mar312014
“Sogno o son desto?” – mi son detto nel leggere il titolo delle note stilate dall’assessore Andrea Coccioli, e pubblicate il 27 marzo scorso sul suo sito dall’Albino Campa.
Non riuscivo a capacitarmi del fatto che un assessore si fosse degnato di rispondere per la prima volta nella storia di Noha e di Galatina messe assieme alle domande ed alle istanze stese per iscritto da un cittadino qualsiasi come il sottoscritto (benché non protocollate, codeste petizioni, presso gli uffici comunali come burocrazia vuole), e pubblicate su Noha.it.
Poi, dopo l’iniziale momento di smarrimento, mi son messo a leggere (e rileggere) la famosa “risposta” assessorile, ed ho subito pensato che sant’Albino martire – sempre troppo buono con tutti specialmente con me - stavolta avesse preso, come si dice, coccioli per lanterne (lucciole, vabbè), nel dare quel titolo ad un pezzo che ha tutto il sapore di uno stucchevole comunicato-stampa, ovvero di una enorme ennesima presa per i fondelli. Altro che “risposta all’articolo di Antonio Mellone”.
Sì, perché, al di là del politichese puro (mai chiaro come il sole, ma viscido come il sapone Sole), leggendo certe note ad uno viene il sospetto che sarà per statuto comunale che chi siede a palazzo Orsini o nei suoi dintorni non solo non sappia scrivere ma non sappia nemmeno leggere (in questo caso le mie domande).
Così l’assessore ormai non so più a che si profonde in arzigogoli che iniziano con l’immancabile “Con la presente si comunica che… “ (forse voleva dire assente più che presente).
E continua imperterrito ritenendo probabilmente che noi cavernicoli del 2014 riusciamo a mandar giù tutte le brodaglie scodellateci dal primo venuto: “Dovendo procedere all’allacciamento alla rete di energia elettrica, veniva a tempo debito richiesta ad Enel la fornitura di una potenza di 50 KW a 380 V trifasi, necessaria per le utenze installate nel Centro”.
Cosa significa a tempo debito, assessore? Che la domanda è stata inoltrata nel momento giusto però poi l’Enel ha risposto picche (e in ritardo)? E dunque sarebbe colpa dell’Enel? Non trova che se davvero le richieste fossero state presentate a tempo debito non saremmo forse in questa specie di Truman Show? Mi fa capire gentilmente il suo concetto di tempo debito?
Oppure lei crede che la storia doveva andare così, in modo tale da poter spendere un altro po’ di soldi pubblici visto che oggi come oggi 1.300.000 euro, già spesi, sono bruscolini, bazzecole, briciole, inezie?
Ma poi c’è da chiedersi ancora: se la richiesta, fatta sempre a tempo debito, è andata a finire come è andata a finire, cosa sarebbe successo se fosse stata fatta a tempo indebito o fuori tempo massimo o in un momento inopportuno? Avrebbero staccato la spina a tutta la frazione di Noha?
Ragazzi, questo è il “politichese”: dire tutto per non dir nulla, nascondersi dietro un dito, o cercare di nascondere dietro una cabina elettrica le responsabilità di qualcuno. Risultato? Un’enorme perdita di tempo e un complesso immobiliare pubblico ristrutturato ma rimasto zoppo, inaugurato un paio di volte in pompa magna, e rimasto a metà del guado non si sa per colpa di chi (come le famose autostrade o le circonvallazioni che si interrompono di fronte ad un auditorium).
A volte son fatti così i personaggi in cerca di elettore: se ne escono con l’espressione che non è né carne né pesce, pensando di buttare un po’ di fumo negli occhi dei cittadini (la cui etimologia forse deriva da citti).
Ricapitolando: l’assessore Andrea Coccioli sembra non avere la più pallida idea di chi possa aver responsabilità in questa brutta faccenda; ovvero - delle due l’una - se pur ce l’avesse, non ha il coraggio di dircelo.
Così sembra funzionare la storia italiana. Fanno le cazzate che costano milioni di euro e poi nessuno paga. O meglio paga Pantalone in comode rate attraverso un debito pubblico che, detto tra noi, sta per esplodere (hai voglia ad accorpare comuni, caro Lino).
Non trovate che sarebbe più onesto nei confronti di tutti ammettere che è stata fatta una grande fesseria? Errare è umano. E se uno lo riconoscesse saremmo addirittura pronti a perdonarlo. Ma a quanto pare è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che qualcuno riesca a proferire la locuzione: “Scusate, ho sbagliato”.
In mancanza non mi rimane che ribadire all’assessore Coccioli le mie domande rimaste ancora una volta senza risposta:
1) Non le pare che sia davvero un bel peccato aver speso 1.300.000 euro di soldi pubblici per un’opera “claudicante”, non funzionante in toto, come previsto nel progetto?
2) S’è fatto un’idea di chi possa essere la responsabilità di questa incresciosa grave situazione (onde sarebbe pure giusto, quanto meno, chiedergli se non il lucro cessante almeno il danno emergente)?
3) E, nel caso, potrebbe comunicarcela, questa idea?
Prendo infine atto di quanto scrive l’assessore nell’ultima parte del suo comunicato: “Si prevede l’esecuzione dell’intervento di realizzazione della cabina così come sopra detto necessaria ad Enel per fornire i 50 KW richiesti attivando i suddetti impianti tra giugno e settembre 2014 […]”.
Prendiamolo in parola, almeno su quest’ultima promessa.
Auguriamoci di non dover far attivare dall’Albino, a partire dunque dal mese di settembre 2014, un nuovo contatore-cronografo (come quello inesorabile, già partito da sempre a proposito della ristrutturazione della vecchia scuola elementare di Noha).
Sappia, l’assessore Coccioli, che questi cronografi on-line sono tarati sull’orologio atomico di Greenwich. Sono, quindi, precisi, puntuali, perfetti, rigorosi. Nulla a che vedere con l’orologio della pubblica piazza di Noha. Che dall’altro giorno, tanto per cambiare, s’è fermato.
Sarà per l’arrivo dell’ora legale.
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