“All’angelo della Chiesa di Laodicèa scrivi: Così parla l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio: Conosco le tue opere: Tu non sei né freddo né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca” (Ap 3, 14-16).
Ho dovuto aspettare la fine dei funerali di Francesco per scrivere questa mia riflessione, la quale disturberà molti, ne sono certo. Premetto che non voglio addentrarmi nella questione della legittimità del papato di Francesco in seguito all’ipotesi, canonicamente fondata, secondo cui l’ultimo papa legittimo sia stato Benedetto XVI, non avendo consegnato esplicitamente il munus durante la sua declaratio l’11 febbraio 2013, in occasione del Concistoro per la canonizzazione dei Martiri di Otranto. Né intendo trattare, qui, i veri motivi che hanno spinto Benedetto XVI all’ipotetica rinuncia del suo ministero petrino. Non tratterò della legittimità a prendere parte al Conclave di alcuni cardinali né di altre questioni canoniche che potrebbero farvi venire il voltastomaco.
È una lettura del tutto personale di questi ultimi dodici anni, esaltanti per alcuni e deprimenti per altri. Chi è il papa? Vescovo della diocesi di Roma, capo del Collegio dei Vescovi, vicario di Cristo e pastore in terra della Chiesa universale, massima autorità religiosa della Chiesa cattolica.
Tra la morte e il funerale di Francesco, ho assistito a molti dibattiti televisivi sulla sua figura, tutti estremamente politicizzati ed ideologizzati. La macchina mediatica, come fu per il tempo del “Covid”, si è messa in moto immediatamente per falsificare la realtà e professare agli idioti di turno la falsa dottrina. E così, da cardinali a vescovi, da preti di campagna a giornalisti, da vaticanisti alla gente di strada, il coro è stato unanime: non si torna indietro. Ma da cosa? Voi pensate veramente che il compito della Chiesa e del vicario di Cristo sia quello di avallare le stronzate di questo nostro pazzo mondo globalizzato, corrotto e idolatra? Voi pensate che la facilizzazione dei divorzi sia l’intenzione che Cristo ha inteso portare avanti? Credete davvero, come vi hanno raccontato, che benedire le unioni di persone dello stesso sesso (altro che benedizione dei singoli) sia l’intenzione di Cristo o che “prendere il vaccino è un atto di amore”? Pensate veramente che la questione che più sta a cuore al Padre sia il cambiamento climatico e l’auto elettrica? Voi credete che parlando sempre e solo di migrazioni ci salveremo l’anima? Pensate sul serio che conti qualcosa con quale scarpe un papa è andato in giro e con quale paio sia stato sepolto? Voi davvero credete a tutte queste stronzate? Pensate sul serio che l’intenzione di Gesù Cristo sia quella di avere sacerdotesse sull’altare e vescove sparse per il mondo? È questa l’apertura della Chiesa? Se pensate di sì, allora prendete in mano i Vangeli e dategli una bella letta e, finito di leggerli, dategli anche una bella ripassata! Poiché non è del vangelo di Gesù Cristo che voi state parlando, e dove diavolo son finiti i preti per ricordarvelo? Certo, lì si parla dei poveri, dei peccatori, degli ultimi che diventeranno primi, del lavoro in giorno di sabato e del perdono. Ma si parla anche di chi scandalizza i più piccoli e della fine che faranno, del perdono dell’adultera accompagnato dall’imperativo di non peccare più, del ripudio della moglie, dell’adulterio, del rispetto della vita sempre, del porgere l’altra guancia, di lasciare il mantello. Eppure vi siete bevuti un bel po’ di vomito da tutti quei farisei della peggior specie schierati in prima fila davanti alla bara di Francesco che, da papa legittimo o no, ha tuonato contro le guerre e le teorie gender che una parte politica intende diffondere nelle scuole, camuffandole come rispetto per il prossimo. Chi c’era lì in prima fila? Chi chiama Putin porco e poi non vede i due milioni di morti causati da Israele nella Striscia di Gaza e in tutta la Palestina, con più di 50 mila bambini uccisi? Chi c’era? Chi si rifiuta di chiamare la strage di Netanyahu genocidio per non offendere gli ebrei, i quali si annoverano il diritto di esclusiva, sputando sulla sofferenza altrui e sui cristiani, per le strade di Gerusalemme, ritenendoli degli idolatri? Chi c’era lì sul sagrato a rendere omaggio ad uno che parlava di pace? La Von der Leyen che con la sua faccia da spudorata massone vuole indebitare per 800 miliardi l’Europa, costringendola ad armarsi? Pensateci: chi c’era a rendere omaggio al vicario di Cristo e ai valori che avrebbe incarnato? Draghi, il banchiere di satana, e Conte, quello che facevano licenziare chi non era disposto a farsi bucare tre o quattro volte, lasciandolo a casa senza stipendio, gente con moglie e figli, o Renzi che percepisce lauti compensi da sceicchi sanguinari? C’era anche Trump, quello che sui migranti ha proposto addirittura di sparare. Ho visto la Meloni, che si professa cristiana avendo dimenticato la prima virtù di un cristiano: l’umiltà. Ho visto la Boldrini omaggiare quello che dovrebbe difendere la vita come bene non negoziabile, lei che difende il diritto all’aborto sempre.
Ora, il problema è che vi hanno fatto credere che la Chiesa sia questo: ecologismo, migrazioni di massa, obbedienza sanitaria, pratiche abortive e contraccettive, cardinali che cantano “Bella Ciao”, preti che celebrano messa in costume al mare, processioni folcloristiche, papi che stravolgono preghiere millenarie come il “Padre nostro”, solo perché qualche cretino si scandalizza nel pensare un Dio diverso da come lo ha immaginato, ignorando il latino e il greco.
Non so se si è capito bene che cosa si intende quando si parla di vomito nelle parole rivolte alla chiesa di Laodicéa nell’Apocalisse. Si intende che stiamo sguazzando nella melma del conformismo poiché, anziché adorare Dio, ci stiamo prostituendo agli idoli del mainstream, che ci vuole tutti cagasotto, indebitati, armati, ignoranti, con alle spalle famiglie sfasciate e senza alcun punto di riferimento, confusi pure sul fatto se siamo uomini o donne, con tutto il profondissimo rispetto che nutro nei confronti dei nostri fratelli gay e sorelle lesbiche. Pensate che sia questo il futuro della Chiesa e l’intenzione di Gesù Cristo? Aborto libero, teoria gender, famiglie quuer senza distinzione di ruoli, favoreggiamento dell’immigrazionismo di massa (dimenticandosi che esiste anche un diritto a non dover emigrare), case, auto, tutto green mentre ci mangiamo la plastica?
Voi pensate che un papa valga più di un altro solo perché indossa scarpe nere, saluta col buonasera, si fa i selfie, e balla con gli indiani nella basilica di San Pietro, portando in processione la statuina della pachamama, profanando un luogo sacro da secoli? Sarebbe questa la Chiesa di Gesù Cristo? Se così fosse, io spero che si torni indietro tutta, poiché non tutte le avanzate possono intendersi come progresso. Per la Chiesa il progresso è un’altra cosa, vale a dire restare fedeli all’insegnamento di Cristo, non manometterlo e non adeguandosi alla merda del mondo. Forse un papa è grande se ha ancora il coraggio di dire esattamente il contrario di quello che dicono tutti gli altri, poiché questo era Cristo, non un progressista, né un rivoluzionario, ma il più grande evoluzionista della coscienza umana che io conosca. Laodicéa lo sa bene cosa si rischia nel non voler essere né caldi, né tantomeno freddi: ci sarà da sguazzare in un mare di vomito, per non dire in un oceano di merda. E io, la puzza di voltastomaco, la sento già da un pezzo.
Fabrizio Vincenti
Lunedì 28 aprile alle ore 18:30, nella Sala conferenze “De Maria”, in Corte Taddeo, è prevista la seconda lezione del Corso “Ambito media” con una conferenza del nostro socio, prof. Rosario Santo Sabato, dal titolo “Marconi e la sfida dell’etere: la nascita delle comunicazioni senza fili”. Introdurrà i lavori il presidente Mario Graziuso.
Dopo aver tracciato nel precedente incontro l’evoluzione storica relativa alla nascita e alla diffusione della radiofonia, attraverso la sua crescita grazie ai progressi della tecnologia, nella conferenza odierna traccerà le linee di sviluppo delle comunicazioni senza fili, a partire dalle ricerche e dalle innovazioni apportate da Guglielmo Marconi e dai ricercatori a lui coevi.
Quale era il suo intendimento rispetto alle precedenti acquisizioni nella sfida dell’etere?
Lo possiamo ricavare da una conferenza dal titolo “Sulla telegrafia senza fili” (riportata in “Scritti di Guglielmo Marconi”, edizione della Reale Accademia d'Italia, 1941), tenuta dallo stesso Marconi in Roma nell’Aula massima del Campidoglio dall’Associazione elettrotecnica italiana nella seduta solenne in suo onore il 7 maggio 1903: “Ma le onde hertziane, come erano prodotte dal loro scopritore e da quegli scienziati che hanno ripetute le sue esperienze, avevano una portata di trasmissione di pochi metri, e, secondo gli studi e le induzioni dell'illustre scienziato tedesco, esse venivano prodotte in modo da rendere i loro caratteri eguali per quanto possibile a quelli delle onde luminose, ciò che diminuisce la loro efficacia a distanza. Fu invece mio intento di seguire una via completamente opposta nella produzione di oscillazioni elettriche, e cioè io mi dedicai ad ottenere onde elettriche di lunghezza centinaia di volte maggiore di quella delle onde usate da Hertz, per poterle utilmente applicare a quanto avevo di mira.”
Rosario Santo Sabato è stato docente di “Laboratorio di Elettronica” e “Misurazioni Elettroniche” dal 1971 negli Istituti Tecnici: durante il suo magistero si è occupato di Sperimentazione Didattica ed ha ottenuto diversi riconoscimenti a livello ministeriale, partecipando all’impianto di una nuova disciplina, “Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione”. Nel 1967 gli è stato conferito a Roma, dal Presidente del Consiglio On. Aldo Moro, l’Attestato d’onore in Occasione del Decimo Convegno Nazionale per la Civiltà del Lavoro. Ha partecipato per sei anni consecutivi a corsi di aggiornamento sull’Automazione industriale, presso l’Università di Pavia ed ha conseguito numerose certificazioni Microsoft. Dal 1975 al 2006 ha svolto libera professione nei settori dell’Elettronica e delle Telecomunicazioni.
Mario Graziuso
Domenica 27 aprile si è disputata la seconda giornata del Campionato di Serie B1 maschile presso i campi del Circolo Tennis Galatina. La sfida tra i padroni di casa e il CT Torres Tennis di Sassari si è conclusa con un pareggio combattuto, 3-3, al termine di sei match intensi, che hanno messo in evidenza la grande qualità tecnica e l’equilibrio tra le due formazioni.
Il team salentino, reduce dalla vittoria all’esordio contro l’AT Verona, ha affrontato un’avversaria ostica che ha saputo reagire punto su punto, conquistando due singolari e un doppio.
Questi i risultati nel dettaglio.
Nei singolari Alessandro Raffaele Bellifemine vs Valerio Peruzza: 6-4, 6-4,
Vittoria solida per Bellifemine, che ha mostrato solidità e lucidità nei momenti chiave; Andrea Cardinale vs Matteo Mura: 1-6, 3-6, una gara complicata per Cardinale, messo in difficoltà dal ritmo e dalla regolarità del suo avversario; Matyas Lajos Fuele vs Robert Armando Strombachs: 7-6(1), 7-5, autentico colpo di forza di Fuele, che si impone in due set tirati contro il numero uno sassarese ed infine Federico Mengoli vs Andrea Cherchi: 0-6, 5-7, dopo un primo set difficile, Mengoli reagisce ma non riesce a completare la rimonta.
Nei doppi Fuele/Novo vs Peruzza/Oronti: 6-4, 6-3, con una grande intesa tra i due giocatori del CT Galatina, che portano a casa un punto importante per la squadra e Cardinale/Duma vs Strombachs/Mura: 3-6, 1-6, con il duo sardo che non lascia spazio agli avversari e chiude il match in due set rapidi.
Con questo pareggio, il CT Galatina rimane imbattuto dopo due giornate e conferma di essere una delle squadre più competitive del girone. La squadra tornerà in campo domenica 11 maggio fuori casa contro il TC Poggibonsi per un’altra sfida importante, proseguendo il cammino verso gli obiettivi stagionali.
Grande soddisfazione da parte della dirigenza per il clima sportivo e il numeroso pubblico accorso al Circolo, segnale della crescente attenzione verso il tennis di alto livello nella città di Galatina.
«Impresa formidabile, talmente intensa – commenta Donato Marrocco capitano del CT “G. Stasi” di Galatina – da aver perso la voce. Una squadra più forte dell’AT Verona con cui abbiamo giocato scorsa settimana. Fuele ha giocato una partita strabiliante sconfiggendo il numero 300 al mondo nel singolare. Bellifemine ha fatto una partita stratosferica. Tutti i ragazzi ci hanno messo il cuore. Sono soddisfattissimo della prestazione di tutti quanti. Oggi è stata un’emozione incredibile anche per la grandissima partecipazione di tifosi che ha caricato la nostra squadra».
Antonio Torretti
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