lug112022
“Avremmo potuto dare alla città una giunta più giovane, ma non ci possiamo permettere un periodo di rodaggio”. Cito più o meno a memoria le parole del sindaco Fabio Vergine nel corso del suo comizio di ringraziamento che dimostrano quanta distanza ci sia tra il detto e promesso nei mesi di campagna elettorale e il realizzato anche solo in questi primi giorni di amministrazione.
I ragazzi splendidi, spesso con 110 e lode laureati in scienze politiche che scelgono di non accettare un assessorato - come se gliene avessero offerti - perché ritengono giusto fare un periodo di gavetta sono la dimostrazione plastica di quanto solo di facciata fosse il cambiamento sbandierato nelle ultime settimane. Come se non fossero adeguati a ricoprire ruoli di governo ma solo buoni a raccogliere voti e, da domani, ad alzare la mano in consiglio.
Che poi, avessero detto “tra i due ruoli preferiamo quello più politico di consigliere comunale”, non gli avremmo potuto dire nulla. Ma ammettere la loro inadeguatezza ci appare come una pezza peggiore del buco.
La verità è quella che abbiamo sempre detto in campagna elettorale: è una coalizione di finto ed apparente cambiamento. Ed i tre nomi maschili presenti in giunta dimostrano alla città quanto di vecchio, di passatista, di culturalmente arretrato ci sia in un’impostazione di questo tipo.
Stefano Ancora
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