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Un orrore chiamato Green Pass (di Fabrizio Vincenti)
Di Fabrizio Vincenti (del 23/09/2021 @ 19:39:48, in Comunicato Stampa, linkato 1624 volte)

Io credo che la maggior parte degli italiani, e dunque anche dei nohani, non abbia la più pallida idea di quel che sta accadendo a questo Paese.

Per affrontare questo discorso, che non sentirete da nessun’altra parte, siete pregati di accantonare le vostre personali simpatie, i vostri amatissimi partiti, tutti i pregiudizi e, soprattutto, il codardo atteggiamento di gran parte dei politici, vale a dire il “politicamente corretto”. L’unica cosa che troverete di corretto in questo articolo sarà l’amore per la verità, l’attaccamento alla ragionevolezza oltre che alla razionalità, e una coerenza alla logica. Tutto il resto conta meno di zero.

Una premessa, visto l’argomento che tratterò, è d’obbligo, data la scandalosa percentuale di analfabeti funzionali presente in quest’epoca, la quale già definisco trans-umanesimo (sempre per gli analfabeti, tengo a specificare che qui i trans, come orientamento sessuale, non centrano nulla).

La premessa è che termini come no-vax, no-mask, no-pass potete già ficcarveli nel canal grande, se avete intenzione di ridurre tutto l’argomento al nulla cosmico, poiché queste locuzioni sono per gli ebeti, per i quali il loro parlare equivale a emettere fiato dall’orifizio sbagliato. È con persone dotate non di cultura (io, ad esempio, non mi definisco tale), ma almeno di consapevolezza dell’essere al mondo, che vorrei parlare. Tutto il resto vada a farsi rincoglionire ancora un po’ dal megafono del pensiero unico delle emittenti televisive (ecco, il termine emittente dovrebbe già preoccupare, poiché potrebbero emettere dalla parte sbagliata dell’organismo!).

Dunque, qui la questione dalla quale partire non è né la pandemia, né la prevenzione e neppure la cura. Non è la sicurezza dei vaccini, la loro efficacia o meno a contrastare la diffusione del virus, le cure domiciliari e alternative, o se ci sia la necessità di fare l’amore con la mascherina. La questione di tutto rilievo, invece, è quale deve essere il limite oltre il quale ogni tipo di ragionamento scade nell’inaccettabile, sia dal punto di vista legale, sia dal punto di vista antropologico che dal punto di vista etico (o morale, secondo il numero dei neuroni ancora in vita). Mi spiego. Non tutto ciò che è legale è moralmente accettabile. Che vuol dire? Che una legge, in quanto tale poiché emanata da chi ha autorità per farlo, è legale, ma non per questo è automaticamente giusta. Qui siamo al punto in cui non basta più chiedersi se una cosa sia legale o non lo sia, ma è necessario fare un salto di specie, vale a dire chiedersi se una cosa è giusta o sbagliata. Certo, anche qui c’è un certo relativismo, vale a dire che ciò che è giusto per te potrebbe non esserlo per me. Ciò che ci salva dall’equivoco, però, è che esistono dei principi e delle situazioni per cui questa discrezionalità non è data. Uccidere potrebbe essere legale in alcuni casi, ma sbagliato dal punto di vista etico. Uccidere un innocente, invece, è sempre illegale e sempre immorale. Ecco, ci siamo. È qui che vorrei portare la vostra attenzione.

Se io decido di farmi un vaccino al giorno è perché lo ritengo utile per me, legale ed eticamente accettabile. Lo stesso è se decido di farmene uno all’anno se, con la mia libertà di autodeterminazione, sono giunto, attraverso un ragionamento, ad una conclusione razionale, ragionevole, responsabile e logica. Allo stesso tempo, sempre per lo stesso principio di autodeterminazione, sempre per la libertà di specie che caratterizza il genere a cui appartengo, sempre per logicità con cui conduco il mio ragionamento, potrei giungere ad una conclusione diversa dalla prima, vale a dire potrei essere un medico con quattro lauree, una delle quali in virologia, o infettivologia, e decidere di non vaccinarmi. Ora, le opinioni contano, ma davanti alla realtà, che non può non avere a che fare con la verità (se ho davanti una mela, non posso dire che è una pesca), quest’ultima prevale sull’opinione.

Se io vi chiedessi di cercare un senso che sia almeno razionale nella maggior parte delle decisioni prese a livello scientifico e politico, esaminando tutti gli atteggiamenti adottati finora, che dopo un po’ si sono rivelati assurdi (vi ricordate le piazze transennate, o i giochi dei bambini nastrati, o il cambiare la mascherina ogni venti minuti, o il sedersi a distanza di due metri per poi ritrovarsi ammassati sul treno? Ecco, mi riferisco tipo a queste cose qui), la realtà legalistica vi deluderà. Non troverete infatti nulla che sia razionale, ragionevole, logico e moralmente accettabile. Come esattamente la questione dell’immunità di gregge che prima è fissata al 70% di inoculati, poi all’80%, fino al 90% di oggi, tanto da perdere addirittura il significato della sua stessa definizione. Di esempi potrei darvene una valanga.

Ora, per assurdo poiché così non è, ipotizziamo che sia vero ciò che è falso, vale a dire che chi è vaccinato se la prende più leggera (non dimostrato), o che chi ha fatto la terza dose non finirà in terapia intensiva (non dimostrato) e, dunque non morirà (non dimostrato), e che uno che ha il Grenn Pass non infetta solo perché si è vaccinato (non dimostrato), mentre uno che non ce l’ha rappresenti un rischio pur essendo perfettamente sano (assurdo).

Ammettiamo ancora, per assurdo, che sia Draghi a decidere quando scompaiono i tuoi anticorpi (e dunque tu fino al 31 gennaio sei protetto e dal 1° febbraio diventi un pericolo pubblico), stabilendo quando devi rinnovare il tuo lasciapassare sanitario: qual è il limite oltre il quale una decisione, seppur legale, diventa moralmente inaccettabile?

Cari amici, la scienza è una cosa seria così come lo è la religione. Ma se uno di voi andasse dal Papa e gli dicesse che la Madonna non è vergine in quanto ha partorito, il Papa vi scomunicherebbe, e farebbe bene. Infatti, per la scienza una donna che partorisce a seguito di una gravidanza innescata da un rapporto sessuale, non può essere vergine. Eppure, per la religione, quella donna, pur partorendo, è ancora vergine. Ora, se dobbiamo credere alla scienza così come crediamo per fede, la scienza non sarebbe più scienza, ma diventerebbe una religione, o meglio, ciò che è diventata in questo tempo, una setta. Per assurdo, oggi i teologi discutono ancora perfino sui dogmi di fede, mentre agli scienziati è vietato il confronto. Ecco come la fede è divenuta scienza e la scienza fede, tanto che oggi la prima è, ad onor di logica, più razionale e ragionevole della seconda.

Per voler concludere un ragionamento che interesserebbe per giorni filosofi di un certo calibro, se accettiamo l’idea che è giusto ricattare qualcuno intaccando gli aspetti più nobili del genere umano (il concetto di coscienza, il principio di autodeterminazione, il significato stesso della libertà, etc.), allora, non più tardi di domani, qualcuno potrebbe chiedervi di rinunciare alla vostra stessa identità (non intesa come generalità, ma aspetto intrinseco del proprio io) pur di potervi permettere la sussistenza. Se oggi lasciamo che qualcuno a Roma decida cosa io debba assumere per poter lavorare, e dunque mangiare e dar da mangiare ai miei figli, o se io possa entrare in un bar, prendere un aereo o salire su un treno, o se essere curato o no, domani quello stesso qualcuno potrebbe obbligarmi a fare una cosa contro la mia stessa natura di uomo. Questa è storia, non una supposizione. Ecco perché serve leggere e studiare. Non vi dovreste, dunque, scandalizzare se oggi qualcuno paragona queste scellerate politiche a quelle che fecero da premessa ai periodi più bui dell’umanità, in quanto la discriminazione tra persone comincia sempre da un elemento che all’apparenza potrebbe sembrare moralmente motivato e, dunque, accettabile. Qualcuno sostiene che nell’emergenza i diritti costituzionali andrebbero limitati. Ne siete proprio convinti? O è proprio nell’emergenza che andrebbero maggiormente salvaguardati? Che cos’è un’emergenza? Quando cesserà l’emergenza? Quando non avremo più neppure un morto? Quando tutti gli italiani, dai feti ai malati terminali, tutti saremo vaccinati con quarta dose? O cesserà quando arriverà un’altra emergenza?

Si è creata una frattura sociale insanabile tra chi è vaccinato e chi no, come se avessimo davanti l’Armaghedon in cui le forze del bene si scatenano contro quelle del male. E con questa distrazione di massa, chiamata emergenza, abbiamo definitivamente fatto a brandelli la scuola, ridotto i salari ai minimi termini, stabilito l’istituto dell’a-socialità attraverso lo smart working e, nel frattempo abbiamo altri milioni di poveri, di disoccupati, un debito pubblico che, ancora una volta, ha stabilito un nuovo record, e l’aumento delle materie prime spacciato come crescita. E noi siamo tutti intenti a insultarci gli uni gli altri se per sedersi al bar bisogna esibire un codice il quale, se scade mentre tu stai ancora usufruendo di un servizio per il quale hai lavorato e pagato, rischi che ti scaraventino giù dal treno in corsa, come è successo per quell’insegnante cacciata via dalla cattedra perché il suo Green Pass scadeva durante l’ora di lezione.

Io mi rivolgo a tutti, vaccinati e non vaccinati, poiché anche chi si è fatto inoculare il siero dovrebbe pretendere di non esibire alcun lasciapassare per poter vivere in quanto, fino a che ci vogliamo chiamare “uomini”, la persona vale più di un Green Pass, così come il corpo vale più del vestito. Per lavorare e per mangiare non devo dimostrare di avere il diritto di farlo, poiché il primo articolo della nostra Costituzione è ancora lo stesso: siamo una Repubblica democratica fondata sul lavoro (o dovremmo esserlo) e la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione, non secondo le opinioni di Draghi, Letta, Conte o Salvini. Domani, infatti, anziché Draghi, potrebbe esserci qualcuno che vi porge il bicchiere di cicuta, la stessa che dovette bere Socrate poiché alcuni greci dotti ritenevano le sue teorie pericolose per i giovani.

Tutti siamo ricattabili sia perché abbiamo bisogno di sfamarci, sia perché abbiamo bisogno degli atri in quanto esseri sociali. Ma perdere l’io, vale a dire il nucleo più sacro dell’uomo, per sottrarsi ad un ricatto, equivale alla morte. Infatti, come pare che disse Socrate nell’ultimo istante della sua vita, è venuta l’ora di andare, io a morire (senza Grenn Pass, ndr.) e voi (col Grenn Pass, ndr.), invece, a vivere. Ma chi di noi vada verso ciò che è meglio, è oscuro a tutti, tranne che al dio. Tradotto in quest’epoca, vivere col Grenn Pass potrebbe dire rinunciare a vivere. Né un vaccino, né un Green Pass possono essere sinonimo di libertà. Chi lo sostiene vi sta prendendo per il culo, con il vostro stesso permesso di farlo.

Fabrizio Vincenti

 

Commenti

  1. # 1 Di  Fabrizio (inviato il 24/09/2021 @ 00:35:55)

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