Perché Galatina e Soleto da vent’anni a questa parte stanno diventando un gigantesco Hub di rifiuti industriali, industrie inquinanti, snodo di elettrodotti nazionali ed internazionali, impianti energetici rinnovabili sovradimensionati e su terreni agricoli ed oggi si aggiungono i primi 25 ettari di Batterie di Accumulo Energetico industriale (BESS) zeppe di sostanze chimiche e a rischio rilevante di esplosione? Chiediamo un incontro urgente con i Ministri dell’Agricoltura, dell’Ambiente e dello Sviluppo Industriale, della Salute, delle Imprese, del made in Italy, della Protezione Civile e con la Regione Puglia e chiediamo che le amministrazioni comunali di Galatina e Soleto assieme alla Provincia di Lecce si uniscano a questo appello di salvezza del cuore del Salento e della salute dei cittadini perché così non si può più andare avanti.
ALLEGATO 1
Chissà cosa ormai si voglia intendere per “transizione ecologica”. A noi sorge il dubbio che dietro questo certo lessico ripetuto fino allo sfinimento si celi tanto greenwashing, paravento di enormi speculazioni ai danni delle comunità locali, come se non bastasse il dato di fatto che a Galatina e dintorni si muore di cancro e prematuramente più che in qualsiasi altro distretto d’Italia.
Ad aggravare il tutto l’inconsapevolezza del dramma che vive questa terra, ovvero (il che forse è ancora peggio), la consapevolezza da parte dei pubblici rappresentanti locali. Peccato che l’unica politica di cui si riesca a blaterare qualcosa sia soltanto quella delle “compensazioni”.
D’altronde i salmi responsoriali ripetuti a pappagallo non si contano più, tipo:
ALLEGATO 2
Il nuovo collegamento tra l’Italia e la Grecia, in gran parte sottomarino, garantirà una maggiore affidabilità di scambio tra i due Paesi e rafforzerà il ruolo dell'Italia di hub energetico del Mediterraneo, e l’Italia siamo noi: Galatina, Soleto e dintorni.
Nuova interconnessione Italia – Grecia (GR.ITA 2) - Terna spa
ALLEGATO3
Quindi per soddisfare il fabbisogno “sovrannazionale”, oltre a far ricoprire di ferraglia e silicio centinaia di ettari di campagna dov’era la selva secolare degli ulivi che supplivano anche alla mancanza di boschi, durante il Consiglio Comunale dello scorso febbraio, l’A.C. di Galatina, tramite la delibera “61991_Delibera_Originale_9_2025“ha deciso di svendere 25 ettari per Le Bess. Per chi volesse approfondire i dettagli di tale baratto straordinario, può accedere ai dati dell’albo Pretorio comunale:
61991_Delibera di Consiglio_Originale_9_2025.pdf
Cosa sono le Bess? Anche se è da oltre due mesi che aspettiamo una risposta dai nostri amministratori, per aver fatto una richiesta di accesso agli atti e ad oggi non siamo stati presi in considerazione da nessuno, proviamo a spiegarvelo lo stesso, anche se in modalità semplificata: l’acronimo BESS si traduce in Battery Energy Storage System (Sistema di accumulo di energia a batterie).
Sono in pratica delle batterie ricaricabili particolari sistemate opportunamente con altri dispositivi elettrici dentro degli scatoloni di lamiera, dei container, e a seconda se di bassa o media tensione, possono essere di 20 piedi o di 40 (il piede equivale a 0,3048 metri), insomma grandi all’incirca come un tir. Questi sistemi pare che siano in grado di accumulare energia elettrica che può essere utilizzata su richiesta, anche quando la fonte di energia non è disponibile come, per esempio, di notte e ogni volta che il cielo è coperto. L’adozione di questi sistemi, tuttavia, richiede specifici protocolli di sicurezza, specialmente per quanto riguarda i rischi di incendio ed esplosione, o cose del tipo: Fughe termiche; Cortocircuiti; Sovraccarico e il sovra- de-scarico; Condizioni ambientali, come le temperature estremamente elevate nei mesi estivi; Accumulo di gas infiammabili; Difetti di fabbricazione e usura. Però tranquilli, è tutto sotto controllo, dicono i proponenti. Per garantire la sicurezza di persone e proprietà ci sono sensori di rilevamento precoce di fumi e gas infiammabile, e sistemi di monitoraggio in tempo reale che permettono di identificare tempestivamente le anomalie e intervenire per prevenire condizioni pericolose. Oltretutto qualsiasi sistema tecnologico moderno è dotato di questi dispositivi, ma, nonostante ciò, e proprio a Galatina ne sappiamo qualcosa, gli incidenti capitano ugualmente. Ma va sempre tutto bene, l’aria è ottima, anche se i dati Arpa disponibili in rete, riscontrano un continuo superamento dei valori riguardanti il particolato di PM10 e PM2,5. Ma questa è un’altra storia.
Danni alle persone, agli impianti e alle proprietà vicine, non ci saranno. E non scherzano mica questi grandi professionisti, adempiono a tutti i requisiti normativi di sicurezza, così si evitano sanzioni e si facilitano i processi di approvazione dei progetti. E poi con qualche compensazione tutto sarà sistemato. E così vissero tutti felici e contenti. Possiamo quindi dormire sonni tranquilli, siamo al sicuro insieme alle nostre case, che probabilmente – non - saliranno di valore, mai più, intanto salgono ben altri numeri, quelli di cittadini inermi che si ammalano più che altrove.
Perché Galatina e Soleto da vent’anni a questa parte stanno diventando un gigantesco Hub di rifiuti industriali, industrie inquinanti, snodo di elettrodotti nazionali ed internazionali, impianti energetici rinnovabili sovradimensionati e su terreni agricoli ed oggi si aggiungono i primi 25 ettari di Batterie di Accumulo Energetico industriale (BESS) zeppe di sostanze chimiche e a rischio rilevante di esplosione? Chiediamo un incontro urgente con i Ministri dell ’Agricoltura, dell ’Ambiente e dello Svilupp o Ind ustriale e con la Regione Puglia e chiediamo che le amministrazioni comunali di Galatina e Soleto, assieme alla Provincia di Lecce, si uniscano a questo appello di salvezza del cuore del Salento e della salute dei cittadini perché così non si può più andare avanti.
GALATINA, 17 MAGGIO 2025
Le Associazioni:
Medici per l’Ambiente-ISDE Italia- Lecce Coordinamento Civico Ambiente e Salute (Galatina)
Forum Amici del Territorio (Cutrofiano)
Noi Ambiente e Beni Culturali (Galatina)
Nuova Messapia (Soleto)
Comitato Salute e Ambiente No Metano (Soleto)
Natural-Mente No Rifiuti (Galatina)
Ore 18.08 dell’8 maggio quando dal comignolo della Cappella Sistina arriva la fumata bianca, anch’io sto guardando la TV.
Noto subito fibrillazione, urla di gioia, espressioni di grande attesa. I giornalisti rimasti in Sala Stampa si precipitano fuori, verso la piazza. Via della Conciliazione è un fiume di gente che arriva trafelata, quasi di corsa. Giovanni, 34 anni, manager romano, dice che è “incredibile. Questo è un momento storico”. Quando la Chiesa sembra nascosta, soprattutto in Europa, è bello vedere tutta questa gente che arriva a Roma. Sì, è proprio così: il cristianesimo è stato dichiarato morto tante volte e invece è più vivo che mai, perché fondato sulla fede di un Dio che sa come uscire dal sepolcro.
Un gruppo di pellegrini spagnoli che stava per entrare in piazza per varcare la Porta Santa viene invitato a fermarsi. Alcuni bambini diretti a una festa in maschera arrivano con gli abiti d’occasione: festa annullata; c’è da attendere il nuovo Papa. In meno di un’ora in piazza San Pietro si trovano centocinquantamila persone.
Quell’ “Habemus Papam” preannunciato dalla fumata bianca con il protagonismo della famigliola dei gabbiani della Cappella Sistina, ormai famosi in tutto il mondo, mi incolla lì alla mia poltrona. Aspetto di sapere chi è il nuovo successore di Pietro e quale nome ha scelto. Seguo con attenzione ed emozione: “qui sibi nomen imposuit Leonem XIV...” “ha scelto di chiamarsi Leone XIV”. Una sorpresa. Nome bellissimo.
A quel punto, come m’accade spesso, ho cominciato a pensare anche a Noha.
Sì, nel 1400 a Noha i nostri antenati hanno venerato e celebrato San Leone: il nome che ha scelto il nostro nuovo Papa.
Tutti ormai dovreste sapere che a Noha c’erano 13 chiese; alcune ci sono ancora, di tante s’è persa la memoria, ma di qualcuna esiste tuttora qualche indicazione: della chiesa di San Leone (o San Leo) è rimasto il nome. Ebbene sì, nella mappa a corredo di queste note, si osserva oltre all’espansione del territorio della nostra cittadina anche il toponimo di San Leo o San Leone.
Da documenti certi sappiamo che tutte quelle chiese erano affidate alla cura pastorale dell’arciprete di quel tempo che si chiamava don Giovanni, definito quale arciprete della Terra di Noha. Insieme all’arciprete ci sono altri sacerdoti, come per esempio don Francesco di Noha, don Nicola Canozuri, ma c’è anche don Leone, o meglio papa Leone secondo la nostra antica cultura greco-bizantina.
Forse i nostri avi avevano dedicato una chiesa a S. Leone, detto “Magno”, papa dal 440 al 461, uno dei più grandi pontefici dell’antichità, per sentirsi meglio protetti dalle calamità e dalle mille sofferenze di una vita grama. Fu San Leone Magno ad affrontare le minacce dei barbari che imperversavano nel disfacimento dell’impero romano difendendo l’ortodossia cristiana. Fu lui che riuscì a fermare pacificamente, con la forza del suo carisma e della sua fede, il re degli Unni Attila che stava per invadere Roma. Ed è lui che secoli dopo ispirerà certamente il nuovo Papa che dalla loggia di S. Pietro per ben dieci volte nominerà la parola Pace.
I nostri antenati hanno dovuto affrontare le invasioni barbariche, molti villaggi furono rasi al suolo: anche la primitiva Noje dovette capitolare. Crediamo che per lo stesso motivo vollero scegliere quale protettore del nuovo borgo l’Arcangelo San Michele, capo degli eserciti celesti nonché difensore della Chiesa, simbolo della lotta del bene contro il male.
Nel vangelo di Luca leggiamo che Gesù diede mandato ai suoi discepoli con queste parole “Vi mando come agnelli in mezzo a lupi”, per indicare le situazioni di pericolo nella testimonianza del Vangelo. Ora ci ha mandato (un) LEONE che sicuramente ci aiuterà a vivere con più coraggio la nostra fede.
“Dio ci vuole bene - ha detto il Papa a tutto il mondo - Dio vi ama tutti, e il male non prevarrà. Siamo tutti nelle mani di Dio. E pertanto, senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra noi andiamo avanti. Siamo discepoli di Cristo. Cristo ci precede. Il mondo ha bisogno della sua luce”.
Sono certo che in questo cammino anche Noha continuerà a fare la sua parte. Magari anche la parte del leone.
P. Francesco D’Acquarica i.m.c.
Galatina, 18 maggio 2025 - Giornata ad alta intensità quella andata in scena al Circolo Tennis Galatina, dove il team di casa ha chiuso sul 3-3 contro il solido TC Bolzano-Bozen nel quarto turno della Serie B1 Maschile del Campionato degli Affiliati FITP 2025.
Il confronto si apre con una vittoria autoritaria del bolzanino Nicola Rispoli su Alessandro Raffaele Bellifemine per 6-2, 6-3, ma il CT Galatina risponde con Andrea Cardinale, che supera Christian Bacher per 7-5, 6-3.
Il match clou della giornata è quello tra Matyas Fuele e Marco Speronello, durato oltre tre ore: il salentino, dopo un primo set perso, rimonta con grinta e chiude il match con un combattutissimo 5-7, 6-4, 7-6(7).
Torna però il pareggio con la prestazione senza sbavature di Tobias Tappeiner, che supera in due set netti Jacopo Duma per 6-2, 6-1.
Nei doppi, le due squadre si spartiscono la posta.
Il duo Fuele/Novo domina la coppia altoatesina Kolbe/Tappeiner con un secco 6-0, 6-1 in appena 41 minuti, regalando il terzo punto ai padroni di casa.
Sul secondo campo, però, Speronello/Rispoli offrono una prestazione impeccabile, imponendosi con un netto 6-1, 6-0 su Cardinale/Mengoli, riportando l’incontro in parità.
Il pareggio finale riflette l’equilibrio tra le due formazioni, entrambe ben attrezzate e determinate. Il CT Galatina può essere soddisfatto per la prestazione di carattere, in particolare di Fuele, protagonista assoluto della giornata con due vittorie.
Il TC Bolzano-Bozen conferma la solidità del proprio organico, soprattutto nei singolari e nel doppio di punta.
Questo pareggio consente al CT Galatina di conservare l'imbattibilità e di affrontare con determinazione il prossimo turno a Saronno, decisivo per le ambizioni di promozione.
"Una partita lunghissima - afferma Donato Marrocco, Capitano del CT "G. Stasi" di Galatina - quasi interminabile, dove in campo si è visto equilibrio tra tutti i giocatori che ha portato al risultato finale del 3 pari che ci teniamo stretto e che per noi è fondamentale. Bellissima la partita di Matyas Fuele terminata al tie break del terzo set dopo 3 ore di gioco. Torno ancora a ringraziare tutti i ragazzi per l'impegno e per la voglia di lottare sino alla fine".
Antonio Torretti
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