zero” e una pratica che va fortemente incentivata perché ha un “ritorno” a favore del nostro territorio (in quanto fertilizzante) ma anche per l’intero sistema globale.

“Un lavoro costante, quotidiano – conclude l’assessore Dettù - volto anche al monitoraggio di ogni componente ambientale, aria acqua e suolo. Un impegno che assume i caratteri della partecipazione dal basso, della condivisione delle politiche ambientali con i cittadini, della co-progettazione, della sostenibilità di pratiche e di progetti, alcuni anche in divenire, che non chiedono altro di ascoltare la voce dei cittadini”.

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 24/04/2019 @ 19:33:36, in Comunicato Stampa, linkato 1006 volte)

Ultima gara casalinga per il volley galatinese targato Efficienza Energia, che offre ai suoi tifosi un arrivederci al prossimo anno con un incontro di alto livello.

Ospite del PalaPanico sarà infatti, sabato 27 aprile, l’Erredi Taranto impegnata a distanza con Massa Lubrense, per conquistare la seconda posizione in classifica che vale i play off per la serie A3.

Penultima spiaggia per coach Narracci e i suoi ragazzi che hanno un finale tutt’altro che tranquillizzante: battagliare con i salentini di mister Stomeo prima, tendendo l’orecchio ad Ottaviano dove una capolista schiacciasassi ospita Massa e poi giocare, sabato 27 tra le mura amiche, la grande sfida proprio contro Ottaviano.

Passa da Galatina però il futuro prossimo degli ionici che troveranno un’orgogliosa EFFICIENZA ENERGIA, pronta ad offrire una prova di carattere che impreziosisca la striscia di prestazioni importanti di questo finale di campionato.

L’ex giocatore di turno di tanti anni fa, Gianni Narracci, ora in veste di tecnico arriva nel Salento con tutti i suoi effettivi; si affiderà come sempre alla diagonale Parisi-Roberti, ai laterali Di Sabato e Garofalo, ai centrali Giosa e Carofiglio, al libero Nero e con Mingolla, Gasbarro, Schifone e Piscitelli pronti a dare manforte.

Mister Giovanni Stomeo risponderà con Zonno-Buracci, Lotito e Durante di banda, Musardo e Iaccarino al centro, Pierri libero, deciso a chiudere con un successo questo campionato, potendo anche contare su Calò, De Lorentis, Petrosino, Rossetti, Persichino ed Apollonio.

Lo spettacolo sicuramente non latiterà al PalaPanico.

Il connubio tra le società Olimpia e S.B.V. è stato ampiamente positivo in questi due anni di collaborazione e il risultato finale soddisfa complessivamente gli obiettivi di entrambe le società.

Il gruppo presieduto da Luigi Santoro forse potrà recriminare su qualche punto lasciato per strada, più per un tardivo rodaggio della squadra che per gli infortuni, anch’essi determinanti alcune prestazioni insufficienti (ci può stare), ma alla fine galleggiare tra 5^ e 6^ posizione in classifica è un traguardo lusinghiero.

Ora spetterà ai vertici societari e alla disponibilità del main sponsor reiterare un accordo che però necessita di un progetto ad ampio respiro.

Questo il pensiero-fiume del presidente Santoro espresso alla vigilia della gara con Taranto: 

Chiudiamo questo campionato in casa (l’ultima gara sarà in trasferta ad Ischia ndr) con un bilancio sportivo positivo, ricevendo l’assenso anche da parte dello sponsor principale Efficienza Energia. Il futuro della pallavolo galatinese che noi rappresentiamo, stante la collocazione in una serie nazionale, ha però necessità di certezze e di supporto da parte delle istituzioni amministrative locali, soprattutto dal punto vista impiantistico.

Un sussulto annuale con un intervento una tantum, rapportato agli sforzi societari e all’impegno puntuale di uno sponsor non ha ragione di esistere: è di altri tempi.

Le strategie di un imprenditore che si lega come componente determinante in un campionato di pallavolo di serie nazionale, per interesse e per passione, non possono comparire e dissolversi nella fugacità di un campionato, ma hanno stringenti necessità di marketing di radicarsi sul territorio.  Un programma pluriennale condiviso, e non è da tutti con i tempi che corrono, che fissi obiettivi ed intenti di crescita  è anche un beneficio per la comunità sociale ed un ovvio ritorno economico alla propria attività imprenditoriale.

Per far ciò l’aiuto dell’amministrazione politica è prioritario, principalmente in materia di disponibilità impiantistica.

Noi tutte società sportive finiremo, al termine di questa stagione, in un cul-de-sac che a giugno ci vedrà sfrattate (per fine mandato gestionale) da un PalaPanico al limite dell’inagibilità e che non ci permetterà di pianificare un futuro sportivo.

Come si può pensare di richiamare investitori privati, per un salto eventuale in serie A3, quando obblighi federali richiedono un impianto che soddisfi determinati requisiti (capacità ricettiva di spettatori, fondo del terreno con caratteristiche sintetiche particolari, altezza del soffitto almeno di m.8 ecc.) ed invece ci troviamo ad avere palazzetti obsoleti o strutturalmente incompiuti, con progetti realizzativi in atto che non prendono in esame le esigenze delle varie federazioni sportive?

Saremo costretti, come è accaduto per altre società (Leverano n.d.r.), ad emigrare verso altre sedi lontane da Galatina, con un aggravio di costi insostenibili che sicuramente faranno naufragare il progetto.

L’appello che rivolgo al primo cittadino è quello di onorarci, sabato 27 alle ore 18.00, con la sua presenza al PalaPanico, dando corpo così  a precisi impegni  per la piena operatività del palestrone di via Montinari  che, a distanza di cinque anni dalla sua inaugurazione, è ancora uno scheletro senza corpo”.

 

Piero de lorentis

AREA COMUNICAZIONE

EFFICIENZA ENERGIA GALATINA   

 

Come consigliere comunale e rappresentante galatinese del Movimento “Con”, ho presentato nei giorni scorsi, all’attenzione del Sindaco Fabio Vergine e degli assessori ai Lavori pubblici Carmine Perrone e all’Urbanistica Guglielmo Stasi, un progetto che prevede il recupero del paesaggio agrario dopo anni di disastri a causa del batterio della xylella. Inoltre, a tal proposito, martedì 20 febbraio, ho avuto un colloquio con il Primo cittadino al fine di illustrargli dettagliatamente le procedure di realizzazione.

Nello specifico, il progetto sperimentale “Salento favoloso”, che viene proposto dal Movimento “Con” in ogni comune del Salento, al fine di ricreare il paesaggio salentino, prevede, attraverso l’investimento di modeste risorse, la possibilità di concedere ai cittadini virtuosi, che si sono visti desertificare le proprie campagne, degli alberi di ulivo in maniera gratuita. Le specie piantate saranno la Leccino e la FS17 (Favolosa) che per caratteristiche sono quelle più resistenti al batterio della xylella.

Il progetto prevede inoltre che il periodo per la piantumazione sia quello tra aprile e maggio, una volta cioè lasciate alle spalle le gelate. Il Salento, per le sue connotazioni storiche, ha una proprietà estremamente frastagliata in piccoli e piccolissimi appezzamenti di terreno, tant’è che i piccoli proprietari superano l’ottanta per cento dell’intera proprietà. Questa tipologia di terreni è di fatto esclusa da ogni forma di finanziamento in quanto i bandi prediligono le forme aziendali strutturate con all’interno “Iap” (imprenditori agricoli professionali) che diventano gli unici destinatari delle forme di finanziamento agevolato. Ed è in questo senso che abbiamo deciso di intervenire perché preoccupati dell’abbandono di una parte del territorio da parte dei proprietari, ed abbiamo voluto mettere al centro le persone, magari i giovani, e le loro campagne. Per questo il progetto e noi di “Con” chiediamo al Comune di farsi parte attiva, investendo una modesta somma di risorse per la realizzazione. La proposta che facciamo è quella di inserire nel prossimo bilancio delle somme che potranno dare la possibilità a cittadini virtuosi di poter adottare degli alberi di ulivo per recuperare i propri paesaggi distrutti dal killer xylella e mortificati dalla desertificazione dei suoli.

Chiediamo, infine, che venga organizzata una manifestazione pubblica di presentazione dell’iniziativa e l’emanazione di un bando attraverso il quale i cittadini si potranno candidare per l’assegnazione gratuita delle piantine di olivo “certificate” appartenenti alle specie da noi proposte.

 

Consigliere comunale “Con”

Loredana Tundo

 
Di Redazione (del 11/01/2023 @ 19:28:42, in Comunicato Stampa, linkato 331 volte)

Non si ferma l’attività di controllo contro chi abbandona i rifiuti sul nostro territorio, danneggiando l’ambiente e tutto ciò che ci circonda.
Intensificati i controlli e risultati non si sono fatti attendere. Nuove rilevazioni e tante altre sanzioni.
Nell’ultimo semestre sono state effettuate 31 rilevazioni di abbandoni, di cui ben 4 sfociate in procedimenti penali a carico degli autori, ossia aziende che non rispettano l’obbligo di conferimento di rifiuti come per legge.
Le altre rilevazioni hanno riguardato privati che hanno abbandonato i rifiuti in modo non conforme, oppure sversato contravvenendo alle norme del testo unico sull’ambiente.
Episodi si sono verificati sia nelle campagne sia anche nel centro cittadino, tanto di giorno quanto in piena notte.
“Davvero riprovevole il comportamento di questi soggetti, completamente disinteressati della tutela ambientale e del bene comune - commenta Diego Garzia, Consigliere Comunale di Galatina con delega alla Polizia Locale. Grazie all’incessante lavoro degli uomini della P.L., egregiamente guidati dal Comandante Gigi Tundo, stiamo mettendo quotidianamente in atto opere concrete volte alla drastica repressione del fenomeno dell’abbandono illecito dei rifiuti. Continueremo su questa strada, intensificando i controlli e sanzionando i trasgressori, anche attraverso l’interessamento della Procura quando previsto”.

 

 
Di Marcello D'Acquarica (del 14/09/2016 @ 19:24:49, in I Dialoghi di Noha, linkato 2496 volte)

Sono sempre restio alla creazione di nuove associazioni. Credo che il miglior associazionismo sia la coscienza di ogni cittadino, fin dal momento in cui viene al mondo, frequenta la scuola, entra nel mondo del lavoro e vive in comunità, sia essa composta da un piccolo gruppo di persone, da una città, da una nazione o da un intero pianeta. Premesso ciò, sposto la questione della presenza delle associazioni nel nostro magnifico luogo di vita che risponde al nome di Noha.
 Non entro nel merito dello storico di quelle “vive” o trapassate, ma vengo al sodo puntando l’obiettivo sul principale motivo\ragione per cui chiunque, associato e non, dovrebbe essere sempre vigilante: l’Ambiente. Non bastano le parole per descrivere lo stato di degrado ambientale che ci circonda, è sufficiente guardarsi intorno con la coscienza appiccicata agli occhi. Perché senza il suo contributo sarebbe come guardare con il cervello spento.
Quest’anno, merito della nuova condizione di lavoro che mi porta a Noha tutti i fine settimana, ho potuto “godere” dello scenario ambientale nohano, non solo durante le famigerate tre o quattro settimane d’agosto, bensì di quasi tutto l’anno. Dove sta la differenza, penserete voi?
Limitando la mia permanenza a Noha per il solo mese estivo e vedendo il nero fumo ovunque, mi consolavo pensando ai bellissimi prati in fiore e verdeggianti che avrei visto nel periodo delle feste natalizie, tempo in cui sarei ritornato, come sempre, al paese. Così lo scenario di campi neri devastati dagli incendi, zombie di tronchi superstiti e semi bruciacchiati e desolate distese di rifiuti di ogni genere, mi venivano risparmiati, illudendomi che quello del “tutto bruciato” fosse solo un fenomeno agostano.
Siamo alle solite, direte voi, stiamo sempre qui a lamentarci e non facciamo niente per cambiare. Ecco, questo è il punto. Le nostre domeniche ecologiche (poche, lo ammetto), finalizzate più a un atto simbolico che ad una vera e propria bonifica delle zone prescelte per il risanamento, continueranno ad essere una delle tante attività de “I Dialoghi di Noha”, con la differenza che d’ora in poi saranno supportate dalle competenze legali e amministrative di FAREAMBIENTE, un movimento ecologista specializzato che opera in campo europeo. Al laboratorio FareAmbiente di Lecce hanno già aderito, oltre ad alcuni volontari di Noha, volontari di Soleto, di Galatina, di Sannicola, di Sternatia e di Corigliano. Ci aspettiamo che il movimento contagi al più presto tanti altri comuni e cittadini del Salento.
Quindi non una nuova Associazione per Noha, ma semplicemente un importante strumento di lavoro per raggiungere con maggiore efficacia i nostri obiettivi, che sono: le denunce di discariche abusive, i roghi di materiali plastici (DIOSSINA PURA), gli sversamenti di liquidi tossici, gli incendi dolosi, i maltrattamenti di animali e qualsiasi atto doloso ricadente sulla salubrità della Terra, dell’Aria e dell’Acqua.
Saremo lieti se ad aiutarci a migliorare il nostro Ambiente saranno tanti e magari tutti i cittadini di Noha, più alto sarà il numero dei sorveglianti, minori saranno gli atti vandalici.
Seguiranno al più presto i dettagli riguardanti le attività specifiche.
Potete dare la vostra adesione, chiedendo l’iscrizione a FareAmbiente-Noha, attraverso il sito Noha.it; lasciando un vostro recapito sarete contattati per i dettagli relativi.

Marcello D’Acquarica

 
Di Redazione (del 25/06/2019 @ 19:24:29, in Comunicato Stampa, linkato 921 volte)

Avviata, con l’affidamento alla ditta esecutrice dei lavori, un vasta azione di bonifica di rifiuti, anche di tipo “pericoloso”, illecitamente abbandonati nelle periferie e nelle campagne galatinesi.

Oltre 38.000 kg di rifiuti, su circa 500 mq, distribuiti nelle 33 discariche abusive censite.

Un’azione si sanificazione e di ripristino del decoro dei luoghi dal costo di circa € 33.000, provenienti quasi interamente da fondi regionali per un bando aggiudicato dall’Assessorato all’Ambiente.

L’amministrazione Amante, sin dal suo insediamento, ha puntato molto sull’attrattiva turistico-culturale della città che inevitabilmente passa anche da uno sforzo collettivo, con forte senso civico, per la tutela del territorio cittadino e rupestre. Continueremo a mantenere alta l’azione di vigilanza e di contrasto all’inciviltà di chi, in spregio totale delle regole del civile vivere comune, ritiene, ancora oggi, di poter abbandonare rifiuti impunemente.

Le discariche abusive, oltre all’ovvio danno ambientale, certamente non rappresentano un buon biglietto da visita agli occhi dei tanti visitatori, quindi un ringraziamento va agli uffici interessati perché essere riusciti ad intervenire alla vigilia del periodo estivo, momento di massima affluenza turistica in città, è certamente una buona notizia.

Di seguito l’elenco delle zone interessate:

via Catullo, strada comunale n. 90, via degli Andriani, impianti sportivi Noha, contrada Securi, strada comunale n. 90 Scorpi Muto,  strada comunale n. 85 San Vito‐due Trappeti, strada comunale n. 75‐76‐85,  Strada comunale n. 40, Paradisi San Giuseppe, via Mercurio, strada comunale Duca, strada comunale n. 123,  strada comunale Petrosa, Strada comunale Don Quintino, strada comunale Meli, strada P. 328 Galatina Torre Pinta, viale Germania ( rotatoria), via Spagna ( rotatoria ), via Spagna, strada comunale Scalfo, via Ascoli Piceno, via comunale San Vito, Strada comunale n. 76, via Fedro,  contrada Scorpi,  strada provinciale 371, viale cimitero, contrada Bruciate, via comunale Pisanello, viale Ionio, Strada Prov. 41 angolo strada comunale Lardo.

Vito Albano Tundo

Galatina in movimento

 

L’attuale arciprete don Francesco Coluccia nel 2008 ha fatto restaurare la tela dell’altare del 1717 dedicato alla Madonna di Costantinopoli. Grazie a questo restauro sono apparse con grande evidenza le lettere COD, iniziali del committente: il Chierico Orazio Donno. Orazio Donno era un cittadino di Noha, molto pio e devoto, visto che nei registri parrocchiali è classificato come chierico “selvaggio” o “cresto”, facoltoso e “sagrestano”.

Per quanto riguarda la cappella di via Collepasso dedicata alla Madonna di Costantinopoli possiamo aggiungere quanto segue.

C’è un altro atto notarile molto interessante tra i protocolli del notaio Marc’Antonio Cesari di Galatina datato 23 febbraio 1720, stipulato tra “OratiaPaglialonga vedova del fu Donat’Antonio Donno Doctoris Jure Romano, et Natalitia Donno sua figlia e Oratio Donno dello stesso Casale di Noha, Procuratore della Venerabile Cappella o Chiesa di Santa Maria de Costantinopoli sempre di Noha”. Con molta evidenza qui si parla di una “chiesa” e il riferimento alla nostra attuale chiesetta è indubbio. Madre e figlia vendono un terreno con “arbori sedici di olive sito nel feudo di Noha loco detto Sozzurella vicino li beni di Pietro Mastria da levante, li beni dell’heredi di D. Angelo Vonghia da borea, li beni di Ramondo Capano da gerocco, et altri confini il cui valore, secondo quanto stabilito da esperti comunemente eletti, è di ducati trenta. Ma essendo la proprietà pignorata per quindici ducati da parte di Angelo Antonazzo, Orazio Donno [si tratta sempre del nostro Orazio Donno, ndr.] si impegna a versare i quindici ducati all’Antonazzo per estinguere il debito, e con li restanti ducati quindici alle dette madre e filia in moneta argenti. Il detto Orazio “per sua devotione delega alla detta Venerabile Cappella li detti trenta ducati col peso di celebrarsi lì una Messa l’anno in perpetuum secondo la sua intentione nel giorno della festività del Corpus Domini all’Altare di detta Cappella”.

Si può dunque con certezza concludere che nel 1720 (non con la struttura attuale) esisteva la chiesa della “Madonna di Costantinopoli” sulla via Collepasso.

Oltretutto nel registro dei defunti di Noha del 1746 il parroco don Andrea Soli così scriveva:

A 13 Febraro 1746 si trovò nella cappella della V. di Costantinopoli fuori del Casale una figliola di pochi giorni morta con un biglietto et diceva = è battezzata, cioè ha avuto l'acqua dalla mammana, solo li mancano le cerimonie della chiesa: si chiama Angelina. Fu da me portata dal Sindico morta, ho letto il biglietto e li ho data l'ecclesiastica sepoltura in questa mia chiesa come di sopra. Firmato dall’arciprete Don Andrea Soli.

In un  documento del 1829 leggiamo :

N.169 - Noha li 19 Novembre 1829 - Tommaso Verdicchia figlio de’ coniugi Luigi e Rosa Memmi ambedue di Casarano trovandosi di passaggio si sgravò vicino alla Cappella di Costantinopoli, e li convenne cercar asilo in questo Comune, nacque a dì 15 d. ad ore 20.  Li Padrini furono Pasquale Chittani e Giovanna Tundo e fu da me battezzato.  Nicola Valente Arciprete Curato.

[Continua]

P. Francesco D’Acquarica i.m.c

 
Di Redazione (del 12/05/2020 @ 19:23:45, in Comunicato Stampa, linkato 1094 volte)

La Città di Galatina e il Patto locale per la lettura aderiscono all'iniziativa de "Il Maggio dei Libri" che quest'anno ha come tema istituzionale "Se leggo scopro".
"Abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo un periodo storico che ha cambiato radicalmente le nostre abitudini" ha dichiarato Cristina Dettù, Assessore alla Cultura della Città di Galatina. "Dal lavoro alla scuola, dal tempo libero alle relazioni interpersonali. Eppure c'è una costante che anche in un periodo di emergenza non è mai mancata: la lettura. In attesa di riaprire la nostra tanta amata Biblioteca comunale "P. Siciliani", come sempre partecipiamo all'iniziativa de Il Maggio dei Libri, promossa dal Cepell, e che quest'anno si sviluppa in via digitale. Galatina, città che legge, non può mancare a questo importante appuntamento affinché sia un ulteriore strumento di diffusione della lettura e dei suoi benefici culturali e sociali in grado di creare legami tra racconti, storie, luoghi, paesaggi e persone."
L'obiettivo è quello di realizzare un video in cui raccontiamo cosa si scopre leggendo un libro. Tutti sono i protagonisti: il Patto Locale per la lettura di Galatina e poi anche ogni singolo cittadino, scuole, associazioni, ospedali, case di riposo, centri di riabilitazione, centri anziani, chiunque!
Raccontateci cosa avete scoperto leggendo un libro e inviateci i materiali che ritenete significativi: foto, locandine, testi e resoconti, profili social da seguire, rispettando le seguenti linee guida:
Foto: massimo 4, a fuoco, senza minori ripresi in primo piano (salvo contestuale invio di liberatoria per la pubblicazione, tenendo presente che tale liberatoria non è necessaria per foto che ritraggono un pubblico ampio ed eterogeneo di età), eventualmente corredate di didascalia con luogo, data e titolo evento se prive di testo a corredo. Si può pensare anche ad una foto con uno sfondo significativo (ad es: scorcio dalla finestra del Comune, centro storico o un altro bel panorama rappresentativo del vostro territorio; gonfalone del Comune, ingresso o interni - luminosi - della Biblioteca Comunale);Testi a corredo delle foto: massimo 500 caratteri spazi inclusi, con specifica di luogo, data e titolo dell’evento raccontato.Il materiale potrà essere inviato alla mail: pattoperlalettura@gmail.com entro domenica 24 maggio. Avremo così modo di raccogliere tutto il materiale, provvedere al montaggio del video e celebrare Il Maggio dei libri della nostra Città.

Ufficio stampa Marcello Amante

sindaco di Galatina (LE)

 

Su istanza del Sindaco Marcello Amante la vecchia sede dell’Istituto Tecnico Commerciale di via Piemonte torna nella piena disponibilità del Comune di Galatina.

È datato 14.10.2019 il provvedimento firmato dal Presidente della Provincia di Lecce, Stefano Minerva, che in risposta ad una formale richiesta del Sindaco Marcello Amante “..comunica al Comune di Galatina, proprietario dell’immobile, che detto edificio di via Piemonte, con l’esecutività del presente provvedimento che ne sancisce la cessazione della destinazione ad uso scolastico da parte di questa Provincia, rientra nella piena ed incondizionata disponibilità dell’Ente proprietario..”

Dimenticato da più amministrazioni e chiuso da circa 20 anni, oggi Galatina si riappropria a costo zero dell’immobile, aggiungendolo al patrimonio cittadino.

Un ringraziamento va al Presidente Minerva che, nell’interlocuzione con il Sindaco Amante, ha accolto la richiesta dell’amministrazione

Ufficio stampa Marcello Amante

 

Venerdì mattina l’Assessore alla Sanità regionale Pierluigi Lopalco raccoglie le parole di allarme e, in videoconferenza, incontra i Sindaci del Distretto Socio Sanitario di Galatina, alla presenza anche del Direttore Generale della Asl Lecce, Dott. Rodolfo Rollo, e del neo consigliere regionale Alessandro Delli Noci.
Va sicuramente ringraziato l’Assessore Lopalco per l’immediatezza con cui ha dato riscontro al “grido d’allarme” dei Sindaci che ben comprendono la drammaticità del momento che vive la gente di Puglia e le difficoltà del suo ruolo nel dare le migliori risposte possibili.
Il confronto, durato circa un’ora, franco e talvolta con toni aspri, è stato costruttivo con le parti che hanno saputo ascoltare le posizioni altrui esponendo le proprie tesi, sempre nella massima correttezza istituzionale. Due punti di vista diversi: quello da Assessore Regionale di Lopalco, proiettato su una visione globale, e quello dei Sindaci che hanno il dovere di tutelare, in un contesto di condivisione generale, le proprie comunità.
All’assessore Lopalco non è stata contestata la scelta regionale di porre per la seconda volta l’Ospedale Santa Caterina Novella di Galatina in prima linea nella lotta alla pandemia, si riconosce responsabilmente la logica di affrontare una emergenza sanitaria unitariamente, ma le modalità organizzative, che rischiano di impedire il diritto alla cura dei malati non covid.
La struttura ospedaliera galatinese è suddivisa in lotti, collegati fra loro ma allo steso tempo indipendenti, che permette un ragionamento attento a garantire una risposta alle urgenti esigenze del momento senza per questo limitare l’accesso ai tanti nostri concittadini che pur non ammalandosi di covid hanno diritto a potersi curare.
Franco e diretto il Sindaco Marcello Amante nell’esporre il suo pensiero; da primo cittadino di Galatina, sede dell’Ospedale, ha chiesto conto sul ritardo nell’organizzare quei servizi necessari per un nosocomio destinato all’emergenza covid. Ha evidenziato il ritardo nella realizzazione di quanto previsto nel piano regionale: ad oggi non sono disponibili i 12 pl di terapia intensiva, i 22 pl di sub-intensiva, il reparto di pneumologia con i pneumologi e il reparto di cardiologia con i cardiologi, con il concreto rischio di non poter assicurare la necessaria assistenza. Non vi è logica nel bloccare, allo stato, ogni attività standard, si rischia di portare l’Ospedale in uno stato paradossale di inattività proprio in un momento in cui si deve dar fondo ad ogni risorsa disponibile.
E’ da questa evidenza che parte la richiesta dei Sindaci in attesa del completamento dei lavori di adeguamento, programmare due step : il primo immediato con la destinazione di pazienti covid a bassa intensità di cura esclusivamente nel Padiglione De Maria che già dispone di 35 pl distribuiti tra i reparti di malattie infettive e medicina covid, ma che presto può essere ampliato fino ad un massimo di 60pl e il secondo step, in uno scenario emergenziale, che preveda l’utilizzo di altri due padiglioni. Programmare adeguando per scenari futuri senza per questo interrompere immediatamente l’attività ordinaria. Da qui la proposta anche per il doppio percorso separato nel punto nascita: uno “pulito” per l’attività ordinaria e uno “sporco” per la gestione di gravide o bambini positivi in totale sicurezza. Lo si è già attuato nella prima ondata nel solco dell’emergenzialità e gli spazi a disposizione lo permetterebbero anche oggi. Importante il contributo di Luigi Arcudi, nella duplice veste di Sindaco di Aradeo e responsabile tecnico del nosocomio galatinese. Da conoscitore dello stato dei fatti ha saputo puntualizzare le situazioni proponendo soluzioni per superare eventuali criticità.

Con forza Lopalco ha garantito che non è in atto nessun tentativo di svuotare per danneggiare l’ospedale di Galatina, anzi ha più volte rimarcato che questa è una concreta possibilità di rilancio futuro.
Garanzia sulla volontà regionale recepita con soddisfazione dai Sindaci con la richiesta di Graziano Vantaggiato, Sindaco di Soleto, di un atto pubblico e formale dell’Assessore in tal senso.
Nell’immediato, ha concluso Lopalco, la proposta merita attenzione. Confermata la disponibilità a mantenere operativo nella palazzina L, totalmente destinata a gestione nocovid, il reparto di dialisi, rassicurando sulla nefrologia, in un primo momento destinata al blocco, ha assicurato anche la continuazione del servizio riabilitativo e dell’ambulatorio oncologico riservandosi di valutare ulteriori servizi ambulatoriali.
L’emergenzialità del momento, però, ha concluso Lopalco, richiede fatti e soluzioni concrete. Non è più tempo per valutazioni e studi di fattibilità, quindi in risposta alla richiesta dei doppi percorsi del punto nascita, dà la propria disponibilità, ma a tempo: la parola ora passa alla Direzione Sanitaria, ai Primari e ai tecnici dell’Ospedale di Galatina che dovranno presentare un “piano” possibile e immediatamente realizzabile già nella prossima settimana.

Ufficio stampa Marcello Amante
sindaco di Galatina (LE)

 
Di Redazione (del 31/01/2024 @ 19:23:07, in Comunicato Stampa, linkato 184 volte)

Un disastro annunciato , quello del DDL Calderoli, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie nel Governo Meloni, sulla riforma dell’ Autonomia differenziata regionale, approvato Il 23 gennaio 2024.

La legge mira a decentralizzare il potere decisionale dello Stato dandolo alle Regioni a statuto ordinario.

Le materie includono Salute, Istruzione, Ambiente, Energia e altri possibili settori.

I cittadini e gli amministratori del sud sono fortemente preoccupati per i risvolti negativi che questa legge potrebbe avere, anzi, che quasi certamente avrà.

Le aree più in difficoltà del paese avranno ancora più ripercussioni negative; il Sud verrà colpito in maniera considerevole. Con il testo redatto da Calderoli si va verso un'Italia a due velocità, dove chi oggi è ricco sarà ancora più ricco e chi è povero sarà ancora più povero. Settori come la sanità e la scuola pubblica saranno fortemente penalizzati, soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia.

I Circoli del Partito Democratico di Galatina, Noha e Sogliano Cavour, organizzano un incontro- dibattito per parlare di questo tema attuale e scottante.

Sabato 3 febbraio 2024, alle ore 17 presso lo Chalet delle Rose (Piazza Alighieri) in Galatina.

Modera e coordina il coordinatore cittadino del Pd Galatina-Noha Avv. Massimo Marra.

Interverranno Loredana Capone, Presidente del consiglio regionale e Vice Segretario nazionale del Partito Democratico e l’onorevole Claudio Stefanazzi, Deputato Pd Vice Presidente della Commissione Affari Regionali.

Amministratori, dirigenti, e tutta la cittadinanza, sono invitati a partecipare.

I circoli PD GALATINA-NOHA-SOGLIANO CAVOUR

 
Di Redazione (del 28/06/2020 @ 19:20:58, in Comunicato Stampa, linkato 1013 volte)

Tutte le attività devono attuare le misure previste dalle "Linee guida per la riapertura delle attività economiche e produttive" allegate all'ordinanza del Presidente della Regione Puglia n. 237 del 17.5.2020 ed a questo si deve adeguare il “frazionamento” delle attività/iniziative che nell’insieme costituiscono la festa.

La Diocesi di Otranto ha congelato fino al termine dell'anno l'attività dei comitati festa sospendendo le processioni o anche la semplice esposizione sui sagrati delle statue dei Santi Patroni.

Le feste patronali, patrimonio culturale riconosciuto e risorsa economica e turistica, sono svuotate della loro ragione di essere e nulla potrebbe sostituirle, perchè nulla potrebbe sostituire in un sol botto secoli di storia.

Siamo (forse) tutti consapevoli di quello che è avvenuto, di quello che rischiamo se i nostri personali comportamenti non saranno rispettosi delle regole suggerite.

Allo stesso modo non possiamo non vivere con sgomento ed irritazione tutte quelle situazioni in cui, a fronte di un apparente rispetto delle regole, vediamo assembramenti incontrollabili in luoghi in cui si è "naturalmente" portati all'assembramento.

La nostra vita di cittadini scorre in una continua contraddizione tra il dire ed il fare.

Come Amministratori, la più grande difficoltà è riuscire rispondere alle considerazioni di buon senso che il cittadino ci propone. Il ruolo politico, per quanto non decisionale, implica comunque una responsabilità di fronte al cittadino e, per quanto mi riguarda, alla logica di alcune considerazioni non posso che annuire, con imbarazzo.

I vertici politici Regionali hanno sollecitato le Amministrazioni Comunali ad adoperarsi per favorire l'attività di giostrai ed ambulanti, categorie tra le ultime a poter riprendere una normale attività lavorativa.

In questa logica, l'Amministrazione Comunale di Galatina ha cercato di favorire la possibilità che gli operatori citati potessero, seppure fuori dal contesto urbano, svolgere la loro attività, individuando aree idonee per dimensioni e possibilità logistiche per un attrezzato luna park oltre che per un mercatino straordinario dei commercianti ambulanti. In considerazione della prossimità della festa abbiamo dovuto valutare in tempi stretti e massima urgenza soluzioni in linea anche con i nostri regolamenti comunali.

Il vuoto normativo sull’organizzazione delle feste patronali, ha impedito che si potesse definire una riconoscibile catena di responsabilità che, nella emergenza coronavirus, è necessaria e prioritaria.

In altre parole, l'organizzazione delle aree, la gestione dei piani anticovid, il controllo dei contingentamenti degli accessi, dei distanziamenti e degli assembramenti è demandato ai responsabili che fanno richiesta delle aree eventualmente assegnate, mentre le Amministrazioni Comunali sono tenute a garantire che vengano rispettate le garanzie di salute pubblica e la sicurezza stradale.

Su tutto vigila l'Autorità di Pubblica Sicurezza che è obbligata ad intervenire qualora constatasse il mancato rispetto delle regole.

Tutto deve essere messo nero su bianco e questo necessariamente comporta un rischio che allo stato attuale nessuno degli operatori interessati a lavorare è nelle condizioni di assumere.

Di conseguenza si giunge allo stallo delle iniziative con la percezione che "è meglio non fare per non rischiare in proprio e per tutti". Ma oggi, per quelle categorie, "non fare" significa non lavorare.

Vorrei svolgere alcune considerazioni che scaturiscono dall’intensità della settimana trascorsa con i rappresentanti degli ambulanti e dei giostrai, alla ricerca di soluzioni utili a permettere di lavorare durante i giorni del 28/29 e 30 giugno, giorni dedicati alla festa dei Santi Patroni Pietro e Paolo.

Intanto ho apprezzato la correttezza, l'impegno ragionato, le volontà di mettere a disposizione della propria causa ogni risorsa utile a "smuovere" la situazione, a creare una condizione replicabile, un modello. Ma forse più semplicemente si può dire, un impegno a dare dignità alla propria vita.

Voglio evidenziare come la stagionalità del lavoro di questi operatori renda ancora più difficile la loro contingenza economica e che per molti di loro “fare i mercati” non è la stessa cosa che “fare le feste patronali”.

Ho raccolto gli sfoghi per una marginale considerazione della categoria da parte della politica regionale, ma anche la consapevolezza della necessità di avere una seria rappresentanza associativa dello specifico settore.

La mia è stata un’esperienza politica ed umana che mi ha toccato e per questo voglio mettere a disposizione il piccolo ruolo che ricopro e l'eco di queste mie parole per invitare, per sollecitare, per scuotere chi è deputato a decidere. Presidente Emiliano, serve un segnale che non illuda, un segnale che metta nelle condizioni di non dover apporre firme che non competono al lavoratore, a chi per una vita si è sacrificato per dare dignità alla propria famiglia e non può rischiare tutto per l'imponderabile gioco degli eventi.

Serve che ognuno nel proprio piccolo o grande ruolo accompagni verso una soluzione utile questi lavoratori.

La ringrazio per l'attenzione che riterrà di prestare alla vicenda.

 

Nico Mauro

Assessore Attività Produttive Galatina

 

Si svolgerà domenica 24 luglio la IV edizione della “Soleto in corsa … tra arte e natura - Trofeo Caffè degli Specchi”, nel suggestivo paese appartenente alla nota Grecìa Salentina. La manifestazione è organizzata dalla Associazione Sportiva Dilettantistica Podistica Soletum, presieduta da Luigino Ugolini, in collaborazione con l’Amministrazione comunale.

L’Assessore allo Sport, Marco Durante e il primo cittadino di Soleto, dottor Graziano Vantaggiato hanno sposato con particolare entusiasmo l’iniziativa, considerata anche la sua dimensione solidale.

L’intero ricavato della iscrizione alla camminata, infatti, verrà devoluto a sostegno del progetto “Bimbulanza”, l’ambulanza pediatrica ideata e implementata, ben 10 anni fa, dall’Associazione leccese “Cuore e mani aperte” OdV, presieduta dal Cappellano del Presidio Ospedaliero “Vito Fazzi”, Don Gianni Mattia.

L’ambulanza, il cui responsabile è il soletano Franco Russo, effettua trasporti di minori dalle nostre zone verso i maggiori centri d’eccellenza d’Italia, dove possono trovare cure più adeguate alle loro patologie. I costi per l’acquisto, l’allestimento e la manutenzione del mezzo, come pure quelli per i viaggi (carburante, pedaggi autostradali, assistenza sanitaria a bordo, ecc.) sono a carico dell’Ente del Terzo Settore presieduto da Don Gianni, senza alcun aggravio per le famiglie che usufruiscono del servizio, già sin troppo provate dalla situazione di salute del minore e disorientate dalla necessità di doversi spostare fuori dalla propria zona di residenza alla ricerca di diagnosi e terapie più mirate.

La partenza della gara podistica è prevista alle ore 18:30 da Largo Osanna e vedrà impegnati gli iscritti lungo un percorso pari a 5 km e il campionato provinciale individuale sulla distanza di 10 km.

Per Luigino Ugolini, presidente della asd Podistica Soletum “Dopo 12 anni si torna a correre per le strade di Soleto con la “IV Soleto in corsa … tra arte e cultura”. Tanta è l’emozione di riproporre un evento animato dai valori dello sport e della solidarietà. Non vediamo l’ora di vivere insieme un momento di sana competizione e di farvi riscoprire gli scorci più autentici del nostro borgo. Su un tracciato alternativo e accessibile a tutti si svolgerà la I Camminata della solidarietà il cui ricavato sarà interamente devoluto al progetto Bimbulanza. Per iscriversi alla camminata sarà sufficiente compilare il modulo d’iscrizione scaricabile dalla nostra pagina Facebook Podistica Soletum.”

“Lo sport è vita e sa dar valore alla vita quando si riveste di solidarietà, quando diventa opportunità, inclusione, sfida con sé stessi e per gli altri. Lo sport fa crescere e rende famiglia – sono le parole con cui Don Gianni Mattia commenta l’iniziativa - La corsa nelle sue diverse sfumature è sempre corsa verso un traguardo. Quello che vogliamo tagliare in questa occasione è il traguardo della vita e della speranza. Quella speranza che con i viaggi della Bimbulanza si vuole restituire a tutti quei bambini e bambine che la corsa per la vita la conoscono bene e sono atleti di coraggio dal cuore puro. Tutto il ricavato sarà donato per fare sì che nessuno debba interrompere la propria corsa e con essa la vita disegni magnifici paesaggi sul futuro.”

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L’Asd Podistica Soletum, affiliata alla FIDAL e registrata al CONI, nasce nel 2006, per volontà di un gruppo di amici, uniti dalla passione per la corsa.  La finalità dell’associazione è quella di promuovere la diffusione dello sport connesso all’atletica leggera nel territorio, attraverso qualsiasi forma di attività ricreativa, agonistica e non, creando le condizioni affinché i più giovani si avvicinino al mondo della corsa.  Massima espressione delle finalità è l’organizzazione della “Soleto in Corsa” giunta alla IV^ edizione e la partecipazione alle competizioni podistiche sulle distanze dai 5 ai 100km, sia in Italia che all’estero dei propri tesserati, triplicati nel corso degli anni.

L’Associazione Cuore e mani aperte OdV è stata fondata nel 2001 e da allora opera con spirito di carità cristiana in tutte le situazioni di bisogno, con particolare riferimento alle esigenze di natura socio-sanitaria. Negli ultimi anni ha sviluppato una significativa attenzione verso l’umanizzazione delle cure e degli spazi ospedalieri; in tale ambito si inseriscono numerose iniziative e donazioni, tra le quali la Bimbulanza e le umanizzazioni pittoriche della Risonanza del Polo Oncologico di Lecce “Giovanni Paolo II” di Lecce, della Sala Prelievi del P.O. “V. Fazzi” e del Day Service Pediatrico di Diabetologia e Endocrinologia del P.O. “F. Ferrari” di Casarano.

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Per info consultare:

  • il sito www.cuoreemaniaperte.it
  • la Pagina Facebook Associazione Cuore e mani OdV

 

Riferimenti:

Luigino Ugolini, presidente Associazione Sportiva Dilettantistica Podistica Soletum: 349 344 3031.

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 01/12/2020 @ 19:19:15, in Le Confraternite di Noha, linkato 1042 volte)

P. Francesco D’Acquarica s’è consumato gli occhi per decifrare le grafie cangianti e a tratti indecifrabili dei verbali della storica confraternita della Madonna delle Grazie di Noha. E in questa sesta parte, e nelle prossime, ce ne fa dono “ad maiorem Dei et Nohae gloriam”.

Noha.it

 

I verbali della confraternita

dal 1924 al 1970

 

Oggi a Noha non esiste più alcuna Confraternita. Di quella della Madonna delle Grazie rimane però un segno storico di grande importanza: è il cappellone nel camposanto che, dirimpetto alla chiesa cimiteriale, ospita confratelli e consorelle defunti.

Le Confraternite sono state il punto di riferimento materiale e spirituale per molti nohani. Se nel 1850 nella nostra cittadina erano attive ben tre Confraternite significa che più o meno tutto il paese ne era coinvolto.

E’ vero che i tempi sono cambiati, ma forse anche lo spirito cristiano è venuto meno. Le speranze sono tante, e io credo che i problemi si siano addirittura aggravati per via dei modelli di vita lontani dall’etica cristiana.

Purtroppo oggi sembrano farla da padrone il potere oppressivo, il capitalismo disumano, lo sfruttamento dei lavoratori, gli egoismi personali e collettivi con spinte irrazionali all’autoaffermazione costi quel che costi, e quindi arrivismi, spesso prevaricazioni, talvolta sopraffazioni e comportamenti malavitosi. Sembra che l’unico intento sia quello di conseguire profitti sempre e comunque, successi materialistici ed effimeri, soddisfazioni edonistiche, anche a costo di venire a patti con la coscienza e la dignità della persona.

 

L’ultimo articolo dello Statuto proclama:

Art.50 - Speriamo che queste regole siano sufficienti, con l'aiuto divino, non solo a stabilire questa confraternita, ma a farla progredire ed aumentare sempre più per la maggior gloria di Dio e della B. V. delle Grazie, e pel vantaggio spirituale e temporale di tutti gli ascritti. Così sia.

Lasciamo perdere la prima parte di questo articolo dove si augura che “queste regole siano sufficienti non solo a stabilire questa confraternita ma a farla progredire sempre più”. Però nelle associazioni e nei gruppi parrocchiali di oggi  un po’ più di spirito cristiano non guasterebbe.

Nel registro dei verbali negli anni 1924/1925 troviamo 49 Confratelli iscritti, e anche 35 Consorelle. Le iscrizioni proseguirono fino al 1956 raggiungendo gli oltre cento associati tra confratelli e consorelle.

La votazione delle cariche all’interno della Confraternita a scrutinio segreto avveniva (come già detto sopra) attraverso il sistema della fava e del pisello. La fava indicava parere positivo, il pisello parere negativo.

Leggendo i verbali si ha l’impressione che la preoccupazione principale era quella di avere un fondo cassa, che si alimentava grazie alle quote di iscrizione dei soci e anche dalle  multe inflitte agli assenti ingiustificati: il tutto per pagare le spese ordinarie, le spese per il funerale  e del posto tomba di ogni confratello e consorella.

Esistono due registri delle entrate ed uscite:

Uno per le entrate ed uscite ordinarie che va dal 1938 fino al 1956.

L’altro per le entrate e le uscite per la costruzione nel cimitero del cappellone per le sepolture dei Confratelli e Consorelle che va dal 1947 al 1956.

Dalla lettura dei registri della contabilità si può notare che la spesa ordinaria principale era quella del contributo mensile al Padre Spirituale per la celebrazione delle Messe di suffragio per Confratelli e Consorelle defunti, e lo “stipendio” al sagrestano.

Le entrate maggiori provenivano dall’affitto delle sedie disponibili per chi veniva in chiesa (non esistevano ancora i banchi per tutti), e gli introiti per il contributo di ogni Confratello o Consorella iscritto, oltre alle offerte di qualche benefattore che di solito era il Sig. Pietro Congedo, detto “l’Ursula” (padre della buonanima di don Severino Congedo).

NB. “Don” Pietro Congedo soprannominato “l’Ursula” era nato a Galatina il 01/01/1893 ma residente a Noha dove morì il 09/05/1970. Persona benestante, dall’animo buono e generoso, aveva fatto scrivere a mano, a suo spese, la copia dell’Inno a San Michele per ogni strumento musicale della banda musicale di Noha. Questi spartiti erano  conservati da un certo “Pipìu” che era il factotum dell’Ursula. 

In un verbale del 1936 per esempio si annota l’invito ai confratelli a mandare una lettera di ringraziamento al benefattore Congedo Pietro per aver donato un apparato completo di candelieri di bronzo dorato, tutti si associano ed accettano ancora di nominare confratello onorario il sig. Pietro Congedo.

Nel secondo registro sono annotate con molta meticolosità le uscite inerenti la costruzione della cappella cimiteriale, tipo i pagamenti all’impresa costruttrice, con i dettagli dello scavo (ricordo che il cappellone ha anche una cripta), il progetto e la direzione dei lavori da parte dell’ingegnere, le opere in muratura e l’acquisto del materiale edile, come mattoni, calce e cemento.

Nella voce delle entrate sono registrati i prestiti che alcuni soci liberamente anticipavano alla Confraternita: questi prestiti venivano poi restituiti, con l’interesse del 4% annuo,  non appena il fondo cassa presentava la capienza sufficiente.

Della formazione spirituale dei confratelli bisogna dire che, dato il livello di scolarizzazione del tempo, non è che si tenessero convegni di teologia dogmatica o di ecclesiologia, tanto è vero che nei registri si parla di un “pensierino religioso” da parte del Padre Spirituale: ma a volte il senso più profondo di una fede è l’amore verso Dio e verso il prossimo (e questo è forse il concetto spirituale più semplice ma al contempo il più complesso da insegnare e soprattutto praticare).

La Cappella delle tombe della Confraternita fu costruita in tre momenti diversi. La prima fase va da fine 1947 a tutto il 1953, per scavo e costruzione seminterrato e primo piano: l’impresa designata era quella di “Mesciu” Vito D’Acquarica. La seconda fase parte nel 1954 e termina nel 1957 ed è relativa al sopraelevamento del primo piano. Il terzo momento inizia il 1957, con ancora il sopraelevamento del primo piano, ma con un’altra Ditta: quella di D’Acquarica “Antonio”, figlio di Vito. In realtà il figlio di Vito si chiamava Donato (ecco perché ho usato le virgolette), ma in dialetto era chiamato anche Uccio, abbreviazione di Donatuccio, diminutivo di Donato. Da qui l’equivoco di scrivere nei verbali Antonio per Donato.

Il primo ad essere sepolto in questa cappella fu Giuseppe Cisotta morto il 25 giugno 1949.

Nelle prossime puntate pubblicheremo i verbali conservati in un registro tutto scritto a mano. Credo siano di grande interesse storico per il curioso, lo studioso, il ricercatore, e chiunque abbia la carica di cittadino di Noha.

 

[continua]

P. Francesco D’Acquarica

 
Di Dante De Ronzi (del 07/05/2019 @ 19:17:20, in Comunicato Stampa, linkato 1329 volte)

Vi ricordate quanto fece discutere qualche anno fa l'iniziativa del nostro amato concittadino vescovo di Oria Mons. Vincenzo Pisanello per aver donato un gran numero di tablet alle sue parrocchie ?

Credo invece che il vescovo Pisanello sia una persona illuminata e lungimirante, che intenda realmente operare per il bene della comunità e sopperire ad un enorme vuoto istituzionale.

Ha capito come pochi che  il crimine, la violenza, i reati, corrono veloci; si consumano, si diffondono, si emulano con gli strumenti e le tecniche  dell'era digitale.

Ha capito anche che le istituzioni  invece sono inefficienti, inefficaci perché operano  con modalità di risposta lente, antiquate, imbrigliate nella burocrazia.

Un esempio per tutti gli agghiaccianti video del caso Manduria.

Da una parte il branco tutti connessi in un rituale di esaltazione mostruoso dall'altra le grida disperate e inascoltate: Polizia, Carabinieri !   Polizia Carabinieri !

Questo episodio mi ha riportato alla mente una scena terrificante alla quale ho assistito qualche tempo fa.

Nella bucolica campagna salentina giocavano giulive un branco di oche.

Ad un certo punto hanno cominciato a litigare e quando una di loro a caso ha iniziato a sanguinare, come fosse giunto un segnale ancestrale, è stata immediatamente massacrata e uccisa da tutte le altre messe insieme,nessuna esclusa.

E’ l'istinto primordiale mi si dirà.

Sì è vero, ma l'uomo si è plasmato in millenni di civiltà in una cultura indirizzata all’amore e alla tolleranza ed ha raggiunto il suo punto più alto proprio nella difesa dei più deboli.

Certo che ci sono la polizia e i carabinieri, ma sono lenti non sono connessi.

Certo che ci sono i servizi sociali, magari anche aggiornati e sensibili ma sono lenti.

Certo che ci sono le istituzioni e le brave persone ma non sono connesse ed arrivano sempre a tempo scaduto.

Che mondo strano!

Sindaco Lei è il massimo rappresentante delle istituzioni locali e la ritengo persona intelligente e sensibile,  circondata tra l’altro da ragazzi svegli, esperti in uso simultaneo di diversi dispositivi (multitasking) e sempre interconnessi.

Si faccia promotore di una rivoluzione culturale che adegui e aggiorni i tempi di risposta delle istituzioni alle minacce dei nostri giorni.

Non ci vuole uno stratega militare per comprendere che ad una veloce azione ostile si risponde efficacemente solo con una altrettanto rapida azione di contrasto.

Ammoderni in primis il corpo della polizia locale valorizzandolo e istruendolo all’uso appropriato delle nuove tecnologie.

Il problema di chi non sapeva o non voleva neanche accendere un computer è superato perché lo smartphone lo usano tutti.

Chieda  collaborazione alle migliaia e migliaia di cittadini onesti portatori sani di orecchie ed occhi digitali.

Non occorrono risorse finanziarie  ma solo tanta buona volontà.

Con una semplice applicazione potreste disporre di un potentissimo mezzo di vigilanza e controllo a beneficio della sicurezza dei cittadini e della salvaguardia e tutela dei beni pubblici.

Coinvolga le opposizioni e l’intera comunità.

Non voltiamoci dall'altra parte, non organizziamo manifestazione postume, ricordiamoci per tempo che ognuno di noi potrebbe trovarsi nella condizione dell'oca sanguinante.

Dante De Ronzi

 
Di Redazione (del 11/09/2017 @ 19:15:38, in Comunicato Stampa, linkato 1057 volte)

Si terrà nella sala consiliare di Palazzo Orsini , alle ore 18.00 di martedì 12 settembre, la presentazione al primo cittadino della squadra di volley OLIMPIA S.B.V. GALATINA che prenderà parte al prossimo campionato nazionale di serie B.

Profondamente rinnovata rispetto alla formazione che nella passata stagione ha conseguito la permanenza nella stessa serie, la squadra vede confermati solo quattro giocatori, Buracci, Calò, Pierri e Guarini .Il roster si completa poi con l’innesto di cinque elementi provenienti da fuori regione, Corsetti, Iaccarino, Serafino, Maracchia , Muccione e quattro atleti del settore giovanile Apollonio, Rossetti, Persichino e Petrosino.

Al timone di comando resta l’allenatore Giovanni Stomeo, coadiuvato dal secondo Antonio Bray in veste anche di scoutman .

Sarà un incontro aperto a tutta la cittadinanza per conoscere dettagli e programmi della nuova avventura ,nonchè gli atleti che saranno gli attori principali di questo secondo campionato di serie B.

Parteciperanno assieme al sindaco Marcello Amante, l’assessore allo sport con delega alle politiche giovanili, Maria Giaccari, il presidente della società Luigi Santoro e lo staff dirigenziale che saranno chiamati ad illustrare all’amministrazione la stagione agonistica 2017-2018 e gli obiettivi societari futuri.

Il debutto per L’OLIMPIA S.B.V. nella prima giornata è in terra campana ,a Marigliano, il 14 di ottobre, mentre l’esordio casalingo al PalaPanico è fissato per domenica 22 ottobre contro l’Orthogea Ostuni , in uno dei tanti caldi derby pugliesi che caratterizzeranno questo girone.

Piero de Lorentis

AREA COMUNICAZIONE

OLIMPIA S.B.V. GALATINA

 

L'Ambito Territoriale Sociale di Galatina, comprendente i Comuni di Galatina, Aradeo, Cutrofiano, Neviano, Soleto e Sogliano Cavour, ha istituito "La Giornata dell'ATS di Galatina”.

La Manifestazione, prevista per il 06/03/2022, è la prima edizione.

“L'obiettivo è quello di far conoscere meglio e nel dettaglio i molteplici Servizi sociali e sociosanitari erogati dall'Ente, attuatore di un welfare sociale moderno ed efficace, a dimensione partecipata e comunitaria, che assume, quale asse strategico di sviluppo, l’apporto di tutti gli “attori sociali” del territorio”. – Spiega il Presidente del Coordinamento Istituzionale dell’ATS di Galatina dr. Antonio PALUMBO.

L’Ambito Territoriale Sociale di Galatina, nel solco delle Legge 328/00, della Legge Regionale 19/06 e relativo reg. 4/2007, in collaborazione con l’Azienda per i Servizi alla Persona “Istituto Immacolata” di Galatina, la ASL – Distretto Socio Sanitario di Galatina, le OO.SS, il Terzo settore e cittadini tutti, ha strutturato un Sistema di governance unitaria del welfare locale.

La Manifestazione evidenzierà l’articolazione di una rete di Servizi Essenziali (LIVEAS) che l’ATS di Galatina offre al cittadino/utente sin dalla sua costituzione, così come richiesto dalla Legge 8 novembre 2000, n. 328 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali" – Coordinamento istituzionale, Ufficio di Piano, Segretariato Sociale Professionale P.U.A., Servizio Immigrazione P.U.A., Servizio Sociale Professionale e tutti i Servizi Integrati di Ambito.

Sarà anche occasione per sottolineare i traguardi raggiunti in questi anni parlando anche dell'impegno degli operatori del Terzo settore che da anni collaborano con l’ATS e dell'impegno dell'Ambito in favore di Giovani e Donne, attraverso l'istituzione di nuovi Servizi, quali gli Sportelli SPIOL (Sportelli Polifunzionali di Informazione Orientamento e Accompagnamento al Lavoro), e la costituzione del Centro Antiviolenza “Malala” di natura Pubblica a gestione Pubblica, unico esempio a livello regionale. Tra le innovazioni attuate a livello territoriale dall’ATS ricordiamo il Programma P.I.P.P.I. (Programma di Intervento per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione), il Centro Risorse per la Famiglia e il Pronto Intervento Sociale.

La Giornata si articolerà in due momenti, con un convegno mattutino dal titolo “Disabilità e giovani con minori opportunità: la chance del Servizio Civile Universale” c/o ex Convento S. Chiara a Galatina e con un una Serata Evento dal titolo “Black and White” c/o il Teatro Cavallino Bianco di Galatina.

Prenotazioni su: https://www.boxofficediy.com/tc-events/esibizione-coro-integrato-mani-bianche-teatro-cavallino-bianco/

Ufficio Stampa
Sindaco Marcello Amante

 
Di Redazione (del 24/03/2021 @ 19:12:38, in Comunicato Stampa, linkato 623 volte)

Avere coraggio non può essere un fatto d’onore o di dignità. Bisogna decidere: combattere tutti i mulini a vento è più saggio che prendere per mano l’amore della propria vita e dare sguardi rassicuranti ai figli che ami e vuoi che vivano in pace?E se invece, ti caricassi nel cuore il rischio di perdere la tua vita per cercare, in un inferno meno buono del tuo, di salvare chi resta dal contagio di una follia immorale, sterile, suicida, per niente ironica, per niente simpatica e improvvisa?

Una follia meditata, forse, non si può vincere, va solo curata con l’anima”.

Queste parole, scritte da Pierantonio Colazzo a Kabul nel 2008, sono la linea guida che anima il premio letterario indetto dal Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS)presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e dedicato al nostro concittadino caduto in Afghanistan il 26 febbraio 2010.

 Il Premio “Pietro Antonio Colazzo, un nostro eroe” vuole rendere omaggio ad un professionista della Comunità intelligence nazionale che ha compiuto l’estremo sacrificio operando a servizio del Paese.

Alla fierezza di averlo come nostro concittadino uniamo la tristezza della perdita di un uomo raro ed un professionista esemplare.

Di seguito il link per le informazioni sul premio:

https://www.sicurezzanazionale.gov.it/sisr.nsf/archivio-notizie/premio-pietro-antonio-colazzo-un-nostro-eroe.html

Ufficio stampa Marcello Amante
sindaco di Galatina

 

È stata presentata, a Palazzo Orsini, nella Sala del Sindaco, la manifestazione “Galatina… come eravamo”, alla presenza del Primo cittadino, il Dott. Fabio Vergine, degli organizzatori e della stampa.

Rispetto alle scorse edizioni, quest’anno la rassegna storico - culturale si svolgerà in due giorni, l’8 e 9 ottobre, durante i quali Galatina rivivrà gli anni ‘30, ‘40, ‘50, trasformandosi in un vero e proprio set cinematografico. Infatti, oltre all’ambientazione del centro storico, vi sarà la presenza di comparse che indosseranno abiti d’epoca, oltre alle auto storiche che sfileranno tra le strade del centro antico, in una vera e propria immersione nel passato.

Il Sindaco di Galatina, Fabio Vergine, commenta così la manifestazione: “Questo è un appuntamento che ha importanti margini di crescita. Ritengo che possiamo definirlo una sorta di turismo esperienziale, in quanto i visitatori verranno coinvolti attivamente in una serie di attività che riguarderanno gli anni ‘30, ‘40, ‘50.
Inoltre, la presenza di tutte le insegne che riporteranno Galatina indietro nel tempo farà da cornice alle diverse attività.
Per la prima volta, il percorso storico nel centro di Galatina sarà accompagnato da una degustazione di prodotti enogastronomici, anch’essi appartenenti agli anni che avremo il piacere di rivivere.

Tutte queste componenti rendono questa manifestazione un appuntamento dal fortissimo appeal regionale e non solo”.

L’evento beneficia del patrocinio del Comune di Galatina e dell’importante contributo della filiera imprenditoriale cittadina. Un coinvolgimento attivo all’interno del processo di partecipazione e di rilancio della Città di Galatina.

Ufficio Stampa
Fabio Vergine Sindaco di Galatina
 

 
Di Antonio Mellone (del 18/09/2023 @ 19:11:27, in Fetta di Mellone, linkato 684 volte)

Finalmente dopo la tempesta di annunci, video, post, dubbi esistenziali, qualche excusatio non petita e un’infinità di comunicati ufficiali, arrivò la quiete. È bastato un brain storming prefettizio per trovare il bandolo della matassa, svelare la soluzione al giallo, individuare il colpevole di quegl’impercettibili problemi di accesso al parterre del concertone dei Negramaro 20 Years Old: genetliaco celebrato all’aeroporto militare di Galatina a botte di 50/70 euro a cranio, bevande e parcheggio esclusi. A spiattellare l’arcano il nostro sindaco (membro del suddetto trust di cervelli), il quale, petto in fuori e pancia in dentro, con “orgoglio ed emozione” - come quando riceve tutto in ghingheri il ministro della guerra Crosetto (“Un uomo in grado di scaldare i cuori” [sic]) - con un epico ma viepiù lirico post sulla sua pagina ufficiale, rimanendo serio dichiara: “Il 31 agosto si è tenuta [sic] presso la Prefettura di Lecce un tavolo con l’obiettivo di fare finalmente chiarezza su cosa non abbia funzionato […]. Oggi abbiamo un’analisi di ciò che è accaduto e una ricostruzione degli accadimenti […]”. In parole povere e in estrema sintesi: “Un dato fra tutti: solo 300 macchine erano presenti alle 18.30 su oltre 9000 stalli disponibili. Questo ha portato un grande afflusso di auto verso i parcheggi in un lasso di tempo troppo breve. […]”. Per chi non conoscesse l’aramaico moderno codesti profondi pensierini tradotti in italiano suonano più o meno così: la colpa è tutta di quegli “ospiti” a pagamento che non si sono svegliati prima, e a migliaia hanno intasato le strade e le carrare di accesso all’aeroporto all’ultimo minuto, gridando poi allo scandalo. Fossero partiti il giorno avanti, oppure la mattina presto alla solita ora della raccolta del tabacco in quegli stessi campi, o al più subito dopo pranzo, sacrificando per una volta nella loro vita la siesta pomeridiana, tutto ‘sto casino non sarebbe successo, e noi altri probiviri ci saremmo risparmiati intasamenti, recriminazioni, commenti disperati sui social, la figura di deiezione planetaria associata a “Galatina mia”, nonché il ritardo di un’oretta all’inizio del concerto Meraviglioso. E mo’ con tanto di class action chiedono indietro i soldi dei biglietti e probabilmente pure il risarcimento dei danni, ‘sti marrani che non sono altro, digiuni dei più elementari principi del darwinismo sociale. Invece è dettaglio di secondaria importanza, senz’altro un’inezia, il fatto che se tutti i 25 mila “aspettatori” si fossero presentati ai cancelli alle 18.30 si sarebbe corso il rischio di dover rinviare lo spettacolo della band salentina dal ventennale al trentennale.

Qualche giorno dopo, passato lo santo (cioè Sangiorgi: ché i gabbati sono altri), il nostro primo cittadino, sciogliendo inni e canti al santissimo e divinissimo assembramento, pubblica sul suo profilo fb una foto di piazza San Pietro sovraffollata grazie alle ronde della Notte della Taranta, immagine irrobustita dall’immancabile slogan motivazionale: “La città è sempre più viva”. Non so voi, ma io mi sento già meglio - e meno male che il ridicolo non ha mai ammazzato nessuno, se no a Galatina saremmo un giorno sì e l’altro pure con la bandiera a mezz’asta per lutto cittadino.

Non paghi della precedente toppa a colori leggermente peggiore del buco e per dire quanto le profezie di Orwell sembrino scadenti imitazioni della realtà, il 24 agosto scorso giunge bel bella delibera unanime di giunta d’incarico a un avvocato per un’“espletanda attività sostanziantesi nella preliminare valutazione di sussistenza degli estremi per la presentazione di denuncia-querela e, accertati i presupposti, nella predisposizione e deposito presso la Procura della Repubblica di Lecce, del predetto atto” [mo’ ditemi voi se il titolare di codesta prosa da ipossia nel povero lettore non meriterebbe i domiciliari, o quanto meno l’immediata iscrizione nel registro degli indagati, ndr.]. In pratica l’occhiuta sorveglianza avvocatesca sarà tutta volta a esaminare articoli, messaggi, commenti, attributi, epiteti, locuzioni, lemmi, virgole e punti esclamativi “propalati a mezzo internet”, per spezzare le reni ai tiratori scelti di fango, vale a dire chiunque osi parlare in termini men che lusinghieri del concerto, della comunicazione del locale Istituto Luce (meglio noto come Istituto Corso Porta Luce), e di tutto l’ambaradan negramarognolo. Eh sì signora mia: dobbiamo tutelare l’immagine della città con un bel po’ di querele: ché noi siamo buoni e cari, ma quando ci toccano l’immagine di “Galatina mia” apriti cielo. E mi raccomando, nessuna scriminante per la satira, nonostante a suo tempo fossimo tutti Charlie Hebdo.

Tra l’altro 800 euro di stanziamento in bilancio per il  nobile proposito della censura mi sembrano un affarone: e dove altro riusciresti a portare a casa, chessò io, 100 denunce a 8 euro cadauna? Ma fossero pure 10 a 80 euro, sarebbero già saldi di fine stagione, prezzi da stock, 3X2, e fuori tutto. A meno che non si decida di applicare il principio “Unum castigabis, centum emendabis” (colpirne uno per educarne cento), e chissà che quell’Unum non venga scelto magari con estrazione a sorte, ovvero tramite vaglio di titoli ed esami. E vuoi vedere che il fortunato vincitore (non chiamatela eterogenesi dei fini) sarà proprio chi si mette a vergare certi comunicati istituzionali, a volte indugiando sul proprio ombelico e di tanto in tanto minacciando processi per lesa maestà. O forse lessa maestà.

Antonio Mellone   

 
Di Redazione (del 11/10/2019 @ 19:10:14, in Comunicato Stampa, linkato 872 volte)

Collemeto, frazione di Galatina (LE) dopo anni di attese e promesse puntualmente disattese, avrà finalmente un Postamat.
A darne notizia, rivendicando la paternità di questa conquista, sono il deputato del M5s Leonardo Donno e il Senatore Dino Mininno, entrambi galatinesi. "Nei giorni scorsi - spiegano- abbiamo intrattenuto una fruttuosa interlocuzione con i vertici di Poste Italiane e abbiamo avuto la certezza che nei primi mesi del 2020 il Postamat sarà installato presso l'ufficio postale della frazione galatinese.

Siamo veramente soddisfatti per aver ottenuto un risultato importante - continuano i parlamentari pentastellati- e di aver dato una risposta concreta ai cittadini collemetesi che da anni lamentano questa mancanza.

Una grande vittoria per la frazione Galatinese che conta circa 2mila abitanti, costretti a percorrere diversi km per poter semplicemente prelevare al bancomat più vicino. Una mancanza intollerabile.
I dirigenti ci hanno quindi assicurato che il taglio del nastro avverrà entro i primi mesi del 2020.
Contestualmente ai lavori di installazione, saranno anche avviati i lavori per il rifacimento della rampa d'accesso per disabili, e per questo nei prossimi giorni Poste Italiane contatterà l'amministrazione comunale per avviare l'iter burocratico.
Sono le "piccole" cose a fare la differenza -concludono Donno e Mininno- La vera politica è quella al servizio del cittadino. E queste, per noi, sono le soddisfazioni più belle".

M5S

 

Prosegue il lavoro dell’Amministrazione Comunale guidata da Fabio Vergine per ridurre i disagi legati ai passaggi a livello.

Nei giorni scorsi, i membri del governo cittadino hanno accolto a Palazzo Orsini l’Assessorato Regionale ai Trasporti e Mobilità sostenibili Dott.ssa Anita Maurodinoia, l’Amministratore Delegato di Ferrovie del Sud Est e Servizi automobilistici srl, ing. Giorgio Botti, l’ing. Michele Mancini della Regione Puglia e l’ing. Giampaolo Tosti di FSE.

Durante il colloquio è stato fatto il punto sui passaggi a livello cittadini e sulle possibili soluzioni da adottare per trovare la risoluzione di un tema che sta causando numerosi disagi alla cittadinanza.

Inoltre, assieme all’Assessore all’Urbanistica Ing. Guglielmo Stasi ed ai Tecnici dell’Amministrazione Comunale, Ing. Verona ed Arch. Miglietta, sono stati effettuati diversi sopralluoghi per comprendere fattivamente la reale situazione della vicenda.

Ritenevamo prioritario far visionare di persona le problematiche e vagliare le ipotesi progettuali per delineare le soluzioni definitive al problema dei passaggi a livello nel più breve tempo possibile”, afferma l’Assessore ai Lavori Pubblici Carmine Perrone, il quale ha accolto la “massima attenzione dell’Assessore Maurodinoia verso le problematiche causate dalla presenza dei passaggi a livello”.

L’Assessore Maurodinoia - conclude Perrone - ha garantito che seguirà personalmente l’elaborazione progettuale al fine di poter attingere ai prossimi bandi di finanziamento in corso di pubblicazione”.

Anche il Sindaco di Galatina Fabio Vergine, che segue da vicino l’evolversi della situazione è fiducioso: “Siamo assolutamente certi di essere arrivati ad un punto di svolta per la nostra Città che da tempo richiede un intervento concreto per risolvere questo annoso problema”.

Fabio Vergine Sindaco

Ufficio Stampa

 
Di Redazione (del 02/07/2018 @ 19:07:54, in Comunicato Stampa, linkato 1436 volte)

L’ospedale “Santa Caterina Novella” non avrà più Ortopedia, Cardiologia, Geriatria e Chirurgia che mantiene solo quattro posti letto eppure il sindaco di Galatina, Marcello Amante, sprizza gioia da tutti i pori e pensa che il Punto nascita, i quattro posti letto di Terapia intensiva (a supporto del punto nascita), il mantenimento del reparto di Malattie infettive siano una garanzia per il futuro dell’ospedale. È l’ennesima prova di una mancanza di visione e di lungimiranza che, ancora una volta, danneggiano la nostra città.

Da candidato sindaco avevo promesso che mi sarei battuto per l’ospedale di Galatina e avevo fatto elaborare da esperti della sanità un modello organizzativo che avrebbe garantito l’equilibrio economico del “Santa Caterina Novella” e quindi la possibilità di avere un futuro nella rete ospedaliera salentina. Oggi quel modello è stato applicato a Copertino che ha, perciò, frecce nel suo arco per avere ruolo nell’assistenza sanitaria ospedaliera. Se il Punto nascita non raggiungerà i mille parti l’anno sarà destinato alla chiusura e, se accadrà, all’ospedale di Galatina non rimarrà nulla. La riflessione nasce dalla constatazione che le nascite sono in calo netto, non solo a Galatina. Nel 2017 Galatina ha registrato meno di 700 nascite e non è scontato che le future mamme si indirizzeranno al “Santa Caterina Novella” perché le donne seguono il loro medico.

Caro presidente Emiliano, mi rivolgo direttamente a lei che è anche assessore alla Sanità e ha sempre dichiarato di non essere sordo alle esigenze dei territori. Galatina ha un ospedale su cui sono stati investiti tanti soldi pubblici e una struttura architettonica ancora moderna. È stato un ospedale molto importante impoverito da scelte politiche, e mi riferisco anche al passato, che lo hanno portato ad avere molti, troppi, spazi inutilizzati. Mi pare sia uno spreco di risorse pubbliche e un torto a un’ampia fascia del territorio che si ritroverà ad avere un’assistenza ospedaliera carente di reparti importanti.

Le chiedo, presidente Emiliano, di voler riconsiderare la situazione dell’ospedale di Galatina valutando l’opportunità di destinare l’ala De Maria, ad esempio, a PPA (Presidio Territoriale Post Acuzie) profilo assistenziale introdotto con il nuovo regolamento sui Presidi territoriali di assistenza.

Al momento sono stati previsti solo 3 PPA: uno in provincia di Taranto a Grottaglie e 2 in provincia di Bari a Triggiano e Canosa perché la loro attivazione comporta investimenti che non sono stati contemplati per tutti i territori e quindi il Salento è penalizzato nella possibilità di avere un livello intermedio di assistenza orientata verso la deospedalizzazione del trattamento post acuzie, ossia di tutti quei casi che non necessitano di ricovero, ma hanno bisogno di assistenza qualificata. A questo si dovrebbe aggiungere la Riabilitazione che presenta forti carenze in termini di posti che non possono essere colmate solo con i 24 posti letto assegnati a Copertino e, ritengo, sarebbe utile anche un reparto di lungodegenza. Sottolineo, poi, che il Dm 70 prevede per gli ospedali di base la presenza di Medicina  interna,  Chirurgia   generale,   Ortopedia, Anestesia e servizi di supporto in rete di  guardia  attiva  e/o  in regime di pronta disponibilità sulle 24 ore di Radiologia, Laboratorio, Emoteca. Devono essere  dotati,  inoltre,  di  letti  di "Osservazione Breve Intensiva".

Mi auguro che il sindaco Amante colga l’importanza di una battaglia condotta in questa direzione e agisca di conseguenza ricordando qual è il valore della fascia di primo cittadino che non deve essere spesa solo per le inaugurazione e le parate.

Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis

Giampiero De Pascalis

 
Di Redazione (del 01/04/2019 @ 19:07:19, in Comunicato Stampa, linkato 827 volte)

Il Consiglio comunale di venerdì ha confermato l’aumento della TARI di circa il 5% per le utenze domestiche.

Una brutta sorpresa per tutti i cittadini che, nonostante i sacrifici e l’attenzione sulla raccolta differenziata, non vedranno alcun risparmio in bolletta, anzi dovranno pagare di più.

Oltre a questo danno però c’è anche la beffa di una società come Monteco che, da quanto è emerso , ha assunto un parente diretto di un consigliere comunale di maggioranza con contratto a tempo indeterminato full time a pochi giorni da un possibile cambio di gestione del servizio.

Di fronte alla nostra interrogazione che riguardava questa assunzione, il Sindaco si è nascosto dietro la società sostenendo di non poter entrare nel merito delle scelte del privato ed affermando tra l’altro di aver saputo dopo, e quindi ammettendolo, che è stato assunto un parente di un suo consigliere comunale.

Le cose sono due: o il Sindaco non conosce cosa gli succede intorno e ciò lo renderebbe inidoneo a ricoprire la carica di primo cittadino oppure pensa che i galatinesi abbiano l’anello al naso e siano degli stupidi, compresi quelli che lo hanno votato.

L’unica certezza per i cittadini è che con l’aumento della TARI dovranno pagare di più e dovranno differenziare sempre meglio e con maggiore attenzione, pena multe salatissime.

Inoltre, con i pensionamenti che ci saranno e con i posti che libereranno fra i dipendenti , tra i disoccupati chi aspira ad un posto di lavoro, alla luce di tutto ciò,  dovrà augurarsi di essere parente o amico stretto di qualche membro dell’Amministrazione. In alternativa dovrà essere “un campione del mondo di spazzamento” come il cugino del consigliere comunale, che sicuramente avrà ottenuto un contratto full time a tempo indeterminato(mentre molti operatori aspettano da anni la regolarizzazione del proprio contratto part time) proprio per le sue qualità. 

Tutti questi problemi sono stati evidenziati in un Consiglio in cui il solo Sindaco si è affannato ancora una volta a cercare di giustificare l’ingiustificabile mentre era assente l’Assessore all’ambiente Cristina Dettù,  sempre in prima fila quando si tratta di farsi notare e prendersi i meriti quando le cose vanno bene e spesso assente quando è chiamata a spiegare i contorni di queste vicende dannose per la città.

Ci troviamo purtroppo davanti ad un quadro desolante caratterizzato da familiarismi, clientele, e scelte dannose per la città a testimonianza di come questa Amministrazione, spacciatasi per diversa, abbia portato con se il peggio della politica con la pericolosa aggiunta dell’ipocrisia e dell’arroganza.

Peppino Spoti

Consigliere comunale – Partito Socialista

 

 
Di Redazione (del 07/05/2019 @ 19:05:48, in Comunicato Stampa, linkato 818 volte)

Informazioni travisate e manipolate dai contenuti falsi, tendenziose, allusive e spesso al limite della diffamazione, in un contesto ingannevole,accompagnate da una pseudo satira di amichetti di cordata manipolata a piacimento per nuocere al comune “nemico” dichiarato.

In questo si può racchiudere l’attività politica di quella parte dell’opposizione che ancora non ha “digerito” la sonora sconfitta alle ultime comunali per una clamorosa (a loro dire) bocciatura dai galatinesi.

Una frenetica attività mediatica sterile e senza alcun costrutto che ha prodotto solo fango sulla città nell’ossessione di attaccare, a prescindere, l’Amministrazione Amante colpevole di “lesa maestà” verso chi già si sentiva al potere.

I galatinesi hanno compreso bene e molti di loro hanno saputo distinguere tra le proposte in campo. Non vi volevano alla guida della città,fatevene una ragione e provate a capirne i motivi.

Da ultima la surreale polemica su “un ipotetico compenso” mai esistito per la comunicazione nell’organizzare gli eventi del Natale 2018. Eppure sarebbe bastato leggere il rendiconto richiesto e ricevuto dagli uffici e magari approfondendo,ma questo presuppone una qualche volontà di illustrare la verità che, evidentemente, non c’è.

Sconcertante la tesi usata: “partite di giro”spiegandone gli ipotetici meccanismi con la meticolosità di chi è ben preparato in materia, per aver forse studiato il sistema.

Seguendo il ragionamento abbiamo compreso metodi e usanze di quella vecchia prima repubblica che gli italiani hanno provato a rottamare con tutta la sua partitocrazia “malata” e che la storia voleva destinata all’oblio.

DENUNCIASSE  AGLI ORGANI PREPOSTI perché è UN PRECISO DOVERE, da consigliere comunale prima che cittadino. Se quel che afferma fosse vero si ipotizzerebbe una “falsa fatturazione” che nel nostro ordinamento è reato, ancor più se parliamo di pubblica amministrazione.

Ma non può farlo, perché è solo sterile polemica di basso livello che nella migliore delle ipotesi racconta solo fesserie su delle falsità clamorose.

Per chiarezza ed informazione:

  • la “Lab Communication” è la società che ha curato l’evento del 20/12/2018 per le strade di Noha e Collemeto, donando gioia e clima natalizio ai tanti ragazzi delle nostre frazioni con la grande parata di mascotte e personaggi Disney, circa 25, accompagnata da una street band Christmas. Tale società ha ricevuto uguale compenso dell’anno precedente quando si è svolto a Galatina e l’evento fu organizzato e pagato da un’azienda privata (Gallerie Tartaro).

https://www.facebook.com/loredana.tundo.9/videos/vb.1196319188/10215661210542079/?type=3

https://www.facebook.com/loredana.tundo.9/videos/vb.1196319188/10215661160940839/?type=3

https://www.facebook.com/cinzia.quarta.7/videos/10215971726680158/?q=disney%20collemeto&epa=SEARCH_BOX

Di preciso allora di cosa sparla il consigliere comunale PSI ?

Vito Albano Tundo

capogruppo Galatina in movimento

 

Il Museo civico “Pietro Cavoti” di Galatina in occasione del bicentenario della nascita di Pietro Cavoti (28.12.1819) celebra la figura e le opere del suo illustre cittadino con una pubblicazione ed una mostra. Si tratta di un evento molto importante per la Città di Galatina, madre di celebri artisti le cui opere sono conservate nei suoi luoghi di cultura. “E' necessario partire dalla conoscenza della propria storia e, quindi, anche dei propri artisti per apprezzare il patrimonio culturale di Galatina – è quanto afferma il Sindaco Marcello Amante - attuare una strategia in grado di arricchire l'identità artistica della Città capace di stringere relazioni proficue con altre enti regionali e nazionali”. E per l’occasione l’Assessore Dettù afferma che “è come aprire un cassetto chiuso da anni e scoprire un tesoro dimenticato: è la sensazione che si prova nel sentire parlare di Pietro Cavoti mentre si osservano le sue opere tra colori, forme e immagini quasi perfette”.

I taccuini di Pietro Cavoti sono i protagonisti dell’omonima mostra, a cura di Salvatore Luperto e Anna Panareo e del cahier Pietro Cavoti: i taccuini, le pagine di cronaca del tempo di Antonio Giuseppe Lupo, quest’ultimo dà il via ad una collana di “quaderni” del Polo Bibliomuseale di Galatina che metteranno in luce le eccellenze artistiche e culturali del Museo civico.

Venerdì 13 dicembre, ore 18.00, nel Museo Cavoti di Galatina, il sindaco Marcello Amante, l’assessore alla Cultura Cristina Dettù, il Direttore del polo biblio-museale di Lecce Luigi De Luca e l’Amministratore di Libermedia, gestore del Polo biblio-museale di Galatina, Monica Albano, con il loro saluto introdurranno l’iniziativa culturale e gli interventi di Salvatore Luperto, Antonio Lupo, Regina Poso, e Anna Panareo sull’eclettico intellettuale-artista Pietro Cavoti.

I taccuini di viaggio, ricchi di appunti, schizzi, acquerelli, sono una riserva misteriosa e sconfinata di “ricchezze” culturali. Un “Pozzo di San Patrizio” da cui attingere dati e informazioni che riguardano personaggi illustri e molteplici contenuti storico-culturali del territorio salentino e nazionale. Veri antesignani del libro d’artista, piccole agende d’artista pertinenti alla definizione dei noti libri d’artista del secondo Novecento, formulata da Germano Celant: “…del libro mantengono forma e struttura, ma che nella sovranità delle intenzioni dell’artista sono opera d’arte”.

Ufficio Stampa - Marcello Amante

 
Di Redazione (del 24/04/2019 @ 19:04:10, in Comunicato Stampa, linkato 786 volte)

L’immobile di via Piemonte è la rappresentazione plastica dell’inconcludenza dell’amministrazione Amante. Si tratta di un’immobile di proprietà comunale, nella disponibilità della Provincia di Lecce che lo aveva adibito a sede dell’istituto Laporta. Dopo il trasferimento della scuola in via Don Tonino Bello, l’immobile di via Piemonte è rimasto inutilizzato, privo di qualsiasi manutenzione e con un degrado ben visibile.

Nel giorno di Pasqua, dopo la segnalazione di un cittadino che lamentava la presenza di tossicodipendenti all’interno dell’immobile in questione e lo stato di degrado del luogo, ho provveduto a constatare che l’accesso allo stesso non era inibito in quanto i cancelli non erano chiusi. Tenuto conto che all’interno insiste un pozzo aperto e che c’era il rischio concreto che qualcuno potesse caderci dentro, ho provveduto ad allertare le forze dell’ordine e la polizia municipale che è prontamente intervenuta apponendo i lucchetti ai due cancelli che immettono nella proprietà.   

Ho preparato un’interrogazione urgente per conoscere quali misure sono state decise dall’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Galatina e o se il sindaco Marcello Amante ha messo un’ordinanza per la messa in sicurezza dei luoghi. La mia preoccupazione prima è stata ed è per la pubblica incolumità, ma mi chiedo come sia possibile che un immobile in quello stato non sia stato oggetto di alcuna attenzione da parte del Comune.

La situazione del patrimonio immobiliare è stata aggiornata recentemente con una ricognizione al 31 dicembre 2017 ed è riportato anche l’edificio di via Piemonte che risulta in disuso. È sorprendente che il sindaco Amante non abbia considerata l’eventualità di rientrare in possesso del bene per inserirlo nel Piano delle Alienazioni evitando di vendere Palazzi di pregio artistico.

 

Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis

Giampiero De Pascalis

 

La metropolitana di superficie e l’elettrificazione delle Ferrovie Sud–Est, sono all’ordine del giorno  del confronto tra le forze politiche della nostra provincia.

Il Coordinamento cittadino dei Circoli del Partito Democratico, rilegge, nelle iniziative che si sviluppano e per le soluzioni che si propongono, un libro già scritto. Tornano alla mente, anche se lontani nel tempo, altri momenti storici, allorquando, Galatina dovette subire isolamento ed emarginazione, venne proditoriamente espropriata d’importanti servizi  statali, quelli finanziari e giudiziari per citarne due.

Tutto questo ha isolato Galatina dal contesto provinciale, a vantaggio di altri comuni. Non si vuole fare dell’inutile campanilismo, ma, nel ricordare quanto accaduto, si presti attenzione affinché non si ripeta.

La destra salentina (MRS, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega), sulla metropolitana di superficie e sull’elettrificazione della rete ferroviaria, ha puntato tutte le attenzioni al versante Adriatico, dimenticando quello Jonico. La manifestazione promossa alcune domeniche fa, con il viaggio su carrozze Sud–Est, da Lecce a Gagliano del Capo, con l’attraversamento dei comuni di Maglie, Poggiardo, Miggiano, Alessano e Tricase, non ha interessato nessuno del versante Jonico: Galatina, Galatone, Nardò, Alezio, Gallipoli, Taviano, Casarano, Ugento, Taurisano e Acquarica-Presicce.

Bene hanno fatto alcuni sindaci, di recente anche quello di Copertino, a denunciare questa mancanza, ricordando che anche quello Jonico rappresenta un territorio  fortemente frequentato da turisti di ogni parte d’Italia, dell’Europa e del Mondo. Anche quest’area del Salento è ricca di bellezze naturalistiche (Parco naturale “Isola Sant’Andrea” di Gallipoli, Palude del Capitano, Pineta di Portoselvaggio a Nardò, Area Marina Protetta di Porto Cesareo), itinerari balneari (Torre Vado, Pescoluse, le Maldive, Torre Pali, Lido Marini, Punta Pizzo, le Marine di Nardò, i lidi di Porto Cesareo), strutture architettoniche di grande valore, i Castelli, le Chiese (la nostra Santa Caterina d’Alessandria, Patrimonio dell’Umanità) e le particolarità urbanistiche e strutturali dei Centri Antichi.

Tra le voci che si sono levate contro questo tentativo di emarginazione di una parte importante del Salento, dobbiamo segnalare l’assenza preoccupante di quelle del Sindaco di Galatina, Marcello Amante, e dei suoi collaboratori, sempre pronti a fare solenni annunci, a convocare convegni per promuovere il turismo e il commercio, ma assenti quanto c’è da operare concretamente.

Il Partito Democratico, nel denunciare quanto sta avvenendo, vigilerà, affinché anche in questa occasione,  la nostra Città non venga sacrificata e umiliata.          

 

PARTITO DEMOCRATICO

COORDINAMENTO

CIRCOLI DI GALATINA

 
Di Redazione (del 23/10/2017 @ 19:01:53, in Comunicato Stampa, linkato 1486 volte)

“GALATINA NON MERITA UNA POLITICA DI INTRALLAZZI". Questo il titolo, bellissimo, di un manifesto di qualche mese fa apparso durante la campagna elettorale; era il manifesto del Polo Civico per Marcello Amante Sindaco.
Non vogliamo sempre criticare a prescindere, ma quando i cittadini vengono presi in giro, allora è bene informare e lasciare a loro le considerazioni.
Su questo manifesto ne avevano per tutti: Socialisti, Destra, Sinistra, per il Partito Democratico.
Si sono presentati come il cambiamento,come il nuovo che avanza, approfittando della voglia dei cittadini galatinesi di voltare pagina una volta per tutte, stanchi delle chiacchiere e della solita politica.
Poi però è arrivato il ballottaggio e con quello la grande voglia di vincere, infischiandosene degli ideali e cercando sostegno da chiunque (pur di vincere appunto).
Anche con noi ci hanno provato, ma abbiamo lasciato libera scelta ai cittadini, ai nostri elettori, perché gli ideali, quelli veri, non si svendono: vincere sì, ma non a tutti i costi!
Quando è stata resa nota la giunta, è apparso lampante l'accordo con il Partito Democratico.
Pur di vincere, quindi, patto di ferro con chi questa città l'ha violentata, umiliata; con quello stesso partito che ha fatto danni ovunque, che ha rovinato l'Italia!
Apriamo una piccola parentesi sul Partito Democratico: È STATO CONCESSO (non sappiamo da chi) IL PALAZZO DELLA CULTURA (di tutti) PER MANIFESTAZIONI POLITICHE DI POCHI!!
(Vedi evento 22 Ottobre del PD).
La deliberazione di giunta numero 21/2017 riporta infatti testuali parole: “...prevedendo inoltre la disponibilità ad ospitare eventi culturali organizzati dall’ Ente o da altre associazioni o da altri soggetti pubblici/privati patrocinati dal Comune di Galatina”.
Ora, a meno che il PD non abbia avuto il patrocinio del Comune di Galatina(ovviamente impossibile) attendiamo chiarimenti.
Ritornando al polo civico: oggi abbiamo avuto l'ennesima dimostrazione del palese accordo con il PD locale. Un consigliere di maggioranza del gruppo “Andare Oltre”, condividendo su Facebook il post del neo segretario cittadino del PD, scrive testualmente:
“ Credo che #galatina abbia bisogno di un #pd autorevole e capace di dialogare, seppur nel rispetto dei ruoli, con l'#amministrazione in carica; sono certo che non mancheranno momenti di #confronto, magari accesi ma costruttivi. #inboccaallupo a Andrea Coccioli e agli amici che sono nella segreteria cittadina. #buonlavoro #aloro e #anoi”.
Quindi Galatina avrebbe ancora bisogno del PD??
Dichiarazioni che alimentano molti dubbi...tutto questo buonismo, questa accondiscendenza, ci lascia basiti. D'altronde è innegabile il feeling soprattutto del PARTITO “Andare Oltre" con il PD, con Emiliano, le cui gesta sono sotto gli occhi di tutti.
Dobbiamo constatare ,a questo punto, che non c’è nessun cambiamento; è la solita politica fatta di interessi, di poltrone, di ambiguità, di poca trasparenza…
Gli ideali sono stati messi da parte per vincere a tutti i costi le elezioni comunali...ora, si avvicinano le politiche…
In campagna elettorale hanno più volte ricordato dai palchi di avere le mani libere, di non avere condizionamenti da Bari o da Roma...beh a noi non sembra affatto!
Facciamo un appello agli altri consiglieri di maggioranza: possibile che accettiate senza battere ciglio questo palese schieramento con il Partito Democratico??
Siete succubi di questa “onda" che di cristallino ha poco o niente? Anche voi accettate silenziosamente di essere servi del progetto del PD locale e nazionale e di AndareOltre con il suo capo Pippi Mellone??
Uno scatto d'orgoglio, una presa di posizione, se è vero che siete “civici", dimostratelo prendendo le distanze da questi atteggiamenti, fate sentire la vostra voce e date risposte agli elettori che vi hanno dato fiducia!
Vi ricordiamo che “Andare Oltre” ha espressamente dichiarato che loro “NON SONO E NON SARANNO MAI UNA LISTA CIVICA"...quindi qualcosa, anzi, più di qualcosa non torna...
Noi siamo sempre quelli, sempre dalla parte dei cittadini, i nostri principi e le nostre idee non li svendiamo per una poltrona.
La COERENZA non dev’essere barattata con la CONVENIENZA!
Lasciamo a voi cittadini le considerazioni, ma come al solito, abbiamo il dovere di informarvi.

#RevolutionGalatina #Movimento5StelleGalatina

 

Apprendo dalla stampa che le nascite all’ospedale di Galatina sono ai minimi termini. Non mi sorprende: l’ho detto sin da subito che l’idea del polo materno-infantile era una vera sciocchezza. Gli unici ospedali che hanno un numero di nascite adeguato agli standard previsti dall’accordo sancito nella Conferenza Stato-Regioni del 2010 sono quello del Fazzi con 1.493 nuovi nati e il Panico di Tricase che sino a settembre ne contava 836. A Gallipoli sono nati 432 bebè, a Scorrano 404, a Copertino 271 da gennaio a giugno. A Galatina sino a ottobre scorso sono nati 588 bambini e in due mesi certo non ci sarà un numero di nascite tale da portare il punto nascita vicino ai mille parti l’anno, soglia sotto la quale si rischia la chiusura.

Dopo i fuochi di artificio sparati a luglio, agosto e settembre i parti sono crollati a 32 nel mese di ottobre. Nei mesi estivi c’è stato un aumento importante delle nascite per effetto della chiusura del punto nascita di Copertino, ma sin da subito si era capito che Galatina ha raccolto solo una parte delle nascite, il resto è andato al Fazzi. Eppure quel momento di gloria ha fatto gridare al miracolo gli esponenti dell’attuale maggioranza complici del disastro consumato nell’ospedale cittadino. La triste realtà che il sindaco Amante e la sua amministrazione ci hanno consegnato è quella di un ospedale con scarse prospettive. Se l’ospedale non manterrà i mille parti l’anno rischia di perdere anche il punto nascita e in più non ha prospettive per il futuro visto che la sua chiusura è decisa, con l’aggravante che è sprovvisto anche dei reparti che il Dm 70 contempla per le strutture ospedaliere classificate di base.

Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis

Giampiero De Pascalis

 
Di Redazione (del 05/04/2017 @ 19:00:00, in Comunicato Stampa, linkato 1795 volte)

Ringrazio sentitamente il segretario del Pd di Galatina, Antonio De Matteis, che con un lungo proclama ha dato ai cittadini di Galatina la possibilità di capire perché l’ospedale “Santa Caterina Novella” sarà chiuso e nel frattempo ridotto a poca cosa. Il segretario del Pd locale non si è accorto che dal 2005 la Regione è governata, senza interruzioni, dal centrosinistra ed essendogli sfuggita questa circostanza attribuisce a Raffaele Fitto la responsabilità della triste fine a cui il centrosinistra ha destinato il nostro ospedale. Evidentemente non essendosi accorto che il suo partito era al governo della Regione non ha mosso un dito per evitare la catastrofe. Ma non è l’unica cosa di cui non si accorge e su altre che mi riguardano fa confusione. Mi chiede, De Matteis, dov’ero sia nelle vesti di semplice cittadino, che in quelle di candidato alla Regione Puglia nelle liste di Forza Italia.

A De Matteis comunico che la mia avventura politica è durata 20 giorni, nel 2010, con la candidatura al Consiglio regionale in una lista civica e non con Forza Italia come ritiene il segretario Pd. Ecco dov’ero da semplice cittadino, avevo deciso di mettermi in gioco e dare il mio contributo alla collettività: allora come ora sono mosso dallo stesso sentimento. Apprendo poi, sempre dal segretario del Pd, che il suo partito si è mosso per salvare l’ospedale di Galatina riportando nel presidio ben due reparti. Se così stanno le cose, ci vuole spiegare il Pd per quale motivo oggi, con il nuovo Piano di riordino, si è comportato in maniera diametralmente opposta, con un silenzio assordante di importanti esponenti del partito che hanno ricoperto incarichi istituzionali e hanno un ruolo rilevante nello scenario del partito a livello regionale? Non crederà il signor De Matteis che noi cittadini ci beviamo la storiella della difesa dell’ospedale da parte dell’amministrazione Montagna che presentò un ricorso senza dare mai concretamente impulso all’azione giudiziaria.

Non sono il sindaco di Galatina, ma uno dei candidati eppure i vertici di Regione e Asl mi hanno ascoltato quando ho chiesto, motivando, che sulla messa in atto del Piano di riordino ospedaliero si attendesse l’insediamento della nuova amministrazione, qualunque essa sia.  Poteva benissimo fare il segretario De Matteis, ma l’ho fatto io interpretando non la rabbia dei cittadini (il Pd ha soffocato anche quella), ma la rassegnazione di questa città sinora utilizzata dal centrosinistra solo come serbatoio di voti, sempre più esigui a dire il vero.

Ora, mi aspetto dal segretario del Pd un proclama altrettanto circostanziato per spiegare a noi cittadini come ha fatto la sua amministrazione  a cumulare 12 milioni di debiti, come ha fatto a far portare la Tari a un rialzo di oltre il 25 per cento, come ha fatto il suo sindaco Montagna a farsi commissariare da presidente dell’Aro 5 per inerzia, come ha fatto ad accettare che a Noha il Centro Polivalente fosse utilizzato per scopi politici e di svago del suo partito. Spieghi questo, il signor De Matteis piuttosto che cercare di cancellare i 12 anni di governo della Regione: lui guarda indietro, noi guardiamo avanti.

Giampiero De Pascalis

Candidato sindaco di “Obiettivo 2022”

(Lista De Pascalis, Direzione Italia, Forza Italia, L’Agorà, La Città, Psi, Udc)

 

È giunta al secondo appuntamento la rassegna letteraria “Dammi una L. Libri, linguaggio e libertà” fortemente voluta dall’assessorato alla Cultura del Comune di Galatina.

Si terrà domenica 15 aprile alle 17:30, presso la splendida cornice del Museo Cavoti di Galatina, l’incontro con Antonella Tamiano, autrice del libro Come Frammenti di Stelle, che dialogherà con Antonietta Martignano, Presidente Archeoclub Terra d’Arneo, con il sindaco Marcello Amante e con l’assessore alla Cultura Cristina Dettù.

Al centro del dibattito ci sarà, appunto, il libro che racconta otto storie al femminile tutte ambientate nel Salento, storie che narrano le vicende di donne che combattono contro la solitudine, la malattia, la dipendenza dal gioco. Vicende contemporanee che insegnano ad affrontare, apprezzare e migliorare la propria vita, dopo averla riscattata.

“La scelta di ascoltare queste storie nel Museo Cavoti non è casuale – afferma l’assessore Dettù - si è voluto, con questa, ma anche con altre iniziative svolte in passato, da una parte, contribuire a rilanciare e ridare vita a una struttura meravigliosa e ricca di cultura, degna di essere conosciuta da ogni galatinese e da ogni cittadino salentino e, dall’altra parte, valorizzarlo con la lettura di storie vere di donne che hanno combattuto per la loro vita”.

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 25/03/2022 @ 18:57:38, in Comunicato Stampa, linkato 651 volte)

L’amministrazione comunale del sindaco Marcello Amante, sfruttando le risorse della Legge di Bilancio, mette a disposizione 125 mila euro per interventi con la finalità della manutenzione straordinaria delle strade comunali, dei marciapiedi e dell’arredo urbano.

Il contributo, assegnato al nostro comune, con il vincolo del 20 luglio 2022 come data entro la quale dare inizio all’esecuzione dei lavori, verrà messo a disposizione per degli interventi su delle strade urbane dell’abitato facenti parte di percorsi ad alta intensità di traffico (vie Mezio, Trieste e Turati), o di zone ad alta intensità abitativa (vie Pantelleria, Modena e Ticino). Inoltre, è previsto un intervento di fornitura e posa in opera di arredi urbani nel centro storico e in particolare sul percorso principale che unisce Piazza San Pietro con Piazzetta Orsini (via Vitt. Emanuele II, via Umberto I), e Piazzetta Galluccio, ad integrazione degli arredi esistenti, al fine di migliorare l’aspetto urbano e ottimizzare la valorizzazione del centro antico.

“L’intervento per la manutenzione straordinaria delle nostre strade – afferma il sindaco Marcello Amante – rappresenta un ulteriore passo verso il cittadino. Abbiamo scelto delle zone ad alta percorribilità, delle zone ad alta abitabilità, e il nostro centro storico che rimane il salotto della nostra casa, e che come tale deve saper accogliere e rendere comodo il soggiorno a noi e ai nostri ospiti”.

“Agli interventi appena stanziati per la manutenzione straordinaria - continua l’assessore ai Lavori Pubblici Loredana Tundo – si aggiungono quelli partiti questa mattina, ovvero per il rifacimento della segnaletica orizzontale. Tutti interventi per rendere la nostra città maggiormente sicura tanto per i pedoni quando per gli automobilisti.

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Albino Campa (del 03/03/2011 @ 18:56:27, in TeleNoha , linkato 2875 volte)

Eccovi il video-cortometraggio di DANIELE PIGNATELLI - Studio fotografico Pignatelli - Noha - che ha rappresentato la Puglia per la Pampero Fundacion.
Il film è scritto da Daniele Pignatelli ed Azzurra De Razza. E' girato, diretto e montato dal nostro concittadino (in questo periodo impegnato a Roma alle riprese in diretta di un importante programma televisivo).
Le immagini del video Pampero sono state raccolte in tutta la Puglia, dal Gargano al Salento. Anche Noha non poteva mancare all'appello. 

A voi rintracciarne le immagini e gli attori.

Che ve ne pare?

Buona visione.

 
Di Antonio Mellone (del 28/11/2016 @ 18:56:15, in Recensione libro, linkato 2283 volte)

Non è la prima volta che Gianluca Virgilio mi fa dono di uno dei suoi libri.

Ecco. Quando succede sospendo quasi automaticamente la lettura dell’altro che ho per le mani per buttarmi a capo fitto e con gran diletto in quella del suo testo. La “parentesi virgiliana” di solito non dura più di un paio di giorni, al massimo tre, tanto scorrevolissimo e vorace, come sempre, è quel che egli scrive.

Stavolta la strenna è il suo “Quel che posso dire”, ancora caldo delle rotative di Edit Santoro di Galatina (settembre 2016); mentre l’Altro che avevo per le mani - e che ha dovuto attendere il suo turno - era un classico della Naomi Klein, “No logo” (Bur, Milano, 2015), insieme al centesimo volume di Andrea Camilleri, “L’altro capo del filo” (Sellerio, Palermo, 2016). Sì, in genere me ne porto avanti un paio per volta, quando non di più.

Questo bel libro del prof. Virgilio, dello stesso formato degli altri suoi e, combinazione, dei romanzi che Camilleri pubblica con Sellerio, non è un romanzo, come l’autore ci ha tenuto a puntualizzare, ma una raccolta di disiecta membra, brani d’esistenza, punti di vista, racconti di vita vissuta, edite e inedite riflessioni di un osservatore, pensieri sfregati perlopiù su pagine di rubriche tenute sul quindicinale salentino per antonomasia: “il Galatino”.

Non una trama, dunque, visto che nemmeno la vita ne ha una, ma una serie incommensurabile di orditi, schizzi, flash, colpi di scalpello che, tuttavia, all’occhio più attento non sono mai stocasticamente indipendenti uno dall’altro, dome direbbero gli statistici, ma legati in qualche modo da un fil rouge, una visione d’insieme, direi pure una concezione politica dell’esistenza.

Non solo nella prima parte del libro (“Scritti cittadini”), nella quale il Virgilio analizza la microsociologia della sua città, ma anche nelle restanti cinque (“Passeggiate con Ornella”, “Scritti scolastici”, “Prose”, “Racconti” e “Incontri”) affiora potente l’urgenza di una Politica (finalmente con la maiuscola) volta al bene comune, al rispetto dell’altro, alla formazione culturale di un popolo, alla realizzazione dei principi costituzionali negletti da troppa dimestichezza con la sbadataggine locale, e ultimamente minacciati anche da una riforma centrale pensata male e scritta  peggio.

Mentre leggevo i brani di questo libro, non so perché, nella mia mente si andava delineando, dapprima sfocata e poi sempre più nitida, la figura di chi potesse assumere il ruolo di prossimo venturo sindaco di Galatina. E il profilo che in tal senso pagina dopo pagina si stagliava con connotati sempre più netti era proprio quello del prof. Gianluca Virgilio (erede, oltretutto, di Zeffirino Rizzelli nella direzione e nell’organizzazione dell’Università Popolare di Galatina).

Galatina in effetti ha bisogno di una persona, che dico, di una classe dirigente virtuosa. E Gianluca Virgilio, per spessore e impegno culturale, padronanza morfo-sintattica nell’eloquio e nella scrittura, onestà intellettuale, capacità di ascolto e di comunicazione, e dunque visione strategica della Polis, potrebbe rappresentare un punto di riferimento importante, un’insegna, anzi un insegnante per il nuovo gruppo dirigente. Abbiamo bisogno di qualcuno a palazzo Orsini che finalmente, come Virgilio, faccia “l’elogio degli alberi” (pag. 31), che comprenda che qui è pieno di “decine di case monofamiliari chiuse e abbandonate, e con tanto di cartello VENDESI” (pag. 41), che si convinca dunque che un buon sindaco non si misura da quanto asfalto mette a terra o da quanto cemento farà colare, che il vero cittadino non può vivere “del poco, e di molta televisione, e si nutre di fiction” (pag. 20) ma di cultura e partecipazione, che “rottamazione è parola magica del consumismo” (pag. 43), che “la Buona Scuola ha dato il colpo di grazia alla libertà di insegnamento” (pag. 59), che non bisogna “prestare orecchio alle sirene del mercato” (pag. 61), che “la classe dirigente degli ultimi anni ha perseguito l’affossamento della scuola e la distruzione delle biblioteche scolastiche per dare i soldi alla scuola privata oppure favorendo l’ingresso nella scuola pubblica di privati sempre più rapaci” (pag. 76), che i giornali stanno diventando sempre più inutili, pieni zeppi, come sono, di pubblicità e di “commenti e opinioni tutti dalla parte del vincitore di turno, salvo dirne male quando per lui è giunta l’ora del tramonto” (pag. 95) - ogni riferimento agli orrori di stampa locale e nazionale è puramente causale.  

*    

Ho già passato questo bel libro a mio papà Giovanni. Mio padre ha 93 anni, è contadino, va ogni giorno in campagna, vive di poco, ha la terza elementare, non ha dunque una libreria come quella (pag. 113) del prof. Giuseppe Virgilio (compianto papà di Gianluca), ma quando è libero legge, legge tutti i libri che gli passo.

Conosce Gianluca molto bene perché è il suo vicino di campagna. Tra i nostri due contigui appezzamenti di terreno non c’è muro di cinta, non siepe, non soluzione di continuità. Sicché Gianluca e mio padre, il professore e il contadino, si vedono spesso, si scambiano consulenze, derrate agricole, e qualche volta anche i ruoli.

Ho sempre pensato che quelle di mio padre fossero braccia strappate alla cultura.

Antonio Mellone  

Articolo apparso su “il Galatino” – quindicinale salentino di informazione – Anno XLIX – n. 19 - 25 novembre 2016    

 

Dopo l'inaugurazione dello scorso novembre, "Il Cavallino Bianco" di Galatina torna ad alzare il sipario su una nuova rassegna teatrale di carattere aprendo le prevendite a partire da domani, martedì 22 febbraio.  
Lo storico e prestigioso teatro, infatti, tornato agibile dopo numerosi interventi di ristrutturazione, è ormai una realtà perfettamente reinserita nel tessuto sociale e culturale e torna, quindi, a grande richiesta con una nuova programmazione anche quest'anno diretta da Pietro Valenti,  promossa dal Comune di Galatina e messa in scena dall’associazione OTSE (Associazione Theatrikès Salento Ellàda).

Contemporanea e al tempo stesso fuori dalle logiche del tempo, la rassegna si divide tra il teatro per adulti e quello per ragazzi unendo generi e temi diversi tra monologhi, classici e riletture. Ai più giovani è dedicato "La domenica non si va a scuola", cinque spettacoli domenicali in cui si intersecano storia e scienza, teatro e danza.

La rassegna centrale prende il via ufficialmente mercoledì 16 marzo con il primo spettacolo, "Il dio bambino", testo e musiche di Giorgio Gaber e Sandro Luporini per la regia di Giorgio Gallone, interpretato dal noto attore Fabio Troiano. Il monologo approfondisce il percorso teatrale del Gaber degli anni '90, esempio emblematico di quel “teatro di evocazione” teorizzato e declinato in tutte le sue forme espressive.

A seguire, il 22 e 23 marzo va in scena "Otello Circus" di Antonio Viganò, un lavoro che attendiamo da tempo e che riporta in Puglia una Compagnia amata ed unica, con gli attori del Teatro la Ribalta-Kunst der Vielfalt, una versione dell'Otello ispirata all'opera musicale di Verdi e ambientata in un vecchio circo dove tutto sembra appassito e Otello è costretto a rappresentare la sua personale tragedia. Domenica 27 marzo, ore 20.45 fuori abbonamento, e il 28 marzo, ore 10 per il pubblico scolastico, è la volta di "Processo a Dio", dramma in due atti di Stefano Massimi per la regia di Raffaele Margiotta che rappresenta il silenzio di Dio dinanzi all'abisso dell'Olocausto e la ricerca di un colpevole da parte di un gruppo di sopravvissuti.

"La caduta di Troia dal libro II dell'Eneide" è il quarto appuntamento fissato per sabato 9 aprile. L'attesa interpretazione di Massimo Popolizio, tra gli attori più importanti del panorama nazionale, per una produzione della Compagnia Orsini incentrata sul tema dell'inganno, sarà accompagnata dalle musiche eseguite dal vivo da Stefano Saletti, Barbara Eramo e Pejman Tadayon. 

Elena Bucci e Marco Sgrosso si confrontano con uno dei maggiori scrittori della nostra epoca, David Grossman, in "Caduto fuori dal tempo", il prossimo martedì 26 aprile. I due artisti rileggono per il teatro una delle opere più toccanti dello scrittore israeliano nella quale narra della drammatica perdita di un figlio e del dolore di chi resta.

Parla di maternità, invece, lo spettacolo "In nome della madre" di Erri De Luca per la regia di Gianluca Barbadori, previsto per il 6 maggio: in scena la storia di Miriàm, una ragazza della Galilea che scopre di essere incinta dopo la visita di un angelo. 

Il 13 maggio, infine, la rassegna si chiude con "Museo Pasolini", di e con Ascanio Celestini, il quale si interroga su un ipotetico, possibile, auspicabile "Museo Pier Paolo Pasolini": attraverso le testimonianze di uno storico, uno psicanalista, uno scrittore, un lettore, un criminologo, un testimone che l’ha conosciuto, l’artista romano costruisce un ipotetico museo dedicato all'indimenticato artista.

Parallelamente, gli spettacoli per ragazzi: "Il codice del volo" (13 marzo), "Il mondo di Oz" (3 aprile), "Il fiore azzurro" (10 aprile), "Sapiens" (8 maggio) e "Diario di un brutto anatroccolo" (15 maggio).    

“In continuità con il progetto partecipato sviluppato nel 2021, la programmazione di questa primavera, fortemente voluta, sarà ricca di momenti di condivisione con il Sistema Scolastico cittadino, con le altre realtà che operano nel territorio e con i cittadini - spiega il Direttore artistico Pietro Valenti - Ringraziamo l’Amministrazione Comunale e gli Enti pubblici e privati che sostengono il nostro lavoro. La nuova rassegna del Cavallino Bianco fa parte del progetto MENO/RESTARE, che prevede due approfondimenti su Pier Paolo Pasolini e José Saramago nel centenario della loro nascita. Confidiamo anche quest’anno nella grande partecipazione del pubblico, adulti e ragazzi, per i quali abbiamo previsto anche incontri e laboratori all'interno della rassegna del TESSERE e del TRASMETTERE oltre all'allestimento dell'Odissea di Omero per il Teatro di Comunità".

"Dopo il grande successo del progetto di inaugurazione, il Cavallino Bianco continua a respirare l'arte del teatro. L'amministrazione comunale si è prefissata, sin dall'inizio, un preciso obiettivo, ovvero pensare ad un rinascita della città a partire dalla cultura - commenta il sindaco di Galatina, Marcello Amante -E l'attività del Cavallino Bianco contribuisce in questa strategia condivisa e fondamentale per la Città di Galatina. Nei mesi scorsi abbiamo imparato che il teatro è vita vera, partecipazione, ascolto e riflessione. Ed è quella la strada che anche in questa nuova stagione continuiamo a percorrere ponendo così le basi del futuro non solo del teatro ma della Città".

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Di seguito tutte le info su biglietti e abbonamenti:

È possibile acquistare abbonamenti e biglietti per i singoli spettacoli in prevendita online su www.diyticket.it o presso la biglietteria Teatro Cavallino Bianco Via G. Grassi nr. 13 a Galatina.

ABBONAMENTI:

Spettacoli serali:                                                                                  
Nr. ingressi 6 : intero € 90 / ridotto € 50

Spettacoli pomeridiani:                                                                            
Nr. ingressi 5: intero € 40 / ridotto € 24

Biglietteria aperta dal 22 febbraio al 4 marzo: dal lunedì al venerdì 16:30 - 19:30, sabato e domenica 10:00 - 13:00

BIGLIETTI:

Spettacoli serali:                                                                        
intero € 20 / ridotto € 10

Spettacoli pomeridiani:                                                                                        
intero € 10 / ridotto € 6

Biglietteria aperta dal 5 marzo: martedì e giovedì 16:30 – 19:30, sabato 10:00 - 13:00

Abbonamenti e biglietti ridotti per under 25, over 65, diversamente abili, persone non autosufficienti ed i loro accompagnatori.

INFO E PRENOTAZIONI

Tel. 3287391140

dal lunedì al venerdì 16:30 – 19:30, sabato 10:00 - 13:00

 

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Antonio Mellone (del 18/04/2021 @ 18:54:59, in NohaBlog, linkato 952 volte)

Cari partiti o movimenti o liste civiche, tanto sempre là stiamo, sembra che di questi tempi abbiate ritrovato una verve dialettica, una vis polemica (vabbè comica), quando non una vena poietica che non si vedevano dalle precedenti amministrative per l’elezione del Consiglio e del Sindaco (s’intende quello con la maiuscola) del nostro povero comune. Non passa settimana che non si legga in giro, tra un dato dei contagi e uno dei Recovery, qualche comunicato-stampa dei vostri. Ma cosa v’è preso? Guardate che le votazioni sono ancora ben lontane dall’esser celebrate, seppur ci venissero gentilmente concesse, e di questo passo vi arrivereste spompati.  

A scanso di equivoci vorrei premettere che noi di Noha.it siamo di bocca buona, così tanto che abbiamo accolto e continuiamo ad accogliere per la loro pubblicazione veline di cani e porci. Basterebbe farsi un giro nell’archivio relativo alla diciamo politica locale e nazionale per rinvenire scritti, video, interviste, dichiarazioni, lettere aperte (mai una volta chiuse) e comizi di personaggi pneumaticamente defunti (r.i.p.) che con sintassi, grammatica ma soprattutto logica avevano lo stesso feeling che Erode doveva avere con gli innocenti.

Ergo lungi da noi, per carità di patria, qualsiasi intento censorio o peggio ancora intimidatorio nei confronti di chicchessia, tipico di chi è in contenzioso personale con la democrazia più che con qualche voce stridula; ma abbiate pazienza e prendete pure queste righe come una preghiera, un appello, anzi come una consulenza spassionata gratis et amore Dei.

Non è nostra intenzione stilare qui di seguito un decalogo del perfetto comunicato stampa, ma vivaddio almeno l’essenziale, tipo: la buona creanza di cambiarne l’immagine a corredo se non proprio la forma dell’elaborato per ogni sito internet destinatario (o pensate siano encicliche, le vostre?); l’accortezza di non firmare in calce lo scritto se nel testo il firmatario viene intervistato in prima o in terza persona da se medesimo; ma soprattutto, ove possibile, attenzione a non tradire la Politica tre volte prima di sentir cantare il gallo due volte. Guardate, ci sono così tante cose belle da leggere, libri, poesie, articoli, vedere video e film, per cui sottrarre tempo prezioso con certi interventi è un vero e proprio delitto. E mi riferisco al tempo reciproco: vostro nel mettervi a tavolino a battere su quella tastiera (che non è un marciapiede) e nostro nel leggervi (che non può trasformarsi in reggervi). Ma tant’è. 

Sicché, solo per fare qualche esempio, abbiamo chi s’affanna a comunicare trionfante nuovi asfalti, subito dopo la decapitazione dei pini su di un viale sfigato, la predisposizione di hub per le inoculazioni, e una convenzione con Artis Puglia Sviluppo per quella accozzaglia di bitume e cemento friabile altrimenti detta Fiera di Galatina, la quale, udite udite, diventerà (diventerebbe) addirittura un’Academy di tante belle cose, ma soprattutto di economia circolare e pure green (nossignore, non l’abbatteranno come sarebbe d’uopo per ripristinare i luoghi ante colatam, però, vuoi mettere l’effetto che farà tinteggiandola di verde, identica tonalità delle casse comunali di cui l’Ente Fiera è sempre stato un’idrovora).

Abbiamo poi ben due circoli cittadini del Pd (Precoci Dinosauri) che si sono addirittura uniti (fusi proprio) per puntare all’unisono l’indice adunco dell’inquisitore sui “furbetti” dell’antidoto (anziché ringraziare di cuore codesti volontari, da un lato per aver dato retta al Figliuolo, e dall’altro per la loro magnanimità nel sottoporsi alla sperimentazione), arrivando perfino a riportarne delle tabelle pescate non dall’Unità, prematuramente scomparsa per eutanasia, ma addirittura dal Quotidiano dei Caltagirone. Non parliamo poi dell’altro memorabile comunicato sulle radici degli alberi che, benché rasi al suolo, continuano imperterriti a insidiare l’asfalto cittadino: se no di che Partito Deforestatore stiamo discettando. Taccio, infine, sul leggendario annuncio in merito al palo Tim: meglio non infierire oltremodo.

Quanto al Movimento Due Stelle e Mezza, abbiamo dal centro un portavoce (portavoce loro, mica nostro) che direttamente dalla commissione bilancio (o forse bilancia) della Camera c’informa che interi capitoli di spesa pubblica sono tutti a nostra disposizione manco fossero ristori (fessi noi se non ne approfittiamo); mentre in periferia ne abbiamo un altro che cerca disperatamente di dimostrare che “Puru li pulli tenanu ‘a tosse”. Grazie ma lo sapevamo già da un pezzo.  

Potevano mancare le articolesse da parte dei “compagni” di Italiachitavviva? Certo che no, altrimenti, dopo quello arabo, che nuovo rinascimento galatinese avremmo.

Velo pietoso sulla restante parte di sauditi ed esauriti.

Meno male che il ridicolo non è poi così patogeno, se no farebbe scoppiare le terapie intensive.

Antonio Mellone

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 19/10/2020 @ 18:52:47, in Le Confraternite di Noha, linkato 928 volte)

Inizia con questo primo appuntamento, la pubblicazione a puntate su Noha.it di un’interessante ricerca condotta dall’instancabile P. Francesco D’Acquarica. Il pallino di questo nostro illustre concittadino è ancora una volta la Storia di Noha. In particolare, spulciando l’archivio parrocchiale e consumandosi gli occhi su annosi verbali, P. Francesco è riuscito a rinvenire notizie sulle Confraternite di Noha: dati, date, informazioni, nomi e monumenti così lontani nel tempo ma così incredibilmente vicini a noi.

Noha.it

 

Premessa

Consultando gli archivi parrocchiali della chiesa di Noha mi sono imbattuto nella famosa relazione di don Michele Alessandrelli che fu arciprete dal 1842 al 1882 e mi ha colpito scoprire che dal 1600 al 1800 anche a Noha sono state vive non una bensì tre Confraternite.

Sarà poi don Paolo Tundo nel 1924, dunque molto prima di diventare parroco, a dare nuovo impulso alla superstite Confraternita della Madonna delle Grazie, che rischiava seriamente l’estinzione.

Ho voluto approfondire la ricerca, e così nascono questi scritti dove ho raccolto testimonianze credo interessanti sulle Confraternite e sulla religiosità del popolo di Noha, oggetto principale dei miei studi.

           

Capitolo primo

Confraternite o ‘congreghe’

Gli inizi delle Confraternite         

Confraternita, dal latino confraternitas, sacrumsodalitium, sacra sodalitas, (nel Regno di Napoli, e Noha apparteneva al Regno di Napoli,  per dire la stessa cosa si preferiva dire ‘Congrega’), indica una società di persone che si riuniscono per celebrare alcuni riti di religione e di pietà ma anche per svolgere impegni sociali.

Nei vari Statuti delle Confraternite ancora oggi esistenti in tante parrocchie, si preferisce questo tipo di definizione:

La Confraternita è un’associazione pubblica di fedeli che tende, a guisa di corpo organico, all’incremento di una vita più perfetta degli iscritti, alla promozione del culto pubblico della Chiesa, ed alle opere di carità e di apostolato, animando, mediante lo spirito cristiano, l’ordine sociale e temporale secondo le proprie legittime tradizioni.

Questo tipo di associazionismo era già noto nella chiesa primitiva, con lo scopo di favorire l’ascetismo cristiano per una vita più ordinata e più perfetta. Quindi fin dagli inizi del cristianesimo, la tendenza alle associazioni, innata nella coscienza dell’umanità, era spontanea, per cui in tanti si aggregavano nelle più svariate formule comunitarie. Sorsero così le innumerevoli Confraternite che promuovevano in ogni maniera, con la vita religiosa, le arti e i mestieri. In seguito, essendo sorte tante altre associazioni, diminuì il fervore nelle confraternite e poco sembrarono passare in secondo i vantaggi morali e il bene spirituale.

Le varie Confraternite d’Italia ebbero tutte più o meno impronta religiosa, ma chi le attirò nella Chiesa Cattolica e le pose sotto il patrocinio dell’Autorità Ecclesiastica furono il Terzo Ordine Francescano e anche il Terzo Ordine Carmelitano, sia per la vita cristiana intra-familiare e sia per la fondazione di opere  di beneficenza e di assistenza civile e sociale.

Nel secolo XIII, con la nascita del francescanesimo, ci fu un movimento terziario di persone di ogni condizione, sesso ed età che si associavano con uno scopo comune, con una regola comune e alla dipendenza di superiori eletti dagli stessi associati. Francesco d’Assisi intuì questo movimento e pensò, fondandolo sulla povertà e dunque contro i soprusi dei potenti, di dirigerlo al bene della Chiesa, portando così una nota di pace nel mondo lacerato dalle fazioni e dalle pretese baronali. Lo stesso Santo dettò la regola con poche e brevi pratiche religiose, che oltretutto sarebbero salutari anche in ambito civile e sociale.  L’associazione si diffuse rapidamente ed acquistò tale importanza da costringere i governanti ad occuparsene seriamente per contrastare in qualche modo, o comunque provare a “regolare” le invece giuste e sante aspirazioni dei popoli in contrasto la politica del tempo.

Nacque così il Terz’Ordine francescano, che, diffusosi sempre più, rese non pochi servizi anche all’industria e al commercio e fu seme fecondo di numerose Confraternite.         

Scrive uno storico anonimo: “Mercè quest’Ordine, ogni camera poteva divenire una cella, ogni famiglia un convento, ed ambì entrarvi così il principe che sotto il mantello reale portava il cilicio, come i tanti proletari cui nulla costava un voto”.

I vantaggi

I vantaggi del Terz’Ordine per la fusione delle varie classi furono tanto copiosi che un po’ dovunque gli uomini, riunendosi in associazione nei periodi più critici, furono di sostegno alla Chiesa Cattolica, tutelando l’ordine e la giustizia. Trovarono protezione anche tutte le altre Confraternite che, mantenendo sempre vivo il sentimento di equità e di carità fraterna all’ombra della Chiesa Cattolica, si moltiplicarono così tanto nel XV e nel XVI secolo che non si riusciva più a trovare città, paese, borgata senza la sua Confraternita.

Gli abusi

Certamente ci furono anche degli abusi. Un esempio, uno tra i tanti, può essere il racconto di una  processione di ‘Gesù morto’ di un venerdì santo, dalle ore ventuno alla mezzanotte, che Monsignor Adone Terzariol, Canonico Camerlengo nel 1939 a Roma, testimone oculare dell’evento che ora riporto, così descriveva:

Processione in cui non era fatto divieto ai portatori dei vari gruppi fermarsi per bere generoso vino, riposarsi, bagnare le corde vocali che si inaridivano per il gran gridare, piuttosto che cantare, in cui non era interdetto preparare dei trabocchetti affinché chi portava la croce a spalla, cadesse e si facesse male: in cui si vedevano due giovanotti od uomini tutti vestiti a nero, col capo e volto coperto che camminavano a piedi nudi, trascinando sul selciato una ferrea e lugubre catena; e a loro fianco due carabinieri, allo scopo di impedire che fossero gettati sotto i loro piedi, dei chiodi o pezzi di vetro; processione che in quell’anno anziché durare soltanto tre ore ne durò cinque unicamente per fare un dispetto a me, che avevo pregato i confratelli ad essere solleciti, perchè al mattino alle sei dovevo compiere in Roma la lunga funzione del Sabato Santo.

Le Confraternite più diffuse

Le Confraternite più diffuse furono quelle di Gesù Sacramentato, istituite in tutte le chiese parrocchiali e della Vergine SS. ma del Rosario, stabilitasi per lo più negli Oratori e nelle Cappelle dedicate alla Madonna.

Con queste sorsero e si affermarono un po’ dovunque le Confraternite dei protettori locali e di alcuni Santi venerati in tutta la Chiesa.

A Noha, benché non ci fossero sedi di Ordini Religiosi, almeno fino al 1850 c’erano tre Confraternite: quella del Santissimo Sacramento, quella del Santissimo Rosario e quella della Madonna delle Grazie.

Di questo parleremo nelle prossime puntate.

[continua]

P. Francesco D’Acquarica

 
Di Redazione (del 05/09/2017 @ 18:52:03, in Comunicato Stampa, linkato 1810 volte)

Un importante momento di festa, di ricordo e di storia per Galatina grazie a un compleanno speciale. Donna Vanna Caracciolo Vallone ha compiuto 105 anni. La contessa, moglie dell'onorevole Luigi Vallone, deputato all'Assemblea Costituente e alla Camera nella I Legislatura, più volte sindaco di Galatina e deceduto nel 1972, è nata a Napoli il 3 settembre 1912. Ha vissuto tutta la sua vita tra Galatina e Roma. Ha quattro figli: Loretta, moglie del principe Borghese, Iose, Antonello e Fabio. Ha cinque nipoti e otto pronipoti. Domenica scorsa si sono ritrovati tutti insieme per omaggiarla.

Moglie e madre sempre presente e rigorosa, ha vissuto coltivando con dedizione gli affetti familiari.

In ricordo di una figlia prematuramente scomparsa, la contessa e il marito hanno fondato la scuola materna "Maria Gloria Vallone" di Galatina, donando per la sua costruzione 5 milioni di lire. La prima pietra fu benedetta il 24 giugno 1965 dall'arcivescovo Gaetano Pollio.

Per l'occasione di questo affascinante anniversario, il primo cittadino di Galatina Marcello Amante incontrerà donna Vanna mercoledì 6 settembre alle ore 17:30 per portarle gli auguri di tutta la città.

 
Di Redazione (del 17/07/2018 @ 18:52:00, in Comunicato Stampa, linkato 1537 volte)

Cristina Dettù, assessore alla Cultura e all’Ambiente del nostro Comune, è entrata a far parte della Scuola ANCI per giovani amministratori, riservata a solo 40 in tutta Italia e che nasce con l’obiettivo di investire in un percorso di miglioramento delle competenze nella missione amministrativa.

Galatina, anche questa volta, c’è. Non poteva perdere questo importante momento di crescita, di formazione, di sviluppo. Tutto con un unico obiettivo finale: essere al servizio del cittadino.

La scuola è rivolta ad under 36, impiegati nella gestione della cosa pubblica di Città italiane ed è finalizzata a acquisire valori e strumenti idonei a governare al meglio. È volta anche a mettere a disposizione capacità ed esperienze di personalità con riconosciuta competenza al fine di fornire elementi di conoscenza funzionali al miglioramento della capacità del fare amministrazione, con un’impostazione espressamente mirata all’adesione, programmazione e attuazione di interventi di politica locale.

Il corso, che dura fino a marzo e prevede appuntamenti due volte al mese nella città di Roma, inizierà con una Summer School a fine luglio, eccezionalmente a Conversano. Il ricchissimo programma è composto da numerosi appuntamenti, incontri, dibattiti e relazioni dei sindaci dei Comuni di tutta Italia. Da segnalare la presenza del direttore generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Giovanni Vetritto che parlerà di Enti Locali alle prese con le riforme, del professore dell’Università di Venezia Stefano Campostrini che terrà una lezione di statistica sul territorio italiano, della professoressa di Istituzioni di Diritto Pubblico dell’Università di Bari Angela Barbanente, della professoressa Anna Maria Poggi e del direttore generale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani e Presidente della Fondazione per il libro, la musica e la cultura del Salone Internazionale del Libro di Torino, Massimo Bray.

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 15/03/2021 @ 18:50:11, in Comunicato Stampa, linkato 580 volte)

La reazione scomposta e il commento stizzito del coordinatore cittadino di MRS conferma la giustezza del nostro intervento. Abbiamo colpito nel segno!

Al contrario di quello che lui pensa, in tanti hanno apprezzato la nostra denuncia e condiviso le nostre preoccupazioni su come si stanno articolando le iniziative per la metropolitana di superficie.

Non è certamente il Coordinamento del PD di Galatina a non conoscere il territorio (consigliamo al distratto estensore di ripassare, senza affaticare il cervello, la rassegna stampa degli ultimi mesi), ma è la sua mente in preoccupante stato confusionale. Nella nota critica, priva di filo logico,, confonde, infatti, il nord con l’ovest: che ci azzecca  il breve tratto Novoli – Lecce, con quello che da  Lecce, attraversando Copertino, Galatina, Nardò, Gallipoli, Casarano, Ugento, arriva a Gagliano del Capo? L’iniziativa dell’8 gennaio non ha toccato nessuno di questi comuni. I sindaci hanno, pertanto, chiesto che anche il versante ionico del Salento sia interessato da questa importante opera. Anche loro non conoscono il territorio e sono scollegati dalla realtà? Siamo contenti di essere in una così bella e buona compagnia.

Ci sorge spontaneo un dubbio: che il coordinatore cittadino di Movimento Regione Salento non abbia contezza dei contenuti delle manifestazioni a cui partecipa. Se partecipa!

PARTITO DEMOCRATICO

COORDINAMENTO CIRCOLI DI GALATINA

 
Di Redazione (del 15/02/2023 @ 18:50:07, in Comunicato Stampa, linkato 258 volte)

Rispetto al comunicato stampa apparso sui siti l’ 11/2/23, firmato congiuntamente dal Sindaco Vergine e dal Consigliere Antonaci, in ordine all’incontro degli stessi “accompagnati” presso il direttore generale dottor Stefano Rossi, dall’ASSESSORE ALLA FORMAZIONE della Regione Puglia Sebastiano Leo,  ci preme evidenziare quanto segue:

  1. La previsione dei posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva era già presente nella determinazione dell’ Asl Lecce n° 005349 del 10/12/21 e confermata in attuazione il 3/8/22.
  2. In ordine alla possibilità di avere il reparto di Pneumologia incardinato nel nostro Ospedale, siamo certi di poter dire che detta decisione è senza dubbio preordinata temporalmente rispetto alla riunione “pubblicizzata” dagli stessi in data 11/2/23.
  3. Rispetto a Cardiologia h24, e alla presenza del cardiologo anche nelle ore notturne già pubblicizzato in precedenti comunicati, ci preme sottolineare che ciò avviene in “attività aggiuntiva” così come aveva sollecitato il Partito Democratico ad opera della rappresentanza consiliare in seno alla commissione presieduta dal Dr. Antonaci.
  4. In ordine alle risorse previste per i lavori del 1° piano del “padiglione De Maria”, come da delibera citata nel punto 1, dette risorse erano state previste già nel 2021 da un’apposita delibera Asl.
  5. Il Sindaco Vergine e il Consigliere Antonaci, annunciano di aver contribuito a determinare nella riunione dell’11 la decisione secondo la quale i ricoveri nel nostro ospedale non saranno più esclusivamente Covid.

Testimoniamo, invece, che tale disposizione è già ufficiale fin dal 7/2/23, come conferma la nota presente nel registro ufficiale Asl n° 0020424 e inviata per l’attuazione alla Direzione Sanitaria, nonché al direttore del reparto Malattie Infettive con oggetto “attivazione posti letto no covid”.

Inoltre con la nota presente c/o il registro ufficiale Asl n° 0020693 del 7/2/23 e inviata al Dir. Medico e Dir. UOC di Medicina Generale presso il reparto di Medicina Generale, i posti letto sono già riconvertiti in ordinari no Covid dal 8/2/23.

Chiediamo di sapere come si sostanzia il “supporto neonatologico” a cui si fa cenno nell’articolo del 11/2/23, e quando sarà operativo presso il punto nascita del Santa Caterina Novella.

Chiediamo di sapere se, quando e in quale stabile si realizzerà “l’ospedale di comunità”, posto che Sindaco e Consigliere Antonaci, narrano di una valutazione favorevole ad opera degli astanti nella predetta riunione, e se tale valutazione favorevole si trasformerà mai in atti formali, poiché siamo sicuri che molti altri comuni abbiano già inserito il progetto nell’elenco presente presso la Regione Puglia e abbiano già ricevuto la previsione finanziaria con le risorse del PNRR ( Di cui a Galatina non si parla più)

Poiché, e come si narra nel comunicato stampa di Sindaco e Consigliere, tutti hanno condiviso “L’IDEA STRAORDINARIA” della realizzazione di una strada di accesso all’ospedale, direttamente dalla S.P. Galatina – Collemeto, ci preme sottolineare che trattasi dell’ultimo tratto della tangenziale già prevista 15 anni fa e mai realizzata pur essendoci allora pronti, sia il progetto, sia il finanziamento.

Dulcis in fundo, ma non meno importante, appare non chiara la dichiarazione del Sindaco, massima autorità sanitaria locale, secondo cui “l’incontro si inserisce nei lavori partiti da mesi grazie all’impegno fattivo dell’assessore Sebastiano Leo che è puntualmente al nostro fianco per riqualificare l’ospedale di Galatina e integrarlo con quello di Copertino” ( Cit. da comunicato), in cosa consiste TALE INTEGRAZIONE CON L’OSPEDALE DI COPERTINO?

Anticipando che tale dichiarazione desta più di qualche motivo di preoccupazione a noi galatinesi, potremmo avere un quadro più chiaro?

Precisiamo inoltre, che questa nostra nota  nasce da un’esigenza di chiarezza, per amor di verità e per il rispetto della politica e dei cittadini che mai devono essere trattati da stolti con narrazioni che distorcono i fatti.

È insolito e bizzarro, per noi che crediamo nelle Istituzioni,  che il Sindaco e il Consigliere Antonaci spaccino come fatti ascrivibili al loro intervento decisioni già prese dalla Direzione Generale dell’ASL.

Ci auguriamo che d’ora in poi siano i fatti a determinare la notizia e non la narrazione i fatti! In caso contrario ci assumeremo, come sempre, la responsabilità di ricondurre le narrazioni a verità. Poiché, e ci dispiace doverlo sottolineare, purtroppo dopo 8 mesi di amministrazione Vergine, una esagerata e maestosa produzione di comunicati stampa corrisponde a NESSUN FATTO.

Auguriamo alla nostra amata Città che finalmente la maggioranza si adoperi per fare e per fare bene, perché delle parole siamo già tutti stanchi e perché “le chiacchere nu inchianu ventre” e anche “il fumo delle chiacchere rovina gli affreschi” (Cit.)

Coordinamento cittadino Circolo di Galatina, Circolo di Noha

 
Di Redazione (del 11/10/2021 @ 18:49:48, in Comunicato Stampa, linkato 583 volte)

Siamo alla vigilia del Congresso del nostro partito, che sarà chiamato a rinnovare, a tutti i livelli, i propri organismi dirigenti nell’ottica di una nuova proposta politica.

Anche a Galatina saremo chiamati a cogliere questa sfida. Forse ancor più nella nostra città si avverte l’esigenza di costruire un progetto politico-amministrativo all’altezza della storia e delle aspettative della sua comunità. 

Questo, sicuramente, risulta essere un compito arduo e difficile: un dato incontrovertibile è che Galatina ha perso negli anni la sua centralità, sia dal punto di politico-amministrativo, che da quello economico e culturale.

L’indiscutibile crisi economica e sanitaria causata dalla pandemia da COVID-19, ha reso ancora più evidente la necessità di una politica forte e autorevole. Ancor più se si pensa che oggi, con un piede fuori dalla pandemia, siamo chiamati a cogliere l’opportunità derivante dall’enorme mole di risorse messe in campo dal governo e dalle istituzione europee.

Inoltre, la pandemia ha palesato quanto sia importante la sanità di prossimità. Lo straordinario e coraggioso lavoro di tutto il personale sanitario del Santa Caterina Novella non solo ci ha reso orgogliosi, ma rafforza il nostro convincimento sull’importanza di un presidio ospedaliero per la città e per tutto il comprensorio. Si deve ripartire dai servizi essenziali, ma non solo.

Il piano nazionale di ripresa e resilienza noto come PNRR, apre possibilità fino a ieri inaspettate. Queste risorse sono destinate a progettare e realizzare un modello di sviluppo completamente diverso dal passato, che inciderà profondamente sul destino nostro e delle future generazioni. Il treno sta passando e Galatina ha il dovere di salirci. 

 In questo tempi, non possiamo permetterci amministratori inadeguati e impreparati a cogliere questa enorme sfida. Se perdurasse l’assenza di visione di questi ultimi anni, evidenziata dall’incapacità di produrre progetti, intercettare finanziamenti, alzare la qualità dei servizi, costruire relazioni fuori e dentro la città, ci farebbe perdere il treno.

È giunto il momento di porre fine a questo periodo asfittico e lo faremo mettendo in campo la forza delle nostre idee, attraverso la capacità di donne e di uomini in grado di leggere la realtà e trasformarla.

Per noi è fondamentale ripartire dalla transizione ecologica che dovrà permeare tutti gli aspetti amministrativi, consapevoli che i cambiamenti climatici sono la più grande emergenza che il mondo deve affrontare. In particolare, una città come la nostra, caratterizzata da insediamentI industriali importanti ed invasivi, ha il dovere di ripensare se stessa in questa ottica, coniugando l’innovazione tecnologica e la capacità produttiva, componendo i legittimi interessi privati all’interesse pubblico, garantendo la salute dei figli ed il lavoro dei padri.

Galatina è una città stupenda, abbiamo la fortuna di vivere nella bellezza, potremmo e dovremmo crescere con il turismo, incentivare l’impresa privata, ma oggi la nostra offerta turistica é approssimativa e improvvisata, in assenza di una conduzione pubblica che spesso rende inaccessibili molti dei nostri tesori storici e culturali. Il turismo è oggi per noi una risorsa irrinunciabile, che abbiamo il dovere di gestire con competenza e professionalità, senza indebolire la qualità della vita del centro storico; fino ad oggi lo sviluppo turistico è stato delegato ai singoli operatori del settore, tra l’altro ignorati dai più alti rappresentanti della città.

Abbiamo bisogno di un’amministrazione che sappia riconoscere e affrontare le problematiche della città senza girare la testa da un’altra parte: ne sia un esempio la crisi del commercio cittadino. La politica, quella buona, si distingue dall’improvvisazione per la sua naturale capacità di comporre gli interessi legittimi di tutti, non certo dall’attitudine al nascondere la polvere sotto il tappeto. Perché, il silenzio assordante in politica, é caratteristica propria dei manovratori e non degli amministratori.

Intere aree, spazi pubblici, Rioni della nostra città, vanno ripensati e riprogettati. Fondamentale sarà farlo in maniera partecipata e credibile per accedere a tutte le opportunità offerte dalle risorse messe in campo per la rigenerazione.

Una su tutte la Fiera, orami simbolo di inettitudine amministrativa, riguardo alla quale si è stati capaci, di fatto, solo di partorirne la prospettiva dello smantellamento, incapaci di immaginare le potenzialità economiche di una infrastruttura come questa. Eppure in un progetto organico di riqualificazione che partisse dal ponte, dal foro Boario, fino ad arrivare fino alla zona artigianale-commerciale, passando per il Quartiere Fieristico, si sarebbe potuto affrontare la questione in maniera sostanzialmente e strutturalmente diversa.

E come se non bastasse abbandono delle Frazioni, incuria degli spazi pubblici, Villa comunale, traffico, degrado urbano, cimitero, stadio comunale, arterie stradali interne e di  collegamento con gli altri centri, Cavallino Bianco, tutte inadeguatezze abbondantemente denunciate.

Ci rendiamo conto, ancora di più oggi, che nell’elaborare un piano di resilienza per Galatina, di dover affrontare problemi datati come se la città fosse completamente ferma ed avesse, ad un tratto, spesso di essere ambiziosa.

Possiamo affermare senza possibilità di essere smentiti che le uniche risorse ministeriali e regionali investite in città sono quelle da noi intercettate negli anni in cui abbiamo amministrato: NULLA DOPO.

Noi continuiamo a credere nella politica e nella centralità della nostra città rispetto all’intero territorio provinciale. Siamo pronti.

Siamo consapevoli che serva una prospettiva di largo respiro, non cadremo nell‘errore di pensare di essere autosufficienti. Vogliamo e dobbiamo agire insieme alle forze migliori della città, come già aveva detto in un suo intervento l’onorevole Leonardo Donno del Movimento 5 Stelle, abbiamo bisogno dar vita ad un “PATTO PER GALATINA”. Senza personalismi,  senza rinunciare alle proprie identità ideali e culturali, dialogheremo con chi vorrà assumersi la responsabilità di far ripartire la città alla sola prospettiva del bene comune: UNIRE, PROGETTARE, REALIZZARE.

 

PARTITO DEMOCRATICO

CIRCOLI DI GALATINA E NOHA

 
Di Redazione (del 01/08/2019 @ 18:49:22, in Comunicato Stampa, linkato 1308 volte)

Durante l’ultimo consiglio comunale, è stato dato il via libera all’ampliamento della casa di cura “San Francesco” che permette l’implemento del servizio di lungo degenza con nuovi posti letto messi a disposizione dalla struttura. Di conseguenza, il già eccellente servizio sanitario privato verrà potenziato, offrendo un’offerta più ricca per i cittadini.

Abbiamo ritenuto di dover sostenere le buone intenzioni della società proprietaria della clinica, tanto che la delibera è stata approvata all’unanimità dall’assise consiliare.

Questa opera può essere considerata di vitale importanza, anche alla luce di quelle immeritate procedure di riordino ospedaliero che abbiamo subito nel corso degli ultimi anni. Galatina, e con essa altre realtà limitrofe, è stata sicuramente penalizzata da queste procedure, che non hanno saputo salvaguardare una degna assistenza sanitaria a decine di migliaia di cittadini.    

Ciononostante, dopo il rischio della chiusura dell’Ospedale “Santa Caterina Novella”, poi sventato da un sano e razionale dialogo istituzionale, Galatina inizia ad intraprendere una crescita sotto il profilo sanitario, proponendosi di affermarsi, in ottica futura, come un attrattivo polo medico multispecialistico.

Un percorso che speriamo passi anche da una riconsiderazione delle scelte regionali fatte in passato, al fine di ripristinare le intere funzionalità del nosocomio cittadino.

In quest’ottica, la forza tra pubblico e privato sarà massimizzata, garantendo alla Città ed all’intero circondario una offerta sanitaria importante, all’avanguardia e all’altezza delle esigenze dei singoli cittadini.

Alessio Prastano

Diego Garzia

 
Di Redazione (del 18/02/2021 @ 18:48:59, in Comunicato Stampa, linkato 779 volte)

Caro Direttore,

“Eppur si muove”, direbbe lo scienziato, giacché l’autore della lettera a lei indirizzata, in contraddittorio con un nostro comunicato, è capogruppo di “Galatina in Movimento”.

Il Consigliere non se n’è accorto, ma da tempo, con puntualità e cognizione di causa, denunciamo l’inadempienze, le mancanze, i ritardi dell’l’Amministrazione Amante.

La precedente segreteria e l’attuale gruppo dirigente pongono grande attenzione ai problemi della Città: Tangenziale ovest, vecchia Chiesetta Santa Lucia, verde pubblico, viabilità, sicurezza, periferie, rifiuti urbani, rimozione amianto, per citarne gli ultimi. Non abbiamo bisogno di visibilità, ma il nostro è un dovere civico nei confronti dei cittadini elettori, che, anche a settembre scorso, nell’ultima tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale, ci hanno premiati con un largo consenso, confermando il PD primo partito cittadino.

Veniamo alla questione che sta più a cuore al Rag. Vito Albano Tundo. La nostra denuncia si rivolgeva all’elenco pubblicato dai giornali dei 14 comuni, non 6 come sostiene nella sua lettera, che quanto prima riceveranno i 17 milioni di finanziamenti. Classificarsi al 47mo posto, su 97, non è una bella soddisfazione, ma è l’ennesima conferma dell’incompetenza programmatica dell’amministrazione di centrodestra. Altri comuni o frazioni, come Torre Suda, nel rispetto della loro importanza turistica, hanno scavalcato il nostro comune con progettazioni ritenute più idonee e più valide. Il Comune di Galatone è stato addirittura premiato con un doppio finanziamento, 400.000 più 1.400.000 euro.

Questa la verità vera, caro Direttore, non superficialità. Al Ragioniere Vito Albano Tundo, consigliamo di riprendere movimento, esca dal Palazzo, indossi scarpette da camminata, faccia un bel giro in Città, o, per non disturbare la pigrizia,  smanetti su Facebook i post di tanti concittadini,  avrà contezza del giudizio negativo in chi governa la nostra comunità.. 

PARTITO DEMOCRATICO

CIRCOLO DI GALATINA

 
Di Redazione (del 01/08/2019 @ 18:48:19, in Comunicato Stampa, linkato 1228 volte)

In un consiglio comunale fiume, durato più di 4 ore, e dopo numerose interrogazioni, spesso strumentali e cariche di pretestuose polemiche, l’Amministrazione Amante ha approvato atti amministrativi importanti come l’assestamento generale di bilancio e la salvaguardia degli equilibri. La relazione del Sindaco Marcello Amante si è aperta con il riferimento al rapporto semestrale della corte dei conti che testimonia, una volta ancora, la bontà della strada intrapresa facendo esplicito cenno, come fatto finanziario positivo per l’ente, alla conclusione della transazione per il fallimento della CSA. Il Sindaco, poi, ha dato lettura di alcuni stralci di una lettera dell’Anci sulla situazione dei comuni in pre-dissesto che ben fotografano anche la condizione in cui la nostra amministrazione muove in "uno stretto recinto " tra conti da far rientrare e servizi ai cittadini da garantire in modo adeguato per una città come Galatina.

Si è proceduto, quindi, dopo aver riconosciuto tre debiti fuori bilancio, come la nuova normativa impone, ad approvare in modo definitivo tre interventi dai quali scaturiranno nei prossimi mesi, investimenti privati: l’approvazione definitiva del comparto Guidano, l’approvazione della ristrutturazione e dell’adeguamento funzionale della casa di cura “San Francesco” e l’approvazione definitiva di alcune modifiche ad un progetto in contrada Nachi che è fermo da anni.
Attraverso questi interventi, infatti, l’Amministrazione risponde a legittime aspettative di investimento che avranno delle indubbie ricadute positive sia in termini economici che in termini di assistenza sanitaria.

"E' stato un Consiglio comunale lungo – ha commentato il Sindaco Marcello Amante - in cui ancora una volta la Maggioranza consiliare ha dato una chiara dimostrazione di compattezza, a dispetto delle dicerie astratte, che mirano esclusivamente alla destabilizzazione di questa Amministrazione.” “L'approvazione dell'assestamento di bilancio e della salvaguardia degli equilibri – continua il Primo cittadino - evidenzia come la mia squadra di governo stia lavorando con l’obiettivo di portare la Città fuori dal tunnel del pre-dissesto, dando al tempo stesso un percorso programmatico, che presto avrà i suoi frutti. In quest'ottica, ho apprezzato le considerazioni e conseguentemente il voto favorevole sulle delibere all’ordine del giorno, ed in particolare sull’assestamento di bilancio, da parte del Consigliere Comunale Francesco Sabato, il quale dimostra onestà intellettuale nel riconoscere gli sforzi effettuati da questa Amministrazione, nel tentativo di risanare la situazione economico finanziaria della Città”.

RELAZIONE DEL SINDACO SU ASSESTAMENTO

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LETTERA ANCI-UPI

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Ufficio Stampa - Marcello Amante

 
Di Redazione (del 21/10/2017 @ 18:47:41, in Comunicato Stampa, linkato 1030 volte)

L'elezione di una nuova segreteria cittadina è un momento importante di crescita per tutta la Comunità.
In un periodo di sfiducia crescente nei confronti della Politica, ritornare a pensarla  partecipe  attraverso la facoltà della scelta e la possibilità della proposta, può diventare la risposta necessaria  da contrapporre ad un approssimativismo populistico sempre più emergente e preoccupante.
Occorrono risposte serie e non demagogiche ai tanti problemi cittadini ancora irrisolti.
Occorre la visione di un progetto inclusivo, propositivo, consapevole, maturo.
Il Circolo Pd  di Galatina ha di fronte a sé sfide importanti da affrontare con  la massima  responsabilità e dedizione, che lo vedranno  impegnato, nella stessa giornata, ad eleggere i cinque delegati necessari all'elezione del  Segretario provinciale Pd, confronto previsto  tra i due candidati Stefano Minerva (area Emiliano) e Ippazio Morciano (area Renzi-Orlando).
Dunque, l'invito esteso non solo agli iscritti, è per  Domenica  22 ottobre  al Palazzo della Cultura in Piazza Alighieri a Galatina per il Congresso Provinciale e cittadino di Circolo.
Il calendario prevede dalle 9:30 alle 10:30 insediamento della Presidenza con la nomina del seggio e a seguire presentazione delle mozioni dei candidati a segreteria provinciale e segreteria di circolo cittadino. Si prosegue con il dibattito per  poi approdare alla fase finale del voto dalle 11:30 sino alle 14:30 del primo pomeriggio.
Un appuntamento per il presente e per l'immediato futuro del Pd, di cui  sentirsi coinvolti e protagonisti, ricordando  che il fulcro della democrazia è ancora oggi, la partecipazione attiva.

Il Circolo del PD di Galatina

 
Di Redazione (del 03/03/2021 @ 18:47:18, in Comunicato Stampa, linkato 688 volte)

Soltanto tre domeniche fa, i volontari del locale Circolo di Legambiente hanno provveduto a ripulire dai rifiuti abbandonati illegalmente alcune strade vicinali; sempre più spesso gruppi di cittadini, in alcuni casi anche da soli, dedicano parte del loro tempo libero a raccogliere, dalle zone adiacenti le loro abitazioni, buste di plastica, bicchieri, bottiglie, contenitori di pizza, ed ora anche mascherine. La scorsa domenica, i volontari dell’associazione ambientalista hanno bonificato un’area, lungo il tratto ancora chiuso alla viabilità della tangenziale ovest (come si vede dalla foro), e, nella giornata di ieri, sono stati piantati un centinaio di alberi di varie specie, pini d’Aleppo, ginepri, cipressi e bagolari.

Tuttavia, i fenomeni, prontamente, si ripresentano, e il Comune da tempo ha installato sei dispositivi di video vigilanza, altri dieci verranno posizionati a cura dell’AGER, l’Agenzia territoriale della Regione Puglia per la gestione dei rifiuti, nei punti strategici dove gli sporcaccioni sono più attivi.

L’esperienza, comunque, ci dice che le foto trappole non sono sufficienti per fermare questa pratica incivile: chi commette gesti simili se ne infischia del danno provocato all’ambiente e al territorio.

Occorre, pertanto, fare di più e adottare nuovi sistemi di controllo e di dissuasione. Il Coordinamento cittadino del PD, propone perciò, come già attuato da altri comuni, che anche  Galatina si doti del cosiddetto “Ispettore Ambientale”, una nuova figura “professionale”, da promuovere d’intesa con la ditta che effettua la raccolta dei rifiuti solidi urbani.

L’Ispettore avrà il delicato e ingrato compito di ricercare, attraverso l’esame, indizi utili a individuare gli autori dell’abbandono selvaggio e illecito.

Come accaduto di recente, in un alcuni comuni pugliesi, i rifiuti sono stati riconsegnati, direttamente dal Sindaco e dal Comandante della polizia locale, ai “furbetti” proprietari, accompagnati da una salata multa prevista per simili infrazioni.     

PARTITO DEMOCRATICO

COORDINAMENTO cittadino

 

Se vogliamo continuare ad essere definiti come appartenenti ad una Repubblica, la stessa ha necessità di essere indivisibile. Da questa premessa è facile evincere come la democrazia espressa in Parlamento ha come fine ultimo garantire l’uguaglianza nei diritti e nei doveri in tutto il territorio nazionale, perché ogni cittadino, a prescindere dalla propria residenza e provenienza deve godere di diritti fondamentali in maniera uniforme in tutto il Paese. Tuttavia, da diverso tempo si continua a minare questo principio, ponendolo al centro di un dibattito politico e sociale per mezzo (o per mano) di forze politiche che hanno il solo interesse di dividere ed escludere porzioni di territorio, discriminando cittadini che rischiano di essere etichettati come di “serie B”. E’ il caso del ddl sull’autonomia differenziata presentata in Parlamento dal governo Meloni, attorno al quale si coagulano varie spinte populiste di destra, con l’obiettivo di promuovere una scissione tra nord e sud senza precedenti. La conseguenza più immediata di tale progetto trova senso nel potere da parte delle singole Regioni di legiferare su materie di competenza esclusiva dello Stato come scuola, ambiente, energia, mobilità, salute, lavoro. Alla base c’è l’idea secondo cui le Regioni più ricche hanno il diritto a cavarsela da sole, separando il loro destino da quelle più deboli. È bene sottolineare, quindi, il fatto di essere dinanzi a un attacco senza precedenti nella storia della Repubblica, che non spacca solo il Paese ma la Costituzione. Per questo abbiamo la responsabilità e il dovere di fermarlo, attraverso l’impegno e la mobilitazione dei cittadini, tenuti all’oscuro di quanto accade. Basti pensare che il ddl sull’autonomia differenziata voluta da Calderoli (esponente della Lega) non solo istituzionalizza la povertà ma esautora il Parlamento dal compito di stabilire quali siano i diritti dei cittadini e i livelli essenziali di prestazione che lo Stato ha l’obbligo di garantire. Un disegno che promuove la competitività tra le persone (passando da “prima gli italiani”, a prima i veneti, i lombardi, ecc.). L’autonomia differenziata non solo penalizzerebbe fortemente l’intero Mezzogiorno, ma l’intera Nazione. Si palesa, così, il rischio reale di una frantumazione con conseguenze irreversibili sulla vita di tutti noi. Tutto ciò non conviene dirlo per non intaccare la narrazione di chi ha fatto carriera politica su stereotipi che semplificano e mortificano una realtà diversa e molto più complessa, provocando una evidente frattura nel Paese e promuovendo disuguaglianze, che speriamo ancora possano essere inaccettabili per lo Stato. Senza più ipocrisie, ora più che mai è indispensabile unire tutte le forze politiche cittadine; è importante che anche gli amministratori locali scendano in piazza, dando il loro contributo fattivo per fermare la scellerata riforma di Calderoli e della Lega che metterebbe in discussione i diritti fondamentali dei cittadini. Lo auspichiamo per il bene non solo della nostra Città, ma dell’Italia tutta!

 

Michele Scalese

Segretario Circolo PD - Noha

 
Di Redazione (del 30/11/2020 @ 18:46:23, in NohaBlog, linkato 970 volte)

Ce l’abbiamo fatta. Si anche quest’anno, siamo riusciti a ufficializzare per l’ennesima volta il nostro grido di allarme, quello per il Creato, sempre più degradato. Lo abbiamo fatto piantando due nuovi alberi al Giardino della Madonna delle Grazie. Due piante che si vanno ad aggiungere ad altre tre già messe a dimora nei giorni scorsi da qualche nostro concittadino sensibile alla causa.

Poca cosa, viene da dire, ed è vero se facciamo il confronto con la desertificazione in corso, cinque piante non fanno nemmeno la fatidica goccia nell’oceano. Considerando ciò il rischio di scivolare nell’amarezza prevale facilmente sul buon umore.

Viene a mancare perfino la voglia di dirlo, tanto che queste nostre buone intenzioni, quelle di continuare a ripetere a destra e manca che gli alberi ci danno l’ossigeno, che non sono loro a disturbare il nostro cammino, che sia un marciapiede, una strada asfaltata, una casa o qualsivoglia altro nostro alibi insostenibile, che loro, gli alberi, sono molto più importanti del 5G, dei comparti di abitazioni a schiera a scapito di tante abitazioni vuote, delle decine e decine di ettari di impianti fotovoltaici, che con la scusa del fabbisogno di energia verde, stanno (loro) desertificando le nostre campagne come fosse ( e lo è) un’altra pandemia. E non ci stanchiamo mai di dire che le risorse di questa Terra non sono infinite e che a doversene preoccupare dobbiamo esserlo tutti, dal primo all’ultimo: amministratori pubblici, politici, padri e madri, e nessun’altro escluso.

Non si capisce più quale sia la retorica, se le giornate scandite dal calendario delle celebrazioni per ricordare i più importanti valori della nostra civiltà (?), oppure questa incredibile mania distruttiva cavalcata dai tanti in nome di una crescita che non fa altro che mostrare falle e fallimenti.

E niente, mentre noi, sempre i soliti quattro gatti, continuiamo a ripetere la nostra “oratoria” di allarme, speriamo che nel frattempo la famigerata luce in fondo al tunnel, non sia un treno in corsa, del tipo quello che stiamo sopportando con fatica, ma il risveglio di chi ha il dovere di amministrare bene questa nostra splendida Terra.

 

Il Direttivo di NoiAmbiente

e Beni Culturali di Noha e Galatina

 

Il Comune di Galatina ottiene un altro importante finanziamento in ambito ambientale, pari a € 300.000,00, per la realizzazione di un centro comunale di raccolta di rifiuti differenziati che sorgerà nella frazione di Collemeto. L’attenzione della Regione e di questa amministrazione nei confronti delle zone periferiche e delle frazioni appare decisiva per risolvere le questioni più impattanti e urgenti per il cittadino.

La regione Puglia intende favorire il completamento della rete regionale di centri comunali di raccolta rifiuti differenziati (CCR) attraverso interventi da realizzarsi nei territori comunali che ne sono sprovvisti, comprese le frazioni. La nascita è tesa a favorire la riduzione della produzione dei rifiuti ed incentivare i migliori modelli e strumenti per aumentare le percentuali di raccolta differenziata, con tutti i benefici che ne conseguono, attraverso la riorganizzazione del servizio di raccolta in modo da ridurre drasticamente le quantità di scarti da avviare allo smaltimento in discarica. La realizzazione del CCR si prefigge pertanto l’obiettivo di creare un “sistema integrato” di gestione dei rifiuti.

L’avviso preserva e tutela l’ambiente intervenendo sulla gestione dei rifiuti e sulla sensibilizzazione alla raccolta differenziata. La realizzazione del centro va nella direzione della riorganizzazione del ciclo rifiuti, dell’incentivazione della raccolta differenziata e dell’obiettivo ultimo del risparmio del cittadino.

“Riuscire ad ottenere finanziamenti come questo – commenta il sindaco Marcello Amante – rappresenta un importante risultato dal punto di vista dell’impatto ambientale, del risparmio e del benessere del cittadino. L’azione mia e dell’assessore all’Ambiente Cristina Dettù mira a intervenire, con progetti specifici, tanto nel centro quanto nelle periferie. Dopo aver sbloccato l’iter per la realizzazione del CCR di Galatina, da troppi mesi fermo, ora siamo riusciti a porre le basi per l’apertura di un secondo centro per completare la realizzazione di quell’idea di Città che abbiamo in mente.”

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Antonio Mellone (del 17/05/2023 @ 18:43:41, in NohaBlog, linkato 448 volte)

Non soffro affatto di quella tendenza o di quella fisima che il latino rende con la locuzione horror vacui da cui scaturirebbe la tendenza a riempire meticolosamente gli spazi vuoti. Al contrario, per indole e formazione io prediligerei il minimalismo, prima di tutto in casa mia e poi altrove (invero più nell’arredamento d’interni e nel resto delle arti figurative che nella letteratura, atteso il fatto che sovente vengo tacciato di eccessivi ghirigori quando non di divagazioni barocche – tipo queste - prima di centrare l’argomento dei miei, chiamiamoli così, articoli). Ma certi vuoti o certe assenze ti appaiono così irrefutabili che non puoi non interessartene direttamente: dandoti dunque da fare, cercando il meglio possibile su piazza e fuori, senza indugiare nell’illusione che siano i fantomatici “altri” a occuparsene.

Ora, come molte chiese parrocchiali, anche quella del mio paese è dotata di un battistero. Lo trovi appena entri sul lato sinistro della bussola, come vuole la tradizione che lo ha quasi sempre collocato in un luogo distinto dal presbiterio, segno del percorso della iniziazione cristiana che parte appunto dal fonte battesimale per culminare sull’altare dell’Eucarestia.

Il battistero di Noha, settecentesco, di forma esagonale, con vasca sorretta da un piedistallo decorato e chiusa da una cupola poligonale, è finemente scolpito in pietra leccese. Sulla facciata principale, al centro, appena sopra l’oblò circolare con portella in legno intarsiata con croce greca, si può ammirare in bassorilievo la colomba dello Spirito Santo radiante (con raggi a ventaglio indirizzati verso il basso);sul lato opposto è riportato in rilievo un catino dal quale emerge un’elegante brocca dal manico culminante con la testa di un drago; nei restanti quattro frontespizi sono effigiati, sempre a sbalzo, altrettanti volti di putti molto delicati, tutti rispondenti ai canoni della bellezza, vale a dire Claritas, Integritas et Proportio, dunque in netto contrasto con il detto salentino “Diavuli ‘n terra e angeli ‘n cielu”, secondo il quale le sculture in blocchi lapidei locali sarebbero decisamente più apprezzate se ammirate da lontano (“in cielo”) più che da vicino (“in terra”), dove magari gli eventuali difetti della loro manifattura potrebbero risultare più evidenti. Invece no: la raffinata sorgente della cristianità nohana fatta in pethra aurea salentina appare nella sua semplicità come un’opera d’arte di pregevole lavorazione, onde la creatività e l’ingegno non avrebbero potuto fissarsi meglio di così su quei blocchi di pietre antiche e belle.

Ebbene, l’apice di codesta architettura termina con una lanterna, sempre esagonale, sulla quale non si sa bene se ab origine fosse mai stata issata, seppur prevista, un’icona rappresentativa del primo fra i sette sacramenti. Voglio dire che non abbiamo trovato progetti o documenti d’archivio o testimonianze in grado di dirci se sulla sommità del nostro battistero fosse istallata una croce, un segno, una figura, o un gruppo scultoreo raffigurante il battesimo del Cristo nelle acque del Giordano per mano del suo secondo cugino Giovanni. Il fatto è che sarà stato per una qualsiasi forma di diciamo iconoclastia (trafugamento, distruzione od omissione) oggi quest’opus monumentale appare ai più, se non come incompiuto, passibile di completamento. Per esigenze di completezza bisogna aggiungere che una quarantina di anni fa Mario D’Acquarica, concittadino dimorante ora a Torino, colandolo nel suo calco, realizzò in gesso un grazioso battesimo del Cristo, collocandolo poi sul tiburio del fonte. Tuttavia da un trentennio a questa parte codesto manufatto risulta scomparso dalla circolazione, distrutto come fu per caso nel corso di maldestri lavori di ristrutturazione al solaio della chiesa madre.

Tutto questo per dire che da tempo pensavo a un nuovo Battesimo del Cristo da innalzare sul nostro battistero. Lo volevo in pietra leccese, possibilmente di quelle che non si sfarinano, dunque dura, vale a dire stagionata al punto giusto (stagionatura secolare, se non addirittura millenaria), e la sognavo perfetta.

Non mi rimaneva altro che rivolgermi a quel realizzatore di sogni che risponde al nome di Virgilio Pizzoleo, lo scultore di Poggiardo, noto dalla Lombardia alla Calabria, dall’Est all’Ovest dell’Italia e nel resto del mondo per l’originalità e la magnificenza dei suoi lavori, pregandolo dunque di ideare, riportare su carta l’idea e, in seguito all’imprimatur da parte del parroco di Noha, procedere con la scultura, indi con il suo collocamento nella sua, come dire, sede naturale.

Ci son voluti giusto nove mesi di gestazione per un gruppo scultoreo che verrà inaugurato domenica prossima [a breve i dettagli su questi stessi schermi, ndr.], ed ecco in anteprima il risultato: non so agli altri, ma a me dà l’impressione che l’opera arrivi nel profondo dei sentimenti con immediatezza assoluta, grazie alle sue figure che sembrano mettere in armonia tanto l’aspetto solenne e celebrativo quanto, soprattutto, l’umano.  

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 22/02/2024 @ 18:40:11, in Comunicato Stampa, linkato 128 volte)

E’ il titolo di un convegno, proposto dall’Associazione Galatina al Centro, che affronterà queste tematiche dalle diverse angolazioni interpretative dei relatori partecipanti.

Nel corso della tavola rotonda verranno esaminate le competenze che potrebbero passare alle Regioni e soprattutto quali effetti ne deriverebbero sul Mezzogiorno e sullo sviluppo del Paese.

L’incontro si terrà Venerdì 23 febbraio, alle ore 18.00, nella sala conferenze dell’ex Monastero delle Clarisse -in Piazzetta Galluccio -a Galatina e sarà aperto dai saluti istituzionali di Michele De Benedetto, Presidente di Galatina al Centro e del Primo cittadino Fabio Vergine.

Alla tavola rotonda, i cui lavori saranno introdotti da Piero De Lorentis Vice Presidente di Galatina al Centro, parteciperanno  la Senatrice, ex ministro ed europarlamentare Adriana Poli Bortone, il Professore di Diritto Amministrativo all’Università del Salento Pier Luigi Portaluri, il Consigliere regionale della Lega, docente a contratto dell’Università Cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio” di Tirana Fabio Saverio Romito, il giornalista, saggista e scrittore autore del libro “Le colpe del Sud”, Claudio Scamardella.

L’evento sarà trasmesso in diretta sul profilo Facebook di Galatina al Centro.

 

Piero de Lorentis

Associazione Galatina al Centro

 
Di Luigi Paglialunga (del 12/03/2014 @ 18:39:23, in NohaBlog, linkato 2948 volte)
Ho appena appreso della morte del caro Nino, per tutti Nino Mbriacu. "Gli altri bevono il vino e a mie me chiamanu mbriacu" amava ripetere.
Purtroppo la distanza non mi permette di recarmi a Noha in tempo utile per poterlo “onorare” come meriterebbe. Voglio però buttar giù quattro righe per potergli dire addio.
Nino è sempre stato una figura presente nella nostra famiglia. Caro amico di mio Nonno Cici, amico di mio Padre (nonché Consigliere in campagna) e poi persona cara a me e ai miei fratelli. Uno Zio anziano a cui voler bene.
Sono cresciuto negli anni del liceo attendendo la sua abituale visita, dopo pranzo. Si recava a casa nostra per portarmi il quotidiano e per discutere, davanti ad una tazza di caffè d’orzo, delle peripezie della “Politica italiana”. Fantasticava molto in questo settore, ne era un vero cultore nonché interprete. Era rimasto troppo legato al ventennio. Diciamo che quel periodo lo aveva plasmato anche e non solo politicamente.
Nel suo Curriculum politico vantava (ed è una pura verità) una lettere all’allora Presidente della Repubblica Saragat per “contestargli” una multa ricevuta a suo dire ingiustamente. Risultato della faccenda: multa annullata con tanto di lettera inviata dalla Segreteria del Presidente e portata a casa di Nino dagli stessi Carabinieri. Ne andava fiero, me lo avrà raccontato almeno dieci volte.
Persona piacevolissima e rispettosa. Ostentava un tale amore nei confronti della nostra Noha che credo debba essere preso da esempio dalle nostre generazioni. Colonna portante del Circolo cittadino Juventus ma anche socio dell’altro Circolo e di ogni altra forma di aggregazione che volesse prendere piede a Noha . A lui ciò che importava era la comunità. Viveva di vita sociale. Non avendo avuto figli credo si sentisse padre un pò di tutti i suoi concittadini.
Era lo zio anziano anche degli “amici del Bar Castello” ma credo che possa essere eletto a nonno di Noha.
Oggi non c’è più ma lo voglio ricordare così, sempre sorridente e pronto a farti compagnia per ogni tipo di ambasciata fuori città.
Lo voglio ricordare mentre gioca a scupa scijata e sorridendo cede, dopo aver perso, la sua millelire certo però della sua prossima quanto possibile rivincita.
Voglio ricordarlo mentre attraversa via Collepasso e saluta energicamente le tante persone che incontra in quei pochi metri che lo separano da piazza Castello.
Voglio ricordarlo mentre attentamente ascolta il concerto bandistico nei giorni della festa di San Michele.
Riposa in Pace Caro Nino.

Luigi Paglialunga (Pata)

 
Di Redazione (del 22/03/2021 @ 18:38:08, in NoiAmbiente, linkato 1361 volte)

Un colpo al cerchio e uno alla Colabaldi, si fa per dire ovviamente, ma di fatto il colpo lo stiamo dando su noi stessi. Tutti resteremo penalizzati da certi comportamenti, tollerati purtroppo con il silenzio. Come sia possibile che vengano demolite delle mura così grandi, in pieno centro abitato, in un posto che più in vista di così non si può e nessuno si allarma? Contribuisce certamente questa sfortunata situazione di emergenza generata dal Covid-19.  Ma il fatto resta ugualmente molto grave.

La masseria Colabaldi è un Bene Culturale di Noha, della sua storia si è scritto e parlato ovunque. Lo sanno anche le pietre che è stata edificata sul punto più alto della serra che domina la valle dell’Asso, e che molto probabilmente la parte più antica risale a duemila anni addietro. Insomma è lì da secoli, ha superato quasi indenne, terremoti, uragani, guerre e relativi bombardamenti, la spagnola e se vogliamo perfino le tremende mine della cava adiacente che facevano vibrare i vetri delle case di Noha. Chi ha memoria e coscienza queste cose le sa.

I fatti: pare che qualcuno (probabilmente vandali) abbia deciso di cambiare corso al destino della nostra antca Masseria Colabaldi, non con restauri o rivalutazioni ovviamente, ma a colpi di violenza, una violenza inspiegabile, talmente possente da buttare giù le mura secolari. Per adesso pare che abbiano cominciato a buttare giù i parapetti ed i cornicioni di alcuni pezzi del perimetro delle terrazze, ma se nessuno interverrà potrebbero continuare fino a raderla al suolo completamente, anche se sembra una cosa assurda, in mancanza di interventi e in presenza di una ambigua tolleranza, tutto è possibile. Che dire, una comunità savia conosce bene l’importanza di certi valori, sa bene che a identificarci al cospetto del mondo non sono certo i megaimpianti fotovoltaici, le nuove borgate di villini bi o tri familiari copia incolla, le strade senza alberi, tantomeno il “business” del deserto che cementifica la campagna. Quindi la comunità sa.  Il nostro è un appello al senso di responsabilità di tutti, dal Primo fino all’ultimo cittadino, dalle istituzioni pubbliche tutte, nessuna esclusa, alla proprietà e quindi alla responsabilità di chi è “educatore” degli autori di questi atti vandalici. Se così possono ancora definirsi.

 


IL DIRETTIVO di
NOI AMBIENTE E BENI CULTURALI Odv
Noha e GALATINA

 

Leggere la nota del consigliere regionale Metallo, che si aggiunge al supporto già espresso di sindaci come Pippi Mellone e Graziano Vantaggiato, non può che rafforzare l’impegno di tutti noi, perché finalmente riscontriamo una narrazione in linea con il nostro sentire.

Lo abbiamo detto e lo ripeteremo a lungo nel corso di questa campagna elettorale: serve una pacificazione dopo oltre 15 anni di instabilità politica galatinese, caratterizzata dall’occupazione dei luoghi politici e amministrativi da parte di alcune persone, poche per fortuna, che intendono la contesa elettorale come una battaglia personale, indifferenti alle conseguenze delle proprie azioni. Questo ha determinato anche il sacrificio e, purtroppo, l’allontanamento di amministratori e professionisti di altissima qualità, che hanno voluto sottrarsi da queste dinamiche.

Non neghiamo che in questi anni di lotta senza quartiere, di partiti svuotati, di rapporti umani che si sono sfilacciati, c’è stato un mondo colpevolmente assente: quello produttivo, associativo, civile.

Ed oggi, in un momento storico in cui tutto è stato messo in discussione, dalla libertà individuale alla salute, dalla pace alla serenità di guardare al futuro, questo mondo non poteva rimanere alla finestra e lasciare che l’ennesimo teatrino si compisse.

Abbiamo quindi preso coraggio ed abbiamo fatto confluire sensibilità diverse in un progetto aperto, senza sentirci minacciati da nessuno, pronti a riprendere il dialogo con tutti. Siamo convinti che tra le file di chi oggi è ancora in questo brodo di astio e divisione, ci siano persone appassionate, che avranno sempre un dialogo aperto con noi.

Arrivano così, come un colpo di vento che spalanca la finestra e lascia entrare caldi raggi di sole primaverili, le attestazioni di stima di chi proviene da diverse sensibilità politiche e da diversi territori. Sentire di essere riusciti a cambiare direzione e stile politico cittadino, ci scalda il cuore e non ci fa sentire soli, rassicurandoci della possibilità di impegnarsi senza che il fiume di veleno e livore dei proprietari di questi 15 anni di politica invadano le nostre anime e la nostra comunità.

Sarà importante aprire la mente oltre il cuore, guardare al di là del piccolo orticello: basti pensare al mondo di oggi che conta 8 miliardi di persone, quando solo 50 anni fa erano la metà. Galatina deve diventare il centro di un sistema territoriale vasto, policentrico, con relazioni feconde e costruttive. Il piano di investimenti straordinario costituito dal PNRR non si può cogliere con questo miope campanilismo e questo esasperato localismo: moltissimi bandi prevedono investimenti in aree di almeno 50 mila persone e tanti altri vanno oltre i 100 mila. Solo unendo le forze con i comuni limitrofi potremo cavalcare questa straordinaria occasione.

Leggo a volte la tentazione di innalzare muri e sentirsi minacciare dai comuni vicini, magari qualcuno vorrebbe coniare il rublo galatinese per farsi pagare il pasticciotto dai visitatori “stranieri” di Soleto o di altri comuni. Suvvia, non è tempo di muri e di chiusura: il futuro ci chiama e noi lo governeremo solo se sapremo superare proprio questa vecchia impostazione, non ci è nemica Soleto o Nardò e lo spirito di collaborazione che caratterizza e caratterizzerà sempre di più la vita amministrativa delle amministrazioni comunali dovrà intensificarsi. Per questo non devono sorprendere i buoni rapporti con il Sindaco di Soleto Vantaggiato o di Nardò, Mellone.

Non si fa politica contro i nemici: loro rappresentano delle istituzioni e delle amministrazioni che meritano rispetto con le quali collaborare senza timori di sorta e senza complessi di inferiorità. Galatina è centrale e saprà cogliere l’occasione di essere paese leader del territorio per motivi geografici, fisici ed anche politici.

Fabio Vergine

Candidato Sindaco Galatina Spazio Aperto

 

 

Il 26 febbraio del 2010 a Kabul, moriva, eroicamente, il funzionario dell’AISE (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) Pietro Antonio Colazzo, galatinese, classe 1962.
Quel maledetto giorno si trovava al "Park Residence Guesthouse", a pochi passi dall'ambasciata italiana, insieme ad altri 4 funzionari dell'Agenzia, quando lo scoppio delle bombe scatena un inferno di vetri rotti e fiamme. Pietro, che aveva rapporti con i vertici della polizia e dei servizi segreti locali, allerta i soccorsi. L'attacco, come sa bene, non è finito e infatti uno sciame di kamikaze si infiltra nell'albergo. Lo scopo è quello di ferire il più alto numero di vittime a colpi di fucile e pistola e poi, farsi saltare con la cintura esplosiva. Colazzo resta dov'è con la pistola in pugno a proteggere la fuga degli altri quattro agenti, che riescono a mettersi in salvo. Quando la sua morte viene comunicata insieme a quella di altre 18 vittime, le informazioni sono confuse. Alcuni dicono fosse un medico, altri, un diplomatico. È la vita segreta degli 007, nell'anonimato fino a che la morte non arriva a rendere loro quell'onore di cui in vita, non si sono potuti fregiare. La sua salma torna in Italia per i funerali di Stato mentre, contrito, il generale afghano Abdul Rahman parla di lui come “un uomo coraggioso” che ha fornito informazioni precise grazie alle quali la polizia è stata in grado di portare al sicuro, sani e salvi, altri quattro italiani. Il 25 giugno 2010 il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito a Pietro Antonio Colazzo la Croce d’Onore alla memoria con queste motivazioni: «Funzionario dell'Aise, operante nell'ambito di una struttura informativa a supporto dei comandi militari nazionali e multinazionali e a salvaguardia degli interessi italiani in Afghanistan, nel corso di un attacco terroristico veniva raggiunto da fuoco nemico e dall'onda d'urto di una potentissima esplosione, decedendo per le ferite riportate. Nella circostanza, nonostante fosse oggetto del fuoco dei terroristi, non desisteva dalla sua azione, fornendo preziose indicazioni alle forze di sicurezza afghane in procinto di
intervenire, incrementandone l'efficacia e consentendo di salvare numerose vite umane. Chiaro esempio di sereno coraggio, elevatissima professionalità, altissimo senso del dovere e spirito di sacrificio». Nel dicembre 2019 l’A.S.D. “Virtus Basket Galatina”, ha donato, in collaborazione con l’Ente del Terzo Settore “Cuore e mani aperte” OdV, un’Area Giochi inclusiva realizzata presso l’Area verde “Prof. V. Carrozzini” in Via Calatafimi a Galatina. La suddetta Area Giochi Inclusiva è stata dedicata proprio al Dr. Pietro Antonio Colazzo. Da allora, ogni anno, in occasione dell’anniversario della morte del nostro concittadino organizziamo una piccolissima cerimonia per ricordare l’esempio di un Uomo dell’Intelligence che ha perso la vita dando prova di fedeltà allo Stato e ai suoi cittadini. Anche quest'anno, domenica 3 marzo p.v., deporremo una piccola corona di fiori auspicando l’inizio di un percorso ampio e condiviso che possa, negli anni avvenire, dare il giusto risalto alla figura di un illustre galatinese che silenziosamente ha servito lo Stato e ha portato tanto lustro alla città di Galatina.

 Piero Russo

 
Di Redazione (del 02/08/2016 @ 18:36:08, in Comunicato Stampa, linkato 2163 volte)

Veramente non credevo che l’arroganza, la tracotanza di alcuni politici o pseudo-tali potesse arrivare a certi livelli… capisco che probabilmente ci può essere una piccola percentuale di Cittadini che si ferma alle dichiarazioni e non ha tempo o voglia di approfondire quanto riportato nei comunicati, è vero che Coccioli è stato rappresentante, anche se non ha mai preso un solo voto a Galatina, di una classe politica autoreferenziale e completamente assente sui problemi dei cittadini, ma quando è troppo è troppo…

Con questo comunicato ha superato i limiti della decenza.

Laddove si tratta di “…risolvere tante pendenze e lasciti poco virtuosi…” questi sono stati ereditati dal passato “… fatto di politica e di politici diversi, di dirigenti e personale amministrativo che tanto hanno dato alla Città ma che si lasciano dietro cose non fatte o tralasciate e che bisogna necessariamente, a un certo punto, decidere di risolvere…”. Quando invece si tratta di elencare tutta una serie di opere realizzate in questi anni, veramente ereditate dal passato in quanto frutto di fondi intercettati dalle passate amministrazioni, miracolosamente esse vengono fatte proprie…

Correttamente avrebbe dovuto precisare quali opere sono state attuate e completate grazie a finanziamenti ottenuti dalle precedenti Amministrazioni, e quali invece sono state programmate e già finanziate con i fondi dei bandi nazionali e regionali “vinti” dalla sua Amministrazione. Cosa ha fatto invece? Si è esercitato in una tristissima operazione di ipocrisia: ha spacciato come propri risultati ottenuti nelle precedenti amministrazioni comunali…

A questo punto pongo da cittadino alcune domande all’ex Assessore Coccioli.

Dove stava Coccioli quando, con la Determina numero 521 del 03 aprile 2015, la Dirigente del dipartimento Lavori Pubblici di Galatina, Taraschi Rita, impegnava ben 10.500€ per lavori di manutenzione straordinaria e ordinaria della fontana ornamentale di Piazza Alighieri? I lavori sono stati assegnati con un piccolo ribasso. Alla fine i contribuenti galatinesi hanno pagato poco meno di 10.000€ ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Dove stava Coccioli quando la Dirigente Taraschi nella Determinazione Dirigenziale numero 2025 del 31 dicembre 2015 scriveva:

...che la proroga dell’affidamento dei compiti di supporto alle attività dei Responsabili del Procedimento, di carattere economico-finanziario, alla medesima Professionista avviene, comunque, nelle more della pubblicazione di un nuovo Avviso pubblico per l’individuazione di Professionisti idonei per l’affidamento delle attività di supporto ai Responsabili del Procedimento... (Sono sicuro che la Dirigente Taraschi abbia provveduto alla pubblicazione degli Avvisi Pubblici menzionati, tuttavia sarebbe interessante conoscere gli estremi di detti Atti).

Tutto questo mentre la Corte dei Conti Sezione Regionale di Controllo per la Puglia, nella Deliberazione n. 229/PRSP/2015 del giorno 13 novembre 2015 e depositata in segreteria il 02/12/2015 testualmente riportava:

...La Ragioneria generale dello Stato, tuttavia, pur dando atto del superamento di alcune questioni rilevate nel corso dell’ispezione grazie alle iniziative correttive intraprese o avviate e alle motivazioni espresse dall’ente a sostegno del proprio operato, ha recentemente confermato (nota n.45751 dell’1 giugno 2015) buona parte dei numerosi rilievi inizialmente espressi (es. irregolare rideterminazione della dotazione organica, violazione della normativa in materia di affidamento di incarichi esterni, violazione della disciplina in materia di progressioni verticali, stabilizzazione anche di lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, ecc.)...

Dove stava Coccioli quando a fine 2015 e solo grazie ad un Bando dell’Agenzia sviluppo territoriale “GAL Isola Salento”, il Comune ha avuto a disposizione 12.500 € da investire sugli eventi natalizi. Di questi 7.000 € sono stati destinati alle tanto vituperate luminarie ed i restanti 5.500 €, tanto per cambiare, sono andati a finire alla Ditta che si è occupata di organizzare gli eventi del 06 e del 13 dicembre. Non risulta traccia alcuna di evidenza pubblica del Comune al fine di raccogliere manifestazioni di adesione degli operatori economici per l’organizzazione e realizzazione degli eventi succitati. Solo attraverso procedura di evidenza pubblica e solo dopo aver verificato, sulla base della documentazione ricevuta, la sussistenza dei requisiti in capo ai soggetti che hanno presentato domanda, si sarebbe dovuto affidare il servizio. Ma questo aspetto lo chiariranno le Autorità competenti.

Che dire della Palestra di via Montinari aperta a maggio 2014, guarda caso alla viglia delle Elezioni Europee, e richiusa subito dopo evidentemente anche a causa dell’impossibilità di un suo pratico utilizzo?

Queste le dichiarazioni rilasciate dal Sindaco e dell’Assessore ai Lavori Pubblici a proposito dell’inaugurazione della palestra:

“Consegniamo alla città una struttura sportiva efficiente – afferma il Sindaco Cosimo Montagna – in grado di ospitare parte delle manifestazioni in programma nel corso dell’anno e, pertanto, nello stesso tempo, di soddisfare le richieste che ci pervengono dalle diverse società sportive presenti sul territorio e da privati cittadini. Lo sport nella crescita culturale e civile di ogni comunità gioca un ruolo importante. Bisogna continuare a lavorare in questa direzione e dare ai giovani un messaggio forte e far comprendere che lo sport aiuta a crescere e a relazionarsi con gli altri rinunciando a pericolose tentazioni“.

“E’ sempre piacevole contribuire a chiudere un lavoro e rendere disponibile a tutti i cittadini una struttura pubblica. In questo caso – dice l’Assessore Andrea Coccioli – un luogo dove svolgere attività sportiva inserito in un contesto urbano periferico non può che essere un ulteriore motivo di orgoglio. Inoltre l’attività sportiva offre una potente forma di scarica delle emozioni. Le persone che fanno sport hanno una ottima opportunità per controllare le emozioni senza negarle né inibirle, esprimendole in forma positiva e socialmente accettata. Tutto questo per il benessere sociale e personale“. Parole del maggio 2014!!!

Dove stava Coccioli quando è stato inaugurato, per così dire, l’Auditorium di viale don Bosco dedicato a “Pierantonio Colazzo”? A parte la posizione logistica, degna di un Ingegnere laureato con il massimo dei voti, a parte il fatto che non si capisce ancora se è agibile o meno, nessuno dei parenti dell’eroe galatinese presenziò alla cerimonia. I nostri Amministratori cercarono nell’occasione dell’inaugurazione di accostare una figura così pulita a figure così insignificanti come quelle dei politici nostrani; addirittura qualcuno ha voluto usare la sua immagine per allargare i consensi e prepararsi al salto di qualità per le prossime politiche.

Che dire poi dell’Asilo infantile su viale don Bosco? L’Assessore Coccioli conosce le problematiche della struttura? Non credo…

Secondo il sito www.soldipubblici.gov.it, il Comune di Galatina avrebbe speso a tutto il 2015 ben €97.518,01 € per “Utenze e canoni per telefonia e reti di trasmissione”: una cifra molto più alta della media nazionale. Nei primi sei mesi del 2016 avrebbe già speso la bellezza di € 94.926,70. Coccioli ci sei?

Coccioli vogliamo parlare del monumento al Marinaio situato in Piazzale Stazione di cui addirittura si è occupato repubblica.it? Vogliamo parlare della fontana di corso Porta Luce o della ridicola pista ciclabile?

Il Comune di Galatina ha poi recepito i dettami del Decreto Legislativo numero 118 del 2011, ed ha quindi provveduto ad un riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi di parte capitale e di parte corrente evidenziando un disavanzo di Amministrazione pari a 8.081.803,91€; a compensazione ha dovuto contrarre un mutuo e si è impegnato per i prossimi 30 anni a pagare una rata annuale di circa 270.000€. Sarebbe utile conoscere in maniera analitica la composizione del disavanzo di cui sopra e poi, per ogni singola voce, se sono state messe in atto e soprattutto se nei tempi previsti, tutte le procedure previste dalla Legge per il recupero di dette somme, soprattutto qualora trattasi di tributi. Ma anche in questo caso siamo in attesa…vero Coccioli?

Che dire poi della chiusura degli uffici del “Giudice di Pace”: possibile che i nostri amministratori non hanno mai avvertito l’esigenza di intervenire veramente a difesa di questa prerogativa?

Utile a questo punto ricordare dello squallido concerto che si è tenuto nella serata del 27 agosto 2015 in piazza Falcone e Borsellino a Galatina; a detta del Responsabile del SUAP organizzato dall’Assessorato ai Lavori Pubblici. Il video integrale è stato inviato al Prefetto di Lecce ed alla Corte dei Conti. Se scorrete bacheca Facebook del sottoscritto potrete prenderne visione. Paradossalmente, con Determinazione dirigenziale numero 1830 del 10 dicembre 2015, è stato deliberato di corrispondere 3000€ alla Ditta che avrebbe supportato e coordinato questa attività, la stessa Ditta dei finanziamenti “GAL Isola Salento”.

Ho chiesto bonariamente tramite P.E.C. mail che almeno un terzo di questi soldi vengano restituiti e destinati a progetti di utilità sociale. Ma tutto tace…

Coccioli vogliamo parlare del “Salento In Bus”? Forse è meglio di no, vero?

Se qualcuno si collega al http://www.arpa.puglia.it si può subito rendere conto che non ci sono dati relativi alla centralina “Galatina – S. Barbara” che dovrebbe rilevare gli inquinanti PM10, NO2, O3, SO2. Essendo questo un argomento molto delicato sarebbe cosa gradita una risposta del Sindaco in quanto “Autorità sanitaria locale”; in questa veste può anche emanare ordinanze contingibili ed urgenti, con efficacia estesa al territorio comunale, in caso di emergenze sanitarie e di igiene pubblica. O sbaglio Coccioli?

Vogliamo parlare poi dell’Ospedale, del Tribunale, del Quartiere Fieristico, dei Fogli di marcia degli autoveicoli comunali???

Coccioli puoi stare tranquillo che il sottoscritto non si fermerà di fronte a nulla per smascherare il vostro fallimento politico/amministrativo. Per adesso è stato già presentato un esposto alla Corte dei Conti presso la Procura Regionale della Puglia allo scopo di consentire la verifica dell’eventuale sussistenza di responsabilità connesse alla violazione di disposizioni di legge che disciplinano la corretta gestione delle risorse pubbliche per quanto riguarda il mancato pagamento degli oneri comunali per il tristissimo evento musicale organizzato il 27 agosto 2015.

Inoltre se entro fine agosto il Comune non renderà pubblici i tabulati telefonici al fine di conoscere quanti e quali sono i numeri di telefonia fissa ed i numeri di telefonia mobile riconducibili al Comune (dipendenti comunali ed Amministratori, indicando naturalmente gli utilizzatori) e per ognuno di essi l’importo totale pagato per il 2015 (non è assolutamente necessario che i tabulati in questione riportino integralmente il numero telefonico del destinatario della chiamata, ma basterà lasciare in chiaro le prime cifre utili ad individuare eventuali chiamate all’estero) verrà presentata denuncia alla Procura della Repubblica.

Naturalmente verranno chiamati alle loro responsabilità tutti gli Amministratori, Consiglieri ed Assessori, di maggioranza e di opposizione, dal 2012 al 2016.

Avete finito di rubare il futuro ai nostri figli.

Come diceva qualcuno: Quando non hai niente da dire, non dire niente…

Russo Piero Luigi

 
Di Antonio Mellone (del 05/04/2022 @ 18:35:23, in Fetta di Mellone, linkato 685 volte)

Arriviamo alla fine di questo percorso a ostacoli con il cenno fatto dalla probabile ri-novella Sindaco al famoso comparto D7 o quel che è, vale a dire quella trentina scarsa di ettari di campagna da adibire a Mega-porco commerciale, voluto anche, soprattutto direi, da quel Pd che “è la mia casa, la mia famiglia” [l’ha detto lei, eh].

Pare che vogliano farlo partire in qualche modo, ‘sto comparto con coordinate da battaglia navale (insieme agli altri s’intende), ma stavolta non come Centro Commerciale (che avrebbe prodotto secondo gli scienziati locali del tempo, primi fra tutti dunque i “compagni”, non meno di 200 posti di lavoro, anzi 300, mi voglio rovinare), ma come “qualcosa d’altro” (immagino che lo verremo a sapere a breve grazie ai succitati muri parlanti che, visto il livello, molto probabilmente si esprimeranno in termini di Galatinaland). Lasciarla intonsa quell’area, dico quel suolo agricolo, manco a parlarne. Tanto ora che l’Ucraina vincerà finalmente la guerra grazie alle armi italiane esenti da Iva il grano e gli altri cereali li riceveremo in abbondanza direttamente da Kiev, sicuramente a prezzo di favore, e magari scortati dal battaglione Azov.

Infine una carezza alle frazioni, definite dalla Sandra Sindaco “Il Nostro Faro”. Quasi mi commuovo. Insomma la guardiana del farò a un certo punto parla di comunità energetiche. E io – che ingenuo – pensavo che le frazioni avessero già dato in termini sia di “transizione” che di “energetica” (o forse era transazione) con quelle centinaia di ettari di pannelli fotovoltaici schierati per esempio intorno a Noha come un plotone d’esecuzione. Dite che prima abbiamo scherzato e che ora si faccia sul serio? Ma sì, basterebbe un bell’impiantino di compostaggio anaerobico di qualche migliaio di tonnellate di rifiuti organici (chissà se Sandra, parlando di frazione, non intendesse proprio quella umida) per la produzione del famoso biogas (con il bio davanti tutto s’illumina d’incenso) e il gioco è fatto. Le grandi imprese non aspettano altro, pronte come sono a venderci il pacchetto (o il pacco) chiavi in mano. È capace che con il biogas a km0 diventiamo del tutto indipendenti dagli idrocarburi russi (come del resto qui nel Salento lo siamo da un pezzo in termini di gas grazie a Tap, o no?). Magari, visto il sodalizio Progressista con i 5 Stelle, si potrebbe pure pensare a una mini-centrale atomica portatile, dico quelle di quarta o quinta (ne ho perso il conto) generazione, se no come fai a trasformare l’utopia in fantascienza.

Ci sarebbe tanto altro da aggiungere, tipo il Punto essenziale ovvero esiziale sulla “raggiungibilità di Galatina” (che come noto è città abbarbicata sul cucuzzolo di una montagna impervia), onde dovremmo aspettarci qualche altra bella rotonda e non so più quanti nuovi ponti o sottopassi o circonvallazioni, rigorosamente green, puntualizziamo, in nome della Rigenerazione Urbana, della Resilienza e giacché pure della Coesione Sociale. Quando si dice una città Smartata.

Non mi è tanto chiaro invece il Punto sulla Cultura, e la sua chiave di lettura. A un certo momento della conferenza stampa la padrona di Casa Antonica, sarà stata l’emozione della seconda volta o forse la stanchezza per tutte quelle domande giornalistiche così ficcanti, ha iniziato a parlare (credo) di “élite”, ergo (immagino) di  “elitismo”, ma continuava a proferire il lemma “etilismo” o “etilitarismo” o qualcosa del genere [ascoltate la registrazione, s’il vous plaît, prima di ri-stracciarvi le vesti e dunque ri-crocifiggermi]: sicuramente avrò capito male io, oppure l’audio in quell’attimo ha invertito l’ordine di successione dei fonemi provocando una metatesi. Sarà più precisa, suppongo, alla prossima conferenza (dei servizi).   

Avrei qualcosa d’altro da aggiungere, se non fosse che rischio di dedicare molto spazio alla Sandra Sindaco, trascurando gli altri tre concorrenti che chissà quanto fremano, scalpitino e friggano per veder pubblicato un articolo uno sulle loro gesta eroiche, diverso dai comunicati stampa redatti dalle loro rispettive Bestie (pare si definiscano così i consulenti assoldati dai politici per le campagne elettorali). E non vorrei che mi denunciassero per omissione di discorso, vale a dire di assenza di articoli sul loro operato, o meglio pensato. Oggi come oggi c’è da aspettarsi di tutto.

Qui mi basti concludere chiedendo venia se non ho fatto cenno agli altri numerosi Punti del programma sandrigno, ma credo che quelli summenzionati siano sufficienti, uniti tra loro con un tratto di penna, a darci un’idea del disegno diciamo politico che apparirà.

In conclusione vorrei solo ricordare che la conferenza stampa oggetto di queste note si è svolta nella sala di un noto bar cittadino, tappezzato, ecco, di tutto Punto. Mo’ non chiedetemi se fosse il bar dello sport, ché certi dettagli sfuggono anche al più acuto osservatore nohano ancora a piede libero. Testimoni oculari (e olfattivi) asseriscono che nell’aere s’avvertiva un inebriante profumo di brioches.

Probabilmente quelle di Maria Antonietta.

Antonio Mellone  

 
Di Redazione (del 06/07/2020 @ 18:34:01, in Comunicato Stampa, linkato 802 volte)

Si svolgerà martedì 7 luglio, alle ore 19.00, presso Palazzo Orsini, la Cerimonia di conferimento del Premio "Città di Galatina – Beniamino De Maria", attribuito a personalità galatinesi e non che, nel loro percorso professionale, artistico e culturale, hanno dato lustro alla Città di Galatina rendendole nel contempo servizi di particolare rilievo.

Saranno assegnati due bienni dell’illustre riconoscimento: (per il biennio 2016-2017) al dottor Antonio De Donno, Procuratore della Repubblica di Brindisi, espressione della costante attenzione per la legalità e per la lotta a tutte le mafie, valori ed impegno che contraddistinguono il Suo operato e l'azione della nostra Amministrazione; (per il biennio 2018-2019) a Nicoletta Manni, prima ballerina al Teatro alla Scala,  simbolo di tenacia determinazione, forza di volontà e grande umiltà, un esempio per i giovani e un fiore all’occhiello per la nostra Terra, dove la Cultura e l’Arte rappresentano volano per la crescita di un territorio e, soprattutto, dell’animo delle persone che lo abitano.

Il Premio “Beniamino De Maria” rappresenta il riconoscimento più alto della Città di Galatina: venne istituito nel 1998 in memoria del compianto e illustre concittadino Beniamino De Maria, deputato all'Assemblea Costituente dal 1946 al 1948, deputato alla Camera dalla I alla VI Legislatura, dal 1946 al 1975 e Sindaco di Galatina negli anni Settanta e Ottanta.

Il Premio viene assegnato ogni biennio da un'apposita commissione, quest’anno presieduta dal Sindaco Marcello Amante e composta dal Prof. Attilio Pisanò, delegato dal Rettore dell'Università degli Studi di Lecce, dal dott. Donato De Giorgi, Presidente dell'Ordine dei Medici, dal parroco della Parrocchia SS. Pietro e Paolo, don Lucio Greco, e dai consiglieri comunali Alberto Noel Vergine e Paolo Pulli.

Alla cerimonia di consegna del Premio "Beniamino De Maria" della Città di Galatina saranno presenti, oltre al dott. Antonio De Donno e a Nicoletta Manni, il Prefetto di Lecce, dott.ssa Maria Teresa Cucinotta, il Presidente della Provincia Stefano Minerva, i membri della Commissione e le altre autorità politiche, civili, militari e religiose. Coordinerà la serata Antonio Liguori, giornalista de “La Gazzetta del Mezzogiorno”.

Ufficio stampa Marcello Amante
sindaco di Galatina (LE)

 
Di Antonio Mellone (del 23/03/2016 @ 18:33:40, in Ex edificio scolastico, linkato 2783 volte)

Egregio Assessore,

a due mesi circa dalla sua cooptazione nella giunta Montagna con la nomina ad assessore ai LL.PP. (vedremo poi il significato che assumerà questo acronimo: per lei e per noi), volevo chiederle se, nel passaggio di consegne, il suo compagno di partito (ormai dipartito), dico l’ineffabile suo predecessore ing. Coccioli, ha avuto modo di parlarle di una sua indagine in corso presso chissà quali uffici (indagine ahimè interrotta sul più bello per intervenute dimissioni) relativa ad uno dei più ingombranti scheletri nell’armadio dell’amministrazione Pantacom tuttora felicemente regnante a Palazzo Orsini: la responsabilità connessa alla dimenticanza di una cabina elettrica necessaria al funzionamento di alcuni impianti e quindi dello stesso centro Polivalente di Noha costato la bellezza di 1.300.000,00 euro di soldi nostri e atteso dagli utilizzatori finali, chiamiamoli così, esattamente da.  

Non pretendo che anche lei indossi i panni di un novello Sherlock Holmes (le cocciolate non sono il mio forte), volevo tuttavia domandarle se e cosa ha escogitato per risolvere questo annoso problema, che – mi dispiace per lei, ma principalmente per noi – ha dovuto ereditare.

Non mi risponda per favore che lei non c’entra nulla, che non sono affari suoi, che non immaginava la complessità delle rogne comunali sul tappeto, ma soprattutto sotto: quando un politico prende il posto di un altro politico accetta l’eredità sic et simpliciter, senza beneficio di inventario.

Gentile Assessore, non vorrei apparirle come un inquisitore papale pronto a puntarle contro un dito lunghissimo e ossuto mentre urla: “Al rogo tutti i pubblici amministratori galatinesi!”, né mi piace stroncare parole, opere e soprattutto omissioni delle cosiddette autorità locali (e dei giornalisti al seguito) per puro esercizio di stile. E’ che quando sento, leggo o vedo alcune corbellerie tali da farmi girare la testa (in verità, in verità le dico, sono altre le cose che mi girano vorticosamente), non posso fare a meno di chiederne pubblicamente conto agli autori e ai loro responsabili, cercando, nei limiti del possibile, di evitare intercalari, epiteti e locuzioni da scomunica pontificia.

A questo proposito, non so se è a conoscenza (se lo fosse ed è rimasto inerte è grave; se non lo fosse, è ancor peggio) di un altro crimine perpetrato a Noha non più tardi di qualche giorno fa. Una mano sacrilega, comandata sicuramente da un cervelletto mentulomorfo, per “pulire” i marciapiedi dagli sporadici ciuffetti di innocua erbetta spontanea ha azionato un irroratore erbicida spruzzando di diserbante (cancerogeno)  buona parte delle povere strade della frazione, lunghi segmenti di prato dei pubblici giardini Madonna delle Grazie, e [non ridere caro lettore, quell’uno che sarai, ndr.] quasi tutto il perimetro dell’orto botanico di via degli Astronauti. Roba da geni in erba (nel senso che si faranno. Magari proprio di erba).

Mi sa dire qualcosa in merito? La prego, Assessore, mi risparmi la faticaccia di chiedere lumi ai politici nohani, con il rischio concreto di eventuali risposte dello stesso acume di quelle che potrebbe formulare un’ameba con l’Alzheimer.

*

Gentile Assessore, le confesso che con il suo insediamento m’aspettavo uno Sturm und Drang un tantino diverso da quello che m’è toccato di osservare da uno dei suoi primi atti amministrativi. Non mi sto riferendo all’ennesima delibera di spesa da parte della sua Giunta per sopperire alle deficienze dei lavori in corso per quella autostrada Salerno-Reggio Calabria che è il Cavallino Bianco (ormai abbiamo fatto il callo non le dico dove), ma al provvedimento di alienazione dei terreni di proprietà comunale, pubblicata a quanto pare sulla Gazzetta Ufficiale, sul Burp e sui due quotidiani più letti in loco, cioè “Il nuovo Quotidiano di Puglia” e “Il Corriere dello Sport – ed. Puglia” [poi uno si lamenta del livello culturale nostrano, ndr.].

Orbene, il terreno che riguarda Noha è un suolo in Via degli Astronauti, con destinazione D2 del PUG [chissà perché questo D2 mi ricorda tanto le zone per fabbricati artigianali, se non per supermercati o addirittura Iper: se ne sentiva giusto la mancanza a Noha e dintorni, ndr.] suddiviso in due lotti, prezzo a base d’asta € 116.240,00 ed € 21.600,00.

Ora, a prescindere dal poveretto che andrebbe a buttar via i suoi soldi per l’acquisto di quei terreni (o dalla Banca Etruria di turno che andrebbe a finanziarlo) le chiedo: ma che male fanno al Comune quei suoli pittoreschi, finalmente incolti, fatti di preziosi prati rocciosi e carsici, ricchi di tanta preistorica autoctona biodiversità, ultimo baluardo privo di cemento, asfalto e inutili volumetrie? Ma vi repelle proprio l’idea di scrollarvi di dosso l’appellativo di Giunta Attila? Vi rendete conto che, con queste genialate, ogni vostra mossa è come quella di un elefante in una biblioteca di libri antichi, e la vostra “politica” come un meteorite in una serra di orchidee?

Non mi dica, per favore, che lo fate per noi, per racimolare un po’ di soldi, magari per sopperire monetariamente alla dimenticanza di una cabina elettrica in un centro Polivalente, o per finanziare i lavori di sistemazione del puteale di una Trozza danneggiata dai Vandali, o per restaurare una torre civica e un orologio fermo dai tempi del Cretaceo, o altre amenità del genere, perché non vi crede più nessuno (eccetto i quei quattro PD, Pragmatici Devoti vostri seguaci). Meglio sarebbe lasciare il mondo così com’è, piuttosto che assediarlo in nome di un attivismo di maniera che non porta a nulla di buono.

Il fine vero, diciamocela tutta, è invece quello di batter cassa, ma nel peggiore dei modi, con la svendita cioè dei gioielli di famiglia (e i terreni, soprattutto quelli intonsi, lo sono. Capisco, la vostra cervice trova particolarmente ostico questo passaggio), pur di allungare di qualche giorno l’agonia delle finanze del nostro Comune, sempre sull’orlo di una crisi di servi.

Gentile Assessore, anche se il buongiorno si vede dal mattino, qualche possibilità vorrei lasciargliela. Le auguro, e soprattutto mi auguro in qualità di cittadino, che per il suo assessorato riesca ad utilizzare la testa e non i piedi (da cui il termine Lavori Podologici, a proposito di LL.PP., assunto di fatto dagli uffici dei suoi augusti predecessori).

Non pretendo che nella sua giunta s’annoverino dei miei ammiratori, né che facciano la ola per i miei interventi su questo sito (figurarsi), tuttavia le chiederei di evitare lo snobismo tipico fin qui registrato dai pubblici amministratori di maggioranza e di opposizione liquida (come direbbe Bauman): il far finta di nulla, il “sopire troncare” di manzoniana memoria, il bendarsi gli occhi, la bocca e le orecchie non pagano più politicamente da un pezzo.

*

Gentile Assessore, nell’augurarle buon lavoro (pubblico), attendo trepidante le sue risposte. Confido che, almeno con lei (scusi la franchezza), si riduca l’alto tasso di scemenze pro-capite che m’è toccato di sorbirmi fino all’altro ieri da parte dei suoi compagni di merende.

Con cordialità.

Antonio Mellone

P.S. La sera di domenica 20 marzo scorso, nelle strade principali di Noha ha avuto luogo una bellissima Via Crucis vivente seguita da oltre mille persone provenienti da ogni dove. Orbene, nonostante le preventive comunicazioni e gli inviti spediti al Comando, non s’è visto in giro per la frazione nessun Vigile Urbano, non per rappresentanza (non sapremmo che farcene) ma per la sicurezza delle strade e il servizio d’ordine. Evidentemente erano tutti alle prese con i sabburchi di Galatina.  

 
Di Redazione (del 11/02/2022 @ 18:30:11, in Comunicato Stampa, linkato 1130 volte)
Nel 2015, da semplice cittadino, mi attivavo affinché gli amministratori pro tempore dotassero le scuole di Galatina di una connessione Internet ultra veloce utilizzando i bandi messi a disposizione dal Governo del tempo.
Sono passati tanti anni e nulla di questo è stato "concretamente" fatto.
In questi giorni mi sono stati segnalati episodi di lezioni a distanza interrotte a causa della scarsa qualità del collegamento, in un episodio ne ho testimonianza diretta.
Sarebbe bello avere Internet ultra veloce nella PA e nelle scuole e a volte basterebbe avere almeno una connessione decente.
Siamo nel 2022 e ancora assistiamo a collegamenti internet ballerini che impediscono di usufruire delle lezioni a bambini e bambine che già patiscono i disaggi dall'essere bloccati in casa dal Covid.
E' compito di noi adulti, tutti nessuno escluso, di adoperarci al meglio delle nostre possibilità per rendere meno opprimente per i bambini questo periodo di pandemia.
7 anni fa ricostruivo il complesso iter burocratico per dotare le scuole di infrastrutture di telecomunicazione moderne. Ovviamente com'è prevedibile i politici e gli amministratori dell'epoca hanno fatto a "gara" di scarica barile.
Se solo allora si fosse affrontato con serietà una questione importante come la connettività nelle scuole oggi avremmo avuto uno strumento in più per superare questo periodo difficile.
Mi auguro che tutto questo sia di insegnamento per il futuro per i politici e per i loro elettori.
 
Paolo Pulli
 
Di Antonio Mellone (del 11/02/2024 @ 18:22:39, in NohaBlog, linkato 791 volte)

Siccome tutto sono men che un tipo politicamente corretto (ergo non è da me fare sviolinate), volevo trovare un difetto uno al Carnevale Sociale di Noha celebrato domenica scorsa. Che so io: il capello di una parrucca fuori posto, una barba finta che non sembrasse vera, un costume dai colori malamente abbinati, il principale carro carnascialesco ingrippato, una coreografia priva di sincronismo, i cavalli nohan-murgesi imbizzarriti, qualche brano musicale stonato, una pubblicità insulsa e dozzinale, un tempo molesto pronto a colpire con freddo acqua e vento febbraiuoli un’organizzazione viepiù abborracciata, un paese apatico allo stato terminale, scarsa partecipazione di pubblico intra et extra moenia, o finanche un tema di fondo acefalo, dico privo di senso compiuto.

Questa volta mi è andata male: niente di tutto questo. Anzi: colori azzeccatissimi manco fossero stati scelti da un armocromista di lungo corso; nemmeno un refolo di vento o una nuvoletta nel cielo di Noha (così bello quando è bello); non un carro in cartapesta incartapecorito o un mappamondo fuori scala. A questo s’aggiunga la colonna sonora scelta con gusto, una partecipazione da parte di cittadini e sponsor che non si vedeva dai tempi di Pappagone, il treno di Harry Potter in perfetto orario in partenza dal binario NOVE (Noha) e 3/4, gli inediti messaggi di invito alla festa  da parte di Nandu Popu, Sabina Blasi e di Tekemaya (e quelli successivi di saluto proiettati su grande schermo da parte di altri amici della comunità nohana), la sicurezza della kermesse in ottime mani di responsabili, vigili urbani e Protezione Civile, e quella decina abbondante di gruppi mascherati esteticamente curati e culturalmente motivati che vanno dai bambini della scuola dell’infanzia San Michele Arcangelo di Noha a quei “ciucci longhi” di Levéra; dagli atleti della Virtus Basket agli studenti dei licei classico e scientifico di Galatina che oltretutto si sono “sfidati a singolar tenzone” sul palcoscenico di via della Pace con musica dal vivo, canti e performance teatrali interessanti e di rilevante spessore educativo (altro che la ribalta dell’Ariston a tratti impregnato di banalità, pubblicità occulte, messaggi dozzinali per masse lobotomizzate, e altre carnevalate del genere horror); dagli splendidi ragazzi di Abilmente Insieme e dei loro encomiabili accompagnatori agli esponenti di Legambiente e di Noi Ambiente e Beni Culturali travestiti da “Masci Sostenibili”; dagli Agribimbi agli altri bimbi degli Istituti Comprensivi di Galatina e Noha che, accompagnati dai loro insegnanti, pure loro in maschera, han dato il massimo con i loro balli di gruppo a soggetto studiato approfonditamente a Nohagwarts School; dagli Zorro della Furia Nohana che hanno aperto la sfilata con un elegantissimo cavallo nero del locale Centro Ippico Sant’Eligio (immagino si chiamasse Tornado, il purosangue, come il destriero di don Diego della Vega) ai vocalist arcobaleno di Gioré che han cantato in coro e a cappella in un intervallo di tempo senza tempo in cui tutto sembrava essersi fermato per l’ascolto, in religiosissimo silenzio, dei motivi preparati per l’occasione.

Ora, siccome “Il cielo è di tutti” non son mancate altre comitive di cui in questo momento mi sfugge la sigla, ma protagoniste al pari degli altri dell’eccentrico veglione all’aperto sparpagliato per strade, piazze, giardini e parchi pubblici nohani, oltre a numerosi altri singolari performer, tipo un’imperdibile Ferragni travestita da Sindaco (con la differenza che questa volta i pandori, più che sponsorizzarli, il personaggio se li era mangiati tutti), un cabarettista scafato, mattatore dello spettacolo collettivo, un fotografo travestito da Antonio Mellone e l’Albino Campa truccato da Nohaweb.  

A proposito di Sindaco, salvo errori e omissioni, sembra che il nostro primo cittadino si fosse volatilizzato nel nulla, eclissato, scomparso dalla circolazione, roba da interpello senza indugio di “Chi l’ha visto?”.  Eppure s’è provato a rintracciarlo nel gruppo dei clown e in quello dei venditori di pentole, ma niente da fare: avranno prevalso sicuramente le sue proverbiali ritrosia e discrezione.

Infine il tema della Pace scelto dagli organizzatori. Non penso proprio si trattasse dell’ecumenica Pace Nel Mondo stile Miss Italia o di quella tipica degli scemi di guerra che, insieme ai giornali al servizio delle macro-direttive a tavolino, usano stilare ignominiose liste di proscrizione di “conniventi con il nemico”, ma quella di chi scende in piazza chiedendo l’impegno diretto di tutti per i cessate il fuoco immediati e l’avvio degli armistizi, invoca la riduzione delle spese militari e quindi lo stop all’invio di armi a destra e a manca, pretende l’apertura dei canali per gli aiuti umanitari e il blocco immediato dell’“esportazione della democrazia” a suon di bombe sui popoli inermi da parte del “moralmente superiore Occidente”.

Il tutto egregiamente sintetizzato, tra gli altri, dai due striscioni presentati dai liceali in corteo: il primo con impresso l’ormai obliato l’art. 11 della Costituzione Italiana, l’altro con una mordace citazione dell’intramontabile Bertolt Brecht: “Generale, l’uomo fa di tutto. Ma ha un difetto: può pensare”.  

Organizzatori e partecipanti tutti, nessun difetto: bravi.

E non meritate 9 e  ¾, ma stavolta dieci e lode.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 11/05/2020 @ 18:21:32, in Comunicato Stampa, linkato 715 volte)

Se l’emergenza sanitaria sembra essere più controllata rispetto a qualche settimana fa, quella economica e commerciale si sta ancora manifestando in tutta la sua gravità.

Molti comuni stanno adottando provvedimenti utili a far ripartire le economie locali e da quello che ci risulta anche la nostra Amministrazione sta pensando ad alcune soluzioni per sostenere la ripartenza economica e commerciale galatinese.

Però pensare non basta più, non c’è più tempo, ora serve decidere. Con l’estate alle porte, con il rischio di collasso di molte attività produttive e con la pericolosa prospettiva di una crisi occupazionale, bisogna agire subito per evitare che i lacci della burocrazia possano rallentare l’adozione di provvedimenti che saranno efficaci solo se adottati prima dell’estate.

Per la nostra realtà locale riteniamo che la priorità in questo momento è capire se e come attenuare il peso della bolletta della TARI soprattutto per le attività produttive. Una bolletta tra le più altre in Provincia di Lecce che se in tempi normali ha sempre rappresentato un peso gravoso sul bilancio delle attività produttive, figuriamoci quale incidenza possa avere adesso che le aziende sono chiuse da mesi e che alla riapertura faticheranno ad avere i regimi di lavoro a cui sono abituate.

Ben venga il rinvio nei pagamenti ma, sempre nel rispetto delle leggi, vorremmo capire se ci sono i margini per tentare di ridurre il costo della bolletta.

Allo stesso tempo, considerando le regole imposte dal Governo inerenti il distanziamento sociale ed il divieto di assembramento, soprattutto per le attività di ristorazione e somministrazione, diventa necessario valutare, sempre in vista dell’estate, nuove soluzioni per quel che riguarda l’occupazione di suolo pubblico, tenendo in considerazione le circostanze straordinarie determinate dall’emergenza.

Come già stabilito da altri comuni che sono partiti prima di noi, concedere alle attività produttive suolo pubblico (porzioni di strada, parcheggi e marciapiedi) in determinati orari e possibilmente esentandoli dal rispettivo pagamento della TOSAP per quest’anno, potrebbe permettergli di ricominciare lentamente a tornare alla normalità, assicurando al contempo il rispetto delle distanze.

Per quanto riguarda invece il cuore della città condividiamo la scelta di sospendere la ZTL, augurandoci però che questa sospensione venga rinnovata quanto meno per tutto il periodo estivo.

Dato che nel centro cittadino sono tante le attività di somministrazione, proponiamo di dotare il centro di nuovi elementi di arredo urbano(panchine, fioriere con posti a sedere, ecc.) che contribuirebbero non solo ad abbellire il borgo, ma sopratutto incentiverebbero famiglie e cittadini a servirsene evitando gli assembramenti nei pressi degli esercizi pubblici.

Alla luce di tutto ciò, con responsabilità e spirito propositivo, invitiamo il Sindaco e l’intera Amministrazione ad assumere in merito a queste tematiche decisioni celeri ed efficaci, ascoltando anche le proposte e le idee degli operatori economici cittadini che meglio di tutti conoscono le criticità ed anche le soluzioni per uscire fuori da questa stagnazione economica e commerciale.

 

Pierluigi Mandorino

Segretario Partito Socialista sez. Galatina

 
Di Redazione (del 30/11/2022 @ 18:15:26, in Comunicato Stampa, linkato 498 volte)

Il periodo più magico dell'anno sta tornando e la città di Galatina tra gli addobbi che illuminano strade e vicoli del centro storico si immerge nell'atmosfera del Natale sorprendendo cittadini e visitatori in un fantastico e intenso show itinerante, con gag acrobatiche e magiche, trampolieri e acrobati circensi, giocolieri, sputafuoco, clown e bolle di sapone.

Torna a Galatina la sesta edizione del “Festival natalizio degli Artisti di Strada” che porterà un tocco di magia allo shopping di Natale nelle tre domeniche del 4 - 11 e 18 dicembre a partire dalle ore 18:30, con una festa lungo le strade del commercio e spettacoli di animazione in movimento.

L’evento, promosso dall’Amministrazione comunale all’interno della rassegna "Il Natale della Civetta" con il Duc di Galatina, è rivolto a tutti, bambini e famiglie comprese, ma soprattutto accompagnerà e allieterà le domeniche di shopping nel centro cittadino, promuovendo e dando risalto al tessuto commerciale del distretto commerciale galatinese, ricco di prodotti di qualità e commercianti e artigiani capaci di accogliere e consigliare sulla scelta di regali adatti ad ogni esigenza.

Obiettivo primario dell’evento è il sostegno verso il circuito locale, facendo squadra in un simbolico patto fra cittadini e commercio locale per salvare le piccole attività e l’economia del territorio. Ogni città si identifica anche con i suoi negozi, ed acquistare in attività gestite da persone che conosciamo, che ci accolgono con affetto, professionalità e che ci forniscono un servizio qualificato non ha paragone.

PROGRAMMA

4 DICEMBRE

- Bikeman – Spettacolo clownesco di circo e pantomima musicale

- Fachiro Nirname – Fachiro mangiafuoco

- Spettacolo di bolle di sapone

- Nuvole bianche – spettacolo su trampoli con effetti pirotecnici + trampolieri itineranti

- Les Fanfaron – band itinerante

 

11 DICEMBRE

- Il Grande Lebuski Show – spettacolo comico circense

- Fashionissima me – Spettacolo comico di acrobatica aerea

- Demenzio – Spettacolo clownesco.

- In Cerchio – Spettacolo acrobatico di circo

- Las Brillantes – Farfalle luminose su trampoli

- Spettacolo di bolle di sapone

- Gamblin Band – Band itinerante

 

18 DICEMBRE

- Compagnia dei girovaghi  - Acrobata aerea, spettacolo di fuoco, Ballerini nella sfera

- Robertino – spettacolo di magia e giocoleria comica

- Spettacolo di bolle di sapone

- Stamu street – Band itinerante

- Il Grande Lebuski Show – spettacolo comico circense

- Fashionissima me – Spettacolo comico di acrobatica aerea

 

Fabio Vergine Sindaco 
Ufficio Stampa 
 
Di Redazione (del 28/04/2017 @ 18:13:54, in Comunicato Stampa, linkato 1702 volte)

Gli avvenimenti che si stanno verificando sullo scenario politico cittadino non cambieranno di una virgola la nostra agenda programmatica improntata sulla stesura di un progetto che possa far rimettere in piedi un territorio che è stato costretto a ingiuste mortificazioni ed umiliazioni da parte di una classe politica inadeguata ed inconcludente.

Ritengo tuttavia necessario affidare qualche riflessione alle Vostre considerazioni, anche in vista dell'ormai imminente appuntamento elettorale di giugno per la scelta della nuova Amministrazione Comunale.

Chi ha seguito con una certa attenzione la nascita delle coalizioni che si propongono come futura classe dirigente non può non aver individuato in alcune di esse una serie di contraddizioni e storture che rimarcano la loro totale inaffidabilità.

Penso per esempio alla crisi esistenziale del Partito Democratico che si frantuma in diverse fazioni contrapposte nel grottesco tentativo di riuscire a recuperare quella credibilità perduta dopo la tragicomica caduta dell'amministrazione Montagna.

Nel disperato tentativo di riconquistare il potere, la vicesegretaria regionale del PD, Sandra Antonica, ha stretto un patto di ferro con due ex amministratori di centrodestra: Pino Romano, ripescato dall'oblio in cui era caduto anche nella stessa Collemeto e Carmine De Paolis, scudiero dell'ex sindaco

Giancarlo Coluccia. Non solo.

Non contenta della sua impresa, prova anche un disperato approccio con Fratelli d'Italia e convince la sua ignara candidata sindaco, Paola Carrozzini, ad ingoiare il rospo.

Tutto questo nella evidente irrazionale logica politica e programmatica e in barba ai valori del centrosinistra e di chi ancora crede nei suoi ideali.

E l'ex sindaco Giancarlo Coluccia? Dimenticando completamente le ingiurie e le diffamanti accuse espresse nei suoi confronti dal socialista Peppino Spoti, che lo spinse alla crisi della sua maggioranza, stringe nuovamente un patto di ferro con lo stesso Spoti e accetta di essere declassato da sindaco a

consigliere comunale. Coluccia e Spoti tirano fuori dal cilindro l'imprenditore Giampiero De Pascalis che, non contento dell'opera, chiama a raccolta anche i PD Piero Lagna e Teresa Spagna, avamposti di un possibile accordo di ballottaggio con quel che resta della sinistra di Sandra Antonica, al secondo turno.

 

Pensate davvero che i vari Coluccia, Spoti, Lagna, Villani, Antonica, Pepe, Romano, debbano ritornare alla guida di una città in ginocchio a causa loro?

Io e la mia coalizione pensiamo proprio di no.

E per questo ci batteremo!

 

Marcello Amante

Polo Civico per Galatina

 

 
Di Redazione (del 04/04/2020 @ 18:13:32, in Comunicato Stampa, linkato 1022 volte)

La Showy Boys ASD Galatina sostiene la campagna di raccolta fondi emergenza Coronavirus “Doniamo Aiutiamo Vinciamo” a favore dell’Ospedale “Santa Caterina Novella” di Galatina. Tutti gli operatori sanitari, ad ogni livello, hanno dimostrato efficienza, competenza ed una grandissima umanità ma, per affrontare l’attuale quadro epidemiologico, hanno bisogno di un massiccio impiego di risorse strumentali, dai presidi di protezione indispensabili a limitare il contagio e di materiali diagnostici.

Grazie alle donazioni ricevute in questi giorni è stato già acquistato, in collaborazione con il Club per l'Unesco di Galatina, su richiesta e per estrema necessità del reparto di malattie infettive e di radiologia dell’Ospedale “Santa Caterina Novella", un ecografo portatile per la diagnosi precoce della polmonite da Covid-19 del costo totale di 17.080,00 euro. Si tratta di un apparecchio di ultima generazione (Samsung HM70 With Plus con sonda CA1-7AD) che rimarrà nella disponibilità dell’Ospedale, al servizio di Galatina e di ogni cittadino di tutta la provincia che ne abbia bisogno. E’ stato dato un grande esempio di unione e di collaborazione che ha portato a raggiungere un primo e concreto risultato.

La Showy Boys rivolge un invito ai suoi tesserati, all'intero movimento bianco-verde ed a chiunque volesse dare un contributo, anche piccolo. E’ possibile fare la propria donazione tramite bonifico sul conto corrente bancario dedicato ed esclusivo per la campagna raccolta fondi, il cui ricavato sarà utilizzato per rendere più funzionale il “Santa Caterina Novella” secondo le indicazioni ricevute dalla direzione medica dello stesso.

Qui di seguito le coordinate da utilizzare per inviare le proprie donazioni:

IBAN: IT63O0103079651000011729180 intestato a APS Inondazioni presso la Banca Monte dei Paschi di Siena di Galatina (se possibile prediligere la modalità bonifico immediato) con causale: Covid19 Ospedale di Galatina – donazione.

Continuate a donare, tutti insieme ce la possiamo fare. #doniamoaiutiamovinciamo

Per informazioni:

Whatsapp:324-5848736
Email: doniamoaiutiamovinciamo@gmail.com
Pagina Facebook: doniamoaiutiamovinciamo

www.showyboys.com

 
Di Redazione (del 18/06/2017 @ 18:13:22, in Comunicato Stampa, linkato 1747 volte)

Ancora una volta il candidato sindaco Giampiero De Pascalis millanta meriti per presunte agevolazioni ai cittadini da lui ottenute dopo incontri non confermati dal commissario Guido Aprea.

In merito al pagamento della prima rata Tari ci tengo a precisare che il termine ultimo per poter pagare senza incorrere in sanzioni è il 17 luglio (essendo il 16 festivo) e non, come falsamente sbandierato, il 31 luglio.

Già da anni, in base al Regolamento TARI, si può pagare entro trenta giorni dalla scadenza della rata senza incorrere in sanzioni che scatteranno inevitabilmente per tutti quei cittadini indotti in errore dall’errata indicazione di De Pascalis che potrebbe indurli a pagare dopo il 17 luglio.

Non si può giocare con notizie completamente errate sulla pelle del cittadino!                       

Dispiace dover assistere a patetiche mistificazioni al solo fine di strappare consensi elettorali. Per quanto mi riguarda, mi impegnerò ad individuare e percorrere tutte le possibili strade per giungere ad un tributo meno oneroso e compatibile con le varie situazioni economiche di tutti i cittadini galatinesi.

Marcello Amante

 
Di Redazione (del 04/04/2020 @ 18:10:34, in Comunicato Stampa, linkato 757 volte)

Circa due settimane fa, noi, i ragazzi di Fero Think-Tank, abbiamo deciso di affiancare nelle dura lotta al Covid-19 i medici, gli infermieri e le forze dell’ordine attraverso la nostra arma più forte, quella che più di tutte caratterizza la nostra generazione: la tecnologia. Grazie all’ausilio delle piattaforme social, di un PC e di uno Smartphone per tenerci sempre in contatto, siamo riusciti a veicolare un messaggio di solidarietà e beneficenza per noi importante e siamo orgogliosi di aver riscontrato un così tanto seguito e apprensione circa la nostra causa da parte dei galatinesi. In tanti hanno deciso di aiutarci (e qui vorremmo dire grazie a due instancabili “amiche” per l’impegno ed il loro aiuto in questa giusta causa). Ma la risposta più bella è arrivata da chi ci è vicino. Moltissimi ragazzi hanno collaborato con noi, donando e condividendo il nostro messaggio. E noi non possiamo esimerci dal ringraziarli perché, grazie anche a loro, abbiamo dimostrato che anche i giovani possono essere esempio di partecipazione e abnegazione verso la comunità (nonostante lo scetticismo e diffidenza che aleggia sulle nostre capacità). I dati della nostra campagna benefica parlano di un totale di oltre 12.000€ raccolti attraverso la piattaforma GoFundMe con la campagna “UN AIUTO PER GALATINA: sosteniamo la sanità del meridione con una T-Shirt” e l’iban messo a disposizione della Nucleo Operativo Protezione Civile – Onlus Galatina.

Oggi però a far paura non è solo la pericolosità del virus, ma anche la richiesta di aiuto a causa dell’assenza di lavoro. Per porre rimedio alle difficoltà dei cittadini, delle famiglie e degli anziani che, in questo momento di emergenza, si trovano in uno stato di necessità e di forte bisogno, noi ragazzi di Fero abbiamo deciso di proporre un’iniziativa che vedrà protagoniste tutte le attività commerciali locali autorizzate alla vendita di generi alimentari e beni primari e tutti i cittadini che credono nel valore della solidarietà. In ciascun punto vendita aderente già da alcuni giorni è stato predisposto un apposito carrello affinché si possano raccogliere beni alimentari o di prima necessità donati dai singoli cittadini. Attraverso l’aiuto dei volontari del Nucleo Operativo della Protezione Civile, poi, i beni sono consegnati ogni giorno presso il centro operativo cittadino Caritas.

Noi non ci fermiamo. E insieme a voi ce la faremo.

Area Comunicazione Think-Tank "Fero" 

 

Il tempo è galantuomo. È trascorso circa un anno e mezzo da quando il MoVimento 5 Stelle di Galatina, attraverso il suo portavoce comunale e gli attivisti tutti, denunciarono la sciatteria dell'amministrazione comunale che si fece sfuggire un bando regionale con in palio 15 mila euro per la pulizia straordinaria di strade extraurbane. Anche in quell'occasione si richiedeva un piccolo cofinanziamento a carico del Comune per il trasporto dei rifiuti raccolti. All'epoca il MoVimento, a fronte di queste rimostranze, fu snobbato e liquidato con questa lapidaria spiegazione addotta dal sindaco Amante e la sua squadra: "Non ne abbiamo bisogno". 
E poi? Coup de théâtre! Soltanto adesso il primo cittadino scopre, con grande sorpresa, quello che questi bandi rappresentano per le comunità: un'opportunità.

Pur essendo contenti per la nostra cittadina, oggi non possiamo far altro che constatare con amarazza che le eccezioni adotte all'epoca dal'assessore al ramo, Cristina Dettù, erano soltanto scuse: nel 2017 ci fu risposto che il Comune non necessitava di reperire finanziamenti extra atti alla pulizia straordinaria. Tale attività -sempre a dire dell'amministrazione- rientrava a pieno titolo nel capitolato d'appalto sottoscritto con Monteco srl. E adesso? Improvvisamente questi soldi servono! Di più, ben vengano!

E non finisce qui. Proprio il sindaco Amante e l'Assessore all'Ambiente Dettù oggi si dichiarano soddisfatti sia del risultato ottenuto, che del lavoro svolto dal personale dagli uffici preposti. Lo stesso che avrebbe potuto concretizzarsi, di fatto, un anno addietro, se solo qualcuno avesse dato ascolto al MoVimento che, lungi dal voler polemizzare a tutti i costi sul “non fatto” amministrativo, si è sempre dimostrato ben disposto al confronto finalizzato al benessere della città. Buoni propositi che si sono scontrati, tristemente, con la realtà.

M5S Galatina

 

Il nostro costante impegno, le nostre puntuali denunce a tutela dell’ambiente della nostra Città sta riportando risultati positivi.

Finalmente, Piazzale Stazione e i Giardini Papadia sono stati liberati dalle erbacce che avevano invaso le aiuole e i marciapiedi; rimangono le parti secche  degli alberi che stanno prendendo il sopravvento su quelle ancora verdi. Quest’area, per chi si reca in Stazione o nel vicino laboratorio analisi, rispetto a ieri, ha ora un’immagine già diversa, per renderla ancor più presentabile e vivibile occorre effettuare altri lavori.

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 56 del 6 marzo 2021 è stato pubblicato il DPCM del 21 gennaio 2021, con il quale vengono messi a disposizione dei comuni “contributi per investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale”. Saranno finanziate anche singole opere comprese quelle inserite nell’elenco delle incompiute. I finanziamenti sono finalizzati a ridurre e a migliorare la qualità del decoro urbano. Il limite massimo, per uno più progetti, è di 5 milioni di euro per i comuni da 15.000 a 49.999 abitanti. Sono otto i comuni della nostra provincia che possono beneficiare, tra questi la nostra Città, le domande vanno presentate entro il 4 giugno 2021, sul modello telematico predisposto dal Ministero dell’Interno. Le risorse, a cui possono attingere i comuni italiani, ammontano a 8,5 miliardi, da spendere in dieci anni, con programmi triennali, a partire dal 2021-2023 e sino al 2032.

E’ una occasione ghiotta per il nostro comune, sempre a corto di soldi da spendere per queste finalità. Occorre fare subito la ricognizione delle aree periferiche, zone di verde, edifici pubblici da inserire nelle domanda. Ad iniziare da Piazzale Stazione, con l’adozione di un piano di ristrutturazione complessiva, la sistemazione adeguata del piazzale antistante l’ingresso, il restauro del “Monumento al Marinaio” che domina il centro dei giardini, la rimozione della struttura e delle pensiline, delle colonnine di erogazione e dei serbatoi interrati  della società SP Energia Siciliana, ormai fuori uso da tantissimo tempo.

Come avvenuto nel passato, per la rimozione di quella della TotalEg, sita in Piazza Alighieri, anche questa da tempo inutilizzata, si è dovuto attendere l’ottobre del 2014. Le compagnie petrolifere sono così solerti quando devono attivare una stazione di servizio, ma lentissime quando occorre dismetterla. La società in questione, da notizie ricavate tramite Google, sembra sia fallita lo scorso anno (il Sindaco, attraverso i canali ufficiali, potrà verificare la notizia).

Il Coordinamento cittadino del PD si augura che, al contrario di quanto accaduto di recente e come da noi denunciato, il comune si attivi per progettare gli interventi e presentare la richiesta di finanziamento.

PARTITO DEMOCRATICO

COORDINAMENTO CIRCOLI GALATINA

 
Di Andrea Coccioli (del 24/10/2017 @ 18:08:16, in Comunicato Stampa, linkato 1151 volte)

Per celebrare il proprio congresso cittadino il Partito Democratico di Galatina ha inoltrato richiesta e ha ottenuto da P.Art (concessionario di una parte del Palazzo della Cultura) l'utilizzo dello spazio denominato "Sala Celestino Contaldo" ingresso Via Cafaro 2
Il M5S come al solito non si informa e segnala pubblicamente, anche agli organi di stampa, notizie completamente prive di fondamento. Hanno perso un'altra buona occasione per tacere e manifestare rispetto. Galatina non ha bisogno dei M5S e del loro populismo.
 

Andrea Coccioli

Segretario PD Galatina

 

Gli esperti dirigenti della società si guardano intorno proponendo pacchetti pubblicitari e visibilità alle realtà imprenditoriali locali e non solo, la vetrina offerta dall’Olimpia Galatina è senza ombra di dubbio un’importante finestra dalla quale allargare i confini della zona Galatinese solcando i parquet dei più importanti palazzetti del sud Italia. Si tratta di un prestigioso cammino che dev'essere sostenuto e dal quale si possono trarre al contempo prestigio e visibilità.

L' invito a sostenerci in questa delicata fase è esteso a tutti coloro i quali volessero investire sui colori di questa dignitosa maglia che ha chiuso egregiamente il suo primo campionato di serie B e si accinge a disputare una nuova stagione puntando possibilmente sempre più in alto!

Chiaramente è doveroso rivolgersi alla futura amministrazione Comunale che in primis trae vantaggio e lustro da questo gruppo di appassionati, che portano in alto il nome della nostra amata cittadina. Sostenere l'Olimpia Galatina infatti non significherebbe solo visibilità, le ricadute sarebbero molteplici oltreché reciproche, potrebbe essere l'occasione giusta per far avvicinare ad uno sport sano come il volley giovani e meno giovani, aumentando l'interesse cittadino per questo bene comune, creare dunque quella rinomata "cultura dello sport" spesso occasione di riscatto di tante realtà del Sud..!

Non ci rimane che ringraziare chi ha già attivamente sostenuto e sosterrà l’Olimpia e tutti coloro i quali sceglieranno di crescere insieme a noi...

Per info: 338.8540370 e-mail:olimpiagalatina@libero.it

Forza Olimpia..!

 
Di Redazione (del 27/02/2021 @ 18:06:48, in Comunicato Stampa, linkato 818 volte)

La Procura di Lecce ha aperto tre fascicoli d'inchiesta sulle occupazioni abusive di alloggi popolari in provincia, oggetto di più esposti depositati dal portavoce salentino alla Camera dei deputati del M5S, Leonardo Donno.

Gli esposti sono il frutto di richieste di accesso agli atti avanzate nei confronti di Arca Sud, ente gestore degli alloggi, e di specifici episodi di dubbia natura di cui il parlamentare è venuto a conoscenza ed ha subito denunciato. Numeri su pratiche di decadenza e sgomberi al palo allarmanti in tutto il Leccese, lettere di sollecito ad intervenire inviate ai sindaci e spesso cadute nel vuoto, confronti con la Prefettura culminati nella tanto attesa, seppur timida, accelerata sul fronte sfratti degli abusivi: negli esposti c'è tutto questo e, di conseguenza, la richiesta di fare chiarezza su un iter di ripristino della legalità troppo lento e cavilloso ovunque. Il tutto a danno dei cittadini che avrebbero diritto ad un alloggio, salvo poi ritrovarsi per anni "parcheggiati" in graduatorie che non scorrono mai.

Titolari dei fascicoli d'inchiesta sono i Pubblici Ministeri Roberta Licci, Donatina Buffelli e Maria Vallefuoco. Le ipotesi di reato: invasione di terreni o edifici e rifiuto ed omissione di atti d'ufficio.

«Sono felice che la Procura abbia preso in carico la mia richiesta di far luce su una serie di vicende dai contorni poco chiari - commenta il deputato - Nell'esposto del 24 novembre dello scorso anno, ho chiesto di accertare un episodio che, se confermato, sarebbe gravissimo. In una registrazione di chiamata, di cui sono venuto in possesso, una residente di un alloggio popolare neretino riferiva ad un suo interlocutore della presenza di nuovi occupanti abusivi nel suo condominio. Questi ultimi - a dire della donna - sarebbero stati autorizzati ad occupare l'alloggio da un esponente della politica locale, vicino al sindaco Mellone ma non facente parte dell'amministrazione. Non finisce qui. Questo personaggio, anche a valle dell’intervento della Polizia Municipale, avrebbe invitato gli agenti a non procedere con i controlli del caso, consentendo l’accesso indisturbato agli immobili da parte degli occupanti abusivi, previo abbattimento delle porte». Questo, in sintesi, il contenuto della telefonata di cui Donno è venuto in possesso e che pure ha messo a disposizione degli inquirenti.
Nel primo esposto risalente a Gennaio dello scorso anno -continua Donno- ho chiesto di fare chiarezza, in generale, sull'iter di sgombero e assegnazione degli alloggi popolari a Lecce e provincia. Un percorso evidentemente troppo lento, cavilloso e, spesso, inconcludente. Fatto, quest'ultimo, certificato dai numeri allarmanti sulle occupazioni abusive in tutto l'hinterland leccese emersi dalle risposte fornite da Arca Sud alle mie richieste di accesso agli atti».

Donno porta avanti questa battaglia da circa due anni. «L'ultimo esposto, risalente al mese scorso - ricorda ancora il deputato - chiama in causa il primo cittadino del Comune di Otranto. Stando a quanto ho appurato, proprio il sindaco Cariddi sarebbe destinatario di un provvedimento di decadenza dall'assegnazione di un alloggio ArcaSud ancora oggi intestato a suo nome. Come è facile intuire, da più di tre anni (ossia dall'inizio del suo mandato) ne ha di certo perso il diritto, avendo una fonte reddituale non corrispondente ai criteri di assegnazione di una casa popolare. Eppure quell'abitazione popolare è ancora nella sua disponibilità. Il sindaco ha dichiarato di essere promissario acquirente dell'abitazione in questione. Alla Procura dunque - precisa Donno - ho chiesto di approfondire questa situazione, che chiama in causa ancor più da vicino le istituzioni. Auspico dunque che anche su questo episodio sia fatta chiarezza, per fugare ogni dubbio».

«Era il 24 luglio del 2019 -ricorda infine il deputato- quando, per la prima volta, ho reso nota la mia battaglia sul fronte occupazioni abusive degli alloggi popolari nel Leccese. I dati parlavano chiaro: si sono succedute lettere ai sindaci, incontri in Prefettura e interrogazioni ministeriali. Da allora, a timidi e lenti passi, qualcosa si è mosso. Ci sono sindaci che non hanno mai risposto alla missiva nella quale esortavo al ripristino della legalità. Quello che del resto si chiedeva - rimarca Donno - è il rispetto dei diritti delle persone da anni in graduatoria, in attesa di un alloggio che per Legge gli spetta. Nessuno ha chiesto di “buttare in strada” povera gente, nessuno. Ma di applicare i giusti criteri di assegnazione, questo sì. Soprattutto a fronte delle tante, tantissime famiglie che nel tempo hanno perso l’idoneità a poter fruire di un alloggio popolare, risultando oggi capaci di sostenere la spesa di un regolare affitto. Senza dimenticare poi - incalza Donno - tutti coloro che hanno trasformato le abitazioni popolari in depositi di mobilia o, peggio ancora, case-vacanza di soggetti già noti alle Forze dell’ordine e sicuri che la Legge non valga per tutti.

Gli approfondimenti che il sottoscritto ha condotto, e intende continuare a condurre - conclude - sono finalizzati proprio alla tutela dei più fragili, di chi subisce ingiustizie in silenzio e attende il suo turno per anni, parcheggiato in una graduatoria che non sempre è garanzia di legalità e giustizia. In tutto questo, il ruolo delle istituzioni deve essere nitido, trasparente e ben definito. Adesso non ci resta che aspettare che le indagini facciano il loro corso».

M5S

 

Nell’ottica della ricerca di soluzioni utili alla ripresa economica di attività commerciali che hanno particolarmente sofferto la chiusura per l’epidemia di COVID-19, la giunta comunale nella seduta odierna ha dato indirizzo agli Uffici Comunali competenti affinché pongano in essere ogni azione utile finalizzata a concedere gratuitamente l’utilizzo di aree pubbliche disponibili da destinarsi alle occupazioni con tavolini, sedie, dehors.
Inoltre è stata data indicazione di derogare, ove possibile, alle limitazioni di superficie occupabile per una superficie massima pari al 100% rispetto a quella già autorizzata. Tale percentuale potrà essere aumentata qualora risultasse inadeguata alle caratteristiche dell’attività interessata.
In ultimo è stato deciso di adottare, nel centro storico cittadino, specifiche limitazioni alla circolazione a tutela degli ampliamenti ed in funzione della possibilità di ampliamento degli spazi richiesti.
In settimana continuerà il confronto con le associazioni dei commercianti al fine di valutare le indicazioni del prossimo DPCM ed assumere altre iniziative utili al rilancio delle attività.

L’Assessore alle attività produttive

Nico Mauro

 
Di Albino Campa (del 16/09/2010 @ 18:04:00, in Comunicato Stampa, linkato 3596 volte)

La nostra richiesta di partecipazione non è caduta nel vuoto. Le adesioni sono pervenute da diversi fronti: l'account aperto su facebook "Comitato Cambiamo Aria Galatina" ha raccolto centinaia di contatti in poche ore; singoli, associazioni e forze politiche hanno condiviso le nostre preoccupazioni e la nostra mobilitazione. Diverse sono le attività del comitato messe in cantiere atte a portare a conoscenza della collettività le nefaste conseguenze che deriverebbero dal coincenerimento del CDR nell'impianto della Colacem S.p.A., in aggiunta alle già inquinanti attività industriali presenti nella zona. La prima azione ci ha visti presenti presso la Commissione Ambiente tenutasi mercoledì 15 c.m., alla quale hanno partecipato tutte le realtà istituzionali del territorio maggiormente interessato, le quali hanno confermato la propria posizione contraria alla co-combustione di CDR. Una nostra delegazione ha protocollato e consegnato al Presidente Gabellone la proposta di delibera presentata dalle minoranze nel consiglio comunale di Galatina del 13 c.m., corredata da una lettera di presentazione che sintetizzava tutte le nostre posizioni. Abbiamo con soddisfazione preso atto della determinazione del Presidente Gabellone di tutelare come interesse primario la salute dei cittadini, andando a valutare con attenzione e rigore le conseguenze sul territorio del co-incenerimento del CDR, coinvolgendo ARPA e ASL quali enti accreditati alla rilevazione e studio degli effetti sull'ambiente. Al comitato "Cambiamo Aria" sino ad oggi hanno aderito:
I Consiglieri Comunali: Piero Lagna, Antonio Pepe, Daniela Sindaco, Daniela Vantaggiato, Azione Giovani, Azzurro Popolare, La Destra, Federazione della Sinistra, Galatina Tricolore, Generazione Italia, I Giovani Democratici, Italia dei Valori, Partito Democratico, Il Popolo di Galatina, Sinistra Ecologia Libertà, Adusbef, ARCI Kilometro 0, Azione Universitaria, Boys Arte e Cultura, Città Nostra, Comitato per la difesa dell'ospedale e dei cittadini, I dialoghi Nohani, Lega Italiana Lotta Tumori, Unione degli Studenti. Le adesioni sono aperte a chiunque condivida il nostro progetto e a chiunque voglia informarsi sulle nostre posizioni. Il comitato si riunisce quotidianamente presso la sede UDS -Unione degli Studenti- in Via Scalfo 46 a Galatina dalle 21 in poi.

Il Comitato cittadino "Cambiamo Aria"

 
Di Antonio Mellone (del 24/07/2021 @ 18:03:33, in Fetta di Mellone, linkato 674 volte)

Per quanto tu ti possa sforzare di fare un po’ di satira, che come noto è fiction piena zeppa di verità, ci sarà sempre qualcuno in grado di farti planare al livello del marciapiede, in questo caso della scogliera, battendoti con l’esperienza.

E qui si parla di satira preventiva, nel senso che pensavi di aver previsto tutte le eventuali eccezioni ai tuoi discorsi moralistici e da nichilista visionario cui non va mai bene niente: allocuzioni tese alla preservazione degli usi civici di accesso al mare (roba da diritto romano, signora mia, anacronistica, vecchia e pure prescritta), pervase di nostalgia per un litorale un tempo relativamente libero dall’entropia (variante endemica dell’antropia) e dunque di un angolo di paradiso ucciso a colpi di lidi da middle class (ma Antoniomellone, un po’ di adattamento alla realtà, suvvia), l’ultimo dei quali provvidenzialmente appellato Frescura (finalmente un po’ di contrasto al surriscaldamento globale); e invece no, c’è chi ne sa più di te in termini di pasquinate, sì da ambire al palmarès del festival di Forte dei Marmi.

E non parlo mica degli interventi ecumenici da parte di un’opposizione che si crede di sinistra, né della cultura ufficiale che forse ha scordato che il Piano Coste neritino non è nato ieri l’altro bensì al tempo dei “compagni” (di merende), e nemmeno del giornalismo cittadino talmente cerchiobottista da fare invidia al sempiterno doroteismo democristiano: evidentemente una porta di mare vale l’altra, atteso che in  loco l’accesso al pelago può serenamente essere rappresentato da un lido (o da un sepolcro) imbiancato.

Parlo invece di un anonimo portavoce del pensiero meridiano, quello del diciamo buon senso comune spiaccicato sui social media; il quale, glossando su bacheca altrui un mio precedente pezzo riguardo a tutto questo bel popò di Frescura a responsabilità limitata, dando fondo a liriche nonché commoventi anafore, così si espresse:

《Vedo una struttura architettonicamente piacevole ed integrata [ma come sono piacevoli e integrati quei cuscini a pagamento che fan pendant con la scogliera. Per non parlare del gruppo elettrogeno: la morte sua proprio. I ginepri, invece, se ne tornassero in Fenicia], completamente amovibile, collocata su zona inutilizzata di “cozzi” [e ‘sti cozzi, direbbe quello, ma guai a lasciare in pace le cose inutilizzate, specie se selvagge. Quanto all’amovibilità, mi sembrava di aver letto qualcosa altrove, ah sì, sul mio precedente pezzo].

Vedo una passerella/scalinata stretta e lunga per consentire agli ospiti di raggiungere il mare [chi parla di Forche Caudine sarà rimasto all’epoca dei romani: a proposito di diritto romano. E chissà che con i tempi che corrono non richiedano pure il green pass appena varato dal Congresso di Vienna].

Vedo un’iniziativa imprenditoriale dietro la quale c’è il pagamento di una concessione e che creerà ricchezza e darà posti di lavoro [ricadute, siore e siori, da Recovery].

Vedo una struttura che sarà motivo di scelta del luogo di vacanza per il turista che, oltre alla bellezza dei luoghi, sceglie sulla base dei servizi e delle strutture offerte [su questo, sconfitto a tavolino, mi arrendo con le mani in alto. Ma imperterrito il vate prosegue].

Vedo delle persone che stanno puntando su un’iniziativa imprenditoriale piuttosto che puntare sul reddito di cittadinanza [questa non è di Renzi eh, ma del suddetto uomo qualunque, antropologicamente ben rappresentato in Salento e fuori].

Vedo una struttura che può richiamare un turismo familiare piuttosto che di rasta e punkabbestia [colpito e affondato]》.

Ora. Mi han definito in mille modi: complottista, negazionista, antiscientista, estraneo al consorzio civile, eterno scontento, estremista, fautore del no a tutto, e persino misoneista. Mi mancava giusto rasta e punkabbestia.

Vedi mai che avere la nausea per certe “novità” e nostalgia della spiaggia libera è più sovversivo di un rave party.

L’altro giorno mentre mi cotonavo i capelli, sentivo che qualcosa non andava liscio. Saranno i soliti nodi che vengono al pettine, mi dicevo.

Erano i dreadlocks.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 27/08/2023 @ 17:56:11, in Fetta di Mellone, linkato 585 volte)

Per quanto tu possa sforzarti di concepire una vignetta, architettare un meme, pensare dei calembour, vergare una fetta di Mellone (di quelle che gli intelligenti artificiali non capiscono manco quando gliela spiega un giudice), la realtà sarà sempre più tragicomica di ogni fiction.

Non più tardi di un paio di mesi fa, intervistato da TelepagliaroRama, l’Uomo della Provvidenza, vale a dire il Sindaco del mio comune, così si esprimeva testualmente: “Bisogna fare un’opera di persuasione alla pazienza. Abbiamo un grande appuntamento con la storia […], che chiede un contributo di pazienza [‘ntorna, ndr.] a tutti i cittadini di buona volontà. Ci saranno inevitabilmente dei disagi, ma è proprio in questi momenti che si vede lo spirito, la maturità di una comunità”. Vai a scoprire che quel grande appuntamento con la storia era il concerto per il Ventennio dei Negramaro, mentre gli inevitabili disagi e il contributo di pazienza l’inscindibile binomio a carico di migliaia di “invitati” (le virgolette stanno a indicare a pagamento) che han potuto partecipare alla festa di compleanno della storica band del buco salentina soltanto con il proprio portafoglio e con copiose castime da scomunica petrina.

Qualche mese prima, il suddetto Sindaco, “con il cuore pieno di gioia e con un entusiasmo forte” (e con un’enfasi degna di un cerimoniale di stato), in un altro video pandemico - lui assiso al desco sindacale, la sua giunta start-up e i consiglieri di maggioranza schierati in piedi alle sue spalle come un plotone di esecuzione (noialtri, al di qua dello schermo, nel ruolo di condannati) - aveva rivolto urbi et soprattutto orbi il suo “invito strepitoso” a non prendere appuntamenti per il 12 agosto 2023, in quanto: “[…] Vi aspetto per ballare e cantare a squarciagola sotto il palco dei Negramaro”. Il filmato terminava tra i sorrisi radiosi degli astanti e la loro manina mossa come un emoji in segno di saluto.

Insomma uno spottone da fare invidia contemporaneamente al “Pliis visit Italy” del miglior Rutelli, all’“Open to Meraviglia” della Santanchè in Visibilia e alla “Guerra al lardo” dell’allora incensurata Wanna Marchi. Io m’aspettavo che da un momento all’altro il leader Nato [“Leader si nasce, non si diventa”, asserì con grande slancio il nostro Figlio del Secolo durante un comizio elettorale, pardon “bagno di folla”, annientando in un nanosecondo non so quanti lustri di Business School, ndr.], si mettesse a urlare ossessivamente: “CHIAROOOO?”. Sta di fatto che un guru del marketing di tal calibro sarebbe in grado di venderti la Pupa con tutta la vasca, come manco Totò la fontana di Trevi all’americano.

Peccato che per la serata del 12 agosto scorso avevo, come si dice, precedenti impegni, se no quasi certamente avrei ceduto all’invito del nostro Product Manager di fiducia, acquistando anch’io il biglietto gratta-e-vinci per l’imperdibile “concerto epico” [sic].

Veramente l’attributo epico, nel senso di eroico, toccherebbe di diritto allo spettatore, anzi aspettatore. Pare, infatti, che i modi più sbrigativi per atterrare nel novello “Campovolo” [sic] ribattezzato per l’occasione Sfortunato Cesari fossero o il drone portapersone o il teletrasporto studiato in meccanica quantistica: ai classici automuniti, invece, è toccata l’inesorabile processione dei misteri del sabato santo (a Galatina slitta di un giorno), sicché i sette dolori questa volta sarebbero concentrati tra i piedi e quell’altra parte del corpo usata metaforicamente per indicare la fortuna.

E così quasi tutti i giornali anziché uscire con il preventivato “Meraviglioso” a caratteri cubitali, han dovuto ripiegare su titoli ben più prosaici, tipo “Il più grande disastro organizzativo della stagione” per raccontare della sventura concertistica a pagamento, degli incolonnamenti del traffico stile Bombay, del parcheggio P2 esaurito prima del tempo (Licio Gelli, a quanto pare, colpisce anche da morto), della mega-figura di stallatico di un’intera città, e del fatto che ormai senza il dono della bilocazione (tipica di alcuni santi: per esempio Sangiorgi) è pressoché impossibile assistere a certi appuntamenti con la storia.

Il resto è appunto storia contemporanea, tipo i post post-concerto del nostro Fabio verginello (geniale la foto del primo cittadino assiso in mezzo al pubblico, della serie: “Io sto qua e voi fuori, tie’”), le sue elucubrazioni da medaglia d’oro di alpinismo sugli specchi con quel “sospetto di overbooking” del parking [cfr. Comunicato Città di Galatina 14/8/2023, ndr.] (ma sbaglio o fu egli medesimo a scrivere nel necrologio in memoria della buonanima di Silvio - evidentemente suo maître à penser - che per gli imprenditori come loro 2+2 fa sempre 8?), e ancora “noi siamo per il fare e non per il non fare” (e meno cazzate no?), senza scordare il foscoliano “Galatina mia” (ho ancora la pelle d’oca), e “questa serata è solo l’inizio di un lungo percorso” e “lo rifaremmo mille volte” (in pratica una minaccia), e altre spiritosaggini della collana “l’analisi di quanto accaduto” (siamo ancora in attesa del relativo referto), per non parlare del ritorno di immagine per Galatina (un affarone; altro che una percentuale dell’oltre milione e duecentomila euro di incassi per il genetliaco di uno dei gruppi “più apprezzati a livello internazionale”). Tralascio infine i comunicati istituzionali da Istituto Luce, e gli alti lai dei followers in difesa del loro beniamino anzi, viste certe penne, dei pollowers – un esempio fra tutti quello del tizio che blatera di “4 detrattori sfigati” (senti chi parla).

In effetti è dura passare d’emblée dal concerto dei Negramaro a quello dei Cazziamari.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 10/01/2021 @ 17:46:59, in Comunicato Stampa, linkato 698 volte)

Il Partito Democratico condivide e sostiene l’appello lanciato dal Presidente  del Circolo Athena, prof. Rino Duma. Una condivisione non formale, perché siamo convinti che, con la cessazione delle sue attività, andrebbe cancellata una pagina importante della cultura galatinese.

Le istituzioni pubbliche, in  prima persona il sindaco, Marcello Amante, a cui da tempo è stato sollecitato un intervento, aderiscano a questa richiesta, convocando le parti per ricercare una soluzione adeguata. A partire dalla richiesta più  impellente, quella di avere una nuova sede in comodato d’uso, da individuare tra i tanti immobili non utilizzati, di proprietà del comune.    

L’attività cinquantennale del Circolo non può andare perduta, non solo perché rappresenta un luogo di incontro e di socializzazione, ma soprattutto per l’attività culturale sviluppata in tutti questi anni, conosciuta non solo nel ristretto ambito cittadino e provinciale, ma in tante altre parti del nostro Paese. 

Il premio letterario Athena, la cui prima edizione risale al 1986, e che ha visto tra i giudici qualificati rappresentanti del mondo culturale, Zeffirino Rizzelli, Donato Moro, Aldo Vallone, Ennio Bonea, Donato Valli, Paola Calabro, Lucio Romano e don Salvatore Bello, riscuote grande successo con la partecipazione di concorrenti provenienti da ogni parte d’Italia. Così come l’impegno editoriale con la bella rivista “Il Filo di Aracne”, periodico bimestrale con diffusione gratuita (un principio a cui si è attenuti anche in momenti di difficoltà economiche), di cui pochi esempi si possono annoverare nella nostra provincia, ogni numero, il primo è del 2006, rappresenta uno spaccato delle tradizioni storiche, culturali, sociali di Galatina e del Salento.

Tutto questo non può cessare! Sosteniamo l’iniziativa “AmoAthena”, invitiamo quanti vogliono aderire, telefonando al 328 – 6774482 o scrivendo la propria solidarietà sul sito Facebook della rivista “Il filo di Aracne”. 

PARTITO DEMOCRATICO

CIRCOLO DI GALATINA

 

È un momento della storia galatinese troppo importante per lasciar correre e stare al gioco di liturgie che sono inutili e pericolose. Mettiamo un punto di verità.

Come avevamo annunciato già da tempo si è creata una saldatura conservatrice e restauratrice nella città, che non credo riuscirà nel suo intento.

Cercano di farsi spazio personaggi politici scaltri, preparati nell’arte dell’alta strategia e nel gioco delle mezze verità, delle omissioni e delle illazioni. Le due aree sono quelle del campo allargato PD, M5S, fuoriusciti da Fratelli d’Italia da una parte e quelle del Sindaco civico di destra Amante dall’altra.

È da quando ho iniziato questa mia avventura che sento dire di me le cose più disparate, sempre a bocca socchiusa e sempre tramite i picchiatori social. Perché in fondo se avessero trovato qualcosa di sconcio sul mio conto, ne avrebbero costruito dei castelli: questo vuol dire che sono una brava persona dal passato trasparente e senza scheletri nell’armadio.

Ad inizio campagna abbiamo bloccato decine di profili fake, tutti rivelatisi provenienti dalle stesse aree comunicative, che dettavano con precisione quale e quanto fango gettare sugli estranei, sui parvenue. Cioè noi.

Il candidato Antonio Antonaci, fatta eccezione dalla nostra coalizione, è sempre stato sottovalutato e considerato lo zio un po’ sciroccato da non prendere sul serio, quindi trascurato.

Non risponderò quindi velocemente alle ultime dichiarazioni di Alessandra Antonica, alle quale auguro sinceramente una pronta guarigione (perché il rispetto umano viene prima di ogni interesse politico), ma mi spiace se lei non abbia mai superato il fallimento della sua amministrazione del 2009 ed abbia vissuto tutti questi anni da vedova di Palazzo Orsini, restando bloccata ad allora.

Una cosa è avere una coalizione con sensibilità diverse, un’altra è sentirmi sporco e ritrovarmi a partorire messaggi come quelli che la candidata Antonica ha inviato ad Antonio Antonaci il giorno prima del primo turno, oppure mandare messaggi come quello che ha, incautamente, fatto trapelare il Neo consigliere (in Pectore) di Fratelli d’Italia Matteo Marangi in cui scrive “in questa trattativa abbiamo recuperato una posizione di governo cittadino!”.

Non voglio che chi tifa per me pubblichi solo le notizie che mi interessano come Dino Valente, persona a cui si manda un plauso per l’attività editoriale, ma che negli ultimi giorni ha compiuto scelte che mi appaiono difficili da comprendere: l’immediata pubblicazione della decisione di Del Coco di votare contro di me e la contemporanea omissione del comunicato di Stomaci e le altre liste di Antonaci che annunciano il voto per Vergine con il fine di fare entrare Antonaci in consiglio, immediata pubblicazione della lettera di Sandra Antonica.

Vedremo questa mia lettera se slitterà a stanotte o verrà pubblicata con altrettanta celerità.

Noi abbiamo fatto della trasparenza e della chiarezza il nostro stile. Tutti gli esponenti e le identità politiche hanno avuto visibilità e sono state comunicate senza omissioni.

Vogliamo rompere con questo vecchio modello che non ha prodotto nulla, perché la gente ha compreso bene.

In questi giorni anche io ho avuto contatti con le segreterie provinciali. Mi spiace vedere che il concetto di area di sinistra si stia riducendo a “persone a noi gradite”.

Da quando Amante è di sinistra, visto che tutti i galatinesi conoscono benissimo la sua provenienza di destra?

Noi abbiamo due consiglieri dei socialisti, di cui un ragazzo splendido e appassionato con una laurea in scienze politiche da 110 e lode. Abbiamo una consigliera di Io Amo Galatina, sinceramente democratica e desiderosa di impegnarsi nell’area progressista italiana, con una laurea in bocconi e un lavoro importante. Così come sono di altissimo profilo tutti gli altri consiglieri eletti: donne e uomini che vengono dalle professioni e dalla società civile. Radicati sul territorio e rappresentativi.

Tutte persone, però, a sentire i Probiviri della politica galatinese, inaffidabili perché infette dal peggior virus mondiale. No, non il covid, essere loro avversari!

Credo che le donne e gli uomini che si rivedono nel progressismo italiano sentano forte questo disagio, ne ho incontrati tanti in campagna elettorale. Gli prometto che abbiamo le persone giuste perché quell’area culturale trovi un luogo di ascolto e di protagonismo e tutta la libertà necessaria per crescere forte.

Oggi io mi sottraggo dai giochetti e lo dico chiaramente: c’è stato un incontro, anzi più incontri in cui Delli Noci, la Capone, Minerva e altri hanno detto che il confine del centrosinistra galatinese è Amante Antonica, hanno trovato le compensazioni (un ruolo a Marangi, già Fratelli d’Italia e quindi pericoloso comunista).

Si tratta di liturgie, piccole miserie quotidiano.

Anche nella lettera accorata di oggi, Sandra, notatelo, non ha smentito gli accordi: ha smentito di fare il vicesindaco. Non di aver chiuso un accordo tramite il provinciale per un asse Antonica-Amante. Giochi di parole.

Noi non siamo quella roba lì. Anche quando abbiamo proposto a Antonio Antonaci la commissione sanità (che gli proporremo in ogni caso se dovessimo vincere), lo abbiamo fatto senza accordi e senza compensazioni. Per stima e credendo fosse la cosa giusta, per la città.

Ecco, ora sapete la verità e potete leggere, disvelate, le parole che raccontano.

Ripeto, noi non siamo quella roba lì. Noi siamo il cambiamento.

Per questo, con ancora più convinzione, domenica 26 giugno invertiremo la rotta e metteremo fine a vent'anni di accordicchi. Si respira un'aria pulita e nuova. Un vento fresco, pronto a spazzare via questi meccanismi da Prima Repubblica, per ridare nuova linfa a Galatina.

Domenica 26 giugno c'è solo una scelta da fare per realizzare finalmente la Galatina di tutti e non dei pochi.

 Fabio Vergine Sindaco

 

Tarantismo, snobismo e ragnatela 

Alla festa patronale di Galatina, quella di fine giugno dedicata ai Santi Pietro e Paolo, i giovanotti di Noha partecipavano raramente. Infatti molti di loro, poco più che imberbi ragazzini - incluso il sottoscritto - erano fin dai primi del mese “ritirati in campagna” dove nel corso dell’estate avrebbero dedicato tutto il loro tempo e le loro energie al giogo opprimente del tabacco, cui la famiglia tutta era dedita con il suo diuturno lavoro per guadagnarsi da vivere. Dunque la fine della scuola rappresentava per noi altri tutto men che l’inizio di una bucolica villeggiatura! Solo uno sparuto numero di compagni di classe che si poteva contare sulle dita di una sola mano aveva la possibilità di partecipare alla festa patronale di Galatina, che sempre ci veniva descritta come imponente, maestosa e particolare. La particolarità stava nel fatto che, come ci raccontavano, l’ultimo giorno della festa, solennità di San Paolo, in una cappellina prospiciente piazza San Pietro avveniva con una precisione cronometrica “dalle ore 12 alle ore 13” il miracolo della guarigione delle tarantate. Erano queste delle persone strane, soprattutto donne, che incappate nel morso della tarantola, si dimenavano distese per terra, saltellavano e ballavano anche sull’altare della chiesetta, e spesso rincorrevano uno o più astanti curiosi (soprattutto chi indossava abiti di color rosso), creando un fuggi-fuggi generale nel pubblico che sempre numeroso si accalcava a ronda in quell’intorno.

Le tarantate non erano mai di Galatina (molte venivano dal Capo di Leuca). E nemmeno a Noha vi erano tarantate, né ve ne erano mai state in passato. Pare che per grazia di San Paolo, Galatina ed il suo “feudo” godessero del privilegio dell’”immunità” dal tarantismo.

Del resto Galatina ha sempre visto il tarantismo come un corpo estraneo, un fenomeno da osservare dall’esterno, forse dall’alto. E’ come se non ne fosse condizionata culturalmente. Erano gli altri, i “forestieri”, a dover rispettare una tradizione, a dover ripetere un rito stagionale, a doversi recare in pellegrinaggio a bordo dei loro sciarabbà in quel territorio “sacro” per celebrare una cerimonia salutare. I galatinesi erano solo degli spettatori, perlopiù distratti. L’immunità era anche un non volersi sporcare le mani, un fastidio, e se vogliamo una cosa da raccontare agli altri con vergogna, più che con pudore dettato da compassione.

Galatina si è sempre sentita città borghese, sede di banche e di palazzi gentilizi con tanto di stemma nobiliare, di proprietà dei ben pasciuti agrari. Quegli agrari che magari avevano usato ed abusato del lavoro e della dignità di quei contadini, tra le cui fila appunto nascevano le tarantate ed i connessi traumi, frustrazioni e conflitti irrisolti.

Quell’immunità nel corso degli anni si è trasformata nella peggiore delle forme di comunicazione e di contatto: lo snobismo. Una brutta parola che in dialetto si tradurrebbe anche con “garze larghe” o qualcosa di simile.

Per anni molti galatinesi hanno aborrito le serate di pizzica-pizzica che iniziavano a macchia di leopardo a celebrarsi un po’ in tutto il Salento. Questo fino a quando non arrivò, ormai oltre un decennio fa, quel laboratorio culturale di musica e di pensiero, quell’esperienza straordinaria che risponde al nome di “La Notte della Taranta”, raduno tra l’altro di altissima qualità, che ha fatto di Melpignano il centro delle manifestazioni della nostra “musica etnica” ormai noto in tutto il mondo. Da Melpignano in poi più di un galatinese si è sentito finalmente “contagiato” dal morso della taranta. 

Ma il fatto che Galatina ne fosse (stata) esclusa per tanti anni, crediamo a questo punto che fosse in un certo qual modo naturale, legato alla sua storia.

Ciò che si può fare oggi, allora, non è tanto recriminare, rimpiangere, nutrire rimorsi per ciò che non è stato: la storia si studia, non si giudica. E tanto meno affannarsi per dar corso agli “eventi” scimmiottandone gli altri. L’evento in sé non serve a nulla. Dura lo spazio di una serata o di una giornata. Poi passa e forse non lascia nulla.

Utile sarebbe invece far tesoro di un concetto, anzi di un insegnamento portentosissimo che ci dona proprio il fenomeno del tarantismo: la ragnatela.

La ragnatela è sistema, è equilibrio, è compartecipazione, è un modo per poter “catturare”, diremmo anche affascinare noi stessi e gli altri che ci vengono a trovare.

Galatina è una delle città più belle del mondo. Ma questa è condizione necessaria ma non sufficiente per una buona o ottima qualità della vita. Dovremmo sforzarci un po’ tutti quanti per essere più accoglienti nei confronti dei visitatori, che sempre più numerosi verranno a trovarci. E si è accoglienti se saremo rispettosi intanto verso noi stessi e poi verso gli altri. Si è rispettosi se sapremo aver cura dell’ambiente in cui viviamo, per esempio lasciando un po’ la nostra auto nel garage ed utilizzando di più il nostro cervello per spostarci (dunque a piedi o in bicicletta); se conosceremo la nostra storia riuscendo a farne parte anche agli altri (quanti galatinesi hanno in casa propria il libro “Galatina, storia ed arte” di mons. Antonaci, solo per citare uno dei tanti a caso, pronto per la consultazione?); se riusciremo a dare informazioni anche in inglese o in francese, ma anche in italiano, al viaggiatore straniero che per caso si avvicinasse a noi chiedendocene; se riusciremo ad offrire i nostri prodotti della campagna o dell’artigianato in maniera decorosa e senza rapinarci a vicenda (la pasticceria di Galatina per fare un esempio è la migliore del mondo. Ma non si vende solo il pasticciotto, si vende anche il sorriso ed il buongiorno detto con gentilezza e senza smanceria o sussiego, e questo valga per ogni negozio cittadino. Chiediamocelo tutti: c’è sempre la gentilezza come companatico di ogni transazione galatinese?); se faremo fruire i nostri monumenti tenendoli aperti e con l’assistenza di guide non improvvisate…

Le occasioni per renderci più accoglienti e disponibili sono mille e ancora mille. E si potrebbero riassumere nello sforzo per renderci migliori, meno spocchiosi, meno mafiosetti, più responsabili.

Ma per tutto questo c’è bisogno di molto studio, molta formazione, molto tempo.

La ragnatela è il vero ed il miglior prodotto del tarantismo. Dovremmo tutti impegnarci a tesserla.       

Antonio Mellone

 
Di Albino Campa (del 26/01/2009 @ 17:37:22, in NohaBlog, linkato 4474 volte)


Carissimi amici, con l'imminente Festival di Sanremo avremo per la prima volta la possibilità di far qualificare fra i giovani il nostro concittadino Carmine Tundo in Arte ROMEUS con la bellissima canzone (scritta da se medesimo) "DOVE SI TOCCAN TERRA E NUVOLE" che potrete ascoltare sul sito
 
http://www.sanremo.rai.it/SR_canzoni 
(guara il video)

Romeus è già arrivato quarto alle prime selezioni. Gli serve un'ulteriore spinta affinchè si classifichi tra i primi 10 dei 50 rimasti. Confidiamo in tutti i gli amici ed i conoscenti che vogliano sostenerlo attraverso l'invio di qualche SMS al n. 48444 inserendo il Codice -W159- oppure da telefono fisso al n. 16477 cod. 159.  (leggi sotto).

Grazie a tutti e cordiali saluti da NOHA.IT
 
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Lunedì 26 gennaio verranno annunciati i 50 cantanti che proseguiranno la gara.
 
Le regioni più rappresentate sono Lombardia e Lazio con 14 giovani in gara, seguono Puglia (11) e Campania (9). Il Veneto vede 8 artisti ammessi, 5 per Emilia Romagna, Toscana e Sicilia, 4 per Liguria e Marche, 3 per Piemonte, 2 per Abruzzo e Calabria. Un giovane in gara anche per Basilicata, Valle D'Aosta, Repubblica di San Marino e Svizzera.
 
Ecco i 90 artisti che accedono alla prima fase di Sanremofestival.59:
 
*Alibia con “La meccanica di Lagrange”, band campana
*Riccardo Ancillotti con “Fai così”, classe 1979, da Montecatini Terme
*Andrea Cassese Quartet con “Canzoni a lunga conservazione”, gruppo campano
*Ania con “Buongiorno gente”, cantautrice di origine napoletana
*Anthony Laszlo con “Un altro inizio”, duo torinese
*Manuel Autieri con “D'amore lontano”, cantautore di origine bolognese
*Simone Bacchini con “L'unica mia fede”, classe 1982, romano
*Giacomo Barbieri con “Fotografia in posa”, giovane cantautore di Zola Pedrosa, provincia di Bologna
*Alessandro Bardani con “28 anni”, 29 anni, romano
*Nicoletta Barra con “Ancora noi”, classe 1987, di Bracciano in provincia di Roma
*Beppe Stanco con “Mi hai perso”, cantautore, 30 anni, da Foggia
*Jacopo Bettinotti con “Certezze d'asfalto”, 32 anni, La Spezia
*B-Mora (Rodolfo Mannara e Olsi Arapi) con “Senti che mondo”, duo dalla provincia di Taranto
*Luca Butera con “L'orgoglio del creato”, 27 anni, da Catania
*Roberto Casalino con “Amore universale”, classe 1979, cantautore di Latina
*Marida Celestino con “Quando non è amore”, classe 1988, originaria di Cosenza
*Chiazzetta con “Aspettami al falò”,classe 1999, da Latina
*Emanuele Dabbono con “Ho ucciso Caino”, dalla provincia di Savona
*Dajana con “Lacrima in un oceano”, all'anagrafe Dajana D'Ippolito, 1981, Taranto
*Alessandra D'Angelo con “Come una goccia”, romana, classe 1987
*Dani Silk con “Sentire”, all'anagrafe Martines Daniela, classe 1981, Lecce
*Ranieri Di Biagio con “Sfere di cristallo”, 28 anni da Vimercate in provincia di Milano
*Diamante con “Disincanto”, all'anagrafe Daniele Vitrone, 26 anni, brasiliano di nascita ma romano d'adozione
*Dny'l con “Astinenza”, 1981, Putignano in provincia di Bari
*Alessandra Doria con “Resterò così”, classe 1990, Sant'Elpidio, Ascoli Piceno
*Andrea Facco con “L'eroe”, genovese, classe 1988
*Gruppo Elettrogeno con “Il motore ad acqua”, band milanese
*Her (Francesca Scaletti, Matilde Benvenuti, Leila Sampaoli) con “Non ti sento”, teen band al femminile proveniente da Firenze.
*I Cosi (Marco e Antonio) con “Dejà Vú”, duo milanese
*Giancarlo Ingrassia con “Sul filo”, 28 anni, da Castelvetrano in provincia di Trapani
*Ironique con “Amore a più non posso”, classe1975, da Molfetta
*Ivan con “Susan”, 21 anni, romano
*Kama con “Dimmelo”, al secolo Alessandro Camattini, classe 1976, da Desio (MI)
*Karnea (Davide, Paolo, Gabriele) con “Salice”, band lombarda
*Kimel con “Sperando che...”, cantautrice cremonese
*Le Fard (Tiziana Uccello e Rosanna Fardello) con “Prima di tradirmi”, duo di origine campana
*Logo (Stefan Scuro, Salvatore Cafiero Davide Mercaldi, Andrea Caputo) con “Nei tuoi passi”, band proveniente dalla provincia di Lecce
*L'Or (Lele, Kori, Gangio, Chris) con “Consapevole), rock band veronese
*Ylenia Lucisano con “Dimenticami”, classe 1989, Rossano Calabro
*Chiara Luppi con “Per un attimo”, cantante padovana di origine italo-armena, classe 1975
*Malamonroe (Eleonora Fiorani, Simone Cardinetti, Sergio Dini, Nicola Sbrozzi, Stefano Naldi) con “Principe”, gruppo marchigiano
*Marco Rò con “Un mondo digitale”, cantautore romano
*Antonio Marino con “Lei”, napoletano
*Miodio (Niko, Sanchez, Paul, Polly, Johnny Cena) con “Evoluzione genetica”, band proveniente dalla Repubblica di San Marino
*Monrau (band composta da Ricky, Nick, Ale e Frank) con “Sogni e caffè”, da Padova
*Motovario con “Come un gatto”, band catanese composta da 6 giovani musicisti
Naif con “Uccidimi”, all'anagrafe Christine Hèrin, classe 1981, valdostana
*Nadia Natali con “Donna a metà”, classe 1973, da Roma
*Nena (Matteo, Michele, Federico, Marcello, Serena) con “Nella tua mente”, band bergamasca
*Nicco Verrienti con “Gli artisti mangiano albicocche”, cantautore salentino
*Nico con “Francesca”, all'anagrafe Chiara Schiavinotto, padovana
*Enrico Nigiotti con “Tu incantevole”, cantautore livornese
*Orfen (Alex, Andrea, Luca, Marco) con “Su di me”, band proveniente da Palestrina in provincia di Roma
*Palconudo con “Tre secondi di normalità”, band genovese
*Passogigante con “Giovani Giusti”, gruppo toscano composto da 8 elementi
*PensieroZero (Irene, Luca, Fabio, Bruno, Michele) con “Vita nuova (la danza nel buio)”, band veneta
*Jacopo Ratini con “Stile anni '60”, 26 anni, romano
*Red con “Mi hai incasinato la vita”, all'anagrafe Luca Esposito, classe 1974, Napoli
*Rino De Maria con “Ciao cara”, napoletano classe 1982
*Romeus con “Dove si toccan terra e nuvole”, all'anagrafe Carmine Tundo, ventenne di Galatina Fraz. Noha (LE)
*Rumorerosa con “Non sei tu”, gruppo toscano
*Sabu e La Vigiliacon “Meglio di così”, gruppo siciliano
*Sally con “Dall'acqua e la polvere”, all'anagrafe Sara Moriconi, 23 anni, Tolentino, provincia di Macerata
*Marco Santilli con “Amarsi un pò”, classe 1982, nato in Svizzera
*Fabio Savarese con “Fragile”, classe 1986, Castellammare di Stabia (NA)
*Scotch Ale con “Non sei quella che vorrei”, band veneta
*Davide Scudieri con “La canzone di Sid”, classe 1975, da Pescara
*Secondavera con “Sarebbe bello”, band di provenienza marchigiana
*Giacomo Serafini con “Sarò con te”, da Pescara
*Carmen Serra con “Da oggi in poi”, classe 1977, Siracusa
*Pierpaolo Silvestri con “30 febbraio”, classe 1988, bolognese
*Silvia con “Volare via”, giovane cantante laziale
*SM58 con “Scritto sulla pelle”, band romana
*Spazi Vitali (Gianrock, MoNo, Miguel) con “Mettimi alla prova”, band lucana
*StranoEffettoClick (Hard, Dj Mirko, Aly, Miccia) con “Ricominciare da capo” band lombarda
*Studio 3 (Marco, Vetro e Gabriel) con “Sto quasi bene”, gruppo dalla provincia di Milano
*Svytols (Simone Bartucci, Giorgio e Gabriele Caserini) con “Il piede”, band della provincia di Milano
*Sync (Alessio, Fabio, Omar, Frengo) con “Segreti sogni”, band milanese
*Tanya con “Senza orizzonte”, 1984, Modena
*The Clockmakers (Camillo Masarotto, Stefano Galante) con “Diverso”, giovane duo padovano
*The Sunny Boys (Gianluca, Fabio, Fabrizio, G.A. Codnick, Marco) con “Respirando il mare”, band torinese
*Triacorda (Daniela, Antonella, Linda, Linda) con “Piccola come sei”, da Foggia
*Ultima con “Tardi”, quintetto pavese
*Wide (Antonio, Gianni, Beppe, Giorgio, Maurizio) con “Penelope”, band pugliese
*Windstorm (Alessandro, Filippo, Enrico, Simone) con “Un sogno per me”, band torinese
*Gaetano Zampetti con “Abbracciami”, 22 anni, di Benevento
*Barbara Zappamiglio con “Sono qui”, bresciana, classe 1983
*Giulia Zetti con “La libertà (Dentro i tuoi occhi nelle braccia e nel cuore)”, classe 1988, Sassuolo (MO)
*4Sound (Andrea, Marco, Gennaro e Gaetano) con “Una volta ancora”, Como
*5005 (Enrico, Cristiano, Marco, Angelo, Ivano) con “Provo a resistere”, gruppo proveniente da Santhià, provincia di Vicenza
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Di Redazione (del 01/11/2023 @ 17:33:38, in Necrologi, linkato 1688 volte)

Ha resistito fino all'ultimo, lucido, amorevole con tutti, generoso, pieno di idee per l'edificazione della sua comunità. Da oggi il prof. Biagio Bovino, per tutti Biagino, mettendo un punto ai suoi 84 anni, è una bella, commovente pagina della nostra storia.

Insegnante di materie artistiche, artista pure lui (disegno e pittura, soprattutto), ha cercato sempre di trasmettere a intere generazioni di studenti (che lo adoravano) il gusto per il Bello, il quale, condito da Pensiero e Azione pro bene comune, è in grado di rendere l'ambiente in cui viviamo più prezioso e civile.

Ora certamente Biagino si farà un giro per salutare gli amici del Circolo cittadino, riabbraccerà forte i suoi fratelli Totò e Pippi scomparsi troppo presto, e riprenderà i suoi discorsetti con don Donato. Quanto al resto di qua, avrà tutto il tempo per stare, ma con altri mezzi, vicino alla moglie Marisa, ai suoi figli Fabio e Rosy, a sua nuora Valentina, e a Elena, la sua nipotina, e certamente anche alle sue sorelle la Lucia e la Raffaella, ai suoi cognati, ai nipoti sparpagliati in ogni dove ma sempre stretti a lui e agli altri, e in fondo a tutti noi.

Nella memoria del caro Biagino, la Redazione di Noha.it si stringe in un unico affettuoso abbraccio intorno a chi - sono in tanti - gli ha voluto bene. 

Noha.it

 

A 77 anni dalla “Seconda battaglia di El Alamein” il Club per L’UNESCO di Galatina ha l’onore ed il piacere di rievocare e celebrare, attraverso la testimonianza del Reduce Galatinese Sig. Antonio Ancora (classe 1921), il valore e l’abnegazione in guerra dell’Esercito Italiano, in particolare l’indomito coraggio degli uomini della 185ª Divisione Paracadutisti "Folgore", definiti dalla parte avversa inglese, dei veri e propri “eroi” per la lealtà e l’ardimento dimostrato in battaglia, ed ai quali venne tributato il riconoscimento militare de “l’Onore delle Armi”.

Il concittadino Antonio Ancora, ricorderà alla presenza delle Autorità Militari (Esercito, Marina ed Aeronautica Militare), Civili e Religiose, le imprese che, insieme ai suoi commilitoni, lo videro dapprima arruolarsi come volontario paracadutista, e successivamente, dopo l’addestramento, diventare un Parà combattente; in incognito i Paracadutisti della Folgore partirono poi, una sera del 1942, dall’aeroporto militare di Galatina, per atterrare dopo qualche ora nel bel mezzo del deserto egiziano, col compito di supportare militarmente il Deutsches Afrikakorps.

Il Reduce galatinese ricorderà le modalità ed i luoghi della battaglia, le ristrettezze e le sofferenze patite dai soldati Italiani.

Nel corso della celebrazione verrà quindi trasmesso uno stralcio dell’intervista ad Antonio Ancora (acquisita dal Nostro Club con la collaborazione dello storico Romualdo Rossetti) ed alcuni videoclips inerenti la battaglia di El Alamein, reperiti nelle diverse teche televisive.

Modera e conduce l’evento il presidente del Club per l’UNESCO Salvatore Coluccia; si alterneranno al tavolo dei Relatori il Sindaco di Galatina Marcello Amante, l’Assessore alla Cultura Cristina Dettù, Il Vice Comandante  della Brigata Folgore Cristiano Maria Dechigi  e lo storico Vincenzo Scarpello.

La cittadinanza tutta è invitata a partecipare.

Il Club per l'UNESCO di Galatina 

 

Domenica 10 luglio, il neo Sindaco di Galatina Fabio Vergine ha tenuto il discorso di ringraziamento alla Città, dopo la vittoria nel turno di ballottaggio dello scorso 26 giugno.

In una Piazza Alighieri gremita, il Primo cittadino è salito sul palco con la sua squadra assessorile e con la Maggioranza Consiliare.

È stato un intervento pacato, quello tenuto da Vergine, che ha ricordato il rispetto delle Istituzioni, le quali “rappresentano una garanzia per la nostra convivenza serena e per il nostro poter vivere tranquillamente nella nostra comunità” e ha presentato la nuova Giunta, che è stata formata tenendo conto del risultato elettorale, ma anche delle esigenze delle quali la Città necessita.

Il Primo cittadino ha tenuto per sé alcune deleghe, con l’unico obiettivo di redistribuirle ai Consiglieri Comunali: “Vogliamo affermare un principio a cui teniamo molto: la centralità del Consiglio Comunale come strumento di indirizzo, di elaborazione e di coinvolgimento delle Minoranze, che per noi hanno un valore importante e che riteniamo uno strumento di garanzia democratica, ben consapevoli che non devono assolutamente farci sconti. L’unico punto di incontro tra noi e loro non deve essere che il bene della città che si può perseguire in diversi modi e con diversi ruoli”.

Sul palco, il neo Sindaco ha trattato tre tematiche fondamentali per la sua governance: legalità, educazione civica e sociale dei più giovani e pacificazione: “È indispensabile una cura assidua dell'educazione civile e politica, necessaria per tutti e, in particolare, per i giovani, affinché tutti i cittadini possano svolgere il loro ruolo nella comunità politica e sociale”.

Nel finale, il Sindaco ha ricordato come il tempo della propaganda sia ormai finito. “Siamo tornati ad essere tutti galatinesi. Abbiamo un compitino da portarci a casa: riunificare e pacificare la città. È finito il tempo delle parole. È arrivato il momento di iniziare a lavorare sin da subito”.

Ufficio Stampa
Fabio Vergine Sindaco

 
Di Fabrizio Vincenti (del 18/03/2015 @ 17:26:30, in NohaBlog, linkato 2093 volte)

Sabato 21 febbraio, ore 21:50, ho ricevuto una telefonata alla quale non ho potuto rispondere. Alle ore 21:58 ecco vibrare nuovamente il telefono; un sms: ‘morto don Donato’. Una fortissima fitta di dolore mi ha stretto il cuore come in una morsa e, quelle tre parole, una affianco all’altra come nessuno avrebbe mai voluto leggere, mi hanno fatto cadere una lacrima. E in quella goccia salata, tanto densa da far fatica a percorrermi tutto il viso, c’era tutta l’amarezza e il dolore nell’aver perduto una persona che ho sempre considerato a me cara, più di tante altre. Io ho perso un amico, come ha detto anche padre Francesco, ma ho anche perso una persona buona e fedele, un ispiratore, un pensatore moderno, un filosofo d’altri tempi, un moderatore d’animi, la linea di partenza dalla quale ho dato il via allo sprint più lungo della mia vita. Ho perduto, insieme a te, il significato della satira, la sempreverde luce della speranza e il sorriso celato nelle pieghe più cruente della vita. Ho perso uno che oggi definirebbero ‘opinionista’, uno stravagante abitudinario, uno che insegna metodo, un vero giornalista. Non ho mai capito, infatti, il perché tu mi facessi tante domande.

Don Donato, mi hai sempre interrogato, sin dai primi anni di catechismo. E hai continuato a farlo anche dopo, mentre frequentavo il liceo, quando ho lasciato Noha, quando mi sono sposato e anche quando sono diventato padre. Forse eri uno al quale non bastavano mai le risposte. In un certo senso eri un bambino ansioso di stupirsi. Non potrò mai dimenticare le tue espressioni di stupore quando ricevevi una risposta solo all’apparenza inattesa. E lo sapevo che le tue erano sempre finte reazioni. Tu conoscevi già le risposte che cercavamo di dare alle tue domande. Era una delle cose che avrei voluto chiederti prima che te ne andassi il perché ponevi così tanti interrogativi. Volevi sapere cosa pensassi dell’attuale politica, mi incalzavi affinché esprimessi il mio parere sulle mosse della CEI, chiedevi il mio giudizio sull’operato di un Vescovo o di un altro sacerdote, chiarimenti sul pettegolezzo cittadino. Insomma volevi pareri su tutto, tu che ti eri sempre ostinato a non sbilanciarti su un giudizio personale, perché per te la cosa fondamentale era il conoscere e non il giudicare. Non ti ho mai sentito soppesare nessuno eppure chiedevi sempre pareri. E chissà che cosa darei per tornare, anche solo per un attimo, in quello che tu chiamavi il tuo studio, don Donato, quando si sentiva la nostra cara Antonietta chiedere il permesso per entrate e interrompere i nostri discorsi con il suo vassoio di thè fumante. E su quel vassoio c’erano sempre due tazze, una per te e una per me perché ho passato tutta la mia infanzia in quella sagrestia. E mi ritorna il pensiero su quei grandi registri sui quali mi facevi annotare battesimi, cresime, matrimoni e funerali. E mai avrei pensato, in quel lontano passato, che ci sarebbe stato scritto anche il tuo nome sulle pagine di quello che non avrei mai voluto aprire.

Chissà in quale cassonetto è finito quel piccolo quaderno sul quale annotavamo i nostri compensi da chierichetti. Il sabato giornata di paga del più simpatico tariffario della mia vita: 500 lire per una messa, 1500 lire per un matrimonio, 1000 lire per una processione e 2000 lire per un funerale. E sapevo già allora perché la paghetta per assisterti durante la celebrazione delle esequie era la più cospicua: perché per noi bambini, quali eravamo allora, era una dura prova guardare giornalmente la morte in faccia. E per me, che di facce funebri nella mia infanzia di chierichetto ne ho viste a migliaia, la morte mi era divenuta familiare, tanto da farne l’abitudine.

 Non so quanti chilometri abbiamo percorso insieme in processioni, quante volte ti abbia legato i lacci delle scarpe quel giorno del Corpus Domini, non so quante prime letture, salmi responsoriali e preghiere dei fedeli tu mi abbia fatto leggere. Non so quante novene, quante partite a calciobalilla, quanti foglietti della messa distribuiti, quanti rosari recitati, quante ampolline versate e calici tersi sotto il tuo occhio vigile. Volevi anche insegnarmi a suonare l’organo, caro prete caparbio, proprio a me duro di comprendonio. E te ne sei andato così, ancora facendomi una domanda: “Mo si benutu d’estate. Quandu torni, a Pasqua?”. Non torno a Pasqua, caro don Donato, perché troverei la porta del tuo ufficio di casa chiusa. Non tornerò perché dietro quell’anta vetrata non ci saresti tu, col tuo Popotus. Non tornerò perché non mi farai più accomodare sulla tua poltrona di pelle nera mentre tu, richiudendo nel mio ricordo il tuo breviario, ti diverti ancora una volta a prendermi in giro. Non posso tornare se non potrò ancora sentirmi rivolgere una domanda delle tue. Tornerò un giorno per venirti a visitare in quel campo del quale tu dicevi “tantu tutti ddai imu scire”. E la mia più grande tristezza è non averti salutato per l’ultima volta perché ti avevo promesso che ci saremmo rivisti per Natale. E io, alla mia promessa, sono venuto meno perché tu eri già in terapia intensiva quando sono arrivato a Noha. Eppure tu, prete caparbio, la tua promessa l’hai mantenuta perché, forse sapendo che non mi avresti rivisto, mi hai lasciato un messaggio vocale per il mio compleanno, dicendomi che avresti voluto vivere fino a centottant’anni per veder me compierne novanta. Io no credo di osare così tanto da poter arrivare vivo sino ai novanta, ma se il Signore mi concederà di vivere, sappi che anche tu compirai almeno centosettanta primavere (visto che ti conosco da quando di anni ne avevo solo dieci), se non in vita terrena, almeno nel mio ricordo. Non dovevi andartene senza dirmi il tuo ultimo dialettale “Nà, mo!” Nel frattempo, nonostante tu sia impegnatissimo nel lodare Dio che ti sorride, ricordati di pregare per me e di dare, di tanto in tanto, un’occhiata qua giù, dove mi hai lasciato vagabondo nei ricordi.

Fabrizio Vincenti
 
Di Antonio Mellone (del 24/01/2021 @ 17:24:48, in NohaBlog, linkato 1185 volte)

La telefonata giuntaci qualche giorno fa dal locale comando di polizia municipale ci mise subito sull’attenti: “Oddio, cos’abbiamo combinato questa volta a Noha.it? Pestato i calli a qualcuno? Una multa? Qualche politico frignante che ce le manda a dire manu militari? La solita querela auto-caricaturale?”

Fortunatamente nulla di tutto questo, soltanto un garbato invito alla festa dei vigili urbani di Galatina per mercoledì 20 gennaio, solennità di San Sebastiano, protettore della categoria (come da breve di Pio XII del ‘57), da tenersi nell’omonima chiesa sorta a suo tempo sull’omonimo, diciamo, colle cittadino.

Senza alcuna illusione di eventuali Superbonus Contravvenzione a mo’ di adeguato guiderdone per la partecipazione, e in assenza di personali “improrogabili impegni” (dichiarazione sovente addotta con una certa prosopopea), al fronte fu inviato il sottoscritto. Che poi, diciamocelo francamente, intervenire a una siffatta celebrazione, tanto sobria per contenuto e durata, non è mai così defatigante come, per dire, ricoprire il ruolo di commensale in un matrimonio (il cui impegno continuativo è contenuto nella locuzione “finché morte non vi separi”). Oltretutto una festa è per definizione un’infrazione al divieto di sosta imposto dall’universale frenesia delle giornate, e perciò un’occasione per fermarsi a riflettere.

E la prima cosa che non può non venirti in mente in questi frangenti è la solidarietà nei confronti di questi lavoratori, un tempo chiamati semplicemente guardie ovvero  cuardie nello slang salentino (da cui Michelino-cuardia, Vito-cuardia…), che nella nostra comunità s’aggirano intorno alla ventina di unità (esclusi i quattro ausiliari a tempo determinato, cioè i precari a tutele decrescenti): troppo pochi invero per riuscire a fronteggiare serenamente la miriade di incombenze che il ponderoso manuale del poliziotto urbano contempla tra scartoffie d’ufficio, le più gravose, e i pattugliamenti in strada, gli interventi domiciliari, i controlli, le notifiche, i rilevamenti negli incidenti d’auto, i piantonamenti istituzionali, eccetera, e questo sotto ogni cielo e bollettino meteo.

Se a tutto ciò aggiungiamo l’interpretazione degli ultimi Dpcm sventagliati a raffica, l’indisciplinatezza annidata fin dentro la cavità midollare di certi concittadini, il tasso di litigiosità paesana corroborata da un’infinità di legulei pronti all’uso, si capirà quanto, per ricoprire certi incarichi, non sia sufficiente né il master in diritto privato penale e amministrativo, né la magistrale in sociologia con indirizzo in psichiatria comunitaria.

È inutile qui dilungarci sull’inciviltà domestica, tipo lo sport del lancio dal finestrino del sacchetto della spazzatura a guisa di giavellotto, roba da medagliere olimpico, o tipo gli scambisti da marciapiede, dico di certi proprietari di cani al guinzaglio usi a  scambiare i transiti pedonali per vespasiani cinofili.

Quanto al tasso di litigiosità temeraria meglio non infierire. Tutti risoluti a chiedere telecamere in ogni angolo di Galatina e dintorni in nome della sicurezza; ma quando finalmente codeste telecamere, sempre in nome della sicurezza, diventano implacabili autovelox apriti cielo: tutti pronti a contestare in giudizio l’accertamento dell’infrazione in quanto “il marchingegno non fu opportunamente segnalato” [ma, di grazia, non sarebbe già sufficiente il limite di velocità? Ndr.].

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Due anni fa a Noha, economizzando sulla precedenza in un incrocio di uguale importanza, provocai un incidente: la vettura concorrente centrò in pieno lo sportello destro della mia (anzi entrò risoluta nello sportello destro della mia). Me ne accollai la colpa, anche al cospetto dei vigili intervenuti per i rilievi. Quel pomeriggio inoltrato avevo premura, in quanto invitato in quel di Melendugno a presentare un libro, e chiesi se fosse possibile velocizzare i tempi e includere l’eventualità di farmi vivo all’indomani per la multa di rito. La vigilessa, invero molto cordiale, si fidò di me: “Vada tranquillo, e vada piano. Ci vediamo domani”.

Il giorno seguente, dunque, mi presentai al Sedile di via Vittorio Emanuele II, la sede storica dei VV.UU., quella con gli stemmi civici scolpiti sulla facciata (il quattrocentesco con le sole chiavi decussate, e il settecentesco con chiavi, civetta e corona), ritirai il verbale, e chiesi l’Iban per il pagamento del dovuto. La medesima vigilessa della sera precedente mi chiese se per caso avessi intenzione di contestare quella sanzione pecuniaria. Le risposi: “ E perché mai? Ho sbagliato e quindi pago”.

Mi guardò come fossi atterrato da Marte.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 20/12/2017 @ 17:22:04, in Comunicato Stampa, linkato 1200 volte)

Oggi a Bari Legambiente Puglia ha presentato la Decima edizione del Rapporto "Comuni Ricicloni Puglia 2017" alla presenza, tra gli altri, del Presidente Legambiente Tarantini, dell'Assessore alla Qualità dell'Ambiente Caracciolo, e del Presidente ANCI Decaro. Il Comune di Galatina, unico del Salento in questa categoria, è stato premiato con la “Menzione Speciale Teniamoli d'Occhio” per aver raggiunto nei primi nove mesi del 2017 una media percentuale di raccolta differenziata pari o superiore al 55%.

Dati confermati anche nell'ultimo bollettino, quello di novembre, dove si è rilevata una percentuale del 62,84%.

Tutto ciò conferma la correttezza della direzione di marcia di questa amministrazione in tema di rifiuti: l'apertura del centro comunale di raccolta sempre più apprezzato dai numerosi cittadini che vi si recano giornalmente, la richiesta di un finanziamento per l'apertura di un ulteriore centro di raccolta a Collemeto, l’imminente installazione delle foto-trappole per contrastare il fenomeno dell’abbandono selvaggio dei rifiuti, l'impegno da subito profuso per la nuova gara di affidamento del servizio che eviti la proroga fino a quando l'Aro sarà in grado di gestirlo in proprio sono tutti atti che testimoniano l'estrema attenzione verso questo settore e il tentativo, nel lungo periodo e col concorso di tutti i cittadini, di rivedere al ribasso le tariffe sui rifiuti.

"Legambiente Puglia onora il Comune di Galatina con questa speciale menzione" - afferma l'Assessore alle Politiche Ambientali e di gestione dei rifiuti, Cristina Dettù - "che rappresenta un premio vinto da ogni singolo cittadino che, con impegno e costanza, da anni, mette in atto una pratica nobile a livello di salvaguardia dell'ambiente e lancia un segnale di civiltà e di educazione per le generazioni future. Mi auguro che questo premio sia un ulteriore stimolo in tale direzione per i cittadini e un incentivo per la redazione di progetti innovativi da parte del Comune per la tutela, la salvaguardia e la protezione dell'ambiente, così come accaduto già nei primi mesi dell'amministrazione del sindaco Amante. In attesa dell'Aro Le5, il comune di Galatina continua, da solo con le proprie forze e l’enorme impegno dei suoi cittadini, a far registrare un dato positivo tale da essere annoverato tra i migliori comuni della provincia di Lecce in tema di raccolta differenziata."

Ufficio stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 28/06/2023 @ 17:11:52, in Comunicato Stampa, linkato 726 volte)

Apprendiamo, con piacere, che il Sindaco di Galatina abbia chiesto un incontro ufficiale con il direttore generale della Asl Stefano Rossi, dimostrando di esercitare in tal modo il proprio ruolo di massimo responsabile della sanità locale e cittadina.
Di tutta evidenza che questa iniziativa vada a sconfessare definitivamente quella pantomima della commissione che, da più parti e in più occasioni, abbiamo avuto modo di definirla nient’altro che una cambiale elettorale.
Condividendone lo spirito e la bontà dell’iniziativa, ci dichiariamo al fianco del primo cittadino in questa battaglia, pronti a dare il nostro contributo ove fosse necessario!

I consiglieri comunali

Marcello Amante
Loredana Tundo
Emanuele Mariano
 
Di Antonio Mellone (del 15/05/2016 @ 17:10:24, in NohaBlog, linkato 9338 volte)

Ho dovuto chiedere all’Antonio dell’anagrafe comunale di Noha qual è la sua data di nascita: “E’ il 14 ottobre del 1966.” - m’ha detto, richiudendo un librone ingiallito dal tempo, ed ha subito aggiunto - “Caspita, quest’anno compie 50 anni”.

*

Lui non se lo ricordava. Non si ricordava di questo importante traguardo. Anzi credo che non ci abbia mai pensato. Ma sì, a che serve ricordare le date dei compleanni se non sei abituato a festeggiarne, o a riceverne gli auguri su Face-Book. E poi, come diceva quel tale, hai sempre vent’anni quando non ci pensi, e quando non hai paura di averne più del doppio.

Non è altissimo. Ha la carnagione olivastra, anzi più scura. Forse perché è sempre abbronzato. Anche d’inverno. Ma mica per la frequenza del solarium di qualche centro estetico per vip (probabilmente non sa nemmeno che esistano queste diavolerie; né gli interessano i vip o gli smorfiosi pari loro), ma perché stando sempre all’aperto, lavorando nei campi di qualche “amico” che gli chiede una mano, o al cimitero, o in giro per il paese, è sempre baciato dai raggi del sole. Diciamo così.

I capelli sono neri con qualcuno che inizia a incanutirsi e molti altri a espatriare, e i muscoli non ancora vittime della forza di gravità. Voglio dire: muscoli da lavoratore instancabile più che da culturista, imbacuccati nei mesi freddi nel suo inseparabile giubbotto, a prima vista di due taglie più grande, e dai perpetui jeans, più o meno blu, sempre di una larghezza superiore al necessario. Ma quello che conta è la comodità, mica le chiacchiere di cui si nutre la moda.

La sua andatura è inconfondibile, dinoccolata, identica a quella della buonanima di suo papà Antonuccio, “manovale” di una ditta di fuochi artificiali, scomparso nel 2005. Gli occhi, invece, sono quelli di mamma Gina (Luigia Carrozzino), che, una fredda mattina del 10 gennaio 2006, dopo appena tre mesi di intervallo, segue il povero marito “nella stanza accanto”, affidando di fatto quel figlio ai suoi fratelli.

Proprio lui, il primo di nove. Lui il “grande” di casa, nato giusto nove mesi e qualche giorno dopo il matrimonio dei genitori. Amore grande, però fu. Allietato dall’arrivo anche di Giuseppe, di Roberto, dell’Adele, e poi di Eugenio Michele, di Salvatore, di Luigi, e dell’Anna Maria. E infine di Angelo, il piccolo di casa, che dopo nove mesi diviene “angelo” per davvero. Oggi avrebbe avuto 35 anni.

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Lui è Pasquale Frassanito, ma tutti lo conoscono come Lino. Vabbè, c’è anche il nickname “Sparafochi”. Ma chi, a Noha e dintorni, non ne ha uno? Di soprannome, dico. E poi, che c’è di male: Lino è davvero un intenditore di fuochi d’artificio.

Dunque, Lino Sparafochi.

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Poco tempo fa lo incontro e noto viso e occhio destro tumefatti: “Cosa è successo, Lino?” – gli faccio – “Sei caduto? No, non mi dire che è un pugno”. “None, noneee: lu dente ede, li morti soi”, e mi fa vedere un canino oblungo (e solitario) non proprio sfoggiabile in una pubblicità per dentifrici.

Mi chiede se ho in casa una pastiglia per i denti, ma non so proprio che pastiglia dargli. Gli dico che sarebbe il caso di farsi vedere da un medico, e che potrei accompagnarcelo io se vuole.

Assolutamente, no. Quando sente la parola “medico”, anzi “dottore” se la svigna. Se la darebbe a gambe anche se venisse a sapere che anch’io sono un “dottore”. Dottore commercialista, ma pur sempre un dottore. No, non si fida dei dottori. Di qualunque campo siano (e penso faccia fondamentalmente bene, ndr.). Non ne vuol sentire parlare nemmeno da lontano. E poi il dolore al dente prima o poi passa da solo. Basta aspettare. Delle volte passa prima il dente del dolore. Ma quello che conta non sono i denti, ma il sorriso. E Lino, nonostante i quattro denti superstiti, ha un sorriso bellissimo.

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Lino è buono come il pane, e disponibile con tutti: è lui che innaffia l’aiuola della pubblica piazza (“se nu lu fazzu iu, sicca tuttu a quai”), nelle pubbliche manifestazioni sistema le transenne nelle strade principali, lava il sagrato della chiesa con pompa e scopa per liberarlo dal guano dei piccioni, predispone le sedie davanti alla cassa armonica della festa patronale (e alla fine della serata le rimette pure a posto, mentre tutti gli altri fanno finta di nulla), prepara le buche per la fiera dei cavalli, dà una mano all’allestimento del presepe vivente, accompagna gli operai delle ditte dei fuochi pirotecnici quando vengono a Noha, (a condizione che non si tratti di Michelino “Pipìo”, suo rivale e antagonista storico). Insomma è un bene comune, Lino. E’ uno che non farebbe male nemmeno ad una mosca, e poi puoi lasciare pure tutto l’oro del mondo in casa o in macchina: Lino non sarebbe in grado di approfittarsi nemmeno di uno spillo.

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Il pomeriggio o la sera lo trovi in piazza, vicino al bar Settebello. Si diverte con poco. Gli basta vedere gli altri giocare a carte. O ascoltare le persone quando parlano di campi, di animali, del paese, e qualche volta di donne. Tanto poi birra e sigarette sono assicurate dagli amici (che, spero, non esagerino con l’una e con le altre).

*

Io lo considero come un mio amico. Quando lo becco in giro, mi ci metto a parlare volentieri. A volte preferisco conversare più con Lino che con tanti altri concittadini. Per dire. Preferisco lui davvero alla pletora di saputelli, perbenisti, petulanti, chattanti scemenze su fb, pseudo-politicanti, accoliti di Tizio o di Sempronio. Lo confesso: meglio la fantasia di Lino che i cervelli vuoti di tanti, troppi, che ti parlano di nulla, cadono dal pero anche sulle cose che un cittadino dovrebbe quanto meno conoscere per sommi capi, o che t’attaccano un bottone sui ristoranti o le pizzerie che frequentano, sulle loro macchine nuove, sui viaggi, le fidanzate, o, Dio non voglia, Renzi.

E poi, meglio il dialetto (perfetto) di Lino, che l’italiano sgrammaticato dei più, inclusi certi cosiddetti liberi professionisti della parola e della politica, che sovente, e purtroppo, parlano e scrivono come mangiano. Vedi i drammatici elaborati indirizzati urbi et orbi da parte di alcuni presunti amministratori locali, noti attori protagonisti del film horror: “Dimission Impossible”.

*

E sì che Lino è un portento quanto a fantasia: lui ha il cellulare (“ca moi è scaricu”); i giornalisti lo chiamano per intervistarlo (“iu essu sullu giurnale”); è lui il presidente della Fiera di Verona (c’è anche un bello striscione: “Lino, presidente fiera Verona” [sic]); ha una casa “china de coppe” (in effetti ad ogni fiera dei cavalli uno dei trofei più grandi è riservato a lui). Inoltre è lui il presidente del comitato festa patronale, è lui che sceglie le bande, i concerti sinfonici e i fuochi; e infine è a lui che il sindaco si rivolge per avere informazioni sul paese (magari fosse così, Lino: forse così il sindaco conoscerebbe meglio Noha e i suoi guai, ndr.).

E’ proprio vero: la logica può portarti da A a B. La fantasia ovunque. E Lino, in questi termini è un grande viaggiatore.

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Ci sono pure dei pirla in giro per il paese che, in branco (mica da soli: non ne sarebbero in grado), provano a prenderlo in giro, con scherzi stupidi o squallidi atti di bullismo.

 

Non te la prendere, Lino. Chi prende di mira l’altro che considera “diverso” è incapace di andare oltre il proprio “normale” schema mentale (dove “normale” stavolta sta per gretto, insipiente e ottuso).

Che ci vuoi fare. Dobbiamo compatirli, questi grandissimi osceni del villaggio.  

Antonio Mellone

 

Non ne sentivate la mancanza? Eccolo qua, bello sostenibile e giacché pure resiliente. Da Recovery proprio. Lo trovate all’arrivo a Santa Caterina di Nardò, in fondo alla discesa che da Le Cenate porta al mare, esattamente sulla scogliera di fronte all’isolotto controllato a vista dalla Torre dell’Alto.

È la prima cosa che colpisce, l’ultimo (nel senso di fresco, meglio, Frescura) biglietto da visita della marina. La sua sagoma bianca con tende e ombrelloni nivei - come vuole la moda indicata dai migliori esperti di marketing - ricca di tante postazioni in legno, e con un parquet sugli scogli onde i piedi sono al sicuro da sassi ed erbe, pardon erbacce: è il nuovo bagno (non nel senso di toilette, che avevate capito) il quale vi accoglierà a braccia aperte nel luogo dove un tempo magari vi recavate con la vostra venticinquennale sediolina pieghevole e il libro d’ordinanza a leggere in santa pace tra una nuotata e l’altra prima del tramonto (roba da nostalgici, anzi da radical chic anacronistici e fuori contesto). Sarà per codeste magnifiche sorti e progressive che Legambiente ha concesso anche quest’anno le tanto attese Vele a Nardò e dintorni; e non sa ancora nulla del novello idroscalo in quel di Santa Maria al Bagno, se no come minimo le assegnerebbe il Golden Globe.

E tu - che fessa - non capendone la valenza, dico la “valorizzazione” del sito, insieme a una tua amica ti sei pure messo a promuovere una petizione di quelle on-line per difendere il libero accesso al mare, il paesaggio, gli antichi usi civici, il patrimonio di tutti, Renata Fonte, gli orizzonti, il territorio, la lotta di classe e altre menate del genere. E il bello è che, partiti in sordina e pensando di non raggiungere nemmeno il centinaio di firme, si è invece arrivati a superarne le tremila e novecento (e con tanto di commenti contenenti concetti tipo Scempio, Ecomostro, Devastazione, Sovradimensionamento, Speculazione, Profitto, Saccheggio, Indecenza, e via di seguito). Si tratta sicuramente di tanti altri sprovveduti come noi che non hanno ben ponderato le Grandi Opportunità di questo enorme stabilimento in termini di turismo, ripresa, ambiente (quest’ultimo lemma va bene ormai su tutto come ambientalismo di sistema comanda), ricadute, sviluppo, crescita e soprattutto lavorostabile (parola da proferire con unica emissione di fiato), sicuro e ben remunerato, con tanto di opportunità di carriera, altro che reddito di sussistenza per stravaccati su comodi divani & divani. Quasi quasi io all’iniziativa riconoscerei pure un po’ di incentivi e qualche sgravio fiscale, tanto la semplificazione è arrivata per decreto.

L’argomento a quanto pare (salvo errori o omissioni) non ha sfiorato nemmeno di striscio l’Istituto Luce rappresentato da stampa locale, intellighenzia letterata, partiti riformisti, capitalisti senza capitale, sinistra senza resistenza, “opposizione” alla giunta Mellone (che nonostante il cognome non ha nulla da spartire con la gens mia eh), e i recenti candidissimi candidati (ecologisti per giunta) alla carica di primo cittadino: evidentemente nel concetto di Bene Comune neritino rientreranno pure i lidi privati à go-go.

Ma sì, in fondo cosa vuoi che sia il sacrificio dell’ennesima striscia di Gaza nostrana con concessione cinquantennale, salvo proroghe, di fronte alla movida, al modello Rimini, alla bontà del privato, alla mondanità piccolo borghese, alla supremazia del mercato, al rito dello spritz, alla clientela settoriale, alla Twiga briatoregna, ai figli di dad con pecunia contactless (così con lo slang imperiale siamo apposto), alla degustazione di brioches elargite da munifiche Marie Antoniette, e finalmente alla meritocrazia.    

E non pensate sempre a male, e cioè che il Papeete cateriniano non si riuscirà a smantellarlo manco con il generale Figliuolo: ché qui, signora mia, tutte le strutture sono a-mo-vi-bi-li, qualunque cosa significhi. Se no poi ci penserà il Tar.

In mancanza, la rituale mareggiata.     

Antonio Mellone

 
Di Andrea Coccioli (del 30/05/2015 @ 17:00:54, in Comunicato Stampa, linkato 2093 volte)

Lunedì 1 Giugno e Martedì 2 Giugno l'arte, in tutte le sue forme e sfaccettature, conquisterà il centro storico di Galatina: è in arrivo l'Epidemia dell'Arte.

Due giornate a ingresso gratuito con protagonisti i migliori talenti salentini e non, con tantissime iniziative e nomi di spicco tra cui Brusco, cantautore romano autore di tantissime canzoni di successo, Rankin Lele e Papa Leu, duo trepuzzino capace di far ballare le folle al ritmo della migliore musica reggae, Pino Aprile, scrittore di libri di assoluto successo come “Terroni” (250mila copie vendute), e Nandu Popu, storico componente dei Sud Sound System. Infine i suoni preziosi di Max Nocco Placeforthesoul che con i suoi vinili riempirà lo spazio .

Nata da un'idea dell'associazione Chiu Stili Pe Tutti, con il patrocinio del Comune di Galatina, Epidemia dell'Arte è un contenitore multimediale artistico in cui pittori, scultori, fotografi, musicisti e artisti vari presenteranno le loro idee, al fine di accompagnare lo spettatore attraverso un viaggio fatto di visioni artistiche differenti.

L’associazione Gi.Ga Giovani Galatinesi ha contribuito con grande entusiasmo alla realizzazione dell’evento.

“L'obiettivo è ambizioso: attivare il territorio, incrementare la partecipazione e la cittadinanza attiva utilizzando i linguaggi delle arti, promuovendo la cultura musicale ed artistica del territorio, attraverso musica dal vivo, danza, giocoleria, pittura, esposizioni fotografiche, creazioni artistiche, teatro e tanto altro. L'intento è quello di valorizzare gli artisti - locali e non - cercando contemporaneamente di incentivare le attività di artigianato artistico e di prodotti dell'ingegno nel territorio cittadino, ravvivando e arricchendo un panorama cittadino che annovera poche iniziative di tipo creativo.

Epidemia dell'Arte si svolgerà in un contesto versatile e dinamico, nel quale il pubblico, muovendosi tra dipinti, sculture, aree concerti ed espositive, sarà protagonista di esperienze sensoriali uniche e irripetibili, coinvolto e attratto da manifestazioni artistiche eterogenee.

Inoltre, in collaborazione l'Associazione culturale AMICA ideatrice dell'applicazione per smartphone e tablet Galatina Città Amica – app che permette di visitare Galatina, ascoltare la storia dei monumenti, condividere e commentare tutto - Epidemia dell'Arte proporrà una serie di percorsi all'interno delle zone di maggiore attrazione storico-culturale, con il coinvolgimento, nel ruolo di “cicerone” d'eccezione, degli studenti delle scuole superiori galatinesi. Sin da subito e con grande soddisfazione ho accolto questo eccezionale evento denominato “Epidemia dell'Arte”. Un progetto volto a promuovere, in particolare il centro storico della nostra bellissima città ed a coinvolgere tutte le attività produttive già presenti sul medesimo territorio ma ancor di più a sollecitare i cittadini ed i visitatori tutti ad avere un approccio diretto con l'arte a tutto tondo, ed a valorizzare gli artisti locali. “Epidemia dell'Arte” da il via alla stagione estiva della città di Galatina, città nella quale, mi preme sottolineare, le presenze turistiche negli ultimi due anni e mezzo, sono cresciute notevolmente, quasi del 40% in più rispetto agli anni precedenti. Tutto questo grazie ad una politica sin da subito intrapresa dall'attuale amministrazione comunale ed in particolare dall'assessorato al turismo e al marketing territoriale, volta a far conoscere la propria città, il suo ricchissimo patrimonio architettonico, storico ed enogastronomico al di là dei confini regionali e nazionali attraverso la partecipazione ad esclusivi appuntamenti di vetrina con presenze giornalistiche di primissimo piano anche di livello internazionale. Ed ancora, la città di Galatina con i suoi circa 50 QR code installati davanti ai monumenti, con l'APP Turistica telematica “Amica” ed i suoi nuovissimi tre circuiti turistici telematici del centro storico, con l'APP dei racconti magici denominata “Sherazade” sita in tre luoghi cardine del centro storico e con l'App dedicata alle attività produttive “Frontiere 21”, rappresenta certamente uno dei comuni pugliesi maggiormente informatizzati, atti ad accogliere sul proprio territorio presenze turistiche anche quelle con particolari esigenze. 

Insomma la città della civetta, dei SS Pietro e e Paolo e del tarantismo, degli Orsini del Balzo, di Marie D'Enghien con la emozionante Basilica di Santa Caterina D'Alessandria e del barocco, incuriosisce ed affascina, ma sopratutto sale sul podio come una delle città più visitate della nostra provincia insieme a Lecce, Otranto, Gallipoli, Leuca, Castro ed a poche altre ancora.” Alberto Russi - Assessore alle attività produttive, turismo e marketing territoriale

“Quando sono interessati direttamente i giovani galatinesi nell’organizzazione degli eventi di questa splendida Città, il tutto diventa magico perché le nuove generazioni imprimono un entusiasmo particolare e mai scontato al tutto”. Andrea Coccioli - Assessore alle Politiche giovanili

 “Guardiamo con curiosità ed attenzione a questi due giorni di arti nel centro cittadino” dice Daniela Vantaggiato Assessore alla cultura “l’associazione Chiù stili pe tutti  ha già dato prova di indubbia creatività e di certo non deluderà, la formula proposta per alcuni versi torna spesso nelle serate galatinesi laddove si cerca sempre di coniugare cultura, territorio, promozione dei beni artistici e delle attività produttive, ma ci sarà una grande capacità visionaria ed un approccio esperienziale, questo mi aspetto, in grado di rendere unico l’evento; unanimemente apprezzati i musicisti che interverranno, a tutti allora l’1 e il 2 giugno ritroviamoci a Galatina!” Daniela Vanmtaggiato - Assessore alla cultura

 
INFO
Epidemia dell'Arte
Centro Storico, Galatina
Infoline: 3276573545
Email: epidemiadellarte@gmail.com
 
È nato il “Comitato Nazionale Contro Fotovoltaico Ed Eolico Nelle Aree Verdi”. Come prima iniziativa pubblica del Comitato Nazionale: si è levato un appello forte ed apartitico al Governo e a tutto il Parlamento, perché facciano rispettare la nostra Costituzione ed i diritti dei cittadini frodati, ingannati e danneggiati da questa maxi-speculazione della Green Economy Industriale in atto , perché si abroghino d’urgenza gli immorali ed esosissimi incentivi pagati da tutti i cittadini a queste implementazioni industriali per la vendita delle energie rinnovabili, che come tali, per il loro elevatissimo impatto ambientale, non sono più energie “pulite” !!!

Perché sia imposta una moratoria urgente per tutte le miriadi di impianti eolici e fotovoltaici industriali in progetto nel paesaggio del Bel Paese, l’ Italia, e che comporterebbero se realizzati la cancellazione totale di tutto ciò che significa “Italia” nel mondo, nonché gravi problemi di disagio e mobilitazione sociale a difesa del vitale spazio vitale e del territorio! Fatta l’Italia, fatti gli italiani, dopo 150° anni di speculazioni crescenti, ed impennatesi esponenzialmente oggi nella grave aberrante iper-speculazione della mala della Green Economy Industriale, ora abbiamo bisogno di rifare il paesaggio identitario, rurale, storico e naturale, d’Italia, e di farlo risorgere e restaurarlo a 360°!

Il gruppo, dall’eloquentissimo nome “Comitato Nazionale contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi”, nato su facebook (http://www.facebook.com/groups/192311587488270), ma già attivo anche nella realtà delle relazioni umane e sul territorio, ha ormai raggiunto e ampiamente superato la simbolica soglia “dei 1000” iscritti, nonostante si sia costituito solo da pochissimi giorni! Vi è un malumore dilagante, enorme, in tutta la Nazione, da un capo all’altro della penisola e sulle sue isole, che sta trovando così sfogo e forme di coordinamento ed organizzazione, attraverso il canale iniziale del social network di internet facebook, per reagire contro la mala della Green Economy Industriale, che tiene quasi del tutto in mano l’informazione di molte tv nazionali, e ha creato una macchina di controllo mediatico fittissima, atta a non dare voce, e a gettare fango su chi sta cercando di fare emergere tutta la Verità relativa al sistema di fondamentalismo fanatico interessato falso-verde, neo-industrialista, mistificatorio, e iper-speculativo, cresciuto sul tema, strumentalizzato oltre ogni immaginazione, dei cambiamenti climatici causati dall’uomo.

Una macchina impressionante della menzogna che ha trasformato immoralmente le energie rinnovabili, che con forme virtuose di utilizzo dovevano negli intenti iniziali, salvare il nostro Pianeta, nel più grande e devastante per lo stesso Pianeta, business fraudolento di inizio millennio! La gravità di quanto avvenuto, se da un lato distrugge l’ambiente ed il paesaggio in ogni dove ed in ogni direzione con impianti di dimensioni mastodontiche a fini puramente economici, dall’altro sta erodendo democrazia e libertà, oltre che calpestando diritti fondamentali dei cittadini. Il gruppo pertanto indirettamente persegue anche l’obiettivo, altra faccia della stessa medaglia della protezione del paesaggio, di salvare anche la stessa “filosofia buona di fondo” delle energie rinnovabili, da queste aberrazioni mostruose industriali ed oligopolistiche che le stanno snaturando profondamente, e rubando di fatto ai cittadini medesimi!

La forza del vasto crescente gruppo sta anche nella sua costitutiva apartiticità ed al contempo apertura a tutti senza distinzioni alcune a tutti coloro che stanno percependo in tempo tutta la gravità della catastrofe falso-verde in corso! Anche da diverse associazioni nazionali, ormai nella sostanza del tutto pseudo-ambientaliste, scivolate nella macchina speculativa della Green Economy, numerosi sono coloro che stanno prendendo le distante dai loro direttivi degenerati, e stanno sostenendo queste nuove realtà organizzative espressione della necessità di reagire e di salvare la vera “ecologia”, dall’ ecologia malata e strumentalizzata che oggi l’ Italia subisce come un flagello! Il Gruppo è totalmente aperto a chiunque sia contrario e sensibile alla devastazione del paesaggio da impianti industriali fotovoltaici ed eolico sulle aree verdi.

In quasi tutto il territorio nazionale è in scandaloso corso una installazione selvaggia di impianti industriali fotovoltaici a terra in zone agricole e naturali e sui laghi, e di eolico, con torri di media e mega altezza (fin anche oltre 100 m ,e anche 150 m), tanto in mare quanto sulla terraferma, spesso anche senza alcuna informazione del cittadino. Viene calpestata il più delle volte ogni buona norma per la distanza degli impianti da abitazioni e presenze umane. Chi ne viene danneggiato, case sparse ed agriturismi, non è giusto che debba subire i danni materiali da deprezzamento dell’immobile oltre le spese per difendere i propri beni da tali scempi, e danni morali e psico-somatici da impatto ambientale (acustici, visivi, elettromagnetici) per 20 anni fino a dismissione dell’impianto. Inoltre essendo autorizzazioni “rinnovabili” è probabile che avendo già una predisposizione possano rimanere per sempre operanti in loco. Quindi dobbiamo batterci sia per noi stessi che per le bellezze naturali d’Italia, prima vanto e attrazione turistica, ora deturpate da questi mostri che dovrebbero produrre energie “pulite” alternative e non distruttive del territorio, che pertanto pulite non sono. Siamo favorevoli alle energie alternative, ma sui tetti e tettoie di tutti gli edifici recenti, per l’autoconsumo, sopra i capannoni industriali, nei parcheggi, autostrade ecc., purché si eviti di sottrarre i terreni all’agricoltura e ai paesaggi ricchi di verde della nostra nazione.

Siamo stati tutti in prima linea nella lotta contro la “Pazzia del Nucleare”, e lo abbiamo fatto perché credevamo e crediamo davvero nella possibilità di produrre energia pulita per rispettare ambiente e paesaggio insieme, attraverso il fotovoltaico ubicato sui tantissimi tetti inutilizzati degli edifici recenti, ed è per questo che affermiamo che sarebbe un crimine continuare ad appioppare il falso nome di “energie pulite” al mega e medio eolico e al fotovoltaico nei campi e sui laghi con cui si vuole oggi distruggere la nostra nazione, l’Italia, il giardino bello del Mediterraneo con la cornice del suo incantevole mare, la più bella nazione del mondo culla di cultura e vita, da millenni! I principi fondanti delle richieste di questo gruppo: sono sintetizzati nel nome del gruppo stesso "Comitato Nazionale contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi", e, alla luce dell'attuale tecnologia eolica falcidia uccelli e paesaggio, si aggiunga "e nel mare"; Pertanto:

-) Sì solo al fotovoltaico sui tetti di tutti gli edifici recenti – e sottolineiamo “recenti” per evitare di dare lo spiraglio ad altri disastri della Nazione da iper-sfavorire, dei suoi centri, palazzi e luoghi storici;

-) No al mega e medio eolico ovunque per il suo danno paesaggistico di portata chilometrica.

Il principio forte e nuovo, e più onnicomprensivo, che viene lanciato da questo comitato,  è la “DECEMENTIFICAZIONE”, che noi chiediamo per la nostra Nazione, la sua bonifica dal cemento, di cui questa mala della Green Economy Industriale è figlia (vedi basamenti di cemento di torri eoliche e pannelli nei campi), e quindi la sua rinaturalizzazione, in cui crediamo, e che vogliamo e che sappiamo, in coscienza e scienza, essere davvero fattore strategico per la nostra vita e crescita culturale umana ed economica! Di fronte alla noncuranza con cui taluni difendono il fotovoltaico industriale a terra, sebbene quasi tutti, sono persone più o meno direttamente collegate al nero business sottostante, ci chiediamo retoricamente “quanti hanno un’idea di come viene prodotto il cibo che tutti noi consumiamo”!? Solarizziamo pertanto tutti tetti gli sconfinati tetti degli edifici recenti, e solo dopo averlo fatto valutiamo cosa serve ancora all' Italia davvero, e vediamo un po' intorno a noi, solo allora, cosa offrono i vari “pifferai magici” per poi decidere con saggezza; la stessa saggezza di chi dirà si oggi solo al fotovoltaico sui tetti per salvare campi, mare e cielo, vita, nerezza paesaggio! Sui tetti delle brutture della modernità del cemento i pannelli fotovoltaici non possano peggiorare in alcun modo tali orrori, al più su questi edifici recenti i pannelli possono dare un tocco di estetica! Tutt'altro il discorso per edifici storici e centri storici dove ai normali pannelli occorre sostituire e pensare, se proprio anche lì dei privati vogliano ubicarvi impiantini solari, a soluzioni iper-integrate, innovative e di zero impatto estetico!

Alcune associazioni  falso-ambientaliste stanno tentando di favorire soluzioni miste tra fotovoltaico ed agricoltura, con serre fotovoltaiche, panelli sospesi ecc. che comunque sottraggono la risorsa “Sole”, al mondo vegetale e pertanto di dubbia efficacia e di conclamata dannosità paesaggistica, pur di favorire ancora la fotovoltaicizzazione ed iperelettrificazione speculativa dei campi, sulla cui nocività per innumerevoli fattori (dall’ uso dei diserbanti, ai campi elettromagnetiche, ai componenti nocivi dei pannelli, come per il Tellururo di Cadmio, l’Arseniuro di Gallio, ecc.) oggi colpevolmente da parte delle autorità pubbliche preposte (Asl, ARPA, ecc.) ancora non si indaga adeguatamente, con il grave rischio di avere tra qualche anno un’emergenza del tipo di quella “amianto” causata da una eccessiva superficialità iniziale!

Le stesse associazioni, mere scatole svuotate degli originari valori statutari ecologisti, si dicono, strumentalmente, “favorevoli all’ubicazione dei pannelli fotovoltaici in zone agricole”, che essi definiscono “degradate”! “Degradate” !? Ma non si deve assolutamente introdurre in queste logiche il concetto stesso di zone degradate!!! Sarebbe iper-sbagliato! Nelle cave, ad esempio, si facciano laghi, si piantino piante, si coltivi! Nelle aree degradate agricole, inquinate, cementificate, le si de-cementifichi, le si bonifichi dagli inquinanti e le si ri-naturalizzi! Le si rimboschisca, se si ha davvero a cuore i clima del globo, e soprattutto il microclima e la biodiversità! Le si facciano tornare campi e pascoli fertili e produttivi!

Le aree degradare dall'uomo ad hoc esistono già e si chiamano "zone industriali" preesistenti, e tante con tanti lotti inutilizzati ancora, o dismessi, e son pure già urbanisticamente infrastrutturate ad hoc per la sicurezza, e programmate non certo per viverci! I pannelli fotovoltaici vadano su tetti di tutti gli edifici recenti, migliaia di ettari inutilizzati e biologicamente morti, di nullo valore estetico! Solo dopo averli occupati ci metteremo a tavolino e decideremo cosa altro ci serve in termini energetici! E faremo eventualmente altre concessioni, come sistema Italia, ma intanto anche la tecnologia delle rinnovabili sarà avanzata, più efficiente e di minore impatto, rispetto a quella attuale di eolico e fotovoltaico, tecnologicamente disponibile sul mercato, e che siamo costretti ad affrontare! Il concetto di area degradata pro-fotovoltaico è pericoloso, pericolosissimo, si presta a mille invenzioni diaboliche da parte delle male lobbies di speculatori politico-imprenditoriali, scoraggia ogni futuro intervento di restauro paesaggistico, di cura del paesaggio che deve partire proprio dalle aree degradate e che deve essere il contributo che da noi tutti più deve giungere alla cultura amministrativa italiana, dove deve divenire pratica prioritaria!

Ed inoltre in un circolo vizioso, tale concetto porta a degradare strumentalmente aree oggi non tali, al fine di favorirvi la speculazione, quasi fisiologicamente “mafiosa”,  della Green Economy Industriale, fisiologicamente tale poiché fondata non sui doni della terra o del sole e del vento, ma sui nostri incentivi pubblici, e poiché depreda noi tutti non solo dei nostri denari, ma anche del nostro vitale habitat e del nostro paesaggio, il libro aperto al cielo della nostra storia ed identità, la scenografia della piacevolezza della nostra esistenza! Paesaggio che questa estesa mala distrugge incostituzionalmente ed immoralmente come nulla mai sin ad oggi nella storia umana, con rapidità ed estensità inaudite! Si deduce oggi dalle ultime normative  che: sono utilizzabili terreni da almeno 5 anni non coltivati per l’ubicazione dei pannelli nei campi per impianti industriali, cioè volti alla vendita dell’ energia”! Ma che significa?! Sono follie! Si vuole far passare per degradati terreni non coltivati da 5 anni almeno? Ma son proprio quelli i terreni più naturalmente fertili!! Ma si è smarrito ogni rapporto con la natura, con la scienza millenaria dell’agricoltura: sono i terreni a riposo, quelli più arricchiti di humus, quelli a più alto potenziale di fertilità! Si è dimenticato, nella pazzia speculativa dell’industrializzazione chimica dell’agricoltura che fa oggi massiccio uso di abbondanti, e anche nocivi, fertilizzanti chimici, concetti come il “riposo dei terreni”, le “rotazioni delle colture”, il “maggese”! I terreni "degradati" non esistono! E se esistono non devono esistere più!

Tutta la degenerazione del tessuto socio-politico ambientalista italiano si evince nella delittuosa scomparsa di qualsiasi politica di rimboschimento, e di riforestazione vera, estesa, partecipata e razionale dell’Italia, che dovrebbe essere la priorità di ogni impegno in favore del clima e del microclima e non solo, del suolo, della salubrità dell’ambiente, della biodiversità, del paesaggio e dell’economia silvo-agro-pastorale. Invece si concedono finanziamenti pubblici fortissimi per una speculazione, quella industrializzante del fotovoltaico a terra che desertifica artificialmente vetrificando migliaia di ettari ed ettari di territorio, depauperandone l’ humus vitale, cancellandone la biodiversità, ed estirpandone ogni cultura, anche persino della vite e dell’ olivo, delle blasfemie,  in nome di politiche di facciata contro i cosiddetti “surriscaldamenti climatici” ed il conseguente rischio di naturale desertificazione cui ampie zone dell’ Italia e del Mediterraneo sono sottoposte, come dichiarato dall’ Organizzazione delle Nazioni Unite-ONU (si pensi solo ad esempio alla Puglia). Siamo al paradosso più totale ed umanamente intollerabile!   Ed è questa una denuncia forte che il comitato lancia affinché il mondo politico-amministrativo italiano ripercorra con decisone la strada dei rimboschimenti, come stanno facendo numerosi paesi europei e del mondo, dall’ Inghilterra alla Cina, abbandonando la mala strada innaturale e esecrabile della industrializzazione all’energia delle campagne!

Urge una rievangelizzazione alla cultura dell’ elementarità della natura della nostra società e di tutta la nostra presente e futura classe dirigente! Quella odierna, di destra sinistra e centro, ha fallito non solo davanti al popolo italiano, davanti alla costituzione che calpesta! Ha fallito il suo ruolo storico davanti alla Natura, e questo è gravissimo! Anche questa è una missione culturale, tra le missioni politiche-ambientaliste fondanti! Un impegno per la vita e per la bellezza della nostra sacra nazione Italia! le procedure adottate da comuni e provincie che in molti casi risulterebbero difformi ed irregolari.le procedure adottate da comuni e provincie che in molti casi risulterebbero difformi ed irregolariDa tutta Italia, come prima iniziativa del comitato, di fatto spontaneamente costituitosi intorno a questo gravissima deriva della nostra democrazia che la Green Economy Industriale odierna fortemente rappresenta, con il grave logorarsi conseguente ed il venir meno anche delle più elementari garanzie e del rispetto dei diritti dei cittadini e dei principi sanciti dalla Costituzione italiana, Si leva un appello forte al Governo e al Parlamento tutto perché intervengano facendo rispettare la nostra Costituzione ed i diritti dei cittadini frodati, ingannati e danneggiati da questa maxi-speculazione della Green Economy Industriale in atto, ed un appello ogni uomo politico italiano, di qualsiasi schieramento, perché si abroghino d’urgenza gli immorali ed esosissimi incentivi pagati da tutti i cittadini a queste implementazioni industriali per la vendita delle energie rinnovabili, che come tali, per il loro elevatissimo impatto ambientale, non sono più energie “pulite” !!!

Chiediamo il taglio  in maniera retroattiva di tutti gli incentivi pubblici per tutti gli impianti eolici e fotovoltaici già realizzati, di qualsiasi potenza, industriali, cioè destinati alla produzione di energia prioritariamente per la vendita e non per l’autoconsumo, e l’azzeramento del meccanismo mistificatorio e falso-ecologista dei “certificati verdi”, ma una tassazione permanente per tutti questi impianti per il danno immane che arrecano al Paese e alla qualità della vita dei cittadini, ovunque in rivolta contro questi orrori industriali ubicati sulle campagne, in mare e persino sui laghi! Una “tassa sul brutto” che scoraggi definitivamente e che renda economicamente del tutto sconvenienti ulteriori simili sfregi e tentativi speculativi ai danni del paesaggio italiano! In tutto il percorso autorizzativo degli impianti industriali da rinnovabili i cittadini, scientemente, nella maggior parte dei casi, non sono stati messi adeguatamente a conoscenza degli iter autorizzativi, né tantomeno dei progetti, della loro entità e dell’impatto sui luoghi e sulle economie locali. La mancanza di rispetto del diritto dei cittadini locali da parte delle amministrazioni, nel coinvolgimento  e nell’informazione, previsti a norma di legge per queste tipologie d’industrie, è vergognosa, soprattutto alla luce dei fatti ormai noti di errori grossolani di progettazione, falsità e di anomale omissioni e dimenticanze. Si tagli il finanziamento statale a questa frode assurda della Green Economy Industriale, che, strumentalizzando e calpestando al contempo l’ “ecologia”, grava pesantemente sui cittadini e sulle casse dello Stato, con bilanci da intere finanziarie, senza alcun beneficio per l’ambiente, ma anzi con innumerevoli danni ad esso ed al paesaggio italiano tutelato dalla Costituzione italiana, art. 9, tra i principi fondamentali. Un danno incalcolabile all’economia del Bel Paese fondata sul paesaggio attraverso il turismo! Una speculazione che inoltre disperde le ricchezze finanziarie statali, le volatilizza, poiché gran parte dei guadagni finiscono all’estero attraverso il coinvolgimento nelle proprietà di questi impianti di istituti bancari stranieri e ditte estere, con sistemi di scatole cinesi, che portano talvolta, o meglio spesso, a società off-shore con sede nei paradisi fiscali! Anche ed ancor più all’indomani del referendum contro il nucleare, con il quale gli italiani hanno espresso la volontà di favorire forme di produzione dell’energia davvero ecocompatibili e pulite, il fotovoltaico industriale che vetrifica e desertifica i campi, sottraendo spazio alle colture, ai pascoli e alla vita selvatica, ed il mega e medio eolico che falcidia i volatili e sfigura catastroficamente il paesaggio quotidiano di ognuno di noi, devono essere fermati, e sostituiti da una politica volta a favorire le produzioni di energia rinnovabile in forme davvero pulite, eticamente parlando ed ecologisticamente, che sostituiscano le forme industriali sopra accennate fisiologicamente di grave impatto ambientale: occorre favorire pertanto l’autoproduzione di energia del sole con pannelli fotovoltaici ubicati sui tetti degli edifici recenti, superfici queste biologicamente morte, inutilizzate, estesissime per centinai e centinaia di ettari; le ubicazioni su di esse dei pannelli capta sole hanno pertanto un impatto nullo ambientale ed estetico, con azzeramento del consumo di vivo suolo, e massimo rispetto del paesaggio e degli edifici, luoghi e centri storici. Si pensi alle enormi superfici dei capannoni industriali, di scuole, altri istituti, ospedali, caserme, uffici pubblici, condomini, civili abitazioni di epoca recente, parcheggi coperti, stazioni ecc. ecc. Non solo, in tal modo si aiutano direttamente i privati che installando i pannelli sui tetti di loro proprietà ne conseguono immediati sgravi in bolletta, senza più alcuna speculazione ai loro danni e ai danni delle casse dello Stato intero! Prima si inizi, con la politica dei piccoli passi, a solarizzare i tetti degli edifici recenti, all’indomani del recente referendum, rimandando alla fine di tale operazione, la valutazione di ulteriori strategie energetiche, dopo aver ponderato i virtuosi risultati così ottenuti dal paese in termini energetici!

Inoltre un appello a tutti gli enti preposti ai controlli sulle autorizzazioni rilasciate, a tappeto, si laddove per situazioni omertose o altro non vi siano esposti, sia laddove ci siano già esposti alla Magistratura per irregolarità, falsità ed omissioni! Autorizzazioni che devono essere revocate in autotutela a difesa dei cittadini vittime di tali soprusi e vengano riconosciuti i danni morali e materiali subiti. Si chiede al Governo una moratoria urgente per gli impianti industriali fotovoltaici a terra ed eolici, considerata la necessità di verificare le procedure adottate da Comuni e Province che in molti casi risulterebbero difformi e irregolari, e soprattutto al fine di impedire la catastrofica e generalizzata devastazione che la loro realizzazione comporterebbe per grandissime aree dell’intero paese, che verrebbero stuprate profondamente e snaturate senza neppure poter trovare precedenti storici oggi, per descriverne sensitivamente l’ immane portata! L’appello ad un impegno politico-trasversale forte per salvare, con l’economia di questo nostro Paese, forse per la prima volta nella sua storia, anche il paesaggio e la natura, che questi impianti falso-ecologisti, e dalle falsissime e artatamente gonfiate ricadute occupazionali, di eolico e fotovoltaico industriali, distruggono ignominiosamente! La crescente rete di persone incontratasi su facebook  costituirà un Comitato Nazionale legalmente riconosciuto che sia anche portavoce e cassa di risonanza forte di tutti e possa presentare delle mozioni ai responsabili dell’ambiente! Un comitato che nasce già dalla confluenza di tantissime realtà associative, e comitati locali e nazionali e di tantissimi cittadini italiani e non amanti del paese più bello del mondo! Vogliamo essere quanto più apartitici possibile, o pan-partitici, la lotta per la difesa del territorio è appena iniziata e chi condivide questo nostro approccio alla soluzione dei problemi di tipo ambientale è invitato ad iscriversi su facebook al link: “Comitato nazionale contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi” link: http://www.facebook.com/groups/192311587488270


Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio, della Salute e dei Diritti del cittadino

Forum Ambiente e Salute del Grande Salento – Rete Apartitica

 

Finalmente, dopo mesi di assoluta trascuratezza, in qualità di consigliere comunale delegato ASI, posso dire che la nostra Città ha compiuto un nuovo passo in avanti dal punto di vista del decoro urbano.

Ci siamo concentrati sulla nostra zona industriale, che da anni vive in uno stato di incuria e degrado. Grazie alla forte collaborazione con il Presidente dell’ASI Massimo Albanese, nei giorni scorsi abbiamo effettuato un’attività di taglio erbe, oltre a mettere a punto il sistema di pubblica illuminazione.
Da tempo, infatti, in diverse strade, dove sono presenti le nostre aziende, il cuore della filiera imprenditoriale cittadina, mancava l’illuminazione, mettendo a serio rischio la sicurezza degli addetti ai lavori.

L’Amministrazione comunale guidata da Fabio Vergine dimostra ancora una volta la giusta sensibilità ed una visione ben chiara sugli obiettivi da perseguire. Un’azione di governo cittadino che parte dalla cura e dalla manutenzione di ogni ambito della nostra Città, fino ad arrivare ad una programmazione ben solida che sappia guardare ad un futuro di crescita e sviluppo.

Per questa operazione, ringrazio il Presidente Albanese per la disponibilità e la celerità negli interventi effettuati.

Andrea Gatto - Consigliere Comunale
Delegato ASI

 
Di Redazione (del 05/09/2021 @ 16:44:02, in Comunicato Stampa, linkato 546 volte)

Quando dicono che la politica fa schifo, che i politici sono tutti venduti e corrotti, io fatico a capire.  Non comprendo come può infatti la parola politica essere associata sempre a qualcosa di brutto quando questa deriva dall’unione di due parole bellissime: pólis e téchnē. Città e arte, tecnica. L’arte del buon governo al centro della quale c’è il cittadino. Politica come strumento di armonizzazione della realtà, come visione di mondo. 

Anche quest’anno ho avuto l’opportunità di partecipare alla scuola di formazione politica “meritare l’Europa” organizzata a Ponte di Legno ( 1-3 settembre) in collaborazione con Italia Viva, Renew Europe e il PDE. Una tre giorni alla quale hanno partecipato moltissimi ospiti come il Ministro Cingolani, il virologo Bassetti, la Ministra Bonetti che ha dialogato con la Ministra delle pari opportunità francese, la giovane giornalista Cecilia Sala, il direttore di Repubblica Molinari, la Vice Ministra allo Sviluppo economico Bellanova, l’astronauta Luca Parmitano. Abbiamo inoltre avuto l’opportunità di ascoltare alcuni nostri eurodeputati come Gozi e Nicola Danti ed altri esponenti del gruppo Renew Europe come Laurence Farreng e Sophie in ‘t Velt. Si è discusso di alcuni dei temi più rilevanti come ambiente, Afghanistan, pari opportunità, infrastrutture, lavoro, spazio, covid e tanto altro. Nelle serate dell’1 e del 2 con i tavoli tematici abbiamo potuto dialogare con alcuni nostri parlamentari su svariati argomenti. Personalmente ho avuto l’onore di partecipare alla tavola rotonda dal titolo “i diritti delle donne non sono (solo) una questione da donne” con la On. Maria Elena Boschi durante il quale si è dibattuto sulla necessità che anche gli uomini parlino e si battano per la parità di genere. Durante la seconda serata invece ho partecipato al tavolo tematico intitolato “la cultura e la bellezza come armi per sconfiggere il disagio” con il sindaco di Ercolano Ciro Bonajuto. Abbiamo parlato di cultura, di arte, di turismo, di criminalità organizzata, di sud chiedendoci come la cultura, la bellezza e la legalità possano essere un’arma contro il disagio e  come possano migliorare l’attrattività dei nostri comuni.

Ma meritare l’Europa cosa significa? Studiare, informarsi, attivarsi, appassionarsi, approfondire, amare le nostre città, guardare al mondo, essere gentili. Allora io vorrei fare un appello a tutte le ragazze e i ragazzi galatinesi e non solo indipendentemente dall’orientamento politico, perché so per certo che esistono tantissimi miei coetanei che amano la propria terra, che sono appassionati, che hanno voglia di fare, pensare, dibattere che sanno distinguere il vero dal falso, il pettegolezzo dalla realtà. Ragazzi rischiate, riflettete, non siate superficiali, cercate di andare oltre il gioco delle urla e dell’odio che ormai spopola sui social, ascoltate anche opinioni diversissime dalle vostre, sviluppate il senso critico.

Fatelo per voi, fatelo per il bellissimo futuro che avete davanti, fatelo per rendere le vostre città, l’Italia e il mondo un posto anche solo leggermente migliore, fatelo per la generazione futura. Ricordate una cosa però: la politica è una cosa seria, la politica è servizio e passione, non è un tweet o un post. La politica è una cosa bella, è relazione, è dialogo, è capacità di mettersi in discussione e di condividere il cammino, non è prevaricazione.

Grazie a chi crede in noi giovani, grazie al mio partito, Italia Viva, che non manca mai di puntare sulla mia generazione e grazie a tutti i ragazzi e le ragazze che ancora credono nei propri sogni e nel futuro della propria città.

 

Caterina Luceri
coordinatrice Italia Viva Galatina e componente dell’Assemblea Nazionale di IV

 
Di Albino Campa (del 12/08/2011 @ 16:43:53, in Eventi, linkato 2768 volte)
“Posti in piedi” è un’espressione che si urla con gioia, per dire “la sala è piena”, “grande partecipazione”.  Se però le sedie sono 200, i posti in piedi divengono un’esigenza dovuta alla carenza di posti a sedere più che una conseguenza della grande partecipazione. E questo succede a Galatina, in una città amministrata da persone che sembrano non riuscire a comprendere la posizione di rilievo che Galatina riveste nel Salento.

La sera dello spettacolo teatrale l’Aulularia la piazza era piena non solo di fans della Gegia, di galatinesi e salentini provenienti dai paesi limitrofi, ma anche e soprattutto da turisti. E il fatto che siano state messe a disposizione così poche sedie è sintomo di un male incurabile che affligge non solo il governo della città di Galatina, ma anche quello della nazione Italia: la sciatteria. Ho come l’impressione che le cose si facciano semplicemente per non perdere consenso o perché si è costretti a farle, e che quindi manchino di quell’entusiasmo motore e garante della buona riuscita di ogni evento. La politica sembra essere divenuta un ambito limbo situato tra cielo e terra; oggigiorno governare una città comporta una lievitazione sopra la società: si sale un gradino più su e si perde il contatto con i problemi dell’uomo nella società.

E discutendone la sera stessa dell’Aulularia, mi è venuto il dubbio che entrare in politica sia anche fortemente dannoso per le capacità intellettive dell’uomo. Problemi banali (quello delle sedie può essere un valido esempio) che un cittadino qualunque riuscirebbe a risolvere senza troppi sforzi, per il politico privato del dono della praticità divengono vere sfide politiche (tant’è che tronfio è solito rispondere al povero cittadino esigente di rassicurazione: “Mo’ vidimu ce se pote fare”). Il politico modello si contorce, il più delle volte fa finta, nella risoluzione del problema, per poi sfoggiare i soliti cavilli di natura pecuniaria o procedurale. 

Secondo voi perché c’erano solo 200 sedie in piazza? Perché il budget non consentiva di affittare altre sedie, mi sento rispondere, mica per problemi di sicurezza. Allora se le cose stanno in questi termini, vi pongo un quesito: quanto è stupido, da uno a dieci, un cittadino che non ha soldi, è tormentato dai debiti, ha 10 sedie in casa, vuole sedersi fuori in giardino e va ad affittarsi la sedia? Bisogna entrare in politica per rendersi capaci di tali imprese, perché al cittadino non malato di sciatteria sarebbe parso elementare prendere le sedie da casa propria (es. palazzo della cultura) oppure farsene prestare qualcuna dal vicino di casa (es. oratorio). Vai a capire te come funziona la politica, semmai funzionasse!

Michele Stursi

 

 
Di Antonio Mellone (del 27/12/2020 @ 16:38:59, in NohaBlog, linkato 1002 volte)

Una buona fetta di galatinesi è a stento consapevole di quel che capita sul marciapiede di casa sua, salvo poi essere perfettamente al corrente su molti altri fatti (tipo cosa hanno mangiato a Natale e con chi gli “amici” di fb).

Un’altra porzione degli stessi è venuta a conoscenza solo per puro caso del fatto che ‘scappano’ i pini di viale don Bosco - nel senso che gli alberi se la squagliano proprio da questa città che evidentemente non li vuole e forse non li merita - ma la curva dell’elettroencefalogramma di codesti concittadini continua a rimanere appiccicata con il Super Attack all’asse delle ascisse, onde non storcono muso né muovono polpastrello sullo schermo tattile del personale smartphone né per dissentire (certuni credono che il verbo dissentire abbia endemicamente a che fare con il sostantivo dissenteria), né per appoggiare questa politica della sega (che a quanto pare sembra provocare l’acme del piacere). Sta di fatto che, come cantava quello, Là dove c’era l’erba ora c’è una citta (Citta, senza accento, mi raccomando, se no la traduzione dal vernacolo sarebbe diversa da Zitta, Muta, Remissiva, o Consenziente).

Abbiamo poi un’altra parte, “informatissima”, crediamo la stragrande maggioranza, che lungi dal prendersela con i propri pubblici amministratori (e perché dovrebbe visto che la rappresentano alla perfezione) per questa cosa che altrove chiamerebbero devastazione, scempio, sterminio, rovina del paesaggio o coglionaggine, è convinta sia cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza togliere di mezzo questi benedetti alberi di alto fusto, oltretutto in ottima salute, “visto che disturbano il traffico” (non viceversa), “possono essere pericolosi” (gli alberi sono pericolosi eh, mica i mattoni, il cemento, i muri, gli autotreni, le auto e le moto che sfrecciano a tutta birra su quel viale del tramonto), e poi “vuoi mettere i rischi con questo clima che sta cambiando repentinamente?” (qui evito commenti da querela), e infine, signora mia, “rovinano tutto quanto l’asfalto” (giuro, lo dicono ma soprattutto lo pensano veramente).

E già che ci sono, facendo tesoro del consiglio di Virgilio a Dante - quello del canto III dell’Inferno a proposito degli ignavi - evito di ragionar di loro, dico dei partiti di opposizione in consiglio comunale, alcuni in crioconservazione da anni, altri molto presi a organizzare la giornata della “Festa dell’albero” (quando si dice: gli hanno fatto la festa); glisso pure sull’intellighenzia del pasticciotto in tutt’altre faccende affaccendata, e sorvolo ovviamente sulla stampa (altrimenti detta stampella), la quale, sul tema, al più se la prende con assessore, sindaco o giunta, ma non per gli effetti nefasti della decisione politica, bensì per il ritardo “di tre mesi” [sic] con cui si è mossa la macchina amministrativa. A volte nutro seri dubbi su chi possa occuparsi alternativamente di certe categorie, se la paleontologia o l’entomologia. Ma tant’è.

C’è infine uno sparuto numero di persone (tra i quali annovererei pure il sottoscritto) che di fronte alla riduzione in asche e truciolato dei maestosi pini domestici di quel Boulevard, cioè della cosa più bella di quell’area per altri versi orrenda, non ce la fa a rimanere immobilizzato come per un politrauma di fronte al monologo di massa, non riesce assolutamente a mandar giù lo zuccherino anzi la leccornia della ripiantumazione di alberelli bonsai (leccornie loro!) e di altre “essenze arboree” (forse volevano dire assenze), e prova a spiegare ai suddetti gruppi, con la speranza che non ci sia il bisogno di un video su Youtube, quanto siano importanti i grandi alberi urbani, non fosse altro che, per esempio, per la mitigazione del microclima cittadino e per qualche grammo di ossigeno in più, e che forse per evitare quest’ennesimo deserto dei Tartari, anzi degli Unni (di cui Attila fu egregio esponente), si sarebbero potute semplicemente restringere le corsie di viale don Bosco (bosco, altra ironia dell’odonomastica), visto che tutto serve in città men che una novella autostrada.

Mi sa che, ormai, a Galatina e dintorni l’unico verde pubblico che possiamo permetterci è quello delle casse comunali.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 16/01/2021 @ 16:36:05, in Comunicato Stampa, linkato 730 volte)

E’ proprio il caso di dire: “Tocchiamo ferro!”. La nostra denuncia di qualche giorno fa, sulla pericolosità dei “pali” elettrici di Via Vecchia Galatone, ha portato sfortuna ad un ignaro concittadino.

Erano passate da poco le undici, quando un traliccio della pubblica illuminazione, situato in Piazza San Sebastiano, a due metri dall’edicola dei giornali, ha improvvisamente ceduto, e cadendo ha investito un’autovettura parcheggiata vicino al marciapiede. Il conducente non ha subito alcuna conseguenza, essendo sceso da poco dall’auto per andare, appunto presso l’edicola, per acquistare il giornale. Fosse rimasto in macchina, oltre all’inevitabile spavento che si può immaginare, non sappiamo quali danni fisici avrebbe riportato.

A giudizio delle persone che sono subito accorse, ma soprattutto di coloro che abitano intorno alla piazza o svolgono un’attività lavorativa (ad iniziare dall’edicolante, dove in tanti si recano giornalmente per gli acquisti), tutti i tralicci sono pericolosi, avendo la ruggine intaccato la parte emergente dal terreno, come d’altronde si può notare dalle foto che di allegano.

I vigili urbani, subito allertati, hanno preso atto e verbalizzato l’accaduto. Di quanto successo è necessario mettere subito al corrente la Direzione Provinciale dell’ENEL, affinché, intanto si ripristini il palo caduto, ma soprattutto si faccia il monitoraggio di quelli che sono prossimi a cadere, adottando tutti i provvedimenti, al fine di evitare disgrazie più gravi.

Il Partito Democratico invita il Sindaco, che certamente è stato informato, di farsi parte attiva affinché l’ENEL intervenga con urgenza mettendo in sicurezza una zona molto frequentata: intorno o nelle vicinanze della piazza vi sono, infatti, la Chiesa di San Sebastiano, due scuole, l’Istituto di Istruzione Superiore “Pietro Colonna” e l’Istituto Professionale “Falcone e Borsellino”, e poco distante l’Ospedale Santa Caterina Novella.

PARTITO DEMOCRATICO

CIRCOLO DI GALATINA

 
Di Albino Campa (del 15/11/2006 @ 16:35:26, in NohaBlog, linkato 3778 volte)
La cultura è una priorità per il nostro sito. I libri sono il fondamento della cultura. Nell'articolo che segue, a firma di Antonio Mellone, pubblicato su <il Galatino> n. 19, anno XXXIX, del 10/11/2006, viene recensito il recente libro di Mons. Paolo Ricciardi: <Santi nostri e feste>, edizioni Editrice Salentina, Galatina, 2006
“Santi nostri e feste”
Conosciamo don Paolo Ricciardi (forse egli non si ricorda più di noi) da una trentina d’anni. Eravamo poco più che imberbi ragazzini e don Paolo, idruntino, forse sin da allora Monsignore, Canonico del Capitolo della Cattedrale di Otranto, veniva sovente a Noha (in quell’epoca di pertinenza della diocesi di Nardò), su invito di don Donato Mellone, parroco pro-tempore, a predicare in occasione di circostanze particolari, come potevano essere le novene, i tridui, le quaresime, le feste e le altre solennità di Santa Romana Chiesa. Noi vestivamo in quelle occasioni insigni la cotta bianca e la veste rossa dei chierichetti e, curiosi come eravamo, o prima o dopo la Messa, chiedevamo a quel simpatico sacerdote-predicatore notizie, informazioni ed altre curiosità sulla celebrazione o sul Santo del quale ricorreva la festa. Don Paolo si soffermava volentieri e con semplicità a conferire con noi spiegandoci il senso di quelle cerimonie e raccontandoci a volte anche qualche aneddoto… Ci troviamo ora per le mani, quale gradito dono, ricevuto per corrispondenza dallo stesso autore mons. Ricciardi, un voluminoso libro dal titolo: “Santi nostri e feste”, e con sottotitolo “Vicende di Chiese e conventi nell’Arcidiocesi di Otranto”.
Il tomo, dalla bella veste tipografica, edito a Galatina dalla Editrice Salentina, è fresco di stampa (agosto 2006) e come tutti i libri nuovi (ma anche vecchi) profuma. Profumano quelle 557 pagine di ricerche sulla pietà popolare di Terra d’Otranto; ma a latere di quelle omelie o panegirici profondi, e di quei racconti, ti par di sentire la fragranza, il profumo di un Natale o di una Pasqua o di una delle feste patronali che nel nostro Salento brillano di ininterrotte luminarie: quasi ti par di rivedere quelle gallerie barocche di luce, passerelle festose di processioni di Madonne e Santi miracolosi. Il manuale-enciclopedia è strutturato in quattro parti: nella prima, fondamentali sono le spiegazioni dell’anno liturgico, dei giorni del calendario cattolico, del concetto di Santità e Martirio e delle processioni; nella seconda parte, in ordine alfabetico si tratta delle feste dei Santi; nella parte terza si analizzano le feste mariane; nella quarta sezione si esaminano da ultimo le feste del Signore. Preziose sono le appendici, frutto di minuziose e faticose indagini, che in tre prospetti schematici e ben fatti rilevano le chiese ed i conventi dell’arcidiocesi di Otranto. Facilitano molto la consultazione dell’opera, posti in appendice, gli indici dei luoghi, dei nomi, delle chiese e dei conventi, e soprattutto quello delle celebrazioni secondo il calendario civile. Insomma siamo di fronte ad un bel lavoro pronto per la consultazione dello studioso, del sacerdote, del cristiano, ma anche del laico o di chi è semplicemente curioso di fatti e di pensieri di ieri e di oggi.
A proposito di questi fatti, nel libro vengono raccontati, tra l’altro, episodi di miracoli avvenuti nel nostro Salento, alcuni registrati da altre pubblicazioni, altri rinvenuti di prima mano negli archivi parrocchiali, che da sempre sono preziosi scrigni di notizie, di dati e a volte di sorprese. Non mancano nel volume del Ricciardi numerose altre informazioni: sicché si trovano inni e canti al Santo di turno, riportati in latino ed in italiano, responsori, salmi e altre preghiere, ma anche descrizioni particolareggiate di chiese e santuari, documenti, narrazioni di eventi storici, citazioni di epigrafi, discorsi commemorativi, lettere, atti pubblici, e via di seguito. Aggiungiamo qui, per inciso, che il nostro campanilismo ci ha portato a ricercare nel suddetto testo dati e notizie su Noha, citata in più di una pagina. Tuttavia non ci è parso di scorgere il racconto di un accadimento straordinario: quello di un miracolo compiuto da San Michele Arcangelo in data 20 marzo 1740, allorché il patrono di Noha, dopo che il di lui simulacro in cartapesta ebbe “da se stesso tirato il velo che lo copriva”, sedò un tremendo uragano, minaccia reale a cose e persone [questo episodio si rileva in un manoscritto straordinario di un prelato del tempo, tale don Felice de Magistris, che trovasi allegato a pagina 36 del registro dei battezzati, nella sezione del mese di marzo di quell’anno, scoperto qualche decennio fa dal nostro concittadino P. Francesco D’Acquarica. L’evento di Noha non avrebbe sfigurato in questo studio, anche se sappiamo bene che per forza di cose quando si scrive una cernita bisogna pur fare. Per quanto ovvio, codesti marginali “omissis” nulla tolgono alla preziosità della monumentale ricerca e al merito dell’autore, verso il quale nutriamo gratitudine: per i discorsi di allora, e per il libro di oggi che ci ha fatto ritornare alla mente il tempo che fu. È come se quei dialoghi, o quelle spiegazioni o insegnamenti che trenta anni fa potevano essere diretti verso più o meno distratti o immaturi ragazzini (a volte intenti a giocare nascosti dietro l’altare se non proprio a schiacciare un pisolino nel corso della “predica”) oggi vengano rivolti, in maniera scientifica e sistematica, a chi finalmente crede che non si possa né sfuggire, né dormire di fronte alla voglia di imparare.

Antonio Mellone

 
 
 
Di Daniela Sindaco (del 06/11/2016 @ 16:34:09, in NohaBlog, linkato 2375 volte)

Oggi, anziché festeggiare l'Unità d'Italia e la commemorazione dei caduti di tutte le guerre, si assiste alla più grande delle ingiustizie, al più grande atto di mancanza di rispetto che io abbia mai visto. Non si può nel 2016 trattare le persone così e fregiarsi di rappresentare un Comune grande come Galatina ignorando i cittadini delle frazioni di Noha, Collemeto e Santa Barbara. Non mi sembrava vero, ma quando ho avuto la conferma stamattina che la commemorazione avrebbe avuto luogo solo a Galatina e non nelle frazioni, come é sempre stato fino ad oggi con tutte le amministrazioni comunali, senza distinzione di colore politico, un sentimento di sgomento mi ha colto, tanto da arrivare ad affrontare il problema protestando pubblicamente durante la parata a Galatina ed alla fine del discorso falso, pronunciato dal Commissario, fatto di poche parole intrise di pressapochismo. É sembrato come un atto dovuto, da compiere per mero senso del dovere, ma senza alcuna reale partecipazione. Una cosa senza precedenti. Non si possono attuare tagli in questo modo. Mi chiedo cosa sarebbe costato farne una anche a Noha, a Collemeto e Santa Barbara. In fin dei conti le corone di alloro erano state ordinate e sono state deposte dagli operai del Comune, in maniera anonima, sempre di corsa e quasi in segreto modo. Ma che maniere sono queste? Questo si meritano i monumenti ai caduti di Noha, Collemeto e Santa Barbara? Di essere ancora una volta trascurati, ignorati, considerati di serie B? Non ha forse la stessa dignità dell'altare della patria anche l'ultimo dei monumenti ai caduti delle guerre? O forse il commissario avrebbe fatto troppo lavoro a presenziare lui o chi per lui anche nelle frazioni? Troppo faticoso? Credo che sia pagato anche per questo. Consapevole di ogni difficoltà che il Comune di Galatina sta affrontando, ritengo che il sottrarsi a presenziare in certe cerimonie sia, diciamo così, contro il principio di uguaglianza, che, invece, un Primo cittadino, anche di nomina prefettizia, dovrebbe rigorosamente rispettare e far rispettare a tutti i suoi sottoposti. Se le differenze partono dall'alto non oso pensare dove arriveremo da qui alla prossima primavera. Certo è che starò col fiato sul collo del Commissario e degli altri dirigenti comunali, sperando che non venga più in mente a nessuno qualche simile atto discriminatorio nei confronti dei cittadini.

Egregio Commissario prefettizio, un suo primo gesto dovrebbe essere quello di chiedere scusa ai cittadini delle frazioni ed a tutti coloro che hanno dei parenti caduti in guerra. Se vuole Commissario le darò volentieri una mano!

Peccato! Vero è che non si fa economia passando sopra i cadaveri delle guerre e trascurando di onorare quelli appartenenti alle frazioni. Vergogna! Io proverei questo sentimento fossi in lei.

Firmato: una cittadina di serie B. Di Noha.

Daniela Sindaco,  per servirla, Commissario!

 
Di Antonio Mellone (del 18/05/2014 @ 16:27:42, in NohaBlog, linkato 3385 volte)

Come al solito ha ragione la mia amica Maria Rosaria. Nel chiosare icasticamente il mio trafiletto sui “Misteri al cimitero di Noha”, M.R. ha sinteticamente espresso quello che ho subito pensato anch’io nell’osservare l’impazzimento del contatore dei lettori di quel pezzo on-line: non se n’erano mai visti tanti ed in un così breve lasso di tempo. Convengo dunque con la mia amica sul fatto che probabilmente a scatenare la curiosità degli internauti avranno concorso due ordini di fattori: uno connesso al titolo e l’altro al contenuto (che, stavolta, a dirla tutta, è tutt’altro che una questione di vita o di morte).

*

Confesso sin da subito che quel brano è uno dei miei peggiori mai pubblicati: poco curato nella forma, scritto di getto in meno di un quarto d’ora (e si vede), pieno di espressioni viscerali che forse avrei anche potuto smussare, ovviamente senza rinunciare al mio caustico frasario (di cui alcuni mi accusano, mentre altri apprezzano), e preservando l’efficacia dell’elaborato. Ma tant’è.

Ho scritto invero decine e decine di articoli su temi veramente scottanti, direi di vitale importanza, impiegando a volte intere settimane per curarne la morfologia sintattica ma soprattutto la sostanza, approfondendo gli argomenti, documentandomi su decine di libri (oggetti, questi, che molti internauti non aprono probabilmente dalle elementari), compulsando riviste, siti internet, dossier, visure delle Camera di Commercio e certificati ipo-catastali, compiendo sopralluoghi, raccogliendo denunce, realizzando riprese, incrociando dati, intervistando persone e personaggi, preparando inchieste, catturando immagini, partecipando a convegni e comitati e marce e fiaccolate e sit-in, e via di seguito.

Risultato di tutto questo bel lavoro? Pochi lettori, che potremmo anche definire vigili urbani, ed al contempo un incommensurabile numero di sbadati urbani e di altrettanti belli addormentati nel losco.

Dunque credo che il vero mistero sia tutto qua.

*

Mi vien da pensare che davvero a volte ci preoccupiamo di più di un loculo, e non del fatto che in quel cimitero ci stiamo andando a finire tutti e di corsa per via delle esalazioni, della diossina sprigionata anche dai camini industriali che incombono imperterriti sulle nostre teste, della cementificazione selvaggia delle nostre campagne (per esempio per costruire mega-porci commerciali, oltre ai troppi già esistenti), delle discariche abusive di rifiuti pericolosi, dell’abbattimento degli alberi, degli scarichi in falda di ogni schifezza, dei pesticidi senza limiti, e dei cosiddetti progetti che accelereranno il passo verso la fossa comune (come il mega-impianto di compostaggio anaerobico di 30.000 tonnellate annue di spazzatura umida, cioè 80 tonnellate quotidiane, da installare chissà dove ma certamente ad un fischio dalle nostre case), del nostro stile di vita.

Sembra come se davvero il numero dei “lettori” fosse direttamente proporzionale al gossip ed inversamente proporzionale al quadrato dell’importanza dell’argomento trattato, tanto per imitare la nota legge di Newton.

Non si spiegherebbe altrimenti il successo di certi quotidiani locali.

Eppure mi pare di scrivere su Noha.it e non su Nove(lla)2000.it.

*

Ma tutto questo m’è servito da lezione.

Sicché la prossima volta, per attirare l’attenzione o la morbosità dei naviganti, sperando di eccitare il moto dei loro neuroni superstiti, sarò costretto ad ingegnarmi nell’escogitare per i miei pezzi dei titoli più accattivanti.

Eccone alcuni esempi: “Violentata davanti a tutti” (per parlare della nostra terra); “Occultamento di cadavere” (per discettare del nostro frantoio ipogeo); “Casa a luci rosse a Noha” (per disquisire del nostro particolare bene culturale noto come la “casa rossa”); “La tigre di Colacem” (per la diossina che fuoriesce dai camini che incombono nello skyline dei nostri orizzonti); “L’alba dei morti dementi” (per le cappelle e le cappellate che avvengono nel cimitero di Noha, ma non scherzano nemmeno i cimiteri dei paesi vicini); “Uno zombie a palazzo Orsini” (per parlare di qualche spettro che s’aggira nella stanza dei bottoni del nostro mal comune); “I misteri della SCU” (per parlare dei problemi della vecchia Scuola Elementare di Noha, dove al posto di una cabina elettrica hanno costruito una cabina elettorale); “Un lupo mannaro americano a Noha” (per trattare magari del randagismo); “Il diavolo veste biada” (a proposito di cavalli con le criniere intrecciate dallu Sciacuddhri); “La torre della paura” (per lanciare un grido d’allarme sulla torre medievale di Noha, che sta per crollare sotto il peso dei secoli ma ancor di più della nostra insipienza)…

Voglio proprio vedere se con titoli di questo tenore aumenterà il numero di chi si interesserà di più delle cose fondamentali che ci riguardano e possibilmente di meno delle cavolate, del chiacchiericcio e del pettegolezzo da allegre comari.     

*

Nei miei ultradecennali interventi ho più di una volta espresso critiche nei confronti dell’operato di qualche consigliere comunale o assessore o sindaco (con la s minuscola e con la s maiuscola), me la son presa con la maggioranza e/o con l’opposizione (a volte con entrambe, visto che sovente vanno a braccetto), non ho trascurato qualche cosiddetto “giornalista” o “imprenditore” (notare le virgolette ai due lemmi), e quando è capitato finanche con qualche singolo cittadino. Sempre virtualmente e dialetticamente, s’intende.

C’è un’ultima categoria con la quale non me l’ero ancora presa.

Quella dei miei lettori. Ecco, l’ho appena fatto.

Antonio Mellone
 
Di Antonio Mellone (del 31/12/2017 @ 16:27:34, in NohaBlog, linkato 1429 volte)

Le amenità della Convenzione (ovvero Circonvenzione di incapace) firmata tra Pantacom srl (quella del centro commerciale di 25 ettari di cemento in mezzo alla campagna) e il Comune di Galatina non finiscono mai di stupire.

In un altro brano del poema omerico troviamo quanto segue: “Gli obblighi assunti dalla società con la presente Convenzione vengono personalmente garantiti dall’Amministratore unico e legale rappresentante, sino al rilascio della polizza fideiussoria a prima richiesta di 80.000,00 euro (euro ottantamila/zero zero) rilasciata da primaria banca o compagnia assicurativa”.

Poffarbacco, per non dire mej cojoni.

Ora, un cittadino degno di questa dignità subito chiederebbe ai suoi rappresentanti politici: “Scusate tanto: ma chi sarebbe codesto legale rappresentante? E che valore ha una firma di garanzia personale da parte dell’amministratore della Pantacom, soprattutto in termini monetari, patrimoniali, finanziari, oltre che dialettici? E - se non chiedo troppo - da quando in qua in un contratto con gli enti pubblici basta la parola? [Che con molte probabilità è Falqui o altro lassativo similare?, ndr.]. E ammesso e non concesso che la Srl riuscisse ad ottenere una fideiussione di 80.000 euro, cosa si riuscirebbe a garantire con soli 80.000 euro, pari ad una percentuale risibile [eufemismo, ndr.] delle spese da sostenere per i lavori di pubblico disinteresse, tipo le famose tre grandi rotatorie [tra le poche opere Diciamo Pubbliche superstiti, visto che il famoso parco verde di cinque ettari è sfumato come il vino bianco sulle scaloppine, ndr.]?”

Questo, in un paese normale. A Galatina, invece, nessuno chiede e nessuno risponde. Un classico.

Oltretutto con “80.000,00 euro di fideiussione a prima richiesta rilasciata da primaria banca o assicurazione” non si riuscirebbe a garantire nemmeno il costo di una ruspa di seconda mano pronta a sbancare campo Cascioni, ma nemmeno le fondamenta del primo capannone o il carburante per l’inizio dei lavori, figuriamoci a risarcire il Comune di Galatina a fronte di "eventuali danni derivanti dal mancato rispetto dei termini della Convenzione” [che a questo punto sarebbe d’uopo chiamare più precisamente Convinzione, ndr.].

*

Sempre a proposito di garanzie, ricordo che nella Conferenza dei Servizi che ebbe luogo a Bari a metà aprile 2014, si convenne in qualche modo su di un’altra assicurazione, quella di un milione di euro (un-mi-lio-ne-di-eu-ro-si-gno-ra-mia) da trovare entro il 31 gennaio 2015 (anno di venerata memoria). Ma anche di quella garanzia a favore del Comune, scritta con inchiostro simpatico nel libro dei sogni [come i 200, quasi 300 posti di lavoro che verranno creati, più o meno come quelli di Tap, al tempo delle calende grike, cioè ai tempi di Calenda, grande sinistro dello sviluppo economico, ndr.], non si seppe più nulla. Prescritta. Sedotta. Abbandonata.

Ormai, in queste contrade, “garanzia” è diventata un lemma così anacronistico, bisbetico, eteroclito che a Galatina pensano subito all’avviso di.

Dunque meglio evitarla come la peste bubbonica.

Nel frattempo concediamo pure l’ennesima proroga a Pantacom (tema principale della prossima ventura Conferenza dei Servizi rinviata, pure questa, al 12 gennaio prossimo venturo), giacché secondo i cosiddetti politici locali “la società ha tutto il diritto di richiederla” visto che investirà venti milioni di euro (fonte: il solito Quotidiano di Caltagirone), mentre il Comune evidentemente non ne ha alcuno di opporvisi [sembra brutto nei confronti di certi colonizzatori forestieri, ndr.].

E così mentre altrove si richiedono garanzie reali “soddisfatti o rimborsati”, nelle nostre contrade ci accontentiamo delle solite garanzie sopraffatti o rimbambiti.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 01/08/2020 @ 16:26:09, in Comunicato Stampa, linkato 906 volte)

Il pagamento delle tasse, delle imposte e dei tributi è un dovere di ciascuno ed è fondamentale per rimpinguare le casse dei vari enti che con quelle entrate sono in grado di offrire servizi al cittadino.

Se però da un lato tasse, tributi e aliquote varie sono in costante aumento nel nostro comune, dall’altro assistiamo ad una notevole assenza di servizi.

Come se già non fosse bastata la mannaia del lockdown che ha messo in ginocchio decine di attività commerciali e di famiglie, ai cittadini galatinesi toccherà pagare ancora di più di quelli delle altre città.

L’Amministrazione infatti ha deciso di imporre anche la tassa sulle pensiline che unita alla scelta di portare al massimo l’aliquota comunale IMU sui terreni agricoli, testimonia la voracità di un governo cittadino che forse non ha ancora capito che il proprio ruolo non è quello di fare l’esattore delle tasse bensì di costruire una città a misura d’uomo. Dopo l’arrivo delle bollette della TARI, tra le più alte in Provincia nonostante la percentuale di raccolta differenziata sia molto alta, forse siamo tra i pochissimi comuni, se non l’unico, a chiedere anche la tassa sulle pensiline. Probabilmente qualcuno crede, sbagliandosi di grosso, che le risorse dei galatinesi siano illimitate.

Come se tutto ciò non bastasse, con l’affidamento del servizio di accertamento dell’ICP(imposta comunale sulle pubblicità) e della TOSAP(tasse occupazione spazi ed aree pubbliche) alla società Abaco Spa, il comune starebbe provvedendo a riscuotere ciò che non ha incassato negli ultimi anni.

Per carità è giusto che chi non ha pagato sia chiamato a saldare quanto dovuto, soprattutto per evitare che le attività oneste paghino anche per loro. Tuttavia non passa inosservata la scelta, a dir poco mortificante, di chiedere gli arretrati proprio in questa annata disastrosa per le casse delle attività produttive.

A tal proposito ci piacerebbe sapere a fronte dei quasi 40.000 € versati dal nostro comune alla società Abaco Spa per il servizio di accertamento, a quanto ammonta il gettito che abbiamo concretamente recuperato. Vorremmo capire in sostanza se questo affidamento ha portato reali vantaggi alla collettività oppure se il vantaggio per ora è stato solo quello dell’Abaco Spa.

E questo se lo chiedono molti cittadini indignati non solo per la mole di tasse e tributi comunali da pagare, non solo per i tempi e per le modalità di riscossione ma soprattutto perché a fronte di tutto ciò assistono quotidianamente ad una città dissestata, sporca, piena di erbe alte ovunque, di insetti e con parchi e villette abbandonate a se stesse.

Ma tutti i soldi che paghiamo che fine fanno? Questo si chiede avvilita la città.

Galatina, Noha, Collemeto e Santa Barbara hanno bisogno di un’Amministrazione che abbia un’idea di sviluppo e che, anche con iniziative a costo zero, sappia rendere belle e vivibili le nostre piazze e restituisca decoro, dignità e pulizia al nostro territorio. Invece, tanto per dirne una, ancora una volta ci ritroviamo a dover elemosinare la disinfestazione contro mosche e zanzare che da qualche anno a questa parte sembra essere diventato un servizio di lusso per noi galatinesi.

Ad aumentare le tasse e le aliquote, a spremere i cittadini e le attività produttive son bravi tutti.

E’ la capacità di rilanciare il nostro territorio con idee, progetti ed iniziative a distinguere un'Amministrazione virtuosa da un'Amministrazione anonima se non addirittura dannosa.

Pierluigi Mandorino

Segretario Partito Socialista Italiano sez. Galatina

 

Riceviamo dal nostro concittadino Michele Greco, Niny per gli amici, i ringraziamenti per tutte le notizie condivise su Noha.it. Il che, dice, permette a chi come lui vive lontano dalla propria “patria” di sentirsi sempre parte del piccolo mondo antico nohano.

Michele è nato a Noha, ma risiede a Taranto da molti anni. Ha tanti ricordi, e ci tiene molto a rammentare i fatti del tempo che fu, e ogni angolo del paese che lo ha visto trascorrere l’adolescenza e anche parte della sua giovinezza. Ci dice con orgoglio di essere nato in una casa in affitto, la villetta appartenente alla famiglia Giordano, proprio dirimpetto alla grotta della Madonna di Lourdes, in via Aradeo. Ne approfitta per ricordarne il costruttore, Paolo Giordano, che ritroviamo nei documenti del 1905 conservati nell’archivio storico di Lecce e relativi alla Chiesa di San Michele Arcangelo, menzionato come “appaltatore Giordano”. Michele li ricorda tutti i suoi vicini di casa, nome per nome: la maestra Tina, il vigile Scrimieri, il giovanissimo Corrado che ebbe un incidente mortale. Ci racconta poi della Trozza, che aveva davanti casa dove si trasferì nel 1952 con tutta la famiglia, e la rammenta essere stata per molti anni poco più che un rudere. Michele ricorda ancora l’incisione sul puteale vergata con inchiostro nero perfettamente leggibile che indicava il costo per l’acqua:

“Si vende ll’acqua tre mezze un soldo”

Ci racconta ancora dei lunghi percorsi a piedi da Noha a Galatina per raggiungere le scuole, dalla media inferiore alle superiori, perché la corriera costava e i soldi in casa erano pochi. Si ricorda della Chiesa Piccinna, della via Aradeo dove si passeggiava tutti ben vestiti, dei bar e del Cinema dei Fiori.

Alcuni anziani, ci dice Michele, indossavano il cappello “borsalino”  perfino quando erano seduti a tavola. E infine ci racconta delle sere d’estate, quando si stava a godere della frescura davanti alla porta di casa insieme al vicinato e delle storie, tipo quella raccontata da sua mamma sulla Masseria Colabaldi.

Di quest’ultima conserva gelosamente una splendida pittura del 1980 sullo stile dei “macchiaioli” di un suo carissimo amico, il prof. Giovanni De Tommasi.

Nonostante gli impegni di lavoro lo portassero lontano, Michele ha sempre cercato di vivere al Sud, per stare più vicino possibile alla sua terra natia. Ora si gode la pensione e la famiglia con figli e nipoti.

Insiste nel dirci che gli dispiace che il Comune di Galatina trascuri non poco la memoria per il sacrificio degli emigranti, che sono stati tanti e che è anche grazie a loro se oggi godiamo di tanto benessere. In modo particolare quelli che hanno perso la vita in terra straniera, come i nostri concittadini minatori in Belgio, costretti a scavare il carbone per almeno cinque anni, a pena del carcere, costretti a vivere in baracche come manco nei campi di concentramento della seconda guerra mondiale. Ma questa è un’altra storia.

Al nostro annuncio sulla possibilità di acquistare la nuova edizione della Storia di Noha di P. Francesco D’Acquarica, Michele insieme ad altri nostri lettori, aderisce con gioia e promette di tornare a visitare Noha e le sue bellezze. Noi lo attendiamo a braccia aperte, e speriamo che il suo amore per il nostro bellissimo paese contagi tanti altri nostri concittadini, vicini e lontani, perché:

“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”, così Cesare Pavese oltre 70 anni fa, nel suo 'La luna e i falò. E così anche noi altri.

Via Aradeo e il passeggio domenicale all’ombra della Chiesa Piccinna –Noha anni ‘60

Marcello D’Acquarica

 
Di Albino Campa (del 14/09/2010 @ 16:19:56, in Fotovoltaico, linkato 3563 volte)
NOHA 12 Settembre 2010,
Fiera della Madonna delle Grazie.


La lotta
per salvare la terra dall'invasione del fotovoltaico continua. Forse per il nostro primo cittadino, citato negli appelli a tutti i nostri incontri informativi in quanto, appunto, primo fra tutti, è poco rilevante che sotto le mascelle stritolatrici della Fotowatio s.r.l. (e presto anche della Sun Raj, della Emmec 2, della Tecnolights, della GM Solar, Fabrika ed Energyca sun, più altre 4 piccole società nostrane) ci finiscano i nostri cozzi e la nostra terra.
Evidentemente cozzi e terra non gli appartengono visto il suo totale disappunto sul loro valore oggettivo. Preferisce barattarli per chissà quale ristrutturazione di canili e di giardinetti e perdere un polmone di quasi 200 Ha di campagna. E non solo, tra qualche anno, quasi certamente, saranno altrettanti cimiteri di macerie.
Terra uguale a discarica
, questo è il frutto dell'opera di chi deleghiamo a prendersene cura.
Nessun utile per i residenti, nessun utile per la terra, nessun ritorno di energia pulita, ma solo loschi affari per società straniere e non che approfittando di una legge Italiana distratta, mungono i nostri risparmi incassando milioni di incentivi
. Questo dichiarano i nostri amici di Forum Ambiente Salute.
Sovente i nostri rappresentanti giurano sulla Costituzione della Repubblica Italiana, ma o non ne conoscono il contenuto, il che è grave (per esempio nell'art. 9, il secondo comma recita "La repubblica tutela il paesaggio ed il patrimonio storico ed artistico della nazione") oppure conoscono il contenuto, ma si comportano da perfetti spergiuri, il che è ancora più grave.
Quindi i cittadini di Noha e di Galatina si ribellano a questo sopruso ed a questa imposizione istituzionale. Alla manifestazione della Fiera della Madonna delle Grazie i cittadini che amano la loro terra, terra già benedetta da Dio, hanno dimostrato spontaneamente la loro contrapposizione allo scempio che si sta consumando a due passi delle loro case. Si sono messi in fila, con il documento di identità, per "donare" la loro firma per una giusta causa. Oggi "i dialoghi di Noha" parlano in nome di 200 cittadini, a breve saranno 500, 1000, 2000.
Insomma a prendere l'abbaglio non saranno solo quei quattro gatti del comitato, ma un'intera comunità.




Il Comitato
 
Di Redazione (del 01/07/2023 @ 16:15:55, in NohaBlog, linkato 867 volte)

I nohani sapevano già da tempo (ché di certe cose tengono rigorosa contabilità) che domenica prossima 2 luglio don Francesco Coluccia festeggerà il venticinquesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, avvenuta appunto un quarto di secolo fa nella piazza principale di Sogliano Cavour, suo paese natale, all’ombra della bella chiesa seicentesca dedicata all’Annunziata, per l’imposizione delle mani e l’unzione sacra dell’allora arcivescovo di Otranto Francesco Cacucci, davanti a una moltitudine di suoi concittadini. 

È inutile dire che la maggior parte del suo presbiterato (ventun anni su venticinque del suo ministero) è stato svolto a Noha nella parrocchia di San Michele Arcangelo, onde lo stemma cittadino scolpito sul fastigio della chiesa madre, le famose tre torri, potrebbe diventare per osmosi (se non proprio per usucapione) la simbologia preponderante della sua arma sacerdotale. Oltretutto la scienza araldica non impiegherebbe chissà quanto a interpretarne le immagini. Del resto tre è numero biblico fortemente simbolico: tre sono le persone della trinità, i vangeli sinottici, le virtù teologali, e le fasi di passione, morte e resurrezione del Cristo (che avvenne dopo i tre giorni di sepolcro), eccetera.

Ma provando a non andare oltre il seminato (stavamo per dire seminario), diciamo che un venticinquesimo di vita sacerdotale non è mai un evento privato o esclusivo, bensì, per sua natura, comunitario. E le comunità che festeggeranno insieme questo importante traguardo sono molteplici: prima di tutto (non potrebbe essere altrimenti) la comunità parrocchiale di Noha, in tutte le sue ramificazioni; a questa s’aggiunge ovviamente la comunità di Sogliano Cavour; certamente anche quella dei suoi confratelli nel sacerdozio (intra et extra diocesi); non mancherà la piccola comunità (il pusillus grex) de Il Galatino, il giornale che il nostro Don dirige dal 2020; sarà presente senz’altro la tanto amata Casa Betania, e sicuramente pure la comunità salentina dei medici cattolici italiani, oltre a quella dell’Oratorio Madonna delle Grazie, dell’orchestra di fiati San Gabriele dell’Addolorata, delle Suore di Noha, e numerose rappresentanze di altre comunità.

A tutte queste s’aggiunge la ancor più  piccola (ma resistentissima) comunità del blog Noha.it e della pagina Nohaweb: la quale, certa di interpretare il pensiero di tutte le altre comunità amiche (incluse quelle che s’è scordato di citare, e sono tante), formula a don Francesco Coluccia il più semplice, francescano, scalzo, ma efficacissimo augurio di Pace e Bene.

La Redazione di Noha.it

 

p.s. La Messa di ringraziamento verrà celebrata dal neo-arcivescovo di Otranto, P. Francesco Neri, sempre a Noha nella chiesa Madonna delle Grazie, domenica 2 luglio 2023 alle ore 20.

 

L’Amministrazione Comunale di Galatina ha presentato il palinsesto de “Il Natale della Civetta”, la rassegna di eventi del periodo natalizio, prevista dal 4 dicembre 2022 al 6 gennaio 2023.

Alla conferenza stampa, tenutasi nella sala del Sindaco, a Palazzo Orsini, erano presenti il Primo cittadino Fabio Vergine, il Vice Sindaco Maria Grazia Anselmi, i Consiglieri comunali delegati alle Frazioni di Noha, Collemeto e Santa Barbara Pierluigi Mandorino e Diego Garzia e gli esponenti delle associazioni della Città coinvolte nella realizzazione del programma.

Un palinsesto di quasi 40 eventi che coprirà tutto il periodo natalizio. Due le date principali: giovedì 8 dicembre, in cui verrà dato avvio al Natale 2022 con l’accensione dell’albero, ed uno spettacolo di luci che coinvolgerà l’intero centro di Galatina.

Domenica 11 dicembre poi, lo spettacolo internazionale di fontane danzanti, dove si fonderanno assieme fuoco e acqua, con dei giochi che arriveranno ad avere un’altezza di oltre 40 metri. Quella di domenica 11 sarà anche la notte bianca dello shopping, finalizzata a sostenere concretamente le attività commerciali galatinesi.

Nel corso della presentazione del calendario, il Sindaco di Galatina Fabio Vergine ha parlato di una “Galatina che non si è risparmiata: alla realizzazione di questo palinsesto ha preso parte tutta la Città. Quest’anno abbiamo lavorato su degli spettacoli di caratura internazionale, che coinvolgeranno i cittadini galatinesi e non, sollecitandoli anche ad acquistare presso le nostre attività”. Vergine ha invitato formalmente tutta la cittadinanza ad acquistare a Galatina e a sostenere la filiera imprenditoriale cittadina.

Il Primo cittadino rivolge un plauso a tutte le componenti sociali cittadine, che hanno contribuito alla realizzazione di un palinsesto che intende coinvolgere l’intero territorio galatinese, senza alcuna distinzione: “Non esiste la Città di Galatina e le sue frazioni, ma esiste un’unica grande comunità. Proprio quest’unione è il risultato più bello di questi giorni in cui si è lavorato intensamente per realizzazione questa stagione natalizia”.

Fabio Vergine Sindaco 
Ufficio Stampa

 
Di Antonio Mellone (del 31/10/2015 @ 16:11:01, in Ex edificio scolastico, linkato 2868 volte)

Caro avv. Carlo Gervasi,

a volte mi chiedo se sia una prerogativa dei consiglieri comunali di Galatina (purché svolgano la professione di avvocato) concentrare in poche righe un così gran numero di corbellerie. Mi riferisco, stavolta, alle tue note lasciate in calce al mio articolo “Ombre sinistre al Centro Polivalente di Noha” del 25 ottobre scorso.

I tuoi “commenti” hanno tutta l’aria della solita solfa e di un “te l’avevo detto io”, visto che questa storia fritta e rifritta l’hai riproposta in un altro tuo appunto del 23 febbraio 2014, quale chiosa alla mia lettera aperta indirizzata all’assessore inciampato in una presa generale, tale ing. Coccioli, pubblicata sempre su questo sito giusto il giorno prima. Vuoi vedere che anche tu sei del partito di coloro che pensano che una balla ripetuta da mattina a sera prima o poi diventa verità?

*

Hai ragione sul fatto che io sia diffidente, oltre che scettico (per non dire di peggio) nei confronti dell’antipolitica galatinese felicemente regnante a palazzo Orsini, di cui, purtroppo, anche tu, benché esponente della (pseudo)opposizione, sei parte integrante, non fosse altro che per quello che scrivi nei tuoi post, oltre che per come, tipo il seguente: “Caro Mellone il giorno dell'inaugurazione dal sottoscritto sei stato informato come [sic] stavano le cose e come [sic] sarebbe andata a finire”. E ancora: “Ma tu mi sei sembrato diffidente ed ha [sic] preferito festeggiare insieme a tutti i politici intervenuti che vi hanno preso in giro......ma siete stati gabbati e contenti [sic]. Ora chi è danno del suo mal pianga se stesso...!!! Lo sapevi e lo sapevate..........!!![sic] ”. Questa, la prima.

Ma anche questa seconda chicca avvocatesca non scherza mica: “Caro Mellone non puoi fare polemica essendoti schierato dalla parte di quelli che vi hanno preso in giro. Cosa ho fatto io lo sai bene. Mi sono adoperato per consentire l'inaugurazione cui hai partecipato. Ho proposto la unica e sola soluzione una cabina prefabbricata dal costo di 8000 euro [sic]. Ne eri ben a conoscenza ed oggi non puoi pensare di replicare dopo aver festeggiato insieme ai politici di Noha e compagni.........!!! [sic]”

Come, come? Io mi sarei “schierato dalla parte di quelli che [mi] hanno preso in giro”? E, di grazia, da cosa lo desumeresti?

Caro consigliere Gervasi, se avessi tu letto e compreso (del che nutro seri dubbi) non dico tutti, ma solo un terzo degli incommensurabili articoli vergati dal sottoscritto sul tema del Centro Polivalente di Noha rimasto a secco di energia elettrica ti saresti risparmiato anche quell’altra minchiata per la quale io avrei “preferito festeggiare insieme a tutti i politici intervenuti”. Vorrei tranquillizzarti inoltre sul fatto che è molto difficile (ormai ho validi anticorpi contro la categoria) che “tutti i politici intervenuti” riescano a “prendermi in giro”. E ovviamente – mettiti l’anima in pace anche su questo – nemmeno tu.

*

Ora, caro Gervasi, vorrei capire, che ci facevi tu “il giorno dell’inaugurazione” a Noha “insieme a tutti i politici intervenuti”. Non eri forse anche tu un “politico intervenuto” all’inaugurazione? Non dirmi che hai affrontato il viaggio Galatina-Noha giusto per “informare il sottoscritto come stavano le cose [sic]” o “come sarebbero andate a finire”. Se è per questo, te lo saresti potuto risparmiare.

Ti confesso che, davvero, non ricordo nemmeno una parola di quello che in quell’occasione hai cercato di blaterarmi nell’orecchio: temo si trattasse di qualcosa di risaputo da parte di molti, oppure di irrilevante (non certo del quarto segreto di Galatina), ovvero di una banale inferenza sul destino di un Centro Polivalente nato male e vissuto peggio (dottrina teleologica, chiamiamola così, che, osservando i fatti, avrebbe potuto formulare anche un bambino alla terza elementare, e nemmeno tanto sveglio, senza il bisogno di un suggerimento da parte del Gervasi comunicante di turno).

E poi se è vero (come è vero) che si è trattato di una “inaugurazione farsa” (come giustamente l’hai definita tu nel tuo commento del 23 febbraio 2014), come fai poi a dire: “Mi sono adoperato per consentire l'inaugurazione cui hai partecipato”? Ti sei dunque “adoperato” anche tu per “l’inaugurazione farsa”? No, così, per sapere, nel caso volessi provare a metterti d’accordo con te stesso.

Lasciamo stare, infine, la “stoccata” finale: “......ma siete stati gabbati e contenti. Ora chi è danno del suo mal pianga se stesso...!!! Lo sapevi e lo sapevate..........!!!”.

Io sarei stato “gabbato e contento”? E, inoltre, sarei pure “danno del mio mal” per cui dovrei “piangere me stesso”? E il danno non sarebbe forse anche il tuo? Mica sei un cittadino di Marte.

E, infine, nel caso io piangessi (come di fatto faccio in continuazione, lamentandomi di 1.300.000 euro di soldi pubblici buttati nel cesso, certamente non da me, ma dalla suddetta antipolitica galatinese) tu cosa faresti? Ne gongoleresti, mettendoti addirittura a ridere masochisticamente? Non credi che anche tu, in fondo, sia stato “gabbato” (e non so se, per questo, “contento”)?

Ti ripeto la domanda già formulata altrove: mi spieghi, per favore, che cosa hai fatto o che cosa avresti in mente di fare tu per risolvere una buona volta i problemi del Centro Polivalente di Noha (che non sia il solito sconclusionato commento ai miei articoli, pieno zeppo di puntini di sospensione e di altrettanti punti esclamativi alla fine dei puntini di sospensione, scritti probabilmente per enfatizzare il nulla)?  

Caro Gervasi, ti ringrazio per l’attenzione e per il fatto che ogni tanto ti fai vivo, pur con dei contributi scritti che, a volte, come questa, somigliano parecchio a delle baggianate: sono, comunque, preferibili al silenzio dei deficienti.

Concludo dicendoti che, purtroppo, con l’antipolitica che s’annida nel Municipio di Galatina, rendendone l’aria mefitica e pestilenziale, non si risolverà mai un bel nulla. Men che meno il problema del Centro Polivalente di Noha, rimasto al buio.

Non lamentiamoci, poi, se si alimentano dicerie sul conto di una sala chirurgica del Santa Caterina Novella allorché, per ogni intervento per il benessere di Galatina e frazioni, si è costretti ad utilizzare l'unico lume rimasto: che non è quello della ragione, ma la luce del telefonino.

Cordiali saluti.

Antonio Mellone

 

Nelle scorse ore ho appreso dal social Facebook della cerimonia organizzata per l'assegnazione del “Premio Città di Galatina - Beniamino De Maria” e della conseguente assegnazione già definita nei fatti e resa pubblica da un post pubblicato nel pomeriggio di ieri dal Club per l'Unesco di Galatina e della Grecia Salentina, successivamente rimosso.
Preciso che la predetta commissione è stata convocata per il giorno 09/10/2023 p.v. e della stessa sono stato nominato componente quale rappresentante delle forze politiche di minoranza, proprio per la individuazione dell'illustre concittadino meritevole del premio.
Evidente che se tale notizia fosse confermata, svilirebbe sia il ruolo della Commissione e dei suoi emeriti componenti, chiamati a ratificare una decisione già presa, sia l'importanza del premio, proprio perché la valutazione della commissione per la sua qualificata composizione (Magnifico Rettore dell'Università del Salento, Presidente dell'Ordine dei Medici e Parroco della chiesa Matrice), conferisce dignità e valore alle proposte ed alle scelte conseguenti.
Le chiedo, pertanto, di chiarire immediatamente la natura del manifesto riportante tra gli altri il logo della nostra Città, al fine di poter trarre le opportune considerazioni riguardo alla mia permanenza nella commissione.

Con Osservanza.

Emanuele Mariano

 
Di Albino Campa (del 02/05/2011 @ 15:55:42, in Un'altra chiesa, linkato 3028 volte)

Il 1° maggio, universalmente giorno dedicato ai lavoratori, in Italia è stato requisito dalla gerarchia cattolica, segnatamente dal Vaticano che ha deciso di beatificare Giovanni Paolo II, il papa polacco, in questo giorno, con una volontà di prevaricazione ostentata e con l’intenzione di oscurare con una massa religiosa il 1° maggio laico, contrapponendo due celebrazioni, laica e cattolica, in modo artificiale e polemico.

E’ vero che il papa polacco fu un operaio. Lo fu solo per un anno o poco più. Non si può quindi dire che un «operaio», ma piuttosto che fece una esperienza di lavoro. Vendere questa esperienza come uno status qualificante è falso e mistificatorio. Non è degno di chi crede comportarsi così.

Beatificare il papa polacco può rientrare anche negli affari interni alla gerarchia cattolica, ma è certo che una gran parte della Chiesa non partecipa a questa operazione di marketing della religione per risollevare le sorti di una religiosità languente. Non è così che si testimonia la fede, così la si uccide soltanto perché questo genere di eventi mettono in evidenza l’esteriorità: le grandi masse, i numeri, il folclore, l’illusione di dire che «erano in tanti» come sinonimo di richiesta di religione. Siamo in pieno paganesimo religioso perché si sfrutta il sentimentalismo per affermare una visibilità che nasconde il vuoto e il paganesimo dello stesso personale clericale. Sceneggiate. Parate. Mondanità. Si dice che dopo la prima ubriacatura, oggi a pochi giorni della saga papale, si teme un flop che fa paura agli organizzatori che spendono per questa dimostrazione di forza debole una enorme quantità di denaro che poteva essere usato per i migranti o per altri scopi nobili sociali. Il costo dell’operazione è di € 1 milione e 200 mila, mentre al Comune di Roma tra straordinari e logistica costerebbe € 7 milioni e mezzo. Una cifra enorme, buttata al vento per una manifestazione con tanti interrogativi.

Il papa polacco come uomo fu dirompente, carismatico, carnale e sanguigno: fu un uomo vero che si tuffava in mezzo all’umanità e vi restava. Ciò detto e riconosciuto, come papa fu il peggior papa del secolo scorso perché polacchizzò la Chiesa, consegnandola nelle mani delle sètte religiose che hanno frantumato il volto unito della sposa di Cristo. L’Opus Dei controlla le finanze del Vaticano e la cultura teologica, messa come cane da guardia per fare morire la Teologia della Liberazione. Comunione e Liberazione a livello nazionale e non solo è la longa manus del Vaticano in Italia, via privilegiata per accedere alle stanze del governo e delle leggi e poco importa se le Compagnia delle Opere, si esercita a fare affari con mafiosi e delinquenti. Poco importa se i due Istituti fanno a gare nell’arruolamento dei deboli a privare della coscienza chiunque si affaccia nel loro cortile. Poi vi è il lupanare dei Legionari di Cristo protetto e difeso anche di fronte all’evidenza delittuosa e immonda di un superiore generale pedofilo e padre di figli disseminati come noccioline.

L’obiettivo di tutta questa nuova fregola di evangelizzazione è uno solo: annientare definitivamente il concilio Vaticano II, il cui solo nome è sintomo di destabilizzazione nel mondo curiale e clericale. Noi celebreremo come possiamo il 1° maggio con un concerto dedicato ad un lavoratore della musica, il M°. Emilio Traverso nel IV anniversario della sua morte e con lui pensiamo a tutti i lavoratori del mondo che cooperano alla grandezza del mondo.

EVERSIVO

Noi non daremo mai ad alcuno il titolo di brigatista perché non vogliamo banalizzare una tragedia e trasformarla in un insulto senza fondamento. Noi diciamo che Berlusconi, mandante e istigatore, di questi comportamenti violenti, saturi di acredine e di odio, è un EVERSIVO, MALATO MENTALE, COMUNISTA DA KGB, ISTIGHATORE A DELINGUERE E ALLA PROSTITUZIONE MINORILE. UOMO SENZA ONORE E SENZA DIGNITA’, MAGNACCIA PAGANTE, SPERGIURO RECIDIVO, FALSO, CORRUTTORE E CORROTTO.

E’ dovere morale e civile di ciascun cittadino espellerlo con qualsiasi mezzo, anche la rivoluzione come insegna Paolo VI nella enciclica Populorum Progressio, n. 31:

 «Nel caso di una tirannia evidente e prolungata

che attenti gravemente ai diritti fondamentali della persona

e nuoccia in modo pericoloso al bene comune del paese

[è legittima]

l’insurrezione rivoluzionaria».

Paolo Farinella, prete

Parrocchia S. Torpete - Genova
 

Visto che la prima (cioè l’ennesima) lettera indirizzata all’assessore Andrea Coccioli il 24 luglio scorso non ha avuto esito alcuno (capirai che novità, sicché la luce in fondo al tunnel del centro polifunzionale di Noha la vedremo con il binocolo), proviamo ad indirizzare alla nostra carissima delegata dal sindaco, al secolo avv. Daniela Sindaco, queste domandine semplici semplici. Ma, giacché ci siamo, vorremmo che sul tema battessero un colpo (non apoplettico, per carità di Dio) anche gli altri politici nohani, vale a dire: Antonio Pepe, Giancarlo Coluccia e Luigi Longo, tutti esponenti, insieme alla collega di cui sopra, del partito unico PD-NCD-RC (Pancia Dilatata, Non C’è Dubbio , Riposo Cerca).  

*

Cari D-A-G-L, lo sapevate che, salvo errori od omissioni, sarebbero a disposizione dei comuni pugliesi 17.000.000 di euro per la ristrutturazione, il restauro e la riqualificazione del patrimonio architettonico e artistico del comune? Che questi fondi pare siano stati messi a disposizione dall’assessorato all’Industria turistica e culturale della Regione Puglia (e non, per dire, del Friuli Venezia Giulia)?

L’uccellino, cioè Internet (basterebbe bazzicarvi un poco, lasciando perdere ogni tanto le baggianate di FB, specie quelle sgrammaticate e oziose) ci ha rivelato che c’è un avviso pubblico, dunque  senza segreto di Stato, rientrante nell’accordo di programma quadro (Aqp) “Beni e Attività culturali”, FSC Fondo di Sviluppo e Coesione 2007/2013, sottoscritto dalla Regione Puglia, dal Mibact e dal Mise il 13 novembre 2013, ratificato con delibera di Giunta regionale n. 2165 del 19 novembre 2013 (pubblicato sul Burp n. 158 del 3 dicembre 2013) e successivamente modificato con procedura scritta, avviata il 18 dicembre 2014 e conclusa l’8 gennaio 2015 (Dgr n. 461 del 17 marzo 2015).

Ebbene, lo sapevate che potrebbero (o, ahimè, avrebbero potuto) presentare le istanze di finanziamento gli Enti pubblici locali territoriali come i Comuni, singoli o associati, le Province, le Città metropolitane della Regione Puglia?

Cari D-A-G-L, volevo chiedervi, da semplice cittadino stanco della solita fuffa, se per caso aveste pensato e magari presentato (o sollecitato la presentazione di) un qualche progetto di “restauro, riqualificazione e valorizzazione” di qualche bene  culturale di Noha, come per esempio la torre dell’orologio, svettante nella pubblica piazza (non si sa bene per quanto tempo ancora viste le sue condizioni statiche).

Se sì, perché non ce l’avete detto? E se no, perché no?

Ah dimenticavo: lo sapevate (ma sì che lo sapevate) che le domande dovrebbero essere inoltrate, pena esclusione, unicamente via Pec all’indirizzo beni culturali.regione@pec.rupar.puglia.it, a partire dal 1° settembre 2015 e fino alle ore 24 del 15 settembre 2015?

Dai, ditemi che ce l’abbiamo fatta.

Bene: ora avanti con la solita bufala. Di cui si sente già, lontano un miglio, un olezzo di stalla.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 06/01/2019 @ 15:50:01, in Comunicato Stampa, linkato 1058 volte)

Le feste ormai volgono al termine e da un punto di vista politico si rende necessaria un’analisi di come l’Amministrazione comunale abbia gestito gli eventi, le decorazioni e gli intrattenimenti.

Non facciamo della critica la nostra prerogativa avendo più volte dato la nostra disponibilità a collaborare con la maggioranza su questioni concrete e di interesse pubblico, venendo sempre ignorati a prescindere.

Dobbiamo constatare però che a parte l’impegno di alcuni commercianti e a parte la generosità di alcune aziende che hanno permesso l’installazione dell’albero in Piazza San Pietro, il comune ha fatto poco o nulla per rendere interessante il Natale galatinese, nonostante l’investimento di almeno 25.000 € destinato all’associazione Città Nostra per gestire l’intrattenimento. Proprio per questo nei prossimi giorni verificheremo in che modo sono stati utilizzati questi soldi pubblici.

Ma se da un lato abbiamo assistito al peggior Natale galatinese degli ultimi vent’anni, dall’altro, sempre nell’ultimo mese, abbiamo continuato a perdere finanziamenti su finanziamenti, questa volta a causa della mancata presentazione di progetti da parte del nostro comune.

Stiamo parlando dei bandi inerenti interventi di ripristino di opere pubbliche o di pubblico interesse danneggiate da calamità naturali; interventi per la realizzazione e manutenzione di  opere pubbliche e di interesse pubblico; realizzazione di lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria sul demanio idrico superficiali.

Molto spesso i progetti presentati da questa Amministrazione si sono collocati nella seconda parte delle graduatorie venendo puntualmente esclusi dal finanziamento. Questo però non deve in alcun modo portare il nostro comune a rinunciare a partecipare a bandi che potrebbero portare importanti risorse economiche per il nostro territorio. Ciò è imprescindibile soprattutto se consideriamo i crescenti tagli alle risorse finanziarie statali destinate ai comuni e se consideriamo che mai come in questo periodo la Regione Puglia sta mettendo a disposizione dei comuni  ingenti fondi. E’ un vero e proprio periodo d’oro per i comuni capaci di intercettare queste risorse, che però a causa dell’incapacità e dell’inesperienza di questa Amministrazione non sta portando alcun vantaggio alla comunità galatinese.

Una comunità mortificata da una maggioranza di governo cittadino che non solo dimostra di non essere idonea a risollevare le sorti di questo territorio, ma soprattutto fa capire di non avere una prospettiva, una programmazione e un’idea di città. Se ci fosse un’idea di città infatti la maggioranza, aiutata da un apparato burocratico costoso e che tra l’altro la fa da padrone, programmerebbe i progetti da presentare in funzione di ciò che si vuol realizzare in maniera organica e intelligente.

Invece assistiamo alla fiera dell’improvvisazione in cui a volte si sceglie di partecipare e a volte di non partecipare ai bandi senza che ci sia una logica, una programmazione o una coerenza nelle proprie decisioni. Quando poi si decide di partecipare ai bandi, nella maggior parte dei casi veniamo esclusi dal finanziamento.

Galatina non può galleggiare in attesa che passino i cinque anni di mandato di questa amministrazione. Bisogna intervenire subito per evitare che questa città muoia e per questo, alla luce dei risultati, chiediamo al Sindaco Marcello Amante di intervenire operando le dovute modifiche nella propria squadra di governo e nelle professionalità di cui si avvale. Se ciò gli è impossibile allora metta da parte l’arroganza e la superficialità e si faccia aiutare da chi ha le competenze e le capacità di far fronte ai problemi urgenti della nostra città.

 

Giuseppe Spoti

Consigliere comunale – Partito Socialista

 
Di Antonio Mellone (del 28/04/2013 @ 15:47:13, in NohaBlog, linkato 2977 volte)

Da quando ho saputo che “gli articoli del vocione di Noha non li legge nessuno”, m’è venuta l’urticaria alle mani, curabile, secondo eminenti dermatologi, soltanto, guarda un po’, attraverso la stesura di altrettanti trafiletti. Ed il refrigerio sembra durare giusto il lasso temporale che intercorre tra una scemenza che mi tocca leggere su qualche sito local ed un crimine contro il buon senso, anzi contro tutti i cinque sensi (come il sì al mega-porco proferito in semiclandestinità); e tra una minchiata ripetuta come un disco rotto dall’n-esimo ineffabile consigliere fraudolento (o da qualche suo ex-compagno ormai fuori corso o fuori gioco in quanto non più eletto) ed una serie di luoghi comuni ascoltati, ribaditi e riaffermati da poveretti disperati (che argomentano con frasi fatte e verbosità stucchevole - della serie “ricadute” e “volano” - e credono ancora agli asini aerei).

Ora - sia chiaro - non è che io mi diverta nel vergare caustici brani indirizzati a destra e soprattutto a manca (“manca”, purtroppo, a volte non è sostantivo ma voce del verbo): è che di fronte a certe scelte scellerate, di più, masochiste (e mi riferisco sempre all’ok da parte della mia giunta comunale alla sottoscrizione della convenzione con la Pantacom srl), e a conseguenti maldestri tentativi di giustificazione realizzati attraverso la pezza a colori dei comunicati-stampa posticci (sport molto affine all’alpinismo sugli specchi) un cittadino degno di questo nome (e qui non c’è alcun riferimento ai pentastellati) non può rimanere muto e soprattutto inerte.   

*   *   *

Che gli esponenti dell’Udc (unione del cemento), del Pdl (partito delle lottizzazioni), in compagnia di quell’altro della PdT (la Puccia prima di Tutto), ed i restanti amici della destra eterna, inclusi i “compagni” del partito socialista (che, strano ma vero, è di destra, e dunque le ceneri di Marx ed Engels si staranno probabilmente shakerando,  travujando nelle rispettive tombe) fossero a favore del mega-porcile di Collemeto “dir non è mestieri”.
Che a questi si associassero anche gli esponenti del Pd (perdenti democratici) si poteva pure arguirlo da certe avvisaglie e soprattutto da certe facce. Roba da inciucio o di larghe fraintese che non s’erano mai viste manco nel corso del quarantennio di monossido di democrazia cristiana.
Ma che a fronteggiare tutto questo brainstorming (tempesta di cervelli) dovesse trovarsi una Rc (rifondazione comunista o restaurazione civile) un po’ scoglionata non me lo sarei mai aspettato.  
Sta di fatto che finalmente è arrivato sugli schermi di un sito nostrano un comunicato-stampa posticcio, apprezzabile a dire il vero, anche se un po’ arzigogolato, ed in politichese stretto (spero non rassegnato).
Tutto sottoscrivibile, a meno di quella stupidaggine che m’ha fatto sobbalzare dalla sedia e che suona più o meno così: “…[il mega-parco]…una grande struttura capace di attrarre grandi flussi di visitatori”.
Ma quali “grandi flussi di visitatori”? Ma come si fa a dire certe enormità? Non si leggono i report pubblicati finanche sul sito de “Il sole 24 ore” (giornale notoriamente filo-cemento) o su gdonews.it o su mille altri organi di informazione a proposito della crisi della grande distribuzione? Non hanno mai sentito parlare di Ipercoop e Auchan o della altre sette sorelle costrette a chiudere i battenti, o quanto meno a mettere in mobilità (se non in mobbing) un sacco di personale? E che dunque è pura illusione questa roba quale “risoluzione della grave crisi occupazionale”? E che l’euforia consumistica dei centri commerciali è morta e sepolta una volta per tutte?

A volte sorge il dubbio che questi scienziati, esperti di Economia con specializzazione in Marketing, prendano quale unico parametro di successo di questa nuova erigenda mega-porcata la fila domenical-natalizia di consumatori che vanno al centro (cioè in periferia) sulla Lecce-Brindisi, la maggior parte di essi solo per farsi la classica caminata.

Ma perché non si dice chiaro e tondo che si sta giocando con la disperazione delle persone, che, costrette alla canna del gas, sono pronte a credere a tutto, anche alle balle raccontate dalla mattina alla sera da parte degli interessati speculatori di turno?

Perché, anziché parlare di occupazione e di numeri campati in aria non si va a monte, e soprattutto non si dice chiaro e tondo al sindaco di Galatina:

-Caro  sindaco, ma con chi cavolo stiamo sottoscrivendo una convenzione? Perché non  diciamo ai signori Pantacom: scusate, nu vi sia pe’ cumandu, ma prima di firmare una convenzione in bianco con voi ci fate vedere le vostre credenziali? Ci portate per favore una fideiussione bancaria o assicurativa a garanzia delle vostre promesse, o come li chiamate voi progetti? Ci dite da dove prenderete i soldi per questo investimento fantasmagorico di milioni di milioni (come le stelle) visto che nel vostro bilancio pubblico 2011, ultimo disponibile, sembra non ci siano nemmeno gli occhi per piangere? Oppure le banche vi stanno correndo dietro e non vedono l’ora di finanziare il vostro business-plan? E quali sarebbero queste banche così buone, così umane, pronte a fornirvi i capitali per il project financing?
Caro sindaco, secondo te, per la nostra sicurezza pubblica, potrebbe bastarci la parola magica che risponde al cognome “Perrone”, cioè i signori referenti della Pantacom (cognome, tra l’altro, del sindaco amatissimo di Lecce, città che, per la cronaca, sembra sull’orlo del dissesto finanziario)?-

Ed infine, perché non si spende una parola una sullo scempio del territorio, il vero grave danno irreversibile all’economia locale?
Quand’è che sentiremo annunciare una buona volta da parte dei nostri amministratori comunali con determinazione, magari in un altro bel comunicato stampa: STOP AL CONSUMO DEL NOSTRO TERRITORIO? Al tempo del poi parente del mai?

Mi auguro che questa amministrazione non passi alla storia (anche se sembra ce la stia mettendo tutta) come la più nefasta dal punto di vista dell’entropia o del secondo principio della termodinamica.
Bé ‘sta roba andatevela a consultare sui vostri rispettivi i-phone.

*   *   *
P.S.
Ho sentito giorni fa un esponente della maggioranza al comune di Galatina dire di sentirsi sotto stress, di aver bisogno di un po’ di relax, anzi di un viaggio da fare alle Bermude. Lo capisco e convengo con lui. Ci vada subito, senza indugio. E si porti dietro anche gli altri amici, e ove fattibile anche quelli dell’opposizione se riuscisse a rinvenirne qualche sagoma in giro. Vadano, vadano pure tutti insieme appassionatamente alle Bermude. Possibilmente nel Triangolo.

Antonio Mellone

 
Di Marcello D'Acquarica (del 13/09/2020 @ 15:32:24, in NohaBlog, linkato 894 volte)

In questi ultimi mesi di "vita permanente a Noha" ho compreso meglio un paio di cose che ritengo importanti. Parliamo di cultura, di educazione civica, ma soprattutto di beni culturali e, ahimè, di sporcizia. In una parola sola: degrado.

Credo che se Galatina non avesse la basilica di Santa Caterina, forse non sarebbe un Comune fuori dal comune, sarebbe come tanti altri, tipo: Seclì, Collepasso, Andrano, ecc. Tutti bellissimi centri del Salento, senza nulla togliere, ma vogliamo mettere la  cultura e la storia grandiosa che riguarda Galatina? Si preferisce invece tenere viva l'attenzione sulla mondanità giornaliera, quella ardente della passione consumistica, frivola e qualunquista. Per cui tolta la Basilica (che sta rischiando, anch’essa, di diventare merce di scambio), conviene chiudere gli occhi già solo entrando in città provenendo da Lecce: il passaggio a livello è sempre lo stesso da almeno settant'anni. Evito volutamente di entrare nel merito di un’eventuale ulteriore devastazione cui si è pure fatto cenno di recente, a proposito di improbabili sottopassaggi. Per non parlare, poi, di quell'altro fantasioso progetto (speriamo abortito) di un mega parcheggio sotterraneo nelle adiacenze di corso porta Luce. Cose dell'altro mondo, si direbbe, se non che l’altro mondo sembra essere proprio questo.

Anche entrando da sud, e cioè dalla via di Noha, c'è da mettersi le mani nei residui capelli. Eppure sbattiamo il naso davanti ad un complesso scolastico che dovrebbe educare migliaia di ragazzi. Invece cosa vedono i nostri figli? Nuovi comparti edilizi e spazzatura (posto che esista una differenza tra i due concetti). L'estate scorsa, ottemperando al loro impegno, i ragazzi del progetto Monitor 7018 del servizio civile, hanno rimosso, sparsa nell'erba un bel po’ di monnezza del tipo casalingo, dall’area adibita a parcheggio per l’intero complesso scolastico. D'altronde l’area non è mica una zona PIP.

Quando piove un po’, e questo accade ormai da decenni, la via di Noha, a ridosso del complesso scolastico, diventa un mare, e a questo mare, con un sostrato di asfalto e cemento, noi altri non facciamo altro che aggiungere copiose lacrime di coccodrillo.

E vogliamo parlare dell’area Nachi? Incendio propedeutico al cantiere: fra i soliti rifiuti bruciati ci stava anche un palo di cemento e amianto che con l'incendio si è sfarinato e ha brillato le sue ceneri al vento per almeno due settimane. Naturalmente certe polveri sottili non devono chiedere il permesso per finire dritte dritte nei polmoni degli esseri viventi. Alla faccia delle famose normative che costringono alla messa in sicurezza dei cantieri.

A voi pare che s’indigni qualcuno (salvo le solite eccezioni)? A me sembra che tutto taccia. Oggi pare che non ci faccia più caso nessuno. Sta diventando normalità la bruttezza. L’eccezione è diventata la regola.

Dei beni culturali, manco a parlarne. Men che meno dei beni culturali di Noha.  D'altronde se la magnificenza di Galatina con i monumenti e i suoi illustri personaggi, al di là di qualche cittadino (che ancora esercita il ben dell’intelletto), dorme di fatto il sonno della ragione, come possiamo sperare che venga ricordata e custodita la storia millenaria di una piccola frazione con le sue (modeste per carità) testimonianze?  E non mi riferisco alle famose (spero non tristemente) Casiceddhre che si stanno viepiù riducendo in farina di pietra leccese, visto la sostanziale continuità di “attenzione” tra la vecchia e la nuova proprietà, ma anche per esempio ai ritrovamenti delle tombe messapiche che sembrano spariti perfino dal museo civico di Galatina, dov’erano posti, diciamo così, al sicuro.

E di fra' Matteo da Noha che dipinse gli schienali del chiostro di Santa Caterina si parla mai?  E di Giovanni Ciranoia, un possidente di “Noia” che donò i suoi terreni per costruirci sopra la basilica orsiniana, qualcuno fa mai menzione nei suoi tour? Pure l'idea di dire che “Noha non esiste” (dichiarazione pubblica di un assessore delle ultime amministrazioni), che è dunque una periferia di Galatina, è diseducativo, nonché poco rispettoso della nostra identità storica. Se non si conosce non si ama. E  difatti i risultati si vedono.

Insomma, il degrado prima ancora che materiale è soprattutto mentale.

Marcello D’Acquarica

 

Dopo le misure di efficientamento della macchina amministrativa annunciate dal Sindaco Fabio Vergine, l’opposizione, tramite i canali social, ha voluto rispondere al primo cittadino, intestando alla giunta precedente la paternità di alcuni atti deliberativi.

A questo proposito, l’Assessore all’Urbanistica e all’Edilizia Privata, l'Ingegnere Gugliemo Stasi, ha replicato sulla sua pagina Facebook, chiarendo alcuni aspetti degli “atti di indirizzo” emanati dalla scorsa amministrazione comunale.

“Mentre noi realizziamo la Galatina che abbiamo promesso, l’opposizione si autoaccusa di non essere riuscita a concretizzare nulla, continuando a vivere in un mondo di fantasia, fatto di tante buone intenzioni, ma di pochissimi atti concreti.

Abbiamo quindi il dovere di precisare alcune cose, con il solo obiettivo di essere trasparenti nei confronti della Città tutta.

L'obbligo di Legge all'adeguamento al RET (REGOLAMENTO EDILIZIO TIPO) aveva scadenza al 31.12.2017.

La valenza giuridica dei comparti PUG ha avuto scadenza al dicembre 2015, come l'adeguamento del PUG al PPTR (Piano Paesistico) ed al PAI (Piano assetto idrogeologico) al maggio 2015;

L'obbligo dello sportello telematico del SUE (Sportello Unico Edilizia) quanto meno al 2017.

Il ritenere di avere in qualche modo adempiuto a tali obblighi (tutti disattesi nell'intero periodo di governo) con un "atto di indirizzo" di Giunta comunale alla struttura tecnica a poco più di un mese dalla fine del mandato, è un fatto che costituisce un vero "insulto" alla dignità delle Istituzioni e rivela, inoltre, una scarsa considerazione della capacità dei cittadini di comprendere la ridicolaggine di tali determinazioni.

Richiamare poi, a distanza di sei mesi, simili atti "vuoti" di ogni reale consistenza amministrativa significa - ed è ancora più grave - che s'intende perpetrare una "presa in giro" dei cittadini alla stregua di sudditi inconsapevoli”.

Fabio Vergine Sindaco 

Ufficio Stampa

 
Di Albino Campa (del 17/05/2008 @ 15:28:11, in TeleNoha , linkato 3243 volte)
Il nostro Osservatore Nohano è ormai in ferie. Ma il nostro sito non contempla nel suo vocabolario la parola "ferie". Eccovi dunque una "novità" degli anni '70. Si tratta di due video in bianco e nero di due canzoni famosissime in tutto il mondo: SOLEADO e LINDA BELLA LINDA. Cosa centrano queste canzoni con il nostro paese? Semplice. L'autore dei testi di queste canzoni, per chi non lo sapesse, è FRANCESCO SPECCHIA, cittadino di Noha, da anni, suo malgrado, residente a Milano. Buona visione e buon ascolto. E... non finisce qua! Continuate a navigare nelle acque di noha.it


SOLEADO




LINDA BELLA LINDA
 
Di Daniela Sindaco (del 12/05/2019 @ 15:23:19, in Comunicato Stampa, linkato 1041 volte)

Dov’è finito il progetto della precedente amministrazione sul trasferimento degli uffici comunali presso l’ex sede distaccata del Tribunale? A che punto sono le valutazioni dell’amministrazione Amante, circa tale trasferimento?

Domande che restano senza ancora una risposta da giugno 2017! Però una certezza è che attualmente la sede del tribunale viene utilizzata dal Comune come “discarica”. Abbiamo appreso, che nei locali vi è un vero e proprio “ammasso” di computer, materassi, sedie, scrivania ecc… tutti rotti, ossia “non utilizzabili”. Pertanto, l’Amministrazione ha optato, invece di sfruttare la sede come uffici dei Lavori Pubblici, Urbanistica, Polizia Municipale, Anagrafe, ecc.., di destinarla a locale di “deposito”.

Nella sede non manca poi la presenza dei topi che hanno rovinato i materassi (sempre depositati nei locali), che servivano ai militari per il periodo delle elezioni (ma prontamente l’amministrazione ha ordinato degli altri materassi nuovi, in vista delle elezioni di maggio).

Purtroppo, è anche abbandonato nella sede anche un basso rilievo (ormai rotto) che doveva essere donato alla Corte di Cassazione. Che peccato!

Quindi, facendo il punto: l’attuale amministrazione ha preferito tenere il materiale in deposito, trasferito dalla casa del Turista al Tribunale, invece di sfruttare e mettere in atto il progetto del trasferimento di tutti gli uffici comunali, così che i cittadini non sono costretti a girovagare per la città alla ricerca dei vari uffici (attualmente tutti dislocati in varie zone della città).

Invitiamo Il Sindaco e Monteco quantomeno a garantire igiene nei locali, a pulire prima che si infiltrino animali indesiderati (come topi)

La Presidente Avv. Daniela Sindaco

Il Coordinatore cittadino Avv. Roberto Stanislao

Articolo Uno Gruppo MDP

Galatina

 
Di Antonio Mellone (del 12/03/2016 @ 15:23:01, in don Donato Mellone, linkato 2819 volte)

Nella nostra continua ricerca filologica, stavolta, tra le carte del compianto parroco don Donato Mellone (1923 – 2015) abbiamo rinvenuto la seguente bozza di discorso di commiato indirizzato a tre Padri Passionisti, P. Silvano Fiore, P. Luigi Pallavicino e P. Franco Ireneo Materdomini, impegnati nella Missione quaresimale che ha avuto luogo a Noha dal 12 al 27 marzo del 1988. Nel corso di questa Missione (le due precedenti risalgono rispettivamente al 1954 e al 1972) si provvide al rifacimento “ab imis” della croce-ricordo ubicata in via Collepasso nelle immediate adiacenze della Trozza.

Ringrazio, come al solito, lo studio fotografico Pignatelli di Noha per le foto-riproduzioni d’archivio a corredo di questo brano.

Antonio Mellone

    

* * *

Illustrissimo sig. Sindaco, Reverendi Padri Missionari.

Siamo giunti alla fine della Missione che Voi, Padri Missionari, avete svolto nella nostra Parrocchia. Ma prima di rivolgermi a voi, consentitemi di indirizzare al Sindaco on. Beniamino De Maria la mia parola di ringraziamento e l’augurio di una sollecita e completa sua guarigione, in modo tale che possa ritornare a svolgere in pieno la sua attività di primo cittadino in mezzo a noi.

Dopo queste parole di saluto al sindaco, mi rivolgo a Voi, Padri Missionari, per dirvi che in questo momento nel cuore di noi tutti s’intrecciano sentimenti di soddisfazione e di contentezza, e sentimenti di sofferenza e amarezza.

Ci sono sentimenti di soddisfazione per il lavoro da Voi svolto con tanta dedizione e spirito di sacrificio. Avete lavorato con intensità ed in profondità, ed i risultati si vedono: quel che si proponeva la Missione è stato pienamente raggiunto.

Si potrebbe dire che veramente in questi giorni, per mezzo vostro, il Signore è passato per le vie della Parrocchia, è entrato nelle nostre case, ha parlato ai nostri cuori, ha chiamato i lontani, ha rialzato i caduti, ha confermato i buoni, ha scosso gli indifferenti.

Davvero si può dire che il volto della nostra parrocchia da questa Missione ne esce completamente rinnovato. Per tutto questo lodiamo e ringraziamo il Signore, ma al tempo stesso ringraziamo di cuore Voi, Padri Missionari, strumenti attivi e validissimi nelle mani di Dio.

Ed il nostro ringraziamento va a Voi, considerandovi nell’insieme. Ma sento il dovere di dire una parola di ringraziamento a ciascuno di voi. In primo luogo devo ringraziare Padre Luigi, il quale ha saputo conquistare tutti i giovani di questa comunità. Negli incontri con i la gioventù, che ho seguito sempre con molto interesse, ho visto che Padre Luigi “non si perso in chiacchiere”: ha toccato i problemi del mondo giovanile con competenza e serietà. Potrei dire che nelle parole di Padre Luigi i giovani hanno trovato pane per i loro denti. I denti dei giovani sono sani e forti, ma anche le parole di Padre Luigi sono state un pane sano, saporito e nutriente. Grazie a te per tutto, Padre Luigi.

Diciamo “Grazie” anche a Padre Franco per le sue meditazioni sempre profonde e oltretutto convincenti. Mi riferisco alle meditazioni tenute la sera. Nonostante gli argomenti difficili, Padre Franco li ha saputi presentare sempre così bene nel corso delle conferenze che tutti rimanevano ad ascoltarlo con la massima attenzione. E’ proprio vero, carissimo Padre Franco che la gallina vecchia fa buon brodo: le tue parole sono state come la pioggia che cade lentamente nel terreno e lo rende fertile e fecondo. Le tue parole, non le dimenticheremo e anche a te diciamo grazie di cuore.

E per ultimo diciamo grazie anche a Padre Silvano, il direttore della Missione. Se i suoi superiori lo hanno posto a capo di questa piccola comunità di sacerdoti è perché hanno visto in Lui quello che abbiano visto anche noi: l’uomo sempre sorridente, sempre accogliente, sempre pronto, sempre disponibile. Abbiamo visto in Lui insieme l’entusiasmo di Padre Luigi e la saggezza di Padre Franco. E se tutto è andato per il meglio è perché a guidare le diverse attività vi è stato un animatore instancabile come Padre Silvano. Anche a Lui vanno i nostri ringraziamenti.

E avrei quasi ultimato, ma prima di passare la parola al sig. Sindaco, un ultimo pensiero devo aggiungere. Ed è questo. Se finisce oggi la Missione svolta dai Padri Passionisti, deve continuare la missione di evangelizzazione che siamo chiamati a svolgere tutti noi altri.

Non badiamo agli elementi che ci dividono, non pensiamo alla diversità di vedute, non al contrasto delle idee, non alle differenze tra le associazioni: concentriamoci piuttosto su quello che ci unisce. E ciò che ci unisce è la nostra fede e il nostro amore a Cristo.

Lavorando insieme si otterrà di più. Ed è questa la più grande soddisfazione che potremo dare ai Padri Missionari quando, anche da lontano, sapranno che il loro lavoro non è stato un fuoco di paglia, ma ciò che essi hanno seminato continuerà a dare frutti abbondanti di ogni bene alla nostra comunità parrocchiale.

E’ un impegno che prendiamo oggi, e che cercheremo di mantenere, nel nome di Cristo, nostro Signore. Amen.

Sac. Donato Mellone  

 
Di Redazione (del 20/11/2022 @ 15:21:47, in Comunicato Stampa, linkato 279 volte)

Dopo poco più di tre mesi, il lavoro dell’Amministrazione comunale, guidata dal Sindaco Fabio Vergine, comincia a dare i primi risultati.

La macchina amministrativa risulta essere più celere ed efficiente. Infatti, dopo la vittoria delle elezioni amministrative dello scorso giugno, il Primo cittadino, insieme alla sua squadra, ha dovuto fare i conti con l’impasse della macchina amministrativa, a causa della quale centinaia di pratiche burocratiche, in particolare inerenti il settore edilizio, giacevano bloccate sin dal 2019.

In un’intervista, il Sindaco Fabio Vergine ha dichiarato che: “Al mio arrivo, ho trovato tanti collaboratori comunali estremamente efficienti, che sin da subito hanno dato la loro disponibilità ad esserlo ancora di più. In questa direzione - continua Vergine - abbiamo fatto i nostri primi interventi. Siamo riusciti a smaltire un arretrato che giaceva in quanto a pratiche soprattutto edilizie nell’ufficio tecnico da diversi anni”.

Abbiamo azzerato questo arretrato. È stato sicuramente un punto di partenza importante, perché l'ufficio tecnico è il cuore pulsante di ogni attività amministrativa e quindi rendendolo efficace ed efficiente, si liberano immediatamente risorse”.

Questa maggiore efficienza ha portato ad un incasso di 170 mila euro per il Comune di Galatina; “Sono risorse assolutamente non trascurabili per il nostro Comune”.

Lo stesso Primo cittadino ha proseguito il suo commento sui suoi canali social, parlando di smart city, ovvero l’efficientamento della macchina amministrativa: “quel concetto trattato in campagna elettorale, che stiamo riuscendo a realizzare”.
Non solo smaltimento di pratiche, ma l’inizio di una progressione dell’Ente Comunale, che riduce la distanza tra gli Uffici, i cittadini ed i professionisti, grazie alla realizzazione dello sportello telematico ed al nuovo WebGIS, il sistema di interscambio geografico, che permette maggiore velocità nello scambio di informazioni tra i professionisti tecnici ed i nostri uffici.

In conclusione, il Sindaco Vergine afferma che: “Fin dal primo giorno, ci siamo posti l'obiettivo di migliorare la nostra Galatina sotto tutti i punti di vista, dalla burocrazia, ad una macchina amministrativa più smart, dal decoro urbano alla valorizzazione del nostro territorio.

Con costanza, lavoro e con la vostra fiducia. Andiamo avanti spediti.

Forza e coraggio”.

Fabio Vergine Sindaco 

Ufficio Stampa 

 
Di Albino Campa (del 18/10/2008 @ 15:19:45, in NohaBlog, linkato 3839 volte)

Continuiamo nell'esercizio di quello che a giugno scorso su questo blog chiamammo "Decalogo del salentino". Per quanto ovvio alla parola salentino potrebbe benissimo essere sostituita la "nohano".
Cerchiamo cari amici internauti di arricchire quello che all'inizio era un semplice decalogo. Di seguito vi suggeriamo i nostri: a voi il seguito.



SEI SALENTINO O NOHANO SE...

  • sei salentino se quando vivi fuori, almeno una volta al mese la mamma ti manda il pacco con le friselle e non solo quelle;
  • sei salentino se ami la tua terra e ti fai le vacanze nei tuoi posti di mare.
  • sei salentino se, pur vivendo al Nord da dieci anni, non hai perso una virgola del tuo meraviglioso accento!!( puru ca tutti te pijianu pe' culu!);
  • sei salentino se trovi un portafoglio per terra e ti futti tutti li sordi... (e puru lu borsellinu se è bonu);
  • sei salentino se per fare 100 metri prendi la macchina;
  • sei salentino se quando devi andare da una parte inizi a ripetere all´amico/amica/moglie/marito/figlio/genitore/cugino: MENA, MOVITE, MANISCIATE;
  • sei salentino se le parole "pizzicarella mia pizzicarella, lu caminatu tou pare ca balla" le senti cantare in 20 paesi diversi in una sera d´estate;
  • sei salentino se vai allo stadio con la macchina piena di gente vestita giallo rossa, con la sciarpa dietro Forza Lecce, e canti CI NU ZUMPA NU BARESE E´ E';
  • sei salentino sei hai i cd dei Sud Sound System e quando sei al Nord li fai sentire a tutta la comitiva;
  • sei salentino se quando stai in mezzo al traffico litighi con tutte le macchine vicine e bestemmi i morti a tutti;
  • sei salentino se ad ogni rumore che senti ti affacci a vedere che è successo;
  • sei salentino se quando vai al mare ti ritrovi come vicini di ombrellone i tuoi vicini di casa;
  • sei salentino se vai al militare perché non sai che fare del tuo futuro;
  • sei salentino se parcheggi la macchina nei parcheggi abusivi e per te è tutto normale;
  • sei salentino se al parcheggiatore abusivo dai 50 cent... puru cu ti lu cacci de nanzi;
  • sei salentino se trovi normale vedere 3 ragazzi che vanno in giro tutti su uno scooter(ovviamente senza casco);
  • sei salentino se vai ogni anno alla Notte Della Taranta puru ca stai alla Svizzera;
  • sei salentino se alla Notte Della Taranta arrivi cu' le damigiane te vinu/mieru pe' tutti;
  • sei salentino se commenti quello di prima con la frase: 'STU 'NZALLU!;
  • sei salentino se alle Elezioni Provinciali hai dato il voto a Vendola solo perché Fitto aveva fatto schifoL;
  • sei salentino se quando incontri fuori dalla Puglia un tuo concittadino che non avevi mai cagato, in città ci parli come se usciste insieme da una vita;
  • sei salentino se ascolti i Negramaro anche se non ti piacciono, perché sono di Lecce;
  • sei salentino quando dici di non essere permaloso e ti incazzi ad ogni appunto che ti fanno;
  • sei salentino se almeno una volta nella tua vita usi i proverbi: "Lu cane sècuta lu strazzàtu"; "Ogni petra azza parete"; "Quandu addhu nu tieni, cu mammata te corchi", "puru i pulici tenanu la tosse";
  • sei salentino se ridi anche nelle situazioni drammatiche e fai divertire la gente;
  • sei salentino se vai al Nord per lavorare per la tua famiglia;
  • sei salentino se te faci a quatthru cu faci nu favore all´amicu;
  • sei salentino se lavori in nero pure tutta la vita;
  • sei salentino se passi l´estate tra dance hall e sagre di paese;
  • sei salentino quando la gente ti definisce simpatico "cu dd´accentu!"
  • sei salentino se ti mangi lu purpu, la pitta, e i pisieddhri cu li pummidori schiattarisciati; e ti ssuppi la puccia.
  • sei salentino se il sabato sera vai a ballare solo se hai gli omaggi;
  • sei salentino se hai sempre un sorriso e un consiglio per gli amici;
  • sei salentino se hai un soprannome che ti danno gli amici del paese;
  • sei salentino se in estate la prima volta che ti abbronzi, ti ustioni e spelli;
  • sei salentino se anche se non hai un lavoro, scorrazzi in giro con il macchinone;
  • sei salentino se per richiamare gli amici gridi "VAGNUNIII!!!";
  • sei salentino se vivi a Milano.
Antonio Mellone
 
Di Andrea Coccioli (del 10/10/2015 @ 15:15:05, in Comunicato Stampa, linkato 1657 volte)
Alla fine dell'estate ho incontrato Angela Chirenti per definire gli ultimi dettagli sull'intitolazione di una strada comunale a suo padre. In quella occasione abbiamo ripercorso alcuni tratti della vita di Biagio Chirenti e soprattutto della sua intensa attività politica a difesa dei contadini, delle tabacchine e più in generale delle classi sociali più deboli, nella lunga e dolorosa  rivendicazione  dei loro diritti e della loro libertà. Nel racconto di  Angela, spesso rotto dall'emozione, ho  colto il senso dell'agire politico di suo padre, ben lontano dall'esperienza dei nostri giorni. Oggi commemoriamo l'Uomo, il Capo popolo, il Sindaco, ma tutto ciò non deve ridursi alla mera intitolazione di una strada comunale, ma deve essere l'occasione per diffondere il  messaggio simbolico che ancora oggi ci consegna Biagio Chirenti.  La democrazia è stata una conquista e l'onestà e la schiena dritta sono valori  a cui ogni cittadino deve tendere, soprattutto la donna o l'uomo che ha responsabilità politiche.

Antonio De Matteis
Segretario Circolo PD Galatina
 
Di Antonio Mellone (del 05/06/2022 @ 15:14:31, in Fetta di Mellone, linkato 682 volte)

Non mi divertivo così tanto - dico passando in rassegna o forse in rassegnazione i candidati alla poltrona di sindaco di Galatina - da chissà quanto tempo: probabilmente dalla precedente campagna elettorale in cui si toccò l’acme con alcune macchiette spassosissime che stavano alla Politica come Erode agli innocenti.

Ebbene questa tornata non è assolutamente da meno: ché qui abbiamo il fior fiore dei personaggi pOLITICI rinati dalle ceneri di quella, tipo i noti serial killer di sintassi, grammatica e giacché pure Diritto, intruppati nelle coalizioni del membro dell’aristocrazia nostrana rinomato per il pensiero del tutto assente benché espresso con eloquio forbito e quasi quasi suadente; spacciatori di un “plastico” della povera fiera di Galatina, ribattezzata AT-TRAT-TORE, e mai sia Trattore, tutta di verde pittata, evidentemente per non urtare la suscettibilità degli speculatori evergreen i quali, grazie allo strombazzato “project financing”, sono tutti in dolce attesa dei gettoni d’oro del Pnrr (onde ‘sto plastico sarebbe degno delle migliori trasmissioni vespasiane, nel senso di Bruno Vespa); foglie di fico pur sempre striminzite per occultare pudenda fuori scala (pudenda nel senso etimologico del termine): il riferimento è a un’accozzaglia post-ideologica di partiti, liste cosiddette civiche, listini e movimenti che vanno dalla Lega ai sedicenti socialisti, da Madre Teresa a Che Guevara, da Pippi a Mellone (che non sono io eh), dallo spazio aperto al vuoto pneumatico; concorrenti alla carica di primo cittadino sostenuti da vecchie cariatidi alla spasmodica quanto vana ricerca di una qualche forma di Rivergination (nomina sunt omina); futuribili sindaci immortalati in sella a una bicicletta (chissà se a proposito di piste ciclabili) che denotano con lo specifico mezzo di locomozione una dimestichezza simile a quella di chi, ormai ultracinquantenne, ebbe a pedalare l’ultima volta a bordo di un triciclo di plastica colorata all’asilo infantile; followers e personaggi al crepuscolo con velleità da influencer ripresi in esilaranti video virali - topici quelli nei pressi delle solite “erbacce” cittadine (chiamano così le superstiti forme di vita urbana, non ci posso far nulla), promoter subliminali di decespugliatori e falci senza ormai alcun martello.

Accanto a codesti campioni di coerenza, coraggio e teatralità, attori degni della Paramount Pictures, non poteva mancare il nostro dottor Antonio Antonaci, del quale, dopo il mio primo “Scritti in onore di Antonio Antonaci” del 2007, non potevo non darne alle stampe (virtuali questa volta) un secondo: questo.

Sì vabbè, il primo era un monsignore, un insegnante, uno storico, uno scrittore, ma quest’altro Antonaci non è mica da meno (benché, fra i Fantastici Quattro, quello a quanto pare degno del Don davanti al nome, alla stessa stregua di un ecclesiastico, sia il nobiluomo della provvidenza, figlio del secolo e di ben altro lignaggio).

Ebbene, il dottor Antonaci è partito proprio bene, tappezzando la città con i manifesti riportanti le cose da fare con il Cuore, sottintendendo il fatto (e noi ne conveniamo, come dire, cordialmente) che gli altri le facciano o le faranno con quell’altro organo posto un po’ più in basso, che inizia pur sempre con Cu.

Non si contano i suoi selfie con un gattino in braccio, o davanti alle bancarelle del mercato settimanale, o in terrazza con vista cupola maiolicata della Madonna della Luce, o nei pressi di una cripta basiliana. Ma la stoffa, che dico, il carisma del nostro simpatico novello specialista in cardiologia vien fuori in quel raduno solenne di popolo che è il  Comizio Elettorale, talvolta introdotto da un “giornalista” (il mestiere ormai più vecchio del mondo), sempre accompagnato da lunghe ovazioni e grida di giubilo. Su quel palco, dietro al microfono, al fianco dei propri compagni di cordata e davanti al suo pubblico in estasi, Antonio Antonaci dà il meglio di sé, e ti chiedi se quelle godibilissime perfomance siano tutta farina del suo sacco, doti innate voglio dire, Dna proprio, o non invece il frutto della consulenza da parte di un qualche esperto del ramo, quando non di un vero e proprio corso accelerato di arte drammatica, oltre che ovviamente di dizione. Questo sì che è Teatro con la maiuscola, altro che il teatrino della politica, vale a dire il Cavallino Bianco.

L’altra sera a Noha – pochi giorni dopo la memorabile lectio magistralis di storia nohana, partita dal tempo dei Fenici e impartita urbi et soprattutto orbi da quell’altra cima, vale a dire l’ex-docente nelle vesti questa volta di Alessandro Barbero (ché in quelle di governatore della Banca d’Italia, viste certe uscite, avrebbe qualche problema) - il nostro mitico Antonio Antonaci, nei pressi della Trozza, a proposito di acqua e di quel pozzo con tanto di puteale scolpito in pietra leccese, ha scorrazzato nei secoli, avanti e indietro, tra il ‘500, il ‘700, l’800, e mi voglio rovinare anche il 1400. Ha fatto poi parlare un professorone sull’importanza dell’acqua, e ne è venuto fuori che, insomma, la crisi idrica è colpa nostra, mica dei veleni o dell’abuso da parte di industria, servizi e agricoltura intensiva (ad esempio per i mega filari di Favolosa-che-non-secca, e cose del genere). E dunque toccherà al sindaco di domani insegnarci le buone maniere, tipo: chiudere i rubinetti quando ci laviamo i denti, o adottare una fotocellula nella doccia, o tirare lo sciacquone dopo che tutta, dico tutta la famiglia ha dato il meglio di sé. Insomma cose così.

Mo’ chi va a spiegare ad Antonaci e agli altri come lui che questa specie di trasferimento di responsabilità dal potere capitalistico agli atteggiamenti individuali, cioè alla “collettività dissipata e maleducata”, rientra tutto nel concetto di sostenibilità come ennesimo business e di ambientalismo come brand profittevole, e che, per dirne un’altra, la raccolta una tantum di lattine o di tappi di plastica rientra giusto in quell’ecologismo sfacciato e impunito che vorrebbe convincerci che i danni del mercato si possano risolvere attraverso il mercato stesso. Credo nessuno.

E così il mito della crescita smisurata, cioè i sempreverdi “sviluppo, ricadute e valorizzazioni” continuerà a perpetuarsi in saecula seculorum. Figurarsi poi se qualcuno oserà mai sollevare un qualche seppur minimo dubbio sulla sostanziale incompatibilità tra certi diciamo buoni propositi e quel Turismo, panacea di tutti i nostri guai, “da spingere forsennatamente” [copyright del suddetto dottor Antonaci]. Meno male che tra i supporters di quest’n-esimo Sindaco v’è la lista “Verde è lavoro”, pronta a tacitare quei rompicoglioni di comitati e comitatini di ambientalisti tutti carte bollate e ricorsi al Tar, responsabili del blocco delle attività e dunque della cassa integrazione, della disoccupazione, e certamente anche dell’invasione delle cavallette.

Questo è quanto, nell’attesa dell’uscita di eletti ed elettori dalle (rispettive) urne.     

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 06/03/2016 @ 15:06:26, in NohaBlog, linkato 2660 volte)

Conosco un anziano signore del mio paese, un contadino, un tipo di poche parole. Un giorno quest’uomo mi raccontò la sua personale tragedia. Lo fece nel suo stile laconico, tacitiano anzichenò, con le sue frasi lapidarie. Ne parlava con commozione mentre più di una lacrima imperlava i suoi occhi, ma senza rancore né ferocia.

Nel 1943, durante la seconda grande guerra, era stato soldato prima a Chiavari (Genova), poi in Grecia da aprile a settembre. Aveva da poco compiuto 20 anni.  

Con l’armistizio dell’8 settembre dello stesso anno, gli ormai ex-alleati tedeschi “invitarono” la sua guarnigione a deporre le armi. Subito dopo il disarmo, soldati e ufficiali vennero posti davanti alla scelta di continuare a combattere nelle schiere dell'esercito tedesco o, in caso contrario, essere inviati in campi di detenzione in Germania. Solo il dieci per cento della truppa accettò l'arruolamento. Gli altri vennero considerati “prigionieri di guerra”.

*

Fu così che questo uomo, insieme alla maggior parte dei suoi compagni, fu costretto a salire su di un treno merci, o meglio su dei sovraccarichi vagoni-bestiame adattatati alla bisogna.

Il convoglio dopo oltre un mese di viaggio attraverso i Balcani giunse finalmente a Berlino. Berlino-Spandau per la precisione, un quartiere della zona occidentale della città, sulle rive del fiume Havel presso le foci della Strea. Lì era stato allestito un campo di concentramento nazista, o lager, come si diceva in tedesco.

Per quest’uomo non fu valida nemmeno la Convenzione di Ginevra, quella che prevedeva le tutele da parte della Croce Rossa Internazionale. Le SS, infatti, nella loro viltà, decisero arbitrariamente di non rispettarla, derubricando il suo status da “prigioniero” a “internato” (IMI = Internato Militare Italiano), azzerando in tal modo ogni straccio di diritto umano. Stessa sorte per i suoi commilitoni.

Per due anni il suo mondo fu un enorme campo di lavori forzati, di torture, polizia ed esecuzioni capitali; la sua dimora, una baracca di legno con brande di tre piani per una ottantina di posti letto non sufficienti per tutti. Si dovevano fare i turni anche per dormire.

Per tutto il tempo della prigionia, il suo abbigliamento fu la divisa estiva con la quale era stato catturato in Grecia, insufficiente e del tutto inadatta ai duri inverni berlinesi. Molti suoi compagni non sopravvissero al freddo, alla tubercolosi, alle polmoniti. Ma soprattutto agli stenti, alle vessazioni, agli abusi. E alle esecuzioni.

Il suo lavoro forzato fu la produzione del carbone dal legname, in una specie di altoforno. Il suo rancio quotidiano, le “rapeste” bollite. “Ogni giorno la stessa razione di rapeste” – mi dice. Ma sovente anche alcuni scarti di refettorio delle truppe del terzo Reich racimolate nelle immondizie, bucce di altri tuberi, qualche patata cruda rinvenuta chissà dove, e talvolta lumache cacciate in giro. Il pane era nero, quando c’era, ed era solo un tozzo da mettere sotto i denti tra i fumi dell’altoforno.

I suoi dialoghi interiori erano con i ricordi e con i suoi sogni di ventenne.

*

La liberazione arrivò l’8 maggio del 1945. Gli dissero di correre nella direzione indicata, verso l’esercito alleato. Si mise a correre, per quel che poteva, aiutandosi con un carrello con due ruote, come quelli porta-spesa, nella cui borsa, non ricorda come, aveva salvato un po’ di riso. Nel sua corsa sulle rive del fiume Havel - mi racconta – fu raggiunto e agguantato da un soldato nazista. Il tedesco gli saltò addosso. Caddero entrambi nel fiume, e con loro anche il carrellino e “quella francata di riso”.

Impiegò quattro mesi per rientrare finalmente a casa. Giunse a Noha il 7 settembre dello stesso anno, vigilia della solennità della Madonna delle Grazie, compatrona di Noha. Lo ricorda benissimo, quest’uomo, non fosse altro per il fatto che, all’indomani, la sua famiglia aveva programmato la vendemmia, alla quale, ancorché neo-liberato, il “figliol prodigo” non poteva sottrarsi.

*

Aveva sofferto molto, quest’uomo, e tuttavia non ha mai inveito contro il suo aguzzino.  Emaciato a tal punto che al ritorno in patria pesava appena quarantacinque chili, quest’uomo aveva riottenuto la libertà ma portava ancora i segni di quell’esperienza chiusa in fondo al cuore. Aveva perso chili, la parola e il sorriso. Ma non la dignità.

Oggi nessuno può fargli prepotenza più di quanto è già stato offeso dal nazi-fascismo.

E nulla di tutto ciò che accade all’uomo, per quanto terribile sia, può essere detto inumano. Purtroppo.

*

Pur sempre di poche parole, questo signore è l’uomo più buono del mondo, non farebbe male nemmeno ad una mosca, si accontenta di quello che ha, non lascia mai nel piatto nemmeno una briciola, non ha mai voluto la pensione integrativa, che pure gli sarebbe spettata per la prigionia nel lager: dice che gli basta e gli avanza quella della previdenza sociale di 540 euro mensili.

*

Oggi ha sempre il volto sorridente, legge i libri che gli passo, tiene il suo orto in campagna, ma più per gli altri che per sé, va ogni sera al circolo cittadino, è innamorato come il primo giorno di una donna bellissima, compagna di vita e madre dei suoi figli.

Molti suoi pari più sfortunati, soprattutto quelli allora massacrati nei campi di sterminio dalla pazzia del nazi-fascismo in quanto ebrei, rom, omosessuali o minorati non hanno mai potuto raccontare le loro storie ai propri figli. Lui, il suo dì tardo traendo, è riuscito a raccontarmela tutta, questa storia, anche se a tratti.

Io mi reputo molto fortunato di aver raccolto questi fatti dalla sua viva voce. Sì, perché questo uomo taciturno è il mio orgoglio: si chiama Giovanni, e a maggio compie 93 primavere.

Quest’uomo è mio padre.

Antonio Mellone

 

P.S. 1
Ringrazio il collega Adolfo Cavallo per avermi presentato e quindi prestato il volume “I deportati Salentini Leccesi nei lager nazifascisti” di Pati Luceri (Grafiche Giorgiani, Castiglione d’Otranto, 2015). Si tratta di un monumentale lavoro di studio e catalogazione di 7368 schede biografiche, la maggior parte tratte dai 35.000 fogli matricolari consultati dall’autore per la sua ricerca. In questa Bibbia sulla sofferenza inferta ai salentini dai regimi nazifascisti ho rinvenuto la scheda di mio padre, dnl - deportato nel lager.

P.S. 2
I regimi fascista e nazista si sono tradotti in sofferenze e in migliaia, milioni di morti per fame, gasificazioni, forni crematori, deportazioni, esperimenti medici.
La responsabilità di tutta questa violenza sta nel potere del capitalismo che ha sottomesso vieppiù le classi subalterne, servendosi degli autoritarismi e dei totalitarismi di Mussolini e Hitler, due dittatori che hanno governato con olio di ricino, manganelli, carri armati, omicidi ed eccidi, sottomettendo l’uguaglianza e innalzando a costituzione la discriminazione, l’odio razziale, l’intolleranza, la soverchieria, la barbarie.

Io non mi spiego l’esistenza dei cosiddetti “revisionisti” che negano l’esistenza dei campi di concentramento, di lavoro e sterminio, nonostante la copiosa documentazione e le innumerevoli testimonianze dirette (non ultima, quella di mio padre). Né riesco a capire i sedicenti “nostalgici”. Non capisco cioè come si possa aver nostalgia di chi ammirava incondizionatamente il cosiddetto ordine nuovo: la mistificazione dei treni in perfetto orario, l’unisono dei giornali e della radio, l’autorità rispettata, la religione tutelata, gli oceanici raduni nel corso dei quali tutti applaudivano le stesse parole e la stessa persona, i tanti personaggi dai cervelli vuoti in vestito d’orbace, i cortigiani (di cui ancor oggi c’è sovrabbondanza). Non riesco a capire come mai oggi possano esistere ancora dei servi sciocchi dispensati dal pensiero. Oltre che della convinzione che il fascismo sarebbe stato grottesco, una vera buffonata, se non fosse stato tragico.

P.S. 3
Vi invitiamo a segnalarci altri nominativi di Noha deportati nei lager nazifascisti. Mentre veniva pubblicato questo articolo, ne abbiamo rinvenuto un altro di Gabrieli Pasquale, liberato dai partigiani e poi combattente per la liberazione nella divisione partigiana Garibaldi.

 

 

P.S. 4
Scheda di Barrazzo Paolo, Noha 23/12/1912

 

 

 

 

 
Di Michele Stursi (del 20/08/2012 @ 15:04:33, in Cultura, linkato 3202 volte)

Da qualche giorno ha preso il via un importante progetto partecipativo di citizen-journalism, grazie alla collaborazione tra la testata giornalistica italiana La Stampa e quella britannica The Guardian, masoprattutto grazie alle segnalazioni di tutti i cittadini europei. L’intento è quello di censire e rendere visibili attraverso la costruzione di una mappa interattiva i danni apportati alla cultura dalla crisi e soprattutto dalle politiche “scriteriate” adottate dai governi europei in riposta ad essa.
La crisi infatti non è un animale amorfo, come ci vogliono far credere, che si aggira per le città saccheggiando e distruggendo a caso, la crisi non esiste di per sé, la crisi è nient’altro che una parolina partorita dalla fantasia dei nostri amministratori per aggirare la frase: “abbiamo gestito male la cosa pubblica e ora siamo nei guai”.
Dinanzi a ciò, noi cittadini non possiamo rimanere inermi ed assistere seduti comodamente in poltrona alla distruzione della nostra società da parte di uomini incapaci che hanno solo premura d’inseguire gli interessi personali, siamo chiamati a partecipare, a collaborare con le istituzioni e quando necessario a far sentire la propria voce, anche arrivando a commissariare le autorità incompetenti.
Il progetto di costruzione di una mappa interattiva dei tagli alla cultura si inserisce in un quadro di partecipazione attiva del cittadino alla salvaguardia del bene comune: è infatti possibile segnalare, utilizzando il form alla pagina http://www3.lastampa.it/cultura/sezioni/articolo/lstp/464628/, gli effetti che i tagli alla cultura hanno avuto sulla nostra città (luoghi e iniziative culturali che risentono della decurtazione improvvisa delle risorse a disposizione o che addirittura rischiano di scomparire).
Una cosa balza agli occhi osservando la mappa interattiva in fase di costruzione (al sito http://www.guardian.co.uk/culture/interactive/2012/aug/03/europe-arts-cuts-culture-austerity): in Puglia, nel Salento, a Lecce, a Galatina non c’è alcuna segnalazione! Mi viene quindi da pensare che come al solito noi del Sud ci lamentiamo per niente, che stiamo bene e che la crisi è materia da settentrionalisti, ma per fortuna conosco il mio Sud, la mia terra, e sono certo che questo è solo il frutto di una partecipazione poco attenta, molto delegataria, della cosa pubblica.
Per Galatina e frazioni è giunto il momento di inforcare il mouse e dar voce una volta tanto agli interessi personali!

Michele Stursi

 

Mercoledì 17 ottobre si è svolta in piazza San Pietro e piazzetta Orsini la registrazione delle attività previste dalla partecipazione alla trasmissione televisiva di RAI 2 "MEZZOGIORNO IN FAMIGLIA".

Il tutto sarà trasmesso durante la diretta di domenica dalle ore 11,00 in cui sfideremo la Città di Castelsardo.

Ora diventa importante, attraverso il televoto, dare un grande appoggio alla squadra che rappresenta Galatina in diretta dagli studi RAI e che concorrerà, insieme agli altri che hanno registrato in precedenza.

Voglio condividere con tutti i protagonisti che hanno collaborato con l'associazione CITTA' NOSTRA i complimenti ricevuti sia dalla regista Monica Zaffarame che dalla conduttrice Eleonora Cortini per la qualità dell'organizzazione, la cura dei dettagli, la competenza dimostrata.

Tutti si sono spesi con entusiasmo e passione per il migliore esito di tutte le manifestazioni indicate e concordate con la produzione RAI, dimostrando, al di là di ogni esito, una grande amore per la propria Città. Ci sono momenti di orgoglio cittadino che devono essere comunicati e condivisi ed a tutti va il ringraziamento.

Di seguito, vi riportiamo i numeri di telefono e le indicazione per sostenere la Squadra della nostra Città.

 

VOTIAMO E FACCIAMO VOTARE

da telefono fisso 89443

con SMS 4784784 

digitare 2.

Nico Mauro

 
Di Albino Campa (del 16/10/2010 @ 15:00:02, in Comunicato Stampa, linkato 3018 volte)
Con estremo ritardo, l’Amministrazione finge di voler vedere chiaro sul coincenerimento. Il 1° Convegno sul tema organizzato dal Comune è un’occasione ghiotta per impartire alla cittadinanza tutta una degna lezione tecnico-scientifica affidata alle competenze di insigni relatori, i cui curricula evidenziano una posizione favorevole alla proposta di bruciare CDR. La qualità dell’aria che respiriamo, la ricerca di una soluzione sostenibile al problema dello smaltimento dei rifiuti, il dato relativo alla diffusione locale delle malattie tumorali, inesorabilmente crescente a fronte di un dato nazionale di segno opposto, sono problematiche indifferenti per gli organizzatori del convegno. L’ansia di una città ancora una volta minacciata da un attentato alla sua vivibilità e alla sua vocazione per la bellezza può essere trattata come un problema esclusivamente tecnico ? E’ scandaloso e offensivo che nella prima “discussione” dedicata alla vicenda, il Comune decida, non a caso, di fare a meno del punto di vista dei medici oncologi, dei patologi, degli epidemiologi che con gli effetti di tali scelte scellerate sono costretti a fare i conti quotidianamente, così come delle centinaia di persone che vengono falcidiate da malattie senza scampo. E’ inaudita la scelta di confinare questa occasione (persa) di confronto nel chiuso di un’aula di cento posti a sedere, affidando forse alla trasmissione di due maxischermi la diffusione in stereofonia di una lezione magistrale impartita a cittadini trattati da fidi allievi da addomesticare e cui non è riconosciuto il diritto di parola. E’ miope e irragionevole che non abbiano trovato spazio le ragioni del no che, in una discussione sollecitata da un’Amministrazione onesta e senza subdoli pre-giudizi sulla questione, dovrebbero trovare ascolto. Purtroppo, la nostra Amministrazione svilisce a pura propaganda il senso alto della partecipazione.

Comitato cittadino ” Cambiamo Aria Galatina “
 
Di Antonio Mellone (del 30/06/2019 @ 14:50:54, in Fetta di Mellone, linkato 1134 volte)

Avrei voluto raccontarvi della mia recente vacanza palermitana. Invece no: mi tocca aprire le Fette di Mellone Estate 2019 parlando di una cosa nostra, non meno grave di quell’altra.

Qualche giorno fa, un politico locale di gran calibro - quello che poverino si sacrifica per noi in Parlamento come nessuno mai – verga su Fb un commovente comunicato stampa, poi condiviso in un gruppo galatinese, in cui scopre l’aria calda nella vecchia scuola elementare di Noha.

Planando dal pero, il cittadino onorevole viene a scoprire con sette o otto anni di ritardo che il suddetto complesso scolastico, riconvertito nel frattempo in Centro Polivalente, fu ristrutturato con quella parte anatomica che nonostante la credenza tutto porta men che fortuna, a suon di milioni di euro di debito pubblico. Ma si trattò di una “ristrutturazione” (con le virgolette), giacché l’allaccio elettrico rimase così provvisorio che ai condizionatori non ha mai fatto né caldo né freddo, l’ascensore è ancora incellofanato, e l’impianto fotovoltaico in terrazza sembra abbia la protezione 100 della Vichy.

Ma il problema non è mica questo. E nemmeno il fatto che il cosiddetto portavoce del popolo abbia dato la sua solidarietà all’associazione benemerita che utilizza quel complesso double-face, cioè forno crematorio d’estate/igloo d’inverno, con mille  difficoltà - come se non bastassero tutti gli altri disagi.

Dicevo che il problema non è codesta presa d’atto, né l’impegno generico o la promessa con la mano sul cuore da parte del deputato nostrano  “di sentire il sindaco e gli uffici preposti per cercare di trovare insieme una soluzione”: ci sta tutto, potremmo pure dire che certi post fanno parte della propaganda, o se proprio volete populismo, di cui nessun partito sulla faccia della terra è immune. Il guaio serio è invece quel che ne è seguito.

Vale a dire un messaggio, che dico, un vero e proprio avvertimento da parte di un sedicente avvocato difensore dell’onorevole (sedicente nel senso di difensore di parte, non di avvocato) contro chiunque osi storcere il muso, alzare ciglio, rivolgere qualche critica anticonformista e, dio non voglia, azzardare pure un po’ di satira iconoclasta. Insomma, ecco la frase di rito postata tra le altre carinerie dall’avvocato del portavoce del popolo: “[…] Da questo momento, qualora un commento sarà considerato offensivo e oltre ogni lecito limite [chissà quale sarà mai codesto “lecito limite”: vuoi vedere che magari lo deciderà di volta in volta Rocco Casalino? ndr.], darò seguito al mandato ricevuto e agirò presso le opportune sedi giudiziarie a tutela dei diritti ed interessi del mio assistito (ma, soprattutto, amico), eccetera, eccetera”.

Scusate: ma questa roba non vi pare una specie di intimidazione a mezzo social? Non vi suona come una censura o una forma di intolleranza verso il dissenso? Magari colpendone uno per edulcorarne cento? Chiedo eh.

È seguito un silenzio tra il surreale e il grottesco che dura tuttora, e non invece un mandato a quel paese da parte del mandante rivolto al suo legale, una smentita urbi et orbi, un “dai che scherzavo”, ovvero “no, vi prego, non dategli retta, fate pure delle vignette caricaturali sul sottoscritto, scrivete sul mio conto articoli caustici e commenti sferzanti, e mi raccomando siate sarcastici, taglienti, corrosivi, se no qui io rischio veramente l’irrilevanza politica. Anzi la scomparsa nel nulla, come è capitato a tanti altri diciamo politici locali allergici all’intelligenza”. Invece nulla di nulla.   

Probabilmente nessuno ha ancora detto al cittadino portavoce (e al portavoce del portavoce) che il politico che minaccia o addirittura arriva a querelare la critica o la satira, tutelate oltretutto dalla Costituzione, è un politico al crepuscolo da un pezzo; che una democrazia è tanto più sana quanto più feroce e graffiante è il giudizio (il contrario si chiamerebbe fascismo); e che l’avversario per definizione sta sempre lì, controlla quel che fai o dici o scrivi, evidenzia i tuoi strafalcioni, e ti costringe a essere all’altezza dei tuoi proclami.

E pensare che eravamo tutti Charlie.

Quanto a me, che continuo a segnalare che il re è nudo ma fa cagare anche in cappa magna ed ermellino, per precauzione tengo sempre pronto un borsone con pigiama, ciabatte, spazzolino e altre cose utili in caso di blitz. Non si sa mai.

Nel frattempo nessuno può impedirmi di continuare a osservare certi pOLITICI e la loro invidiabile capacità di guardarsi allo specchio (o nei Selfie) senza riuscire a mandarsi a fanculo.

Antonio Mellone

 

Da quando si è insediata questa amministrazione, quello del 26 Febbraio è risultato uno dei Consigli comunali più emblematici nel mettere in evidenza l’impalpabilità della maggioranza e la superficialità dei dirigenti comunali.

Il Sindaco Marcello Amante infatti, nel corso del Consiglio si è affannato a parare i colpi derivanti da una maggioranza che non è quasi mai intervenuta in nessuno dei punti discussi, forse perché non conosceva neanche il contenuto di ciò che stava votando, e del dirigente al ramo che, incalzato dall’opposizione, si è divincolato con difficoltà dalle contraddizioni emerse nei propri atti.

E’ ciò che è accaduto in riferimento alla variante urbanista in contrada Guidano, in cui nonostante nella delibera di Giunta il dirigente Miglietta avesse dato parare sfavorevole allo spostamento di alcuni terreni edificabili, nel corso del Consiglio comunale ha snocciolato argomentazioni scarne e contraddittorie per giustificare la votazione favorevole che sarebbe seguita, nel silenzio dell’intera maggioranza.

Un silenzio imbarazzante che non ha permesso di chiarire se questa scelta serva a tutelare di più l’interesse pubblico o quello del privato, visto e considerato che in Consiglio qualcuno ha fatto notare come il proprietario dei terreni in questione è anche uno dei fondatori di una delle liste presenti nella maggioranza di governo cittadino.

Purtroppo per la città questa inerzia politica e questo silenzio sono diventati il marchio di fabbrica della maggioranza targata Amante, contribuendo significativamente a mortificare i lavori in Consiglio comunale e riducendo ai minimi termini il dibattito democratico.

Nonostante ci si prodighi ad avanzare emendamenti e proposte costruttive, come avvenuto per l’alienazione degli immobili comunali, queste si scontrano puntualmente contro l’indifferenza dei consiglieri di maggioranza, quasi fossero stati catechizzati a limitarsi ad alzare la mano al momento della votazione.

E’ successo così ovviamente anche in occasione dell’approvazione del nuovo piano finanziario della TARI. Anche in questo caso il solo Sindaco ha cercato di dare affannose giustificazioni ad un aumento di quasi il 5%(per ora) del costo del servizio, esprimendo soddisfazione per essere riuscito a contenerlo.

Quello che però il Sindaco non dice è che se non fosse saltata la gara d’appalto per l’affidamento del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti a causa di irregolarità tecniche e contabili imputabili a questa amministrazione, il comune di Galatina in due anni avrebbe risparmiato quasi 800.000 €. Questo risparmio sarebbe derivato da un minor costo del servizio, previsto dalla nuova gara, che invece è stato vanificato dalle continue proroghe a favore di Monteco, con la conseguenza che sono state mantenute le attuali, e più onerose, condizioni.

I costi inoltre potevano essere ulteriormente abbattuti se non ci fossero state le assunzioni di due dirigenti di settimo livello e di nuovi operatori ecologici, la maggior parte dei quali non proviene neanche da Galatina. Assunzioni che non hanno contribuito a rendere più pulita la città, che resta sporchissima, e che sono avvenute nonostante è risaputo che l’organico che oggi è di Monteco e che prima era della CSA, sia sovraordinato.

A ciò si aggiunga che nella determinazione del costo complessivo del piano finanziario ci sono circa 1.200.000 € di crediti inesigibili o non riscossi, a conferma di quanto già evidenziato da diverse relazioni della Corte dei Conti, in cui il nostro comune viene bacchettato proprio per l’incapacità di riscuotere i propri crediti.

Purtroppo per la città però, in mezzo all’assordante silenzio di tutti e davanti alle giustificazioni di circostanza del Sindaco, che ha scaricato le proprie responsabilità sulle gestioni passate, la maggioranza ha portato a termine ancora una volta l’unico compito che gli è stato affidato, quello di alzare la mano a prescindere, incurante delle proprie responsabilità e delle difficoltà economiche dei cittadini.

 Il Segretario

Pierluigi Mandorino

 
Di Antonio Mellone (del 22/02/2014 @ 14:45:40, in Ex edificio scolastico, linkato 3758 volte)
Consultando alcuni siti internet di Galatina ho notato con piacere che lei non lesina l’utilizzo di carta e penna per vergare comunicati-stampa o rispondere alle interviste dei giornalisti di turno o anche, diciamo così, replicare alle istanze del popolo.
A questo punto, colgo anch’io l’occasione per rivolgerle alcune domande, ovviamente nella veste di semplice cittadino, certo di ottenerne risposta. 
Non si preoccupi più di tanto: il tema da trattare non è poi così vasto da spaziare e comprendere tutti gli ambiti di sua competenza, e non abbraccia le problematiche che vanno dagli impianti sportivi ai cimiteri (un domani, se vuole, ne potremmo pure parlare), ma è circoscritto ad uno ed un solo argomento, sul quale avrà accumulato ormai copiosa documentazione, oltre che una sua personale opinione (onde per rispondere sarebbero sufficienti poche righe e non ponderosi trattati).
Voglio tornare, allora, sul tema della vecchia scuola elementare di Noha, ristrutturata di tutto punto, ma ahimè, ancora non al 100%, se è vero come è vero che ad oggi, per via del mancato allaccio alla rete elettrica con i famosi 50kwh (se non erro esiste solo quello “provvisorio” o “di cantiere” di 10 kwh) all’interno di quel bene culturale ci sono alcune cose fondamentali, dunque non bazzecole, che sono tuttora fuori uso. Mi riferisco all’ascensore, all’impianto di riscaldamento e di condizionamento, nonché all’impianto di pannelli fotovoltaici installato sulla terrazza di quella scuola.
Vorrei chiederle, a questo proposito, quanto segue.
Non le pare che sia davvero un bel peccato aver speso 1.300.000 euro di soldi pubblici per un’opera “claudicante”, non funzionante in toto, come previsto nel progetto? In tutto questo tempo che va dalla prima, anzi dalla seconda inaugurazione di quella bella struttura comunale (un tempo misurabile precisamente in...), s’è fatto un’idea di chi possa essere la responsabilità di questa incresciosa grave situazione (onde sarebbe pure giusto, quanto meno, chiedergli se non il lucro cessante almeno il danno emergente)? E, nel caso, potrebbe comunicarcela, questa idea?
Ed ancora: visto lo stato attuale, ha qualche intuizione, qualche trovata su come uscire da questa incresciosa impasse? Si è già attivato per la realizzazione della cabina elettrica necessaria per l’allacciamento alla rete con i kilowattora richiesti o comunque sufficienti per il funzionamento degli impianti di cui sopra? Potrebbe segnalarci i provvedimenti o gli atti della giunta o di qualche preposto dell’ufficio tecnico comunale posti in essere per la risoluzione definitiva di codesto increscioso problema? Potrebbe gentilmente fare una previsione su quando sarà risolto una buona volta questo ormai annoso grattacapo nohano?
Gentile Assessore, io ed i miei venticinque lettori, ringraziandoLa per l’attenzione, rimaniamo in attesa di un suo cenno. Risponda, per favore, anche se siamo di Noha.
Cordialmente.
Antonio Mellone
 

Fumo, tanto fumo e qualche tizzone ardente. È tutto ciò che vediamo dall’insediamento di questa Amministrazione. È doveroso leggere la realtà che ci circonda, povera di contenuti al di là di qualche azione ordinaria che viene costantemente osannata come opera di straordinaria potenza. Ma se è vero che lo straordinario compare nel preciso istante in cui si rompe un’abitudine, è vero anche che dalla potenza è necessario passare all’atto. Nulla di tutto ciò è stato compiuto e ci duole sapere che non sia stato nemmeno programmato. Un’amministrazione sterile, dunque, sprofondata in un limbo dantesco di ignavia. Gli unici superstiti e di parte sono i creditori elettorali, coloro i quali sparano contro tutto e tutti pur di difendere l’indifendibile – sui social, ovviamente. Sta di fatto che, ad una analisi più profonda, una larga porzione di territorio inizia a rendersi conto di quanto la becera azione amministrativa contrasta con le promesse elettorali. Sono gli stessi cittadini che si aspettavano il cambiamento, la rinascita della città, ma che tutti i giorni fanno i conti con i “sepolcri imbiancati”. È lì che la nostra realtà democratica deve mirare per costituire l’alternativa politica a questa Città. È opportuno ribadire, tuttavia, che il Partito Democratico attraverso le consigliere Antonica e Antonica, è ben rappresentato in Assise comunale, che assieme ai consiglieri Amante, Tundo e Mariano da diverso tempo rendono solida una opposizione che garantisce la democrazia e la rappresentanza di quella porzione di territorio che non vuole scendere a compromessi, ma non basta! È necessario aprire una lunga fase di dialogo e di ricostruzione, improntata alla massima apertura e partecipazione e che aspiri alla creazione di un solido gruppo alternativo all’amministrazione Vergine. Deve essere un lavoro prezioso di ricucitura e di confronto che rivendichiamo con forza, reso solido dall’analisi comune sullo stato comatoso in cui versa la nostra città,  indebolita economicamente, socialmente e culturalmente da politiche scellerate. Facciamo sempre riferimento alle richieste della Segreteria nazionale del Partito Democratico Elly Schlein, e per questo è opportuno dialogare con tutti i livelli in gioco perchè abbiamo il dovere di costruire condizioni di Unità. Crediamo che nel centrosinistra, composto da partiti, movimenti e civismo, sia giunto il momento di superare timidezze e divisioni con azioni concrete aprendo occasioni di confronto in cui affrontare e approfondire temi e questioni condivise. Oggi l’obiettivo principale del Partito Democratico deve essere una azione di opposizione che tenda a rappresentare la voce di quanti non condividono gli intenti di questo governo cittadino di destra mediante un approccio aperto e inclusivo, che non miri esclusivamente alla tessera fine a se stessa, ma che preferisca generare valore aggiunto alla partecipazione anche di quelle personalità che hanno avuto magari delle divergenze con il nostro Partito, pur avendone conservato i valori profondi. La nostra deve essere una “casa di tutti” e l’inclusione si genera allargando i confini, senza pregiudizio di sorta. Con lo stesso senso di responsabilità ci rivolgiamo a coloro i quali sentono la necessità di partecipare attivamente alla vita politica del proprio territorio, impostando un percorso virtuoso, inclusivo e democratico che contrasti una prassi amministrativa dannosa per la nostra Città.

 

Michele Scalese

Segretario Circolo PD - Noha

 
Di Redazione (del 16/02/2019 @ 14:40:06, in NoiAmbiente, linkato 1342 volte)

Forse a qualcuno non siamo simpatici quando denunciamo le discariche abusive. Forse vi rompiamo le scatole se continuiamo a parlarvi di immondizia, rifiuti, degrado e bruttezza.

Scusateci, ma non riusciamo proprio a parlarvi di bellezza della nostra terra se prima non rimuoviamo ciò che la distrugge, la insudicia, l’annienta.

Quindi noi continueremo senza sosta a pretendere da tutti, a partire dall’Amministrazione Comunale e fino all’ultimo dei cittadini, il rispetto della legge, ma prima ancora del buon senso.

Smaschereremo i crimini contro l’ambiente e il territorio, e dunque i loro autori, a partire da chi ha gettato alle spalle delle abitazioni di via Catullo e via Fedro una poltrona da salotto, sette monitor, un materasso a due piazze un bel po’ di cianfrusaglie di plastica.

Ma davvero non ci rendiamo conto che per ogni discarica abusiva, per ogni sversamento di liquami, e per ogni tentativo di incenerimento di rifiuti, un concittadino, uno di noi, inizia ad ammalarsi di cancro?


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Il Direttivo del Laboratorio di FareAmbiente di Galatina NOHA

 
Di Albino Campa (del 03/10/2009 @ 14:38:57, in TeleNoha , linkato 4132 volte)
Inserita una nuova Photogallery:
 
 
  1. Festa di S. Michele Arcangelo 2009
 


Festa Patronale di San Michele Arcangelo ed intervista a Sandro Giacobbe



Sono benvenuti, come sempre, i commenti e le considerazioni degli amici internauti.
 
Di Redazione (del 08/01/2022 @ 14:33:38, in Comunicato Stampa, linkato 527 volte)

Per il secondo anno consecutivo la Città di Galatina ottiene un finanziamento di  9.204 euro da parte del Ministero della Cultura destinato al sostegno del libro e della filiera dell’editoria.

Soddisfatti e felici per l’ulteriore finanziamento che arricchisce la nostra Biblioteca comunale di altri volumi al servizio della comunità, mi ritrovo tuttavia a smentire notizie infondate e tendenziose che non corrispondono alla verità dei fatti.

Ed è tutto indicato nella determinata a contrarre, pubblicata sull’albo pretorio e che la consigliera Carrozzini, nel ruolo istituzionale che riveste, non avrebbe difficoltà nel reperire e leggere. Come successo per il primo finanziamento e per garantire la maggiore trasparenza, la Città di Galatina, in particolare l’ufficio cultura – polo bibliomuseale, pubblicava un avviso esplorativo atto a reperire tutte le manifestazioni di interesse da parte di librerie che si rendono disponibili alla vendita di volumi che l’Ente potrebbe acquistare tramite il finanziamento ministeriale ottenuto. All’avviso partecipano n. 4 librerie della Provincia di Lecce e con rammarico e dispiacere abbiamo verificato che tra queste non compariva alcuna di Galatina, come invece accaduto nell’avviso precedente, relativo al primo finanziamento.

Qualsiasi altra manifestazione di interesse inviata tramite pec, prima della pubblicazione dell’avviso, non può essere tenuta in debita considerazione in virtù della pubblicazione dell’avviso esplorativo come nel caso in questione, proprio al fine di garantire la parità di trattamento e, quindi, anche la trasparenza tra gli operatori commerciali.

Non capisco la sterile polemica se non esclusivamente per sollevare inutili critiche senza fondamento. È legittimo da parte del cittadino e di un consigliere comunale chiedere informazioni o delucidazioni in merito ad una questione e siamo disponibili, sempre, ad ogni tipo di confronto, anche atti alla mano. Oggi, però, ci stiamo ormai abituando a leggere notizie senza alcun riscontro preliminare, purché si parli screditando l’operato di un’amministrazione e dei suoi uffici, oltre che la correttezza di un Sindaco. Tutte piccole incomprensioni che mi auguro in futuro si possano risolvere con un confronto costruttivo e preparato.

L’assessore al Polo BiblioMuseale

Cristina Dettù

 
Di Albino Campa (del 02/09/2010 @ 14:33:02, in Fotovoltaico, linkato 2891 volte)
Riportiamo l'intervista rilasciata dal Sindaco agli amici di Galatina2000 per Inondazioni TV ed in particolare la risposta data dal nostro Primo cittadino sulla questione Fotovoltaico.




fonte G2000
 
Di Redazione (del 20/03/2021 @ 14:26:35, in Comunicato Stampa, linkato 746 volte)

Anche quest’anno la Città di Galatina aderisce alla XXVI Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, istituita nel 2017 con voto unanime alla Camera dei Deputati e celebrata il 21 marzo.

L’Amministrazione Comunale si unisce alle iniziative proposte dall’associazione nazione Libera, che da sempre è promotrice attiva nel segno della memoria e dei valori della legalità e della giustizia.

L’attuale situazione che stiamo vivendo limita fortemente la realizzazione di iniziative come nelle edizioni precedenti. Tuttavia, seppur attraverso strumenti diversi abbiamo il dovere morale di continuare a ricordare tutte le donne e tutti gli uomini che sono state vittime innocenti delle mafie e del terrorismo.

A ricordare e riveder le stelle è lo slogan scelto per questo 21 marzo. Uno slogan composito, che racchiude molti significati. A ricordare, il passaggio dal ricordo alla memoria ci dà la possibilità di interrogare insieme il passato, per esprimere la cura e la responsabilità di cui è intriso il nostro impegno nell'oggi e nel domani. Riveder le stelle citando l’ultimo verso dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri, a settecento anni dalla sua morte. Il titolo della Giornata vuole dunque essere un inno alla vita, allo sguardo verso un orizzonte migliore da costruire insieme, a partire dalla memoria di chi quella vita ci ha lasciato, come un testimone nelle mani di un corridore che deve vincere la gara più importante, quella per l’affermazione del bene collettivo, del bene comune.

La Città di Galatina affiggerà il manifesto simbolo della Giornata nei pressi del Museo Cavoti, rivolto verso Piazza Alighieri. “Quest’anno abbiamo voluto unire il ricordo delle vittime delle mafie e del terrorismo ad un nostro luogo di cultura per eccellenza, il Museo Cavoti – è quanto afferma l’Assessore alla Cultura Cristina Dettù - che momentaneamente ospita parte della biblioteca comunale. Il Museo Cavoti, come tutti i luoghi di cultura, è un luogo di nascita e di crescita, capace di svegliare le coscienze e di alimentare la partecipazione e la responsabilità di ogni cittadino. E’ il luogo in cui ritroviamo Dante attraverso i suoi scritti, le sue parole e anche attraverso l’opera del Martinez. La cultura rappresenta il baluardo contro ogni gesto mafioso, contro ogni atto che mina i nostri valori fondamentali, la nostra libertà. E dobbiamo continuare a percorrere questa strada in memoria di chi ha lottato per quei valori ed è rimasto vittima.”

Ufficio stampa Marcello Amante
sindaco di Galatina

 

Passiamo dalle parole, ai fatti. Ho invitato i sindacati, i consiglieri regionali e i parlamentari salentini, senza distinzione di bandiere e colori, al secondo incontro del 30 agosto, alle 19, all’Hotel Hermitage di Galatina per parlare dell’infausto futuro che la Regione ha deciso per l’ospedale cittadino. Il 10 agosto abbiamo acceso una stella, virtuale, che non vogliamo si spenga. Da cittadino e consigliere di opposizione mantengo la promessa fatta da candidato sindaco di difendere l’Ospedale di Galatina, non per mero campanilismo, ma per la fondata ragione che un ampio bacino di cittadini non può essere privato di reparti importanti per la salvaguardia della vita.

Una difesa che si sta concretizzando con la presentazione del ricorso contro la delibera di giunta regionale dello scorso giugno e quella della Asl di Lecce di attuazione del Piano di riordino per gli ospedali di Copertino e Galatina. Un ricorso che ha forti ragioni anche in virtù della recente sentenza del Tar Puglia riguardo l’Ospedale di Casarano. In quella sentenza, infatti, viene chiaramente precisato che il ricorso è infondato in quanto la Regione ha rispettato i parametri previsti dal Dm 70. Ebbene questo è proprio quanto non è avvenuto a Galatina dove, purtroppo, la resa dell’amministrazione comunale verso la Regione ha fatto pensare che i cittadini avrebbero abbassato la testa e subito l’ennesimo scippo.

Nonostante la foga di chi non manca di inneggiare a quanto attuato, proprio dopo la sentenza sull’Ospedale di Casarano sono sempre più convinto che sull’ospedale di Galatina non sia ancora scritta l’ultima parola. I miei legali, che stanno lavorando in questi giorni al ricorso, mi hanno dato ribadito che c’è stata una palese violazione delle previsioni di legge e in particolare del Dm 70.

Io la mia parte la farò sino in fondo sostenendo tutte le spese legali che comporterà questa battaglia giudiziaria, ma mi auguro di avere accanto a me tanti cittadini  decisi a non subire ancora. Ci hanno tolto tanto e ora vogliono toglierci anche l’ospedale: non dobbiamo permetterlo.

Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis

Giampiero De Pascalis

 
Di Antonio Mellone (del 26/08/2017 @ 14:23:21, in Fetta di Mellone, linkato 1594 volte)

Preambolo. Sappiamo dalle medie che il mitologico Cariddi era un enorme mostro marino simile a una lampreda, con una gigantesca bocca piena di varie file di denti e una voracità infinita. Cariddi risucchiava l'acqua del mare per poi risputarla con forza, creando enormi vortici che provocavano naufragi alle navi in transito nello stretto di Messina (cfr. Wikipedia).

*

Con molte probabilità questa premessa non c’entra un bel nulla con quanto segue. Solo che, come diceva quel tale, “nomina sunt consequentia rerum”. E a volte anche i cognomi.

Cariddi – quando si dice la combinazione - è anche il cognome di Pierpaolo, novello sindaco di Otranto, fresco di suffragi, fratello del predecessore Luciano. Mica potevano gli otrantini cercare un’alternativa. Nossignore. Non ci pensate nemmeno. Cariddi forever. Un cognome, una garanzia. Del resto la lista cosiddetta civica che l’ha supportato è la famosa “Otranto non si ferma” [in effetti sarebbe davvero un bel peccato fermare la corsa di un territorio verso il suo baratro, ndr.].

Dunque, sembra che tra il prima e il dopo non vi sia alcuna soluzione di continuità, ma una sublime e costante ricapitolazione.

Tutto in famiglia, dite? Embè? Lo vuole la democrazia, lo vuole Otranto e soprattutto lo vuole l’Europa.

Certo, ora non conosciamo di preciso i contorni delle diciamo politiche di codesto Cariddi Due fresco di giuramento addirittura sulla Costituzione. Ma, sapete, il buongiorno si vede dalla notte precedente, e soprattutto buon sangue non mente.

Per la cronaca, e salvo smentite dell’ultima ora, Cariddi Uno era il sindaco dell’esultanza per il nuovo porto turistico di Otranto da “cantierizzare” as soon as possible, nonché l’amministratore a favore del gasdotto Poseidon – una specie di TAP 2, la vendetta - e, visto che c’eravamo, anche il primo cittadino pronto a benedire il Twiga, vale a dire lo stabilimento balneare briatoregno extra-lusso ed extra-large [cinque stelle su cinque ettari: una stella per ettaro, insomma, ndr.], di cui Cariddi Due era – ma guarda un po’ - progettista e direttore dei lavori.

Ci mancava giusto un ok di massima idruntino anche al ponte sullo stretto [quello tra Scilla e Cariddi, per dire, ndr.] e avrebbero completato il secondo sacco di Otranto, dopo il primo del 1480 per mano dei turchi.

Ma torniamo al nuovo Porto Turistico da affiancare al vecchio, per altri 450 posti barca (dico: UL-TE-RIO-RI-QUAT-TRO-CEN-TO-CIN-QUAN-TA-PO-STI-BAR-CA) oltre all’attracco per le Grandi Navi Da Crociera [sennò come facciamo a farci fare l’inchino dagli Schettino di turno?, ndr.]. Orbene, a grandi falcate, stiamo andando di corsa verso la sua realizzazione, viste le autorizzazioni ottenute da parte di quasi tutti gli enti preposti [o meglio: sottoposti, ndr.].

In altre parti d’Europa una notizia del genere avrebbe infiammato tutta la comunità. Qui, invece, nulla: bocche cucite, vuoti cerebrali, morti viventi, vivi morenti, elettroencefalogrammi sovrapponibili alla retta aderente al bordo inferiore del monitor. Anzi piuttosto ovazioni, tripudi, trionfi di suffragi (voti, dico, e forse anche quelli delle Sante Messe) al fratello di suo fratello in Cariddi. Sembra quasi che Otranto sia ormai la città degli 800 beoti (più che beati) martiri.

In compenso c’è la Stampa (chiamiamola così) che non sa più come gongolarne: dal Diciamo Quotidiano di Caltagirone alla Mezza Calzetta del Mezzogiorno, al Corriere del Mezzo-Scuorno (anzi, completo), tutti pronti a sciogliere inni e canti e ad aspergere con acqua benedetta, o, in mancanza, con la saliva, le gigantesche, costosissime, magnifiche e progressive opere pubbliche [glandi opere pubiche, come le definiva quel tale, ndr.] di cui il prossimo porto di Otranto è la nuova sfida [o sfiga, dipende dai punti di vista, ndr.].

Ma porca miseria, dico io, è mai possibile che in questo buttanissimo Sud (copyright di Buttafuoco) sembra che la classe digerente a tutti i livelli sia assisa intorno ad un tavolo di concertazione per distruggere onza onza il nostro territorio, con penetrazioni, asfaltature, trattative, cementificazioni, cantierizzazioni, lottizzazioni, eradicazioni, trivellazioni, incenerimenti, privatizzazioni e, se càpita, anche corruzioni? Sì.

Funziona più o meno così: un politico lancia un’ideona come questa e un riccone calcola che cinquecento barche parcheggiate per due mesi estivi non sarebbe un cattivo affare [oddio, non si sa di preciso se sia il politico a dare lo spunto al riccone, o viceversa: sicché rimarremo sempre con il dubbio se sia nato prima l’uovo contaminato o il pollo, ndr.], tanto poi l’accordo operativo si trova sempre.

Subito dopo la trattativa [alla base di ogni disastro c’è sempre una Trattativa, ndr.] , la volpe di turno si fa stendere il progetto da alcuni studi tecnici tra i più smaliziati, quelli cioè che sanno nuotare nel mare magnum delle norme ambientali (anche se sovente codesti progetti sembrano davvero redatti più con il culo che con i piedi - ma poi basta un facilitatore qualsiasi per sistemare le cose, per esempio oliando un po’ i meccanismi di certi uffici pieni zeppi di funzionari di bocca buona e si riesce così a far passare davvero di tutto e di più).

Subito dopo si presentano gli incartamenti al Comune compiacente e zac!, passano 90 giorni, arriva la Conferenza dei Servizi [“servizio” da intendere stavolta in quel senso là, insomma m’avete capito, ndr.]. Si aspettano altri 90 giorni, e ri-zac: in quattro e quattro otto ti arrivano caterpillar, ruspe, betoniere, autoarticolati, gru, bracci meccanici e tutto l’occorrente per stamparti in 3D l’n-esimo Orco Turistico, in grado di trasformare un “luogo” in un “posto”, anzi in un cesso qualsiasi [tanto l’eventuale parere negativo della Soprintendenza conta come il due di questa cippa, ndr.].

Signori, volevo dirvi che la Grande Opera idruntina dello sbancamento di qualche chilometro di scogliera inizierà a breve, sotto il vostro naso, con un po’ di chili di dinamite per sbancare quegli scogli di troppo, giusto qualche migliaio di camionate di cemento per la creazione di una bella piattaforma grande quanto un paio di stadi di calcio, l’asfalto di una strada in grado di collegare questo aborto turistico alla Statale-Ormai-Autostrada Maglie-Otranto, rotonde qua e là quanto bastano, un po’ di villette a schiera con il verde disegnato [giuro, l’ho visto sul dépliant, anzi orripilant, ndr.], un bel centrone commerciale [come fai, signora mia, oggi come oggi senza un bel centro commerciale aperto sempre, anche a ferragosto? ndr.], il solito massetto cementizio in riva al mare, qualche frasetta sulla “scarsa significatività” della flora e della fauna interessata, tipo la Posidonia [con l’avallo del professoglione di turno, ndr.], l’irrisione alle paranoie di quei quattro ambientalisti fissati e sfigati: ed ecco bell’e pronto un faraonico mega-porco turistico in grado di compiere miracoli, come per esempio: creare un sacco di posti di lavoro, addirittura uno ogni quattro posti barca [anzi, uno ogni tre: ma sì, mi voglio rovinare, ndr.]; fungere da “volano per lo sviluppo” [più pil per tutti ndr.]; attrarre flotte di turisti [precisiamo: frotte di turisti, ndr.], e soprattutto in tutte le stagioni [oddio, ci mancava pure questa, ndr.]; il tutto senza considerare il famoso indotto [come per esempio le cozze con l’Ilva di Taranto, ndr.]. Insomma un Nuovo Miracolo Italiano.

Fatemi capire: ma con tutti ‘sti miracoli è un porto o è un dio?

Ah, ecco: un porto-dio.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 06/11/2015 @ 14:22:18, in Comunicato Stampa, linkato 1690 volte)

La cerimonia si terrà domenica 8 novembre 2015, di seguito riportiamo il programma completo per Galatina, Noha, Santa Barbara e Collemeto.

GALATINA
ore 09.00: Raduno Piazzetta Orsini.
ore 09.15: Formazione del Corteo e partenza per raggiungere la Chiesa SS. Pietro e Paolo - itinerario: Piazzetta Orsini, Via Orsini, Via D’Enghien, Corso Porta Luce, Piazza San Pietro.
ore 10.00: Santa Messa celebrata da Mons. Aldo Santoro.
ore 10.45: Partenza del Corteo per raggiungere la Targa “Atene e Roma” - itinerario: Piazza San Pietro, Piazza Alighieri, Via Diaz, Via Toma, Corso Re d’Italia.
Cerimonia di deposizione di una corona d’alloro da parte della delegazione degli Studenti galatinesi.
ore 11.55: Riprende il Corteo per raggiungere il Monumento ai Caduti - itinerario: Corso Re d’Italia, Piazza Alighieri, Fontana Monumentale.
Onori ai Caduti.
Commemorazione dei concittadini Caduti della Grande Guerra nell’anno 1915.
Cerimonia di deposizione di una corona d’alloro da parte del Sindaco.
Conferimento di Encomio solenne della Città al concittadino Andrea Ciarfera agente scelto della Polizia di Stato per azioni svolte nell’anno 2014.

NOHA
ore 15.45: Raduno in Piazza San Michele.
ore 16.00: Santa Messa.
ore 16.30: Monumento ai Caduti, deposizione corona d’alloro.

SANTA BARBARA
ore 17.00: Monumento ai Caduti, deposizione corona d’alloro.

COLLEMETO
ore 17.45: Raduno in Piazza Italia.
ore 18.00: Santa Messa.
ore 18.45: Monumento ai Caduti, deposizione corona d’alloro.

 
Di Redazione (del 08/01/2022 @ 14:19:20, in Comunicato Stampa, linkato 778 volte)

Come diceva un vecchio statista, ora scomparso: “ A pensarci male quasi sempre s’indovina”. Una massima sempre attuale alla quale non sfuggono in tanti.

La fine dell’anno appena trascorso è stato animato dal febbrile lavoro, che ha bloccato nella giornate prefestive il traffico cittadino e suscitato le sacrosante proteste di tanti cittadini, per “toppezzare” o rifare parte del manto stradale di alcune strade di Galatina, Collemeto e Noha.

Alcune mesi fa, quando venne pubblicata la delibera dei futuri lavori, non pochi furono coloro che avrebbero voluto conoscere i motivi della scelta delle strade da rigenerare. In tanti si chiedevano se l’individuazione fosse libera da condizionamenti o favoritismi, da personalismi, od altro. Qualcuno si spinse a ricordare fatti accaduti nel passato remoto, allorquando ad essere favoriti erano amici degli amici, compagni di banco o di gioventù, amanti segrete, anzi segretissime. Altre strade, infatti, avevano bisogno di interventi urgenti: nella foto Via Giovanni XIII, nei pressi della Parrocchia San Sebastiano.

Per rinfrescarsi la memoria è bene ripassare l’elenco delle strade: Via Monte Rosa, Via Papadia, Via Novara, Via Petrarca, Via Spoleto, Via Macerata, Via Lucca, Via Metauro, Via Martiri d’Otranto, Via De Ferraris, Via Montebianco, Via Vernaleone, Arco Nachi, Via Emilia, Via Giulia, Via Monte Cassino, Via Cafaro, Via Galluccio, Via Guidano (Galatina), Via Rimini,  Piazza Italia, Via Padova, Via Fiume, Via Rovigo (Collemeto), Via Benedetto Croce, Via Agrigento, Via P.pe Umberto, Via Maddalena, Via Aradeo, Via Tiziano (Noha). Facendo mente locale si possono trarre gradevoli sorprese.

Un’ultima osservazione: la professionalità della ditta che ha eseguito i lavori, come si dice, a regola d’arte, ci ha risparmiato, al contrario di quanto accaduto di recente, la bruttura della copertura con bitume dei cordoli di scolo delle acque, ma occorre rilevare che alcune strade, Via Guidano in particolare, presentano pericolosi dislivelli dove insistono i tombini, che, al fine di non danneggiare il mezzo, costringono a virtuose gincane, e che saranno, c’è da scommetterci, la causa di nuovi contenziosi con il Comune.  

Ninì De Prezzo

 
Di Albino Campa (del 22/04/2011 @ 14:16:13, in Fidas, linkato 2837 volte)

Carissimi lettori come ben saprete, la legge finanziaria dello Stato italiano ha stabilito la possibilitaÌ di destinare il cinque per mille dell’imposta sui redditi, (IRPEF) anche alle Associazioni di Volontariato riconosciute e iscritte all’albo regionale del volontariato e tra queste vi eÌ anche la FIDAS Leccese iscritta al n. 54 di cui la Sezione di Noha ne fa parte.
La FIDAS Leccese opera sul territorio ormai da anni, tanto che eÌ sentita dall’opinione pubblica come parte integrante del tessuto sociale cittadino. Essa opera affincheì, a tutti i cittadini che necessitano del “farmaco” sangue, venga loro riconosciuta la terapia salvavita senza che nessuno abbia a preoccuparsi di una eventuale carenza.
Pertanto, per portare avanti tutte le attivitaÌ comprese quelle della propaganda, necessitano dei fondi. Per questo, chiediamo di aiutarci e in fase di dichiarazione dei redditi, a favorire la nostra Associazione inserendo il nostro codice fiscale nell’apposito spazio riservato, che eÌ il seguente: 90000020751

Grazie per la vostra disponibilita

Per info:
0836 602181
335 6278338
Antonio Mariano

 
Di Fabrizio Vincenti (del 29/05/2017 @ 14:16:05, in NohaBlog, linkato 4044 volte)

Hai stancato! Sì, caro Antonio Mellone, ora hai proprio stancato Noha, Galatina, Collemeto e Santa Barbara. Taci una volta per tutte, capra, capra, capra! Chi ti credi di essere tu con quella tua penna da strapazzo! Come ti permetti di criticare, di dire sempre la tua, di farti i fatti degli altri? Sai solo scrivere tu, mica sai parlare ai comizi, inventare storie, sparare numeri, narrare leggende! Cosa sai fare tu oltre al tuo lavoro? Pensi che occupandoti della cosa comune, dei fallimenti delle passate amministrazioni, dell’incapacità cognitiva di chi, con profondo senso del dovere e senza pensare ai duemila euro di stipendio, si candida alla carica di sindaco, tu riesca a fare una bella figura?

Hai stancato tu e la tua cultura, la salvaguardia dell’ambiente, il restauro delle opere d’arte, il problema della cementificazione, dell’inquinamento, del chilometro zero, delle autostrade a sei corsie! Basta con questa trozza, con la torre dell’orologio, con le casiceddrhe, con la masseria Colabaldi, col frantoio ipogeo.

Cosa fai tu per Noha, oltre a scrivere? Sei stato tu a sostituire la lampadina al calvario? No di certo. Non capisco, dunque, che cosa scrivi a fare! E basta anche con questo fatto della cabina dell’Enel alla struttura di Noha. Cosa te ne frega a te se a noi i compleanni piace farli al buio? Non sai che così le candeline sulle torte fanno più effetto?

Basta con questa casa rossa, col tuo Dante, con questa storia del “megaporco”! Come ti permetti di dire che noi, gente che spera, non abbiamo fatto niente per questo paese! Dove vivi, caro bancario dei miei stivali? Qui non ci sono inoccupati, come affermi tu; le strade sono perfette, l’illuminazione anche, il turismo va a gonfie vele, la raccolta differenziata funziona benissimo. Non c’è immondizia alla piazzole di sosta, i rondò sono curatissimi, abbiamo l’agenda piena di attività culturali. Hai organizzato tu gli anni scorsi la notte della taranta? E poi, visto che stavo per dimenticarmene, quanto dichiari tu all’anno? Fai un confronto se hai il coraggio! E tu vieni a dire a noi, che dichiariamo duemila euro, che non si fanno così le cose? Con quale faccia ci vieni a dire che bisogna recuperare l’evasione fiscale perpetrata nel nostro comune? Comincia a dichiarare il giusto intanto! Ma in banca le fatture le fai, le paghi le tasse, tu, il moralista dei giorni nostri?

Tu che parli, sai come si fa a far fallire un Comune? Sai come si fa a spendere un milione e seicentomila euro per qualcosa che non si può utilizzare? Sai come si sostituiscono le lampadine al calvario? Sai come si mantiene efficiente un parco cittadino? Sei stato tu a mettere ventinove cestini in un parco di trenta metri quadrati? E che cavolo, basta lamentarti, e inizia a scrivere come mangi! E cosa te ne frega a te chi siamo e cosa faremo una volta eletti? Tu devi solo mettere una croce sul nome, e nient’altro.

E ancora: sai dove te la devi mettere la tua grammatica? Io scrivo come voglio, dico quel che voglio, penso quel che voglio! E dopo tutte queste “e”, punti interrogativi, virgole e punti esclamativi, cosa pensi di farmi?

Io sono io, e me ne vanto!

Lettera da uno che non è mai diventato sindaco.

(Fabrizio Vincenti)

 
Di Redazione (del 10/12/2021 @ 14:13:39, in Comunicato Stampa, linkato 620 volte)

La fiera NON è morta, è stata assassinata e non è stato il maggiordomo ma questa maggioranza.

Nuovi documenti emergono sul recente passato della Fiera e gettano ombre sull'operato del Sindaco e di questa maggioranza protempore.

il 28 giugno il Sindaco ha portato all'evidenza del consiglio comunale una delibera in cui si chiede di ratificare la "cessione" (concedetemi questo termine chiaro ma non preciso) di parte degli spazi della Fiera ad ARPAL Regione Puglia.

Il sindaco e la sua maggioranza non hanno però avuto l'accortezza di far conoscere al consiglio comunale che oltre un mese prima una compagine imprenditoriale aveva avanzato la richiesta di utilizzo degli spazi della fiera per installare una tensostruttura provvisoria di ben 4.000 mq al fine di ospitare la manifestazione Promessi Sposi.
Non solo il Sindaco NON hai informato l'assise comunale di un rinnovato interesse imprenditoriale verso la Fiera ma ancora a distanza di 6 mesi la lettera di richiesta giace sulla scrivania del primo cittadino senza che questi abbia usato la cortesia di rispondere a chi cerca di far ripartire le Fiere dopo lo stop forzato causa del Covid.

Una domanda nasce spontanea: siamo sicuri che il consiglio comunale avrebbe votato così compatto se avesse saputo che la Fiera non è morta anzi ancora è ambita per manifestazioni e fiere?

Per completezza Promessi Sposi si è tenuta ugualmente dall'11 al 14 novembre presso la FIERA del Levante.
Un'altra occasione persa per Galatina

 Paolo Pulli

 
Di Albino Campa (del 29/07/2008 @ 14:10:41, in TeleNoha , linkato 2847 volte)
Il nostro concittadino Antonio Rizzo, da molti anni residente a Torino per necessità materiali, alimenta lo spirito festeggiando con altri Nohai e centinaia di Salentini le occasioni che la nostra tradizione ha radicato in maniera irreversibile nell'animo.

 
Di Redazione (del 20/03/2021 @ 14:09:11, in Comunicato Stampa, linkato 708 volte)

Con una efficace locuzione dialettale “Le persone se pensanu ca su pittule!”, l’Assessora ai Lavori Pubblici, Loredana Tundo, circoscrive l’impegno ad amministrare una città come Galatina. Con una altrettanto colorita noi diciamo “Nu tocca sspettamu cu nni cascia ‘u culumbu!”

Amministrare una comunità non serve improvvisazione, ci vuole studio, ricerca, conoscenza della realtà, ascoltare, sognare, avere pensieri lunghi. Addurre a scusante l’eredità di chi ha amministrato in precedenza, non è un buon segno di capacità e di competenza nell’affrontare e trovare nuove soluzioni ai bisogni della comunità.

La democrazia dell’alternanza comporta questi rischi. Se l’elettorato boccia chi ha governato nell’ultima consilitura e premia chi si propone di sostituirlo, con un programma alternativo e con modalità di operare diverse, non può addebitare ad altri l’incapacità di rispondere a quanto promesso.

Governare  non è un lavoro ragionieristico, penosa lamentela per i debiti ereditati, ma attività di programmazione, e perché sia efficace, non occorre solo spendere con oculatezza le risorse disponibili, ma seguire con grande attenzione tutte le possibilità di finanziamenti, europei, statali, regionali, studiando il territorio, preparando i progetti, presentando le richieste, seguire il percorso procedurale per conseguire il risultato. Ottenute le risorse, farne buon uso, elaborare i progetti esecutivi, svolgere con competenza l’appalto, evitando contestazioni e ricorsi, affidare l’incarico e portare a temine l’opera nei tempi stabiliti.

Qualcuno ha fatto notare, in queste ore, che per i tributi evasi o elusi, afferenti la Tari per gli  anni 2014-2015-2016, per un ammontare complessivo di 664.622 euro, solo il 3 marzo scorso è stata adottata la delibera di riscossione coatta. Quanto ci vorrà per recuperarli? 

Gli inquilini di Palazzo Orsini, sotto la guida del Sindaco, Marcello Amante, in questi quattro anni, hanno disatteso, in più occasioni, a queste regole di buon governo. E, come abbiamo sostenuto in altra occasione, la sua verrà ricordata come “L’Amministrazione delle occasioni perdute”. Non vogliamo addentrarci in un elenco penoso, vogliamo brevemente ricordare la prima e le ultime.       

Nel mese di luglio del 2017, a poche settimane dall’insediamento, l’Assessora all’Ambiente, Cristina Dettù, rifiutò i finanziamenti della Regione Puglia, finalizzati alla bonifica delle periferie dai rifiuti abbandonati, adducendo a pretesto che Galatina era una città pulita, non servivano i soldi di Emiliano.  

Pochi giorni fa, da Bari arrivava la notizia dell’assenza di Galatina tra i 14 comuni leccesi che, subito e per primi, beneficeranno dei finanziamenti per tutte le attività di manutenzione straordinaria e di qualificazione delle strutture turistiche urbane dei centri storici.  In successione, da Roma, quella delle perdita di un altro finanziamento, per un ammontare complessivo di 5 milioni di euro, per la mancata  partecipazione al bando nazionale per la messa in sicurezza del territorio e l’efficienza energetica degli edifici pubblici e delle scuole.

Gli assessori responsabili di queste gravi inadempienze occupano ancora i loro posti. La democrazia di questa amministrazione, ridotta a mediocrazia, ha bisogno di personale politico all’altezza dei tempi che stiamo vivendo. Perché “chi più sale in alto più lontano vede e chi più lontano vede più a lungo sogna”. E noi vogliamo una città che rinasce.

Discorso a parte meriterebbe quello delle opere realizzate o portate a termine. E’ utile ricordare che si è trattato di un ricco lascito di chi ha amministrato in precedenza.

PARTITO DEMOCRATICO

COORDINAMENTO cittadino

 
Di Redazione (del 27/09/2013 @ 14:09:10, in Comunicato Stampa, linkato 2551 volte)

E’ di questi giorni la discussione sul PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale) che la Regione Puglia ha adottato in data 2 agosto 2013, ci facciamo carico delle richieste raccolte da comuni cittadini e, nei prossimi giorni, chiederemo un incontro al Sindaco per meglio illustrargli quali siano le difficoltà rilevate e capire se sia possibile assieme, stante la rilevanza del problema, portare avanti una battaglia condivisa nell’interesse della collettività. Del PPTR condividiamo il principio di tutela del paesaggio e del territorio, ma non il metodo adottato che sta creando grande disorientamento e preoccupazione. Le preoccupazioni maggiori riguardano quei moltissimi cittadini i cui suoli, edificatori sino al 2 agosto, apparirebbero oggi vincolati e dunque inedificabili. Tale aspetto riguarda anche le aziende agricole che abbiano subito delle modifiche in tal senso e che vedrebbero ridimensionate le proprie attività. Il problema, forse, è anche più grande di quanto si immagini e riguarda veramente tutti, basti pensare alle conseguenze sulle entrate del Comune per un inevitabile mancato gettito IMU, qualora si dovesse arrivare a una rideterminazione dei valori delle aree fabbricabili. Con il gruppo delle Civiche, GALATINA IN MOVIMENTO – GALATINA ALTRA – NOVAPOLISMOVIMENTO PER IL RIONE ITALIA, di cui sono espressione, abbiamo sollecitato una campagna d’informazione cui l’Amministrazione ha risposto annunciando che avrebbe messo a disposizione, presso il Palazzo della Cultura, le tavole riguardanti il nostro territorio, per la presa visione del PPTR. Nel sollecitare la partenza di tale iniziativa riteniamo la stessa, se pur utile, comunque insufficiente, stante il grande impatto e le modifiche sostanziali che tale nuovo strumento urbanistico potrebbe portare rispetto al Piano Urbanistico Generale approvato di recente. Il servizio d’informazione e assistenza che sollecitiamo e cui facciamo riferimento si rivolgerebbe e si metterebbe a disposizione essenzialmente del cittadino comune, poiché le associazioni di categoria o le imprese sono le uniche a essere già informate e strutturate. L’urgenza è data dall’opportunità normativa che consente di procedere alle osservazioni a tutela dei propri diritti, ammissibili improrogabilmente entro il 6 novembre 2013.

Marcello P. Amante

In rappresentanza delle Civiche

 
Di Redazione (del 19/08/2021 @ 14:06:46, in Comunicato Stampa, linkato 1031 volte)

Galatina vedrà un secondo massiccio piano strade, che coinvolgerà quasi diciottomila metri quadrati per la città e le sue periferie, più di seimila per la frazione di Collemeto, quasi cinquemila e cinquecento per la frazione di Noha.

I lavori, dopo la gara per l’assegnazione prevista per la metà di settembre, prevedono l’ammodernamento, la sistemazione, la manutenzione straordinaria e la messa in sicurezza delle nostre strade, tanto attraverso interventi di manutenzione della vecchia, quanto la realizzazione della nuova pavimentazione stradale.

Un intervento importante, per un totale di più di 480 mila euro, grazie ai fondi messi a disposizione dalla Legge di Bilancio (260 mila euro) e dalle casse comunali (220 mila euro), che consentirà al cittadino di attraversare strade sicure e adeguate, e che va a coinvolgere i seguenti punti:

  • Via Monte Rosa
  • Via Papadia
  • Via Novara
  • Via Petrarca
  • Via Spoleto
  • Via Macerata
  • Via Lucca
  • Via Metauro
  • Via Martiri d’Otranto
  • Via De Ferraris
  • Via Montebianco
  • Via Vernaleone
  • Arco Nachi
  • Via Emilia
  • Via Giulia
  • Via Monte Cassino
  • Via Cafaro
  • Via Galluccio
  • Via Guidano
  • Via Rimini, Collemeto
  • Piazza Italia, Collemeto
  • Via Padova, Collemeto
  • Via Fiume, Collemeto
  • Via Rovigo, Collemeto
  • Via Benedetto Croce, Noha
  • Via Agrigento, Noha
  • Via P.pe Umberto, Noha
  • Via Maddalena, Noha
  • Via Aradeo, Noha
  • Via Tiziano, Noha

 

“Quello che partirà tra pochissimo – ha commentato l’assessore ai Lavori Pubblici Loredana Tundo – sarà un piano strade molto importante, che coinvolgerà parecchi punti di Galatina e delle sue frazioni. Un intervento necessario e utile al cittadino e alle sue esigenze. Nonostante una situazione precaria economica, si raccolgono i frutti di un lavoro incessante, anche in piena estate, e in particolare ad agosto, mese nel quale gli uffici hanno continuato la propria attività”.

Ufficio stampa Marcello Amante
sindaco di Galatina

 
Di Mariano Lino (del 07/06/2017 @ 14:05:47, in Politica, linkato 3129 volte)

Ho seguito con molto distacco questa campagna elettorale, (chi mi conosce sa che non è da me).

Distacco dovuto alle scelte sbagliate ancor precedenti alla caduta dell’amministrazione Montagna di chi non ha saputo o voluto ascoltare i consigli per un percorso critico e determinato ma all’interno del proprio partito.

Distacco dovuto alla protervia di scelte imposte da parte del circolo PD di Galatina che emarginavano e umiliavano consiglieri e una parte consistente del partito rappresentato dal circolo PD di Noha.

Distacco dovuto alla colpevole assenza del Segretario Provinciale benché continuamente sollecitato dal coordinatore Del circolo PD di Noha e da me personalmente a redimere l’annosa controversia che vedeva contrapposti I circoli PD di Noha e Galatina per la mancata elezione di un organo cittadino come previsto dallo statuto.

Distacco per la fuga in avanti del circolo di Galatina che pretendeva di imporre un candidato alla carica di Sindaco senza coinvolgere minimamente il circolo di Noha .

Distacco perché il circolo di Galatina rifiutava ciò che era logico e auspicabile per la scelta del candidato sindaco, le primarie di partito o addirittura di coalizione.

Chi mi conosce sa quanto mi costi non apporre la croce sul simbolo del mio partito, il PD del quale mi onoro di essere uno dei soci fondatori.

Chi mi conosce sa quanto mi costi non votare amici ed amiche rimasti a rappresentare il PD con i quali ho a volte litigato ma sempre condotto battaglie comuni per l’affermazione dei nostri principi.

ALLORA LA SCELTA

La mia cari amici può sembrare una scelta obbligata per i punti di cui sopra, invece no, è una scelta dettata da valutazioni e considerazioni che mi sono fatto sugli schieramenti a sostegno e sui candidati sindaci.

  • C’è un centrodestra con tutta la costellazione di partiti e gruppi a conduzione familiare che ha governato per decenni Galatina rendendola quella che è sotto gli occhi di tutti. A questi un contro l’altro armati (vedi caduta amministrazione Coluccia) si sono aggiunti due ex consiglieri del PD motivazione dicono: “far del male al partito di origine e alla sua dirigenza” (per me è come tagliarsi gli attributi per far dispetto alla moglie) …boh!!?...
  • C’è un raggruppamento di liste civiche apparentemente senza connotazione politica. In quanto tali se vincenti non avrebbero nessun riferimento a livello regionale e nazionale.
  • C’è il movimento 5S, per carità pieni di entusiasmo e carini per certi versi, ma la mia rimane una semplice simpatia per i principianti che si buttano nella mischia. Il dubbio concreto è che se l’efficienza delle loro amministrazioni è pari a quella di Roma, Livorno, Torino per citare solo le grandi città, Dio ce ne scansi e liberi. Galatina ha già di che piangere.
  • C’è poi la sinistra, gli eredi della gloriosa sinistra di Bertinotti, Rossi e Turigliatto, (mi domando perché senza simbolo) che è votata da sempre ad essere minoranza (è proprio scritto nel loro DNA) rifugge sempre dall’assumersi responsabilità di governo, quindi si autoesclude.
  • C’è il PD (con le note di cui sopra ha determinato la spaccatura del partito) che con un raggruppamento di liste civiche alcune prettamente di destra è a sostegno di una candidata sindaco (bravissima persona e docente capace) della cosiddetta società civile sulle cui qualità ed esperienze politico/amministrative non mi pronuncio e lascio a voi il giudizio.
  • C’è infine un raggruppamento di liste civiche a sostegno di Daniela Sindaco candidata ed espressione del circolo PD di Noha . Daniela è stata proposta dal circolo di Noha quando non si parlava ancora di candidature, per smuovere le acque dormienti del partito a Galatina, quando da parte nostra si chiedevano incontri per determinare un percorso unitario tra i due circoli che venivano continuamente disattesi quando non snobbati. Daniela non la conoscevo a fondo, ero fuorviato dalle dicerie, dalla superficialità dei luoghi comuni, dalle patenti che affibbia la gente. Praticandola, osservandola e ascoltandola ho conosciuto Daniela. Daniela mi ha convinto. Mi ha convinto la sua passionalità, il suo spirito di servizio, il donarsi per tutto e tutti. Daniela mi ha convinto per la sua conoscenza amministrativa per la caparbietà con cui affronta i problemi, per l’amore incondizionato che nutre per Noha in primis, poi per tutto il comprensorio della città e restanti frazioni di Collemeto e Santa Barbara. Daniela mi ha convinto perché e vera. Daniela ha tutte le carte in regola per amministrare la nostra città.

 

Io voto

DANIELA SINDACO

Lino Mariano      

Noha 07/06/2017

 
Di Albino Campa (del 22/04/2011 @ 14:02:56, in NohaBlog, linkato 2135 volte)
Egregio Ministro Sacconi ma a che cosa dobbiamo questo Suo lampo di genialità? Siete al governo da lustri e legiferate riforme (“avveniristiche”, perché a detta della Sua collega -new maga-magò-
Gelmini faranno effetto fra 4 anni) scolastiche e poi riesce perfino ad individuare le responsabilità delle incapacità dei giovani nel “sistema educativo”? E chi lo gestisce il sistema che orienta i giovani verso titoli di studio che il mercato non riconosce? Quando la Sua signoria ed il Suo governo vi siete preoccupati del futuro lavorativo dei nostri giovani? Quando avete impedito a imprenditori speculatori di sfruttare l’iniquità delle Vostre leggi? Quando avremo famiglie di giovani che si possono permettere di essere, appunto, famiglie? Quando la smetterete di promuovervi stipendi da nababbi (mia suocera vive dignitosamente con 5000 euro all’anno e non come Lei e compari di palazzo che ne “pretendete cinque volte tanto, ma AL MESE!). Quando la finirete di ritardare i finanziamenti impegnati per la scuola pubblica già martoriata dai tagli della Sua pari ministro dell’Istruzione?
"Caro" Sacconi Lei non è degno di accusare i giovani di vittimismo perché  “giovane” non è più e non sa cosa vuol dire esserlo visto che frequenta gentaglia al  governo da 17 anni. Non è degno di accusare i nostri giovani di incapacità di adattamento ai lavori che offre il mercato, perché così dicendo dimostra o di essere male informato o, ancor peggio, di mentire. Quanti sono i laureati in materie umanistiche e/o tecniche che finiscono per accettare lavori da centralinista o da commessi con contratti a termine? Non li vedi o fingi di non vederli i nostri figli ingegneri (nostri non certo tuoi) che pur di vivere onestamente lavorano nei grandi magazzini? Invece di accusare gli altri e soprattutto chi non si può difendere perché impegnato a sopravvivere, cominci a dare Lei il buon esempio lasciando i Suoi immeritati introiti parlamentari (immeritatissimi) nei progetti di iniziative imprenditoriali per i nostri ragazzi. Speriamo che la Pasqua imminente LA illumini.
 
Con il dovuto distacco,
uncittadino libero da servilismi.
 
Marcello D’Acquarica
 
Di Redazione (del 22/11/2018 @ 13:59:56, in Comunicato Stampa, linkato 1492 volte)

Edoardo De Pascalis, studente di 12 anni dell'Istituto Comprensivo Polo 1, è il nuovo Sindaco dei ragazzi e delle ragazze di Galatina, Noha, Collemeto e Santa Barbara.

L’elezione è giunta il 19 novembre scorso, in seguito alla consultazione elettorale che ha coinvolto 1382 votanti all’interno degli Istituti scolastici galatinesi.

De Pascalis, sostenuto dalla lista “Se puoi sognarlo puoi farlo”, ha ottenuto 358 preferenze.

Gli altri candidati Sindaco erano Kateryna Cherenkova che ha ottenuto 268 preferenze, Filippo Congedo con 225 preferenze, Daniele Mauro con 127 preferenze, Matteo Antonaci con 134 preferenze e Lucrezia Patera con 245 preferenze.

Il Consiglio Comunale dei ragazzi e delle ragazze, oltre al Sindaco e gli altri candidati su citati, sarà composto da: Veronica Congedo, Antonio Napoli, Matilde Cairo, Sofia De Lorenzis, Nicolò Romano, Virginia De Pascalis, Ludovica Resta, Gabriele Schiavone, Gabriele Antonaci, Maria Sole De Mitri e Piergiorgio Lagna.

Al neo primo cittadino baby vanno i complimenti del Sindaco di Galatina Marcello Amante e del Vice Sindaco ed Assessore alle Politiche giovanili Maria Giaccari, i quali si dicono soddisfatti dell’iniziativa riuscita all’interno dei plessi scolastici cittadini: “Nel fare le più sincere congratulazioni al piccolo Sindaco, vogliamo fortemente rivolgere un plauso agli Istituti scolastici, in particolare dirigenti e docenti che tanto si sono spesi per il compimento di questa proposta. Il Consiglio Comunale dei ragazzi e delle ragazze rappresenta un ottimo punto di partenza per avviare il percorso della cittadinanza attiva, uno dei punti centrali di quest’Amministrazione”.

La proclamazione ufficiale del baby Sindaco De Pascalis e dell’intero Consiglio Comunale avverrà nei prossimi giorni nell’aula consiliare del Comune.

UFFICIO STAMPA COMUNE DI GALATINA

 

L’amministrazione comunale e il Pd di Galatina sul “Santa Caterina Novella” hanno fatto un capolavoro. Il disegno politico è chiaro: salvare Copertino e affossare definitivamente Galatina destinando l’ospedale cittadino  alla chiusura. Se prima era un’ipotesi oggi è una certezza ratificata dalla delibera della Asl di Lecce numero 1560 del 2 luglio scorso con cui il direttore generale della Asl di Lecce, Ottavio Narracci,  ha preso atto dello studio di pre-fattibilità del nuovo ospedale Sud Salento e nominato il Rup (Responsabile Unico del Procedimento). Contestualmente viene precisato che Scorrano e Galatina chiuderanno con l’apertura del nuovo ospedale del Sud Salento eppure il vigente Regolamento ospedaliero della Regione Puglia (numero 7 del 2017) ha stabilito la chiusura degli ospedali di Scorrano, Galatina, Copertino.

Nella delibera Copertino non viene citato e, quindi, se non si tratta di un errore materiale (ipotesi remota) vuol dire che sarà salvato dalla chiusura nonostante gli entusiasmi del sindaco e del Pd di Galatina. L’amara notizia della chiusura dell’ospedale di Galatina, già annunciata nel Regolamento prima citato, è avvelenata dalla constatazione che la politica decide sulla pelle dei cittadini e non nel loro interesse visto che con la chiusura di Galatina un ampio bacino di abitanti non avrà assistenza ospedaliera mentre la dorsale che parte dal Fazzi di Lecce avrà un’offerta robusta visto che sulla stessa direttrice si incontra prima Copertino e poi l’ospedale del Sud Salento fino al Panico di Tricase. Sull’altro versante, invece, con epicentro sempre il Fazzi non ci sarà nulla sino a Gallipoli.

Intanto a breve sarà attuato il Piano di riordino sui due ospedali di Galatina e Copertino con la formula “creativa” di un ospedale di base rinforzato per il “San Giuseppe da Copertino” e un ospedale di base impoverito per il “Santa Caterina Novella” e non venga la politica a dirci che l’area medico-chirurgica di Copertino produce di più visto che da anni Galatina ha, per la maggior parte dei reparti, direttori a scavalco con il “San Giuseppe da Copertino” e questo incide sui ricoveri e sull’attività ambulatoriale.

 Il risultato è sotto gli occhi di tutti: Galatina perde pezzi importanti quali Ortopedia, Geriatria, Cardiologia e Chirurgia che avrà solo 4 posti letto, mentre per Gastroenterologia non si sa nulla. Anche i 4 posti di Terapia intensiva sono poca cosa visto che saranno utilizzati unicamente per il punto nascita che se non raggiunge i mille parti chiuderà. In compenso hanno dato a Galatina un contentino con il reparto di Malattie infettive. Secondo gli esperti della sanità non ha senso duplicare questo reparto (l’altro è a Lecce) su una provincia di 800mila abitanti, ma le scelte fatte in sanità spesso non sono dettate da esigenze cliniche.

Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis

Giampiero De Pascalis

 

Era nell’aria oramai da qualche tempo e purtroppo negli ultimi giorni è divenuta certezza. Avviando lo spegnimento del secondo forno la Minermix Srl si appresta a chiudere le proprie attività gettando nello sconforto, proprio alla vigilia del Santo Natale, i circa 40 dipendenti con le loro famiglie.

Un duro colpo per il tessuto sociale ed economico cittadino che peraltro non giunge completamente inaspettato perché già a novembre la stessa sorte era toccata allo stabilimento di Fasano nel brindisino e ai sui 20 dipendenti.

Da giorni con un susseguirsi di tentativi d’incontro tra dipendenti, rappresentanti sindacali di categoria e dirigenza si è provato a comprendere le reali intenzioni della proprietà, tutti conclusi purtroppo con un nulla di fatto.

Avevo già ritenuto di dover informare per le vie brevi l'Assessore regionale allo Sviluppo Economico Alessandro Delli Noci che ha, ovviamente, un ruolo centrale nella gestione di tali emergenze ed è per questo che invito le parti, proprietà e sindacati di categoria, a inoltrare formale richiesta di apertura di un tavolo tecnico per la gestione della crisi, affinché la politica nelle sue rappresentanze regionali assuma il dovuto ruolo di mediazione.

Esprimo tutta la mia vicinanza ai lavoratori e alle loro famiglie rassicurandoli che continuerò a seguire con particolare attenzione l’evolversi della situazione.

Loredana Tundo

Lista CON

 
Di Albino Campa (del 17/01/2011 @ 13:57:07, in NohaBlog, linkato 2847 volte)
L’idea di un Palazzo della Cultura mi ha sempre affascinato, ma mai del tutto convinto. Il mio dubbio è soprattutto di origine semantica. È facile, infatti, fraintendere il significato di quest’espressione figurata che, se presa alla lettera, vorrebbe associare alla cultura un qualsiasi palazzo, ma nella fattispecie rappresenterebbe una maniera originale e garbata di dire che la cultura ha un punto di riferimento all’interno della città. Il problema è che, delle volte, si preferisce ricorrere alla formula "Palazzo della Cultura", avvalorandola in genere con nomi di persone che illo tempore hanno realmente prodotto cultura, esclusivamente per mettere a tacere fastidiosi "scrupoli di coscienza".
Mi spiego meglio. La cultura, a mio parere, non può essere racchiusa in un palazzo, non è un bene sociale contenibile, ma è soggetta ad un continuo riciclo, a un movimento incessante, delle volte impercettibile, ma sempre presente. Allo stesso tempo è anche importante individuare luoghi strategici all’interno della città, in cui vien facile coltivare una cultura di cui tutti possono servirsene a piacere, quando lo desiderano e in maniera del tutto gratuita. Quindi il Palazzo diviene il luogo in cui è facile trovare la Biblioteca Civica "P. Sicialiani", il "Museo Civico P. Cavoti", la biblio-mediateca, la sala convegni "C. Contaldo" e il Centro Progetto Giovani, quivi non relegati per scontare pene di alcun tipo, ma soltanto per comodità.
Comodità che assume (troppo facilmente, a mio dire) le sembianze della trasandatezza, della negligenza. Ecco quindi che si comprano i libri, ma mancano i lettori, si organizzano seminari, incontri con autori, ma l’audio nella sala Contaldo è pessimo (nell’ultima lezione dell’Università Popolare di Galatina qualcuno giustamente si lamentava di ciò), si organizzano presentazioni di libri e la cittadinanza non partecipa; alcuni ragazzi non sanno che esiste un museo a Galatina, non conoscono Siciliani, Cavoti, Martinez e Colonna, nonché la storia di Galatina e frazioni, non sono informati (a tempo) delle varie iniziative culturali, che seppur sempre poche in numero, ci sono e andrebbero valorizzate, così come sono all’oscuro dei vantaggi che potrebbero trarre se solo sfruttassero l’opportunità di un Centro Progetto Giovani.
Voglio dire, con questo, che le istituzioni non hanno solo il compito di accogliere e custodire nelle stanze del palazzo libri e volumi pregiati, film e audiolibri, statue, quadri e reperti archeologici, seminari e presentazioni di libri, concerti e rappresentazioni teatrali, ma anche quello di prendere il cittadino per mano, entusiasmarlo con proposte e convincerlo a farsi testimone e portavoce della cultura. Hanno il dovere di rinnovare, giorno dopo giorno, senza mai stancarsi, il loro invito alla cittadinanza.
La cultura non esiste di per sé nei cosiddetti "palazzi della cultura", ma prende forma solo grazie all’impegno dei cittadini, assume significato solo se gli viene data questa possibilità.
Un vaso stracolmo d’oro? Non è cultura, risponderemmo senza esitare.
Cos’è cultura allora? L’arte di lavorare l’oro e renderlo utile alla società.

 

 

 

Michele Stursi
 
Di Albino Campa (del 29/10/2007 @ 13:56:47, in Eventi, linkato 5301 volte)
"Eccovi il discorso di sabato 20 ottobre 2007 tenuto da Antonio Mellone (nonostante decimi di febbre da influenza) nella sala 'Celestino Contaldo' del Palazzo della Cultura "Zeffirino Rizzelli" di Galatina, per la presentazione del libro "Scritti in Onore di Antonio Antonaci". 
Serata stupenda, resa ancor più bella (e storica) grazie alla presenza del Prof. Mons. Antonio Antonaci, che così ha voluto fare una graditissima sorpresa ai presenti, incluso il relatore, che non sperava in tanto onore".

(qui i videoclip della serata con il discorso di  monsignor Antonaci)

 

Presentazione del libro “Scritti in Onore di Antonaci”

Galatina, 20 ottobre 2007

PALAZZO DELLA CULTURA “ZEFFIRINO RIZZELLI”

Sala “Celestino Contaldo”

*   *   *

“Scritti in Onore”.  Da dove è partita tutta questa storia?

L’anno accademico 1990/1991, quello nel quale mi laureai a novembre in Economia Aziendale presso l’Università Bocconi, fu l’anno in cui insieme ad altri studenti, con il superamento di un concorso per titoli ed esami, fui nominato “Tutor”.
Il Tutor è uno studente “senior”, anziano, che indirizza, segue, consiglia le giovani matricole…
Il direttore dell’ISU Bocconi (si chiamava Salvatore Grillo, il dottor Grillo) subito dopo il concorso, chiamò tutti quanti noi tutor, eravamo in tutto una decina, per farci un dono. Regalò ad ognuno di noi un pacco di non meno di quattro chili di peso, contenente due tomi – “sono due libri di grande valore” ci disse.
Questi libri di circa 900 pagine l’uno erano intitolati, sentite un po’, “Scritti in Onore di Luigi Guatri”.
Luigi Guatri era il nostro Rettore, nonché professore di Marketing e di Valutazione delle aziende, e di non so quali altre materie.

Mi rimase impresso quel titolo. Mi sembrava strano.
Sfogliando le pagine di quei poderosi volumi vidi che solo le prime trenta/quaranta pagine (su 1800!) parlavano della persona e dell’opera del Prof. Luigi Guatri. Tutte le altre erano pagine nelle quali diversi professori dell’università o dottori di ricerca o assistenti universitari avevano scritto sugli argomenti più disparati, focalizzandosi soprattutto sul marketing, materia preferita dal Guatri, ma non solo.

Mi accorsi con il tempo che si trattava di saggi (interessantissimi per carità) che poi bene o male si ritrovavano riciclati in altri libri, o in dispense o in riviste dello stesso genere.

Girovagando in biblioteca mi trovai di fronte ad altre raccolte corpose, massicce, come per esempio: “Scritti in Onore di Ugo Caprara”; “Scritti in Onore di Carlo Masini”, “Scritti in Onore di Gualtiero Brugger”, “Scritti in Onore di Giordano dell’Amore”, “Scritti in Onore di Umberto Cerroni”, “Scritti in Onore di Isa Marchini”… E via di seguito.

Oppure “Studi in Onore”, che è la stessa cosa. Oppure “Liber amicorum”…
 
Provate a cercare nelle biblioteche, specialmente nelle biblioteche universitarie, troverete una certa quantità di questi volumi di “Scritti in Onore”, un vero e proprio genere letterario. Se cercate su internet con qualsiasi motore di ricerca troverete un’infinità di titoli di “Scritti in Onore”… Si tratta sempre, provate per credere, di libri poderosi, voluminosissimi. Dei veri e propri mattoni.

Cercai di chiedere, di approfondire di che genere di libri si trattasse. Capii che si era in presenza, nella maggior parte dei casi, di “scritti di circostanza”.
Scritti offerti al professore che aveva compiuto un tot. di anni, in genere una settantina; o in determinate occasioni, come per esempio la messa a riposo del professore, proprio quando il professore stava per diventare, come si dice nel linguaggio accademico, “emerito”.

Gli “scritti in onore” sono del genere AA.VV, cioè Autori Vari.
Capita sovente agli altri professori, o ai ricercatori, che venga richiesto il loro contributo per gli “scritti in onore”. Sappiate che questi professori o questi dottori in ricerca sovente hanno già pronto in un cassetto o nella memoria di un file di computer il loro contributo scritto. Pronto per l’uso.

Per dirla tutta vi dico qua per inciso che anche il prof. Antonaci ha partecipato ad una di queste opere collettive. Il titolo: “Studi in Onore di Antonio Corsano”. Un libro di 870 pagine, un libro alto così.
Ma, anche in questo caso, leggendo l’indice si capisce subito che del professore Antonio Corsano, l’onorato, s’è scritto solo di striscio. Di Antonio Corsano, oltre alla fotografia, poco o niente.

Arriviamo ai nostri giorni.
Alla luce di tutto questo che vi ho appena raccontato, volevo trovare un modo per stravolgere il concetto di “Scritti in Onore” come se fossero “scritti di circostanza”. Volevo innovare questo genere letterario. Anche il libro più ignobile – si sa - è pur sempre una novità.

E l’ho fatto con il libro del quale questa sera celebriamo il battesimo. Non m’interessava il numero delle pagine (l’importanza di un libro non si misura dal suo peso o dallo spazio che occupa). Ed ho cercato di fare uno “Scritti in onore”, diciamo, in senso stretto. Con questo libro ho voluto dunque stravolgere il concetto di “scritti in onore” e fare in modo che questi scritti non fossero scritti d’occasione, ma un saggio appassionato che avesse come oggetto le opere di un professore, come soggetto il professore Antonio Antonaci.ù

Ma chi è, in breve, il professore Antonio Antonaci?

Onde evitare di tediarvi troppo con la mia voce, per questi brani chiederò l’aiuto a Paola Congedo, che all’inizio di questa serata ha già letto il brano di Zeffirino Rizzelli ed i due inizi dei capolavori, il “Fra’ Cornelio Sebastiano Cuccarollo” e il “Cuccarollo”. Subito dopo, l’omaggio musicale della brava flautista gallipolina Gabriela Greco. Io per qualche minuto farò il mio turno di riposo.

Prego Paola.

CHI E’ IN BREVE IL PROF. MONS. ANTONIO ANTONACI

Antonio Antonaci, galatinese purosangue, è nato il 9 giugno del 1920 da una famiglia di agricoltori. E’ stato ordinato sacerdote dal santo vescovo idruntino Fra’ Cornelio Sebastiano Cuccarollo, il 29 giugno del 1943.
Laureato in Teologia, Filosofia, Lettere Classiche, specializzato in scienze storico-morali, ha operato nell’ambito del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), prima presso l’Istituto di Scienze Politiche dell’Università di Torino e poi presso l’Istituto di Storia della Filosofia dell’Università Statale di Milano.
E’ stato titolare della cattedra di Storia della Filosofia (nel corso di laurea in Pedagogia) nella Facoltà di Magistero dell’Università di Bari, dove ha pure tenuto per alcuni anni la cattedra di Storia della Filosofia Medievale. Ha diretto l’Istituto di Scienze Religiose “Giovanni Paolo II” di Otranto, dove ha anche insegnato Storia della Chiesa.
A partire dal 1953 e per molti anni è stato Prefetto degli Studi del Seminario Arcivescovile Idruntino; dal 1970 è Prelato d’Onore di Sua Santità e dal 1987 è Arcidiacono del Capitolo dell’antica e gloriosa Cattedrale della Chiesa metropolitana di Otranto, con il titolo dell’Annunziata.
Con decreto del Presidente della Repubblica del 2 giugno 1973 gli è stata conferita la Medaglia d’Oro di Benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte.
Per molti anni è stato Ispettore Onorario ai Monumenti del Salento.
E’ cittadino Onorario di Otranto e di Muro Leccese.
Nel 1968 vinse il Premio Nazionale “Salento” per la saggistica per il lavoro su Francesco Storella filosofo salentino del Cinquecento (Bari, 1966).
Nel 1998 gli è stato attribuito il premio “Città di Galatina – Beniamino De Maria” ricevuto dalle mani dell’allora Presidente della Repubblica, On. Oscar Luigi Scalfaro, giunto a Galatina per l’occasione.

Incommensurabile è la produzione letteraria di Antonio Antonaci, composta oltre che da numerosi volumi anche da una sterminata numerosità di lezioni, interventi, articoli ed editoriali su riviste e periodici locali e nazionali.
   
Citiamo a proposito, tra le riviste, “L’Eco Idruntina”, il bollettino diocesano che di fatto nel corso di oltre un quarto di secolo vide impegnato Mons. Antonaci nella redazione degli editoriali e di numerosi altri interventi di formazione pastorale, catechistica, liturgica, oltre che d’informazione della vita diocesana e della Chiesa Universale; e “il Galatino”, il quindicinale di informazione salentino del quale Antonaci fu socio fondatore nel 1968 (come pure del numero annuale “il Titano”, nato anni prima, edito per la Fiera Campionaria di Galatina in occasione della festa patronale galatinese).
De “il Galatino” Antonaci fu direttore editoriale per lunghi decenni. E ancor oggi, il Professore non manca d’inviare al “suo” giornale (dattiloscritti con la sua inseparabile “Olivetti”) interventi, recensioni di libri, articoli e lettere al direttore, che si contraddistinguono per l’ariosità dello stile, la lucidità e la sagacia di sempre. 

*    *    *

Ma torniamo a noi. Continuiamo.
Che cosa ho voluto riportare? Di che cosa parla questo libro che questa sera è piovuto in questa bellissima sala? Del resto la rassegna di questo mese d’ottobre patrocinata dal Ministero per i beni e le attività culturali e nel cui cartellone rientra questa serata è proprio intitolata “Ottobre piovono libri: i luoghi della lettura”…
E’ un libello che non vi pioverà in testa come un mattone. State tranquilli. Potrei dirvi soltanto: compratevelo, non ve ne pentirete. Ma qualcosa ve la voglio anticipare.

In questo libro, intanto dico subito che non c’è tutto Mons. Antonio Antonaci. Ci mancherebbe altro! In questo libro c’è un aspetto di Mons. Antonaci. Anzi a guardar meglio, più d’uno. Ma sicuramente non tutti.
C’è un po’ il succo delle conversazioni tra il sottoscritto e Monsignore, ma soprattutto i libri di Monsignore. Quelli che avete visto scorrere nel video preparato da Daniele Pignatelli, che ringrazio ancora una volta per la disponibilità. Anzi, per essere ancor più precisi, alcuni libri di Monsignor Antonaci.
E questo libro parla di libri. Perché come ben sapete i libri si parlano tra di loro. Dall’interno di un libro è possibile entrare in un altro.

Dicevo che il mio libro parla di alcuni dei libri di Monsignore.
Infatti, proprio in questi giorni ne ho scoperto un altro (i libri di Antonaci sembrano spuntare come i funghi cardoncelli in questo periodo); un libro di cui non conoscevo l’esistenza. E non è che si trattasse di un libercolo di quattro pagine, o di secondaria importanza, ma un libro di ben 300 pagine, edito dalla Editrice Salentina, ed intitolato semplicemente “Editoriali” (è una raccolta di 52 articoli pubblicati sull’Eco Idruntina - la rivista diocesana - dal 1961 al 1967). Questo per dirvi che davvero non si finisce mai di scoprire, davvero “fino alla bara sempre s’impara”. E si scopre.

*    *    *

Scritti in Onore.

Onore e memoria.

E’ fin troppo facile onorare la memoria: chi non lo fa?
E’ lungimiranza, è accortezza invece onorare chi è presente, chi ti sta di fronte ancora; è un valore provare gratitudine per la stanchezza di chi non si è risparmiato, curvo una vita intera sui libri e sulle sudate carte per insegnare e cambiare il mondo, (in meglio s’intende). E dare anche dignità alla nostra terra.
Guardare con riconoscenza a chi ha ancora tanto da insegnare, è gratitudine.
 
Onore e memoria.
L’onore è per chi è presente, per chi ti può ascoltare e leggere, è per chi ti sta di fronte. “Onore”, può essere anche un bell’appellativo: lo si può usare perfino tra fidanzati, se non si vuole utilizzare diminutivi banali o vezzeggiativi melensi comuni, inflazionati, e non troppo lirici.
Memoria è invece una anamnesi, un rincorrere chi non c’è più, un fargli sapere che forse valeva la pena di parlare con lui, leggere i suoi libri, i suoi articoli, condividere il pensiero, un obiettivo, o un tratto di strada.
 
Ma perché non dirlo prima?
Perché mangiarsi le mani perché si è arrivati in ritardo: cioè si è arrivati al tempo della “memoria” e non al tempo dell’“onore”?
La memoria è importante, ma vale molto di più l’onore. Una città può ricordare con un monumento, l’intestazione di una strada, dopo dieci anni dalla morte. Ma perché non ringraziare finché si è in tempo? Perché non premiare e dire grazie a chi è ancora nostro prossimo?

Prossimo non è chi è lontano, lontano nel tempo e nello spazio; il prossimo è chi ci sta accanto; chi ci tocca; chi ci parla e ci ascolta. Il prossimo sovente finisce per allontanarsi da noi, perché non sappiamo apprezzare la sua presenza; non sappiamo essere grati per nostra incapacità, quella che poi si manifesta quando una persona la perdiamo o si allontana da noi.

*   *   *

Mi riferisco in questo momento ora alla memoria del prof. Zeffirino Rizzelli, al quale va la nostra riconoscenza, non solo per il bel saggio che ha voluto scrivere per il mio libro (questa volta è stato lui ad onorarmi, impreziosendo la mia opera: e basterebbe il solo saggio di Rizzelli per giustificare l’acquisto del mio libro) ma, dicevo, perché proprio lui meritava, in vita, forse qualcosa in più. Ha fatto bene ancora una volta l’Amministrazione Comunale di Galatina ad intestare questo stupendo “Palazzo della Cultura” alla memoria di Zeffirino Rizzelli. In questo ambiente tutto sembra parlare di Lui: il distretto scolastico, l’università popolare, la biblioteca, il museo.
Questi muri che adesso ci stanno ascoltando, hanno per più anni ascoltato le lezioni (di vita) di Zeffirino Rizzelli, si sono impregnati della sua sapienza, del suo modo di essere giusto, democratico, saggio.  Rizzelli non è mai andato alla ricerca di medaglie al valore, di  lusinghe, di successi. Eppure al di là di questo Rizzelli meriterebbe di più. Per esempio - è una proposta che faccio questa sera alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni - tra gli altri anche il “Premio -  Città di Galatina – Beniamino De Maria”. Proprio il 2008 scadrà il biennio per l’assegnazione di questo premio. Per cosa? Per la sua attività di intellettuale, studioso, scrittore (di libri, articoli e studi su riviste specializzate di matematica, logica ed epistemologia) ed infine di politico e sindaco di Galatina. Il nome di Zeffirino Rizzelli entra di diritto nel novero dei “grandi” che hanno reso “grande” Galatina.  
Ma al di là dei premi e delle intitolazioni deve essere chiaro a noi che per Rizzelli ogni attestato di benemerenza ed ogni medaglia al valore sarebbero una ricompensa da tre soldi. Sono certo che per Rizzelli la più bella ricompensa sarebbe la rilettura delle centinaia di suoi scritti. Belli, attuali sempre, formativi. Sono custoditi, raccolti nella biblioteca di Galatina, un paio di porte più in là di questa.

*   *   *

Ora la nostra lettrice leggerà l’ultima paginetta del mio libro, mentre io faccio un’altra pausa. In questo momento credo calzi molto bene il significato di quanto in essa contenuto. Alla parola Antonaci si potrebbe tranquillamente sostituire la parola Rizzelli.

“L’Antonaci con i suoi libri ha scritto in fondo di sé, anche se a prima vista questo potrebbe non apparire: egli sembra aver tramutato la sua vita in scrittura ed è così che ha raggiunto, conquistato, potremmo dire, un pezzo di eternità. Per uno scrittore, scrivere è l’aldilà a portata di mano, l’altra vita a cui sacrificare questa!
A questo aggiungiamo, tuttavia, che per Antonaci, la gloria di questo mondo altro non sarà che “silenzio e tenebre”: la transeunte vita terrestre altro non sarà che pulviscolo informe, naufrago nell’eterno.
“Quando saremo davanti a nostro Signore, altro non potremo che dirGli: fanne cce bboi: aggiu fattu tantu, ma nunn’aggiu fattu propriu nienti!” (cioè: “ho fatto tanto, ma di fatto sono stato “un servo inutile”: questo sono io con i miei difetti e, forse, con qualche raro pregio…”) ci diceva in uno dei nostri più recenti colloqui, allorché si toccava, nell’argomentare, il concetto della consolazione dalle umane fatiche, in vista della morte. Il richiamo al Vangelo in questi pensieri è evidente.
E, a proposito della “gloria” derivante dalla scrittura dei libri, Antonaci (che ha impostato la sua vita in cerca di ben altra gloria: quella celeste!) sembra far proprio il concetto molto ben espresso da Marcello Veneziani nel suo “La sposa invisibile” (Fazi Editore, Roma, 2006): che riportiamo a mo’ di explicit di questo nostro percorso: “Lo scrittore è un portatore di secchi dall’oceano al deserto. Crede di viaggiare dal nulla all’essere, creando; invece compie il tragitto inverso.
Proviene dall’essere e porta al nulla il suo catino d’acqua.
Quando lo versa è per metà evaporato nel percorso e per metà scompare nella sabbia dopo aver accennato ad un’ombra di umidità.
In quell’alone provvisorio sta tutta la gloria dello scrittore”.
E – con questo chiudiamo - se è vero il detto oraziano: “Non omnis moriar”, è però anche vero che, purtroppo (o per fortuna!), gloria caduca ed effimera, sarà, in ogni modo, quella dello scrittore. Di tutti gli scrittori.
Vanitas vanitatum et omnia vanitas. (Ecclesiaste, 1, 2).

*   *   *

Torniamo un attimo ad Antonaci ed ai suoi libri.
I libri di Antonaci si conficcano come ami nella carne. Del resto se i libri non hanno questa presa di trascinamento, se è il lettore a doverseli trascinare dietro, allora sono carta pesante.
Siamo noi a portare i libri o sono i libri a portare noi? E’ questo un dilemma che decide l’intesa o il rigetto tra un lettore ed un libro.
 
Se è lui che porta me, compresi il mio tempo, la mia voglia o anche la mia stanchezza, allora è libro. Se invece oltre al mio carico giornaliero, o alla mia stanchezza, devo aggiungere anche il peso del libro e devo portarlo io, allora non è libro, è peso, è zavorra. E ad Ottobre non pioverebbero libri ma, peggio, sassi o mattoni.

Se vinco io allora è libro, se vince lui è soma, pondo, peso. E’ carta e lettere d’inchiostro insieme. Alcuni libri, devo dire in verità, hanno vinto su di me; io, dal mio canto, ho vinto tanti libri e tuttavia non ne ho mai (o ancora) vinti abbastanza.

Sarebbe impossibile, anche a voler leggere soltanto i più importanti. Non basterebbe una vita di duecentocinquanta anni impiegata a tempo pieno a leggere soltanto i classici più importanti, cioè i libri imprescindibili, quelli di cui non si possa proprio fare a meno. Non è possibile fare un bilancio del letto e del non letto: la partita doppia non può essere applicata alla lettura.
I libri letti sono sempre numerabili; i libri non letti sempre incommensurabili.
  

Con i libri bisogna avere una certa confidenza fisica. I libri si toccano, si annusano, si scartabellano a piacere. In casa mia anche a Putignano, città dove abito e lavoro cinque giorni su sette, non trovereste troppi arredamenti, ma libri. Sono l’arredo, la tappezzeria di casa.

Sono belle le case stivate di volumi dal pavimento al soffitto. Nella casa di monsignor Antonaci per esempio i libri si trovano anche sulle scale; anche sulle scale che portano al terrazzo! Si assorbe quasi il loro isolamento sonoro; d’inverno si gode del loro tepore; d’estate si respira quel loro sudar polvere di carta. Queste sensazioni provavo e provo quando vado a trovare il professore monsignore. E vorrei provarle anche a casa mia. Mi sto attrezzando per questo.

Quando si sfoglia un libro è come sentire il rumore delle onde del mare. Sfogliare i libri di Antonaci è come sentire il rumore dello Ionio e dell’Adriatico, i nostri mari di smeraldi, quando sono un po’ mossi dallo scirocco o dalla tramontana. Ché questo è il Salento: un biscotto intinto nei due mari di colori. Così ce lo ha presentato Antonaci oltre cinquanta anni fa. Prima di tutti gli spot di oggi!
 
Allora è il libro che ti porta, non porti tu il libro di Antonaci: ti porta un “Galatina, storia ed arte”, un “Otranto”,  un “Muro Leccese”, o un “Pollio”, un “Cuccarollo”, un “Accogli”, ecc. Libri, questi, voluminosissimi eppure leggeri come una piuma: non li potrai leggere magari a letto, o al mare, sono troppo grossi; ma sotto un pergolato, con la colonna sonora delle cicale. Sono grandi libri eppure non pesano, ti trasportano, e ti fanno volare.

*   *   *

I libri di Antonaci sono soggetti che compiono l’azione e non complementi oggetto; sono causa efficiente, o meglio complemento d’agente. Sono libri che parlano, libri che si possono vedere mentre si leggono, libri che profumano di terra e di altri libri.
 
Ognuno reagisce ad un libro in maniera diversa. Un libro è semplicemente la metà dell’opera. Chi scrive un libro fa la metà del lavoro. L’altra metà la fa chi prende in mano quel libro e lo legge, lo consuma, lo sottolinea, gli fa le orecchie, ci litiga pure, ci si addormenta con il libro e qualche volta lo butta anche.  

Il lettore dunque conclude l’opera iniziata dallo scrittore, finisce quel semilavorato acquistato in libreria. L’incontro o lo scontro con il lettore fa di un libro un’opera finalmente compiuta. Dunque il libro, comunque vada a finire, è un incontro. Se non è un incontro, è solo parallelepipedo di carta, una confezione, una tecnologia.    
Mi piacerebbe che il mio libro non rimanesse un semilavorato.

*   *   *

A me è capitato di entrare nei libri di Antonaci e di uscirne migliore, più ricco. Oserei anche dire che ho iniziato a scrivere quei due o tre libri di cui sono autore grazie proprio alla lettura dei libri di don Antonio.
I libri di Antonaci per me sono stati palestra: leggendoli e rileggendoli si impara ad utilizzare una certa espressione, si riesce a descrivere qualcuno o qualcosa, utilizzando magari quelle stesse parole. Viene quasi automatico. Non è plagio, non sono inconfessate citazioni quando utilizzo certe espressioni: ma assimilazione, apprendimento.
Come quando si va in palestra, ci si esercita con certi pesi e poi ci si accorge nel sollevare un peso che non si fa (più) lo sforzo che si faceva prima, o quello che si sarebbe fatto senza allenamento.

Dicevo: nei libri antonaciani trovi cose scritte così bene che ti par di divorare e non di leggere. Certo, l’anoressico della lettura non viene smosso da questo o quello scrittore; ma chi solo ha un po’ d’appetito, avrà veri e propri attacchi di bulimia.
 
Di fronte alla perspicuità di certi argomenti e alla bellezza della loro formulazione non puoi non sottolineare le frasi, non appuntartele sulla tua agenda e riscodellarle agli altri quando a tua volta scrivi. Sicchè son diventato una sorta di “manierista” della scrittura, di fronte a quel Michelangelo dello stile che è Antonaci (che in un libro si definisce “scalpellino”, mentre di fatto egli è architetto e scultore incomparabile).

*   *   *

Ed ecco che con questo “Scritti in Onore” ho voluto pagare il mio debito: a rate. Essendo un bancario non potevo non fare questa metafora! E le rate sono le pagine di questo mio libello, pagine-rate come quelle di un prestito. Ma a tasso zero.
Non c’è interesse, non c’è guadagno in questo libro, ci mancherebbe altro: soltanto riconoscenza per quanto ho ricevuto. Ed è bello che la Galatina migliore, ma anche Noha, ma anche tanti altri salentini, siano qui presenti per onorare Antonaci. Non il mio libercolo: ma quello che il mio libro ha voluto cantare.

 
Mi avvio alla conclusione.
Zeffirino Rizzelli e Antonio Antonaci sono due astri che hanno irradiato, irradiano luce su Galatina. Ci hanno insegnato tanto. Si insegna a volte anche con il silenzio e l’umiltà, una volta che si è scritto migliaia di pagine e si è parlato altrettante volte. E sono tante le cattedre da cui si può impartire una lezione: e la scuola può essere anche quella della sofferenza; a volte anche quella dell’irriconoscenza; o quella dell’indifferenza; o quella della critica spicciola e negativa ricevuta senza approfondimento e senza motivo.
     
Se si legge con trasporto ci si arricchisce; con la lettura troviamo altri padri ed altre madri, oltre a quelli nostri naturali. Si creano dei legami, degli affetti, delle parentele:
si finisce per essere costola di libri e delle pagine scritte e non solo dei nostri padri naturali. Antonaci e di Rizzelli sono così diventati anche nostri padri.

 

Il nostro non è un paese che compra libri. Ma un paese migliore, una città migliore passano attraverso i libri: non da altro. Non c’è alternativa. E permettetemi questo piccolo atto d’orgoglio: forse passa anche attraverso il mio libro.

 

Il mio libello allora vuole essere una specie di risarcimento, o meglio di trattenimento di quello che si sta, per un motivo o per un altro, dimenticando, disperdendo nel passaggio delle generazioni. Ci sono generazioni che cominciano a dimenticare, allora ho sentito la necessità di trattenere, di ricordare, di mettere per iscritto.
 
*   *   *

Prima di terminare questa conversazione, permettetemi di ringraziare quanti hanno lavorato per questo libro. Prima di tutto Michele Tarantino di Infolito Group che ancora una volta ha creduto nel mio lavoro di ricerca. Per la stampa in digitale, Fabio Tarantino e la nuovissima Infoprinting (che è sempre di Michele Tarantino), azienda che non ha compiuto ancora un anno, ubicata in un capannone sulla via di Lecce, subito dopo il SuperMac per intenderci. Tra l’altro Infoprinting è specializzata nella stampa e nella spedizione di lettere di ogni genere. E’ una specie di stampante virtuale da attivare tramite Internet tramite il sito www.postapronte.eu.  

Ringrazio Lorenzo Tundo dello Studio Ermes di Galatina e Silvia Stanca, che non si è “stancata” della mia pignoleria nella redazione delle pagine di questo libro. Ringrazio il dott. Antonio Linciano, direttore della gloriosa biblioteca “P. Siciliani” di Galatina e Paola Congedo, direttrice della altrettanto gloriosa biblioteca “Giona” di Noha, per l’organizzazione di questa serata. Ringrazio la bravissima musicista Gabriela Greco che ci ha fatto capire quanto vadano a braccetto libri e musica.

Ringrazio il Professore Antonio Antonaci per la sorpresa che ci ha voluto fare questa sera. Il più bel regalo, professore, è la sua presenza! Ormai m’ero rassegnato all’idea che Ella non sarebbe stata presente. Ancora una volta (per fortuna!) mi son dovuto ricredere. Ringrazio la gentilezza di Dino Valente ed il suo sito www.galatina.it e quella di Albino Campa ed il suo sito www.noha.it. Ringrazio anche Radio Sole e… anche tutti quelli che ho dimenticato.

*   *   *

Il mio libro vuole essere allora un manifesto, uno spot, un’insegna, un abbraccio di parole per Antonio Antonaci. Vuole essere un segnale stradale che indichi dove andare, un messaggio nella bottiglia, perché in qualche modo quello in cui io ho creduto, o che m’è parso bello, possa essere creduto ed appaia bello a coloro che leggeranno, o a coloro che verranno. Un libro, anche il più brutto, sopravvive sempre al suo scrittore. Anche se questo scrittore (o meglio scriba o scrivente) è minuscolo e si chiama Antonio Mellone. Il quale vi ringrazia per la benevolenza e soprattutto la pazienza con la quale avete voluto ascoltarlo.

Antonio Mellone

 
Di Albino Campa (del 29/08/2007 @ 13:55:54, in NohaBlog, linkato 4274 volte)
"Oggi è morto il prof. Zeffirino Rizzelli, già sindaco di Galatina. Galatina e Noha ed il mondo intero perdono un maestro, un padre. Ci inchiniamo di fronte ad un uomo che con la sua vita ha testimoniato i valori del rispetto, della democrazia e della libertà".


" Vi riproponiamo di seguito l'articolo di Antonio Mellone apparso su "il galatino" del 15 settembre 2006 dal titolo "Scritto in Onore di Zeffirino Rizzelli".
 
 
Un uomo che ha messo sempre da parte i propri interessi


Da il Galatino n. 14 del 14 luglio 2006, quello prima del congedo estivo, a margine dell’articolo di fondo a sua firma, il prof. Zeffirino Rizzelli ha annunciato il ritiro ufficiale dalla direzione editoriale del quindicinale che ormai da quaranta anni con puntualità troviamo in edicola. Un’uscita dalla scena principale senza tanti clamori, quasi in punta di piedi, come è nel suo stile: è questa, in fondo, l’umiltà dei grandi spiriti, quelli che con la loro opera diuturna, aiutano l’umanità a crescere e a diventare più giusta e civile. Non vogliamo (né potremmo!), in queste poche righe, analizzare l’opera del Rizzelli insegnante, politico, presidente del Distretto Scolastico, Sindaco di Galatina e, soprattutto, uomo di cultura, studioso, giornalista e scrittore. Abbiamo già scritto altrove che sarebbe proprio il caso di indagare a fondo, di studiare e possibilmente raccogliere e ripubblicare almeno gli scritti (è forse sarebbe l’opera meno difficoltosa, in quanto è agevole rintracciarne i testi) di Zeffirino Rizzelli: i quali ormai si contano a migliaia. Ne sortirebbe un’opera a più tomi, di grande valore editoriale. In queste righe ci limiteremo, allora, a pubblicare un articolo a nostra stessa firma dal titolo “Indietro non si torna”, che scrivemmo nell’ormai lontano 1996. Quell’articolo, che interpretava – ne eravamo e ne siamo tuttora certi – il pensiero dei molti non fu pubblicato dallo stesso Rizzelli (lo ricordiamo come se fosse ieri) sul suo giornale, nonostante il parere favorevole di Rossano Marra, proprio per quella sorta di ritrosia, o di umiltà, di cui abbiamo sopra fatto cenno. Così ci scrisse in una sua garbata lettera di spiegazioni: “… Non posso pubblicare sul mio giornale il tuo articolo. Questo non perché falsa modestia mi induce a rigorose valutazioni, ma perché siamo in campagna elettorale, tempo in cui si arriva a strumentalizzare anche ciò che strumentalizzabile non è. […]  Chi lo ha scritto è, certamente, lontano le mille miglia da sentimenti di riverenza o peggio ancora di servilismo…”. Non eravamo riverenti o ossequiosi o peggio ancora servili nei confronti della persona di Zeffirino Rizzelli. Ci mancherebbe: non lo siamo mai stati nei confronti di nessuno. Il servile è chi frequenta qualcuno sperando in qualche ricompensa. Noi, del resto, non frequentavamo il prof. Rizzelli, anzi allora non lo conoscevamo nemmeno di persona, se non per avergli stretto fugacemente la mano un paio di volte, semplicemente ringraziandolo dell’ospitalità che ci aveva sempre riservato sul quindicinale il Galatino”, qualunque argomento avessimo trattato nei nostri articoli, che già da tempo pubblicavamo (e spedivamo per posta ordinaria). E poi, soprattutto, non speravamo in nulla. Nessuno più di noi era “vergin di servo encomio”, come pure di “codardo oltraggio”… Ora crediamo sia arrivato il momento di pubblicare il nostro “Indietro non si torna”, rimasto per tanti anni nel cassetto: nessuna forma di strumentalizzazione sarà ormai più possibile, né da destra, né da manca. Ecco dunque il brano che finalmente vede la luce della pubblicazione dopo oltre un decennio dalla sua redazione: sia, questo, uno “Scritto in Onore”, uno dei tanti, una celebrazione, ma soprattutto un tassello che dimostri (se mai ce ne fosse bisogno) il lustro dato dalla persona e dall’opera di Zeffirino Rizzelli alla città di Galatina e a tutto il Salento; nonché l’augurio che il Professore continui per molti anni ancora, anche se non nelle vesti di direttore editoriale, a farci conoscere il suo pensiero e a consigliarci per il  meglio: gli uomini e le istituzioni (quelle del governo cittadino soprattutto) hanno bisogno, oggi più che mai, di questo dispensatore gratuito e disinteressato di idee e di saggezza, e, quando servono, di ammonimenti.


Ecco, dunque, il nostro articolo, di seguito ritrascritto verbatim:  Gli interessi di parte hanno prevalso, le ragioni delle “ricadute elettorali” hanno avuto la meglio, e così il miglior Sindaco che Galatina abbia mai avuto, Zeffirino Rizzelli, ha dovuto rassegnare le dimissioni. Sapevamo, tre anni fa, quale grave eredità il neo-eletto Sindaco riceveva dalle precedenti amministrazioni, quali i problemi della città, quali le mille richieste dei cittadini, quali i disagi, quali le difficoltà dovute alla limitatezza dei fondi che la Regione e lo Stato erogavano (ed erogano) in un contesto di tagli alla spesa pubblica… Sapevamo tutto questo e non chiedevamo, né speravamo l’impossibile. L’Amministrazione Rizzelli, invece, sembra aver fatto l’impossibile. Sempre molto, troppo rimane da fare, certamente, ma quello che nel corso di questi anni, il Sindaco e la sua Giunta hanno realizzato tra tante difficoltà è sotto gli occhi di tutti. L’intenso lavoro amministrativo compiuto è sempre stato portato a conoscenza di tutti attraverso un foglio edito mensilmente dall’Amministrazione comunale e a tutti gratuitamente distribuito. Un foglio dalla testata esplicativa: “Informare”. Si è aperta una nuova fase, una nuova era di fiducia e di speranza nelle istituzioni, proprio nel momento in cui gli scettici sul cambiamento sembravano avere il sopravvento. La “rinascita” della città è testimoniata non solo dalle opere pubbliche, ma anche dalle manifestazioni culturali, dai convegni, dai concerti, dalle iniziative volte a rivalutare il centro storico, dai progetti per i giovani, mai prima d’ora così importanti per livello qualitativo e numerosità. Anche le frazioni, da troppo tempo abbandonate a se stesse, quasi dimenticate, si sono viste al centro di un rinnovato interessamento. Ed ora qualcuno vorrebbe non riconoscere tutto questo o peggio ancora farlo finire. Vorrebbe, magari, ritornare alle vecchie logiche, al vecchio linguaggio (“ricadute elettorali”), ai vecchi intrallazzi, alle clientele, agli antichi giochi di potere e di partito, ai personalismi… Indietro non si torna! Ormai è chiusa anche l’epoca della raccolta dei voti con la tecnica del “porta a porta”, basata sui rapporti di amicizia o di conoscenza e sulle promesse, naturalmente difficili da mantenere per tutti. Chi si aspetta una “ricaduta elettorale” con tutto questo in mente, altro non otterrà che un crollo elettorale. Amministratore pubblico sarà chi dimostrerà preparazione, provata moralità, capacità d’indirizzo, di programmazione e di decisione. E questo il prof. Rizzelli lo ha già dimostrato. Con i fatti, non con le parole. E poi, il prof. Rizzelli dimostra ben altro. Dimostra che non solo conosce George Clemanceau e le sue caustiche frasi, ma anche chi, come Francois Cagné, di Clemanceau ha scolpito la statua, oggi negli Champs-Elisées, a Parigi. Parole, le nostre, rivelatesi tutt’altro che profetiche: quello che successe dopo quella tornata elettorale è ormai storia, di cui piangiamo ancora le conseguenze.


Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 24/05/2022 @ 13:51:16, in Comunicato Stampa, linkato 433 volte)

Al via la rete di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici. È stato sottoscritto nei giorni scorsi il protocollo di intesa teso alla realizzazione di questa rete tra il Comune e le tre aziende ENEL X MOBILITY, ACEA INNOVATION e BE CHARGE, con i cui legali rappresentanti, nel rispetto di quanto previsto nell’avviso pubblico, si è raggiunto un accordo sulle modalità di assegnazione delle postazioni dedicate all’installazione delle colonnine di ricarica.

Come promesso dall’amministrazione galatinese, saranno ben quindici (15) i punti di ricarica che verranno installati su: Piazza Valdoni, Via Calatafimini, Via Ugo Lisi, Campus, Noha, Piazza Cesari, Piazzale Stazione, Piazzale Campanella, Piazza Lago Maggiore, Piazza Toma, Collemeto, Piazza Fedele, Via Ippolito De Maria, Piazzale Vittima delle Foibe e su Largo Bianchini.

Una delle principali cause dell’inquinamento atmosferico nelle aree urbane in Europa è legato alle emissioni in atmosfera dei veicoli a combustione interna, come evidenziato da numerosi studi sul tema; la mobilità urbana rappresenta, per l’Unione Europea, un fattore di crescita e occupazione, oltre che un presupposto indispensabile per una politica di sviluppo sostenibile, tanto che la Commissione Europea ha adottato nel 2011 il “Libro Bianco ­ Tabella di marcia verso uno spazio unico europeo dei trasporti ­ Per una politica dei trasporti competitiva e sostenibile” allo scopo di promuovere il dibattito sui grandi temi e criticità della mobilità e ricercare, in collaborazione con tutte le parti interessate, soluzioni efficaci e percorribili per lo sviluppo di sistemi di mobilità sostenibile.

Siamo fieri di  poter realizzare quest’opera  - dichiara il primo cittadino galatinese Dott. Marcello Amante  -  che ben si innesta con i solleciti provenienti dalla Commissione Europea agli Stati membri al fine di ridurre le emissioni nocive nell’atmosfera e ammodernare i sistemi stradali urbani ed extraurbani con  la realizzazione di reti infrastrutturali per la ricarica di veicoli elettrici sui nostri territori come obiettivo prioritario e urgente nell’ottica di tutelare la salute e l’ambiente. I nostri 15 stalli rappresentano oggi un nuovo punto di partenza verso una mobilità e un futuro sostenibili”. 

L’Assessore Nico Mauro esprime un “Un grazie agli Uffici comunali (Polizia Locale e Ufficio Tecnico) per il fattivo impegno nella realizzazione di reti infrastrutturali per la ricarica di veicoli elettrici e per la proficua sinergia che si è sviluppata tra gli stessi. Galatina avrà i suoi punti di ricarica elettrica dei veicoli e questa rete rappresenta solo l’inizio perché altri impianti nel tempo potranno essere realizzati per ampliare l’offerta anche in relazione all’andamento del mercato dei veicoli elettrici.

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Antonio Mellone (del 21/01/2013 @ 13:50:17, in NohaBlog, linkato 2306 volte)

L’uccellino mi ha riferito che - salvo errori od omissioni, salvo smentite, salvo rettifiche, insomma salvo tutto (meglio mettere le mani avanti con tutte queste intimidazioni e minacce di querela a portata di mano, proposte - o supposte - probabilmente anche da legulei in cerca d’autore) -  il prossimo 24 gennaio 2012 a Bari presso il palazzo della Regione Puglia (speriamo d’ora in poi: Ragione Puglia) si terrebbe (condizionale) una Conferenza dei Servizi a proposito del prossimo venturo scempio ambientale meglio noto con il triste nome di mega-parco in località Cascioni, ad un fischio da Collemeto.
Orbene, posto che il lemma “conferenza” deriverebbe (anche qui ci va il condizionale: non vorremmo urtare la suscettibilità di qualche Accademico della Crusca o della canija) da “Con-ferre”, composto da “Cum”, con particella indicante unione, compagnia e/o tendenza all’azione, e “Ferre”, portare, contribuire, e quindi manifestare, io sottoscritto cittadino Mellone Antonio in nome della tanto sbandierata trasparenza vorrei porre le seguenti domande dirette a chi di competenza: i miei rappresentanti politici.
Dunque: chi saranno i delegati politici in seno all’Amministrazione Comunale di Galatina a partecipare a codesta riunione (che dunque spero non si tenga in contumacia)? E, allora, in caso di partecipazione, quale sarà l’apporto di questi deputati conferenzieri? Saranno a favore del mega-parco senza se e senza ma, oppure hanno qualche progetto alternativo, un cosiddetto piano B? Saranno dalla parte dei sedicenti “moderati” che non vedono l’ora di piallare cemento e rullare asfalto per oltre venti ettari di campagna fertile e pianeggiante, o dalla parte degli “estremisti” che invece vorrebbero tutelare e salvaguardare la terra che ci dovrà sfamare nei prossimi decenni? Saranno per il sadomasochismo eco-nomico ed eco-logico, oppure per lo sviluppo vero e finalmente sostenibile? E, infine, daranno ancora retta alla Pantacom, che come dimostrato con carte alla mano, visto il suo attuale peso specifico in termini patrimoniali, economici, finanziari e commerciali sarebbe meglio ribattezzare Fantacom, ovvero a qualche altra novella società a responsabilità un po’ meno limitata, e con credenziali, diciamo così, un po’ più corpose e presentabili?  
Come detto altrove, a volte le domande possono sembrare stupide (ma mai come certe risposte); ma ponendole non sbagli mai.  
Detto questo, attendo fiducioso un qualche riscontro da parte di qualche mio rappresentante politico, degno dell’appellativo di “rappresentante” e soprattutto dell’aggettivo “politico”.
Nel frattempo mi auguro che questa barese Conferenza dei Servizi non si trasformi in una “conferenza del servizio”, intesa cioè come una conferenza per farci (a noi) un bel servizio.

Antonio Mellone

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 20/02/2018 @ 13:49:16, in La chiesa di Noha e i Vescovi di Nardò, linkato 2141 volte)

In questa puntata, P. Francesco D’Acquarica ci racconta di un periodo difficile della chiesa universale e di riflesso anche particolare (quella di Nardò e dunque anche di Noha). Siamo nel pieno della decadenza dei costumi e della corruzione di papi e curie, il che, insieme ad altre concause, diede vita alla Riforma Protestante. Qui – con le dovute eccezioni - si parla di sbandamento, di ignoranza, di molti vizi e poche virtù. Ma la redenzione e la salvezza non possono non avere inizio che dai “mea culpa”.

La Redazione

 

Tempi difficili per la Diocesi di Nardò 

E’ necessario parlare anche di un periodo poco felice della storia della diocesi di Nardò, ma che è comune un po’ a tutta la Chiesa di quel tempo. E’ il periodo che segue il pontificato di Alessandro VI, papa dal 1942 al 1503, fino al Concilio di Trento.        

            Dal 1517, quando morì il De Caris, fino al 1569 i Pontefici furono:

            Leone X (1475-1521)                                 Papa dal 1513 al 1521

            Adriano VI (1459-1523)                          Papa dal 1522 al 1523

            Clemente VII (1478-1534)                      Papa dal 1523 al 1534

 

         Riforma e Controriforma (1534-1655)

            Paolo III (1468-1549)                             Papa dal 1534 al 1549,

                                                                           che diede inizio al Concilio di  Trento

            Giulio III (1487-1555)                             Papa dal 1550 al 1555

            Marcello II (1501-1555)                         Papa nel 1555

            Paolo IV (1476-1559)                            Papa dal 1555 al 1559

            Pio IV (1499-1565)                                Papa dal 1559 al 1565

 

 

Elenco dei Vescovi di Nardò in questo periodo

 

Luigi d’Aragona (1474-1519)        dal 17 giugno 1517 al 21 gennaio 1519 (amminist. Apost.)

Marco Cornaro (1476-1524)         dal 24 gennaio 1519 al  20 febbraio 1521 (amm. Apost.)

Giacomo Antonio Acquaviva       dal 20 febbraio 1521 al 1531 

(1490 ? - 1568)                                (vescovo eletto e mai consacrato)

Giovanni Domenico De Cupis     dal 15 gennaio 1532 al  22 maggio 1536.

(1490 ? - 1553)

Giovanni Battista Acquaviva       dal 22 maggio 1536 al 1569.

 

Non si conosce il nome dell’arciprete di Noha del periodo che va dal 1544 al 1570 circa.

            A partire dalla morte di Antonio De Caris (1517) fino al 1569 con l’elezione a Vescovo del domenicano Ambrogio Salvio, abbiamo a Nardò una serie di “Vescovi” che per motivi diversi poco o nulla ebbero a che fare non solo con Noha ma con tutta la diocesi.

            Periodo triste per la chiesa neretina. Accenno qui brevemente, riportando alcuni tratti di questi Vescovi. Di Noha non si può dire nulla se non quello che si sa della chiesa neretina.

            La chiesa di Nardò rimase ininterrottamente sotto la giurisdizione della famiglia degli Acquaviva*, allora Signori della Città.

* Gli Acquaviva sono stati una famiglia nobile italiana, una delle sette grandi casate del Regno di Napoli. Tra i loro titoli si annoverano quelli di:  duchi di Atri e conti di San Flaviano; poi ancora conti di Conversano e conti, poi duchi di Nardò, per un ramo, e conti e poi principi di Caserta l'altro. Fondatore fu Rinaldo di Acquaviva nel sec. XII. Gli Acquaviva di Nardò sono un ramo cadetto.

 A causa della giovane età di qualcuno di essi, la chiesa di Nardò rimase sotto la tutela di tre cardinali e cioè del D’Aragona, del Cornaro e del De Cupis. E fu un periodo poco florido per la diocesi che invece di essere retta da un Vescovo residenziale fu soggetta ad amministratori o commendatori o titolari, e questo per favorire gli Acquaviva, signori di Nardò.

            La disciplina ecclesiastica ed il culto divino, non soltanto in questa diocesi ma un po’ dappertutto, erano in grandissima decadenza. Gli ordini sacri erano conferiti senza il dovuto intervallo di tempo tra un ordine e l’altro, ed indifferentemente a degni e indegni. Talora i parroci non erano sacerdoti e brillavano per ignoranza (anzi era tanta l’ignoranza diffusa tra il  clero e tra i parroci, che qualcuno non sapeva neppure firmare). Infatti l’arciprete di Melissano al posto della firma in un documento dell’epoca vi appose la croce, accanto alla quale vi è l’annotazione: segno di croce di don Angelo Sciuda, arciprete di Melissano, che non sa scrivere.

            Non per nulla il Concilio di Trento (1545-1563) nella Sessione XXIII decretò l’istituzione dei Seminari per la formazione dei Sacerdoti. Prima i chierici venivano formati presso le singole chiese parrocchiali e la formazione impartita non era soddisfacente e pare che non c’era molta responsabilità nel valutare la vera vocazione sacerdotale.          

            L’arcivescovo di Bari, Decio Caracciolo Rosso, che fece l’ingresso solenne nella sua diocesi il 26 marzo 1607, trovò molti abusi e provò a rimuoverli. Con lettera del 5 settembre dello stesso anno chiese la cooperazione delle autorità civili. In tale lettera, tra l’altro, dice: «Questa città molto numerosa... l’ho ancora ritrovata senza seminario, che dal detto Concilio (tridentino), si conclude, che sia necessario, e che si faccia in ogni città... Ho ultimamente ritrovato un Sacerdozio poco spirituale, mal disciplinato e senza lettere, ed una turma di chiericotti che in luogo di camminare per la via della virtù si indirizza per quella del vizio, onde si mantiene un seminario di persone delinquenti, e totalmente contrarie alla professione clericale, donde nasce l’inquieto, e scandaloso vivere della città; per queste ed altre ragioni che sarei troppo lungo ad assegnare in questo breve foglio, dico alle SS. VV. che han da far pensiero e conclusione insieme che se ritrova ricapito per l’‘obligo ch’hanno, o di pagare le decime debite o almeno dotare le parrocchie necessarie e di fabbricare la casa del Seminario, nel che non andrebbono sette o otto mila ducati di proprietà, o vero da 500 in 600 ducati d’entrata l’anno, che con una minima gabella, che si ponesse ad tempus, si provvederebbe all’una o all’altra secondo l’urgentissima necessità richiede». (Pinto G. , Per la storia della chiesa di Bari nella seconda metà del secolo XVI, in “Archivio Storico Pugliese”, XXIII, 1970, fasc ,I-IV, p.80).

            Veniva violata frequentemente la clausura dei monasteri. Spesso il clero vestiva da secolare e frequentava ritrovi poco onesti. Questo tipo di società era diffuso un po’ dappertutto e tuttavia anche in questo clima si sono avuti  grandi santi. Basti pensare al romanzo di Alessandro Manzoni “I promessi sposi”, dove figura la “monaca Monza” ma anche il Card. Borromeo; c’è don Abbondio ma anche Fra Cristoforo, ecc.

            Eppure, anche nel periodo più buio della storia della Chiesa, quando sul trono di Pietro sedeva un Papa come Alessandro VI, o quando Lutero (1483-1546) decise lo strappo dalla chiesa di Roma, in una società così corrotta, sorsero anche grandi santi. Ne citiamo qualcuno tanto per non essere teorici.

            Pensiamo a San Francesco da Paola (1416-1507) che visse  per i poveri e per la chiesa, venerato in antico anche a Noha.

            Non dimentichiamo i Martiri di Otranto (1480), gli ottocento “testimoni” che preferirono morire decapitati piuttosto che rinnegare la fede.

            San Filippo Neri (1515-1595) detto Pippo, uomo sereno, allegro, giocondo, amante della natura e degli animali, ma anche santo di un forte ascetismo, e con una totale dedizione e affidamento a Dio e impegno per il prossimo.

            Ricordiamo anche S. Rita da Cascia (1381-1457) che fa diventare possibile quello che sembra impossibile. Umiltà e obbedienza furono le vie sulle quali Rita maturò la sua santità.

            S. Bernardino da Siena (1380-1444), grande ed efficace predicatore che venne a sostare per un certo tempo non solo a Nardò ma anche in altri paesi della diocesi. Magari sarà venuto a predicare anche a  Noha.

            S. Luigi Gonzaga (1568-1591), il nobile rampollo primogenito del Signore della città di Mantova, Ferrante Gonzaga, marchese di Castiglione delle Stiviere presso Mantova. Scelse di essere gesuita e volle essere come gli altri, senza privilegi. Martire non della fede, anche se ne aveva tanta, ma della carità, accettando di morire di peste come gli appestati che assisteva.

            S. Pio V (1504-1572), frate domenicano, poi Papa non politico. Uomo del Rosario, che considerava la sintesi del Vangelo, preghiera che egli raccomandò anche con una bolla pontificia nel 1569.

  

 Gli amministratori

della Diocesi di Nardò nel periodo BUIO

 

Il Card. Luigi D’Aragona: fu amministratore della diocesi dal 1517 al 1519. Era nato a Napoli nel 1474, nipote di Ferdinando re di Napoli. Visse nella corte regia. All’età di 18 anni sposò Battistina Cibo, nipote di Innocenzo VIII papa dal 1484 al 1492. Il rito nuziale fu celebrato a Roma nel palazzo pontificio la domenica 3 giugno 1492 alla presenza dello stesso Pontefice, di cardinali e di principi.

            Dopo due anni di matrimonio rimase vedovo; desideroso di quiete, intraprese la carriera ecclesiastica. Il 20 maggio 1494 (aveva solo 20 anni) fu nominato cardinale diacono. Rimasta vacante la sede di Nardò per la morte di Antonio De Caris (1517), quando aveva 42 anni, Leone X, papa dal 1513 al 1521, lo nominò amministratore apostolico di Nardò e poi anche vescovo.

            Si adoperò grandemente per procurare la salute delle anime e per promuovere lo splendore del culto divino. Morì due anni dopo all’età di 44 anni a Roma il 22 gennaio 1519.

 

            Marco Cornaro, Vescovo di Nardò dal 1519 al 1521, discendente della nobile famiglia Cornaro. Era nato a Venezia nel 1476. Suo padre, Giorgio Cornaro era senatore e fratello di Caterina, regina di Cipro. Diventato sacerdote fu nominato protonotario apostolico. Da Alessandro VI, papa dal 1492 al 1503, fu creato cardinale diacono. Morto Alessandro VI, intervenne ai due conclavi dai quali uscirono Pontefici Pio III (ottobre 1503) e Giulio II (novembre 1503).  Fu nominato Vescovo di Padova nel 1517 da Leone X e nel novembre dello stesso anno Vescovo di Verona. Di questa diocesi prese possesso con grande solennità e sfarzo l’anno seguente (1518). Due anni dopo dallo stesso Pontefice fu nominato amministratore perpetuo di Nardò, ma dopo solo tre anni, nel 1521 vi rinunziò. Morì a Venezia nel 1524 a solo 48 anni.

 

            Giacomo Antonio Acquaviva D’Aragona, Vescovo di Nardò dal 1521 al 1532, nel periodo più strano per la diocesi.

            Giacomo nacque a Nardò da Bellisario, primo Duca di questa città, della famiglia Acquaviva e da Sveva, figlia del principe Girolamo di Bisanzio.

            Leone X lo nominò Vescovo di Nardò dopo la rinunzia del Cornaro (1521). Rimase vescovo eletto perchè non fu mai consacrato né Vescovo né sacerdote. Resse la diocesi per 10 anni interi. Sentendosi chiamato al matrimonio nel 1532, due anni prima  che iniziasse il concilio di Trento, prese in moglie Giovanna Spina.

            La rinunzia alla diocesi e le successive nozze con Giovanna Spina furono un colpo durissimo per il padre Bellisario che vedeva deluse tutte le sue speranze sull’avvenire del figlio, che voleva ai supremi gradi della gerarchia ecclesiastica. Dopo il matrimonio si stabilì a Napoli dove visse sino alla fine della sua vita in mezzo all’alta società e all’aristocrazia del suo tempo. Fu sempre correttissimo, amò e praticò profondamente la religione e le opere di carità, specie il soccorso agli indigenti. Morì il 31 dicembre 1568. 

 

            Giovanni Battista Acquaviva, Vescovo di Nardò dal 22 maggio 1536 al 1569, nacque a Nardò nel 1513 dal conte Bellisario, ultimogenito e fratello di Giacomo Antonio che abbiamo appena incontrato.

            Fu educato piamente. Ancora giovane intraprese la via ecclesiastica. Quando aveva solo 23 anni, Paolo III papa dal 1534 al 1549 (è il Papa che nel 1545 convocò il Concilio di Trento) lo nominò amministratore  della diocesi di Nardò con diritto di divenire Vescovo, appena raggiunti i 27 anni.

            Resse la diocesi con diligenza, coadiuvato da cinque vicari generali. Nel 1563 indisse il sinodo diocesano che celebrò solennemente alla presenza del capitolo e del clero cittadino e diocesano. Furono promulgati vari decreti e norme estremamente necessarie in quei tempi. Non conosciamo il nome dell’arciprete di Noha che con molta probabilità partecipò al Sinodo.

            Nel 1568 G.B. Acquaviva, per la sua devozione alla Vergine, si adoperò a far venire a Nardò i monaci Carmelitani che si stabilirono in città e anche nella diocesi. Resse la diocesi fino al 1569. Il 13 agosto 1569, alle 5 del mattino, una malattia mortale gli tolse la vita. Aveva 56 anni. Grande fu il dolore dei neretini per tale perdita.

[continua]         

P. Francesco D’Acquarica

[le immagini a corredo di questo pezzo sono estrapolate dal volume di Mario Mennonna (a cura di Mario Mennonna  Cosimo Rizzo) “Nardò e Gallipoli – Storia delle diocesi in oltre seicento anni – 1937 – 2013”, Congedo Editore, Galatina, 2014].

 
Di Redazione (del 26/05/2017 @ 13:46:47, in Comunicato Stampa, linkato 1540 volte)

Domenica 28 maggio, dalle ore 10.00 alle ore 13.00, in Piazza Alighieri, si terrà la 1^ edizione della “Festa del Baratto”, promossa dal Comune di Galatina e da Monteco. 

L’iniziativa ha lo scopo di educare alle buone pratiche ambientali, di riduzione e riuso dei rifiuti.

A chiunque di noi capita di avere in casa oggetti nuovi o usati che vengono scarsamente utilizzati, perché non ci piacciono o perché ne abbiamo in eccesso; che si tratti del classico regalo natalizio poco azzeccato o di un acquisto frettoloso abbandonato nell'armadio, di suppellettili, piccoli oggetti di arredamento, abbigliamento, accessori o vecchi libri, cd e dvd, questi oggetti finiscono il più delle volte nel dimenticatoio, ad ammuffire negli scatoloni in garage finché un giorno non ci si decide a buttarli nel bidone dell'indifferenziata.

Tramite questo evento sarà finalmente possibile barattare i nostri oggetti nuovi o usati, purché in buono stato, con gli altri partecipanti e magari trovare quello che cercavamo, contribuendo così a ridurre la quantità di rifiuti destinati in discarica. Sarà inoltre allestita una apposita sezione dedicata ai ragazzi. Tale iniziativa permetterà di prendere coscienza che riattivando circuiti virtuosi come quello del baratto, ogni cittadino può in prima persona contribuire alla crescita della propria comunità, coniugando il vantaggio ambientale a quello economico e sociale.

Si invitano i cittadini e tutte le associazioni del territorio a partecipare alla “Festa del Baratto”, creando una sinergia positiva che possa amplificare la loro voce insieme alle buone pratiche di riduzione dei rifiuti.

REGOLAMENTO

La festa del baratto è semplice, economica, ecologica e si basa su poche semplici regole per garantire a tutti i partecipanti di scambiare in maniera equa e soddisfacente:

1) porta presso il punto accoglienza un massimo di 10 oggetti che siano in buone condizioni, funzionanti e puliti;

2) ritira la scheda di partecipazione contenente un “Ecopunto” per ogni oggetto portato (10 oggetti = 10 ecopunti). Ogni oggetto riceverà un punto indipendentemente dal suo valore economico, il denaro è rigorosamente escluso dalla Festa del Baratto;

3) posiziona in maniera ordinata i propri oggetti negli spazi a disposizione e dedicati a cercare i nuovi oggetti che desideri, incontrando e scambiando due chiacchiere con i precedenti proprietari;

4) “spendi” i tuoi Ecopunti per prendere ogni altro oggetto presente sui banchi del baratto e portali con te. Cosa portare: abbigliamento, accessori, oggetti per la casa, suppellettili, quadri, candele, pentole, giocattoli, giochi di società, fumetti, dvd, cd, libri, ecc. Cosa non portare: abbigliamento intimo, oggetti di valore (gioielli, ecc.), oggetti non facilmente trasportabili o molto ingombranti.

Gli oggetti ed i capi che a fine evento eventualmente rimarranno senza nuovo proprietario verranno ritirati dall'azienda ed avviati al corretto smaltimento/recupero o donati ad associazioni di volontariato in accordo con il Comune.

I partecipanti saranno invitati ad allegare agli oggetti che vorranno scambiare una targhetta “storica” raccontando con 1 parola o 1 frase il valore o il ricordo che essi attribuiscono all'oggetto che offrono; ciò consentirà di far comprendere agli utenti che si tratta di scambiare oggetti al 100% validi, di cui non si ha più bisogno ma che non devono finire in discarica, perché utili per le altre persone.

 Ufficio Comunicazione di Monteco Srl

 
Di Antonio Mellone (del 20/02/2017 @ 13:44:48, in NohaBlog, linkato 3232 volte)

Dovrebbero tagliarmi le mani, la prossima volta, quando entro in un bar per un caffè e mi viene la tentazione di sfogliare il cosiddetto Quotidiano, buttato lì per caso su di un tavolino.

Sì, perché poi quasi automaticamente ho un attacco di orticaria acuta a palmi e dita, curabile temporaneamente con la dattilografia di uno dei miei pezzi.

Un paio di giorni fa, l’occhio m’è caduto più che sulla cronaca sul cronico locale: il topico copia-incolla-minchiate da parte del “giornalista” (quello con le virgolette) con la tecnica del francobollo, vale a dire con lingua e saliva.

Il comunicato-stampa sarà stato partorito dopo giorni e giorni di riflessione, roba da ernia al cervelletto, da quello scienziato aspirante economista per caso che risponde al nome di Antonio Pepe, coordinatore cittadino di Forza Italia [il partito del noto frodatore fiscale di Arcore - a proposito di cronaca - condannato con sentenza definitiva e giacché c’era affidato ai servizi sociali - che mi pare consistessero, ‘sti servizi, nel lavare il culo agli ospiti del centro per anziani di Cesano Boscone, ndr.].

Il titolo dell’originalissimo brano come al solito con le virgolette è: < Frazioni senza un bancomat: disagio per i cittadini >.

In effetti, il primo problema dei cittadini di Noha, Collemeto e Santa Barbara è giusto la mancanza di uno sportello bancario, anzi di un bancomat. Non riescono più a farne a meno, non ci dormono la notte, una vera e propria emergenza: roba da sciopero della fame, flash-mob, volantinaggi, fiaccolate, petizioni on-line, incatenamenti davanti ai cancelli dell’auditorium di viale don Bosco e occupazione di palazzo Orsini (quest’ultima, per la verità, dura da un bel po’ da parte del Nostro e dei suoi. Dove per “suoi” intendo quelle sciagure politiche che sono i suoi vecchi-nuovi compagni di cordata, tutti a favore, per dire, del mega-porco commerciale Pantacom; per non parlare, ovviamente, degli impresentabili sinistrati che fanno finta di opporsi ai primi quando invece sono d’accordo su tutto).

Per Pepe la mancanza di un ufficio bancario “è un fatto abbastanza strano, considerato che i territori di Noha e Collemeto e Santa Barbara, notoriamente [notoriamente a chi?, ndr.] dispongono di notevoli risorse finanziarie [la Svizzera ci fa un baffo, e pure Montecarlo, ndr.] derivanti dalla fiorente attività dell’artigianato e del commercio derivante dai prodotti dell’agricoltura [eh ‘sti catzi più o meno larghi, ndr.]: olio, vino, frutta e verdura che specie in particolari momenti dell’anno impinguano non poco le tasche dei laboriosi cittadini delle frazioni”. Sentite quest’altra frase pepata: “Effettuare una qualsiasi operazione bancaria diventa un’impresa abbastanza ardua [come l’alpinismo sugli specchi, sport estremo abbastanza preferito dagli esponenti politici local e dai loro scodinzolanti scribi, ndr.]”.

*

Figurarsi se a qualcuno di questi personaggi in cerca di elettore (e men che meno al loro house organ) possa venire in mente di dire che un ATM, cioè un bancomat, è da considerarsi ormai uno strumento anacronistico, quasi di archeologia bancaria; che il contante dovrebbe sparire completamente dalla circolazione (a meno di disposizioni legislative volte ad aumentare i pagamenti cash a favore di evasione, frode fiscale e riciclaggio, e su questo Berlusca e Renzi sono sempre andati a braccetto); che i pagamenti saranno sempre più elettronici e finalmente tracciabili (mediante pos, carte di debito e credito, bonifici, money transfer, paypal); che si fa tutto con uno smartphone (anche pagamenti di tasse automobilistiche, F24, giroconti, estratti conto, prenotazione di carnet di assegni spediti a domicilio, e preventivi di ogni tipo); che le banche sono finalmente tutte on-line; che molte filiali di istituti di credito non hanno più lo sportello di cassa in quanto inutile (e questo non in Svezia, o in altri paesi scandinavi, ma in Puglia, nel Salento).

Mo’ vai a spiegare a questa classe digerente che con un Pc puoi comprare azioni di mezzo mondo, puoi speculare in borsa fai-da-te (e quindi perdere soldi tranquillamente assiso sul divano di casa tua), e ancora domandare e offrire obbligazioni, merci, oro, diamanti, future, cambi, fondi comuni, derivati e anche case e palazzi. Oggi, poi, con le cosiddette offerte bancarie a distanza si possono effettuare non solo gli investimenti, sottoscrivere assicurazioni, polizze auto, piani di accumulo, obbligazioni, fondi pensione, ma anche prestiti personali e tra poco anche mutui ipotecari.

“E’ abbastanza strano”, dunque, non che nelle frazioni di Galatina manchino delle filiali di banca a chilometro zero ma che uno dei candidati più giovani e rappresentativi della politica locale abbia idee, progetti, visione delle cose aggiornati allo scorso millennio. Roba da prima Repubblica delle banane.

Antonio Mellone  

 

Si è svolta mercoledì 6 giugno la cerimonia di intitolazione dello stabile di via Bellini a Noha, sequestrato alla mafia e riconsegnato alla città già da qualche mese, ad Antonio Montinaro, poliziotto capo-scorta di Giovanni Falcone, ucciso a Capaci durante l'attentato che assassinò il magistrato, la moglie Francesca Morvillo e la sua scorta.

Insieme al dottor Claudio Palomba, prefetto di Lecce, al dottor Leopoldo Laricchia, questore di Lecce, ad alcune delle più alte autorità civili e militari della Provincia e alla famiglia di Antonio Montinaro, si è reso onore alla figura di tutte le vittime della mafia, nella convinzione che la lotta alla criminalità e la prosecuzione verso la strada della legalità siano le uniche due costanti da seguire.

Una sala gremita ha assistito alla cerimonia, ha preso parte commossa e attenta ai momenti salienti della serata, ha osservato le immagini di Antonio Montinaro e ha ascoltato le sue importanti parole quando sono riecheggiate: “Chiunque fa questa attività ha la capacità di scegliere tra la paura e la vigliaccheria. La paura è qualche cosa che tutti abbiamo: chi ha paura sogna, chi ha paura ama, chi ha paura piange, è un sentimento umano, è la vigliaccheria che non si capisce e non deve rientrare nell’ottica umana”.

“Intendo ringraziare il sindaco e tutta l'amministrazione comunale - ha dichiarato sua eccellenza il prefetto dottor Claudio Palomba - che sin dal suo insediamento ha perseguito la strada della legalità con atti concreti e assicuro la presenza delle istituzioni al suo fianco e al fianco di tutte quelle amministrazioni che intendano perseguire la stessa strada. Noi ci saremo sempre affinché progetti come quello legato a questo immobile proseguano e generino frutti nel tempo”.

Particolarmente emozionato il sindaco di Galatina Marcello Amante: “Questo immobile, confiscato alla mafia e riconsegnato alla comunità - afferma il primo cittadino - con l’intitolazione ad Antonio Montinaro diventa un vessillo nel vento della legalità. Da oggi, ogni volta in cui si farà riferimento a questo luogo, si ricorderanno tutti coloro che hanno sacrificato la vita per qualcosa che è al di sopra di noi e che deve appartenerci sempre, senza distinzioni politiche o sociali”.

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Albino Campa (del 20/12/2010 @ 13:43:02, in Comunicato Stampa, linkato 2788 volte)

Sinistra Ecologia Libertà di Galatina, dopo la nascita ufficiale del partito e la sua grande crescita in termini di consenso popolare, rende noto che finalmente da oggi, ci si può tesserare al partito anche a Galatina. Così facendo si partecipa attivamente alla nascita di questo nuovo soggetto politico che riunisce sotto la stessa bandiera tutti quelli che si sentono di Sinistra, ma che non si riconoscono nell’antico emblema della falce e martello. Si entra in un partito nuovo, nato nel XXI secolo con la voglia di affermarsi in questo secolo. Un nuovo modo di fare politica, una politica che parte dal bisogno della gente, che coinvolgerà i cittadini rendendoli protagonisti delle loro scelte.

Anche a Galatina, siamo pronti a far crescere un soggetto politico, forte, un progetto avanzato per discutere progetti sulla società, l’ambiente, la salute, la cultura, il lavoro, lo sviluppo, per sentirsi parte integrante di un cambiamento epocale, per avere sia una Galatina migliore che una Puglia migliore. Magari domani un Italia migliore, sembra insomma arrivato il momento, per fare una politica attenta, capace, dove il cittadino-elettore non si sente soggetto passivo di scelte altrui, ma pronto egli stesso ad intervenire ed essere soggetto propositivo di progetti che lo coinvolgono direttamente. Sinistra Ecologia Libertà a Galatina, produrrà politiche ambientali capaci di restituire il sorriso e togliere la preoccupazione per il futuro. Eppoi come non trattare di salute, un argomento che appassiona tutti, perchè legato al nostro benessere psico-fisico. Creare una società con pari diritti e pari dignità. Una cultura finalmente protagonista del futuro, perchè senza di essa, ci sarebbe solo ignoranza e barbarie. Il tema del lavoro, sempre più precario, senza sicurezze, in questo momento così nebuloso, la creazione di nuove attività legate alle nuove tecnologie, possono dar vita a nuove opportunità di lavoro e crescita professionale. Tutto questo per uno sviluppo della società e per migliorare le condizioni sociali per il cittadino. Entra nel partito che racconta in tre lettere il suo programma: Una politica finalmente di SINISTRA vicina hai bisogni della gente. ECOLOGIA un ambiente salubre per un futuro migliore nostro e dei nostri figli. LIBERTA’ dalle mafie, dalle menzogne, libertà di pretendere diritti e verità, senza chiedere permesso.Il tesseramento può essere effettuato contattando via email : sel.galatina@yahoo.it
Coordinamento comunale Sinistra Ecologia Libertà Galatina

 

In merito alle dichiarazioni, pubblicate sulla stampa e sui giornali on line, del consigliere comunale Giampiero De Pascalis che ha accusato l’attuale maggioranza di condotta anti-democratica e anche me di aver gestito in maniera scorretta l’ultimo consiglio comunale, ci tengo a fare alcune precisazioni. Innanzitutto, ritengo utile rigettare al mittente le accuse di essere stato, come Presidente del Consiglio, “sollecitato” dal sindaco a far tacere il pubblico, perché ognuno di noi ha la propria autonomia e svolge il proprio ruolo in maniera indipendente e secondo la propria mentalità, pur ragionando in un’ottica di unità e coesione della maggioranza.

Ritengo, inoltre, di poter affermare con assoluta certezza di aver svolto il mio ruolo, nell’ultima, così come nelle precedenti sedute, seguendo scrupolosamente i dettami del regolamento, a cui tutti dobbiamo attenerci, senza eccezioni.

Nello specifico, è utile ricordare l’articolo 36, che disciplina le Adunanze Aperte, come quella tenutasi il 26 luglio. L’articolo, disciplinando le modalità d'intervento, recita che a questo tipo di adunanze possono intervenire, oltre ai rappresentanti delle istituzioni, anche le “associazioni politiche, sindacali, scolastiche e sociali” che quindi hanno anche diritto di parola. L’intervento del segretario cittadino del PD, pertanto, è da ritenersi esattamente in questa ottica e avergli concesso la parola non è stato un inciucio politico, un’alleanza, un accordo, ma un atto dovuto in perfetta linea con il sopra citato regolamento che tutti dovremmo seguire.

Il mio ruolo mi impediva, pertanto, di poter concedere la parola a chiunque nel pubblico, senza che rappresentasse un’associazione tra quelle prevista dallo statuto. Questo Consiglio Comunale è nato proprio con l’intento di dare voce a tutti e l’accusa di aver censurato qualcuno non può essere accettata proprio per questo motivo.

Pertanto, senza entrare nel merito della questione "ospedale", tanto caro a tutti i galatinesi, perché non è questa la sede ed il modo, a mio parere, di affrontare l'argomento, anche perché lo stiamo già affrontando con tutte le nostre forze nei luoghi opportuni, concludo sottolineando come il lavoro da me svolto, fino a questo momento, è stato nell’ottica dell’imparzialità, della correttezza e del rispetto per la maggioranza, per la minoranza e per l’Istituzione stessa che rappresento.

RAIMONDO VALENTE

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE

 
Di Redazione (del 20/08/2013 @ 13:42:08, in Cultura, linkato 9131 volte)

"Pubblichiamo un interessantissimo stralcio di una ricerca sugli orologi pubblici diventata libro, scritto da Rosanna Verter. Tra gli altri, c'è anche l'orologio pubblico di Noha, che, fermo ormai da troppi anni, si limita a segnalare l'ora esatta soltanto due volte al giorno"


Gli orologi da torre di Galatina e Noha di Rosanna Veter
Ieri
La sera del 21 febbraio 1848 il decurionato galatinese, sotto la presidenza di Domenico Galluccio, deliberò le feste costituzionali nominando una commissione guidata da Orazio Congedo che, unitamente al comitato composto da Innocenzo Calofilippi, Giacomo e Francesco Galluccio, Arciprete Siciliani, Antonio Viva, Bernardino Papadia, Luigi Mezio, Pasquale Angelini, Onofrio Vonghia, Ferdinando Capani, Antonio Dolce, organizzò la festa per la Costituzione promulgata da Re Ferdinando II il 10 febbraio 1848.
I festeggiamenti iniziarono di buon mattino, il 9 marzo 1848, con i fuochi d’artificio che durarono per l’intera giornata; le due bande musicali di Galatone e Neviano allietavano i cittadini; Piazza S. Pietro venne addobbata con ramoscelli di mirto, coccarde e bandiere. Nei pressi dell’ingresso della chiesa Madre, fra due bandiere, fu messa una grande iscrizione inneggiante al re e al papa eseguita a penna dall’architetto Fedele Sambati e dettata da Pietro Cavoti. Oltre a tutto ciò allietarono la vista dello scenario festoso varie luminarie e la processione con il busto argenteo di San Pietro che ebbe inizio dalla casa delle signorine Andriani, dove era custodito il busto del Santo, e percorse con a capo il capitolo «la via che mena alle Monache crandi», altrimenti dette Clarisse (oggi è quel tratto di strada tra Via Zimara e Piazzetta Gal-luccio, tra la chiesa dei Battenti e quella di S. Chiara o di S. Luigi), «S. Caterina, Corpo di Guardia e Piazza S. Pietro».
Da ciò possiamo dedurre, quindi, che nel 1848 la Torre dell’Orologio esisteva già nella sua semplice mole e che i locali erano sede del Corpo di Guardia. Proprio in quelle salette si svolsero le elezioni del plebiscito del 21 ottobre 1860 per l’Unità d’Italia ed eleggere Vittorio Emanuele II, Re costituzionale.
Il primo anno di libertà nacque con la fame che imperava tra la povera gente in tutta la provincia e i tumulti erano all’ordine del giorno. Il sindaco Antonio Dolce convocava immediatamente il Consiglio Comunale per disporre il prelevamento dal bilancio di 1815 ducati e 53 grana per poter acquistare legumi, orzo e grano per i poveri. Nel frattempo, il Ministero dell’Interno aveva ordinato alle Prefetture di segnalare eventuali monumenti da dedicare a Sua Maestà Vittorio Emanuele II. L’amministrazione comunale scelse la torre civica che fu adornata di due stemmi sabaudi posti ai lati dell’iscrizione; sul lato ovest, invece, si nota un’aquila capovolta ad ali aperte con la testa tra il tamburo e il cannone, mentre tra mine e palle di cannone anche una scure. Forse questa decorazione è stata inserita dopo la caduta del fascismo o forse c’era già visto che l’aquila è anche nell’arme sabauda. Sull’arco a tutto sesto del portone d’ingresso, Francesco Sammartino incise su marmo la seguente lapidaria iscrizione:
ALL’ELETTO DEL POPOLO VITTORIO EMANUELE II RE D’ITALIA IN MEMORIA DELLA RICUPERATA UNITÀ CHE LA PATRIA OGGI SOLENNEMENTE CONSACRA GALATINA PONEVA ADI 2 GIUGNO 1861
Ruggero Rizzelli nelle sue Memorie, edite nel 1912, sostiene che l’iscrizione è «sgrammaticata e fa poco onore alla torre del Caccialupi; falsando la storia offende le tradizioni della colta cittadinanza»; fu dettata da un insegnante del locale liceo Colonna, padre Sebastiano Serrao, dell’ordine degli Scolopi, congregazione religiosa fondata da Giuseppe Colasanzio nel 1617.
Per tale lavoro il Sammartino venne compensato con ducati 13 e grana 53.
I locali dell’Orologio avevano ospitato per qualche anno la Guardia Nazionale; dal 1850 oltre 250 militi della Guardia Urbana. In quell’occasione, per renderli più ospitali, i nudi locali furono arredati con candelieri, bracieri, sedie e qualche panca. Il tutto per la cifra di 65 ducati e 80 grana.
I primi restauri al Corpo di Guardia furono deliberati il 27 novembre alle ore 21 dell’anno del Signore 1861 da un Consiglio Comunale presieduto dal sindaco Antonio Dolce e composto dai consiglieri comunali Giuseppe Maggio, Carlo Lezzi, Michele Astarita, Carmine Zappatore, Pietro Colella, Arcangelo Trivisanno, Francesco Greco, Vincenzo De Matteis, Giuseppe Siciliano, Giovanni Congedo, Diego Papadia, Pasquale Angelieri, Domenico Bardi, Gaetano Colaci, Giuseppe Vozza, Paolo Baldari, e dal segretario comunale Luigi Santoro. Per i lavori fu costituita una commissione con Giuseppe Galluccio, Pietro Congedo e Michele Astarita i quali raccolsero ducati
160.66 per sottoscrizione e la somma venne aggiunta ai ducati 437 già stanziati dal consiglio. Oltre al proseguimento delle opere murarie, furono sostituite le porte ai camerini, le invetriate e il portone. Alla deputazione furono restituiti 79.05 ducati che risultarono in più.
Il 21 giugno 1877 nella segreteria comunale fu convocato dal sindaco Giacomo Viva, in seduta straordinaria, il Consiglio Comunale per deliberare circa «l’acquisto di una nuova macchina di orologio pel servizio del pubblico essendo l’attuale ridotta in uno stato da non essere soddisfacente ai bisogni del pubblico». Per l’acquisto della nuova macchina il sindaco esibì la corrispondenza tenuta col capo fabbrica, signor Alfonso Curci da Napoli, e coi F.lli Peperis da Udine dalla quale risultava che per avere «una macchina costruita secondo gli ultimi sistemi» si doveva spendere circa £ 2000, somma da prelevare da un articolo del bilancio del 1877.
Si poteva certamente spendere di meno, ma come giustamente osservò il consigliere Giuseppe Capani «una volta che il Consiglio deve venire nella determinazione di acquistare una nuova macchina di orologio è necessario che fosse di quelle costruite colla massima precisione». Alla sua proposta si uniformò tutto il Consiglio.
Il 3 luglio la Prefettura rilevava in una sua nota che trattandosi di «una spesa non lieve, non prevista nel bilancio e che poteva dissestare l’andamento finanziario del comune», suggeriva «di sperimentare l’asta pubblica e visto l’ammontare della spesa» si doveva «richiedere a un competente artefice un atto che equivalesse alla perizia» e che poteva a un tempo «essere anche l’offerta del fornitore stesso. Tale atto dovrà assoggettarsi all’approvazione del Consiglio Comunale che sarà chiamato a precisare i mezzi per la spesa e domandare la dispensa dei pubblici incanti coll’autorizzazione di far luogo a norma del caso alla privata licitazione tra persone del mestiere oppure alla trattativa privata».
Fallite le trattative con il Curci e i Peperis, l’amministrazione diede incarico ad Epimaco Olivieri Caccialupi, successore di Augusto Bernard, di fornire la macchina dell’orologio.
La ditta Caccialupi, presente con i suoi orologi da torre in molti comuni della provincia, aveva la sua sede in Napoli alla strada Egiziaca n. 44 a Pizzofalcone, oggi sede del distretto militare.
L’8 aprile 1879 il sindaco facente funzioni, Pietro Santoro, comunicava al Consiglio Comunale che il signor Giuseppe Greco aveva presentato «una di-manda» con la quale proponeva di effettuare a proprie spese le opere in muratura «occorrenti per l’impianto del nuovo orologio, a seconda del disegno proposto dall’architetto Fedele Sambati l’8 maggio 1861 su una perizia di Giuseppe Mandorino». Come compenso il Greco chiedeva di ricevere a titolo di cessione l’aia su cui sorgeva la Torre dell’Orologio. Naturalmente il Consiglio respinse la proposta considerato che non vi era molto squilibrio per le finanze locali e pertanto i lavori potevano essere sostenuti a spese del Comune anche perché cedendo l’area al Greco si restringeva un camerino che poteva essere utile per edificare una sala. Qualche mese dopo la giunta deliberava di licenziare i regolatori dei pubblici orologi di Galatina, Salvatore Zuccalà, nonché quello della frazione di Noha, Fedele Bonuso. Ma il 30 maggio 1882 il Consiglio Comunale, presieduto dal sindaco Giacomo Viva e composto dai consiglieri Luigi Papadia, Alessandro Verdosci, Gaetano Cola-ci, Giustiniano Gorgoni, Luigi Vallone, Liberato Congedo, Vitantonio Colaci, Salvatore Tondi, Raffaele Baldari, Giuseppe Vonghia, determinò di abbattere la Torre del vecchio Orologio perché «inutile ed indecorosa» e diede mandato ai consiglieri Liberato Congedo e Vitantonio Colaci di «trattare con qualche muratore di fiducia».
I consiglieri scelsero Pasquale Alessandrelli per l’appianamento della Torre «contro il pagamento di £ 50 ed il materiale ricavabile pro-beneficio».
Fu costruita così una nuova torre con timpano e furono messe a vista le campane.
Qualche anno dopo, precisamente il 24 aprile 1885, Francesco Bardoscia, assessore delegato dal sindaco, convocò il Consiglio Comunale per deliberare con urgenza l’illuminazione dell’orologio per tutta la notte e per l’intero anno, a differenza di una precedente convenzione con Vincenzo Giurgola regolatore del pubblico orologio, e di tenerlo acceso per sei mesi fino alle 9.00 p.m. e per sei mesi per tutta la notte.
Per tale lavoro al Giurgola vennero corrisposte £ 360 annue, sia per la manutenzione che per l’illuminazione del pubblico orologio, invece di £ 300. L’anno dopo, tale incarico fu affidato a Pietro Ascalone, orologiaio, con la riduzione del salario a £ 300.
Nel 1913, a cura della “Società Galatinese per le imprese elettriche”, con una spesa di £ 140,03 venne effettuato «l’impianto elettrico negli uffici della Polizia Urbana e al pubblico orologio sovrastante detti uffici».
L’8 ottobre 1932 il segretario cittadino del Partito Nazionale Fascista scriveva al Podestà per sapere come mai l’orologio non suonava da 15 giorni e poiché il servizio era affidato a persone responsabili, egli non riusciva a spiegarsi come mai non fosse stato ancora riparato. Il Podestà, in una missiva di qualche giorno dopo, gli comunicava che si era provveduto all’acquisto di una corda metallica necessaria per il funzionamento della suoneria. Nella comunicazione di risposta, il Podestà si chiedeva anche se era il caso di spendere elevate somme per la riparazione oppure di esaminare l’ipotesi dell’acquisto di un nuovo macchinario la cui spesa sarebbe ammontata a £ 3.500.
Oggi
Al termine della centralissima Via Vittorio Emanuele II, strada ricca di palazzi settecenteschi e zona viaria più antica della città, la Torre del Caccialupi, più comunemente nota come l’Orologio o Corpo di Guardia, si innalza nella sua sobria e superba semplicità, espressione dell’entusiasmo post-unitario. La torre è fra le più belle del Salento, è una costruzione di chiaro stampo neoclassico che, all’indomani dell’Unità d’Italia, fu dedicata a Sua Maestà il Re Vittorio Emanuele II.
I locali della torre, che anticamente erano adibiti a cappella privata della famiglia Greco-Bardoscia, vennero donati successivamente all’amministrazione comunale che li destinò a sede delle guardie urbane. Per quanto riguarda l’anno di costruzione della torre, possiamo supporre che se l’attiguo palazzo Bardoscia è datato fine 1789 è molto probabile che anche la torre sia della stessa epoca.
La torre ha base quadrata, è posta ad angolo tra Via Vittorio Emanuele II e Via Umberto I. Il vasto salone e le due salette che si aprono a sinistra hanno le volte a botte e, per gli amanti dei dati statistici e architettonici, si presenta con questi dati: l’altezza è di metri 18,37 mentre la larghezza è di metri 8,16; il quadrante, vero e proprio indicatore del tempo, incastonato in una cornice in pietra leccese, ha un diametro di centimetri 120; la lancetta delle ore ha una lunghezza di centimetri 40, quella dei minuti è lunga invece centimetri 50.

I numeri indicanti le ore sono in caratteri romani e il numero che indica le ore “quattro” è graficamente rappresentato con il segno IIII e non IV come detta la grafia romana. Questo fatto è dovuto, forse, per simmetria grafica all’interno del quadrante. Molti, comunque, sostengono che invece è una caratteristica degli orologi da torre.
Osservando la torre si evidenziano due cornicioni marcapiano che la segmentano in quattro ordini: il primo è sostanzialmente molto semplice; il secondo ordine invece è stato abbellito con gli stemmi sabaudi e con l’iscrizione dedicatoria; il terzo è riservato esclusivamente al quadrante dell’orologio; il quarto ordine chiude con il timpano dove, all’interno di una monofora aperta (arco), sono ospitate due campane in bronzo, oggi in pessimo stato.
Per accedere alla stanza dell’orologio bisogna arrampicarsi su 21 scalini di una poco agevole scala a chiocciola, molto stretta, consunta dagli anni, che conduce sul terrazzo e da qui, attraverso un’altra ripida scala di 15 scalini, si entra nella magica stanzetta dove la meccanica della sveglia cittadina ci appare in tutta la sua bellezza.
La cittadina macchina del tempo è di grandi dimensioni ed è ancora oggi meccanica, azionata da ruote dentate in cui sono state praticate delle tacche regolari con larghezza proporzionale al numero dei rintocchi che devono suonare. La velocità è regolata da una ruota a paletta frenata dall’attrito dell’aria; invece la forza motrice è fornita da tre enormi massi in pietra leccese, legati con cavi di acciaio molto flessibili. Il peso delle pietre varia in base alla grandezza della campana su cui battono le ore. Questi cavi si avvolgono ad un cilindro quando vengono manovrati, ogni ventiquattro ore, dal-l’addetto alla carica con una manovella. La velocità di rotazione è controllata da un pendolo, che consente ai pesi di scendere lentamente sino a piano terra. Il pendolo serve a rallentare o ad accelerare la marcia alle ruote che compongono il meccanismo dell’orologio; l’ora invece è regolata da un disco girevole. Tutti questi ingranaggi sono legati da un sistema di scappamento ad ancora.
La macchina poggia su travi in legno sostenute nel muro per contrasto ai pesi. La molla, dopo essere stata avvolta, inizia a svolgersi facendo girare gli ingranaggi che muovono le lancette delle ore e dei minuti a velocità diversa attorno al quadrante. La carica al nostro segnatempo è a cura di Gianni Venturiero che continua imperterrito a salire e scendere le ripide scale. Egli è l’erede di quella passione e volontà di tutti quei cittadini che per anni sono saliti in cima alla torre, con la pioggia battente, con il caldo e con il freddo.
Grazie alla loro costanza le lancette non si sono fermate e hanno continuato a tenere attiva la sveglia cittadina. Nel lontano 1991 l’ingranaggio della storica torre civica si fermò alle 12,10 o alle 00,10?
Le campane
Le campane, messaggere civiche, sono un esempio di architettura laica legata all’Universitas e un bene artistico che come tale va protetto. Hanno molte funzioni: segnalano allarmi o adunanze o funzioni religiose o di orologio che scandisce il tempo.
La voce campana, che molti credono di origine gotica, fu introdotta intorno alla fine del VII secolo e venne usata per la prima volta da S. Beda (672735), monaco e storico vissuto in un monastero benedettino in Inghilterra, considerato il più grande erudito dell’Alto Medioevo.
L’Accademia della Crusca, nella lessicografia, cita campana con aes campanum, nome con cui era noto il bronzo, lega metallica composta dall’80% di rame e dal 20% di stagno, metalli teneri, la cui unione nella lega permette di ottenere un materiale di grande durezza, a grani fini, dotato di caratteristiche di grande sonorità. Oppure il nome potrebbe derivare dalla forma di un vaso arrovesciato e sboccato, e fu adoperato per la prima volta da S. Paoli-no, vescovo di Nola, dalla omonima città in provincia di Napoli, dove vi era una miniera di rame. Alcuni umanisti chiamano la campana, in latino nola, dal nome della città dove furono ritrovate molte campane; altri invece sostengono che le prime campane siano state fuse in Campania, e da qui campana che sembra la più accreditata. Ancora oggi si brancola nel buio, nell’incertezza.
Le campane della torre cittadina hanno misure ben calibrate e adatte per la nota “la” e per il “re”; sono sprovviste di ceppo, cioè sono fisse, non oscillano e suonavano tramite il martello esterno e non con il battaglio. Sono entrambe ornate di ricami, di iscrizioni e di altorilievi a prova dell’eccellenza a cui era giunta l’arte di fondere il bronzo già nel 1700.
La campana piccola, quella posta in alto, batteva i quarti d’ora, molti anni orsono. Ha un’altezza di centimetri 55 e un diametro di centimetri 63; dalla dimensione possiamo ipotizzare un peso di 150 chili. Tra due bellissime cornici di motivi floreali reca un’iscrizione:
ANGELI MONGIÒ SINDICATUM A. D. 1762
Presenta una varietà di decorazioni: sul lato nord, in posizione centrale, vi è lo stemma civico, mentre sul lato sud si evidenzia un’immagine in rilievo, sulla superficie esterna del bronzo e costituente corpo unico con la campana stessa, che potrebbe essere un santo, forse S. Pietro.
La campana maggiore, quella che batteva le ore e oggi un cupo don allo scoccare dell’ora, ha un’altezza pari a centimetri 70 e un diametro di centimetri 85, con un peso presumibile di circa 200 chili; anche qui al centro, lato nord, lo stemma della città. Tra le due cornici si legge:
NOLA, HÆC, HORIS DENVNTIANDIS REFICITVR A.D. 1762 HORARIO RESTITUTO ANNO VULGARÆ
Questa campana per annunciare le ore fu rifatta nell’anno del Signore 1762 dell’era volgare dopo che fu ricostruito l’orologio.
Alcuni studiosi hanno letto, erroneamente, in quel “Nola” la contrazione di Vignola, oggi Pignola, piccolo centro della provincia di Potenza, famosa patria dei fonditori Olita e Bruno. È giusto chiedersi: «Da chi sono state fuse le campane dell’Orologio?». Stupisce, infatti, che le campane non sono “firmate” dal mastro campanaro.

Occorre ricordare che il 20 febbraio del 1743 un terremoto del nono grado della scala Mercalli, magnitudo 6.9, colpì tutta la penisola salentina, le isole Ionie e la Grecia, con epicentro nel canale d’Otranto. Le scosse durarono circa un’ora e l’intensità maggiore fu registrata nella vicina Nardò. Forse il rifacimento della campana e la ricostruzione della torre si devono ai danni che quel terremoto provocò anche nella città di Galatina.
La lapide
Al carabiniere Domenico Secondo Della Giorgia è dedicata la lapide posta sul lato ovest della torre. Insignito della medaglia d’argento, era nato a San Cesario di Lecce il 1° luglio del 1888 da Antonio e Matilde Rollo. L’anno seguente la famiglia Della Giorgia si trasferì nella non lontana Galatina, dove il padre assunse l’incarico prima di Guardia Municipale e poi di Comandante e dove nacquero gli altri cinque fratelli.
Da giovane lavorava come maniscalco e il 15 ottobre 1908 fu chiamato alle armi, arruolandosi nel novembre nel 5° Genio Minatori.
Lo troviamo a Messina e Reggio Calabria a prestare soccorso durante il terremoto del dicembre 1908 e per tale opera meritoria ricevere la Medaglia Commemorativa. Per la sua corporatura e per la sua altezza, raggiungeva il metro e ottanta, chiese di essere arruolato nei Carabinieri e il 26 maggio 1909 fu assegnato come Allievo Carabiniere a Piedi.
Promosso effettivo, è trasferito nella Legione di Napoli. In Libia prese parte alla guerra italo-turca e ricevette la seconda Medaglia Commemorativa. Ritornato in Italia, fu assegnato alla Legione Territoriale di Bari. Quando nel maggio del 1915 l’Italia entra in guerra contro gli Austro-Ungarici il nostro eroe viene aggregato al Reggimento Carabinieri Reali, 8a Compagnia Mobilitata, e raggiunge il territorio di guerra con la bandiera e la banda d’ordinanza: siamo alla seconda battaglia dell’Isonzo. Il 6 luglio 1915, sull’altura del Podgora, dove vi erano le trincee nemiche, vengono stanziati 30 ufficiali e 1.399 Carabinieri. In una rassegna dell’Arma dei Carabinieri leggiamo la drammatica giornata di guerra vissuta dai Carabinieri e da Domenico:
... la mattina del 19 luglio, dopo la consueta preparazione con tiri di artiglieria, il terzo battaglione, verso le ore 11, scattò dalla trincea verso le linee nemiche. Balza fuori per prima, l’ottava compagnia [alla quale apparteneva Della Giorgia, N.d.A.] seguita dal comando del battaglione, tenuto dal tenente colonnello Teodoro Pranzetti, poi la settima e la nona. Tempesta di fuoco del-l’avversario sulla zona di attacco. L’ottava compagnia, pur falcidiata, avanza lentamente con le due ali, e si frammischia con gli elementi sopravvenienti della settima, le tre compagnie giungono fin sotto i reticolati; molti morti per via. Tutti i superstiti resistono, attaccati a quei reticolati, pur sentendo l’inutilità del loro sacrificio. Quindi sopraggiunge l’ordine di ripiegamento.
L’attacco durò molte ore con lo stile dei combattimenti rapidi e ad orario che, per circa un anno, fino alla conquista di Gorizia, fu praticato nelle battaglie dell’Isonzo. Al reparto costò 53 morti, 143 feriti e 10 dispersi.
Il tenente Moscatelli, comandante del plotone, raccontava che nell’assalto il nostro concittadino venne ferito una prima volta da una raffica di mitragliatrice che lo colpì al braccio sinistro. Il tenente gli ordinava di ritirarsi, ma Domenico gli rispondeva: «Non mi mandi indietro, signor tenente, ho il braccio destro che funziona ancora, posso impugnare la baionetta per quei briganti». Continuava a dare nell’azione l’esempio ai compagni: giunto nelle vicinanze del reticolato, venne colpito alla testa e morì con il viso al sole e al nemico. Erano le 12,30 circa del 19 luglio 1915 e aveva appena ventisette anni. Nel suo portafogli fu rinvenuta una lettera, forse del giorno prima, dove era scritto: «Cara madre, domani andremo all’attacco della fortezza di Gorizia. Se dovessi cadere non piangete. Mandate gli altri fratelli quassù che ne è bisogno per la grandezza della patria».


Per questo suo atto di grande eroismo e abnegazione gli fu decretata la Medaglia d’Argento al valor militare alla memoria con la motivazione che oggi è leggibile sulla lapide tra Via Vittorio Emanuele II e Via Umberto I.
Il 25 luglio 1943, con la caduta del fascismo, dalla lapide venne eliminato il fascio littorio, ma non l’anno fascista (XIII E.F.).
L’Arma dei Carabinieri in pensione di Galatina ha dedicato a Domenico l’elegante sede di Piazza Alighieri. A lui è intitolata la caserma della Compagnia dei Carabinieri di Maglie ed è ricordato, dal 2001, nella toponomastica di San Cesario di Lecce, sua città natale. La sua eroica morte è stata illustrata su cartolina da Vittorio Pisani.

L’orologio di Noha
«... una piazzetta commoda ed un orologio che misura il tempo...», così leggiamo in una pagina dedicata a Noha dal giudice Tommaso Vanna.
La torre, sulla quale è allocato l’orologio pubblico, è in stile classico e termina con un chiostro di archetti dai quali sono visibili le campane. È stata costruita, probabilmente, intorno al 1861, come indica la lapide posta a circa quattro metri dal piano di calpestio. Giacomo Arditi nella sua Corografia fisica e storica della provincia di Terra d’Otranto scrive: «...un orologio pubblico eretto in piazza con denaro dello stesso benemerito». La torre, in stile classico, fu donata alla cittadina dalla generosità dei fratelli Orazio e Gaetano Congedo. Sul muro della torre è scolpito in uno scudo il loro stemma gentilizio: un albero di pino al naturale accostato a sinistra da tre stelle disposte: 1, 2; il centro del tronco di pino è attraversato dalla figura di un toro furioso.
Al di sotto dello stemma l’epigrafe:
NOHA FRAZIONE DEL COMUNE DI GALATINA CIRCONDARIO DI GALATINA COLLEGIO ELETTORALE DI MAGLIE DISTRETTO DI LECCE PROVINCIA DI TERRA D’OTRANTO 1861
Il quadrante dell’orologio è inserito nel corpo di un’aquila, simbolo di forza e coraggio: fu insegna delle legioni romane e negli stemmi esprime fedeltà all’Impero. Secondo alcune testimonianze, sia la testa che il fascio su cui si aggrappavano gli artigli furono rimossi subito dopo la caduta del fascismo nel 1943. Le lancette sono ferme, ormai da data immemorabile, alle ore 09,40 o alle 21,40. Marcello D’Acquarica nel suo catalogo I beni culturali di Noha scrive:
La prima versione della meccanica dell’orologio risalente al 1861 non è più esistente. Apparteneva ad una tecnologia più semplice e meno raffinata, costruita totalmente in modo artigianale, dai denti degli ingranaggi ai chiodi che ne bloccano la struttura. La seconda versione risale al 1911, anno della sua costruzione e installazione sulla torre dell’orologio in Piazza S. Michele. Costruita dalla Premiata Fabbrica Orologiai di Fontana Cesare di Milano, è la seconda generazione di orologi meccanici dell’inizio del ’900.

La macchina, completamente restaurata e inaugurata il 23 dicembre 2008, oggi fa bella mostra di sé nell’atrio della Scuola Media “G. Pascoli”, sezione distaccata di Noha, con funzione di studio e didattica.
Tra le carte d’archivio vi solo alcune delibere in cui la Giunta Comunale approvava, viste le spese sostenute, il pagamento a Giovanni Nocco e a Pasquale Monastero per la riparazione dell’orologio negli anni 1908-1909.
Nel 1913 abbiamo un nuovo impianto di orologio. La carica viene data da Pantaleo Rocca e la spesa per il petrolio viene desunta dall’art. 25 del bilancio prelevando £ 74,00 dal fondo riserva. Nel 1912 viene retribuito Giuseppe Potenza con £ 20,00 per la sistemazione dell’orologio.


BIBLIOGRAFIA
ARCHIVIO STORICO COMUNE DI GALATINA: Delibera del 27.11.1861 Delibera del 5.06.1862 Delibera n. 22 del 21.6.1877 Delibera n. 10 dell’8.5.1882 Delibera n. 38 del 30.5.1882 Delibera n. 77 del 24.4.1885 Delibera CC dell’8.04.1889 AA.VV., Guida di Galatina, Congedo Editore, Galatina 1994. ANTONACI ANTONIO, Storia di Galatina, Panico editore, Galatina 1999. ARDITI GIACOMO, Corografia fisica e storica della provincia di Terra d’Otranto, Stab. tip. “Scipione
Ammirato”, Lecce 1879, Ristampa anastatica, 1994.
D’ACQUARICA FRANCESCO,MELLONE ANTONIO, Noha, storia, arte, leggenda, Infolito Group Edito
re, Milano 2006.
D’ACQUARICA MARCELLO, I beni culturali di Noha, Edizioni Panico, Galatina 2009.
GUADAGNI CARLO, Nola sagra: 1688, Il Sorriso di Erasmo, Massa Lubrense 1991.
MINIERI ANTONIO, Compendio della terra di Nola, Palo, Nola 1973.
RIZZELLI RUGGERO, Pagine di storia galatinese: memorie, Tip. economica, Galatina 1912.
SIMONI ANTONIO, Orologi italiani dal Cinquecento all’Ottocento, A. Vallardi Editore, 1967.
VANNA TOMMASO, Urbs Galatina, Editrice Salentina, Galatina 1992.

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Di Antonio Mellone (del 22/02/2016 @ 13:41:36, in Politica, linkato 2562 volte)

No, purtroppo non è la recensione dell’unico romanzo di Emily Brontë (1818 – 1848), bensì un paio di considerazioni in merito al comunicato di revoca delle finte dimissioni di Cosimino Montagna dalla carica di sindaco di Galatina (l’attributo “finto” si riferisce alle dimissioni e non, sfortunatamente, alla loro revoca).

L’annuncio dell’auto-esonero è durato giusto il periodo del Carnevale (quando si dice il destino).  

Martedì grasso, 9 febbraio 2016, termina dunque la carnevalata sindacale, e inizia (per noi) l’ennesimo periodo di Quaresima.

*

Il laconico testo montagnoso con il quale il sindaco di Galatina comunica di sacrificarsi (sempre per noi) inizia con: “Al fine di corrispondere all’invito rivoltomi dal PD e da ogni consigliere comunale del Partito [e fin qui ci siamo: figurarsi se qualcuno del Partito e men che meno i tre urlanti reprobi avrebbero potuto avere un seppur minimo scatto di dignità, ndr.], oltre che dal mondo culturale, sociale ed economico della Città [e chi sarebbero, di grazia, tutte queste decine, che dico, centinaia di esponenti del “mondo culturale, sociale ed economico della Città” che l’avranno convinto a restare? Mistero delle schede (elettorali), ndr.], ritengo di dover revocare le mie dimissioni per proseguire negli impegni rivolti:

  1. al “Risanamento finanziario” del Comune rendendo operative le decisioni assunte nella seduta del Consiglio Comunale del 26 gennaio 2016 [Come no. Sicuro al 100%. Magari partendo immediatamente con l’adesione alla campagna “M’illumino di meno”, così i nohani non romperanno più le scatole per la cabina elettrica di ‘sto benedetto Centro Polivalente, ndr.].
  2. ad assicurare la prescritta “rivisitazione” del Documento Unico di Programmazione (DUP) [e io, ingenuo, che pensavo che DUP fosse l’acronimo di: Dumamu ‘U Polivalente – accendiamo il Polivalente – e non invece Disperati Umiliano Politica, ovvero Difendimuni ‘U Postu, ndr.] quale sede per coniugare l’azione amministrativa con la nuova politica di coesione, riservando rinnovata attenzione alle frazioni [e qui inizio a preoccuparmi. Cosa avrà mai voluto dire, Mimino nostro, con la locuzione: “rinnovata attenzione alle frazioni”? Forse che d’ora in poi, vivaddio, non mancherà nemmeno a una delle processioni solenni bardato come un cavallo in fiera con tanto di fascia tricolore? Oppure che raddoppierà la spesa in opere pubbliche fin qui riservata alle frazioni? (Tanto che gli costa? Due per zero fa sempre zero). Ma è probabile che come al solito abbia capito male io: probabilmente avrà voluto dire rinnovata attenzione non alle frazioni ma alle fazioni (del partito). Ndr.].
  3. all’attivazione di ogni utile iniziativa rivolta al riconoscimento del ruolo del “Santa Caterina Novella”, quale ospedale di primo livello, in adesione al deliberato del Consiglio Comunale monotematico del 12 gennaio u.s. [Così tuonava Montagna anche il 19/2/2016 con tanto di titolone su galatina.it: “Pronto a marciare in difesa dell’ospedale”. Forse in quel marciare la seconda a è di troppo. Senza quel refuso sarebbe, più realisticamente, marcire. Ndr.].
  4. ad impegnare le strutture dirigenziali per procedere nella definizione del “Rapporto di fine mandato” anche al fine di presentare il primo “progress” entro il prossimo mese di aprile ai partiti di maggioranza [questa è arte pura, questo è Manzoni!  Piero, dico, non Alessandro. (cfr. Piero Manzoni - opere) Ndr.].  

Per quanto innanzi col presente atto, ritiro formalmente e ad ogni effetto di legge le dimissioni [lo fa per la Città. Si spende (ancora una volta) per noi. E senza badare a spese. Ndr.] dalla carica di Sindaco del Comune di Galatina presentate in data 26 gennaio 2016. - F.to Cosimo Montagna"

*

In tutto questo bailamme, l’unico a cadere dal pero è il solito gggiornalista del Nuovo Quodidiano di Puglia, che, sempre il 9 febbraio 2016, parla infatti di: Colpo a sorpresa [chi lo avrebbe mai detto, infatti, che Mimino avrebbe ritirato le dimissioni irrevocabili? Giacché, il suddetto scriba avrebbe anche potuto aggiungere (a proposito di Tempesta) “come fulmine a ciel sereno”, tanto un luogo comune vale l’altro. Ndr.] il sindaco di Galatina Cosimo Montagna ritira le dimissioni. La comunicazione della revoca delle dimissioni è giunta questa mattina al segretario comunale. Tutto nei tempi [ma pensa te: poteva revocare le dimissioni un paio di giorni dopo la scadenza, quel birichino. Invece niente. Un tiro mancino dietro l’altro (l’unica cosa di sinistra residua a Galatina e dintorni). Ndr.] a sei giorni dei venti giorni previsti dalla legge per il ritiro delle dimissioni [dunque davvero “tutto nei tempi”, ndr.]. A “convincere” il primo cittadino a rivedere le proprie posizioni sarebbe stata l'intera coalizione di centrosinistra [secondo me anche qualche esponente del centro destra, tanto cosa cambia tra gli uni e gli altri? Ndr.]; determinante l'intervento del coordinatore provinciale del Partito Democratico, Salvatore Piconese che, a quanto pare, in un incontro tenutosi qualche giorno fa con il gruppo di consiglieri dissidenti [“dissidenti”, è una parola grossa. Ndr.] del Pd Daniela Sindaco, Piero Lagna e Teresa Spagna nel Circolo del Pd di Noha [in campo neutro, non si sa mai. Ndr.] avrebbe raggiunto un preliminare di accordo, una sorta di compromesso [il famoso compromesso storico: su cosa, non è dato di sapere. Del resto la destra non sa quel che fa il centrodestra. Figurarsi la cosiddetta carta stampata locale, e i suoi subalterni. Ndr.].

*

Sappiamo, invece, da fonti certe quello che ha esclamato il coordinatore provinciale del PD, il Piconese di cui sopra, all’uscita dal circolo di Noha, mentre alzava lo sguardo al quadrante dell’orologio svettante nella pubblica piazza indicante le undici meno dieci, anzi per la precisione le 22.50: “Caspita, s’è fatta una certa! Come passa il tempo qui a Noha [per scendere a compromessi, Ndr.]”.

Nessuno degli astanti ha avuto il coraggio di replicargli che erano appena le 20.30 e che la riunione era iniziata una mezzoretta prima, non di più.

*

E pensare che tutta questa Tempesta di rabbia, anzi in un bicchier d’acqua, è nata dalla nomina del successore del quondam Andrea Coccioli (sanu me toccu) alla carica di assessore ai lavori pubici.

Quando si dice PD: Pantomima Dimissioni.

Antonio Mellone

 
Di Marcello D'Acquarica (del 16/05/2018 @ 13:41:07, in NohaBlog, linkato 2040 volte)

Ore Sette. Quindici maggio duemiladiciotto. Noha. Ora X.

Sono stati eliminati i pini di via Castello che facevano pendent con le famose casiceddhre, bene culturale tutelato dal FAI.

Non entro nel merito delle procedure burocratiche che hanno portato all’abbattimento dei pini di via Castello; non entro nemmeno nel merito del codice legislativo della proprietà privata o pubblica. Provo semplicemente ad usare il buon senso. Ma qualcosa mi pare che non funzioni, o forse è colpa del solito decreto Martina già applicato in loco: non sia mai che la Xylella colpisca anche i pini marittimi: meglio eradicarli sani. Per prevenzione.

In una società che si definisca progredita si dovrebbe rispettare l'ambiente (e dunque ogni essere vivente che lo compone: piante incluse).

Se invece proviamo a guardarci intorno, il nostro territorio è invaso dal pensiero che bellezza equivalga a disordine (non diciamo sporcizia per non auto-offenderci) e che i due termini, evidentemente contrari fra loro, siano sinonimi e companatico di questo falso progresso.

Considerato che è atteggiamento civile e ritenere i pini, così come i beni che appartengono alla storia di questo paese, non di proprietà privata, bensì proprietà di ogni cittadino vivente e che nascerà in futuro sulla faccia della terra, mi chiedo come mai si perseveri nella distruzione del bene comune.

Non discuto sui danni che i pini avrebbero potuto arrecare a persone o cose, né voglio entrare nel merito dei costi che si sarebbero  per l’eventuale spostamento dei nostri poveri pini in un’area verde più adeguata (noi di Fareambiente lo avevamo pure proposto); ma se dobbiamo decidere se amputare o meno un braccio (sano, non malato) ad un componente della nostra famiglia, posto che questo nostro parente non fosse in grado di decidere da sé, non sarebbe forse un pizzico più democratico e morale riunirla tutta, questa famiglia prima di ogni fatidica ora X?

Perché quando vengono programmate opere straordinarie, che riguardano il bene pubblico, come in questo caso i pini di via Castello, la popolazione ne viene a conoscenza solo a cose fatte e non vengono pubblicizzati i progetti in ogni dettaglio?

Marcello D’Acquarica

 
Di Redazione (del 20/04/2018 @ 13:39:26, in Comunicato Stampa, linkato 1179 volte)

In occasione della Giornata Mondiale della Terra, il Comune di Galatina organizza la "Giornata della sostenibilità"​, un evento di sensibilizzazione per la salvaguardia dell’ambiente e delle condizioni climatiche della Terra.

L’evento consiste nella chiusura al traffico, domenica 22 aprile 2018, dalle ore 10 alle ore 13 di C.so Porta Luce e P.zza Alighieri a Galatina. Con l’occasione si invita tutta la cittadinanza, bambini, adulti e anziani a passeggiare o pedalare lasciando a casa la propria automobile o ciclomotore che sia. 

"L’inquinamento dell’aria resta uno dei principali problemi per la salute delle persone e per la salvaguardia dell’ambiente. Certo è - continua l'Assessore alle politiche ambientali Cristina Dettù - che non bastano gli specifici monitoraggi di zone e/o strutture a rischio o controlli ulteriori eseguiti in via precauzionale e preventiva. Oltre a questo, serve una sensibilizzazione forte che parta dal basso, dai gesti quotidiani e personali che ogni cittadino può mettere in atto per aiutare e salvaguardare la Terra. L'adesione alla "Giornata Mondiale della Terra" è in linea con le finalità cui tende questa Amministrazione, ossia di sensibilizzazione ed educazione della comunità e cittadinanza in merito alla rilevanza dei temi ambientali,  alla sostenibilità ed alla consapevolezza civica, in una logica di sviluppo fondata sul buon governo del territorio."

L'evento, pubblicato tra l’altro sul sito di Earth Day Italia,  è organizzato in stretta collaborazione con la società Monteco che, nella stessa giornata, svolge attività di sensibilizzazione in materia di rifiuti. Nello specifico le iniziative messe in atto sono: Galatina #senzafiltri, La biblioteca dei libri rifiutati, Festa del baratto. E’ un modo alternativo di occuparsi di un tema importante attraverso attività ludico – educative.

In occasione della medesima giornata, i ragazzi del Servizio Civile Nazionale – Progetto MONITOR 5016 – nei giorni 21 e 24 Aprile coinvolgeranno rispettivamente i bambini dell’istituto comprensivo Polo 2 e Polo 3 della città e in queste due giornate svolgeranno attività atte a sensibilizzare i piccoli (e non solo!) al rispetto per l’ambiente. Queste attività prevedono infatti la collaborazione tra i bambini e le loro famiglie e consistono nella pulizia degli spazi verdi scolastici e nel loro abbellimento, momenti che si alterneranno a brevi video e divertenti giochi, ovviamente a tema ed istruttivi.

Un lavoro congiunto che si pone un unico obiettivo: proteggere, anche e soprattutto nel nostro piccolo, la madre Terra.

Ufficio Stampa Comune di Galatina

 

I coordinamenti di Galatina, di Gubbio, di Venafro, della conca Eugubina e ISDE Lecce, hanno inviato una lettera al Santo Padre e ai vescovi di Assisi, di Gubbio, di Otranto, Lecce e Isernia Venafro, per chiedere di fare chiarezza sull’evento cosiddetto “Patto di amicizia” fra Galatina e Assisi, sottoscritto dai relativi sindaci il 14 ottobre nella basilica di Santa Caterina a Galatina, alla presenza dell’a.d. di Colacem.

Testo integrale della lettera.

A Sua Santità Francesco
E.P.C. A Sua Ecc. Prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano e integrale
Ai S.E.R. Vescovi di Assisi, Lecce, Otranto, Gubbio, Isernia-Venafro
Al Preside dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “don Tonino Bello” – Lecce

Sua Santità,
confidando nella Sua comprensione riteniamo importante segnalarle un evento che ha suscitato molto interesse e scalpore sulla stampa. Il 14 ottobre scorso nella Basilica di Santa Caterina di Alessandria a Galatina è stato siglato un «Patto d’amicizia nel nome di San Francesco e Santa Caterina d’Alessandria» tra il comune di Assisi e quello di Galatina per la promozione turistica nel segno della spiritualità, in nome di una «unione culturale ed economica».

Entrambe le città, infatti, ospitano le due Basiliche, San Francesco d’Assisi e Santa Caterina di Alessandria, prime in Italia per la vastità dei cicli pittorici degli affreschi e luoghi spirituali di pellegrinaggio. In quell’occasione, le due comunità religiose di Frati Francescani conventuali, accolti nei rispettivi monasteri annessi, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Don Tonino Bello”, sono stati partner in un evento che ha coinvolto anche il colosso del cemento COLACEM, industria insalubre di prima classe, già al
centro di plurimi esposti nelle Procure di Lecce e di Perugia, ritenuta una dei probabili responsabili dell’elevato tasso di inquinamento e dei danni sulla salute nell’area galatinese, definita dall’ISS, cluster per il tumore polmonare con un trend in peggioramento, nell’area eugubina e in quella venafrana.

I sindaci dei due Comuni hanno anche firmato un protocollo d’intesa, costato al piccolo Comune di Galatina circa 12mila euro, metà dei quali per riprese televisive effettuate da Mixer ADV, concessionaria di Telerama, di proprietà del consigliere della Regione Puglia Paolo Pagliaro.

Il costoso patto è stato tenuto a battesimo dal Cavalier Carlo Colaiacovo, a.d. COLACEM, che si è detto disponibile a sostenere con la sua “Fondazione Perugia”, così come ha fatto con il restauro della basilica di Assisi, altri eventi come il patto di amicizia Assisi-Galatina. In epoca di contingenza economica e di crescita della cultura di “cura del Creato”, ha colpito molto il viaggio in elicottero aziendale COLACEM dei Frati assisani, atterrati col Sindaco di Assisi all’interno dell’imponente opificio Colacem in Galatina, e l’ingente finanziamento dell’Ente locale, che, non rientrando nell’ordinaria gestione né riguardando servizi prioritari alla collettività, potrebbe diventare di interesse della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti territorialmente competente.

Può leggere un estratto dell’intervento del sindaco di Galatina dove si evince il tono di centralità della figura dell’a.d. COLACEM data durante l’iniziativa:
«A questo punto con onore, con piacere immenso, chiedo a voi tutti di aiutarmi ad accogliere il Sindaco di Assisi, ringraziandola per aver accolto con entusiasmo questo invito della nostra Comunità. Ciò che ci unisce, cara Sindaco, non è soltanto tutto ciò che saggiamente ci hanno raccontato gli amici che ci hanno preceduto. Non è soltanto cultura, siamo uniti anche nella tradizione economica con l’intervento dell’Ad di COLACEM Carlo Colaiacovo a Galatina. Pertanto, sono particolarmente felice di chiamare insieme al Sindaco anche un importantissimo operatore economico (COLACEM) che unisce i nostri territori, che fa ponte tra i nostri territori e che da sempre dimostra una grandissima sensibilità per le nostre Comunità. E poi anche un desiderio particolare, il suo, il loro, la filosofia aziendale di contribuire alle nostre tradizioni e alle necessità del nostro territorio con una disponibilità ed una generosità che negli anni vi ha sempre contraddistinto. Quindi vi chiedo gentilmente, caro Sindaco, caro cavalier Colaiacovo (Amministratore delegato della COLACEM) di salire sul palco».

Benché condivisibile la firma del Patto ed ineccepibile che Assisi trasferisca know-how in tema di turismo religioso a Galatina – l’Assisi del Sud -, la riflessione che teniamo a condividere riguarda la natura delle relazioni tra interessi economici privatistici e comunità religiose locali in nome della tutela/conservazione del patrimonio ecclesiastico, alla luce dell’ingente stanziamento di finanziamenti in favore dell’ottavo centenario della morte di San Francesco d’Assisi e della nomina della vicepresidente della holding di famiglia, Maria Carmela Colaiacovo, alla presidenza di Confindustria Alberghi per il biennio 2023 20248.

Con la presente teniamo a sottolinearle che, da diversi anni oramai, i comitati di Galatina, Gubbio, Sesto Campano (Venafro) affrontano complesse vertenze istituzionali che riguardano i cementifici COLACEM e che stanno interessando aziende sanitarie locali, tribunali amministrativi, procure, sezioni ambiente di enti locali e parlamentari. In queste settimane, COLACEM è al centro di un conflitto con il Consiglio di Stato e gruppi di cittadini, poiché impiega rifiuti come combustibile (CSS) in tutte le sue cementerie. Secondo medici, scienziati e la stessa Commissione Europea bruciare rifiuti in un cementificio è insalubre e nocivo per l’ambiente.
La gravità dell’episodio, che ha trasformato la Basilica di Santa Caterina di Alessandria in un palcoscenico, è stata raccontata da ISDE, l’Associazione dei medici per l’ambiente. ISDE fa notare che il patto Galatina-Assisi sia stato siglato mentre è in atto una valutazione dell’impatto sanitario (VIS) del cementificio COLACEM sulla salute degli abitanti, ulteriore studio richiesto da Asl Lecce e Provincia di Lecce (a seguito delle osservazioni prodotte in conferenza di servizi per il riesame dell’autorizzazione integrata ambientale- AIA, da ISDE e dei comitati territoriali) e prevista nell’ultimo atto autorizzativo rilasciato all’azienda; similmente, a Luglio 2022 sono stati presentati i drammatici risultati della VIS a Venafro, mentre a Gubbio essendo presenti due cementifici, Colacem e Barbetti da più di 60 anni, si rivendica il diritto di avviare una analoga Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), ed un’indagine epidemiologica approfondita che non è mai stata effettuata in un’area dove le patologie oncologiche, cardiovascolari e di altra natura sono in preoccupante aumento.

L’impasto di religione, turismo e cemento non preoccupa solo le “sentinelle dell’ambiente e della salute” ISDE. Nell’Esortazione Apostolica del 4 ottobre, giorno di San Francesco, Sua Santità stessa si sofferma sull’influenza esercitata da “chi ha maggiori risorse” nel riuscire ad avviare progetti di forte impatto ambientale millantando il progresso locale.
“La decadenza etica del potere reale è mascherata dal marketing e dalla falsa informazione, meccanismi utili nelle mani di chi ha maggiori risorse per influenzare l’opinione pubblica attraverso di essi. Con l’aiuto di questi meccanismi, quando si pensa di avviare un progetto con forte impatto ambientale ed elevati effetti inquinanti, gli abitanti della zona vengono illusi parlando del progresso locale che si potrà generare o delle opportunità economiche, occupazionali e di promozione umana che questo comporterà per i loro figli. Ma in realtà manca un vero interesse per il futuro di queste persone” (Paragrafo 29 dell’esortazione apostolica Laudate Deum del Santo Padre Francesco, 4 ottobre 2023).

Accogliamo la Sua esortazione, che non rappresenta soltanto un appello ideale e spirituale al mondo ma ripone una grande speranza nella prossima COP 28 di Dubai, nell’adozione di una soluzione politica partecipata, a livello nazionale e internazionale, coinvolgendo tutti i cittadini. Il Suo incoraggiamento a difesa di chi si impegna nella causa ambientale dà voce alle nostre motivazioni: “Poniamo finalmente termine all’irresponsabile presa in giro che presenta la questione come solo ambientale, “verde”, romantica, spesso ridicolizzata per interessi economici” (Paragrafo 58 della già citata Laudate Deum).

Nelle campagne di reputation marketing, curate da COLACEM e riportate nei report annuali aziendali di sostenibilità, emerge come il finanziamento delle attività di realizzazione/restauro sia una prassi. Alcuni esempi pertinenti riguardano i finanziamenti per il restauro della Chiesa di SS. Martino e Nicola a Venafro e della Chiesa di Sant’Eustachio Martire a Sesto Campano10, quest’ultime nell’area venafrana in cui insiste uno dei cementifici e dove la situazione è talmente grave con ospedalizzazioni, tassi tumorali (in particolare alla mammella) e decessi sopra la norma, da aver rivelato la presenza di diossina persino nel latte materno. L’appello che Le rivolgiamo, Sua Santità, che rivolgiamo a Sua Ecc. Prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano e integrale, ai S.E.R Vescovi di Assisi, Lecce, Otranto, Gubbio e Isernia-Venafro è di approfondire e fare chiarezza interna su eventuali “doni interessati” proposti o ricevuti dalle varie Chiese locali e di promuovere, presso i vertici ecclesiali e la società civile dei nostri territori, il condivisibile messaggio etico di una “transizione verso energie pulite, abbandonando i combustibili fossili, e la logica di rattoppare (…) un processo di deterioramento che continuiamo ad alimentare (..) Possano così mostrare la nobiltà della politica e non la sua vergogna. Ai potenti oso ripetere questa domanda: «Perché si vuole mantenere oggi un potere che sarà ricordato per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario farlo? ».

L’appello che le volgiamo, Santo Padre, è di aiutare le comunità religiose locali a continuare ad essere le nostre guide morali in questa difficile fase di transizione culturale. Per citare alcuni esempi positivi: l’impegno dell’Ufficio Ecumenico dell’Arcidiocesi di Otranto e del Centro Ecumenico Oikos “P.A.Lundin” di Galatina nella celebrazione annuale della Giornata del Creato; della parrocchia di Beata Vergine Maria di Costantinopoli a Collemeto (frazione di Galatina) accanto alla cittadinanza per impedire l’apertura in pieno centro cittadino di un impianto “Entosal” di recupero e smaltimento di rifiuti speciali. Il sentito saluto che Le rivolgiamo, Santo Padre, è di aiutarci a preservare i nostri amati spazi naturali, cultuali, spirituali, affinché restino per noi cittadini luoghi sacri al riparo da qualsiasi ombra di collusione, culla di un passato dal significato simbolico, di un presente ancora dimora per i Credenti della Presenza soprannaturale e di un futuro di speranza per il destino dell’umanità.

Per questa Sua missione e per la Sua benevolenza le esprimiamo la nostra vicinanza con l’augurio di poter essere ricevuti in una udienza privata. Le auguriamo ogni bene.

Coordinamento Civico Ambiente e Salute Galatina
Comitato No CSS nelle cementerie di Gubbio
Comitato per la tutela ambientale della conca eugubina
Mamme per la Salute e l’Ambiente Venafro
Isde Lecce”

(fonte: ilsedile.it)

 
Di Redazione (del 11/05/2022 @ 13:36:46, in Comunicato Stampa, linkato 588 volte)

Batti il tuo cinque sulla mano della nostra Associazione e sulle manine di tanti bambini che, grazie ai nostri Progetti di riqualificazione urbana delle periferie e di creazione di nuove aree giochi, possono riconquistare i loro spazi e vivere finalmente ambienti sani e puliti. Perché un paese non è fatto solo di adulti, ma di bambini che saranno i cittadini del domani. Tra i numerosi progetti, realizzati da “TappiAmo Galatina - raccolta eco-solidale tappi di plastica” – “Virtus Basket Galatina”, ricordiamo la riqualificazione dell’area verde “Prof. Carrozzini” in via Calatafimi con la creazione della nuova area giochi “Pietro Antonio Colazzo”, la riqualificazione dell’area verde “Questore Palatucci” con la creazione della nuova area giochi “Maresciallo Marcello Solidoro”, il “Muro del Coraggio” e la nuova area giochi a Collemeto in piazza “Madonna di Costantinopoli”.

Siamo orgogliosi quindi di comunicare a tutti voi che, anche quest’anno, nella dichiarazione

2022 riferita ai redditi 2021, potrete donare il vostro 5x1000 all'A.S.D. Virtus Basket Galatina e

sostenere quindi i progetti di “TappiAmo Galatina - raccolta eco-solidale tappi di plastica”.

COSA DEVE FARE IL cittadino CHE EFFETTUA QUESTA SCELTA?

Compilare, con la dichiarazione dei redditi (Certificazione Unica, Modello 730, Modello Unico), la scheda relativa alla "Scelta della destinazione del cinque per mille dell’Irpef”; - Apporre la propria firma nel riquadro "SOSTEGNO DELLE ASSOCIAZIONI SPORTIVE DILETTANTISTICHE RICONOSCIUTE AI FINI SPORTIVI DAL CONI A NORMA DI LEGGE CHE SVOLGONO UNA RILEVANTE ATTIVITA' DI INTERESSE SOCIALE" e inserire il codice:

93132060752. NON COSTA NULLA E BASTA UNA FIRMA: questa decisione non comporta oneri aggiuntivi per il contribuente. Infatti destinando alla “Virtus Basket Galatina” la quota del cinque per mille, il cittadino non pagherà nulla in più ma devolverà, per scopi sociali, una quota che, diversamente, andrebbe allo Stato.

Anche i pensionati e i lavoratori dipendenti non tenuti alla dichiarazione dei redditi possono farlo! In tre semplici mosse: 1. Compilare la “scheda integrativa per il 5x1000” contenuta nel C.U.; 2. Inserire la scheda in busta chiusa, apponendo la scritta “scelta per la destinazione del 5x1000 dell’IRPEF”, indicando nome, cognome e codice fiscale del contribuente; 3. Consegnarla alla propria banca o ufficio postale. Grazie a tutti.

Per info e contatti:

Sandro Argentieri: 333-4368532;

Piero Luigi Russo: 349-8471729.

Piero Luigi Russo

 
Di Redazione (del 22/09/2015 @ 13:33:26, in Festa dei Lettori, linkato 2785 volte)

Come vuole la tradizione anche quest'anno avrà luogo a Noha la Festa dei Lettori con il titolo "CON", sì, la preposizione semplice più bella che ci sia, quella che fondamentalmente indica il rapporto di compagnia o d'unione, e, più genericamente, un rapporto di relazione.

"CON" è anche un prefisso che indica partecipazione, collegamento, interdipendenza o intensificazione.

- Al mattino presso i locali della scuola media ed elementare di Noha: letture, giochi e illustrazioni di storie.

- Nel pomeriggio, alle ore 17.00 nei locali del Centro Polivalente di piazza Ciro Menotti - Noha:

PAROLE, COLORI, VOCI, MUSICA, MOVIMENTO, SPETTACOLO

Con la partecipazione di:

* Eleonora Longo - dirigente scolastica: LA COLLEGIALITA'

* Daniela Vantaggiato - assessore alla Cultura: IL COMUNE

* Antonio Mellone - concittadino: LA COSTITUZIONE

* Paola Congedo - responsabile Presidio del Libro: CON CON

* Claudio Stifani - insegnante: LA COMUNIONE

* Adalgisa Romano - insegnante: LA COLLABORAZIONE (Laboratorio didattico)

* Luca Congedo e Fabrizio Forte - musicisti: Il CONTEMPO

* Anna Arces - insegnante: IL CORO

Coraggio, concittadini, convinciamoci: costruiamo comunità concretamente, combattendo conflitti, contemplando costituzione, correttamente comportandoci, confrontandoci con coraggio, compartecipazione, conoscenza. Conviene collegialmente.

Gli organizzatori
 
Di Redazione (del 07/11/2022 @ 13:31:43, in Comunicato Stampa, linkato 483 volte)
Finanziato dal Dipartimento Politiche del Lavoro della Regione Puglia (A.D. 527 del 04/11/2022) il progetto del Comune di Galatina a valere sul bando Punti Cardinali, bando fortemente voluto dall’assessore al ramo Sebastiano Leo.
Il progetto, nato da una collaborazione con la Scuola di Management AFORISMA di Lecce, che ne ha curato la progettazione, ha visto coinvolti come partner importanti soggetti del territorio come l’ITS Moda, Improvvisart, TDF – Mediterranea, ARPAL, Confindustria Lecce, l’associazione Imprese Galatinesi, i 3 Istituti Comprensivi di Galatina e il Liceo Scientifico e Linguistico Antonio Vallone.
Il progetto propone la realizzazione di un modello innovativo di orientamento fondato sulla sperimentazione con servizi integrati in grado di agevolare l’incontro tra domanda e offerta di formazione e lavoro, e di supportare le persone nelle scelte che caratterizzano i cruciali momenti di transizione della vita: il passaggio da un ciclo di studi ad un altro, l’individuazione del percorso professionale da intraprendere, la rimodulazione del proprio percorso lavorativo, la riqualificazione professionale.
Saranno tre le linee di intervento.
I primi due sono gli Orientation Labs: laboratori di orientamento didattici, esperienziali o narrativi ed i Job Days: eventi incentrati sulla conoscenza dello scenario, finalizzati ad informare i destinatari su opportunità e percorsi di carriera, attraverso una metodologia laboratoriale in cui associare l’elemento informativo alla valutazione delle attitudini personali, abilità sociali, interessi e valori professionali.
L’ultima linea di intervento è l’Orientation Desk uno sportello di orientamento al cittadino dedicato al trasferimento di informazioni utili, ma anche alla realizzazione di interventi mirati, in un rapporto uno ad uno, volti a guidare ed indirizzare le scelte in modo consapevole individuando il fabbisogno orientativo partendo dalla lettura dei bisogni dell’utente. Lo sportello sarà attivo per 24 ore, per 6 mesi.  Il progetto è stato tra i primi 15 ad essere presentato e finanziato in Puglia.  Le attività realizzate, per la parte di sportello, presso lo SPIOL, struttura polifunzionale sita in via Montegrappa, finanziato da fondi FESR, invece i laboratori presso l’ex Monastico delle Clarisse.  
Esprimo grande soddisfazione per il finanziamento ottenuto. – dichiara Stefania Mele, consigliera del Comune di Galatina con delega alle politiche attive del lavoro – Il progetto, grazie alla importante rete di soggetti coinvolti, ci permetterà di potenziare i servizi di orientamento al lavoro forniti direttamente dal Comune. Questo progetto rappresenta il primo passo dell’Amministrazione verso il raggiungimento dell’obiettivo di rafforzare, sempre di più, le politiche attive del lavoro.”
 
Per info Andrea Salvati asalvati@aforisma.org, +39 393 9161311
 
Per approfondimenti sul bando regionale
www.sistema.puglia.it/portal/page/portal/SistemaPuglia/punticardinali
 
Andrea Salvati
Amministratore Delegato 
 
Di Antonio Pepe (del 16/07/2016 @ 13:31:22, in Comunicato Stampa, linkato 2161 volte)

Le motivazioni con le quali l’avv. Roberta Forte rassegna le proprie dimissioni, non sono altro che una fredda e lucida analisi della fallimentare azione di governo perpetrata in questi anni dal PD e dai suoi alleati.

Le accuse lanciate nei confronti dell’assessore al Bilancio, reo di non aver saputo combattere adeguatamente l’evasione fiscale ed incapace di effettuare un serio e preciso controllo sui conti, implicitamente rivolte anche al Sindaco ed agli altri esponenti della maggioranza, rendono oggi più chiara la già drammatica situazione delle casse comunali.

Dai banchi della minoranza più e più volte abbiamo evidenziato le conseguenze di una insufficiente azione di accertamento e recupero: purtroppo, però, ci rimane solo la magra consolazione di averlo detto per tempo senza mai essere stati ascoltati.

Ora attendiamo le prossime mosse. Quella del Sindaco, che per molto meno balzò dalla propria poltrona e rassegnò le dimissioni (per poi ritirarle dopo “ampia” riflessione). Quelle del gruppo di Rifondazione Comunista, che conseguentemente non dovrebbe più dare il sostegno al Primo cittadino ed alla sua squadra. E quelle dei quattro consiglieri che, fuoriusciti dal PD, dopo aver annunciato la ferma contrarietà alle decisioni che la giunta si apprestava ad adottare (i rincari pari al 30% dei servizi a domanda individuale e non solo), dovranno valutare se condividere o meno un provvedimento ancora più penalizzante, in particolar modo per i contribuenti onesti.

I numeri, quindi, non dovrebbero essere sufficienti per continuare a governare e, a questo punto, sarebbe opportuno togliere dignitosamente il disturbo assumendosi la piena responsabilità delle scelte compiute. A meno che la golosa poltrona di Vicesindaco non faccia cambiare idea a qualcuno…

Galatina (Le), lì 16.07.2016

Antonio Pepe

Consigliere Comunale

 
Di Marcello D'Acquarica (del 16/03/2023 @ 13:30:16, in Comunicato Stampa, linkato 288 volte)

Egregio Signor Sindaco, Dr. Fabio Vergine, egregio Presidente della Commissione per la tutela della salute dei cittadini e la salvaguardia dell’Ospedale S. Caterina Novella, Dr. Antonio Antonaci; egregi consiglieri tutti.

Noi del Direttivo NoiAmbiente e Beni Culturali, che mi onoro di rappresentare, abbiamo preso atto, dal sito della Provincia (Albo Pretorio – Amministrazione Trasparente) che su Galatina ci sono nuove richieste di installazione e di ampliamento di siti per il trattamento di rifiuti pericolosi e non. E più precisamente:

  1. La richiesta di Ampliamento riguarda un sito già operante nella zona industriale di Galatina, la ECOM Servizi Ambientali, che si trova in via Portogallo, Contrada San Giuseppe. Nello specifico, la società Ecom S.A. chiede di aumentare la produttività con rifiuti CER (che come tutti ben sappiamo sono rifiuti ALTAMENTE pericolosi) integrando la produzione di circa 24.000 t/a. Dichiara nella relazione tecnica il gestore “….Per mutate esigenze di mercato..”.  Le attività ovviamente rientrano nelle autorizzazioni rilasciate in conformità alla normativa sulla sicurezza delle Aree Industriali, purtroppo decisamente meno restrittive delle aree urbanizzate. Dobbiamo infatti tenere conto che il sito, seppur rientrante nella fascia di rispetto dei 500 m. indicata dalle norme, è ubicato in prossimità dell’area in cui si è - e si sta- urbanizzando con abitazioni per uso civile. Per cui, è lecito dubitare che qualsiasi forma di tutela ambientale applicata, possa assumere in certe situazioni estreme un livello di pericolo differente.

 

  1. La richiesta di un nuovo sito invece, riguarda quella effettuata da ENTOSAL SRL, avente sede legale a Grisignano di Zocco (VI). La società veneta si propone di REALIZZARE UN IMPIANTO DI RECUPERO E SMALTIMENTO RIFIUTI PERICOLOSI E NON in via degli Andriani n°12/A Santa Barbara di Galatina (LE).

ENTOSAL SRL, di cui tanto si parla e si scrive in questi ultimi giorni, appartiene ad un gruppo di ben sei aziende facenti capo a Ethan Group spa. Operano a tutto campo nel settore dell’Ecologia, e sono le seguenti: ELITE Ambiente srl; EXECO srl; EURO VENETA srl; EMME TRASPORTI SRL; EXOREX srl. Tutte aziende del Nord Est, fra Vicenza e Padova, ma che estendono le loro attività nel Sud Italia.

ENTOSAL SRL acquisisce di fatto una attività di gestione rifiuti già esistente la cui autorizzazione è stata però revocata dalla Provincia di Lecce con determina n° 494 del 24/11/2017. “Con il nuovo impianto di Santa Barbara il gruppo Ethan vorrebbe offrire un servizio alle aziende del sud Italia, sia direttamente ai produttori sia agli imballaggi raccolti dagli altri impianti del sud Italia. “  (testo rilevato dalla Relazione tecnica del gestore proponente)

Si tratterebbe di attività di bonifiche ambientali, e consistono principalmente in: rimozione e stoccaggio dell’amianto (R12); miscelazione di oli ed emulsioni oleose (R12); stoccaggio provvisorio dei rifiuti anche pericolosi destinati allo smaltimento; trattamento di inertizzazione dei rifiuti (fanghi e polveri); raccolta e riciclo dei rifiuti agricoli, quali confezioni vuote di agrofarmaci, teli agricoli, reti, pneumatici, olio, filtri, batterie, trattamento di rifiuti pericolosi e non, finalizzato alla preparazione di miscele per termovalorizzatori o comunque inceneritori.

Occorre però fare molta attenzione, perché quello che è dichiarato nel verbale della C.d.s. del 12-12-2022, dove il Comune di Galatina, pur essendo informato non era presente, e mi riferisco ai volumi di rifiuti trattati, pari a “90.000 tonnellate anno, ripartita in 47.500 tonnellate di rifiuti non pericolosi e 42.500 tonnellate di rifiuti pericolosi”,  non corrisponde alle dichiarazioni che lo stesso gestore specifica nella sua Relazione tecnica allegata al fascicolo dei documenti richiesti dalla Provincia in sede di valutazione PAUR,  così dichiara ENTOSAL:

“…Nella logica di ottimizzare le potenzialità produttive dell’impianto e di servire le attività presenti sul territorio, non vengono definiti i quantitativi massimi stoccabili o lavorabili per ogni singolo codice EER lasciando pertanto la possibilità all’impianto di ottimizzare gli ingressi in funzione delle richieste di mercato”.

Inoltre, sempre nella relazione tecnica, ed esattamente alla pag.7, così dichiara la società proponente:

Con il nuovo impianto in Puglia, (e si riferisce naturalmente a Santa Barbara) il gruppo Ethan vorrebbe offrire tale servizio ai produttori degli altri impianti del sud Italia. Si fa inoltre presente che ad oggi Elite Ambiente (una delle sei consociate) svolge già un servizio di ritiro di suddette tipologie di rifiuti provenienti dal Sud Italia che verrebbero convogliate al nuovo impianto (sempre a Santa Barbara) con evidenti positive ricadute per i produttori dei rifiuti, sia in termini ambientali che di costi di smaltimento.”

Quindi se le 90 000 t/a dichiarate nel verbale della cds del 12 – 12 -2022 sono una quantità probabilmente spropositata rispetto alla sostenibilità del nostro territorio, aprendo le porte alle “variabili di mercato” ed alle “altre società del Gruppo Ethan”, ci ritroveremmo ad avere a che fare con una vera e propria bomba ecologica.

N.B.: tengo a precisare che le informazioni qui riportate sono tutte trascritte dalla Relazione tecnica depositata negli atti, in rete e disponibili al pubblico: AIA - AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE.

Conclusione:

l’importante aspetto riguardante la salute di ogni cittadino, è quello di una corretta comunicazione. I cittadini spesso si ritrovano coinvolti in inserimenti straordinari di attività impattanti sulla loro stessa vita, a cose fatte. Ed è bene dirlo, ci rimettono e ci rimettiamo in prima persona, non soldi, non stiamo parlando di soldi… ma della stessa vita. Sfortunatamente chi muore e soffre per colpa dell’inquinamento ogni giorno accanto a noi non sono solo alberi, di per sé un dramma tutto salentino, ma sono fratelli, parenti, amici, indiscriminatamente donne, uomini e bambini.

Ben vengano i progetti che portano vantaggi economici e occupazione nel nostro territorio, ma a che prezzo?

Anche noi vogliamo che sia curata l'immagine di Galatina, l’immagine di Galatina siamo tutti noi, che sia positiva e attrattiva, che i suoi valori abbiano credibilità, ma oggi più che mai è necessario un piano di difesa, far sapere all'opinione pubblica che davanti alla questione ambientale non si sta facendo finta di niente ma si sta attivando un programma, con lo studio sulle cause e relative azioni preventive. Quindi chiediamo:

  • di rispettare il principio di sostenibilità ambientale. Lo stesso che presuppone il giusto equilibrio fra la capacità della natura di rigenerare la quantità di biomassa che noi con le nostre attività – schiave di un fantomatico mercato - distruggiamo. La salute non ha il tempo di aspettare che la burocrazia sbrogli problemi così prioritari.
  • Chiediamo se davvero la nostra Terra, l’aria e la falda idrica già fortemente compromesse, hanno i requisiti per essere impregnate di ulteriori accumuli di sostanza non biodegradabili, quali quelle trattate da questi opifici e atri insalubri già abbondantemente concentrati sul nostro territorio?
  • Quale altra vocazione di sacrificio – oltre quelle già esistenti deve assumersi la salute della comunità di Galatina e del Salento?

Grazie per l’ascolto egregi signor Sindaco, Presidente Dr Antonio Antonacci e grazie a voi tutti consiglieri.

Presidente dell’Associazione NoiAmbiente e Beni Culturali di Noha e Galatina:

Marcello D’Acquarica 

 
Di Redazione (del 06/09/2018 @ 13:29:32, in NoiAmbiente, linkato 1627 volte)

Fu Aldo Moro a introdurla come materia curricolare nella scuola statale nel lontano 1958 ma successivamente la legge è stata totalmente esclusa dai programmi scolastici se non lasciata alla buona volontà degli insegnanti.

A breve però le cose potrebbero cambiare con l’arrivo dell’iniziativa di ANCI per una legge popolare, a cui partecipa anche Galatina, e quindi Noha.

Se ne parlava giusto ieri con l’Assessore Loredana Tundo, e cioè di un bisogno impellente di educazione civico culturale nella nostra comunità. La riflessione nasceva dal continuo logorio che il vandalismo in genere procura in modo vistoso ovunque si volga lo sguardo e vi si trova l’incuria e il degrado. Di fatto si ragionava nel caso specifico, dei beni comuni di Noha, e cioè i giardini pubblici con i loro arredi, la Trozza e i beni culturali storici, le aree private incustodite che diventano discariche abusive di materiali spesso pericolosi e nocivi alla nostra salute, le strade, gli edifici scolastici o pubblici in genere,  i marciapiedi, gli alberi, la piazza, insomma tutti quegli spazi che stanno al di fuori dell’uscio di casa ma che tutti condividiamo e viviamo.

http://www.comune.galatina.le.it/item/raccolta-firme-per-l-educazione-alla-cittadinanza

Il vandalismo non si limita alle malefatte del minore che, non educato o non seguito bene dalla famiglia, rompe i giochi dei giardini, né al cittadino che non raccoglie i bisogni corporali che il suo cane lascia in giro ovunque, il vandalismo va ben oltre. E’ l’indifferenza di chi non denuncia chi brucia la plastica, o chi sversa rifiuti ovunque, è la mancanza assoluta di presa di coscienza di ogni azione, compreso l’uso indiscriminato di prodotti chimici che avvelenano la terra e l’acqua, è il continuo non rispetto di tutte le regole del  codice stradale, come per esempio la guida senza cinture, con minori in piedi sui sedili anteriori, attaccatissimi al cellulare, parcheggiare in mezzo alla strada, ecc. Il vandalismo peggiore è proprio la mancanza di senso civico, di rispetto per l’altro, l’attenzione a non produrre rifiuti, l’azzeramento assoluto della gentilezza.  

Infine, e non per ultimo, la mancanza di educazione civica dei cittadini può anche diventare la causa di scelte rischiose per l’ambiente di chi governa il territorio (tipo inceneritori, TAP e/o Decreto Martina vari).

L’Educazione civica è alla base della formazione di un cittadino onesto intellettualmente, che ragiona in funzione del bene comune e partecipa al confronto sociale.

Quindi ben venga il ritorno  dell’educazione civica nelle scuole. Per il bene delle nuove generazioni che avranno a che fare con il futuro di questo Paese.

 

Il Direttivo

Fareambiente Laboratorio di Galatina-Noha

 

Care Concittadine, cari Concittadini,

vi scrivo con la sincerità che credo abbia sempre contraddistinto il mio operato, fatto di passione e di sacrificio. È nella sincerità che, avvicinandosi un periodo importante per la Città, sento il bisogno di rinnovare a ciascuna e ciascuno di voi il mio impegno a mettere in gioco tutto ciò che sono, la mia professionalità e il mio amore per Galatina, per un cambiamento che è già in atto.

Lo abbiamo preparato in questi cinque anni in cui costantemente abbiamo incamerato, mattone su mattone, risultati straordinari, soprattutto se visti dall’ottica così cupa a cui il burrone del dissesto finanziario ci stava abituando. Due numeri sopra tutti gli altri: circa 15 milioni di euro di finanziamenti ottenuti, 9 milioni di euro di risanamento delle casse comunali che facevano acqua da tutte le parti.

Tra questi due parametri c’è il fervore di una squadra che ha lavorato a disegni rilevanti, alcuni dei quali già compiuti.

Altri sono in essere, hanno già le basi per poter diventare realtà se la dedizione che l’Amministrazione ha già offerto alla Città troverà una nuova possibilità di confermare e migliorare ciò che ha costruito e immaginato per una Galatina sempre più incantevole.

I turisti si sono già accorti del volto nuovo delle nostre piazze, dell’offerta commerciale, enogastronomica, artistica e di intrattenimento che riusciamo a dare a chi viene a trovarci. Ci hanno premiato con una presenza straordinaria, apprezzando la nostra ospitalità.

Ma sta a noi accorgerci di quello che Galatina è davvero. A volte ce ne dimentichiamo, troppo presi dalla routine frenetica che ci fa vedere solo ciò che non va.

Galatina è una grande famiglia e ha al suo interno tante problematiche, certo, ma anche tanta ricchezza, tanta potenzialità da far venire fuori, tanto da raccontare. Ha le difficoltà, quelle umane che ognuno di noi affronta nella sua personale crescita e nella crescita ancora più ampia che coinvolge la società. Ma ha anche giorni di festa, traguardi, ricorrenze, obiettivi.

Abbiamo affrontato un’inaspettata pandemia mondiale coordinando esigenze mediche e di gestione di ogni tipo, puntando a non rimanere in ginocchio, ma traendo da ogni problema un motivo di orgoglio. È bastato guardare ciò che la sanità è riuscita a fare, pur duramente colpita, nell’aiutare la gente. È bastato vedere come le Forze dell’Ordine, la Polizia Locale e la Protezione Civile si siano messe a disposizione delle persone, nelle loro attività di controllo e assistenza. In un ipotetico triangolo il terzo punto focale è stato proprio Palazzo Orsini con una vigilanza costante e un’organizzazione da rimettere in discussione di mese in mese, in base alle esigenze. Abbiamo affrontato il dolore, il lutto e la paura con coraggio e rispetto per chi si stava spendendo per il bene di tutti.

Galatina è una comunità in cui chiunque ne faccia parte ha un ruolo importante. A questa famiglia confermo la disponibilità a dare il mio contributo, facendomi carico di tutti quegli scogli che a volte neanche si vedono, ma che sono barriere complicate da superare, per consegnare alla Città quanta più soddisfazione possibile. Prendere il brutto e trasformarlo in gioia, concretamente, senza utopie da inseguire.

A progettare il futuro abbiamo già cominciato. Sono pronto a proseguire verso questo orizzonte investendo tutto me stesso, la mia esperienza già maturata da Sindaco, ma anche l’umiltà, la determinazione e la lungimiranza che devono appartenere a chi governa Galatina.

Saranno mesi intensi, ma io sarò sempre accanto a voi, come ho fatto in questi anni, pronto a rispondere a ogni dubbio e a ogni speranza con l’azione concreta di un uomo innamorato del proprio Paese.

 

A presto

Marcello P. Amante

Sindaco di Galatina

 

Con questa puntata si chiude il laborioso lavoro di ricerca storica portato avanti dall’indefesso nostro concittadino e amico, P. Francesco D’Acquarica, un monumento vivente, un uomo del quale in Onore non si dirà né si scriverà mai abbastanza.

Nonostante le sue ottantatré primavere, sappiamo che P. Francesco è già al lavoro sulle sudate carte, pronto a farci intraprendere nuovi e appassionanti viaggi nel mondo della nostra affascinante (e talvolta misteriosa) Storia di Noha.

Con spirito di gratitudine, formuliamo a P. Francesco (e a tutti i lettori di Noha.it) il nostro fervido voto augurale.

La redazione

 

Questa è l'ultima parte della mia mia ricerca condotta fra archivi di curia e parrocchia. Attraverso un lungo percorso di circa 1200 anni di storia di Vescovi di Nardò e Parroci di Noha (anche se descritti sinteticamente) vi ho portato a conoscere persone ed eventi che in qualche modo hanno modificato il corso della vicende storiche della nostra cittadina. Don Donato Mellone, come potrete leggere, fu l'ultimo dei parroci di Noha legato alla diocesi di Nardò. Sotto il suo archipresbiterato la parrocchia cambiò giurisdizione, passando definitivamente sotto quella dell’arcidiocesi di Otranto e dei suoi Vescovi.

Il percorso dunque termina qui. Ma la storia, come la vita, continua inesorabile.

P. Francesco D’Acquarica

 

Antonio Rosario Mennonna (1906 - 2009)

Vescovo di Nardò dal 22 feb. 1962 al 30 set. 1983 

Motto: Ut ascendam in montem Domini

(Per salire sul monte del Signore)

Dal 1962 al 1983 i Pontefici furono:

            Paolo VI (1897-1978)                                           Papa dal 1962 al 1978

            Giovanni Paolo I (1912-1978)                             Papa dal 1978 al 1978

            S. Giovanni Paolo II (1920-2005),                   Papa dal 1978 al 2005

 

            Arciprete di Noha

            Don Donato Mellone (1925-2015),                   parroco dal 1963 al 2002

 

            Antonio Rosario Mennonna nacque a Muro Lucano il 27 maggio 1906. Frequentò i corsi ginnasiali presso il seminario arcivescovile di Benevento, insieme a Pasquale Quaremba (futuro Vescovo di Gallipoli),  grazie ad una borsa di studio. 

            Nel 1928 si laureò cum laude in sacra teologia. Presso l'università degli studi di Napoli ottenne invece la laurea in Lettere Classiche.

            Fu ordinato sacerdote, il 12 agosto 1928. Insegnò lettere nel seminario di Potenza e presso l'istituto vescovile parificato di Muro Lucano ove ricoprì anche l'ufficio di preside.

            Il 5 gennaio 1955 Pio XII lo elesse Vescovo di Muro Lucano. Qui rimase per 10 anni.

            Papa Giovanni XXIII (1881-1963), il 22 febbraio 1962, alla vigilia dell'apertura del Concilio Vaticano II, al quale partecipò assiduamente, lo trasferì la sede vescovile di Nardò quale successore di Mons. Corrado Ursi. Salvatore Rizzello, che confermerà suo vicario generale, lo accolse, a nome dell'intera diocesi neretina, i cui fedeli erano accorsi numerosissimi nel corso di una giornata torrida, il 23 giugno 1962, giorno della sua presa di possesso canonico.

            Tra le sue prime decisioni troviamo la prosecuzione della costruzione della nuova sede del seminario diocesano, opera voluta dal suo predecessore, le cui fondamenta erano state benedette il 31 maggio 1960. Il medesimo istituto venne poi inaugurato il 7 maggio 1964 dal Mennonna stesso e dal predecessore Corrado Ursi.

            Svolse 3 visite pastorali, negli anni 1964, 1970 e 1975, ed infine, una visita ad limina, verso gli inizi degli anni ottanta.

            Valorizzò la casa per Esercizi spirituali, Villa Tabor, in contrada Cenate. Visitò, più volte, all'estero, gli emigranti diocesani. Eresse 13 parrocchie e fece costruire 22 chiese.

            Indisse un pellegrinaggio mariano diocesano a Lourdes. Fece ristrutturare il palazzo vescovile grazie ad una legge ad hoc, per danni di guerra e, successivamente, la cattedrale. Grazie all’interessamento di Mons. Mennonna, la cattedrale di Nardò nel 1980 fu elevata al rango di basilica minore pontificia dal papa Giovanni Paolo II.

            Nel 1979 indisse, nel ricordo del 25º di ordinazione episcopale, un anno mariano che si svolse per tutto il 1980. Le celebrazioni, alle quali partecipò il domenicano P. Mario Luigi Ciappi (1909-1995), celebre teologo fiorentino suo amico, ebbero inizio il 31 ottobre 1979 in piazza San Pietro, a Roma. In quella occasione Papa Giovanni Paolo II, al termine della rituale preghiera dell'Angelus, alla presenza di Jacques-Paul Martin e di Stanisław Dziwisz, benedisse la nuova statua della "Madonna della Pace" e rivolse un caloroso saluto al vescovo Mennonna, al Clero, ai sindaci ed ai fedeli accorsi per l'occasione. La statua della Vergine fu poi portata, solennemente, in pellegrinaggio in tutti i Comuni della diocesi, Noha inclusa. A detta dello stesso Mennonna, Noha fu “una delle parrocchie più attive e meglio organizzate a ricevere il simulacro della Santa Vergine della Pace, ma soprattutto le Sue Grazie”.

            Nel 1980 proclamò la Madonna della Coltura quale “Patrona dei  Coltivatori Diretti” della diocesi. Per suo interessamento, Michele Mincuzzi, Vescovo di Lecce, nel 1981, estese il patronato della Vergine a tutti gli altri coltivatori dell'intera provincia  ecclesiastica dell’arcidiocesi di Lecce.

            Il 20 ottobre 1980, su delega di Mons. Nicola Riezzo, presso l’aeroporto militare di Galatina, Antonio Rosario Mennonna, con una corona di numerosi seminaristi, accolse e congedò papa Giovanni Paolo II in visita pastorale ad Otranto.

            Nell'estate del 1981, ai sensi delle norme canoniche, presentò a papa Giovanni Paolo II la rinuncia al governo pastorale della diocesi per raggiunti limiti d'età. Ottenne, a causa delle conseguenze del terremoto dell'Irpinia del 1980, una proroga del mandato, sino al 30 settembre 1983.

            Lasciò definitivamente la diocesi neretina, dopo aver salutato personalmente tutte le parrocchie, il 7 dicembre 1983, per far ritorno a Muro Lucano.

            Al momento della sua morte, avvenuta il 6 novembre 2009, all’età di 103 anni, era il decano dell'episcopato italiano ed il secondo Vescovo più anziano al mondo, dopo il vietnamita Antoine Nguyên Van Thien.

           

Relazione con la chiesa di Noha

            In questo periodo il parroco di Noha era don Donato Mellone.

            Il Vescovo Mennonna, come abbiamo già detto,  era arrivato in diocesi il 23 giugno 1962 e quasi subito dovette risolvere il problema della nomina del nuovo parroco di Noha. Il vecchio parroco don Paolo Tundo era morto quasi improvvisamente all’età di 74 anni il 30 giugno del 1962. Il suo viceparroco era un suo nipote don Gerardo Rizzo (1924-2007) che sperava di essere il successore. Le cose invece andarono in maniera diversa.

            Tra le vecchie carte di don Donato Mellone abbiamo rinvenuto una pergamena in ottimo stato con la quale il Papa Paolo VI (1897-1978) di sua propria autorità, affidava al quarantaduenne don Donato Mellone la parrocchia di San Michele Arcangelo in Noha, senza concorsi e senza esami, quando invece, a norma del Diritto Canonico, concorso ed esami erano a quel tempo richiesti. Addirittura il Papa si era personalmente disturbato per la parrocchia di Noha.

Perché il Pontefice intervenne personalmente per stabilire la successione di don Paolo Tundo? Il documento papale in questione dice: “[...] Su segnalazione del nostro fratello, il Vescovo di Nardò, con l’autorità apostolica, senza concorso e senza esame, la conferiamo e la assegniamo a te”.

            Possiamo accennare qui ad una situazione piuttosto delicata che si era venuta a creare al momento della morte dell’arciprete Mons. Paolo Tundo. Il successore naturale sembrava che dovesse essere don Gerardo Rizzo, suo nipote, che già era anche il suo viceparroco.

            Intanto bisogna tenere presente che prima della riforma del 1983 voluta dal Concilio Vaticano II, il Sacerdote candidato alla parrocchia doveva “vincere” un concorso sostenendo e superando un esame davanti ad una commissione e, una volta eletto (dal Vescovo), era inamovibile. Solo in seguito a morte o a personale rinuncia, o anche per promozione ad un incarico superiore, il Vescovo poteva rimuovere il parroco dal proprio servizio pastorale.  Attualmente, invece, l’incarico di parroco viene conferito direttamente dal Vescovo diocesano senza concorsi e senza esami per una durata di nove anni, e perciò a tempo determinato. Allo scadere dei nove anni il Parroco deve essere disponibile all’avvicendamento, e il Vescovo potrebbe destinarlo a nuovo incarico.

 

            Pare però che don Gerardo incontrasse qualche difficoltà nel superamento di questo concorso, o forse ne era nata una contestazione. Così, onde evitare ogni tipo di complicazioni, il Papa in persona, dopo un anno e tre mesi di “sede vacante”, richiesto dal Vescovo di Nardò pro-tempore, Mons. Antonio Rosario Mennonna, che proponeva don Donato Mellone, diede direttamente il mandato di Parroco a quest’ultimo, senza concorsi e senza esami, data anche l’esperienza decennale maturata nella parrocchia di Santa Maria al Bagno e Santa Caterina di Nardò, “contro ogni appello di coloro che avrebbero potuto vantare pretese diverse”: Decernentes irritum et inane quidquid in contrarium attentatum fuerit vel contigerit attentari. Linguaggio latino ecclesiastico molto semplice e molto chiaro. Così nel 1963  don Donato Mellone divenne arciprete di Noha.

Nipote dell’arciprete don Paolo Tundo da parte materna, don Donato era nato a Noha nel 1925. Nel 1948 fu ordinato sacerdote.

            Un problema urgente che si presentò a questo arciprete fu l’instabilità statica dell’antichissima Chiesa Madonna delle Grazie. Anzi la trovò già inagibile perché pericolante. Il Comune di Galatina offriva 1750 mq di terreno che poi divennero 3000 per costruirne una nuova, in cambio del suolo su cui c’era l’antica chiesa che, purtroppo, fu demolita. Sicuramente Noha ci ha guadagnato con la costruzione della nuova chiesa terminata agli inizi del nuovo millennio, con tutte quelle strutture oggi necessarie per la pastorale come le varie salette per aule di catechismo, salone parrocchiale, sala giochi, uffici per il parroco e spazi anche all’esterno. Ma la demolizione dell’antica chiesa ottagonale fu una grave perdita: un tempo a Noha ma anche altrove i beni culturali non erano una priorità. E a proposito di questa demolizione è opportuno precisare che non fu solo responsabilità del parroco ma soprattutto delle autorità competenti del Comune di Galatina, che preferirono la demolizione al restauro di quella chiesa.

            Fu di questo tempo la costruzione della casa canonica quasi di fronte alla chiesa parrocchiale, molto utile per le opere parrocchiali. E' anche di questo tempo il rifacimento dell’altare maggiore della chiesa madre secondo le nuove norme liturgiche. A  mio parere la demolizione di quello vecchio è discutibile: si poteva conservarlo pur creando quello moderno. Fu anche tolto il vecchio organo a canne e a mantice, sostituito con uno nuovo della Ditta Continiello di Monteverde Avellino inaugurato nel 1971.

            Il Vescovo Mennonna spesse volte si recò a visitare la parrocchia di Noha e incontrò Don Donato. Oltre alle diverse visite pastorali compiute in quegli anni venne per esempio nel 1964 a benedire la campane del cimitero; nel 1973 partecipò, insieme ad altro clero, ai festeggiamenti per il XXV di sacerdozio del parroco; benedisse e inaugurò il nuovo altare maggiore e il nuovo organo a canne; benedisse la casa canonica e anni dopo la nuova sacrestia. Infine, qualche mese prima di lasciare la diocesi benedisse e inaugurò con il calcio a un pallone il nuovo stadio comunale di Noha, assistendo alla partita amichevole Associazione Calcio Noha – Unione Sportiva Pro-Italia di Galatina…

            La nuova chiesa della Madonna delle Grazie fu inaugurata l'otto dicembre 2001 quando ormai Noha non era più nel territorio della diocesi di Nardò ma in quello dell’archidiocesi di Otranto: fu certamente una data storica per tutta la comunità di Noha, una data che rimase scolpita nella memoria di molti suoi cittadini che, stretti attorno al loro parroco, inaugurarono, con la cerimonia di consacrazione e dedicazione alla Madonna delle Grazie, la nuova chiesa, gli annessi locali per le attività pastorali, la casa canonica e gli ampi saloni parrocchiali.

            Il nuovo complesso edilizio ubicato in una vasta area nella nuova zona presidenziale è opera grandiosa, monumentale, fortemente voluta e sognata da don Donato Mellone per molti anni.

            Per quest'opera, l'instancabile parroco, ormai di venerata memoria, profuse per tanti anni, impegno, energie, notti  insonni e i suoi risparmi.

            Alla cerimonia fu presente l'Arcivescovo di Otranto, mons. Donato Negro, vi erano numerosi sacerdoti, chierici e diaconi, il Sindaco ed altre autorità civili e militari. La comunità, riunitasi prima nella Chiesa Madre "San Michele", si mosse poi in processione solenne verso la nuova Chiesa dove una folla enorme attendeva già da tempo l'arrivo del corteo.

            Sull'ampio sagrato, l'ingegnere Vincenzo Paglialunga, prendendo la parola, descrisse le caratteristiche strutturali, tecnologiche, planimetriche dell'opera, consegnando, alla fine del discorso, le chiavi all'Arcivescovo, il quale, a sua volta, le consegnò all'emozionatissimo don Donato che aprì per la prima volta il portale ligneo della nuova Chiesa.

            Il rito si  concluse con il discorso del Parroco, che con voce rotta dall'emozione e da numerosi applausi, volle ringraziare tutti coloro che lo avevano aiutato a realizzare la nuova chiesa.

            Anche l'Arcivescovo, contravvenendo al cerimoniale, volle andare incontro al parroco e portandolo al centro, di fronte all'altare, disse: Ha ringraziato tutti, ma ora noi tutti ringraziamo don Donato. Un lungo applauso tributato a don Donato dai presenti, tutti in piedi, nella nuova Chiesa gremita fino all’inverosimile, fu l'espressione della gioia e della partecipazione più bella e più toccante.

           

Sacerdoti di questo periodo

            In questo periodo il Vice parroco fu sempre don Gerardo Rizzo, nipote di don Paolo Tundo da parte materna.

            Anche il sottoscritto è nato a Noha: vissuto quasi sempre lontano perché Missionario della Consolata, ma che ha conservato tutto l’amore e l’affetto per il paese d’origine. Anche don Francesco Turrino (classe 1954) è nativo di Noha, ma incardinato nella diocesi di Avezzano.

 

Suore di questo periodo

* Suor Anna Maria Misciali, nata nel 1944 e morta nel 2000, delle Suore “Discepole di Gesù Eucaristico”. E’ sepolta nel cimitero di Noha.

* Suor Anna Flaminia Scrimieri, nata nel 1914 e morta nel 1985. Anch’essa sepolta nel cimitero di Noha.

* Suor Agata Paglialunga (1913-2002) della Congregazione Discepole di Gesù Eucaristico.

Sono ancora viventi:

* Suor Carmelita De Lorenzis

* Suor M.Maddalena Piscopo

Anche queste Suore Discepole di Gesù Eucaristico. E infine:

* Suor Orsolina D’Acquarica, Missionaria della Consolata che ha vissuto per 30 anni in Amazzonia brasiliana.

            Don Donato Mellone, compiuti i 75 anni diede le dimissioni, ma il Vescovo di Otranto, Mons. Donato Negro, gli concesse (non richiesta) una proroga biennale, affinché fosse portato a termine e coronato il sogno della sua vita: vale a dire l’inaugurazione del complesso monumentale della Madonna delle Grazie.

 

Aldo Garzia (1927-1994)

Vescovo di Nardò dal 30 settembre 1983 al 17 sett. 1994

Motto: Evangelii factus minister

(Divenuto ministro del Vangelo)

Dal 1983 al 1994  il  Pontefice era:

            S. Giovanni Paolo II (1920-2005)                    Papa dal 1978 al 2005

 

            Arciprete di Noha

            Don Donato Mellone (1925-2015),                   parroco dal 1963 al 2002

 

            Aldo Garzia, figlio di agricoltori, era nato a Parabita, in provincia di Lecce,  il 3 maggio 1927.

            Giovanissimo entrò nel seminario diocesano di Nardò e, successivamente, per gli studi liceali nel seminario regionale Pio XI, di Molfetta, allora guidato dal rettore Corrado Ursi.

            A Napoli completò gli studi teologici, presso il seminario pontificio di Posillipo. Si laureò in teologia e in filosofia. Nella sua diocesi natale ebbe molti incarichi. Fu anche segretario particolare di Corrado Ursi e di Antonio Rosario Mennonna.

            Paolo VI, il 7 ottobre 1975, lo elesse amministratore apostolico alla chiesa titolare di Assidona e lo assegnò quale amministratore apostolico, sede plena, e vescovo coadiutore di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi, in sostituzione di Settimio Todisco che era stato promosso arcivescovo di Brindisi. Alla morte del vescovo di Molfetta Achille Salvucci, avvenuta il 18 marzo 1978, Aldo Garzia divenne Vescovo della diocesi di Molfetta.

            Ricoprì anche l'incarico di amministratore apostolico, sede vacante, di  Bitonto e Ruvo di Puglia.

            Giovanni Paolo II, il 15 giugno 1982, lo trasferì alla diocesi di Gallipoli e nello stesso tempo lo nominò coadiutore del Vescovo Antonio Rosario Mennonna. Il 30 settembre 1983 divenne Vescovo di Nardò. Il 30 settembre 1986, in base alle disposizioni della Santa Sede riguardo al riordino delle diocesi italiane, fu nominato primo vescovo della nuova diocesi di Nardò-Gallipoli. Morì, a causa di una grave malattia, il 17 dicembre 1994, a Nardò. Fu sepolto nella cattedrale di Nardò.

 

Relazione con la chiesa di Noha

            A questo punto devo mettere un punto alla mia ricerca su “La Chiesa di Noha e i Vescovi di Nardò”, perché fu proprio durante l’episcopato di Mons. Aldo Garzia che avvenne il passaggio della chiesa di Noha dalla diocesi di Nardò a quella di Otranto.

            In virtù del Decreto del 16 Luglio 1988 della Congregazione dei Vescovi per la revisione dei confini territoriali delle circoscrizioni diocesane della Provincia ecclesiastica di Lecce che vuole che i confini della Diocesi coincidano esattamente con i confini dei Comuni dello Stato Italiano, Noha, in quanto oggi frazione di Galatina, la quale a sua volta dipende dalla Diocesi di Otranto, il 26 novembre 1988 passò definitivamente alla Diocesi di Otranto. Il rito solenne del passaggio fu celebrato nella chiesa madre di San Michele Arcangelo in Noha alla presenza del Vescovo di Nardò Mons. Garzia e di Mons. Vincenzo Franco (2917-2016) che fu Arcivescovo di Otranto dal 1981 al 1993.

Così la nostra cittadina, dopo aver perso la sua autonomia politica nel corso della seconda metà del ‘800, perse anche il legame canonico, ma mai quello del suo, diciamo così, Dna strettamente legato alle origini e alla storia della sua diocesi primitiva.

            Terminano così la serie dei Vescovi di Nardò che hanno avuto relazioni giuridiche, pastorali, ecclesiali e, perché no, anche d’affetto con la chiesa di Noha.

            Peccato. Sì, perché l’appartenenza secolare alla Diocesi di Nardò in un certo senso identifica la storia della Comunità con quella della Diocesi.

            Ma quel che conta veramente è l’unità, dono dello Spirito, che ci fa volgere lo sguardo verso un solo Dio, un solo Signore, un solo Battesimo e una sola Speranza.

P. Francesco D’Acquarica

 

Torna la Fiera Campionaria di Galatina. Quello che è da sempre uno degli eventi più attesi dall'intera cittadinanza, viene riproposto in una veste nuova, adatta alle esigenze attuali, ma allo stesso tempo pensata per un ritorno alle sue origini.

La 64a edizione della Fiera Campionaria si svolgerà all’interno dell'Istituto Comprensivo Polo 1 di Piazza Fortunato Cesari, proprio nel cuore pulsante della Città, lo stesso luogo in cui, il 26 giugno 1949, si svolse la prima edizione dell’allora Mostra mercato del commercio, dell’industria e dell’artigianato.

Come da tradizione, la Fiera 2023 si svolgerà nei giorni in cui Galatina celebra i suoi Santi Patroni Pietro e Paolo, e precisamente dal 27 al 30 giugno.

Divenuta nel tempo un vero punto di riferimento per l’intero tessuto produttivo regionale, dopo i noti eventi che hanno portato alla interruzione della manifestazione per alcuni anni, quest’anno riapre le porte offrendo il meglio dei protagonisti che il nostro territorio contiene nel campo dei settori dell'artigianato, dell'agricoltura, dell'industria, del commercio, dell'enogastronomia.

Il ritorno di uno degli appuntamenti più importanti per Galatina è stato voluto fortemente dall’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Fabio Vergine, che fin dalla campagna elettorale ha garantito il proprio impegno per far sì che la Fiera Campionaria potesse tornare a vivere, essendo una prestigiosa vetrina per le tante eccellenze del territorio.

Possiamo definire la Campionaria come un vero segno di rinascita per Galatina e per i Galatinesi. Ma non solo, questo evento sarà un attrattore estremamente di primo piano per i tanti turisti che in quei giorni ci verranno a trovare dall’intera Regione Puglia, da tutta Italia, ma anche da diverse parti del mondo”. Affermano Carmine Perrone, Assessore ai Lavori pubblici, Grazia Anselmi, Assessore con delega al turismo, e Diego Garzia, Consigliere Comunale delegato agli eventi. “Per noi, la Fiera rappresenta un importante polo di crescita e di sviluppo per l’intero tessuto produttivo cittadino. Riprendere la tradizione e riproporla nei giorni in cui onoriamo i nostri Santi Patroni è il miglior modo per trascorrere la nostra festa, che per Galatina rappresenta l’appuntamento per eccellenza di ogni estate”.

La rinnovata edizione fieristica torna dopo gli anni bui della crisi societaria e a seguire della pandemia, che purtroppo ha messo in ginocchio imprese, artigiani, agricoltori e famiglie.

La fiera di quest’anno può essere considerato come un segno di speranza in periodi migliori ma anche come un’importante occasione di rilancio per l’intero comparto fieristico, che molti definivano ormai morto, ma che invece questa Amministrazione Comunale ha intenzione di valorizzare, quale volano di crescita per la stessa Città di Galatina, che finalmente sta tornando ad essere l’ombelico del Salento invidiato da tutti”.

Segreteria Sindaco

 

Mercoledì 10 ottobre è stata conferita la cittadinanza italiana e la residenza galatinese a Fernando Masi, di origini lucane, e Sol Vera, di origini piemontesi, ospiti del progetto “Raiz Italiana”. Il progetto, vincitore del bando regionale PIN (Pugliesi Innovati), è stato ideato da Marina Gabrieli, Attilio Ardito e Mariana Bobadilla e punta a offrire assistenza a tutti coloro che sono intenzionati a scoprire le proprie origini e a creare o rinsaldare il legame con l’Italia, offrendo supporto per la ricerca di documenti, per la riscoperta dei percorsi intrapresi dalle loro famiglie, e per tutto l’aspetto burocratico del disbrigo pratiche. Raiz Italiana, che ha iniziato una proficua e intensa collaborazione con il Comune di Galatina, offrendo percorsi di Cittadinanza Attiva consente il recupero di tutta quella cultura ed educazione civica italiana tale per cui venga riconosciuto il possesso dello status civitatis italiano”.

In presenza del sindaco Marcello Amante, dell’assessore alla cultura Cristina Dettù, Fernando e Sol hanno firmato l’atto di cittadinanza divenendo a tutti gli effetti italiani. Per la prima volta il Comune di Galatina, grazie alla preziosa collaborazione con il responsabile del procedimento Giuseppa Romano dell’Ufficio Anagrafe, ha realizzato questo tipo di percorso innovativo.

“E’ un progetto che abbiamo sposato non appena ci è stato proposto – afferma il Primo cittadino di Galatina Marcello Amante – perché crediamo fermamente nella riscoperta delle radici e delle proprie famiglie come momento fondante della storia e della formazione di chiunque di noi. Conoscere questi ragazzi, volenterosi e desiderosi di aprirsi a una cultura diversa dalla loro, ci ha fatto riflettere e guardare positivamente al progetto Raiz Italiana.”

Ufficio stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 12/01/2017 @ 13:25:32, in Lettere, linkato 5210 volte)

(foto inviataci da un lettore di Noha.it )

Ringrazio il cittadino di Noha che ha chiesto pubblicamente chiarimenti sull’attività della discarica controllata per rifiuti inerti speciali gestita dalla società “Ecologica De Pascalis”, situata a Galatina in località Masseria Colabaldi, perché mi permette di sciogliere dubbi e di dare informazioni corrette. “Domandare è lecito, rispondere è cortesia”, dice un vecchio proverbio, ma in questo caso ritengo la risposta doverosa sia come imprenditore, che come candidato che si propone di amministrare la città.  

Le mie aziende hanno una storia che per la società madre risale al 1950 e di cui sono solo un socio. Ogni imprenditore ambisce a una lunga vita per la sua azienda, ma è la cosa più difficile da ottenere. Non si arriva facilmente al traguardo della lunga vita di un’azienda: si raggiunge per capacità imprenditoriale, ma anche rispettando le norme. Mi preme poi precisare che anch’io vivo a Galatina con la mia famiglia, ci sono cresciuti i miei figli e i miei nipoti, qui vivono tutti gli affetti più cari e tanti amici. Aldilà della mia personale sensibilità alle tematiche ambientali rimane il fatto che se danneggiassi l’ambiente lo farei anche a mio danno e a danno delle persone a cui voglio bene.

E ora veniamo ai quesiti del cittadino di Noha preoccupato dei tanti tir che arrivano nella discarica controllata e per l’eventuale pericolosità del materiale stoccato. La sua preoccupazione verte, in modo particolare, sulle traversine ferroviarie che, secondo lui, non potrebbero essere smaltite nella nostra discarica in quanto non assimilabili al materiale edile. Si preoccupa anche, in caso di smaltimento legittimo delle traversine, di «chi controlla che il materiale non sia impregnato di sostanze pericolose in grado da provocare danni al terreno e alla falda acquifera sottostante». Tutte le preoccupazioni sono poi infarcite di rimandi a fatti di cronaca più o meno recenti: discarica di Burgesi e Gomorra che nulla hanno a che vedere con la realtà della discarica controllata per rifiuti inerti speciali gestita dalla società “Ecologica De Pascalis”. Benissimo.

Tranquillizzare il cittadino nohano e tutti i miei concittadini è molto semplice: non devo inventare nulla perché l’attività della discarica controllata è assolutamente chiara e trasparente. Si tratta di una discarica controllata per rifiuti inerti speciali regolarmente autorizzata che, al momento, smaltisce anche traversine ferroviarie in cemento. La differenza tra queste e quelle in legno è sostanziale perché le prime sono traversine in cemento precompresso, particolarmente innocue e inerti. Sono realizzate con una semplice colata di cemento, nella relativa forma, senza subire alcun trattamento e l’aggiunta di alcuna sostanza. Nel momento in cui non sono più utilizzate sono classificate dal Catalogo Europeo Rifiuti (Cer) con il codice 17.01.01 dove il 17 indica la provenienza del rifiuto (rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione), lo 01 la famiglia a cui quali appartiene il rifiuti (cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche) e le ultime due cifre (01) indicano la tipologia del rifiuto da smaltire (cemento). Diverso il discorso delle traversine ferroviarie in legno impregnate con creosoto (una sostanza di composti chimici, anche cancerogeni) che sono considerate rifiuto speciale pericoloso.

La discarica controllata “Ecologica De Pascalis” non riceve traversine ferroviarie in legno e quindi non procura alcun danno ambientale. Le porte dell’azienda sono sempre aperte per i dovuti controlli e non ho alcun timore al riguardo. A disposizione dei cittadini metto un indirizzo mail (giampierodepascalis@libero.it) a cui indirizzare qualsiasi dubbio, richiesta di chiarimenti, segnalazioni di criticità.

Per chi, poi, vuole essere informato in modo dettagliato sulle differenze che ci sono tra traversine ferroviarie in legno e in cemento a seguire potrà troverà una descrizione delle differenze tra i due prodotti e i riferimenti normativi che regolano lo smaltimento.

 

Giampiero De Pascalis

 

Traversine in legno

Le traversine in legno sono state diffusamente utilizzate in passato  dalle Ferrovie dello Stato per la costruzione delle linee ferroviarie. A far data 01/01/2002, con l’entrata in vigore dei nuovi codici Cer (Catalogo Europeo Rifiuti) a seguito della Decisione 2000/532/Cee e s.m.i., le traversine ferroviarie in legno venivano riclassificate con codice Cer 17.02.04 (rifiuto pericoloso) che sta ad indicare “… legno contenenti sostanze pericolose o da esse contaminate” . Pertanto, da tale data, le traversine di legno impregnate con creosoto sono da considerate rifiuto speciale pericoloso, quindi non più riutilizzabili ai sensi del punto 9.1 del Dm 05/02/1998. Tale classificazione era dovuta, per l’appunto, alla sostanza, pericolosa (creosoto) utilizzata per renderle più resistenti nel tempo. Pertanto, le stesse, una volta rimosse dal tracciato ferroviario, possono: essere riutilizzate quale traversine o, in caso contrario, smaltite come rifiuti pericolosi, in quanto impregnate col predetto creosoto, composto fenolico pericoloso.

 

Traversine in cemento

Recentemente le predette traversine in legno, per l’eccessivo costo di smaltimento a fine vita e per la sostanza pericolosa utilizzata per la loro preparazione, avente un forte impatto sulle matrici ambientali, sono state sostituite da traversine in cemento precompresso, particolarmente innocue e inerti. Infatti si tratta di una semplice colata di cemento, nella relativa forma, che non ha subito alcun trattamento e l’aggiunta di alcuna sostanza.

A fine vita le traversine in cemento, che non sono più utilizzate nelle tratte ferroviarie, sono classificate dal Cer con il codice 17.01.01 dove il 17 indica la provenienza del rifiuto (rifiuti delle operazioni di costruzione e demolizione), lo 01 indica la famiglia ai cui appartiene il rifiuto (cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche)  e l’ultimo 01 indica la tipologia del rifiuto da smaltire (cemento).

Ovviamente stiamo parlando di traversine in cemento dismesse sulle quali sono passati solo dei treni e non sono mai venute a contatto con sostanze pericolose. Certo è che se al momento dell’accettazione del rifiuto in discarica si notano situazioni diverse da quelle dichiarate nel Fir (Formulario Identificazione Rifiuti comunemente detta “bolla” dai non addetti ai lavori), la discarica richiederà al produttore ulteriori analisi sul rifiuto, pur non essendo dovute né richieste.

 

Nel dicembre 2019 l’A.S.D. “Virtus Basket Galatina”, ha donato, in collaborazione con l’Ente del Terzo Settore “Cuore e mani aperte” OdV, un’Area Giochi inclusiva realizzata presso l’Area verde “Prof. V. Carrozzini” in Via Calatafimi a Galatina.
La suddetta Area Giochi Inclusiva è stata dedicata proprio al Dr. Pietro Antonio Colazzo. Da allora, ogni anno, in occasione dell’anniversario della morte del nostro concittadino organizziamo una piccolissima cerimonia per ricordare l’esempio di un Uomo dell’Intelligence che ha perso la vita dando prova di fedeltà allo Stato e ai suoi cittadini.
Anche quest'anno, domenica 3 marzo u.s., abbiamo deposto una piccola corona di fiori auspicando l’inizio di un percorso ampio e condiviso che possa, negli anni avvenire, dare il giusto risalto alla figura di un illustre galatinese che silenziosamente ha servito lo Stato e ha portato tanto lustro alla città di Galatina.

 Piero Russo

 
Di Antonio Mellone (del 26/11/2015 @ 13:23:35, in Ex edificio scolastico, linkato 5125 volte)

Non tutti i mali vengono per nuocere. Voglio dire che il dissesto finanziario di cui si vocifera a proposito del comune di Galatina (pare che i bilanci municipali fossero rosei solo perché redatti all’acqua di rose) è una buona occasione per bloccare in qualche modo lo sperpero di pubblico denaro perpetrato da troppi anni ai danni di noi altri contribuenti e a pro di chissà chi. Forse dei soliti noti.

In cassa, vivaddio, non c’è più il becco di un quattrino a disposizione dei nostri cosiddetti amministratori. I quali, d’ora in poi, per la solita sagra della cicora fritta galatinese (o per altri eventi culturali dal medesimo spessore) saranno costretti a elemosinare consuete o, meglio, più corpose sponsorizzazioni alla Colacem o ad altri affini gigli di campo (santo). Capirai che novità.

Sic stantibus rebus, si auspica che codesti nostrani sinistri politici (che, a dirla tutta, stanno alla Sinistra come Stanlio e Ollio alla matematica quantistica) la smettano una buona volta di provocar danni colossali all’erario, e, con la classica prosopopea tutta galatinese, anche finta di tagliar nastri tricolori per l’inaugurazione delle locali magnifiche opere pubbliche e progressive, come ad esempio le seguenti:

1) Palestra-hangar sul “grande raccordo anulare” di Galatina (quello tangente la città, ma forse in un altro senso, visto che la seca), aperta giusto il tempo di un debutto fra politici (come dire, debuttanti allo sbaraglio) e richiusa dopo due nanosecondi per assenza di fruitori, evidentemente anche a causa dell’impossibilità di un suo pratico utilizzo;

2) Auditorium cubista in fondo a viale don Bosco (non so se ve ne siano di più esteticamente orripilanti, ma sui gusti non si discute: carino però l’ingresso a ghiaia e zanguni, ndr.), inaugurato da Mimino nostro da par suo, vale a dire nella maniera più goffa del mondo, nonostante sia tuttora un semilavorato. Ovviamente, oggi, il suddetto Auditorium è in funzione come lo è l’orologio pubblico di Noha (quello per cui il tempo non passa mai);

3) Asilo infantile su viale don Bosco (ma cosa v’ha fatto ‘sto povero don Bosco per meritarsi tutte queste cattedrali, anzi, diciamo meglio, cappelle nel deserto, rimane un mistero). Pare manchi poco alla fine dei lavori (probabilmente il decisivo colpo di grazia). Se la suddetta scuola materna fosse entrata in funzione nei tempi previsti dalla cartellonistica di cantiere obbligatoria per legge, i suoi primi alunni oggi starebbero frequentando un master post-universitario. Campa cavallo (ché l’erba è già cresciuta nell’atrio). Secondo alcuni sarebbe d’uopo che la struttura, una volta sistemati i cessi, venisse utilizzata a fini di asilo politico;

4) Centro polivalente di Noha, inaugurato in pompa magna (e sottolineo pompa, ma anche magna, entrambi voce del verbo) rimasto di fatto al buio per la dimenticanza di una cabina elettrica. Da due mesi a questa parte non esiste più nemmeno l’allaccio provvisorio di cantiere perché agli scienziati dell’ufficio tecnico di Galatina era sfuggito un particolare: l’aggettivo “provvisorio” (e hanno così scordato di rinnovare l’abbonamento con l’azienda elettrica). Ora la matassa s’è vieppiù ingarbugliata e il guaio ingrossato: infatti, c’è il rischio concreto che il responsabile del Cesfet, tale prof. Siculella (fastidioso), gestore (sic) del Centro, chieda un risarcimento danni per la mancata agibilità della struttura. E sarebbe davvero la beffa oltre al danno: dopo la prima tranche di fondi pubblici, andata com’è andata, c’è il pericolo che Pantalone (cioè noi altri) debba di nuovo metter mano al portafoglio per far fronte alle conseguenze nefaste di un progetto redatto e realizzato più che in scienza e coscienza alla cazzodicane. Un mio concittadino, dopo aver capito in che situazione paradossale siam venuti a trovarci (ci ha impiegato due anni per afferrarlo: meglio tardi che mai) mi fa: “Allora perché non chiamiamo ‘Striscia’!”. Io confesso di non aver colto subito il fatto che si trattasse di un noto (?) programma televisivo sulle reti Mediaset (da anni non guardo Canile 5, nemmeno per sbaglio) e ho pensato che la striscia se la fosse appena fatta il mio interlocutore;

5) Cavallino bianco, un “contenitore” (ma come parlano? Le parole sono importanti, come diceva quel tale), senza ancora alcun contenuto. Io non vedo l’ora di assistere - partecipandovi da abbonato, s’intende - a qualche bella stagione concertistica o teatrale, anche se mi chiedo cosa audiremo d’ora in poi nel “contenitore” piazzato in fondo al vialone don Bosco. Mysterium anzi auditorium fidei. Nell’attesa, godiamoci pure questa n-esima inaugurazione con tanto di sindaco bardato con fascia d’ordinanza, nastri tricolori da tagliare, madrine e, ovviamente, padrini, applausi di circostanza, foto, video e connesse ciarle d’occasione da parte dei “giornalisti” a cui va bene tutto. A noi altri, “cui non va mai bene nulla”, non rimane che augurare al Cavallino di non rimanere, come dire, in bianco.

*

Cosa fanno i membri dell’opposizione in tutto questo? Come sempre i collaudatori di bare.

Cosa volete da me? Questa è la politica assegnata a questo sistema solare: un’accozzaglia di personaggi che risponde al codice geometrico esistenziale del cemento e dell’asfalto, e che, nostalgica, non vede l’ora che ritorni presto l’era del cinghiale bianco (più che del Cavallino), meglio noto ai più come mega-porco commerciale.

Antonio Mellone

 

Credo che l’articolo di Antonio Antonaci meriti una risposta da cittadino e da militante nel centrosinistra da quando avevo 15 anni. Rischia di essere, altrimenti, l’incipit di argomenti pericolosi e potenzialmente tossici per il dibattito.

Partiamo dall’origine del suo scritto e cioè una risposta alla lettera di Fabio Vergine, lettera in cui racconta l’impostazione della sua campagna elettorale e argomenta le sue scelte.

Condivisibili o no, andrebbero affrontate nel merito.

Invece la sintesi del discorso di Antonaci è accusarlo di non essere abbastanza galatinese. Una serie di sottintesi tutti in questa direzione che, personalmente, mi deludono e mi lasciano l’amaro in bocca.

Voglio evitare di fare cassa da risonanza di questa pericolosa china culturale o entrare nella polemica politica, di cui non credo nessuno senta il bisogno.

Ma… cosa significa essere forestiero? Aver studiato fuori? Aver avuto interessi economici fuori dall’agro galatinese? Aver collaborato con l’Università di Lecce? Questo costituisce un minus per un cittadino galatinese o un arricchimento? Questa ricerca della purezza della “razza galatinese” è davvero un punto di sintesi del pensiero di Antonaci (e di Antonica, che ha detto le stesse identiche cose ad una iniziativa dei commercianti, almeno dai racconti ricevuti)? Questo mi preoccupa perché ho dei nipoti, di colore e italo-americani, ed io stesso sono galatinese solo dal 2009 e solo da parte di madre perché nella mia vita ho vissuto prima ad Ugento, poi a Roma e poi a Lecce. Saremmo adeguati a fare politica in città o dovremmo chiedere permesso a qualche guardiano della stretta ortodossia politica galatinese?

Questa argomentazione, faccio notare sommessamente, non confuta ma perora le tesi di Vergine: esistono persone che si sentono detentrici della vita politica e amministrativa del paese che non tollerano le interferenze di chi non è del giro.

Eppure la stessa elezione dell’attuale Sindaco era un chiaro segnale, da parte dei cittadini, di stanchezza verso questa impostazione.

Così come le vicende del Governo nazionale, le vicende sanitarie e le vicende di cronaca bellica parlano di superamento degli steccati di fronte all’obiettivo del maggiore investimento infrastrutturale dopo il 1948.

Mi pare che in tutte le coalizioni in campo esista una lista di derivazione “Democratica” (Galatina Democratica, Progressisti per Galatina, PD. Una per ogni schieramento). Mi pare che in tutte le coalizioni ci siano diverse estrazioni politiche: nella coalizione stessa di Antonaci ci sono sia il leader di galatina Altra che si è candidato, legittimamente, sia con al destra che con la sinistra, che altri candidati che non mi paiono di estrazione marxista. Eppure, a me, questo non solletica giudizi moralistici, perché parliamo di amministrative e siamo nel 2022 nel pieno di un tornante storico incredibile.

Ritenevo e ritengo la loro proposta politica dignitosa e mi auguro che porti stimoli positivi alla città. Anche se, parlando professionalmente (ho studiato marketing politico qualche anno fa), non capisco perché Antonaci non sia dentro la coalizione del PD visto che gli argomenti sono gli stessi, l’impostazione sovrapponibile e le contraddizioni, che sono inevitabili in politica, simili: anche il PD ha dovuto allearsi con il M5S, partito notoriamente disinvolto in governi politici che hanno spaziato da Matteo Salvini a Matteo Renzi, con componenti sia vicini alla NATO che a Putin. Questioni personali? Mi auguro proprio di no.

Io avevo compreso che la doppia candidatura a sinistra, Antonaci e Antonica, fosse una competizione per leadership del centrosinistra galatinese, ma se dicono le stesse cose con le stesse parole…

Parliamo poi dell’altro argomento della lettera: la difesa dai sindaci forestieri. Una cosa è definirsi lontanamente culturalmente (lo sono io per primo) dal sindaco di Nardò, una cosa è dire che questi sindaci stiano venendo a conquistare Galatina. Non siamo la Crimea o il Donbass. Questo richiamo, quasi nazionalistico, parlando di una cittadina, mi pare eccessivo per una campagna elettorale. “Storia magnificente e gloriosa”, “un vero galatinese lo sa”… attenzione a dove si inclina il piano del dialogo politico…

Esprima la sua visione di città, credo che ne abbia diritto, capacità e conoscenze, senza offendere nessun nemico, senza andare sul personale.

Non credo che Galatina e i Galatinesi sentano il bisogno di una gara a chi è più galatinese dell’altro. Galatina ha bisogno di proiettarsi nel futuro di tutti con generosità. E pazienza se qualcuno la pensa diversamente ed è schierato da una parte differente: ascoltiamolo e ascoltiamoci senza spocchia, senza offendere e senza analisi del sangue.

 Andrea Salvati

 
Di Redazione (del 21/12/2023 @ 13:22:27, in Comunicato Stampa, linkato 107 volte)

Da un po' di mesi si discute su quale sia il ruolo dell’opposizione all’interno del Consiglio Comunale della nostra Città, sulla sua attività, sulle sue proposte.

La riflessione sull’argomento si è fatta più attenta dopo la pubblicazione di un post (15/11/23) da parte del    nostro Sindaco in cui riferiva: “ L’attenzione cresciuta intorno alla vicenda dell’ex kartrodomo ed al suo utilizzo durante il concerto dei Negramaro, impone che tutti gli atti siano vagliati con attenzione dagli organi amministrativi preposti”. Tale affermazione al di la del fatto specifico, presuppone evidentemente una mancanza di fiducia nei suoi collaboratori.  

Ma con precisione, cosa intendeva dire il Sindaco con questa sua dichiarazione?  A chi era rivolto questo invito? Forse è un rimprovero ai funzionari/dirigenti della sua amministrazione che non hanno avuto la giusta attenzione su alcuni atti amministrativi? Forse un tentativo maldestro di scaricare responsabilità su altri soggetti?

Le risposte si possono avere riscontrando le interrogazioni consiliari e gli esposti prodotti dall’attuale opposizione (non tutta per la verità) che tra l’altro, hanno fatto emergere scottanti realtà in merito a subconcessioni a società con scopo di lucro, per utilizzo di beni sequestrati ad organizzazioni mafiose.

A questo punto è opportuno e necessario chiedersi: se non ci fosse stata una opposizione attenta e informata, chi avrebbe fatto uscir fuori questo disastro?

   Ovviamente le opinioni sono diverse a seconda dei soggetti che si assumono l’onere di esprimere dei giudizi (molto spesso non richiesti e frutto di un tifo irrefrenabile), tutti legittimi in Democrazia, fermo restando il responso ufficiale da parte delle autorità preposte alle quali tutti si dovranno adeguare.

Da fatti e circostanze simili emerge, ancora una volta, la necessità di avere un forte “opposizione” che garantisca correttezza, vigilanza e controllo di tutti gli atti amministrativi e nell’interesse di TUTTI i cittadini, compresi anche quelli che legittimamente hanno appoggiato e appoggiano il Sindaco Vergine. 

Credo che tutti (o quasi) i consiglieri di minoranza abbiano un ruolo, forse più importante rispetto a quelli della maggioranza,  se non altro perché devono agire nell’ambito che gli elettori hanno assegnato loro, ossia il controllo e vigilanza sugli atti amministrativi e politici e se opportuno, fornire aiuti e suggerimenti per il buon funzionamento della “macchina”,  nell’interesse esclusivo della Città.

Fortunata è quella Nazione o Città  in cui insiste un governo o una  amministrazione che può contare su una forte opposizione, perché è grazie a questa che si garantisce una sana Democrazia.

Esattamente il contrario di quanto accade in realtà in cui ha preso piede un qualunque modello “consociativo”: in questi casi si assiste ad un lento declino della società, frutto di mancanza di controllo, vigilanza e proposte.

In questi contesti l’obiettivo non è quello di “premiere” chi più merita, ma chi meglio e più velocemente si adegua alle decisioni delle maggioranze.    

E sicuramente il ruolo del consigliere di minoranza (o di opposizione) è un ruolo scomodo, faticoso e impegnativo: deve studiare gli atti, verificare i documenti, proporre eventuali interrogazioni, interpellanze, mozioni etc.

Il consigliere di maggioranza in aula si limita a votare “SI”,  non sempre per convinzione e condivisione, ma spesso per dimostrare la sua fedeltà e il suo spirito di appartenenza. 

E allora perchè nel nostro contesto cittadino si continua ad assistere ad attacchi scriteriati, continui e lesivi della dignità personale di alcuni esponenti della minoranza? 

Per il futuro ci si augura che, ogni cittadino che ricopre un ruolo pubblico, nel proprio ambito con le proprie competenze e nel rispetto delle leggi, agisca solo ed esclusivamente per il bene comune, senza denigrare o sminuire chi ha idee diverse.

PARTITO DEMOCRATICO CIRCOLO DI GALATINA

 

L’inadeguatezza di questa amministrazione non sembra avere fine e le prove purtroppo ci vengono fornite quotidianamente dall’incapacità nel saper intercettare i fondi che ci vengono messi a disposizione.

Stiamo parlando di un altro finanziamento regionale, quello inerente l’avviso pubblico per la concessione di contributi per adeguamento degli impianti sportivi comunali, che ci auguriamo non vada perso anche se con ogni probabilità sarà così.

Nei giorni scorsi infatti è stata pubblicata dalla Regione Puglia la graduatoria dei 102 progetti idonei per il finanziamento. Quello del comune di Galatina, inerente la realizzazione della pavimentazione del Palazzetto dello Sport,  è posizionato al 57° posto della graduatoria, ovvero tra quelli che probabilmente non beneficeranno dei fondi.

La dotazione finanzia messa a disposizione dalla Regione per i progetti presentati nel 2017 infatti è stata di circa 4,5 milioni e non saranno sufficienti a finanziare tutti i progetti idonei. Salvo dimenticanze da parte dei nostri amministratori, se il progetta verrà riproposto con il bando relativo al 2018, in cui è stata prevista una dotazione finanziaria di circa 8 milioni di euro, allora potremmo avere qualche speranza di essere finanziati  se riusciremo almeno a posizionarci tra i primi 80-85 in graduatoria.

 A questo punto, se consideriamo ancora una volta che nelle prime posizioni figurano, tra gli altri,  i progetti di Castrignano, Soleto, Racale, Taviano, Surano e Collepasso, giusto per citarne alcuni, appare chiaro come l’incapacità di presentare progetti validi non sia figlia del caso ma derivi da una carenza strutturale di competenze, esperienza e professionalità di questa amministrazione.

Non ci capacitiamo di come sia possibile perdere puntualmente finanziamenti su finanziamenti, soprattutto se consideriamo la necessità e l’urgenza degli interventi previsti da queste misure. Non capiamo cosa facciano e a cosa pensino tutto il giorno gli esponenti della maggioranza se non a cercare il modo di porre in essere azioni possano dare slancio alla nostra città e che riescano a dare credibilità alle favolette raccontate in campagna elettorale.

In una situazione del genere, in cui restano solo macerie e ad esse se ne aggiungono quotidianamente delle altre, appare del tutto improduttivo pensare alla sola promozione e sponsorizzazione di un territorio svilito come il nostro, attrattivo solo grazie alla propria storia ed alle proprie tradizioni, se poi i visitatori, gli utenti ed i cittadini non vengono messi di fronte alla concreta possibilità  di poter usufruire e di ammirare servizi e strutture all’altezza. E’ inutile e controproducente propagandare il proprio ego politico davanti a questi risultati umilianti ed eloquenti.

A questo punto, assodata l’assenza di quelle che sono le prerogative minime richieste ad una maggioranza di governo cittadino e superato abbondantemente il tempo per studiare ed apprendere il funzionamento della macchina amministrativa, sarebbe il caso che questa amministrazione, abbandonando l’arroganza e la presunzione che la contraddistingue, si facesse aiutare da qualcuno più esperto e competente per il bene della città.

Il Segretario

Pierluigi Mandorino

 
Di Redazione (del 17/02/2020 @ 13:19:37, in Comunicato Stampa, linkato 1034 volte)

È di 120.000 euro l’importo finanziato dalla Regione Puglia per il nuovo sistema di videosorveglianza comunale sul territorio di Galatina, Collemeto e Noha che permetterà l’istallazione di 17 nuove telecamere di ultima generazione nei punti ritenuti più sensibili della Città e frazioni, non ancora coperti dall’attuale sistema di videosorveglianza.

È questo il risultato ottenuto dall’Amministrazione Amante che con un corposo progetto ha partecipato al bando promosso della Regione Puglia e rivolto al finanziamento di impianti di videosorveglianza sul territorio comunale.

Il progetto parte da lontano e si innesta nel protocollo firmato con la Prefettura di Lecce nel giugno 2018 e rivolto all’attuazione dei Patti per la sicurezza urbana ed installazione di sistemi di videosorveglianza. Nel contesto della valorizzazione dei rapporti istituzionali l’impegno dell’Amministrazione è stato proprio quello di ricercare e reperire le risorse per il finanziamento e l’attuazione del patto.

Gi obiettivi raggiunti sono quelli di aumentare la vivibilità del contesto urbano, prevenire e contrastare i fenomeni di inciviltà urbana e di microcriminalità, incrementare nel cittadino la percezione di prossimità delle istituzioni.

Il progetto prevede la videosorveglianza dei seguenti punti sensibili della Città e delle frazioni:

area mercatale, via Kennedy, via Viola/via Martinez, piazza Lago Maggiore, piazza Vecchia, piazza Cavoti, piazza Arcudi,  piazza Toma/via D’Enghien/via G. del Ponte, via Roma/Ospedale, via Galatone/S.P. 352, via Montegrappa/via Don Tonino Bello, via Soleto/via Crotone, Cimiteri di Galatina, Noha, Collemeto, piazza XXIV Maggio (Noha), piazza Madonna di Costantinopoli (Collemeto).

Le telecamere s’integreranno con l’attuale impianto di videosorveglianza andando a creare un sistema a rete che permetterà di garantire un elevato grado di sicurezza urbana.

Nico Mauro, Assessore alla Polizia Locale e Loredana Tundo, Assessore ai Lavori Pubblici e all’Urbanistica, esprimono “un plauso agli uffici dei Lavori Pubblici e del Comando della Polizia Locale che hanno contribuito a raggiungere questo risultato ognuno per le proprie competenze e con lavoro sinergico.

Nel proseguire l’impegno per una maggior sicurezza sul territorio comunale e per andare incontro alla domanda di legalità e rispetto delle regole, abbiamo sempre guardato con attenzione agli strumenti tecnologici per implementare i servizi sul territorio, coscienti che oggi la tecnologia supporta gli uffici e permette di risolvere diversi situazioni. Potremo dare risposte alle richieste di vivibilità e legalità dei residenti di alcune zone critiche del paese, aumentando la percezione della sicurezza sociale. Il tempo sta dando i risultati prefissati.”.

 

L’ASSESSORE AI LAVORI PUBBLICI E URBANISTICA

F.to Dott.ssa Loredana Tundo

L’ASSESSORE ALLA POLIZIA LOCALE

F.to Sig. Nicola MAURO

 
Di Redazione (del 21/03/2018 @ 13:18:13, in Comunicato Stampa, linkato 1323 volte)

Oggetto:  Cumulo di incarichi e profili di incompatibilità/opportunità. Segretario comunale Dott. Bolognino e personale dipendente dell’Ente.

PREMESSO CHE:

- Il Segretario Generale del Comune di Galatina dott. Bolognino svolge il suo lavoro presso l’ente per 18 ore settimanali, essendo contemporaneamente anche Segretario Comunale di Corigliano d’Otrando dove presta le sue funzioni nelle restanti 18 ore settimanali e segretario dell’ARO Le/5 di cui il Sindaco di Corigliano è Presidente;

- Con il decreto sindacale n.5 del 19 febbraio il sindaco Amante ha provveduto ad individuare nei due Dirigenti dott. Bolognino Fabio e avv. Elvira Pasanisi i responsabili delle Direzioni del Comune;

- Tra le altre cose, il dott. Bolognino è stato investito  della Direzione della Programmazione Strategica e dei Servizi al cittadino oltre alle funzioni di responsabile anti corruzione e trasparenza e del controllo di gestione interna e processi informatici;

- L’attribuzione di un incarico dirigenziale comporta, tra le altre cose, anche un incremento della retribuzione, dovendo sommare alla propria indennità anche quella che per un Dirigente viene definita “retribuzione di funzione”;

- L’art. 97, comma 4, del TUEL assegna al Segretario Comunale il compito di sovrintendere e coordinare i dirigenti;

- La legge 190/2012 che regolamenta il contrasto alla corruzione all’interno degli enti locali, individua nel Segretario Comunale la figura centrale dei sistemi di controllo interni;

- che con Deliberazione della Giunta n. 4 del  21.07.2017 è stata concessa l’autorizzazione ad un Ufficiale del Comando della Polizia Municipale a prestare servizio per n. 15 ore settimanali presso il Comune di Corigliano d’Otranto dove svolge attualmente le funzioni di Responsabile nonché Comandante della Polizia Municipale dello stesso Comune;

- con Decreto Sindacale n. 2 del 02.02.2018, il Sindaco di Corigliano d’Otranto ha conferito al Responsabile nonché Comandante della Polizia Municipale dello stesso Comune l’incarico di Vice Segretario Comunale al fine di coadiuvare e/o sostituire il Segretario titolare;

- essendo il Segretario Comunale di Corigliano d’Otranto anche il segretario dell’ARO Le/5 organismo dove è presente anche Lei sig. Sindaco e, che, in assenza il Segretario è sostituito dal Vice Segretario e quindi da un dipendente del nostro Comune che opera però in nome e per conto del Comune di Corigliano d’Otranto nonostante la titolarità giuridica del rapporto di lavoro è in capo al Comune di Galatina;

CONSIDERATO CHE

- Il conferimento di Direzioni al Segretario Comunale può essere tollerabile in comuni al di sotto dei 15.000 abitanti, mentre in comuni più grandi che prevedono la figura dei Dirigenti ciò dovrebbe essere limitato ed evitato;

 -Le 18 ore settimanali di lavoro rendono complicato un’efficiente svolgimento delle mansioni di Segretario Comunale, a cui si sommano anche le mansioni inerenti le Direzioni conferitegli;

- questa reciprocità di incarichi, ed in particolare quella tra il Segretario (investito già di ampie attribuzioni) e l’Ufficiale di Polizia Municipale, risulta essere inopportuna in quanto causa confusione e solleva molte perplessità circa la linearità dell’azione amministrativa facendo presagire anche profili di illegittimità e incompatibilità di ruoli e funzioni;

- oramai è voce del popolo che questa amministrazione ha già fermamente deciso di indicare, a chi di competenza per la nomina del Vice Comandante, proprio questo Ufficiale per ricoprire tale ruolo, scelta che alimenta ancora di più dubbi e perplessità dell’agire amministrativo;

 

tanto premesso si interroga IL SINDACO

- Per sapere perché, a fronte della mole di lavoro e della situazione in cui versa il nostro comune, si  deciso di optare proprio per un segretario a tempo parziale e non a tempo pieno, costretto a dividere il suo tempo ed il suo lavoro in enti diversi,

- Per sapere se la concentrazione di tutti questi incarichi dirigenziali in capo al dott. Bolognino, in sole 18 ore settimanali di lavoro, garantisce un’efficiente funzionamento degli uffici ed il raggiungimento degli obiettivi dell’ente;

- Per sapere se, alla luce delle disposizioni di legge, il Segretario Generale che contemporaneamente ricopre il ruolo di responsabile del servizio controlli interni e di responsabile dell’anticorruzione e trasparenza, possa ricoprire anche incarichi dirigenziali;

- Per sapere se la titolarità della funzione di coordinamento e sovraintendenza delle Direzioni possa o debba implicare automaticamente l’esclusione dello svolgimento diretto di funzioni dirigenziali per manifesta incompatibilità dei due ruoli, sovrapponendosi in tal caso il ruolo di controllore e controllato;

-  Per sapere se la concentrazione in capo al Segretario comunale dei ruoli di responsabile dei controlli interni e dell’anticorruzione e trasparenza possa configurare un conflitto d’interessi, soprattutto nel caso in cui vi fossero altri Dirigenti a cui affidare le funzione dirigenziali esercitate dal Segretario comunale in questo momento;

- Per sapere se è a conoscenza che un’ unità dipendente del Comune di Galatina prestato in convenzione al Comune di Corigliano d’ Otranto svolge in questo ente la funzione di vice segretario del Segretario che opera a scavalco tra il nostro comune e quello di Corigliano d’Otranto;

- Per sapere se tale reciprocità di incarichi risulta essere inopportuna in quanto causa confusione e solleva molte perplessità circa la linearità dell’azione amministrativa facendo presagire anche profili di illegittimità e incompatibilità di ruoli e funzioni dal momento in cui i due soggetti si trovano negli stessi comuni a esercitare funzioni diverse ma attigue;

- Per sapere se è vero, come oramai si dà per certo nell’opinione pubblica, che l’amministrazione tutta ha già fermamente deciso di indicare, a chi di competenza per la nomina del Vice Comandante, l’Ufficiale già Comandante della Polizia Municipale nonché Vice segretario del Comune di Corigliano,  scelta che alimenta ancora di più dubbi e perplessità dell’agire amministrativo e manifesta senza dubbi profili di incompatibilità e conflitto di interesse nello svolgimento dei compiti e delle mansioni.

Peppino Spoti

Partito Socialista Italiano

 

L’Università Popolare “Aldo Vallone” con il patrocinio della Città di Galatina e la partnership dell’Università del Salento e della testata cittadina, il galatino, soggetti questi presenti nel Comitato organizzatore del convegno, ha organizzato la presentazione degli Atti del Convegno di studio, Antonio Antonaci, il sacerdote lo studioso il pubblicista, svoltosi a Galatina il 27 settembre 2021, in occasione del decennale della morte dell’illustre prelato.

L’evento si svolgerà oggi 10 gennaio 2024 alle ore 18:00 nella Sala conferenze dell’ex Monastero delle Clarisse: introdurrà i lavori il Presidente dell’Università Popolare “Aldo Vallone, prof. Mario Graziuso, e porgeranno il saluto istituzionale il Sindaco di Galatina, dott. Fabio Vergine, il prof. Pietro Giannini, professore emerito dell’Università del Salento, e don Francesco Coluccia, Direttore de il galatino.

La relazione sulla pubblicazione è stata affidata all'Arcivescovo di Otranto, padre Francesco Neri che ha accolto l’invito con particolare interesse ed entusiasmo.

Gli Atti del Convegno sono stati curati dal prof. Pietro Giannini e dalla prof.ssa Anna Maria Mangia e pubblicati, grazie alla preziosa disponibilità del prof. Ennio De Bellis, nella Collana Aristotelica Traditio, edita dalle Edizioni Milella, “giusta collocazione per un volume dedicato ad uno studioso come A. Antonaci, che proprio alla tradizione Aristotelica in Terra d’Otranto ha dedicato il suo maggiore impegno scientifico”.

Nella Premessa al volume si legge che “il Convegno ha voluto essere un doveroso omaggio ad un cittadino di Galatina che ha onorato la sua città con il suo impegno sacerdotale e culturale ed ha mostrato sempre, anche con prese di posizione vigorose e decise, di contribuire al miglioramento della condizione dei suoi concittadini, di tutti i suoi concittadini senza alcuna distinzione.”

E la pubblicazione degli Atti del Convegno rappresenta un ultimo tassello della volontà di mantenere vivo il ricordo di un uomo che ha dato lustro alla nostra città, attraverso i contributi dei relatori del Convegno, una Nota biografica su mons. Antonio Antonaci ed una Bibliografia dei suoi scritti “che hanno lo scopo di offrire informazioni per comprendere meglio la sua vita e la sua attività intellettuale.”

Nota redazionale

dell’Università Popolare Aldo Vallone 

 
Di Redazione (del 21/01/2019 @ 13:16:19, in Comunicato Stampa, linkato 944 volte)

In un contesto cittadino che ci vede arretrare anche a causa della continua perdita e smembramento di importanti presidi, l’allarme lanciato qualche settimana fa da parte dell’On. Raffaele Fitto circa un possibile depotenziamento dell’aeroporto “F. Cesari” ci ha indotto subito ad approfondire l’argomento per capire quali saranno i reali sviluppi di questa vicenda.

Per tale ragione il Partito Socialista ha sottoscritto la richiesta di convocazione di un Consiglio comunale a tema, voluto non per far strumentalizzare politicamente l’argomento, come qualcuno crede, bensì per discutere e capire apertamente se l’aeroporto sarà oggetto di depotenziamento o se invece continuerà ad essere un’eccellenza e, in tal caso,  quali saranno gli investimenti e gli interventi da realizzare.

Il senso di responsabilità ci induce a non sottovalutare nessuna questione che abbia ad oggetto direttamente o indirettamente il nostro territorio. Ecco perché per noi non è rilevante il colore politico di chi fa emergere una criticità, quello che ci interessa è capire quali sono le conseguenze di determinate decisioni e quali soluzioni si possono trovare di concerto con tutte le istituzioni interessate e che tra l’altro hanno partecipato al Consiglio comunale monotematico.

Ascoltando i vari interventi da parte delle autorità politiche presenti però, i dubbi non sono stati chiariti e al contrario sono addirittura aumentati.

Il Senatore pentastellato Mininno ha garantito che l’aeroporto resterà un’eccellenza e che non sarà depotenziato, ma al contempo ha riferito che nei prossimi giorni presenterà un’interrogazione al Ministro Trenta per fare luce sulla questione. Probabilmente se il Senatore Mininno, membro della commissione difesa, ritiene necessaria un’interrogazione al Ministro della Difesa, anche’esso pentastellato, vuol dire che in qualche modo le nostre paure ed i nostri dubbi non sono del tutto infondati.

Ed infatti a chiarire in parte la situazione ha provveduto il Generale Paolo Tarantino, capo di Stato Maggiore del Comando scuole dell’aeronautica militare, che ha spiegato come delle quattro fasi di addestramento dei piloti, Galatina perderà la quarta fase a vantaggio della base di Decimomannu in Sardegna.

Nonostante le rassicurazioni sugli interventi volti a potenziare l’aeroporto di Galatina, ci sembra una contraddizione che si possa potenziare qualcosa sottraendogli competenze, specializzazioni e quindi anche investimenti che inevitabilmente saranno destinati alla base sarda. Contraddizioni che noi galatinesi conosciamo bene, visto che iniziò con queste stesse premesse e queste stesse rassicurazioni il declino dell’ospedale Santa Caterina Novella e oggi sappiamo benissimo quali sono state le conseguenze.

Proprio per questo, considerando che la scuola piloti dell’aeroporto di Galatina costituisce un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale e analizzando le ricadute in termini economici che ha sul nostro territorio, garantendo il nostro sostegno, rivolgiamo al Sindaco ed ai nostri parlamentari l’invito a fare squadra ed a compiere in maniera compatta tutte le azioni necessarie, al di là dei colori politici e delle varie strumentalizzazioni, affinché venga tutelato l’interesse della nostra città.

Il Segretario

Pierluigi Mandorino

 

L’Amministrazione Comunale di Galatina promuove una raccolta di beni per l’Ucraina.

Nei giorni scorsi infatti, la Giunta Comunale ha approvato una delibera per sostenere fattivamente la popolazione ucraina colpita dal tragico conflitto contro la Russia.

L’iniziativa rientra nei valori di pace e di solidarietà interpretati dall’intera Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Fabio Vergine.

All’iniziativa collaborano l’Ambito Territoriale Sociale di Galatina e la Protezione Civile di Galatina, che avrà il compito di ricevere i beni presso la sede di Viale Don Bosco. Il materiale raccolto verrà distribuito alla popolazione ucraina attraverso la CO DAKAR (National State Registry of Ukranian Enterprise and Organizations).

Il Sindaco di Galatina Fabio Vergine commenta l’iniziativa: “Desideriamo coinvolgere la comunità galatinese, attraverso una raccolta solidale, per essere vicini al popolo ucraino e, soprattutto, ai bambini ed agli anziani, prima dell’arrivo del prossimo inverno.

Non è concepibile - continua il Primo cittadino -  come in quest’epoca moderna esistano ancora i conflitti armati. La storia del secolo scorso ci ha insegnato che le guerre sono solo causa di morte, povertà e distruzione materiale e morale.

Questo piccolo gesto della nostra Amministrazione Comunale viene promosso nel segno di uno spirito di pace e di solidarietà, valori che cerchiamo di attuare fin dal primo giorno del nostro mandato”.

Sono necessari biancheria non usata ed indumenti puliti.

Sarà possibile consegnare i beni fino a mercoledì 26 ottobre, eccetto la domenica.

Ufficio Stampa
Fabio Vergine Sindaco di Galatina
 
Di Redazione (del 20/12/2021 @ 13:16:05, in Comunicato Stampa, linkato 654 volte)

Si sperava in uno scatto d’orgoglio, in un risveglio responsabile, in una presa d’atto per una situazione così disastrosa e bisognevole di interventi urgenti. Invece il nulla!

Nessuna reazione, nessun commento, nessun cenno di scuse alla comunità. Eppure, ne hanno parlato Rai3 Puglia, con un ampio servizio, i giornali quotidiani locali, in migliaia hanno letto e commentato la denuncia riportata sui giornali online (il direttore di una piattaforma ha fatto notare che il numeratore ha superato i 12.000 click, tanti hanno aperto la pagina, un record invidiabile). Chi è rimasto impassibile il sindaco di Galatina, il dr. Marcello Amante. Lo stato di colpevole abbandono del Cimitero Collemeto – Santa Barbara, è un problema di cui è meglio stare lontani.

L’apertura quotidiana delle pagine dell’Albo Pretorio comunale, non riscontra alcun intervento programmato; sarebbe stata opportuna una discussione nella prima seduta del Consiglio Comunale. Invece, anche qui il nulla! L’assise cittadina è stata  convocata per martedì 21 dicembre, ma, nell’ordine del giorno non c’è traccia del problema. Scavare tra le interrogazioni non  è possibile, seguiremo con attenzione (sul sito della polizia locale che trasmette in diretta) i lavori e gli interventi dei consiglieri.

Marcello Amante, come succede ormai da diversi mesi, anche questa volta, ha affidato all’Assessora ai Lavori Pubblici l’impacchettamento di una risposta: risposta vaga, un bla bla bla “ncerfignatu”, il problema è alla nostra attenzione, lo stiamo monitorando, faremo uno studio di fattibilità, gli Uffici sono impegnati ad elaborare un progetto di ristrutturazione complessiva, per i nuovi loculi la soluzione è alla portata di mano.

L’Assessora di Collemeto, sempre pronta a postare, con relative faccine sorridenti, i successi raggiunti, su questo argomento tace, meglio far finta di niente, il silenzio più assoluto la risposta migliore.  Eppure, cinque anni fa, allorquando in tanti le consegnarono la loro fiducia, aveva giurato e spergiurato che avrebbe impresso una svolta nella vita della sua comunità. Niente di niente! Il disastro accumulato, su tutti gli aspetti, è sotto gli occhi di tutti. Il paese non ha fatto alcun passo in avanti, la marcia indietro è palpabile: le fioche luci natalizie che illuminano parte della  strada del centro cittadino sono l’ulteriore conferma.

Ninì De Prezzo

 

Si è riunita martedì 13 marzo la Consulta dei Giovani Galatinesi per il primo appuntamento ufficiale. Alla presenza di un nutrito gruppo di componenti, l’assemblea ha eletto, secondo Statuto, il Presidente, il Vice Presidente e il Segretario. 
È stata eletta Presidente Marika Martina, vice Presidente Silvana Bascià e Segretaria Silvia De Pascalis. Nelle prossime riunioni tutti i membri dell’assemblea si divideranno in gruppi partecipando a tavoli tematici.
Si sono, quindi, gettate le basi per quello che sarà il lavoro che la Consulta, creata su iniziativa dell’Assessore alle Politiche Giovanili e Vice Sindaco Maria Giaccari e del Consigliere Alessio Prastano che hanno partecipato alla riunione insieme alla consigliera Maria Luce Congedo, andrà a svolgere nei prossimi mesi. L’Assemblea rappresenta un modello di cittadinanza attiva e di coinvolgimento per i ragazzi che sentono la politica come qualcosa di vicino e intendono partecipare e dare il proprio contributo. Obiettivo riconosciuto è quello di creare delle proposte direttamente nate dai giovani galatinesi, su tutte le tematiche possibili, da suggerire agli “adulti” membri del Consiglio Comunale e dell’Amministrazione che avranno il compito di ascoltare ed elaborare tutti i suggerimenti. In questo modo si vuole dare voce a una generazione sempre più volenterosa di fare, di agire e di proporre, di farsi sentire e di saper ascoltare al tempo stesso. Con la speranza che questo progetto possa includere e possa aprire la strada alla partecipazione giovanile che, come spesso accade, porta con sé valori, stimoli, idee, freschezza e voglia di cambiare.

“Auguri di buon lavoro ragazzi! – dice il Primo cittadino Marcello Amante - Sono sicuro che con il vostro impegno e la vostra determinazione arriveranno proposte concrete, valide e per il bene di Galatina.”

Ufficio stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 09/11/2017 @ 13:11:00, in Comunicato Stampa, linkato 2089 volte)

Il SINDACO: Premesso che in data 08 novembre 2017 è venuto a mancare l’ing. Giovanni Stasi, persona di riconosciute doti umane e professionali, al servizio della Città e della Comunità.

Per decenni alla guida del Settore Lavori Pubblici del Comune di Galatina, è stato punto di riferimento per le amministrazioni che si sono succedute nel tempo e che in lui hanno sempre trovato competenza e dedizione alla Città.

La sua grande passione per lo sport si è tradotta nella oculata conduzione del circolo tennis Galatina per più di 30 anni, durante i quali l’organizzazione di una lunga serie di tornei internazionali ha portato alla ribalta la nostra Città nel mondo. Ha permesso a generazioni di galatinesi di incontrarsi e avvicinarsi allo sport, di fare gruppo e di amare l'agonismo e la competizione nel rispetto delle regole e dell'avversario.

Pertanto, ritenuto opportuno, interpretando il comune sentimento della comunità galatinese, nella quale l’ing. Giovanni Stasi era conosciuto e apprezzato per la sua lealtà e alte doti morali,  esprimere il cordoglio della Città tutta,

Visto il D.Lgs. 267 del 18/08/2000;

DECRETA

La proclamazione del lutto cittadino per il giorno 09 novembre 2017.

Gli uffici comunali avranno facoltà di sospendere le attività lavorative, in concomitanza con lo svolgimento del funerale, per consentire la partecipazione alle esequie.

Da Palazzo Orsini, 09 novembre 2017

 Il Sindaco       

Marcello P. Amante

 
Di Redazione (del 31/10/2018 @ 13:09:40, in Comunicato Stampa, linkato 949 volte)

Ho preferito prendermi qualche giorno di tempo per riflettere, per ragionare a mente fredda o quasi. Adesso è il momento di chiarire un po’ di cose: lo devo a me stesso, ai salentini, ai nostri elettori, e anche agli "Sciacalli del TAP" , a quelli che ci hanno legato mani e piedi e ora cavalcano la giusta rabbia dei cittadini di #Melendugno, solo per salvare la faccia e provare a far dimenticare le loro malefatte.

Chiariamo innanzi tutto una cosa. Sarò sincero: non sento di dover chiedere scusa. 
Per cosa dovrei scusarmi?

Per aver cercato fino all’ultimo insieme ai miei colleghi l’appiglio giusto per bloccare l’opera? Per aver sempre creduto che fosse possibile bloccare l’opera? Per aver manifestato in questi anni accanto ai cittadini contro TAP? Per aver difeso la gente dalle manganellate? Sì, le manganellate, quelle che hanno preso molti colleghi portavoce insieme ai cittadini di Melendugno. Io non dimentico, qualcuno forse lo ha fatto e anche in fretta. Qualcuno finge di ignorare che l’unica forza politica al fianco di Melendugno e del #Salento è stata ed è tuttora il MoVimento 5 Stelle.

Ho visto uno pseudo attivista del MoVimento 5 stelle, che con il MoVimento non ha mai avuto nulla a che fare, bruciare la nostra bandiera: un atto vergognoso e che richiama periodi storici bui. Per non parlare di quegli altri che hanno bruciato un manifesto con il mio volto e quello dei colleghi...

Non ho mai visto un attivista o un portavoce del MoVimento bruciare una bandiera, un fantoccio o un manifesto; ho visto cittadini protestare pacificamente, giustamente, esprimendo rabbia e sgomento, ma sempre nel rispetto delle persone, dei simboli, delle identità.
Domenica invece ho visto delle immagini che mi hanno fatto stare male e che mi hanno segnato : l’odio negli occhi di chi accendeva con leggerezza il fuoco che bruciava il nostro simbolo, le nostre facce, gridando “È questo quello che meritate”. 
No, non ce lo meritiamo, non è accettabile in un Paese civile, non è giustificabile; la rabbia è giusta e va manifestata, ma non è questo il modo.

Trovo vergognoso che a quella scena abbiano assistito inermi il sindaco di Melendugno, che da noi ha avuto sempre sostegno e attenzione, e altri sindaci ed esponenti politici locali, gli sciacalli del TAP appunto, che hanno dimenticato le colpe e i responsabili evidentemente. Hanno dimenticato chi ha fatto di tutto per agevolare, concedere permessi e facilitare la concessione delle autorizzazioni. E non solo, hanno dimenticato chi invece oggi, dalla sua comoda poltrona di presidente della Regione Puglia, da sciacallo e ipocrita, strumentalizza il dolore, la rabbia e lo sconforto dei cittadini per aizzare l’odio nei nostri confronti. Ricordiamo a Michele #Emiliano che se non fosse stato per lui, per loro, per il #PartitoDemocratico , TAP non sarebbe mai esistito. Punto. Questa è la verità. E non venga Emiliano a farci la morale. 
L’accordo su TAP è stato firmato dal governo #Monti, è diventato legge con il governo #Letta ed è stato rivendicato come uno dei risultati più rilevanti del suo esecutivo da Matteo #Renzi. Non lo dimentichiamo!
Anche Emiliano si è dichiarato sempre a favore di TAP, quindi faccia un favore a se stesso e a tutti i pugliesi, TACCIA, EMILIANO! LO FACCIA PER DECENZA.

Emiliano, pur avendone il potere, non ha fatto NULLA per fermare il gasdotto. Poteva avviare per tempo la pratica per istituire il SIC, un sito di interesse comunitario marino in quella zona. Non lo ha fatto.

Noi abbiamo fatto tutto quello che potevamo; non abbiamo nulla di cui rimproverarci, se non il fatto di non essere arrivati al Governo nel 2013. Allora sì che sarebbe stato tutto diverso!

Mi preme ricordare che, ad aprile, il sottoscritto insieme ai colleghi Diego De Lorenzis Portavoce e Daniela Donno, si è recato in Procura e ha presentato un esposto che ha portato al sequestro dell’area di cantiere denominata “Cluster 5”, ancora oggi sotto sequestro, e per la quale la Magistratura ha rigettato nei giorni scorsi la richiesta di dissequestro da parte di TAP. 
Gli sciacalli del TAP, come #Pagliaro, come Emiliano, hanno mai fatto qualcosa del genere? No. Pertanto abbiate la decenza di tacere.

Pagliaro che predica bene ma razzola malissimo, lui che si vanta di essere nel direttivo nazionale di quel partito, #ForzaItalia , che è stato da sempre favorevole a TAP. Lui che viene a parlare a me, a noi, di dignità, di coerenza, di tradimento, di malafede. Pagliaro si dimetta dal direttivo di Forza Italia e poi ne parliamo, forse. 
Il partito del condannato in via definitiva, il partito il cui presidente ha pagato fior di milioni a Cosa Nostra, che ha corrotto senatori, che nel malaffare ci ha sguazzato per anni. No caro Pagliaro, la morale tu a me non la puoi fare, abbi la decenza di stare in silenzio.

Ma torniamo a noi. Ho partecipato a manifestazioni, cortei, riunioni, dibattiti, ci sono stato da cittadino, da attivista, fermamente convinto dell’inutilità del gasdotto TAP. Oggi sono incazzato, deluso da questa sensazione di impotenza di fronte a chi ci ha legato mani e piedi, non lasciandoci alcuna possibilità di manovra.

Possiamo noi prenderci la responsabilità di esporre il Paese, i cittadini italiani, a risarcimenti miliardari ad aziende private revocando (senza appigli giuridici) permessi concessi da chi ci ha preceduto? 
No, purtroppo non possiamo.

Chi mi accusa di aver tradito gli elettori e il mio territorio, e mi invita alle dimissioni, è uno sciacallo, un disonesto, un approfittatore. Sono stato eletto come tutti i miei colleghi in base a un programma che prevedeva 20 punti. 
Quei 20 punti li stiamo portando a casa, piano piano: in 5 mesi stiamo facendo tanto, cose che gli altri non hanno fatto in decenni.

I problemi del Salento sono tanti e stiamo lavorando per risolverli. Io credo che anche in Salento ci siano pensionati che vivono con meno di 300 euro al mese e a loro stiamo restituendo dignità e stiamo permettendo di vivere la vecchiaia serenamente.
Nel Salento ci sono centinaia, migliaia di giovani che non trovano sbocchi lavorativi e sono costretti ad andare all’estero. A questi ragazzi stiamo dando una alternativa, con il reddito di cittadinanza, incentivando la loro formazione, agevolandoli nell'apertura di nuove aziende. Il tutto per farli rimanere qui, in Italia, in Salento, per far crescere la nostra terra e dar loro una possibilità. Stiamo mandando finalmente in pensione, superando la legge Fornero, chi ha lavorato per una vita. Abbiamo abolito i vitalizi, nessuno lo ha mai fatto, risparmiando soldi dei cittadini italiani, tagliando le pensioni d’oro, tagliando gli sprechi, restituendo dignità ai lavoratori, risarcendo i truffati dalle banche, investendo 15 miliardi in infrastrutture. 
Questo e tanto altro stiamo facendo.

Scusate se in 5 mesi abbiamo fatto così poco, miglioreremo. Scusate se stiamo mantenendo le promesse, scusate...

Dunque, alla luce di quanto elencato, dov'è il tradimento? Non ho tradito nessuno e di certo non posso dimettermi, perché non sono stato eletto solo per bloccare Tap, ma per difendere gli interessi degli ultimi, per farmi portavoce dei cittadini, per portare le loro istanze all’interno di quei palazzi che fino a pochi anni fa erano inaccessibili ai semplici cittadini.

Io non abbandono il mio territorio, farò fino all’ultimo quanto possibile per trovare quei cavilli che fino ad oggi non sono emersi. E se non li troverò, attenderemo la Magistratura.

Io sono salentino, sono leccese, sono un semplice cittadino oggi prestato alla politica. Guarderò sempre tutti negli occhi, a testa alta, dirò sempre la verità e sarò la persona che sono sempre stata. 
Criticatemi, offendetemi, bruciate i manifesti con le nostre facce, non importa. Io lavorerò comunque sempre nell’interesse degli italiani che ci vogliono qui per cambiare le cose!

CARI SCIACALLI DEL TAP, ARRENDETEVI: Noi siamo qua per mandarvi tutti a casa, e non ci fermeremo finché non avremo fatto pulizia e risollevato il Paese dalle ceneri in cui l’avete ridotto!

Leonardo Donno, portavoce alla Camera dei deputati del M5s

 

Il Comune di Galatina ottiene dalla Regione Puglia un finanziamento di oltre 30.000 euro per interventi di rimozione di rifiuti illecitamente abbandonati su aree pubbliche.

Il bando regionale ha inteso agevolare i comuni virtuosi, grazie anche ai dati sempre più incoraggianti sulla raccolta differenziata. Infatti, da un'analisi attenta di tutti i comuni ammessi a finanziamento emerge come il Comune di Galatina, a fronte di un'esigua quota di cofinanziamento (poco più di 2.500 euro) che andrà poco a gravare sul bilancio comunale, abbia ottenuto un buon punteggio grazie soprattutto alla percentuale di raccolta differenziata registrata negli ultime mesi. Ciò sottolinea innanzitutto l'importanza di questa pratica e il dato virtuoso che il Comune di Galatina e i suoi cittadini continuano a registrare e che rappresenta un ausilio evidente anche per la partecipazione a numerosi bandi. Il finanziamento ottenuto rientra a pieno regime nel programma comunale e regionale di tutela ambientale in ossequio al principio di matrice comunitaria "chi inquina paga", ispirato ai principi di prevenzione e precauzione definiti dal legislatore comunitario. Il Comune di Galatina procederà a ripulire le micro-discariche sparse sul territorio cittadino già censite, auspicando che il contestuale avvio del servizio di controllo con “foto-trappole”  possa, sin da subito, dissuadere gli incivili inquinatori a proseguire nella loro azione tanto assurda quanto illegale.

Il Sindaco Amante e l'Assessore all'Ambiente Dettù si dichiarano soddisfatti sia del risultato ottenuto che del lavoro svolto dal personale dagli uffici preposti. Passo dopo passo si concretizza la parte attiva del programma di questa amministrazione comunale che, in poco meno di 18 mesi, ha ottenuto importanti risultati sul percorso prefisso in ambito ambientale.

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Albino Campa (del 18/05/2012 @ 13:00:00, in TeleNoha , linkato 3377 volte)

Carlo Gervasi dice di prendere lui la delega per Noha qualora diventasse primo cittadino, Daniela Sindaco gli risponde a distanza "..ma se non sai nemmeno come si scrive Noha..."

Cosimo Montagna prende la parola e si scaglia contro l'avversario politico perchè venuto a conoscenza da pochi minuti dell'appoggio ufficiale del PDL a Gervasi.

 
Di Marcello D'Acquarica (del 25/09/2014 @ 12:55:03, in NohaBlog, linkato 3118 volte)

Capisco benissimo la delusione (condita da altrettanta confusione) manifestata da alcuni commenti alla mia proposta, così come condivido in parte la rabbia di alcuni internauti, ma le cose vanno ragionate e valutate con i dati di fatto. Quindi cerco di rispondere a tutti (anche se non sono Antonio, ma ad Antonio ho girato preventivamente queste righe che sottoscrive dalla prima all’ultima) cercando di chiarire qualche dubbio.

- Al momento nessuno ha mai chiesto fondi, men che meno da devolvere ai privati. Né risulta siano mai arrivati. E semmai fossero arrivati dei fondi, la domanda andrebbe posta ai nostri Assessori e Sindaco.

Le firme da inoltrare al FAI sono finalizzate, in caso di raggiungimento del quorum minimo (pari a 1000 autografi), all’inserimento del bene culturale casiceddhre nel catalogo di questa importante Fondazione. Magari ci fossero dei fondi per restauro e valorizzazione dei nostri gioielli! Ne godremmo tutti [forse un po’ meno il privato proprietario, che in tal modo, con qualche vincolo, non potrebbe (più) fare dei suoi immobili quello che gli pare e piace, inclusa la porcata di ulteriori costruzioni nelle sue immediate adiacenze, se non di peggio].

- Come si evince dalla documentazione fruibile cliccando il link qui di seguito evidenziato (http://www.noha.it/noha/articolo.asp?articolo=1315) abbiamo semplicemente chiesto alla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali (ribadisco il concetto “nostri” e non dei privati) il vincolo di tutela da parte degli attuali titolari nel rispetto del Codice dei Beni culturali (corpo organico di disposizioni, in materia di beni culturali e beni paesaggistici della Repubblica Italiana; emanato con il decreto legislativo del 22 gennaio 2004 n. 42).

Mettere la propria firma (o faccia) è il minimo che un cittadino possa e debba fare per la salvaguardia del bene comune. Se non capiamo che ognuno di noi deve essere il protagonista delle nostre strade, dei giardini, della salute pubblica, delle bellezze artistiche e storiche della nostra terra, nessuno da fuori verrà a porre rimedio allo scempio che invece è opera di gente ignorante e poco accorta. Una firma è il minimo indispensabile, dopo di che occorre tirarsi su le maniche e darsi da fare.

La raccolta delle firme dei 1471 cittadini ha fatto sì che si aprisse un dialogo (speriamo non tra sordi) fra la Soprintendenza e l’Amministrazione di Galatina. Senza quelle sacrosante firme non si sarebbe mai nemmeno parlato di Beni Culturali di Noha, se non in effetti sulle pagine di questo sito (oltre che su quelle del’Osservatore Nohano).

Quelle firme sono servite eccome per far capire ai nostri politicanti e a chi pensava che i beni culturali di Noha fossero una trascurabile inezia (e che “con la cultura non si mangia”) che 1471 persone (ma certamente di più) non la pensavano esattamente come loro. Ci tengo ad aggiungere che non si era mai vista una mobilitazione del genere, grazie ai ragazzi del gruppo Mimì, agli artigiani di Noha, alla parrocchia, al circolo Tre Torri, e a tanti semplici cittadini di buona volontà.

Quelle firme sono servite per far percepire alla Soprintendenza che c'è una popolazione intera che tiene ai suoi beni culturali.

Cari signori, le firme, per quanto ovvio, sono necessarie ma non sufficienti per smuovere l'ignoranza di certi nostri rappresentanti politici, e se è il caso, bisogna continuare a raccoglierne non una, ma due, tre, dieci, mille volte, prima che qualcuno ci ascolti. Non esiste una firma per sempre. Bisogna insistere fino allo sfinimento di certi interlocutori ottusi o in tutt’altre faccende affaccendati.

Se non si sono ottenuti finora dei risultati significativi non vuol dire che non se ne otterranno mai; se gli obiettivi non sono stati raggiunti non è colpa delle firme raccolte ma di chi fa orecchio da mercante e soprattutto di chi forse ha bisogno di più convinzione e più partecipazione da parte della popolazione.

Certamente non è sufficiente apporre una firma per sentirsi con la coscienza a posto, così come uno non può sentirsi con la coscienza a posto andando a messa, o presenziando alle processioni. Per cercare di essere a posto occorre come minimo capire, informarsi, partecipare.

Concludo ribadendo il fatto che non capisco certi commenti sensibilmente distonici nei confronti delle nostre denunce. Se qualcuno avesse da suggerire qualche altra forma "più efficace" per far sentire la nostra voce (e noi siamo apertissimi), e magari risolvere il problema dello sfacelo dei nostri beni architettonici, si faccia avanti: il sito Noha.it e relativa redazione sono a sua disposizione.

Marcello D’Acquarica
 
Di Redazione (del 15/12/2018 @ 12:52:01, in Comunicato Stampa, linkato 1008 volte)

Il Comune di Galatina premiato anche quest’anno nel corso della consueta manifestazione Comuni Ricicloni organizzata da Legambiente Puglia, in collaborazione con la Regione e l’Anci. Il nostro comune, che l’anno scorso era rientrato nella speciale sezione “Teniamoli d’occhio” (comuni con percentuale di differenziata compresa tra il 55 e il 65%, dato relativo ai primi 9 mesi dell’anno), quest’anno riceve il Premio di Seconda Categoria (comuni che nei primi 9 mesi dell’anno in corso hanno raggiungo una percentuale di differenziata superiore al 65%).
Presenti alla premiazione Francesco Tarantini, presidente Legambiente Puglia, Michele Emiliano, presidente della Regione, Antonio Decaro, Presidente ANCI, Fiorenza Pascazio, presidente AGER e Delegata Ambiente e Rifiuti ANCI Puglia.
"E’ questo - afferma Pierantonio De Matteis, consigliere comunale presente alla manifestazione per ritirare il premio - un ulteriore riconoscimento del lavoro che sul tema stiamo svolgendo tutti insieme, amministrazione, operatori e cittadini e che vede incrementare costantemente la percentuale di differenziata andando a confermare l’ormai acquisita buona prassi da parte della nostra città. Ovviamente non sarà questo un punto di arrivo ma rappresenta uno stimolo a fare sempre meglio come sicuramente faremo quando il secondo centro cittadino di raccolta, peraltro già interamente finanziato dalla Regione Puglia, entrerà in funzione."

Ufficio Stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 28/10/2023 @ 12:49:43, in Comunicato Stampa, linkato 285 volte)

Ordinanza del Comandante della Polizia Locale n. 163/PM/2023 del 26.10.2023

Lunedì 30 ottobre 2023 ritorneranno a funzionare i parcometri per la gestione della sosta assoggettata a disciplina della tariffa oraria.

Le aree dove saranno vigenti le nuove modalità di sosta a pagamento saranno:

  • piazza Alighieri;
  • corso Principe di Piemonte;
  • piazza Cesari;
  • via Principessa Jolanda;
  • via Principessa Mafalda;
  • via Manzoni;
  • via Caracciolo;
  • corso Re d’Italia;
  • via Roma;
  • via Diaz;
  • piazza Toma;
  • via Pascoli;
  • via Turati;
  • piazzetta Valdoni;
  • via Caduti sul lavoro;
  • via Roma (prolungamento);
  • via Ippolito De Maria (in occasione di manifestazioni fieristiche);

Gli orari della sosta a pagamento saranno i seguenti:

  • Orario Invernale (dal 01.10 al 30.04) - 08.00/13.00 – 16.00/20.00;
  • Orario Estivo (dal 01.05 al 30.09) - 08.00/13.00 – 17.00/21.00

Tariffe per la sosta:

  • 0,50 euro per frazione di ora non superiore a 30 minuti;
  • 1,00 euro per prima ora e le successive;
  • 5,00 euro per intera giornata;
  • 3,00 tariffa unica giornaliera feriale e festiva (zona fiera - in occasione di manifestazione fieristiche, orario 09.00 – 23.00).

Esenzioni dalla sosta:

  • Forza dell’Ordine, Vigili del Fuoco, Servizi di soccorso, Protezione civile, Veicoli adibiti a servizi di pubblica utilità essenziali, oltre agli automezzi del Comune di Galatina nell’espletamento di compiti istituzionali;
  • Automezzi adibiti al trasporto di persone con difficoltà motorie;
  • Automezzi di  medici di  base durante visite domiciliari che  dovranno essere muniti di apposito contrassegno da esibire ben visibile sull’automezzo;
  • Area del quartiere fieristico dove si svolge il mercato settimanale del giovedì;
  • Veicoli elettrici e ibride plug-in

Costo degli abbonamenti:

  • abbonamento generico mensile: 30,00 euro;
  • abbonamento generico periodale: 133,00 euro;
  • abbonamento gratuito periodale per residenti nelle vie con parcheggio a pagamento o al massimo in vie immediatamente adiacenti alla zona di sosta soggetta a disciplina oraria a pagamento,  limitatamente a n. 1 automezzo e solo se l’abitazione non dispone di garage, box o sposto auto: 0,00 euro;
  • abbonamento mensile per residenti nelle vie con parcheggio a pagamento o al massimo in vie immediatamente adiacenti alla zona di sosta soggetta a disciplina oraria a pagamento, per le auto oltre alla prima e solo se l’abitazione non dispone di garage, box o sposto auto: 20,00 euro;
  • abbonamento periodale per residenti nelle vie con parcheggio a pagamento o al massimo in vie immediatamente adiacenti alla zona di sosta soggetta a disciplina oraria a pagamento, per le auto oltre alla prima e solo se l’abitazione non dispone di garage, box o sposto auto: 67 euro;
  • abbonamento  mensile   per   professionisti,  commercianti,  artigiani,  titolari   di   attività produttive in  genere, dipendenti pubblici  e  privati  con  sede  legale  operativa ricadente nell’area con parcheggi a pagamento: 20,00 euro;
  • abbonamento  periodale  per  professionisti,  commercianti,  artigiani,  titolari  di  attività produttive in  genere, dipendenti pubblici  e  privati  con  sede  legale  operativa ricadente nell’area con parcheggi a pagamento: 67,00 euro;
  • abbonamento  mensile   per   professionisti,  commercianti,  artigiani,  titolari   di   attività produttive in genere, dipendenti pubblici e privati con sede legale operativa ricadente nel centro storico in vie immediatamente adiacenti alla zona di sosta soggetta a disciplina oraria a pagamento: 20,00 euro;
  • abbonamento  annuale   per   professionisti,  commercianti,  artigiani,  titolari   di   attività produttive in genere, dipendenti pubblici e privati con sede legale operativa ricadente nel centro storico in vie immediatamente adiacenti alla zona di sosta soggetta a disciplina oraria a pagamento: 67,00 euro;
  • abbonamento settimanale per ospiti di alberghi, pensioni, e Bed and Breakfast: 5,00 euro

E’ garantita:

  • la prosecuzione della sosta gratuitamente per un periodo di 15 minuti da aggiungersi in coda all’ orario riportato sul ticket rilasciato dal parcometro.

Ufficio informazioni e contatti:

Servizio parcheggi a pagamento – Comando Polizia Locale – Via Vittorio Emanuele II, n. 22 – Tel. 0836.566514.

Il consigliere delegato alla Polizia Locale Diego Garzia esprime soddisfazione : "Finalmente viene ripristinata una situazione incresciosa che aveva costretto l’amministrazione ad interrompere il servizio nel 2022. La reintroduzione degli stalli blu mira quindi a decongestionare l’occupazione costante dei parcheggi, a vantaggio del commercio cittadino e del ricircolo razionalizzato delle auto in sosta. Si concretizza così un costante lavoro tra l’amministrazione comunale del Sindaco Vergine e il Comando della Polizia Locale, che ha cercato di tenere in grande considerazione tutti gli attori in gioco, dai commercianti ai cittadini."

Polizia Locale Galatina

 
Di Redazione (del 10/11/2018 @ 12:48:53, in Comunicato Stampa, linkato 938 volte)

Dopo un lungo periodo di riflessioni e di costanti attenzioni nasce finalmente a Galatina la NUOVA ASSOCIAZIONE COMMERCIANTI “CENTROSTORICO” GALATINESI. “CENTRO STORICO” perché è proprio qui che prende forma la nostra associazione e pian piano viene divulgata nelle principali arterie del commercio cittadino fino a raggiungere tutte le aziende, gli artigiani, e i liberi professionisti che svolgono la propria attività sul territorio galatinese.
Ad oggi la nostra associazione conta più di 50 iscritti, e di giorno in giorno ci giungono sempre nuove richieste di adesione.
Tutti gli aderenti a questo progetto credono profondamente nelle potenzialità che offre la città di Galatina ed è per questo che remando tutti nella stessa direzione possiamo arrivare ad importanti traguardi fino ad ora insperati.
Il direttivo è composto da giovanissimi ragazzi, menti fresche e volti nuovi pronti ad impegnarsi e a collaborare, portando quell’energia positiva che oramai manca da molti anni in questa città. La nostra associazione è un fiume in piena ricca di tantissime idee e progetti che sono in cantiere e pronti ad essere attuati.
Non possiamo però trascurare che proprio dove nasce il nostro cammino vi sia un clima abbastanza agitato per quanto riguarda la Z.T.L. Pertanto chiediamo un incontro al nostro primo cittadino per capire bene la situazione su questo argomento.

Roberto Tundo

 
Di Antonio Mellone (del 10/06/2017 @ 12:36:08, in NohaBlog, linkato 3140 volte)

Ragazzi, è dura e io vi capisco. Non è mica facile di questi tempi decidere il candidato sul cui nome segnare una bella croce il giorno delle elezioni.

Vero è che il concetto espresso dalla locuzione “metterci una croce sopra” assume accezioni affatto contrastanti a seconda dei casi:

  • a) in senso letterale significa dare il proprio voto in favore di Tizio;
  • b) in senso letterario, al contrario, la proposizione si tradurrebbe con la nota formula: “Caia, per te miss Italia finisce qui” [l’allusione alla fascia tricolore da sfilata, anzi da processione solenne ci sta tutta, ndr.].

Apparentemente il caso sub a) sarebbe più semplice, visto che in senso letterale le croci da apporre sono numericamente inferiori (un paio al massimo) rispetto a quelle che sarebbe d’uopo listare in senso letterario. Tuttavia la scelta di quell’uno è di gran lunga più ostica rispetto alla bocciatura degli incommensurabili scarti politici, altrimenti detti riempilista (da moltiplicare per il numero delle innumerevoli liste). Non fosse altro che per il tempo che si perderebbe nel farne l’appello uninominale.

Se a questo si aggiunge il fatto che certa politica non è più di sinistra (forse mai stata), né di destra, ma solo ego-centrica,  riusciamo a cogliere meglio le motivazioni per le quali spesso arriviamo alla vigilia del voto (quasi) tutti parzialmente stremati.

A proposito di selezione naturale del primo cittadino, collegandomi al mio precedente pezzo dal titolo “Sindaco chi?” [chiedo venia: l’autocitazione non è mai elegante ma questo scritto è la logica prosecuzione di quello, ndr.], provo ad aggiungere un altro tassello alla metodologia da utilizzare per la cernita del sindaco. Ed è il vocabolo “Cultura”.

Orbene: è empiricamente dimostrato quanto tra i sei personaggi in cerca di elettore se ne annoverino alcuni che hanno un rapporto, come dire, idiosincratico, di più, conflittuale con codesto lemma.

Ce n’è qualcuno che, emulando il ministro del nefasto e innominabile governo di qualche anno fa, pensa tuttora che “con la cultura non si mangia [sic]” . Tanto che al solo sentirne il suono, in default, è pronto a metter mano alla pistola (delle cazzate).

Ci sta poi il candidato che non riesce proprio a proferire questa parola che trova così inedita, così eteroclita e così bisbetica da diventare paonazzo e dislessico a un tempo. E pensare che s’è cimentato più volte nella sua pronuncia, ma niente. Hanno pure provato a scrivergliela (come i discorsi a effetto vergati dal solito ghostwriter, letti dal pulpito con la stessa scioltezza di un alunno di quarta elementare), ma al massimo ne vien fuori un luculliano “Cottura” [visti certi girovita, sarà la fissa per il solito cibo che bolle in pentola, ndr.].

C’è poi l’altro concorrente di grido che oltre a non saper scrivere non sa neanche leggere (in compenso crede di saper parlare), che pensa che il termine Cultura sia una parola composta da “cul” e “tura”, con maggiore enfasi soprattutto alla prima parte [la quale tanto somiglia alla faccia che ci mette su manifesti e slogan, ndr.], mentre la seconda potrebbe essere una voce del verbo strettamente connessa alla prima.

E’ che certi portatori sani di promesse, i famosi guardiani del farò - il cui ultimo libro sfogliato fu probabilmente il sussidiario delle elementari (ma sol perché costretti dalla maestra o da chi ne faceva le veci) - pensano che Cultura sia svegliarsi la mattina e decidere senza chiedere il permesso a nessuno di installare un bel faro di luci a led bianche e accecanti da puntare direttamente sugli  affreschi del Calvario di Noha, rendendo di fatto inguardabile tutto il complesso artistico. Son fatti così, signora mia: trattano certi monumenti come fossero il garage di casa propria. E’ la famosa politica del fare (quello che gli pare).

Per esigenze di completezza, e sempre a proposito di Cultura, diciamo che v’è anche il candidato che si “informa” leggendo solo il Quotidiano [la cui carta è ormai buona solo per l’indifferenziata, anzi per l’umido visto il livello di bava di cui è inzuppato e/o le scemenze che il superstite suo lettore è costretto a leggere, ndr.]; c’è anche quello che ce la sta mettendo tutta a svuotare il centro città per riempire in compenso il centro commerciale di Collemeto [così finalmente ci sarà più Pil per tutti, ndr.]; c’è il contendente che pensa che il borgo antico debba diventare il luna park di un turismo di massa, possibilmente grasso, sudato e inebetito in slalom perenne tra i tavolini sparpagliati qua e là sullo storico basolato [magari alla disperata ricerca di un Mc Donald’s, ndr.]; c’è chi arringa i suoi plaudenti gregari con il fare tipico dello “spiritual coach” e con il carisma di un animatore di villaggio vacanze in cerca spasmodica di una citazione da hard discount della Cultura [roba davvero da morir dal ridere, ndr.]; v’è anche chi  schiuma di rabbia dal palco sparando minacce, avvertimenti e provocazioni con un linguaggio da trivio così scurrile che, al confronto, uno scaricatore di porto sarebbe un raffinato nobiluomo d’altri tempi [ci mancherebbe giusto una bestemmia da scomunica papale per farla completa, ndr.].

Il bello (o il brutto) di questa storia tragicomica è che alcuni fra questi candidati coesistono nella stessa persona.   

*

Permettetemi infine una carezza affettuosa ai folkloristici cettoqualunquisti. Ce ne stanno a bizzeffe. E son quelli dall’endorsement facile, anzi commovente. Son quelli per i quali le sguaiataggini del proprio beniamino sono “passionalità”, il clientelismo e il favoritismo insito nelle sue fibre più intime sono “spirito di servizio”, la collezione di fiaschi che manco la cantina Valle dell’Asso sono “conoscenza amministrativa”, l’attivismo onde tutto quel che tocca muore è “caparbietà con cui [Cetto o Cetta] risolve i problemi” [risolve?, ndr.], le figure di merda che ci fa accatastare in maniera diuturna sono “l’amore che nutre per tutto il comprensorio di Galatina” [insomma un amore così grande, viscerale, urbi et orbi, ma soprattutto orbi, ndr.].

Poi uno rivede “Qualunquemente” del 2011 - il film di Giulio Manfredonia con  Antonio Albanese -, ne riascolta dialoghi e comizi e inizia a capire che il “Truman show” de noantri non è poi così lungi dalla fiction.

Infatti.

[Un comizio] <<Cari amici elettori, e sdraiabilmente amiche elettrici, mi è stato chiesto, se vengo eletto, cosa intendo fare per i poveri e i bisognosi: 'na beata minchia! È ora di finirla: 'sta cosa dei bisognosi è una mania! Poi sono bisognoso anche io di voti, affettivamente mi servono più dell'ossigeno: qui siamo in guerra, e io non faccio prigionieri. Tu mi voti, ti trovo un lavoro e ti sistemo. Tu non mi voti, 'ntu culu a ttìa e a tutta 'a famighia! Applauso! Io amo lo scontro, e soprattutamente non amo i pacifisti […]>>

E ancora.

  • Cetto: [Dopo aver letto sul giornale un articolo critico verso di lui] “Di cosa parla? Tu Pino hai capito?
  • Pino: “No”.
  • Cetto: “Perfetto. Pino è l'elettore medio: se Pino non ha capito niente, non capirà niente nessuno”.

Ecco. Se ci riuscite, provate a cogliere le differenze.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 30/06/2014 @ 12:26:40, in NohaBlog, linkato 2709 volte)

Nel pomeriggio di giovedì scorso, in quella bella sala del palazzo della Cultura [sic], non so se per un attacco di dislessia acuta o in quanto poco avvezzo alla carta stampata (probabilmente la seconda delle due), il poveretto delegato dal comitato festa dei santi Pietro e Paolo di Galatina non riusciva a leggere con scioltezza il comunicato stampa, vergato senz’altro da un sadico, tanto che quando è giunto alla locuzione “pubblico ludibrio” (cui “la parrocchia e la comunità di fede” sarebbero state esposte per aver accettato caramelle dagli sconosciuti), nonostante il fervore, lo zelo, il sudore, il Nostro, con uno sforzo sovrumano e un serio rischio di ernia al cervelletto, in un paio di tentativi è riuscito finalmente a declamare questo cacofonico  lemma. Ma santo cielo, avrei voluto dire all’estensore di quelle note, ci vuol tanto a sostituire l’ostico “ludibrio” con vocaboli ben più agevoli come “biasimo”, “vergogna”, “riprovazione”?
Ma fosse solo questo il problema.

*

Il fatto è che purtroppo in quel pomeriggio d’inizio estate tutti gli astanti si son guardati bene dal proferire il vocabolo più difficile in assoluto da pronunciare in presenza di una o più persone vive: scusa. Evidentemente questo termine è ignoto, bandito, di più, censurato nella città di Galatina e nel suo circondario. Pare che il mea-culpa si debba recitare esclusivamente in chiesa battendosi il petto tre volte, ma guai ad ammettere fuori dalle mura del tempio le proprie colpe in pensieri, parole, opere e soprattutto omissioni. Sotto le volte della bella sala Celestino Contaldo si è assistito invece alla solita  excusatio non petita (che, come saprà perfino il portavoce del comitato, è accusatio manifesta) e nulla di più.

***

Date un’occhiata a quest’altro brano del famoso comunicato-stampa: “Abbiamo accettato il contributo senza fare domande, questo è vero. Ma siamo ancora convinti che certe domande, anche quelle giuste, appartengono alla politica e alla ideologia non a NOI!!! [notare il NOI a caratteri cubitali e ben tre punti esclamativi, ndr]”.
Ma davvero il cristiano si comporta come un allocco qualsiasi, come fosse incapace d’intendere e di volere, non ponendosi “certe domande”, facendo finta di non vedere e non sentire?
E poi ancora “Rispettiamo tutte le battaglie ambientali che il Salento e Galatina vorranno fare per il nostro territorio. Ma ribadiamo la nostra lontananza dalla politica!!! [altri tre punti esclamativi, caso mai non avessimo capito bene la prima volta, ndr]”.
Cosa? “Le battaglie ambientali che il Salento e Galatina vorranno fare”? Ho letto bene: “Vorranno fare”?
Perché, voi e i vostri figli, cari signori, non siete forse di Galatina e del Salento? Non respirate la stessa aria, non frequentate lo stesso mare, non vivete della stessa terra? Perché dovrebbero sempre essere gli altri a “fare le battaglie” per l’ambiente?
E quando papa Francesco parla di “custodire il creato”, non si riferisce per caso alla lotta per salvaguardare la natura (residua o superstite) che ci circonda? Non è forse anche questa “Politica”, nel senso più alto e nobile del termine?
Chi l’ha detto che “solo la politica, le istituzioni e i comitati ambientali possono e debbono occuparsi del merito”? Perché tirarsene fuori? Il credente non è un cittadino come un altro che ha il diritto-dovere di intervenire, di informarsi e di essere informato? Oppure il cosiddetto fedele dovrebbe occuparsi soltanto di “processioni”, “luminarie”, “luci e bande”, candele e giaculatorie, rispondendo sempre “amen”, e non solo nel corso delle liturgie?
Caro papa Francesco, parli ai sordi.

***

Ciliegina sulla torta, come al solito, l’intervento del mio sindaco.
Poteva mancare, signore e signori, l’intervento di Mimino Montagna, che, a quanto pare, a tempo perso, smette i panni del medico per indossare la toga di avvocato difensore dei comitati-festa cittadini? Ovviamente no.
Infatti, Mimino nostro ha ribadito più volte la storia della buona fede (che, tra l’altro, nessuno ha mai messo in dubbio). Figuratevi se gli è saltato in mente di dire che forse lui ed i suoi compari di merende a palazzo Orsini avrebbero dovuto vigilare un tantino di più, visto che il Comune ha cofinanziato la festa con 16.000 euro di soldi pubblici, e vedere il logo del Comune di Galatina accanto a quello TAP non è, diciamo così, il massimo dell’eleganza.
Pensate che l’ineffabile sindaco di Galatina in un altro intervento, a proposito di alcune scritte sui muri lasciate da qualche idiota, ha (o avrebbe: fonte galatina.it) detto quanto segue: “Dopo il pacifico e chiarificatore incontro avuto con i ‘No Tap’ nella serata di giovedì non ci aspettavamo questo gesto esecrabile. [A quell’incontro] erano presenti, oltre all’Amministrazione comunale, anche i rappresentanti del Comitato festa. Un ingegnere dei ‘No Tap’ ha illustrato i motivi giuridici e tecnici della loro contrarietà al passaggio nei pressi di San Foca del tubo che porta il gas dal Mar Caspio. D’altra parte il Consiglio Comunale ha già votato un documento di sostegno alle posizioni del Comune di Melendugno”.
Chiaro? Loro, i NO-TAP, hanno illustrato i motivi giuridici e tecnici della loro contrarietà.
Come della loro contrarietà? Visto che il Consiglio Comunale “ha già votato un documento di sostegno alle posizioni del Comune di Melendugno”, non dovremmo parlare all together, sindaco in testa, di nostra contrarietà?
Mistero della buona fede.

*

Alla fine della fiera (“fine della fiera” ormai in tutti i sensi) nessuno ha osato parlare di restituzione dei soldi (figuriamoci); nessuno ha osato azzardare l’ipotesi della revoca del patrocinio (manco per sogno); nessuno si è assunto l’onere di spiegare, magari dal pulpito, i danni e le beffe del TAP (posto che siano stati compresi gli uni e le altre).
Tutto si è concluso invece come previsto dal copione: a tarallucci e vino.
Sicché la stragrande maggioranza dei galatinesi potrà continuare a credere che l’acronimo TAP stia per “Ti Amo Pietro”, ovvero, a seconda della devozione, “Tanti Auguri Paolo”.

Antonio Mellone

 
Di Albino Campa (del 07/10/2010 @ 12:18:51, in Fotovoltaico, linkato 4308 volte)
Tra pochi giorni, un nuovo consiglio comunale a Galatina, ma cosa ci sarà di tanto urgente da deliberare, questi i punti all'ordine del giorno :



  1. Varianti puntuali al PUG. Revisione emendamento art. 5.1.2. NTA;
  2. Piano energetico comunale. Nuova adozione.
  3. Progetto comparto F4. Approvazione definitiva;
  4. Delibera C.S. n. 181/2010. Adozione variante al p.p. dell'agglomerato industriale di Galatina-Soleto. MODIFICA.

Ma usciamo dai formalismi e cerchiamo di capire e di spiegare in modo sintetico di che cosa si discuterà.
- Primo punto, le varianti al PUG ( Piano Regolatore Generale ) si tratta di adeguare tutte le zone D2 di Galatina, per colpa direbbero gli ambientalisti, o per fortuna direbbero i palazzinari, del deliberato nel consiglio comunale del 29 luglio 2010, dove per chi non lo ricorda si parlava di strane sigle D3 in D2, sembra una mossa di scacchi ben studiata, oppure della classica battaglia navale che tutti noi abbiamo giocato almeno una volta da bambini. In poche parole si tratta di passare tutte le zone D2 di Galatina, cioè zone da destinarsi a uso uffici, negozi, case, nel caso specifico, la proposta portata in consiglio si occupa della zona nelle adiacenze dell'Ospedale S. Caterina Novella. Tutte le zone D2 passeranno se passa la delibera da 1/4 a 1/2 del volume edificabile. Insomma un ulteriore intervento sul PUG ormai stravolto e cambiato a furia di delibere, meno verde per tutti, per questo motivo venne allontanato Cervellati in cambio avremo più cemento per tutti ( d'altronde bisogna far lavorare la Colacem ).
- Secondo punto all'o.d.g. PEC ( Piano Energetico Comunale ) adottato dal commissario prefettizio il 13 gennaio 2010, ma partito alcuni mesi prima dall'amministrazione Antonica, che in data 14 maggio 2009 stabilì di dare incarico ad un professionista esperto per la redazione del piano energetico comunale, due mesi dopo il 14 luglio 2009 si dava incarico al dott. Rosario Ligori. Adesso si cambia, anche per adattarsi alla sentenza della corte costituzionale n. 119, ed anche per adeguarsi al decreto del ministero per lo sviluppo economico del 10 settembre 2010 " Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili " . Il nuovo regolamento comunale ha di buono che obbliga i soggetti attuatori di eseguire opere di mitigazione dell'impatto ambientale, tali opere consistono nella realizzazione di adeguata vegetazione di filtratura ottica con piantumazione di essenze arboree e barriere verdi come le siepi. L'uso di mezzi meccanici e solo quelli, per il diserbo delle erbe infestanti, escludendo erbicidi e prodotti fitoiatrici. Inoltre il lavaggio dei pannelli, con prodotti biodegrabili, per evitare l'inquinamento dei terreni o della falda. Rimane di contro però l'enorme territorio comunale occupabile da impianti fotovoltaici fissato nel 4,7 % dell'intero territorio comunale. Essendo il territorio comunale di Galatina di Ha. 8162, significa che, per il piano adottato ben 383,61 Ha. sono destinati al fotovoltaico ben 3.836.100 mq.,si avete letto bene, quasi 4 milioni di metri quadri di territorio comunale. Rimango dell'idea che sarebbe meglio cogenerare energia elettrica in ogni casa, mettendo il pannello sulle terrazze piuttosto che sui terreni agricoli. Da ultimo ma non meno importante che la ditta deve presentare una fidejussione bancaria o assicurativa per coprire gli oneri derivanti dalla dismissione dell'impianto ed il ripristino originario dei luoghi. L'importo della quale non deve essere inferiore a € 5 per ogni chilowatt prodotto. La fidejussione sarà svincolata solo dopo il ripristino dei luoghi.
- Terzo punto, progetto comparto F4 " attrezzature per la ricreazione e sport " nella fattispecie la domanda richiesta da tre cittadini che coprono con i loro terreni il 66% della superficie del comparto, tanto per intenderci sarebbe il paventato cartodromo che dovrebbe nascere quasi di fronte all'ingresso dell'aereoporto F. Cesari di Galatina a destra della strada provinciale 362 Lecce-Galatina, direzione Lecce.
- Infine nel punto quattro si discuterà della sdemanializzazione dell'uso pubblico del tratto di strada vicinale S. Giuseppe-Paradisi attraversante il lotto n. 431 del piano ASI. Per questa strada ricordiamo il contenzioso legale tra le ditte Minermix e Pietro De Pascalis srl. nonchè la presenza di un comitato cittadino contrario alla sdemanializzazione.

Altri punti decisamente intriganti sarebbero da discutere nei quattro punti all'o.d.g. del prossimo consiglio comunale, ma preferisco svilupparli nei prossimi articoli che riguardano i temi già evidenziati.
Per non mancare allo spettacolo dal vivo che i nostri consiglieri eletti svilupperanno intorno a questi temi, l'appuntamento e per l'8 ottobre alle 16 in prima convocazione, direi finalmente di pomeriggio, per avere in sala un pubblico plaudente, felice ed orgoglioso dei suoi rappresentanti.

Raimondo Rodia
fonte:galatina.blogolandia.it

 
Di Redazione (del 13/08/2021 @ 12:14:17, in Comunicato Stampa, linkato 809 volte)

Si è chiuso favorevolmente l’iter amministrativo presso l’Ufficio Nazionale Marchi e Brevetti che ha definito tale possibilità, anche in relazione al marchio Pasticciotto di Galatina®.

L’Amministrazione Comunale ha voluto in questo modo dotarsi di uno strumento di comunicazione che permetterà di rafforzare il legame identitario tra il dolce tipico cittadino ed il territorio. Un legame creato nel corso dei secoli attraverso l’operosità di maestri pasticcieri che hanno saputo conservare l’originalità della ricetta e che oggi ci permette di vantare una diffusa presenza di pasticcerie artigiane di alta qualità.

In questi giorni sono iniziate anche le iscrizioni alla neonata “Accademia del dolce”, associazione cittadina di pasticcieri che avrà, in accordo con l’Amministrazione Comunale, l’utilizzo del marchio. Verrà concordato un disciplinare di produzione che garantisca l’originalità e l’artigianalità del prodotto permettendo quindi di utilizzare apposite vetrofanie ed una comunicazione univoca che, nel rispetto di ogni singola produzione, racconti il territorio e la sua tradizione dolciaria.

Nel progetto rientra anche il lavoro per l’attribuzione della DE.CO (Denominazione Comunale) che è un riconoscimento a quei prodotti ritenuti “tipici”, o legati storicamente al luogo di produzione, con l’obiettivo di censire e valorizzare i prodotti agroalimentari e le tradizioni legate alla storia ed alla cultura del territorio, così da promuoverle e garantirne la sopravvivenza.

L’insediamento della Commissione Comunale per la DE.CO ha dato il via anche a questo iter.

Sarà bandito anche un concorso di idee per la definizione di un logo che accompagni la comunicazione sul Pasticciotto di Galatina® dando seguito ad una proficua collaborazione con il liceo Artistico di Galatina che ha già sviluppato delle interessanti proposte sul pasticciotto.

 

Siamo orgogliosi di consegnare alla Città il più utile strumento operativo mai realizzato per qualificare la nostra produzione dolciaria. Una operazione unica, articolata e completa, nata con l’intenzione di coinvolgere il tessuto produttivo artigiano e fare della tradizione cittadina un veicolo di promozione turistica e sviluppo economico.

L’effetto propulsivo che l’Amministrazione Comunale porrà in essere dovrà essere raccolto dal territorio, dalle attività commerciali tutte, dagli operatori del sistema turistico, dalle realtà associative che lavorano per dare lustro e visibilità alla Città.

Galatina Città del Pasticciotto® e Pasticciotto di Galatina® siano per tutti noi una storia da raccontare ad ogni ospite, ad ogni visitatore.

 

Marcello Amante, Sindaco di Galatina

Nico Mauro, Assessore alle Attività Produttive e Turismo

 
Di Antonio Mellone (del 26/11/2022 @ 12:10:19, in NohaBlog, linkato 891 volte)

Ci siamo quasi. Voglio dire che a Noha procedono di buona lena i lavori di ristrutturazione di uno dei due marciapiedi di via Castello: il primo, lato palazzo baronale, fu terminato – buona parte a spese dei titolari di Nohasi - verso i primi del mese di maggio di quest’anno; il secondo, dirimpettaio, lo sarà a breve, anche stavolta grazie al maestro Chittani Giovanni (prima il cognome e poi il nome, come usavamo appellarci tra compagni di classe), e ai suoi bravi collaboratori: maestranze a chilometri zero, come si dice, ma note in urbe et in orbe, dunque a più ampio chilometraggio, per serietà, impegno e puntualità. 

Sicché, molto probabilmente entro Natale potremmo percorrere, meglio se a piedi, il nostro Boulevard de Noha (da leggere in francese, con l’accento tonico sull’ultima sillaba), con compiaciuto amor di campanile, tra due file di grandi lampade in cima ai pali artistici in ghisa, la nuova pavimentazione non più sconnessa da svariati lustri di comunale sciatteria, e i teneri alberi d’ordinanza al posto dei vecchi pini domestici colpiti dalla sega (sciagurati, “davano fastidio ai camion” [sic]).

Ma c’è un ma: ed è un neo in tutto ‘sto splendore, che continua a lasciare un certo amaro in bocca all’osservatore appena appena attento, ma assolutamente nulla al solito sbadato urbano che non vede, non sente, in compenso parla a vanvera. E non si tratta tanto dell’asfalto stradale che sarebbe appena il caso prima o poi di sostituire con un più decoroso basolato fino a comprenderne tutta piazza San Michele, nonché ovviamente via Aradeo e le altre strade del centro storico del paese (cose che avvengono da decenni non dico a Stoccolma o a Copenaghen, ovvero in alcune comunità del Trentino-Alto Adige o del Veneto, ma in numerosi altri comuni del Salento, frazioni incluse).

Dicevo: il neo, cioè il cruccio che a tratti diventa sconforto se non proprio tormento incazzatura & depressione, sta nel fatto che il famoso villaggio di casette in miniatura edificato all’inizio del secolo XX sulla terrazza di uno degli antichi alloggi un tempo di pertinenza del maniero nohano, parlo del caseggiato artistico meglio noto come Le Casiceddhre, sta cadendo a stozzi, sgretolandosi sotto il bombardamento nucleare dell'insipenza e dell'ottusita molto comuni in queste lande, in uno col paraculismo di cui soffrono o forse godono alcuni esponenti della classe padronale indigena detentrice di codesti peculiari pezzi d’antiquariato trattati come pezza da piedi [vorrei ricordare che il manufatto de quo non è l’unico capolavoro architettonico di pertinenza della nostra piccola patria abbandonato al proprio ineluttabile destino: ché anzi Noha, anche da questo punto di vista, è una discarica a cielo aperto, ndr.].  

E non starò qui a confutare per l’ennesima volta la scemenza massima incautamente definita “proposta” dai novelli dadaisti, vale a dire quella della traslazione di codeste pietre scolpite e parlanti alla volta di un qualche museo: le Casiceddhre non sono cose (anzi case) da museo o da piedistallo, né normali soprammobili, men che meno una collezione di icone, ma un deposito di memoria culturale, uno dei simboli dell’identità nohana (stavo per scrivere Dignità, con la maiuscola, ma poi mi è venuto un crampo alle falangi). Ergo fuori contesto non avrebbero nulla da dire, e si dimetterebbero all’istante dal loro ruolo di monumento, di sito locale di interesse comunitario, e di emblema del Genius Loci casalingo.

Ora, è vero che la storia delle Casiceddhre non è in cima alle priorità dell’agenda Draghi, pardon Vergine, ma sarebbe d’uopo che il nostro sindaco intervenisse in qualche modo per dimostrare di avere a cuore persino quistioni annose come questa. Non stiamo mica chiedendo che metta mano al portafoglio delle finanze pubbliche (che, si sa, hanno più grane che grana) per un chimerico restauro, non previsto oltretutto per un bene culturale “privato”; ma soltanto che osasse provare a infrangere un tabù: quello di conferire con la proprietà del suddetto micro-complesso, tentando di spiegarle da un lato quanto sia importante la difesa delle eredità iconiche di un luogo, e quanto queste, se tutelate, contribuiscano a rendere l’ambiente cittadino più prezioso e civile; e dall’altro che gli oneri del restauro di quel che rimane di queste benedette sculture non sarebbero a carico del disponente, ma del gruppo di visionari che, loro sì incrollabili, sognano di salvare il salvabile.

Impresa titanica, lo sappiamo bene, tanto che sul tema sono in tanti (ma non tutti) ad aver gettato la spugna e da tempo. Ma magari il novello primo cittadino potrebbe pure farcela ricorrendo alle sue doti manageriali, all’innata leadership, all’ormai proverbiale ars oratoria e, con il permesso di Kant, alla dialettica trascendentale.

Oppure, senza permesso, al dialetto.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 03/06/2017 @ 12:07:30, in NohaBlog, linkato 2844 volte)

Secondo un mio personale sondaggio condotto con l’utilizzo di un “campione bernoulliano” (insomma ho posto la domanda soltanto ad alcuni candidati: agli altri era del tutto inutile, tanto scontata sarebbe stata la risposta), l’80% dei concorrenti alla poltrona di Sindaco e/o consigliere comunale non conosce il programma stilato dagli avversari, nemmeno i tratti più salienti, e quindi non sa cogliere le differenze (posto che esistano) con il suo. Anche perché il restante 20% di questo campione non conosce nemmeno le proposte della propria fazione.

Con questi dati alla mano, attraverso un banale processo di inferenza statistica, si può ragionevolmente dedurre che la percentuale di elettori che non padroneggia almeno due punti del programma dei propri beniamini s’aggira intorno al 150%.

La scelta dunque del sindaco ideale per il proprio comune diventa una vera e propria variabile aleatoria, ovvero stocastica, vale a dire ad minchiam: ergo con grandi probabilità di vittoria del peggiore e non del migliore [migliore che - a dispetto dello stucchevole luogo comune secondo il quale “sono tutti uguali” - per nostra fortuna in loco esiste eccome: basta saperlo individuare usando quell’organo che ha grandi potenzialità ma che sovente non utilizziamo appieno se non quando siamo all’acme dell’eccitazione ovvero al massimo del suo stimolo, vale a dire il cervello, ndr.].

Siccome stiamo discutendo del futuro del territorio, e di conseguenza del nostro e di quello dei nostri cari, mi permetto di dar qui di seguito a galatinesi e frazionesi qualche sollecitazione o qualche imbeccata sul metodo da utilizzare per selezionare chi avrà l’onore e soprattutto l’onere di diventare il nostro Primo cittadino.

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La prima linea di demarcazione è quella del referendum costituzionale del 4 dicembre scorso. 

Bisognerebbe prestare molta attenzione e quindi scansare come la peste bubbonica i candidati e i loro accoliti che solo qualche mese fa hanno sostenuto fino allo spasimo (per fortuna perdendo rovinosamente) una cosiddetta riforma della Costituzione scritta con i piedi, anzi con l’artrite reumatoide dei piedi: una proposta di modifica della legge fondamentale dello Stato che ha provato a spaccare anziché unire il Paese, e che, oltretutto, con l’abolizione della “legislazione concorrente” e con la clausola di “supremazia statale”, avrebbe fatto contare i territori (tipo i Comuni) come il due di picche con briscola a denari, persino su argomenti essenziali alla loro stessa sopravvivenza (come: Tap, Trivelle, Ilva, Cerano, Ulivi, strade statali, inceneritori, per dire).

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Un altro elemento di scelta è il tema del giorno: “Laurea sì, laurea no”.

Ora. Chi scrive crede che la laurea non sia più un’attenuante (veramente non lo è mai stata) bensì un’aggravante per il “candidato laureato” che, con la spocchia del togato, continua a fare in pubblico e con nonchalance i suoi strafalcioni lessical-grammaticali, e - anziché vergognarsi e andarsi a rinchiudere in qualche comitato elettorale di periferia buttando via la chiave - addirittura se ne auto-compiace in un crescendo di ridicolaggine corroborata dagli applausi scroscianti dei suoi turiferari (i quali, ove possibile, son peggio di lui). Meglio dunque un candidato con la terza media fatta per bene, che un laureato più o meno fresco di toga grazie magari ai bignami, ai bigini, alle slide o ai riassunti gentilmente fornitigli dagli altri (onde il suo ultimo libro studiato approfonditamente fu il sussidiario delle elementari, ma soltanto perché costrettovi dalla scuola dell’obbligo).

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Un’altra selezione radicale dovrebbe avvenire in considerazione dei partiti che compongono certe coalizioni a sostegno di questo o quel candidato.

La prima da non toccare nemmeno con una canna da pesca telescopica è l’ormai tristemente famosa accozzaglia pigliatutto destra-sinistra [o meglio: sinistra-chiamatemi, ndr.] nata in diretta nel corso di una trasmissione televisiva di Telerama (la famosa Open, cioè Vucchiperti). Un trasversalismo mefitico e pestilenziale, cinico e politicamente foriero di ulteriori tremebonde schifezze: altro che “siamo tutti Fratelli d’Italia”.

La seconda coalizione intoccabile è quella composta dai mammasantissima dell’eterna destra locale sempre uguale a se stessa (ci manca giusto la Lega per fare l’en plein) i cui leader storici a livello nazionale potrebbero essere annoverati tra gli impresentabili. Me ne vengono in mente due, sufficienti per decidere di starne il più lontano possibile.

Il primo partito è quello il cui proprietario fu condannato poco tempo fa per frode fiscale, assegnato ai servizi sociali, prescritto nove volte per dei reati molto gravi, prosciolto invece in altri casi [non per non aver commesso il fatto, ma perché il fatto non è più reato, essendo nel frattempo arrivata –guarda un po’ - l’ennesima legge ad personam, ndr.]. E’ il tristemente famoso presidente delle olgettine, quello della nipote di Mubarak e della compravendita dei senatori, quello che ci ha fatto fare tante figure di merda anche a livello internazionale, e ultimamente, a beneficio di allocco, si fa pure ritrarre con gli agnellini in braccio, poverini [poverini gli agnellini, e i suoi seguaci, probabilmente appartenenti alla stessa razza ovina, ndr.].

Il secondo partito è quello che ha fatto più volte rivoltare nella tomba non dico Marx ed Engels, ma lo stesso Pietro Nenni. E’ il partito nato a sinistra e finito a destra, quello che ebbe quale segretario (poi addirittura presidente del consiglio) il famigerato politico corrotto morto latitante ad Hammamet. Pare che ci sia tuttora in giro per Galatina un nostalgico, per di più candidato nelle liste di codesto partitino, il quale sta cercando di darla da bere a noi altri attraverso un’operazione amnesia (o forse amnistia), con una serie di scritti pubblicati sul web un giorno sì e l’altro pure, conditi dai famosi racconti strappalacrime della “barberia” [evidentemente gli affiliati a questo partito saranno esperti in barba e capelli agli italiani, ndr.]. Sta di fatto che durante la permanenza al governo di questo giglio o meglio garofano di campo, vale a dire dal 1983 al 1986, il rapporto fra debito pubblico e prodotto interno lordo passò dal 70% al 92% [ottime referenze, dunque, per il risanamento finanziario del comune di Galatina, ndr.].

Per la cronaca, il suddetto il politico corrotto (che alcuni vorrebbero santo subito) aveva intascato su conti esteri per sé (e non per il partito) tangenti per circa una quarantina di miliardi del vecchio conio. Certo, il partito ne aveva presi molti molti di più, però, come si dice, chi si contenta gode [ma chi gode si accontenta di più, ndr.].

Pare che i novelli adepti della suddetta consorteria continuino a chiamarsi tuttora “compagni”, e sembra che abbiano (come allora) un concetto molto elastico di legalità, tanto che per esempio chiamano “folklore” i manifesti abusivi attaccati un po’ dovunque. E’ proprio vero: “L’arte de lu tata è menza mparata” [il mestiere del padre (politico) è già imparato a metà, ndr.].

Infine ci sarebbero da schivare [qui alla v si potrebbe sostituire la f, ndr.] i candidati diversamente politici; quelli che nei confronti pubblici fanno a gara a chi la spara più grossa menando il can per l’aia; quelli che nei comizi pensano (pensano, si fa per dire) e parlano (sbraitano sarebbe più azzeccato) come mangiano; quelli che manifestano a cento decibel la propria pochezza (o più frequentemente l’ochezza); quelli che ostentano più poster pubblicitari che idee politiche; quelli che aprono e chiudono le loro kermesse in piega con la sigla-tormentone “De Pascalis Karma”. Insomma quelli che, in caso di vittoria, sarebbero in grado di trasformare l’undici giugno nell’undici settembre della nostra povera piccola patria.

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Detto questo, non riesco a spiegarmi perché mai quando di recente ho formulato gli auguri per la sua elezione a Sindaco a quell’unico candidato degno di assumere una carica così importante, questi mi ha risposto risentito: “Ma Sindaco a chi? Sindaco, vallo a dire a tua sorella”.

Mah, vai a capire.

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 08/12/2023 @ 12:00:27, in Comunicato Stampa, linkato 161 volte)

Con l’apertura della fase congressuale dello scorso ottobre, sono decaduta dalla carica di componente dell’Assemblea Nazionale e di coordinatrice di Italia Viva Galatina.

Concludo così un’esperienza sicuramente gratificante e formativa, piena di momenti che negli anni mi hanno arricchita molto (dalle Assemblee Nazionali alle scuole di formazione politica passando dalla scorsa campagna elettorale per le amministrative galatinesi). In questi ultimi giorni ho ricevuto numerosi attestati di stima accompagnati dalla richiesta di continuare il percorso già intrapreso candidandomi alla guida di Italia Viva Galatina ma motivi personali e lavorativi non mi permettono in questo momento di poter ricoprire dei ruoli attivi in questa nuova fase del Partito.

Porto pertanto a chiunque mi succederà nel coordinamento cittadino, agli iscritti e ai simpatizzanti, i miei più sinceri auguri di buon lavoro.

Caterina Luceri

 
Di Marcello D'Acquarica (del 18/01/2015 @ 12:00:00, in NohaBlog, linkato 2332 volte)

Stimolato dal “dialogo” alquanto acceso, emerso in fine serata, al convegno che si è svolto l’otto gennaio presso il Centro Polivalente di Noha, mi sono voluto aggiornare sul problema che ha mandato in visibilio una parte di cittadini intervenuti e l’Assessore Roberta Forte accompagnata dal delegato per la frazione di Noha, avv. Daniela Sindaco.

Leggo quindi su di un sito locale un articolo del 4 dicembre scorso da parte dell’Associazione Difesa del Territorio sul degrado e lo scempio che riguarda la zona industriale di Galatina-Soleto, sul depuratore saccheggiato e abbandonato a se stesso e su una serie di aziende regolarmente allacciate  e per il quale servizio hanno pagato fior di quattrini, ma sono costrette a movimentare i reflui verso altri lidi. Se i presupposti su cui si vuole costruire il famigerato sito per il compostaggio dei rifiuti organici di Galatina sono questi, c’è ben poco da sperare.

(http://www.galatina.it/la-fognatura-della-zona-industriale-%C3%A8-stata-completata-ma-i-reflui-arrivano-nel-depuratore)

Questa deduzione è discutibile, non lo metto in dubbio, ma anche il contrario lo è, visto che stiamo trattando di una potenziale fonte di malattie tumorali, come se intorno a noi non ce ne fossero già abbastanza.

Non entro nel merito dei vantaggi o degli svantaggi di un sito di compostaggio, è sufficiente dedicare poche decine di minuti in rete per farsi una cultura a proposito.

Non nego neanche che capita di imbattersi facilmente in tanti bellissimi video di presentazione di siti illustrati e decantati come se fossero la panacea di tutti i mali o la gallina dalle uova d’oro. Si parla del pericolo del percolato, che altrimenti finirebbe nelle falde acquifere, del biogas per produrre energia elettrica e del compost per le nostre campagne al posto dei concimi chimici tanto criticati dai naturalisti. Ma, ahimè, non mancano le note dolenti. La rete è piena di istruzioni e di informazioni sulle modalità di trasformazione dei rifiuti organici del nostro bidone marrone in compost per l’agricoltura. Ma è piena anche di incidenti dovuti alla cattiva gestione dei siti. Per chi fosse interessato al proprio futuro allego delle brevi descrizioni con relativi riferimenti in rete:

-morti per inalazioni da compostaggio: http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/07/28/news/aprilia_due_operai_morti_in_un_impianto_di_compostaggio-92577303/

-percolato nelle acque di scolo chiuso a Brindisi:

http://www.brindisioggi.it/percolato-nel-canale-si-scolo-e-puzza-consales-blocca-limpianto-di-compostaggio/
-soglie di tossicità controllate?:
http://www.aserramanna.it/2011/06/compostaggio-serramanna-pericolo-per-la-nostra-salute-o-no/

-se non è puzza è percolato:

 

-i consumi di energia  diminuiscono, (nel caso qualcuno pensi di usare il biogas per produrre energia elettrica):

 
 

E’ evidente che avviare a compostaggio i bio-rifiuti anziché sotterrarli in discarica o bruciarli convenga a tutti. Ma soprattutto converrà a chi ne ricaverà degli utili economici, e cioè i soliti privati. Ma noi mica siamo invidiosi se qualcuno, operando lealmente nel ciclo del recupero dei rifiuti, ricava degli utili economici. Quello che ci preoccupa invece è il fatto che nel nostro paese, soprattutto di questi tempi, parlare di lealtà è come fidarsi del diavolo. Perché in teoria tutto pare che funzioni perfettamente, mentre nella realtà avviene quanto succede al depuratore summenzionato dai nostri amici dell’Associazione Difesa del Territorio. Il fatto è che qui non stiamo parlando solo dell’ennesima cattedrale di cemento che ci toglie la terra da sotto i piedi, bensì di una potenziale fonte di malattie tumorali per i cittadini (compresi i nostri figli) di Galatina e dintorni.

Leggo ancora su un altro sito locale:

 “ricadute occupazionali immediate (per la costruzione dell’impianto) e a regime (le maestranze impiegate nella gestione). Infine – fa notare il consigliere regionale – una volta entrato in funzione, il compostaggio farà diminuire le imposte sulla spazzatura, sulle quali pesano i costi di trasporto della frazione umida dei rifiuti e gli oneri (presenti e futuri) dell’ecotassa”.

http://www.ilpaesenuovo.it/2014/01/25/siti-di-compostaggio-in-salento-ci-sono-i-finanziamenti-della-regione-galati-ottima-opportunita-galatina-si-candidi/

Maestranze? Quante? Diminuzione delle tariffe? Ma non doveva già accadere con la differenziata?

E poi ancora:
http://galatina.lecceprima.it/impianto-compostaggio-soleto-ato-lecce-2.html

“Cosimo Montagna, sindaco di Galatina, Graziano Vantaggiato primo cittadino di Soleto e Angelo Tondo, presidente del consorzio Asi, hanno commentato all’unisono l’intesa siglata: “La realizzazione degli impianti di compostaggio infatti ci libererà dalla schiavitù e dal disastro ambientale delle discariche, dal rischio ambientale che ne deriva e dai cattivi odori. Chiudere il cerchio con il potenziamento degli impianti di differenziazione e riciclo dei rifiuti è l’unica strada possibile contro l’incenerimento e le discariche. Un grande passo di civiltà ambientale nel rispetto del nostro territorio.”

Peccato che contro l’incenerimento e le discariche ci sarebbe anche l’impegno di ridurre la produzione di rifiuti, che fra l’altro compriamo tutti i giorni, e invece nessuno ne parla. Inoltre l’unico vero segno di civiltà ambientale che dovrebbero promuovere i nostri cari sindaci e il presidente ASI, è una campagna di informazione sul progetto con dati alla mano e demandare quindi la decisione di realizzare il sito di compostaggio  a professionisti competenti non di parte (e soprattutto senza interessi: ma sarebbe come trovare un ago nel pagliaio) e infine ad un referendum dei cittadini. Oppure a Galatina abbiamo deciso di compostare anche la democrazia?

Marcello D’Acquarica
 
Di Redazione (del 16/10/2014 @ 11:53:20, in Canile, linkato 2536 volte)

Animalisti in festa,  chiude definitivamente i battenti il vecchio canile di Noha e li apre quello nuovo a Galatina. E tutti gli ospiti della prima struttura - tristemente nota come "il canile degli orrori" e al centro di proteste, scontri e inchieste giudiziarie nei mesi passati anche per abusi e violenze sugli animali - verranno trasferiti nel nuovo rifugio, accompagnati dai volontari dell'Enpa di Galatina, guidati dalla presidente Maria Rosaria Pascali, ai quali è stato affidato il canile. D'altra parte agli stessi volontari, dai primi dello scorso agosto, erano stati affidati tutti i cani di Noha dopo l'uscita di scena, a conclusione di una lunga battaglia giudiziaria, della società "Cinofilia Società Cooperativa Sociale" che fino ad allora, sin dal 1998, aveva gestito il canile di Noha, in contrada Turchio.[\\]
Già in questi ultimi mesi i cani di Noha hanno cominciato ad imparare il significato delle carezze e del rispetto, ora per loro inizierà tutta un'altra vita, fermo restando che l'obiettivo primario rimane sempre quello delle adozioni e tanti ne sono stati già adottati grazie all'impegno delle volontarie Enpa di Galatina.
«Noha addio - commenta felice la presidente Maria Rosaria Pascali - ora la parola d'ordine è dimenticare e far dimenticare quei box fatiscenti e lerci, questo è un sogno che si realizza. Vorrei invitare tutti gli amanti dei quattro zampe a venire a trovarci ma principalmente vorrei ringraziare il primo cittadino Cosimo Montagna che ci ha permesso di realizzare il sogno, velocizzando l'iter per l'apertura del nuovo rifugio. Un grazie molto sentito anche al dirigente Antonio Orefice, comandante delle Polizia Urbana, e all'avvocato Floriana Catanzaro che ci è stata sempre vicina nella battaglia giudiziaria».

fonte: Antonella MARGARITO - QP 16.10.2014
 
Di Redazione (del 29/08/2019 @ 11:50:02, in Comunicato Stampa, linkato 993 volte)

E’ già tempo di svelarsi: almeno nella presentazione di tutti gli attori che rappresenteranno a livello nazionale il grande volley galatinese col marchio di fabbrica OLIMPIA SBV GALATINA.

E così sarà, sabato 31 agostoalle ore 21:30. Negli impianti sportivi adiacenti il PalaPanico, nel cuore dello spettacolo d’intrattenimento di BAR ITALIA, organizzato dall’Associazione di volontariato “AMICI DELLA MADONNINA”, verrà presentata la rosa dei giocatori, lo staff tecnico, l’equipe medico-sanitaria e tutto l’organico societario di Efficienza Energia.

Non sarà solo una doverosa passerella per testare il primo impatto squadra-tifosi, la cui conoscenza de visu è trainante per tutto il contesto sportivo e non solo, ma anche un messaggio di stimolo  per tutto l’ambiente cittadino, politico ed imprenditoriale compresi.

L’enorme impegno economico-organizzativo che per il quarto anno consecutivo viene messo in campo, dà una rilevante visibilità nazionale al volley galatinese e alla nostra città. Specularmente proietta il nostro territorio in una fascia d’interesse turistico-culturale di livello che, intrecciandosi con i patrimoni artistici e le attività artigianali, fa rete con tutti i settori operativi della vita civile.

Un grande impegno quindi per OLIMPIA SBV che ha profuso enormi risorse costruendo, sotto l’attenta regia del DG Stefanelli, un roster di alta qualità. Sarà l’occasione per tutti di conoscere gli atleti nuovi arrivati che si aggregheranno ai riconfermati Marco Lotito, Giuseppe Apollonio, Francesco Pierri, Santo Buracci e Donato Musardo.

Il palco ospiterà i palleggiatori Gabriele Parisi ed Asclepio Nicolazzo, i centrali Mirko Torsello, Mattia Lezzi e Francesco Tundo, i laterali ricettori Ferdinando Lentini e Domenico Maiorana, l’opposto Riccardo De Lorentis.

La struttura organizzativa societaria sarà in prima fila, rappresentata dal presidente Luigi Santoro, dal suo vice Francesco Liguori, dal team manager Francesco Stefanelli, dai dirigenti Katia Santoro, Antonello Apollonio, Pierluigi Mangia, Vincenzo Liguori e dal responsabile della comunicazione Piero de Lorentis che ripartirà il suo impegno anche sul fronte S.B.V.

Anche lo staff medico-sanitario rinnova la sua formazione con alla guida il medico sociale Antonio Palumbo e il fisioterapista Danilo Franco, mentre per ciò che attiene alla preparazione fisica degli atleti il compito è affidato a Graziano Russo quale responsabile dell’Area Fitness e ad Andrea Blasi per la preparazione atletica.

La conduzione tecnica naturalmente è affidata al riconfermato mister Giovanni Stomeo e al suo secondo Antonio Bray che, in tempo reale, si avvarranno dei dati rilevati durante le gare dallo scoutman Antonello Sarubbi.

Una scacchiera quasi completa in tutti i suoi pezzi (mancherebbe un quarto laterale ?!?)  che certamente offrirà all’allenatore strategie per utilizzare al meglio il potenziale a disposizione e raggiungere l’obiettivo prefissato.

 

AREA COMUNICAZIONE

EFFICIENZA ENERGIA GAS & POWER

GALATINA

 
Di Albino Campa (del 22/03/2010 @ 11:49:45, in Politica, linkato 3068 volte)

Si vota, domenica 28 marzo, dalle ore 8,00 alle ore 22,00 e lunedì 29 marzo, dalle ore 7,00 alle ore 15,00, in queste elezioni si svolgeranno le operazioni di voto per l’elezione del Presidente della Giunta Regionale e del Consiglio della Regione Puglia, del Sindaco e del Consiglio Comunale di Galatina.
Le operazioni di scrutinio per le elezioni regionali avranno inizio lunedì 29 marzo subito dopo la chiusura della votazione. Per le elezioni comunali lo scrutinio avrà invece inizio alle ore 8,00 di martedì 30 marzo.

In caso di effettuazione del turno di ballottaggio per l’elezione del Sindaco, si voterà domenica 11 aprile dalle ore 8,00 alle ore 22,00 e lunedì 12 aprile dalle ore 7,00 alle ore 15,00.
Le operazioni di scrutinio inizieranno, nella stessa giornata di lunedì, al termine della votazione.

Elezioni Regionali (scheda verde).

Elezioni Comunali (scheda azzurra).

L’elettore può votare: per una delle liste,

  1. tracciando un segno sul relativo contrassegno. Il voto così espresso si intende attribuito anche al candidato sindaco collegato;
  2. per un candidato a sindaco, tracciando un segno sul relativo rettangolo, non scegliendo alcuna lista collegata. Il voto così espresso si intende attribuito solo al candidato alla carica di sindaco;
  3. per un candidato a sindaco, tracciando un segno sul relativo rettangolo, e per una delle liste collegate, tracciando un segno sul relativo contrassegno. Il voto così espresso si intende attribuito sia al candidato alla carica di sindaco sia alla lista collegata;
  4. per un candidato a sindaco, tracciando un segno sul relativo rettangolo, e per una lista non collegata, tracciando un segno sul relativo contrassegno. Il voto così espresso si intende attribuito sia al candidato alla carica di sindaco sia alla lista non collegata (cd. ”voto disgiunto”).

L’elettore potrà altresì manifestare un solo voto di preferenza per un candidato alla carica di consigliere comunale, scrivendo, sull’apposita riga stampata sulla destra di ogni contrassegno di lista, il nominativo (solo il cognome o, in caso di omonimia, il cognome e nome e, ove occorra, data e luogo di nascita) del candidato preferito appartenente alla lista prescelta.

Per il ballottaggio il voto si esprime tracciando un segno sul rettangolo entro il quale è scritto il nome del candidato sindaco prescelto.

Per votare il cittadino deve esibire la Tessera Elettorale personale al Presidente di seggio e un documento di riconoscimento. Chi avesse smarrito la propria tessera personale, potrà chiederne il duplicato agli uffici comunali che, a tal fine, saranno aperti da martedì 23 a sabato 27 marzo, dalle ore 9.00 alle ore 19.00, mentre domenica 28 e lunedì 29 marzo, giorni della votazione, per tutta la durata delle operazioni di voto.

Da questo link si possono visionare tutti i candidati ed programmi delle amministrative 2010

 http://www.galatina2000.it/Politica/tutti-i-candidati-delle-amministrative-2010.html

 

Un ricco calendario di eventi per le festività natalizie a Galatina; il Comune di Galatina in collaborazione con alcune Associazioni locali ha infatti organizzato numerosi e variegati appuntamenti all’insegna della musica e del divertimento sia per i grandi che per i più piccoli. Lo scopo del programma “Natale in città – Galatina 2016” sarà quello di rilanciare e valorizzare il ricco patrimonio architettonico e monumentale del territorio, incrementare l’interesse turistico e culturale e diffondere la conoscenza delle eccellenze eno gastromomiche dell’area.

Per circa un mese, a cavallo tra dicembre e gennaio, si alterneranno eventi musicali, mercatini, rassegne, mostre, spettacoli teatrali, concerti e tanto altro.

Giovedì 08 Dicembre alle 19.00, in piazza San Pietro, ci sarà il primo di una lunga serie di appuntamenti: si terrà la consueta cerimonia di accensione dell’albero di Natale e delle luci natalizie.

Le luminarie faranno brillare il centro cittadino esaltandone le architetture ed i palazzi storici creando un percorso piacevole verso i luoghi dello shopping natalizio in un'atmosfera festosa.

Ci sarà inoltre la presentazione del Presepe Artistico a cura dei ragazzi dell'Istituto Superiore "Falcone e Borsellino" di Galatina ed il Coro Polifonico dell'Associazione Culturale Musicale "VivArte" di Sternatia.

Ed infine, per non farci mancare proprio nulla, il fantastico trenino "Angelo Azzurro" accompagnerà allegramente bambini e non...

Russo Piero Luigi

 

Sono già trascorsi i primi mesi di amministrazione e sebbene sia ancora troppo presto per i bilanci riteniamo utile e doveroso informare i cittadini dei frutti dei nostri primi giorni di lavoro.

L’impegno profuso dal Sindaco Fabio Vergine e da tutta l’Amministrazione comunale per la frazione di Noha è massimo.

Coerentemente con il nostro programma elettorale e con i nostri obiettivi, uno dei primi risultati raggiunti è stato il ripristino del decoro del cimitero. Grazie all’attenzione ed all’operatività della Giunta ed all’interessamento del Consigliere Sparapane è stato possibile pulire, diserbare ed abbellire l’area interna e procedere ad alcuni interventi di manutenzione tra cui la tinteggiatura del cancello tutt’ora in corso e che verrà completata in questi giorni. Inoltre per fare in modo che la pulizia ed il decoro oltre che essere ripristinati potessero anche essere mantenuti, abbiamo destinato alcuni percettori di reddito di cittadinanza allo svolgimento del servizio di uscierato, sorveglianza e pulizia durante l’orario di apertura del cimitero.

Allo stesso modo e con la stessa attenzione e solerzia abbiamo provveduto ad aumentare la frequenza del diserbo delle strade di Noha che in questo modo è tornata ad essere pulita e ordinata, a ripristinare alcune lampade fuori uso in centro,  ad installare nuovi cestini per la raccolta dei rifiuti e, grazie all’interessamento dell’Assessore Ugo Lisi, a ripristinare i pannelli della pensilina della fermata del bus di Piazza San Michele che da tempo era abbandonata a se stessa. Non ultima la chiusura delle buche non solo nel centro abitato ma anche nella periferia, intervenendo sul dissesto presente da tempo in strada comunale Conella, dove oltre ai residenti transitano quotidianamente numerosi mezzi di lavoro.

Inoltre, in linea con la nostra volontà di rafforzare la presenza delle istituzioni nelle frazioni, abbiamo individuato unitamente al comando della Polizia Locale una soluzione operativa iniziale che, tenendo conto del numero degli operatori del corpo e compatibilmente con i servizi da svolgere,  permetta di destinare alcune unità a presidio del centro cittadino di Noha in orari alterni. Una novità questa che si va ad aggiungere al piantonamento all’entrata ed all’uscita delle scuole che viene puntualmente garantito.

Nella stessa direzione si colloca la scelta del Consigliere delegato a Noha di stabilire il ricevimento dei cittadini presso l’ufficio comunale distaccato di via Calvario, a cui abbiamo restituito dignità e decoro attraverso piccoli interventi come l’installazione delle bandiere che mancavano da anni.

Negli stessi giorni ed orari del ricevimento, il Consigliere delegato è a disposizione per fornire supporto, informazione e orientamento sui servizi che il comune mette a disposizione dell’utenza.

Da segnalare inoltre l’avvio di un percorso di dialogo e collaborazione permanente con le attività commerciali e con le Associazioni, iniziato già in occasione dell’organizzazione di alcuni eventi della scorsa estate, che faciliti la programmazione ed il supporto ad iniziative ed eventi come quelli che stiamo predisponendo per le festività natalizie.

Siamo consapevoli che tutti questi siano interventi ordinari, rimasti irrisolti da tempo, e che ci sia ancora tanto lavoro da fare. Tuttavia, mentre sono allo studio progetti strutturali, possiamo dire che tutte queste azioni  rappresentano un punto di partenza ed un segnale concreto che testimonia la volontà dell’intera Amministrazione di dare a Noha tutta l’attenzione e la considerazione che merita.                                                     

 

Pierluigi Mandorino

Consigliere comunale con delega alla frazione di Noha

 

Nel ribadire la ferma condanna a qualsiasi forma di insulto, offesa e diffamazione prendiamo atto della denuncia sporta dal Sindaco Marcello Amante e dall’Assessore Cristina Dettù.

Allo stesso tempo però ci preme sottolineare che Sindaco, Assessore ed esponenti della maggioranza che oggi si indignano , non sono stati altrettanto fermi e risoluti nel condannare le diffamazioni rivolte a parte dell’opposizione e ed al sottoscritto, oggetto troppo spesso di calunnie infamanti che hanno leso la mia immagine, quella della mia famiglia e del Partito Socialista. L’aggravante è che le accuse rivolte a noi sono riecheggiate per anni in città, insinuando nella gente il dubbio e contribuendo a mistificare la realtà dei fatti. Insinuazioni velate e dubbi che minano la rispettabilità non soltanto di quegli esponenti politici come noi che denunciano le superficialità di questa Amministrazione ma anche di alcuni siti di informazione locale che, nel silenzio generale, hanno il coraggio di spiegare la realtà dei fatti . Tra questi c’è chi, analizzando in maniera critica e non servile la vita politica della città, porta quotidianamente all’attenzione dei cittadini le criticità e le storture di alcune scelte e vicende politiche rispetto alle quali qualcuno vorrebbe che si tacesse.

L’ipocrisia di chi si indigna solo quando ad essere colpiti sono i propri esponenti , emerge anche dalla strumentale decisione di querelare un nostro concittadino noto per le sue vignette satiriche.

In un paese democratico il diritto di satira, come declinazione della libertà di pensiero e di espressione, deve essere tutelato e garantito. Probabilmente Sindaco, Assessori e consiglieri, infastiditi dall’essere oggetto della satira di questo nostro concittadino che ha smascherato e diffuso in maniera scherzosa i clientelismi, i familiarismi, le incapacità e le ipocrisie di questa Amministrazione, avranno pensato di denunciarlo per cercare di chiudergli la bocca o per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

E’ anche probabile che tutta questa vicenda con le sue declinazioni, sia servita per tentare di distogliere l’attenzione dei cittadini dalle porcherie approvate nell’ultimo Consiglio comunale(dall’aumento TARI alla probabile svendita degli immobili comunali fino alle varianti urbanistiche).

Tutto ciò è inaccettabile e pericoloso. Chi fa informazione e chi fa satira, deve avere il diritto di poter criticare, magari strappando un sorriso, amministratori che dal canto loro non fanno nulla per non dare spunti a chi fa dell’ironia una propria virtù.

Per questa ragione, così come abbiamo condannato il commento offensivo apparso sui social in questi giorni, allo stesso modo esprimiamo solidarietà ai siti d’informazione troppo spesso screditati dallo stesso Sindaco ed a questo nostro concittadino noto per le sue vignette, ingiustamente tirato in ballo da Amante e dall’Assessore Dettù.

Se l’obiettivo è quello di cercare di tappare la bocca a chi esprime, con rispetto e ironia, il proprio pensiero critico verso le ipocrisie e le contraddizioni di questa Amministrazione, allora il Sindaco sappia che in ogni caso ci saremo noi, ed io in particolare, a ribadirle in tutte le sedi opportune.

Stia sereno il Sindaco perché il dissenso e l’esasperazione dei cittadini di cui ci facciamo portavoce non potranno essere fermati né querelati.

Giuseppe Spoti

Consigliere comunale – Partito Socialista

 
Di Andrea Coccioli (del 08/02/2015 @ 11:35:21, in Comunicato Stampa, linkato 2157 volte)

E’ giunto al nono anno consecutivo il Progetto “Educazione alla Legalità, organizzato dall'Amministrazione Comunale di Galatina, in collaborazione con tutte le Scuole di Galatina, e tenuto dall'avv. Paolo De Pasquale, in qualità di esperto.

Le principali finalità che ci si propone di perseguire sono: Formazione del cittadino; Educare alla legalità; Educare alla convivenza civile ed alla cittadinanza attiva; Maturare la consapevolezza che la norma è codificazione di valori sociali; Favorire l'inclusione sociale e Tutelare la condizione giovanile; Sviluppare/rafforzare la fiducia nelle Istituzioni; Comprendere il ruolo dell'individuo nella comunità sociale; Prevenire il disagio e le devianze giovanili; Sviluppare il senso etico e capire l'importanza dei valori ai quali ispirare i propri comportamenti; Favorire l'alleanza educativa.

Mentre, i maggiori contenuti dell’offerta formativa sono i seguenti: Principi di libertà, democrazia ed uguaglianza; Diritti e doveri dell’uomo; Norma giuridica e norma sociale: significato e differenze; Costituzione Italiana; Fiducia nelle Istituzioni; Cittadinanza attiva e Democrazia partecipata; Il comportamento deviante (compresa la violenza di genere, ad es.: Stalking, ecc.); Devianza e criminalità minorile; Bullismo, banda e cyberbullismo; Droga, alcoolismo e tabagismo; Gioco d’azzardo; Lotta alle mafie; Analisi delle cause sociologiche e psicologiche della devianza; Dinamiche emotive e socio-psico-relazionali; Competenza conflittuale; Problematiche preadolescenziali e adolescenziali; Orientamento e mediazione; Pari opportunità; Corretto rapporto con i mezzi di comunicazione, intrattenimento e nuove tecnologie; Navigare sicuri in internet; Valore e rispetto della privacy; Gestione del disagio e suo impatto sulla salute del cittadino; Pari opportunità ed inclusione sociale; Educazione ambientale ed al rispetto dei beni culturali; Educazione stradale; Cittadinanza Europea.

Il tutto, ovviamente, con delle metodologie didattiche e strategie di apprendimento innovative.

Negli scorsi anni scolastici, gli incontri hanno visto la partecipazione attiva e propositiva dei docenti, e soprattutto l'impegno dei ragazzi, che con estro ed entusiasmo hanno preso parte alla discussione, evidenziando una notevole attenzione ed un forte interesse per gli argomenti affrontati, esprimendo sempre le loro idee ed opinioni, senza timore di generare una vivace e sincera discussione.

Da ciò si evince, che gli adolescenti hanno una singolare esigenza di apprendere gli argomenti concernenti la legalità, tant'è che è proprio la loro conoscenza che fa accrescere la sensibilità verso gli stessi. Questo, a conferma dell'importanza di veicolare l'informazione e favorire il senso critico, per prevenire ed arginare il fenomeno della delinquenza minorile e del disagio giovanile.

La Scuola, teatro privilegiato di conoscenza, è l'Istituzione più adatta a coltivare la cultura della Legalità, il rispetto dei diritti umani, l'esercizio della democrazia, per formare i ragazzi a divenire cittadini adulti, responsabili e solidali. Così come, il Comune, quale Ente Locale che rappresenta la propria Comunità e ne cura gli interessi è anche l'Istituzione più adatta per promuovere le politiche giovanili, nonché lo sviluppo civile, sociale, culturale ed economico del suo territorio, nell'ambito dei molteplici servizi in favore dei suoi cittadini.

La legalità - afferma un documento della CEI del 1991 - è «insieme rispetto e pratica delle leggi». Non solo rispetto di norme imposte dall'alto, ma pratica quotidiana di regole condivise.

Bisogna fare attenzione perché per noi tutti e per i giovani in particolare, le sole regole non bastano più. L'insegnamento più importante verso i giovani é quello della coerenza, della responsabilità,  dell'esempio.

Già Giovanni Paolo II, parlando a Napoli nel 1990, rilevava la grave crisi di legalità dell'Italia. «Non c'è chi non veda - disse - l'urgenza di un grande recupero di moralità personale e sociale, di legalità. Sì: urge un recupero di legalità».

Sono sempre più convinto che la legalità si fonda sull'uguaglianza.

«Non posso dire ai miei ragazzi che l'unico modo d'amare la legge è d'obbedirla. Posso solo dir loro che dovranno tenere in tale onore le leggi da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando sanzionano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate». Sono parole di don Lorenzo Milani. Parole che anche a distanza di anni risuonano da monito per la nostra coscienza.

Dobbiamo essere consapevoli che non ci può essere legalità senza uguaglianza. La legalità passa dal comportamento virtuoso e corretto di ognuno di noi.

Come diceva Gandhi, ognuno deve diventare il cambiamento che vogliano vedere.

Assessore alle Politiche Giovanili

Ing. Andrea Coccioli

 
Di Fabrizio Vincenti (del 03/09/2015 @ 11:35:11, in NohaBlog, linkato 2255 volte)

Guarda bene questa foto. Abbi il coraggio di farlo. Mi è morto un figlio. È un bambino siriano quello che vedi. È lì, senza vita, su una spiaggia turca, nei pressi di Bodrum. Quel bambino sarebbe potuto essere anche tuo figlio. Non bisogna pensare che questo non è un problema nostro. Su quella spiaggia non è morta solo una creatura innocente, ma è morta tutta l’umanità. E nel vedere quella foto, io provo un senso di rabbia che a fatica riesco a controllare. È morto un figlio di Noha. Quel corpicino che vedi lì, senza vita, non è uno sconosciuto. Lascia stare per adesso tutte quelle polemiche con cui il politico di turno si trastulla in qualche trasmissione televisiva sul tema dell’immigrazione. Qui si piange la morte di un figlio, di tuo figlio. Io non sono solito lanciare iniziative. Ma vorrei che la tua voce, da cittadino nohano, si unisse alla mia per gridare al nostro governo, a tutti i governi del mondo, che noi non vogliamo essere complici di questo crimine. Purtroppo immigrazione non è sinonimo di PIL o di spred, ma questo, quel piccolo bambino, non lo sa. Me lo dici tu qual è il senso di questa morte? Perché io senza una risposta non riesco più a dormire. Non sono uno da lanciare appelli, ma la mia coscienza, questa volta me lo impone. E poiché questa non deve passare come una notizia break tra l’immagine di Belen che si diletta a suonare con la chitarra, la Durso che cade dalle scale e il piagnisteo per la Juventus che ha perso due partite di fila, invito tutti quanti voi a stampare la foto di questo bambino. Stampate anche questo mio invito, cari lettori, se volte. Consegnate la foto ad ogni esercizio pubblico di Noha perché vi sto esortando ad osservare un lutto cittadino. Andate dal parroco, don Francesco, e dite che venerdì 11 settembre, alle ore 10:00, faccia suonare le campane. E tutti quelli che sentiranno suonare, dovunque si trovino, osservino cinque minuti di silenzio, pregando in cuor proprio per quel bambino, per tutti quei bambini, per tutte le donne e gli uomini che hanno perso la vita cercando la libertà. Fate una preghiera venerdì 11 settembre alle ore 10:00 per tutti coloro che, rischiando la loro vita, lasciano la loro patria e i loro cari alla ricerca della loro terra promessa. E chiedete scusa a questo mio figlio, anche se delle scuse non sappiamo che farcene Estendete questo mio invito anche alla città di Galatina. Perché qui è di mio figlio che si tratta. È tuo figlio che è morto su quella spiaggia e noi non siamo stati in grado di impedirlo. Non siamo stati capaci di salvare la vita a un piccolo innocente e a Dio questo, come molte altre tragedie causate dalla nostra ipocrisia, non andrà giù. Abbiamo lasciato che un piccolo figlio di Dio morisse lì, senza i suoi genitori, bagnato da un mare che forse sin dalla nascita non aveva mai visto. Non deve accadere mai più, perché già questo io non posso perdonarmelo. Ora, figlio mio, gioca con Dio lassù perché quello è l’unico Padre che non ti abbandonerà mai. E implora a Dio perdono per noi che facciamo finta di non sapere ciò che stiamo facendo.

Fabrizio Vincenti

 
Di Daniela Sindaco (del 09/09/2017 @ 11:34:57, in Comunicato Stampa, linkato 1681 volte)

Il nostro concittadino Jacopo De Lorenzis ha firmato un contratto con la squadra dell’U.S. Lecce, Settore Giovanile Campionato under 15.

Complimenti a lui ed ai genitori per il sostegno ed incoraggiamento a proseguire nella pratica dello sport sano a tutti i livelli.  

Ad majora DANIELA SINDACO

 
Di Redazione (del 22/12/2013 @ 11:32:01, in Comunicato Stampa, linkato 2362 volte)

Natale, si sa, è l’occasione che più di altre festività consente di concedersi dei peccati di gola, ed i dolci sono sicuramente i protagonisti sulle tavole di tutto il Salento ed in particolar modo di Galatina, dove già dalle fine dell’800 maestri pasticceri di scuola napoletana venivano convocati nei ricchi palazzi assoldati dalle nobili casate in occasione di matrimoni, battesimi, o particolari eventi per dare un tocco di sfarzo e mettere in risalto la propria fortuna. Oggi questa tradizione è stata fatta propria dai alcuni eccellenti pasticceri galatinesi, che hanno creato numerose varietà e sfumature di alcuni dolci tipici africani, pasticciotti, bocche di dama, pasta di mandorle, zeppole, ecc.). Sembra che nel 1908 fu addirittura realizzato un intero Presepe fatto di dolci nel "Caffè Domenico Tundo & Figli".

L’Associazione Città Nostra, con il patrocinio del Comune di Galatina ed in collaborazione con il relativo Assessorato alle Attività Produttive, con il patrocinio di AIC (Associazione Italiana Celiachia) prendendo spunto da tutto ciò e per mettere in risalto le tante dolci golosità dei nostri pasticceri, alcune delle quali inserite nell’Elenco Nazionale dei prodotti Agroalimentari Tradizionali (come l’Africano, dolce conosciuto anche come "dita d’apostolo" per la forma che richiama le dita affusolate e che pare sia nato proprio a Galatina nel 1793), accompagnate da numerose altre specialità gastronomiche tipiche e da ottimi vini, organizza, domenica 29 dicembre, per le vie del centro un evento che mette in primo piano le varie dolci golosità e non solo.

La proposta consiste in degustazioni d’autore, accompagnate dall’estro di intrattenitori gastronomi d’eccezione: attori, cantastorie e guide turistiche. Si, proprio così, Città Nostra vuole prendere per mano i suoi visitatori, ed accompagnarli in un intrigante percorso artistico del gusto e dell’enogastronomia locale che coinvolgerà i vari sensi. Ci saranno quindi illustrazioni e degustazioni guidate e recitate di vini, dolci e piatti tipici della tradizione galatinese (come le "caddhe caddhe"), gli ottimi ortaggi locali e le rinomate "cicorie di Galatina". Turisti e visitatori potranno ammirare, degustare ed acquistare le varie specialità proposte per l’occasione in un percorso ideale .

Accanto al percorso artistico ed enogastronomico, è previsto un "percorso esoterico" alla scoperta di aneddoti, di curiosità, di antiche leggende e di simboli nascosti qua e là nella storia e nell’ architettura di Galatina. Previste inoltre le classiche visite guidate per le Chiese, corti e palazzi del barocco Galatinese.

Il centro storico intorno a Piazza San Pietro, sarà animato a partire dal primo pomeriggio, grazie alle tipiche risorse artigianali (pasticcerie, norcinerie, panetterie, rosticcerie, ecc.) del luogo, con l’idea di fare un salto nel passato tra tipiche ricette, tradizioni, "cunti te na fiata" (i vecchi racconti, trasmessi oralmente dai nostri nonni), musica e perfomance artistiche, cercando di ricreare la magia dell’atmosfera dei vecchi tempi, quelli dei nostri nonni, quando bastava poco per fare festa, per trascorrere il tempo con racconti che non finivano mai e si respirava un’aria di solidarietà e di condivisione autentica. C’è ne sarà per tutti i gusti, piccoli, adulti, anziani e per tutti i turisti che saranno presenti nel Salento durante le festività natalizie.

A movimentare il cuore cittadino di Galatina, ed in particolare alcune principali arterie del centro storico ci saranno artisti, cantastorie, guide, poeti, mostre, incontri con scrittori, animazioni, teatro, musicisti e vocalist . Si parte da Piazza San Pietro, sarà coinvolto un tratto di C.so Garibaldi, Via Vittorio Emanuele, Via Umberto I e la Chiesa dei Battenti in Piazza Galluccio. In primo piano, gli stand gastronomici con dolci, vino, salato a partire dalle 16:30.

PROGRAMMA

(NOTA: in caso di maltempo l’evento verrà rinviato al 05 gennaio)

INAUGURAZIONE ore 16:30

VISITE GUIDATE (ritrovo nei pressi dello IAT – Largo Torre dell’Orologio)

- Percorso classico "Dolce Barocco", a partire dalle h.15:30.

- Percorso esoterico. h: 18:30 (con Raimondo Rodia)

- Percorso dell’arte e del gusto. h: 17:30 / 20:30 (con Angela Beccarisi)

TEATRO - MUSICA – LIBRI – MOSTRE- INSTALLAZIONI- VIDEO-ANIMAZIONI

- TESTE DI LEGNO. Teatro dei burattini h.16:30 - Piazza San Pietro.

- RAC-CUNTI, a cura di Scena Studio. h. 18:00 -Via Vittorio Emanuele II.

- " VINI DE-CANTATI" a cura di Scena Studio, Via Vittorio Emanuele II a partire dalle h.

- "ASSAGGI DI THEATRUM", degustazioni teatrali a cura dell’ Associazione Culturale

- h: 19:00/ 19:45 /20:30/21:15 Atrio Palazzo Tondi / Pozzo San Paolo, accanto alla

- "E LU CUNTU NU FUE CCHIUI" di Maria Luisa Vozza C.so Garibaldi.

- "SCIOSCIA, poisie" - installazioni di Giuseppe Greco e scultura di Vincenzo Congedo.

Dicitura di poesie di Giuseppe Greco; presentazione di Candida Calò, interverrà Luigi

Mangia. h. 18:30, IAT- Largo Torre dell’Orologio.

- Incontro con l’autore Lino De Matteis a cura della libreria Fiordilibro. Conversazioni e

interventi delle autorità. Chiesa dei Battenti in Piazza Galluccio h. 19:00.

- "C’ERA UNA VOLTA E FORSE C’È ANCORA.." Installazioni, allestimenti e tipicità e

AgriCULTURE..." con Nello Baldari – Spazi Popolari "I Colori della Terra" di Sannicola.

- "LA MEMORIA IN UN CLICK" - immagini d’epoca di Galatina, video e musica. (P.za San

- MOSTRA di BRUNO DONZELLI – Circolo del Collezionista, Via Lillo n.94.

- PIGRIS STUDIO D’ARTE, esposizione – Via Umberto I.

- INDUO PROJECT (Elena De Salve-voce /Mauro Guido- guitar). h: 20:30 (Largo Torre

- LIBERA COMPAGNIA dell’ AgriCULTURA, Tina MINERVA voce, interventi in musica

Stand, banchetti e degustazioni, anche per chi ha le intolleranze al glutine. A partire dalle

16:30 Piazza San Pietro - Via Vittorio Emanuele II, C.so Garibaldi e Via Umberto I.

 
Di Redazione (del 29/08/2022 @ 11:27:24, in Comunicato Stampa, linkato 378 volte)

Nell'ultimo Consiglio Comunale uno dei punti più controversi e dibattuti tra maggioranza e opposizione è stato quello dell'opportunità di costituire una apposita Commissione monotematica che si occupasse esclusivamente della riqualificazione e potenziamento delle funzioni del nostro Ospedale.

Il tema, in campagna elettorale, è stato così avvertito dai candidati Sindaco, che tutti hanno preso l'impegno solenne dinanzi alla cittadinanza Galatinese  che chiunque fosse stato eletto alla carica di primo cittadino si sarebbe occupato in modo netto dell'Ospedale. Per onestà intellettuale bisogna riconoscere che questo è stato il punto programmatico principale sviluppato dal Dott. Antonaci.

Bisogna altrettanto riconoscere alla consigliera comunale Dott.ssa Antonica  il fatto che nella sua campagna elettorale sia riuscita  a persuadere importanti leader nazionali a "scendere" nel nostro comune, facendo sì che si impegnassero a sostenere il proprio programma di governo della città qualora fosse diventata Sindaca.

In particolare il Presidente della Regione Michele Emiliano in un pubblico comizio a sostegno della sua '"amica Sandra" sollecitato da quest'ultima a prendere in esame la "questione" Ospedale di Galatina, si dichiarava aperto e disponibile ad attenzionare in modo scrupoloso l'argomento. Quindi con la Consigliera Antonica si ha un canale "privilegiato" con la massima autorità regionale. Un grande vantaggio per noi .

Queste dichiarazioni espresse anche con toni solenni ed aulici tipici delle campagne elettorali, ci  facevano presagire che sul tentativo di salvaguardare e potenziare le funzioni sanitarie del nostro Ospedale, chiunque sarebbe assurto alla carica di Sindaco avrebbe potuto contare su l'unanime sostegno di tutti i consiglieri comunali. Il sogno unitario.

Gli strali ed i segnali che giungono dal primo consiglio comunale non lasciano presagire nulla di buono perchè il primo provvedimento che ha riguardato l'Ospedale di Galatina e cioè la costituzione di una commissione speciale che si occupasse delle tematiche e criticità  del S. Caterina Novella non ha visto il voto unanime dei consiglieri comunali. Capisco e comprendo l'osservazione che taluni fanno in merito alla ridondanza di una commissione che va a sovrapporsi alle funzioni del Consiglio Comunale ,ma non comprendo invece che danno potrebbe determinare un ulteriore tavolo di confronto unitario e monotematico.

E' superfluo ricordare che è sempre il Sindaco ed il Consiglio Comunale a detenere la potestà e la rappresentanza amministrativa dei Galatinesi. 

Ed allora invito tutti a porre la massima attenzione sul fatto che ogni qualvolta vengano trattati gli argomenti nonchè tutti i  provvedimenti  riguardanti il nostro Ospedale ,essi devono necessariamente essere condivisi ed adottati unanimemente, in modo da dotare i rappresentati delle istituzioni Galatinesi di un mandato tanto forte che solo il principio dell'unanimità può attribuire loro .

Questo obbiettivo si potrà raggiungere solo se vi è un presupposto fondamentale e cioè quello di una condizione di uguaglianza dei soggetti coinvolti nel processo decisionale. E' necessario che tutti Voi eletti abbiate la consapevolezza di essere portatori di" verità parziali"  e non assolute che, però, condividete la disponibilità ad operare insieme in nome di un interesse collettivo comune da considerarsi assolutamente prevalente rispetto almeno ad una parte degli interessi individuali

E chissà se proprio la così controversa Commissione Speciale per la salvaguardia dell'Ospedale di Galatina non possa essere  il terreno più agevole a trovare le condivisioni e le sintesi per dare impulso al sogno unitario.

Elena Esposito

 
Di Redazione (del 09/07/2022 @ 11:22:09, in Necrologi, linkato 729 volte)

La comunità dei Padri Passionisti ci ha dato notizia della dipartita di padre Silvano Fiore. 
P. Silvano era di casa a Noha, più volte invitato dal parroco del tempo quale "predicatore quaresimalista".
Memorabile fu la Missione popolare del 1988, della quale rimangono la Croce monumentale in via Collepasso (nei pressi dei giardini della Trozza), alcune foto e il discorso di commiato pronunciato da don Donato (che riportiamo di seguito), e soprattutto il ricordo di quegli Happy Days nella memoria di molti nohani.

Noha.it

 

Di seguito il discorso di don Donato:

Illustrissimo sig. Sindaco, Reverendi Padri Missionari.

Siamo giunti alla fine della Missione che Voi, Padri Missionari, avete svolto nella nostra Parrocchia. Ma prima di rivolgermi a voi, consentitemi di indirizzare al Sindaco on. Beniamino De Maria la mia parola di ringraziamento e l’augurio di una sollecita e completa sua guarigione, in modo tale che possa ritornare a svolgere in pieno la sua attività di primo cittadino in mezzo a noi.

Dopo queste parole di saluto al sindaco, mi rivolgo a Voi, Padri Missionari, per dirvi che in questo momento nel cuore di noi tutti s’intrecciano sentimenti di soddisfazione e di contentezza, e sentimenti di sofferenza e amarezza.

Ci sono sentimenti di soddisfazione per il lavoro da Voi svolto con tanta dedizione e spirito di sacrificio. Avete lavorato con intensità ed in profondità, ed i risultati si vedono: quel che si proponeva la Missione è stato pienamente raggiunto.

Si potrebbe dire che veramente in questi giorni, per mezzo vostro, il Signore è passato per le vie della Parrocchia, è entrato nelle nostre case, ha parlato ai nostri cuori, ha chiamato i lontani, ha rialzato i caduti, ha confermato i buoni, ha scosso gli indifferenti.

Davvero si può dire che il volto della nostra parrocchia da questa Missione ne esce completamente rinnovato. Per tutto questo lodiamo e ringraziamo il Signore, ma al tempo stesso ringraziamo di cuore Voi, Padri Missionari, strumenti attivi e validissimi nelle mani di Dio.

Ed il nostro ringraziamento va a Voi, considerandovi nell’insieme. Ma sento il dovere di dire una parola di ringraziamento a ciascuno di voi. In primo luogo devo ringraziare Padre Luigi, il quale ha saputo conquistare tutti i giovani di questa comunità. Negli incontri con i la gioventù, che ho seguito sempre con molto interesse, ho visto che Padre Luigi “non si perso in chiacchiere”: ha toccato i problemi del mondo giovanile con competenza e serietà. Potrei dire che nelle parole di Padre Luigi i giovani hanno trovato pane per i loro denti. I denti dei giovani sono sani e forti, ma anche le parole di Padre Luigi sono state un pane sano, saporito e nutriente. Grazie a te per tutto, Padre Luigi.

Diciamo “Grazie” anche a Padre Franco per le sue meditazioni sempre profonde e oltretutto convincenti. Mi riferisco alle meditazioni tenute la sera. Nonostante gli argomenti difficili, Padre Franco li ha saputi presentare sempre così bene nel corso delle conferenze che tutti rimanevano ad ascoltarlo con la massima attenzione. E’ proprio vero, carissimo Padre Franco che la gallina vecchia fa buon brodo: le tue parole sono state come la pioggia che cade lentamente nel terreno e lo rende fertile e fecondo. Le tue parole, non le dimenticheremo e anche a te diciamo grazie di cuore.

E per ultimo diciamo grazie anche a Padre Silvano, il direttore della Missione. Se i suoi superiori lo hanno posto a capo di questa piccola comunità di sacerdoti è perché hanno visto in Lui quello che abbiano visto anche noi: l’uomo sempre sorridente, sempre accogliente, sempre pronto, sempre disponibile. Abbiamo visto in Lui insieme l’entusiasmo di Padre Luigi e la saggezza di Padre Franco. E se tutto è andato per il meglio è perché a guidare le diverse attività vi è stato un animatore instancabile come Padre Silvano. Anche a Lui vanno i nostri ringraziamenti.

E avrei quasi ultimato, ma prima di passare la parola al sig. Sindaco, un ultimo pensiero devo aggiungere. Ed è questo. Se finisce oggi la Missione svolta dai Padri Passionisti, deve continuare la missione di evangelizzazione che siamo chiamati a svolgere tutti noi altri.

Non badiamo agli elementi che ci dividono, non pensiamo alla diversità di vedute, non al contrasto delle idee, non alle differenze tra le associazioni: concentriamoci piuttosto su quello che ci unisce. E ciò che ci unisce è la nostra fede e il nostro amore a Cristo.

Lavorando insieme si otterrà di più. Ed è questa la più grande soddisfazione che potremo dare ai Padri Missionari quando, anche da lontano, sapranno che il loro lavoro non è stato un fuoco di paglia, ma ciò che essi hanno seminato continuerà a dare frutti abbondanti di ogni bene alla nostra comunità parrocchiale.

E’ un impegno che prendiamo oggi, e che cercheremo di mantenere, nel nome di Cristo, nostro Signore. Amen.

Sac. Donato Mellone  

 
Di Redazione (del 06/04/2019 @ 11:10:14, in Comunicato Stampa, linkato 2086 volte)

Ci siamo anche noi nella grande gara di solidarietà che Aviva Community Fund realizza ogni anno e grazie alla quale i migliori progetti dedicati al sociale hanno la possibilità di accedere ad una donazione attraverso il voto dei lettori sul web: per sostenere il progetto "DoniAMO un farmaco" è sufficiente registrarsi, avvalendosi della propria e-mail o del profilo Facebook, per ottenere i dieci punti con cui votare.

Sostenerci è semplice e gratuito, non si chiedono donazioni in denaro ma solo pochi minuti del vostro prezioso tempo per votare il progetto "DoniAMO un farmaco", meglio se con 10 punti...

Si ha tempo per votare il nostro progetto e, naturalmente, di chiedere il sostegno anche di amici e conoscenti, fino al 07 maggio 2019.

Non ci vuole poi tanto per fare del bene: oggi ti basta offrire 10 secondi del tuo tempo per attribuire 10 punti preziosi per votare il progetto "DoniAMO un farmaco". Quindi ti chiediamo di non rimandare... E poi, se vuoi, sensibilizza la tua cerchia di amici condividendo il nostro appello ed il progetto "DoniAMO un farmaco" su Facebook, Instagram, Whatsapp ed i vari social... te ne saremo davvero grati!!!

Il progetto "DoniAMO un farmaco", promosso dalle Associazioni “Virtus Basket Galatina” e “Quelli di piazza San Pietro”, nasce dalla consapevolezza che le ricadute sociali della crisi economica obbligano le famiglie indigenti ad un ripensamento del modello di spesa. Spesso e volentieri queste famiglie rinunciano all'acquisti dei farmaci da banco il cui costo è a completo carico del cittadino e non è rimborsabile dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN), se non in alcuni rari casi contemplati dalla legislazione vigente.
L’obiettivo di "DoniAMO un farmaco" va in questa direzione: fronteggiare il rischio di ulteriori marginalizzazioni delle situazioni familiari e individuali caratterizzate dalla grave indigenza o dalla vulnerabilità sociale, garantendo invece la tutela del diritto alla salute delle persone in difficoltà attraverso un aiuto all’acquisto dei farmaci da banco.

Per poter contribuire qualsiasi cittadino che abita nei territori di Galatina e Frazioni (Noha, Collemeto e Santa Barbara) può recarsi in una delle farmacie aderenti al progetto – individuabili grazie alla presenza di manifesti e vetrofanie – e acquistare uno o più farmaci da banco, lasciando al farmacista lo scontrino fiscale, rinunciando in questo modo ad ogni eventuale detrazione fiscale. Il donatore pertanto rimarrà anonimo. Spetterà ai Servizi Sociali del Comune di Galatina (coinvolto nel progetto) individuare i potenziali beneficiari dei farmaci donati, sulla base di una verifica dei requisiti richiesti: l’attestazione Isee (valore da definirsi) e la presentazione dell’attestazione del medico di famiglia con l’indicazione del farmaco da assumere. Il Comune rilascerà al beneficiario della donazione una tessera unica, che potrà essere utilizzata da ciascun membro del nucleo familiare. La tessera potrà essere usata per un massimo di dodici richieste. Ogni utente del servizio sarà inoltre individuato attraverso un codice univoco in grado di salvaguardarne la privacy.

SE CONSIDERATE VALIDA L’INIZIATIVA “DoniAMO un farmaco” CLICCATE SUL SEGUENTE LINK E ESEGUITE LA SEMPLICE PROCEDURA:

http://tinyurl.com/y2phxc8h

Associazione Quelli di piazza San Pietro

 
Di Albino Campa (del 23/05/2012 @ 10:56:46, in Comunicato Stampa, linkato 2802 volte)

Ringrazio sinceramente tutti gli elettori che ancora una volta hanno voluto dimostrare la loro fiducia nei miei confronti sostenendomi in questa campagna elettorale: agirò coscientemente per il bene della collettività.
La situazione economico-finanziaria presente all’indomani della mia sfiducia mi porta a ritenere indispensabile un impegno serio, ponderato e puntuale da parte di tutti.
Quello che auguro all’Amministrazione Montagna, e che mi auguro come cittadino prima e come consigliere dopo, è che si riesca a garantire la stabilità di governo conditio indispensabile per la realizzazione di progetti condivisi e per lo sviluppo del nostro territorio.
Ritorno ad essere “membro dell’opposizione”, consapevole che anche in questo ruolo bisogna operare responsabilmente. La mia non sarà “la politica dei no a prescindere” bensì un’attività costruttiva per il bene del territorio: i progetti validi vanno sempre condivisi qualunque sia il colore di chi li propone.
Nel ringraziarVi ancora una volta per il supporto datomi, ribadisco la mia disponibilità ad ascoltare tutte le istanze da tradurre in progetti concreti per contribuire in maniera forte alla realizzazione di tutte quelle potenzialità da sempre riconosciute a Galatina,Noha, Collemeto e Santa Barbara.

Giancarlo Coluccia

 
Di Redazione (del 24/08/2021 @ 10:44:26, in Comunicato Stampa, linkato 1299 volte)

Chi aveva espresso perplessità non si era sbagliato: Piazzetta Galluccio è stata una scelta pessima.  Altre piazze (Piazza San Pietro per antonomasia), altri spazi, altre aree (lo spazio mercatale del Quartiere Fieristico) avrebbero meglio ospitato la tappa galatinese de “La Notte della Taranta”. I pochissimi posti a sedere, nel rispetto delle norme anticovid, sono stati subito occupati, centinaia di galatinesi, di cittadini arrivati dai comuni e dei tantissimi turisti, non hanno potuto assistere al concerto. Delusi, amareggiati, arrabbiati hanno invaso le strade del centro cittadino.

La necessità di garantire le norme di distanziamento e di sicurezza non può giustificare questa decisione. In altro luogo più adeguato sarebbe stato possibile controllare gli ingressi, come è stato fatto da Via Zimara, dove si è allestita la postazione di controllo dei pass, dei certificati e dei tamponi  da parte della Società Human Goals. Prima della tappa di ieri a sera, si sono svolti altri 17 concerti, e non si è verificato il caos di Galatina.

Quello della nostra Città, da quando è stata inserita nel circuito dello spettacolo itinerante, che nel mese di agosto tocca numerosi centri del Salento, e non solo, (quest’anno le tappe sono 22), è divenuto, perché patria del tarantismo, un appuntamento importante prima del Concertone finale di Melpignano del 28 Agosto.     

Questa decisione scellerata dell’amministrazione municipale di Galatina (nella cui maggioranza sono presenti quelle forze di destra che hanno sempre osteggiato questo fenomeno musicale popolare), è in linea con l’operato della giunta Amante. Da oltre quattro anni, assistiamo ad gestione della cosa pubblica fatta di provvedimenti estemporanei e inadeguati agli interessi della nostra comunità.

Le scuse alla Città e ai cittadini è il minimo che si possa pretendere!  

 

PARTITO DEMOCRATICO

CIRCOLI DI GALATINA E NOHA

 
Di Antonio Mellone (del 02/04/2017 @ 10:44:00, in NohaBlog, linkato 4103 volte)

Delle due l’una: o i sempre più numerosi candidati alla cadrega di sindaco di Galatina sono stati colpiti da allergia acuta ai simboli dei loro tradizionali partiti, oppure i loro tradizionali partiti non vogliono più saperne nulla (di esporsi, dico, per la bella faccia dei loro ex-supporters, anzi supposters).

Quale che sia la motivazione, la conseguenza è il proliferare incontrollato di liste cosiddette civiche, nate anche per nascondere la fazione di turno (e magari le sue malefatte) e far sembrare i candidati come casti e puri, svincolati, indipendenti e addirittura liberi dalle solite forze (o forse) politiche di riferimento.

Insomma un’operazione di maquillage, una specie di cambiamento del pelo ma non del vizio di confonderci le idee.

In questa confusione somma uno non sa più a chi dare il proprio voto. Però magari sa bene a chi non darlo, specialmente se ha la pazienza di leggere i miei brani viziati dal solito “conflitto antagonistico” [sic], oppure pervasi di “populismo” (figurarsi se non m’arrivava pure l’accusa di populismo), ovvero tipici del “fuoriuscito del PD” (quando mai vi sarei entrato rimane un mistero della fede politica), se non addirittura “intrisi di comunismo” (scansa-e-libera-Signore), una sommatoria di slogan (ché manco le slides di Renzi), dunque veri e propri monumenti all’“antipolitica” (e te pareva).   

Certi signori, non essendo abituati alla libertà di informazione e di pensiero, non possono nemmeno immaginare che esista qualche cittadino senza padroni né partiti presi che giudica di volta in volta questo o quel politico, elogiandolo quando dice o fa qualcosa di buono e criticandolo nel caso contrario (il 99% delle volte, nel mio caso specifico). Essendo intruppati e allineati intruppano e allineano anche gli altri. E non s’accorgono che attribuendomi di volta in volta questa o quella matrice partitica non fanno altro che corroborare la mia assoluta libertà e indipendenza.

Ecco, vorrei puntualizzare ancora una volta il fatto che io non sono “amico” - né vero né falso - di nessuno (politicamente, s’intende): quando qualcuno sostiene le mie battaglie lo sostengo a mia volta; quando qualcuno fa o dice cazzate lo combatto eccome (e giacché mi trovo, per mio diletto, ne faccio pure oggetto di scherno o, se volete - utilizzando un lemma sconosciuto all’intellighenzia del pasticciotto - di satira).

*

A proposito di cazzate.

Pare che il PD di Galatina (in “conflitto antagonistico” con quello di Noha, mo’ siamo llà) abbia presentato ai piedi dell’altare palazzorsiniano il suo agnello sacrificale nella persona della signora Paola Carrozzini. La quale, in uno dei suoi primi comunicati stampa (forse il primo in assoluto), se ne esce con l’impegno prioritario “alla realizzazione di ben 36 appartamenti da destinare, con affitti bassi, a coppie giovani e famiglia monoreddito al fine di rispondere all’emergenza abitativa” [sic]. Questo, “oltre ad ampliare l’offerta abitativa diventa occasione di riqualificazione urbana di un’area attualmente in degrado e un’opportunità di lavoro per le imprese, priorità assoluta in questo tempo di crisi economica”. Ovviamente.  

Ragazzi, che cosa volete da me? Questo era il top a cui si poteva puntare: un pensiero politico di metà anni ’80 del secolo scorso, quello (funesto) per cui lo “sviluppo” e le “ricadute occupazionali” si ottengono solo con i mattoni, il cemento, l’asfalto, e il debito pubblico. Chissà se chi proferisce queste corbellerie supreme ci è o ci faccia, e se sia mai stato in giro per la città a contemplare le centinaia, che dico, le migliaia di case e appartamenti vuoti, sfitti e/o in vendita (per non parlare dei capannoni industrial-artigianali). Nell’attesa di saperlo sciroppiamoci quest’altro allarme, anzi emergenza: quella abitativa, ma soprattutto inventiva.   

A questo punto tanto valeva evitare scissioni e inneggiare compatti all togheter now: Sindaco Daniela Sindaco for ever. Per dire.

*  

L’altro giorno, su leccatina.it mi metto a leggere quello che aveva tutta l’aria di un necrologio. La giornalista - devo riconoscere - ne scrive di veramente belli. E commoventi.

Così, mentre più di una lacrima furtiva iniziava a imperlare i miei occhi, mi sono accorto (che scemo) che non si trattava del morto di turno, ma della presentazione dell’ennesimo candidato alla poltrona di primo cittadino di Galatina: “Gli occhi lucidi sono venuti a tanti, forse a tutti. Quegli applausi spontanei a sottolineare un momento, che nel sapore della scommessa mescola quello del cambiamento, ha allargato il cuore, aperto molti sorrisi e sciolto la lingua a un candidato sindaco che non sapeva bene cosa aspettarsi dal suo primo intervento pubblico”. Povera stella. Figurarsi noi.

Bene. Nell’attesa che i giornalisti nostrani inizino a fare le pulci ai candidati, magari ponendo loro delle domande vere, che so io, sui programmi (che in questo paese di sottosopra sembra si redigano dopo non prima dell’aggregazione dei gruppi politici), più che articoli contentiamoci di leggere le lettere strappalacrime di un’Amante.

Antonio Mellone

 
Di Albino Campa (del 16/02/2010 @ 10:39:47, in NohaBlog, linkato 3285 volte)



Il nostro concittadino Carmine Tundo in arte Romeus salirà oggi 18 Febbraio verso le 23.45 sul palco dell'Ariston per iniziere la sua avventura nella categoria 'Nuova generazione' al Festival di Sanremo 2010 con il brano "Come l’autunno".

Romeus è un cantautore ed è il vincitore di SanremoLab e porta la canzone "Come l’autunno", (musiche di Romeus, testo di Francesco Tricarico e Romeus) racconta questa stagione come una fase di passaggio, di attesa e di riflessione sulle scelte che cambiano la vita. Una stagione triste ma fiera che nella vita di un giovane come Romeus rappresenta una fase di crescita e maturazione.

Di seguito il testo della canzone:

Lei era pallida
quando le dissi di dimenticarmi e non cercarmi più
pareva incredula
perché un minuto prima le giurai convinto il mio amore immenso.
Ma mentre l’autunno sbagliava il sentiero
in un unico istante compresi il mondo per davvero
le mie voglie più sincere, le illusioni e le preghiere
ed il mondo tutto intorno da capire anche sbagliando.
Lei era così scettica
e mi costrinse a rivedere quell’assurda convinzione
le spiegai che l’amavo,
Dio sa quanto l’amavo ma l’intero universo mi chiedeva un pegno in cabio.
E come l’autunno che spoglia una siepe
mi spoglio anch’io di ciò che mi rende felice
le mie voglie più sincere, le illusioni e le preghiere
ed il mondo tutto intorno da capire anche sbagliando.
Tutto per trovare un briciolo di verità.
Tu dove sei?
Dove sei?
E come l’autunno che è triste ma fiero
rendo indietro alla vita ciò che è triste ma fiero
rendo indietro alla vita ciò che ho amato davvero
forse sto sbagliando tutto e vorrei poterti dire
che perdendo questo amore non sarò mai felice.
Come l’autunno.
Come l’autunno.




 
Di Albino Campa (del 05/04/2012 @ 10:36:17, in Politica, linkato 2850 volte)

Il candidato Sindaco Antonio Pepe ha inaugurato il suo comitato elettorale, allestito in Piazza Alighieri e presentato alla cittadinanza, assieme ai rappresentanti delle forze politiche, le liste che lo sostengono.

Presenti all’evento il Presidente della Provincia di Lecce e Coordinatore Provinciale del Pdl Antonio Gabellone, il consigliere regionale Andrea Caroppo, in rappresentanza de “La Puglia Prima di tutto”, il consigliere regionale Saverio Congedo del Pdl, il consigliere regionale e presidente di “Moderati e Popolari” Antonio Buccoliero, l’europarlamentare Raffaele Baldassarre, in veste di commissario cittadino del Pdl, l’Avv. Enrico Colazzo, segretario provinciale del Partito Socialista, e l’Avv. Fabio Mariano, per la lista civica “Città Libera”.

 
Di Redazione (del 14/10/2023 @ 10:34:55, in Comunicato Stampa, linkato 211 volte)

Il ritorno del professor Fusetti nella sua città natale è carico di gloria: meritata, mai ostentata, profondamente ricca di passione viscerale e competenza tecnica.

Chi come il sottoscritto lo ha conosciuto fin da giovinetto, alto e smilzo, con indosso la divisa da lupetto color kaki e all’occasione, più d’una, intrufolarsi con un secchio di attrezzi in mano osservando le maestranze che operavano all’interno della chiesa di S. Caterina, doveva immaginare che il “coup de foudre” sarebbe scoppiato nel futuro maestro, interessato alle figure pittoriche degli affreschi basilicali.

L’innamoramento è andato al di là del colpo di fulmine. La curiosità alimentata dalla passione e da studi specifici è diventata professione, vissuta come vocazione da cinquant’anni a questa parte.

Assisi è diventata la sua città e l'incontro con San Francesco e il suo mondo materiale e spirituale ha dato una svolta e definito, in gran parte, la sua attività professionale.

Restaurare ripristinando capolavori, consolidando opere murarie delle Basiliche e ridando splendore, colori vita e bellezza ad opere pittoriche di uomini di Chiesa e della società, è la testimonianza che il suo percorso di vita e di professionalità è all’insegna di un altruismo speso per la comunità civile.

Sergio Fusetti ritorna alle sue origini, nella sua Galatina e nella sua Basilica. Non più da scout con pantaloni corti poco sopra al ginocchio e calzettoni, obbediente alle branche gerarchiche dell’Associazione (Michele, Corrado), ma da eroe e salvatore del tesoro pittorico della Basilica di S. Francesco.

Verrà insignito del prestigioso Premio “Beniamino De Maria”, a conclusione della sottoscrizione del Patto di Amicizia tra la nostra Città ed il Comune di Assisi, e riceverà nella sede dell’Associazione Galatina al Centro, nella giornata di domenica 15 ottobre in via Principe di Piemonte 32, il titolo di Socio Onorario.

<< E’ dall’estate scorsa che tentiamo, grazie ai comuni amici Michele e Corrado, dichiara il professor Michele De Benedetto presidente dell’Associazione civico-culturale, di avere un rendez-vous con Sergio Fusetti cogliendo un eventuale suo rientro nel Salento per assegnargli l’onorificenza. L’opportunità ci è stata data da questo rapporto di reciproche relazioni instaurato tra le città di Assisi e Galatina in profonda vicinanza sul piano religioso, culturale e turistico. Non sarà un riconoscimento magnificato, continua ancora Michele De Benedetto, ma di oggettiva spettanza, per chi, come il professor Fusetti, si è letteralmente speso per la comunità civile e per i valori più alti della nostra cultura artistica>>.

Insomma un fine settimana per il nostro concittadino più che movimentato, raccogliendo plausi ed onori che renderanno ancora più pregnante il legame di amicizia tra Galatina, sua città natale, e la comunità assisana, che lo ha insignito dell’onorificenza di cittadino Benemerito già dal 2001.

Piero de Lorentis

 
Di Antonio Pepe (del 10/07/2022 @ 10:27:21, in Comunicato Stampa, linkato 526 volte)

Leggiamo con stupore le esternazioni social di Antonio Garzia, presentatore della lista Avanti Insieme, prima per consensi della coalizione del neo sindaco Fabio Vergine. Affermazioni che tradiscono un palese malessere circa, immaginiamo, la composizione della nuova giunta. Alcuni riferimenti numerici circa presunte mancanze di maggioranza, nonché la condivisione sulla propria bacheca dei comunicati del movimento Domani e dell’esponente di spicco del PD Sandra Antonica lasciano presupporre che vi sia almeno scontento politico.
Non sappiamo con esattezza a chi si riferisca Garzia, ma ci pare chiaro che quell’area di centrosinistra non abbia particolarmente gradito la presenza in giunta di soggetti esterni nonché di esponenti provenienti dall'ex partito di Alleanza Nazionale, oggi probabilmente in quota Lega.
E crediamo anche che il comunicato con il quale i consiglieri della stessa lista Avanti Insieme si affrettano a dichiarare che il centrosinistra debba necessariamente essere ricostruito attorno all’amministrazione Vergine sia più un posizionamento politico con rivendicazione di orientamento ideologico che una vera e propria volontà di ricostruzione di un’area che al momento non può prescindere dalla sua leader Sandra Antonica.


Infine notiamo i loro distinguo quando dicono “8 consiglieri su 10 e 3 assessori su 5 di area socialista e riformista” ma non fanno i nomi. Ecco, vorremmo sapere chi sono gli 8 consiglieri e i 3 assessori. Ma, senza polemica alcuna, vorremmo saperlo perché crediamo che la città debba essere messa al corrente del reale orientamento politico di amministratori che nella competizione elettorale si sono presentati per lo più da civici.
Detto ciò, non possiamo comunque non formulare gli auguri di buon lavoro al primo cittadino Fabio Vergine ed alla sua giunta con l'auspicio che a prevalere sia sempre l'amore per una Città che merita tutte le attenzioni possibili.

Coordinamento cittadino lista FORZA CIVICA

 
Di Redazione (del 07/12/2019 @ 10:23:41, in Comunicato Stampa, linkato 1155 volte)

Una goccia nel grande mare della disoccupazione: Sanità Service ASL Lecce, un’azienda del settore sanitario, che fornisce servizi agli ospedali, assistenza agli ammalati gravi, servizio di ambulanza, consulenza tecnica e noleggio prodotti terapeutici, assume 159 operatori, soprattutto figure professionali per pulizie,  ausiliari, portieri, addetti al verde e traslochi.

La durate del contratto, come riportato nell’Avviso Pubblico, è a tempo indeterminato, la graduatoria verrà formulata a seguito di una prova selettiva ( test attitudinale a risposta multipla) e per titoli.

Per partecipare occorre aver compiuto 18 anni, essere cittadino italiano o dell’Unione Europea, idoneità psico - fisica, non avere condanne penali o procedimenti disciplinari, titolo di studio di terza media. Le domande, pene esclusione vanno presentate, con lettera raccomandata, direttamente alla società, entro il 2 gennaio 2020.

Per la compilazione è sempre disponibile la Camera del Lavoro CGIL di Galatina, via Caracciolo n. 2.

Ninì De Prezzo   

 
Di Albino Campa (del 18/01/2011 @ 10:09:31, in Comunicato Stampa, linkato 2657 volte)

In questi ultimi giorni il circolo cittadino IDV di Galatina ” Rosario Livatino ” si è detto sconcertato dall’atteggiamento assunto dal primo cittadino dott. Giancarlo Coluccia, che continua a perseverare nel suo diniego verso le istanze dei cittadini, ponendo in essere un atteggiamento freddo, distaccato e carente di trasparenza amministrativa. Quest’ultimo, infatti, non rispondendo alle istanze ed alle attese della gente, viola con il suo comportamento l’ex art. 22 delle legge 241/1990 e artt. 5 e 6 D.P.R. n. 184/2006 in materia di accesso agli atti amministrativi voluta dal Presidente Napolitano. Nella fattispecie, non consentire al responsabile del circolo cittadino de l’Italia dei Valori di Sogliano Cavour, Corrado De Paolis, di accedere agli atti amministrativi rigurdanti l’attività estrattiva della cava di calcarenite in località “Mariantonia” a Galatina, e confinante col comune di Sogliano Cavour, lede il diritto di quelle che sono le legittime prerogative di un responsabile politico cittadino, che è tenuto a valutare la percorribilità di azioni politiche ed eventualmente giudiziarie a difesa dei diritti della cittadinanza.

Nonostante i continui solleciti, a distanza di quasi 6 mesi il sindaco Coluccia non ha ancora evaso questa richiesta nè tantomeno ha giustificato il suo no . Pertanto, sono state trasmesse al Prefetto di Lecce dott. Mario Tafaro le sue gravi inadempienze per i provvedimenti del caso. Il circolo IDV di Galatina più volte ha raccolto le lamentele dei propri concittadini, che al pari degli amministratori sono titolati alla gestione della cosa pubblica, ed invita vivamente il sindaco Coluccia ad un comportamento più leale e sincero verso la collettività, per non rompere quel filo che intercorre tra le parti già logorato nonostante siano trascorsi soltanto pochi mesi dall’insediamento di questa amministrazione comunale.

Circolo cittadino IDV ” Rosario Livatino ” Galatina
 
Di Marcello D'Acquarica (del 06/10/2018 @ 10:08:50, in NohaBlog, linkato 1692 volte)

Alla stupidità umana non c’è limite. Dopo aver visto prati e marciapiedi disseminati di bottiglie vuote, probabilmente lanciate al volo dal finestrino delle auto di qualche cranio pieno di birra ma carente di materia grigia, dopo aver visto montagne di plastica da pacciamatura (copertura per gli ortaggi, soprattutto angurie, per impedire la crescita dell’erba) ammucchiate e incendiate, dopo aver visto lastre intere di eternit disseminate ovunque, dopo aver visto sacchetti di rifiuti domestici gettati ai bordi dei campi, con all’interno ancora corrispondenza e bollette con gli indirizzi degli autori, mi mancava giusto questa nuova specialità dell’intelligenza di alcuni nostri cari concittadini che evidentemente non hanno colpa alcuna se non quella di essere nati proprio così.

Oggi percorrendo via Tito Lucrezio, in corrispondenza della masseria Colabaldi, area già martoriata da discariche abusive di inerti da lavorazioni edili (rifiuti speciali altamente pericolosi), con aria preoccupata e quasi sul disperato, il signor Angelo, il nome è inventato per una questione di riservatezza, mi corre incontro per dirmi che da qualche giorno c’è un tizio che per raccogliere le lumache, così dette “moniceddrhe”, sta demolendo la cisterna adiacente all’antica torre della Masseria Colabaldi, bene archeologico risalente al 1595.

Mi prega di seguirlo. Quello che vedo è raccapricciante. Questo posto, che ha visto nascere e morire famiglie intere di madri e figli, padri e nipoti da oltre 400 anni, adesso sta per essere distrutto non più (o non solo) dall’incuria, ma dalla criminalità più bieca e insulsa che si possa immaginare.

E non finisce qui. Sempre sullo stesso bene culturale che è quella gloriosa cisterna di oltre quattro secoli, si è accanita la deficienza concentrata nella massa organica di chissà quale altro esemplare di concittadino, il quale si arroga il diritto di avere attivato un inceneritore personale dei suoi rifiuti, ma non capisce di essere lui stesso un rifiuto.

Non servono appelli, tantomeno segnalazioni e preghiere alla “Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto”, che latita e pare sia interessata in guerre planetarie di sovrumana importanza, non servono videocamere né tantomeno vigili e militari armati, davanti a tanta idiozia.

Servono, invece, Cittadini attenti e responsabili. Come per esempio, il nostro Angelo, che ci ha segnalato questi due crimini.

Ormai sappiamo nome e cognome dei protagonisti di questi crimini contro l’umanità. Tranquilli: stiamo solo raccogliendo le prove.

Marcello D’Acquarica

 
Di Redazione (del 06/10/2018 @ 10:00:33, in Comunicato Stampa, linkato 895 volte)

La magnifica cornice dell’Hotel Hermitage ha ospitato, il 04 ottobre, la conferenza stampa di  presentazione della squadra di pallavolo di Efficienza Energia Galatina che si avvia a vivere la terza stagione in serie B.

Nel corso della serata sono state presentate le maglie da gioco, dalla grafica elegante ed accattivante, che verranno utilizzate nel campionato 2018-2019 con la denominazione Efficienza Energia. Ad indossarle, fungendo da modelli, il laterale Davide Petrosino ed il libero Francesco Pierri che hanno riscosso molti applausi dalla folta platea convenuta nella sala conferenze dell’hotel.

Presenti al tavolo dei relatori i rappresentanti istituzionali politici e sportivi: il primo cittadino dott. Marcello Amante e l’assessore allo sport e alle politiche giovanili signora Maria Rosaria Giaccari, i presidenti di Olimpia SBV Luigi Santoro e di SBV Olimpia Galatina Corrado Panico.

A fare gli onori di casa, dando il benvenuto al sindaco e ai tanti amici che hanno voluto essere presenti all’evento, è stato il presidente di Efficienza Energia che con orgoglio ha esposto obiettivi tecnici e strategici del proprio gruppo, maturati grazie alla disponibilità espressa dal main sponsor e dal partnerariato con altre aziende che hanno condiviso il progetto sportivo con importanti sacrifici finanziari .

L’intervento del sindaco ha calcato gli stessi temi , con un plauso per le aziende che si sono spese per questo oneroso impegno:” Credevo ,afferma Marcello Amante, che la società non fosse nelle capacità finanziare di reperire il budget necessario e  temevo ,alla fine di maggio, che il titolo sportivo venisse consegnato alla mia figura istituzionale per una sopravvivenza. Le casse comunali non mi avrebbero permesso di sostituirmi alla dirigenza societaria e pensavo al peggio. Poi il superbo lavoro di questa società è riuscito a concretizzare il coinvolgimento di più aziende che hanno a cuore non solo un ritorno economico per le loro attività, ma anche passione per lo sport e per la pallavolo in particolare”.

Augurando un in bocca al lupo per la stagione, il cui vernissage avverrà domenica 14 ottobre nell’esordio casalingo contro la NORMANNA AVERSA, il primo cittadino si è visto consegnare dal DG Francesco Stefanelli la maglia di gara personalizzata, simbolo di una città che sposa il volley contribuendo a collaborare con tutti i soggetti sportivi. 

In corso di conferenza è giunto un messaggio di augurio da parte del dott. Pierantonio Fiorentino, amministratore di Efficienza Energia, che così spiega l’abbinamento: “Sono molto contento che la società presieduta da Santoro abbia scelto un partner come il mio gruppo di EFFICIENZA ENERGIA. L’esposizione del progetto, il grande impatto sociale sulla cittadinanza e sui giovani, nonché l’efficace azione di marketing gioverà a tutti: siamo un’azienda giovane, motivata e, in questa stagione, dovremo mettere tanta energia per arrivare a raggiungere gli obiettivi comuni”.  

La serata è continuata con la presentazione del gruppo dirigente, dello staff tecnico,  medico-sanitario e di tutta la formazione della squadra. L’intervento di mister Stomeo ha avallato quelle che sono le indicazioni degli addetti ai lavori  circa la validità potenziale del sestetto galatinese , che potrà aspirare a posizioni di prestigio.

La presentazione dei vari gruppi giovanili di SBV Olimpia Galatina, impegnati quest’anno in tutti i campionati di categoria , è stata preceduta da un pensiero del presidente Corrado Panico :” Abbiamo intessuto questa collaborazione con Olimpia per raggiungere uno scopo comune a rendimenti maggiori : forniremo i nostri migliori giovani di talento alla squadra maggiore con l’augurio che possano trovare spazio e realizzare le proprie aspirazioni . Lavorare sui giovani e con i giovani è il nostro credo”.

E’ stata poi la volta della presentazione del gruppo dirigente di SBV Olimpia, dello staff tecnico che allenerà  il minivolley,  gli Under 13, U.14,U. 16 e U.18 e dei referenti di settore.

Un piccolo buffet e un brindisi benaugurante hanno chiuso la magnifica serata.

Piero de lorentis

AREA COMUNICAZIONE  

 
Di Albino Campa (del 19/04/2006 @ 09:40:40, in Libro di Noha, linkato 8446 volte)
nohastoriaarteleggenda

Il libro è di imminente pubblicazione ed è indirizzato e dedicato al ricercatore, allo storiografo, allo studioso, all’archeologo, e al curioso di fatti e di pensieri di ieri e di oggi; a chi, pur costretto a vivere la sua vita altrove (dedito all’incremento del PIL, prodotto-interno-lordo, delle contrade che non sono quelle in cui nacque), non imbastardisce volutamente la sua cadenza, per non dimostrare di essere cittadino del sole, magari con le “s” sibilate in maniera goffa, sicché non sai più se si tratti di cadenza del Nord, del Sud o di nessun luogo; a chi ritornando “al paese” non si sente come un pesce fuor d’acqua; a chi non snobba le sue origini, ma ne va fiero; a chi, per studio o per lavoro, ha dovuto lasciare la propria terra natìa per portare altrove le proprie braccia, il proprio cervello e i propri sogni; a chi vivendo lungi da Noha, pur avendo a volte il viso pallido e contratto dallo stress, si rilassa pensando al ritorno nella sua terra, ai suoi orizzonti, al suo mare, alla sua aria pura, al bianco delle case su cui riverbera la luce meridiana che quasi abbacina gli occhi; a chi è attaccato alle proprie radici; a chi prova nostalgia fin nelle fibre più intime; a chi ama la pennichella pomeridiana; a chi sa apprezzare il profumo della campagna che fu degli avi, che coltivarono gli ulivi, attorcigliatisi nel corso dei secoli, ed il tabacco, che assorbiva il lavoro di tutta la famiglia intenta ad infilare le foglie nei canapi dei taraletti;  a chi ama il mare in tutte le stagioni e non soltanto d’Agosto; a chi vive interiormente la passione di quella sorta di cordone ombelicale che lega ai propri parenti, ai nonni, agli zii, ai fratelli, ai padri, alle madri; a chi è legato alla piazza del proprio paese dove trova sempre un amico, anche senza il bisogno di fissare un appuntamento; a chi crede che un libro faccia viaggiare più di un aereo, faccia sentire suoni, gustare sapori e annusare odori; a chi pensa che la micro-storia del proprio paese, per quanto piccolo questo possa essere, contribuisca comunque a fare la macro-storia o storia generale; a chi vive a Noha, o a chi, pur non vivendoci, vi è legato, in un modo o nell’altro, da un sentimento o da un ricordo.

Per visualizzare la copertina completa del libro clicca qui.

 

 

 
Di Redazione (del 04/05/2019 @ 09:40:35, in Comunicato Stampa, linkato 763 volte)

         Aspettiamoci nuovi rincari della Tari. Mi auguro di essere un cattivo profeta e che non ci siano, ma è facile ipotizzarli in base alle scelte fatte dal sindaco di Galatina, Marcello Amante. È del 30 aprile l’ordinanza sindacale numero 31/2019 con cui il sindaco di Galatina ordina alla società Monteco di proseguire il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, in attesa dell’indizione della gara Aro. E ci sono molte cose che non tornano.

Già in Consiglio comunale ho rimproverato al sindaco di aver avuto atteggiamenti alternanti, rispetto alla nuova gara. Aveva promesso una gara immediata, ma il suo calendario deve essere speciale: ha impiegato oltre un anno per bandirla, poi l’ha ritirata ripresentandola qualche mese fa quando è andata deserta perché la durata del servizio non rende interessante per un imprenditore parteciparvi, né lo ha fatto l’attuale gestore che già ha effettuato il servito in proroga e oggi lo fa con l’ordinanza sindacale, sino a ottobre prossimo.

Per i cittadini tutto ciò si traduce in maggiori oneri. Abbiamo pagato maggiori somme quando il servizio è stato effettuato in proroga perché il nuovo bando prevede costi inferiori, nel frattempo siamo esposti al rischio di ulteriori richieste economiche da parte del gestore. È vero che l’ordinanza prevede lo svolgimento del servizio agli stessi patti e condizioni del Capitolato d’appalto, ma è altrettanto vero che solitamente, alla fine della gestione emergenziale, i gestori richiedano il pagamento di somme ben più alte reclamando tutta una serie di voci di spesa che non sono comprese nel canone individuato dall’ordinanza e che, secondo una corposa parte della giurisprudenza, devono essere invece riconosciute al gestore in via d’urgenza. In questo modo lievitano i costi.

Non va trascurato un altro aspetto. Il sindaco di Galatina prima di procedere con l’ordinanza e nell’interesse dei cittadini, avrebbe dovuto avviare una procedura negoziata. L’ordinamento giuridico prevede, infatti, la possibilità che il servizio sia affidato con una gara senza la preventiva pubblicazione del bando e quindi con una procedura negoziata in cui il Comune convoca almeno cinque operatori e chiede che sia formulata un’offerta. La concorrenza tra gli imprenditori avrebbe potuto dar luogo a risparmi importanti.

Certo anche questo tentativo poteva non riscuotere l’interesse degli imprenditori, ma sta di fatto che il sindaco Amante non ha neppure provato a cercare la migliore soluzione per la città. I fatti rappresentati destano forte perplessità, tanto più che il primo cittadino ha competenza in materia di rifiuti essendo stato nel collegio sindacale di ben due società che operano nel settore e quindi si presume abbia competenza in materia.

 

Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis

Giampiero De Pascalis

 

«Conosco bene le emozioni, i ricordi, le aspettative che accompagnano ogni inaugurazione di un teatro», ha dichiarato Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia, intervenendo nella mattinata di sabato 13 novembre con la divisa della Protezione Civile alla cerimonia inaugurale del Teatro Cavallino Bianco di Galatina (Le). Emozioni, ricordi e aspettative ben impresse nei volti dei tanti cittadini, giovani e meno giovani, che hanno affollato la platea del Teatro dove l’intera comunità si è ritrovata unita con la santa benedizione del Teatro e l’inno di Mameli e nell’apprezzare gli sforzi compiuti dalle pubbliche amministrazioni per consegnare ai cittadini il prestigioso bene culturale.

Dopo il taglio del nastro, il sindaco Marcello Amante ha voluto sottolineare come «il Cavallino Bianco è elemento costitutivo dell’identità del cittadino galatinese, è orgoglio puro, è l’entusiasmo di aver scritto pagine della storia di questa splendida città. Un luogo simbolo della Città di Galatina, che ha storicamente attraversato intere generazioni, lasciando alla memoria della nostra comunità racconti ancora vivi, che tornano attraverso gli occhi lucidi e passionali di chi entra, dopo tanti anni, all’interno del teatro».

Mentre sul palco, presentati dalla madrina della giornata l’attrice Carla Guido, si succedevano gli interventi del progettista architetto Enrico Ampolo e del dirigente regionale Francesco Giuri con le note festose del Corpo bandistico San Gabriele dell’Addolorata di Noha, in platea tante le autorità religiose, militari, civili , politiche e scolastiche, da Loredana Capone Presidente del Consiglio Regionale, ad Alessandro Delli Noci, assessore alle politiche giovanili della Regione, dal consigliere regionale Cristian Casili al presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva, dal vicepresidente di Anci Puglia Ettore Caroppo al procuratore Maria Cristina Rizzo, dall’assessore alla Cultura del Comune di Lecce Fabiana Cicirillo all’europarlamentare Leonardo Donno, agli ex Sindaci di Galatina Garrisi, Mino Montagna e Sandra Antonica, ai Dirigenti degli Istituti Scolastici cittadini e a tanti altri Sindaci presenti.

Ora la parola passa agli artisti prestigiosi che si avvicenderanno sul palco del Cavallino Bianco, da Daniel Pennac a Gabriele Lavia, da Gino Castaldo a Nicoletta Manni- Timofej Andrijasenko, da Luigi Fracasso a Virgilio Sieni, da Michelangelo Campanale a Ippolito Chiarello, da Mariangela Gualtieri a Fredy Franzutti e Corrado Abbati.

Le porte del teatro rimarranno aperte per tutto il mese di novembre ospitando un ricco e qualificato programma di spettacoli.

Il ricco e qualificato programma è sostenuto da Ministero della Cultura, Regione Puglia e Città di Galatina e curato dall’associazione OTSE (Associazione Theatrikès Salento Ellada) diretta da Pietro Valenti, già direttore di Emilia Romagna Teatro, nell’ambito di un progetto speciale finanziato dal Ministero della Cultura, in partnership con AMA-Accademia Mediterranea dell’Attore di Lecce, diretta da Franco Ungaro.

È possibile scaricare il programma a questo link

 

Per info e prenotazioni: 3881814359 / 3201542153

www.otse.it - www.accademiaama.it

 



Quale che sia stata la causa irragionevole che ha sfiancato anzitempo le membra di questa maggioranza non ha molta importanza. Restano vani perfino i sacrifici di qualcuno (se mai siano stati fatti) per quel benedetto bene comune, che ogni politico reale o inventato che sia, prima di essere eletto accampa come primo obiettivo.  Il guaio è che a pagare in sacrifici (ed in euro) è ancora il popolo, non un ente astratto, non qualcun altro, ma i cittadini di Noha, di Collemeto, di S. Barbara (già penalizzati dalla loro condizione di periferia) e di Galatina, che votando avevano sperato in tempi migliori.
Ma tant’è che oggi, 12 Luglio 2009,  con questo venticello di tramontana  che a volte ghiaccia il sudore, le dimissioni di 11 consiglieri (la metà più uno, quindi la maggioranza assoluta) hanno prosciolto il Consiglio Comunale con conseguente caduta (nel senso di ruolo politico) del nostro 1° cittadino.
Peggio di così…!

 Nuova giunta proposta dal Sindaco prima delle dimissioni dei consiglieri:

Assessori precedenti

Assessori di nuova nomina

Assessori precedenti esclusi

Antonio De Matteis

Massimo Marra

Daniela Sindaco

Giuseppe Quida

Giuseppe Sansò

Ubaldo Calabrese

Enzo Del Coco

 

 

Consiglieri dimissionari:
Giuseppe De Matteis; Vincenzo Guido; Luigi Marra; Aldo Maccagnano; Tommaso Perrone; Leo Stefanelli; Francesco Sabato; Lorenzo Tundo; Giuseppe Marrocco; Giuseppe Viva; Antonio Pepe.

Assenti:
Graziano Notaro; Giancarlo Coluccia.

 

Marcello D’Acquarica

 

Il Servizio Civile Nazionale, istituito con la legge 6 marzo 2001 n° 64, - che dal 1° gennaio 2005 si svolge su base esclusivamente volontaria - è un modo di difendere la patria, il cui "dovere" è sancito dall'articolo 52 della Costituzione; una difesa che non deve essere riferita al territorio dello Stato e alla tutela dei suoi confini esterni, quanto alla condivisione di valori comuni e fondanti l'ordinamento democratico. 

E' la opportunità messa a disposizione dei giovani dai 18 ai 28 anni di dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico inteso come impegno per il bene di tutti e di ciascuno e quindi come valore di coesione sociale.
Il servizio civile volontario garantisce ai giovani una forte valenza educativa e formativa, una importante e spesso unica occasione di crescita personale, una opportunità di educazione alla cittadinanza attiva, contribuendo allo sviluppo sociale, culturale ed economico del nostro Paese.
Chi sceglie di impegnarsi per dodici mesi nel Servizio civile volontario, sceglie di aggiungere un'esperienza qualificante al proprio bagaglio di conoscenze, spendibile nel corso della vita lavorativa, quando non diventa addirittura opportunità di lavoro, nel contempo assicura una sia pur minima autonomia economica.
Le aree di intervento nelle quali è possibile prestare il Servizio Civile Nazionale sono riconducibili ai settori:
assistenza, protezione civile, ambiente, patrimonio artistico e culturale, educazione e promozione culturale, servizio civile all'estero.

Quest’anno, il Comune di Galatina si posiziona al primo posto tra i comuni della Regione Puglia per numero di progetti approvati, ben quattro, mentre tra gli enti accreditati all'Albo regionale si posiziona al terzo posto dopo l'ANCI e la Provincia di Foggia, che però hanno una diversa e più complessa struttura organizzativa. Inoltre i progetti hanno ottenuto un punteggio che li posiziona tra i primi sette della regione: ciò conferma ancora una volta la qualità progettuale delle proposte presentate dal Comune di Galatina.

Straordinario obiettivo raggiunto dall'Amministrazione comunale di Galatina, che per il terzo anno di fila ha avuto approvati e finanziati i progetti di Servizio Civile Nazionale. A testimoniare l'eccellente risultato è l'Assessore alle politiche giovanili Andrea Coccioli: "Con grande entusiasmo e soddisfazione posso comunicare la positiva conclusione del procedimento di valutazione dei progetti di Servizio Civile ordinari presentati dall'assessorato alle politiche giovanili e redatti anche quest'anno da Giampaolo Bernardi. Oggettivamente si tratta di risultati importanti, riconosciuti e premiati dalla commissione e che posizionano il Comune di Galatina tra le eccellenze della progettazione regionale del servizio civile con una percentuale di approvazione e finanziamento dei progetti del 100%. Continuiamo così a raccogliere i frutti del duro lavoro portato avanti con la convinzione di voler far bene, e teniamo fede all'impegno assunto con i giovani che vivono il territorio: quello di offrire loro un'opportunità di crescita personale e l’acquisizione di competenze importanti e utili anche nel loro prossimo futuro professionale. Il sindaco Cosimo Montagna si dice soddisfatto del risultato raggiunto e aggiunge che “Le persone in età giovanile si trovano di fronte a tante incertezze e difficoltà da rappresentare oggi una categoria sociale a rischio. La possibilità di essere assunti per un anno e contribuire a far crescere le proprie competenze professionali assume una valenza importante in uno scenario complicato per quanto riguarda le nuove possibilità occupazionali. Inoltre con il bando di servizio civile appena avviato avremo un'importante contributo di risorse che ci permetterà di offrire servizi concreti ed efficaci ai nostri cittadini.” 

Grazie ai nuovi progetti di Servizio Civile Nazionale saranno impegnati 14 giovani per un intero anno e i settori di intervento sono sono le politiche giovanili, l'ambiente, la biblioteca ed il museo. L'euforia per gli ottimi risultati, continua l’Assessore Andrea Coccioli, non deve farci perdere la giusta prospettiva del servizio civile, che è quella fondata sui principi della solidarietà sociale ed è quella che vede i giovani i primi promotori del processo di partecipazione, in grado di trasformare una società in cui il cittadino è solo colui che riceve un freddo ed astratto servizio ad una società in cui tutti hanno la possibilità di essere attivi e socialmente utili, ed in cui i giovani del servizio civile lasciano il segno indelebile e positivo della propria esperienza.

Per meglio rappresentare l’opportunità del SERVIZIO CIVILE NAZIONALE  ai giovani di età compresa tra 18 e 28 anni l’assessorato alle Politiche giovanili organizza un incontro informativo, lunedi 20 aprile 2015 dalle ore 9.00 alle ore 13.00 presso sala Celestino Contaldo - Palazzo della Cultura, GALATINA

 
Di Redazione (del 04/08/2019 @ 09:23:26, in NoiAmbiente, linkato 1382 volte)

Ci sono momenti in cui l'umore sale, e momenti in cui scende.
Altri ancora in cui sprofonda nella rassegnazione.

Ed è proprio questo, la lotta fra la rassegnazione e la voglia di reagire, che abbiamo colto dalle parole di sconforto di alcuni cittadini che frequentano i giardini Madonna delle Grazie a Noha, presenti pure al momento dell'installazione di dieci nuovi cestini per la raccolta dei rifiuti.

Ricordiamo a tutti, che il progetto di ripristino delle panchine e dei cestini, quasi totalmente distrutti più dal vandalismo che dall'usura, volge al termine. L’impegno è stato reso possibile grazie ad alcuni concittadini che hanno contribuito sia economicamente, acquistando le panchine e i cestini, sia dal punto di vista pratico e organizzativo. Appena completata l’installazione, pubblicheremo l’evento su questo sito.

Non entriamo nel merito del lavoro svolto dall'attuale amministrazione, che ringraziamo comunque per la disponibilità nei confronti delle nostre iniziative volte alla cura del bene comune.

Vorremmo invece mettere in evidenza due aspetti  connessi alla Politica del nostro territorio: l'atteggiamento di rabbia/arrendevolezza e la determinazione imperterrita di volere a tutti i costi spingere questa nostra comunità verso il cambiamento, seppur a piccoli passi.

Ormai lo stato del quasi dissesto finanziario del Comune di Galatina è conclamato: ce lo comunica il sindaco in persona, come per esempio nell’ultima relazione del Consiglio Comunale del 31 luglio appena trascorso.

La stessa cosa possiamo dire del degrado che, ahimè, non fa onore alla gloriosa storia di arte e cultura di Galatina e frazioni. Eppure nonostante la grave situazione e le difficoltà che non lasciano trasparire grandi cambiamenti nell’immediato, non bisognerebbe mai arrendersi, tantomeno essere critici, se non fosse per un apporto utile allo stesso bene comune. Mi riferisco alla vecchia abitudine di considerare una forma di "critica" il lamentarsi delle inadempienze degli amministratori così, in modalità zapping, un colpo di qua e uno di là, come quell’altra inconsulta mania che si fa con il telecomando della tv.

Purtroppo c'è in giro ancora tanta gente apparentemente per bene che con disinvoltura getta la propria spazzatura dall'auto in corsa; giovani e meno giovani che disseminano i bordi delle strade di bottiglie di vetro e sacchi di spazzatura; gli amici degli amici a quattro zampe che non conoscono le più elementari norme del galateo cittadino e lasciano dietro il loro passaggio l’allegoria di quello che di fatto sono; compaesani che bruciano plastica a cielo aperto, come se le particelle volanti non li interessassero per primi.

La strada verso la civiltà è lunga e tortuosa, così come l'amore tanto di moda oggi nei confronti della Natura. Ma da soli non andremo molto lontano.

Noi crediamo che sia necessario essere critici, ne abbiamo il dovere, prima ancora che il diritto, ma per farlo in maniera costruttiva bisognerebbe fare un passo avanti, considerandoci cioè protagonisti consapevoli delle nostre responsabilità.

Certo occorre tempo, e infatti se per esempio ci guardiamo indietro, solo fino ad un paio di decenni addietro, i Nohani portavano i loro bambini a giocare nei parchi pubblici dei comuni vicini. Oggi invece siamo qui, in questi nostri bellissimi giardini, tutti insieme, al fianco dei nostri amministratori, per poter credere ancora una volta nella bellezza e nel futuro di Noha.

Il Direttivo di

Fareambiente Laboratorio di Galatina Noha

 
Di Redazione (del 18/05/2019 @ 09:15:11, in Comunicato Stampa, linkato 881 volte)

A distanza di 12 anni dalla partecipazione alla finale nazionale U.14 della SBV PALLAVOLO Galatina a Cesenatico, correva il maggio 2007, ecco un’altra S.B.V. OLIMPIA Galatina ripetersi sul territorio nazionale.    

Una gran bella avventura quella di Bormio per i giovani under 14 della Salento Best Volley, presenti nella tre giorni del volley nazionale di categoria che ha coinvolto ben 28 società di tutt’ Italia.

Senza ambizioni di vertice, ma con il desiderio di un confronto tecnico con altre realtà, i ragazzi del Presidente Corrado Panico, collocati in un girone proibitivo con teste di serie come Kione Padova e Tonoli Montichiari, hanno avuto strada sbarrata da compagini fisicamente e tecnicamente superiori.

Ed è stato proprio contro quest’ultimo sestetto, più che contro il Padova, che i ragazzi di mister Pendenza hanno espresso al meglio le loro potenzialità e, sia pur sconfitti, hanno ricevuto i complimenti del tecnico lombardo.

Non era assolutamente nei programmi più ottimistici, dichiara la capo delegazione Zaira Gemma, imporsi su squadre così competitive, ma l’indicazione dei nostri allenatori è stata quella di dar fondo a tutti i nostri valori tecnici, battagliando e fornendo una prova senza timore. Considerate poi le caratteristiche antropometriche fuori norma degli avversari, il lavoro di mister Pendenza e De Matteis si è orientato soprattutto sull’aspetto psicologico  con cui approcciare le gare , per evitare una destabilizzazione nel confronto fisico con gli avversari”. 

L’esordio dei ragazzi galatinesi in una competizione così importante ha risentito di quell’impulso emotivo che blocca le caviglie e alimenta scariche incontrollate di adrenalina. Risultato: molti errori in fase di ricezione e difficoltà di fornire palloni giocabili agli attaccanti.

Poi l’affermazione, di forza, il giorno successivo con un netto 3-0 sugli isolani di Porto Torres ha ridato fiducia al gruppo che nella gara pomeridiana contro Montichiari si è espresso con tutto il suo potenziale, non riuscendo però a fermare la compagine lombarda già vittoriosa sul sestetto di Padova.

In questi tre giorni insomma la città di Galatina, per merito della SBV OLIMPIA, ha saputo ritagliarsi un angolino di notorietà nel panorama pallavolistico nazionale, caratterizzandosi non solo per l’arte e la storia millenaria dell’ombelico del Salento, ma anche per quella cultura sportiva, sempre alimentata da passionari, che è anche sinonimo di crescita sociale di una città.

L’effetto traino ha coinvolto due istituzioni da sempre vicinissime alla società di Corrado Panico e che anche quest’anno hanno fidelizzato la loro partecipazione: la Scuola Media “Giovanni XXIIIsatellite del 3° Polo diretto dalla professoressa Rosanna Lagna e la locale Associazione Arma Aeronautica “F.Cesari” presieduta da Saverio Mengoli.

I loghi di questi enti campeggiano sul fronte della maglietta di gioco, unitamente allo stemma emblema della città di Galatina per accordato patrocinio, che è stata donata al comitato organizzatore della Finale Nazionale di Bormio in segno di ringraziamento per l’ospitalità ricevuta.

Analogo ricordo dell’evento verrà consegnato, nella serata di martedì 21, al primo cittadino Marcello Amante, al dirigente scolastico del 3° Polo Rosanna Lagna e al Presidente dell’Associazione Arma Aeronautica Saverio Mengoli come segno di stima e riconoscenza.

“L’occasione per ringraziare le istituzioni, dichiara Corrado Panico, è l’assegnazione del titolo di campioni di 3^ Divisione YOUNG riservato agli U.14, le cui gare di finale si svolgeranno lunedì 21 presso il Palazzetto dello sport “F.Panico”. La società di cui mi onoro di presiedere sarà ancora una volta in campo nel tentativo di chiudere al meglio questa stagione agonistica, già esaltante, con un altro importante traguardo. Ringrazio il dirigente Zaira Gemma, factotum su più fronti, gli allenatori Laura Pendenza e Antonio De Matteis   e  tutto il gruppo dei ragazzi.”

Questi i medagliati :

GABRIELI ANDREA, CUCURACHI VINCENZO, PERRONE DIEGO, DE BLASI GIACOMO, VALLONE ANDREA, DE MATTEIS LORENZO(K), PANICO SIMONE, ARCADI MARCO, LAMACCHIA ANGELO, MAGURANO ANTONIO, NAVA LORENZO.

Piero de lorentis

AREA COMUNICAZIONE

SBV OLIMPIA GALATINA

 
Di Redazione (del 09/11/2013 @ 08:54:29, in Comunicato Stampa, linkato 2117 volte)
Il giorno 06-11 presso il CIRCOLO PD di Noha si è svolto il congresso per l’elezione del segretario del circolo cittadino e dei delegati al congresso provinciale. Dopo la prematura morte del ns segretario DE BENEDETTO GIOVANNI si è cercato di dare una continuità a quanto costruito dal compagno ed amico GIOVANNI ed all’unanimità è stato eletto segretario MIRI Gianni. È stato inoltre allargato e rinnovato il direttivo, nonché la segreteria. Si è confermato lo stesso numero di iscritti dell’anno scorso.
 
Di Redazione (del 29/06/2022 @ 08:36:36, in Comunicato Stampa, linkato 480 volte)

Sento forte la responsabilità del ruolo a cui sono stato chiamato e l’importanza della scelta delle parole e dei temi che dovrò affrontare sin dal primo giorno di questo mandato.

Il mondo, in questi anni, è cambiato e noi dobbiamo saper cambiare con esso: la nostra comune umanità dovrà riscoprire sé stessa e Galatina dovrà saper interpretare il proprio ruolo di comunità inclusiva e solidale.

Il mio primo impegno è quello di portare tutti noi in un rinascimento sociale ed economico che coinvolga per prima la comunità galatinese, anche la parte più fragile e debole, e poi tutte le comunità intorno a noi, perché non possiamo crescere se non collaborando con i comuni vicini, troppo spesso collegati a doppio filo alle nostre vite ed alla nostra economia.

Tuttavia, il rinnovamento che questi obiettivi comportano passerà per un ritorno a valori tradizionali e fondanti della nostra società come il lavoro e l’onestà, il coraggio e la correttezza, la tolleranza e la curiosità, la solidarietà e l’inclusione.

Non si tratta solo di parole.

Lasciatemi dire qui e ora, agli alleati come agli oppositori, che la fiaccola è stata consegnata a una nuova classe dirigente di cui sarò garante e che dovrà vivere questa nuova fase con un grandissimo spirito di servizio e di tensione al bene comune.

Vogliamo coinvolgere ed ascoltare con attenzione per primi coloro che ci hanno preceduto e ai quali porgiamo il nostro più sincero e sentito ringraziamento, perché chiunque dedichi parte della propria vita per la collettività merita la nostra riconoscenza.

Vogliamo poi valorizzare anche il ruolo delle minoranze, affidando loro ruoli di controllo e di garanzia, perché possano svolgere, nella pienezza delle loro prerogative, l’importante pungolo di cui c’è tanto bisogno.

In questi giorni la nostra città si ritroverà in un momento di festa in cui ritorneremo a abbracciarci ed anche a ritrovarci dopo una campagna elettorale dura e partecipata ma che ha dimostrato, se mai ve ne fosse bisogno, che Galatina è in possesso di una civiltà umana e politica seconda a nessuno. Basti pensare al volto sereno e fiero del Sindaco uscente Amante la notte dello spoglio e il suo gesto di venire ad abbracciarmi e ad essere il primo a complimentarsi per il risultato.

Vi auguro di vivere questi due giorni della festività di San Pietro e Paolo nella loro pienezza religiosa e civile: è una tradizione che é anche patrimonio umano e sociale, capace di far ritrovare, attraverso le sue radici, anche noi stessi.

Non nascondo, per chiudere, l’emozione di questo momento. Vi prometto che è un assoluto privilegio potermi definire il vostro primo cittadino e che trascorrerò ogni singolo giorno nello sforzo di essere all’altezza della comunità che ho l’onore di rappresentare. Non so se merito tanto. Ma cercherò di esserne all’altezza.

Fabio Vergine
Sindaco di Galatina

 
Di Redazione (del 31/03/2020 @ 08:33:23, in Comunicato Stampa, linkato 707 volte)

È stata pubblicata l’ordinanza sindacale n. 40/2020 contenente disposizioni temporanee e straordinarie per il conferimento e la raccolta dei rifiuti in stato di emergenza da Covid-19.

Nel caso di cittadino positivo o in quarantena obbligatoria, il servizio è dedicato e a chiamata, attraverso lo sportello TARI al numero telefonico 0836/562653.

Nel caso di cittadino non positivo o non sei in quarantena obbligatoria, la raccolta procede regolarmente.

Si allega schema riassuntivo alcune indicazioni per il conferimento.

Ufficio stampa Marcello Amante

 
Di Redazione (del 09/08/2022 @ 08:28:55, in Comunicato Stampa, linkato 478 volte)
Grazie alla sinergia con la filiera imprenditoriale si potrà iscrivere la squadra al prossimo campionato di categoria. 

Il calcio continuerà ad essere protagonista a Galatina. Questo sport che appassiona la grande maggioranza della popolazione mondiale non poteva cessare di esistere nella nostra Città.

Il Galatina Calcio ASD ha una tradizione centenaria e centinaia di cittadini galatinesi nutrono un attaccamento particolare per la storia di questa squadra. 
Dopo la dolorosa retrocessione dello scorso anno, la vecchia società del Galatina Calcio ASD si è rivolta alla nuova amministrazione, in particolare al Sindaco di Galatina Fabio Vergine, per chiedere un sostegno concreto al fine di poter iscrivere la squadra al nuovo campionato di categoria. 
 
Il Primo cittadino ha accolto favorevolmente la richiesta e si è mosso tempestivamente per poter trovare una soluzione fattiva. “Non appena mi è stata formulata una richiesta da parte dei membri societari e dei supporters del Galatina Calcio, non ho potuto esimermi dal dare il contributo mio e dell’amministrazione che mi onoro di rappresentare. L’ho fatto in qualità di Sindaco, ma prima ancora di galatinese che ama la propria Città e auspica un suo progressivo sviluppo sotto ogni punto di vista. 
Il calcio non è un semplice sport. Appassiona ragazze e ragazzi, donne e uomini e trasmette dei valori sani.
Per questo motivo, ho chiesto il supporto di alcune forze imprenditoriali della Città, alle quali va il mio più sincero ringraziamento, affinché potessero sostenere questo nuovo progetto e continuare a dare lustro a questa squadra e a questa società, che ha scritto importanti pagine di storia nel corso degli anni.
Il prossimo obiettivo è quello di iscrivere la squadra al campionato di 1a Categoria, costruire una rosa competitiva e ingaggiare un nuovo allenatore. 
Il calcio a Galatina continua ad esistere”, commenta il Sindaco Fabio Vergine. 
 
I membri societari hanno individuato nella persona di Giorgio Cafaro il nuovo Presidente. 
Ex Istruttore direttivo nel corpo vigili urbani e funzionario responsabile dell'ufficio tributi del Comune di Galatina, Cafaro ha militato per molti anni tra le file del Galatina calcio e, quindi, conosce perfettamente l’ambiente. 
 

Nei prossimi giorni, verrà formalizzata l’iscrizione al prossimo campionato per avviare la nuova stagione 2022 - 2023.
 
Fabio Vergine Sindaco
Ufficio Stampa
 

Si è tenuta giovedì 29 dicembre scorso nella sala convegni dell’Hotel Hermitage il convegno di presentazione dell’associazione politico-culturale Domani, strutturazione della lista che ha partecipato alle ultime elezioni amministrative. Nel corso della serata, sono intervenuto Luigi Chiriaco, Pierantonio De Matteis, Edoardo Mauro, Andrea Coccioli e Simona Ingrosso. Hanno preso parte all’evento anche l’assessore regionale Alessandro Delli Noci e il vice presidente del Consiglio Regionale Cristian Casili. Presenti anche molti esponenti dei movimenti politici della città.

Ecco i componenti del direttivo: Andrea Coccioli, Piergiuseppe Colazzo, Marco De Matteis, Sergio De Riccardis, Cristina Dettù, Chiara Garzia, Gabriella Maiorano, Marika Martina, Giampiero Perrone e Francesco Tundo. Membri di diritto anche i coordinatori dei cinque gruppi costituitisi all’interno: Sara Musardo Monitoraggio Amministrazione, Alice Palmieri Comunicazione, Antonio Persichino Organizzazione e Tesseramento, Edoardo Mauro Elaborazione Culturale e Politica e Mauro Paglialunga Rete dei Galatinesi Fuorisede. Presidente: Pierantonio De Matteis.

È vero, siamo gente strana, che fa le cose al contrario per cui abbiamo deciso di strutturare l’associazione politico-culturale dopo alcuni mesi dalla fine delle elezioni, per proseguire la nostra azione politica adeguando la a forma al momento che stiamo vivendo.

Noi, il nostro movimento, la nostra coalizione nei confronti di questa amministrazione non siamo opposizione, cioè non siamo soltanto opposizione. Non basta essere opposizione. Bisogna essere e lavorare per costruire l’alternativa.

Non si può sprecare tempo ad attaccare e basta ma bisogna costruire percorsi comuni con tutte quelle forze che hanno trovato una sintesi al secondo turno delle amministrative, contaminarne i gruppi umani e politici ed allenarsi a far crescere la cultura di governo cittadino. A tal fine lanciamo l’idea della costituzione di un tavolo permanente programmatico di tutte le forze che avranno voglia di costruire un’idea di città verso cui l’azione politica quotidiana deve tendere.

Galatina, 30 dicembre 2022

DOMANI
Associazione politico-culturale

 
Di Michele Scalese (del 05/11/2022 @ 08:21:36, in Comunicato Stampa, linkato 365 volte)

Qualche giorno fa la nuova amministrazione ha compiuto i suoi primi 100 giorni. 100 candeline: tante quante le promesse fatte in periodo elettorale che ad oggi non trovano riscontro nella realtà. Abbiamo avuto modo, in questi primi 100 giorni (anche prima a dirla tutta), di assistere ai più deplorevoli spettacoli politici della storia di Galatina e frazioni, tanto da dubitare anche sul fatto che il Sindaco si sia insediato oppure risiede ancora in quella fase di piena campagna elettorale. Assistiamo, ahimè, sbigottiti, alle autocelebrazioni dei novelli amministratori per cose e opere realizzate o in attesa di realizzazione, pur dimenticandosi, volutamente, che ciò a cui fanno riferimento non è altro che il frutto del lavoro dell’amministrazione precedente. È bene ricordare ai nostri attuali amministratori che “qualcuno” in illo tempore, aveva già pensato e soprattutto attuato un piano di sicurezza sul territorio che prevedeva l’installazione e la messa in funzione delle telecamere di sorveglianza sul territorio comunale. Inoltre, come Circolo cittadino abbiamo avuto modo di protocollare un programma dettagliato circa ciò che dovrebbe essere attuato per garantire una piena vivibilità nella nostra frazione, programma al quale non abbiamo mai ricevuto risposta dal Sindaco. Ciò che, ad ogni modo, ci rincuora è che la maggioranza - almeno questa volta - dovrà fare i conti con una opposizione – se non tutta, almeno in parte - degna del ruolo che è stata chiamata a ricoprire in Assise: perché si sa, la competenza non si misura a chiacchiere, ma a fatti concreti, ad idee, a progettualità, a studio, non a becero vittimismo. A proposito di ciò, non possiamo non citare le continue e oramai pedanti frasi di vittimismo del consigliere di minoranza Antonaci, che con i soliti post pubblici sui suoi social, non fa altro che autoflagellarsi il costato in cerca del proprio posto per esprimere la bellezza delle sue idee a dir poco utopiche. Sarebbe bello ricordare al consigliere Antonaci, Presidente della Commissione speciale per la salvaguarda del nostro Ospedale, che, nonostante l’assemblea organizzata il 19 ottobre, si è a conoscenza che anche per il mese di novembre il celebre cardiologo di cui tanto si è discusso e controbattuto, continuerà a svolgere il suo servizio dalle ore 8 alle ore 20, per ritornare ad essere reperibile dalle ore 20 alle ore 8. Nulla è cambiato, dunque, per la salute dei nostri concittadini, dal momento che gli stessi “possono essere oggetto di infarto solo e soltanto fino alle 20”, poiché di notte, il medico cardiologo non potrebbe essere in sede per soccorrere il malcapitato. L’ultima frase è ironica, ovviamente, ma sottolinea il fatto che laddove la vanità degli uomini supera il limite, il risulato è questo: concludere un’assemblea senza progettualità futura ma con soltanto un pugno di mosche. Il consigliere, è lo stesso che asserisce che la prof.ssa Antonica sarebbe non idonea a ricoprire il ruolo di membro della commissione DUC, come se non esistesse la trasversalità della prassi (attuata solo e soltanto attraverso lo studio e non sulla mera critica di protagonismo). Di una cosa però siamo felici, abbiamo avuto modo di apprezzare la presenza di quasi tutta l’attuale amministrazione dalle duplici, triplici correnti, in occasione del comizio in P.zza Alighieri in vista delle politiche: sarà che siamo in maggioranza e non ce ne siamo resi conto?

Il Segretario PD – Noha
Dott. Michele SCALESE

 
Di Marcello D'Acquarica (del 28/07/2023 @ 08:18:52, in NoiAmbiente, linkato 714 volte)

Sono giorni, questi ultimi, di annunciazioni per grandi cambiamenti, novità che interesseranno a breve Galatina e frazioni.

Lei stesso, Signor Sindaco, in un post pubblicato sulla Sua pagina social, avvisa noi cittadini in merito a questa rivoluzione, pregandoci di aver pazienza e di prepararci al conseguente, ineluttabile disagio, a partire dal corrente mese di luglio.

Si parla anche di piste ciclopedonali che congiungeranno Galatina a Noha, e perfino Noha ad Aradeo. Insomma.

Nel corso di un’intervista, ci ha dato inoltre l’annuncio della importante partecipazione di Galatina, “prima in tutta la provincia”, al progetto ZES (Zona Economica Speciale), che interessa un'area di 50 ettari inseriti in un denso contesto urbano, grazie a una legge più o meno datata (T.U. delle leggi sanitarie R.D. 1265/1934). Una legge che, ahinoi, nel caso di Galatina non tutela gli abitanti da precise distanze delle case - sia vecchie che da nuovi insediamenti - da opifici insalubri e rischiosi per la salute.

La ZES Adriatica interregionale Puglia–Molise è una piattaforma online e pienamente digitale georeferenziata del territorio, compresa quindi la zona industriale di Galatina e quella adiacente di Soleto. Si tratta, cosi si dice, di una mappa che fornisce tutte le informazioni utili per cui qualsiasi imprenditore può chiedere di localizzare il proprio insediamento produttivo dove più gli aggrada, compresa, ovviamente, la nostra zona industriale. La quale con i suoi 17 ettari di infrastrutture (che si innalzano altissime nel cielo e a tratti semi dirute) fa da viale principale di ingresso alla nostra bellissima colta e storica città.

In ultimo, in occasione dell'inaugurazione della 64a fiera campionaria regionale, nel corso della nostra festa patronale iniziata il giorno 27 giugno scorso, è stato presentato dall’architetto leccese Alfredo Foresta (i maligni parlerebbero di ossimoro) un nuovo progetto riguardante il sito di 20 ettari, che includono la Fiera Commerciale di Galatina.

In base alla rapidissima presentazione dell'architetto, s’è compreso che sono in arrivo enormi volumetrie per congressi, piste sportive, piscine con vasche lunghe fino a 50 metri, impianti di produzione di energia elettrica e di recupero delle acque pluviali e/o piovane.
Tanta roba, si direbbe nello slang di questi giorni.

Alla luce di questi stravolgimenti è normale che i cittadini di Galatina e frazioni (almeno quelli degni della carica di cittadino) si pongano degli interrogativi. E si chiedano in primis che impatti avrebbero queste ulteriori “grandi opere pubbliche” sul loro habitat e quindi sulla loro salute. Purtroppo, ad oggi,  Galatina è annoverata fra i 16 comuni di un Cluster con la più alta percentuale di tumori (cfr. registro dei tumori, dati ASL, CNR E PROTOS), e non vorremmo che quest’ulteriore consumo di suolo rappresentasse il colpo di grazia a un territorio già martoriato.

Non ci sembra di aver sentito qualcosa in merito alla “riforestazione” o al “ripristino dei luoghi”. Quanto alle cosiddette “comunità energetiche” meglio per ora lasciar perdere, tanto temiamo le solite operazioni di green-washing così di moda in questi tempi di emergenze à la carte: chissà perché invece temiamo solo ulteriori rotatorie, cemento, asfalto, comparti edilizie e infinite volumetrie.

Di questo passo forse ci vorrebbe ben più della temporanea pazienza da Lei richiesta ultimamente alla cittadinanza nei suoi accorati appelli.

Cordialità.

Il Direttivo di Noiambiente e Beni Culturali di Noha e Galatina

 
Di Redazione (del 26/03/2020 @ 08:18:46, in Comunicato Stampa, linkato 1012 volte)

I tributi e i canoni comunali devono essere sospesi e azzerati o ridotti per tutta la durata dell’epidemia da coronavirus, mentre i componenti la giunta comunale, i consiglieri e componenti delle commissioni dovrebbero devolvere indennità e gettoni di presenza in favore dell’ospedale Santa Caterina Novella, per l’acquisto di attrezzature sanitarie.

Presenterò la richiesta di sospensione dei tributi nel prossimo Consiglio comunale, oggi ho inviato la richiesta di inserire la mia mozione nel prossimo ordine del giorno al sindaco di Galatina, Marcello Amante, e al presidente del Consiglio comunale Raimondo Valente.

Analoga richiesta abbiamo presentato con i colleghi dell’opposizione Paolo Pulli e Giuseppe Spoti, ma in questo caso si tratta di una mozione volta a destinare tutte le indennità e i gettoni di presenza all’ospedale di Galatina affinché possa acquistare le attrezzature sanitarie necessarie al nosocomio cittadino.

Personalmente ho rinunciato, sin da subito, a ogni forma di compenso relativo al mio mandato di consigliere comunale, chiederò che le somme sinora non riscosse siano devolute all’ospedale di Galatina unitamente a quelle di tutta l’amministrazione.

In questo momento è importante che la politica dia un segnale concreto di vicinanza ai cittadini: azzerare i tributi e canone, rinunciare a indennità e gettoni è un modo per aiutare i cittadini e la sanità.   

Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis

Giampiero De Pascalis

 

Continuo ad assistere, con il passare del tempo, e in maniera più prepotente negli ultimi giorni, per il tramite dei mezzi di comunicazione, alla crescita esponenziale di un sentimento di malcelato livore tra chi ha svolto il ruolo di amministratore di questa Città negli anni passati e l’attuale Amministrazione.

Inevitabilmente, tutto ciò porta alla strumentalizzazione dell’azione politica ad esclusivo vantaggio dei singoli supposti attori politici.

La Politica dovrebbe avere un compito, un dovere, un obiettivo: agire per il bene della Comunità.

A questi compiti siamo tutti chiamati, indistintamente ed ognuno per il proprio ruolo: sia chi oggi amministra la Città, sia chi svolge il ruolo di minoranza nell’agone politico, sia ogni cittadino con il proprio ruolo sociale.

Per questo motivo mi sono tenuto fuori e debitamente lontano da polemiche e critiche non costruttive ma volte esclusivamente alla condanna dell’operato degli Amministratori ed a volte al dispregio delle persone stesse.

Al contrario sono grato a tutte le critiche e suggerimenti, pervenuti in questi mesi da qualsivoglia cittadino, relativi ad ogni problematica esistente in qualsiasi angolo della Città.

Abbiamo voluto recuperare l’ascolto ed il contatto diretto con tutti i cittadini, con tutti coloro che rendono questa Città orgogliosa e fiera; penso ai nostri artigiani, ai nostri commercianti, alle nostre associazioni, ai nostri imprenditori, a tutte le attività che dal centro alla periferia alle frazioni, donano orgoglio a Galatina.

La collaborazione instaurata in questi primi mesi è uno straordinario traguardo che ha portato lustro alla Città, in termini di bellezza, attrattività ed entusiasmo.

Abbiamo cercato di rendere concreto un nuovo modo di fare Politica, quello di far sentire una Città, prima di ogni altra cosa, Comunità. E i risultati sono arrivati, sono davanti agli occhi di tutti e rappresentano il miglior auspicio per l’anno appena arrivato.

Stiamo svolgendo il nostro compito al massimo delle nostre possibilità, andando oltre gli attacchi strumentali di chi, per colpire gli altri, finisce per lasciare intravedere, ancora di più, le lacune del proprio passato amministrativo.

Con la bacchetta magica vorremmo dare, a chi ne è sprovvisto, amore per questa Città. Perché le Amministrazioni passano, l’amore per la Città resta e viene sempre riconosciuto dai cittadini, non solo dai 6642 elettori del Sindaco Vergine, ma da tutti coloro che oggi, quasi con spirito liberatorio, affollano le piazze della Città per sentirsi protagonisti e respirarne l’aria di rinascita.

E quindi, ben vengano le critiche, ci aiutano a fare meglio. Respingiamo con forza, però, le accuse di chi, infondatamente, sostiene che questa amministrazione agisca “senza regole e autorizzazioni”.

Di conseguenza, non accettiamo lezioni da chi ha già dimostrato e ha dato prova di non poter dare patenti di moralità e capacità ed invitiamo ognuno ad onorare il nuovo ruolo assegnato e ad onorare la Città.

Il rispetto per Galatina, per noi, passa prima di ogni cosa dal rispetto delle leggi.

Lavoriamo insieme per Galatina. È questo che chiede la Città.

«Non è importante che pensiamo le stesse coseche immaginiamo e speriamo lo stesso identico destino, ma è invece straordinariamente importante che […] tutti abbiamo il proprio libero respiro, tutti il proprio spazio intangibile nel quale vivere la propria esperienza di rinnovamento e di verità, tutti collegati l’uno all’altro nella comune accettazione di essenziali ragioni di libertà, di rispetto e di dialogo» (Aldo Moro)

Carmine Perrone
Assessore ai Lavori Pubblici

 
Di P. Francesco D’Acquarica (del 15/06/2016 @ 08:15:32, in Necrologi, linkato 2792 volte)

Domenica 15 Maggio, trenta giorni fa, il Generale di Brigata Vittorio D’Acquarica ha cessato di vivere.

Nostro concittadino: era nato a Noha nel 1939. Con lui ho passato la mia infanzia perché cugini e si può dire cresciuti nella stessa casa di via Aradeo. Poi le scelte di vita ci hanno separati. Io, giramondo per servire la chiesa missionaria; Vittorio, dopo aver frequentato il liceo classico a Galatina, poi l’accademia militare a Modena, si era stabilito a Roma.

Ci siamo incontrati poche volte nella vita, ma sempre legati dall’affetto di parentela, di amicizia e d’interesse per la Storia di Noha.

Volle essere presente alla celebrazione della mia prima Messa a Noha 55 anni fa, esibendosi con la divisa militare di allievo dell’Accademia militare di Modena per dare più solennità alla mia festa.

Lo rividi nel 1966 pochi giorni prima di partire per l’America, quando mi invitò a battezzare Rosarita, la sua prima figlia, frutto dell’amore con la sua giovane sposa, Silvana Luceri. L’ho rivisto solo l’anno scorso a Lecce al funerale di sua sorella Maria.

Fu lui a suggerirmi di aggiungere nella “Storia di Noha” quando descrivevo il monumento ai caduti, oggi non più esistente, le frasi scritte ai lati di quella colonna quadrangolare con punta piramidale, quasi come un obelisco e che lui aveva memorizzato:

Chi per la patria muore,

vissuto è assai, la fronda dell’alloro

non langue mai !

Sull’altro lato:

… e qui verran le madri

ai pargoli mostrando …

 

Gli ultimi giorni della sua vita, prima della morte, pur nella malattia e nella sofferenza, sono stati alleviati dall’affetto e dalle cure delle sue tre figlie.

E’ morto cristianamente il 15 maggio scorso a Roma dove pure è sepolto.

Ma lo ricordiamo come cittadino di Noha, la sua patria natale, alla quale ha sempre dato decoro e onore.

Penso che sia doveroso ricordare una persona come Vittorio. Da annoverare, ormai, tra le pagine più belle della Storia di Noha.

Nella Foto: A destra di don Paolo, arciprete, P. Francesco, missionario della Consolata, alla sinistra di don Paolo l’On. Beniamino De Maria e accanto a lui Vittorio D’Acquarica in divisa ]

P. Francesco D’Acquarica i.m.c.

 
Di Redazione (del 15/03/2023 @ 08:15:27, in Comunicato Stampa, linkato 239 volte)

E’ stato un sabato pomeriggio all’insegna di un evento straordinario per Galatina sportiva. La palestra di Via Montinari finalmente è stata consegnata alla città e alle associazioni sportive   ospitando una gara del campionato nazionale di serie B di pallavolo tra l’Olimpia Sbv Galatina e la Tya Marigliano.

Finalmente dopo 17 anni il travagliato parto è venuto alla luce attraversando ben sei governi locali( Garrisi, Antonica, Coluccia, Montagna, Amante, Vergine) e una burocrazia elefantiaca che ne ha rallentato l’utilizzazione.

L’impianto è stato tenuto a battesimo dal primo cittadino Fabio Vergine, alla presenza di autorità politiche e religiose, con il rituale taglio del nastro ben nove anni dopo l’inaugurazione del maggio 2014 (amministrazione Montagna).

Dopo i lavori di adeguamento a seguito del finanziamento regionale di 46 mila euro(amministrazione Amante), l’impianto è stato messo a norma dalla società aggiudicatrice della gestione, consentendo di ospitare gare di volley a livello nazionale.

 Ci si aspettava una sera dei miracoli in via Montinari. Complice la benedizione clericale impartita alla struttura da don Stefano durante la cerimonia inaugurale del Palazzetto, le quotazioni per Olimpia SBV lievitavano nell’aria, ma soprattutto nelle speranze dei tifosi.

Come dire, quando la fede conta più della tecnica, quando un abito talare può esorcizzare un campionato sempre più in picchiata per la compagine guidata da mister Monaco. Ma il rito liturgico ha cozzato con un’amara realtà che ha presentato un conto decisamente in rosso ai padroni di casa.

Le iscrizioni delle voci in negativo, impietose per Galatina, annotavano avversari molto più quotati, grandi doti difensive e ricostruzioni efficaci della prima linea napoletana, motivazioni e reattività spinte al massimo per cercare la vittoria.

Di contro il sestetto locale balbettava, reggeva per metà dei set, poi al primo break negativo crollava privo di nerbo e si smarriva: tutto diventava scontato nella squadra di casa.

Dalla difesa alla distribuzione la consistenza difettava delle tempistiche necessarie, sembrava di giocare in una realtà rallentata dove paure e indecisioni incidevano sull’efficacia delle azioni.

E non c’era motivatore in campo che riuscisse a fungere da motrice per tirar fuori dalle secche una squadra che sembrava già aver accettato il proprio destino.

Insomma bisognerà bere l’amaro calice fino in fondo in questa stagione e anche se la matematica non ha espresso la definitiva condanna, è il calendario e il percorso delle altre squadre a proiettare un’ombra sinistra sul futuro di Olimpia Sbv Galatina.

La gara è stata a senso unico, in direzione Marigliano naturalmente. Il tempo di prendere le misure sui padroni di casa concedendo loro la parità a metà di ogni frazione di gioco, poi le distribuzioni sapienti di Cantarella armavano Di Florio e compagni che senza fatica si aggiudicavano i set.

Solo nel secondo parziale Galatina ha tenuto il campo maturando un 17-15 a proprio favore che un effervescente Montò ha ribaltato con un filotto di conclusioni portando i suoi sul 18-23. La fiammata di Pacelli e Buracci ha mitigato la sconfitta sancita dall’opposto napoletano Di Florio.

Piove sul bagnato in casa bluceleste. Alle precarie condizioni fisiche di qualche atleta si è aggiunto, nel corso del terzo parziale, l’infortunio a Pacelli che ha subito la frattura della falange distale del dito mignolo della mano sinistra. L’incidente terrà lontano dal campo di gioco lo sfortunato atleta per circa un mese.

Piero de Lorentis

Area Comunicazione Olimpia Sbv

 

Galatina città d’arte e del Pasticciotto diventa per un weekend anche Borgo del Cashback. Il 25 e 26 giugno prossimo approderà nella cittadina salentina famosa per il suo barocco, per la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria del Quattrocento e per il dolce tipico di cui si vanta aver dato i natali nel 1745, l’iniziativa lanciata lo scorso anno da myWorld Italia per incentivare il turismo creando una rete di imprese impegnate congiuntamente nella promozione e nello sviluppo turistico ed economico del territorio.
B&B, locali, ristoranti, un panificio ed una cantina si sono messe a sistema per offrire al turista una serie di proposte vantaggiose in termini di cashback, ossia ritorno del denaro. Un modo per attirare nuovi clienti e visitatori, ma anche per consentire al turista di scegliere la meta Galatina per trascorrere le proprie vacanze godendo di una gamma di servizi e risparmiando.
Dopo Sauris in Friuli Venezia Giulia, Costa Smeralda in Sardegna e Bormio in Lombardia, il 25 giugno sarà Galatina ad ospitare i Borghi del Cashback, per la prima volta nel sud Italia. Si partirà la mattina alle 12.00 con il raduno presso Cantina Fiorentino dove ci sarà un brunch a base di piatti tipici salentini e degustazione delle migliori etichette della Cantina. A seguire, visita della Cantina e percorso alla scoperta dei dolci tipici con abbinamento dei vini dolci, caratterizzato dalla partecipazione straordinaria del maestro Davide Ascalone (11° generazione di maestri pasticceri) che illustrerà ai presenti la storia del pasticciotto e di altri dolci tipici di Galatina prodotti dalla storica pasticceria cittadina che secondo la storia ha dato i natali al pasticciotto nel lontano 1745.
Nel pomeriggio visita guidata alla scoperta del centro storico cittadino con le splendide corti ed il barocco che terminerà nella visita alla basilica quattrocentesca di Santa Caterina d’Alessandria. Inoltre, possibilità di effettuare dei percorsi esperienziali come un laboratorio di frisa (presso Panificio Notaro) e racconti attorno al pasticciotto (presso Eros Pasticceria) per scoprire due dei principali prodotti gastronomici nella città, la loro storia ed anche le procedure per realizzarli. Naturalmente non mancheranno le degustazioni e la possibilità di acquisto di confezioni particolari di tutte le aziende presenti da farsi recapitare a casa attraverso l’azienda Zerodistanze.
Nel tardo pomeriggio, si potrà godere di un'apericena presso Vanesio e godere dei colori suggestivi della piazza e della Chiesa Matrice al tramonto. La giornata si concluderà con una cena con menù tipico San Paolo sulle suggestive terrazze del ristorante Anima e Cuore.
La domenica tutti al mare con la proposta di una giornata relax presso il lido convenzionato Ficodindia a Otranto oppure minicrociera con partenza da Torrevado alla scoperta del mare del Salento.
I partecipanti all'iniziativa potranno soggiornare presso realtà del territorio che sono direttamente Partner di myWorld, o presso strutture disponibili tramite i più conosciuti siti di prenotazione online, anch'essi presenti nella community myWorld, come Booking.com, Expedia, Hotels.com, travelWorld e molti altri. Il pernottamento, come le altre attività proposte, sarà così accompagnato da Cashback e Shopping Points. Si allega programma completo dell’evento.

Download del programma


UFFICIO STAMPA Tutti Insieme x Galatina
Cell 329 5443270 – email info@tuttinsiemexgalatina.it - www.tuttinsiemexgalatina.it

 
Di Redazione (del 13/02/2023 @ 08:05:57, in Comunicato Stampa, linkato 247 volte)

Nella mattinata di domenica 12 febbraio si è svolto il congresso del PD, che ha visto una forte partecipazione di iscritti,  nonché la presenza del segretario regionale Domenico De Santis, che con il suo discorso introduttivo ha portato i presenti a  motivarsi maggiormente e appassionarsi ai temi nazionali e regionali. Presente anche il Presidente della provincia Stefano Minerva, da sempre vicino al circolo del Partito Democratico di Galatina, che  ha ribadito la sua volontà e l’impegno a portare avanti tematiche di interesse cittadino anche  in conseguenza del fatto che tali impegni erano già stati assunti nella campagna elettore di giugno 2022.

Il circolo di Galatina, è tra i primi in provincia per numero di tesserati e partecipazione alla vita politica. In effetti oltre l' 80% degli iscritti ha partecipato al voto di oggi, determinando una scelta che ha portato ai seguenti risultati per l’elezione del segretario nazionale:

 

Votanti        87

  • Bonacini       8       (9%)
  • De Micheli    0       (0%)         
  • Schlein         22     (26%)
  • Cuperlo        57      (65%)

 

Si è passati poi alle votazioni per il segretario di circolo.

Per acclamazione è stato eletto segretario il Dr. Antonio Mele

Per scelta e decisione condivisa con il Circolo del PD di Noha,  si è deciso di dotarci di un coordinatore cittadino, votando all’unanimità l’Avv. Massimo Marra, che ha quindi assunto il ruolo di Segretario dell’unione cittadina.

Inoltre, durante il dibattito è emersa la volontà chiara e forte di creare un circolo tematico nella Fraz. di Collemeto, territorio in cui è fondamentale una presenza critica e attenta,  per affrontare, tra le altre,  le specifiche tematiche di natura ambientale,  che purtroppo insistono in questo momento.

Nei prossimi giorni, tutti gli iscritti si incontreranno in assemblea in maniera  democratica e partecipativa,  per eleggere gli organismi dirigenti del partito (direttivo e segreteria), nonché il Presidente.

Con la celebrazione del congresso, il  Partito Democratico apre le porte alla partecipazione responsabile di tutti gli iscritti,   i quali sapranno portare idee, entusiasmo e nuova energia.

Per quanto ovvio, è rinnovato l’appoggio alla nostra rappresentanza  consigliere,  per il lavoro fin qui svolto in consiglio comunale, nonché per quello che andranno a svolgere.

Un ringraziamento speciale a tutti gli iscritti, che  con pazienza e passione hanno contribuito alla buona riuscita del Congresso.

 

PARTITO DEMOCRATICO

CIRCOLO DI GALATINA

 
Di Redazione (del 03/01/2023 @ 08:05:29, in Comunicato Stampa, linkato 392 volte)

L’articolo  a firma di Dino Valente, segna un nuovo passo nell’attività di opposizione da parte del sito galatina.it.

Non che in campagna elettorale non sia stato chiaro, nitido e noto a tutti il sostegno del sito all’amministrazione uscente. Ma lo abbiamo sempre considerato nell’ordine naturale delle cose e nel naturale evolversi della dialettica politica, considerandolo una parte di essa. Senza troppi infingimenti.

Oggi dobbiamo registrare un fatto gravissimo: anche lui soffre di “choc da sconfitta” e in questo memorabile articolo segna de punti fondamentali:

1.         Esiste un giudizio estetico e artistico del sig. Valente, ovviamente insindacabile, che probabilmente sarà possibile utilizzare in futuro e per il quale dovremmo valutare la sostituzione del busto di Martinez con la sua;

2.         Il suo amore per la democrazia e per il voto cittadino termina quando questo gli da torto.

Stiamo cercando tutti noi, sgomenti, il modo di rientrare nelle grazie di questo intellettuale dal gusto fine e dai giudizi apodittici.

Se lui dice che le “colorate” proiezioni sulla stessa facciata della Chiesa Madre, ma svolte della vecchia amministrazione erano pregevoli testimonianze di una cultura artistica certificata dal suo voto e dal suo plauso, ci fidiamo.

Dobbiamo solo verificare se si può sostituire la prossima tornata elettorale con un incontro di illuminati da lui diretti e coordinati. Faremmo prima e risparmieremmo soldi.

Non so se la politica galatinese abbia raggiunto mai punti di arroganza simile, tanto da chiamare a correi tutti i cittadini che hanno votato contro la propria idea e nascondendosi dietro ad un ruolo di autoproclamato giornalismo.

È lecito contestare una scelta, è lecito esercitare anche tramite un sito privato, il proprio disappunto ma definire stolti e manipolati i cittadini perché hanno votato contro i propri amici, mi sembra davvero troppo.

Passano i giorni e lo stile di una parte dell’opposizione, che tenta di svolgere il proprio ruolo non dentro l’amministrazione ma dentro le sedi giudiziarie, mi persuade che abbiamo rotto un equilibrio e una rete di vecchissima data, che poggiava troppo e da troppo tempo sulla gestione della cosa pubblica. Questo, così come il senso proprietario delle istituzioni, sono derive pericolose e, queste sì, antidemocratiche. Su questo forse sarebbe il caso di effettuare verifiche.

Poco importa se tutto il resto parla di numeri positivi e di nuovo entusiasmo: la qualità del concerto di ieri sera, i numeri delle visite in città in questo ultimo mese, gli incassi di commercianti, ristoranti, B&B e di bar.

Continuiamo con il nostro lavoro, nei limiti umani che ci contraddistinguono e contro un gruppo di infallibili che ogni giorno ci ricordano come si dovrebbe stare al mondo. Ce ne faremo una ragione, sempre con la nostra serenità ed il nostro sorriso sul volto.

Fabio Vergine

Sindaco di Galatina

 
Di Michele Scalese (del 24/04/2023 @ 08:04:21, in Comunicato Stampa, linkato 301 volte)

Carissime democratiche e carissimi democratici,

domani ricorrerà il 78esimo Anniversario della Liberazione dal nazifascismo. In questa data la forza dei giusti ha prevalso sulla visione totalitaria del mondo. Certo, da quel giorno la società è cambiata, emancipandosi fino a proporre un nuovo modello di democrazia che ha bisogno quotidianamente di essere alimentato, e  se ci pensiamo, settantotto stagioni sono davvero tante: corrispondono a tre generazioni di donne e di uomini, a incredibili trasformazioni sociali, conquiste e traguardi della storia, rivoluzionari progressi della scienza e della tecnologia. Tuttavia continuiamo ad assistere da spettatori – purtroppo -  anche a nuove guerre che hanno ridisegnato i confini del mondo. E allora qual è il senso di ricordare con orgoglio la storia di donne  e uomini che hanno rivoluzionato il nostro agire quotidiano? Occorre non dare mai per scontati i diritti di cui godiamo oggi, così faticosamente conquistati e difesi anche con il sangue. Li dobbiamo vivere, difendere ed esercitare insieme ai doveri che non devono rimanere solo sulla carta ma devono essere interpretati da ogni singolo cittadino ogni giorno. Questo è il nostro omaggio più vero e concreto a questa giornata. Non possiamo dimenticare che tra i principi fondamentali della nostra Costituzione, all’articolo 2, vi sono proprio i diritti umani.

Questa giornata non deve essere ridotta solo alla celebrazione, vivendola solo come una semplice ricorrenza: il 25 aprile è il giorno in cui ricordiamo che le nostre radici sono radici partigiane, fondate da uomini e donne che combatterono per la loro e la nostra libertà. Se è vero che l’uomo è specchio della propria cultura e della propria storia, allora ribadisco con forza che noi siamo portatori di una cultura che rimane antifascista, perché, al contrario di ciò che pensano alcuni, si fonda sulla libertà, sull’uguaglianza e sulla democrazia. Tuttavia, è opportuno tenere in considerazione il fatto che tutto, anche i più grandi eventi, possono essere dimenticati: dobbiamo impedirlo riscoprendo il nostro principio di umanità che va ben oltre l’etica ma che fonda le proprie radici su una morale che protende all’Altro, indistintamente. È indispensabile umanizzare la nostra società e ciò significa strapparla al peggior nemico che una società civile può avere: l’indifferenza! Coloro i quali hanno combattuto per questo 25 Aprile ci hanno dimostrato e continuano a farlo, che è importante  vivere come soggetti attivi del proprio mondo, ci hanno spiegato la forza della partecipazione, ci hanno dimostrato la semplicità dell’altruismo. Chi cantava “Bella ciao” tra le lacrime e con le gambe vacillanti, proclamava il sentimento di una comunità trafitta che ha resistito per il Bene comune in nome di quel concetto di umanità che oggi deve ancora farci scandalizzare. E allora scandalizziamoci per i morti i mare sulle coste di Cutro, scandalizziamoci per chi non sa accogliere e irrigidisce il proprio cuore con sentimento egoistico, scandalizziamoci per quella società corrotta che non necessariamente deve essere per forza al di qua del nostro naso per poterlo fare. Scandalizziamoci in nome della giustizia sociale troppo spesso dimenticata per favorire il nostro misero microcosmo.

Siamo abili a trasformare in virtù l’interesse materiale, ma non riusciamo più a considerare virtù il Bene Comune. Se non vogliamo perdere per sempre il più grande insegnamento che ci arriva dal 25 Aprile, dobbiamo tornare a contribuire alla crescita morale della comunità di cui facciamo parte. Se non lo facciamo noi, non lo farà nessun altro. Chi tratta il proprio mondo come un oggetto da usare e da buttar via, tratta la propria umanità allo stesso modo e chi tratta lo spazio altrui come spazio proprio per il proprio interesse, rende vano ogni sforzo compiuto per arrivare a edificare il nostro 25 Aprile. E se occupi una carica o ricopri un ruolo politico, sii tu anzitutto un buon politico. Scandalizziamoci ancora, cari tutti, perché significa oltrepassare le barriere dell’indifferenza per ripercorrere un cammino di Comunità.

Michele Scalese

Segretario Circolo PD - Noha

 
Di Albino Campa (del 07/01/2011 @ 08:00:00, in Eventi, linkato 2763 volte)

Di nuovo i Dialoghi di Noha, ancora una volta ci si ritrova tutti insieme a discutere e confrontarsi su temi di grande attualità; cosa che accade, ahimè, sempre più di rado.

 

È il 2 gennaio e nella stupenda sala settecentesca adiacente al Bar Settebello, da poco ristrutturata e valorizzata in ogni suo dettaglio architettonico, è data l’opportunità, a chiunque ne abbia voglia, di partecipare ad un incontro-dibattito che intende analizzare, sotto l’attenta lente del cittadino, niente meno che l’Unità d’Italia, proprio nell’anno della ricorrenza del 150° anniversario. Ma nell’accogliente sala riecheggia anche un’altra data, oltre a quella famosa, il 1861: qualcuno infatti parla di bicentenario, di 1811, di unità del feudo di Noha con quello di Galatina, di appropriazione non autorizzata di un territorio di 1000 anime, ovviamente con annessi culturali, storici e architettonici.

 

Due date quindi, quella del 1811 e del 1861, che dovrebbero sancire un’unità politica e culturale, ma che in realtà dimostrano essere due sipari dietro ai quali si nascondono gli interessi di alcuni, a discapito dei molti. Attenzione, qui si raccontano i fatti, questa è storia, e dovrebbe far da maestra, come sostiene Cicerone. Ecco, quindi, che per l’occasione, di fronte a un attento e partecipe uditorio, si susseguono gli interventi di Antonio Mellone, Marcello D’Acquarica e del prof. Egidio Zacheo, scrittore, giornalista e docente di Politica Comparata e Storia delle Istituzioni presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università del Salento.

 

Ognuno dice la propria liberamente, sentendosi tutelato in ciò dalla Costituzione Italiana (che non poteva non essere ricordata con la lettura di alcuni suoi articoli), senza ergersi a detentore di chissà quale verità, senza imporre alcunché, arricchendo il discorso con eventi e date storiche, dandogli valore con citazioni e riferimenti bibliografici, riportando documenti e video. Un contributo enorme al dibattito è offerto dal prof. Zacheo, che ha ricordato quanto sia importante continuare a perseguire, senza mai stancarsi, quell’unità politica che è sempre venuta meno in Italia, e allo stesso tempo ha invitato i cittadini a essere attivi, a dare un seguito nel loro piccolo all’unità culturale dell’Italia, che ha anticipato di secoli quella politica, a valorizzare la res pubblica e abbattere i muri dell’egoismo, che siamo abituati a costruirci intorno. 

 

Un approfondimento culturale indispensabile è offerto anche da un video, preparato da Marcello D’Acquarica e disponibile sul sito noha.it, che oltre a fare da introduzione all’incontro, ha cercato anche di trovare alcuni termini di paragone tra la situazione nazionale e quella locale.

 

La serata si è conclusa con un elenco di motivi per cui valga la pena restare oppure andar via da questo paese. Non abbiamo ancora preso una decisione, intanto però ci uniamo di buon grado al motto finale: “siamo qui con voi, perché l’unione fa la forza”.

Michele Stursi

 

 

Sconcerto e preoccupazione suscitano le dichiarazioni dell’Assessore Forte in risposta al nostro comunicato sull’intenzione di questa Amministrazione di “scaricare” sulle tasche di famiglie ed imprese galatinesi il costo della loro inefficienza.

Sconcerto nel verificare come l’Assessore, sui quotidiani di sabato 25/6, confermava l’imminente “batosta”  imputandola a  un non meglio precisato “aumento di costi non prevedibili”  per poi, dopo 24 ore, diffondere un comunicato in cui:  

  • si rimangia  “l’aumento di costi non prevedibili”;
  • contesta l’operato del suo collega Assessore al Bilancio;
  • diffida il Sindaco Montagna, “confidando in lui”.

L’Assessore Forte, forse, non è a conoscenza che la “fonte” della nostra segnalazione è proprio  il suo collega al Bilancio De Donatis che, formalmente e in rappresentanza (?) del Sindaco e della Giunta,  intervenendo in Commissione, informava la stessa dell’integrazione del piano finanziario di circa 800.000 euro.  

Da qui la preoccupazione per una Amministrazione sempre più scollata dalle problematiche cittadine e che ora evidenzia in modo clamoroso anche un governo cittadino sempre più sfilacciato e sempre meno squadra, in cui ognuno va per la propria strada senza nessuna  visione programmatica.

Per l’Amministrazione Montagna  trasparenza e  comunicazione appaiono, ancor più oggi, slogan elettorali  senza seguito e quella che doveva essere una “casa di vetro” ha assunto l’aspetto di un condominio dalle mille stanze dove ognuno cura i propri interessi.

Un fallimento politico ed amministrativo, quello dell’Amministrazione Montagna,  che, ribadiamo,  meriterebbe un’assunzione di responsabilità, con le ovvie conseguenze e che non potrà essere celato dalle tristi e strumentali passerelle inaugurative programmate nei prossimi mesi pre-elettorali.

 

Marcello Amante

Liste civiche

 
Di Redazione (del 07/09/2021 @ 07:54:01, in Comunicato Stampa, linkato 531 volte)

Si è svolta, domenica 5 settembre, l’ennesima “Giornata Ecologica” organizzata da Legambiente “La Poiana” e da VIRTUS – TappiAmo Galatina, dedicata alla raccolta dei rifiuti abbandonati lungo le strade di periferia, e non solo. Giornate che, come scrivono gli organizzatori, si sono ripetute per tutte le domeniche di Agosto. (Nelle foto, scaricate dal sito dell’associazione, i sacchi riempiti domenica). Alle due associazioni va il ringraziamento nostro e dei cittadini per l’impegno, la generosità, l’attenzione e l’amore per la nostra Città.

A nostro giudizio, ogni giornata dedicata all’ambiente dalle associazioni e dai volontari è un buco nero per il servizio gestito da chi amministra Galatina. Nonostante premi, citazioni e attestati per le percentuali raggiunte con la differenziata, la lotta contro gli sporcaccioni non fa un passo in avanti. Non solo nelle strade periferiche e vicinali, ma anche in quelle del centro cittadino si abbandonano rifiuti, senza alcun rispetto delle regole di civile comportamento.

E’ il caso di Piazzetta Lillo, nei pressi della Chiesa delle Anime e all’imbocco di Via Soleto, dove ogni mattina vengono depositate buste con rifiuti di ogni genere. La Piazzetta è un’area di territorio già disgregata e abbandonata a se stessa, con buona parte del manto stradale divelto, alberi e cespugli secchi, aiuole sconnesse e invase da erbacce. I sacchetti di rifiuti sono la ciliegina sulla torta (nella foto).

La lotta contro i cittadini che imbrattano la nostra Città non può essere soltanto enunciata, promessa in occasione delle giornate ecologiche, ma esercitata nei fatti e con perseveranza. Delle foto trappole, che la Regione ci regala, e che con enfasi si annuncia l’imminente entrata in funzione, non si vede ombra e la messa in opera tarda a venire.

Inoltre, da qualche anno è stata istituita la figura dell’Ispettore  Ambientale, che ha la funzione (un compito gravoso) di controllare e osservare i sacchi dei rifiuti abbandonati, per cercare di scoprire gli autori del deposito illegale. Per assolvere a tale compito, a suo tempo, venne incaricato un agente di polizia locale, in collaborazione con la ditta addetta alla raccolta. Che fine ha fatto? Quali interventi sono stati programmati e attuati in tutto questo tempo? Quali i provvedimenti adottati? Per la lotta agli sporcaccioni il compito è di chi governa la Città, in prima persona del Sindaco e dell’Assessore al ramo. Non si può all’infinito fare affidamento sulla buona volontà di chi dedica, anche la domenica, parte del suo tempo libero, per rendere Galatina pulita, presentabile e decorosa.      

PARTITO DEMOCRATICO

CIRCOLI DI GALATINA E NOHA

 
Di Antonio Mellone (del 24/01/2014 @ 07:52:46, in NohaBlog, linkato 2568 volte)

Forse non si usa commentare o chiosare un’intervista gentilmente concessa da un sindaco, o forse semplicemente non fa parte del bon-ton del bravo giornalista scendiletto. Ma io ho sempre pensato (e detto) di non essere né l’uno né l’altro. Cioè né giornalista né scendiletto, ma un cittadino qualunque che crede sia giusto e pio dire la propria, cercando di non formulare mai giudizi sulle persone (come potrei trovare la pagliuzza nell’occhio dell’altro quando temo di avere una trave nel mio?), ma certamente non sospendendo pareri o opinioni in merito a certe esternazioni, decisioni o comportamenti, frutto di convinzioni bislacche (che sto cercando di combattere ormai da tanto tempo, non dandomi mai per vinto).

*

Sta di fatto che, incredibile ma vero, il 6 gennaio scorso ho avuto modo di intervistare in fretta e in furia il mio sindaco, il dott. Mimino Montagna, all’uscita dalla Masseria Colabaldi.

Incredibile non che lo abbia intervistato il sottoscritto, ma che al sindaco sia capitato di trovarsi nientedimeno che nei dintorni dell’acropoli di Noha, in visita pastorale al presepe vivente colà allestito; e proprio il giorno dell’epifania (mai lemma fu più appropriato di questo per l’occasione).

Ebbene sì, non poteva più farne a meno. Nel senso che gli è toccato di compiere lo sforzo natalizio di farsi vivo nella frazione “sennò i nohani chi li sente?”.

*

Dopo le visite canoniche al presepe da parte di ben quattro magi, Daniela Sindaco, Luigi Longo, Roberta Forte ed addirittura Daniela Vantaggiato (quest’ultima affetta da una malattia rara e contagiosa che non le permette di pronunciare l’ostico vocabolo Noha) - ambasciatori ai quali avevamo dato l’incarico di salutare per nostro conto il loro principale - ha voluto o forse dovuto fare la sua personale toccata e fuga alla manifestazione nohana anche Sua Eccellenza in persona.

E così il Montagna è apparso ai pastorelli di Noha come la Madonna doveva essere apparsa a quelli di Fatima.

Ma qui non è tanto della venuta a Noha di nostro signore (in minuscolo, per carità) che vogliamo discettare, o del fatto che abbia atteso l’ultimo giorno delle feste natalizie e di apertura del presepe vivente per far capolino tra le nohane vestigia (se avesse atteso un altro po’ avrebbe corso seriamente il rischio che il Bambinello ascendesse al cielo), quanto della miscela di parole proferite in quei quattro minuti di intervista al volo, già pubblicata su questo sito ormai un mesetto fa.

*

E qui devo impormi di tagliar corto (dunque cinque articoli sul tema posson bastare), ché ci sarebbe da disquisire su ogni periodo, ogni frase, ogni parola uscita dalla bocca del primo cittadino di Galatina, con il rischio di farne una voluminosa tesi di laurea da discutere in più ambiti accademici che vanno dall’Economia al Diritto, dalla Conservazione dei Beni Culturali alle Lettere, senza tralasciare la Psicologia ed alcuni rami specialistici della Medicina.

Ma prima di dissertare del verbo sindacale, c’è da rilevare la fretta, l’impazienza quasi, la premura di correre verso la capitale (e te pareva!), per uno dei suoi tanti “impegni istituzionali”, come per esempio l’assegnazione dei premi in palio ai migliori presepi (non viventi) allestiti nel centro storico di Galatina. Non sia mai che qualcosa del genere capiti, dico a caso, a Collemeto o a Santa Barbara, o chessò io, a Noha. Nossignore.

E poi, per dire, Collemeto ha già il suo ricco premio, anzi proprio un bel pacco sotto l’albero (segato). Vale a dire un bel Mega-Porco commerciale nuovo di zecca e griffato Pantacom.

Ma cosa vogliono di più dalla vita questi borgatari delle frazioni?

[continua]

Antonio Mellone

 
Di Redazione (del 15/01/2014 @ 07:33:33, in Canile, linkato 3313 volte)

Il Tar di Lecce la dà vinta alla "Cinofilia società cooperativa sociale onlus", che gestisce un canile a Noha, in contrada Turchio, disponendo l’annullamento degli atti con cui era stata interdetta l’attività di custodia dei cani randagi. Ma nel frattempo arriva un’altra grana, per l’amministrazione comunale: l’Enpa alza le mani e comunica che il canile sanitario, gestito dall’associazione, scoppia. I fatti. Il braccio di ferro tra la "Cinofilia società cooperativa sociale onlus" e il Comune ha inizio a dicembre di due anni fa, quando il dirigente della Polizia locale, Antonio Orefice, revoca le due autorizzazioni rilasciate, nel 2010 dall’amministrazione Coluccia, alla onlus. Ma lo stesso giorno, il sindaco di Galatina, Cosimo Montagna, emette un’ordinanza per ordinare al presidente della "Cinofilia società cooperativa sociale onlus" di continuare a custodire i 136 cani, di proprietà del Comune, sino al completamento del canile municipale. E non basta. Il Tar di Lecce richiama un’altra circostanza del sindaco, del febbraio dello scorso anno, in cui si ordina al presidente della onlus di continuare il servizio. Quindi? Il Tar dà ragione alla onlus perché il Comune ha avuto un comportamento contradditorio, anche se compensa le spese perché la società non ha ottemperato completamente agli adempimenti igienicosanitari che gli erano stati richiesti dopo l’ispezione della Asl di Lecce. -Valuteremo il contenuto della sentenza dice il sindaco di Galatina, Cosimo Montagna per valutare se ricorrono i presupposti di un ricorso al Consiglio di Stato, ma certamente la situazione del canile è ormai a una svolta. A breve dovrebbero essere compiuti tutti gli atti per la presa di possesso dell’immobile e il Comune avrà il suo canile municipale-. E l’eccesso di capienza denunciato dall’Enpa per il canile sanitario? -Purtroppo considera il primo cittadino qui arrivano i cani da tutto l’hinterland. C’è stata una campagna massiccia di sterilizzazione, ma non riusciamo a contenere la popolazione canina proprio per questa ragione. Troveremo una soluzione cercando ospitalità per i cani nei canili di altri comuni-. Rammaricato, invece, il dirigente della Polizia locale, Antonio Orefice, perché i ritardi nella consegna del canile municipale già da tempo ultimato hanno portato al contenzioso giudiziario. -Mi è stato riferito dal dirigente dei Lavori Pubblici che in settimana il canile municipale sarà nella disponibilità dell’amministrazione comunale rende noto Orefici e mi auguro che sia così. Prendo atto della sentenza, anche se non è stata messa in discussione la legittimità del mio atto di revoca. Stiamo affrontando un’emergenza grazie anche all’Enpa che ha dato un forte contributo nel favorire l’adozione dei cani e sono fiducioso che i cani di proprietà del Comune siano trasferiti, entro breve tempo, nel canile municipale-.

fonte: Nuovo Quotidiano di Puglia 15.01.2014

 

INCREDULI perché riteniamo inaccettabile il declassamento del locale nosocomio ad ospedale di base atteso che, quest’ultimo, possiede tutti i requisiti previsti dalla normativa vigente per essere considerato struttura di primo livello. Infatti, l’ingiustificata ed immotivata decisione, assunta da un governo regionale miope e lontano dalle reali esigenze delle gente, soprattutto quella del Salento, se confermata penalizzerà anche in ambito sanitario il nostro già martoriato territorio, contribuendo in questo modo a creare ulteriori danni e disagi alla popolazione.

SGOMENTI perché non comprendiamo come possano, gli attori principali di tale vicenda (Emiliano & C.), eletti grazie anche al contributo di chi oggi è maggioranza di governo a Galatina, considerare ancora una volta il nostro territorio un serbatoio di voti da cui attingere con cadenza periodica senza mai gratificarlo in alcun modo (o, almeno, riconoscergli quanto legittimamente dovuto). Sarebbe opportuno passare dalle proteste di piazza, illusorie e purtroppo raramente risolutive, alle proteste istituzionali nei Palazzi, andando a battere i pugni nelle stanze dei bottoni e non subire in maniera inspiegabile e silente tali assurde determinazioni.

Chiediamo con forza al Primo cittadino Cosimo Montagna ed al Vicesegretario Regionale del PD Sandra Antonica, sempre che le beghe interne lo consentano (sic!), di porre urgentemente rimedio alla situazione creatisi ed ai Consiglieri Regionali di maggioranza che rappresentano la nostra provincia, recentemente intervenuti anche in un Consiglio Comunale convocato per discutere della questione, di affrontare di petto tale problematica lasciando da parte le logiche di partito e le lotte intestine (proprio durante il dibattito nell’assise comunale ne abbiamo avuto un assaggio) che stanno condizionando negativamente questa situazione, per scongiurare l’ennesimo attacco alla nostra Città.

Ove così non fosse, sarebbe questo un VERO motivo per dimettersi e dare almeno così una risposta concreta, dimostrando che le cd. “poltrone”, se non servono per risolvere i problemi, è meglio abbandonarle per manifesta incapacità.

Galatina (Le), lì 17.02.2016


Le Segreterie Cittadine
FORZA ITALIA
FRATELLI D’ITALIA

 
Di Antonio Mellone (del 01/10/2013 @ 07:23:29, in NohaBlog, linkato 4027 volte)

Nel consesso teatral-consiliare del funesto 25 settembre scorso il “moderato” Montagna ha assunto il ruolo di capocomico. Ha parlato poco, è vero, ma in poche parole è riuscito a concentrare un incredibile numero di cazzate. Probabilmente senza rendersene conto. Tipo che per poter decidere sul “pubblico interesse” (forse s’è confuso con servizio pubblico, dove per servizio stavolta bisognerebbe intendere “un mazzo tanto così”) ha - testuali parole - “richiesto alla Pantacom uno studio socio-economico sulle ricadute” (e ridaje) del mega-porco.  

Poveruomo, cosa s’aspettava? Che la Pantacom gli confezionasse un cosiddetto studio in cui evidenziava che il suo stesso progetto fosse una cosa ignobile? Ma davvero questi vogliono ancora farci credere a cappuccetto rosso, alla befana ed alle altre favole? Sbaglio o uno studio dovrebbe essere predisposto da un soggetto terzo, chiamiamolo pure indipendente, e mai dal diretto interessato, per ovvie considerazioni che capirebbe pure un bambino alla prima elementare? Ma crede, questo sindaco, che tutti ma proprio tutti i suoi sudditi abbiano l’anello al naso o peggio stiano ancora aggrappati sui rami degli alberi nell’attesa dell’evoluzionismo darwiniano?
Molti dicono che il sindaco sia una brava persona in quanto “moderato”. Mi chiedo come si faccia a definire moderato uno che non muove un muscolo della propria faccia quando si vede cementificare 26 ettari di fertilissima campagna sotto il naso per creare l’n-esimo scempio commerciale salentino (“sennò poi lo spostano 10 chilometri più in là, in un altro comune” - figuriamoci), anzi essendone quasi il notaio rogante o il guardasigilli, ne concede addirittura l’imprimatur. Povero sindaco, anzi poveri noi. Temo che Montagna passerà alla storia come il sindaco del mega-porco o, il che è lo stesso, come il primo cittadino del “sacco di Galatina”. L’archivio, cari signori, non perdona.
*
Ma il suo capolavoro, chiamiamolo pure lo show sindacale per eccellenza nel corso di quel pomeriggio in cui il livello del dibattito non è riuscito a raggiungere nemmeno la soglia dell’asilo Mariuccia è stata la Pantomima delle sue dimissioni. Ma a chi voleva darla da bere? Si vedeva ad occhio nudo che non credeva manco lui al suo pantomatico auto-esonero. Però una cosa gli va riconosciuta: è un bravo attore. Pensate che mentre pronunciava queste frasi di circostanza è riuscito a trattenersi, addirittura a rimanere serio e imperturbabile: un altro sarebbe scoppiato dal ridere in faccia a tutti nel proferire quelle solennissime minchiate. Tanto di cappello, dunque, al mio sindaco per la sua ars oratoria.
 
Per fortuna, ragazzi, che il ridicolo non ha mai ucciso nessuno, sennò a Galatina e dintorni farebbe una strage.
Antonio Mellone
 
Di Antonio Mellone (del 25/01/2014 @ 07:18:20, in NohaBlog, linkato 2339 volte)

Una delle domande iniziali poste al primo cittadino di Galatina verteva ovviamente su quel bene culturale che è la Masseria Colabaldi.

Orbene, non ci crederete: non appena l’intervistatore chiede qualche considerazione in merito all’antica masseria, facendo riferimento al fatto che questa fosse l’antesignana dei moderni centri commerciali, il sindaco, mettendo subito le mani avanti (evidentemente certe locuzioni come “centro commerciale” provocano nel soggetto reazioni difensive a prescindere) – benché, c’è da riconoscere, con un sorriso lenitivo di ogni eventuale forma di scortesia - esclama: “Ma questa è polemica!”.

E per fortuna che, stavolta, il Nostro ci ha risparmiato l’aggettivo “politica” o lo stucchevole termine “strumentalizzazione” (altrimenti m’avrebbe sentito); ma il rischio che abbiamo corso (entrambi) è stato enorme.

*

Ora, vista l’urgenza di far tutto e subito (ricordo l’impellenza da parte del sindaco di correre a premiar presepi a Galatina) non ho avuto modo né tempo di spiegare al mio interlocutore che non si trattava di una provocazione ma di un concetto già espresso dal prof. Mons. Antonio Antonaci nel suo stupendo volume “Galatina, storia e arte” (Panìco Editore, Galatina, 1998) - tomo che il dott. Montagna avrà sicuramente compulsato - alle pagg. 166 e seguenti, dove l’insigne studioso galatinese così si esprime: “[…] la masseria è l’antenata, non troppo lontana nel tempo e nello spazio […] del più fornito dei supermercati, per la varietà dei mezzi di vita che servivano alle necessità quotidiane di tutta una comunità che vi operava all’interno, nei tre cardini principali del sistema agrario antico: agricoltura, pastorizia e allevamento del bestiame. I prodotti di queste tre fonti di vita costituiscono la base dell’alimentazione in tutti i tempi [e quindi, salvo errori od omissioni - mi permetto di inferire - anche del futuro, ndr.]”.

Avrei voluto ribadire al mio sindaco che questa è storia e attualità, anzi buon senso, e che non credo che mons. Antonaci nel vergare codesti concetti elementari ormai quindici anni fa avesse intenzioni polemiche. A meno che (il che, invero, è molto probabile) quel profeta non avesse così bassa stima nei confronti della classe politica galatinese di allora (ergo anche dell’attuale, vista la continuità senza soluzione di una certa mentalità dura a morire) da produrre nel suo libro monumentale espressioni così sagaci e mordaci, ed, appunto, polemiche.

Non è che per caso il mio sindaco temesse, chessò io, qualche riferimento al famoso Mega-Porco di Contrada Cascioni deliberato a furor di consiglio comunale (ma certamente non a furor di popolo) in nome del cosiddetto “pubblico interesse”? Non è che al solo sentir proferire sostantivo e attributo come “centro commerciale” il Montagna abbia sentito tutto il fastidio, la seccatura, il disagio, in merito, per via della sua ingombrante chilometrica coda di paglia?

Io mi augurerei davvero di sì, confidente come sono nella redenzione di tutti, anche del più incallito e convinto sostenitore di sesquipedali scemenze degne di una prima repubblica delle banane.   

[continua]
Antonio Mellone
 
Di Antonio Mellone (del 26/08/2014 @ 07:12:59, in NohaBlog, linkato 2540 volte)

Nei giorni scorsi, nel vergare un breve necrologio per un mio vicino di casa venuto a mancare prematuramente nel corso di quest’estate avevo asserito di essere stanco di considerare la rubrica degli annunci funebri di questo sito come il registro dei tumori della nostra cittadina.
E’ che, in effetti, facciamo finta di non accorgerci del fatto che è in corso ormai da troppi anni un massacro di vite umane strisciante, ferocissimo, cancerogeno senza che alcun cittadino osi alzare ciglio o storcere il muso. E tuttavia la sequenza di decessi per cancro passa per un’inezia, una cosa di poco conto da prendere sottogamba, una roba che riguarderebbe come al solito gli altri, mai noialtri.
Il problema dei tumori del Salento (lu sule, lu tumore e lu ientu) diventa abnorme nei distretti di Maglie e di Galatina. Qualcuno s’è mai chiesto il perché? Vuoi vedere che la causa principale dei tumori, come ha osato sostenere quel tal Bondi a proposito del distretto di Taranto, “è imputabile al fumo di sigarette, nonché alla difficoltà nell’accesso a cure mediche e programmi di screening”? Ormai siamo al livello dell’autista mafioso del film di Johnny Stecchino, il quale cercava di spiegare all’inconsapevole protagonista che il principale problema di Palermo, quello che mette famiglia contro famiglia, è il traffico.
Sì, perché noi siam fatti così, pervasi di fatalismo fin dentro il midollo non facciamo altro che stringerci nelle spalle, allargare le braccia e proferire con affettata costernazione: “e che ci possiamo fare?”. Ergo in base a questo atteggiamento la colpa è di chi si ammala, perché ha fumato, perché ha bevuto un bicchiere di troppo, perché ha avuto uno stile di vita a rischio, e soprattutto perché non ha fatto prevenzione. Ci raccontano fole come questa per distogliere l’attenzione dal fatto che la nostra terra è malata soprattutto a causa delle industrie che da ogni sfintere sversano veleni dove capita, sui terreni, in falda, in mare, nell’aria.

*

Tra i commenti al necrologio di cui sopra s’annoverava uno scritto da un tizio dallo pseudonimo incomprensibile (ma perché non usare nome e cognome?) che come al solito implorava “preghiera e silenzio in questi momenti”. Ecco, io sono stufo di questo silenzio, che andrebbe rotto una volta per tutte. Non ne posso più di questo omertoso, assopito, democristiano mutismo (che è poi quello che vogliono i ladroni delle ferriere in combutta con politicanti da quattro soldi e da zero idee). Qui bisognerebbe tornare a sentire la voce delle persone più che la voce del padrone; di più, l’indignazione, l’urlo, la ribellione. Meglio il rumore che il tumore. Il che - per rispondere ancora all’anonimo pio interlocutore - non esclude la preghiera (la quale, unita all’azione sarebbe, forse, più corroborata, più sentita, più efficace).
Bisognerebbe allora riconoscere questa strage senza fine, accendere non spegnere i riflettori sul lungo nostrano elenco di morti per cancro, frutto forse della convinzione per la quale “è meglio morire di cancro che di fame” (sebbene oggi pare si muoia di entrambe le cause). Io non ce la faccio più a sentire frasi come questa, conseguenza del ricatto confindustriale che ci mette di fronte alla scelta cinica: o il lavoro o la salute.
E a questo proposito, non vorrei mai più vedere contributi ipocriti e sponsorizzazioni anestetizzanti a eventi, concerti, motoraduni, feste patronali, piccoli restauri, addirittura concorsi letterari, da parte delle varie Ilva, Eni, Colacem, Minermix, Tap, e tra poco magari anche Pantacom. Mi piacerebbe per una volta ringraziare questi munifici elargitori di denaro - derivante probabilmente da diseconomie esterne provocate dalla loro attività - per NON aver concesso la sovvenzione richiesta dai soliti postulanti con il cappello in mano: sarebbe forse il primo vero segnale che in questa terra di belli addormentati nel sottobosco qualcosa finalmente si muove in direzione ostinata e contraria.
Bisogna dire basta alla strage degli innocenti, e nondimeno al silenzio dei deficienti.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 26/01/2014 @ 07:12:34, in NohaBlog, linkato 2912 volte)

Che dire poi dei mestieri rappresentati nel presepe? Per il mio sindaco “alcuni mestieri sono del passato e quindi chiaramente non ritorneranno più”.

Ora, io mi chiedo se il mestiere del contadino, quello dell’allevatore, e poi ancora l’attività del pastore, ma anche quelle del ciabattino, del falegname, del maniscalco, dell’oste, del lavoratore della terracotta e/o della pietra leccese, del fruttivendolo, del fornaio, del pescivendolo, dell’impagliatore di sedie, e degli altri artigiani (tra l’altro quasi tutti raffigurati nel nohano presepe da chi nella sua vita quotidiana svolge tuttora, guarda un po’, proprio quel mestiere) siano arti e professioni morte e sepolte, o non invece il vero sistema nervoso della comunità di oggi e di domani.

Chissà se il mio sindaco ha mai sentito parlare di “Economia della prossimità”. Quella roba che, anche grazie alla crisi, è (ri)comparsa nel mondo del commercio e del retail con forme organizzate di nicchia come i Gas (Gruppi di acquisto solidale), gruppi di persone consapevoli, spesso coinquilini o vicini di casa, che si organizzano per ridurre la filiera distributiva, rivolgendosi direttamente agli agricoltori per l’acquisto di frutta, olio, vino, ortaggi e prodotti vari della terra e dell’allevamento (ma anche dell’artigianato).

Chissà se il mio sindaco pensa che la produzione e il consumo a chilometri zero, come le cicorie locali o come le patate novelle di Galatina (queste ultime pare abbiano ottenuto pure il marchio DOP), od anche di alcuni formaggi, come il pecorino del Salento, siano cose che “fanno parte del passato e quindi chiaramente non ritorneranno più” oppure se questo sia il famoso “futuro” su cui investire energie tentando un novello rinascimento economico.

E chissà come potrebbe essere la pastorizia dei giorni nostri o di domani, quella “garantita e studiata e collegata con i tempi, e con [l’utilizzo] della tecnologia moderna, come [del resto] l’agricoltura” (visto che come si evince anche dal montuoso pensiero “non è più come quella di cinquanta o cento anni fa”).

Chissà cosa avrà in mente il sindaco di Galatina. Forse una pastorizia, come dire, in grande, ma soprattutto senza pascoli, con delle pecore bioniche con antifurto satellitare incorporato, con ovini nati in laboratorio e da crescere in batteria, pompandoli magari a estrogeni e nutrendoli a erba sintetica; oppure un gregge seguito non più da un pastore ma da un robot, o magari, visto che oggi vanno tanto di moda, dai droni. Ma sì, rimoderniamoci.

E poi, visto che i pascoli sono ormai così anacronistici (ormai esistono solo nei musei o sulle terrazze di alcuni beni culturali di Noha, come la casa dell’orologio di piazza San Michele) l’unico modo di pensare alla pastorizia in chiave moderna potrebbe essere questo.

Ideona: potremmo pure brevettarlo e presentarlo all’Expo 2015 di Milano (che, tra l’altro, ha per tema “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”: un titolo presa-per-il-culo), magari con il seguente slogan coniato dal nostro primo cittadino in persona (ipse dixit): “l’agricoltura non va più fatta su piccoli appezzamenti ma attraverso un sistema di cooperative”. Si potrebbe poi comporre un bel sottofondo musicale, romantico anzichenò, anzi una canzone il cui ritornello potrebbe suonare così: “Mi ricordo campagne verdi”.

*

Ma le elucubrazioni sindacali non si fermano mica a questo. Imperterrito il sindaco ha continuato con una montagna di altre interessanti arguzie, tipo che “i servizi vanno spostati nei centri storici”, i quali “vanno salvaguardati, altrimenti rimangono una cattedrale nel deserto”.

I centri storici, cattedrale nel deserto? Non i centri commerciali?

Ma forse avrò capito male io. Anzi sicuramente.

O forse voleva dire che al centro storico bisogna fare un servizio così.

*

Ma sì, che stupido che sono, un bel centro commerciale nuovo di zecca, magari eretto dagli amichetti della Pantacom su ventisei ettari quadrati di campagna (o di pascolo) è matematico che possa incentivare l’agricoltura e la pastorizia e soprattutto il centro storico di Galatina.

Una logica di ferro, un ragionamento granitico, un pensiero solido. Come il cemento.

*

Bene. Ed ora osserviamo un minuto di coerenza.

[continua]
Antonio Mellone
 

Ritengo doverose scrivere alcune considerazioni a margine della vicenda che riguarda la realizzazione della condotta idrica Galatina-Santa Barbara e tutto quello che ne è conseguito.

Premetto che non mi appassionano le rivendicazioni sulla primogenitura e, sulla questione, ho solo da esprimere soddisfazione per il raggiungimento di un obiettivo che è della Città e tale dovrebbe rimanere, anzi, rimane a prescindere da tutto.

Poco contano i maldestri tentativi propagandistici in cui si millanta di aver “cambiato la città in pochi mesi”, negando palesemente la storia e innescando sacrosante esigenze di replica che poi diventano, puntualmente, preda di supporters i cui metodi abbiamo, nostro malgrado, imparato a riconoscere.

Quello che invece mi preme rilevare è che il dibattito generato non ha davvero nulla a che fare con il concetto di sano contraddittorio politico e alimenta la percezione di un gruppo, quello intorno all’attuale amministrazione, che non tollera il dissenso e produce come effetto una pressione sociale che quasi induce all’autocensura.

Fin qui può trattarsi solo di percezione e, in quanto tale, può essere da me esposta come mera opinione personale.

Quando, però, la pressione sociale diventa anche pressione politica, perché esercitata da alcuni componenti dell’Amministrazione, come nel caso del comunicato a firma de “I Consiglieri e gli Assessori dell’Amministrazione Vergine”, allora ritengo personalmente necessario fare una riflessione più profonda; che invito chi legge e, non di meno, chi oggi ha il privilegio di governare, a fare insieme a me. Dunque, da quanto mi è dato sapere il comunicato, evidentemente politico e di parte, pubblicato sulle testate cittadine nei giorni precedenti, è stato inviato alla stampa a firma degli Assessori e di non meglio precisati consiglieri dell'Amministrazione Vergine su carta intestata della Città di Galatina.

Voglio immaginare che non sia necessario spiegare per quante e quali ragioni la cosa sia assolutamente sbagliata.

Innanzitutto, su carta intestata e quindi a nome della città di Galatina, non dovrebbero certamente scrivere i consiglieri che, se non si esprimono attraverso atti consiliari, parlano a loro nome e non rappresentano nessun altro se non loro stessi e chi li ha eletti. Buon senso poi, dovrebbe portare anche il Sindaco a tenere la carta intestata per i comunicati istituzionali, e lasciarla da parte per fini politici o peggio ancora propagandistici.

In secondo luogo, firmare un comunicato come “I Consiglieri dell'Amministrazione Vergine”, tentando di ignorare l’esistenza di altri membri che rispondono allo stesso titolo e che di certo non hanno nulla a che fare con quanto dichiarato è, oltre che irrispettoso, anche ingannevole nei confronti di chi legge.

Provo a spiegarmi meglio: io sono inconfutabilmente un consigliere dell’Amministrazione Vergine, anche se di minoranza ma, altrettanto certamente, NON sono tra i firmatari di quel delirante comunicato da cui prendo ovviamente le distanze.

Potrebbe sembrare una mera questione di forma ma denota la totale ignoranza delle più basilari regole su cui si reggono le istituzioni democratiche.

Se non si è trattato di ignoranza allora trattasi di arroganza oppure, ancora peggio, di una combinazione letale delle due che fin troppo somiglia ai metodi dei supporters sopra citati, condizione altamente pericolosa questa, specie se si esce dal seminato dei social network per approdare in campo istituzionale.

Amare considerazioni le mie che spero possano essere di sprone ad un maggior spirito critico cittadino ed invito il Sindaco a chiarire ogni dubbio sull’identità dei non meglio precisati consiglieri firmatari del comunicato, con l’auspicio che in futuro metta in atto ogni sua prerogativa per non consentire utilizzi impropri di documenti ufficiali su carta intestata della Città di Galatina.

Marcello P. Amante

 
Di Antonio Mellone (del 02/10/2013 @ 07:11:07, in NohaBlog, linkato 2231 volte)

E veniamo agli amici (come si può ancora oggi appellarli “compagni”?) di Rifondazione Comunista. E’ vero che la delibera consiliare per il mega-porco è avvenuta con il voto contrario e motivato di Antonio Congedo e Luigi Longo (ci mancherebbe altro) - mentre siam dovuti ricorrere a “Chi l’ha visto?” per provare a rintracciare la Roberta – non avente diritto di voto in quell’adunanza - scomparsa da palazzo Orsini (e a quanto pare riapparsa in un oratorio cittadino come la Madonna di Fatima).

Ma io mi chiedo: è sufficiente quella manina timidamente alzata per esprimere la propria contrarietà allo scempio ambientale, culturale, economico che sta per abbattersi su Galatina? Come si fa a rimanere un solo minuto in più insieme a codesti personaggi che, tutti al capezzale della città, pensano di creare lavoro con la barbarie? Come si fa a dialogare ancora, anzi - come formalmente dichiarato -  a “sostenere il progetto della giunta Montagna”, nel momento in cui codesta amministrazione si è macchiata di quel delitto orrendo che è l’omicidio delle future generazioni?

*
La delibera della convenzione con la Pantacom non è una cosa da nulla, non è una banale decisione, non è la scelta, per esempio, della mano di colore da dare alla facciata di un immobile pubblico da restaurare. Qui si parla di decisioni strategiche sul futuro della nostra terra. Cari amici (o se volete ex-compagni) non conoscete il detto per il quale “è tanto ladro chi ruba quanto chi gli para il sacco”? E non vi sorge il dubbio che in questo modo, nonostante il vostro voto contrario, voi stiate parando il sacco direttamente o indirettamente ai signori del cemento e dell’asfalto? Non sarebbe appena il caso di tirarvene fuori? Non vi sfiora per nulla l’idea per cui la vostra complicità di fatto (benché non di diritto) non vi possa salvare dall’inesorabile giudizio della storia (oltre che da quello della matematica)?

La legge di annullamento del prodotto è implacabile. Essa afferma che se uno dei fattori implicati nell’operazione è pari a zero, dunque nullo, allora anche tutto il prodotto è nullo. E non riuscite a vedere voi stessi, in questo caso, il fattore necessario e sufficiente ad annullare o azzerare il sodalizio con i Pd proprio in questo scellerato ok alla Pantacom e nel connesso disastro colposo (se non proprio doloso) che ne deriverà?

Non vi dice nulla il concetto di dignità politica? Non vi pare che questo atteggiamento ancora una volta puzzi di inciucio, di larghe intese, di marcio e di nulla altro? A me sorge il dubbio che sì, è in corso una rifondazione ma temo si tratti di una rifondazione democristiana.

*
Come fa uno ad uscirsene dicendo: il megaparco non era negli accordi di programma…

E quindi? Lasciamo che ci passino con il bulldozer e le ruspe di sopra, ma rimaniamo al governo della città perché “ci sono tante cose buone e giuste da fare insieme e soprattutto perché il progetto politico è valido e noi continueremo a vigilare”? Suvvia, signori. A me sembra che vi stiate comportando come quel signore che chiama in casa l’idraulico per una riparazione. Ora questo idraulico svolge il lavoro convenuto, ma giacché si trova approfitta per scassinargli la cassaforte derubandogli un bel gruzzoletto ed ha pure il tempo di violentare moglie e figlia. Alla fine il committente se ne esce dicendo che sì, il tubista s’è certamente comportato male in casa sua, PERO’ la sistemazione dell’impianto idraulico era ineccepibile.

*
Le delibere del nostro consiglio comunale sono assunte in nome del popolo comunale. Certamente. Ma io non mi riconosco punto in questa decisione.

Allora dite pure in giro che questa delibera è avvenuta nel nome del popolo galatinese. Ma per favore aggiungete le parole: tranne uno. Il nome del sottoscritto.

Antonio Mellone
 
Di Antonio Pepe (del 29/02/2016 @ 07:05:23, in Comunicato Stampa, linkato 1787 volte)

Mentre tutte le comunità pugliesi interessate si mobilitano per manifestare il proprio dissenso verso il folle piano di riordino ospedaliero varato da Emiliano & Co., la segreteria locale del Partito Democratico, e con essa tutta la coalizione di centro - sinistra che governa Galatina, decide di assistere inerte e silenziosa al depotenziamento del “Santa Caterina Novella”.

In queste ultime frenetiche ore in cui le parti in causa tentano di incantare i pugliesi con la filastrocca della partecipazione, non abbiamo letto una sola parola di disappunto da parte delle istituzioni cittadine nei confronti del governo regionale, né tantomeno siamo a conoscenza di “viaggi della speranza” verso Bari del Primo cittadino e della Vicesegretaria Regionale del PD (forse ancora impegnata a sbrogliare la matassa del caso Brindisi e poco attenta alle dinamiche cittadine) necessari a comprendere le reali motivazioni che hanno indotto chi di dovere ad assumere tale immotivata decisione.

E’ inutile ribadire ancora una volta che l’ospedale di Galatina ha tutti i requisiti previsti dalla normativa vigente per essere considerata struttura di primo livello e che, nel corso degli anni, tanti sono stati i riconoscimenti ricevuti per il lavoro svolto (talvolta anche di importanza rilevante) da parte degli operatori. Senza dimenticare il glorioso passato che ha visto anche illustri professionisti prestare la propria opera al servizio della comunità.

E’ incomprensibile che coloro i quali dovrebbero rappresentare e difendere strenuamente il proprio territorio, riservino tanta ossequiosità nei confronti di un governo regionale lontano dalle istanze della gente, incapace di comprenderne le reali esigenze e privo di una visione strategica.

Chiediamo, pertanto, al Sindaco Cosimo Montagna, di scrollarsi di dosso, unitamente ai suoi alleati, questa insopportabile apatia che sin dall’inizio della legislatura ha contraddistinto l’attuale Amministrazione Comunale e di adottare qualsivoglia valida iniziativa e/o forma di protesta (e noi saremo al suo fianco!) utile ad evitare questo scempio.

Infine, chiediamo al Vicesegretario Regionale del PD Sandra Antonica, abile a sbraitare in periferia ed inconcludente sui tavoli che contano, di utilizzare ogni strumento politico utile per impedire ciò che sta avvenendo. A meno che (e ci auguriamo di cuore che non sia così) questo assordante silenzio non verrà in futuro ripagato con una candidatura o un altro incarico politico “prestigioso”…

Galatina (Le), lì 27.02.2016

Le Segreterie Cittadine

FORZA ITALIA

FRATELLI D’ITALIA

 
Di Antonio Mellone (del 13/03/2014 @ 07:02:17, in NohaBlog, linkato 2475 volte)

Ho saputo della dipartita di Nino da un sms di Luigi Pata (a volte le notizie passano prima da Milano), mentre ero ad un convegno a Palazzo Andrioli in quel di Lequile, dove ero stato invitato a conferire, insieme al sindaco Antonio Caiaffa e a Giuseppe Vernaleone, direttore Generale di Telerama, sul tema del giornalismo e della democrazia, in occasione del “battesimo” del primo numero de ‘Il Corriere della Scuola’ dell’Istituto Comprensivo Statale di Lequile – San Pietro in Lama.

Ho richiamato subito dopo Luigi Pata: ed è come se ci fossimo scambiati reciprocamente le condoglianze (oltre ad aggiornare i nostri file, come capita ogni volta che ci sentiamo), e come dovrebbe avvenire sempre tra compaesani (inclusi i fuori sede) allorché ad un membro della comunità perviene l’inesorabile telegramma di convocazione.

*

Era buono, Nino. E anch’io lo ricordo con affetto. Posso dire di essere cresciuto con lui.

Da piccolo mio padre mi portava al Circolo cittadino Juventus pe’ lu ‘’ntartieni’. E lì incontravo Nino, parlavo con lui, gli chiedevo tante cose, e qualche volta – ero poco più che un imberbe ragazzino - mi concedeva pure il privilegio di giocare qualche partita a ‘Scopa’ (ma perdevo sempre: non ho mai capito come facesse a ricordare a memoria la sequenza di tutte quelle carte napoletane).

Ricordo la sua stupenda Fiat Belvedere verde, il portone di casa sua (che un tempo era in piazza San Michele, dove oggi la Loredana Tundo ha il suo studio commerciale), il suo zucchetto invernale di lana blu molto simile ad un basco d’artista, e poi ancora sua sorella Immacolatina (che sicuramente lassù lo accoglierà a braccia aperte), le sue passeggiate lungo via Castello e “sotto S. Antonio”, le sue guance rubiconde (forse da qui il suo soprannome, anche se mi pare che bevesse poco o punto), e, non ultimo, i suoi saluti, sempre cordiali e sorridenti.    

Ho sempre pensato che Nino non fosse in grado di far male ad una mosca. E soprattutto non ho mai creduto che fosse un 'fascista', benché nostalgico, legato al ventennio, e un tempo militante del Movimento Sociale Italiano.

Credo che più che dei fascisti fuori, bisognerebbe guardarsi dai fascisti dentro (anche quando questi dovessero professarsi di tutt’altre, anzi addirittura di contrapposte fedi o fazioni politiche).

*

Questo è il flash che m’è venuto di getto per fermare come in un’istantanea la figura di questa brava persona (a questo punto, impressa di diritto nelle pagine della Storia di Noha).  

Addio Nino. Addio Nohano doc.

Antonio Mellone

 
Di Albino Campa (del 22/12/2011 @ 00:23:11, in Politica, linkato 3155 volte)

Servizio di Telerama sulle conferenza stampa del ex Primo cittadino di Galatina Giancarlo Coluccia che racconta la sua versione dei fatti.

 
Di Michele Scalese (del 29/06/2021 @ 00:18:24, in Comunicato Stampa, linkato 799 volte)

Ci fa piacere come l’Assessore Tundo risponda celermente ai nostri comunicati, per questo non possiamo esimerci dal controbattere alle tante parole che purtroppo non trovano riscontro nei fatti.

Ci preme anzitutto chiarire che il Partito Democratico di Noha è composto da uomini e donne che fanno della politica un servizio. Il nostro è un Partito che, nell’attuale scenario politico galatinese, altro non può fare che essere attento e vicino ai bisogni e alle segnalazioni che, possiamo garantire, quotidianamente giungono al sottoscritto e ai tanti che ci seguono. Scegliamo ogni giorno di servire il territorio in cui abitiamo, e siamo partiti proprio da “quei tempi”, perché il Partito Democratico non ha bisogno di attendere la tornata elettorale per essere presente, in quanto per tutti questi anni abbiamo puntualmente denunciato ciò che non era idoneo a questa Città; però una domanda ci sorge spontanea: le liste che hanno sostenuto il candidato Sindaco Amante, in questi anni, dove sono state?

La nostra azione politica ad ora si trova a vantarsi dell’operato passato e pone un confronto con l’attuale azione amministrativa che purtroppo non regge. La conferma di ciò sta proprio nella nostra dialettica, che preferiremmo si chiamasse pragmatica che si sviluppa quotidianamente in seno a ciò che definiamo “processo di crescita e sviluppo” del nostro Circolo. Come dicevamo in altre occasioni, siamo un Circolo che ha come scopo non la mera opposizione campanilistica, ma l’attenzione nei confronti della nostra Noha attraverso lo sguardo dei giovani che, assieme al supporto dei veterani, ha a cuore ogni singolo suo cittadino. Possiamo garantire quindi, che né il sottoscritto, né il Circolo nel suo insieme, sente la necessità di offuscare la “credibilità” dell’attuale Amministrazione, poiché del resto, sappiamo brillare di luce propria!

E proprio perché abbiamo un obbligo morale nei confronti di chi ripone fiducia in noi, che non possiamo né vogliamo stare zitti, mentre assistiamo a questo scempio amministrativo. Abbiamo avuto modo di leggere ancora una volta soltanto folte schiere di autocelebrazioni, attraverso le quali trapela un leggero e quasi impercettibile senso di mancata responsabilità dell’attuale esecutivo. Rifacendoci al precedente comunicato, il PD di Noha conosce molto bene il fatto che l’Assessore sia stata scelta da Sig. Sindaco e che non sia stata candidata; le responsabilità nei confronti dei cittadini, quindi, non risiedono “soltanto” nella campagna elettorale, ma ci riferiamo più esplicitamente a quel pomeriggio di maggio 2018. Fu in quella occasione che furono asserite promesse a proposito dell’opera di valorizzazione dei beni culturali di Noha e di progetti di riqualificazione urbana. Sono passati tre anni da allora, cosa è cambiato? Cosa è successo? Da parte nostra abbiamo avuto modo di leggere solo elenchi poco chiari circa il contenuto e soprattutto privi anch’essi di fondamento, che dirottano il discorso su altri fronti e che ancora una volta non rispondono alle nostre domande! Il meccanismo dell’Orologio di Noha al momento si trova presso il Polo 2 nell’attesa di un progetto che lo restituisca funzionante alla comunità. Quanto occorre ancora attendere? This is the question!

Ci permettiamo inoltre di ritornare sul lungo elenco di ciò che secondo l’Assessore, la sua Amministrazione avrebbe compiuto: è bene che la cittadinanza sia messa a conoscenza del fatto che molte di quelle realizzazioni sono il frutto del lavoro progettuale, finanziario e giuridico proprio di quelle vecchie Amministrazioni PD che, con lungimiranza, per anni hanno dato lustro alla Città e alle frazioni. Dobbiamo poi rammentare all’Assessore che, se oggi quelle realizzazioni hanno avuto compimento, non è di certo per merito della sua Giunta, ereditiera di progetti andati in porto e strade in rettilineo (non ci permettiamo di asserire “in discesa” perché conosciamo bene la fatica che costa) spianate dalle passate Amministrazioni così tanto criticate dalla stessa. Uno degli esempi più evidenti è la rimozione della stazione di carburanti in P.zza Stazione, motivo di lustro indebito da parte di questa Giunta. Ci preme sottolineare infatti, come questa Amministrazione abbia riempito innumerevoli testate giornalistiche gettando fumo negli occhi dei cittadini al grido di “Noi abbiamo fatto!”, non considerando il fatto che lo scoop più importante non sia la rimozione della struttura esterna, ma sarebbe stato nel provvedere alla bonifica dei serbatoi interrati che contenevano il carburante oggi potenzialmente esplosivi e inquinanti. Il PD, ricordiamo ai signori amministratori, durante il suo mandato, oltre che alla rimozione dei condotti esterni di P.zza Alighieri, rimosse anche e soprattutto i serbatoi interrati, dove per la bonifica dell’area si rese necessaria l’attivazione di molte conferenze di servizi a livello regionale.

Ad ora non ci resta che l’amarezza di affermare ancora una volta che le varie promesse che si protraggono da anni sono solo in potenza e mai messe in atto, nel degrado di quattro anni di Amministrazione Amante. Oltre alle belle parole di gloria il Comune di Galatina consta di opere incompiute, conta la perdita di innumerevoli finanziamenti per le opere di riqualificazione urbana, culturale e sociale, ma soprattutto la deturpazione del territorio. Noi comprendiamo perfettamente la difficoltà nel governare una Città popolosa come la nostra (che col passar del tempo sta comunque perdendo abitanti, per cui sarebbe necessario studiarne le cause), su cui grava anche un rallentamento dei lavori dovuto al COVID, ma ciò non può giustificare il fatto che le nostre strade, i nostri cimiteri, le nostre piazze siano completamente ricoperte di erba fitta e alta. Nei Giardini Madonna delle Grazie (Noha) e in molte aree gioco del Comune, l’erba cresce così robusta che è i bambini si intravedono soltanto, i marciapiedi sono quasi impraticabili, il Campo Sportivo è nell’abbandono più totale. Servirebbero poche cose, cara Assessore, ma fatte bene, e al primo posto dovrebbe esserci la cura dei luoghi pubblici già esistenti, che permetterebbe quantomeno un minimo di decoro al nostro Comune.

 Michele Scalese

 
Di Albino Campa (del 29/10/2006 @ 00:16:33, in NohaBlog, linkato 3018 volte)
Il nostro concittadino Marcello D'Acquarica, dimorante nell'Italia del Nord, fa un gradito dono al nostro sito. Ci regala, con un pizzico di nostalgia, il suo orgoglio di essere cittadino di Noha ed il suo amore per la nostra terra salentina, mai dimenticata, anzi immortalata nelle sue opere e nei suoi pensieri...

"Salute a tutti.
In questi giorni qui a Torino stiamo subendo un clima "influenzato" da perturbazioni atlantiche. Se non fosse perchè è l'anticamera del gelo che durerà fino ad Aprile potrei dire che è bellissimo: mi ricorda molto
l'inverno del nostro Salento.
A parte la tramontana che "ci tagliava le orecchie" era un piacere stare fuori di casa, in qualunque posto:
in piazza, al bar, per i campi, ecc.

L'altro ieri ho visitato il sito di Noha e con piacere ho visto nei programmi delle feste, il mio disegno del S. Michele con lo scudo armato delle tre torri ed ai piedi il diavolo che cerca di trattenere lo stemma di Galatina.
C'è una cosa che vorrei dirVi, forse lo avrete capito già: sono orgoglioso di appartenere a quel mondo, di esserci nato, di avere tutti i miei antenati lì fin dalla notte dei tempi, di avere un nome che lo identifica, di
conoscere le sue stagioni ed i suoi profumi, di poterci tornare. Orgoglioso potrebbe essere una parol a pesante, ma quando provi a starne fuori ti accorgi che l'oro del vicino non è poi così luccicante.
Non è questione di sola nostalgia, si tratta di scelta di vita. Se potessi tornare indietro non andrei più via. In fondo la vita passa inesorabilmente, e comunque.

Quindi bisognerebbe viverla nel migliore dei modi. E qual'è il migliore se non quello a contatto con una natura dolce ed a misura d'uomo come la nostra?

Qua tra qualche giorno sarà ora di rintanarsi nelle case o, nella migliore delle ipotesi, nei centri commerciali.
Purtroppo, per motivi vari, che potete senz'altro immaginare, mi tocca consumarmi qui.
Sono lieto che a Noha sia rinato lo spirito e la volontà di riconciliarsi con il passato e con la cultura (appuntamento nella corte del Castello). Da questi incontri/confronti Noha può migliorarsi e purificarsi dalle ombre che purtroppo un pò l'hanno oscurata...
Sono lieto del Vostro impegno. Il Vostro contributo è senz'altro importante.
A presto.

Marcello D'Acquarica".



 
Di Albino Campa (del 27/05/2011 @ 00:16:16, in Eventi, linkato 3244 volte)

Dopo Barletta, Altamura e Martina Franca, la mostra a cielo aperto di fotografia e scrittura approda nel Salento

Tornare ad innamorarsi della propria città attraverso "visioni inconsuete della consuetudine". Questo è l'obiettivo di "Rivisitazioni", mostra a cielo aperto di fotografia e scrittura itinerante in cinque città pugliesi.

Giovedi 26 maggio si è svolta la conferenza stampa di presentazione della tappa di Galatina presso Palazzo Baldi.

Presenti il Sindaco della città di Galatina, dott. Giancarlo Coluccia; l'Assessore alle Politiche Giovanili, avv. Carmine De Paolis; l'associazione culturale Linfattiva, vincitrice del Bando Regionale Principi Attivi 2010, rappresentata dal responsabile organizzativo di Rivisitazioni, dott.ssa Lorenza Dadduzio e dalla referente per il Salento, dott.ssa Luisa Vozza.

La prima edizione di "Rivisitazioni" prevede il coinvolgimento di cinque città pugliesi: Barletta, Martina Franca, Galatina, Altamura, Taranto. La manifestazione è itinerante e si soffermerà in ogni città per un tempo medio di 15-20 giorni, proponendo, insieme al percorso espositivo, iniziative finalizzate al coinvolgimento attivo e a più livelli dei cittadini: performance a cura delle associazioni culturali locali, seminari di scrittura creativa, workshop di fotografia, laboratori di teatro urbano per studenti e turisti indigeni.

Dopo le tappe di Barletta (12-25 aprile), di Altamura (26 aprile-08maggio) e di Martina Franca (09-24 maggio) dove la mostra ha registrato un elevato tasso di gradimento nella popolazione e nei visitatori, Rivisitazioni approda a Galatina da mercoledi 25 maggio fino a domenica 05 giugno.
Trenta strutture espositive bifacciali saranno dislocate lungo le strade del centro storico cittadino, raccogliendo le immagini e gli scritti di 20 giovani talenti locali della scrittura e della fotografia che hanno accettato la sfida di rivisitare la loro città per costruire un'immagine migliore della Puglia.(100 in totale gli autori pugliesi che hanno preso parte alla mostra nelle 5 città).

La mostra è allestita per le strade principali e nel Centro storico: Piazza S. Pietro Via Vittorio Emanuele Via Umberto I Piazza Orsini Via Robertini Piazza Libertà Via Santo Stefano Corso Garibaldi

Il progetto intende valorizzare non solo il patrimonio artistico, architettonico, paesaggistico, enogastronomico e sociale delle città, ma anche le potenzialità espressive dei talenti presenti sul territorio.

 
Di Antonio Mellone (del 15/06/2013 @ 00:12:37, in NohaBlog, linkato 2718 volte)

Nel pomeriggio inoltrato di mercoledì 12 giugno scorso, si è tenuto a Galatina il convegno dal titolo “C’è il creato da difendere”, promosso da svariate associazioni di promozione e tutela della salute, della cultura e della bellezza, cioè dell’intelligenza civica tout court.

Iniziato con i topici tre quarti d’ora di ritardo accademico (onde Galatina e dintorni sono noti ormai in tutto il mondo - e se talvolta un simposio dovesse iniziare con puntualità non staremmo più a Galatina), il dibattito è stato moderato dall’ottima Tiziana Colluto, giornalista whatchdog, cioè cane da guardia, come dovrebbe essere ogni giornalista, e non come qualche altro suo collega (si fa per dire) che fa sì il cane, ma leccante, scodinzolante e riportante la voce del padrone (infatti non mi pare che la Colluto scriva per il Quotidiano di Lecce), ed ha avuto quali relatori assisi al desco la vice-presidente della Regione Puglia, nonché assessore alla qualità del Territorio, arch. Angela Barbanente, ed il sindaco di Galatina, dott. Cosimo Montagna.

Ma alla tavola rotonda hanno partecipato molti esponenti di associazioni e comitati convenuti che dopo la prolusione (invero un po’ prolissa da parte dell’assessora) hanno preso la parola per denunciare, rivendicare, implorare, render noto, chiedere interventi (consistenti soprattutto nel non far danni) per questa Puglia, questo Salento, e questa povera Galatina, presentati nelle varie Bit come tanti paradisi terrestri, quando nella realtà sono stati trasformati in poco tempo in altrettanti purgatori, se non ancora in inferni, da fumi, diossina, cemento, asfalto, mafie, discariche, percolati, impianti fotovoltaici in mezzo ai campi, strade a quattro follie, circonvallazioni interne, querce e gelsi segati o in procinto di esserlo, laghetti oggetto di scempio ecologico,piani sregolatori, comparti denominati con coordinate da battaglia navale da colpire e affondare, villettopoli (incluse quelle a schiera), distruzione del paesaggio, megaporci (il concetto di “parco” è invece ben altra cosa: ci hanno pure espropriato il vocabolario), zone artigianali ed industriali ormai inutili, depuratori che non depurano, imminenti aree mercatali mattonate in cima a via Liguria...

Peccato che a codesta tavola che più che rotonda m’è sembrata sghemba - non solo per l’asimmetria degli interventi, ma anche per il fatto che i relatori non assisi in cattedra, al fine di prendere la parola, tra gradini, pedane e microfoni, han dovuto fare i contorsionismi – non ci sia stato il tempo per far conferire tutti i prenotati con il dovuto rispetto.

Infatti l’una (l’assessora) si è dilungata oltremodo a descrivere un piano fantastico che sembrava scritto, come ha ben detto l’Anita Rossetti, per una regione diversa dalla nostra (“Assessore, ma lei dove vive?”), per un piccolo mondo antico, forse nemmeno italiano (ovvero un piano paesaggistico applicato nella nostra Puglia, ma al contrario o con un meno davanti); l’altro, il sindaco, che per un impegno credo “istituzionale”, come si dice in questi casi, aveva l’urgenza di chiudere l’incontro in un ragionevole intorno destro delle venti. Poi uno si chiede: ma se uno partecipa in qualità di relatore ad un convegno importante come questo, non sarebbe appena il caso di evitare altri impegni?

Ma tant’è. Chissà che fine ha fatto il bon ton istituzionale di una volta.

Ma il fatto non è tanto o solo questo.

E’ che m’è sembrato di vedere il mio sindaco - con l’immancabile codazzo di qualche assessore di complemento - mantenere un contegno asettico, istituzionale (appunto), neutro, quasi impassibile, a tratti impenetrabile. Quasi prigioniero del suo ruolo, il primo cittadino, sembrava non riuscire – né si è sforzato punto – a capire quello che stava succedendo intorno a sé, in quella sala.

E quando è intervenuto non mi è sembrato capace di dire nemmeno una parola fuori dal protocollo; ha recitato pedissequamente la solita solfa e con l’arcinoto ma stucchevole linguaggio (“volano” e “ricadute”) ha ribadito in una sorta di excusatio non petita (tutt’altro che sentita) che il “Mega-parco è un progetto politico che parte da lontano, da altre amministrazioni” e che dunque l’attuale, trovandosi quasi alla fine del percorso, non poteva fare più di tanto (infatti, l’ha considerato “di interesse pubblico” dandone definitivamente l’imprimatur).

Peccato, davvero un bel peccato, aver dovuto sentire dal tutore della salute pubblica comunale quelle risposte che avevano in quell’aula la stessa attinenza che hanno i cavoli a merenda.

Un altro appuntamento con la storia mancato, un’altra occasione perduta per il mio sindaco, per la sua amministrazione, per la maggioranza, e per la minoranza della maggioranza (rappresentata da qualche consigliere comunale, che, memore di antiche battaglie, avrebbe il diritto-dovere di ottenere francamente un po’ di più dalle scelte politiche, evitando - per favore - il manzoniano e democristiano “sopire, troncare, padre molto reverendo, troncare, sopire” adottato per il quieto vivere).

*   *   *

Ma come, caro Sindaco, ti dicono che l’incidenza dei tumori a Galatina è altissima, addirittura tra le più alte del Salento, e tu anziché proferire probabilmente per la prima volta in vita tua e ad altissima voce un liberatorio e salutare STOP AL CONSUMO DEL TERRITORIO, che significherebbe un “basta” una volta per tutte allo scempio che ci circonda ed alle cause dei mali che tutti gli studi clinici elencano, dapprima ti arrampichi sugli specchi in politichese puro, e poi in una sorta di cupio dissolvi (cioè “a casa bruciata metti fuoco”) rivendichi la circonvallazione interna, e, non contento, dici e certifichi pure che il Mega-parco in contrada Cascioni è “di interesse pubblico”? Ed aggiungi a mo’ di ciliegina sulla torta, quasi a giustificazione non richiesta, che noi (popolino) non immaginiamo nemmeno quanta gente disperata ogni giorno viene a bussare alla tua porta in cerca di occupazione?

Non sia mai che tu dica a questa povera gente che i posti di lavoro in questo centro commerciale sono una boiata pazzesca. No, assolutamente no: con il tuo atteggiamento attendista, accomodante, possibilista su questa robaccia continui anche tu ad illudere le persone con questa storia delle “ricadute” (mantra buono per ogni occasione e soprattutto per gli allocchi) e non spieghi invece che nessun galatinese guadagnerà nemmeno un fico secco (e come potrebbe più) dalla scomparsa di Contrada Cascioni.

*   *   *

Poi, costernato, prima di andartene dal convegno, ti guardi attorno e vedi che ci sono molti esponenti di associazioni provenienti da ogni dove, finanche da Taranto, Brindisi ed oltre, e cerchi (invano) il volto di qualche galatinese.

Tranne il solito pugno di amici attivisti, il cui numero non scomoda nemmeno le dita di una mano, capisci, un po’ sconsolato, che i concittadini di Galatina sono quasi del tutto assenti.

Vorresti immaginarli tutti in bicicletta per le strade del centro o in campagna, ma non ti riesce proprio in questa città bici-free (altro che Ogm-free appiccicata sulla cartellonistica). E temi che si saranno andati a cacciare in qualche centro commerciale, magari in quello di Surbo in attesa di quello nuovo di zecca da inaugurare e aspergere con acqua benedetta in Contrada Cascioni, ad un fischio da Collemeto.

Non c’è niente da fare: quando a Galatina parli di creato da difendere, i galatinesi capiscono reato da cui difendersi. E subito mettono mano alla pistola. Per puntarsela alla tempia.       

Antonio Mellone
 

P.S. Io preferisco il pittore(sco) e un po’ confusionario Tonino Baldari, la sua passione e la sua intransigenza nella lotta per la bellezza e la salute, rispetto ai perbenisti di facciata, sedicenti “moderati” in tiro, sprezzanti e sogghignanti come tante iene ridens.

 
Di Redazione (del 14/09/2023 @ 00:01:55, in NohaBlog, linkato 1178 volte)

All’improvviso, quasi come un fulmine a ciel sereno, la parete dello stabile dell’anagrafe in via Calvario, a due passi dalla chiesa madre di san Michele Arcangelo, è diventata la tela di un quadro astratto (astratto nel senso etimologico del termine).

A volte ci chiediamo se la città di Galatina abbia toccato il fondo della famigerata "cultura" su cui fondava la sua storia o se siamo noi a non essere più al passo con i tempi.

Davvero sono troppe le ombre che oscurano quel glorioso passato sancito dalle vite di numerosi personaggi illustri che hanno portato Galatina agli onori della Storia e dell'Arte, le quali resistono ancor oggi nelle piazze, nei palazzi e nelle sue chiese.

Sono talmente tante, le ombre, che rischiano di sovrapporsi alla bellezza in maniera così prepotente da farti venire il dubbio che sia forse questa la normalità. 

Non entriamo nel merito dei problemi economici, e quante migliaia di euro i cittadini di Galatina e frazioni pagheranno per il disegno murale (impropriamente detto affresco, attesa una tecnica affatto diversa da quel metodo): murale del tutto inaspettato, una sorpresa (invero tra le più sconcertanti) che sta per essere "scoperta" sul muro degli uffici dell’anagrafe comunale che s’affaccia su via Calvario, in pieno centro storico.

Non entriamo nemmeno nel merito della questione urbanistica, e l'attuale non è certamente degna di una città d'Arte & Cultura, compresa la iattura dello "zero" in tema di polmoni di verde cittadino, senza parlare poi di quell'infausto primato che molti enti della salute pubblica stanno da tempo denunciando, Asl in primis. E speriamo davvero che quei problemi che vedono Galatina purtroppo ai primi posti, diventino quanto prima prioritari su tutto il resto, e soprattutto sul banale pensiero che sia sufficiente "affrescare" dei muri per uscire dal degrado.

Ora il buon senso dice che se una comunità come Noha ha resistito quasi due millenni seppur contro la più ostinata ignavia di tante distratte amministrazioni, mantenendo la sua identità in storia e tradizioni e superando ambigui tentativi di annullamento di tale identità, vuol dire che  Noha - e si direbbe anche i nohani, non vuole che la sua immagine venga rimossa, o peggio sostituita a pie' pari da un evidente falso storico.

Noha è per i nohani e per il Salento la "Città dei cavalli".

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Noha è per la storia la Baronia dei De Noha, secondo lo storico Jacopo Antonio Ferrari, dal 1192.

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Noha ha uno stemma civico complesso, bellissimo, ricco di storia e significati.

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Noha è stata per secoli la roccaforte della valle dell'Asso grazie alle sue tre torri, che resistono ancora nonostante l'arroganza che vorrebbe coprirle con dei falsi stereotipi, come quella ragnatela che forse Galatina non riesce a tessere diversamente. 

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Apprezziamo l'idea delle integrazioni culturali, anche quella dei gemellaggi fra comunità, perché sono azioni che tendono a unire ciò che è separato.

Ma che cosa ha di separato Noha da Galatina a tal punto da portarci i santi Pietro e Paolo, che in un certo senso i nohani fin dalla nascita li sentono già come propri. 

Noha, e lo sanno pure le pietre, ha già i suoi Santi protettori e proprio in questo mese sono nel cuore e negli occhi dei nohani.

 

Quindi ben vengano gli “affreschi”, ma per favore lasciamo i santi e le ragnatele al loro posto, proviamo tutti a rispettare il Genius Loci di ogni comunità, mentre le Autorità provino a sbrogliare quell’altra matassa di problemi certamente più gravi e urgenti.

Il Direttivo di NoiAmbiente e Beni Culturai di Noha e Galatina

 
Di Albino Campa (del 28/10/2011 @ 00:00:00, in NohaBlog, linkato 4801 volte)

Una semplice perturbazione, questa volta in provincia di La Spezia, ha nuovamente spezzato vite innocenti e creato miliardi di danni economici che ricadono sempre sui soliti ignoti: la maggior parte degli italiani che dovranno ancora arginare non solo il fango che devasta le città ma anche il conto salato che il governo di turno ci chiede.

Il nostro torto sta nel fatto che ci lasciamo violentare in silenzio e poi piangiamo esterrefatti i nostri morti e le nostre case distrutte, sempre più sovente, da semplici acquazzoni che, nemmeno fossero cicloni,  trascinano a valle il fango rimosso per infinite spianate di cemento e palazzi in posti sempre più insicuri. La natura scivola a valle perché la cupidigia e l’ignoranza, il connubio peggiore che l’uomo possa generare, rimuovono gli ostacoli e spiana i pendii. Cogliamo l’occasione per riflettere insieme su un progetto stravolgente di cui si parla molto in questo periodo: il TAV in val di Susa.

La val di Susa è in pratica un canalone che corre ai piedi di alti rilievi montuosi lungo un centinaio di chilometri e largo mediamente una decina di chilometri. In questa valle angusta, la via francigena che gli antichi romani percorsero per conquistare le Gallie, persistono già una ferrovia in cui corre il TGV (treno ad alta velocità), due antichissime statali che per più della metà del percorso corrono parallele, un’autostrada che con i suoi viadotti e tunnel ha già ampiamente stravolto tutto un equilibrio morfologico che rende precaria e pericolosa la vita dei paesi valsusini, ed infine, dulcis in fundo, unico legittimo utente di questo anfratto delle Alpi, il fiume Dora.

La tratta italiana della linea del Tav (vedi Fig. 2.1-1) si estende per 43 km, parte da San Didero e comprende la galleria Gravio-Musine (21.3 KM) e la parte chiamata Gronda Nord di Torino (o semplicemente Gronda) in rilevato (terrapieno) - trincea - viadotto fino a Settimo, con le sue due gallerie a Venaria (5 Km) e Settimo (2Km). La galleria Gravio Musine ha 4 accessi di servizio, chiamati finestre, una a Condove (località Grangetta) due a Caprie ed una ad Almese (località Rivera).

Il progetto “TAV” non è una “cagata" soltanto di questo governo, gli altri, tutti quelli che si oppongono girando il di dietro invece delle spalle: sinistre e terzi poli-pisti, stanno dalla parte del venditore di linee tav. I “No TAV” sono dei veri partigiani dell’ecologia. La giunta di Rivoli, che si becca un cantiere di 14 km quadrati ad un tiro di schioppo dall'ospedale, non ha mai avuto il coraggio di prendere una posizione determinata nel difendere il suo territorio. Se paragoniamo l'ecologia alla salute, dobbiamo convenire che quando hai il cancro non c'è economia che possa salvare. Quindi oltre a preoccuparci dei miliardi che faranno pagare sempre e solo ai soliti, preoccupiamoci prima di tutto di evitare la mala-ttia e la mala-fede. Inoltre è davvero da masochisti far correre le merci ad alta velocità mentre, nei nostri campi lasciamo marcire angurie, agrumi, pesche, olive, ecc. perché arrivano velocemente da chissà dove, coltivate chissà come e chissà da quale sfruttamento di schiavi che vengono pagati con un piatto di riso.

Ho già sentito dire da alcune persone che la Tav, è necessaria perché portatrice di progresso ed anche che chi si oppone è un troglodita, un grezzo. Un  tale nostro concittadino, che sbagliavo nel ritenere “saggio” (mai dare per scontato nulla!), mentre raccontava la sua opinione si autoproclamava persona colta per aver insegnato tutta la vita nelle scuole e che secondo lui i ragazzi di oggi (quelli che si manifestano contrari al Tav) sono da prendere tutti a calci nel di dietro perché super viziati e maleducati e che quelli che vanno a protestare contro i lavori del Tav (che come dice Don Paolo Farinella, è maschile essendo l’acronimo di Treno ad alta velocità, e non femminile “la Tav” come la definisce il super laureato presidente Cota),  sono da mettere tutti in galera perché si permettono di intralciare il progresso. Il tutto senza nemmeno soffermarsi un attimo sugli  irragionevoli motivi a sostegno di una così antidemocratica enunciazione. Ho assistito personalmente, per ben due volte,  alla presentazione pubblica del Progetto Preliminare del percorso in questione sia per parte del movimento “No Tav” condotta da alcuni docenti del Politecnico di Torino, specialisti della materia, sia per parte delle Istituzioni Pubbliche nelle persone del responsabile del progetto stesso incaricato come garante dal Governo. Si evince innanzitutto l’ardita spavalderia di come venga sminuito il sovvertimento del territorio in cui vivono migliaia di persone. Chi la presenta come un progetto indenne da sacrifici dichiara che buona parte del percorso è sottoterra, ma non considera che per ogni tratto sotterraneo si rendono necessari spazi di centinaia di ettari per i cantieri operativi, in cui si produrrà lo stoccaggio, lo smaltimento e le tonnellate dei cementizi per l’interramento dell’opera. Per giunta a pochi chilometri, nell’ordine di 3 e 5, da due grandi centri ospedalieri, quello di Rivoli e di Rivalta, dove le persone vanno per farsi curare e non per morire di inquinanti tossici. Le criticità che evidenziano quelli del “Movimento NO TAV” sono varie: lo spostamento di tonnellate di materiali da scavo comprese parti di amianto, le relative polveri, la mobilitazione di un aumento del traffico veicolare già altamente critico, la distruzione di un equilibrio  millenario delle falde acquifere, l’inquinamento acustico e aereo, il tutto per un periodo dichiarato ottimisticamente di otto anni (c’è chi sostiene che le lungaggini quasi sempre imprevedibili lo porterebbero a vent’anni). Quale sarebbe il controvalore di tanto scempio? Molto probabilmente solamente l’arricchimento economico delle grandi imprese, la convenienza politica di turno, i conti bancari di pochi strateghi del momento. Ai cittadini in vita solo disagi e malattie, ai posteri una terra sconquassata e miliardi di soldi da spendere per arginarne le molto probabili tragedie conseguenti. C’è sempre il dubbio che a qualcuno convengano “le grandi manovre” senza valutare la possibilità di evitare gli sprechi come nel caso dell’aumento della produzione di energia elettrica o di utilizzare meglio le opere già esistenti migliorandole per risparmiare altro territorio, un bene di tutti, unico e indispensabile alla vita.

Marcello D’Acquarica

 
Di Albino Campa (del 22/01/2012 @ 00:00:00, in Eventi, linkato 3772 volte)

Sabato 14 gennaio 2012 è ormai per Noha una data da libro di storia.
Non si sa come, Paola Congedo, maestra dalle mille risorse e dalle altrettante sorprese, con l’appoggio determinante di Eleonora Longo, la direttrice che non dice mai di no, con il supporto della Biblioteca Giona benemerita, sono riuscite a segnare uno iato tra il passato ed il futuro, un solco tra l’oggi ed il domani.
Non ci crederete, ma queste tre Donne (Paola, Eleonora e Giona, che non finiremo mai di ringraziare) hanno portato a Noha un simbolo vivente dell’antimafia: Salvatore Borsellino, il fratello di Paolo (il giudice fatto saltare da una bomba mafiosa nel 1992, qualche mese dopo l’attentato che fu fatale anche a Giovanni Falcone ed ai suoi angeli custodi).
Salvatore Borsellino ha parlato per un’ora e mezza, ma sarei rimasto altre tre ore ad ascoltarlo, anche se sapevo quasi tutto della storia di Paolo Borsellino, dell’agenda rossa, della trattativa tra Stato e mafia, del papello, ecc., per averne letto la storia su alcuni libri e per averne seguito le indagini puntualmente pubblicate su “Il Fatto Quotidiano” (che non è “Il quotidiano di Lecce” di Caltagirone: il giornale – si fa per dire - che è capace soltanto di raccontare qualche frottola e la cronaca spicciola per i pettegoli di paese).
Salvatore Borsellino ha parlato a Noha proprio all’indomani del voto che ha salvato dalla galera il referente politico dei casalesi (che risponde al nome dell’“onorevole” Cosentino). Voto-vergogna (se la parola vergogna oggi avesse ancora un qualche senso) di un parlamento di nominati che subito dopo lo scrutinio ha dato un indecoroso spettacolo di sé, dimostrando con quella standing ovation tributata al compare, con quei baci, con quelle pacche sulle spalle per lo scampato pericolo, con quelle espressioni di giubilo, di essere alla stessa stregua, anzi peggio di una cosca mafiosa, che ormai si può ribattezzare cosca parlamentare. 
La sala della scuola media di Noha non conteneva la popolazione accorsa ad ascoltare quest’uomo mite ma determinato e coraggioso, più volte interrotto dagli applausi, che ci incitava tutti a non tacere, a parlare, anzi ad urlare e soprattutto a resistere, resistere, resistere!
Salvatore Borsellino ha raccontato di quanto era bella la sua Palermo, con la sua ineffabile “conca d’oro”, la pianura palermitana un tempo interamente coltivata ad agrumeto, oggi vittima di un’espansione urbanistica incontrollata; di quanto era romantica la villa liberty nelle adiacenze di casa sua, poi rasa al suolo per la fame degli speculatori e dei palazzinari; di quanto sia importante non partire e non abbandonare la propria terra cercando altrove la propria realizzazione, in quanto chi parte dal sud risolve un problema, chi rimane invece risolve il problema; di quanto è importante difendere il nostro territorio dal cemento, dall’asfalto, dalle pale eoliche e dai pannelli fotovoltaici che distruggono e soprattutto sono inefficienti (in quanto l’energia deve essere prodotta ed utilizzata in loco e non trasferita a migliaia di chilometri di distanza); che i veri eroi sono i giudici ed i ragazzi che hanno dato la propria vita per la legalità e non il sig. Mangano, lo stalliere di Arcore, condannato per mafia, ma definito “eroe” dal “miglior presidente degli ultimi 150 anni”, quello del cucù alla Merkel, quello con i tacchi rialzati e con il pelo trapiantato e colorato di arancione…
Mentre parlava di tutto questo e di molto altro ancora, m’è venuto in mente che anche a Noha abbiamo la nostra conca d’oro: sono i giardini di aranci e limoni ubicati nel centro di Noha che in primavera profumano ancora di zagare (ancora per poco, visto che questi due parchi storici stanno per essere sradicati per lasciar posto al massetto ed alle colonne di cemento e mattoni). Un agrumeto di cui si sentiva il profumo nonostante i padroni li avessero rinchiusi dietro arroganti mura; ho pensato che anche a Noha c’è una costruzione liberty: è la Casa Rossa (alla quale stanno per essere addossate delle pseudo-civili abitazioni. Purtroppo non si sa che fine farà questo bene culturale unico al mondo, atteso che i cartelli affissi sul muro di cinta parlano soltanto della costruzione di civili abitazioni, mentre del restauro e della fruibilità della Casa Rossa nemmeno l’ombra - e sarebbe il minimo sindacale che si richiederebbe ai proprietari come giusto guiderdone ai loro interessi legittimi); ho pensato che anche a Noha il territorio è stato saccheggiato con i pannelli fotovoltaici, con l’opposizione di alcune voci afone di alcuni ragazzi, tacciati pubblicamente come “affetti da insolazione” da chi invece avrebbe dovuto marciare in testa al corteo quale primo cittadino pronto a difendere il territorio. Si tratta di attivisti, anzi, diciamo pure di poveri fessi, dei quali mi onoro di far parte; ho pensato che anche a Noha finalmente si sono raccolte oltre 1400 firme contro l’idea asinesca di abbattere in tutti i sensi le nostre casiceddhre, nonostante l’inerzia di un’inebetita amministrazione comunale dilaniata da lotte intestine; ho pensato che anche a Noha abbiamo organizzato un’altra manifestazione antimafia, insieme all’associazione “Libera” di don Ciotti: fu una biciclettata nell’uliveto confiscato alla SCU ma, purtroppo, finanche una delle più importanti “sacre” istituzioni della cittadina fu latitante per imprecisate motivazioni; ho pensato che anche a Noha in tanti (anche quelli assisi in prima fila per l’istituzionale visibilità, le cosiddette “autorità civili e religiose”) sembravano in quel parterre spellarsi le mani per applaudire alle accuse precise di Salvatore Borsellino, dimenticando forse quanto abbiano a volte appoggiato una politica scellerata che distrugge il territorio e danneggia la salute pubblica. Cosa è infatti, ad esempio, il non tanto velato sostegno agli amici della Colacem per l’utilizzo del CDR (combustibile derivante da rifiuti) che distribuirà a tutti noi, in maniera democratica però, un bel po’ di nano-particelle tossiche? Perché questi personaggi non hanno espresso nemmeno una parola contro il fotovoltaico selvaggio, i comparti artigianali, i centri commerciali in quel di Collemeto, il comparto 4 e le sue ottanta villette a ridosso della Masseria Colabaldi, lo scarico di materiali inerti nella cava De Pascalis, e contro le altre porcate?              
Come mai nessuna tra quelle autorità ha mai detto ad alta voce: “lì dove si deturpa il territorio, proprio lì c’è mafia” (o una parafrasi di questo slogan)?
Non so come facessero alcuni a sentirsi (o a fingere di sentirsi) a proprio agio di fronte alle accuse precise e puntuali di Salvatore Borsellino. Certo bisogna proprio avere una faccia di bronzo per dirsi d’accordo con il relatore, e con tanto di applauso di circostanza, quando invece fino al giorno prima, anzi anche oggi si ostentano certe “amicizie altolocate” (le note “amicizie potenti” che più di una volta hanno sfilato anche a Noha tra gli applausi scroscianti di adulatori a loro insaputa) e molto vicine al Priapo arcoriano, ed in qualche occasione s’è fatta pure incetta di voti per sostenere l’innominabile e gli amici della sua cricca. Quando si chiedono voti per conto di chi non è proprio compatibile con il bene comune si è complici o correi. Non si sfugge mica dall’assioma per cui è ladro non solo chi ruba, ma anche chi gli para il sacco.    
Io seguirò l’incitazione alla resistenza di Salvatore Borsellino. E voi?

Antonio Mellone 
 
Di Antonio Mellone (del 30/05/2012 @ 00:00:00, in Piedibus, linkato 3729 volte)

Il 23 maggio scorso, a Noha, è partito in fase sperimentale il progetto Piedibus. Questo progetto consiste nel far andare a scuola i bambini, ed anche i genitori, finalmente lasciando l’auto nel garage di casa.
E’ un’iniziativa stupenda alla quale hanno preso parte oltre alla scuola anche alcune associazioni ed istituzioni locali.
Una tra le più imponenti ed influenti istituzioni locali nohane vicine al Piedibus è la parrocchia San Michele Arcangelo.  
Siamo certi che il nostro brillante parroco avrà già parlato ai fedeli coinvolgendoli e preparandoli per questa iniziativa. Avrà sicuramente detto ai cristiani nohani di cambiare registro e di andare a messa finalmente a piedi (e non mandarci solo i ragazzi a scuola).
Tuttavia come si evince dalle foto scattate per caso domenica 27 maggio scorso, solennità di Pentecoste, e riprodotte a margine di questo articolo, evidentemente c’è ancora molto da fare e da dire per indurre i fedelissimi nohani ad un’ulteriore opera di misericordia moderna, un fioretto alla Madonna, o qualcosa del genere, come quello di lasciare finalmente le auto nel loro parcheggio e mettersi realmente in cammino verso Gerusalemme.
Ecco, allora, un esempio di comunicazione da ribadire, a questo punto più di una volta (gutta cavat lapidem), nella scaletta degli avvisi di cose buone e giuste che si usa indicare al termine della celebrazione eucaristica (e che talvolta, come stavolta forse, supera la durata di un’intera omelia).
Diciamo infine per inciso che non è nostra intenzione sostituirci al parroco ed alle sue funzioni, lungi da noi: non ne avremmo né la stoffa, né, invero, la vocazione al “sacerdozio ministeriale” (ci basta, e avanza, il “sacerdozio comune”).
Siamo certi che il nostro parroco, democratico e aperto com’è ad ogni istanza culturale, accetterà di buon grado, e farà  proprio questo nostro umile suggerimento, non limitando la sua partecipazione al Piedibus ad una semplice benedizione parrocchiale una tantum o al topico intervento istituzionale di facciata.
Ecco, di seguito, un canovaccio di codesto intervento.

Carissimi fratelli e sorelle, come ormai già saprete, e - se non ve l’avessero detto a scuola o se non l’aveste visto sul sito di Noha o non aveste notato in giro i cartelloni delle fermate - ve lo dico io: la nostra parrocchia ha aderito con gioia al progetto del Piedibus.
Cos’è il Piedibus? E’ la possibilità per tutti i bambini di Noha di percorrere il tragitto casa-scuola a piedi, accompagnati da un genitore o da un volontario, seguendo degli itinerari con fermate e orari predeterminati. Grazie al Piedibus si riduce il traffico cittadino e soprattutto quello mattutino nei pressi delle scuole, migliorando così la sicurezza e il  benessere di tutti.
Ora permettetemi di dirvi che noi non dovremmo limitarci soltanto a benedire o ad apporre il nostro imprimatur formale a questa iniziativa: noi dovremmo adottare e far nostro questo bellissimo stile di vita. Che è quello di usare finalmente la testa per ragionare, e quindi, per esempio, i nostri piedi per spostarci.
Voi mi direte: dove vorrà andare a parare oggi il nostro Don?
Bè, vi dico subito, cari fratelli, che dovreste venire a messa a piedi, evitando di intasare di auto tutte le strade adiacenti la nostra chiesa Madonna delle Grazie, per non parlare di piazza e dintorni attigui alla chiesa madre di San Michele.
Camminare dilata il tempo e prolunga la vita.
Camminare rende il mondo molto più grande e dunque più interessante. Andando a piedi abbiamo la possibilità di osservare i dettagli, le case, il cielo, gli alberi, i negozi, gli uccelli, le altre persone. Possiamo finalmente sorridere ai passanti, scambiare con loro un saluto o due chiacchiere. Se andiamo a piedi ci sentiamo più in armonia con Noha e le sue bellezze naturali e finalmente anche con i suoi beni culturali.
Le passeggiate, poi, distendono, allentano la tensione, permettono di tenerci in forma, proteggono dal cancro, dall’infarto, e da tante altre malattie. Il tutto può anche trasformarsi in un’attività meditativa, anzi di preghiera. Del resto è quello che facciamo con le processioni religiose, che notoriamente non vengono fatte a bordo delle nostre vetture.
Penso che sappiate già cosa sia la “Via Francigena”. E’ un itinerario della storia, una via maestra percorsa in passato da migliaia di pellegrini che si spostavano a piedi per raggiungere le sacre mete più importanti di sempre, come Santiago de Compostela, in Spagna, e poi Roma (il cuore della cristianità), e poi Monte Sant’Angelo (in Puglia, presso la grotta poi trasformata in basilica, dove nel V secolo apparve il nostro San Michele Arcangelo) ed infine Gerusalemme. Perché non creiamo noialtri, nel nostro piccolo, una “via Francigena-Nohana” per raggiungere piedibus i nostri luoghi di culto? A volte non ci vuol mica tanto a compiere un miracolo.    
Vi confesso che in questa battaglia non mi fermerò a Noha. Visto che sono anche vicario di zona, vi annuncio che nella prossima occasione lo dirò anche ai miei confratelli sacerdoti, tanto spero che questa bellissima iniziativa si propaghi a macchia d’olio in tutta la vicaria, che dico?, in tutta la diocesi, e poi in provincia, e in tutta la Puglia.
Anche questa è “Pastorale sulla Salute”. E chi più di me (visto che ne sono anche assistente nazionale, anzi per la precisione: membro della Consulta Nazionale Cei per la Pastorale Sanitaria) può lavorare in quest’ambito della comunicazione sociale per migliorare (e a costi zero) la qualità della vita di ognuno di noi?
Anche questa è una forma di “Movimento per la vita”, dal concepimento fino alla morte naturale. E vale molto di più delle chiacchiere e delle elucubrazioni prolisse sfoggiate nei convegni a tema.  
Vi prego di accogliere il mio appello: non dobbiamo essere soltanto spettatori del Piedibus Nohano, né figuranti di striscio o comparse pronte a scomparire, ma attori protagonisti. Adottiamolo, dunque, questo costume, realizziamolo venendo in chiesa tutti quanti a piedi (o al più in bicicletta), lasciando a casa le nostre automobili, salvo ovviamente i casi eccezionali di difficoltà di deambulazione.  
I piedi sono il più francescano dei mezzi di trasporto. Mettetevi pure un paio di scarpe comode, evitate i tacchi a spillo, o il tacco dodici. Questa è un’aula di preghiera, non una passerella per sfilate di moda.
Andare in chiesa è come andare a scuola: la stessa e identica cosa. Andiamoci, allora, passeggiando, e non solo nelle belle giornate, ma anche quando piove. Anzi, quando c’è il sole diciamo che “è una bella giornata”; quando piove dovremmo dire che “è una giornata bellissima”. Infatti abbiamo sempre più bisogno di acqua oggi, ma soprattutto nel prossimo futuro, e la pioggia che ci manda il buon Dio è una vera benedizione. Quando piove, ripariamoci pure con l’ombrello e con l’impermeabile, ma continuiamo ad usare il Piedibus Cristiano: sarà un modo come un altro per ringraziare nostro Signore per nostra sorella acqua. “Ella è multo utile et humile et pretiosa et casta”, come dice San Francesco nel suo “Cantico delle Creature”.
Evitiamo di costruire, anche e soprattutto nel corso delle domeniche e delle feste comandate, quell’indecoroso muro di Berlino intorno alle nostre belle chiese fatto dalle lamiere delle nostre automobili.
Questi buoni propositi, partiranno da me, già da domani mattina.
Si dimostra, tra l’altro, che per le piccole distanze (e a Noha nulla è lontano!) si fa molto prima a piedi che in macchina.
C’è un detto che dice che in Paradiso non si va in carrozza. Ed io aggiungerei: tanto meno in turbo-diesel.
E infine, ma non meno importante, c’è da considerare il risparmio. In questo periodo di crisi lasciare da parte la macchina è una forma di saggezza, oltre che di sana sobrietà, se non un’impellente necessità.
In piedi, dunque, o fedeli!
E trasformiamo Noha in una “città – slow”, ancor più bella, silenziosa e pulita, un vero centro di aiuto alla vita.
Saliamo tutti sul Piedibus. Facciamolo per noi, per i nostri fratelli, per l’aria, per la salute, per il creato, per Cristo nostro Signore.
Amen.      

Antonio Mellone

 

piedibuschiesa piedibuschiesa
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Di Antonio Mellone (del 11/07/2012 @ 00:00:00, in NohaBlog, linkato 2950 volte)

"A proposito di segnaletica orizzontale che ha invaso il centro di Noha. Se non vi piacciono i salamelecchi e se volete andare al succo della questione saltate la prima parte dell'articolo e leggete subito la seconda, quella dopo gli asterischi"

Uno dei primi atti posti in essere dalla nuova Amministrazione Comunale testé insediata - almeno a quel che ci risulta e per quanto riguarda Noha - sembra essere il rifacimento della “segnaletica orizzontale” (o “segni sulla carreggiata” come si chiamavano un tempo). Stiamo parlando di quell’insieme di strisce e scritte tracciate sulla pavimentazione stradale “con funzione di prescrizione o di indicazione, al fine di regolamentare la circolazione dei veicoli e delle persone” (fonte Wikipedia).
Si comprende bene come a volte certe decisioni siano “dovute e non procrastinabili” in quanto i segnali stradali di terra sono da considerarsi a tutti gli effetti uno dei più importanti presidi per la sicurezza dei cittadini.
Tuttavia all’occhio (o all’osservatore) un po’ più attento non sfuggono certi particolari.
Intanto il “pittore” della segnaletica orizzontale sembra essersi concentrato (ed esibito) soprattutto nel centro cittadino, specialmente nella piazza San Michele e in via Castello, e a dire il vero anche in qualche altro punto del paese, come le due strade adiacenti l’ingresso delle scuole elementari e medie (mentre intonsa risulta essere, ad esempio, la strada che lambisce il retro delle stesse scuole, dove c’è uno Stop quasi invisibile, e fonte di molti - chiamiamoli così - equivoci).
Ci sono invece altre due arterie cittadine, che rispondono ai nomi di via Collepasso e via Aradeo, che non hanno visto il pennello dell’incaricato nemmeno con il binocolo: nulla di nulla, né stelle né strisce, non un punto, nemmeno una goccia di vernice caduta per sbaglio dal secchio. 
Ora c’è da sapere che a volte (non sempre: qualche barlume di urbanità sopravvive ancora nelle nostre contrade) via Collepasso e via Aradeo hanno la parvenza di una pista di gara o di un tratto di circuito da gran-premio per auto o moto; le quali, già dentro il centro abitato, sovente sfrecciano in una direzione o nell’altra a velocità supersoniche. Sta di fatto che può capitare che per attraversare questa strada il pedone metta a repentaglio la sua incolumità: sicché grandi e piccoli, padri e figli, clienti di negozi ed altri cittadini, pur prudenti, sono costretti ad attraversare via Collepasso o via Aradeo - magari diverse volte al giorno – non senza raccomandarsi preventivamente l’anima al Padreterno.    
Ma il rallentamento delle corse dei veicoli non è soltanto questione di strisce pedonali o di barre rallentatrici (che tra l’altro a Noha non servono più di tanto: la morfologia stessa delle strade sconnesse contempla i rallentatori). Le strisce pedonali o le altre diavolerie segnaletiche, infatti, sono “forma”. Ma guidare con prudenza è invece questione di civiltà, cioè di “sostanza”. Tuttavia da qualcosa bisogna pur partire: e lo si può fare da quella più facile, che è la “forma”; mentre la più efficace, ma infinitamente più difficile da realizzare, rimane la “sostanza”.
L’educazione, il rispetto delle regole e della legalità, la correttezza e la serietà sono questioni complesse, di sostanza dunque: senza le quali non basterebbero (né servirebbero) tutte le strisce pedonali del mondo e tutte le forze repressive o di polizia dotate dei più sofisticati marchingegni. Certamente l’educazione civica non spetta, o meglio, non è responsabilità esclusiva delle Istituzioni: ma di tutti, dal primo fino all’ultimo cittadino

*   *   *

Detto questo ritorniamo in centro, in piazza San Michele, sempre a Noha.
E qui c’è da mettersi le mani nei capelli. Qui ci si è sbizzarriti con la vernice. Linee e strisce ovunque, perfino su quel quadrato superstite di chianche antiche (a proposito: le altre che fine hanno fatto?). Ma dove mai s’è vista una roba del genere? A Lecce, a Cutrofiano, o a New York? Bastava spostarsi di un metro, o angolare un po’ quelle strisce pedonali per ovviare all’n-esimo scempio nohano. Forse nemmeno i bambini dell’asilo avrebbero fatto errori/orrori di questo genere.    
Ma i problemi (che sono come le ciliegie, una tira l’altra) sono ben altri.
Ora ci chiediamo: come mai si sta infierendo con pervicacia su questa benedetta piazza San Michele? Come mai s’è deciso (e chi lo avrebbe deciso?) che questo centro cittadino debba essere costantemente presidiato dalle auto? Perché sancire una volta per tutte, con queste strisce ad evidenza e quasi fosforescenti, che quella piazza sia di fatto e ormai anche di diritto un parcheggio per auto? Chi ha permesso che il salotto di casa nostra fosse oggetto di un maquillage maldestro e di cattivo gusto come quello che ci tocca vedere in questi giorni? La piazza di Noha ha oggi la parvenza di quella matrona, un po’ avanti negli anni, che, non solo indossa un vestito lacero e sporco, ma ha anche esagerato con il fard e con il rimmel, ed ha superato la misura anche con il rossetto, con il risultato di mille sbavature che hanno reso mostruoso il suo aspetto.     
Non bastava quella panchina-fioriera (ormai mobile) di seconda mano, proveniente dalla piazza San Pietro di Galatina, dove questa, insieme ad altri sedili fioriti, erano rifiutati da tutti (anche dai santi  pazienti e benedicenti dalle nicchie del frontespizio della chiesa madre)?
Perché non limitarsi al rifacimento soltanto delle strisce pedonali (con qualche accortezza in più) e del parcheggio dei disabili, lasciando, per ora, fuori dal perimetro di quella piazza, tutte le altre auto?
Vero è che chi parcheggia in piazza pur non avendone il bisogno impellente è una specie di disabile della volontà (e forse meriterebbe un riconoscimento dall’Inps, magari con annesso l’accompagnamento in denaro), ma non sarebbe stato il caso di fargli appena capire che non è proprio il caso?
Perché ratificare con quelle strisce il parcheggio selvaggio? (guardate: è “selvaggio” ogni accanimento, come per esempio il parcheggio in centro, quando non strettamente necessario). 
Non sarebbe stato meglio mettere un unico divieto di sosta (e magari di transito) per tutta la piazza? E’ vero che un popolo educato e con un sufficiente livello di maturità non ha bisogno di divieti ed imposizioni varie onde evitare di farsi del male. Ma nell’attesa del superamento della soglia della sufficienza in cultura sociale da parte del nostro popolo, non sarebbe stato appena il caso di iniziare a parlarne?
Mentre in ogni parte del Salento (vedi Martano, o, senza andare troppo lontano, anche la confinante Sogliano Cavour) stanno sparendo di botto le macchine dai centri-città, qui a Noha quelle strisce nuove di zecca sembrano invitare al parcheggio: “Venghino signori, venghino, qui c’è  posto per voi. Perché parcheggiare a cento metri di distanza quando potete farlo qui, a centimetri zero?”.
E’ questa l’attenzione al centro storico?
Eppure mi sembrava di aver letto nel programma elettorale della nuova maggioranza l’attenzione al centro storico, con la sua chiusura al traffico. Mi sorge il dubbio ora che per “centro storico” i nuovi amministratori di Galatina (e purtroppo anche di Noha) abbiano, per una sorta di errata ancestrale convinzione, preso per buono SOLO quello di Galatina, come se il centro (aggiungiamoci pure “storico”) di Noha fosse una sorta di figlio di un dio minore. Non è così.
I centri storici, le nostre piazze, i luoghi del cuore dovrebbero essere tutti siti di serie A. E a Noha (ma anche altrove) in piazza ci si dovrebbe recare possibilmente tutti a piedi e con rispetto. L’agorà è il luogo dell’incontro (e non della auto da scontro) dello scambio empatico e del saluto (con l’eccezione del solito allocco-svampito di passaggio che ancor oggi fa finta di non vedere né sentire: ma forse non ci vede e non ci sente veramente).
La nostra piazza non è un silos per auto né lo spazio dove costruire un novello muro di Berlino fatto di lamiere parcheggiate all’ombra della torre dell’orologio, (quell’orologio muto da decenni, che un tempo dialogava con la dirimpettaia chiesa madre di Noha).
Le migliori amministrazioni comunali, a parere di chi scrive, sono quelle che  non lasciano segni sul territorio.
Dalla nuova amministrazione testé insediata (ma se continua su questa falsariga a breve sarà da noi “assediata”) ci saremmo aspettati ben altro: ci saremmo aspettati fin da subito non un rivoluzionario (sarebbe troppa grazia Sant’Antonio) ma diciamo pure un inedito potere dei segni, e non, ancora una volta questi ulteriori, inutili, e per nulla nuovi miserevoli segni del potere.

Antonio Mellone

P.S. gli eventuali commentatori per caso mi risparmino per favore il fatto che non me ne vada bene una (se si sforzano solo un pochino possono arrivare a capire anche costoro il senso di quello che ho scritto sopra). E mi risparmino anche la considerazione profonda che questa sia un’amministrazione comunale votata o sostenuta dal sottoscritto (bè, se anche fosse, questo non mi esimerebbe dall’esser con i miei nuovi rappresentanti, ove possibile, ancor più critico). Sta di fatto che se il buongiorno si vede dal mattino, stiamo proprio freschi. Nonostante questa calura da solleone.

 
Di Albino Campa (del 19/07/2012 @ 00:00:00, in Eventi, linkato 3140 volte)

Sabato 14 gennaio 2012 è ormai per Noha una data da libro di storia.
Salvatore Borsellino, un simbolo vivente dell’antimafia, il fratello di Paolo (il giudice fatto saltare da una bomba mafiosa nel 1992, qualche mese dopo l’attentato che fu fatale anche a Giovanni Falcone ed ai suoi angeli custodi) è venuto a trovarci a Noha.
Salvatore Borsellino ha parlato per un’ora e mezza sull’agenda rossa, sulla trattativa tra Stato e mafia, sul papello, ecc.
Eccovi il video di quell’incontro formidabile. 
La sala della scuola media di Noha non conteneva la popolazione accorsa ad ascoltare quest’uomo mite ma determinato e coraggioso, più volte interrotto dagli applausi, che ci incitava tutti a non tacere, a parlare, anzi ad urlare e soprattutto a resistere, resistere, resistere!
Salvatore Borsellino ha raccontato di quanto era bella la sua Palermo, con la sua ineffabile “conca d’oro”, la pianura palermitana un tempo interamente coltivata ad agrumeto, oggi vittima di un’espansione urbanistica incontrollata; di quanto era romantica la villa liberty nelle adiacenze di casa sua, poi rasa al suolo per la fame degli speculatori e dei palazzinari; di quanto sia importante non partire e non abbandonare la propria terra cercando altrove la propria realizzazione, in quanto chi parte dal sud risolve un problema, chi rimane invece risolve il problema; di quanto è importante difendere il nostro territorio dal cemento, dall’asfalto, dalle pale eoliche e dai pannelli fotovoltaici che distruggono e soprattutto sono inefficienti (in quanto l’energia deve essere prodotta ed utilizzata in loco e non trasferita a migliaia di chilometri di distanza); che i veri eroi sono i giudici ed i ragazzi che hanno dato la propria vita per la legalità e non il sig. Mangano, lo stalliere di Arcore, condannato per mafia, ma definito “eroe” dal “miglior presidente degli ultimi 150 anni”, quello del cucù alla Merkel, quello con i tacchi rialzati e con il pelo trapiantato e colorato di arancione. Sì, quello che vuol di nuovo ritornato in campo, anzi quello che non se n’è mai andato e che avremo tra i piedi ancora per un bel po’…
Mentre Salvatore Borsellino parlava di tutto questo e di molto altro ancora, m’è venuto in mente che anche a Noha abbiamo la nostra conca d’oro: sono i giardini di aranci e limoni ubicati nel centro di Noha che in primavera profumano ancora di zagare (ancora per poco, visto che questi due parchi storici stanno per essere sradicati per lasciar posto al massetto ed alle colonne di cemento e mattoni). Un agrumeto di cui si sentiva il profumo nonostante i padroni li avessero rinchiusi dietro arroganti mura; ho pensato che anche a Noha c’è una costruzione liberty: è la Casa Rossa (alla quale hanno testé addossato un villone bi-familiare, privato (privato di tutto: soprattutto del buon senso e del buon gusto. E non si sa che fine farà questo bene culturale unico al mondo, sarà fagocitato da queste “civili abitazioni” oppure verrà restaurato e reso fruibile?); ho pensato che anche a Noha il territorio è stato saccheggiato con i pannelli fotovoltaici, con l’opposizione di alcune voci afone di alcuni ragazzi, tacciati pubblicamente come “affetti da insolazione” da chi invece avrebbe dovuto marciare in testa al corteo quale primo cittadino pronto a difendere il territorio.    
Noi di Noha.it seguiremo l’incitazione alla resistenza di Salvatore Borsellino.
E voi?

Antonio Mellone













 
Di Albino Campa (del 10/09/2012 @ 00:00:00, in La videodenuncia , linkato 3091 volte)

Dicono che il silenzio, a volte, comunichi molto di più delle parole. Però si dice anche, che se uno tace vuol dire che non ha problemi. Il più delle volte non si dicono le cose per evitare questioni, per il quieto vivere.
Noi non vogliamo infrangere nessuno di questi pensieri filosofici, quello che noi denunciamo è sotto gli occhi di tutti. Né intendiamo disturbare il lavoro di chi si occupa, o si dovrebbe occupare, del bene comune. In questo deserto di cemento e catrame il verde del giardino Madonna delle Grazie, è una folata di aria fresca, è rassicurante, ci ricorda in qualche modo che la natura è meglio di certa pseudo-civiltà. Possiamo dire che il nostro giardino è unico se non altro per le specie di piante che ospita: palmizi di vario genere, carrubi, il vecchio fico che ha visto le glorie calcistiche degli anni ’60 del secolo scorso, melograni, magnolie e tante altre specie rare. Insolito per un giardino cittadino.
Qui nelle sere d’estate, quando la calura rende la vita difficile, molte persone vengono a cercare un po’ di refrigerio.
Se pensiamo che fino ad poco più di una decina di anni addietro a Noha non c’era niente del genere dovremmo esserne felici e farne un vanto. Il condizionale “dovremmo” è legittimo poiché di fatto è come se non ci fosse, soprattutto in alcune delle sue funzioni.
-Per esempio molti marciapiede sono impraticabili per via della limitatissima larghezza;
-fontana e cestini per i rifiuti sono rotti da anni,
-la staccionata di recinzione per fortuna è quasi scomparsa del tutto perché in tutti questi anni non ha fatto altro che esporre pericolosamente enormi chiodi arrugginiti.
-Inoltre non c’è nessun cartello che separi gli spazi giochi dei bambini da quelli dedicati ai cani che fra l’altro dovrebbero essere recintati opportunamente,
- i giochi stessi sono impraticabili, divelti ed alcuni, come questo cavo d’acciaio spelacchiato, sono addirittura pericolosi. Quando piove le sedi delle aree giochi diventano un pantano e per alcuni giorni, fino a quando il sole non secca la fanghiglia, i bambini non possono avvicinarsi ai giochi. A meno di non lordarsi da capo a piedi.
In conclusione non è che con questo vogliamo essere quelli che si lamentano per il gusto di polemizzare ma solo (diciamo così) essere d’aiuto a mettere in evidenza qualcosa di importante per i cittadini e soprattutto per i loro bambini, che né più e né meno come dieci anni fa, quando il parco non esisteva, sono costretti a trasferirsi nei parchi giochi dei paesi vicini.
Ci chiediamo: ma i nostri delegati politici sono contenti di questo stato di disordine urbanistico, oppure Noha per loro è solamente un dormitorio e quindi, per non vedere, fanno come gli struzzi?

Marcello D'Acquarica

 
Di Antonio Mellone (del 25/09/2012 @ 00:00:00, in NohaBlog, linkato 3658 volte)

Carissimo Lino,
non buttarti giù in questo modo. Uno che scrive una lettera come la tua, tutt’altro che “striminzita nel testo di esposizione”, e infarcita di lemmi ed espressioni del tipo “malgrado non sia avvezzo”, “ [i testi] viscerali e sentiti”, “accezione etimologica”, “il modus vivendi”, “il mio compiacimento”, e ancora “eufemismo”, “PRAGMATISMO”, e mille altre amenità forbite e ricercate, è tutto men che affetto da “scarsa cultura”.
Che gli strafalcioni, tuttavia, siano sempre in agguato è ben risaputo e possono capitare a tutti: chi non scrive non incorre mai in errore, né di ortografia, né di grammatica, né di sintassi, né di altro tipo. Al massimo si macchia del peccato di omissione (che credo sia uno dei più gravi).

Se ho segnato con il [sic] e successivamente messo tra virgolette il tuo “soluzionare” è stato per evidenziare invece le tue doti di neologista. Guarda che “soluzionare” non è poi così ripugnante, tanto che l’ho utilizzato nel prosieguo del mio articoletto, pur sempre tra virgolette (ma solo per questioni di copyright).
“Soluzionare” rende l’idea, e non è peggio di mille altri verbi che ormai s’utilizzano correntemente, ma non sempre correttamente, come “implementare”, “monitorizzare”, “taggare”, “scannerizzare”. Ma tant’è.
Quanto al mio “linoleum”, sì, è l’olio di lino, il quale con opportuni processi non solo ossidativi, passando dallo stato liquido allo stato solido, diventa il linoleum (di cui sono composti i pavimenti). Lino-oleum = linoleum, c’est plus facile, come per il Sanbittèr.

*   *   *

Ma ora lasciamo perdere le questioni di lino lana caprina, per entrare nel merito della tua epistola. Che in qualche tratto ha tutta l’aria di una excusatio non petita.
Ovviamente qui non mi metterò a chiosare per filo e per segno ogni rigo della tua missiva con il pericolo di non finirla più (e con il rischio che la testa mi caschi sulla tastiera, ed un paio di attributi per terra), ma soprattutto perché, prima di ogni nostra batracomiomachia, viene la battaglia per la messa in funzione della vecchia scuola elementare di Noha, per la quale dovremmo essere tutti uniti, evitando possibilmente di fare la fine dei capponi di Renzo Tramaglino, mentre questi era diretto alla volta del dottor Azzeccagarbugli.

Tu, caro Lino, sei vittima come me, e come molti altri nohani inconsapevoli, della spesa pubblica di 1.300.000 euro effettuata per la ristrutturazione della vecchia scuola elementare; spesa che finora non ha portato a nulla se non ad un semilavorato inservibile. E forse non è chiaro nemmeno a noi quanto ci abbiano preso in giro (non voglio credere per dolo, ma sicuramente per colpa, cioè per negligenza, imperizia, superficialità, e soprattutto per sciatteria nei confronti di Noha). Dunque io non sono contro di te, in questa lotta, ci mancherebbe altro. Ma insieme a te vorrei trovare altri concittadini per fare fronte comune (ovviamente discutendone, anche animatamente, come stiamo facendo noi).  

Mi piacerebbe che su questo sito ci fossero altri interventi sul tema, pertinenti e perfino impertinenti, per mantenere alta la tensione nei confronti di tecnici e politici che dovrebbero mettere all’ordine del giorno, fino alla sua soluzione definitiva, il problema di questa benedetta vecchia scuola elementare di Noha.
Sarebbe ora che altri cittadini, degni di questo status, facessero le loro rimostranze per il fatto che tecnici e politici si siano fatti vivi a Noha solo dopo tre mesi e passa di suppliche, insistenze, video, inchieste, articoli e telefonate in merito. Se ci fossimo rivolti a Benedetto XVI avremmo sicuramente ottenuto udienza molto prima di quella gentilmente concessaci da questo stramaledetto (sedicesimo) apparato burocratico.

Sarebbe ora che i nohani si agitassero per il fatto che non ci abbiano ancora inviato la lista degli arredamenti previsti per la struttura de quo, che ci avrebbero fatto avere “subito subito”, come da promessa (da marinaio) fatta nel corso dell’ultima visita guidata nella struttura. Sarebbe ora che anche gli altri concittadini alzassero la testa e si interrogassero sul perché i nostri rappresentanti non si siano mai degnati di farsi vivi  per iscritto. Ovviamente nemmeno quelli di opposizione (che non si oppongono) hanno fatto capolino dal loro rifugio segreto. Qualcuno m’ha pure riferito che se noi altri avessimo “presentato domanda come previsto dalla legge”, sicuramente avremmo ottenuto risposta. Sì, come no. Magari in carta da bollo.
Converrai con me, caro Lino Mariano, che quando tutte queste “autorità” cominceranno a capire che la massima carica istituzionale è quella del cittadino sarà sempre troppo tardi.

*   *   *

Congratulazioni per il tuo curriculum professionale, per i titoli, i galloni, i pennacchi e le “gratificazioni a non finire” ricevute dalla tua azienda. A saperlo prima ne avrei fatto oggetto di uno degli articoli della rubrica “Curriculum Vitae” che tenevo sul defunto Osservatore Nohano, del quale, se non erro, eri uno dei nostri 25 affezionati lettori.
Tu hai scritto che hai fatto tutto questo senza chiedere niente a nessuno. Molto bene. Ma perché considerare eroico quel che dovrebbe essere normale? Perché vedere come straordinario quello che dovrebbe essere ordinario? Se uno ha conquistato il suo posto di lavoro grazie alla sua bravura, o come si dice oggi per “meritocrazia”, ha fatto semplicemente il suo dovere. Non vedo dove sia la notizia. Così come non dovrebbe esser notizia il fatto che uno paghi le tasse, rispetti la legge, non rubi, e rispetti l’ambiente. Insomma, se è vero che la notizia non è il cane che morde l’uomo, semmai quella dell’uomo che morde il cane, qui mi pare che ci troviamo nel caso topico in cui il cane che non abbia morso proprio nessuno.

Continuando a scorrere la tua lettera, leggo la seguente espressione: “Per quell’assunzione [in Fiat] non devo dire grazie a NESSUNO se non (come tanti di Noha) a qualche membro della MIA FAMIGLIA”. E qui qualche “domanda sorge spontanea” anche a me, della serie: cosa avrà mai voluto dire il nostro Lino?
Io mi sono dato questa risposta. Questo qualcuno altri non potrà che essere il padre, o la madre (che ricordo entrambi con affetto) o anche gli altri famigliari, ed il grazie è soltanto per la vita, per l’educazione ricevuta, per la scuola di formazione ai valori dell’onestà, dell’intraprendenza, della voglia di lavorare, dello spirito di servizio, di abnegazione e di sacrificio. Per questa roba e non per altra! Altre forme di “aiuto”, diverse da quelle testé enunciate, non credo siano permesse.
Io penso che quel NESSUNO - che tu scrivi a caratteri cubitali - debba significare nessuno, sic et simpliciter, nessuno punto e basta, e non “nessuno tranne uno però famigliare”. Mi chiedo, nella mia ingenuità: forse che chiedere “un aiutino” a qualcuno della propria famiglia sia meno grave che chiederlo ad un estraneo? E dunque se mi raccomanda un parente va bene, se invece dovesse essere un terzo, no? Ma che ragionamento è codesto? Se fosse vero questo saremmo fermi ancora ai tempi del quarantennio di monossido di democrazia cristiana. Ma non voglio proprio pensarlo. E certamente avrò male interpretato le tue parole.

*   *   *

Tralascio il discorso sul primo (e per fortuna ultimo) consiglio circoscrizionale di Noha, che se non sbaglio aveva soltanto “poteri” di proposta. Chissà perché lo avranno abolito. Non sarà stato forse perché considerato come l’ennesimo organismo inutile per l’organizzazione del nostro comune? Probabile. E senza dubbio meglio così se uno dei suoi membri migliori (figuriamoci gli altri) ancora oggi è costretto ad utilizzare espressioni altamente “politiche” come la seguente: “Chi avrebbe dovuto darmi una mano per quanto gli ho dato, ha appoggiato altri e non me”.  

*   *   *

Ancora onore a te ed alla tua onestà per aver rifiutato al “compianto amico preside e presidente di una sessione di esami di maturità il conferimento di un diploma magistrale, che [ti] avrebbe sempre con il suo aiuto (allora si poteva) [sic] fatto vincere il concorso per l’insegnamento”. Hai fatto benissimo ad opporgli il gran rifiuto. Non so come fosse possibile una cosa del genere (sempre se ho ben capito) e cioè il regalo di un diploma. Se avessi accettato avresti fatto la figura del Trota (ma di Trota basta e avanza l’originale).

Ma anche in questo caso, non mi è chiaro quel tuo successivo inciso tra parentesi: “allora si poteva”. Si poteva cosa? Ottenere una cattedra grazie all’interessamento di un amico preside? Io non credo proprio che si potesse. Mi rifiuto di crederlo. Penso che anche allora, come ora e come sempre, fosse illegale, anzi di più, disonesto, un abuso, una vigliaccheria, un’ingiustizia nei confronti di chi invece non poteva permettersi il lusso di qualche santo in terra (più che in paradiso) e si trovasse, poveretto, a partecipare, ignaro di tutte le magagne ordite contro di lui, in un rito di ipocrisia chiamato “concorso pubblico”. Concorso di cosa? O forse che anche questo sarebbe “pragmatismo”?
Invece, a mio avviso, quel preside si sarebbe dovuto denunciare alla magistratura su due piedi; senza se e senza ma, anche per il fatto di aver solo pensato al più classico dei favoritismi (o clientelismi, o parassitismi, o altra tipologia di ismi, che hanno ridotto il nostro Stato in un colabrodo).

E bene hanno fatto i tuoi figli (amici che saluto tutti cordialmente) a non chiedere aiuto a nessuno, e a farsi in quattro svolgendo ogni tipo di lavoro (dopo la laurea mi misi anch’io a lavare bicchieri in un ristorante, quindi so di cosa si parla), e sopportando la croce dell’emigrazione, che sovente per chi parte e per chi resta è così pesante che chi è credente potrebbe trovarne una di maggior gravezza soltanto in quella che portò il Cristo.

*   *   *

E veniamo al pragmatismo, anzi al PRAGMATISMO, ripetuto come il ritornello di un novello salmo responsoriale.
In cosa consisterebbe questo pragmatismo? Nell’incensare con il turibolo sindaco, giunta e tutto il cucuzzaro (pur senza aspettarsi nulla in cambio in quanto mai fatto, anzi mai “unto e leccato nessuno in passato, anche quando ce ne sarebbe stato il bisogno”)? Ed in cosa sarebbe “cambiato sensibilmente questo vento”? Nel fatto che questi nuovi rappresentanti siano meno peggio degli altri (e cioè che l’indecenza di quegli altri toccasse livelli così elevati da risultare fuori concorso)?

Caro Lino, io credo che pragmatismo sia attendere i risultati prima di cantar vittoria e non lodare e ringraziare ogni momento i compagni di partito a priori e a prescindere. Credo significhi stare con i piedi per terra (per esempio con 10 kwh non penso proprio che potrà entrare in funzione l’impianto di condizionamento dell’aria - se mai si dovesse ottenere questo allacciamento per gentile concessione o per grazia ricevuta), e non assumere, come mi pare abbiano fatto i nostri ingegneri, l’atteggiamento tipico dei praticoni e degli affaristi.

Pragmatismo è non accontentarsi delle stupidaggini che ci raccontano dalla mattina alla sera, ma pretendere quanto meno il rispetto della parola data. E se si fosse davvero pragmatici non ci si esalterebbe per il vuoto pneumatico (qui infatti non si vedono “né ove né caddhrine”, manco con il binocolo), ma si richiederebbe a tutti il minimo esistenziale di serietà, e soprattutto il rispetto dei progetti (costati un sacco di soldi alla collettività).

Infine pragmatismo non è chiudere gli occhi di fronte alle responsabilità, non è far finta di nulla, non è “chi ha avuto avuto chi ha dato ha dato scurdammoce ‘o passato simmo ‘è Nove paisà”. E’ pragmatismo, invece, e per di più scientifico, evidenziare la storia e i fatti, e far capire alle persone (quelle che vogliono capire, per gli altri invece “è  inutile ca li fischi”), chi ha fatto chi, e dove, e come, e quando, e perché si sarebbe potuto fare e non s’è fatto, e non invece far finta di nulla, mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi (qui una z potrebbe essere sostituita con una n), e ripetere a pappagallo “u fattu è fattu e l’arciprevate è mortu”. Altro che dietrologia. Questa è “avantilogia”, e le cose migliorerebbero infinitamente se si riuscisse a bilanciare il sapere ed il credere (oggi, per comodità, molto sbilanciato, anzi assolutamente squilibrato a favore del secondo).
Con questa storia “del fatto è fatto” non si sa più chi debba rispondere delle proprie azioni o inazioni, sicché a pagare rimane il solito Pantalone.

Il “fatto è fatto e l’arciprevate è mortu” rievoca molto l’istituto giuridico della prescrizione. Quella prescrizione che ha ammazzato tanti processi, e che ha fatto cantare vittoria a tanti personaggi, uno meglio dell’altro, a partire da Giulio Andreotti (colpevole per concorso esterno in associazione mafiosa, ma non condannato per intervenuta  prescrizione), per finire al piccolo cesare arcoriano (il minuscolo non è casuale) per una serie di altri reati, che non sto qui ad elencare. Certo, noi non siamo giudici, ma cittadini. Ed in quanto tali abbiamo il diritto-dovere di sapere, conoscere, intendere e volere.
Ah dimenticavo: anche nei famosi condoni (fiscali, edilizi, tombali, ecc.) è come se venisse recitato con salmodiante ottusità “il preziosissimo proverbio”: u fattu è fattu e l’arciprevate è mortu. Vogliamo accodarci anche noi a codesto coro belante, sapientemente sfruttato dai paraculi di professione?       

*   *   *

Caro Lino, scusami se non mi dilungo oltre su questi e su altri interessanti punti della tua letterina, ma rischierei di non finirla più.
Sono certo che continuerai anche tu, insieme a me (ormai non puoi più tirarti indietro) a lottare per l’apertura di quel nuovo centro sociale nohano, che ci auguriamo avvenga nel migliore dei modi, senza ripieghi, espedienti e rimedi abborracciati di secondo ordine (il famoso “uovo oggi”, che quasi sempre è anticamera della “gallina mai”).

Vedrai che alla fine, magari ad obiettivi raggiunti, festeggeremo insieme. E vedrai anche che in quell’occasione anche io mi esibirò in lunghi e sperticati elogi, plausi, complimenti, e lustrate nei confronti dei nostri preparatissimi amministratori e tecnici. Naturalmente con un’abbondante dose di olio di lino (o linoleum, c’est plus facile).
Con altrettanta simpatia, e anch’io ovviamente senza rancore,

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 31/10/2012 @ 00:00:00, in Cimitero, linkato 3556 volte)

Cappelloni e cappellate

A Noha siamo abituati ai semilavorati. I prodotti finiti evidentemente non fanno per noi. Chi non ricorda la cappella comunale del cimitero, cattedrale nel deserto anche quella (e in tutti i sensi)?
Dopo il pericolo crolli, circa un lustro fa, o forse più, il Comune si assunse l’onere di restaurarla attraverso la ricostruzione del pericolante solaio. I lavori furono poi effettivamente realizzati (salvo errori) dalla ditta Gianturco di Noha.
Ma, anche in questo caso, ci troviamo al cospetto di un’opera mai ri-aperta al pubblico in quanto incompiuta (manco fosse la Sagrada Famiglia di Barcellona, inaugurata poco tempo fa da papa Benedetto XVI, dopo un paio di secoli dall’inizio dei lavori). Mancherebbe, a detta dei tecnici di allora, soltanto una mano di pittura e il solito impianto elettrico (ma in una chiesuola come quella, utilizzata ad ogni morte di papa - mo’ siamo llà - l’energia e la luce potrebbero essere rifornite da un paio di candele di cera o da due lumini con l’effigie di P. Pio).
Invece, nulla di nulla, né energia elettrica, né pittura, né candele, né lumini, né agibilità (stavamo per dire “abitabilità”). Il cappellone del cimitero è vuoto da anni e la sua campana in bronzo muta dalla stessa quantità di tempo. Sembra non vi sia stato nemmeno il collaudo (come si collauderà mai una chiesa: con una funzione solenne?), e dunque da tempo non vi mette piede anima viva, nemmeno per sbaglio, nonostante siamo in una necropoli.
Cari concittadini, se in questi giorni vi dovesse capitare di errare per i viali del camposanto di Noha, toglietevi la solita benda dagli occhi e l’auto-bavaglio impostovi dalle anestesie iniettatevi dal potere e dal perbenismo di facciata che v’induce a sorvolare su tutto e a non indignarvi di nulla, date un’occhiata a quest’ennesima cappellata nostrana, affacciatevi dalla porta d’ingresso e mirate tra le inferriate (tanto i vetri sono ormai rotti da tempo) la desolazione dell’interno, ammirate l’arte contemporanea prodotta dai piccioni e da altri animali di passaggio, e mettendo in movimento qualche neurone superstite chiedetevi che fine hanno fatto i vostri soldi (ormai cari estinti).   
Sono trascorsi diversi anni da quei benedetti lavori socialmente inutili, e quella chiesa è là a testimoniare che i morti, forse, non sono soltanto in quel cimitero ma anche altrove, a Noha, a Galatina, in certi uffici tecnici, in certi parlamenti e/o assessorati comunali.
Ora poniamo alcuni quesiti/proposte.
Anziché promuovere la costruzione di nuove cappelle cimiteriali (che non servono a nulla se non a consumare suolo rovesciandovi altro cemento - in nome dell’ostentazione di uno status che nel luogo dell’’a livella per eccellenza non ha proprio senso), e anziché costruire nuovi loculi magari al posto dei pluriennali alberi di cipresso testé troncati alla radice (aprite gli occhi e capirete dove fossero) non sarebbe il caso a questo punto di utilizzare quel cappellone per la costruzione di urne, alla stessa stregua della dirimpettaia cappella della Confraternita della Madonna delle Grazie? Almeno a qualcosa quella chiesa, dopo anni di abbandono, potrebbe iniziare a servire.
Non credete che in tal modo si eviterebbe, almeno per un po’ di anni, di prendere ulteriori pugni nell’occhio rappresentati dai nuovi loculi in cemento a tre livelli, come quelli già costruiti nella nuova area a sud e ad est nella zona cimiteriale?
Già che ci siamo ci chiediamo ancora (e se ci fosse qualcuno in grado di spiegarcelo gli saremmo grati), come mai le “nuove” cellette cementizie non sono delle stesse dimensioni di quelle costruite anni prima sul lato ovest, più contenute, più umane, più comode, e ugualmente funzionali, mentre appaiono molto più alte, quasi sproporzionate, tanto che per raggiungere il terzo livello di tombe si è costretti ad utilizzare una scala posticcia in ferro, oltretutto pericolosa? Forse che, in tal modo, i nostri defunti godono di maggior comfort?     
Ecco, questo volevamo dire a proposito del cappellone e della consueta sciatteria nohana che sembra non interessare nessuno.
Non sappiamo se qualche concittadino si sia ancora chiesto come mai il due di novembre, solennità dei defunti, non si possa celebrare la messa all’interno di quel sacro tempio - come invece avveniva anni fa - ma all’esterno (condizioni meteo permettendo).
Non sappiamo se qualcuno abbia notato lo stato pietoso in cui versa quella chiesa restaurata a metà. Non sappiamo se qualche avventore abbia notato i cipressi troncati o i nuovi loculi a tre livelli scomodi perlopiù ai vivi…  
Di certo - vista la prontezza di riflessi di molti fra loro – i nostri storici rappresentanti locali ed i loro tecnici non si saranno mica posto il problema: per costoro è già difficile che si occupino dei vivi, figuriamoci dei morti loro.

Antonio Mellone

 
Di Antonio Mellone (del 09/04/2013 @ 00:00:00, in NohaBlog, linkato 3627 volte)

Che ingenuo che sono. Pensavo che il capitolo del mega-porco (ho già detto altrove che non mi riesce proprio di appellarlo mega-parco) e dunque della violenza che si vuol perpetrare con altro cemento nell’amena campagna di Collemeto fosse archiviato una volta per tutte. Mi sbagliavo di grosso. Pare che navigatori sotterranei conto terzi stiano ancora brigando per riportare all’ordine del giorno questa “opportunità anticrisi”.   

Da qui a qualche giorno temo che si sarà costretti ancora una volta a sentirne parlare enfatizzando - di un centro commerciale - le magnifiche sorti e progressive in termini di “volano” e “ricadute” per l’occupazione di chi di speranza vive e dunque per definizione disperato muore (e tra collemetesi e tifosi dell’onirico progetto s’annoverano circa 800 beoti martiri).

Orbene, si sarà costretti, noi altri (Tonino, Anita, Tommaso, Marcello, Alfredo, Oreste e compagnia bella prepariamoci) a caricarci la croce dell’improbo compito di scendere in piazza ancora una volta con le uniche armi di cui disponiamo, la pazienza e la ragione, per rintuzzare appena un po’ convinzioni e linguaggio di alcuni galatinesi folk (una minoranza, ma sempre troppi sono) che sembra che al posto della testa mossa in continua annuenza abbiano una betoniera.

Come già ampiamente documentato, la Pantacom srl è la società a responsabilità limitatissima che - secondo la lettura dei dati di bilancio che si evincono da una recente visura camerale, sostanzialmente identica a quella di qualche mese fa - dal punto di vista finanziario, patrimoniale e commerciale ha il valore del due di spade con briscola a bastoni, ergo assolutamente non in grado di dare al Comune di Galatina ed agli attendenti di complemento uno straccio di garanzia (lemma ignoto, quest’ultimo, alle parti in causa) sui suoi megagalattici business-plan che, oltretutto, visto che risultano “inaccoglibili”, si dice siano redatti con i piedi.

Come arcinoto anche agli svampiti di professione, la Pantacom è una società della galassia Perrone, la famiglia del sindaco più amato dai suoi sudditi leccesi - felici di esserlo - e presumibilmente anche da molti galatinesi, soprattutto i politici della minoranza, inclusa probabilmente anche quella extraparlamentare, cioè trombata alle ultime comunali. La quale insiste nell’inviare ai siti internet locali ed al povero “Quotidiano di Lecce” i propri capolavori di letteratura altrimenti detti comunicati-stampa (d’altronde prontamente pubblicati, evidentemente in mancanza d’altro e soprattutto di giornalisti).    

Ma purtroppo questi ultimi soggetti sono in buona compagnia. A codesti estimatori dello scempio della prima ora bisogna aggiungere i nuovi dell’ultima, rappresentati nientepopodimeno che da una bella fetta della maggioranza del governo cittadino che – rispondendo ai ragli in libertà - sembra credere ancora agli asini che volano sebbene “a determinate condizioni”.

Pare che dal vocabolario di questa variegata maggioranza manchi il coraggio di proferire un NO secco ed incontrovertibile alle sirene d’Ulisse, sia per mancanza di coraggio sia forse e soprattutto di basi culturali fondate sul sacrosanto principio dello “STOP AL CONSUMO DEL TERRITORIO”. E non s’accorgono che in tal modo stanno trasformando a velocità supersonica una città d’arte in una città del cemento (da Galatina a Cementina) ed un suo graziosissimo borgo rurale ed artigiano in un ghetto-parcheggio periferico con la benedizione di alcuni fra i suoi abitanti (che in tal modo sembra vogliano ribattezzare la loro patria cambiandone il nome da Collemeto in Follemeto).

Purtroppo qui si continua a parlare di comparti in contrada Cascioni, di circonvallazioni, di capannoni, di milioni, insomma di paroloni cogli “oni”, e si trascura l’arte, i beni culturali, l’ambiente, il suolo, il commercio equo e solidale, lo sviluppo sostenibile, la salute. Il tutto in nome degli stucchevoli ritornelli per allocchi fatti di “volano per lo sviluppo” e di “ricadute occupazionali” (quando non elettorali).

Se tutto questo non fosse davvero tragico sembrerebbe di essere nel bel mezzo di uno spettacolo di Pantacomiche.

Antonio Mellone
 
 
P.s.

Caro dott. Serravezza, parli ai sordi. Qui fingono di ascoltarti e addirittura di darti ragione nei convegni, ma poi gli interessi miopi e spiccioli prevalgono su tutto, anche sulla salute e sul benessere vero.

 

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