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AL LAPORTA FALCONE BORSELLINO GLI STUDENTI DIBATTONO DI “MIO FIGLIO. L'AMORE CHE NON HO FATTO IN TEMPO A DIRGLI” DI MARCO TERMENANA
Di Redazione (del 15/05/2023 @ 17:09:30, in Comunicato Stampa, linkato 532 volte)

Per la Giornata contro l’omofobia e la transfobia, i nostri figli riflettono su casi difficili

L’IISS Laporta Falcone Borsellino di Galatina (Lecce) quest’anno ha deciso di ricordare la Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia indetta per il 17 maggio di ogni anno con la risoluzione del Parlamento Europeo del 26 aprile 2007, in un modo davvero singolare: questo 17 maggio, gli studenti incontrano e dibattono con Marco Termenana (pseudonimo), cioè l’autore di "Mio figlio. L'amore che non ho fatto in tempo a dirgli", sui contenuti del suo libro.

Introduce il Dirigente Scolastico Professor Andrea Valerini. Interviene la Dottoressa Francesca Corchia, psicologa e psicoterapeuta e modera la Professoressa Maria Assunta Specchiarello, cioè la referente per l’inclusione scolastica, capo progetto e vero motore instancabile dell’iniziativa. Sono previste due sessioni, una per ogni sede, Viale Don Bosco e Viale Don Tonino, con gli studenti in presenza mentre l’autore sarà collegato in videoconferenza da Milano, città in cui vive.

Ma chi è Marco Termenana?

Con lo pseudonimo di El Grinta, sullo stesso argomento, ha già pubblicato "Giuseppe". I romanzi sono ispirati al suicidio di Giuseppe, il primo dei tre figli, quando in una notte di marzo 2014 apre la finestra della sua camera, all'ottavo piano di un palazzo a Milano, e si lancia nel vuoto.

Con lucidità impressionante e senza mai cadere nella retorica, la storia racconta il (mal) vivere di chi si è sentito sin dall'adolescenza intrappolato nel proprio corpo: la storia di Giuseppe è infatti anche la storia di Noemi, alter ego femminile, che assume contorni definiti nella vita dei genitori solo nel momento in cui si toglie la vita.

Tragedia non solo di mancata transessualità ma anche di mortale isolamento, al secolo hikikomori.

Ricordiamo che hikikomori è un termine giapponese e letteralmente significa “stare in disparte”: in sostanza, si tratta di una malattia mentale consistente nella scelta di rifuggire dalla vita sociale e familiare e colpisce soprattutto i ragazzi giovani.

Ma perché questa iniziativa?

Il Dirigente Scolastico Professor Andrea Valerini ha dichiarato:

“Ricordare le tragedie come quella di Giuseppe può servire ad aiutare chi vive situazioni simili nel più totale isolamento: la scuola cerca di fare rete perché nessuno resti solo.”

“Mi sono convinta attraversando le pagine di questo libro – dice la Professoressa Specchiarello – che sensazioni ed emozioni sempre più profonde prendono forma e senso, in un dialogo che diviene naturale e immediato. Intimo. La decisione di Giuseppe è la sconfitta di questa società. Abitiamo, è vero, un mondo complesso ma la nostra grande sfida è arrivare alla semplicità. In questo lungo e paziente lavoro nessuno osi giudicare. E nessuno si giudichi… Meriteremmo, però, una “pagella nera” se paura e vergogna prevarranno ancora davanti ad una porta chiusa. La scuola, terra permeabile e fertile, può e deve essere di aiuto affinché, in piena libertà, ognuno possa scrivere la storia che desidera per sé.  Non accanto ma insieme all’altro!”

Questo invece il pensiero di Marco Termenana:

“E’ con grande piacere che incontro gli studenti di Galatina. Nel mio girovagare per l’Italia sono stato in diverse scuole ed ho potuto constatare che i ragazzi sono sempre molto interessati a Giuseppe. Ciò mi fa stare bene perché, oltre a darmi la possibilità di commemorare mio figlio, mi consente di portare del valore aggiunto ad altri. Intendiamoci, non ho la pretesa di salvare nessuno, non fosse altro che se potevo salvare qualcuno, salvavo Giuseppe, ma, se con la mia semplice testimonianza posso migliorare anche solo di poco la vita di qualcuno, studente, genitore o docente che sia, sono contento ed avrò dato un senso alla stupida ed inutile morte di mio figlio.”

I.I.S.S. "Laporta/Falcone-Borsellino" - Galatina

 

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