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Megaporci, danni & danni
Di Antonio Mellone (del 16/11/2013 @ 21:44:15, in Fotovoltaico, linkato 3880 volte)

Ci sarebbe molto da elencare a proposito dei danni derivanti dall’obbrobrio rappresentato dal mega-porco fotovoltaico di contrada Roncella (ma il discorso rimane valido anche per tutti gli altri campi trafitti da queste corone di spine, ferro, silicio, e giacché ci siamo anche cemento, che intasano a chiazze vaste aree del Salento).

Questi mali incommensurabili – elenchiamo a caso - vanno dalle variazioni del microclima all’inquinamento elettromagnetico; dall’energia prodotta in eccesso che si disperde in rete al tema dello smaltimento dei pannelli una volta terminato il loro ciclo “vitale”; dalle famose “ricadute occupazionali” pari a zero ai danni all’immagine di un habitat intonso fino a qualche lustro fa; dagli effetti nefasti provocati sulla salute dei salentini a causa del fatto che queste “energie alternative” non hanno fatto altro che aumentare la produzione di energia da combustibili fossili (vedi Cerano) - grazie alla truffa dei cosiddetti “certificati verdi”, come già spiegato altrove - alla sottrazione di terreni all’agricoltura, finiti per definizione; dal depauperamento economico-finanziario della nostra terra considerata dai conquistadores di tutto il mondo come un bancomat da assaltare al lavoro nero, alle mafie, al riciclaggio di rifiuti nascosti in questi “parchi”, al giro di soldi e mazzette e truffe di vario tipo ai danni dello Stato (che ogni giorno stanno intasando la cronaca nera locale, come se già il resto non bastasse)…

Ci sarebbe in effetti molto altro da dire, argomentare, chiosare sul tema. Ma temiamo che i nostri interlocutori vengano colpiti da ictus cerebrale per troppo stress da concentrazione. E quando diciamo “interlocutori” vogliamo includere oltre all’ex-sindaco di Galatina, anche il suo successore e attuale primo cittadino, con tanto di curie e codazzo al seguito (in effetti non c’è soluzione di continuità tra la padella e la brace), ed una marea di concittadini in pantofole, sedotti e abbandonati su comodi divani & divani.  

*

Tutto questo cercavamo di comunicare ai tempi in cui scendevamo in piazza per spiegare ai cittadini a cosa si andava incontro, per raccoglierne le firme di protesta e proposta, per distribuire sacchettini di terra benedetta (benedetta direttamente da Dio, s’intende)…

Ma in quel tempo tanto le “autorità” civili che quelle religiose, non solo mostravano orecchio da mercante non solidarizzando con te e la tua lotta contro gli inganni travestiti da “energie alternative”, ma facevano a gara per far fare il turno di riposo alle rispettive intelligenze. Sicché l’una ti dava della “vittima della calura estiva”; l’altra del “profeta di sventura”. E tu a continuare a combattere contro il vero micidiale spread che purtroppo continuerà ad assillarci per un bel po’: quello culturale.

Risultato?

Panorami di ferro e silicio. Distese enormi di pannelli fotovoltaici entrati per sempre nei paesaggi delle nostre campagne, come novelle cartoline da inviare ai tour-operator del resto del mondo. Specchi riflettenti che affiancano ulivi e fichi d’india, e spesso si sostituiscono ad essi, mangiandosi la terra rossa e l’orizzonte. E noi altri, nel mentre ammiriamo queste prospettive, dobbiamo pure ricordarci ogni bimestre di pagare la bolletta, il dazio ai signori dell’“energia alternativa” che vengono da lontano.   

*

Salento, mare, sole e vento sono ormai una leggenda, una fola, un luogo comune, una corbelleria. E solo chi credeva nelle favole poteva pensare che questa fosse la realtà.

La verità, invece, brilla della sua stessa perspicuità. Sicché il resto della storia è oggi espresso da un altro slogan un po’ meno ipocrita e più empirico: Salento, male, fole e cemento. Il tutto avvolto dalla tormenta infinita (come quella del V canto dell’Inferno dantesco) prodotta stavolta dal vento sinistro degli insipienti e degli ottusi.

 Antonio Mellone
 

Commenti

  1. # 1 Di  Pasquino Galatino (inviato il 16/11/2013 @ 22:27:01)

    La Puglia produce circa il 50% in più dell'energia elettrica consumata, ma privati ed aziende la pagano quanto e più degli altri (so cosa dico). Non si ha notizia di uno - dicasi uno solo - posto di lavoro creato con le energie alternative, forse qualche occupato in meno nell'agricoltura; i costi di smaltimento a fine ciclo dei pannelli sono tutti nostri; per azzerare la vegetazione che potrebbe crescere sotto i pannelli si utilizzano diserbanti a go-go, che finiscono nel terreno, quindi in falda, quindi nelle verdure coltivate o spontanee che mangiamo. L'Iva incassata dalle aziende che hanno installato questi impianti finisce nelle regioni dove hanno sede (Lombardia, Piemonte, Lazio ecc). Mi fermo qui perché già mi stanno girando a pala d'elicottero

  1. # 2 Di  M Rosaria (inviato il 17/11/2013 @ 18:17:15)

    Guarda, caro Antonio, che non sbagli affatto a parlare anche di allergie. Il numero di soggetti allergici, negli ultimi anni, è aumentato a dismisura. E non parliamo delle tipiche allergie ai pollini, ma allergie dovute all'inquinamento quali le allergie ai metalli. E come fa uno a diventare allergico ai metalli? semplicemente respirando l'aria (inquinata) e mangiando i prodotti della terra:verdura, frutta, ortaggi e legumi.
    Oltretutto le allergie (in genere) scatenano nell'organismo reazioni a catena che compromettono il normale funzionamento dei nostri organi. E poi ci ritroviamo con problemi di tutti i generi: riniti, congiuntiviti, dermatiti, gastriti, tiroiditi ecc.ecc., insomma dolori e pruriti a destra e a manca. E incominciamo a girare da un ospedale all'altro con la speranza di farci curare i vari disturbi che l'allergia ci ha scatenato.
    Nel frattempo i medici ci raccomandano di fare prevenzione, perché prevenire è meglio che curare. Ma la prevenzione costa e con i tagli alla sanità è un lusso che non ci possiamo permettere. E allora? Magari in attesa di trovare una via d'uscita a tutto questo, grattiamoci che è l'unica cosa che ci è rimasta da fare gratis.

  1. # 3 Di  Michele D'Acquarica (inviato il 18/11/2013 @ 17:46:22)

    "...io e il mio (capo di) gabinetto stiamo assistendo a una scena fantastica, siamo stati un quarto d'ora a ridere"[...]

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