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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 26/03/2020

Di P. Francesco D’Acquarica (pubblicato @ 08:42:55 in I Beni Culturali, linkato 1913 volte)

Sul portale della porta accanto alla chiesetta dell’Annunciazione sono venute alla luce alcune

lettere di una scritta che quasi certamente si riferisce al Duca di Galatina “SPINOLA” che fu anche padrone di Noha.

Come si può vedere dall’albero genealogico qui riportato, da Gio.Filippo Spinola (1677-1753) nacque Maria Teresa Spinola che sarà la moglie di Gio. Battista Scotti. E proprio costui avrà dagli Spinola in eredità il feudo di Noha, che quindi apparterrà alla famiglia Scotti.

Nel mio libro “La Storia di Noha” avevo già scritto:

Nel 1754 morì Francesco Maria Spinola, Duca di San Pietro in Galatina. La vedova Anna Maria, tutrice dell'unica figlia ed erede universale Isabella Maria Spinola, si affrettò a prendere possesso del patrimonio ereditario.  

Noha ne faceva parte ed è probabile che quella scritta si riferisca alla volontà di far sapere che anche il Palazzo Baronale di Noha con proprietà annesse appartenga agli Spinola/Scotti.

Giulio Cesare De Noha fu l'ultimo Barone di Noha. Non essendoci alla sua morte (1583) discendenza maschile il feudo della famiglia De Noha si divise. Il Casale

di Merine passò alla famiglia Palmieri. Quello di Giurdignano agli Alfarano Capece e quello di Cellino ai Chiurlia, Conti di Lizzano. Restò solo la Terra di Noha con i suffeudi di Pisanello e di Padulano che le appartenevano. Questo residuo dell'antica baronia toccò in eredità ad Adriana, figlia primogenita del defunto Barone Giulio Cesare. Quando costei si sposò con Geronimo Montenegro*, Marchese di Marigliano, gli portò in dote l'eredità avuta dal padre.

I Montenegro* furono un antichissimo casato genovese, le cui prime vestigia, rimontano al 1130, propagatosi, nel corso dei secoli, in diverse regioni d'Italia. La famiglia, passata in Napoli, già al tempo di re Federico II, il 14 aprile 1573, divenne possidente di alcuni terreni, tra cui il contado di Marigliano, in provincia di Napoli, grazie all'acquisto effettuato da Geronimo Montenegro, banchiere napoletano e tesoriere del Regno. In data 23 dicembre 1578, lo stesso Geronimo, ottenne il titolo di marchese di Marigliano, dall'Imperatore Filippo II. Nel 1611 Geronimo si sposò con Adriana figlia del nostro barone Cesare De Noha.

In un atto notarile del 1611 il Marchese Geronimo dichiarò di essere signore e padrone della Terra di Noha situata in Terra d'Otranto, con i feudi di Pisanello e di Padulano. Questa Terra confinava con Galatina, Soleto, Corigliano, Sogliano e altri confini.

Il Marchese di Montenegro a sua volta subaffittò a Giovan Battista Personè di Lecce, per un quadriennio a 2100 ducati l'anno la sua terra di Nohi e feudi di Padulano e Pisanello con giurisdizione civile e criminale. Ma l'affittuario si impegnava a non modificare, senza l'espressa volontà del Marchese il Castello, e a pagare una tassa sul grano, sull'orzo, sulla frutta e su tutti i prodotti della terra.

Nel 1631 Noha era posseduta da Pompeo Colonna Principe di Gallicano. Ma nel 1644 i Marchesi di Marigliano fallirono. Noha con i suffeudi di Pisanello e Padulano fu comprata da Giovanni Maria Spinola*, che aveva nello stesso anno comprato anche il ducato di Galatina e rimase in possesso della famiglia Spinola fino a tutto il Settecento.

La Famiglia Spinola* era una grande famiglia genovese di antica origine. Costituisce una delle quattro famiglie di nobiltà feudale più importanti della Repubblica di Genova, con i Grimaldi, i Doria ed i Fieschi. Arricchitasi con la mercatura, la finanza, e l'acquisto di terre, si divise in numerosi rami.

Nel 1754 morì Francesco Maria Spinola, Duca di San Pietro in Galatina. La vedova Anna Maria, tutrice dell'unica figlia ed erede universale Isabella Maria Spinola, si affrettò a prendere possesso del patrimonio ereditario.

Possediamo l'atto di possesso della Terra di Noha in cui sono descritti tutti i diritti e le prerogative spettanti questa Terra, come corpo distinto dagli altri beni del defunto Duca.

(Per chi volesse leggere il documento del 1754 può consultare “Noha - Storia, arte, leggenda” Francesco D’Acquarica-Antonio Mellone edito da Infolito Group nel 2006, alla pagina 78/79).

P. Francesco D’Acquarica

 
Di Redazione (pubblicato @ 08:18:46 in Comunicato Stampa, linkato 1020 volte)

I tributi e i canoni comunali devono essere sospesi e azzerati o ridotti per tutta la durata dell’epidemia da coronavirus, mentre i componenti la giunta comunale, i consiglieri e componenti delle commissioni dovrebbero devolvere indennità e gettoni di presenza in favore dell’ospedale Santa Caterina Novella, per l’acquisto di attrezzature sanitarie.

Presenterò la richiesta di sospensione dei tributi nel prossimo Consiglio comunale, oggi ho inviato la richiesta di inserire la mia mozione nel prossimo ordine del giorno al sindaco di Galatina, Marcello Amante, e al presidente del Consiglio comunale Raimondo Valente.

Analoga richiesta abbiamo presentato con i colleghi dell’opposizione Paolo Pulli e Giuseppe Spoti, ma in questo caso si tratta di una mozione volta a destinare tutte le indennità e i gettoni di presenza all’ospedale di Galatina affinché possa acquistare le attrezzature sanitarie necessarie al nosocomio cittadino.

Personalmente ho rinunciato, sin da subito, a ogni forma di compenso relativo al mio mandato di consigliere comunale, chiederò che le somme sinora non riscosse siano devolute all’ospedale di Galatina unitamente a quelle di tutta l’amministrazione.

In questo momento è importante che la politica dia un segnale concreto di vicinanza ai cittadini: azzerare i tributi e canone, rinunciare a indennità e gettoni è un modo per aiutare i cittadini e la sanità.   

Il consigliere di opposizione della Lista De Pascalis

Giampiero De Pascalis

 

Il tecnico federale Marco Corina, componente dello staff della Showy Boys Galatina, condivide le sue riflessioni sull’attuale situazione di emergenza Covid-19 e sul futuro del movimento pallavolistico e della Scuola Volley.

“Siamo fermi ormai da più di due settimane per affrontare questa emergenza diventata pandemia mondiale. Non parlo con cognizione di causa, non essendo un virologo, ma, da acuto osservatore di ciò che sta succedendo nel mondo, credo che si sarebbero potute attuare in anticipo delle misure più rigorose. In questo momento, le prospettive, purtroppo, non sono delle migliori ed è quanto mai difficile fare una programmazione per il futuro. Nel nostro campo, quello della pallavolo, è prematuro pensare se e come potrebbero riprendere le attività sportive. E’ chiaro che tutti ci auguriamo di poter tornare presto in palestra anche perché allenatori e atleti avvertono molta pressione, ma al contempo credo che aspettare il completo arresto della pandemia sia doveroso. Non vorrei essere nei panni degli organi preposti ad assumere le decisioni perché non sarà facile trovare una soluzione che possa accontentare tutti. Naturalmente ci piacerebbe tornare alla normalità quanto prima però è stata già scartata l’ipotesi di terminare i campionati giovanili che, invece, potevano risultare una valvola di sfogo per i ragazzi che sono chiusi in casa da quasi un mese e ne avranno ancora per molto. In questa stagione, avevamo programmato due campionati maschili e femminili under 13, 6x6 e 3x3, oltre al campionato 3D Young e alle varie squadre under 12 e Volley S3 che avremmo presentato al campionato e ai raduni. Si trattava di una mole di lavoro importante sotto le linee guida tracciate dal direttore tecnico Francesco Papadia e dal responsabile della Scuola Volley Gianluca Nuzzo. Al momento, la speranza e la voglia di tornare in campo supera la tristezza del dover stare a casa. In questi giorni, siamo costantemente in contatto con gli allievi della Scuola Volley ai quali proponiamo specifici esercizi da svolgere in casa. A tutti loro va il mio saluto e un grosso abbraccio virtuale nella speranza che nessuno potrà più toglierci la pallavolo dalle nostre vite”.

www.showyboys.com

 
Di Redazione (pubblicato @ 08:08:49 in Comunicato Stampa, linkato 640 volte)

Relegati in casa dall’emergenza epidemica che ha imposto anche il blocco di tutte le manifestazioni sportive, non rimane che virare su altre direzioni in mancanza di competizioni agonistiche.

Andiamo a scoprire così uomini e programmi funzionali alla realizzazione di una stagione sportiva pallavolistica, mettendo sotto la lente d’ingrandimento la Salento Best Volley.

Seconda società locale per importanza partecipativa ai campionati di serie e di categoria, dopo l’Olimpia di serie B, ha nella persona del suo presidente Corrado Panico un autentico contagiato dalla febbre del volley.

Personaggio schivo e poco presenzialista, ama lavorare su programmi bilanciati   da certezze di risorse umane e finanziare. Emotivamente travolgente ma con gestualità contenute, durante le gare delle sue squadre appare e scompare dal parterre, per poi dare corpo alla sua latitanza girovagando, soprattutto in trasferta, per le strade dei luoghi.

La passione per la pallavolo è una contaminazione subita, accettata e coltivata dalla presenza in famiglia del fratello Fernando, tecnico di valore e personaggio emblema di un volley fatto di valori morali e di didattiche formative.

Quasi un mezzo secolo d’impegno unitamente ad altri amici non lo hanno fiaccato, anzi ne hanno fortificato le convinzioni. Il suo impegno passa da una squadra amatoriale di scout Mafeking  (1972),  alla Vigor federata Fipav, successivamente a Pallavolo Galatina,  quindi a SBV Pallavolo Galatina ed infine a S.B.V. Galatina con diversi incarichi ricoperti che ne fanno uno tra i più longevi dirigenti sportivi in attività.

L’impegnativo lavoro non poteva prescindere, in questo lungo percorso sportivo, dal farsi affiancare dalla presenza e dall’abilità di un compagno di viaggio, che in altro settore è la colonna portante dell’intera organizzazione societaria.

La citazione è per Massimo Quida e dell’incarico affidatogli di reggere la segreteria in tutte le transizioni societarie divenendo un fedele interprete del complesso regolamento Fipav.

Un lavoro oscuro, lontano dai riflettori, fatto di rigide norme la cui dubbia interpretazione potrebbe invalidare il risultato sportivo, che Massimo manda avanti da sempre con scrupolosità e competenza.

Critico e d’indole minuziosa non tralascia alcun particolare, forte dell’esperienza personale maturata come arbitro federale prima ed osservatore dello stesso corpo poi. Un lavoro il suo che abbraccia anche le campagne di reclutamento e tesseramento, passando per la composizione dei gruppi che partecipano ai vari campionati.

Di rilevante importanza è la funzione assegnata alla dirigente Zaira Gemma che ricopre incarichi in più ambiti.

Dalla logistica tesa ad organizzare le trasferte per ben sei gruppi, alla fornitura del vestiario agli atleti, dalla ripartizione delle palestre interfacciandosi con i tecnici, all’uso dei social network Instagram e Facebook per pubblicizzare i valori e gli obiettivi da raggiungere.

L’ecletticità di questa dirigente, vero valore aggiunto di Salento Best Volley, spazia anche per altri incarichi rivestendo il ruolo di addetto all’uso del defibrillatore e di segnapunti federale in collaborazione con i dirigenti Cucurachi e Carrozzini.

Una spina dorsale societaria efficiente in tutti i reparti, su cui s’innestano altri collaboratori altrettanto importanti a completamento di un’organizzazione che consolida il rapporto atleti-società-genitori, prioritario per il fine sociale che Salento Best Volley si propone.

(pdl)

 

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