apr032018
Senza un regolamento che disciplini la restituzione dei contenitori e di tutta la plastica adoperata in agricoltura, la situazione è la seguente:
Le discariche abusive nel nostro Salento non son censibili, perché sono davvero troppe. Soprattutto quelle della plastica o dei contenitori di polistirolo derivate dalle attività agricole. Basta farsi un giro in qualsiasi zona delle nostre contrade e lo spettacolo è evidente: mucchi di plastiche abbandonate e/o addirittura incombuste a bordo dei campi, sui muretti a secco, terra di nessuno. Ogni anno, e anche più volte durante l’anno, vengono acquistate tonnellate di materiali per la pacciamatura, per l’irrigazione e gli stessi contenitori delle piantine da coltivare. Dove vanno a finire quindi tutte le tonnellate di plastica vendute ad ogni cambio di stagione/coltura? Certamente non mancano le persone oneste, che pagano il ritiro e lo smaltimento dei residui della lavorazione. Ma purtroppo una buona parte, finisce per essere smaltita illegalmente con gli incendi, anche questi abusivi. L'abusivismo e l'inquinamento hanno di gran lunga superato il valore e l’importanza dell’Ambiente.
Viviamo in una terra che brulica di migliaia di fuocherelli nauseabondi.
Se vivi sul posto le tue ghiandole olfattive si abituano e non senti più il cattivo odore. Ti entra in circolo nel sangue, ci fai l'abitudine. Ma i suoi veleni viaggiano dentro di te, e più respiri, più mangi e più ti uccide.
Gli utilizzatori di questi materiali, non smaltiscono legalmente i prodotti usati, probabilmente, perché la legge non li obbliga a certificarne il consumo. Forse lo fanno per aumentare i loro utili, che siano alti o bassi, poco importa. Lo fanno a prescindere da quanto risparmiano.
I mesi di giugno e luglio sono un vero inferno. Durante il resto dell'anno bruciano tutto insieme alle ramaglie delle potature e degli sfalci. È un continuo. E insieme alla plastica e alle pietre dei muretti a secco bruciano e si sfalda anche l'amianto, vecchie coperture di ethernet, altro materiale tossico che molti tendono a smaltire così, abbandonandolo nei campi o ai bordi delle strade.
Purtroppo questo malcostume non si risolverà con l’educazione culturale di gente che non vuole capire, non serve dare il patentino a chi non si rende conto del male che produce. Allo stato dell’arte, autorizzati a tutto ciò, ci sono almeno tre generazioni, se non addirittura quattro: quelli di 60 anni di età, i loro figli che ne hanno circa 40, i figli di quest’ultimi che ne hanno 20, e i piccoli che questi mettono al mondo stanno guardando, e credono già che sia giusto così.
Fareambiente invita tutti a denunciare alle istituzioni chi produce l’illegalità, se non lo facciamo tutti è inutile dire che siamo contro la mafia. Dal silenzio nasce l’omertà e questa è linfa vitale per il malaffare.
C.D. Fareambiente - Laboratorio di Galatina-Noha
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