ott032020
Che carini i deputati che festeggiano il taglio dei deputati. Mi ricordano tanto quel condannato a morte che gongola per quanto il boia abbia affilato la lama che farà rotolare la sua testa. Non stanno nella pelle, non si danno pace, non vedono l’ora di eliminare finalmente le loro “poltrone” (chiamano così i seggi parlamentari). E pare che vogliano contribuirvi partendo dalle proprie, visto che i consensi del moVimento proponente (quello passato dallo streaming del “nulla dev’essere nascosto al popolo” al conclave del “nulla deve trapelare”) sembrano tendere a una riduzione, guarda un po’, del 36,5%. Ma anche il resto dei partiti del famoso 98% non scherza mica quanto a decrescita felice dei voti spacciata come sempre per crescita esponenziale.
Fanno tenerezza anche i tifosi così tanto protagonisti di questa bella “sforbiciata alla casta”, la quale casta non vedeva l’ora di faticare di meno (avendo meno impiastri cui dar retta) per ottenere quello che ha sempre voluto: la libertà di farsi gli affaracci suoi. Ma vuoi mettere: con tutto questo po’ po’ di risparmio è capace che non solo si fermerà l’avanzata del debito pubblico italiano, ma che si riesca addirittura ad azzerarlo in quattro e quattro otto, a dispetto di quei menagramo dei matematici sempre così tristi e demoralizzanti con tutti quei più, meno, diviso e per.
Ma mo’ bando alle ciance e pensiamo subito a come spendere i soldi del Mes o quelli del Recovery Fund (chi riesce a trovare le differenze tra i due istituti vince un buono sconto per un ricovero al San Raffaele). Orbene preparatevi, o popoli tutti, al “boom economico” trainato dai consumi (soprattutto di suolo - ma non attacchiamoci al pelo), al fiume di denaro che “darà una scossa” e “creerà nuovi di posti di lavoro” (con gli stessi diritti di Kunta Kinte, vabbè, ma la soddisfazione dello zuccherino non ha prezzo), all’Italia “che deve tornare a correre” smettendo di essere “la lumaca d’Europa” e, non ultimo, al nuovo miracolo italiano (questa mi pareva di averla già sentita).
Prendiamo ad esempio la Sanità, tema d’attualità. Con i flussi di cassa (a debito) che giungeranno dall’Europa faremo la rivoluzione: ma mica assumeremo i ricercatori o raddoppieremo medici e infermieri in corsia o al pronto soccorso, o quelli per l’assistenza domiciliare integrata (see: una visita a casa costa 100 euro, un ricovero 1.500 euro al giorno, dunque conviene di più il ricovero), bensì per prima cosa toglieremo le regole, e già che ci siamo anche il tetto di spesa alle cliniche private (cosa appena fatta in Puglia ma anche altrove: e poi non dite che il Covid non sia una cuccagna), e ovviamente andremo avanti come un treno con il RI-OR-DI-NO ospedaliero, cioè con la chiusura degli ospedali esistenti (che potrebbero funzionare benissimo con piccole manutenzioni, ma che gusto c’è a spender poco) e quindi con la costruzione di novelli nosocomi, ovvero di cittadelle sanitarie così tanto di moda (insieme alle cittadelle dello sport, della giustizia, e financo della cultura). Siamo “’n gop”, direbbero a Napoli (dove gop sta per grandi opere pubbliche).
Però, tranquilli, il comitato tecnico scientifico ha detto che tutto sarà green, sostenibile, biologico, salutare, compostabile, eco, circolare, digitale, inclusivo, a zero emissioni, smart, consapevole, a basso impatto, e pure boscoverticale che fa tanto Amazzonia anche in città con traffico stile Bogotà. I vari house organ, cioè televisione, stampa e stampelle varie sono già al lavoro per aiutare la ricrescita.
Soltanto così la casta (cioè il capitalismo privato o di stato, cosa cambia) la smetterà finalmente di chiagnere. Limitandosi a fottere.
Antonio Mellone
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