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Chi è Michele Liguori
Di Marcello D'Acquarica (del 16/04/2015 @ 07:37:06, in Recensione libro, linkato 2739 volte)

Fino a poche ore fa ne avevo solo sentito parlare qualche volta da Antonio Mellone. Adesso è un libro dal titolo: Vivere.

La prima cosa che mi colpisce di questo libro è il colore della carta, quel bianco caldo che mi ricorda la luce fievole di quando ero ragazzo e stavo a casa in via Aradeo, quando l’elettricità si interrompeva e si doveva ricorrere al tradizionale lume a petrolio. Anche al tatto delle dita la carta di queste pagine trasmette calore e serenità. Ma allora Michele è un libro? Non so ancora chi sia, ma sono bastate poche ore, forse meno di due, per entrare nel suo pensiero e carpirne la bontà d’animo, la semplicità e l’ardire. Leggo il suo raccontare e mi lascio trasportare nei posti che descrive. In un certo senso mi ritrovo come immerso nello stesso personaggio che è il fratello di una sorella che ha sofferto, come mio fratello guarda caso anche lui di nome Michele, mancato dopo due lunghi anni di cure. Molte sono le cose che ci accomunano: la passione per il passato, l’attenzione ai cambiamenti del presente, la fierezza per il suo lavoro, l’attaccamento alla propria terra, l’amore per la natura, la poesia, il suono delle campane e quell’osservare con orgoglio le compagne della sua vita, moglie e figlia.

Il suo narrare non ha la continuità di una  storia unica, come dice Tiziana Montinari nella prefazione, ma è proprio per questo che in pochissime pagine riesce a farmi volare in modo continuativo sui tanti argomenti che appartengono a molte delle nostre vite, anche se non tutti  sentiamo il bisogno di condividerli. Ora Michele non è più uno sconosciuto. Sento quasi un po’ d’invidia, o forse non è la parola esatta, quello che sento è piacere di scoprire come sia riuscito ad amare questa terra fantastica che è il nostro Salento pur non essendo costretto a staccarsene. Chi non prova sulla propria pelle il distacco forse non si rende conto della sua preziosità. Anche il  suo parlare dell’età che è passata e del bisogno di lasciare il suo pensiero agli altri è segno di generosità e di amore. Non è invidia ma in un certo senso provo soddisfazione nel sentirlo, perché leggendo le sue parole mi sembra quasi di sentirne la voce. E provo soddisfazione nel sentirlo parlare di Dio. Di un Dio che non è solo relegato in chiesa, ma è per strada e nel mondo, dove aiuta l’uomo a difendersi dal demonio della finanza speculativa e senza più valori: “miscela distruttiva che nel breve volgere di pochi anni ha procurato danni irreparabili.” (pag.78)

Corre Michele, dice che gli anni sono tanti, ma sembra voglia costringerli in poche pagine, forse per paura di non riuscire a dirci tutto. Condisce le sue memorie come in una fiaba e pur passando da un paese ad un altro non sente l’amarezza per il cambiamento che spesso crea  strappi interiori, anzi porta con sé tanti bei ricordi di tutti, compresa Noha, che lo ha visto negli anni della sua prima infanzia. In fondo quando una persona è capace di essere grata alla vita, come Michele, non può che seminare il bene.

Marcello D’Acquarica
 

Commenti

  1. # 1 Di  Michele Liguori (inviato il 13/05/2015 @ 13:51:34)

    Ho incontrato Marcello D'Acquarica qualce giorno addietro in occasione di un fine settimana nel quale era in sede a Noha. Di ritorno dalla sua sede di lavoro in Piemonte. L'avevo sentito a mezzo cellulare: il numero l'ho avuto dal nostro comune amico Antonio Mellone. " Ci vediamo a fine settimana a Noha ti voglio far vedere come mi sono sistemato nella casa del centro storico di Noha. I miei sono già in quella casa. Ci siamo incontrati sulla Piazza principale, quella vicino al Castello baronale. L'ho visto venire verso di me: gli sono andato incontro e pur essendo il primo contatto ci siamo abbracciati come fanno gli amici di vecchia data o come, meglio, chi ha scoperto, nella persona che gli sta di fronte quel percorso professionale e non, le affinità elettive che istintivamente accumunano gli esseri umani. Poi mi ha voluto far conoscere la sua casa e sua moglie. Mi ha mostrato ogni angolo della casa ristruttura ed in ognuno di essi ho intravisto la bravura di tecnico ma sopratutto l'orgoglio di chi nato in un piccolo centro del nostro Salento, ha dovuto spostarsi al nord per poter trovare lavoro ed affermarsi come tecnico, pittore e scrittore. E mentre mi parla del suo impegno ho ricordato alcuni passi del suo libro IN MEN CHE NON SI DICA, per L'Osservatore Nohano edito da Arti grafiche Marino-Lecce. Edizione 2012. Ed in particolare quelli che rievocano la vita dei nostri piccoli centri collegati al capoluogo Lecce e l'emigrazione al nord in cerca di lavoro e non solo. Passi vibranti che mi hanno portato indietro nel tempo, quello della mia giovane età a Noha. Poi il momento più esaltante del suo scrivere. " Certi momenti della vita si radicano così fortemente che hai voglia d'invecchiare. Ti restano dentro sempre verdi, come la chioma di un limone; freschi, come i racconti di un libro che puoi sfogliare avanti e indietro come se le pagine avessero il valore del tempo. Purtroppo la vita si sfoglia una volta ed è be

  1. # 2 Di  Michele Liguori (inviato il 13/05/2015 @ 13:53:05)

    (continua...) ed è bello scoprire di essere concretamente parte infinitesimale della terra, polvere compenetrata nell'Universo, goccia di mare,granello di sabbia, frammento di stella, raggio di sole, spiccchio di luna, pizzico,seme d'amore. Per questa vita che passa in men che non si dica." A presto Marcello, ad un prossimo incontro per scambiare nuove esperienze di vita, nuove emozioni per sentire dei nuovi propositi e progetti. Per tornare a a rievocare, perchè rievocare significa ascoltare le note del concerto fatto di mille melodie che ogni essere umano rivive intimamente nei momenti più belli ed importatnti del proprio VIVERE!! Grazie per quello che hai scritto di me. A presto.

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