feb032025
Qualcuno lo sa già, qualcun altro lo scoprirà a breve sulla sua pelle, o in qualche altra parte anatomica. Insomma da una manciata di settimane il dottor Maghenzani, uno dei tre medici di base di Noha, è andato in pensione e non è stato sostituito da un nuovo specialista in medicina generale, sicché i superstiti (bravi) dottori Rizzo e Cazzato, e qualcun altro fuoriporta, han dovuto farsi carico, chi più chi meno, della quasi totalità dei pazienti del loro ormai ex-collega, con tutto quello che la novella mole di lavoro comporta. Non ci vuol mica una laurea magistrale in fisica quantistica per capire che il tempo da dedicare a un mutuato sarà viepiù ridotto, mentre quello d’attesa amplificato oltremodo, con probabilità purtroppo crescente di errori, trascuratezze, magari rinvii se non proprio rinunce alle cure. E quel che accade nel mio paese, mutatis mutandis, si spalma come nutella nel resto di borghi e metropoli d’Italia. A Collemeto, per dire, salvo novità dell’ultima ora, del medico della mutua si parla solo a “Chi l’ha visto?”, oppure se ne trasmette l’epopea su Canale 34, quello dei film amarcord.
“Mancanza di medici” ti dicono allargando le braccia, o stringendosi nelle spalle, quelli che tutto accettano dell’esistente senza batter ciglio, tutto scusano, e a tutto s’adattano non provando minimamente a cambiare il mondo, ma solo se stessi: mi riferisco ai Resilienti, i profeti dell’Andrà Tutto Bene, razza prolifica e in costante crescita vista l’inoculazione diuturna da parte di quasi tutti i canali ortodossi di massicce dosi di anestetica distopia promossa al rango di utopia balsamica dagli imbonitori professionisti - onde “1984” di Orwell non è più un romanzo di fantapolitica, ma un case-study empirico con tanto di dignità di stampa su riviste scientifiche tipo Nature, Lancet o National Geographic.
Sembra un secolo fa l’epoca in cui era sufficiente la richiesta del tuo medico per un ricovero presso il locale ospedale (pubblico) al fine di “farti tutti gli accertamenti”: oggi per una cosa del genere persino l’archiatra verrebbe immolato sulla pubblica piazza dal direttore generale dell’Asl coadiuvato dall’assessore regionale al ramo, dacché le più recenti regole prevedono che l’ospedalizzazione venga gentilmente concessa dall’infarto del miocardio in su, ma per non più di due/tre giorni lavorativi. Per il resto sarai tu stesso a dover individuare uno specialista, meglio se a pagamento, altrimenti, causa liste d’attesa, faresti prima a contattare l’agenzia delle pompe funebri. Il suddetto specialista ti indicherà poi ulteriori analisi da laboratorio, e giacché qualche lastra. Il radiologo, a sua volta, ti spedirà dal neurologo, il neurologo dal cardiologo, il cardiologo dall’internista, l’internista dall’endocrinologo, l’endocrinologo dal reumatologo, il reumatologo dallo psichiatra ma saltando lo psicologo: il geriatra, se campi, verrà da sé alla fine dell’odissea. Un tempo i medici erano intorno a te, ora sei tu a dover girovagare attorno a loro.
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feb032025
Un evento teatrale dal titolo Verso … l’Oltre! Quando la poesia si fa spettacolo è stato programmato dall’Università Popolare “Aldo Vallone” lunedì 3 febbraio alle ore 18:00 nella Chiesa dei Battenti, in via Zimara. L’evento si avvale del coordinamento affidato a Pompea Vergaro e sarà introdotto dalla Consigliera RosaAnna Valletta.
Anna Maria Colomba nel 2015 ha pubblicato la Silloge poetica “Prima che venga domani…” che ha ricevuto il Primo premio nel Concorso Internazionale di Poesia e Prosa “Città del Galateo” 2016 a Galatone. Dalla Silloge, l’autrice, in seguito, ne trae lo spettacolo teatrale che titola: “VERSO…Atto Unico” dove la parola lascia le pagine del libro per divenire voce, gestualità, musica, canto, rappresentazione scenica.
Le sezioni della Silloge sono declinate in cinque temi: La Grande Madre/Vita e Ricordo/Terra e Natura/Il Sociale/Ballate, Canzoni e Pensieri. Ogni sezione è evidenziata da un colore che ricorre anche nella scenografia e costumi.
Ad oggi, lo spettacolo “VERSO…Atto Unico” si arricchisce della lettura a cura dell’attore Salvatore Cezza di alcune pagine del testo “Lo scafista” di Giuseppe Piccioli Resta per cui prende vita l’odierna rappresentazione, “VERSO… L’Oltre!”, che si incentra su una tematica di grande attualità: il traffico di minori nascosto nelle rotte migratorie dall’Africa all’Europa. La narrazione intercorre tra la figura di uno scafista, perito in un incidente di mare e una delle sue piccole vittime.
feb032025
Nella prima giornata del girone di ritorno il sestetto galatinese apre uno spiraglio di inversione di marcia delle sue prestazioni, sale di livello ed incassa una vittoria pesante a spese della compagine neretina.
Lo fa contro la terza in classifica, rastrellando tra andata e ritorno ben cinque punti ma, soprattutto, offrendo negli ultimi tre set una prova di continuità, di buona gestione tattica e, perché no, anche di buon gioco.
E dire che il primo set aveva avuto un avvio disastroso per i padroni di casa (2-8, 6-11, 9-16), incappati non solo in una serie di errori e di attacchi inefficaci, ma incapaci di contenere le conclusioni di un Sirsi ben ispirato.
Prefigurare un ennesimo tracollo era nello stato delle cose, anche se la tardiva reazione messa in atto da Pica e soci accorciava il gap nel punteggio (18-21) alimentando qualche velleità, per poi arrendersi allo sprint finale degli ospiti (18-25).
Nel secondo set mister Luchena schiera in ricezione P5 Asti-Pica, in prima linea Carlo De Lorentis di banda e Giannotta centrale, in seconda linea capitan Guarini e Riccardo De Lorentis, con Quaranta pronto a coordinare la difesa.
C. De Lorentis ed Asti aprono le ostilità, un triplo Guarini (muro e due attacchi) inizia la fuga (8-5), R. De Lorentis e Pica la alimentano con un break decisivo di +6 che vale prima il 16-9 poi il 22-14.
Dopo i cambi di Stefanelli per Pica e Duma per C. De Lorentis i tre errori finali dei padroni di casa non incidono sulle sorti del set (25-18) che portano la gara in parità.
Terza frazione prevedibilmente reattiva da parte degli ospiti che con Sirsi rispondono ad un ace di Guarini e, complice un fallo di rotazione, aprono dei minibreak (3-6 , 10-14) pericolosi.
feb032025
Gentili Autorità,
come sicuramente già sapete, da ormai quattro mesi, e precisamente da quando l'ultimo medico di famiglia presente a Collemeto ha raggiunto l'età pensionabile e ha chiuso il suo studio, la popolazione di Collemeto, composta da circa 2000 abitanti, è priva di un medico di medicina generale. Non è difficile intuire gli enormi disagi arrecati a tutti i cittadini residenti, con particolari ripercussioni sulla salute fisica e mentale dei pazienti più anziani, vulnerabili e soli, che rappresentano una significativa porzione della popolazione interessata.
La mancanza di un medico di base rende difficile, se non impossibile, per molti residenti, in particolare per anziani e persone con patologie croniche, accedere a cure primarie e continuità assistenziale. Inoltre, questa carenza aumenta la pressione sugli altri presidi sanitari, già sovraccarichi, e costringe molti cittadini a spostarsi in altre località per poter ricevere le necessarie prestazioni sanitarie.
Siamo consapevoli che il tema della sanità e dei medici di base non dipende solo dalle scelte amministrative comunali, ma crediamo che il Comune abbia un ruolo fondamentale nel sensibilizzare e fare pressione sulle autorità competenti per trovare soluzioni rapide ed efficaci.
In questo contesto, desideriamo farLe presente che esistono finanziamenti e incentivi statali destinati proprio a supportare le zone con carenze di medici di base, che potrebbero essere utilizzati per incentivare l’insediamento di un medico nel nostro territorio. A tal proposito, Le chiediamo di fare il possibile per approfittare di queste opportunità di finanziamento, in modo da risolvere il problema e garantire alla nostra comunità un accesso adeguato e tempestivo alle cure sanitarie di base.
feb022025
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Esiste un pozzo magico a Noha con un nome strano, La Trozza, un pozzo inesauribile come scolpito sul lato in latino "Disseto e non mi Esaurisco 1878 ", mentre dal lato opposto lo stemma della famiglia Congedo, le iniziali H e C stanno per Horatio ( Orazio ) Congedo, costruttore e proprietario del pozzo che dava l'acqua a Noha ed ai suoi abitanti in cambio di un piccolo contributo.
Al pozzo lavoravono almeno due operai che versavano l'acqua che veniva tirata su dalle profondità della terra a forza di braccia ed argano tiravano fuori dalle profondità della terra fino ai 92 metri il prezioso liquido.
L'acqua arrivata poi in superficie veniva versata nei due contenitori posti ai due lati, uno o due altri operai incassavano il contributo e facevano riempire le " menze ", recipienti di rame zincata ai clienti.
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Questo commercio dell'acqua avvenne fino all'arrivo dell'Acquedotto Pugliese che qui arrivo intorno al 1930.
feb012025
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Era un’alba fredda e nebbiosa quella del 1 febbraio 1970 sulle serre che dominano Porto Badisco. Nonostante l’inclemenza del tempo, un gruppo di persone cercava un varco da terra in cui poter accedere ad un complicato reticolo di grotte.
Quel mattino erano in cinque: Isidoro Mattioli, Severino Albertini, Remo Mazzotta, Enzo Evangelisti e Daniele Rizzo, tutti appartenenti al gruppo speleologico Pasquale De Lorentiis di Maglie. Quella mattina per uno di loro diventò la più bella scoperta ma anche più in là, la più brutta, per il futuro suo e dei suoi compagni.
Lui si chiamava Severino e quella mattina fece un gesto che cambiò la storia dei luoghi e dei cinque scopritori. Un impellente bisogno naturale di defecare lo fece allontanare dai compagni ed espletato il gesto notò un fatto alquanto strano, dal cumulo di cacca appena fatta il fumo del calore invece di andare verso l’alto veniva risucchiato verso il basso, quasi inghiottito, spaventato, chiamò i restanti compagni ed indicò lo strano effetto del vapore di calore nell’aria fredda di quel mattino d’inverno.
Uno di loro scostò il maleodorante cumulo ed ecco spiegato il motivo, un buco sotto di esso, ma mentre osservavano il buco, un grosso serpente nero esce dallo stesso, neanche il tempo per pensare che arriva un altra apparizione spaventevole, una vecchia vestita di nero, biascicando con voce greve apparendo tra le brume del mattino, si staglia quasi a mezz’aria.
Nessuno di loro capisce il messaggio della vecchia, che parla per oltre un minuto e scompare improvvisamente come era apparsa.
Ricostruendo insieme la vicenda l’uniche parole che ognuno di loro ricorda sono : ” Se avete trovato il serpente, avete anche trovato l’acchiatura ” ( così viene chiamato il tesoro nascosto nel Salento ).
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