gen042013
"Eccovi di seguito il tanto atteso articolo della prof.ssa Giuliana Coppola, giornalista e scrittrice e amica di Noha"
 “In men che non si dica” ti ha  abbracciato anche quest’anno la   Madonna, bellissima e sorridente e poi hai baciato anche  Giuseppe, così tanto per essere proprio al colmo della serenità. E già però,  profumavi di pane e di pucce e di farina e d’orzo e di pomodori d’inverno e di  pittule e, se ti fosse possibile, se non ci fosse stato Marcello, D’Acquarica  s’intende, ad aspettarti lì, tra la gente, a Noha, tu saresti rimasta legata  alla manina calda di Simone, il tuo folletto portafortuna, per continuare  all’infinito la corsa a saltelli verso ‘mpa Rocco e il suo cavallo buono come  il pane. Parola astratta è “cultura”. Ma tu hai letto, perché l’ha scritto  Marcello “Cultura è la solidarietà incondizionata, l’educazione, la famiglia,  l’esperienza degli anziani, la salute pubblica, l’acqua, l’aria, la terra, la  scuola, i sentimenti… condivisione, attenzione all’altro, sacrificio per il  bene comune, amore disinteressato, non discriminante”; l’hai letto e anche per  questo sei tornata qui, nell’antica masseria Colabaldi e avevi voglia invece,  di resistere all’invito dell’Antonio Mellone (chi altri se non lui?). Non  volevi, infatti, abbandonarti, ancora, a groppo di nostalgia.
“In men che non si dica” ti ha  abbracciato anche quest’anno la   Madonna, bellissima e sorridente e poi hai baciato anche  Giuseppe, così tanto per essere proprio al colmo della serenità. E già però,  profumavi di pane e di pucce e di farina e d’orzo e di pomodori d’inverno e di  pittule e, se ti fosse possibile, se non ci fosse stato Marcello, D’Acquarica  s’intende, ad aspettarti lì, tra la gente, a Noha, tu saresti rimasta legata  alla manina calda di Simone, il tuo folletto portafortuna, per continuare  all’infinito la corsa a saltelli verso ‘mpa Rocco e il suo cavallo buono come  il pane. Parola astratta è “cultura”. Ma tu hai letto, perché l’ha scritto  Marcello “Cultura è la solidarietà incondizionata, l’educazione, la famiglia,  l’esperienza degli anziani, la salute pubblica, l’acqua, l’aria, la terra, la  scuola, i sentimenti… condivisione, attenzione all’altro, sacrificio per il  bene comune, amore disinteressato, non discriminante”; l’hai letto e anche per  questo sei tornata qui, nell’antica masseria Colabaldi e avevi voglia invece,  di resistere all’invito dell’Antonio Mellone (chi altri se non lui?). Non  volevi, infatti, abbandonarti, ancora, a groppo di nostalgia.
Invece, questo succede a Noha;  bisogna andare lasciandosi guidare, stavi per dire cullare, dalla manina di  Simone, dal passo sicuro di Antonio, mentre vento scompagina pagine del  libro-saggio-biografia di Marcello e Giuseppe ti accompagna nel viaggio in  questo presepe che presepe, a dir la verità, proprio non è; chè presepe, di per  sé, parola così dolce e così densa di significati, in fondo è termine che, a  volte, sa d’antichi steccati; qui è la vita che respira e ha profumo d’arte e  di tradizione, leggerezza di ricamo e di tombolo, forza d’una storia che ha  senso perché il paese-comunità, quello che ora ti attende anche attorno ad un  libro, lo ritrovi ben saldo intorno alle sue certezze. Insieme si può e non hai  voglia di pensare né di scrivere “si potrebbe” e poi non te lo perdonerebbe mai L’OSSERVATORE NOHANO (ed il  sito dell’Albino) cui, in fondo, si deve il senso di ogni iniziativa.
Insieme si può trasformarlo il  “mondo”, acciuffarlo mentre sembra che rotoli sempre più giù, acciuffarlo  iniziando da Noha e lo si tiene ben stretto e gli si impone di fermarsi e,  siccome è stanco, lo si invita ad adagiarsi sui cannizzi di Antonio Tundo e dei figli suoi Raffaele e Simone e,  intorno a lui, per consolarlo, rifocillarlo e tenergli compagnia,  s’alterneranno Gabriele che profuma di forno e Silvia, la madonna sorridente e  Daniele che oggi è anche san Giuseppe e l’angioletto dai riccioli d’oro che  t’ha offerto una puccia tutta terrena  e Michele che, cantando, ricorderà al mondo che è partito ma ora è tornato; e  se avrà fame, il mondo, ci penseranno e Massimo e Roberto coi prodotti del forno  loro e l’Antonio che ama fare il contadino; non mancheranno i legumi di Piero e  il latte del gregge di Franco il pastore e la Lina e l’Anna e le loro amiche faranno pasta  fresca in quantità mentre Clara ricama e Marco scolpisce la pietra e Michele  l’antiquario s’affretta ad ornargli dimora e Mimino a riparargli stivali  consumati.
Intorno c’è profumo d’orzo  tostato come un tempo ché non hanno fatto mancare nulla a questo presepe che è  la vita, Giuseppe Cisotta e il suo papà Luigi e il figlio Luigi (non poteva  chiamarsi diversamente) e poi anche Giuseppe Cioffi e tutti gli altri che  sfugge sempre qualche nome nel paese; ora, il “mondo”, quello che stava per  rotolare, riposa tranquillo e sogna giorni che profumano d’arance limoni e  mandarini e poi s’accende luna e dormono coniglietti e agnellini e l’asino  buono e il bue paziente e il cavallo dalla faccia di nonno e le galline e si è  addormentato anche Gesù e i soldati e le cortigiane dell’harem tra spezie e  tappeti.
Tu invece, devi correre via, pucce calde ben strette al cuore, groppo  d’emozione in gola e manina di Simone nell’altra mano, quella libera; c’è  Marcello che t’aspetta e quando lo ritrovi “in men che non si dica”, ti confida  “il mio sud è un rifugio sicuro, un’emozione, una preghiera in cambio di un po’  d’amore. Un “mondo” mai da dimenticare, fatto di giochi per le strade, per i  campi, fatto di fango e di canneti, d’arsura e di tramontane, di fiabe e di  paure, di sogni e di libertà…la casa”.
Ritornerai, ma certo che tornerai che t’aspetta anche la Lilliana, nel suo abbraccio che sa di saggezza giovane ed antica. Un caffè e via perché da qui comincia e termina ogni viaggio.
Giuliana Coppola
|  |  |  |  | 
 
				
Commenti
Un anno fa...chiudeva l'osservatorio nohano.....rivista ritorna abbiamo bisogno,della tua lettura
Un' unica parola.... EMOZIONE... grande Giuliana... sei il top!!!
Lascia un messaggio