mag222018
In occasione della rassegna “Il Maggio dei Libri 2018”, Venerdì 25 maggio alle ore 18,30 presso il Palazzo della Cultura, Sala Celestino Contaldo, il Club per l’UNESCO di Galatina in collaborazione con i Volontari del Servizio Civile Nazionale -InReading2016, presenta il libro “PANE! ….. PACE! Il grido di protesta delle donne salentine negli anni della Grande Guerra” di Salvatore Coppola.
Dialogano con l’Autore Salvatore Coluccia ed i Ragazzi del Servizio Civile Nazionale.
Il Presidente del Club per l’UNESCO di Galatina
Salvatore Coluccia
mag222018
Se pensassimo per un attimo ad una infografica riassuntiva delle elezioni politiche post 4 marzo, riguardante il Pd, i concetti più rilevanti sarebbero i seguenti: Scenario Tripolare, Perdita di Voti, Mobilità elettorale, Crisi, Paura, Vulnerabilità, Insicurezza, Incertezza, Questione meridionale, Nuovi bisogni, Protezione.
Spunterebbe anche un doveroso e necessario sostantivo: Analisi.
Se nel mondo occidentale il campo progressista non convince più, se in tante democrazie il popolo è in rivolta verso l'establishment, se negli Stati Uniti si è preferito Trump ad Hillary Clinton, se nel Regno Unito vince la Brexit, se dall’Austria alla Polonia, dall’Ungheria alla Grecia, fino al Belgio e Danimarca i movimenti populisti, nazionalisti, ed euroscettici si prendono i Parlamenti e i governi europei, qualcosa evidentemente sta cambiando nella percezione che il popolo ha dei cosiddetti partiti storici. Tre grandi mutamenti legati alla globalizzazione come deindustrializzazione, apertura delle frontiere e stagnazione economica hanno messo a dura prova le risposte dati sinora dai partiti tradizionali.
In Italia il vento di rabbia e di frustrazione si è gonfiato con l’impatto di una crisi che ha prodotto danni economico-sociali in termini di reddito, di occupazione, di disoccupazione, di povertà e di diseguaglianza sommata ad una crescente preoccupazione per i problemi legati all’immigrazione.
Così il sentimento, anzi il risentimento potente e nuovissimo dell'esclusione e della paura, ha preso il sopravvento.
La scommessa dei partiti socialdemocratici sarà quindi quella di lavorare per creare un’alternativa possibile riconoscendo i propri limiti, ridefinendo le priorità, rilanciando i propri obiettivi politici, e soprattutto smettendola con lo scontro tra tifoserie.
mag222018
Si ripete il gruppo degli under 13 , vincendo nella versione canonica del sei contro sei , confermando una superiorità netta in questo campionato di categoria, più di quanto non lo dica il risultato conquistato con caparbietà ai vantaggi(26-24 e 27-25), contro i cugini della Showy Boys.
E’ il palazzetto “ Don Tonino Bello” di Alessano ,teatro di tante battaglie sportive della Pallavolo Azzurra, ad ospitare una Final Four a cui sono giunte le società FULGOR TRICASE, SHOWY BOYS GALATINA, AZZURRA ALESSANO e OLIMPIA S.B.V. GALATINA classificatesi ai primi due posti dei gironi A e B.
Le semifinali hanno visto prevalere le due compagini galatinesi che si sono sbarazzate con identico punteggio (2-0) di Alessano e Tricase , per poi quest’ultima imporsi sui padroni di casa e conquistare il terzo posto.
La finalissima ha rispettato le aspettative degli addetti ai lavori e dei tanti tifosi al seguito, non precludendo a nessuna delle due squadre la vittoria finale. L’equilibrio e la forza dei due sestetti non ha dato spazi ,né certezze ,a facili previsioni, anzi ha alimentato la tensione agonistica degli atleti e i picchi di adrenalina negli spettatori di parte.
mag202018
“C’è qualcuno seduto all’ombra oggi perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa” (Warren Buffett). C’è qualcuno oggi che ha avuto un colpo di sole perché qualcun altro, più fulminato di lui, ha tagliato un albero.
“Il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa. Il secondo momento migliore è adesso” (Confucio). Caro Confucio, temo si siano confusi capendo che il momento migliore per darsi con la zappa sui piedi è adesso.
“Le mani dell’albero hanno le unghie sporche di azzurro a furia di scavare dentro il cielo” (Fabrizio Caramagna). Le mani dell’uomo hanno le unghie sporche di merda a furia di scavarsi la fossa.
“Chi pianta un albero pianta una speranza” (Lucy Larcom). Piantatela, qualunque cosa sia.
“L’albero è il più grande successo della natura” (Anonimo). L’uomo, invece, il più grande cesso.
“Gli alberi rimangono intatti se tu te ne vai. Ma tu no, qualora se ne vadano loro” (Markku Envall). Bene, fuori dai coglioni.
“Le foreste precedono i popoli, i deserti li seguono” (François-René de Chateaubriand). Qui da noi, invece, i Boschi riformano la Costituzione.
“Gli alberi sono le colonne del mondo, quando gli ultimi alberi saranno stati tagliati, il cielo cadrà sopra di noi” (Detto dei nativi americani). Ma no, al Bricoman vendono sostegni in cemento vibrato a quattro soldi.
mag202018
Medaglia d’argento per la squadra under 13 della Showy Boys Galatina. I bianco-verdi si classificano al secondo posto nella final four del campionato provinciale di categoria che si è disputata Venerdì 18 maggio al Pala Don Tonino Bello di Alessano. A gareggiare per la conquista della piazza d’onore le prime e seconde classificate dei due gironi del torneo indetto dal Comitato Fipav di Lecce. Nella prima semifinale si sono affrontate Showy Boys (prima nel girone A) e Progetto Azzurra Alessano (seconda nel girone B) e ad avere la meglio per 2-0 (25-11, 25-16) è stata la compagine galatinese allenata da Davide Quida. Nella seconda semifinale, l’Olimpia Sbv (seconda nel girone A) ha superato la Fulgor Tricase sempre per 2-0 (25-8, 25-20). Nella finale per il terzo e quarto posto, la squadra tricasina è riuscita ad imporsi sui padroni di casa dell’Alessano vincendo i due set per 25-23 e 25-18. Nella finalissima, Showy Boys e Olimpia Sbv hanno offerto un buon gioco e, come evidenziano i parziali, onorato nel migliore dei modi l’ultima gara del calendario. La partita ha visto un susseguirsi di emozioni, con le contendenti a confrontarsi a viso aperto, sino ad arrivare in entrambi i set ai vantaggi (26-24, 27-25). A spuntarla è stata l’Olimpia Sbv, con la Showy Boys,
mag192018
Il libro che sottoponiamo alla Vostra attenzione si intitola “Alla Vita e per La Vita” ed è un’opera desiderata della maestra Ada Palamà, innamorata della poesia e della gioia che con essa colora la vita.
Vi chiediamo di regalarci un'oretta del vostro tempo per condividere insieme “un atto di pace”, così come dice Pablo Neruda.
L’evento è organizzato da Fareambiente Laboratorio di Galatina-Noha, che si adopera per la salvaguardia dell’ambiente, in collaborazione con Cuore e Mani aperte verso chi soffre, che si prodiga per alleviare le sofferenze fisiche e sociali dei più bisognosi.
Alla fine della presentazione di “Alla Vita e per La Vita “, vi invitiamo al piccolo buffet e a brindare con noi alla bellezza della poesia e “Alla Vita e per La Vita”.
Fareambiente Laboratorio di Galatina-Noha
mag192018
Michelino è ormai un’altra bella pagina della Storia di Noha, scritta finalmente con la maiuscola.
Certo, la sua, durata 92 anni, non è una delle storie tipiche di questo mondo enfatico e competitivo fatte di successi, paillettes o vicende detonanti, ma quella di una persona semplice, da sempre costretta a fare i conti con una malattia che gli aveva procurato visibili e dolorosi postumi alle gambe.
Mai vinto, Michelino aveva aderito naturalmente al Partito Comunista alla ricerca di una nuova legge di gravità, dove le cose gravi sono le ingiustizie, le maledette povertà e le prepotenze di stato, mentre le meno gravi sono la resistenza e le violenze che vi si oppongono.
Quando a Noha cercavamo di lottare contro le multinazionali senza scrupoli pronte a riempirci la campagna di pannelli fotovoltaici, nell’indifferenza generale e nella connivenza delle cosiddette istituzioni di ogni colore politico, eravamo in quattro gatti: non sufficienti per fermare lo scempio economico ed ecologico che oggi è sotto gli occhi di tutti.
Ma Michelino era insieme a noi. E ci esortava: “Se dobbiamo raccogliere firme, o se dobbiamo andare a Galatina o a Lecce per manifestare o scioperare, io sono il primo a venire con voi”. E questo, va riconosciuto, in più di una battaglia, spesso condotta in solitudine insieme ai soliti rompicoglioni allergici al divano.
Il suo terrore era in effetti quello di fare la fine di molti suoi ex-compagni di partito: cioè morire democristiano, avvolto nella bandiera del capitalismo e del neo-liberismo di rapina piuttosto che in quella rossa del lavoro defraudato.
No, Michelino non è morto da democristiano. Ma da lottatore, sognatore e resistente. E ha dimostrato che la forza e la fragilità a volte sono due modi diversi per chiamare la stessa cosa.
Ora, liberato dal peso del corpo e dai suoi limiti, senza più l’ausilio di bastoni stampelle o sedia a rotelle, Michelino è pronto a correre verso il paradiso laico (se ne esiste uno non può che esser laico) e a brillare come il più francescano dei santi: Santu Nuddhru, appunto.
mag192018
Domenica 13 maggio l'associazione "FareAmbiente di Noha" insieme al "Gruppo Speleologico di Tricase" hanno effettuato una visita ispettiva per verificare le condizioni della Vora e valutare un intervento di pulizia della stessa.
mag182018
Con Mons. Vetta e Mons. Nappi si chiude il l’ottocento. Nuovi vescovi e nuove storie di Nardò e di Noha ci attendono nelle prossime puntate.
La redazione
LUIGI VETTA (1805 – 1873)
Vescovo dal 20 aprile 1849 al 10 febbraio 1873
Dal 1849 al 1873 Pontefice era:
Pio IX (1792-1878) Papa dal 1846 al 1878
Arciprete di Noha
Don Michele Alessandrelli (1812-1882), parroco dal 1847 al 1882
Luigi Vetta, figlio di Angelo e di Maria Berchinio era nato nel 1805 ad Acquaviva Colle Croci, comune di Acquaviva, diocesi di Termoli, provincia di Campobasso. Studiò lettere e filosofia a Napoli. Il 20 aprile 1849 Pio IX, che si era ritirato a Gaeta invocando l’aiuto delle potenze cattoliche, dopo l’uccisione del presidente dei ministri dello stato pontificio Pellegrino Rossi, lo nominò Vescovo di Nardò.
Dopo l’ingresso in diocesi decise di iniziare la visita pastorale, per conoscere più da vicino il suo gregge, per porgere a tutti i suoi figli il suo saluto, la sua parola ed il suo conforto, per conoscere i desideri e le necessità dei medesimi e per poter prestare l’opportuno rimedio ai difetti ed ai mali morali. La indisse il 3 aprile ed il 7 la iniziò e dopo tre anni, il 10 aprile 1853, la portò a termine.
Fin dall’inizio del suo episcopato si adoperò con tutte le forze per la ri-costruzione dell’episcopio, ed intanto, come i suoi predecessori, andò a risiedere in contrada le Cenate. Perciò le bolle di questo periodo sono datate non dalla curia o dal palazzo vescovile, ma dalla nostra residenza. Il 22 maggio 1850 ordinò al maestro muratore Donato Cimino di continuare i lavori, già iniziati per incarico del Lettieri, e, tre anni dopo, il rustico del palazzo era già pronto. Il 30 novembre 1853, il perito architetto Gregorio Nardò eseguì, per disposizione del Vetta, la stima finale dei lavori, dalla quale risulta che quelli del pianterreno comprendevano la costruzione dalle fondamenta di oltre quindici vani, una scala segreta, due portici, un grande arco di comunicazione tra il palazzo vescovile ed il seminario e la scala centrale con due piccoli ripostigli nel sottoscala; inoltre lavori di intonaco, di pavimentazione e di rifiniture in altri sette vani, già fatti costruire dal Lettieri.
Il pianterreno richiese la somma di ducati 3.722,82. I lavori del primo piano, invece, comprendevano la costruzione del blasone della scala maggiore, di circa venti vani con accessori e della scala di accesso alla terrazza; inoltre lavori di intonaco, di pavimentazione e di rifiniture a tre vani costruiti prima. Il primo piano richiese la somma di ducati 5.309,69; per cui la somma complessiva fu di ducati 9.032,51.
Nel febbraio 1854 il palazzo vescovile di Nardò era già completato anche nelle rifiniture.
Il Vescovo Vetta si trovò a Nardò in un periodo storico molto turbolento (1860/1861), allorché il Regno delle due Sicilie fu sconvolto dai moti rivoluzionari per la cacciata della dinastia borbonica, dominante da molti anni, e per l’unificazione con il regno d’Italia, contrastati dalle soldatesche borboniche. Fu bersaglio di persecuzioni da parte dei liberali, fu vittima di violenze, subì il rapimento, l’allontanamento forzato dalla sede e dalla diocesi e il domicilio coatto.
Nel ministero pastorale di questa diocesi fu coadiuvato dall’arcidiacono Giuseppe M. Leante che era il vicario generale, e dai provicari generali, proposito Francesco Toraldo, dal 1851 al 1858, canonico Salvatore Perrone, dal 1858 al 1872, e primicerio Vincenzo Marinaci, per qualche anno soltanto, nel 1869.
Fu uno dei padri del concilio ecumenico vaticano I (1869- 1870), indetto da Pio IX, e prese parte alle varie sessioni.
Verso la fine del 1867 fu colpito da una lunga e crudele malattia, che lo rese quasi immobile per molti anni e che egli sopportò con rassegnazione e con fortezza cristiana.
Dopo ventiquattro anni di episcopato, all’età di 68 anni, il 10 febbraio 1873, alle ore 17, cessò di vivere. Fu sepolto nella chiesa della B. V. Incoronata, posta a qualche chilometro fuori le mura della città, e sulla tomba fu collocata l’epigrafe che sintetizza bene la sua vita e che qui riporto in italiano: