Monaci basiliani della Calabria e della Lucania

L’Arcangelo fu particolarmente venerato dai monaci basiliani presenti nell’Italia meridionale e anche a Noha. San Nilo (910-1004), un anacoreta di spicco, fino all’anno 980 era rimasto nella zona cosiddetta del “Mercurjon” in Calabria, vicino Rossano, dove, nella grotta di San Michele, rimaneva spesso per parecchi giorni senza prendere cibo, nutrendosi di pane, radici e frutta. Non essendo più sicure le zone della Calabria per le frequenti incursioni saracene, Nilo venne nel Lazio dove fondò il convento di San Michele in Valleluce su un terreno donato dai benedettini di Monte Cassino.

Anche in Basilicata l’Arcangelo Michele è veneratissimo: in suo onore sono state costruite e consacrate chiese e cappelle, la maggior parte delle quali presentano le caratteristiche dei santuari micaelici.

Sul monte Vulture, in un luogo di grande solitudine e di grande suggestione per la posizione elevata sui laghi, sorge un’antica abbazia dedicata a san Michele. Essa, per le sue somiglianze con il santuario pugliese, potrebbe essere considerata come il Gargano della Lucania. L’abbazia, infatti, è nata intorno ad una delle grotte abitate da eremiti basiliani che veneravano san Michele Arcangelo; la chiesa situata all’interno, ha conservato la forma di una grotta con l’ingresso aperto sui laghi formatisi nei crateri del Vulture. Risulta assai evidente quanto ricalchi il modello garganico.

 

I Longobardi scoprono l’Arcangelo San Michele

Nel loro espandersi dal montuoso Sannio verso le coste adriatiche, i Longobardi vennero a conoscenza del santuario di S. Michele sul Gargano. L’Arcangelo suscitò in loro un grande fascino: ricordava una figura del loro passato. Nacquero simpatia e venerazione insieme: in Michele, essi ritrovavano le qualità di Wodan, che dai popoli germanici era considerato il dio supremo, dio della guerra e protettore di guerrieri, come testimonia lo stesso Paolo Diacono*: “Wodan, che aggiunta una lettera chiamarono Godan, è lo stesso che presso i romani viene chiamato Mercurio ed è adorato come dio da tutte le popolazioni della Germania “.

*Paolo Diacono (in latino Paulus Diaconus), pseudonimo di Paul Warnefried (amico protettore) o Paolo di Varnefrido o anche Paolo di Warnefrit (Cividale del Friuli, 720 circa – Montecassino, 13 aprile 799) è stato un monaco cristiano, storico, poeta e scrittore longobardo di lingua latina. Nel 787 tornò a Montecassino, dove fra l'altro scrisse l'Historia Langobardorum, la sua opera più famosa in cui narra, fra mito e storia, le vicende del suo popolo, dalla partenza dalla Scandinavia all'arrivo in Italia fino al regno di Liutprando.

La simpatia si trasformò in venerazione e San Michele divenne il simbolo di un popolo passato dal paganesimo al cristianesimo.

 

Anche i Normanni e gli Angioini

Nell’Italia meridionale, per vicende assai diverse, si sono avvicendate lungo il corso dei secoli alcune dominazioni e ciascuna ha lasciato in forme e modi diversi, presso il santuario garganico, i segni della sua presenza e della sentita devozione verso san Michele. Poco dopo il Mille, uomini guerrieri in cerca di avventure e di fortuna, sciamati dalla Normandia a piccoli gruppi, si stanziarono nell’Italia meridionale: sono i Normanni (il nome significa appunto “uomini del nord”), come erano chiamati nel Medioevo gli abitanti dell’Europa settentrionale.

Tra parentesi è bene tenere presente che fu proprio il normanno Tancredi, Conte di Lecce, ad affidare il vasto feudo di Noje alla nobile famiglia De Noha.

L’ambiente era propizio per il continuo riaffiorare di dissidi e guerre fra greci, principi longobardi, repubbliche marinare e arabi di Sicilia. Militando ora per gli uni ora per gli altri, i Normanni seppero trarre profitto dalle situazioni e finirono col diventare arbitri della sorte del paese. Infatti nel 1059, a Melfi, papa Nicolò II fece del potente Roberto il Guiscardo (vale a dire, l’astuto: così fu definito il più famoso principe normanno) un vassallo della santa Sede, nominandolo duca di Calabria e Sicilia.

I Normanni furono molto legati a san Michele. Prima di stanziarsi nel mezzogiorno italiano, avevano già conosciuto il culto di san Michele in Normandia, nel celebre santuario di Mont Saint-Michel: santuario, quest’ultimo, che era stato dedicato all’arcangelo nel 709, dopo che Oberto, vescovo di Avranches, aveva espressamente inviato dei suoi rappresentanti nel santuario del Gargano.

Quando si stabilirono nell’Italia meridionale, il loro rapporto con san Michele si intensificò maggiormente e fecero del Gargano il loro santuario preferito. Come si esprime ancora Armando Petrucci (Armando Petrucci (Roma, 1º maggio 1932 – Pisa, 23 aprile 2018 paleografo, medievista, diplomatista e codicologo italiano), il Gargano costituiva agli occhi dei normanni “quasi la capitale spirituale”, “il centro religioso più insigne: quello, oltre tutto, che meglio poteva rappresentare un legame ideale con la patria lontana”, anche se “alle popolazioni meridionali terrorizzate da questi nuovi Saraceni, da questi implacabili conquistatori, il nesso ideale che i normanni sentivano e tentavano di stabilire fra la loro azione di guerra e il culto micaelico sfuggiva”.

Nella seconda metà del XIII secolo la Sede apostolica, per difendere i suoi diritti nel sud Italia contro gli abusi della dinastia sveva, chiamò in suo aiuto Carlo I duca d’Angiò ed affidò a lui e ai suoi discendenti il Meridione d’Italia.

Per comprendere meglio quanto sto esponendo bisognerebbe non perdere di vista il bellissimo stemma dell’antico Comune di Noha: quelle tre torri e le due barchette tra le onde del mare. Anche se non riusciamo ad avere una documentazione storica che ne spieghi l’origine e il significato, da quanto detto fin qui qualcosa si può anche ragionevolmente supporre.

 

La grotta del GARGANO, già sede di culti pagani

Il promontorio di San Michele sul Gargano, immerso in uno spettacolare paesaggio naturale, che già in se stesso apre il cuore alla misteriosa voce della trascendenza, ha origini molto antiche ed è ricco di storia e di fede.

Le fonti di cui disponiamo ci permettono di andare molto lontano negli anni, di scavalcare i secoli fino a giungere al pontificato di papa Gelasio I (492-496), verso la fine del V secolo, quando l’arcangelo Michele, con le sue celebri apparizioni, fece di questo monte un luogo di culto cristiano.

La leggenda, che narra le origini del santuario, afferma che la grotta scelta da san Michele, non si impone per le sue decorazioni o per bellezza artistica, ma unicamente per i prodigi che custodisce: “Poiché si degnò di edificarla e consacrarla lo stesso arcangelo Michele, il quale, memore della fragilità umana, scese dal cielo, per far sì che in quel tempio gli uomini potessero divenire partecipi delle cose divine “.

 

Lorenzo: un vescovo venuto da Costantinopoli

Il vescovo Lorenzo Majorano, pastore della Chiesa di Siponto, è particolarmente legato, anzi coinvolto, negli eventi prodigiosi avvenuti sul Gargano. L’arcangelo Michele lo scelse come suo confidente per far conoscere al popolo sipontino e a tutti i cristiani i suoi messaggi. Il vescovo venne così scelto come strumento per far conoscere la volontà divina ai fedeli. Infatti, secondo la testimonianza della tradizione, Lorenzo fu incaricato di aprire al culto cristiano la sacra spelonca e di indicare al popolo di Dio un luogo dove incontrare la misericordia e il perdono divini.

La caverna è a me sacra, é una mia scelta; io stesso ne sono il vigile custode (..)- Là dove si spalanca la roccia possono essere perdonati i peccati degli uomini (...). Quel che sarà qui chiesto nella preghiera sarà esaudito. Và perciò sulla montagna e dedica la grotta al culto cristiano “.

Nella vita di questo santo vescovo si legge che furono proprio i sipontini, sul finire del V secolo, a rivolgersi all’imperatore d’Oriente perché nominasse un vescovo per la loro diocesi, rimasta vacante in seguito alla morte del vescovo Felice. Zenone, imperatore bizantino, seppe scegliere la persona giusta e inviò a Siponto come vescovo un suo parente, Lorenzo.

“Essendosi consultati i sipontini mandarono cittadini scelti fra il clero e il popolo all’imperatore pregandolo umilmente che venisse in soccorso alla loro Chiesa e mandasse come suo rappresentante un uomo che lui stimasse necessario nella casa del Signore in quella circostanza. L ‘imperatore, accogliendo questa richiesta, pregò Lorenzo, uomo pieno di virtù, suo parente ed amico, affinché diventasse vescovo per il popolo di Dio che era senza pastore “.

Accettata la nomina, Lorenzo lasciò Costantinopoli e si trasferì a Siponto dove, con grande saggezza, zelo apostolico e santità di vita, resse questa Chiesa per diversi anni. Non si conosce l’anno della sua morte e al riguardo le fonti ci informano che visse “usque ad tempora Justini (m. 527) et Justiniani (m. 565)” (fino al tempo dell’imperatore Giustino e Giustiniano).

Se volessimo basarci su alcune particolarità desunte dalla vita del santo presule potremmo definirlo come il portatore e diffusore del culto di san Michele nella sua diocesi. Egli proveniva da Costantinopoli, dove la devozione all’Arcangelo - come è stato già affermato - era molto viva e sentita; inoltre il Micaelion di Costantinopoli presentava delle caratteristiche molto simili a quelle del promontorio garganico. Perché allora non ipotizzare che venendo a Siponto come pastore, Lorenzo non abbia pensato di edificare sul Gargano un nuovo Micaelion proprio come era stato fatto in quel di Costantinopoli? E ragionevole pensarlo, ma dimostrarlo con documentazione incontrovertibile, risulta difficile. Una cosa però è sicuramente certa: il culto viene dall’Oriente; l’Occidente lo ha accolto e fatto proprio. Comunque, al di là di queste ipotesi, gli studiosi concordano nell’affermare che il culto all’Arcangelo Michele, una volta giunto sul monte Gargano, penetrò profondamente nel cuore della gente e fece della grotta un santuario che, col passare dei secoli, doveva divenire un importante centro di irradiazione del culto micaelico in Occidente.

P. Francesco D’Acquarica imc

 

Introduzione

Nel leggere questa ricerca tenete conto che Noha, sicuramente con nome diverso, è molto antica, anche se non ci sono documenti storici precisi: la sua storia comunque è anteriore all’era cristiana, basti pensare alle tombe messapiche,  ancora esistenti e dimenticate a ridosso di quello che uno volta era la SALPA.

Ricordo che quando pubblicammo il volume “Noha, Storia, Arte e Leggenda” il direttore del giornale “Il Galatino”, il prof. Zeffirino Rizzelli(1926-2007) mi chiamò per un’intervista alla Radio e tra le altre cose mi domandò perché il Protettore di Noha è San Michele Arcangelo. Sul momento non seppi dare una risposta articolata, ma da allora nacque in me l’interesse di approfondire l’argomento. Ed eccomi qua per condividere con voi queste mie riflessioni.

 

Perché un Santo Protettore

L’origine del fenomeno dei patroni cittadini risale al IV secolo, quando la Chiesa riservava una particolare venerazione per i propri martiri, designandoli come Patroni Titolari di una comunità. Il martire, oltre ad essere modello perfetto di vita cristiana, era considerato anche come un potente intercessore. Era desiderio di molti farsi seppellire nei pressi della sua tomba. A partire dal secolo successivo i martiri furono affiancati da santi vescovi, il cui ruolo e le cui funzioni venivano a intrecciarsi sempre più strettamente con la vita urbana.

Il santo patrono appare come un autentico elemento costitutivo della civiltà, poiché ogni momento della sua esistenza è in funzione di un avvenimento particolare della storia cittadina. Il rilancio medievale del culto per i santi patroni ha rappresentato un elemento decisivo nello sviluppo politico-territoriale delle nostre città. La novità apportata dal Cristianesimo alla natura del patronato risiede nell'aver rivoluzionato la vecchia architettura sociale, passando dalla subordinazione a un potere dispotico e oppressivo al protettorato di un’entità misericordiosa e rispettosa della dignità umana.

Il Santo Patrono dona volto e corpo all'appartenenza comunitaria e viene reinventato per adattarlo ai tempi e alle situazioni che mutano. I santi più noti non rimangono circoscritti entro una vicenda religiosa, ma diventano campioni della collettività.

 

 

Domenica 22 Settembre il centro della città diventa una grande isola pedonale per sensibilizzare sul tema della mobilità a basso impatto ambientale.

In occasione della Giornata Europea della Mobilità 2024, la città di Galatina è orgogliosa di annunciare l'evento "Giornata senza Auto", che si terrà Domenica 22 Settembre. Questa iniziativa è parte di un movimento più ampio volto a promuovere la mobilità sostenibile e a ridurre l'impatto ambientale dei trasporti urbani durante la quale tutti i cittadini sono invitati a lasciare le proprie auto a casa e a sperimentare alternative più ecologiche, come il trasporto pubblico, la bicicletta o semplicemente camminare. La giornata sarà arricchita da eventi culturali, workshop educativi e attività ricreative, progettati per sensibilizzare la comunità grazie al prezioso contributo delle associazioni, volontari e cittadini, sull'importanza di scelte responsabili per la mobilità.

La Giornata della Mobilità Sostenibile è nata come parte della Settimana Europea della Mobilità, una campagna di sensibilizzazione promossa dalla Commissione Europea per incoraggiare comportamenti più sostenibili nel trasporto urbano. Questa iniziativa invita le città e i cittadini a considerare alternative all'uso dell'auto privata per ridurre l'impatto ambientale e migliorare la qualità della vita urbana. Eventi come il "Raccolta dei Mozziconi",  "Educazione stradale",  la “Biciclettata” o “Silent WorkOut” sono esempi di come questa giornata stimoli la riflessione sull'uso degli spazi urbani e promuova un futuro più verde. L'evento, che si svolge annualmente dal 16 al 22 settembre, mira a incoraggiare il cambiamento comportamentale verso trasporti più puliti e intelligenti. Quest'anno, il tema è "La condivisione degli spazi pubblici", un invito a ripensare l'uso delle aree urbane per migliorare la qualità della vita dei cittadini.

 “L’iniziativa legata alla Giornata Europea della Mobilità, intende essere un primo passo, al quale ne seguiranno altri per promuovere la mobilità sostenibile e per condividere gli spazi pubblici a favore di pedoni ed una mobilità lenta e a favore di socialità”, sottolinea l’Ass.re all’Ambiente e Lavori Pubblici Spoti. “Porre l’attenzione su questi temi è quanto mai importante,  affinchè proprio attraverso la condivisione di buone pratiche tra cittadini, si possa creare una comunità non solo ricettiva ma anche propositiva di buone pratiche, capaci di guardare e contribuire al raggiungimento degli Obiettivi 2030 in Agenda Onu, che chiede una spinta più decisa verso la riduzione dell’utilizzo dell’auto e un’attenzione maggiore verso l’ambiente”, conclude Spoti.

L'evento, che si svolge annualmente dal 16 al 22 settembre, mira a incoraggiare il cambiamento comportamentale verso trasporti più puliti e intelligenti. Quest'anno, il tema è "La condivisione degli spazi pubblici", un invito a ripensare l'uso delle aree urbane per migliorare la qualità della vita dei cittadini.

Il dettaglio degli appuntamenti  di domenica 22 Settembre, che si svolgeranno in piazza San Pietro e piazza Alighieri, entrambe pedonalizzate dalle ore 8.00 alle 22.00:

ore 08.30 in piazza San Pietro - Raccolta Mozziconi con l’associazione Legambiente in collaborazione con i ragazzi del Servizio Civile Universale, che esporrà un’opera d’arte del prof. Carlo di Cillo

ore 09.30 in Corso Principe di Piemonte - Corso di Educazione Stradale con l’autoscuola di Giuseppe Tundo;

ore 10.00 in piazza Alighieri appuntamento con la Pet Therapy con l’Associazione Abilmente Insieme;

ore 10.00 partenza in piazza San Pietro e tour nel centro storico Biciclettata narrata a cura di Andrea Merico, Legambiente e Servizio Civile Universale.

ore 17.00 in piazza Alighieri Laboratorio di Cartapesta a cura di Incartheart

ore 17.00 -21.00 avvicinamento alle attività sportive come tiro con l’arco con Archery Club Veglie, tiro di scherma con l’Accademia di Scherma Lecce, dimostrazione di ping pong con asd La Civetta, avvicinamento al tennis con asd Circolo Tennis Galatina, partecipazione della scuderia Dell’Anna con i meravigliosi rapaci;

ore 18.30 Palazzo Gorgoni, presentazione del libro Il Sole Dentro di Valentina Ronzino

ore 18.30 in piazza San Pietro attività di Silent  Workout con l’Associazione Abilmente Insieme

ore 20.30 in piazza Alighieri  Spettacolo di Acrobatica aerea a cura di Elena Rebel Circus

ore 21.30 in piazza San Pietro Live Quintet  concerto con Cristina Greco con le hit della musica italiana.

Tutte le iniziative in calendario sono gratuite.

La giornata sarà arricchita anche con esposizioni, mercatini e visite guidate gratuite a tema mobilità sostenibile attraverso l’arte presso il Polo Bibliomuseale  Pietro Cavoti, grazie alla partecipazione degli operatori e dei ragazzi del Servizio Civile Universale.

Barbara Perrone
Referente Marketing Territoriale - Comunicazione
Ufficio di Staff del Sindaco

 
Di Redazione (del 17/09/2024 @ 16:47:26, in Comunicato Stampa, linkato 201 volte)

 

 

Riceviamo e pubblichiamo i video dell'eventi di domenica 15 settembre organizzati dalle associazioni "Centro Ippico A.S.D. Sant'Eligio" e "Furia Nohana".

 
Di Michele Scalese (del 17/09/2024 @ 08:35:46, in Comunicato Stampa, linkato 167 volte)

Nasce oggi a Noha l’Associazione “Un Cuore Protetto” – OdV per volontà del suo fondatore dott. Michele Scalese e di un gruppo di volontarie e volontari allo scopo di sensibilizzare e prevenire la violenza sotto qualsiasi forma come la violenza di genere, l’omotransfobia, il bullismo, il cyberbullismo. La peculiarità dell’Associazione, inoltre, consiste nel fornire alle maltrattate e ai maltrattati il necessario supporto psicologico e legale del tutto gratuito mediante la professionalità di psicologi e legali che collaboreranno con il dottore Scalese per svolgere a pieno la missione che l’Associazione senza scopo di lucro si è prefissata. L’operosità  di diversi volontari che da tempo stanno lavorando assiduamente per costituire uno spazio accogliente, garantiranno poi l’apertura pomeridiana della sede che vuole essere un luogo di ascolto, di dialogo, di studio o un luogo ricreativo dando un segno forte e visibile della presenza sul territorio per chiunque ne avesse difficoltà attraverso l’impegno al contrasto della violenza e di ogni sua forma, non solo attraverso campagne di sensibilizzazione o prevenzione, ma educando le nuove generazioni al rispetto e alla condivisione. Secondo il Presidente dell’Associazione dott. Michele Scalese questa realtà parte a febbraio 2023. Tutto ebbe inizio da un post social in cui parlavo di violenza, degli effetti del trauma in seguito a maltrattamenti sul vissuto quotidiano di ognuno di noi. Da quel post tante richieste di aiuto, di sostegno psicologico, di ascolto. Ma si sa che nel nostro contesto sociale chi chiede aiuto approcciandosi ad uno psicologo non è altro che la minoranza di un tessuto sociale compromesso da fenomeni di violenza, ed io non potevo stare inerme. Io non potevo girarmi dall’altra parte e fingere che stessi svolgendo pienamente la mia missione di vita. Così mi guardai attorno, volevo costruire una bella realtà di volontariato che desse ascolto a chi ancora oggi soffre a causa di maltrattamenti. Ringrazio i miei soci, i volontari di oggi e di domani, li ringrazio sempre perché nulla senza di loro avrei potuto fare.

 


È tradizione della piccola Noha, non a caso conosciuta come “la città dei cavalli”, festeggiare la Madonna delle Grazie proprio in sella a questo nobile animale.

A una settimana dalla ricorrenza religiosa, il 15 settembre, ci si dà appuntamento nel prato nei pressi dello stadio: cavalli, cavalieri, maestri sellai e palafrenieri del circondario si ritrovano per partecipare alla fiera dove, dalla mattina e fino al pomeriggio inoltrato, l’area del campo sportivo è teatro di gare, competizioni tra i meravigliosi cavalli da sella, ma anche scenografia di colorate sfilate, con i carretti dipinti a mano, i traini, le parature, e tutto il contorno di stand e bancarelle dove acquistare attrezzatura, finimenti pregiati e campanelle portafortuna.

Protagonisti della giornata, tra gli altri, gli splendidi animali del Centro Ippico Sant’Eligio di Noha, e i suoi maestri spagnoli. Ospiti i colleghi dell’accademia nazionale di arte equestre “Il Nero luminoso” che si esibiscono nelle diverse specialità equestri con i cavalli tra i più apprezzati del mondo: i murgesi.

 
Di Redazione (del 13/09/2024 @ 09:38:51, in Comunicato Stampa, linkato 197 volte)

Domenica 15 Settembre dalle ore 9.00 andrà in scena la tradizionale Sfilata Equestre per le vie cittadine con partenza da via Giotto.

Mentre alle ore 19.00, nei pressi del campo sportivo, ci sarà la grande novità di quest'anno il “Gran Gala’ Equestre”, uno spettacolo unico ed esclusivo con ospite l’accademia nazionale di arte equestre “Il Nero Luminoso”, non mancherà anche l'intrattenimento per i bambini, mentre il gruppo degli “Mpizzicaturi” allieterà il pomeriggio con la propria musica tradizionale.

 
Di Redazione (del 09/09/2024 @ 19:46:37, in Comunicato Stampa, linkato 189 volte)

 

Riceviamo e pubblichiamo il video dell'evento "Noha Park", organizzato dalle associazioni "Centro Ippico A.S.D. Sant'Eligio" e "Furia Nohana".

 
Di Redazione (del 09/09/2024 @ 13:05:09, in Comunicato Stampa, linkato 232 volte)

Il tempo passa (nonostante la ormai proverbiale fissità dell'orologio della nostra torre) e pesa come un macigno sulla struttura, la storia e l'arte di questa meraviglia fatta di appartenenza, memorie, racconti famigliari e epopee, incontri e immagini: quel dibattito ormai dimenticato nel vociare becero del profitto per i pochi e nelle "brioches della regina Antonietta" per i molti.

https://www.corrieresalentino.it/2024/09/alla-scoperta-del-salento-le-casiceddhre-di-noha-e-linsegnamento-del-loro-piccolo-angelo/

 

Noha.it

 

Canto notturno di un pastore ...

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