Domenica 14 Ottobre, dalle ore 20, a Noha (Galatina), nelle suggestive sale del Circolo Arci Levera, la compagnia teatrale ALIBI metterà in scena "Il più bello e il più maligno spirito. Storia di Giulio Cesare Vanini", spettacolo dedicato alla tragica vicenda del filosofo salentino Giulio Cesare Vanini (1585-1619), bruciato per ateismo a Tolosa nel 1619.

Se la vita di Giulio Cesare Vanini fosse un film, il secondo tempo, quello più avvincente e ricco di colpi di scena, inizierebbe a Padova il 28 gennaio 1612, giorno in cui al filosofo salentino, che all’epoca era solo un fraticello di appena 27 anni, viene notificato un provvedimento disciplinare da parte del losco Enrico Silvio, Priore Generale di quell’Ordine dei Carmelitani in cui egli era entrato nove anni prima a Napoli, assumendo il nome di fra Gabriele. 

Lo spettacolo ripercorre appunto il secondo tempo della vita di Vanini, i suoi sette anni più intensi, avventurosi e drammatici in cui abiurerà il cattolicesimo e si convertirà alla fede anglicana; lascerà l’Italia per l’Inghilterra prima e per la Francia poi, passando per il Belgio, la Svizzera, l’Olanda e la Germania; in cui sarà ricercato, spiato, tradito, imprigionato, interrogato, braccato dall’Inquisizione; in cui pubblicherà due opere, l’Amphitheatrum aeternae providentiae e il De admirandis, una delle quali, quest’ultima, presente ancora nell’ultima edizione dell’Indice dei libri proibiti, quella del 1948; in cui sarà arrestato e processato per sei lunghi mesi per essere finalmente bruciato sul rogo, dopo che gli fu strappata la lingua, il 9 febbraio 1619, in una piazza di Tolosa, Place du Salin, che dal 31 marzo 2012 porta il suo nome.

 

Mercoledì 10 ottobre è stata conferita la cittadinanza italiana e la residenza galatinese a Fernando Masi, di origini lucane, e Sol Vera, di origini piemontesi, ospiti del progetto “Raiz Italiana”. Il progetto, vincitore del bando regionale PIN (Pugliesi Innovati), è stato ideato da Marina Gabrieli, Attilio Ardito e Mariana Bobadilla e punta a offrire assistenza a tutti coloro che sono intenzionati a scoprire le proprie origini e a creare o rinsaldare il legame con l’Italia, offrendo supporto per la ricerca di documenti, per la riscoperta dei percorsi intrapresi dalle loro famiglie, e per tutto l’aspetto burocratico del disbrigo pratiche. Raiz Italiana, che ha iniziato una proficua e intensa collaborazione con il Comune di Galatina, offrendo percorsi di Cittadinanza Attiva consente il recupero di tutta quella cultura ed educazione civica italiana tale per cui venga riconosciuto il possesso dello status civitatis italiano”.

 
Di Redazione (del 10/10/2018 @ 13:22:53, in Comunicato Stampa, linkato 1145 volte)

La Showy Boys presenta la divisa ufficiale della stagione 2018/2019. Dinamica e molto curata dei dettagli, il nuovo completo di gara, realizzato da V2 Sportswear, è caratterizzato da due tonalità differenti, presentando il fondo verde per il corpo centrale della maglia e del pantaloncino a cui è abbinato il colore bianco lungo l’intero lato destro a movimentare la grafica con un effetto “graffio”. Una divisa originale, giovane, a rispecchiare l’età dei componenti della squadra, e dalle caratteristiche che garantiscono eleganza e massima vestibilità. Il tessuto bielastico Interlock con cui è realizzata, tecnico e specifico per il volley, si caratterizza per particolare confort ed effetto di “seconda pelle”. Traspirante e leggero è ideale per seguire con estrema naturalezza i movimenti del corpo e ottimizzare le performance in gara. Il collo della maglia è di colore bianco e rivisita in modo particolare il modello a U, rendendolo più morbido e stondato. Sul fronte della maglia sono presenti a lato cuore il logo sociale e il marchio del partner Maniva e in contrapposizione il numero di maglia e, in tonalità oro, il logo dei 50 anni. I bordi bianco e verde della maniche sono alternati al colore di fondo. Sulle maniche sono presenti i partner Maio e Sace e su una delle due maniche sono anche impressi i marchi Fipav quali certificazione di qualità dell’attività giovanile e scuola regionale di pallavolo.

 
Di Redazione (del 09/10/2018 @ 13:45:49, in Comunicato Stampa, linkato 1476 volte)

Scrivere è resistere, al pari di ogni seme parola e storia salvata, travasata e tramandata dalle comunità. Scegliere e riconoscere ciò che ci nutre è un'azione che include i gesti antichi dei nostri contadini e le parole smarrite dei nostri padri. Il laboratorio di scrittura “Carta bianca”, attraverso le tecniche della narrazione orale e il training del narratore è concepito come un’indagine poetica sul campo al fine di generare storie in forma di monologhi orali per la reinterpretazione della memoria collettiva. Le storie che siamo incontrano il metodo narrativo più antico e popolare e recuperano il ruolo sociale del cantore pellegrino. Ogni Altrove teorico, sia esso luogo geografico o dell’anima, diventa materiale di laboratorio e struttura di una drammaturgia trascritta dagli stessi partecipanti in un vero e proprio Diario comunitario che, al termine della ricerca, viene donato alla comunità di Noha e al pubblico di Leverà. Ad ispirare e guidare le attività laboratoriali suddivise in quattro appuntamenti mensili è il gioco di raccontare, riattivare la civiltà de "li cunti" e dello scalino, il cerchio magico delle sedie portate sull'uscio delle case del sud all'imbrunire.

Raccontare una storia, inventare una storia, scambiarsi una storia, è un gesto arcaico che da sempre segna lo spartiacque di ogni civiltà. Siamo le storie che esprimiamo e raccontiamo, ogni essere umano è la sua storia. Le storie di vita raccontate dai partecipanti al laboratorio diventano fiabe del reale, straordinarie cronache in forma di novella, costellazioni di vissuti preziosi per chi ascolta e per chi narra riscoprendo il senso profondo di essere comunità.

Le fasi laboratoriali saranno guidate dalla scrittrice Luisa Ruggio. Il laboratorio “Carta bianca” contiene in nuce la traccia della fase conclusiva del progetto dopo i primi 8 mesi di training, ovvero la teatralizzazione delle storie scritte dai partecipanti, fase in cui i risultati si strutturano per assumere la forma di incontro-evento. Attraverso il confronto con il pubblico, il laboratorio è fare poetico ed emotivo, la scrittura è intesa come azione e camminamento, quasi un puro itinerario in tutto simile a quello che ognuno compie per restare umano insieme agli altri.

 

Info e iscrizioni:

 

Un'opera dedicata alla terra ed alla natura impreziosisce, da oggi, il cavalcavia del ponte situato al km 16,700 della strada statale 101 "Salentina di Gallipoli" a Galatina, in località Collemeto, in provincia di Lecce.

Il nuovo murales, finanziato da Anas e realizzato da Checkos'Art, con la direzione artistica di 167bstreet, in collaborazione con il Comune di Galatina, è stato eseguito nell'ambito di un progetto più ampio portato avanti da Anas, finalizzato alla valorizzazione ed alla riqualificazione di alcune porzioni d'infrastrutture di competenza situate in molte regioni d'Italia.

“Grazie al nostro progetto - ha dichiarato il responsabile Marketing & Servizio Clienti di Anas Claudio Arcovito - la strada, oltre a rappresentare un'infrastruttura di collegamento e di mobilità nel paese, si fa anche strumento di promozione di arte e cultura attraverso la street art.

Anas ha infatti intrapreso un percorso che utilizza la street art come strumento per coadiuvare la strategia di investimento nella manutenzione e valorizzazione delle proprie infrastrutture ed – in casi come questo di Collemeto – anche per proteggerle da atti di vandalismo e di degrado; si tratta di un’Anas sempre più moderna e vicina alle esigenze della collettività che investe anche, appunto, nella promozione della cultura".

Negli anni, infatti, l’affissione selvaggia di manifesti abusivi ed in qualche caso l'abbandono abusivo di rifiuti avevano purtroppo privato di bellezza e decoro una porzione di strada che, al contrario, merita splendore ed attenzione. 

 
Di Redazione (del 09/10/2018 @ 13:28:59, in Comunicato Stampa, linkato 1192 volte)

Il Comitato Regionale Puglia ha reso noto il calendario del campionato nazionale di I° livello Serie C che prenderà il via l'ultimo week-end del mese di ottobre. Nel girone B, debutto in casa per la Showy Boys Galatina che, sabato 27, affronterà sul parquet del palazzetto dello Sport "Fernando Panico” il Volley Club Grottaglie.

La giovanissima formazione allenata da Gianluca Nuzzo sarà impegnata in due difficili trasferte sul campo del Molfetta e, la settimana successiva, su quello del Terlizzi. Nella quarta giornata il palasport di Galatina ospiterà il team barese del Polignano. A seguire, sfida tutta leccese con lo Specchia e successiva gara casalinga con il Sammichele. I bianco-verdi faranno visita all’Alessano per poi disputare l’ultimo match prima della sosta natalizia con il Racale-Alliste. Alla ripresa, ultimo turno del girone di andata da giocare in casa della Bee Volley Lecce.

La squadra galatinese disputerà le gare casalinghe nel pomeriggio della domenica con inizio alle ore 18:00 sempre presso l'impianto sportivo di via Chieti a Galatina. Solo in occasione della prima giornata di campionato si giocherà il Sabato a causa di una concomitanza con altra gara federale.

 
Di Redazione (del 09/10/2018 @ 13:26:45, in Comunicato Stampa, linkato 884 volte)

Negli ultimi mesi presso gli uffici comunali sono arrivate diverse segnalazioni di cittadini che hanno denunciato e che continuano a denunciare la presenza di topi in diverse aree del nostro territorio. Una vera e propria emergenza se consideriamo che il fenomeno si protrae già da questa estate, quando alcuni cittadini avevano segnalato la presenza di ratti nella centralissima via D’Enghien. Da allora le denunce si sono susseguite e hanno evidenziato sempre di più come il fenomeno non sia affatto circoscritto, ma riguardi gran parte del territorio comunale. Questa pericolosa ed insalubre situazione è stata parzialmente tamponata dall’emanazione di ordinanze sindacali inerenti la derattizzazione di aree limitate, come quelle adottate di recente per la frazione di Noha.

 
Di Antonio Mellone (del 06/10/2018 @ 16:35:50, in NohaBlog, linkato 1637 volte)

Chi avrebbe mai pensato che dopo le Fette di Mellone mi sarei dovuto dare anche a quelle di Mango. Va bene, ci sarebbero pure gli Avocado; ma confesso di avere una certa repulsione nei confronti di codesto secondo diciamo frutto, soprattutto se a km zero. Non ne parliamo poi se marcio dentro. Oltre che mefitico lo trovo alquanto lassativo, e poi basta la sua visione, pure per caso e di sfuggita, per farmi venire il topico attacco di urticaria alle mani - il cui unico antidoto sembra essere la dattiloscrittura dell’ennesimo pezzo sardonico.

Mo’ cosa c’entrano Mango e Avocado? Come non lo sapete? Non avete ultimamente dato un’occhiata alla gazzetta ufficiosa o al corriere della cameriera o, alternativamente, a quella grandissima testa di quotidiano?

A tipografie unificate sembra non si parli d’altro, e cioè che “potrebbe essere la frutta tropicale a ridare un futuro agli agricoltori pugliesi colpiti [sic] dalla Xylella”.

 
Di Marcello D'Acquarica (del 06/10/2018 @ 10:08:50, in NohaBlog, linkato 1910 volte)

Alla stupidità umana non c’è limite. Dopo aver visto prati e marciapiedi disseminati di bottiglie vuote, probabilmente lanciate al volo dal finestrino delle auto di qualche cranio pieno di birra ma carente di materia grigia, dopo aver visto montagne di plastica da pacciamatura (copertura per gli ortaggi, soprattutto angurie, per impedire la crescita dell’erba) ammucchiate e incendiate, dopo aver visto lastre intere di eternit disseminate ovunque, dopo aver visto sacchetti di rifiuti domestici gettati ai bordi dei campi, con all’interno ancora corrispondenza e bollette con gli indirizzi degli autori, mi mancava giusto questa nuova specialità dell’intelligenza di alcuni nostri cari concittadini che evidentemente non hanno colpa alcuna se non quella di essere nati proprio così.

Oggi percorrendo via Tito Lucrezio, in corrispondenza della masseria Colabaldi, area già martoriata da discariche abusive di inerti da lavorazioni edili (rifiuti speciali altamente pericolosi), con aria preoccupata e quasi sul disperato, il signor Angelo, il nome è inventato per una questione di riservatezza, mi corre incontro per dirmi che da qualche giorno c’è un tizio che per raccogliere le lumache, così dette “moniceddrhe”, sta demolendo la cisterna adiacente all’antica torre della Masseria Colabaldi, bene archeologico risalente al 1595.

Mi prega di seguirlo. Quello che vedo è raccapricciante. Questo posto, che ha visto nascere e morire famiglie intere di madri e figli, padri e nipoti da oltre 400 anni, adesso sta per essere distrutto non più (o non solo) dall’incuria, ma dalla criminalità più bieca e insulsa che si possa immaginare.

E non finisce qui. Sempre sullo stesso bene culturale che è quella gloriosa cisterna di oltre quattro secoli, si è accanita la deficienza concentrata nella massa organica di chissà quale altro esemplare di concittadino, il quale si arroga il diritto di avere attivato un inceneritore personale dei suoi rifiuti, ma non capisce di essere lui stesso un rifiuto.

 

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