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Di Redazione (del 03/06/2024 @ 20:47:20, in Comunicato Stampa, linkato 318 volte)

Era il 27 giugno 2023, quando  in occasione dell’ inaugurazione della 64° Fiera Campionaria di Galatina, tenutasi nel sito “storico”  dell’ Istituto scolastico Polo I, alla presenza di diversi esponenti politici a cominciare dal Deputato Marti e dell’Assessore Leo, con roboante annuncio a sorpresa, meritevole senza dubbio di un proscenio decisamente migliore,  tipo un  balcone di Piazza Venezia,  veniva reso pubblico  dall’Architetto Foresta, rappresentante della “iArchitettura” , quanto progettato su formale incarico della attuale amministrazione, con in testa il Sindaco Vergine.

Si tratta (o si trattava) di un progetto di rilancio dell’intero comparto fieristico di Galatina, che ad oggi si presenta in totale stato di abbandono.

Si dovrebbe chiamare (o si chiamerà) TAM TAM  (Teatro arte e movimento-Taranta architettura e musica), e dovrebbe estendersi su un terreno di 20 ettari circa, su cui verrà realizzato di tutto: da piscine olimpioniche a campi di padel, da sale concerto con 7000 posti a sedere e retropalco con altri 3000 posti sempre a sedere. Non manca neanche uno spazio dedicato alla cultura. Previsto infatti uno spazio di oltre 4000 mq da destinare all’esposizione e promozione dell’arte contemporanea, in collaborazione con il noto MUSEO MAXXI di Roma. Il tutto contornato da una ampia zona verde con annessa area parcheggi da fare invidia a quelli individuati e non trovati in occasione del concerto dei Negroamaro nell’ aereoporto di Galatina.   Un progetto che a dire dell’Arch. Foresta, sarebbe finalizzato a favorire uno sviluppo moderno del territorio, nonché a sdoganare le tradizioni locali al di là di un pericoloso provincialismo.

E fin qui tutto bene. D’altro canto, chi non sarebbe contento di veder realizzato la mega struttura descritta (il cui costo complessivo si aggira intorno ai 40Milioni di Euro) sul nostro territorio?

Quello che non è chiaro, è come si concretizzato il progetto?

In effetti, non mancano le ombre e i dubbi su quanto declamato dall’arch. Foresta che dagli atti ufficiali dell’amministrazione Vergine, risulta assegnatario dell’incarico solo il 27 giugno 2023, vale a dire poche ore prima che fosse invitato a parlare del progetto. La domanda nasce spontanea: come ha fatto a completare un lavoro evidentemente molto complesso in poche ore? Evidentemente, in altra maniera, ci stava lavorando già da diverso tempo!! Dagli atti ufficiali risulta che lo stesso giorno, con apposita determina n.1097 il RUP (responsabile unico progetto) ha impegnato 19.032,00 € sul bilancio 23/25 per affidare l’incarico di supporto al RUP stesso,  nella persona dell’Architetto Foresta.A questo punto, le opposizioni, “non convinte” di quanto pubblicizzato, con apposita interrogazione presentata nel Consiglio Comunale di Galatina il 25 luglio 2023, chiedono lumi al Sindaco che a suo tempo risponde come segue:

Costituisce mero atto di aggiudicazione a valle della procedura, ma nulla vieta alle strutture comunali di iniziare ad avvalersi dell’operato del professionista incaricato nelle more di detta formalizzazione, una volta appurata l’assenza di cause di esclusione ex lege a mezzo della visione della documentazione prodotta in sede di risposta alla citata lettera di invito. Ancora, nulla vieta al professionista individuato ed invitato, di dare corso all’attività richiesta, assumendosi evidentemente il rischio di non vedersi corrisposto l’onorario pattuito per la prestazione nel caso la procedura di aggiudicazione definitiva non dovesse favorevolmente concludersi“.

Non giudichiamo la risposta, quello che mettiamo in dubbio è che sia molto improbabile che un professionista e il suo studio lavorino gratis per circa 1 anno.

Fin qui la succinta  cronistoria dei fatti inerenti un progetto che poneva le basi del reperimento delle risorse economiche  (40ml/e) puntando ad intercettare tre linee di finanziamento finalizzate allo scopo: la collaborazione con il dipartimento del governo «Sport e salute», cultura e ambiente, nonché eventuali risorse provenienti dal Pnnr.

Ad un anno di distanza, tutto ciò sembrerebbe diventato una chimera, malgrado la presenza di tanti amici nei posti che contano a livello governativo. Evidentemente l’amministrazione Vergine non è in grado di incidere più di tanto, ed i risultati si vedono. In effetti non ci risulta alcuna assegnazione in merito e il tutto si è rivelato come mera narrazione propagandistica. E di questo sembra anche essersi convinto lo stesso Sindaco Vergine, che in una recente intervista, a domanda specifica sull’argomento TAM TAM, ammetteva le grosse difficoltà incontrate, attribuendo la responsabilità anche alla burocrazia e ventilando l’ipotesi di rivedere/ridimensionare l’intero progetto, con i necessari/consistenti tagli, cercando di coinvolgere i privati (a chi pensa?) nel finanziare l’opera, magari cedendo parte della nostra sovranità. Forse venderà anche palazzo Orsini…..

A questo punto, possiamo entro il 27/6/24 (compleanno del proclama), avere risposte un po' più certe? Così, tanto per non pensare (laddove qualche malpensante lo facesse), che noi cittadini abbiamo sprecato o stiamo per sprecare 19.000,00 euro per una idea delirante di un qualunque amico degli amici?

Caro Sindaco, nel suo interesse e soprattutto per non creare aspettative nei cittadini, per il futuro, per cortesia,  “ non dica gatto se non ce l’ha nel sacco“!!!!

 

PARTITO DEMOCRATICO

CIRCOLO DI GALATINA

 

 

Oggi lunedì 3 giugno alle ore 18:30, nella Sala conferenze dell’ex Palazzo De Maria, in Corte Taddeo, ospiteremo il Direttore de il galatino, don Francesco Coluccia, per un incontro su “La scelta editoriale di pubblicare la storia urbanistica di Galatina”, un prezioso inserto pubblicato in più puntate dal giornale, scritto dall’architetto Rosario Scrimieri.

A questa interessante ricostruzione storica la nostra Associazione ha dedicato tre incontri nei quali l’architetto ha preso in esame il suo lavoro, soffermandosi sugli accadimenti dagli anni '50 fin quasi al secondo decennio di questo secolo.

Il focus sulla storia delle vicende urbanistiche della nostra città ha consentito di rivivere periodi della sua vita politica, sociale e culturale e come da quella narrazione si siano potute ricavare indicazioni per una urbanistica partecipata per il nostro futuro.

La serata odierna, invece, vuole approfondire, grazie alla presenza del suo Direttore, le ragioni che hanno spinto il galatino a pubblicare la storia urbanistica di Galatina curata dall’architetto Scrimieri, che sarà presente in sala per testimoniare anch’egli la progettazione e la realizzazione di questa preziosa raccolta.

Appare abbastanza chiaro che sarà evidenziato, nel corso del dialogo tra don Francesco Coluccia e il presidente dell’Università Popolare Mario Graziuso, il ruolo che la testata galatinese ha avuto e ancora occupa nella nostra storia cittadina, nel suo racconto della città nel tempo sotto ogni profilo, un giornale che, come ebbe a scrivere don Antonio Antonaci il 15 gennaio 1988 in un suo editoriale, “ormai il Galatino è diventato una vera e propria istituzione”, ed ancora continua ad essere tale.

 
Di Antonio Mellone (del 02/06/2024 @ 17:13:03, in NohaBlog, linkato 1012 volte)

Gli umarèll di Noha sono in agitazione. Per chi non conoscesse il significato di codesto neologismo molto diffuso in quel di Milano, diciamo che - come riportato dalla Treccani - il lemma sta in genere a indicare il pensionato che s’aggira presso i cantieri intento a controllarne i lavori in corso, elargire consigli non richiesti, e criticare lo stato dell’arte.

Insomma il povero umarèll de nohantri s’era illuso di poter svolgere il suo “mestiere” in santa pace al primo rapidissimo esame di un cartello in rame affisso con quattro centroni direttamente sul prospetto della torre del locale Big Ben: avviso attestante solennemente, in ordine sparso, messa in sicurezza, risanamento, ripristino e dunque ritorno all’antico splendore di struttura, facciata, cupola, sculture in petra aurea, campane e martelli, illuminazione, marchingegno, lancette e quadrante dell’orologio, serramenti, e infine sale e balconi posti al primo piano dell’ottocentesco monumento.

Pazienza se nel suddetto manifesto, come invece molto probabilmente indicato dalla legge, non v’è riportata alcuna indicazione dell’importo dei lavori (tanto si tratta di soldi della collettività, e chi se ne frega), ma per fortuna, per la prima volta nella storia degli appalti pubblici, troviamo l’indicazione di una loro durata a piacere, un arco temporale elastico, un decorso malleabile, senza una data d’inizio o una terminale: in sostanza un lasso temporale “flessibile e inclusivo” (tanto per essere alla moda anche dal punto di vista semantico): dico 150 giorni in tutto, che, volendo, potremmo pure conteggiare a salti. Tanto l’orologio della torre è fermo, figurarsi il calendario e l’elettroencefalogramma di pollowers in estasi e di certa “stampa” quotidiana (un tempo senza virgolette e con la vocazione del cane da guardia).

 

Intanto l’umarèll di turno, gironzolando con le mani dietro alla schiena nella pubblica agorà come manco il sovrintendente alle belle arti, all’inizio credeva di aver trovato finalmente un po’ di pane per la sua dentiera, se non altro per sbarcare l’incipiente stagione primavera-estate, anzi tutto il lunario; invece, spaesato nel suo stesso paese, ha dovuto constatare sconsolato che sopra, sotto, dietro e intorno alla grande impalcatura presa a noleggio dalla ditta Giorgio Manco (quel Manco sarà forse voce del verbo?), per interi giorni, settimane e ormai anche mesi non s’è vista anima viva, e dunque non riusciva a comprendere come esattamente tutti quegli impegni potessero essere assolti nel breve volgere del promesso pentamestre.

È che gli umarèll di queste contrade sono anacronistici, antidiluviani proprio, non hanno ancora capito che quello non è assolutamente un cantiere fantasma, ma il frutto della più moderna tecnologia. Infatti oggi abbiamo intelligenza artificiale e algoritmi a gogò in grado di fare miracoli, onde gli ingegneri lavorano in Dad, gli operai sono tutti in smart working con martello e scalpello virtuali, il kit delle altre attrezzature è solo on-line (in pratica kit è mort), certe operazioni delicate si realizzano in telechirurgia, i pagamenti avvengono tramite l’home-banking, quando non direttamente in cripto-valute, ergo lo stato avanzamento dell’opera si compirà con la sola forza del pensiero, e questo a prescindere dagli assessori ai lavori pubici che, mutatis mutandis, pare si cambino appunto come le mutande.

Ma tranquilli tutti quanti, umarell e resto del mondo: il virgineo sindaco - quello dei superlativi assoluti [nei suoi discorsi non trovi aggettivi di grado positivo, ma soltanto epiteti con desinenza in –issimo, ndr.]), maestro di slogan galvanizzanti folle fiduciose e plaudenti, non vede l’ora di tagliare il nastro inaugurale della restaurazione, pardon del restauro, con tanto di fascia tricolore a tracolla; e questo avverrà quando meno ve lo aspettate e alla faccia vostra, quattro oppositori disobbedienti, dubbiosi, critici, e pure un tantino beffardi che non siete altro.

Non solo. Reduce dal recente successo registrato con la performance sul puteale della Trozza (gridolini di piacere dei supposters nel vederlo colà spaparanzato in tutto il suo splendore), con un salto da fare invidia a Spiderman s’inerpicherà fin sulla cima del vecchio campanile civico nohano, dimostrando a tutti, vivaddio, quanto egli sia aitante, atletico, pronto a scalare vette fisiche e metafisiche mai immaginate prima d’ora lungo tutto l’orbe terracqueo.

Non per nulla qui abbiamo campioni assoluti di alpinismo. Sugli specchi.

Antonio Mellone

 

Un tuffo nella storia con la consapevolezza che i tempi sono cambiati ma le tradizioni e la fede hanno ancora tanto da dire e comunicare. E quale miglior modo se non attraverso la musica, quella compagna di cammino che non abbandonava nei canti e nelle preghiere i pellegrini che da Canterbury sino a Roma percorrevano la via francigena sino a spingersi più a sud, fino alla Puglia, in tre diversi percorsi ponte per raggiungere la terra santa. 

In questa ricerca della tradizione, con la voglia di percorrere un cammino comune, l’ufficio scolastico regionale della Puglia Ufficio VI di Lecce ha promosso la rassegna territoriale “Music_Andando per la Via Francigena. Itinerari di Musica, Arte e Folklore lungo la via francigena salentina, per cercare di riscoprire il senso di quel cammino ed esaltare la gioiosa festa di musica delle scuole ricadenti lungo quei cammini. 

E Galatina ricade proprio nella via Leucadense, quel tratto che da Brindisi porta sino a Leuca, in cui, assieme ad alcuni comuni limitrofi, giovedì 30 maggio ha visto realizzarsi una “sosta di pace”. Un percorso immaginario tra passato e presente, attraversando quel tratto che dalla torre dell’orologio arriva in piazza Orsini, sei scuole hanno fatto rete e si sono incontrate sotto l’ombra protettrice della Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, meta ogni anno di moderni “pellegrini” che restano incantati nel vedere gli affreschi di una basilica che ricorda la basilica di Assisi, nello spirito di Francesco. 

Dai bambini della scuola dell’infanzia con la loro allegria e spensieratezza nei canti e nei balli, passando dalle esibizioni di scuola primaria e secondaria di primo grado per arrivare agli studenti di scuola secondaria di secondo grado. 

Testimonianza che ogni sosta era sì momento di riposo dopo il faticoso cammino, ma anche momento di scambio e di festa assieme a compagni di viaggio vecchi e nuovi. 

 

Due serate di spettacolo e intrattenimento, patrocinate dalla Provincia di Lecce, dai Club per l’Unesco di Firenze e di Galatina, che hanno fatto da cornice a un importante dibattito sociale, supportando le famiglie e offrendo loro nuovi spazi e opportunità.

Artisti di diverse discipline, dalla musica al teatro, dalla moda al canto, si sono alternati sul palco, trasformando il teatro in un luogo di condivisione e inclusione. Durante l’evento, si è  esibita anche la band Dakkamà, portando il suo energico repertorio musicale a sostegno della causa grazie alla forza coinvolgente della pizzica salentina e della sua danza.

Il connubio tra la musica e le luminarie, installate dalla ditta Lumino Creative Design, hanno trasformato il palcoscenico del Teatro Puccini in un piccolo borgo salentino, capace di accogliere tutti gli artisti che hanno aderito all’evento.

 

Canto notturno di un pastore ...

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