Di Antonio Mellone (del 08/04/2020 @ 21:39:15, in NohaBlog, linkato 962 volte)

Immanità (cioè crudeltà, bestialità), ma pure inanità (vale a dire inutilità, soprattutto per se stesso). Ci andrebbero bene anche imbecillità, immaturità, immutabilità, e molte altre parole ossitone. Perfino immunità. Il gregge infatti è immune dal concetto di pensiero autonomo: s’adegua piuttosto compatto a quello dell’uomo forte di turno, incapace com’è di farsi un esame di coscienza di classe.

Non sono un epidemiologo - al più un (apprendista) epistemologo - sicché ora, più che parlare di anticorpi, a me preme dire un paio di cosette, come dire, da quarantena.

Da quel che leggo di sfuggita sui social network (benché ultimamente mi venga automatico di starne lontano il più possibile manco fossero infetti) v’è più di qualche aspirante ad almeno un giorno da pecora. E non parlo degli slogan-tormentone che non so a voi ma a me hanno stufato più degli arresti domiciliari, quanto delle esternazioni dei novelli filosofi della politica, per di più economica.

Insomma, c’è chi crede, beato lui, che questo Shock (o meglio Sciocc) abbia dato una spallata definitiva al capitalismo, che tutto cambierà (senz’altro in meglio), che finalmente nascerà una nuova era di solidarietà nazionale, che dico, internazionale, che finalmente non avremo più a che fare con il neoliberismo: vocabolo, quest’ultimo, da non proferire nemmeno per isbaglio, in quanto quelli che lo sostengono non hanno interesse a dare agli altri un’arma concettuale importante per combatterlo; mentre quelli che lo osteggiano non ne parlano troppo apertamente, per via del fatto che, come diceva quello, il buon senso si è ormai eclissato per paura del senso comune.     

E così non ci accorgiamo che il capitalismo tutt’altro che fallito, già diffuso da anni con la progressione geometrica del contagio, continua a insinuarsi nella società apparentemente liquida, adattarsi alle nuove forme, impregnarci pure i vestiti convincendoci che non v’è alternativa. A prima vista in quiescenza, insiste invece a signoreggiare, totalitario come sempre, guerrafondaio, ecocida, pieno zeppo di effetti collaterali micidiali visibili ormai soltanto al microscopio dell’Agnotologia (che sarebbe lo studio della produzione scientifica dell’ignoranza e della disinformazione).

 
Di Antonio Mellone (del 21/04/2020 @ 18:10:24, in NohaBlog, linkato 1123 volte)

Mai come in questo periodo si sente tanto parlare di Librerie: dai, i negozi di quelle cose con i segni grafici sulle pagine, da aprire, sfogliare, e se capita perfino leggere.

Approfitto del momento d’oro del settore per suggerire i primi quattro imperdibili best seller:

1) I PROMESSI SPONSOR di Alessandro Menzioni.

È la storia di una raccolta fondi da parte di un bel po’ di magnati spinti da conscience-washing (credendo di averne una, di coscienza), finalizzata alla nascita di un lazzaretto all’interno della fiera di Milano - onde l’etimologia “magnate” è costretta a oscillare tra il verbo “magnare” e il lemma “magnaccia”.

I donatori di sangue altrui sono stati così discreti da aborrire qualsiasi forma di Grida, menzione in tv, conferenze stampa, e trafiletti cartacei e on-line. Il battage su importi e ragione sociale del mercante in fiera è da ascrivere soltanto a una fuga di notizie (cd. provvida sventura). Pare che l’esempio sia diventato così virale (dagli all’untore!) che al di sotto di quel ramo del lago di Como, cioè verso Mezzogiorno, ha scatenato una corsa emulativa all’ultima donazione. Insomma davvero Bravi. 

2) L’AMORE AI TEMPI DEL COVID di Gabriel Garcìa Marchette.

 
Di Antonio Mellone (del 26/04/2020 @ 22:05:06, in NohaBlog, linkato 1076 volte)

Benché dopo quasi due mesi di quarantena forzata io abbia i dreads che manco Bob Marley, dovete sapere che al di là dell’attuale apparente aspetto da hippie sono un convinto yuppie, così tanto che la mia indole mi porta a coltivare le amicizie che contano: tipo quelle con i miei “fratelli” bocconiani che meritoriamente (ah, la meritocrazia) sono stati cooptati dal Conte di Montecristo, cioè dei povericristi, nella celeberrima Task Force di esperti per la Fase Due.

Ebbene sì, grazie alle mie entrature, stavo per dire alla mia influenza, son riuscito a avere in anteprima tutte le novità relative all’Italexit (come gli Alumni amici dell’alma mater avevano pensato di appellare l’uscita degli italiani dalle loro case, dopo tre ore e mezza di videoconferenza notturna), ovvero, appunto, Fase Due, come più prosaicamente è stata poi definita dal resto dei taskforzisti.

Cercherò di segnalare di seguito qualcuna di queste novità che, da qui a poche settimane, ci vedranno quasi tutti coinvolti: però, per l’alma dei morti vostri, non divulgate oltremodo quelle che per ora sono solo indiscrezioni che i miei compagni di merendine, con il supporto degli scienziati - i cui studi approfonditi per ora sembrano esclusivamente quelli televisivi - mi hanno passato sottobanco.  

Premesso che gli anziani avranno la possibilità di vedere la luce soltanto nella Fase Tre (cosiddetta Trifase), pena l’immediato internamento in una RSA - onde la suddetta luce passerebbe da temporanea a perpetua - tutti gli altri dovranno attenersi alle nuove tavole della legge. E, v’imploro preventivamente, evitate i piagnistei tipo: Questa Fase Due Ci Fa Rimpiangere La Uno.

 
Di Antonio Mellone (del 01/05/2020 @ 22:19:56, in NohaBlog, linkato 1264 volte)

Semplice. Basta interpretare la Costituzione a proprio piacimento, a partire dall’articolo uno, senza scordare il trentasei.

Praticare il politically correct, facilitare il vocabolario, semplificare il numero dei pensieri riducendoli all’Unico. Seminare ignoranza in modo da trasformare in miraggio la coscienza di classe. Ridurre lo studio all’alternanza scuola-lavoro, più che renderlo occasione di interrogativi critici.

Promuovere a Cavalieri del Lavoro i padroni e quasi mai i loro operai. Confondere le acque facendo credere alla classe dominata di essere la dominante. Ritenere che i sindacati firma-tutto facciano gli interessi dei loro assistiti. Scaricare sui lavoratori la cagione della loro oppressione.

Stimolare la guerra tra poveri e mortificare la lotta di classe. Continuare a estrarre plusvalore dalle fasce più deboli della popolazione. Parlare di Legalità scordando la Giustizia. Reputare il Liberismo come passaggio obbligato alla Modernità. Far credere che la disoccupazione sia colpa dei fannulloni.

Considerare certi diritti come un optional. Lasciare al palo i salari e portare acqua al mulino dei profitti. Caldeggiare il lavoro a titolo gratuito. Dare la colpa al cuneo fiscale con l’assunto secondo il quale la questione retributiva sia un problema meramente redistributivo. Prendere per verità assoluta il fatto che il salario minimo sia di intralcio a “sviluppo e crescita”. Vedere gli stipendi come un costo e non come un pezzo di società da rispettare.

Non capire che il saccheggio dei beni comuni è l’altra faccia del profitto. Pensare che il fine ultimo delle politiche economiche non siano il benessere e la piena occupazione, ma la “concorrenza e la competitività”. Parlare in continuazione di merito e di competenti (confondendone gli epigoni con i leccapiedi), e, dio non voglia, di resilienza.

 
Di Marcello D'Acquarica (del 07/05/2020 @ 21:28:27, in NohaBlog, linkato 1225 volte)

Conviene metterla sul personale, o comunque sullo specifico, sennò rischiamo di parlare sempre di aria fritta o di niente. E la colpa è sempre di nessuno.

Il sottoscritto, come tantissimi altri, e anche tanti vostri figli che sono costretti a fare la stessa cosa tutt’oggi, se ne andò via da qui per lavoro, portandosi dietro uno stato d'animo stra convinto che questo nostro paese (Noha e dintorni) fosse un paradiso di sole, con il mare straordinario a due passi, di campi verdi, e di tante cose buone, aria compresa, tutte bellezze introvabili altrove.

Poi, alla fine di una lunga vita di sacrifici, al ritorno definitivo, diciamo pure che qualcosina di quel che c'era nello stato d'animo d'allora, non ci sta più. Svanito. E va be'.... Uno pensa che sia colpa del famigerato progresso, ed è il prezzo da pagare per cotanto benessere.

Sfioriamo l'ossimoro (per non dire il ridicolo) con 'sto benedetto "scotto" da pagare per avere in cambio “cotanto benessere”.

E ci mancava pure la quarantena a tempo indeterminato, e tanti morti innocenti, giusto per ottimizzare lo “scotto”.

 
Di Marcello D'Acquarica (del 19/05/2020 @ 13:31:49, in NohaBlog, linkato 1241 volte)

“Qui muoiono come mosche e vedono morire i loro figli, eppure cercano una “sistemazione” all’Ilva o all’Eni o alla Cementir anche per loro. E’ la dannazione di questa terra: il non pensare al futuro”. (Marta Vignola, La Fabbrica, Meltemi, Azzate -VA; 2018,  pag. 187).

Taranto dista in linea d’aria da Galatina e frazioni circa 80 km, le polveri dell’acciaieria, che trasportano la diossina, coprono un raggio di circa 300 km.

La storia si ripete ma l’evoluzione cambia stato d’essere. “Antropocene” è il termine che indica l'epoca geologica attuale, nella quale all'essere umano e alla sua attività sono attribuite le cause principali delle modifiche territoriali, strutturali e climatiche (cfr. - Wikipedia).

A proposito di Antropocene, il confronto fra il nostro territorio con il dramma dei tarantini può essere giusto e previdente. A Taranto nel 2008 furono uccise tutte le pecore contaminate dalla diossina: invece di curare le cause, si procedette al palliativo della polvere sotto il tappeto.

La mattanza degli ulivi secolari in corso d’opera, mutatis mutandis, fa il paio con l’abbattimento delle pecore tarantine: non si corre mica ai ripari, non si va alle cause del loro disseccamento, si cerca invece di occultarne in qualche modo gli effetti più immediatamente visibili.

L'inquinamento racchiude tutte le mattanze, compresa quella che ci costringe a non lavorare più liberamente per non essere contagiati dal Coronavirus. Ma difficilmente andiamo alla ricerca delle sue cause: al più evidenziamo disgusto, disappunto ecco, per le sue manifestazioni più immediate, ma mai a chiederci qual è il peccato originale di tanta devastazione. Insomma finiamo per occuparci sempre del dopo, e mai di preoccuparci del “prima”.

 
Di Albino Campa (del 20/05/2020 @ 18:13:33, in NohaBlog, linkato 1988 volte)

“Mangiare genuino, e soprattutto i prodotti delle nostre campagne” - così Pietrina Congedo commenta il traguardo dei 100 anni che festeggerà proprio oggi, mercoledì 20 maggio 2020. I familiari, visti i tempi che corrono, hanno organizzato per lei una piccola festa (pochi intimi, e pure a distanza) di “Buon Secolo”.

Pietrina nasce il 20 maggio 1920 a Cutrofiano nel Casale Vallone, da mamma Giuseppina Congedo e papà Francesco Congedo (il cognome uguale è dovuto al caso, ndr.). Lì ha vissuto la sua giovinezza con il fratello e le due sorelle.

Come è composta la tua famiglia, Pietrina?
Ho 5 figli e 9 nipoti.

Quali lavori hai svolto?
Ho lavorato prima nella fabbrica dei tabacchi, e poi nello stabilimento del Brandy Galluccio di Noha, dove mi occupavo però della produzione delle conserve. Ma non ho mai trascurato il lavoro nella nostra campagna. E poi non bisogna dimenticare il lavoro in casa, quello della casalinga, che forse è il più pesante di tutti.

Qual è il tuo hobby?
Fare l’uncinetto e il ricamo, ché non bisogna stare mai con le mani in mano.

Come trascorrevi la vita a Noha quando eri piccola?
Eh, quanti ricordi. Andavo alla scuola di ricamo della mescia Vata de le Curisce, e nel tempo libero, cioè di domenica, andavo a passeggiare sulla via di Aradeo con le mie amiche. Durante il periodo di carnevale ci divertivamo travestendoci de Masci poi, in gruppo, accompagnati da uno che conosceva la famiglia, andavamo a ballare nelle case che di volta in volta ci ospitavano. Ma queste cose non erano ben viste dai nostri genitori. Una volta tornai a casa con un po’ in ritardo, non ti dico: mia mamma mi stava aspettando con una Sarmenta in mano.

Qual è  un altro segreto per una lunga vita (oltre a mangiare sano)?

 
Di Albino Campa (del 26/05/2020 @ 18:04:00, in NohaBlog, linkato 2093 volte)

La comunità di Noha ormai è da Guinnes dei primati con i suoi bellissimi centenari, e proprio in piena emergenza pandemia: evidentemente i nostri nonni si guardano bene dal frequentare la movida, come si dice, “quando non è il momento”.

Oggi anzi ieri è stata la volta di nonna Santa che, con una fascia da Miss Secolo da fare invidia a quella tricolore dell’assessore, ha tagliato una buonissima torta con fiori, panna, ciliegie, e pasta di mandorle, più grande di lei, tenero scricciolo.

Il traguardo raggiunto dalla nostra Santa è stato celebrato, come si diceva, con l’intervento dell’Assessore Loredana Tundo, che, a nome dell’Amministrazione Comunale e quindi di tutta la popolazione, ha augurato alla novella centenaria nohana tutto il bene del mondo.

 
Di Redazione (del 03/06/2020 @ 21:23:24, in NohaBlog, linkato 1607 volte)

Bravissima la nostra Arianna Gabrieli insignita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella del titolo di Cavaliere del Lavoro per la sua attività di ricerca.

Congratulazioni, dottoressa, e "ad maiora" da parte di tutti i nohani.

Come annunciato ieri a Codogno, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto insignire dell’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica un primo gruppo di cittadini, di diversi ruoli,  professioni e provenienza geografica, che si sono particolarmente distinti nel servizio alla comunità durante l’emergenza del coronavirus. I riconoscimenti, attribuiti ai singoli, vogliono simbolicamente rappresentare l’impegno corale di tanti nostri concittadini nel nome della solidarietà e dei valori costituzionali.



 

Canto notturno di un pastore ...

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