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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 24/11/2024

Di Antonio Mellone (pubblicato @ 15:51:09 in Recensione libro, linkato 187 volte)

Quando si dice la combinazione. Proprio la mattina del 4 ottobre scorso, giorno del transito di san Francesco, e ugualmente di quel francescano scalzo che era mio papà Giovanni - il quale appunto mi aveva salutato giusto un anno prima - mi chiama Nico Mauro: “Ti devo dare una cosa. Quando ci vediamo?”. E io di rimando: “Sei con noi stasera a teatro, al concerto inaugurale di Levéra?”. E lui, concettoso e stringato come sa essere nei suoi versi: “Sì. Allora a dopo”. Avevo già fatto due più due, e dunque capito che l’oggetto del convegno tra me e il poeta compaesano era la sua ultima creatura, vale a dire la cantica fresca cioè ancora calda di rotativa tipografica dal titolo “Ti  parlo con il pane”, volume di Les Flaneur Edizioni, Reggio Calabria, giugno 2024, 86 pagine, presentata qualche settimana prima a Galatina nell’antico chiostro della basilica di Santa Caterina.

E così fu. Dopo i saluti e due parole due sul concetto di Giustizia, che forse è un tantino meglio di quello direi decisamente abusato di Legalità (onde di fronte a leggi ingiuste – come convenuto in quel conciliabolo da foyer - la disobbedienza civile dovrebbe essere una missione), la gentile consorte di Nico, sempre troppo buona con me anche quando attacco i miei ormai proverbiali bottoni, tira fuori dalla sua borsa il suddetto volumetto, lo passa al marito che a sua volta me lo porge in dono con un lapidario: “Non chiedermi dediche eh, leggilo e basta”.

Dovete sapere che prima ancora di leggerli e sottolinearli, e poi far le orecchie alle pagine per segnacolo, i libri io li annuso ben bene. Mo’ non vorrei esagerare, ma questo n-esimo tomo nicomauriano profuma di pane. Dico: letteralmente, oltre che letterariamente. E non per la suggestione del titolo di copertina, ma per il fatto che Nico Mauro è da un bel pezzo un bravo fornaio di parole: le tempera come si dice da noi, le impasta, le schiana, ossia le stende sulla mattra-banca, a volte le prende pure a pugni, e prima di infornarle nella forma voluta le fa lievitare naturalmente, sicché appena sfornate te le mette sotto il naso e tu non puoi fare a meno di sentirne la fragranza, e quindi prenderle e addentarle apprezzandone crosta croccante e pasta morbida. Solo che stavolta per il processo di panificazione il Mauro ha usato il lievito Padre: ed ecco il sincronismo di cui parlavo alla prima riga di queste note, l’invisibile filo conduttore in grado di creare connessioni tra cose apparentemente disparate ma fortemente collegate fra loro. Sì, perché quando leggi “mi rifugio ancora nelle tue cose”, o “l’ultimo pensiero non ha mai il suono della parola”, oppure “riappari ad ali ferme sul mio capo in cerca della tua sosta”, e ancora “nulla dissuade l’altra mia voce” (in effetti è proprio testarda, mannaggia sua), e udite udite: “la profonda vecchiezza che avverto solo per non essere più figlio” (a chi lo dici, Nico mio), ma anche “c’era bisogno che ti scrivessi per poterti rivedere” (potenza del verbo incarnato e scritto), ovvero “bisognerebbe morire alla fine della vita” (see, ‘na parola); e quando infine t’imbatti in unità metriche tipo “resta dove sei, ma stammi vicino” e “tu saprai aspettare il mio arrivo”, con il groppo in gola capisci che “molte persone sono rimaste fuori da questi versi”, ma tu no, tu ci sei dentro fino al collo: quelle pagine non le ha scritte per sé e per il suo babbo, ma per te e per Giovanni tuo, il quale, negli ultimi tempi – piangi ancora al pensiero - dormiva in un lettino dove un tempo era piazzata la tua culla. E mentre preghi l’amico aedo con un “dacci oggi la nostra pagina quotidiana”, ti rivolgi ai lettori di questi appunti (quelle due paia che saranno) per ripeter loro quello che il padre, quand’eri piccolo, t’aveva insegnato di dire agli astanti in segno di buona creanza prima di addentare il tuo pane e pomodoro: “Favorite”.

E quelli favorivano.  

Antonio Mellone

[articolo apparso su Galatina.it]

 
Di Redazione (pubblicato @ 15:45:44 in Comunicato Stampa, linkato 106 volte)

In occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne il Liceo A. Vallone di Galatina sceglie di sensibilizzare i giovani, e la cittadinanza tutta, sul significato intrinseco di questa ricorrenza.

Previsto nella mattinata di lunedì 25 novembre, alle ore 11.30, un corteo che partirà dalla sede centrale del Liceo, in viale don Tonino Bello, e si muoverà verso Piazza San Pietro dove si terrà un flash mob di riflessione con la costruzione di un simbolico “Albero dei valori”. L'evento si concluderà con la proiezione di un video, che inviterà a un momento di introspezione collettiva sul tema della violenza di genere e sul ruolo che ciascuno di noi può svolgere nel costruire una società più giusta e rispettosa. Durante il tragitto, il corteo farà tappa presso alcuni esercizi commerciali dove verranno affisse storie, immagini e articoli di cronaca di femminicidi: una voce maschile racconterà quella stessa storia, dando simbolicamente voce a chi non l’ha più.

“Non vogliamo essere ab-usate” è il messaggio che gli studenti e le studentesse del Liceo porteranno in corteo, ribadendo che “La violenza sminuisce, deturpa e annulla”!

Tutti gli studenti e le studentesse del Liceo, accompagnati dal personale scolastico, attraverseranno le strade principali della città (viale don Tonino Bello – via Ugo Lisi – C.so porta Luce – Piazza San Pietro) con l’obiettivo non solo di denunciare la violenza, ma soprattutto di porre l'accento sull'emergenza educativa del nostro tempo.

Non si può rimanere inerti e indifferenti alla scia di sangue e prevaricazioni psicologiche sulle donne. Il numero dei femminicidi non si arresta, i casi di violenza psicologica e di umiliazione fisica e morale non si contano. C’è bisogno di un rinnovamento culturale che tarda ad affermarsi.  La comunità scolastica del Vallone, nell’intento di contribuire al risveglio delle coscienze, richiama l’attenzione sulla necessità del rispetto della persona umana. Si deve portare al centro il valore della persona umana, al di à delle differenze di genere. In una società pervasa da valori effimeri e dall’apparenza, si sente il bisogno di educare ai valori e in primis al valore della dignità umana.  Gli studenti e le studentesse, supportati dai docenti, hanno voluto con questo secondo flash mob - in continuità con quello dello scorso anno - richiamare l’attenzione sul concetto di  violenza che nasce dalla mancanza di valori e di rispetto della dignità umana su cui basare un corretto rapporto tra i sessi.“ Queste le parole della Dirigente Scolastica, prof.ssa Angela Venneri, che ha fortemente promosso e sostenuto l’iniziativa, in un’ottica di sensibilizzazione e condivisione d’intenti.

L'iniziativa si propone di trasmettere un forte messaggio di cambiamento, per sensibilizzare l'intera comunità sul tema della violenza contro le donne e sull'importanza dell'educazione come strumento di trasformazione sociale fin dai banchi di scuola.

Un’occasione per riflettere e tenere alta l’attenzione, con l’auspicio che l’educazione culturale possa riaffermare un ineludibile principio di civiltà.

 Maria Rosaria Campa

 

Fotografie del 24/11/2024

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Di Marcello D'Acquarica (pubblicato @ 16:02:29, vista 481 volte)
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