feb172018
Siccome ormai per definizione ogni nuova legge elettorale è sempre peggiore della precedente - e l’ultima definita Rosatellum (pensata e votata da partiti sadomaso) non fa eccezione alla regola - è molto probabile che nessuno dei gruppi concorrenti vincerà alle prossime elezioni del 4 marzo: ergo tutti diranno di aver vinto.
E’ che le persone sono indecise davvero su chi riversare il proprio suffragio, o meglio disagio universale diretto: cioè non sanno se votare i sodali del sottoscrittore dei contratti con gli italiani siglati allo scrittoio in simil-mogano nel corso dei sempiterni programmi vespasiani, ovvero optare per i partiti decostituzionalizzati (ne esistono a bizzeffe, come i comuni denuclearizzati), vale a dire i candidati che hanno sostenuto fino all’altro giorno il Referendum (o Reverendum) per trasformare la nostra carta costituzionale in un morbido rotolone Regina (stavolta non nel senso della monarchia).
Non aspettiamoci nulla di nuovo da un elettorato che, nei secoli dei secoli fedele, seguiterà a credere agli asini vaganti nell’aere, a dar retta ai voltagabbana, a sostenere i chiacchieroni, a tifare per i barzellettieri, ad applaudire le pericolose macchiette della politica addirittura a chilometro zero. In maniera più prosaica a offrirsi a: diversamente onesti, amici degli amici, bancarottieri, legislatori ad personam, allergici alla verità, corrotti & corruttori, e novelli vandali (o vangàli) di questa terra al cui confronto Attila sarebbe un floricoltore.
Non c’è niente da fare: la gran massa dei votanti non desidera altro che d’essere trattata ancora una volta a fasci in faccia.
Temo che gli elettori (li conosco per antica dimestichezza con la Sociologia) continueranno a farsi del male con quella benedetta matita, sicché non daranno mai potere al popolo (che, a questo punto, pare potere non voglia punto) e, pensando di fare chissà cosa di nuovo, si metteranno a votare i liberi e uguali (a quelli di prima).
I tanti che oggi si strappano le vesti come novelli Caifa per via del fatto che qualche furbastro iscritto ai cinque sterline non ha rimborsato quello che gli altri bellamente s’intascano senza batter ciglio (ma solo cassa), decideranno di mettere una croce più che sui cinque stelle sui cinque trivelle, e così sia. Altri ancora, vista la novità anche al Sud, voteranno la mezzasega nord, ma giusto per “andare oltre” (i limiti della decenza). Come se non bastasse, chi tiene famiglia non potrà non suffragare certi personaggi in cerca di elettore al cui confronto Razzi e Scilipoti sarebbero Winston Churchill redivivo [a proposito vi consiglio la visione al cinema del recente sublime film di Joe Wright “L’ora più buia”, ndr.], nonché accademici della Crusca. Il resto della ciurma, infine, affascinato dai Cetti e Cette Laqualunque de noantri, dimostrerà ancora una volta quanto il concetto di cittadini liberi e pensanti sia di esclusiva pertinenza delle ipotetiche del terzo tipo.
Come andrà a finire è presto detto.
Ancora una volta, “per senso di responsabilità” e soprattutto “continuità”, “per rassicurare i mercati”, “perché ce lo chiede l’Europa”, “perché se no lo spread s’impenna”, “per non bloccare la crescita” (crescita?), e altre menate del genere, avremo un nuovo (nuovo?) governo di larghe scemenze (altrimenti dette intese), e quindi le solite facce e le medesime politiche neo-liberiste, spolpa-stato, annienta-diritti, precarizza-lavoro, distruggi-territorio, uccidi-scuola e aiuta-multinazionali.
Tutti insieme appassionatamente, responsabilmente, crescentemente, uniformemente, continuamente verso il disastro.
Antonio Mellone
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