Di Redazione (del 16/03/2020 @ 06:32:26, in Necrologi, linkato 2394 volte)

In questo periodo funesto, se n'è andato anche il nostro 'Ntoni Pasulu (a Noha se dici Antonio Guido non riesci a individuare precisamente di chi si parla).

'Ntoni non stava bene da un bel po'. Non lo si vedeva in giro da tempo a bordo del suo scooter elettrico per anziani disabili, con il quale, nonostante la malattia, aveva sempre voglia di scorrazzare in lungo e in largo per la cittadina. 

Ironia della mala sorte, ha tolto il disturbo proprio quando per decreto ministeriale sono vietati i funerali: lui, sempre presente alla messa quotidiana, alle celebrazioni solenni, e a tutti i funerali dei nohani, non potrà essere accompagnato fisicamente alla sua ultima destinazione da alcuno dei suoi concittadini, ma certamente dal loro affettuoso ricordo.

In tanti sentiranno ancora nelle proprie orecchie l'inconfondibile bip continuo del suo scooter bordeaux in manovra, e per molti anni ancora il suono delle cinque campane della chiesa Madonna delle Grazie, donate da nunnu 'Ntoni alla sua amata comunità di Noha: le quali, pur senza funerale, oggi suoneranno per annunciare a tutti la scomparsa di un brav'uomo e di un grande benefattore.  

Riposa in pace, carissimo 'Ntoni Pasulu.

 La redazione

 

 
Di Fabrizio Vincenti (del 16/03/2020 @ 21:58:24, in NohaBlog, linkato 1783 volte)

La morte di don Donato Mellone fu per me come un tuono nel cuore e il fatto di non aver potuto partecipare al suo funerale mi lasciò per giorni come in una nottata tempestosa. Oggi apprendo della morte di Antonio Guido e vedo Noha con una finestra chiusa: è un’epoca che oggi è finita del tutto poiché don Donato e lu Pasulu erano due universi dipinti su una medesima tela. Questa tela oggi è stata staccata dalla parete e appesa chissà dove, sicuramente anche nei miei cari ricordi.

Hanno condiviso lo spazio e il tempo. Amore e odio, sacro sarcasmo e indicibile rispetto l’uno per l’altro. Don Camillo e Peppone di una Noha passata e che mi manca indicibilmente; fintamente nemici, amorevolmente fratelli, come di sangue, più che di sangue.

 
Di Fabrizio Vincenti (del 17/03/2020 @ 18:11:17, in NohaBlog, linkato 1101 volte)

È arrivato. Quel tempo che sapevo prima o poi sarebbe arrivato, è giunto ora, all’improvviso. Voi chiamatelo come volete, tempo del coronavirus, tempo di restare a casa, tempo del ce la faremo, per me resta il tempo della quaresima, mai come quest’anno perfettamente coincidente con i decreti ministeriali che vietano quello che fino a qualche giorno fa era consuetudine, una folle consuetudine. Ma lo sappiamo tutti che la quaresima non è un tempo ordinario (almeno per la Chiesa): è un tempo forte nel quale ognuno riscopre di che pasta è fatto e chi lo ha impastato. Ed eccoci rinchiusi, sarcastici e più affettuosi che mai, paurosi e maestri della polemica, complottisti ed ignoranti. Incapaci di fermarci, di riflettere, di respirare.

È un mondo folle quello in cui viviamo, un mondo che non conosce tappe, nessuna fermata: l’ordine impartito è procedere sempre e comunque senza mai rallentare, anche davanti ad un muro che non si scosta e sul quale ci si sbatte con una violenza inaudita. Cosa rimarrà dopo questo impatto? Della carrozzeria sulla quale siamo sbadatamente seduti ben poco, se non un ammasso di ferraglia aggrovigliata e senza forma. Ciò che si spera è che si salvino quante più vite possibili di quelle che erano a bordo dell’abitacolo di una macchina impazzita, senza freni. Infatti, questo mondo che ci appare immenso e sconfinato altro non è che un piccolo abitacolo di un’automobile all’interno del quale o ci si salva tutti, o si muore, chi prima sul colpo, e chi dopo, nonostante le cure. È un mondo folle dove il silenzio non trova spazio anche se il silenzio è la casa del dialogo con il proprio io: senza silenzio, dunque, io non mi conosco. E ho paura, tutti abbiamo paura di conoscerci perché potremmo scoprire di essere quello che non pensavamo. Così, per ammazzare il silenzio e non rischiare di restare soli con se stessi neanche per un attimo, il tempo di una tazza di tè o la pagina di un buon libro, ci si inventa di tutto, dai flash mob ogni giorno sui balconi alle idee complottistiche con cui intasiamo i social, ripetendo agli altri come un mantra ciò che bisognerebbe fare per attenuare il nostro senso di claustrofobia.

 
Di Redazione (del 19/03/2020 @ 13:18:50, in Comunicato Stampa, linkato 970 volte)

Tra tante cattive, una “buona” notizia: questa mattina si sta procedendo alla rimozione delle onduline - eternit - amianto, da alcuni anni abbandonate nei pressi del passaggio a livello della Sud- Est., lungo la strada Malivendi – due Trappeti di Galatina.

Come più volte sollecitato, da noi, da semplici cittadini, da Legambiente “La Poiana” e da altre associazioni di volontariato, e circa un mese, dal Notiziario GR 3 Puglia, con un ampio e circostanziato servizio nella rubrica mattiniera “Dal nostro inviato speciale”, è stata mantenuta, una volta tanto, la promessa che la zona sarebbe stata bonificata. Assieme all’amianto, come si vede dalla immagini, si stanno raccogliendo i tanti rifiuti che nel tempo si sono accumulati.

Come segnalato più volte, la strada comunale Malivendi – Due Trappeti è molto frequentata da cittadini che svolgono attività fisica e da quanti si recano per fare acquisti di latticini presso la vicina masseria, per fortuna, in questi giorni, date le limitazioni assolute di circolazione per il coronavirus, deserta.

 
Di Antonio Mellone (del 19/03/2020 @ 20:33:46, in NohaBlog, linkato 1495 volte)

Per uscire un po’ dall’Argomento Unico del momento ho deciso di parlarvi di una donna sbalorditiva: Lydia, con la y, classe 1923 (la stessa di mio padre). Ora, quando si parla di Lydia Buticchi non si può non far riferimento a Roberto Franceschi, suo figlio. Voglio dire che non può esistere una senza l’altro: e non c’è Roberto senza Lydia.

Considero Roberto Franceschi come un mio compagno di Università, ma con un particolare: quando nell’87 ho iniziato a frequentarla io, la Bocconi, Roberto Franceschi era ormai il nome di una della aule più grandi del mio ateneo, nonché un megalito però d’acciaio di sette metri d’altezza, issato dieci anni prima all’angolo tra via Sarfatti e via Bocconi dove, a un fischio, precisamente al numero 12, si trovava e si trova tuttavia il pensionato universitario (che mi accolse nelle sue braccia premurose per i quattro anni della magistrale).

Quel monumentale maglio di ferro e carbonio (immagino ve ne siano di uguali solo all’Ilva di Taranto) sorge in memoriam sul luogo dove, la sera del 23 gennaio del 1973, nel corso di una manifestazione organizzata dal Movimento Studentesco, Roberto Franceschi fu colpito alla nuca da un proiettile partito puta caso da un’arma del III reparto Celere di Rumor, ministro del secondo (di una serie troppo lunga) governo Andreotti.

Roberto avrebbe potuto benissimo fregarsene, evitare di esporsi, vivere una vita agiata che la sua famiglia diciamo borghese (mamma Lydia, preside, papà Mario, dirigente d’azienda) gli avrebbe certamente assicurato, e poi fare carriera, magari nella stessa alma mater studiorum: quel ventunenne, colto com’era, aveva d’altronde tutte le carte in regola, una sfilza di trenta sul libretto, capacità di analisi e oratoria brillante.

 
Di Redazione (del 21/03/2020 @ 16:28:39, in Comunicato Stampa, linkato 731 volte)

Che la Giunta regionale ha disposto la proroga automatica fino al 30 settembre 2020 della vali­dità dei codici di esenzione dal pagamento del ticket per motivi di reddito, rilasciati a seguito di autocertificazione resa nel corso del 2019, in scadenza al 31 marzo.

La proroga si applica ai seguenti codici di esenzione:

  • assistiti di età inferiore a 6 anni e superiore a 65 anni, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito complessivo non superiore a 36.151,98€ (codice E01- esenzione per visite ed esami specialistici);
  • disoccupati e loro familiari a carico appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessi­vo inferiore a 8.263,31€, incrementato fino a 11.362,05 € in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 € per ogni figlio a carico (codice E02 - esenzione per visite ed esami specialisti­ci);
  • titolari di pensione sociale e loro familiari a carico (codice E03 - esenzione per viste ed esami specialistici e per l’acquisto di farmaci);
  • titolari di pensioni al minimo di età superiore a 60 anni e loro familiari a carico, appartenenti ad un nucleo familiare con un reddito complessivo inferiore a 8.263,31 €, incrementato fino a 11.362,05 € in presenza del coniuge ed in ragione di ulteriori 516,46 € per ogni figlio a carico (codice E04 - esenzione per viste ed esami specialistici e per l’acquisto di farmaci);
  • assistiti appartenenti a nuclei familiari con reddito annuo complessivo fino a 18.000,00 €, incre­mentato di 1.000,00 € per ogni figlio a carico (codice E94 - esenzione per visite ed esami specia­listici);
  • assistiti di età superiore a 65 anni, appartenenti ad un nucleo familiare con reddito annuo, complessivo non superiore a 36.151,98 € (codice E95 - esenzione per visite ed esami specialistici);
  • assistiti appartenenti a nuclei familiari con reddito annuo fino a 23.000,00 €, incrementato di
 
Di Redazione (del 21/03/2020 @ 16:36:58, in Comunicato Stampa, linkato 1214 volte)

A causa dell'emergenza da Covid-19, Poste Italiane ha comunicato la prosecuzione dei propri servizi, in ottemperanza alle disposizioni governative, e al tempo stesso ha provveduto alla rimodulazione della propria attività, come ad esempio il ritiro delle pensioni di aprile 2020 a partire dal 26 marzo. In particolare, sul sito di Poste Italiane è stato pubblicato un calendario (https://www.poste.it/emergenza-covid19.html) con la ripartizione delle iniziali dei cognomi dei pensionati e il giorno in cui è possibile presentarsi allo sportello dell'ufficio postale per ritirare la pensione in contanti. Tuttavia, nella rimodulazione dell'erogazione dei servizi, Poste Italiane ha anche provveduto alla chiusura di alcuni uffici postali, in particolari quelli posti nei piccoli territori, tra cui Collemeto e Noha.

 

 

Carissimi Fratelli e Sorelle,

ci ritroviamo come comunità a condividere la mensa della Parola di Dio come sosta che ci rinfranca in questo cammino in salita verso la Pasqua. Il Signore oggi vuole aiutarci a compiere un passaggio dal buio alla luce. E questi giorni di pandemia che provocano tristezza, paura e angoscia forse ci hanno portato a non vedere che buio intorno a noi. Allora ecco una lieta notizia di luce. Ascoltiamo il Vangelo:

Dal vangelo secondo Giovanni (9, 1-41)


In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: "Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?". Rispose Gesù: "Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo". Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: "Va' a lavarti nella piscina di Sìloe", che significa "Inviato". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: "Non è lui quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?". Alcuni dicevano: "È lui"; altri dicevano: "No, ma è uno che gli assomiglia". Ed egli diceva: "Sono io!". Allora gli domandarono: "In che modo ti sono stati aperti gli occhi?". Egli rispose: "L'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: "Va' a Sìloe e làvati!". Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista". Gli dissero: "Dov'è costui?". Rispose: "Non lo so". Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: "Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo". Allora alcuni dei farisei dicevano: "Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato". Altri invece dicevano: "Come può un peccatore compiere segni di questo genere?". E c'era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: "Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?". Egli rispose: "È un profeta!". Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: "È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?". I genitori di lui risposero: "Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l'età, parlerà lui di sé". Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: "Ha l'età: chiedetelo a lui!". Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: "Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore". Quello rispose: "Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo". Allora gli dissero: "Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?". Rispose loro: "Ve l'ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?". Lo insultarono e dissero: "Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia". Rispose loro quell'uomo: "Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla". Gli replicarono: "Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?". E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: "Tu, credi nel Figlio dell'uomo?". Egli rispose: "E chi è, Signore, perché io creda in lui?". Gli disse Gesù: "Lo hai visto: è colui che parla con te". Ed egli disse: "Credo, Signore!". E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: "È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi". Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: "Siamo ciechi anche noi?". Gesù rispose loro: "Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: "Noi vediamo", il vostro peccato rimane".

 

 
Di Redazione (del 23/03/2020 @ 20:17:35, in Comunicato Stampa, linkato 745 volte)

In questo periodo difficilissimo a causa dell’emergenza Coronavirus, abbiamo voluto ascoltare le considerazioni del tecnico della Showy Boys Manuela Montinari, da questa stagione sportiva componente dello staff del settore Volley S3 e alla guida dei gruppi femminili under 13 e under 14.

“Trovare le parole giuste in questo momento non è facile. In questi giorni, purtroppo, nei notiziari vediamo immagini che dovrebbero farci riflettere. Un’intera nazione sta soffrendo e l’unico modo che abbiamo per aiutare gli altri e le persone care è quello di rispettare le restrizioni che ci impone il Governo. Le strutture sanitarie sono quasi al collasso nel nord Italia, i medici, gli infermieri, gli operatori e tutte quelle persone che lavorano nel campo medico-sanitario rischiano ogni giorno per salvare delle vite umane. Oggi, più che mai, non dobbiamo pensare solo a noi stessi e abbiamo la grande possibilità di farlo restando a casa insieme alla nostra famiglia. Sono certa che, con le nuove scoperte mediche e osservando le precise regole, il numero dei contagiati diminuirà, anche se ci vorrà sicuramente del tempo. Ritorneremo alla normalità.

Come tutti gli sport, anche il volley ha fermato il suo mondo iniziando con gli allenamenti a porte chiuse e fino alla sospensione totale. Con le allieve della Scuola Volley, avremmo dovuto disputare i campionati under 13 e under 12, ma per il bene di tutti sono stati sospesi. Certo, da un punto di vista tecnico si è vanificato parte del lavoro di una stagione e penso che difficilmente ci possano essere i presupposti per ricominciare; da un punto di vista umano, invece, la sospensione è stata la decisione più corretta per cercare di salvaguardare tutti noi.

 

Canto notturno di un pastore ...

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