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L'INDISCIPLINA. TEATRO RESISTENTE presenta

VESTIRE GLI IGNUDI
di Luigi Pirandello
una produzione di ALIBI Artisti Liberi Indipendenti


domenica 2 Febbraio ore 20.30 presso Levèra, via Bellini 24 - NOHA (di Galatina)

Vestire gli ignudi – scritto nel 1922 da Luigi Pirandello - è una storia di sesso, potere e visibilità mediatica che sembra contemporanea ai giorni nostri. Una giovane donna, Ersilia Drei, viene ritrovata in fin di vita in un giardino pubblico. La sua storia, raccontata da un giornalista, diventa un caso nazionale, ma provoca uno scandalo che pare trasformarsi in un intrigo inestricabile.

Ma 'Vestire gli ignudi' è soprattutto una storia di libertà, di ribellione ad una società imprigionata nei meccanismi della forma, cui fa riferimento lo stesso Pirandello nella sua produzione teatrale. In particolar modo in quest’opera si fa efferato il contrasto tra maschile e femminile: gli uomini agiscono soltanto per dovere, privi di un mondo affettivo e congelati nel vuoto formalismo del ruolo sociale.
Ersilia, al contrario, vive nel suo moto interiore e nella capacità di mettersi a nudo, ma è straniera in un mondo che non la riconosce se non come corpo da usare, consumare, azzannare. Il cannibalismo dei personaggi sta tutto qui: nel nutrirsi di ciò che ad essi manca e non possono avere.

La forza di Ersilia sarà quella di smascherare la vera natura degli altri personaggi, facendone emergere il lato oscuro: durante questo percorso di formazione e trasformazione, si scoprirà “donna” in un modo diverso e assumerà una nuova coscienza di sé.

L'allestimento di Alibi lascia trasparire la violenza sotterranea del testo, mischiandola alla volontà di sopraffazione dei personaggi – benché dissimulata da un buonismo di facciata - e costruisce una partitura teatrale con un ritmo all’ultimo respiro.

 
Di Redazione (del 30/01/2020 @ 19:32:27, in Comunicato Stampa, linkato 811 volte)

La crisi ambientale esiste, la stiamo vivendo.

E quando c'è una situazione di crisi uno degli strumenti migliori per affrontarla ed uscirne è il DIALOGO.
Lo scopo di questo incontro è proprio quello di arricchire la coscienza-conoscenza della nostra comunità: essere cittadini vuol dire soprattutto essere informati, preparati, agire. 

Vi aspettiamo venerdì 1 febbraio alle ore 18:00 presso la Chiesa di Santa Chiara ex Convento delle Clarisse di Galatina.

 
Di Redazione (del 30/01/2020 @ 19:31:45, in Comunicato Stampa, linkato 892 volte)

Ne ha parlato, qualche giorno fa, anche il TGR – RAI3 Puglia, nella rubrica “Dal nostro inviato speciale”, in onda la mattina alle ore 7,45: ma, “’U sindacu nu sse schiova!” Così come “Nu mmette punta!”, l’assessora all’ambiente e al ciclo dei rifiuti, l’avv. Cristina Dettù, intenta a rimirare, come direbbe il poeta, l’immenso tavolo circolare della stanza del sindaco, desolatamente vuoto per mancanza di progetti realizzati o da realizzare; nel vetro brillante sì specchia il volto accigliato della “Bella musona”.

Il 4 aprile 2019, il Circolo locale di Legambiente “La Poiana”, nel corso dell’iniziativa promossa da Quotidiano di Puglia “Sporchiamoci le mani!”, a cui parteciparono fattivamente anche numerosi  iscritti del Circolo del Partito Democratico di Galatina, segnalò il gravissimo pericolo per la salute, rappresentato, in prossimità di civili abitazioni, da lastre di onduline - eternit – amianto e di canne fumarie dello stesso materiale. Come d’intesa tra gli organizzatori (Il Comune di Galatina era patrocinante), la zona venne contrassegnata con nastro bianco – rosso.

Il sindaco, Marcello Amante, presente anche l’assessora Dettù, durante la cerimonia conclusiva della giornata ecologica (alcune zone periferiche della Città furono bonificate, con la raccolta di numerosissimi sacchi di rifiuti), assunse solenne impegno e promise che i rifiuti pericolosi sarebbero stati prontamente rimossi, anche perché la Regione Puglia aveva concesso al Comune un finanziamento di 30.000 euro per queste finalità (Il contributo si è perso nei meandri della burocrazia?). Intanto, come si può constatare, le onduline – eternit - amianto si stanno sfarinando, diventando sempre più pericolose, in una strada, Via Malivendi due Trappeti – prolungamento dall’Ospedale, in direzione “Latronica”, frequentata quotidianamente da decine di cittadini che fanno attività fisica o si recano per acquisto di latticini, appunto, presso la masseria.

 

Sono trascorsi oltre sei mesi, da quando  il circolo del PARTITO DEMOCRATICO di Galatina  ha promosso un sit-in di protesta per il mancato trasferimento degli uffici comunali (e non solo) nei locali della ex Pretura. Era il mese di  luglio 2019, e malgrado ci fossero 40 gradi, i nostri concittadini si fermavano a chiedere, ad informarsi ed a condividere una iniziativa che, al di la del colore politico, garantisce alla nostra comunità molti vantaggi.

Proviamo a riassumerli, conoscerli bene potrebbe aiutare la nostra Amministrazione a decidere:

  • Concentrare la gran parte degli uffici in una unica struttura comporta  indubbi vantaggi sia per il pubblico sia per i dipendenti.
  • Risparmi per i  canoni di locazione dovuti all’utilizzo di locali adibiti a pubblici uffici non di proprietà.
  • Risparmi importanti su fatture di acqua/gas/energia elettrica/pulizie etc.
  • Facilità di accesso alla struttura da parte di persone disabili e non solo.
  • Facilità di parcheggio.

Nei giorni successivi alla manifestazione, pochi sono stati i riscontri ufficiali e concreti, ad eccezione di un generico comunicato stampa in cui veniva riferito che  l’amministrazione aveva affidato ad un gruppo di tecnici la verifica dell’impianto elettrico   in previsione di un possibile trasferimento.

 

La memoria è storia, ricordo, responsabilità. Non dimenticare è un imperativo morale e reale. Occorre, però, non solo la conoscenza di ciò che è accaduto ma anche la sensibilità di un'anima in grado di "com-patire" le sofferenze, il dolore, lo scandire di ogni minuto di giornate interminabili di poveri innocenti. Senza conoscenza e senza anima si genere indifferenza, odio ed egoismo. 
In occasione della giornata della memoria, la Città di Galatina ha dato la possibilità a tre suoi giovani ragazzi di visitare i luoghi dell'orrore e non c'è modo migliore di fermarsi a riflettere leggendo le loro parole, in cui traspare l'emozione di questa esperienza unica e irripetibile.

Giorgio Baffa, 28 anni: "Inverno vuol dire anche Treno della Memoria: una meravigliosa esperienza che permette ai giovani di conoscere dal vero ciò che è stato l'Olocausto. Un'opportunità degna di essere vissuta e molto forte, un viaggio significativo per noi che vi abbiamo partecipato, e che potrà continuare, idealmente, anche al rientro nelle nostre dimore, alle nostre abitudini, grazie alla consapevolezza acquisita per aver visitato i luoghi della strage, ove abbiamo immaginato e visto ciò che nessuno augurerebbe ad alcun essere umano.
Settantacinque anni sono trascorsi dalla fine del massacro dei campi di concentramento della Germania nazista. E il treno della memoria ne compie 16, di anni, di onorato e sentito impegno verso moltissimi giovani per fare acquisire loro memoria storica.
E per farli gioire nella convivialità, e nella bellezza di poter capire che la capacità di discernere è un dono unico che ci permette di imparare dagli errori compiuti.
L'olocausto è stato tanto, troppo odio ed indiscutibile pazzia perpetrata su poveri esseri umani innocenti, sulla base di assurdi pregiudizi e idee malsane indotte dalla fame di potere e dall'invidia. Ma ancora oggi tanti esseri umani sono vittime sfortunate di cinici meccanismi basati sull'odio e sulla sopraffazione.  
Non cadiamo vittime di queste strategie ingannevoli. Ma indignatoci contro gli indifferenti.
Un sentito grazie all'intera associazione "Treno della memoria", alle guide che ci hanno permesso di riscoprire l'opportunità di sentirsi parte di una società in cammino.

 

Egregio Dott. Roberto Casaluci,

rivolgo a Lei, in qualità di Presidente dell’Unione dei comuni della Grecia Salentina, i miei complimenti ed il mio sostegno per la candidatura a capitale Europea della cultura 2021 dei comuni che rappresenta.

Se la storia, la cultura e la tradizione dei comuni salentini di origine ellenofona  rappresentano un importante patrimonio per il nostro territorio, è altrettanto necessario che questo patrimonio venga valorizzato e rilanciato in prospettiva europea.

Altrettanto apprezzabile è da parte Sua che il progetto di cui la Grecia Salentina è promotrice  venga allargato al comune di Taranto, viste e considerate le radici storiche e culturali che legano il capoluogo ionico ai comuni salentini di fondazioni ed origine greca.

Radici comuni a molte città del Grande Salento che condividono con l’ente che Lei rappresenta diverse iniziative culturali ed anche folkloristiche. La più conosciuta è sicuramente la “Notte della Taranta” che in un contesto di musica, suoni, balli e tradizioni punta a valorizzare il mito della “taranta”.

La condivisione di radici, culture e tradizioni ha portato questo evento, che inizialmente era circoscritto ai soli comuni della Grecia Salentina, ad essere allargato a tutte quelle altre realtà che per ragioni storiche hanno contribuito e contribuiscono a diffondere questa tradizione in Italia e nel mondo.

Tra queste città figura sicuramente Galatina, membro del circuito della Notte della Taranta e culla del mito del tarantismo. E’ a Galatina infatti che i pizzicati si recavano per bere l’acqua del pozzo di San Paolo e guarire dando vita, con i loro spasmi, con i loro lamenti, canti e balli a quella sindrome culturale oggetto ancora oggi di numerosi studi.

 
Di Redazione (del 27/01/2020 @ 18:26:57, in Comunicato Stampa, linkato 873 volte)

Dieci vittorie su undici gare (una sola sconfitta al tie-break) e primo posto in classifica con 30 punti. Sono questi i numeri della Showy Boys Galatina nel campionato regionale di serie D. La vittoria per 3-0 nella sfida casalinga con il Mottola ha premiato campione d’inverno il team bianco-verde e garantito la partecipazione alla Coppa Puglia con il miglior piazzamento.

C’è soddisfazione in casa Showy Boys per questi ottimi risultati ottenuti da una squadra, quella galatinese, molto giovane e, probabilmente, in avvio di campionato, non ritenuta una outsider dagli addetti ai lavori. Invece, partita dopo partita, il gruppo di allievi della Scuola Volley si è meritatamente conquistato la vetta della classifica. Un plauso ai ragazzi e alla loro guida tecnica, Gianluca Nuzzo, che è riuscito, nonostante l’assenza dall’inizio del torneo di una pedina importante come quella dell’opposto, a mettere in campo la migliore formazione ed a trovare, in poco tempo, i nuovi equilibri.

 
Di Antonio Mellone (del 25/01/2020 @ 11:30:01, in NohaBlog, linkato 1281 volte)

Il bello del mio lavoro è che mi porta in giro a conoscere cose fatti e persone. Da tre anni abbondanti - dopo non so più quante tappe per la Penisola italica - mi trovo a dirigere la filiale di una banca in quel di Taviano, e giacché, con gli stessi soldi (voglio dire un unico stipendio), anche quella di Alliste.

Un bancario vero (da non confondere con la figura del banchiere) s’immerge nel territorio, lo vive, impara le sue storie. A volte, come questa, pur senza calarsi nei panni del Franco Arminio della situazione, gli capita di stupirsi, rimanere a bocca aperta.

Insomma, tre anni or sono conosco Antonio Mosticchio, gestore dell’indigeno cinema-teatro, eretto nei primi del ‘900 a un fischio dal centro storico di Taviano. Non vi dirò, per intuibili considerazioni legate al segreto bancario, se costui è o meno tra i miei clienti: di certo, se lo fosse, godrebbe di ampio credito.

Il Mosticchio, dunque, figura minuta, sinapsi velocissime come il suo eloquio, idee ingegnose, vista e pensiero lunghi, da una ventina d’anni, forse più, gestisce la sala Fasano (di proprietà dell’omonima famiglia), contro ogni granitica convinzione secondo cui i cinematografi di provincia sono perennemente in crisi e dunque costantemente sul punto di chiudere.

Sta di fatto che questo complesso no-logo è un multisala che non ha nulla da invidiare ai multiplex griffati tutti soldi e megalomania, spesso costruiti nelle immediate adiacenze di un centro commerciale (orrore), o nel bel mezzo di una zona Pip (orrore al quadrato). Il Fasano del Mosticchio ha dunque tre sale: le due di 120 posti cadauna sono ricavate al primo piano della diciamo Aula Magna che invece ne annovera 700. Ma non crediate che giungere a Taviano per una prima visione significhi spingersi in partibus infidelium, ché qui all’opposto c’è il meglio della tecnologia moderna: dal suono Dolby Digital Surround o qualcosa del genere all’Alta Definizione, dagli occhiali per la visione in 3D quando il film lo esige (“Modestamente il mio fu il primo cinema in Puglia con il sistema di lenti attive a schermi LCD” – dice) al bar con i pop-corn da sgranocchiare caldi e profumati appena scodellati.

 
Di Redazione (del 24/01/2020 @ 19:17:59, in Comunicato Stampa, linkato 899 volte)

Il dovere della memoria, della storia e delle storie, non basta certo a scongiurare le tragedie generate dal pregiudizio, ma è pur sempre un passo importante, è l’inevitabile punto di partenza per le comunità che scelgono il cambiamento, scelgono cioè di farsi guidare dai Lumi della Ragione.

Giudicare prima di conoscere, senza appello, senza alcun dubbio, ha generato, e purtroppo genera ancora isolamento, indifferenza e violenza. Si tratta di una spirale perversa, in cui tutti possiamo ritrovarci dalla parte delle vittime o dei carnefici a seconda dei venti che spirano dalla storia, ma anche dalle menzogne di un’opinione pubblica privata di senso critico e del necessario spirito di solidarietà.

Ricordiamo allora e, nel silenzio lento che viene dopo le parole e i suoni, riflettiamo, e piangiamo, e agiamo!

Ebrei, omosessuali, Rom e Sinti, Testimoni di Geova e tutti coloro che non si conformano e si oppongono: le loro lacrime non debbono essere inutili!

 

Canto notturno di un pastore ...

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