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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 01/03/2020

Se ancora vivi, il 29 marzo prossimo saremo chiamati alle urne per il periodico Referendum costituzionale.

Dico bene, periodico, in quanto non passa legislatura senza che al governo di turno, corroborato dalla propria maggioranza, spesso in combutta con la finta opposizione, venga lo sfizio di inoculare il virus P2 nella nostra Costituzione, quella stessa sulla quale i suoi esponenti giurano con la mano sul petto (altezza portafoglio).

Ora. La nostra carta costituzionale non sarà “la più bella del mondo”, come asseriva Benigni (quel dapprima bravo attore satirico, passato poi dallo sberleffo al potere al suo disinvolto ossequio), ma molto spesso, quando ci metton mano, la sfigurano oltremodo.

Ricordiamo a mo’ d’esempio la riforma del titolo V del 2001, imposta a colpi di maggioranza dall’allora Ulivo, diventata poi, volenti o nolenti, la quintessenza del pensiero leghista, vale a dire secessionista e antisolidarista; e non scordiamo il colpo di grazia al progetto di uno stato sociale degno di una nazione evoluta inferto nel 2012 con la riforma dell’articolo 81, quello che ora contempla il drammatico comma del pareggio di bilancio portato in porto dal governo Monti e votato da tutti i partiti dell’arco diciamo costituzionale, i cui esponenti, sul tema, oggi fanno finta di stracciarsi le vesti come novelli Caifa.

E non voglio parlare della riforma scritta a sei piedi da uno dei due Matteo (ormai si differenziano solo dal codice fiscale), dalla Maria Elena e dal Denis (il suocero dell’altro), per fortuna naufragata il 4 dicembre del 2016 grazie a un NO grande quanto una chiesa. No, non ne parlo in quanto su quella “riforma” ho già dato: nel senso che ne scrissi una decina di articoli, forse di più, e ora non mi va nemmeno di nominare il protagonista principale di quel grande rischio con connessa enorme perdita di tempo; e non tanto per via della sua querela facile (tipica degli “statisti” finiti, anzi mai nati), ma perché su questo e altre simili querule spoglie politiche, infinitamente più insipienti e ottuse di quel, chiamiamolo, leader indiscusso, venga steso il definitivo pietoso sudario.

Ma torniamo all’ultimo (speriamo) tentativo di contagio in Costituzione da parte degli "impazienti zero" uniti in Movimento, a loro volta soccorsi dal resto dei pavidi onorevoli, cioè quasi tutti gli altri, incapaci di dire che il cosiddetto “taglio delle poltrone” (scusate: le superstiti cosa sarebbero? Le Cadreghe di “Tre uomini e una gamba”?), da 630 a 400 alla Camera e da 315 a 200 al Senato, è una solennissima cazzata, e che il risparmio dei costi, la maggiore efficienza, e lo strombazzato “miglior rapporto tra cittadini e istituzioni” sono favolette buone per gli zappatori dei propri piedi.

Per dirne una, codesto “miglior rapporto” passerebbe in media da un parlamentare ogni 100.000 abitanti a uno ogni 150.000 circa. Secondo voi, stando così le cose, ci sarà un avvicinamento o un allontanamento del rappresentante dal suo rappresentato? Un maggior coinvolgimento della base nelle decisioni politiche o una sua estromissione a favore delle segreterie di partito? E i territori avranno voce in capitolo o saranno ancor di più vittime di scelte oligarchiche?

Non ho simpatia per la stragrande maggioranza dei parlamentari assisi attualmente su quegli alti scranni, ma questo non mi esime dal difendere l’istituzione repubblicana Parlamento dall’influenza molesta di chi ha in dispregio la democrazia considerandola come un “costo”.

Dunque, il 29 marzo prossimo, se avete ancora anticorpi contro il Sacra Corona Virus, votate NO.

Altrimenti, di ritorno dal vostro centro commerciale di fiducia, per salvaguardare quel che resta della nostra Costituzione e per la salute pubblica di tutti, è meglio che restiate chiusi in casa.

In quarantena.

Antonio Mellone

 

Il progetto di un team di archeologi, ricercatori e guide turistiche abilitate dalla Regione Puglia, riuniti nella società coopertiva "Polisviluppo", mira alla mappatura completa dei luoghi di Puglia che rivendicano la cosiddetta “Tradizione Petrina”, ovvero il presunto passaggio di San Pietro in terra italica alla metà circa del I secolo, con il relativo patrimonio culturale ad essa collegabile (chiese, siti archeologici, monumenti, bellezze naturalistiche, ecc..).

Il progetto permetterà, attraverso specifici itinerari turistici e culturali, la conoscenza e la valorizzazione di un insieme di territori legati al viaggio apostolico di San Pietro che, come riporta un’iscrizione latina posta sul Santuario di Santa Maria di Leuca, giunse sulle sponde Salentine nel 43d.C.

Per questo, Galatina non può che porsi come luogo eletto per ragioni storiche e di tradizione.

Risale al 1188 il primo documento storico relativo a Galatina, menzionato non a caso come casale Sancti Petri in Galatina. Sulla scia della tradizione petrina in questo luogo, infatti, sostò il pescatore di Cafarnao reduce del viaggio da Antiochia verso Roma, dove tra il 64 e il 67 subì il martirio per crocefissione.

"San Pietro in Galatina" figura anche in una delle quaranta carte geografiche affrescate sulle pareti di una galleria dedicata, all'interno dei Musei Vaticani.  Le carte raffigurano le regioni italiane e i possedimenti della Chiesa all’epoca di papa Gregorio XIII e furono dipinte tra il 1580 e il 1585, sulla base di cartoni di Ignazio Danti, famoso geografo del tempo.

Fu l’arcivescovo di Otranto, Gabriele Adarso de Santander (1657-1674), residente nel castello galatinese dei Castriota per timore delle incursioni turche, ad alimentare la devozione verso il santo, facendo collocare all’interno della chiesa matrice, dedicata ai Santi Pietro e Paolo, un masso rinvenuto in contrada San Vito e utilizzato da Pietro, secondo la leggenda,  per riposare le stanche membra dopo aver predicato la buona novella. Il culto si radicò fino a tal punto che solo dopo l’Unità d’Italia la città mutò il nome e, pur rimanendo sotto l’ala protettiva del vicario di Cristo in terra, venne denominata solo ed esclusivamente Galatina.

Le chiavi pontificie presenti nello stemma di Galatina testimoniano la scelta di questa città, da parte dei Papi, quale centro propulsore di latinità nel Salento proprio nell'intento di contrastare la presenza di cultura greca e il rito religioso bizantino. Le chiavi furono concesse per insegna dal Pontefice Urbano VI che, tenuto prigioniero a Nocera, fu liberato dai Galatinesi guidati da Raimondello Orsini del Balzo.

“San Pietro in Galatina” era uno dei feudi che costituivano la Contea di Soleto, per cui, fino ad un certo periodo, i feudatari Conti di Soleto furono anche utili Signori di “San Pietro in Galatina” fino a quando, poi, questo centro prese il sopravvento sugli altri.

Le "Mappe Petrine", che saranno il prodotto finale di questa prima fase progettuale, collegheranno tra di loro diversi territori della Puglia, dal Gargano fino al Capo di Leuca  favorendo un turismo lento e sostenibile, sia di natura religiosa che di interesse storico-culturale.

Sarà quindi un’ulteriore occasione per fruire delle risorse materiali ed immateriali della Città facendo crescere, con un progetto sempre più organizzato, le ragioni di interesse verso Galatina, oltre ciò per cui è comunemente apprezzata.

Nico Mauro

Assessore al turismo

 

La diffusione del Coronavirus sta tenendo in apprensione tutta Italia, da Nord a Sud.

Sebbene l’allarmismo sia elevato, Governo, Regioni ed Enti locali stanno cercando di contenere la diffusione del virus con misure e protocolli che puntano su prevenzione e quarantena limitando, per quanto sia possibile, il contagio.

Non si conoscono fino in fondo gli effetti di questo virus e quindi non sappiamo se sia più consono parlare di emergenza o di semplice gestione di una particolare e sconosciuta forma influenzale.

Quel che è certo è che per questioni sanitarie, economiche ed anche psicologiche bisogna adottare, dal basso verso l’alto, tutte quelle prassi, cautele e attenzioni utili a prevenire qualsiasi forma di contagio.

Per questa ragione, visto e considerato che anche Puglia risultano esserci dei contagi e proprio a Lecce 35 persone sono attualmente in quarantena, sarebbe il caso che anche nelle nostre comunità locali venissero adottate le giuste misure di prevenzione.

A tal proposito chiediamo al Sindaco Marcello Amante, in qualità di massima autorità sanitaria a livello locale, di valutare l’opportunità di procedere con una disinfezione delle scuole elementari e medie del nostro territorio, sensibilizzando anche la Provincia per l’adozione di questo tipo di misure anche nelle scuole superiori di Galatina.

Il costo sarebbe ridotto ed i giorni di scuola che si perderebbero sarebbero pochi, ma per tranquillizzare personale docente, ragazzi e genitori e per igienizzare luoghi affollati per eccellenza come le scuole, in cui sono presenti persone provenienti da tutto il circondario, crediamo che ne varrebbe la pena visto il particolare momento che stiamo vivendo.

Pierluigi Mandorino

Segretario Partito Socialista – Sez. Galatina

 

Fotografie del 01/03/2020

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